06.01.2015 Views

Tecniche radiografiche per i beni culturali - Dipartimento di Fisica ...

Tecniche radiografiche per i beni culturali - Dipartimento di Fisica ...

Tecniche radiografiche per i beni culturali - Dipartimento di Fisica ...

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

<strong>Tecniche</strong> <strong>ra<strong>di</strong>ografiche</strong> <strong>per</strong> i <strong>beni</strong><br />

<strong>culturali</strong><br />

Prof. Clau<strong>di</strong>o Manfredotti<br />

Alcune slides sono prese dal corso <strong>di</strong> <strong>Fisica</strong><br />

applicata i Beni Culturali <strong>per</strong> il Corso <strong>di</strong> Laurea<br />

in Scienza dei Beni Culturali<br />

Uso dei raggi x <strong>per</strong> lo stu<strong>di</strong>o dei <strong>beni</strong> <strong>culturali</strong><br />

L’interazione dei raggi X con la materia è molto <strong>di</strong>verso rispetto ai fotoni nel visibile: infatti i<br />

raggi X hanno energia tale da “strappare” gli elettroni anche da “strati” elettronici profon<strong>di</strong> in<br />

un atomo (si pensi alla già stu<strong>di</strong>ata tecnica XRF –X-Ray Fluorescence-). In pratica non<br />

esiste nessun “effetto” da parte del mezzo attraversato, effetto che era rappresentato dalla<br />

costante <strong>di</strong>elettrica. I raggi X “vedono” cioè solo i singoli atomi e non un mezzo omogeneo<br />

e possono avere degli effetti <strong>di</strong> assorbimento “quantistici” legati ai livelli atomici.<br />

Non essendoci una “risposta” del mezzo in quanto<br />

tale, la costante <strong>di</strong>elettrica e l’in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> rifrazione<br />

sono uguali ad 1.<br />

Al contrario dei fotoni nel visibile, i raggi X non danno<br />

luogo praticamente a riflettività su<strong>per</strong>ficiale (ma solo sui<br />

piani atomici, ve<strong>di</strong> legge <strong>di</strong> Bragg) e non subiscono<br />

rifrazione entrando in un mezzo.<br />

L’assorbimento <strong>di</strong>pende unicamente dalla concentrazione<br />

elettronica “totale” degli atomi che formano il mezzo ed è<br />

nettamente inferiore a quello dei raggi UV.<br />

Caravaggio: martirio <strong>di</strong> S. Matteo<br />

(particolare ai raggi x)<br />

S. Luigi dei Francesi - Roma


Uso dei raggi x <strong>per</strong> lo stu<strong>di</strong>o dei <strong>beni</strong> <strong>culturali</strong><br />

Esempio <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>ografia tra<strong>di</strong>zionale: “La festa degli dei” <strong>di</strong> Bellini<br />

Normale<br />

Raggi x<br />

Sono evidenti strutture che nella realizzazione<br />

finale non sono state mantenute, come la foresta<br />

<strong>di</strong> alberi e soprattutto i vestiti che ricoprivano i seni<br />

delle dee e che nell’o<strong>per</strong>a finale risultano assenti<br />

(“Bellini’First” è una ricostruzione <strong>di</strong> come l’o<strong>per</strong>a<br />

doveva presentarsi nella prima fase in base<br />

all’immagine ottenuta ai raggi x).<br />

http://webexhibits.org/feast/<br />

Uso dei raggi x <strong>per</strong> lo stu<strong>di</strong>o dei <strong>beni</strong> <strong>culturali</strong><br />

Assorbimento dei raggi x<br />

Quando un fascio <strong>di</strong> raggi x <strong>di</strong> intensità I 0 (numero <strong>di</strong> fotoni al secondo in 1 cm 2 ) incontra un<br />

materiale esso viene gradatamente assorbito con un andamento esponenziale decrescente<br />

che ricorda (ma solo formalmente) la legge del deca<strong>di</strong>mento ra<strong>di</strong>oattivo (con cui si<br />

riba<strong>di</strong>sce non vi è alcun legame se non il formalismo):<br />

I<br />

−µ<br />

⋅s<br />

() s = I 0<br />

⋅e<br />

Dove I(s) è l’intensità del fascio <strong>di</strong> raggi x dopo aver<br />

attraversato uno spessore s <strong>di</strong> materiale mentre µ è un<br />

parametro (coefficiente <strong>di</strong> assorbimento) che <strong>di</strong>pende oltre<br />

che dall’energia dei raggi x anche dal numero atomico (Z)<br />

del materiale (più è alto Z e più è grande µ).<br />

Da questa legge si vede che più è grande µ è più il fascio <strong>di</strong><br />

raggi x viene assorbito rapidamente (ovvero <strong>per</strong> piccoli<br />

spessori del materiale) <strong>per</strong> cui materiali con Z alto (ad<br />

esempio il piombo) assorbono più rapidamente (…si pensi<br />

alla vista ai raggi x <strong>di</strong> su<strong>per</strong>man che veniva bloccata dalle<br />

pareti <strong>di</strong> piombo…).<br />

Questo è il motivo <strong>per</strong> cui nelle ra<strong>di</strong>ografie me<strong>di</strong>che è<br />

possibile mettere ben in risalto l’apparato osseo.


Uso dei raggi x <strong>per</strong> lo stu<strong>di</strong>o dei <strong>beni</strong> <strong>culturali</strong><br />

Apparato s<strong>per</strong>imentale<br />

Nella ra<strong>di</strong>ografia tra<strong>di</strong>zionale, l’apparato<br />

s<strong>per</strong>imentale è simile a quello utilizzato <strong>per</strong> le<br />

normali ra<strong>di</strong>ografie me<strong>di</strong>che in quanto fa uso <strong>di</strong><br />

pellicole fotografiche sensibili a questa<br />

ra<strong>di</strong>azione. Si osserva che la lastra viene posta<br />

<strong>di</strong>etro l’oggetto da indagare è che le parti più<br />

dense risultano chiare (la lastra <strong>di</strong>venta nera<br />

dove viene colpita dai raggi x, ovvero è come<br />

un negativo fotografico).<br />

Anodo<br />

Elettroni<br />

Filamento<br />

Raggi x<br />

I raggi x vengono generati nel modo più semplice ed economico,<br />

ovvero <strong>per</strong> frenamento <strong>di</strong> elettroni veloci in un materiale (anodo).<br />

Gli elettroni sono emessi da un filamento <strong>di</strong> tungsteno (come quello<br />

delle lampa<strong>di</strong>ne elettriche) <strong>per</strong> effetto termoionico (esattamente come<br />

nel SEM) ed accelerati da una tensione elettrica <strong>di</strong> migliaia <strong>di</strong> volts<br />

verso l’anodo.<br />

Giunti all’anodo gli elettroni rallentano bruscamente (urto con il<br />

materiale) generando raggi x <strong>per</strong> frenamento (Bremsstrahlung) e raggi<br />

x caratteristici (esattamente come nell’EPMA)<br />

Sorgente <strong>di</strong> raggi x<br />

Uso dei raggi x <strong>per</strong> lo stu<strong>di</strong>o dei <strong>beni</strong> <strong>culturali</strong><br />

Apparato s<strong>per</strong>imentale<br />

X caratteristici<br />

Bremsstrahlung<br />

In figura è rappresentato un tipo spettro <strong>di</strong><br />

raggi x generato <strong>per</strong> frenamento <strong>di</strong> elettroni. E’<br />

possibile osservare la componente dovuta alla<br />

Bremsstrahlung e quella dovuta ai raggi x<br />

caratteristici (picchi). Assomiglia molto agli<br />

spettri che si ottengono nell’analisi della<br />

composizione chimica degli elementi con<br />

tecniche quali EPMA (l’unica <strong>di</strong>fferenza è che<br />

in questo caso l’intensità è <strong>di</strong> molte volte<br />

maggiore)<br />

http://www.artenet.it/


Uso dei raggi x <strong>per</strong> lo stu<strong>di</strong>o dei <strong>beni</strong> <strong>culturali</strong><br />

La tecnologia moderna ha <strong>per</strong>messo <strong>di</strong><br />

produrre generatori <strong>di</strong> raggi x <strong>di</strong> piccole<br />

<strong>di</strong>mensioni.<br />

Inoltre sono stati realizzati rivelatori a raggi x<br />

in grado <strong>di</strong> soppiantare le lastre fotografiche e<br />

che <strong>per</strong>mettono un immagazzinamento<br />

<strong>di</strong>gitale <strong>di</strong>retto della ra<strong>di</strong>ografia.<br />

The Master of Frankfurt (detail). Visible light<br />

image/X-ray overlay of the donor’s head<br />

showing the veiled woman underneath<br />

(Imaging: Mandy Smith).<br />

http://www.qag.qld.gov.au/about/default.htm<br />

X-ray of Djedmaatesankh showing profile<br />

of mummy inside cartonnage coffin.<br />

http://www.rom.on.ca/egypt/<br />

Le tecniche <strong>ra<strong>di</strong>ografiche</strong><br />

•I raggi X<br />

•I generatori <strong>di</strong> raggi X<br />

•La qualità delle immagini <strong>ra<strong>di</strong>ografiche</strong><br />

•Le <strong>di</strong>fferenti tecniche <strong>ra<strong>di</strong>ografiche</strong>


I raggi X nello spettro<br />

elettromagnetico<br />

I raggi X sono onde elettromagnetiche costituite da fotoni <strong>di</strong><br />

energia pari a qualche decina <strong>di</strong> KeV che non subiscono<br />

fenomenti <strong>di</strong> riflessione o rifrazione : tramite il loro<br />

assorbimento nella materia forniscono in<strong>di</strong>cazioni dettagliate<br />

sulla geometria interna e sulla composizione dei manufatti<br />

artistici.<br />

Generazione <strong>di</strong> raggi X in un<br />

anodo <strong>di</strong> tungsteno<br />

La generazione <strong>di</strong> raggi X<br />

caratteristici avviene a<br />

causa <strong>di</strong> un<br />

bombardamento da parte<br />

degli elettroni che,<br />

strappando elettroni<br />

atomici dai livelli<br />

profon<strong>di</strong>, rendono possibili<br />

transizioni elettroniche dai<br />

livelli a maggiore energia


Lo spettro energetico dei raggi X<br />

X caratteristici<br />

Attenuazione del contenitore<br />

La ra<strong>di</strong>azione <strong>di</strong><br />

frenamento o<br />

Bremsstrahlung avviene a<br />

causa del passaggio <strong>di</strong> un<br />

elettrone molto energetico<br />

in prossimità del nucleo (<br />

attrazione coulombiana )<br />

:vengono emessi fotoni<br />

con una <strong>di</strong>stribuzione<br />

continua <strong>di</strong> energie che si<br />

abbassa alle energie più<br />

elevate<br />

I generatori <strong>di</strong> raggi X<br />

Catodo ( emette elettroni ) Anodo ( raggi X )<br />

Tubo ad anodo fisso o monoblocco


Distribuzione angolare dei raggi X<br />

L’angolo <strong>di</strong><br />

emissione dei<br />

raggi X viene<br />

delimitato dai<br />

collimatori in<br />

piombo.<br />

L’intensità sul<br />

piano<br />

dell’immagine può<br />

non essere<br />

omogenea<br />

Schema <strong>di</strong> un tubo ra<strong>di</strong>ogeno<br />

Nell’ampolla che costituisce la sorgente X è stato fatto il<br />

vuoto. L’anodo deve essere raffreddato. La “ cuffia “<br />

viene schermata con lastre <strong>di</strong> piombo


Il filamento ed il fuoco<br />

La geometria del filamento<br />

Centratura del filamento<br />

Una buona focalizzazione del filamento è necessaria <strong>per</strong> avere<br />

immagini nitide o con buona risoluzione spaziale<br />

Tubo ra<strong>di</strong>ogeno ad anodo rotante<br />

Nell’ampolla avviene la<br />

generazione dei raggi X<br />

Il fuoco “ ottico “ – proiez. <strong>di</strong><br />

quello elettronico - dev’essere<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni < mm


Caratteristiche dell’immagine<br />

ra<strong>di</strong>ografica<br />

•Dettaglio ( messa a fuoco )<br />

•Risoluzione spaziale<br />

•Contrasto<br />

•Nebbia ( fog )<br />

•Fluttuazioni statistiche<br />

Dettaglio<br />

L’immagine sulla lastra o sul rivelatore è più “ <strong>di</strong>ffusa “<br />

dell’originale, a causa delle <strong>di</strong>mensioni della macchia focale,<br />

della ra<strong>di</strong>azione <strong>di</strong>ffusa ( Compton ), della tipologia della lastra<br />

o pellicola, <strong>di</strong> una possibile “ granularità “ del rivelatore, del<br />

posizionamento della lastra, ecc.


La risoluzione dell’immagine<br />

La risoluzione spaziale<br />

viene misurata dalle<br />

<strong>di</strong>mensioni del minimo<br />

dettaglio ancora<br />

<strong>di</strong>stinguibile<br />

nell’immagine.<br />

Essa <strong>di</strong>pende dalla “ qualità<br />

“ del fascio X, dalle<br />

<strong>di</strong>mensioni del fuoco e dal<br />

contrasto ( <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong><br />

densità o <strong>di</strong> numero<br />

atomico )<br />

Risoluzione spaziale<br />

La risoluzione spaziale <strong>di</strong>pende dalle modalità <strong>di</strong> misura e<br />

<strong>di</strong> definizione :<br />

•Risoluzione sul “ punto “ ( PSF, Point Spread Function )<br />

•Risoluzione su una “linea “ ( un filo o una linea <strong>di</strong><br />

separazione tra due mezzi o sostanze ) ( LSF, Line Spread<br />

Function )<br />

•Risoluzione su una “ mira “ o serie <strong>di</strong> “ fen<strong>di</strong>ture “ con<br />

spaziatura uguale alla larghezza : massimo numero <strong>di</strong> linee<br />

ancora <strong>di</strong>stinguibili tra loro <strong>per</strong> millimetro ( lpm, linee <strong>per</strong><br />

millimetro )


Funzione modulazione <strong>di</strong><br />

frequenza ( MTF, Modulation<br />

Transfer Function )<br />

Le curve b e c rappresentano la LSF<br />

: la risoluzione si può rappresentare<br />

come larghezza a metà altezza<br />

(FWHM, Full Width @ Half Max )<br />

Abbiamo visto che<br />

l’informazione o<br />

immagine che<br />

otteniamo è meno<br />

dettagliata<br />

dell’oggetto : una<br />

serie <strong>di</strong> fen<strong>di</strong>ture “<br />

vicine “ non sarebbe<br />

più <strong>di</strong>stinguibile<br />

Funzione <strong>di</strong> modulazione <strong>di</strong><br />

frequenza<br />

Possiamo immaginare <strong>di</strong> sottoporre le curve a, b e c ad<br />

un’analisi in frequenza “ spaziale “ ( lpm ) ed otteniamo le<br />

curve a’, b’ e c’ ( spettri <strong>di</strong> Fourier in funzione <strong>di</strong> una<br />

immaginaria frequenza spaziale o <strong>di</strong> una sonda spaziale <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>mensioni sempre più piccole )


Funzione <strong>di</strong> modulazione <strong>di</strong><br />

frequenza<br />

Se riportiamo i rapporti tra le curve b’ e c’ e la curva a’ in<br />

funzione delle lpm, otteniamo la MTF : la risoluzione viene<br />

data dal valore <strong>di</strong> lpm <strong>per</strong> il quale la MTF si riduce della metà<br />

oppure il suo logaritmo naturale vale circa 0.7 ( curve a destra )<br />

Misura della MTF<br />

•Come abbiamo visto, <strong>di</strong>rettamente dall’analisi <strong>di</strong> Fourier<br />

•Disponendo <strong>di</strong> una serie <strong>di</strong> mire con passo o frequenza<br />

spaziale variabile, si possono valutare le “ lpm “ <strong>per</strong> le quali in<br />

contrasto dell’immagine si riduce della metà rispetto al valore<br />

massimo, che si ottiene <strong>per</strong> mire “ gran<strong>di</strong> “. Questo è molto<br />

facile in ra<strong>di</strong>ografia <strong>di</strong>gitale, dalla quale si ottengono valore<br />

massimo e valore minimo <strong>per</strong> ogni mira posizionando una<br />

ROI ( Region of Interest ) sulla mira stessa. Il contrasto viene<br />

definito tramite la <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> annerimento della pellicola ( o<br />

del segnale in ra<strong>di</strong>ografia <strong>di</strong>gitale ) tra i pieni ed i vuoti della<br />

mira.


Il contrasto<br />

Il contrasto tra due punti viene dato dalla <strong>di</strong>fferenza del<br />

segnale ( <strong>di</strong> un ricettore <strong>di</strong> immagine, come annerimento<br />

della lastra, luminosità sull’immagine video, ecc. ) <strong>di</strong>viso <strong>per</strong><br />

la somma dei segnali, che esprime in pratica il valore me<strong>di</strong>o.<br />

In altri termini, la semi<strong>di</strong>fferenza dei segnali in <strong>per</strong>centuale<br />

del valore me<strong>di</strong>o<br />

Il contrasto dell’immagine tiene conto del contrasto<br />

dell’oggetto ( <strong>di</strong>fferenza in densità o in numero atomico ),<br />

della qualità della ra<strong>di</strong>azione ( energia dei fotoni X ) e della<br />

funzione <strong>di</strong> risposta del ricettore ( sensibilità della lastra,<br />

range <strong>di</strong>namico del ricettore <strong>di</strong>gitale, ecc )<br />

Risoluzione <strong>di</strong> contrasto<br />

La risoluzione spaziale, come <strong>di</strong>stinguibilità ad esempio <strong>di</strong> due<br />

spot o punti luminosi circolari separati <strong>di</strong> una <strong>di</strong>stanza pari al<br />

<strong>di</strong>ametro, <strong>di</strong>pende dal contrasto tra il segnale nei due spot ed il<br />

segnale tra i dues pot. Al <strong>di</strong>minuire del contrasto, i duespot<br />

saranno sempre meno <strong>di</strong>stinguibili<br />

La risoluzione <strong>di</strong> contrasto o a basso contrasto si esprime come<br />

il prodotto tra il contrasto ( espresso in <strong>per</strong>centuale % ) ed i<br />

minimo <strong>di</strong>ametro degli spot ancora visibili ( espresso in mm ).<br />

Risoluzione a basso contrasto : C(%)xD(mm)


Risoluzione <strong>di</strong> contrasto : scala<br />

dei grigi<br />

Nebbia ( fog ) e fluttuazioni<br />

statistiche<br />

La nebbia è un annerimento praticamente uniforme prodotto o<br />

da precedenti esposizioni non volute ( “velo” ) o, durante lo<br />

scatto della lastra, dall’effetto Compton, ossia da una<br />

<strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong> raggi X a tutti gli angoli, in modo da non<br />

mantenere più l’informazione prodotta dall’assorbimento.<br />

∆<br />

= N N<br />

Le fluttuazioni statistiche non sono importanti se non a basse<br />

intensità dei raggi X sull’immagine ( anche <strong>per</strong> forti<br />

assorbimenti ). Il “ conteggio “ del numero N <strong>di</strong> fotoni X<br />

sull’immagine è affetto da un errore ∆ secondo la statistica<br />

<strong>di</strong> Poisson<br />

∆ =<br />

∆<br />

N


La densità ottica<br />

La densità ottica ( DO ) esprime l’annerimento della lastra o <strong>di</strong><br />

una sua porzione come il logaritmo in base 10 del rapporto tra<br />

le trasparenze prima e dopo lo scatto della lastra. La<br />

trasparenza o trasmittanza T viene misurata con un<br />

densitometro facendo passare un spot <strong>di</strong> luce sulla lastra stessa<br />

: viene data dal rapporto ( in <strong>per</strong>centuale ) tra i segnali<br />

luminosi senza e con la lastra. La DO quantifica in pratica la<br />

risposta dell’occhio umano, che è “ logaritmica “ ed in<strong>di</strong>vidua<br />

gli or<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> grandezza dell’annerimento o della scala dei grigi.<br />

DO = log 10( T0/T1)<br />

La curva sensitometrica<br />

La curva sensitometrica esprime la relazione tra la DO della<br />

lastra e l’esposizione X sulla lastra stessa<br />

L’esposizione X dà una misura dell’illuminamento da parte<br />

degli stessi raggi, ossia della loro intensità <strong>per</strong> il tempo <strong>di</strong><br />

esposizione. In pratica l’energia deposta dai raggi X<br />

La curva sensitometrica parte da un valore <strong>di</strong> DO <strong>di</strong>verso da 0<br />

( base + velo ), ha un tratto lineare (che definisce la sensibilità<br />

) ed una saturazione


La sensibilità, il fattore γ<br />

e la latidu<strong>di</strong>ne<br />

La sensibilità esprime il rapporto tra la densità ottica ( DO ) e<br />

l’esposizione : una pellicola molto sensibile ( o anche rapida ) fornisce<br />

un grande valore <strong>di</strong> DO anche <strong>per</strong> basse esposizioni. Una pellicola<br />

rapida è costituita da una grana grossa <strong>di</strong> AgBr e quin<strong>di</strong> ha una<br />

risoluzione peggiore<br />

Il fattore γ viene dato dalla pendenza del tratto rettilineo della curva<br />

sensitometrica (la tangente dell’angolo che il prolung. del tratto<br />

rettilineo forma con l’asse delle esposizioni<br />

La latitu<strong>di</strong>ne esprime il range o intervallo <strong>di</strong> esposizioni<br />

effettivamente utilizzabile e viene definita come l’intervallo <strong>di</strong><br />

esposizioni – nel tratto lineare -nel quale la densità ottica varia <strong>di</strong> 1<br />

a partire dalla base + velo<br />

In pratica, maggiore è il fattore γ , minore è la latitu<strong>di</strong>ne<br />

La curva sensitometrica della<br />

pellicola ra<strong>di</strong>ografica<br />

Anche<br />

l’esposizione<br />

viene data in<br />

coor<strong>di</strong>nate<br />

logaritmiche


Il fattore “ gamma “ della lastra<br />

La pendenza del tratto lineare della curva sensitometrica<br />

viene in genere in<strong>di</strong>cata con la lettera γ ( gamma )<br />

γ =<br />

D2<br />

− D<br />

D − D<br />

γ =<br />

log X 2<br />

log X 2 −<br />

1<br />

2 1<br />

−<br />

X 1<br />

log<br />

Il fattore g esprime in pratica – ed in valori logaritmici -il<br />

contrasto della lastra, a parità <strong>di</strong> contrasto dell’oggetto<br />

X<br />

1<br />

Curva <strong>di</strong> sensibilità della lastra<br />

ra<strong>di</strong>ografica<br />

La sensibilità della lastra <strong>di</strong>pende dall’energia dei raggi X : solo<br />

al <strong>di</strong> sotto <strong>di</strong> 100 KeV i raggi X sono assorbiti ( effetto<br />

fotoelettrico ) e danno luogo all’ annerimento. Per energie<br />

troppo basse interviene l’assorbimento del contenitore


<strong>Tecniche</strong> <strong>ra<strong>di</strong>ografiche</strong><br />

•Tomografia ( cenni )<br />

•Xerora<strong>di</strong>ografia<br />

•Stereora<strong>di</strong>ografia<br />

•Ra<strong>di</strong>ografia <strong>di</strong>gitale ( cenni )<br />

Tomografia e ra<strong>di</strong>ografia <strong>di</strong>gitale verranno trattate in<br />

maggiore dettaglio nel seguito<br />

Tomografia<br />

In<strong>di</strong>cata come TAC ( Tomografia Assiale Computerizzata ) in<br />

me<strong>di</strong>cina, la tomografia <strong>per</strong>mette <strong>di</strong> ricostruire con buona<br />

risoluzione spaziale la geometria interna dei manufatti artistici<br />

Essa prende il nome dal fatto che le immagini sono delle “<br />

fette” o slices ( τοµοσ ) del manufatto ottenute facendo<br />

ruotare il manufatto attorno ad un asse ed irraggiandolo con un<br />

fascio X <strong>di</strong> minimo <strong>di</strong>ametro <strong>per</strong>pen<strong>di</strong>colarmente all’asse.<br />

Le zone sull’asse sono messe in maggiore evidenza rispetto a<br />

quelle <strong>per</strong>iferiche dato che sono sempre irraggiate.<br />

Il computer effettua la ricostruzione dell’immagine utilizzando<br />

tecniche <strong>di</strong> calcolo basate sulla sud<strong>di</strong>visione in celle<br />

elementari ( voxel ) del manufatto da ricostruire


Uso dei raggi x <strong>per</strong> lo stu<strong>di</strong>o dei <strong>beni</strong> <strong>culturali</strong><br />

Tomografia<br />

Nello stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> oggetti tri<strong>di</strong>mensionali, le limitazioni della<br />

ra<strong>di</strong>ografia tra<strong>di</strong>zionale (ovvero la sovrapposizione <strong>di</strong><br />

strutture su piani <strong>di</strong>versi) possono in certi casi essere<br />

su<strong>per</strong>ate dalla tomografia (TAC = Tomografia Assiale<br />

Computerizzata). Il primo prototipo <strong>di</strong> TAC fu realizzato<br />

nel 1963 da A. M. Cormack (1924-1998) che vinse il<br />

premio Nobel nel 1979.<br />

Lo stu<strong>di</strong>o degli oggetti con la TAC viene effettuato eseguendo ra<strong>di</strong>ografie a <strong>di</strong>verse<br />

angolature e ricostruendo poi l’immagine tri<strong>di</strong>mensionale me<strong>di</strong>ante sofisticati software.<br />

Tomografia della mummia <strong>di</strong> Ramesses I.<br />

http://carlos.emory.edu/RAMESSES/<br />

Uso dei raggi x <strong>per</strong> lo stu<strong>di</strong>o dei <strong>beni</strong> <strong>culturali</strong><br />

Esempio <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>ografia tra<strong>di</strong>zionale<br />

Stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> vasi egizi al Louvre <strong>di</strong> Parigi. Le parti<br />

più chiare si riferiscono a zone contenenti piombo<br />

che essendo più dense si mostrano chiare sulla<br />

lastra fotografica.<br />

http://www.c2rmf.fr/index.html


Uso dei raggi x <strong>per</strong> lo stu<strong>di</strong>o dei <strong>beni</strong> <strong>culturali</strong><br />

Esempio <strong>di</strong> tomografia<br />

Nell’immagine tomografica <strong>di</strong> questo vaso è possibile osservare, su <strong>di</strong>versi livelli,<br />

materiale in esso contenuto<br />

Tratto da: ELEMENTI DI ARCHEOMETRIA. Meto<strong>di</strong> fisici <strong>per</strong> i Beni Culturali, a cura <strong>di</strong> A. Castellano, M. Martini ed E. Sibilia, e<strong>di</strong>z. Egea, 2002<br />

Uso dei raggi x <strong>per</strong> lo stu<strong>di</strong>o dei <strong>beni</strong> <strong>culturali</strong><br />

Esempio <strong>di</strong> tomografia<br />

Nell’immagine tomografica è possibile osservare l’asse <strong>di</strong> legno usata come rinforzo centrale (si possono<br />

ad<strong>di</strong>rittura contare ed analizzare gli anelli <strong>di</strong> accrescimento <strong>per</strong> possibili analisi dendrocronologiche)<br />

Tratto da: ELEMENTI DI ARCHEOMETRIA. Meto<strong>di</strong> fisici <strong>per</strong> i Beni Culturali, a cura <strong>di</strong> A. Castellano, M. Martini ed E. Sibilia, e<strong>di</strong>z. Egea, 2002


Uso dei raggi x <strong>per</strong> lo stu<strong>di</strong>o dei <strong>beni</strong> <strong>culturali</strong><br />

Esempio <strong>di</strong> tomografia sulla mummia <strong>di</strong> Ramesses I<br />

Dalle immagini tomografiche è stato possibile osservare<br />

alcune particolarità del metodo <strong>di</strong> imbalsamazione come la<br />

sostituzione del cervello con resina (a sinistra) ed alcune<br />

patologie da cui Ramesses I era affetto quali l’artrite<br />

degenerativa.<br />

http://carlos.emory.edu/RAMESSES/<br />

La xerora<strong>di</strong>ografia<br />

La xerora<strong>di</strong>ografia deriva dalla tecnica XEROX utilizzata <strong>per</strong><br />

le fotocopie laser. Questa tecnica utilizza una lastra <strong>di</strong> selenio<br />

amorfo come ricettore <strong>di</strong> immagine.<br />

I passi sono i seguenti :<br />

•Caricamento elettrostatico della lastra<br />

•Formazione dell’immagine latente tramite “ scaricamento “<br />

elettrico locale prodotto dai raggi X<br />

•Evidenziazione dell’immagine con il suo trasferimento su<br />

carta me<strong>di</strong>ante il “ toner “ ( polvere <strong>di</strong> carbone)<br />

•Fissaggio del toner me<strong>di</strong>ante riscaldamento


Caricamento della lastra<br />

Una serie <strong>di</strong> fili metallici portati a tensioni elevate e quasi a<br />

contatto con la lastra ( o il tamburo nelle fotocopiatrici )<br />

deposita una carica elettrica sulla su<strong>per</strong>ficie <strong>di</strong> selenio che è<br />

isolante e la mantiene <strong>per</strong> un certo tempo<br />

Formazione dell’immagine<br />

latente<br />

Le zone ver<strong>di</strong> assorbono gli X<br />

+<br />

+<br />

+<br />

Sorgente X<br />

La zona blu assorbe <strong>di</strong><br />

meno gli X<br />

+<br />

+


Evidenziazione dell’immagine<br />

Applicando una<br />

tensione positiva alla<br />

lastra si facilita<br />

l’adesione del toner (<br />

si può rendere più<br />

<strong>di</strong>fficile con una<br />

tensione negativa<br />

Il toner ( polvere <strong>di</strong> carbone ) si carica <strong>per</strong> tribologia ed<br />

aderisce meglio alle zone che sono rimaste cariche in quanto<br />

non colpite dagli X ( chiaramente esisterà tutta una serie <strong>di</strong><br />

zone con una carica interme<strong>di</strong>a che forniranno una scala <strong>di</strong><br />

grigi ). Il foglio <strong>di</strong> carta viene premuto sulla lastra con una<br />

tensione positiva e si impregna <strong>di</strong> toner nelle zone meno<br />

illuminate<br />

Immagini xero<strong>ra<strong>di</strong>ografiche</strong><br />

Le immagini xerox<br />

presentano bor<strong>di</strong> esaltati,<br />

ampia latitu<strong>di</strong>ne <strong>di</strong><br />

esposizione, elevato potere<br />

risolutivo ed evidenziazione<br />

dei dettagli


Paragone con la ra<strong>di</strong>ografia<br />

convenzionale<br />

Le curve a e b<br />

rappresentano la risposta<br />

<strong>di</strong> due pellicole a <strong>di</strong>versa<br />

sensibilità rispetto ad un<br />

gra<strong>di</strong>no <strong>di</strong> densità ( a ha un<br />

contrasto maggiore, ma<br />

una risoluzione peggiore ).<br />

La curva c ( xerora<strong>di</strong>ograf.<br />

) esalta il bordo, ma ha un<br />

contrasto ancora minore<br />

della curva b<br />

La stereora<strong>di</strong>ografia<br />

La ricostruzione delle immagini ottenute dai nostri due occhi<br />

sotto angoli leggermente <strong>di</strong>versi ci <strong>per</strong>mette una visione<br />

tri<strong>di</strong>mensionale della realtà.<br />

Lo stesso principio si può applicare alle lastre fotografiche<br />

eseguite da due posizioni <strong>di</strong>verse dello stesso tubo ra<strong>di</strong>ogeno (<br />

stereora<strong>di</strong>ografie ).<br />

Le immagini tri<strong>di</strong>mensionali ( stereora<strong>di</strong>ogrammi ) si<br />

ottengono utilizzando due specchi in modo da ottenere due<br />

immagini virtuali sovrapposte delle due stereora<strong>di</strong>ografie.


Schema della stereora<strong>di</strong>ografia<br />

Le due immagini si<br />

ottengono con un piccolo<br />

spostamento del tubo<br />

ra<strong>di</strong>ogeno<br />

Le due stereora<strong>di</strong>ografie<br />

convenientemente<br />

illuminate vengono<br />

riflesse dai due specchi :<br />

la visione è separata tra i<br />

due occhi<br />

La ra<strong>di</strong>ografia <strong>di</strong>gitale<br />

La ra<strong>di</strong>ografia <strong>di</strong>gitale consente un trattamento dell’immagine<br />

tramite PC, una sua <strong>di</strong>retta archiviazione o trasmissione via<br />

internet, la possibilità <strong>di</strong> eseguire copie multiple tramite PC,<br />

ecc.<br />

Anche le ra<strong>di</strong>ografie normali possono essere <strong>di</strong>gitalizzate<br />

tramite scanning <strong>di</strong>retto o microdensitometrico ( che fornisce<br />

la densità ottica ), ma questo richiede un passaggio ulteriore<br />

La ra<strong>di</strong>ografia <strong>di</strong>gitale, nelle sue varie versioni tecnologiche,<br />

offre in genere un maggiore range <strong>di</strong>namico ed una curva<br />

sensitometrica con un tratto lineare molto maggiore


La ra<strong>di</strong>ografia <strong>di</strong>gitale ( schema )<br />

Lo schema piùcomune utilizza come sensori <strong>di</strong> immagine dei<br />

fosfori a memoria che immagazzinano un’immagine latente<br />

che viene successivamente “ letta “ tramite un fascio laser che<br />

“scannerizza “ la lastra <strong>di</strong> fosfori<br />

Schema <strong>di</strong> lettura<br />

La lastra <strong>di</strong> fosfori ( IP,<br />

Image Plate ) rilascia, punto<br />

<strong>per</strong> punto, una luce<br />

fotostimolata se viene<br />

investita da un fascio laser <strong>di</strong><br />

minimo spot o <strong>di</strong>ametro. La<br />

luce ( non quella riflessa )<br />

viene raccolta da fibre<br />

ottiche e viene mandata ad<br />

un fotomoltiplicatore che la<br />

trasforma in un segnale<br />

elettrico


Digitalizzazione dell’immagine<br />

La <strong>di</strong>gitalizzazione avviene come nei normali scanner :<br />

l’intensità della luce emessa da un punto ( o pixel, picture<br />

element ) viene trasformata in un numero, rappresentato da una<br />

serie <strong>di</strong> bit ( il numero <strong>di</strong> bit dà una misura della scala <strong>di</strong> grigi<br />

<strong>di</strong>sponibile e del range <strong>di</strong>namico ). Questo numero - in co<strong>di</strong>ce<br />

binario - viene accoppiato ad altri due ( che forniscolo le<br />

coor<strong>di</strong>nate x ed y del pixel ) andando a formare un file a tre<br />

colonne, che costituisce quella che si chiama immagine “<br />

bitmap “ o mappa x, y dei bit che ci danno il segnale ( che era<br />

l’annerimento nella lastra tra<strong>di</strong>zionale ) nell’immagine punto<br />

<strong>per</strong> punto. La larghezza dell’immagine <strong>di</strong> esprime in base al<br />

numero <strong>di</strong> punti in x ed y( 128x128, 512x512, ecc.- in co<strong>di</strong>ce<br />

binario sono potenze <strong>di</strong> 2- )<br />

Tomografia X <strong>per</strong> lo stu<strong>di</strong>o dei<br />

manufatti artistici<br />

•Principi fisici della tomografia<br />

•Strumentazione tomografica<br />

•Parametri fisici dell’immagine tomografica<br />

•Applicazione della tomografia ai <strong>beni</strong> <strong>culturali</strong>


Assorbimento esponenziale della<br />

ra<strong>di</strong>azione X monocromatica<br />

( − s)<br />

I = Io exp µ<br />

I raggi X interagiscono<br />

con gli elettroni atomici<br />

con una certa probabilità<br />

che <strong>di</strong>pende dal numero<br />

atomico dell’atomo.<br />

Dato che la probabilità è<br />

sempre la stessa in un<br />

certo materiale, ma<br />

<strong>di</strong>pende dallo spessore,<br />

l’attenuazione è<br />

esponenziale<br />

Assorbimento nei vari materiali<br />

I vari materiali assorbono i<br />

raggi X in un modo che<br />

<strong>di</strong>pende pesantemente dal<br />

loro numero <strong>di</strong> elettroni o<br />

numero atomico.<br />

Se pren<strong>di</strong>amo in<br />

considerazione il<br />

logaritmo in base 10,<br />

l’attenuazione <strong>di</strong>venta<br />

lineare con lo spessore,<br />

ossia l’andamento è<br />

rettilineo


Assorbimento a <strong>di</strong>verse energie<br />

100 KeV<br />

60 KeV<br />

30 KeV<br />

Al <strong>di</strong> sotto <strong>di</strong> 100 KeV<br />

il coefficiente <strong>di</strong><br />

attenuazione µ cresce<br />

molto rapidamente al<br />

<strong>di</strong>minuire dell’energia.<br />

Dato che la ra<strong>di</strong>azione<br />

X non è<br />

monocromatica, la<br />

formazione<br />

dell’immagine <strong>di</strong>venta<br />

complessa<br />

Fasci collimati e fasci “ larghi “<br />

In un fascio collimato,<br />

l’attenuazione da parte <strong>di</strong> uno<br />

strato <strong>di</strong> materiale <strong>di</strong> spessore s<br />

segue l’andamento esponenziale<br />

in funzione dello spessore.<br />

L’attenuazione tiene conto anche<br />

<strong>di</strong> fenomeni <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffusione degli X<br />

Se il fascio è “ largo “ ( non<br />

collimato ) i fenomeni <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>ffusione “in” e “out” si<br />

compensano e conta solo<br />

l’assorbimento


Attenuazione in materiali<br />

<strong>di</strong>somogenei<br />

Se un oggetto è <strong>di</strong>somogeneo ( ha una <strong>di</strong>versa densità ) nel<br />

piano della lastra, darà luogo ad attenuazioni <strong>di</strong>verse e quin<strong>di</strong><br />

sul piano della lastra avremo un’immagine dell’oggetto in<br />

termini <strong>di</strong> una variazione <strong>di</strong> intensità del fascio e <strong>di</strong><br />

annerimento della lastra.<br />

L’attenuazione si può “ scomporre “ in attenuazioni elementari<br />

nei vari spessori ∆s in cui possiamo sud<strong>di</strong>videre lo spessore s.<br />

Se in uno spessore ∆s la densità è <strong>di</strong>versa ( ad esempio<br />

maggiore ), questo influirà su tutta l’immagine, che avrà una<br />

minore intensità<br />

Immagini in ra<strong>di</strong>ologia me<strong>di</strong>ca<br />

La formazione<br />

dell’immagine ra<strong>di</strong>ografica<br />

( annerimento della lastra )<br />

<strong>di</strong>pende dalla densità e dal<br />

numero atomico della zona<br />

attraversata, dalla corrente<br />

ano<strong>di</strong>ca, dal tempo <strong>di</strong> scatto,<br />

dalla tensione applicata,<br />

dalla filtrazione del tubo (<br />

qualità del fascio ) e dalla<br />

<strong>di</strong>stanza fuoco-pelle – Le<br />

cavità, il tessuto molle, il<br />

muscolo assorbono meno<br />

dell’osso


Formazione dell’immagine<br />

Un “ oggetto “ si può trovare<br />

all’interno del materiale<br />

Se abbiamo un “ buco “ nel<br />

materiale, l’attenuazione<br />

prodotta dal buco sarà<br />

inferiore rispetto al<br />

materiale circostante e<br />

quin<strong>di</strong> l’immagine in<br />

corrispondenza del buco<br />

sarà piu intensa (l’aria ha<br />

una densità molto minore ).<br />

Abbiamo quin<strong>di</strong><br />

un’immagine del buco<br />

Ricostruzione dell’immagine<br />

Immaginiamo <strong>di</strong> sud<strong>di</strong>videre<br />

l’oggetto in elementi <strong>di</strong><br />

volume ( voxel, volume<br />

element, tratto dal termine<br />

pixel, picture element,<br />

bi<strong>di</strong>mensionale )<br />

In ogni voxel potremo avere un <strong>di</strong>verso assorbimento a causa <strong>di</strong><br />

una <strong>di</strong>versa densità :possiamo scrivere l’attenuazione totale come<br />

prodotto delle <strong>di</strong>verse attenuazioni. Se consideriamo il logaritmo<br />

dell’attenuazione, questa sarà la somma dei prodotti µx∆s relativi<br />

ai singoli voxel, <strong>per</strong> ∆s uguali il valore me<strong>di</strong>o <strong>di</strong> µ.


Ricostruzione bi<strong>di</strong>mensionale<br />

Immaginiamo 9 voxel con le<br />

densità in<strong>di</strong>cate in figura ( la<br />

densità ha a che fare con il<br />

coefficiente <strong>di</strong> attenuazione µ) ed<br />

immaginiamo <strong>di</strong> irraggiare 4 volte :<br />

orizzontale, verticale e <strong>di</strong>agonale<br />

Per il voxel centrale alto, la misura orizzontale fornisce 3.6, quella<br />

verticale 3.4, le due <strong>di</strong>agonali 2.6 e 2.6. I voxel interessati sono in totale 10<br />

( 3 in orizz. e vert. , 2 nelle due <strong>di</strong>ag. ). La somma è 12.2, il valore me<strong>di</strong>o è<br />

1.2. Aumentando sia il numero <strong>di</strong> voxel, ma soprattutto il numero <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>rezioni <strong>di</strong> misura, i valori me<strong>di</strong> si avvicineranno sempre <strong>di</strong> più al<br />

valore vero ( tecnica iterativa )<br />

Le misure <strong>di</strong> attenuazione possono essere migliaia o anche milioni<br />

La TAC convenzionale<br />

Le misure nella TAC convenzionale vengono effettuate con un<br />

fascio X a ventaglio ( “ fan beam “ ) che ruota attorno al lettino<br />

del paziente che nel contempo avanza.<br />

Un sistema o “array” <strong>di</strong> rivelatori misura l’attenuazione <strong>per</strong><br />

ogni <strong>di</strong>rezione del fan beam e <strong>per</strong> ogni posizione angolare del<br />

complesso generatore – rivelatore, che sono sempre affacciati<br />

Il software, <strong>per</strong> ogni posizione del lettino, fornisce<br />

un’immagine <strong>di</strong> 512x512 pixel della slice relativa in cui le<br />

densità sono espresse come Numeri <strong>di</strong> Hounsfield (HU,<br />

Hounsfield Units ), una scala relativa <strong>di</strong> densità in cui l’acqua è<br />

0 e l’aria è – 1000 e l’osso +1000.


I numeri <strong>di</strong> Hounsfield<br />

I numeri <strong>di</strong> Hounsfield<br />

nella TAC me<strong>di</strong>ca si<br />

possono simulare con<br />

opportuni materiali<br />

sintetici ( plexiglas,<br />

policarbonato,<br />

acrilico, ecc. )<br />

Il coefficiente <strong>di</strong> attenuazione<br />

Il coefficiente <strong>di</strong> attenuazione lineare µ ( compare<br />

moltiplicato <strong>per</strong> uno spessore s o ∆s ) <strong>di</strong>pende dall’energia<br />

della ra<strong>di</strong>azione, dalla densità e dal numero atomico del<br />

materiale attraversato.<br />

Dato che l’attenuazione <strong>di</strong>pende dalla densità del numero<br />

totale <strong>di</strong> elettroni e questo numero non <strong>di</strong>pende in pratica dal<br />

numero atomico, µ viene a <strong>di</strong>pendere unicamente dalla<br />

densità, è conveniente introdurre il coefficiente <strong>di</strong><br />

attenuazione <strong>di</strong> massa <strong>di</strong>videndo quello lineare <strong>per</strong> la densità.<br />

Questo coefficiente vale <strong>per</strong> qualunque densità, ma <strong>di</strong>pende<br />

fortemente dal numero atomico ( acqua equival. all’aria )


I meccanismi <strong>di</strong> attenuazione<br />

•Effetto fotoelettrico : il fotone strappa un elettrone dalle<br />

orbite più interne. Il valore <strong>di</strong> µ <strong>di</strong>pende da E -4 e da Z 4 .<br />

Predomina <strong>per</strong> energie X inferiori all’energia <strong>di</strong> legame<br />

(<strong>di</strong>verse decine <strong>di</strong> KeV ) <strong>di</strong>pendentemente da Z.<br />

•Effetto Compton : urto <strong>di</strong>retto fotone X-elettrone libero. Il<br />

fotone in genere non viene assorbito ma <strong>di</strong>ffuso anche<br />

all’in<strong>di</strong>etro. Il fotone <strong>per</strong>de la <strong>di</strong>rezione iniziale e genera<br />

“fog” nell’immagine. Il valore <strong>di</strong> µ <strong>di</strong>pende da Z. Per<br />

eliminare la “ confusione” generata dal Compton, o si va a<br />

basse energie o si usano “griglie” ( collimatori multipli<br />

)<strong>di</strong>rezionali<br />

•Creazione <strong>di</strong> coppie : ad energie su<strong>per</strong>iori ad 1 MeV è<br />

possibile la creazione della coppia elettrone-positrone<br />

Andamenti dei coefficienti <strong>di</strong><br />

attenuazione<br />

Dato che la probabilità<br />

viene data dalla somma<br />

delle probabilità ( gli<br />

eventi si escludono ), il<br />

coefficiente totale <strong>di</strong><br />

attenuazione è la somma<br />

<strong>di</strong> quelli paziali (<br />

Rayleigh, fotoelettrico,<br />

Compton e coppie )<br />

L’effetto Rayleigh è una<br />

<strong>di</strong>ffusione dall’intero<br />

atomo


Valori dei coefficienti <strong>di</strong><br />

attenuazione<br />

I valori <strong>di</strong> µ ( in cm -1<br />

)<strong>di</strong>pendono dalle densità<br />

a parità <strong>di</strong> Z : si verifichi<br />

<strong>per</strong> acqua ed aria che<br />

hanno circa lo stesso Z.<br />

Si noti <strong>per</strong> pietra e rame<br />

la forte <strong>di</strong>pendenza da Z (<br />

29 <strong>per</strong> il Cu, 8 – 10 <strong>per</strong> la<br />

pietra – <strong>di</strong>pendentemente<br />

dalla composizione )<br />

Modalità <strong>di</strong> misura<br />

In genere conviene scegliere un valore <strong>di</strong> µ <strong>per</strong> cui<br />

µxs = circa 2 ( criterio semiempirico )<br />

Vaso <strong>di</strong> terracotta <strong>di</strong> spessore max 5 cm. Quin<strong>di</strong> µ dev’essere<br />

circa 0.4 cm -1 . Dalla tabella precedente si ricava 0.5 a 100<br />

KeV. Se la terracotta ha una densità minore ( non contiene<br />

elementi pesanti, ad esempio ), si potrà scegliere anche<br />

un’energia inferiore ( 80 o anche 60 KeV )<br />

Per spessori molto elevati si deve ricorrere ad energie più<br />

elevate : convengono i raggi gamma ( gammagrafia ) con<br />

sorgenti <strong>di</strong> Cs-137 ( 660 KeV ) o Co-60 ( 1.2-1.3 MeV )<br />

A spessori o densità ancora maggiori si può ricorrere ad altre<br />

tecniche ( ultrasuoni ad esempio )


Sorgenti X <strong>per</strong> tomografia<br />

•Generatori X : 20 – 120 KV, 1-10 mA ( continua) –<br />

ra<strong>di</strong>azione non monocromatica<br />

•Sorgenti ra<strong>di</strong>oattive ( monocromatiche, ma basse intensità,<br />

tempi lunghi ) : Cd-109 ( 22 KeV), Am-241 (60 KeV), Co-57<br />

(122 KeV)<br />

•Per campioni spessi : sorgenti <strong>di</strong> Cs-137 , <strong>di</strong> Co-60 oppure<br />

acceleratori lineari <strong>di</strong> elettroni con X da 6 – 15 MeV<br />

Collimazione : <strong>di</strong>pende dal tipo <strong>di</strong> rivelatore. In genere è<br />

preferibile un fascio molto collimato. Con array <strong>di</strong> rivelatori si<br />

può usare un fan beam<br />

Strumentazione <strong>per</strong> la tomografia<br />

Per piccoli oggetti, conviene far<br />

ruotare il campione ed impiegare<br />

un rivelatore sensibile alla<br />

posizione CCD accoppiato ad un<br />

intensificatore <strong>di</strong> immagine o IB,<br />

dato che le intensità degli X non<br />

sono elevate. La camera CCD,<br />

Charge Coupled Device , è dello<br />

stesso tipo <strong>di</strong> quelle usate nelle<br />

macchine fotografiche <strong>di</strong>gitali ).<br />

L’IB (Intensificatore <strong>di</strong> Brillanza<br />

) utilizza la moltiplicazione dei<br />

fotoelettroni. Un motore “ passopasso<br />

“ fa ruotare il campione e<br />

fornisce l’angolo al PC.


Intensificatori <strong>di</strong> brillanza<br />

Lo schermo fluorescente (<br />

fotocatodo ) emette elettroni che<br />

vengono accelerati ( 25 kV )<br />

moltiplicandosi e migliorando la<br />

brillanza dell’immagine, formata<br />

su uno schermo fluorescente. La<br />

corrente ano<strong>di</strong>ca necessaria alla<br />

formazione dell’immagine<br />

televisiva è molto minore rispetto a<br />

quella necessaria <strong>per</strong> una lastra<br />

fotografica, ma il tempo <strong>di</strong> visione<br />

dell’immagine ( decine <strong>di</strong> secon<strong>di</strong> )<br />

può dar luogo a maggiori carichi (<br />

in mAs ) e quin<strong>di</strong> a maggiori dosi<br />

IB ( dettaglio)


Rivelatori <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>azione <strong>per</strong><br />

tomografia<br />

La rivelazione avviene in genere fotone <strong>per</strong> fotone : dato che il numero<br />

<strong>di</strong> fotoni al secondo è molto elevato ( 10 4 –10 6 ), è necessario un<br />

rivelatore veloce.<br />

Tipicamente si usano scintillatori ( NaI, CsI, Plastici, BGO ), ma se si<br />

vuole una buona risoluzione in energia, convengono rivelatori a<br />

semiconduttore ( CZT, Cadmium Zinc Telluride oppure Si(Li)-<br />

Lithium Drifted Silicon raffreddati )<br />

Esistono array <strong>di</strong> rivelatori lineari o ad anello ( sono comunque<br />

rivelatori a semiconduttore )<br />

Con gli IB si <strong>per</strong>de qualcosa nella risoluzione spaziale, dato che<br />

vengono creati fotoelettroni, i quali vengono moltiplicati e danno poi<br />

un’immagine fluorescente che può essere rivelata da una camera CCD<br />

Esempi <strong>di</strong> rivelatori <strong>per</strong> la<br />

tomografia<br />

Rivelatore a scintillazione<br />

accoppiato ad un foto<strong>di</strong>odo<br />

Rivelatore a xenon liquido<br />

( funziona a bassa<br />

tem<strong>per</strong>atura )


Parametri fondamentali in una<br />

tomografia<br />

Risoluzione spaziale : nella tomografia <strong>di</strong>pende anche dalla<br />

collimazione del fascio, dall’angolo e dalla precisione della<br />

rotazione e dagli algoritmi <strong>di</strong> ricostruzione. Con un fascio X<br />

da 1 mm, la risoluzione sarà analoga ed il passo dovrà essere<br />

adeguato. Per <strong>di</strong>mensioni dell’oggetto <strong>di</strong> qualche cm o<br />

decina <strong>di</strong> cm, <strong>per</strong> avere una buona immagine ( almeno<br />

100x100) la risoluzione dovrà essere <strong>di</strong> 0.1 - 1 mm<br />

Contrasto : se le <strong>di</strong>mensioni dell’oggetto sono piccole,<br />

conviene usare basse energie, alle quali i valori <strong>di</strong> µ si<br />

<strong>di</strong>fferenziano maggiormente. Il contrasto minimo<br />

raggiungibile varia da frazioni <strong>di</strong> 1 % a 1- 2 % massimo<br />

Applicazioni della tomografia ai<br />

<strong>beni</strong> <strong>culturali</strong><br />

Materiali indagati :<br />

•Legno ( statue, colonne, cornici )<br />

•Marmo ( oggeti, statue )<br />

•Ceramiche e terrecotte ( vasi)<br />

•Leghe : bronzo, rame ( oggetti,<br />

statue )<br />

•Pietre preziose ( serve la<br />

microtomografia )


Il legno<br />

Il legno ha valori <strong>di</strong> µ simili all’acqua, ma la densità può variare da 0.3 a<br />

0.8 ( in tabella è 0.5 ). A 60 KeV si possono tomografare <strong>di</strong>ametri <strong>di</strong> 20 o<br />

più cm. Ad energie più elevate e densità più basse si arriva al metro.<br />

Non è <strong>di</strong>fficile vedere gli anelli <strong>di</strong> accrescimento ed usarli <strong>per</strong> datazioni<br />

basate sulla dendrocronologia<br />

Materiali lapidei<br />

I valori <strong>di</strong> µ <strong>di</strong>pendono molto<br />

dalla presenza <strong>di</strong> elementi<br />

pesanti, ma sono comunque<br />

molto su<strong>per</strong>iori a quelli<br />

dell’acqua.<br />

Per energie dell’or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> 60<br />

KeV, si possono usare<br />

spessori <strong>di</strong> qualche cm<br />

Per spessori maggiori si deve<br />

aumentare <strong>di</strong> molto l’energia<br />

o ricorrere alla gammagrafia


Terrecotte<br />

La composizione è simile alla pietra o<br />

al cemento, ma la densità è inferiore.Il<br />

valore <strong>di</strong> µ si può supporre uguale a<br />

metà <strong>di</strong> quello del cemento.<br />

Statue e vasi <strong>di</strong> terracotta <strong>di</strong> <strong>di</strong>verse<br />

<strong>di</strong>mensioni possono essere facilmente<br />

tomografate, fornendo tutta una serie<br />

<strong>di</strong> dettagli interni<br />

Leghe : bronzo, ottone<br />

Il bronzo ( rame con piccole<br />

<strong>per</strong>centuali <strong>di</strong> stagno e<br />

piombo ) ha valori <strong>di</strong> µ<br />

molto elevati, sia <strong>per</strong> la<br />

densità che <strong>per</strong> il numero<br />

atomico.<br />

Si devono quin<strong>di</strong> usare<br />

energie relativamente<br />

elevate e spessori non<br />

su<strong>per</strong>iori a qualche cm

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!