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Senza nessuna apologia. O<br />
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complessivo del part.ito 0015-'<br />
Ma, al tempo stesso, individuI!.<br />
un'incidenza nella burocrati2t<br />
dopo la vittoria nella guerra civile<br />
Il saggio dI Fmest Mal1delèacco.<br />
rivoluzione del 1917, di François<br />
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Titolo originale: Octobre 1917: Coup d'Etat ou révolution sociale.<br />
La légitimitéde la révolution russe<br />
Cahiers d'étude et de recherche (CER), nn. 17/18, a. 1992, de<br />
l'lnstitut Intemational de Recherche et de Formation (IRF),<br />
Amsterdam<br />
Indice<br />
Traduzione dal francese di Maria Novella Pierini<br />
DATANEWS Editrice, Via di S. Erasmo 15, 00184 Roma<br />
Tel. (06) 70450318-19<br />
Grafica di copertina di Francesca Pema<br />
Prima edizione, aprile 1993<br />
Fotocomposizione e Stampa COOPERATE, Santa Severa -Tel. (0766) 741392<br />
@ Copyright1993byDATANEWS Editrice S.r.l.,Roma<br />
Nota editoriale<br />
Introduzione storica<br />
Le tappe della Rivoluzione del19l7<br />
di François Vercammen<br />
La crisi di regime<br />
La Rivoluzione del febbraio 1917<br />
n dualismo di potere<br />
Lo sviluppo dei rapporti di forza: febbraio-giugno<br />
Rivoluzione e controrivoluzione: luglio-agosto<br />
La Rivoluzione d'ottobre del 1917<br />
I partiti e la rivoluzione<br />
La controrivoluzione internazionale<br />
La conclusione di un ciclo<br />
La legittimità della rivoluzione russa<br />
di Emest Mandel<br />
Capitolo I<br />
Ottobre 1917: colpo di stato o rivoluzione sociale<br />
n mito del colpo di Stato minoritario<br />
n mito dell'utopia assassina: ilsocialismo subito<br />
n mito di un partito-setta di fanatici<br />
Capitolon<br />
D nodo della situazione internazionale<br />
n diritto dei popoli di disporre di se stessi<br />
Ottobre 1917:una rivoluzione per la pace<br />
n potere sovietico: l'internazionale in atto<br />
Una tradizione socialista: la rivoluzione contro la guerra<br />
L'indomani della Guerra mondiale<br />
Sconfitta in Europa: la responsabilità dei riformisti<br />
Capitolo 1lI<br />
D nodo nazionale<br />
n problema agrario<br />
La miseria urbana<br />
Lo Stato zarista<br />
7<br />
9<br />
lO<br />
lO<br />
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Capitolo IV<br />
n nodo politico<br />
Reazione n'oo~ e imperialismo tedesco<br />
La repressione l-"ntrorivoluzionaria<br />
Dittatura dei Bianchi o potere dei Soviet<br />
I pogrom<br />
La controrivoluzione sociale<br />
Una terza via<br />
Il prezzo dell'Ottobre 1917<br />
Giudizio morale e pregiudizio di classe<br />
Capitolo V<br />
L'orintamento bolscevico: un'analisi critica<br />
L'esclusione dei partiti sovietici<br />
Il rischio del sostituzionismo<br />
L'autoemancipazione<br />
La posizione di Rosa Luxemburg<br />
L'alleanza operaia e contadina e il comunismo di guerra<br />
Il problema dei negoziati di pace<br />
Il terrore rosso<br />
La CEKA<br />
Capitolo VI<br />
Le concezioni organizzative di Lenin<br />
Lenin e il potere<br />
Il Che fare e gli anni 1905-1907<br />
Un partito non monolitico<br />
Una tensione interna alleninismo<br />
Lo spirito di indipendenza<br />
Verso una concezione organica<br />
Restaturare la democrazia sovietica<br />
Capitolo VII<br />
n nodo strategico<br />
Fatalismo e volontarismo<br />
Un deterrninismo "parametrico"<br />
Bisognava prendere ilpotere<br />
Deterrninismo, scelte politiche, esperienza<br />
Errori e democrazia socialista<br />
Democrazia e uguaglianza sociale<br />
Un governo di coalizione<br />
Non muoversi L'esempio tedesco<br />
Riforrnismo e contro rivoluzione<br />
Capitolo VIII<br />
A mo' di conclusione<br />
Una grande ricchezza culturale<br />
Lo sviluppo dell'educazione<br />
Una rivoluzione umanistica<br />
Lo spirito di classe<br />
Prospettive di speranza<br />
Glossario<br />
Bibliografia essenziale<br />
57<br />
58<br />
59<br />
61<br />
61<br />
63<br />
63<br />
65<br />
65<br />
Nota editoriale<br />
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71<br />
72<br />
72<br />
74<br />
77<br />
78<br />
81 Il saggioche pubblichiamo è un saggio interpretativo, polemico e<br />
critico.<br />
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143<br />
Saggù>interpretativo perché - anche se non vapiù "di moda" richiammvisi<br />
- la Rivoluzione russa resta pur sempre un'esperi£nza di fondo,<br />
che è indispensabile analizzare se si vuole capire il mondo contemporaneo,<br />
se si vogliono chiarire iproblemi posti dalla lotta rivoluzionaria.<br />
Saggù>polemico, perché oggi la Rivoluzione russa è oggetto di una vera<br />
e propria campagna ideologica denigratoria. Sempre più la si identifica<br />
con lo stalinismo, con una dittatura burocratica: a un punto tale che uno<br />
degli eventi basilori di questo secolo finisce per essere assolutamente incomprensibile;<br />
e a tal punto che Emest Mande~ da storico e da mùi!ante<br />
insieme, è costretto a ritornare sui problemi più elementari (quindi essenziali):<br />
l'Ottobre del 1917 è stato un colpo di Stato totaliiario o una so/kvazkme<br />
sociale liberatrice<br />
Un saggio critico, perché niente è più impoverente di una lettura apologetica<br />
della storia, anche di quella rivoluzionaria. Pur affennando con<br />
vigore la legittimitàprofonda della Rivoluzione rnssa e prendendo le difese<br />
deU'orientamento complessivo del Partito bolscevico, l'autore cerca al<br />
tempo stesso di individuare i principali envri che si sono potuti commettere,specie<br />
negli anni 1917-1921.<br />
Emest Mandel apporta in tal modo un rilevante contributo al dibattiio<br />
sugli insegnamenti della storia del bolscevismo.<br />
N.B. Poiché il saggio di Emest Mandel si sviluppa su un piano tematico e<br />
non cronologico, riportiamo anche una breve Introduzione storica, di François<br />
Vercammen, particolarmente utile per i lettori che non conoscano bene<br />
gli awenimenti dell'epoca. Analoga funzione ha il Glossarioin appendice.<br />
(N.d. R]<br />
7
-<br />
Introduzione storica<br />
Le tappe della Rivoluzione del 1917<br />
di François Vercammen<br />
Nel febbraio del 1917, in piena guerra, il regime autocratico<br />
russo dello zar viene rovesciato da manifestazioni di massa. Otto<br />
mesi dopo, la classe operaia, sorretta da una mobilitazione popolare<br />
in tutto il paese, conquista il potere politico e avvia la costruzione<br />
di una nuova società socialista. Il XX secolo vacilla.<br />
Come taluni avevano previsto, ed altri temuto, la guerra mondiale<br />
del 1914 partoriva una rivoluzione.<br />
La crisi di regime<br />
La Rivoluzione russa del 1917 costituisceil momento parossistico<br />
di una crisi economica che scuote la società russa dalla metà<br />
del XIX secolo. Grande potenza militare in Europa (con un<br />
peso che ha una grande incidenza in Asia), la società russa si<br />
presenta bloccata nella sua arretratezza, mentre, in Occidente,<br />
trionfa il sistema di produzione capitalistico. Dal vertice dello<br />
Stato zarista si sono certamente tentate alcune riforme: quella<br />
agraria, la democratizzazione dell'apparato amministrativo, la<br />
modemizzazione dell'insegnamento, leggisociali,riconoscimento<br />
del diritto dei lavoratori di organizzarsi,industrializzazione"dall'alto",<br />
autonomia culturale per le nazionalità dell'Impero, ecc.<br />
Ma ogni tentativo di riforma è sempre parziale e cauto, regolarmente<br />
seguitoda una controriforma, tanto più brusca ove occor-<br />
9
a riprendere il controllo delle forze sociali e politiche temporaneamente<br />
"liberate".<br />
"Troppo poco e troppo tardi": la crisi esplode nella sua globalità<br />
per la prima volta nel 1905. Questa rivoluzione fallisce, ma si tratta<br />
soltanto di un rinvio. Nel 1914, lo scatenarsi della guerra blocca<br />
una nuova ondata di scioperi rivoluzionari. Tre anni dopo, la Storia<br />
esercita la propria vendetta: il conflitto mondiale si è trasformato<br />
in un poderoso catalizzatore di tutte le sofferenze, le frustrazioni<br />
e le aspirazioni accumulate nel corso degli anni.<br />
Crisi economica: il regime non riesce più a soddisfare i bisogni<br />
alimentari della popolazione.<br />
Crisi poliJico-isti1lJzkmak: lo Stato dispotico perde qualsiasi legittimità.<br />
Crisi agraria:la sete di terra dei contadini è aggravata dalla generale<br />
precarietà della vita quotidiana.<br />
Crisi dellenazionaliJà:queste stanno sempre più soffocando sotto<br />
la russificazione crescente.<br />
La Rivoluzione del febbraio 1917<br />
L'insostenibile miseria dell'inverno 1916-1917 fa esplodere la rivoluzione.<br />
Le donne - operaie e casalinghe - danno fuoco alle polveri<br />
in occasione della loro "Giornata internazionale". Dal settore<br />
tessile lo sciopero si estende rapidamente e spontaneamente a tutto<br />
il proletariato dell'allora capitale, Pietrogrado. In pochi giorni lo<br />
sciopero di massa si trasforma in insurrezione, con il passaggio alla<br />
rivoluzione della guarnigione della città. AI grido di "pane' si aggiungono<br />
ben presto quelli di "pace subito' e "abbasso lo zar'. Nel<br />
vortice della rivoluzione, i lavoratori compiono esperienze crescenti<br />
di autorganizzazione: formazione dei Soviet (consigli) nelle fabbriche,<br />
nei quartieri e al livello cittadino, oltre a quella di una Guardia<br />
rossa (milizia rivoluzionaria). Anche al fronte i soldati eleggono i<br />
propri comitati nonché H' gli ufficiali!In seguito,durante l'estate<br />
del 1917, anche i contadini si mettono in moto, sottraendo al regime<br />
qualsiasi base sociale.<br />
Il dualismo di potere<br />
Tra la fine di febbraio e la fine di ottobre del 1917, la Russia vive<br />
una particolare situazione rivoluzionaria: il dualismo di potere.<br />
lO<br />
Abbastanza decisa a sbarazzarsi del regime zarista in febbraio, la<br />
classe operaia non è in grado immediatamente di impadronirsi di<br />
"tutto" il potere. Tuttavia, riesce a creare in tutte le fabbriche e le<br />
città una fitta rete di consigli, che rapidamente si estende all'esercito<br />
e, alla fine, alle campagne. Vero e proprio contropotere, i Soviet,<br />
sempre più numerosi e meglio centralizzati, rischiano di rovesciare<br />
da un momento all'altro la borghesia.<br />
Due di queste strutture sovietiche svolgono un ruolo decisivo:<br />
quelle che, elette su base territoriale, esercitano immediatamente<br />
un potere politico "nella società"; e quelle -i consigli di fabbrica -<br />
che incarnano la poderosa dinamica in atto in seno alla classe<br />
operaia.<br />
I consigli, nati da urgenti bisogni delle masse, ne riflettono anche<br />
il livello di coscienza e i pregiudizi politici. Perché si ponga<br />
chiaramente l'obiettivo della presa del potere occorre che esso<br />
venga avanzato da un partito rivoluzionario, che questo ne faccia<br />
l'obiettivo prioritario. L'organizzazione che è in grado di comportarsi<br />
così è il Partito bolscevico, il quale però resta in minoranza,<br />
fra i lavoratori e nei Soviet, fino al settembre del 1917.<br />
Dunque, la storia del dualismo di potere è anche quella della<br />
lotta tra i vari partiti politici del movimento operaio e popolare<br />
per tagliare il nodo gordiano del processo rivoluzionario: pro o<br />
contro la presa del potere da parte dei consigli.<br />
Lo sviluppo dei rapporti di forza: febbraio-giugno<br />
In un primo momento, le varie correnti riformiste (menscevichi,<br />
social-rivoluzionari, operaisti) dominano nelle strutture di autorganizzazione.<br />
Esse dirigono i Soviet e ben presto (a partire dal<br />
maggio 1917) fanno parte integrante del governo provvisorio<br />
(borghese), cercando di arginare la spinta popolare grazie a una<br />
politica di collaborazione di classe.<br />
Lo sviluppo della situazione in seno ai consigli nella fase di<br />
dualismo di potere è, d'ora in poi, strettamente connesso al percorso<br />
di una lotta di classe che siva inasprendo.<br />
Agli inizi di aprile del 1917, la prima Conferenza dei Soviet -<br />
proclamata panrussa, ma in realtà quasi esclusivamente limitata a<br />
Pietroburgo - raduna 480 delegati della capitale, 138 dei consigli<br />
locali e 46 dell'esercito. Essa concede il proprio appoggio al governo<br />
liberai-borghese del principe L'vov (pur rivendicando il<br />
11
controllo su di questo!). Appoggia la prosecuzione dello sforzo<br />
militare, pur facendo appello ad estendere il movimento dei<br />
consigliall'intero paese.<br />
Alla fine di aprile, il governo tenta di rilanciare la propria politica<br />
bellicista,suscitando grandi manifestazionie un tenace movimento<br />
di sciopero per immediate rivendicazionieconomiche.Il<br />
pendolo pende a sinistra. AI Congresso dei comitati di fabbrica<br />
di Pietrogrado, i bolscevichiconquistano ormai la maggioranza,<br />
grazie al loro sostegno alla parola d'ordine della "giornatadi 8<br />
oresenzacondizioni"e del "controllooperaio"(421contro 335voti).<br />
Paradossalmente,però, al vertice dello Stato e al livellodelle<br />
strutture nazionali dei Sovietla svoltaa sinistrasi traduce inizialmente<br />
nel rafforzamento, a danno dei liberali,delle posizioni riformiste<br />
(menscevichi, social-rivoluzionari)e, quindi, nel loro<br />
rientro in un governo di coalizione"interclassista",ormai diretto<br />
da loro.<br />
Agli inizidi giugno,si riunisce il primo vero Congressodei deputati<br />
degli operai e dei soldati. Con i suoi 1.090 delegati (822<br />
dei quali regolarmente eletti e con diritto di voto), rappresenta<br />
all'incirca20 milionidi persone. Eletto a suffragiouniversale,costituisce<br />
il corpo più rappresentativo e democratico che lo Stato<br />
russo abbia mai conosciuto. In base a un integrale pluralismo<br />
politico, esso discute, per tre settimane (3-30giugno) tutti i problemi<br />
vitali della popolazione. Raduna 283 social-rivoluzionari<br />
(S-R), 248 menscevichi,105bolscevichi,73 senza partito, mentre<br />
il resto appartiene a vari raggruppamenti socialistiminoritari. Il<br />
Comitato Esecutivo, che rappresenta un vero e proprio "controgoverno",<br />
comprende 104 menscevichi,100 S-R, 35 bolscevichi,<br />
18 socialistidi altre tendenze. Poco dopo si riunisce insieme al<br />
Comitato Esecutivo del Congressopanrusso dei contadini, che si<br />
è tenuto separatamente e in cui i S-R detengono il monopolio<br />
assoluto.<br />
Il governo di coalizione, inizialmentemolto popolare, si scredita<br />
rapidamente. Le stessecause producono analoghi effetti,ma<br />
ravvivati da una coscienza di classe che si va risvegliando:le<br />
masse popolari, ancora una volta, intervengono direttamente sulla<br />
scena politica, con loro specificisistemi di lotta. Sentendo la<br />
pressione dal basso, il Comitato Esecutivo dei Consigli,sotto direzione<br />
riformista,autorizza una manifestazione,una vera e propria<br />
operazione di recupero politico. 1118giugno,a Pietrogrado,<br />
sono però le parole d'ordine bolsceviche- in primo luogo "tutto<br />
12<br />
il potereai Soviet" (ancora diretti dai riformisti)- ad avere, e di<br />
gran lunga,la meglio.<br />
Rivoluzione e controrivoluzione: luglio-agosto<br />
I nuovi rappor i di orza vengono messialla prova nelle "giornate<br />
di luglio". La spinta è venuta dalla manifestazione del 18<br />
giugno.Il proletariato della capitale interpreta questa prima vittoria<br />
come l'avviodell'offensivafmale.Scavalcandolo stessoPartito<br />
bolscevico,tenta di rovesciare il governo. Ma quest'avanguardia<br />
di massa non ha ancora compreso la situazione.È andata troppo .<br />
oltre, per cui, agliinizidi luglio,il pendolo si sposta bruscamente,<br />
e notevolmente, a destra. La borghesia intende approfittarne per<br />
smorzare l'incendio rivoluzionario. L'uomo della situazione si<br />
chiama Kerenskij. *<br />
Diventato Primo ministro, Kerenskij colpisce con durezza il<br />
Partito bolscevico e le altre organizzazioni rivoluzionarie. Cerca<br />
di restituire coesione all'esercito. Restaura la pena di morte, scioglie<br />
i reggimenti insorti e nomina il generale Kornilov alla testa<br />
dello Stato Maggiore. Pur basandosi sulla "legalità" e sulle istituzioni<br />
supreme dei Consigli operai, cerca di infrangerne la dinamica<br />
sovversiva! Il Comitato esecutivo (riformista) dei Consigli partecipa<br />
attivamente a questa politica, contribuendo in tal modo a<br />
svuotare i Soviet del loro contenuto rivoluzionario, screditandoli<br />
agli occhi dell'avanguardia operaia.<br />
Kerenskij apre così un'offensiva generalizzata contro le conquiste<br />
imposte dalle masse fm dal febbraio, rinviando perdipiù alle<br />
calende greche la realizzazione delle rivendicazioni popolari,<br />
eternamente riconosciute... e sempre rinviate. Si attenua il dualismo<br />
di potere, senza però sparire completamente. Il Partito bolscevico<br />
conosce gravi difficoltà, ma conserva la sua posizione<br />
maggioritaria in seno alla classe operaia (come dimostrano le elezioni<br />
municipali, da esso vinte alla fine di agosto).<br />
. Il nome di Kerenskij è entrato nella storia. Da allora il "kerenskismo"<br />
rappresenta la soluzione estrema della borghesia di fronte alla crisi, prima<br />
dello scontro che apre la porta alla rivoluzione proletaria. Incapace<br />
di sconfiggere con i suoi metodi bonapartisti il potere operaio, esso valorizza<br />
agli occhi delle larghe masse la soluzione "estrema", marxista-rivoluzionaria:<br />
il rovesciamento dell'ordine stabilito.<br />
13<br />
-<br />
--
Alcuni ritengono, "in alto", che sia suonata l'ora della controrivoluzione<br />
radicale: il colpo di Stato militare. Kornilov scalza<br />
dal potere Kerenskije tenta la sorte alla fme dell'agosto del 1917<br />
(viene involontariamente da pensare ad Allende e Pinochet nel<br />
settembre del 1973 in Cile, o ad Ebert-Noske e Kapp nella Germania<br />
del 1920). In tre giorni, il suo "esercito" all'attacco della<br />
capitale viene messo in rotta. I Soviet di Pietrogrado hanno capeggiato<br />
la resistenza, tornando così ad essere l'epicentro del<br />
contropotere operaio.<br />
La Rivoluzione d'ottobre del 1917<br />
All'inizio di settembre il pendolo torna a oscillare a sinistra,<br />
altrettanto radicalmente di come lo aveva fatto a destra all'inizio<br />
di luglio.<br />
In seno ai consigli,il Partito bolscevicoconquista la maggioranza,<br />
a partire da Pietrogrado e Mosca. In seno al Partito, Lenin,<br />
ancora clandestino in Finlandia, pone all'ordine del giorno<br />
la presa del potere e l'insurrezione.E pone il problema: quando<br />
come<br />
Dall'aprile al settembre, il Partito ha imparato a lottare per la<br />
maggioranzanei consiglicon il metodo della democraziaoperaia.<br />
Ormai gliorgani di questa democrazia diventeranno il nuovo apparato<br />
dello Stato, grazie all'iniziativarivoluZionaria.<br />
Di fronte a questa svolta, la direzione del Partito bolscevico<br />
attraversa una gravecrisiinterna, prima di riuscirea imporre una<br />
linea chiara. Guidata da Zinov'ev-Kamenev, una tendenza di<br />
"destra" - in partenza maggioritaria nel Comitato centrale - tentenna,<br />
rinvia la scadenza e intende rinunciare. Tra Lenin e Trotskij,<br />
entrambi fautori dell'immediata preparazione dell'insurrezione,<br />
si sviluppa una discussione,a volte aspra, sulla tattica precisa<br />
da seguire. La sinistra del Partito ha finalmente la meglio<br />
nel Comitato centrale del 1Oottobre.<br />
Il Congresso nazionale dei Consiglidegli operai, dei soldati e<br />
dei contadini viene convocatoper la fine del mese. Contemporaneamente,<br />
il Comitato militare rivoluzionario,organo del Soviet<br />
di Pietrogrado, con Trotskij alla testa, risponde a una provocazione<br />
del comandante del distretto militare,Polkovnikov(che intende<br />
smembrare la guarnigione della città, conquistata al completo<br />
alla rivoluzione).Così la rivoluzionecomincia con una mi-<br />
14<br />
sura di autodifesa. In poche ore l'apparato repressivo borghese<br />
di Pietrogrado viene smantellato.<br />
Il potere politico è a portata di mano. La decisione definitiva<br />
spetta al Congresso nazionale dei Consigli. La sua composizione<br />
politica è nettamente diversa da quella del giugno 1917. Su 650<br />
delegati, il blocco riformista (la destra dei menscevichi e i S-R) ne<br />
controlla meno di 100. I bolscevichi, da parte loro, dispongono di<br />
una maggioranza assoluta, con circa 390 delegati. Ad essi si uniscono<br />
la sinistra dei menscevichi e quella dei S-R. I riformisti, minoritari,<br />
abbandonano il Congresso, pencolando dalla parte della<br />
contro rivoluzione.<br />
Si elegge, su una base pluralista, un nuovo Comitato Esecutivo<br />
dei Consigli, un vero e proprio centro legislativo del nuovo potere<br />
sovietico: 67 bolscevichi, 29 S-R di sinistra e 20 seggi assegnati a<br />
vari gruppi rivoluzionari. Il Comitato Esecutivo elegge a propria<br />
volta il primo governo del nuovO Stato operaio: il "Consiglio dei<br />
Commissari del Popolo". «Cominciamo la costruzione di un nuovO<br />
ordinesociale»,proclama Lenin.<br />
Inizio allegro e indolore della rivoluzione! Essa però dovrà passare<br />
per le prove tremende della guerra civile, negli anni 1918-<br />
1920, prima di consolidarsi ...<br />
I partiti e la rivoluzione<br />
L'autorganizzazione democratica delle masse popolari è un aspetto<br />
fondamentale ed esemplare della Rivoluzione russa. Ma, di<br />
per sé, non risolve il problema della politica che verrà effettivamente<br />
seguitada questo "contropotere".<br />
L'autorganizzazione comprende una pluralità di partiti con i<br />
loro programmi, le loro tattiche, le loro iniziative,ecc. Nella Rivoluzione<br />
russa, ad essere determinante è stata la dialettica fra i<br />
partiti e i consigliterritoriali (con il movimentosindacaleche aveva,<br />
da parte sua, uno sviluppo debolissimo,e con il movimento<br />
dei comitati di fabbrica che, per quanto importante, rimaneva subordinato<br />
).<br />
I partiti politici si sono formati molto tardi e secondo ben specifichemodalità<br />
(il chè spiega la formazione sociale della Russia<br />
di allora: uno Stato dispotico, paternalista e totalitario insieme,<br />
che schiaccia,soffocao riassorbela "societàcivile").<br />
I Costituzionalistidemocratici(KD) - Nel 1917, accanto ai vari<br />
15
gruppi monarchici, ormai marginali,i KD rappresentano il principale<br />
partito delle classi dominanti. Essi formano il primo governo<br />
prowisorio, emerso dalla Rivoluzione di febbraio del<br />
1917.Miljukov(professore, storico e "ideologo") ne è stato, con<br />
Gusev,il principaledirigente.<br />
Gli operaisti - Kerenskij dirige, nel 1917, i Socialisti Popolari, o<br />
Trudovichi (operaisti). Diventati un partito debolissimo numericamente,<br />
avevano conosciuto il loro momento di gloria nei parlamenti<br />
fittizi degli anni 1906-1914, rappresentandovi le masse<br />
contadine, risvegliatesi alla vita politica dopo il 1905. Questo<br />
partito raccoglieva personaggi politici sorretti dalle aspirazioni e<br />
dalle inquietudini politiche della piccola borghesia conservatrice,<br />
in provincia e nelle zone rurali. Lo stesso Kerenskij diventò un<br />
uomo di fiducia della grande borghesia.<br />
I parliti della II Internazionale - Tre partiti, che erano stati tutti<br />
e tre membri della II Internazionale, si disputano l'adesione delle<br />
masse operaie e contadine: i menscevichi, i bolscevichi e i socialisti<br />
rivoluzionari (Partito socialista rivoluzionario, PSR). Si richiamavano<br />
tutti al socialismo, o al marxismo, e alla rivoluzione.<br />
Tranne alcune minoranze marginali, tutti avevano assunto nel<br />
1914 un atteggiamento ostile alla guerra imperialista. Era dunque<br />
difficile il processo di chiarificazione politica, e doveva awenire<br />
nel vivo dell'esperienza, negli otto mesi di dualismo di potere.<br />
Gli awenimenti dell'estate del 1917 sono determinanti: scissioni<br />
fra destra e sinistra in seno ai S-R e ai menscevichi; unificazione<br />
rivoluzionaria in seno al Partito bolscevico. Il che non<br />
escludeva che rimanesse una certa confusione politica e organizzativa<br />
alla base e in provincia, all'interno, ma anche fra<br />
formazioni.<br />
queste<br />
Il PSR - Ufficialmente ricostituito nel 1902, poggia su una lunga<br />
tradizione rivoluzionaria, risalente alla metà del XIX secolo.<br />
Costituisce un temibile awersario politico del Partito operaio socialdemocratico<br />
russo (POSDR). Assolutamente egemone nel<br />
movimento contadino, esercita anche una certa influenza nelle<br />
principali fabbriche delle città. Debolmente organizzato e politicamente<br />
confuso, assicura tra il febbraio e l'ottobre del 1917 l'indispensabile<br />
base sociale del governo di collaborazione di classe,<br />
il cui cervello politico era costituito dai menscevichi.<br />
Nel corso dell'estate del 1917 il PSR si scinde tra un'ala sinistra<br />
rivoluzionaria (Spiridonova, Kamkov), vicina alle posizioni<br />
dei bolscevichi, e una destra riformista (Cernov, Gotz), che col-<br />
16<br />
labora strettamente con i menscevichi. Alla fme del 1917, il PSR<br />
di sinistra è di gran lunga più influente della destra.<br />
I menscevichi - Costituiscono, dal 1903, l'ala "rivoluzionaria di<br />
destra" del POSDR. Solo di fronte alle scadenze del 1917 la loro<br />
maggioranza (Dan, Lieber, Cereteli) si impegna irrimediabilmente<br />
nella collaborazione di classe, a prezzo di una scissione a sinistra,<br />
diretta da Martov e Martynov. Questi ultimi, da veri "centristi",<br />
si oppongono alla guerra, sostengono i consigli e sono favorevoli<br />
alla rivoluzione socialista nel 1917. Ma esitano e oscillano<br />
di fronte al problema chiave della rivoluzione: la presa e l'esercizio<br />
del potere.<br />
I bo/scevichi - Frazione interna al POSDR fino al 1912, i bolsce-.<br />
vichi diventano il partito rivoluzionario chiave nel 1913-1914, conquistando<br />
a sé i quadri operai nelle città e dirigendo uno sciopero<br />
generale a Pietro grado. Il consolidamento, il radicamento e l'espansione<br />
del partito awengono aprezzo di aspri scontri e dibattiti<br />
interni. Nel1914 si distacca la destra sciovinista; nel marzo-aprile<br />
1917 predomina una nuova ala (Stalin-Kamenev-Zinov'ev)<br />
maggioritaria, disposta ad appoggiare il governo liberale, ad accettare<br />
la continuazione della guerra, ostile alle tesi radicali di Lenin;<br />
nel luglio c'è lo scontro con una corrente estremista tentata<br />
dall'immediata presa del potere; lotta al settarismo di una parte<br />
dei vecchi quadri, reticenti di fronte alla fusione con altre tendenze<br />
(tra cui quella di Trotskij); in agosto, dibattito sull'iniziativa rivoluzionaria<br />
e sulla sostituzione dei consigli territoriali con i comitati<br />
di fabbrica come base della democrazia operaia; finalmente,<br />
in ottobre, discussione sull'insurrezione contro la destra del<br />
Partito, che si riproporrà a varie riprese negli anni successivi. In<br />
ottobre, però, quello che ingaggerà la lotta per il potere è un partito<br />
di massa, un partito riconosciuto e sorretto dalle masse popolari.<br />
I Meirajoncy - Trotskij, in base alle sue specifiche posizioni rivoluzionarie,era<br />
stato membro della - o era collegato alla - frazione<br />
menscevica. Nell'agosto del 1914 rompe con questa. Nelluglio<br />
1917 entra, con i Meiraioncy (socialdemocratici internazionalisti;<br />
letteralmente: "interdistrettuali"), nel Partito bolscevico.<br />
Attivo e influente a Pietrogrado, questo gruppo marxista rivoluzionario<br />
era molto minoritario: da 60 a 80 membri nel 1915, 150<br />
alla vigilia del febbraio 1917, 300 in aprile (allora i bolscevichi, a<br />
Pietro grado, erano 16.000), 4.000 in luglio, quando il Partito bolscevico<br />
contava 180.000 membri in tutto il paese.<br />
17
Le con-entiminoritarie - Il fenomeno dei comitati "interdistrettuali"<br />
consente di sottolineare l'esistenza di diverse correnti e raggruppamenti<br />
rivoluzionari, marginali nell'insieme del paese, ma a<br />
volte importanti in una città, in una fabbrica, in un settore. Fra<br />
questi, gli anarchici, i sindacalisti rivoluzionari, i "massimalisti"<br />
(scissione ultrasinistra del PSR), i menscevichi intemazionalisti<br />
(Martov, Martynov), i socialdemocratici intemazionalisti unificati<br />
(piccolo partito, ma influente grazie al giornale «Novaja ZiZn'»_<br />
La Vita Nuova - di Maksim Gor'kij).<br />
La controrivoluzione<br />
intemazionale<br />
La vittoria dell'Ottobre 1917 suscita poderose ripercussioni internazionali.<br />
L'appello a porre fine immediatamente alla carneficina<br />
della guerra e a punirne i responsabili - le classi dirigenti europee<br />
- risveglia la speranza nelle trincee e la combattività nelle<br />
fabbriche. I governi firmano l'armistizio nel novembre del 1918.<br />
Ma vari paesi sono già scossi dalla crisi rivoluzionaria, soprattutto<br />
la Germania imperiale, che insieme alla Russia zarista costituisce<br />
il principale baluardo contro la sovversione nel continente europeo,<br />
dopo un rapido susseguirsi di lotte. Tra il 1918 e il 1923, il<br />
proletariato tedesco cerca di "parlare russo". Ma gli manca un<br />
partito rivoluzionario all'altezza della sua combattività e della sua<br />
tradizione organizzativa. L'ondata rivoluzionaria viene schiacciata<br />
una prima volta nel gennaio del 1919, ma è talmente poderosa da<br />
riuscire a riprendere nel 1920, poi ancora nel 1921 e nel 1923.<br />
L'eventuale saldatura tra l'URSS - vasto paese con risorse agricole,<br />
ma arretrato e instabile - e una Germania socialista - potenza<br />
industriale posta al centro dell'Europa, con un proletariato numeroso<br />
- costituisce per la reazione europea una minaccia mortale.<br />
Di fronte a questo potenziale "blocco socialista", si costituisce<br />
un'ampia coalizione imperialista, che raggruppa l'esercito tedesco<br />
(sconfitto, ma ancora temibile), quello russo (in rotta, ma i cui generali<br />
"bianchi", cioè controrivoluzionari, promuovono la guerra<br />
civile) e gli eserciti francese, inglese e americano (i "vincitori" della<br />
guerra). La coalizione effettuerà l'invasione dell'URSS.<br />
Sul piano politico, è stato decisivo il contributo della socialdemocrazia,<br />
passata dalla parte dell'ordine borghese. Essa frena la<br />
solidarietà all'interno del mondo del lavoro, scredita l'URSS e infrange<br />
lo sviluppo del movimento rivoluzionario in Europa occi-<br />
18<br />
dentale. Un unico obiettivo: schiacciare la rivoluzione socialista,<br />
restaurare l'ordine borghese. L'URSS è devastata dalla guerra civile.<br />
In Germania, Austria, Ungheria, Italia, il proletariato viene<br />
sconfitto; talvolta, grazie a un nuovo tipo di bande armate private:<br />
i "corpi franchi" in Germania, i "fasci" in Italia. In URSS, sei<br />
anni di guerra ininterrotti, tra il 1914 e il 1920, provocheranno<br />
una catastrofe economica, sociale, umana.<br />
Lo Stato operaio, isolato, regge,ma la cost1Uzionedel socialismo<br />
parte in condizioni spaventosamente difficili. I Soviet, ad esempio,<br />
sono profondamente snaturati dalla chiusura della maggior parte<br />
delle fabbriche, in seguito al blocco economico e alla paralisi dei<br />
trasporti imposti dalla guerra civile: la responsabilità e la stessa'<br />
elezione democratica rimangono sulla carta, e si introduce di fatto<br />
un criterio di delega permanente.<br />
La conclusione<br />
di un ciclo<br />
1917-1923- Termina ilprimo ciclo della rivoluzioneinternazionale.<br />
Comincia un altro ciclo, quello in cui si stabilizza il capitalismo al<br />
livello mondiale. In URSS, la situazione favorisce l'emergere di<br />
una burocrazia di privilegiati, con Stalin alla testa. Lenin, al momento<br />
della morte, conduce contro di essa la sua "ultima battaglia",<br />
tra il 19121 e il 1923. In Europa occidentale, la socialdemocrazia<br />
(quel "cadavere putrido" di cui parlava Rosa Luxemburg)<br />
si riprende. Essa (ri)conquista la direzione del movimento operaio<br />
nella maggior parte dei paesi. I sindacati di massa si rafforzano<br />
negli anni Venti, grazie ad alcune riforme imposte a una borghesia<br />
spaventata dalla rivoluzione e dalle lotte di massa. Ma la<br />
concomitante vittoria della socialdemocrazia in Europa occidentale<br />
e dello stalinismo in URSS apre la via al fascismo (in Italia,<br />
Germania, Spagna). Il fallimento delle rivoluzioni socialiste del<br />
1918-1923 sarà pagato a caro prezzo: la seconda guerra mondiale.<br />
Non va sottovalutata l'importanza di questa serie di sconfitte<br />
del proletariato; anzi essa consente di capire molto meglio l'indebolimento<br />
prolungato del movimento rivoluzionario nei centri<br />
imperialisti e la presa del riformismo sui movimenti operai di<br />
questi paesi.<br />
19
Capitolo I<br />
Ottobre 1917:colpo di stato o rivoluzione sociale<br />
È in atto in questo momento una vera e propria c~mpagna denigratoria<br />
della Rivoluzione dell'ottobre 1917, all'Est come all'Ovest.<br />
Talvolta essa assume toni odiosi, basandosi su falsificazioni<br />
storiche e miti, per nulla diversi dalle falsificazioni e dai miti dello<br />
stalinismo. Combatterla non è indispensabile solo da un punto di<br />
vista scientifico e politico, ma è anche un'ineludibile operazione<br />
di pulizia intellettuale. La lotta per la verità è anche una lotta per<br />
un minimo di decenza nella vita pubblica.<br />
In questo primo Capitolo torneremo su tre di questi miti che ricorrono<br />
più di frequente negli scritti polemici contemporanei.<br />
Il mito del colpo di Stato minoritario<br />
La prima mistificazione riguarda la natura stessa della Rivoluzione<br />
d'ottobre. Sarebbe stata semplicemente un diabolico colpo<br />
di Stato, diretto da un manovriero magistrale, Lenin, e realizzata<br />
da una piccola setta di rivoluzionari di professione.<br />
I commenti seguiti al recente tentativo di golpe del 26 agosto<br />
1991, a Mosca, sono da questo punto di vista estremamente significativi.<br />
Certuni non hanno esitato a scrivere che un secondo putsch<br />
(fallito) aveva permesso, nel 1991, di sopprimere quel che un<br />
primo putsch (riuscito) aveva creato nel 1917. La verità è completamente<br />
diversa. La Rivoluzione d'ottobre ha rappresentato il<br />
23
punto culminante di uno dei movimenti di massa più profondi<br />
che si siano mai conosciuti. All'epoca, in Europa, solo la sollevazione<br />
degli operai tedeschi del 1920 in reazione al putsch Kappvon<br />
Liittwitz e quella catalana delluglio1936 contro la presa del<br />
potere militar-fascista dei franchisti hanno avuto un'ampiezza paragonabile,<br />
ma pur sempre più ridotta e meno prolungata.<br />
Le fonti storiche non consentono dubbi sulla rappresentatività<br />
dei bolscevichi nell'ottobre 1917. Non c'è bisogno, per convincersene,<br />
di ricorrere agli scritti di coloro che erano più vicini a Lenin.!<br />
L'ampiezza del movimento di massa prima, durante e dopo<br />
l'Ottobre è ormai attendibilmente confermata.2 Ci limitiamo qui a<br />
del citare bolscevismo. alcune delle tante testimonianze provenienti dagli avversari<br />
N. N. Suchanov apparteneva alla corrente social-rivoluzionaria,<br />
eppure sottolinea: «l...] i bolscevichi lavoravano ostinatamente e<br />
instancabilmente. Stavano con le masse, nelle officine, tutto il<br />
giorno. Diecine di oratori, piccoli e grandi, erano attivi a Pietrogrado,<br />
nelle fabbriche e nelle caserme, ogni santo giorno. Per le<br />
masse, erano diventati parte della loro comunità, perché erano<br />
sempre presenti e prendevano le iniziative, nei particolari e nelle<br />
questioni più importanti della fabbrica o del quartier militare.<br />
Erano diventati l'unica speranza, non foss'altro perché, facendo<br />
tutt'uno con le masse, erano prodighi di promesse e di favole affascinanti,<br />
anche se semplici. Le masse vivevano e respiravano insieme<br />
ai bolscevichi. Erano in mano al partito di Lenin e di Trotskij.<br />
Era chiaramente assurdo parlare di una cospirazione militare<br />
! Cfr. soprattutto: D. Mandel, The Petrograd Workersand the Soviet Seizure<br />
oJ Power, Londra 1984; R. Lorenz, Die Russische Revolution 1917:Der<br />
Aufstand der Arbaiter, Bauern und Soldaten, Nymphenburger Veriagsangestalt,<br />
1981; J. Reed, lO giorni che sconvolsero il mondo, Torino 1971; S. A.<br />
della Smith, rivoluzionerussa, Red Petrograd,Cambridge Milano 1964. 1983; e naturalmente L. Trotsky, Storia<br />
2 Cfr., oltre ai testi citati alla nota precedente: E. H. Carr, StoriadeOa<br />
Russill sovietica, Torino 1964-1984; G. Comte., La révolution russe par les témoins,<br />
Parigi 1963;M. Ferro, La rivoluzionedel 1917,Firenze 1974;R.<br />
Kohn, Die Russische Revolution in Augenzeugenberichten,Monaco 1977; M.<br />
Liebman, Le léninisme sous Lénine, Parigi 1975; R. Medvedev, La rivoluzione<br />
d'ottobre era ineluttabile,Roma 1976; fra le analisi uscite in URSS in<br />
epoca poststaliniana, citiamo, specie in rapporto alla classe operaia: A. G.<br />
Egorova, Rabocij kias v Oktjabr'skoj revo/jutcii,Mosca 1967; G. A. Trukan,<br />
Rabocij kias v bobe za pobedu i uptoveniesovetskoj v lasti,Mosca 1975; P. N.<br />
Amosov e AA. W., OktjabrskajaRevo/juucijai Fabzavkomy, Mosca 1927.<br />
24<br />
anziché di un'insurrezione nazionale, quando il partito era seguito<br />
dalla larga maggioranza del popolo, quando aveva ormai conquistato<br />
di fatto il potere e l'autorità».3<br />
Lo storico tedesco Oskar Anweiler, severo critico dei comunisti,<br />
osserva da parte sua: «nei consigli operai della grande maggioranza<br />
delle città industriali e nella maggior parte dei consigli dei<br />
soldati delle guarnigioni dell'interno avevano la maggioranza i<br />
bolscevichi».4<br />
Marc Ferro. un altro feroce critico dei bolscevichi, non può fare<br />
a meno di constatare: «in primo luogo, la bolscevizzazione fu la<br />
conseguenza della radicalizzazione delle masse e fu pertanto l'espressione<br />
della volontà democratica [...] La radicalizzazione delle<br />
masse si spiega sufficientemente con l'inefficienza della politica<br />
governativa (dal maggio con la partecipazione dei socialisti) che,<br />
con la scusa della necessità, introdusse una procedura di conciliazione<br />
tra classi dirigenti e classi popolari. La trattativa, lungi dal<br />
trasformare l'ordine stabilito,lo perpetuava [...] Di qui il malcontento,<br />
in città e nell'esercito. Perciò coloro che, fin dall'inizio, avevano<br />
contestato il principio stesso della collaborazione di classe<br />
vennero gratificati, e fra loro i più intransigenti, vale a dire i bolscevichi<br />
della tendenza di Lenin. I lavoratori chiedevano condizioni<br />
di vita meno disumane. Fu il rifiuto, brutale o furbesco, dei<br />
possidenti a portare all'occupazione delle fabbriche, al sequestro<br />
dei padroni e poi, dopo l'Ottobre, alla vendetta contro i borghesi.<br />
[...]Il movimento è sorretto da una base popolare di cui abbiamo<br />
descritto le forme organizzative. Quando i comitati in cui è strutturato<br />
partecipano al moto che porta all'Ottobre, la paura della<br />
repressione e la collera contro i dirigenti traditori bastano a spiegare<br />
un atteggiamento assolutista [I] elementare, senza rapporto<br />
con l'assolutismo bolscevico, ma solidale con il movimento da esso<br />
animato».5<br />
Secondo Dan, uno dei principali esponenti menscevichi, alla vigilia<br />
dell'Ottobre, le masse «cominciarono sempre più spesso a<br />
manifestare la loro scontentezza e la loro impazienza con moti<br />
impetuosi e infine si volsero [...] al comunismo [...]. Gli scioperi<br />
3 N. N. Suchanov, The Russilln Revolution 1917, voI. II, Oxford 1955, pp.<br />
528,579 (tr. il.: Cronache deUaRivoluzione russa, 2 voI., Roma 1967).<br />
4 O. Anweiler,StoriadeiSoviet.1905-1921, Bari1972,p. 337. .<br />
5 M. Ferro, Des soviets au communisme breaucratique, Parigi 1980, pp.<br />
139-140,164.<br />
25
scoppiavano uno dopo l'altro. Gli operai cercavano di difendersi<br />
dal carovita che cresceva rapidamente, facendosi aumentare i<br />
salari. Ma tutti i loro sforzi erano inutili,data la continua svalutazione<br />
della moneta. I comunisti lanciarono nelle loro fIla la<br />
parola d'ordine del "controllo operaio" e li consigliaronoad assumere<br />
essi stessi la direzione delle industrie, per impedire il<br />
"sabotaggio" dei capitalisti.D'altro canto i contadini, per timore<br />
che aspettando la convocazione dell'assemblea costituente le<br />
terre dei proprietari sfuggisseroloro di mano, cominciarono a<br />
occuparle, a cacciare i proprietari terrieri e a bruciare le case<br />
padronali[...]».6<br />
La Rivoluzione d'ottobre si realizzò all'insegna della parola<br />
d'ordine "Tutto il potere ai Sovietf', vale a dire ai consiglidegli<br />
operai, dei soldati e dei contadini. Lo storico Beryl Williams<br />
sintetizza come segue il processo storico che condusse all'Ottobre:<br />
«Le masse vedevano nel potere dei Soviet,più che nei programmi<br />
dei partiti o nell'Assemblea Costituente, la soluzione<br />
dei propri problemi. Solo i bolscevichi si identificavano realmente<br />
con il potere sovietico[...] [Il loro] partito era perciò in<br />
grado di cavalcare l'ondata popolare fino alla presa del potere».7<br />
Ricordiamo che la II Congresso dei Soviet i fautori della linea<br />
"TuUo il potere ai Sovietf' ottennero il 69,6% dei voti. Al<br />
Congresso panrusso dei deputati contadini, riunitosi dal 9 al 2S<br />
dicembre del 1917, si registrò una lieve maggioranza(S-R di sinistra<br />
e bolscevichi)a favore del potere dei Soviet. Lo storico<br />
Anweiler conclude, esaminando l'atteggiamento delle masse<br />
verso lo scioglimento dell'Assemblea Costituente da parte del<br />
governo sovietico nel gennaio 1918: «nel popolo non si registrò<br />
quasi nessuna protesta contro il colpo di mano bolscevicoe ciò<br />
non fu solo una conseguenza delle misure di intimidazione e di<br />
repressione dei bolscevichi,allora ancora relativamente "miti".<br />
Altrettanto importante fu la circostanza che i bolscevichinelle<br />
questioni fondamentali della pace e della terra avevano già anticipato<br />
le decisioni della Costituente [...].Le masse operaie e<br />
contadine erano [...]più inclini ad accordare il proprio favore<br />
6 J. Martov, F. Dan, Storia della socialdemocrazia russa, Milano 1973,<br />
pp. 244-245.<br />
7 B. Williams, The Russian Revo/ution. 1917-1921,Londra 1987, pp. 38,<br />
39.<br />
26<br />
alle misure pratiche del nuovo potere [...] Malgrado le insufficienze<br />
organizzative e il sistema rappresentativo spesso difettoso,<br />
le masse scorgevano nei soviet i "propri" organismi».8<br />
Il mito dell'utopia assassina:ilsocialismo subito<br />
Seconda mistificazione, secondo falso storico: i bolscevichi<br />
avrebbero realizzato il loro putsch per dare vita in Russia, immediatamente<br />
o a breve termine, a una società ideale, a un paradiso<br />
in terra. Avrebbero
Le iniziative di controllo operaio sono andate moltiplicandosi<br />
spontaneamente, nelle fabbriche, alla vigilia e all'indomani della<br />
Rivoluzione d'ottobre. Sono anche sfociate semiautomaticamente<br />
nell'occupazione e nell'esproprio di fabbriche, quando gli industriali<br />
hanno preso l'iniziativa di massicci licenziamenti o di serrate.n<br />
I bolscevichi non si aspettavano di realizzare l"'utopia", cioè il<br />
socialismo subito e soltanto in Russia. In realtà, respingevano all'unanimità<br />
un'ipotesi del genere. Lenin non ha mai nascosto alle<br />
masse russe che, per lui, la conquista del potere in Russia aveva la<br />
funzione storica di incoraggiare la rivoluzione internazionale, in<br />
primo luogo la rivoluzione tedesca (approfittando del fatto che i<br />
rapporti di forza erano più favorevoli al proletariato in Russia<br />
che non negli altri paesi del mondo).<br />
Julius Braunthal ha sottolineato come questa questione rivestisse<br />
una grande importanza agli occhi di Lenin: «"È in gioco<br />
l'intero avvenire della rivoluzione operaia internazionale, del socialismo".<br />
È l'argomento che ritorna praticamente in tutti gli articoli<br />
e in tutte le lettere in cui incalza il Comitato centrale, nell'autunno<br />
del 1917, a passare all'azione. Non fa che ripetere: "La maturazione<br />
crescente e l'ineluttabilità della rivoluzione socialista<br />
mondiale non possono più essere messe in discussione [...]. Siamo<br />
alle soglie della rivoluzione mondiale. Saremmo veramente dei<br />
traditori dell'Internazionale se, in un momento del genere, rispondessimo<br />
solo con alcunerlsoluzioni all'appello della rivoluzione<br />
tedesca (ad esempio, [aimarinai] della marina militare tedesca)"»P<br />
Non se ne deve dedurre, naturalmente, che nella propaganda<br />
bolscevicanon sia stato fOQdamentaleun indirizzosocialista,che<br />
questo non abbia influenzato se non marginalmente le iniziative<br />
concrete che sono state prese. Per Lenin e per i bolscevichi,in<br />
quel momento - contrariamente"alle loro posizioni prima dell'aprile<br />
1917 - "potere dei Soviet", "potere operaio" (od operaio e<br />
contadino) e indirizzosocialistaerano in pratica considerati sinonimi.Lenin<br />
però non ha mai cessatodi mettere in evidenzacome<br />
questo significasse soltanto che si poteva - e si doveva - cominciare<br />
a impegnarsiper questa strada e nient'altro. Lenin sapeva che<br />
una società socialistapienamente sviluppata (nel senso tradizion<br />
S. A. Smith, op. cito<br />
012J. Braunthal, Geschichte der Intemationale, 2 volI., BerlinolBonn 1978.<br />
28<br />
naIe, marxista,del termine: una società senza classi)avrebbe potuto<br />
vedere la luce solo dopo la vittoria della rivoluzioneinternazionale.<br />
Lo ripeteva nel gennaio del 1918, di fronte al III Congresso<br />
dei Soviet: «lo non mi faccio illusioni:abbiamo soltanto<br />
cominciato il periodo di transizione al socialismo,non siamo ancora<br />
arrivatial socialismo.[...]Noi siamo lontani anche dalla fine<br />
del periodo di transizione dal capitalismo al socialismo.Non ci<br />
siamo mai lasciaticullare dalla speranza di poterlo portare a terminesenzal'aiuto<br />
del proletariato internazionale"».I3<br />
Il mito di unparlito-settadi fanatici<br />
Terza mistificazione, terzo falso storico. Il putsch dell'Ottobre<br />
1917 sarebbe stato perpetrato da una piccola setta di rivoluzionari<br />
di professione ipercentralizzata, fanatizzata e manipolata da Lenin,<br />
avido di potere, e di potere assoluto. In realtà, nei mesi dal<br />
febbraio all'ottobre 1917,'il Partito bolscevico era diventato un<br />
partito di massa, che raccogli~va l'avanguardia effettiva del proletariato<br />
russo: i dirigenti naturali della classe, riconosciuti come tali<br />
da questa. Il numero dei rivoluzionari di professione (di funzionari)<br />
nelle sue file era estremamente ridotto.14Era il partito meno<br />
burocratico che si sia mai visto. Contava appena 700 funzionari su<br />
oltre 250.000-300.000 membri. Tra l'altro, funzionava in modo<br />
molto democratico: le discussioni, le divergenze d'opinione erano<br />
parecchie e, in genere, si esprimevano pubblicamente.15<br />
13Lenin, Rapporto sull'attività del Consiglio dei Commissari del popolo, 11<br />
(24)gennaio1918,in Opere,voI.XXVI,Roma 1966,p.444.<br />
14Cercando di dimostrare che fin dagli inizi era presente una tendenza<br />
alla burocratizzazione del movimento di massa, M. Feuo dimostra in<br />
realtà il contrario. Alla II Conferenza dei Consigli di fabbrica, sui quali<br />
prevalentemente i bolscevichi si basavano, i membri direttamente eletti<br />
dagli operai erano il 93%, quelli nominati dai sindacati, dai partiti e dai<br />
Soviet il 7%. Alla III Conferenza dell'ottobre 1917, tali percentuali divenlano<br />
rispettivamente: 88% e 12% (M. Feuo, op. cit., p.1l8): difficile considerare<br />
"burocratizzato" o in via di "burocratizzazione" un organismo<br />
con 1'88% dei membri che sono operai di fabbrica, eletti direttamente dai<br />
loro compagni di lavoro.<br />
I~ Trotskij, nella sua Storia della Rivoluzione russa, segnala che il Partito<br />
ho\scevico designò come suoi rappresentanti nella presidenza al Il Congresso<br />
dei Soviet 14 delegati bolscevichi, 6 dei quali si sono opposti all'insuuezione.<br />
29<br />
- ....<br />
1...<br />
- --<br />
- -- - -
La libertà d'espressione non riguardava solo qualche dirigente<br />
in minoranza che spiegava pubblicamente le proprie posizioni<br />
(ad esempio, Bucharin e i "comunisti di sinistra"), incluso<br />
in quotidiani non del partito, ma interi organismi del<br />
partito stesso. Ad esempio, per mesi, il Comitato di partito di<br />
Vyborg spedì nel 1917 i propri agitatori nella flotta del Baltico,<br />
per opporsi agii argomenti del Comitato di Pietrogrado,<br />
considerato troppo tollerante verso il governo provvisorio.<br />
Due tendenze bolsceviche si sono pubblicamente contrapposte<br />
durante le conferenze dei comitati di fabbrica, prima<br />
della Rivoluzione d'ottobre. La prima era rappresentata da<br />
Miljutin e Larin, sostenuti da Rjazanov, Lozovskij e Sljapnikov,<br />
e voleva combinare il controllo operaio con l'obiettivo<br />
della pianificazione centralizzata. La seconda, rappresentata<br />
base da Trotskij decentrata. e da Cubar, insisteva soprattutto sull'iniziativa di<br />
È una tradizione che è rimasta viva. Se ne trova traccia ancora<br />
nel 1921, al X Congresso del Partito comunista, quando<br />
infuriava la battaglia per vietare le frazioni in seno al PC (ritorneremo<br />
dopo su questo Congresso). Nella discussione, Lenin<br />
se l'era presa violentemente con Kiselev, un delegato che<br />
aveva criticato alcuni poteri disciplinari straordinari concessi<br />
dal progetto di risoluzione al Comitato centrale. Poiché i termini<br />
polemici erano andati ben oltre il suo pensiero, non esitò<br />
a pronunciare subito un'autocritica: «Compagni, mi dispiace<br />
molto di aver adoperato la parola "mitragliatrice" e prometto<br />
solennemente di non usare in avvenire parole simili neppure<br />
in senso figurato poiché esse spaventano inutilmente i compagni,<br />
e dopo di ciò non si può più capire che cosa essi vogliano<br />
(Applausi).Nessuno si accinge a sparare a nessuno da nessuna<br />
mitragliatrice, e siamo assolutamente certi che né il compagno<br />
Kiselev,né nessun altro avrà bisogno di sparare».16<br />
Il Partito bolscevico era allora un partito estremamente inserito<br />
nella società russa e nelle sue forze più vive.Lo ricordava,<br />
sei anni dopo la Rivoluzione, di fronte all'ascesa della frazione<br />
staliniana, la prima Piattaforma dell'Opposizionedi Sinistra,<br />
con una formulazione sorprendente: «il Partito [era] quel-<br />
16Lenin, OsservazionisuO'interventodi Kiselev a proposito deUa risoluzione<br />
suO'unitàdel 261. partito (16 marzo 1921), in Opere, voI. XLII, Roma 1968, p.<br />
30<br />
la viva collettività indipendente che con sensibilità afferra la<br />
realtà delle coseperché è legataa questa realtà con millefili»P<br />
Se la Rivoluzioned'ottobre non è stata un colpo di Stato, non<br />
è neanche stata soltanto lo sbocco di un movimento di massa<br />
spontaneo. È anche stata un'insurrezione metodicamente preparata<br />
e condotta dai bolscevichie dai loro alleati,favorevolial potere<br />
dei Soviet: gli anarchici e i social-rivoluzionaridi sinistra.<br />
Non si trattava di un'insurrezione clandestina e minoritaria. Si<br />
trattava di un'insurrezione organizzata alla luce del sole, fondamentalmentein<br />
seno alle istituzioniche emanavanodai Soviet.<br />
Era il frutto di una nuova legittimità,impostasialla stragrande<br />
maggioranzadei lavoratori e dei soldati, e poi, poco dopo, a una<br />
buona parte dei contadini.<br />
La legittimitàdei Soviet e dei Consiglidi fabbrica prendeva il<br />
sopravventosu quella del Governo provvisorio,dello Stato Maggiore<br />
militare,dei padroni e dei proprietari fondiari.Nelle fabbriche,<br />
glioperai riconoscevanodunque in misuracrescente l'autorità<br />
dei Consiglidi fabbricaanzichéquella dei padroni.18<br />
A Pietrogrado, grazie all'agitazionee all'organizzazionemagistralmente<br />
dirette da Leone Trotskij,tutti i reggimentidella guarnigione<br />
decisero in assemblee J>t!~blichedi non riconoscere più<br />
gliordini dello Stato maggioree dè~ gerarchiamilitare e di riconoscere<br />
invece quelli del Soviete del suo Comitato militarerivoluzionario.<br />
In condizioni del genere ha potuto realizzarsi, il 25 ottobre<br />
1917,il rovesciamento "tecnico" del governo provvisorio,provocando<br />
perdite assai contenute: t ,costato meno morti di quanti<br />
non ve ne siano normalmente per incidenti stradali in un normale<br />
finesettimana nei principali paesi europei.19<br />
17Da La piattaforma dei 46 del 23 ottobre 1923, pubblicata in appendice<br />
a E. H. Carr, Storia deUaRussia sovietica, voLlI: La morte di Lenin. L'interregno1923-1924,Torino<br />
1965, p. 344.<br />
18Cfr. in S. A. Smith (op. cit., pp. 58-60, 63- 64, 85-86. 139 sgg.) le numerose<br />
iniziative di controllo operaio nelle fabbriche. Le Guardie rosse furono,<br />
del resto, l'emanazione delle milizie istituite dai consigli.<br />
19«La facile e quasi del tutto incruenta vittoria del 25 ottobre 1917 parve<br />
implicare l'assenso della vastissima maggioranza della popolazione ed è<br />
giustificata l'orgogliosa affermazione fatta dai bolscevichi, secondo cui,<br />
del poco sangue che costò la rivoluzione, la maggior parte fu sparso nei<br />
tentativi che furono compiuti per strappare ai bolscevichi stessi una vittoria<br />
già conquistata» (E. H. Carr, op. ci/., voI. I: La Rivoluzione bolscevica.<br />
1917-1923,Torino 1964, pp. 150-151).<br />
31
Che cos'è dunque stata, sinteticamente, la Rivoluzione d'ottobre<br />
L'apice di un formidabile movimento di massa, guidato verso la<br />
presa del potere da un partito operaio strettamente radicato fra le<br />
masse. Un partito che cercava innanzitutto di realizzare i più scottanti<br />
obiettivi immediati della popolazione, pur in vista dei più vasti<br />
obiettivi socialisti internazionali e nazionali.20<br />
Capitolo II<br />
Il nodo della situazione internazionale<br />
20S. A. Smith, op. cit., pp. 150-156, contesta giustamente la tesi di parecchi<br />
storici occidentali che sostengono che i bolscevichi erano contrari in<br />
modo congenito al controllo operaio istituzionalizzato. Purtroppo, però,<br />
fa anche lui qualche concessione, basandosi sugli "anni bui" del 1920-<br />
1921. AI riguardo, non accenna quasi allo sviluppo delle posizioni di Lenin<br />
e di Trotskij al III e al IV Congresso dell'Internazionale Comunista<br />
(IC) e a quelle di Trotskij, dell'Opposizione di Sinistra e della IV Internazionale<br />
in favore del controllo operaio a partire dal 1923.<br />
32<br />
È impossibile capire la Rivoluzione d'ottobre al di fuori del<br />
contesto della Prima guerra mondiale del 1914-1918.<br />
Tra tutte le parole d'ordine bolsceviche, quella della fine immediata<br />
della guerra, della "pace senza annessioni né indennizzi", riscosse<br />
la risonanza più vasta fra la popolazione. Essa è diventata<br />
l'elemento distintivo caratterizzante per tutti i bolscevichi degli altri<br />
partiti che si richiamavano al socialismo, alla rivoluzione. Soprattutto<br />
i soldati, per la stragrande maggioranza contadini, non<br />
volevano più saperne della guerra.<br />
La disgregazione dell'esercito, fondamentalmente ancora zarista,<br />
ha disarmato il governo provvisorio, poi i primi tentativi controrivoluzionari,<br />
permettendo all'Ottobre vittorioso di consolidarsi.<br />
I più lucidi menscevichi, peraltro, lo hanno riconosciuto, successivamente.<br />
Il loro capo, Dan, sostiene perentoriamente che «il<br />
protrarsi della guerra aveva dato ai bolscevichi la vittoria nella rivoluzione<br />
russa».l<br />
Perdipiù, la risposta dei bolscevichi e dei Soviet, dopo la conquista<br />
del potere nell'ottobre 1917, consente di valutare a fondo<br />
lapoliticadel nuovo Stato rivoluzionario. .<br />
l J. Martov, F. Dan, op. cit., p. 247.<br />
33
Il diritto dei popoli di dispo"e di se stessi<br />
TIprimo discorso pronunciato da Lenin al II Congresso dei Soviet,<br />
per presentare la politica del nuovo potere emerso dall'Ottobre,<br />
fu la sua Relazione suDapace. Vi si trova una veemente affermazione<br />
del diritto all'auto determinazione delle nazioni, i cui accenti<br />
democratici assumono oggi una grande attualità: «Se una<br />
nazione qualunque è mantenuta con la violenza entro i confini di<br />
un dato Stato, se, nonostante il suo espresso desiderio -poco importa<br />
se espresso nella stampa, nelle assemblee popolari, nelle<br />
decisioni dei partiti o attraverso sommosse e insurrezioni contro il<br />
giogo straniero -non le viene conferito il diritto di votare liberamente,<br />
dopo la completa evacuazionedelle truppe della nazione<br />
dominante o, in generale, di ogni altra nazione più potente, e di<br />
scegliere,senza la minima costrizione,il suo tipo di ordinamento<br />
statale, la sua incorporazioneè un'annessione, cioè una conquista<br />
e una violenza.<br />
Il governo ritiene che continuare questa guerra per decidere<br />
come le nazioni potenti e ricche devono spartirsile nazioni deboli<br />
da esse conquistate sia il più grande delitto contro l'umanità e<br />
proclama solennemente la sua decisionedi firmare subito le condizioni<br />
di una pace che metta fine a questa guerra in conformità<br />
delle condizioni sopraindicate, parimenti giuste per tutti i popoli<br />
senza eccezioni».2<br />
Il governo sovieticoha esteso questo principio del diritto dei<br />
popoli a disporre di se stessia tutte le colonie e semicolonieal di<br />
fuori dell'Europa. È stato un gesto rivoluzionariodalle incalcolabili<br />
ripercussionistoriche, che ha fornito un impulso decisivoai<br />
movimentidi liberazionenazionale che stavano nascendo in paesi<br />
come l'India, la Cina, l'Indonesia, oltre che rappresentare un appoggiosignificativoper<br />
alcuni già rilevantimovimentiantimperialistici(Turchia).<br />
In una delle sue primissime dichiarazioni in occasione delle<br />
trattative di pace con la Germania a Brest Litovsk,il 30 dicembre<br />
1917, il governo sovietico ha proclamato l'estensione del diritto<br />
delle nazioni all'autodecisione,riconosciutodal presidente americano<br />
Wilson, a tutti i paesi coloniali e semicoloniali.Simultanea-<br />
2 Lenin, Relazione sulla pace del 26 ottobre (8 novembre 1917) al il Congresso<br />
dei Soviet dei deputati operai e soldati di tutta la Russia, in Opere,voI.<br />
XXVI, Roma 1966, p. 232.<br />
34<br />
mente, esso abolì tutti i trattati iniqui con la Cina, specie quello<br />
relativo alla Ferrovia orientale cinese e quello sul diritto all'estraterritorialità<br />
dei cittadini russi in Cina, in Mongolia e in Iran. Tali<br />
principi, del resto, sono stati inseriti nella prima Costituzione sovietica,<br />
quella della RSFSR del 1918.<br />
La reazione delle forze antimperialiste in Asia fu immediata. In<br />
Cina, i bolscevichi vennero chiamati gli huang-i-tang, il "partito<br />
del massimo umanesimo". Sun Yat-sen, leader nazionalista cinese,<br />
spedì a Lenin un messaggio di solidarietà. In Iran, il movimento<br />
nazional-democratico si richiamò alla Rivoluzione d'ottobre,<br />
dopo che Trotskij ebbe ritirato truppe e istruttori russi dal territorio<br />
di questo paese. Una delle ripercussioni di questa politica fu la<br />
famosa Conferenza dei popoli dell'Oriente a Baku, nel 1920.<br />
Per la prima volta nella storia, il potere dei Soviet ha inoltre<br />
abolito la diplomazia segreta, decidendo di rendere pubblici tutti i<br />
documenti diplomatici e tutti i trattati segreti. Soprattutto, decise<br />
di cominciare immediatamente dai negoziati per l'armistizio con<br />
tutti i governi belligeranti disposti a impegnarsi su questa strada.<br />
Ottobre 1917: una rivoluzione per la pace<br />
L'appello era seguito da un altro appello ai lavoratori dei principalipaesi<br />
imperialistia impegnarsinella via della pace e del socialismo:«Il<br />
governo provvisorio,operaio e contadino della Russia,indirizzandoqueste<br />
proposte di pace ai governie ai popoli di<br />
tutti i paesi belligeranti, si rivolgeanche e specialmente aglioperai<br />
coscientidelle tre nazioni più progredite dell'umanità, dei più<br />
potenti degli Stati che partecipano alla guerra attuale: Inghilterra,<br />
Franciae Germania.<br />
Gli operai di questi paesi hanno reso i più grandi servigialla<br />
causa del progresso e del socialismocon i grandi esempi del movimento<br />
cartista in Inghilterra, delle numerose rivoluzionidi importanza<br />
storica mondiale compiute dal proletariato francese e,<br />
infine,della lotta eroica contro le leggieccezionaliin Germania e<br />
del lavoro lungo, ostinato, disciplinato,per la creazione di organizzazioniproletarie<br />
di massa in Germania, che è un modello per<br />
glioperai di tutto il mondo. Tutti questi esempi di eroismo proletario<br />
e di creazione storica ci danno la garanzia che gli operai di<br />
questi paesi comprenderanno i compiti che stanno ora davanti a<br />
loro per la liberazionedell'umanità dagliorrori della guerra e dal-<br />
35
le sue conseguenze, giacché questi operai, con la loro attività molteplice,<br />
risoluta, devota, energica, ci aiuteranno a far trionfare la<br />
causa della pace e, a un tempo, la causa della liberazione delle<br />
masse lavoratrici e sfruttate da ogni schiavitù e da ogni sfruttamento».3<br />
Dal punto di vista storico, era giustificato Incontestabilmente.<br />
La guerra mondiale ha costituito una svolta decisiva nella storia<br />
del capitalismo. Era l'avvio di un'era nel corso della quale i tratti<br />
distruttivi, barbarici, regressivi del sistema erano destinati ad accrescersi<br />
notevolmente, in confronto alla sua capacità di conservare<br />
uno sviluppo ciclico delle forze produttive.<br />
La prima guerra mondiale aveva rappresentato il massacro di<br />
dieci milioni di esseri umani, tra cui il fior fiore della gioventù europea,<br />
per obiettivi ai quali oggi nessuno riconosce una qualsiasi<br />
legittimità.4<br />
Fu il primo di una serie di disastri che porteranno trent'anni<br />
dopo l'umanità alle barbarie di Auschwitz e di Hiroshima.<br />
I socialisti più lucidi lo avevano previsto fin da prima del 1914:<br />
non solo rivoluzionari quali Lenin, Trotskij, Rosa Luxemburg, ma<br />
anche moderati come Jean Jaurès.<br />
Una volta avviato il conflitto micidiale, bisognava impegnarsi a<br />
bloccarlo immediatamente, a qualsiasi costo. Nessun "obiettivo<br />
bellico" dichiarato o nascosto poteva giustificare la continuazione<br />
di quel massacro.<br />
Il governo dei Soviet si è battuto per la pace immediata, nei<br />
preliminari di Brest Litovsk, con la Germania e l'Austria-Ungheria.<br />
Un numero sempre crescente di lavoratori e di soldati di tutti<br />
i paesi erano ormai ostili alla guerra, il che spiega l'enorme eco<br />
raccolta in tutto il mondo dalla posizione sovietica, specie quando<br />
si tradusse nell'agitazione esemplare di Trotskij al tavolo dei ne-<br />
3 Ivi, pp. 233-234.<br />
In altri termini, agli occhi dei bolscevichi, la Rivoluzione d'ottobre era<br />
concepita come un mezzo per porre fine alla guerra; doveva parallelamente<br />
favorire e accelerare lo sviluppo della rivoluzione socialista mondiale.<br />
4 n che non vuoi dire evidentemente che la guerra non avesse ragioni<br />
profonde, in particolare la rivalità tra la Gran Bretagna e la Germania per<br />
la spartizione del bottino dello smantellamento dell'Impero ottomano e il<br />
predominio sul Medio Oriente, di cui si cominciavano a sospettare le ricchezze<br />
petrolifere, nonché la rivalità tra la Russia e la coalizione tedescoausturongarica<br />
per il predominio sui Balcani.<br />
36<br />
goziati. I rappresentanti della Germania e dell'Austria-Ungheria<br />
hanno gridato che si stavano violando tutte le norme della<br />
diplomazia. Come! Rivolgersi ai soldati scavalcando gli ufficiali<br />
Chiamarli a disobbedire e addirittura ad ammutinarsi Chiamare<br />
le colonie a ribellarsi Chiamare allo sciopero gli operai<br />
Da parte di un Ministro degli Esteri, non significava calpestare<br />
le più elementari regole di civiltà e di "convivenza fra le nazioni"<br />
Ben presto i governi britannico e francese seguirono la via<br />
dei loro implacabili avversari degli Imperi centrali, denunciando<br />
anch'essi i rivoluzionari sovietici.<br />
Viceversa, per i popoli, la "civiltà" e le regole della "convivenza<br />
fra le nazioni" cui si richiamavano i governi belligeranti<br />
costituivano le regole di un massacro senza senso, della distruzione<br />
di intere città, di un'oppressione disumana e dello sfruttamento.<br />
Era la "civiltà" della peste e della morte. Lenin e<br />
Trotskij incarnavano la speranza in una civiltà superiore, quella<br />
della vita, della libertà e dei pari diritti per tutti e per tutte.<br />
La propaganda imperialista - in parte ripresa dalla destra socialdemocratica<br />
- era allora infinitamente più accanita di quella<br />
anticomunista dell'epoca della guerra fredda e di oggi. Ma ebbe<br />
però un'eco assai minore fra le masse lavoratrici, che avevano<br />
in realtà modo di constatare la sincerità del potere sovietico.<br />
Il potere sovietico: l'intemazionalismo<br />
in atto<br />
Le masse lavoratrici constatarono come la prima Costituzione<br />
sovietica, quella del 1918, abolisse la distinzione fra cittadini<br />
"nazionali" e "stranieri".<br />
Ogni residente nella Russia sovietica disposto a lavorarvi<br />
avrebbe potuto immediatamente godere di tutti i diritti politici,<br />
incluso il diritto di voto. MacLean, dirigente degli shop stewards<br />
(delegati di reparto) delle fabbriche di munizioni di Glasgow,<br />
in Scozia, messo in prigione dal governo britannico (con l'appoggio<br />
dei socialdemocratici) per questioni di sciopero, ricevette<br />
dal governo sovietico il titolo di console generale della<br />
RSFSR (Repubblica federativa socialista dei Soviet di Russia),<br />
che gli conferiva automaticamente l'immunità diplomatica, per<br />
cui Londra dovette scarcerarlo.<br />
37
Per la prima volta nella storia, un poteredi Stato dimostrava<br />
concretamente di essere al serviziodella classe operaia internazionale.<br />
I bolscevichidimostravano in tal modo di restare fedelialle miglioritradizionidel<br />
movimentosocialista.La n Internazionale era<br />
tragicamente fallita in questo campo, quando i suoi dirigentipiù<br />
in vista avevano accettato la logica della guerra, violando i loro<br />
più solennigiuramentie le risoluzionivotate dalla loro organizzazione<br />
in tutta una seriedi Congressi.<br />
Dopo la capitolazione storica della n Internazionale, la prassi<br />
del nuovo potere sovietico,questa volta in conformità con i principi,<br />
ebbe più effetto di mille discorsi,articoli,opuscolio librinello<br />
stimolare una poderosa ripresa dell'internazionalismoin seno<br />
allemasse.<br />
È appunto questo che ha permesso la creazione della In Internazionale<br />
e che ha scatenato un forte movimento di solidarietà<br />
internazionalecon la Rivoluzionerussa assediata.<br />
Una tradizione socialista: la rivoluzione contro la guen-a<br />
In effetti, il nuovo potere sovietico ha attuato le risoluzioni votate<br />
nel 1907 e nel 1913 proprio dalla n Internazionale. Infatti, la<br />
linea di risposta socialista, di fronte alle minacce di guerra, non si<br />
limitava a denunciare il pericolo di una carneficina senza precedenti,<br />
ma chiamava a impedire o a porre fine all'attacco. Grazie<br />
agli sforzi della sinistra. diretta allora da Lenin, Martov e Rosa<br />
Luxemburg, al Congresso di Stoccarda (1907) dell'Internazionale<br />
Socialista la Risoluzione, votata all'unanimità, sosteneva che, nel<br />
caso in cui comunque la guerra fosse scoppiata, i partiti socialisti<br />
sarebbero stati tenuti a intervenire per farla cessare immediatamente,<br />
sfruttando con tutte le loro forze la crisi economica e politica<br />
indotta dalla guerra per agitare nel modo più profondo gli<br />
strati sociali popolari, precipitando il tracollo del dominio capitalistico<br />
.<br />
E nel 1913,al Congressostraordinario di Basilea l'Internazionale<br />
aveva rivolto ai governi un avvertimentosolenne: nelle condizioni<br />
dell'Europa di allora e dato lo stato d'animo delle masse,<br />
non avrebbero potuto scatenare la guerra senza pericolo diretto<br />
per sé; ricordassero come la guerra franco-tedescaavesseprovocato<br />
l'esplosione della Comune, quella russo-giapponeseavesse<br />
38<br />
messo in moto le forze rivoluzionarie dei popoli della Russia e il<br />
malcontento suscitato dall'aumento delle spese militari e navali<br />
avesse inasprito i conflitti sociali in Inghilterra e sul continente e<br />
scatenato formidabili scioperi. Sarebbero stati semplicemente folli a<br />
non rendersi conto che la sola idea di una guerra mostruosa avrebbe<br />
provocato la collera e l'indignazione dei proletari di tutto il<br />
mondo. Per i lavoratori, spararsi gli uni contro gli altri per il profitto<br />
dei capitalisti, o per orgoglio dinastico, o per le due cose insieme,<br />
era un crimine. Se quindi i governi, spezzando il normale corso<br />
dello sviluppo, avessero costretto l'intero proletariato europeo a rivoluzioni<br />
disperate, si sarebbero assunti la responsabilità della crisi<br />
che ne sarebbe derivata. Il proletariato era cosciente di essere responsabile<br />
del futuro dell'intera umanità e avrebbe impegnato tutte<br />
le proprie forze per impedire il massacro delle migliori energie dei<br />
popoli minacciati dagli orrori di ogni genere di enormi carneficine,<br />
della carestia e della pestilenza.<br />
Jean Jaurès, grande figura del socialismo francese, ha sintetizzato<br />
succintamente questo messaggio a conclusione dell'intervento al<br />
Congresso di Basilea: accentuando il pericolo di guerra, i governi<br />
avrebbero dovuto accorgersi che i popoli si sarebbero fatti i conti<br />
facilmente e che la loro rivoluzione sarebbe costata meno morti<br />
della guerra degli altri.<br />
E il capo della socialdemocrazia austriaca, Adler, rincarando la<br />
dose, sosteneva che se si fosse commesso questo crimine di scatenare<br />
la guerra ne sarebbe seguito, come punizione storica, l'inizio<br />
della fine del regime dei criminali.<br />
Analisi e prospettive, queste, che possono sembrare irrealistiche<br />
a posteriori,alla luce degli avvenimenti dell'agosto del 1914. Va tuttavia<br />
notato che né Lenin, né Rosa, né Martov, né Jaurès o Adler<br />
predicevano che allo scoppio della guerra sarebbe immediatamente<br />
seguita una rivoluzione, anche se a distanza di tre o quattro anni<br />
delle rivoluzioni sono comunque scoppiate.<br />
L'indomani<br />
della Guen-a mondiale<br />
È vero che, nell'agosto del 1914, lo stesso Adler ha capitolato di<br />
fronte ai "criminali" che denunciava nel 1913 e che, po~ ha fatto di<br />
tutto per impedire la rivoluzione tedesca anziché prepararla. È altrettanto<br />
vero che le masse, incluse quelle socialdemocratiche, si<br />
sono lasciate travolgere, in quel momento, dall'ondata sciovinista.<br />
39
--<br />
Sono dati di fatto inconfutabili. Ma sarebbe un po' troppo<br />
semplicistico trame la conclusione che dipendessero da una<br />
prassi quotidianamente riformistica (che combinava scioperi<br />
economici con la preparazione di "buoni" risultati elettorali), o<br />
che tutto ciò riflettesse una crescente integrazione del proletariato<br />
all'interno della società e dello Stato borghesi.<br />
Come spiegare, infatti, in queste condizioni, il radicale cambiamento<br />
dell'orientamento delle masse a partire dal 1917<br />
Cioè a partire dal momento in cui la crisipolitiçaed economica<br />
provocatadalla guerracomportava concretamente la miseria, la<br />
carestia, la pestilenza, i massacri, la soppressione delle libertà<br />
democratiche, esattamente come avevano previsto le Risoluzioni<br />
di Stoccarda e di Basilea. Come spiegare l'ondata crescente<br />
di scioperi, incluso di quelli politici, contro la ''pace di rapina"<br />
imposta dal tedesco Ludendorff alla Rivoluzione russa a Brest<br />
Litovsk nel gennaio 1918Questo mutato orientamento sfociò,a<br />
partire dall'ottobre del 1918, in una serie ininterrotta di rivoluzioni.<br />
Un po' più tardi, certamente, di quanto non avessero sperato<br />
i bolscevichi,ma pur sempre di rivoluzionireali si trattava:<br />
rivoluzioninelle Fiandre, in Germania, in Austria, in Ungheria,<br />
creazione di un potere sovietico in Baviera,5crisi rivoluzionaria<br />
in Italia. La rivoluzione mondiale era una realtà tangibile in<br />
quel biennio. Lo era non solo secondo i bolscevichi,i socialisti<br />
rivoluzionari, buona parte della sinistra socialista "centrista" in<br />
varie parti del mondo, ma secondo la stessa borghesia. Il Primo<br />
ministro britannico Lloyd George scrivevain proposito: «Tutta<br />
l'Europa è impregnata di spirito rivoluzionario.C'è una profonda<br />
sensazione non solo di malcontento ma di indignazionee di<br />
rivolta contro le condizioni prebelliche. Tutto l'ordine esistente,<br />
nei suoi aspetti politici,sociali,economiciviene messo in discussione<br />
dalle masse della popolazione da un capo all'altro dell'Europa».<br />
Per quanto riguarda la situazione in Italia, al momento dell'occupazione<br />
delle fabbriche del settembre del 1920, lo storico<br />
Gaetano Salveminiscrivevada parte sua: «I banchieri, i grandi<br />
industriali e i grandi proprietari fondiari hanno atteso la rivolu-<br />
zione sociale come pecore che aspettano di essere condotte al<br />
macello».6<br />
Nella sua Storia dell'Internazionale, l'austromarxista Julius<br />
Braunthal così riassume la situazione al momento della prima riunione<br />
dell'Internazionale socialista a Lucerna dopo la guerra, nell'agosto<br />
del 1919: «l'Europa era in fermento. Sembrava di essere<br />
alla vigilia di scontri decisivi tra rivoluzione e controrivoluzione».7<br />
E soggiunge: «Subito dopo la riunione del congresso di fondazione<br />
dell'LC., si è verificata in Europa un'ascesa rivoluzionaria che<br />
sembrava confermare le previsioni di Lenin».8<br />
Rispetto alla Germania, osserva: «L'imperialismo delle potenze<br />
occidentali aveva imposto certi limiti alla rivoluzione sociale in<br />
Germania. Ma anche entro questi limiti, c'erano le condizioni per<br />
una rivoluzione sociale che spezzasse il potere della borghesia del<br />
grande capitale; per il passaggio in proprietà pubblica dell'industria<br />
pesante concentrata in poche mani, delle miniere di carbone<br />
e dell'industria chimica; per infrangere la forza del capitale finanziario<br />
imponendo il controllo statale sulle banche; le condizioni<br />
per spezzare il potere degli Junker con la divisione fra i contadini<br />
della grande proprietà fondiaria; e soprattutto per lo sviluppo di<br />
un organo di potere della rivoluzione -un esercito reclutato fra i<br />
lavoratori socialisti e diretto dai socialisti,come nel caso della<br />
Volkswehr[esercito popolare] creata dalla socialdemocrazia austriaca».9<br />
Nella sua relazione al III Congresso dell'Internazionale Comunista,<br />
Trotskij ha citato due giudizi retrospettivi della borghesia<br />
europea che confermavano appieno quest'analisidella situazione<br />
prevalentenel 1919-1920.Il quotidiano reazionario francese «Les<br />
Temps»scrivevain proposito il 28 aprile del 1921: «IlPrimo Maggio<br />
dell'anno scorso era destinato a rappresentare l'avviodi uno<br />
sciopero generale che avrebbe aperto la strada alla fase iniziale<br />
della rivoluzione. Oggi, predomina una grande fiducia circa lo<br />
sforzo della nazione di superare tutte le crisi che sono derivate<br />
dallaguerra».<br />
E l'organo rappresentativo della borghesia svizzera,il quotidiano<br />
«Neue Ziircher Zeitung», scrivevain quello stesso momento<br />
5 La posizione geograficadella Baviera, zona tedesca al confine occidentale<br />
con l'Austria,è importante,come vedremo in seguito,perché vi<br />
fu una spinta rivoluzionariasimultanea appunto in Baviera, in Ungheria,<br />
al confineorientale con l'Austria,e nella stessaAustria.<br />
40<br />
(, G. Salvemini, ThefascistDictatorship in ltaly, New York 1927, pp. 30-31.<br />
7 J. Braunthal, op. cit., p.175.<br />
MIvi, p.186.<br />
'I Ivi, p. 232.<br />
41
ispetto alla Germania: «La Germania del 1921non assomigliaaffatto<br />
a quella del 1918.La decisione del governo è divenuta tale<br />
che i metodi comunistisi sono scontrati con l'opposizionedi quasi<br />
tutti glistrati della popolazione, benché il numero dei comunisti,<br />
che nei giorni della rivoluzioneeran un pugno di uomini decisi,<br />
sia successivamente cresciuto tumuItuosamente».1O<br />
L'ondata rivoluzionaria, per la verità, conobbe soltanto vittorie<br />
temporanee al di fuori della Russia: l'instaurazione delle effimere<br />
Repubbliche sovietiche di Ungheria e di Baviera. La prima fase<br />
della rivoluzione tedesca venne sconfitta nel gennaio del 1919. La<br />
rivoluzione austriaca venne deliberatamente bloccata dal Partito<br />
socialista austriaco (centrista), che negoziò un compromesso con<br />
la borghesia.n<br />
Sconfitta in Europa: la responsabilità dei riformisti<br />
Il compromesso non derivava però da rapporti di forza oggettivamente<br />
sfavorevoli. Va sottolineata al riguardo la tremenda responsabilità<br />
storica dei dirigenti del PS. La presa del potere da<br />
parte dei socialisti austriaci - allora perfettamente possibile _<br />
avrebbe infatti modificato sostanzialmente la situazione in Europa<br />
in favore della rivoluzione, assicurando la saldatura territoriale<br />
con le Repubbliche sovietiche di Baviera e di Ungheria, istituite<br />
di recente e situate a est e a ovest dell'Austria. Rifiutandosi di<br />
prendere il potere, i socialisti austriaci spezzarono la catena della<br />
rivoluzione sociale; se avessero agito diversamente, le tre repubbliche<br />
proletarie si sarebbero rafforzate reciprocamente, suscitanlOIn<br />
L. Trotsky, Relazione sulla crisieconomica mondillle e i compiti dell'Internazionalecomunista<br />
(seconda sessione del III congresso, 23 giugno 1921<br />
in Problemi della rivoluzione in Europa, a cura di Livio Maitan, Milano<br />
1979,p.126).<br />
n R. Rosdolsky (La situazione rivoluzionariain Austria nel 1918e la politica<br />
dei socill/democratici Lo sciopero del gennaio 1918 in Austria, in A. Moscato,<br />
Socill/democrazill e tattica rivoluzionaria.La "terzavill" dell'austromarxismo,<br />
Milano 1973) ha dimostrato, sulla base di materiale d'archivio, come<br />
i dirigenti socialdemocratici austriaci hanno manovrato, in stretto collegamento<br />
con il governo imperiale, per incanalare dapprima e poi soffocare<br />
il poderoso sciopero generale a Vienna. Otto Bauer, dirigente dell'ala sinistra<br />
del PS austriaco, ha ammesso che il blocco dello sciopero generale<br />
prima che si trasformasse in rivoluzione aveva incontrato un'enorme resistenza<br />
in seno al proletariato.<br />
do una spinta rivoluzionaria che avrebbe potuto estendersi in<br />
tutta l'Europa.12<br />
Quanto alla rivoluzione tedesca, delineatasi nel 1918 e poi<br />
duramente repressa, conobbe una ripresa che sfociò nell'impressionante<br />
sciopero generale del marzo 1920 contro il putsch<br />
di Kapp-von Liittwitz, e fu seguita da una terza ondata nel 1923<br />
con lo sciopero generale contro il governo CunoP<br />
Ma il dato di fondo è che, se i bolscevichisi facevano "illusioni"<br />
sulla rivoluzione mondiale, tali illusioni erano condivise da<br />
milionidi salariati/e in tutto il mondo.<br />
AI I Congresso dell'IC, nel marzo del 1919, c'era solo una<br />
manciata di gruppi rivoluzionari, che rappresentavano soltanto<br />
alcune decine di migliaiadi persone al di fuori della Russia. Ma,<br />
nei mesi successivi,le simpatie "per Mosca" si estesero a tal<br />
punto che la maggioranza dei lavoratori organizzati di parecchi<br />
paesi (Spagna, Italia, Francia, Norvegia, Bulgaria, Cecoslovacchia)<br />
e una forte minoranza in altri (in primo luogo in Germania)<br />
richiesero l'adesione all'IC. In Austria, in Polonia, in Svizzera,<br />
i dirigenti dei partiti socialisti non riuscirono a bloccare<br />
l'ondata se non rompendo anch'essi con la socialdemocrazia riformista<br />
e costituendo la cosiddetta Internazionale "due e mezzo",<br />
che proclamò giuramenti in favore della causa del proletariato.14<br />
12Su questo problema, si veda l'Introduzione di Y. Bourdet a una raccolta<br />
di testi di Max Adler: Democratie et conseils ouvriers, Parigi 1967. Yvon<br />
Bourdet giustifica fondamentalmente il rifiuto della conquista del potere<br />
da parte degli austromarxisti, sottovalutando sia il potenziale rivoluzionario<br />
di quel periodo sia la gravità delle conseguenze a breve termine di<br />
quella scelta politica (pur sottolineando come il fallimento del progetto<br />
austromarxista di "rivoluzione graduale" abbia lasciato spazio alla successiva<br />
ascesa del fascismo).<br />
13Durante lo sciopero generale contro il go/pe di estrema destra Kappvon<br />
Luttwitz, per la prima e unica volta anche i sindacati riformisti chiamarono<br />
a costituire un governo operaio "puro" composto dal Partito socialdemocratico<br />
tedesco (SPD), dal Partito socialdemocratico tedesco indipendente<br />
(USPD, centrista) e dai sindacati stessi. Il generale von Luttwitz,<br />
comandante delle truppe di Berlino, e Kapp, alla direzione dell'Agricoltua<br />
in Prussia, hanno diretto nel marzo del 1920 un colpo di Stato<br />
abortito. Il governo Cuno (dal nome del banchiere Wilhelm Cuno), costituitosi<br />
alla fine del 1922, nettamente di destra, si basava inizialmente su<br />
una coalizione parlamentare che andava dai socialdemocratici ai partiti<br />
borghesi, ma che aveva escluso dal gabinetto i socialisti.<br />
14L'ondata rivoluzionaria raggiunse persino la remota città di Seattle, ne-<br />
42<br />
43
--<br />
Va sottolineato che la profonda radicalizzazione del proletariato<br />
internazionale, dopo la Rivoluzione d'ottobre, aveva radici<br />
specifiche a seconda dei vari paesi. Non era un semplice prodotto<br />
di esportazione in provenienza da Mosca.15Essa modificò profondamente<br />
i rapporti di forza internazionali fra le classi. Per cercare<br />
di incanalare l'ondata rivoluzionaria con l'aiuto dei riformisti la<br />
borghesia dovette concedere al proletariato importanti riforme,<br />
per le quali esso si era battuto senza successo da oltre venticinque<br />
anni: in primo luogo la giornata lavorativa di otto ore e il suffragio<br />
universale diretto. La radicalizzazione era talmente profonda<br />
che vi fu persino uno sciopero generale in Svizzera e un appello<br />
del leader socialdemocratico Troelstra alla rivoluzione nei Paesi<br />
Bassi, due paesi rimasti neutrali nella guerra e ben più stabili del<br />
resto dei paesi europei.<br />
Il cambiamento dei rapporti di forza internazionali fra le classi<br />
ha salvato la Russia sovietica dallo strangolamento militare nel<br />
1920, quando la minaccia di sciopero generale da parte del movimento<br />
operaio britannico all'unanimità impedì all'imperialismo<br />
britannico di intervenire al fianco delle forze controrivoluzionarie<br />
di Weygand e Foch in occasione della guerra russo-polacca.16Angli<br />
Stati Uniti, dove esplose uno sciopero generale che assunse forme di<br />
organizzazione semisovietiche.<br />
15Il dirigente menscevico di sinistra, Martov, ha cercato in seguito di fornire<br />
una spiegazione "socio logica" della radicalizzazione operaia internazionale<br />
successiva al 1917. Egli afferma (J. Martov, Bolscevismo mondiale,<br />
Torino 1960; l'originale russo è del 1919) che tale radicalizzazione sarebbe<br />
essenzialmente sorretta da operai e soldati disorganizzati, che assumerebbero<br />
il punto di vista di "consumatori" in contrapposizione a quello di<br />
"produttori" degli operai socialdemocratici tradizionali, operai qualificati<br />
e semiqualificati. Si tratta di una tesi insostenibile alla luce dei fatti. Non<br />
solo in Russia e in Italia, ma anche in Germania, i/le salariatile che optavano<br />
per l'IC erano soprattutto i lavoratori delle grandi fabbriche, qualificati<br />
e semiqualificati, mentre i riformisti ottennero l'appoggio principale<br />
fra i lavoratori scarsamente o per niente qualificati delle piccole e medie<br />
aziende e dei settori meno avanzati dell'economia. La stessa precisa composizione<br />
sociale segnava la distinzione in Germania fra USPD e SPD<br />
prima, fra destra e sinistra dell'USPD poi (fino al marzo 1921) e in seguito,<br />
nel 1923, tra PC e socialdemocrazia. Quanto alla Russia, S. Smith, D.<br />
P. Koenker hanno dimostrato come i bolscevichi avessero soprattutto il<br />
sostegno degli operai qualificati delle grandi fabbriche (cfr. H. D. Kaiser,<br />
The Wo/ker's Revolution in Russia un 1917. The View[rom Below, Cambridge<br />
1987).<br />
16Il 9 agosto 1920, il comitato parlamentare dei sindacati, il comitato esecutivo<br />
del Partito laburista e il gruppo parlamentare di questo partito or-<br />
44<br />
che in questo senso molto preciso le speranze dei bolscevichi nella<br />
rivoluzione mondiale non erano assolutamente illusorie.<br />
Sicuramente erano state speranze eccessive, se parliamo di vittorie<br />
decisive a breve termine. Lenin e Trotskij lo hanno ammesso<br />
piuttosto presto. Un po' paradossalmente, avevano peccato di<br />
un eccesso di spontaneismo. L'ondata rivoluzionaria appariva in<br />
quel momento talmente profonda che in qualche modo essi hanno<br />
sottovalutato il ruolo del fattore soggettivo - della direzione rivoluzionaria,<br />
cioè - al fine di ottenere la vittoria: «Dopo tutto,<br />
quello che ci sta di fronte non è quell'assalto caotico e spontaneo,<br />
la cui prima fase abbiamo visto in Europa nel 1918-19. Ci era parso<br />
(e avevamo qualche giustificazione storica) che in un periodo<br />
in cui la borghesia era disorganizzata, questo assalto si sarebbe<br />
sviluppato in ondate sempre maggiori, che nel corso del processo<br />
gli strati decisivi della classe operaia avrebbero acquisito più chiara<br />
cosciena e che in questa prospettiva il proletariato avrebbe<br />
conquistato il potere statale entro un anno o due. Questa possibilità<br />
storica esisteva. Ma non si è concretizzata. La storia - grazie<br />
alla cattiva o buona volontà della borghesia, grazie alla sua astuzia,<br />
alla sua esperienza, alla sua organizzazione e al suo istinto per<br />
il potere -ha assicurato alla borghesia stessa unmomento di respiro<br />
piuttosto prolungato. Nessun miracolo è stato fatto»P È comunque<br />
incontestabile che le masse volessero la rivoluzione in<br />
tutta una serie di paesi. Abbondano le prove e le testimonianze in<br />
questo senso. Se ciò malgrado la lotta rivoluzionaria non ha trionfato<br />
al di fuori della Russia lo si deve al fatto che mancava un'adeguata<br />
direzione; meglio: che le direiioni egemoni in seno al<br />
movimento di massa sono intervenute attivamente a impedire la<br />
vittoria.<br />
Malgrado le incertezze e le contraddizioni della sua impostaganizzavano<br />
un Consiglio d'Azione per avvertire il governo «che gli Alleati<br />
stavano preparando una guerra contro la Russia sovietica sul problema<br />
della Polonia. Esso dichiara che una simile guerra sarebbe un crimine<br />
intollerabile contro l'umanità. Avverte quindi il governo che avrebbe utilizzato<br />
tutta la potenza industriale dei lavoratori organizzati per far fallire<br />
la guerra [...] e che si sarebbe immediatamente costituito un Consiglio<br />
d'azione che avrebbe preso tutte le misure necessarie ad applicare tale<br />
decisione». Oltre 1.000 delegati si riunirono il 13 agosto in una conferenza<br />
nazionale per costituire consigli d'azione al livello locale e preparare<br />
uno sciopero generale. Si costruirono consigli in oltre 350 città.<br />
17L. Trotskij, Relazione cit., p.173.<br />
45
zione diagnostica,è la conclusione cui approda lo stesso Braunthal:<br />
«Perché non si è verificato niente di simile pa possibilitàdi<br />
una rivoluzione] In ultima istanza, perché la socialdemocrazia<br />
tedesca non è intervenuta nella rivoluzionecome un partito rivoluzionario,<br />
perché la stragrande maggioranzadei suoi dirigenti e<br />
delle masse (la loro base) erano ben lungi dal pensare in termini<br />
rivoluzionari,e non erano quindi preparati mentalmente alla prova<br />
dellarivoluzione.»18<br />
Il popolo tedesco, il proletariato tedesco e internazionale,l'intera<br />
umanità hanno pagato -come vedremo -un prezzo tremendo<br />
per una similebancarotta, accompagnata da veri e propri<br />
mini.<br />
cri-<br />
Capitolo m<br />
Il nodo nazionale<br />
18J. BraunthaI, op. cit.,p. 232.<br />
46<br />
Il regime zarista è stato rovesciato nel febbraio del 1917, vale a<br />
dire otto mesi prima della Rivoluzione d'ottobre. È allora che sono<br />
nati i Soviet, i consigli degli operai, dei contadini, dei soldati.<br />
Eppure, all'inizio di quel periodo cruciale i bolscevichi non erano<br />
maggioritari nei Soviet e non erano al potere. Erano altre le forze<br />
politiche, borghesi liberali e mensceviche, che hanno costituito il<br />
governo provvisorio e che hanno avuto modo di fare i loro tentativi.<br />
Ma esse si sono rivelate incapaci di risolvere l'insieme dei problemi<br />
scottanti che la situazione poneva. Tale incapacità spiega<br />
appunto la progressiva crescita d'influenza bolscevica e la comparsa<br />
di una nuova situazione rivoluzionaria nell'autunno.<br />
La pace immediata non era l'unico compito con il quale dovesse<br />
fare i conti il governo provvisorio. La popolazione sentiva l'urgenza<br />
di altri problemi e i Soviet si erano impegnati a risolverli<br />
senza indugi (senza che questo si traducesse regolarmente in<br />
un'adesione consapevole delle masse al potere dei Soviet).<br />
Ciò valeva soprattutto per il problema della terra, per quello<br />
della miseria operaia e per il problema delle istituzioni politiche.<br />
In questi tre ambiti cruciali della vicenda socio-politica, la Russia<br />
portava con sé un retaggio di barbarie, di arretratezza, di sottosviluppo,<br />
su cui ricadevano le ripercussioni di una rapidissima, selvaggia<br />
industrializzazione, condotta all'insegna dell'autocrazia. Il<br />
merito storico della Rivoluzione d'ottobre è quello di avere permesso<br />
la pulizia di queste "stalle di Augia" prodotte dallo zari-<br />
47
smo, di cui la stragrande maggioranza del popolo russo, prigioniera<br />
di condizioni disumane, soffriva vivamente nella propria carne.<br />
Semplicemente descrivendo tali condizioni ci si può rendere<br />
conto ancora una volta dell'ipocrisia, se non del cinismo, di tutti<br />
coloro che attribuiscono alla Rivoluzione d'ottobre la responsabilità<br />
della miseria diffusa in Russia fino agli inizi degli anni Venti.<br />
Il problema<br />
agrario<br />
In seguito all'abolizionedella schiavitùnel 1861i contadini sovietici<br />
avevano dovuto subire il peso di pesanti conseguenze. Si<br />
poteva stimare che le rendite capitalizzatedelle tecre ottenute dai<br />
contadini in quel momento rientrassero nell'ordine dei 648milioni<br />
di rubli. Tuttavia, venne loro imposta una cifra globale di 867<br />
milionidi rublidi riscatto.Per giunta i contadinidovevanopagare<br />
un'imposta agricola di 1,56 rubli per desiatina(una misura di superficie<br />
pari a 2,7 acri), vale a dire 170milioni di rubli, mentre i<br />
proprietari privati nobili e borghesipagavano, da parte loro, solo<br />
0,23 rubli di tasse per ogni desiatina.<br />
Stando a un'indagine del 1902,la somma che i contadiniavreobero<br />
dovuto versare avrebbe oscillato fra il 50% e il 100% del<br />
reddito netto di ognifattoria, a seconda dellasua dimensione.<br />
Inoltre, al momento della distribuzionedella terra, i proprietari<br />
fondiari si erano impossessatidelle terre migliori,prima a disposizione<br />
dei contadini, "concedendo" loro spesso esclusivamenteil<br />
diritto di acquistarele terre meno fertili.<br />
In cambio di questo pesante tributo, i contadini in pratica non<br />
ottennero niente dallo Stato zarista. Nelle regioni-chiavedella<br />
Russia centrale le condizionidi vita e di lavororimanevanoquelle<br />
che erano state da un millennio.Il reddito per ettaro rappresentava<br />
solo un quarto dell'equivalente inglese,meno di un quinto<br />
per la media delle aziende agricole (senza cioè tenere conto dei<br />
possedimentisfruttatidallanobiltà e dallaborghesia).!<br />
In tali condizioni,le pressioni della rendita e delle imposte da<br />
pagare, anno dietro anno, impedivano ai contadini di costituire<br />
delle riserve. Questo, da un lato, ha comportato il graduale esaurimento<br />
della fertilità del suolo a causa del supersfruttamento<br />
l Tutti i dati in proposito si ricavano da L. Trotskij,1905, Roma 1969.<br />
48<br />
(come si vede, i problemi ecologici non risalgono solo al periodo<br />
staliniano!) e, dall'altro lato, una serie di carestie periodiche, in<br />
occasione di ogni cattivo raccolto. Il peggiore è stato quello del<br />
1891.<br />
Ancora più grave di questo carico finanziario, già di per sé insostenibile,<br />
era la penuria di terre. Si è potuto calcolare che la dimensione<br />
di un'azienda agricola in grado di sostentare una famiglia<br />
contadina era da 6,5 a 7 desiatine. I contadini che lavoravano<br />
terre un tempo appartenenti alla nobiltà o al demanio ottenevano,<br />
rispettivamente, solo 3,17 e 4,9 desiatine. Data la dinamica demografica<br />
e il limitatissimo esodo rurale, mediamente la terra a<br />
disposizione di ogni contadino adulto ammontava a 4,83 desiatine<br />
nel 1861 e a 3,1 nel 1905. Circa 5 milioni di individui adulti presenti<br />
nelle campagne non potevano applicare realmente la propria<br />
forza lavoro, anche al bassissimo livello di produttività presente.<br />
Grosso modo, i contadini avrebbero avuto bisogno di 69/70<br />
milioni di desiatine di terra in più.<br />
Ora, nel 1905, rispetto a 115 milioni di desiatine di terreni in<br />
mano ai contadini, ve ne erano 101,7 milioni in possesso della nobiltà,<br />
del clero e della borghesia, e 145 milioni appartenenti allo<br />
Stato o al demanio. Le aziende agricole superiori alle 50 desiatine<br />
(quindici volte superiori alla media delle aziende agricole) occupavano<br />
da sole un totale di 80 milioni di desiatine.<br />
La conclusione è evidente: i contadini potevano ottenere la terra<br />
che mancava loro solo sopprimendo la grande proprietà nobiliare<br />
e borghese. Finché tale rivoluzione agraria non si fosse realizzata,<br />
i contadini avrebbero solo potuto continuare ad affittare<br />
terre appartenenti ai grandi proprietari. Al termine del XIX secolo,<br />
nella cosiddetta zona delle "terre nere" (il cuore della Russia),<br />
costoro concessero in affitto ai contadini il 50% dei loro possedimenti<br />
(dal 30% al 45% nel resto del paese). Il prezzo della concessione<br />
in affitto era estremamente elevato e raggiungeva in certi<br />
casiil 50% del raccolto.<br />
Aggiungendovi il costo del riscatto, il gravame delle imposte e<br />
quello della rendita, si ottiene un carico complessivo ai danni dei<br />
contadini che comporta l'inevitabile pauperizzazione della maggioranza<br />
delle famiglie campagnole. Tra il 1888 e il 1898, il numero<br />
dei cavalli posseduti dai contadini è sceso da 19,6 a 17 milioni,<br />
dei bovini da 34,6 a 24,5 milioni di capi. Contemporaneamente, il<br />
numero di aziende senza cavalli a disposizione è aumentato del<br />
22% (le cifre risultano da indagini ufficiali di quel periodo).<br />
49
Correggendo sicuramente in buona fede le statistiche utilizzate<br />
da Lenin nel suo scritto del 1908 dal titolo Il programma agrario<br />
della socialdemocrazia nel corso della prima rivoluzione russa, Teodor<br />
Shanin offre il seguente quadro della stratificazionecontadina<br />
nella Russiaeuropea intorno al 1905:<br />
sù;-il 15,8% delle famiglie contadine detiene dalle 15 desiatine in<br />
-il 51,8% delle famiglie contadine detiene tra le 7 e le 15 desiafine;<br />
- il 32,4% delle famiglie contadine povere detiene meno di 7<br />
desiatine.<br />
In tutti questi casi, si tratta della proprietà per famiglia, non pro<br />
capite.<br />
Le sue conclusioni sono che, mediamente, per il periodo 1897-<br />
1905, c'erano in Russia:<br />
-tra lo 0,8% e 1'1,2% delle fattorie capitaliste (dal 5,1% al 7,6%<br />
della popolazione contadina);<br />
- tra 1'8% e il 6% dei lavoratori senza terra (dal 3% al 4% della<br />
popolazione contadina);<br />
- tra il 2,6% e il 3,9% dei contadini ricchi;<br />
-tra il 12,4% e il 10,7% dei contadini benestanti;<br />
-il 51,8% dei contadini medi;<br />
- tra il 24,2% e il 26,4% dei contadini poveri.2<br />
villaggi.<br />
I poveri costituivano, dunque, un terzo della popolazione dei<br />
La barbarie e la miseria in cui versavano i contadini sotto lo zarismo<br />
erano chiaramente espresse dal livello dei loro consumi.<br />
L'azienda contadina media, a parte le spese per l'alimentazione e<br />
l'alloggio, destinava, pro capite, 5,5 rubli l'anno al vestiario, 2,5 rubli<br />
alle esigenze cultural-spirituali, 1,4 rubli ad altre esigenze materiali.<br />
Due famiglie contadine composte ciascuna da 6 persone,<br />
cioè in totale 12 abitanti della campagna zarista, consumavano<br />
quanto un solo operaio americano (a prescindere dalla famiglia),<br />
intorno al 1905. Uno scarto, quindi, da 1 a 12 (e, a quella data, il<br />
consumo di un operaio americano era, evidentemente, molto inferiore<br />
a quello odierno).<br />
La massiccia esportazione di grano, principale fonte di divise<br />
prima dell'esportazione di petrolio, fu possibile solo perché la<br />
101. 2 T. Shanin, Russia as a "DevelopingSociety", voI. I, Londra 1985, pp. 98,<br />
50<br />
pressione di rendita e imposta costringevano i contadini a vendere<br />
grano, pur non riuscendo a soddisfare i propri bisogni alimentari.<br />
Se avessero potuto soddisfare appieno le loro esigenze di<br />
consumo, la Russia sarebbe diventato un paese importatore e<br />
non esportatore di grano.<br />
Nel suo libro sulla Russia ormai diventato un classico, sir Donald<br />
Mackenzie Wallace, accreditato esponente dell'establishement<br />
britannico, sintetizza il deteriorarsi della situazione dei contadini<br />
russi nei dati seguenti: le imposte annuali arretrate (il cumulo<br />
di imposte non pagate, cioè) passano da 0,9 rubli per abitante<br />
maschio nel 1882 a 6 rubli nel 1883 e a 22 rubli nel nel 1899,<br />
nelle sette provincie della zona delle "terre nere'',3<br />
La miseria<br />
urbana<br />
La miseria operaia e urbana era altrettanto accentuata. Basti ricordare<br />
in proposito le condizioni abitative. Anatole Kopp, sulla<br />
base soprattutto dell'autore sovietico G. Pouzis, sostiene che nelle<br />
131 città situate nei territori che hanno costituito la RFSSR, «solo<br />
il 9% delle case erano allacciate alla rete [fognaria]. Delle 195.000<br />
case esistenti in 213 città della RFSSR che, prima della rivoluzione,<br />
disponevano di una rete di distribuzione idrica, solo il 12,5%<br />
vi era allacciato».4<br />
Nel 1912, il numero di persone per ogni appartamento era di<br />
8,7 a Mosca, di circa 8 a Pietrogrado, rispetto alle 3,6 di Berlino,<br />
alle 4,2 di Vienna e alle 2,7 di Parigi.5<br />
La media della giornata lavorativa raggiungeva le lO ore, senza<br />
contare i numerosi straordinari. Stando allo storico Prokopovic,<br />
nel 1919, a Pietrogrado, per mantenere decentemente una famiglia<br />
ci sarebbe voluto tre volte il salario medio annuo di un operaio.<br />
La miseria operaia era dunque enorme. Nel 1908, una famiglia<br />
operaia spendeva il 48% del reddito per l'alimentazione (peraltro<br />
del tutto insufficiente), il 21% per l'alloggio (in genere mi-<br />
3 D. Mackenzie Wallace, Russia on the Eve oJ War and Revolution, a cura<br />
diCyril E. Black, New York1961, p. 346.<br />
4 A. Kopp, Changerla vie,changer la ville,Parigi 1975, p. 261.<br />
5 James H. Baker, StoPetersburgand Moscow on the Eve oJthe Revolution,<br />
in Daniel H. Kaiser, The Workers' Revolution in Russia, 1917. The Vzew<br />
from Below, Cambridge 1987, p. 50.<br />
51
serabile) e il 15% per il vestiario. Per soddisfare gli altri bisogni,<br />
soprattutto le cure mediche e l'istruzione, anche solo elementare,<br />
non restava che il 15% del magro salario.<br />
Pokrovski calcolava che tra il 1892 e il 1902 il salario reale di un<br />
operaio russo fosse diminuito del 20%.6 E in una successiva edizione<br />
ampliata della sua opera, questo storico comunista, particolarmente<br />
elogiato da Lenin, così descrive le miserevoli condizioni<br />
di vita degli operai russi alla fine del XIX secolo: «il 63,7% degli<br />
operai erano analfabeti [.u]Nelle fabbriche di Mosca, i lavoratori<br />
tessili erano quasi regolarmente costretti a dormire sui telai. Tutta<br />
la famiglia dormiva infatti su telai lunghi due metri e mezzo e larghi<br />
due. Dovevano ripulire le stanze sporche con i loro abiti. I padroni<br />
dichiaravano al medico che ai lavoratori "piaceva" vivere in<br />
quel modo [u.]».<br />
Il medico dal quale ricaviamo tali notizie sugli operai tessili è<br />
diventato ispettore, il che, sia detto di passata, ha immediatamente<br />
cambiato la situazione. Due anni dopo, descrive l'ambiente<br />
operaio della maggioranza delle fabbriche di Wladimir: «inquinamento,<br />
aria malsana, due famiglie in una camera con un paio di<br />
finestre [u.]. L'operaio [.u]russo era allora peggionutrito di quello<br />
[tedesco] dopo la guerra imperialista, in piena guerra civile e in<br />
pieno blocco. Il suo cibo normale consisteva in carne salata, pesce<br />
affumicato. Come unica carne fresca, qualche frattaglia [u.]. In<br />
queste condizioni di vita, le malattie infieriscono contro gli operai.<br />
Nelle fabbriche tessili di Mosca, su 1.000 donne, 134 avevano<br />
la tubercolosi. Inoltre, c'era un"'epidemia" cosiddetta "traumatica"<br />
ed esclusivamente "proletaria" secondo i medici: gli infortuni<br />
[...]. In una fgrande]fabbrica tessile,nell'arco di tre anni, c'era solo<br />
un'operaia su tre che non fosse rimasta infortunata».7<br />
Il tasso di mortalità infantile dei quartieri prevalentemente<br />
operai di Pietrogrado era almeno il doppio di quello dei quartieri<br />
di<br />
"misti".<br />
compiere<br />
Quasi<br />
l'anno.8<br />
un quarto dei neonati della capitale moriva prima<br />
Se si sospetta che queste descrizioni di fonte marxista siano<br />
esagerate, ecco la valutazione di uno storico borghese piuttosto<br />
moderato: «Si afferma spesso che le catapecchie britanniche han-<br />
6 M. Pokrovski, Geschichte Russlands, Lipsia 1929, p. 275 (tr. it.: Storia<br />
della Russia, Roma 1967).<br />
7 M. Pokrovski, Russische Geschichte,Berlino 1930, pp. 249-252.<br />
8 S. A. Smith, op. cit.,p.13.<br />
52<br />
no raggiunto un grado di disumanità mai raggiunto da qualsiasi<br />
altra società. È vero, nella misura in cui la miseria più profonda,<br />
in Inghilterra e in Scozia, era appannaggio degli strati sociali<br />
più infimi [u.] Ma non tutti gli operai britannici appartenevano<br />
a questi strati inferiori, tutt'altro, mentre questo valeva per tutti<br />
gli operai russi [...]. In Russia non c'era distinzione:tutti gli<br />
operai erano schiavi salariati nell'accezione più ristretta del termine<br />
e i loro salari non permettevano di mantenere la famiglia».9<br />
L'accademico di origine russa Nicholas V. Riasanovsky, le cui<br />
opere vanno per la maggiore nelle università occidentali, scrive<br />
da parte sua: «[...] nonostante la legislazione del lavoro e il probabile<br />
aumentato dei salri negli anni precedenti la prima guerra<br />
mondiale (cosa, detto per inciso, che gli storici sovietici negano<br />
a spada tratta), gli operai russi in generale rimasero in condizioni<br />
miserabili. Scarsamente pagati, costretti a vivere in ambienti<br />
di fortissimo sovraffollamento. pressoché privi di istruzione e di<br />
altre qualifiche, i proletari della Russia imperiale costituivano in<br />
effetti un ottimo esempio di manodopera derelitta e sfruttata,<br />
caratteristica delle fasi iniziali dello sviluppo capitalistico e tanto<br />
pregnantemente descritta da Marx nel Capitale».l0<br />
I professori inglesi Kochan e Abraham riportano, peraltro, un<br />
fatto a stento credibile: «[.u] una direttiva emanata da Delyanov,<br />
ministro dell'Educazione nel 1887, vietava l'accesso alle<br />
scuole secondarie ai figlidegli strati socialiinferiori: [u.] i figlidi<br />
domestici, cuochi, lavandaie, piccoli commercianti e gente simile,<br />
tranne forse quelli eccezionalmente dotati, non avrebbero<br />
naturalmente dovuto abbandonare il loro ambiente sociale».u<br />
Particolarmente grave era il supersfruttamento delle lavoratrici.<br />
Nel 1914, i salari della manodopera femminile ammontavano<br />
alla metà di quelli della manodopera<br />
scesi al di sotto del 40% P<br />
maschile. Nel 1916 erano<br />
È mai possibile contestare seriamente che la Rivoluzione<br />
9 Edward Crankshaw, The Shadov oJ the Winter Palace, Harmondswoorth<br />
1978, p. 344.<br />
ION. Riasanovskij, Storia della Russia dall'origine ai nostri giorni, a cura<br />
di Sergio Romano, Milano 1992, p. 428.<br />
Il Lionel Kochan, Richard Abraham, The Making oJ Modern Russia,<br />
Middlesex 1983 (tr. it. precedente edizione: L. Kochan, Storia della RivoluzionelUSsadal<br />
1500 a oggi,Torino 1962), p. 223.<br />
12S. A. Smith, op. cit., pp. 47-48.<br />
53<br />
- -- - ---
- --<br />
d'ottobre, che ha eliminato questi obbrobri, sia stata un'atto utile<br />
e salutare<br />
Lo Stato zarista<br />
il ruolo oppressivo dello Stato zarista rivestivauna precisa dimensione<br />
finanziaria:1'80%delle spese di bilancio erano destinate<br />
all'esercitoe all'apparato repressivo.L'assorbimentoparassitario<br />
del reddito nazionale avvenivasoprattutto a spese dei contadini<br />
(ma anche a spese degli operai, tramite l'imposta indiretta). Il<br />
finanziamento dell'industria avvenivagrazie ad investimentistranieri.<br />
L'industria russa non era competitiva sul mercato mondiale.<br />
Neanche il ristretto mercato nazionale riuscivaa garantire adeguati<br />
sbocchi,per la povertà della stragrande maggioranzadella<br />
popolazione. I prodotti importati erano inoltre più economicie di<br />
qualità superiore rispetto a quelli dell'industria russa. Ne derivavano<br />
una politica protezionisticaa oltranza e una tendenza al costante<br />
espansionismo militare a Est e a Sud-Est. Paesi quali la<br />
Turchia, l'Iran, l'Afghanistan,la Cina, la Corea, nonché le regioni<br />
caucasiche, erano costretti con la minaccia o con la forza delle<br />
baionette ad acquistare prodotti russi. Si è giustamenteparlato al<br />
riguardo di un "capitalismo(imperialismo)alla cosacca".La faccenda<br />
finì male con la guerra russo-giapponese, a Tshushima,<br />
quando vennero sconfittigliesercitioccidentali.<br />
Ma l'aspetto più oppressivo e più repressivo dello zarismo si<br />
esprimevanel complessodelle istituzioni(o nell'assenzadi istituzioni)<br />
costituite dall'autocrazia e da quel che essa rappresentava<br />
per i popoli dell'Impero: assenza di diritti e di libertà democratiche,<br />
estremo arbitrio burocratico, accentuata oppressione militare.<br />
Con l'emergere di un'intellighentsijanazionale fra quasi tutte le<br />
minoranze etniche, il governo era costretto ad ammettere l'esigenza<br />
di una certa autonomia locale nelle regioni di confine vulnerabili,<br />
o a cercare di piegare alle proprie convinzioniqueste<br />
nuove forze. Alla fine, ingaggiòuna poderosa politicadi russificazione:<br />
«In Ucraina, nella Russia Bianca,in Lituania e in Polonia,<br />
fu vietato l'insegnamento delle lingue locali e reso obbligatorio<br />
l'uso del russo. Nelle provincie baltiche [...], il governo praticò<br />
un'analogadiscriminazionecontro le popolazionitedesche [...].<br />
Gli Ebrei russi forse erano quelli cui stavano per toccare le soffe-<br />
54<br />
renze peggiori. [Ci sono stati pogrom spaventosil]. Un terzo degli<br />
Ebrei doveva morire, un terzo emigrare e un altro terzo essere assimilati,<br />
disse Pobedonoscev [rappresentante laico della Chiesa<br />
ortodossa, nonché uno dei modelli del romanzo di Dostoevskij,Il<br />
grande Inquisitore]. [...].<br />
L'apparente vittoria sul nazionalismo islamico in Transcaucasia<br />
non ha fatto che infondere negli intellettuali di Georgia e di Armenia<br />
abbastanza fiducia da impegnarsi nell'agitazione rivoluzionaria.<br />
In Asia, l'appoggio crescente concesso dal governo a un<br />
movimento di aggressivo proselitismo non poteva che offendere i<br />
tradizionalistiislamiciin seno alla popolazione locale [...]. L'Asia<br />
centrale e l'Estremo Oriente erano i fertili territori di caccia di avventurieri<br />
imperialisti russi, equivoci politicanti e pseudo-vicerè<br />
[...]».13<br />
Come stupirsi, dunque, che, al momento della Rivoluzione del<br />
febbraio 1917, contadini, operai e nazionalità oppresse prorompessero<br />
in un grido quasi unanime: "Basta! Terra, diritto all'autodecisione,<br />
giornata lavorativa di 8 ore e controllo operaio, subito!".<br />
Ma il governo provvisorio tergiversava, esitava, non faceva<br />
che rimandare le soluzioni di questi problemi a dopo che si fosse<br />
riunita l'Assemblea Costituente, di cui si rinviavano continuamente<br />
le elezioni.<br />
Come stupirsi, stando così le cose, che le masse avessero sempre<br />
più cominciato a prendere il proprio destino nelle loro mani,<br />
avessero cercato di risolvere da sole i problemi più vitali, si fossero<br />
riconosciute nella politica bolscevica e nel potere dei Soviet,<br />
nel momento in cui questi erano in grado di risolverli dall'oggi al<br />
domani<br />
13 L. Kochan, R. Abraham, op. cit.,pp. 223-224,196-197.<br />
55
Capitolo IV<br />
Il nodo politico<br />
Sia in Occidente sia all'Est, la condanna della Rivoluzione d'ottobre<br />
si basa in genere sull'idea che il ''putsch'' bolscevico avrebbe<br />
bloccato l'istituzionalizzarsi e il consolidarsi della democrazia, ragione<br />
per la quale sarebbe approdato a un "regime totalitario".<br />
Democrazia o dittatura, sarebbe stata questa l'alternativa nell'ottobre<br />
del1917 e nelle settimane e nei mesi successivi.<br />
Ancora una volta, si tratta di una mistificazione e di un falso<br />
storico clamorosi.<br />
In realtà, la polarizzazione delle forze sociali e politiche aveva<br />
raggiunto in Russia l'apice del parossismo ed era tale da non lasciare<br />
il minimo spazio a un'esperienza di democrazia borghese<br />
istituzionalizzata e prolungata. Dalle giornate del luglio 1917, segnate<br />
da una radicalizzazione delle esigenze popolari, i partiti<br />
borghesi - e le cricche militari cui erano collegati -avevano adottato<br />
un corsodecisamenterepressivo.<br />
n colpo di Stato militare di Kornilov dell'agosto 1917 non è<br />
piovuto dal cielo.Il suo fallimentonon ha fatto che accentuare la<br />
sete di vendetta controrivoluzionaria da parte delle classi possidenti<br />
e dei loro seguaci.Lo si è visto alla vigiliae nell'immediato<br />
indomanidell'insurrezioned'Ottobre.<br />
L'odio delle classi possidenti russe ha assunto un'ampiezza<br />
quale raramente si era vista. La si può paragonare, ad esempio, a<br />
quella della borghesia francese al momento della Comune di Parigi,<br />
nel 1971, e a quella della reazione spagnola nell'estate del<br />
57<br />
J
---<br />
1936. Jacques Sadoul osserva opportunamente che esse
sacro dei commissari politici e degli Ebrei costretti a scavarsi la<br />
fossa. Per giunta, si tratta di prigionieri di guerra. Ecco quale era<br />
il volto dei "difensori della democrazia" contro la "dittatura bolscevica".<br />
Sempre von Bothmer riporta, nel libro citato: «I Cecoslovacchi<br />
[prigionieri di guerra armati dall'imperialismo contro il potere dei<br />
Soviet nell'estate del 1918] e i Siberiani agiscono con un'estrema<br />
mancanza di scrupoli contro i membri dei Soviet che cadono nelle<br />
loro mani. Le numerose esecuzioni hanno fatto una profonda<br />
impressione su tutti i bolscevichi».6<br />
Anche lo scrittore tedesco Alfons Paquet, corrispondente in.<br />
Russia della «Frankfurter Zeitung» osserva come dopo l'occupazione<br />
temporanea di Jaroslav, nel luglio 1918, i membri bolscevichi<br />
del Soviet venissero giustiziati dalla controrivoluzione, questa<br />
volta con la partecipazione attiva dei social-rivoluzionari. C'è bisogno<br />
di ricordare che, nello stesso momento, alcuni terroristi<br />
S-R di sinistra uccisero alcuni dei principali capi bolscevichi, in<br />
particolare Volodarskij e Urickij Una S-R di sinistra, Fanny Kaplan,<br />
compì un attentato contro Lenin che stava per costargli la<br />
vita.<br />
A ragione altri bolscevichi sostengono che «il cosiddetto "esercito<br />
popolare" (bianco) si forma [...]sotto le salve dei fucili cecoslovacchi,<br />
dietro montagne di cadaveri del fior fiore del proletariato<br />
della Siberia e degli Urali».7<br />
1 tentativi dei partiti conciliatori di creare il cosiddetto regime<br />
dell"'Assemblea Costituente" fallirono rapidamente. Una serie di<br />
colpi di Stato riportarono il potere nelle mani di dittatori militari<br />
quali l'ammiraglio Kolcak o il generale Wrangel.8<br />
6 K. von Bothmer, op. cit.,p. 62.<br />
7 IllustrierteGeschichte der russischenRevolution, Berlino 1928, p. 539.<br />
8 TI17 novembre 1918, «l'ammiraglio Kolcak [...] veniva dichiarato "capo<br />
supremo di tutta la Russia" [...]. I rappresentanti britannicie francesi<br />
hanno approvato il colpo di Stato [...].I Socialisti Rivoluzionari, in clandestinità<br />
a Ufa, hanno sconfessato i Corpi franch~ ma non erano capaci<br />
di fare molto di più. Alcuni di essi fecero una pace provvisoria con i comunisti;<br />
i Socialisti Rivoluzionari membri del Comitato direttivo, Zenzinove<br />
Avksentjev, sono stati costretti a emigrare; e Cemov alla fine è<br />
fuggito all'estero» (L. Shapiro, op. ci!.,p.175).<br />
60<br />
Dittatura dei Bianchi o potere dei Soviet<br />
La scelta concreta non era tra democrazia borghese e dittatura<br />
bolscevica, ma tra dittatura controrivoluzionaria e potere dei Soviet.<br />
Il carattere dittatoriale della controrivoluzione è fuori discussione.<br />
John Rees riporta efficacemente la politica di terrore delle forze<br />
reazionarie: «Maggiore sarà il terrore, maggiori saranno le nostre<br />
vittorie, dichiarava Komilov. Bisogna salvare la Russia, anche<br />
se dovessimo mettere a fuoco metà [del territorio] e versare il sangue<br />
dei tre quarti dei Russi».<br />
L'ataman Semenov sottostava all'autorità del generale bianco Kolcak.9<br />
Lo spettacolo delle zone sotto il suo controllo non lasciava<br />
la minima ambiguità quanto alla natura del suo regime: «Donne e<br />
uomini innocenti appesi a dozzine ai pali telegrafici, nei paraggi<br />
della capitale; le sue truppe irroravano con la mitragliatrice furgoni<br />
pieni di vittime sui campi di esecuzione, lungo la ferrovia».<br />
Per ordine di un altro dirigente bianco, il barone Urgan-Stemberg,<br />
«uomini e donne trovavano la morte in seguito a bastonate,<br />
impiccati, decapitati, con i corpi smembrati, vittime di un incalcolabile<br />
quantità di altre torture che trasformavano un essere vivente<br />
in quella che un testimone ha defmito una "massa informe di sangue".<br />
Anche un membro dello staffmedico di Urgan-Stemberg ha<br />
descritto un ordine redatto dal Barone come «il prodotto della<br />
mente malata di un perverso e un megalomane assetato di sangue<br />
umano».10<br />
Ipogrom<br />
Nel 1918-1921, l'Ucraina fu teatro dei peggiori pogrom, i massacri<br />
perpetrati contro le comunità ebraiche, mai conosciuti in Europa<br />
fino alla "soluzione finale" dei nazisti. Secondo Zvi Gitelman,<br />
ce ne furono 2.000, 1.200 dei quali in Ucraina. L'autore calcola che<br />
le vittime siano state in totale 150.000.<br />
9 Ricordiamo che "Bianco" si usa normalmente per indicare la controrivoluzione,<br />
in contrapposizione ai "Rossi". Un generale bianco, quindi, è un<br />
generale dell'esercito controrivoluzionario.<br />
lOJ. Rees, In Defense oJOctober, in «International Socialism», n. 52, autunno<br />
1991.<br />
61
I massacri erano accompagnati da inaudite crudeltà: «Gli uomini<br />
venivano sepolti fino al collo, poi uccisi dagli zoccoli di cavalli<br />
guidati su di loro, oppure venivano completamente dilaniati<br />
da cavalli che li tiravano in direzioni opposte. Alcuni bambini venivano<br />
schiacciati contro il muro sotto gli occhi dei genitori: le<br />
donne incinte erano il loro bersaglio preferito, e ne uccidevano i<br />
feti davanti ai loro occhi. Migliaia di donne sono state violentate;<br />
dopo un'esperienza del genere, migliaia di donne hanno perso la<br />
ragione».u<br />
I massacri vennero organizzati freddamente e scientemente dai<br />
capi controrivoluzionari, come osserva l'autore inglese Bruce Lincoln,<br />
anche lui molto reazionario: «I pogrom non erano più<br />
esplosioni spontanee di odio religioso e razziale. Erano ormai incidenti<br />
freddamente calcolati, segnati da stupri collettivi, da un'estrema<br />
brutalità e da distruzioni senza precedenti. In un solo di<br />
questi pogrom, quello della fine di agosto, nella comunità ebraica<br />
di Krememchuk, i Bianchi hanno violentato 350 donne, tra cui<br />
donne incinte, donne che avevano partorito e anche donne agonizzanti,<br />
che stavano per morire».12<br />
La controrivoluzione si basava sull'esercito d'occupazione. AIlorché<br />
questo conquistò Odessa e dintorni, promulgò un proclama,<br />
in data 16 novembre 1918, riprodotto nel suo organo «Neue<br />
Nachrichten», che affermava esattamente: «Siamo entrati in territorio<br />
russo con l'intenzione di ristabilire l'ordine e di liberare il<br />
paese dai bolscevichi usurpatori [u.].Tutti gli elementi nocivi per<br />
la Russia, cioè i bolscevichi e chi li appoggia, sono dichiarati d'ora<br />
in poi fuori legge. Chiunque li accolga verrà deferito al tribunale<br />
militare» P<br />
L'elenco delle atrocità commesse dai Bianchi si può allungare<br />
all'infinito: «Gli assassini perpetrati da Judenic (650 persone fucilate<br />
o impiccate solo nella città di lamburg nell'agosto del 1919)<br />
[u.], dalle bande baltiche e dai tedeschi di von der Goltz, a Riga<br />
(circa 4.000 vittime) [u.], da Kolcak (un migliaio di soldati rossi<br />
bruciati vivi a Perm mentre si ritiravano) [...]».14<br />
Il Z. Gitelman, A Century o[Ambivalence. The Jews o[ Russia and the Soviet<br />
Union, New York1988, pp. 99-106.<br />
12B. Lincoln, Red VlCtOry,New York 1989, pp. 322-323.<br />
13Cit. nel libro di P. Price, il corrispondente in Russia del quotidiano liberale<br />
«Manchester Guardian»: Die rnssischeRevolution, Amburgo 1921,<br />
p.456.<br />
14A. Morizet, Chez Lénin et Trotsky,Parigi 1922, p.129.<br />
62<br />
LaconhV~om~nerocwk<br />
L"'alternativa politica" al potere dei consigli aveva, chiaramente,<br />
un ben preciso contenuto socio-economico, come avviene in<br />
qualsiasi rivoluzione sociale. Dove i Bianchi instaurarono la propria<br />
dittatura, le conquiste dell'Ottobre furono rapidamente se<br />
non immediatamente liquidate. I proprietari fondiari rientrarono<br />
in possesso delle loro proprietà; vennero soppressi i diritti delle<br />
minoranze nazionali; i Soviet vennero perseguitati ferocemente;<br />
vennero radicalmente negati i diritti democratici degli operai.<br />
Fu questo a determinare la sconfitta dei Bianchi: «Un fattore<br />
fondamentale della sconfitta di Kolcak fu il morale basso delle<br />
sue truppe; spesso alcuni soldati disertavano durante una battaglia<br />
per raggiungere il campo comunista.<br />
Un altro fattore fu la sua incapacità di conquistare la popolazione<br />
che, benché lontana dall'essere filocomunista, preferiva in<br />
ultima istanza il regime dei Soviet.<br />
Erano molte le ragioni della vittoria dell'Armata Rossa nella<br />
guerra civile, ma la maggior parte di queste si riconducono a un<br />
semplice dato: il popolo, considerato nel suo complesso, malgrado<br />
l'impopolarità dei comunisti, preferiva il regime dei Soviet alle<br />
altre possibilità offerte. I contadini non amavano nessuna delle<br />
due parti e aspiravano soprattutto a starsene per conto loro; ma,<br />
al momento della scelta, preferivano i comunisti che gli davano la<br />
terra ai Bianchi che gliela portavano via, o che minacciavano di<br />
riprendersela» .15<br />
Una terza vw<br />
Di fronte a una situazione del genere, gli avversari dell'Ottobre<br />
reagivano in due direzioni diametralmente opposte fra loro. Alcuni<br />
ammettevano che in Russia non c'erano le basi per un regime<br />
democratico (borghese), vuoi per ragioni sociali (estrema in-<br />
15 L. Shapiro, op. cit., pp. 176, 184.<br />
Fu appunto questo a segnare la sconfitta dei Bianchi, che non riuscirono<br />
a conquistare o a ricostituire la loro base popolare. I loro eserciti, essenzialmente,<br />
erano fatti di ufficiali, senza la capacità e neanche la volontà di<br />
reclutare coscritti. È evidente che gli ufficiali avevano una gran paura dei<br />
contadini.<br />
63
~<br />
stabilità; mancanza di classi intermedie, tradizionale supporto<br />
della democrazia), vuoi per ragioni etnico-culturali (mancanza di<br />
tradizioni democratiche nell'Impero russo; tendenza delle masse<br />
a oscillare con forza tra la passività rassegnata ed esplosioni caotiche<br />
e incontrollabili). Così, la "deviazione totaliJaria"dei bolscevichi<br />
era inevitabile, pur rimanendo sempre peggio di un regime<br />
autoritario di destra.<br />
Per altri c'era comunque la possibilità di una terza via. Secondo<br />
loro, se il regime di Kerenskij non fosse stato rovesciato dal "putsch<br />
bolscevico", avrebbe potuto stabilizzarsi a poco a poco, conducendo<br />
una repressione moderata sia contro l'estrema destra, sia<br />
contro l'estrema sinistra.16Una volta convocata l'Assemblea Costituente<br />
ed effettuata la divisione delle terre fra i contadini in<br />
maniera ordinata e legale, si sarebbe potuta instaurare una democrazia<br />
borghese paragonabile a quella della Polonia, con alcuni limiti<br />
ignoti all'Europa occidentale.<br />
Ma non è una visione realistica. Sottovaluta la natura esplosiva<br />
delle contraddizioni sociali. Pensare che i capitalisti avrebbero accettato<br />
una legislazione sociale che avrebbe minato la competitività<br />
delle loro aziende, che i proprietari terrieri avrebbero accettato<br />
la distribuzione delle terre, con la scusa che le riforme sarebbero<br />
state realizzate da un'Assemblea Costituente eletta a suffragio<br />
universale vuoi dire ignorare le lezioni della storia europea<br />
degli anni Venti e Trenta.<br />
In quegli anni, la democrazia borghese non solo era severamente<br />
contenuta, se non soppressa - eccetto che su un piano limitatissimo<br />
- in Polonia e nei Paesi baltici, e fortemente restrittiva in<br />
Finlandia, ma lo era anche in Italia, in Germania e in Spagna, tre<br />
paesi ben più sviluppati della Russia del 1917.<br />
Lo hanno ammesso gli stessi dirigenti menscevichi. Da parte<br />
sua, Dan scrive: «Dopo avere esaminato quali sono le forze reali<br />
in.campo, s'impone la conclusione [del CC menscevico] che, indipendentemente<br />
dalle intenzioni soggettive di quelli che stanno<br />
marciando contro Pietroburgo, la vittoria di costoro significherebbe<br />
inevitabilmente il trionfo dei peggiori controrivoluzionari»,11<br />
16Contrariamente alla leggenda, quello di Kerenskij è stato un regime<br />
molto repressivo, anche se in modo meno sanguinoso di quello di Ebert-<br />
Noske. Alla vigilia dell'Ottobre c'erano oltre 10.000 prigionieri boiscevichi<br />
o simpatizzanti per loro ne~e galere di Kerenskij, per la maggior parte<br />
soldati.<br />
17J. Martov, F. Dan, op. cit.. p. 248.<br />
64<br />
Il prezzo dell'Ottobre 1917<br />
Dunque la scelta era: vittoria della rivoluzione socialista o vittoria<br />
di una delle più sanguinose controrivoluzioni, che avrebbe<br />
portato al potere un Hitler russo che sarebbe stato ancora peggio<br />
di quello tedesco che abbiamo conosciuto.<br />
Alla luce di questa diagnosi e di quel che implica si può rispondere<br />
al problema se, in ultima analisi, il prezzo pagato per la Rivoluzione<br />
d'ottobre non sia stato troppo alto. La nostra risposta è<br />
decisamente no. Una sconfitta della rivoluzione nel 1917 sarebbe<br />
costata al popolo russo e all'Europa molto di più della vittoria.<br />
Per alterare il calcolo, gli avversari della Rivoluzione d'ottobre<br />
sono ricorsi al gioco di prestigio che hanno usato anche per la Rivoluzione<br />
francese. Sommano insieme le vittime della rivoluzione<br />
e quelle della controrivoluzione, le ripercussioni economiche della<br />
prima e quelle della seconda.<br />
Come si può attribuire alla Rivoluzione francese la responsabilità<br />
delle vittime delle guerre napoleoniche Come si può fare ricadere<br />
sulla Rivoluzione d'ottobre la responsabilità delle vittime<br />
del terrore e delle persecuzioni dei Bianchi Alcuni sofisti sostengono<br />
che la guerra civile e il Terrore bianco nono sono altro che i<br />
frutti della rivoluzione. La risposta è scontata: e la rivoluzione<br />
non è forse, di per sé, il frutto deIrAncien régime Siamo di fronte,<br />
qui, alla concezione di un flusso storico senza ancoraggi nel tempo<br />
e nello spazio, una concezione che non consente mai, in definitiva,<br />
di ricavare nessuna conclusione. Sostenendo di volere cogliere<br />
il movimento storico nel suo complesso, questo metodo nasconde<br />
in realtà la precisa responsabilità delle forze sociali e politiche<br />
date, rispetto a fatti specifici.<br />
Giudizio morale e pregiudizio di classe<br />
Il problema presenta, peraltro, una dimensione che non si può<br />
nascondere. In una fase rivoluzionaria la popolazione lavoratrice<br />
è in genere sospinta, in un primo momento, verso azioni generose.<br />
Ma, di fronte alla guerra civile, quando si vede provocata e aggredita<br />
ripetutamente dagli avversari di classe, tende anche a usare<br />
la violenza diretta, talvolta anche "selvaggia".<br />
Già Babreuf ricordava in una lettera alla moglie, in cui commentava<br />
l'esecuzione della principessa di Lamballe dopo la presa<br />
65
l<br />
della Bastiglia,come gli eccessisiano il prodotto largamente inevitabiledi<br />
secolidi scontro del popolo con la violenza e la crudeltà<br />
deglioppressori.18Sperare, in queste condizioni,che le masse si<br />
dimostrino sempre e comunque scrupolosamente rispettose dei<br />
diritti dell'uomo e della donna significaveramente pretendere un<br />
miracolo.<br />
Alla fin fme, al fondo delle condanne astratte, pseudomorali<br />
della violenza rivoluzionariasi nasconde un pregiudizio di classe<br />
nudo e crudo. La violenza tradizionale di chi detiene il potere è<br />
"normale". Di qualsiasidimensione sia, è sempre il "male minore".<br />
La risposta contestataria del popolo che si sollevaè per definizione<br />
"peggiore", anche se di dimensioni di gran lunga più ridotte<br />
di quella delleclassipossidenti.L'ipocrisiabalza agliocchi.<br />
Tale pregiudizio talvolta nasconde una paura delle masse, la<br />
cui molla sociale è ancora una volta evidentissima.Come dice<br />
uno storico francese piuttosto moderato: «Dopo il 1861,l'intellighentsijae<br />
lo Stato si sono costantemente preoccupati di tenere a<br />
bada il popolo, per timore del suo potenziale anarchico e distruttivo.<br />
La loro paura comune (dovuta all'ignoranza) ha impedito<br />
che potessero farsene un'idea obiettiva, basata su una concreta<br />
conoscenza delle realtà del paese. Per cui entrambi sono stati vittime<br />
dellastikiinost[forzaelementare]popolare del XX secolo».19<br />
Altrettanto sbagliatoè pretendere di sommare i costi della Rivoluzione<br />
d'ottobre del 1917 con quelli, successivi,del periodo<br />
staliniano.Lo stalinismo,in realtà, è il prodotto di una vera e propria<br />
controrivoluzioneburocratica. Confondere le due cose rivela<br />
una sottovalutazione, se non una negazione, dell'ampiezza di<br />
quest'ultima, della radicale frattura che il "Termidoro sovietico" -<br />
la controrivoluzioneburocratica- ha rappresentatorispettoall'Ottobre<br />
e al periodo immediatamente successivo><br />
Il costo dello stalinismoè stato drammatico per il proletariato<br />
sovietico e internazionale. Oggi ne possiamo misurare l'intera<br />
portata.<br />
La portata della controrivoluzione staliniana esprime - meglio<br />
di qualunque sottile analisi sulla presunta responsabilità delle<br />
idee di Lenin (o di Marx) per i crimini di Stalin -la tragedia storica<br />
che si è verificata. Negli anni 1920-1930, Stalin ha assassinato<br />
un milione di comunisti. Si può dire che si trattasse solo di un<br />
"dettaglio storico" Non è odioso mettere in uno stesso sacco vittime<br />
e carnefici21<br />
18Babreuf, esponente politìco della Rivoluzione francese del 1789. A sinistra<br />
del radicalismo democratico, formula un punto di vista comunista.<br />
Viene ghigliottinato nel 1797.<br />
19M. Raeff, Comprendre l'Ancien régimernsse,Parigi 1982, p.176.<br />
:IDAbbiamo affrontato questi problemi, incluso quello della natura specifica<br />
del Termidoro sovietico, nel recente nostro lavoro Power and Money.<br />
A Marxist Theory oJBureaucracy, Londra 1992. Il termine "Termidoro" sta<br />
ad indicare, all'origine, una contro rivoluzione poliJica durante la Rivoluzione<br />
francese del 1789-1815.Avviata nel 1794 (Termidoro è uno dei mesi<br />
del calendario di allora), la controrivoluzione ha smantellato le forme<br />
democratiche e popolari sorte dalla nl>ellione al vecchio regime, senza ri-<br />
metteme in discussione il carattere borghese. Per analogia, il "Termidoro<br />
sovietico" sta ad indicare la controrivoluzione staliniana che ha liquidato<br />
la democrazia socialista e instaurato una dittatura burocratica, senza con<br />
ciò restaurare il capitalismo in URSS.<br />
21Lo storico M. Ferro fornisce le cifre seguenti, che danno un'idea della<br />
trasformazione del PCUS: tra il primo semestre del 1924 e il secondo semestre<br />
del 1925, il numero degli operai fra i candidati membri del partito<br />
era sceso dal 64,5% al 43,8%. Non è eloquente (M. Ferro, op. ci!., p.<br />
246). E questo non fa che preannunciare trasformazioni ancora più profonde.<br />
66<br />
67
--<br />
( 'upitoloV<br />
I-'orientamento bolscevico: un'analisi critica<br />
Per l'essenziale, la Rivoluzione d'ottobre è stata il prodotto<br />
del e oggettive contraddizioni sociali, che hanno assunto un'esplosiva<br />
dinamica irrefrenabile, nonché dell'evoluzione dei rapporti<br />
di forza tra le classi e gli strati sociali operanti in questo quadro.<br />
È anche risultata dall'iniziativa del Partito bolscevico nel senso<br />
di sciogliere i nodi delle contraddizioni nell'interesse delle<br />
masse lavoratrici e del proletariato internazionale.<br />
Detto questo, alla luce dell'ulteriore evoluzione della Russia<br />
dei Soviet e dell'URSS, c'è da chiedersi se certe politiche messe<br />
in atto dal Partito bolscevico dopo la presa del potere non abbiano<br />
favorito il processo di degenerazione burocratica del primo<br />
Stato operaio.<br />
La degenerazione burocratica, negli anni 1920-1930, non è stata<br />
certo avviata, o causata fondamentalmente, dall'orientamento del<br />
partito. Anch'essa affonda le sue radici nelle contraddizioni oggettive<br />
della società sovietica e della situazione internazionale allora<br />
prevalente. Tuttavia, le scelte e i concreti atteggiamenti del<br />
Partito bolscevico-o delle varie componenti della sua direzione -<br />
in precisi momenti e a proposito di precisi problemi, hanno avuto<br />
anch'essi un'incidenza sul processo di burocratizzazione del regimel<br />
Bisogna quindi cercare di capire quali errori si siano potuti<br />
commettere.<br />
69
L'esclusione dei partiti sovietici<br />
L'errore più grave è stato l'esclusione dei partiti sovietici proprio<br />
nel momento in cui il potere rivoluzionario aveva definitivamente<br />
vinto la guerra civile del 1918-1920. Trotskij, pur non essendo<br />
molto incline all'auto critica relativa alle decisioni della direzione<br />
e del governo di cui era il membro più influente dopo Lenin,<br />
ha formulato in proposito due giudizi espliciti.<br />
Nel 1936 scrive: «La proibizione dei partiti di opposizione portò<br />
con sé la proibizione delle frazioni [all'interno del Partito bolscevico]:<br />
la proibizione delle frazioni condusse alla proibizione di<br />
pensare in modo diverso dal capo infallibile. Il monolitismo poliziesco<br />
del partito ebbe come conseguenza l'impunità burocratica,<br />
che divenne a sua volta la causa di tutte le varianti di demoralizzazione<br />
e di corruzione».l<br />
Due anni dopo, nel Programma di transizione, redatto nel 1938<br />
per la Conferenza di fondazione della IV Internazionale, si dichiarò<br />
esplicitamente favorevole al pluripartitismo: «La democratizzazione<br />
dei Soviet è inconcepibile senza la legalizzazionedeipartiti<br />
sovietici. Gli operai e i contadini stessi, attraverso il libero suffragio,<br />
stabiliranno quali siano i partiti sovietici».2<br />
È innegabile che gli operai consideravano, nel 1920, i menscevi-<br />
~<br />
chi un partito sovietico, poiché ebbero non pochi eletti, specie a<br />
Kharkov e a Mosca.<br />
Altrettanto vale, peraltro, per gli anarchici.<br />
La proibizione dei partiti sovietici, nonché quella delle frazioni<br />
in seno al partito di governo che ne conseguì logicamente (ogni<br />
frazione è infatti potenzialmente un altro partito), erano sicuramente<br />
concepite come misure temporanee, legate a specifiche circostanze,<br />
da eIiminarsi quindi appena la situazione oggettiva fosse<br />
migliorata. C'è naturalmente da chiedersi quali siano state le precise<br />
conseguenze di quelle decisioni prese e applicate in un determinato<br />
momento.<br />
Ma c'è anche da porre un altro problema, nettamente distinto<br />
e di portata più generale: che conseguenze hanno avuto le teorie<br />
avanzate per giustificare quelle proibizioni, per quanto congiunturali<br />
Pensiamo che le giustificazioni teoriche abbiano causato<br />
l L. Trotskij, La rivoluzionetradita,Roma 1972, p. 97.<br />
2 L. Trotskij, Il programma di transizione, Milano 1981, p. 64.<br />
70<br />
molti più guasti, a più lunga scadenza, delle misure in sé, e che<br />
continuino a causarne ancora oggi.<br />
Il rischio del sostituzionismo<br />
La proibizione dei partiti sovietici si basa su una concezione<br />
sostituzionista della costruzione del socialismo, e della politica<br />
sociaIlcomunista in generale. Una concezione, questa, che Trotskij<br />
ha sempre vigorosamente denunciato, per quel che lo riguardava<br />
(tranne negli "anni bui" del 1920-1921) e che anche<br />
Lenin ha combattuto per buona parte della sua vita.<br />
Secondo tale concezione, il proletariato, nella sua maggioranza,<br />
sarebbe troppo poco cosciente per poter governare un paese<br />
(i socialdemocratici la pensano allo stesso modo e addirittura<br />
aggiungono: per poter dirigere un sindacato). In seguito si è introdotto<br />
un altro argomento: quello del declassamento e della<br />
corruzione del proletariato (anche tramite i sovrapprofitti coloniali).<br />
Questo punto di partenza porta dritti. dritti alla conclusione<br />
secondo cui il partito deve governare al posto della classe operaia<br />
realmente esistente. L'apparato del partito, o la sua direzione,<br />
o il suo "capo infallibile", diventano allora gli strumenti<br />
decisivi per il cambiamento della società. Stalin ha espresso il<br />
contenuto reale del sostituzionismo in una formulazione inequivocabile:<br />
«1quadri decidono tutto».<br />
La dottrina sostituzionista del partito alimenta una concezione<br />
verticistica, statalistica, paternalistica e autoritaria del potere,<br />
anche quando si evitino gli eccessi peggiori e i crimini dello stalinismo.<br />
La si può anche contornare con tutta una serie di clausole<br />
restrittive: il partito (la direzione del partito) governa al<br />
posto della classe operaia ma appoggiandosi ad essa, la mobilita,<br />
ne registra le reazioni, corregge i propri errori alla luce della<br />
pratica, ecc. ecc.<br />
Ma tutto questo non cambia minimamente l'atteggiamento di<br />
fondo. Non è la classe operaia a governare, a prendere le decisioni<br />
democraticamente. A dirigere, al suo posto, c'è una picco- '<br />
la minoranza.<br />
In questo modo, i Soviet vengono svuotati perlomeno di una<br />
componente vitale del loro contenuto. Possono, a rigore, servire<br />
da strumenti di lotta efficace contro il nemico di classe; ma non<br />
71
~<br />
garantiscono più l'esercizio del potere del proletariato e/o delle<br />
masse lavoratrici nel loro complesso.<br />
Senza un reale pluripartitismo, nei fatti, i Soviet non possono<br />
conoscere una vera democrazia. Non possono infatti scegliere<br />
realmente fra le diverse alternative della politica economica, sociale,<br />
culturale, ecc.<br />
Nella misura in cui la soppressione della democrazia sovietica<br />
assume un aspetto repressivo, la repressione non riguarda più, in<br />
realtà, la grande, media e piccola borghesia, ma colpisce anche la<br />
classe operaia. Si può addirittura sostenere che più numeroso,<br />
egemone dal punto di vista sociale è il proletariato, più è lui ad<br />
essere colpito.<br />
L'autoemancipazione<br />
Una simile concezione, un simile orientamento politico, contrastano<br />
con quello che ha rappresentato il principale contributo di<br />
Marx alla teoria socialista (incluso alla teoria dell'organizzazione<br />
rivoluzionaria): l'idea di autoliberazione e di autorganizzazione<br />
crescente del proletariato. L'emancipazione dei lavoratori sarà<br />
l'opera dei lavoratori stessi, tramite quella dei sindacati, dei partiti,<br />
dei governi o degli Stati. Questi sono strumenti indispensabili<br />
in questo processo storico, ma non possono mai sostituirsi all'iniziativa<br />
specifica dei/delle salariati/e e degli altri strati sfruttati e<br />
oppressi. La funzione emencipatrice fondamentale di quest'iniziativa<br />
diretta non si può sottovalutare.<br />
Significherebbe disconoscere la funzione motrice degli interessi<br />
materiali e sociali nella storia se si sospettasse che l'ideologia sostituzionista<br />
abbia creato l'idra della burocratizzazione. È stata<br />
piuttosto l'esistenza della burocrazia operaia a produrre l'ideologia<br />
sostituzionista. Una volta sorta, però, quest'ideologia ha a<br />
propria volta favorito il processo obiettivo di burocratizzazione.<br />
La posizione di Rosa Luxemburg<br />
Lo aveva capito bene Rosa Luxemburg quando aveva messo in<br />
guardia dal pericolo i dirigenti bolscevichi, nei suoi primi commenti<br />
sulla Rivoluzione russa: «Ma col soffocamento della vita<br />
politica in tutto il paese anche la vita dei Soviet non potrà sfuggi-<br />
re a una paralisi sempre più estesa. Senza elezioni generali, libertà<br />
di stampa e di riunione illimitata, libera lotta d'opinione in ogni<br />
pubblica istituzione, la vita si spegne, diventa apparente e in essa<br />
l'unico elemento attivo rimane la burocrazia».3<br />
Questa citazione della Luxemburg non illustra esattamente lo<br />
stato della vita pubblica della Russia nel 1918. Allora c'erano una<br />
differenziazione e un confronto di idee politiche molto vivace,<br />
con un'attività legale o semilegale di parecchie organizzazioni.<br />
Rosa ha scritto il suo opuscolo in prigione, e non aveva informazioni<br />
sufficienti. Essa fornisce però una diagnosi critica notevole e<br />
profetica delle tendenze di sviluppo a lungo termine, specie a<br />
partire dal 1920-1921. Averla formulata fm dall'estate del 1918 -<br />
-Aw<br />
noranza di dirigenti in nome della classe, vale a dire deve uscire<br />
passo passo dall'attiva partecipazione delle masse, stare sotto la loro<br />
influenza diretta, sottostare al controllo di una completa pubblicità,<br />
emergere dalla crescente istruzione politica delle masse popolari».4<br />
Rosa Luxemburg è molto meno lucida quando, nello stesso opuscolo,<br />
critica gli orientamenti del Partito bolscevico e del potere dei<br />
Soviet per quanto riguarda le questioni delle nazionalità e la questione<br />
contadina. Al riguardo, assume posizioni dogmatiche, che<br />
non tengono conto né delle esigenze politiche, né di quelle economiche,<br />
sia immediate sia storiche (relative alla fase di transizione).<br />
Critica come "piccolo borghesi" e opportuniste le parole d'ordine<br />
centrali del diritto all'autodecisione e della distnòuzione delle terre<br />
a chi le lavora, nella riforma agraria.<br />
Eppure, se i bolscevichi si fossero opposti all'aspirazione all'autodecisione<br />
dei popoli inglobati di forza nell'Impero russo, se si fossero<br />
opposti alla fame di terre della grande maggioranza dei contadini,<br />
avrebbero perso fatalmente il potere. Lo confermano tragicamente<br />
quel che è. successo in URSS dopo il 1928 e quel che sta<br />
succedendo ora. Se, infatt~ la direzione e i quadri bolscevichi hanno<br />
commesso errori in materia - Lenin e Trotskijmolto meno di<br />
altri -lo hanno fatto per settarismo estremista, non per eccesso di<br />
opportunismo.<br />
Peraltro, si può ritorcere contro Rosa, in proposito, l'argomento<br />
del "parallelismo" con il ragionamento di Kautsky, giacché lo stesso<br />
Kautsky accusa Lenin e Trotskij di opportunismo verso i contadini.<br />
L'alleanza operaia e contadina e il comunismo<br />
di guerra<br />
È difficile valutare fino a che punto la politica di requisizione del<br />
grano da parte del potere sovietico assediato, la cosiddetta politica<br />
del "comunismo di guerra", fosse inevitabile, perlomeno entro certi<br />
limiti, nel 1918-1920. Ma è sicuro che essa minacciava in misura<br />
crescente di infrangere l'alleanza operai-contadini, cioè la base stessa<br />
del regime sovietico.5<br />
4 Ivi, pp. 603-605. Kautsky era il teorico nonché dirigente più noto della<br />
socialdemocrazia tedesca e della II Internazionale. Diventerà riformista.<br />
5 n "comunismo di guerra" è il nome della scelta politico-economica attuata<br />
nella fase di guerra civile (1918- 1920), caratterizzata da spirito<br />
74<br />
Altrettanto certo è che tale politica portava a un calo sempre<br />
ph) pronunciato delle forze produttive, innanzitutto della produ-<br />
,-Ione di viveri, che minacciava di travolgere l'intera economia<br />
russa.<br />
La produzione agricola, essenzialmente cerealicola, era scesa di<br />
drca il 30%, l'allevamento di cavalli del 25%, di bovini del 20%,<br />
111suini del 28%, la produzione industriale di quasi il 60%. In<br />
l'lImbio di una stessa quantità di grano, il contadino riceveva ormai<br />
solo il 5% dei prodotti industriali che aveva ottenuto nel<br />
1917-1918.Perciò il suo rifiuto di vendere grano in cambio di denaro<br />
praticamente privo di valore. Perciò la necessità di requisire<br />
grano.<br />
Ne è seguita la tendenza generalizzata alla speculazione e al<br />
mercato nero, a svantaggio soprattutto degli strati più indigenti.<br />
Trotskij, il capo dell'Armata Rossa durante la guerra civile, si<br />
trovava alla testa di un esercito composto essenzialmente di milioni<br />
di contadini. Viaggiando continuamente per tutto il paese,<br />
percepì meglio di Lenin e degli altri dirigenti del partito le preoccupazioni<br />
immediate della popolazione delle campagne. Aveva<br />
quindi proposto, un anno prima di Lenin, l'abbandono del "comunismo<br />
di guerra" e l'adozione anticipata di una politica più<br />
duttile, la "NEP" ("Nuova politica economica"), ma si scontrò in<br />
quel momento con la resistenza di Lenin e della maggioranza della<br />
direzione.6<br />
Condividiamo su questa questione il giudizio dello storico sovietico<br />
Roy Medvedev, secondo il quale il tentativo di protrarre,<br />
una volta terminata la guerra civile, la politica di requisizio~e del<br />
grano provocò la crisi sociale del 1921, compresa la rivolta di<br />
Kronstadt. È stato un grave errore, pagato a caro prezzo.7 Nel<br />
marzo del 1921, la guarnigione di Kronstadt, un porto sul Baltico,<br />
si ribellò. Essendo fallite le trattative aperte con il potere, l'Armata<br />
Rossa schiacciò la rivolta. In questa sede, non cercheremo di<br />
egualitario, da una nazionalizzazione radicale e da misure eccezionali, come<br />
le requisizioni forzate di prodotti alimentari fra i contadini.<br />
6 Dopo l'insuccesso della sua proposta, Trotskij sostenne per un po' il tema<br />
alternativo della "militarizzazione". La NEP è stata introdotta nel<br />
1921 e ha segnato una profonda frattura con l'economica "di comando"<br />
del "comunismo di guerra", liberalizzando il mercato e la produzione<br />
agricola, favorendo un certo sviluppo della piccola industria privata e<br />
proponendo di accogliere investimenti stranieri.<br />
7 RoyMedvedev,op. cit., p. 100.<br />
75
.-<br />
esaminare oltre il problema posto dalla rivolta di Kronstadt e dalla<br />
sua repressione da parte del potere sovietico. Tenuto conto, infatti,<br />
che la guerra civile non era ancora fmita, si tratta di un problema<br />
eminentemente politico e tattico, non di principio. La difficoltà<br />
del dibattito in merito sta nel fatto che la maggior parte dei<br />
critici delle decisioni dei bolscevichi tengono soprattutto conto<br />
della natura degli obiettivi, delle forze politiche in campo, ecc.,<br />
mentre, secondo noi, in piena guerra civile, è decisiva la natura<br />
delle forze sociali presenti (e delle loro "dinamiche").<br />
Ora, in questo caso, le informazioni di cui disponiamo attualmente<br />
non consentono di ricavare conclusioni definitive. Secondo<br />
gli uni, soprattutto gli anarchici, i marinai di Kronstadt erano prevalentemente<br />
operai, come quelli del 1917-1918, la cui rivolta si<br />
ricollegava alle proteste operaie presenti a Pietrogrado e altrove.<br />
Il problema che si poneva era quindi quello della democrazia sovietica,<br />
della democrazia proletaria. Secondo gli altri, soprattutto<br />
Trotskij, i marinai proletari del 1917-1918 erano ormai largamente<br />
spariti dalla guarnigione. Erano morti al fronte, erano stati inglobati<br />
nell'Armata Rossa, nell'apparato statale, ecc. I marinai del<br />
1921 erano figli di contadini medi e benestanti. La loro rivolta si<br />
ricollegava al rifiuto contadino del "comunismo di guerra" e delle<br />
requisizioni del grano. Bisognava trattare con loro, ma non cedere<br />
a una dinamica sociale che avrebbe potuto rafforzare la minaccia<br />
controrivoluzionaria che pesava su Pietrogrado, una minaccia<br />
nazionale e internazionale, perché con il disgelo il porto di Kronstadt<br />
avrebbe potuto aprire il varco alla flotta bianca del Baltico.<br />
Sotto il "comunismo di guerra", peraltro, il proletariato si è indebolito,<br />
non solo numericamente ma anche fisicamente e moralmente.<br />
Nel 1921, il produttore industriale consumava nella produzione<br />
solo il 30% dell'energia che consumava nel 1913-1914 e<br />
meno della metà di quella consumata nel 1916-1917, con la conseguente<br />
caduta verticale della produttività del lavoro.<br />
Alcuni hanno idealizzato la politica del "comunismo di guerra",<br />
ponendo l'accento sul passaggio a forme di produzione e di<br />
distribuzione "direttamente comuniste". Kritsman, dal quale ricaviamo<br />
i dati statistici sopra citati, parla in proposito di «anni eroici<br />
della grande rivoluzione»8, sulla scia di parecchi dirigenti bolscevichi.<br />
8 L. Kritsman, Die hero'ische Periode der grossen mssischen Revolution,<br />
Vienna- Berlino 1921.<br />
Facendo di necessità virtù, questi hanno teorizzato le scelte imposte<br />
dalla penuria e i razionamenti. Hanno idealizzato il ritorno<br />
all'economia "naturale" (più precisamente a un'economia a tre<br />
settori: un'economia di sussistenza, un'economia di baratto e<br />
un'economia monetaria).<br />
Ma tutta la tradizione marxista e ogni buon senso del proletariato<br />
andavano in senso contrario al "comunismo della miseria",<br />
per simpatici e stimolanti (per il futuro!) che avessero potuto essere<br />
i "modelli" molto egualitari elaborati e applicati allora.9 Quel<br />
"modello" non ha innescato alcuna dinamica che facesse uscire il<br />
paese dalla crescente carestia, mentre ha creato una confusione<br />
negli animi, alla quale Stalin ha poi potuto cinicamente fare appello<br />
nel 1928-1934.<br />
Ilproblema dei negoziatidi pace<br />
. La guerra civile e la guerra di intervento delle potenze imperialiste<br />
contro la Russia dei Soviet, in primo luogo dell'imperialismo<br />
tedesco, spiega in parte le origini e le divisioni del "comunismo di<br />
guerra" .<br />
Ed arriviamo qui a un altro importante errore commesso, durante<br />
i negoziati di Brest Litovsk, dalla maggioranza dei dirigenti<br />
e dei quadri bolscevichi, con la spiccata eccezione di Lenin che in<br />
quel momento raggiunse l'apice della sua lucidità politica: il ritardo,<br />
cioè, nel concludere la pace separata con gli Imperi centrali.<br />
C'era una differenza capitale tra le condizioni di pace proposte<br />
dagli Imperi nella prima fase delle trattative di Brest Litovsk,<br />
apertesi nel dicembre del 1917, e le condizioni strappate dopo<br />
l'interruzione dei negoziati da parte dei Soviet e la ripresa dell'avanzata<br />
dell'esercito tedesco.<br />
Le prime erano ancora accettabili per buona parte dell'opinione<br />
pubblica proletaria e piccolo borghese urbana. Le seconde<br />
erano largamente sentite come un'umiliazione nazionale e un tradimento<br />
degli interessi del proletariato dell'Unione sovietica e di<br />
quello internazionale. Inoltre, esse implicavano il controllo della<br />
Germania imperiale sull'Ucraina e la repressione del movimento<br />
9 Marx ed Engels hanno messo in guardia dal primitivo "comunismo della<br />
miseria", che avrebbe solo generato penuria e sarebbe inevitabilmente<br />
sfociato nella solita "vecchia merda".<br />
76<br />
77
contadino ucraino. Le reazione furono quindi molto violente c<br />
provocarono la rottura delIa coalizione tra bolscevichi e S-R di sinistra,<br />
dando un forte impulso alIa guerra civile.<br />
La maggioranza del Comitato centrale e dei quadri bolscevichi<br />
si rifiutarono di sottoscrivere subito le condizioni di pace derivanti<br />
dalIa prima fase delIe trattative di Brest Litovsk. Potevano invocare<br />
a loro favore - come Trotskij per la sua posizione intermedia:<br />
"né guerra né pace" -il fatto che la loro posizione era in sintonia<br />
con i sentimenti delIa maggioranza delIa popolazione urbana. Es~<br />
sa però non corrispondeva a quelli della maggioranza della popolazione<br />
contadina, per non parlare di quelli dei soldati di un esercito<br />
in pieno sfacelo. E soprattutto non approdava ad alcuna concreta<br />
alternativa. Rovesciamento immediato degli HoenzolIern e<br />
degli Asburgo Chi poteva garantirlo Organizzazione immediata<br />
di una "guerra rivoluzionaria" Con un esercito inesistente10<br />
Il rifiuto di firmare subito la pace non ha così fatto altro che<br />
permettere all'esercito tedesco di occupare altri nuovi importantissimi<br />
territori, e soprattutto di strappare alla Repubblica dei Sovieto<br />
giorno<br />
l'Ucraina,<br />
per giorno.<br />
con le sue immense risorse. Lenin lo aveva predet-<br />
Ancora una volta, vediamo quanto sia stato grande il prezzo<br />
che la Rivoluzione ha dovuto pagare.<br />
Il ten-ore rosso<br />
Il problema del terrore -e la creazione delIa CEKA (la polizia<br />
politica segreta) -è strettamente connesso alIe conseguenze della<br />
pace di Brest Litovsk. Entrambi si spiegano solo alIa luce di questi<br />
avvenimenti.<br />
Il problema del terrore -a prescindere da quelIo dei suoi inammissibili<br />
eccessi - è meno limpido di quanto non si pretenda. Basta<br />
rifarsi alI'esperienza delIa guerra civile spagnola del 1936 per<br />
rendersene conto. In quel momento, non solo gli stalinisti ma anche<br />
gli anarchici e i socialdemocratici, di destra, di "centro" e di<br />
sinistra insieme, nonché molti raggruppamenti operai autonomi e<br />
non organizzati, hanno applicato misure terroristiche di notevole<br />
ampiezza. Non avevano altra scelta.<br />
lO Gli Hoenzollerne gliAsburgoerano le famiglieregnanti di Germania<br />
e dell'Austria-Ungheria.<br />
78<br />
Se vi trovate di fronte a un nemico implacabile,assassino,torluralore,<br />
che non arretra di fronte a niente, che trasforma in<br />
oKlaggile donne e i figlidei militanti,che fucilain massa i prigio-<br />
IIk:ridi guerra e gli avversari politici,dovete pur prendere qualdu.:<br />
misura di ritorsione per limitare le perdite. Lo stesso buon<br />
Mensolo impone. La smettano per primi i signoriassassini,se voglionoevitaredi<br />
pagare un prezzo alto per iloro crimini.<br />
Va del resto osservato come Lenin avessecercato di non ricorrere<br />
al terrore all'indomani dell'Ottobre. Dichiaravain particolare:<br />
«Ci rimproverano di compiere degli arresti. Sì, compiamo degliarresti<br />
e oggiabbiamo arrestato il direttore della banca statale.<br />
Ci rimproverano di impiegare il terrore, ma il terrore impiegato<br />
dai rivoluzionarifrancesi che ghigliottinavanouomini inermi noi<br />
non lo impieghiamo e, spero, non lo impiegheremo. E lo spero<br />
perché siamo forti. Quando noi effettuiamo degli arresti, diciamo<br />
agliarrestati: vi rilasceremo se flI1llereteuna dichiarazione impegnandovia<br />
non sabotare il governo.E la gente sottoscrive».l1<br />
A Con la differenza che i controrivoluzionarisi comportano con<br />
un cinismoe una totale mancanza di scrupoli,malgrado l'iniziale<br />
generositàdei bolscevichi.I generali Krasnov,Kaledin,ecc.,gliallievi<br />
ufficialiarrestati durante l'insurrezione d'Ottobre, venivano<br />
rilasciatidietro l'impegno a rinunciare a qualsiasiazione antigovernativa;<br />
ma poi infrangevano immediatamente la parola data,<br />
impugnavanole armi,causandoo la morte di migliaiadi operai.<br />
Il popolo ha sbagliatouna volta, due, poi ha risposto duramente.<br />
C'è da meravigliarseneFra le azioni particolarmente ciniche<br />
delle future "vittime del terrore", A. R. Williamssegnala l'impiego<br />
di camion della Croce rossa, da parte dei Bianchi,per attraversare<br />
le linee del fronte e portare munizioni agli eserciti controrivoluzionariP<br />
Williamsriporta anche una manifestazionecommovente della<br />
generosità che animava la Rivoluzione, al momento della presa<br />
del Palazzo d'Inverno. Antonov-Ovseenko,che dirigevail distaccamento<br />
della Guardia rossa, grida: "il primo di noi che tocca un<br />
prigioniero lo fucilo".E fmì per convincerela folla:«Sapete dove<br />
porta questa follia Quando uccidete una Guardia bianca, ucci-<br />
11Lenin, Discorso alla seduta del Soviet dei deputati operai e soldati di Pietrogradocon<br />
i rappresentantidelfronte, 4 (17) novembre 1917, in Opere, voI.<br />
XXVI, Roma 1966,p.278.<br />
12A. R. Williams,op.cit, pp. 112sgg.<br />
79<br />
.L
--<br />
1<br />
dete la rivoluzione, non la controrivoluzione. Ho dato vent'anni<br />
di vita in esilioe in prigione per questa rivoluzione [u.]. Essa [H']<br />
significa qualcosa di migliore, significa vita e libertà per tutti. Anche<br />
voi offrite il vostro sangue e la vostra vita per la rivoluzione,<br />
ma dovete anche offrirle qualcos'altro ['H]:la vostra intelligenza.<br />
Dovete impegnarvi per la rivoluzione al di là del soddisfacimento<br />
delle vostre passioni. Avete avuto il coraggio di condurre la rivoluzione<br />
alla vittoria. Ora, in nome del vostro onore, dovete dar<br />
prova di magnanimità. Voi amate la rivoluzione. La sola cosa che<br />
vi chiedo è di non uccidere ciò che amate».D<br />
Ma dopo avere subito le selvagge violenze dei controrivoluzionari<br />
il clima mutò. Ancora una volta, c'è da meravigliarsene Occorre<br />
del resto circoscrivere bene la dimensione del terrore. Fino<br />
al marzo del 1920, il numero complessivo delle vittime del terrore<br />
rosso è ufficialmente valutato in 8.620 persone. Morizet calcola<br />
poco oltre le 10.000 persone. Dopo la sconfitta degli eserciti bianchi<br />
di Denikin e Kolcak, il governo sovietico abolì la pena di morte<br />
per parecchi mesi (venne reintrodotta solo dopo l'offensiva polacca<br />
contro l'Ucraina, nel maggio del 1920).<br />
L'atmosfera nella Russia sovietica era ben lungi da quel terrore<br />
universale che descrivono tanti storici. Possiamo rendercene conto<br />
leggendo la descrizione fatta da Morizet, testimone oculare,<br />
del processo a un ufficiale superiore bianco, Galkin, di fronte al<br />
tribunale Rivoluzionario di Mosca, il 14 luglio 1921: «Non credo<br />
di avere mai visto pubblico né magistrati con più simpatia per<br />
l'imputato di quella volta. I quattrocento operai o soldati che si<br />
accalcavano in aula, i tre giudici e l'accusatore, tutti e quattro giovani,<br />
guardavano tutti con una sorta di amicizia quell'ornino di<br />
trentacinqu'anni, in abiti malconci, tenuto sotto custodia, per rispettare<br />
le regole, da un sottufficiale bonario, revolver in pugno.<br />
Nessuna barriera tra loro e lui. Quattro soldati in armi, particolarmente<br />
interessati al dibattimento, erano sparsi nello spazio libero<br />
riempito dalla panca da giardino riservata all'accusato, il tavolo<br />
del difensore e il nostro tavolo».14<br />
Galkin venne condannato a una pena piuttosto lieve, poi fu rapidamente<br />
graziato, benché avesse impugnato le armi contro il<br />
potere sovietico. Dopo l'esperienza fattane, dichiarava però di<br />
13 Ivi, p.126.<br />
14 A. Morizet, op. cit., p. 429.<br />
bianchi. Il Tribu-<br />
odiare ben di più i dittatori controrivoluzionari<br />
nale glicredette sulla parola.<br />
LaCEKA<br />
Il problema della CEKA è ben diverso da quello di cui abbiamo<br />
detto, quello cioè di singole ben precise misure di terrore nel corso<br />
di una guerra civile crudele. Esso implica la creazione di un'istituzione,<br />
di un apparato, con l'inevitabile tendenza di qualsiasi istituzione<br />
e di qualsiasi apparato a diventare permanente e a sottrarsi a<br />
qualsiasi controllo.<br />
Si può fucilare ùn aguzzino fascista dopo un processo pubblico,<br />
anche affrettato. Ma non si può sottoporre a un controllo pubblico<br />
unapoliziapoliticasegreta. .<br />
Gli archivi della CEKA, che si sono cominciati a pubblicare grazie<br />
alla "glasnost" (trasparenza) sotto Gorbaciov, dimostrano am-<br />
£piamente come il verme stesse fin dall'inizio nel frutto, nonostante<br />
l'onestà personale di Felix Dzerzinskij, il primo capo della CEKA,<br />
che nessuno sospetta di intenzioni scorrette. Basti menzionare un<br />
dato di fatto: membri e informatori della CEKA si assicurarono un<br />
premio (una parte del "bottino") per ogni gruzzolo scoperto presso<br />
uno "speculatore" o un responsabile di "delitti economici". È<br />
indubbiamente insita in questo una dinamica corruttrice.<br />
Lo stesso vale per la tendenza della CEKA a sfuggire a qualsiasi<br />
controllo, una dinamica pericolosa che si è affermata piuttosto<br />
presto. C'è una storiella che la mette in risalto. Lenin stimava moltissimo<br />
ed era amico del dirigente menscevico di sinistra, Martov;<br />
un giorno lo convoca al Cremlino, gli consegna un passaporto falso<br />
e gli dice: "Lascia immediatamente il paese, altrimenti la CEKA ti<br />
arresterà entro pochi giorni e io non glielo potrò impedire".<br />
G. Leggett, un reazionario ostilissimo al regime bolscevico, riconosce<br />
tuttavia che inizialmente quest'autonomia si manifestò solo<br />
congiunturalmente: «nell'inevitabile contrasto tra la violenza arbitraria<br />
della CEKA e il sistema della legalità sovietica elaborato dal<br />
Commissariato del popolo alla Giustizia, la CEKA ha avuto la meglio<br />
ogni volta che era minacciato il regime. Quando la crisi si attenuava,<br />
era il Commissariato ad avere la meglio».15<br />
15 G. Leggett, The Cheka: Lenin 'spolitica l Police, Oxford 1981 , p.1 71.<br />
80<br />
81
Lo stesso Lenin era decisamente favorevole alla costituzione di<br />
uno Stato di diritto e alla necessità di compiere passi decisivi in<br />
questo senso. In uno scontro, nel 1921, tra DzerZinskij e Kamenev<br />
sulle riforme dei servizi della polizia politica dopo la fine della<br />
guerra civile, Lenin sostenne Kam~nev che aveva proposto di limitare<br />
la competenza della CEKA ai problemi di spionaggio, agli<br />
attentati politici, alla protezione delle ferrovie e dei depositi alimentari.<br />
Ogni altra attività repressiva avrebbe dovuto spettare al<br />
Commissariato del popolo alla Giustizia.<br />
Va anche osservato che la CEKA non fu una creatura del Partito<br />
bolscevico o di Lenin. Sono stati soprattutto i S-R di sinistra<br />
ad avere un ruolo chiave nella sua creazione. Detto questo, tuttavia,<br />
resta pur sempre il fatto che la tendenza a diventare un organismo<br />
autonomo, sempre meno controllabile, c'era nella CEKA<br />
fin dall'origine. Victor Serge usa al riguardo il termine di
ma classica in cui sarebbero state espresse nel Che fare, sarebbero<br />
state ispirate dalle caratteristiche psicologiche poco divertenti<br />
del personaggio: un odio cieco per lo zarismo e per le classi possidenti;<br />
la sete di vendetta perché l'autocrazia gli aveva giustiziato il<br />
fratello; la convinzione che la violenza, il terrore, lo "sterminio<br />
del nemico" abbiano un ruolo essenziale in qualsiasi rivoluzione.<br />
Indipendentemente dalle varianti, tutte queste affermazioni costituiscono,<br />
nel migliore dei casi, delle visioni unilaterali della<br />
realtà storica, degli scritti di Lenin e delle iniziative da lui ispirate<br />
o dirette.<br />
Lenin e ilpotere<br />
Innanzitutto, il ritratto di un Lenin teso come un monomaniaco<br />
alla conquista del potere personale assoluto non corrisponde<br />
all'immagine del personaggio così come emerge dalle molteplici<br />
testimonianze di coloro che lo hanno frequentato. Nikolaj Valentinov,<br />
molto critico nei confronti del dirigente bolscevico, osserva<br />
in proposito: «È un errore gravissimo, e lo compiono in molti,<br />
quasi tutti, considerare Lenin un uomo di ferro, spietato, che<br />
sforna solo risoluzioni politiche, assolutamente indifferente e insensibile<br />
alle bellezze della natura. Adorava i campi, i prati, i fiumi,<br />
la montagna, il mare e l'oceano».2<br />
La scarsa importanza attribuita da Lenin al proprio ruolo personale<br />
si ricava dalla reazione che ebbe allorché il Comitato centrale<br />
propose di awiare la pubblicazione delle sue Opere complete:<br />
«Perché È assolutamente inutile. Trent'anni fa è stato scritto tutto<br />
quel che si poteva immaginare. Non vale la pena di riprodurre<br />
tutto questo».3<br />
Il mito di un Lenin cinico e senza scrupoli nella "lotta per il potere"<br />
si basa soprattutto su una calunnia alquanto infame: l'affermazione<br />
secondo cui avrebbe accettato l"'oro tedesco", nel 1917,<br />
per finanziare la propaganda bolscevica. È una calunnia che è<br />
servita di base alle persecuzioni contro i bolscevichi all'indomani<br />
delle giornate rivoluzionarie del luglio 1917.<br />
In quella che, peraltro, è una delle migliori biografie di Lenin,<br />
Ronald W. Clark si dimostra piuttosto scettico al riguardo, pur<br />
2 N. Valentinov,Encounter.s wich Lenin, Oxford 1968.<br />
3 L. B. Kamenev,Lenin literarisches Erbe, Amburgo 1924.<br />
spingendosi quasi fino a insinuare che non c'è fumo senza arrosto.<br />
Ha anche riferito, senza escluderla del tutto, l'affermazione<br />
di un funzionario del Ministero degli Esteri tedesco secondo cui<br />
50 milioni di marchi-oro sarebbero stati "investiti" nel movimento<br />
bolscevico.4<br />
Ma lo stesso Ronald Clark cita di passata la prova più clamorosa<br />
dell'infondatezza di questa calunnia: «la "Pravda", l'organo<br />
di stampa principale dei bolscevichi, era sempre a corto di soldi».<br />
Vennero lanciati appelli continui e pressanti per raccogliere<br />
qualche decina di migliaia di rubli.5 Come avrebbe potuto essere<br />
tanto sguarnito un movimento che avesse ricevuto decine di<br />
milioni di marchi-oro<br />
Il Che fare e gli anni 1905-1907<br />
È impossibile, fra l'altro, basarsi solo sull'opuscolo Che fare -<br />
scritto nel 1902! - per esprimere un giudizio sulle concezioni di<br />
Lenin in fatto di organizzazione. Non è possibile separare le tesi<br />
sostenute in quest'opera - certo con qualche esagerazione, in<br />
seguito ammessa dallo stesso Lenin - dal suo contesto storico,<br />
che era quella di un piccolo partito operante nella più rigida<br />
clandestinità. Lenin non ha mai innalzato quelle tesi al livello di<br />
teoria generale dell'organizzazione valida per qualsiasi paese<br />
(Russia inclusa) e per qualsiasi tempo, indipendentemente dal<br />
periodo e dalle concrete condizioni in cui si sviluppa la lotta di<br />
classe.<br />
Le concezioni alternative proposte all'epoca dai menscevichi<br />
sottovalutavano i limiti imposti dall'illegalità, la minaccia che<br />
questa costituiva per la continuità dell'iniziativa di classe, il ruolo<br />
della centralizzazione politica - necessaria ma difficile - dell'esperienza<br />
delle lotte frammentate e soprattutto la funzione<br />
centrale della lotta per l'autonomia politica e poi per l'egemonia<br />
della classe operaia, nella rivoluzione. La scissione nel II<br />
Congresso del Partito, nel 1903, conteneva già in modo latente i<br />
germi della successiva differenziazione politica centrale tra bolscevichi<br />
e menscevichi circa il ruolo della borghesia russa nella<br />
4 R. W. Clark, Lenin. L'uomo ḍtrola maschera, Milano (1)(10,pp .'Ot<br />
202.<br />
5 Ivi, pp. 220-221.<br />
R4<br />
H'~
ivoluzione (la separazione fra queste due correnti del POSDR<br />
è formalmente avvenutanel 1912).6 ,<br />
Nello stesso Che fare, del 1902, troviamo passi dai toni nettamente<br />
"lussemburghian-trotskisti": «L'organizzazione dei rivoluzionari<br />
di professione non ha senso se non in rapporto con la<br />
classe veramente rivoluzionaria che impegna spontaneamente il<br />
confronto ['00]»'«Tutti converranno, probabilmente, che il "principio<br />
di un'ampia democrazia" implica le seguenti condizioni necessarie:<br />
in primo luogo, la completa pubblicità e, in secondo luogo,<br />
l'elettività di tutte le funzioni. [00']Chiameremo democratica<br />
l'organizzazione del Partito socialista tedesco poiché tutto vi si<br />
svolge apertamente, comprese le sedute del congresso. [00.]».7<br />
Dopo l'importantissima esperienza della rivoluzione del 1905,<br />
Lenin ha ulteriormente ampliato questa messa a punto, in modo<br />
in parte auto critico, ricorrendo all'immagine del «bastone troppo<br />
storto in un senso solo» (visto che gli avversari nella polemica<br />
avevano «storto il bastone» -vale a dire l'argomentazione - «in un<br />
senso», aveva dovuto torcerlo nell'altro per ristabilire l'equilibrio):<br />
«Il partito socialdemocratico, nonostante la scissione, dal<br />
1903 al 1907 ['00] ha fornito al pubblico le più ampie notizie sulla<br />
sua situazione interna (atti del Il Congresso, unitario; del III<br />
Congresso, bolscevico; del IV Congresso o di Stoccolma, unitario).<br />
Il partito socialdemocratico, nonostante la scissione, si è valso,<br />
prima di tutti gli altri partiti, del temporaneo barlume di libertà<br />
per attuare l'ideale di struttura democratica di un'organizzazione<br />
non clandestina, col sistema elettivo, con la rappresentanza ai<br />
congressi in base al numero dei membri del partito organizzati.<br />
[00']Condizione fondamentale di questo successo è stato, naturalmente,<br />
il fatto che la classe operaia, il cui fior fiore ha creato la<br />
socialdemocrazia, si distingue, grazie a cause economiche oggettive,<br />
da tutte le classi della società capitalistica per la sua maggiore<br />
attitudine all'organizzazione. Senza questa condizione l'organizzazione<br />
dei rivoluzionari di professione sarebbe stata un giocattolo,<br />
un'avventura, una vacua insegna ['00]».8<br />
86<br />
6 Ci si è tra l'altro praticamente dimenticati che sono stati dei menscevichi<br />
e non Lenin a forgiare il concetto di "centralismo democratico".<br />
7 Lenin, Chefare, Torino 1971, p.138.<br />
8 Lenin, Prefazione alla raccolta "Dodici anni", in Opere, voI. XIII, Roma<br />
1965, pp. 90-91. Nel 1905-1907 la Russia ha conosciuto una fortissima ondata<br />
di lotte rivoluzionarie. Era stata per tutte le organizzazioni un'espe-<br />
-AlI...-<br />
Ancor più chiaramente si esprime Lenin, affermando: «Mi<br />
sembra che il compagno Radin abbia torto a domandarsi [00']:soviet<br />
dei deputati operai o partito Mi sembra ['00] che la soluzione<br />
debba assolutamente essere: e il soviet dei deputati operai e il partito.<br />
[00']Mi sembra che il soviet dei deputati operai, in quanto organizzazione<br />
sindacale, debba tendere a includere nelle proprie file<br />
i deputati eletti da tutti gli operai. gli impiegati, i domestici, i<br />
braccianti, ecc., da tutti coloro che vogliono e possono combattere<br />
insieme per migliorare l'esistenza del popolo lavoratore, da tutti<br />
coloro che posseggono la più elementare lealtà politica, da tutti<br />
tranne che dai centoneri».9 ,<br />
«[Al Congresso di Unificazione fra menscevichie bolscevichi<br />
delJ 906]abbiamo accettato il principio del centralismodemocratico,<br />
la garanzia dei diritti di ogni minoranza e di ogni opposizione<br />
leale, l'autonomia di ogni organizzazionedi partito, l'elettività,<br />
la responsabilitàe la revocabilitàdi tutti ifunzionaridi partito».l0<br />
«Il principiodel centralismo democratico e dell'autonomia delle<br />
istanze periferiche significaappunto piena libertàdi criticain<br />
ogni sede, purché non violi l'unità nell'azione concreta ['00]».11<br />
«lI CC non ha alcun diritto di pretendere che le organizzazioni<br />
del partito approvino la sua risoluzione ['00]' Tutti i membri del<br />
partito sono tenuti ad affrontare in modo pienamente autonomo<br />
e critico la questione e a pronunciarsi in favore di quella risoluzione<br />
che, a loro giudizio, meglio risponde allo scopo nell'ambito<br />
delle deliberazioni del congresso di unificazione. [00']l'organizzarienza<br />
fondamentale, diretta, un banco di prova della validità dei loro<br />
programmi e della qualità delle loro strutture. L'ulteriore sviluppo di queste<br />
organizzazioni. - nonché del regime zarista - è stato profondamente<br />
segnato da quegli anni chiave. Cfr. in particolare T. Shanin, The Roots of<br />
Othemess: Russia's Tum of Century, voI. II: 1905-07. Revolution as a Moment<br />
ofTruth, Londra 1985.<br />
9 Lenin, I nostricompiti e il soviet dei deputati operai, in Opere,voI. XIII, cit.<br />
pp. 11-12. Centoneri è il nome dato comunemente all'Associazione del<br />
Popolo russo, una delle principali organizzazioni di estrema destra fondate<br />
durante la rivoluzione del 1905-1907 per aggredire le forze rivoluzionarie.<br />
Queste organizzazioni intendevano anche rimangiarsi le riforme costituzionali<br />
concesse dal regime sotto la pressione degli avvenimenti nell'ottobre<br />
del 1905.<br />
lOLenin, Indirizzo al partito dei delegatial Congressodi Unificazionegià appartenenti<br />
all'exfrazione dei "bolscevichi",in Opere, voI. X, Roma 1961, p.<br />
300.<br />
li Lenin, Libertà di critica e unità d'azione, in Opere, voI. X, cit., p. 422.<br />
87
zione del partito sta assumendo ora una struttura democratica.<br />
Ciò significa che tutti gli iscritti eleggono i responsabili, i membri<br />
dei comitati, ecc., [u.]che tutti gli iscritti definiscono l'orientamento<br />
tattico delle organizzazioni del partito».12<br />
Un autore come Louis Fisher conosce perfettamente le sue<br />
fonti. Tuttavia, egli passa volutamente sotto silenzio questi passi<br />
degli scritti di Lenin, e tanti altri che vanno nello stesso senso P È<br />
una palese dimostrazione di disonestà intellettuale, del resto abituale<br />
per lui. Ha vissuto in URSS tra il 1923 e il 1936 come corrispondente<br />
soprattutto della rivista americana «The Nation». In<br />
questa veste ha fatto un'apologia dei processi di Mosca utilissima<br />
a Stalin e allo stalinismo internazionale.14 Nella biografia di Lenin,<br />
scritta trent'anni dopo, scrive invece: «La vendetta di Stalin<br />
contro Trotskij ha fatto piombare la Russia dei Soviet in un bagno<br />
di sangue. Prendendo in realtà di mira Trotskij, i processi di<br />
Mosca durante gli anni trenta sono costati al paese la perdita dei<br />
suoi principali dirigenti [u.] Nel 1937 è stata la volta dei comandanti<br />
militari della Russia e, a migliaia, dei suoi migliori direttori<br />
d'industria, scrittori,esperti di piano, amministratori [u.] Nonsarà<br />
mai possibile misurare quanti disastri sia costata alla Russia questa<br />
politicademenziale [...]».15<br />
Lui che, nel 1936-1939,era diventato l'avvocato difensore di<br />
quella "politica demenziale" non ritiene necessario dire neanche<br />
una parola di rammarico,di scusa o di autocritica;preferiscepassare<br />
dall'altraparte della barricata.<br />
Ieri il geniale Stalin era il continuatore del genialeLenin. Oggi,<br />
il despota Stalin è un sottoprodotto della propensione leninista<br />
per ilpotere personale e la violenza.È chiaro l'elemento che hanno<br />
in comune entrambe le posizionisimmetriche:in ultima analisi,<br />
Stalin deriva da Lenin, ieri per le cose buone, oggi per quelle<br />
cattive.<br />
12 Lenin, Decidano gli operai!, in Opere, voI. X, cit., pp. 480-481.<br />
13 L. Fischer,Lenin,Parigi1966(tr.i~.:VitadiLenin,Milano1967).<br />
14In occasione dei "processi di Mosca", negli anni 1930, Stalin ha fatto<br />
condannare e liquidare la maggioranza dei quadri rivoluzionari del Partito<br />
comunista, per consolidare il regno della burocrazia.<br />
15L. Fisher, op. cito,po4620<br />
Un partito non monolitico<br />
Ed eccoci a una falsificazione storica molto più generale, frequente<br />
in tanti autori che trattano la storia della Russia dei Soviet<br />
degli anni 1918-1923.16Ma dov'era quel Partito bolscevico presunto<br />
monolitico, uscito dalla presunta ossessione leniniana per l'ipercentralismo<br />
In realtà, non si è mai visto un partito operaio<br />
con tante opinioni diverse e tanta libertà d'espressione, anche<br />
pubblicamente, come il Partito bolscevico di allora (non certo il<br />
Partito socialdemocratico tedesco o austriaco, neppure nei loro<br />
momenti migliori). Ci limitiamo a ricordare che:<br />
- al momento del dibattito sull'opportunità dell'insurrezione<br />
d'Ottobre, Zinov'ev e Kamenev, fra i membri più in vista del CC,<br />
hanno preso pubblicamente posizione contro la decisione della<br />
maggioranza, in un articolo uscito sul giornale di Maksim Gor'kij;<br />
- in occasione del dibattito sulla costituzione di un governo di<br />
alleanza con tutti i partiti operai, all'indomani del II Congresso<br />
dei Soviet, sei membri del CC e alcuni membri del Consiglio dei<br />
commissari del popolo hanno preso pubblicamente posizione<br />
contro la decisione della maggioranza. Hanno d'altronde dato le<br />
dimissioni dai loro incarichi, per far pesare di più la loro posizione;l<br />
16Haimsom, da parte sua, si sofferma sulla presunta derivazione di Lenin<br />
rispetto al populismo/terrorismo di Tkacev. Ma non fa parola delle posizioni<br />
di Victor Adler e di Karl Kautsky sulla necessità dell'introduzione<br />
dall'esterno della coscienza socialista nella classe operaia, a partire cioè<br />
dagli intellettuali. Eppure, testi alla mano, è dimostrabile che deriva da lì<br />
il famoso passo del Che fare di Lenin (cfr. L. Haimson, The Russian Marxistsand<br />
the Originsof Bolchevism, Boston 1966, p.16)<br />
l Quest'episodio, richiamato sovente, va meglio precisato: «Quando il II<br />
Congresso dei Soviet ha ratificato la conquista del potere da parte dei<br />
bolscevich~ il 25 ottobre, si pensava in genere, anche fra i bolscevich~ che<br />
il nuovo governo avrebbe inserito rappresentanti di tutti i partiti sovietici.<br />
La proposta di Martov, che chiedeva che il Congresso mettesse subito<br />
questo punto (l'instaurazione di un regime del genere) all'ordine del giorno<br />
fu appoggiatada Lunacarskije adottata dai delegatiall'unanimità [.u].<br />
La direzione bolscevica del momento era assolutamente favorevole alla<br />
proposta. Lenin era stato accolto in malo modo a Pietrogrado e l'organizzazione<br />
cittadina di Mosca, diretta da Rykov e da Nogin, appoggiava<br />
apertamente Zinov'ev e Kamenev. L'Ufficio politico regionale di Mosca,<br />
di coloritura estremista, aveva deciso di accettare una coalizione se i bolscevichi<br />
avessero mantenuto la maggioranza dei posti di ministro. Il 2 novembre<br />
il problema della coalizione ha cominciato a farsi scottante quan-<br />
88<br />
89
- Rjazanov e Lozovskij, due dirigenti bolscevichi, hanno votato<br />
contro lo scioglimento dell'Assemblea Costituente, nel gennaio<br />
1918, in una riunione del Comitato esecutivo centrale dei Soviet;<br />
- al momento della firma della pace di Brest Litovsk, i "comunisti<br />
di sinistra" intorno a Bucharin hanno pubblicato un quotidiano<br />
per sostenere pubblicamente la loro posizione minoritaria;<br />
- la cosiddetta tendenza "centralista democratica" diretta dai<br />
"comunisti di sinistra" di Ossinskij difese sulla rivista «Kommunist»<br />
fin dal 1918 un progetto di gestione operaia dell'industria assai<br />
diverso da quello della maggioranza del CC, e cominciò anche a<br />
metterlo timidamente in pratica per un certo periodo;<br />
- l'Opposizione operaia, diretta da 51japnikov, Mjasnikov e<br />
Kollontai, fondata nel 1920, sostenne pubblicamente le proprie<br />
posizioni minoritarie;<br />
- ancora nel 1921, il dirigente della CEKA I. Vardin (Megaldze),<br />
contro il parere contrario di Lenin, propose di legalizzare<br />
tutti i partiti e i raggruppamenti di opposizione che accettassero il<br />
sistema governativo sovietico. Dovevano essere autorizzati a presentare<br />
liste distinte di candidati alle elezioni per i Soviet e avrebbero<br />
dovuto disporre di libertà di stampa, proporzionalmente alle<br />
loro posizioni.18<br />
Un episodio riferito da Il'in-Zenevskij, vicecommissario del podo<br />
il Comitato esecutivo centrale (dei Soviet) adottò una risoluzione secondo<br />
cui i bolscevichi avrebbero dovuto avere almeno la metà dei posti.<br />
Tutta la destra bolscevica votò contro questa condizione minima - Kamenev,<br />
Zinov'ev, ecc. - insieme a quasi la metà del Consiglio dei commissari<br />
del Popolo (Rykov, Lunacarskij, Nogin, Miljutin, Teodorovic) e ad altri,<br />
tra cui Lozovskij e gli ex menscevichi Rjaianov e Jurenev) [...]. Il 4 no-<br />
. vembre esplose la crisi.Il Comitato Esecutivo centrale stava discutendo<br />
alcune misure governative per imbavagliare la stampa non socialista, e gli<br />
esponenti del'Opposizione bolscevica, temendo il pericolo di un regime<br />
dittatoriale, si unirono a quanti condannavano le limitazioni imposte ai<br />
giornali che in pratica non facevano appello alla rivolta. Larin [...]presentò<br />
una risoluzione in questo senso. Essa venne respinta da 31 voti contro<br />
22, con un certo numero di astensioni [...]. I 5 membricriticiverso Lenin<br />
nel CC abbandonarono la seduta [...]. Essi dichiararono "[...] Viva il governo<br />
dei partiti sovietici" [...].Sljapnikov, Commissario al Lavoro, si unì<br />
al gruppo con una dichiarazione: "Sosteniamo la posizione che è necessario<br />
costituire un governo socialista di tutti i partiti che stanno nei soviet<br />
[...)"». (Da R. Daniels, The Conscience ofthe Revolution, New York 1969,<br />
pp. 64-66.<br />
18Citin S. Faber, op. cit.,p. 206.<br />
polo alla Difesa, esprime bene quest'atmosfera di libertà. Alla fine<br />
del marzo 1918 si tenne la I Conferenza dei soldati e dei marinai<br />
dell'Armata Rossa. In apertura della Conferenza, si propose<br />
di eleggere una presidenza onoraria composta da Lenin, da Trotskij<br />
e da Zinov'ev. Gli anarchici si opposero. La proposta venne<br />
accolta, ma con una maggioranza molto risicata, con molti bolscevichi<br />
che ~otarono insieme agli anarchici.<br />
Contro l'opinione sfavorevole dei delegati bolscevichi, e di<br />
Il'in-Zenevskij esponente del governo, un blocco di anarchici e<br />
bolscevichi "di sinistra" imposero che la Conferenza avesse poteri<br />
legislativi e decisionali. Lo stesso blocco impose anche un consistente<br />
aumento della paga dei soldati e dei marinai, che il governo<br />
aveva dichiarato di non potere realizzare.19<br />
Si potrebbe obiettare che Lenin si oppose violentemente - una<br />
violenza essenzialmente verbale, che non approdava ad alcuna<br />
misura amministrativamenterepressiva-all'infrazione della disciplina.<br />
È vero, ma non è questo l'essenziale. Quello che questi episodi,<br />
infatti, dimostrano è che il partito emerso dalle concezioni<br />
organizzative di Lenin non era un partito monolitico; che moltissimi<br />
dirigenti e funzionari, sia operai sia intellettuali, conservavano<br />
al suo interno una grande indipendenza intellettuale, un acutissimo<br />
senso critico; che la pratica quotidiana del partito rifletteva<br />
tale indipendenza critica ben più di qualsiasi educazione monolitica<br />
o ipercentralista.<br />
Va constatato, inoltre, che non fondamentalmente diversa era<br />
l'ispirazione di Lenin. Al X Congresso del partito, nel marzo<br />
1921, al momento del divieto delle frazioni, egli si oppose alla<br />
proposta di vietare anche le tendenze. Sostenne chiaramente che<br />
quando un partito è diviso su questioni importanti è impossibile<br />
impedire l'elezione della direzione sulla base di piattaforme diverse.<br />
E lui stesso, a più riprese, quando venne messo in minoranza<br />
nella direzione, decise di ignorarlo e di organizzare una tendenza<br />
minoritaria, o sostenne in pubblico posizioni minoritarie.<br />
Sono dati di fatto che non si possono mascherare senza snaturare<br />
con ciò stesso la storia della Russia dei Soviet dell'epoca di Lenin.<br />
19 A. F. Ill'in-Zenevskij, The Bolsheviks in POWI'f:U/~mlfliscencesofthe Year<br />
1918,Londra 1984, pp. 48-51.<br />
90<br />
91
--.<br />
Una tensione interna alleninismo<br />
È vero che negli scritti e nella pratica di Lenin esistono anche<br />
diversi elementi di patemalismo, di autoritarismo, di sostituzionismo.<br />
In effetti, il complesso della teoria e della pratica organizzativa<br />
di Lenin sembra dominato da un gioco di equilibrio, che hanno<br />
affrontato innanzitutto Marcel Liebman, Paul Le BIanc e l'eccellente<br />
saggio di Stephen Cohen che abbiamo citato.20<br />
Potremmo, in una prima approssimazione, descrivere questo<br />
gioco nel modo seguente: nella fase di ascesa rivoluzionaria, di<br />
tumultuoso sviluppo del movimento di massa, le accentuazioni<br />
democratiche, o libertarie, prevalevano negli scritti e nella prassi<br />
di Lenin; in quelle di riflusso del processo rivoluzionario, di declino<br />
dell'iniziativa delle masse, prendeva il soprawento il tema del<br />
centralismo e della sostituzione della classe da parte del partito.<br />
Spiegare con il machiavellismo tale dualismo è fuori luogo ed ingiusto,<br />
in quanto parte da un assioma psicologistico che è impossibile<br />
dimostrare.2l<br />
A rigore, a quest'assioma si potrebbe sostituire il suo equivalente<br />
sociologico. Il Lenin democratico e libertario agirebbe sotto la<br />
pressione delle masse e dell'avanguardia operaia; il Lenin ipercentralista<br />
e sostituzionista ricercherebbe una soluzione pragmatica<br />
in una situazione in cui praticamente le masse non si muovono<br />
più.<br />
Ma neanche questa spiegazione sociologistica rende giustizia a<br />
Lenin, non riuscèndo a spiegare l'insieme della storia della Russia<br />
del 1918-1923. Essa in particolare non consente di cogliere la violenza<br />
quasi disperata con cui Lenin reagisce a partire dal 1922, se<br />
non già dalla fine del 1921, di fronte alla crescente burocratizza-<br />
20 M. Liebman, op. cit.;P. Le Blane,Lenin and the RevolutionaryParty,<br />
New Jersey/Londra 1990; S. Cohen, op. ci1..<br />
21Secondo L. H. Haimson, Lenin, più di Marx e dei "marxisti ortodossi",<br />
sarebbe stato convinto che le "passioni" giochino un ruolo centrale nelle<br />
scelte individuali e sociali. Ma egli diffidava profondamente di tali passioni,<br />
incluse le proprie, donde la sua intransigenza ideologica. Alcune personali<br />
delusioni, specie nei rapporti con Plechanov, lo avrebbero traumatizzato<br />
in proposito (op. cli., pp. 139, 186-187). Ma lo stesso Hairnson riconosce<br />
che alla fine del Il Congresso del POSDR Lenin ha assunto un atteggiamento<br />
molto conciliante verso i menscevichi, specie verso Martov;<br />
era disposto a rivedere la sua posizione e a modificare la composizione<br />
del comitato di redazione dell'«Iskra». È l'intransigenza di Martov e non<br />
la sua a provocare la scissione (ivi,pp. 182-183).<br />
92<br />
zione dello Stato e del partito (una burocratizzazione di cui si accorge<br />
in quel momento). Non spiega l"'ultima battaglia di Lenin"<br />
contro la burocrazia tentacolare, né la violenza del suo scontro finale<br />
con Stalin, né i toni dawero patetici cui ricorse in questa occasione:<br />
«A quanto pare sono fortemente in colpa verso gli operai<br />
della Russia perché non mi sono occupato con sufficiente<br />
energia e decisione [...]».22<br />
Ogni~piegazione "sociologica", tra l'altro, non può che ignorare<br />
un fatto storico, pur difficilmente contestabile, che Paul Le<br />
Blanc ha correttamente contrapposto alla versione un po' troppo<br />
meccanicistica dell"'equilibrio" formulata da Liebman. Lenin ha,<br />
in larga misura, raccolto e formato negli anni della reazione, nel<br />
1908-1911, i quadri bolscevichi che hanno permesso al suo partito<br />
di conquistare fin dal 1912 l'egemonia sul movimento operaio<br />
russo.<br />
Lo spirito di indipendenza<br />
L'esempio russo illustra una più generale regola storica: è nelle<br />
fasi non rivoluzionarie che si creano le premesse programmatiche,<br />
politiche o organizzative della "penetrazione" del partito rivoluzionario<br />
durante le successive ascese delle lotte.<br />
La tesi per cui il partito concepito da Lenin era un partito sostanzialmente<br />
dominato se non composto da intellettuali borghesi<br />
e non da operai non ha alcun fondamento nei fatti.23È l'opinione<br />
ad esempio di Alfred Meyer, che sostiene anche che il centralismo<br />
democratico era un sistema che «ha funzionato benissimo<br />
finché il partito era guidato da un dirigente forte, che dominava<br />
con pugno di ferro».24<br />
Neanche questa seconda affermazione, come la prima, corrisponde<br />
ai dati fattuali. Per dimostrare il contrario, basti citare Beryl<br />
Williams, pur tanto ostile ai bolscevichi e a Lenin: «Il numero<br />
22 È la frase di apertura dei suoi appunti del 30dicembre1922Sullaquestione<br />
delle nazionalità e dell"'autonomizzazione" (Opere, voI. XXXVI, Roma<br />
1969, p. 439), in cui critica violentemente la politica di Stalin su questo<br />
problema. Su questa fase si veda M. Lewin, L'ultima battaglia di Lenin,<br />
Bari 1969.<br />
23Sullla composizione a schiacciante maggioranza operaia del Partito<br />
bolscevico, cfr. H. D. Kaiser, The Worker'sRevolution in Russia cit.<br />
24Cit. in P. Le Blanc, op. cli.,pp. 60, 126.<br />
CH
degli aderenti al partito è cresciuto parallelamente all'ascesa della<br />
popolarità dei bolscevichi. Attraverso questo processo, il partito si<br />
è trasformato fino ad essere irriconoscibile. In ottobre era diventato<br />
un partito di massa, ben lontano dal gruppo dell'élite di intellettuali<br />
del 1903, o dall'idea che spesso ci se ne fa. Non è facile<br />
stabilire le cifre degli aderenti, ma sembra che si fossero decuplicati<br />
nel corso dell'anno [1917], fino a superare le 250.000 unità.<br />
Nell'ottobre i lavoratori ne rappresentavano la stragrande maggioranza<br />
[...].Ancora una volta, contrariamente alla credenza popolare,<br />
non erano rigidamente organizzati o unificati, benché forse<br />
beneficiassero di una coesione maggiore e sicuramente di una<br />
direzione più forte dei loro rivali. Ma c'erano profonde differenziazioni<br />
nel modo di procedere del Comitato centrale, dei "subdelegati"<br />
locali nei comitati distrettuali e nei Soviet, i "sub-subdelegati"<br />
delle fabbriche. I militanti di base, come i loro simpatizzanti,<br />
tendevano a muoversi con una notevole autonomia».25<br />
L'onestà di tale descrizione offre un'immagine ben più fedele<br />
del reale funzionamento del Partito bolscevico che non le svariate<br />
leggende sul "centralismo democratico" sotto Lenin. Essa permette<br />
di capire come mai Lenin abbia dovuto scontrarsi duramente<br />
con questi "uomini dei comitati" perlomeno per quattro<br />
volte: nel 1905-1906; all'inizio della Rivoluzione del febbraio<br />
1917; alla vigilia dell'Ottobre; a partire dal 1921-1922. Le prime<br />
tre volte, lo scontro si concluse rapidamente a suo vantaggio, grazie<br />
al sostegno che ricevette da una larga avanguardia operaia,<br />
anche al di fuori del partito. La quarta volta non ebbe questo appoggio,<br />
con le note tragiche conseguenze.<br />
Ve~ounaconc~neo~anka<br />
Lenin non ha mai davvero presentato una concezione organica,<br />
completamente coerente del partito e dei suoi principi organizzativi.<br />
Sembra piuttosto, alla luce dei dati storici, che procedesse in<br />
questa direzione passo dietro passo. Come elemento di questo<br />
processo di chiarificazione, il nesso dialettico tra l'iniziativa autonoma<br />
della classe e il ruolo del partito d'avanguardia si imponeva<br />
progressivamente, tranne negli "anni bui" 1920-1921 (alcuni direbbero<br />
1919-1920). .<br />
25 B. Williams, op. cit.,pp. 28-29.<br />
94<br />
Un autore come Leopold Haimson sostiene che gliintellettuali<br />
e i marxistirussinon sono mai riuscitia risolvereil problema della<br />
contraddizione fra la spontaneità e la coscienza, tra l'iniziativa<br />
delle masse e quella ispirata e organizzata dall'avanguardia.Eppure,<br />
la Rivoluzioned'ottobre ha fornito proprio questa risposta,<br />
illustrata dalla formula suggestivae ormai classica avanzata da<br />
Trotskjj nella sua Storiadelkl Rivoluzionerussa:«Senza un'organizzazionedirigente,l'energia<br />
delle masse si volatizzerebbecome<br />
il vapore non racchiuso in un cilindro a pistone. Eppure il movimento<br />
dipende dal vapore e non dal cilindroo dal pistone».26<br />
Resta il fatto che il modello organizzativodel Chefare,pur se<br />
applicato per un periodo limitato, ha prodotto alcuni inconvenienti:<br />
un certo tipo di responsabili,gli "uomini dei comitati",poco<br />
capaci di adeguarsi a un impetuoso movimento di massa. La<br />
compagna di Lenin, la Krupskaija,scrivein proposito: «Gli "uomini<br />
dei comitati" erano in genere persone piuttosto sicure di sé.<br />
Potevano constatare l'influenza notevole che il lavoro d'apparato<br />
esercitavasulle masse e, in genere, non ammettevano democrazia<br />
interna al partito. Sostenevano che "la democrazia nel partito<br />
comporta solo problemi con la polizia. Noi siamo legati al movimento<br />
reale". In sé, piuttosto disprezzavanoi militantidel Partito<br />
all'estero [cioèin esilio]che, ai loro occhi,non avevanoniente di<br />
meglioda fare che litigare tra loro. "Li si dovrebbe costringere a<br />
lavorare nelle condizioni della Russia".Essi criticavanol'influenza<br />
dominante del Centro estero [cioèdi Lenin].Al tempo stesso,<br />
respingevanoqualsiasiinnovazione.Non avevanoné il desiderio,<br />
né la capacità di adeguarsi al rapido mutamento delle situazio-<br />
~ .<br />
In ogni caso, la storia concreta della Russia dei Soviet tra il<br />
1918 e il 1923 si può capire solo in funzione di tutti questi elementicontrastanti,non<br />
di un qualchepeccato originariodi Lenin.<br />
Chi vuole dedicarsi a individuarele origini dello stalinismodeve<br />
innanzitutto ricercarle nelle forze sociali e nei loro reciproci<br />
rapporti, il che corrisponde meglio ai principi del materialismo<br />
storicoche non limitarsiall'ambito delle sole idee. Ma per quanto<br />
riguarda le fonti intellettuali,le concezioniorganizzativestaliniane<br />
non sono la prosecuzione di quelle di Lenin ma, al contrario,<br />
ne costituisconola drasticanegazione.<br />
26 L. Trotsky, Storia della Rivoluzione russa, Milano 1964, p.ll.<br />
v N. K. Krupskaija, Reminiscences o[Lenin, New York 1970, pp. 124-125.<br />
l)'I<br />
.......
Restaurare la democrazia sovietica<br />
Come ci si sarebbe potuti opporre efficacemente al processo di<br />
burocratizzazione nella Russia del 1920, cioè in un paese ormai<br />
dissanguato, colpito dalla carestia, con un sistema di trasporti<br />
completamente scardinato, con una classe operaia ridotta a meno<br />
della metà se non ad appena un terzo di quello che era nel 1917<br />
Una classe operaia in via di rapida smobilitazione, non per la fine<br />
della guerra civile, ma per l'assoluta necessità di rifornirsi individualmente<br />
di viveri In quelle condizioni materiali e sociali, l'immediata<br />
restaurazione della democrazia sovietica, se non addirittura<br />
passi decisivi verso la gestione operaia, costituivano una clamorosa<br />
utopia.<br />
La direzione del partito e dello Stato erano costrette a dare la<br />
priorità al rilancio della produzione, in primo luogo di quella<br />
agricola, all'aumento della produttività del lavoro, alla ripresa<br />
dell'occupazione.<br />
L'errore di Lenin e di Trotskij fu quello di teorizzare e di generalizzare<br />
le eccezionali condizioni del momento.<br />
Fin dall'inizio della NEP, nel 1921-1922, l'indebolimento numerico<br />
e il declassamento della classe operaia si assestavano e la<br />
tendenza si invertiva.<br />
Proprio in un momento del genere un ampliamento progressivo<br />
della democrazia sovietica avrebbe potuto accelerare la ristabilizzazione<br />
socio-politica della classe operaia, facilitandone la lenta<br />
ripoliticizzazione. Riducendo, invece, in quel preciso momento e<br />
in modo drastico quel che restava della democrazia, i dirigenti sovietici<br />
hanno viceversa aggravato la spoliticizzazione del proletariato<br />
e del partito.28<br />
È impossibile valutare fino a che punto un effettivo "nuovo<br />
corso" avrebbe potuto avere qualche successo. Ma i tragici risultati<br />
della politica seguita nel 1921 sono ormai troppo evidenti per<br />
non ricavarne alcune conclusioni: quel che era utopistico nel 1920<br />
non lo era più a partire dal 1922.<br />
28 Ricordiamo che proprio nel marzo del 1921 il X Congresso del PC ha<br />
vietato le frazioni e ridotto la democrazia nel partito. D'altro canto, la famigerata<br />
"leva Lenin" del 1924, un'ondata di reclutamento che fece entrare<br />
nel partito centinaia di migliaia di operai politicamente diseducati e<br />
non temprati dall'esperienza di lotta, paradossalmente ha contribuito a<br />
spoliticizzare il partito e il proletariato.<br />
96<br />
Capitolo VII<br />
Il nodo strategico<br />
Patalismo e volontarismo<br />
La Rivoluzione d'ottobre pone il problema strategico chiave di<br />
fronte al quale si trova qualsiasi movimento socialista: come deve<br />
comportarsi un partito che si richiama alla classe operaia e al socialismo<br />
(o al comunismo) in una situazione rivoluzionaria Un<br />
problema che rinvia a un altro più ampio, quello della strategia<br />
socialista (o comunista) alungo termine. Un problema che non è<br />
il caso di affrontare qui e al quale speriamo di dedicare un ulteriore<br />
saggio.<br />
Le rivoluzioni non cadono dal cielo, non si possono meccanicamente<br />
staccare dalle fasi che le precedono, in cui sono maturate a<br />
poco a poco le condizioni che le fanno scoppiare.<br />
Analogamente, quel che sono e che fanno in quell'occasione i<br />
partiti che si richiamano alla classe operaia dipende in buona misura<br />
dalla loro composizione e dalla loro attività in fasi pre o non<br />
rivoluzionarie (anche se non si può negare che la rivoluzione stessa<br />
può sensibilmente modificare alcuni di questi elementi determinanti).<br />
Schematicamente, può essere utile sintetizzare le due fondamentali<br />
fIlosofie strategiche che si sono contrapposte nel corso di<br />
una rivoluzione nella formula: fatalismo o volontarismo.<br />
L'approccio fatalistico si basa sull'idea che "le condizioni obiettive"<br />
e i "rapporti di forza" in pratica determinano tutto, che il<br />
In
---<br />
corso degliavvenimentiè largamente indipendente dalle decisioni<br />
dei partiti e dei loro dirigenti,che il loro compito consiste essenzialmente<br />
nel tracciare i confini tra ciò che è "oggettivamente<br />
possibile"e tutto ilresto (che sarebbe avventurismoe illusione).<br />
I menscevichi incarnavano questo orientamento nell'anno<br />
1917.I loro principalireferenti all'estero erano gliaustromarxisti,<br />
il cui dirigentee teorico, Otto Bauer, ha fatto il suo ingressonella<br />
storia addirittura come ilprototipo del marxismofatalista.<br />
L'approccio strategicovolontarista in periodo rivoluzionariosi<br />
basa invece sull'idea che, indipendentemente dai fattori oggettivi<br />
(economici, sociali, connessi alla tradizione storica e culturale)<br />
che determinano in parte il corso degli eventi, questo però non è<br />
totalmente predeterminato. L'azione concreta delle classisociali<br />
(e delle loro frange principali),l'iniziativae l'orientamento preciso<br />
dei partiti e dei loro dirigentipuò anche pesare in maniera decisivasulcorso<br />
deglieventistessi.<br />
Un determinismo<br />
"parametrico"<br />
Non si tratta di contrapporre un approccio deterministico<br />
(coincidente con il "fatalismo") a una filosofia agnostica o teleologica<br />
della storia (che coinciderebbe con il "volontarismo").l<br />
Quello di cui stiamo parlando è un volontarismo che tiene conto<br />
dei condizionamenti storico-materiali di fondo. Si tratta di evitare<br />
di cadere in un determinismo meccanicistico e lineare, sostituendo<br />
ad esso un determinismo più ricco, basato su una dialettica dei<br />
fattori oggettivie soggettivUUn modo di concepire le "possibilità"<br />
1 L'agnosticismo ritiene che sia impossibile conoscere la realtà oltre le apparenze<br />
(vale a dire una dottrina che dichiara l'inconoscibile inaccessibile<br />
all'uomo) ed inutile qualsiasi metafisica. La teleologia consiste in un complesso<br />
di elaborazioni teoriche relative al destino del mondo, dell'uomo<br />
o, in questo caso, della storia. Tende quindi a interpretare il corso storico<br />
a partire da un presunto "destino",<br />
2 Il termine "meccanicismo" indica una corrente di pensiero materialista<br />
che semplifica oltremodo le interazioni, specie fra i vari fattori sociali, individuando<br />
rigide catene di cause ed effetti. Ignora, in particolare, la dimensione<br />
storica nell'analisi delle società. Il meccanicismo ha origine nelle<br />
scienze naturali del XVIII secolo, che utilizzano molto il parallelismo<br />
con le macchine, in particolare con i meccanismi d'orologeria, Secondo<br />
una concezione meccanicistica del materialismo storico, lo sviluppo delle<br />
forze produttive e le contraddizioni dei rapporti economici di produzione<br />
che abbiamo tradotto nel concetto di "determinismo parametrico":<br />
una comprensione, cioè, della storia che consente di considerare<br />
le possibilità "latenti", le "potenzialità". Tale concezione era<br />
già stata utilizzata da Marx nel tomo I del Capitale.<br />
TIcorso degli avvenimenti non è né completamente predeterminato<br />
né totalmente indeterminato. L'esito possibile della rivoluzione<br />
osèilla entro limiti predeterminati.<br />
Nella Russia del 1917 erano impossibili sia un ritorno al regime<br />
semifeudale, sia lo sviluppo di un capitalismo basato sulla democrazia<br />
parlamentare, sia la defmitiva costruzione di una società<br />
socialista senza classi. Ma, entro questo contesto predeterminato,<br />
l'iniziativa delle masse, dei partiti e dei loro dirigenti poteva approdare<br />
a più di una possibile variante: vittoria di una controrivoluzione<br />
borghese ultrareazionaria (che non poteva che essere<br />
sanguinosa, repressiva, e che avrebbe distrutto il movimento operaio<br />
e qualsiasi attività autonoma delle masse operaie e contadine);<br />
vittoria della rivoluzione grazie alla presa del potere da parte<br />
dei Soviet, che consentiva l'avvio della costruzione di una nuova<br />
società (fondendosi con la rivoluzione internazionale, o perlomeno<br />
ricevendone l'appoggio).<br />
L'approccio fatalistico è stato, in larga misura, frutto del "marxismo"<br />
della II Internazionale, ispirato da Kautsky. È una concezione<br />
fortemente segnata da un determinismo meccanicistico di<br />
ispirazione semidarwinista.3 Essa implicava che, anche di fronte a<br />
un'esplosione rivoluzionaria, i socialisti non potevano, in fondo,<br />
fare altro che subire la marcia inesorabile degli eventi.<br />
L'approccio volontaristico implicava, invece, che i socialisti fossero<br />
coscienti della possibilità di influire in maniera decisiva suldeterminano<br />
un'unica, inevitabile sequenza delle società (società primitive<br />
comunitarie, schiavitù dell'antichità, feudale, capitalista e socialista).<br />
La concezione dialettica (più autentica) del materialismo storico combina<br />
determinazioni e condizionamenti socio-economici. Ma considera anche<br />
il peso specifico di altri fattori (ad esempio: degli Stati, delle culture, delle<br />
ideologie), sottolineando soprattutto il ruolo attivo delle lotte socio-politiche,<br />
delle lotte di classe. Ciò gli consente di capire che il corso della storia<br />
è determinato dall'incidenza reciproca di questi vari fattori e non solo<br />
dalla "logica ferrea" delle contraddizioni economiche.<br />
3 Charles DaIWin: naturalista e biologo inglese del XIX secolo, noto per i<br />
lavori sull'evoluzione delle specie viventi attraverso la selezione naturnk<br />
Le sue teorie (daIWinismo) sono ricchissime, ma a volte sono statI' Il1h"<br />
pretate con eccessiva semplificazione (con il "neo-dalWinisl11o") l' lIIulI,<br />
mente trasposte nell'ambito delle scienze umane.<br />
98<br />
1)1)
----<br />
4<br />
l'esito storico con la loro specifica iniziativa. È stato il merito<br />
principale dei bolscevichi avere cercato di farlo. Ed è anche la<br />
principale lezione che Rosa Luxemburg ha tratto dagli avvenimenti<br />
dell'Ottobre: una lezione che l'ha portata a moderare le<br />
. sue critiche verso Lenin e Trotskij e ad appoggiare entusiasticamente<br />
la Rivoluzione russa: «Quanto possa esibire, in un'ora storica,<br />
un partito in fatto di coraggio, energia, lungimiranza rivoluzionaria<br />
e coerenza, Lenin, Trockij e compagni lo hanno dimostrato<br />
ad usura. Tutto l'onore e la capacità d'azione rivoluzionari,<br />
venuti meno alla socialdemocrazia occidentale, hanno trovato la<br />
loro espressione nei bolscevichi. L'insurrezione di ottobre non ha<br />
rappresentato soltanto la reale salvezza della rivoluzione russa,<br />
ma anche la riabilitazione del socialismo internazionale».4<br />
E più avanti: «Ciò che conta è distinguere nella politica dei bolscevichi<br />
l'essenziale dall'inessenziale, il nocciolo dal fortuito. In<br />
quest'ultimo periodo, in cui tutto il mondo è alla vigilia di lotte<br />
mortali decisive, il problema più importante del socialismo è stato<br />
ed è la scottante questione del giorno: non questo o quel dettaglio<br />
di tattica, ma la capacità d'azione del proletariato, l'energia<br />
delle masse, in generale la volontà di potenza del socialismo. Da<br />
questo punto di vista i Lenin e i Trockij coi loro amici sono stati i<br />
primi a dar l'esempio al proletariato mondiale, e sono tuttora gli<br />
unici, che con Hutten possano esclamare: io l'ho osato! Questo è<br />
quanto costituisce l'essenziale e l'imperituro della politica bolscevica.<br />
In detto senso è loro l'imperituro merito storico di essere passati<br />
all'avanguardia del proletariato internazionale con la conquista<br />
del potere politico e l'impostazione pratica del problema della<br />
realizzazione del socialismo, e di aver potentemente contribuito<br />
alla resa dei conti tra capitale e lavoro in tutto il mondo. In Russia<br />
il problema ha solo potuto essere posto. Non vi poteva essere<br />
risolto. E in questo senso l'avvenire appartiene dovunque al bolscevismo».5<br />
damentalmente diverse. Un'eccessiva semplificazione può intorbidare<br />
le acque e rendere più difficile la scelta.<br />
Ci sono, in questo senso, probabilità di eccessivo avventurismo,<br />
"golpismo", "blanquismo", nel corso "volontaristico": tentativi di<br />
presa del potere da parte di minoranze che non hanno l'appoggio<br />
della massa dei salariati.6<br />
Ma l'esistenza di queste deviazioni e il pericolo che rappresentano<br />
non possono fungere da alibi per sottrarsi alla concreta scelta<br />
strategica che si poneva alla vigilia della Rivoluzione d'ottobre<br />
in Russia.<br />
I bolscevichi godevano evidentemente dell'appoggio della maggioranza<br />
del proletariato. Il popolo voleva chiaramente esprimere<br />
un cambiamento radicale, rivoluzionario. In quelle precise condizioni,<br />
si doveva o no prendere il potere I marxisti rivoluzionari<br />
di oggi rimangono convinti, come quelli del 1917 e degli anni successivi,<br />
che la risposta è "sì", senza riserve.<br />
Determinismo,<br />
scelte politiche, esperienza<br />
Di recente, l'analisi critica della tattica bolscevica negli anni<br />
successivi alla vittoria d'Ottobre ha suscitato un dibattito sulla natura<br />
del determinismo storico, che ha visto contrapposti J. Rees e<br />
Samuel Faber. Il primo accusa il secondo di abbandonare ogni<br />
determinismo materialista, perché presenta una gamma di alternative,<br />
un'analisi di altre scelte che sarebbero state possibili per<br />
quanto riguarda la politica socialista rivoluzionaria nella Russia<br />
del 1918-1923.<br />
«Il marxismo non suggerisce che in qualsiasi circostanza la volontà<br />
politica o ideologica possa svolgere un ruolo decisivo. Il grado<br />
entro cui i lavoratori possono "stabilire la loro sorte" dipende<br />
dal peso dei fattori oggettivi che gravano su di essi [...].In Russia<br />
Bisognava prendere ilpotere<br />
Naturalmente, la contrapposizione tra le due opzioni - fatalismo<br />
e volontarismo - non va esagerata, pur restando queste fon-<br />
4 R. Luxemburg, La Rivoluzione rossa, cit., p. 378.<br />
5 Ivi, pp. 606-607.<br />
6 L'insurrezione spartachista del gennaio 1919 in Germania, il tentativo<br />
di presa del potere a Vienna, in Austria quello diretto da Bettelheim poco<br />
dopo, e soprattutto l'''azione di marzo 1921" ancora in Germania,<br />
nonché il colpo di Stato del PC bulgaro contro Stambulinsky rientrano in<br />
questa categoria.<br />
Auguste Blanqui, insigne rivoluzionario francese del XIX secolo, di<br />
ispirazione comunista, ha dato il suo nome al "blanquismo", considerato<br />
come la volontà di conquista del potere basandosi su una minoranza attiva<br />
e metodi cospirativi.<br />
100<br />
101
.............<br />
----<br />
(dopo l'ottobre del 1917) i limiti della loro azione si riducevano a<br />
reggere un assedio, in situazioni di costrizioni sempre più stringenti.<br />
Ogni oncia di volontà e di coscienza politica doveva essere<br />
usata per difendere lo Stato operaio ed evitare che venisse rovesciato.<br />
Il "fattore soggettivo" si limitava quindi a una scelta tra il<br />
capitolare di fronte ai Bianchi o difendere la rivoluzione con tutti<br />
i mezzi disponibili».7<br />
Questo modo di impostare il problema presenta però due limiti<br />
di fondo. In primo luogo, non risponde all'obiezione essenziale, e<br />
cioè che la democrazia sovietica è stata defmitivamente soffocata<br />
nel momento in cui sono stati messi fuori legge i partiti sovietici,<br />
dopo la guerra civile e non quando l'alternativa era capitolare di<br />
fronte ai Bianchi o difendere la rivoluzione con tutti i mezzi.<br />
Venne soffocata dopo la vittoria, quando non c'era più un esercito<br />
bianco sul territorio della Russia dei Soviet.<br />
Le misure prese allora si ispiravano all'idea che, proprio per la<br />
vittoria nella guerra civile, la mobilitazione rivoluzionaria del proletariato<br />
sarebbe scemata. La smobilitazione, per i bolscevichi,<br />
avrebbe rischiato di minacciare il potere sovietico più ancora degli<br />
stessi eserciti bianchi. John Rees non richiama questa spiegazione,<br />
per cui non ne svela il carattere illogico e sbagliato.<br />
Inoltre, Rees risolve una serie di concreti problemi in una formula<br />
astratta e generica. Il problema non era se, in generale, si<br />
dovessero impiegare "tutti i mezzi" per difendere il potere dei Soviet,<br />
per impedire una vittoria dei Bianchi. Il problema che si poneva<br />
è se questa o quella misura concreta facilitasse, o rendesse invece<br />
più difficile, la prosecuzione vincente della guerra civile.<br />
Serviva a questo la creazione della CEKA O il fatto di mantenere<br />
e inasprire le requisizioni del grano nel 1919-1920, e in genere<br />
gli eccessi del "comunismo di guerra" O l'interdizione dei partiti<br />
sovietici Ora, su questo, i dirigenti del partito bolscevico la<br />
scelta la avevano: prendere o non prendere queste misure. Hanno<br />
avuto ragione Hanno avuto torto J. Rees ragiona come se il<br />
problema non si ponesse neanche. E, stranamente, non richiama<br />
l'argomento basilare che potrebbe, se non giustificare completamente,<br />
perlomeno spiegare ampiamente il comportamento dei<br />
bolscevichi in proposito. Esso è stato invece ampiamente formulato<br />
da Rosa Luxemburg nel suo opuscolo sulla Rivoluzione rnssa.<br />
7 J. Rees, art. cito<br />
102<br />
La rivoluzione socialista, nonché l'avvio della costruzione di<br />
una societàsenza classi,costituivanoun'esperienza assolutamente<br />
nuova. Non esistevain proposito alcun manuale di regole precostituite<br />
al quale riferirsi.La Rivoluzionerussa costituì un immenso<br />
laboratorio storico, esaltante e drammatico a un tempo. Si può<br />
procedere solosperimentando,a tentoni.<br />
Solo la pratica può dimostrare se questa o quella misura concreta<br />
- non parliamo dell'orientamento generale - sia corretta o<br />
sbagliata.<br />
Ogni approccio dogmatico,che parta da schemiprecostituiti,è<br />
controproducente (come del resto lo è qualsiasiorientamento puramente<br />
pragmatico).Entrambi eludono le opzioni strategichedi<br />
fondo.<br />
Molte cose sono diventate chiare a posteriori,ma non lo erano<br />
sul momento e non potevano esserlo. Come diceva Napoleone:<br />
"On s'engage,etpuis on voit" r'Prima si fa, poi si vede"J.A Lenin<br />
piacevaripetere questa frasedi un maestro di tattica.<br />
E"ori e democrazia socialista<br />
Proprio perché è così, la rivoluzione ha un bisogno vitale della<br />
democrazia sovietica pluralista, del multipartitismo, di una vita<br />
politica attiva, del concreto diritto di critica e di intervento delle<br />
masse.<br />
Se infatti la rivoluzione, e l'avvio della costruzione di una società<br />
senza classi, sono un enorme laboratorio, gli errori sono inevitabili:<br />
ed è quindi vitale disporre di meccanismi che consentano<br />
non di evitare gli errori - il che è impossibile -ma di correggerli al<br />
più presto possibile, poi di evitare di ripeterli in futuro. Lo stesso<br />
Lenin osservava che il modo in cui un partito si comporta di fronte<br />
ai propri errori ne condiziona il futuro.<br />
In un contesto del genere la democrazia sovietica acquista tutto<br />
ilproprio valore.<br />
Democrazia e uguaglianza sociale<br />
Samuel Farber dunque, ha ragione secondo noi, rispetto all'impostazione<br />
generale. Ma, anche qui, solo in maniera generale e<br />
astratta e non in tutta una serie di giudizi concreti da lui formula-<br />
101
-----<br />
ti. Infatti, egli ricorre eccessivamente a criteri di democrazia puramente<br />
formali, criteri che in pratica risultano molto meno democratici<br />
di quel che non si potrebbe pensare a prima vista.<br />
Farber insiste con forza sull'importanza dello "Stato di diritto":<br />
necessità del diritto scritto; principio per cui un imputato è innocente<br />
fmché non se ne sia dimostrata la colpevolezza; ecc.8Il movimento<br />
della IV Internazionale ha inserito il grosso di tali principi<br />
nelle Tesi da esso adottate, nei suoi Congressi del 1979 e del<br />
1985, intitolate Democrazia socialista e dittatura del proletariato.<br />
Non abbiamo quindi aspettato gli sconvolgimenti in Europa dell'Est,<br />
né la pubblicazione del libro di Farber per proclamarli e difenderli.9<br />
Farber però non affronta una serie di altri problemi i quali, anche<br />
se non "formali", non sono per questo meno concreti, problemi<br />
che rischiano di ostacolare la garanzia dei diritti dell'uomo e<br />
della donna, di tutti e di tutte, fmché sussistono fenomeni mercantili<br />
e monetari (cioè per tutta la fase di transizione dal capitalismo<br />
al socialismo): la corruttibilità dei giudici; la necessità di limitare<br />
il numero di avvocati ai quali un individuo può rivolgersi, altrimenti<br />
chi ha più soldi ha possibilità di difesa - o di accusa in<br />
processicivili-maggiori degli altri; la gratuità di accesso alla difesa;<br />
la necessità di un severo controllo pubblico e quindi la soppressione<br />
del principio del giudizio inappellabile; sostanziali modifiche<br />
dei codici di procedura, per renderli più trasparenti alle<br />
masse dei/delle cittadini/e; la generalizzazione del principio della<br />
revocabilità dei giudici (quindi soppressione del principio della<br />
loro inamovibilità) e la massima espansione del principio dei tribunali<br />
e delle giurie popolari.<br />
Non è chiaro in che modo questi profondi cambiamenti giuridici<br />
dovrebbero minare o ridurre i diritti degli individui, o lo "Stato<br />
di diritto". Sono, in realtà, condizioni indispensabili, se si vuole<br />
che tutti/e e non solo qualche minoranza privilegiata (inclusi burocrati<br />
e intellettuali) possano godere appieno dei loro diritti<br />
8 S. Farber,Before Stalinism, Polity Press, 1990, pp. 159-162.<br />
9 La risoluzione DemocraziJJsocialistae dittatura delproletariato è stata per<br />
la prima volta presentata all'XI Congresso mondiale della IV Internazionale,<br />
nel 1979. Adottata con un voto indicativo, è stata ridiscussa, rielaborata<br />
e definitivamente assunta al XII Congresso mondiale del gennaio<br />
1985. Cfr. la versione finale in «Quatrième Internationale», numero speciale<br />
17/18, settembre 1985 (per la versione italiana, rivolgersi a «Bandiera<br />
Rossa», Via Varchi 3, 20158 Milano).<br />
"formali"! Eppure, i critici severi della "giustizia rivoluzionaria" li<br />
respingono dogmaticamente, quasi per principio.<br />
La diseguaglianza sociale di fronte alla giustizia è uno scandalo<br />
che i nostri "Stati di diritto" conoscono bene. Lo confermano, se<br />
serve, in modo spettacolare tre casi recenti.<br />
Il principe Vittorio Emanuele, aspirante al trono in Italia, è stato<br />
assolto dall'accusa di omicidio di un ragazzo tedesco dopo un<br />
procedimento durato undici (!) anni. Un cittadino con reddito<br />
medio avrebbe potuto portare avanti la cosa così a lungo...<br />
In Giappone, dopo un procedimento durato vent'anni (!), il<br />
trust Hitachi ha vinto un processo contro un suo impiegato, licenziato<br />
per essersi rifiutato di fare straordinari. Un avvocato che ha<br />
creato un comitato di sostegno dei salariati/e, Kawahito, ha dichiarato<br />
in proposito: «Come tante altre leggi giapponesi, questa<br />
è volutamente ambigua. La decisione presa oggi è scorretta, perché<br />
i lavoratori giapponesi, d'ora in poi, non potranno più rifiutare<br />
gli straordinari e il karochi (mortalità sul lavoro per sovraffaticamento)aumenteràulteriormente[...].<br />
Un "colletto bianco" su<br />
quattro ha ormai paura di morire per stress lavorativo, stando a<br />
un recente sondaggio effettuato a Tokio da una ditta farmaceutica,<br />
la Nippon Kayaku [...].È chiaro che la Corte suprema ha favorito<br />
il grande capitale e che pensa che la potenza economica si<br />
basi sugli straordinari. Ha dato la priorità all'economia rispetto alla<br />
vita umana».IO<br />
La famigliaKennedy ha speso in meno di sei mesi un milione<br />
di dollari per difendere un membro del clan accusato di stupro,u<br />
I comuni mortali lo possono fare Gli Stati Uniti, l'Italia, il Giappone<br />
sono certamente paesi capitalistie non società postcapitaliste.<br />
Questo però non cambia niente quanto al fatto che tutti e tre<br />
questi casi illustranol'ambiguitàdel concetto di "Stato di diritto".<br />
Essidimostrano come l'indipendenza del potere giudiziariopossa<br />
entrare in clamoroso conflitto con le pari opportunità, quando ci<br />
siano disparità patrimoniali,di reddito, di condizionisociali,fenomeni<br />
che, nella fase di transizione cui Farber si riferisce,sussistono<br />
ancora.<br />
lO«The Times», 29 novembre 1991. Un "colletto bianco" è un impiegato,<br />
rispetto alla "tuta blu" dell'operaio in produzione.<br />
11«Sunday Times Magazine», 1 dicembre 1991.<br />
104<br />
I O~
Un governo di coalizione<br />
Il problema delle scelte fra i comportamenti possibili ha evidentemente<br />
una dimensione molto più ampia di quello delle possibili<br />
varianti, certo limitate, della tattica bolscevica. Esso si pone<br />
soprattutto a quanti, dal 1917 a oggi, da Plechanov ad Hobsbawm,<br />
affermano perentoriamente: non si doveva prendere il<br />
potere; la Rivoluzione d'ottobre era "prematura".<br />
Che cosa si sarebbe, allora, dovuto fare Aspettare passivamente<br />
il succedersi degli avvenimenti Abbandonare il paese in<br />
mano alle soldataglie di Guglielmo II Riformisti russi e riformisti<br />
internazionali non propongono niente di coerente, tranne assurde<br />
illusioni in un'impossibile democrazia borghese.<br />
I centristi del tipo di Martov e Otto Bauer/Hilferding hanno sostenuto<br />
in modo cauto ed esitante una soluzione alternativa: ciò<br />
che Martov chiamava "un governo democratico rivoluzionario<br />
unificato", una coalizione fra tutti i partiti che si richiamavano al<br />
socialismo.<br />
Anche tutta un'ala dei bolscevichi auspicava una soluzione del<br />
genere (come abbiamo visto in precedenza). Eppure, era sostanzialmente<br />
irrealizzabile, e non a causa del presunto "settarismo"<br />
dei bolscevichi, ma per ragioni ben più profonde. Infatti, i S-R di<br />
destra e i menscevichi di destra non intesero a nessun costo abbandonare<br />
la politica di "difesa nazionale", cioè di continuazione<br />
della .guerra, con conseguenze inesorabili.<br />
n menscevico di centro-sinistra, Dan, anch'egli fautore della<br />
politica di "difesa nazionale rivoluzionaria", scrive al riguardo:<br />
«La difesa del paese, da svolgere in attesa di una pace generale<br />
democratica, determinava la necessità che si mantenesse un esercito<br />
di molti milioni di uomini in grado di combattere e che si evitasse<br />
con cura tutto ciò che poteva disorganizzarlo. Di conseguenza<br />
si doveva rinviare la riforma agraria fino alla convocazione<br />
dell'Assemblea Costituente. Infatti, un'espropriazione rivoluzionaria<br />
e la distribuzione delle terre dei proprietari avrebbe<br />
comportato inevitabilmente la diserzione dal fronte di milioni di<br />
soldati contadini, i quali avrebbero voluto essere presenti sul posto<br />
nel caso di distribuzione delle terre. [...]»P<br />
In altre parole, né la maggioranza dei menscevichi, né i S-R di<br />
12 J. Martov, F. Dan, op. cil., p. 243.<br />
destra erano disposti ad accettare la pace immediata, l'immediata<br />
spartizione delle grandi proprietà e il controllo operaio sulla<br />
produzione. Il ministro del Lavoro, il menscevico Skobelev accettava<br />
che si ristabilisse nelle fabbriche l'autorità di proprietari<br />
e direttori, una richiesta dell'associazione padronale. Su quale<br />
programma si sarebbe potuta fondare una coalizione governativa<br />
I "conciliatori" puntavano, tra l'altro, come condizione per<br />
costruire un simile governo di "fronte unico operaio", all'esclusione<br />
di Lenin e di Trotskij dal governo stesso. Chiaramente,<br />
era una condizione inaccettabile per i bolscevichi, che detenevano<br />
la maggioranza delle deleghe al Congresso dei Soviet! A rigore,<br />
un governo di coalizione fra bolscevichi, S-R di sinistra,<br />
menscevichi di sinistra (gli "internazionalisti" intorno a Martov)<br />
sarebbe stato, invece, possibile, né i bolscevichi erano contrari a<br />
una soluzione del genere. Del resto, la si è parzialmente realizzata,<br />
perché un governo di coalizione bolscevichilS-R di sinistra<br />
lo si è costituito. Ma è stato il gruppo di Martov a rifiutarsi fin<br />
dal primo momento di impegnarsi su questa strada.<br />
Non muoversi L'esempio<br />
tedesco<br />
Si potrebbe sostenere che, tutto sommato, sarebbe stato meglio<br />
non impegnarsi in un percorso rivoluzionario che non poteva<br />
che approdare al fallimento. Una posizione da Ponzio Pilato,<br />
ma solo in apparenza, perché anche rifiutandosi di agire si influenzano<br />
ugualmente gli avvenimenti, perché si sceglie per lo<br />
status quo e si lascia campo libero all'avversario di classe, che è<br />
libero così di prendere l'iniziativa che gli pare e piace.<br />
Non senza motivo la scolastica parla anche di peccati di<br />
omissione, oltre agli altri.<br />
Questo problema di fondo della scelta strategica può chiarirsi<br />
nel modo più nitido contrapponendo il comportamento della<br />
socialdemocrazia tedesca, maggioritaria durante la rivoluzione<br />
del 1918, a quello dei bolscevichi nel 1917 (con la destra dell'U-<br />
SPD che aveva una posizione intermedia, analoga a quella di<br />
Martov in Russia).<br />
Lasciamo da parte il problema della composizione sociale<br />
della direzione del Partito socialdemocratico tedesco (SPD) e<br />
degli interessi materiali che rappresentava. Lasciamo anche da<br />
parte il problema della reale motivazione dei membri della cor-<br />
106<br />
107
,<br />
rente maggioritaria. È ormai chiaro il bilancio storico del riformismo,13<br />
La SPD si è rifiutata di prendere il potere. Si è rifiutata di<br />
prendere in considerazione la possibilità di una avanzata, ancorché<br />
moderata, verso il socialismo. Si è rifiutata di epurare seriamente<br />
l'apparato di Stato ereditato dall'Impero - specie le sue<br />
branche militari, giudiziarie e diplomatiche. Essa è passata in<br />
blocco dalla parte dell'ordine stabilito, che al massimo era disposta<br />
a riformare timidamente.<br />
È una politica che si è concretizzata in tanti modi: conclusione<br />
dell'accordo di concertazione (collaborazione di classe) istituzionalizzata<br />
fra burocrazia sindacale e patronato; formazione di un<br />
governo d, coalizione con la borghesia; liquidazione dei consigli<br />
operai non solo come organismi di potere politico ma anche come<br />
organi di controllo operaio e di dualismo di potere nelle fabbriche;<br />
soprattutto, accordo segreto con lo stato maggiore imperiale,<br />
dietro spinta concertata di Ebert, il capo della socialdemocrazia,<br />
e del generale Groner: «Non possono esserci più dubbi<br />
oggi sull'alleanza conclusa in quei giorni di novembre tra il cancelliere<br />
Ebert e i capi dell'esercito, anche se la versione dell'accordo<br />
telefonico tra Groner ed Ebert nella notte dal 9 alI Onovembre<br />
non possa essere accettata con piena sicurezza. Già ill O<br />
novembre, il maresciallo Hindenburg telegrafa ai capi militari che<br />
lo stato maggiore è deciso a collaborare con il cancelliere per<br />
"evitare l'estendersi del bolscevismo terrorista in Germania". Il<br />
generale Groner [scrive]qualche anno più tardi: "Noi ci siamo alleati<br />
contro il bolscevismo."».14<br />
Ma quel che gli Ebert, i Noske e i Groner chiamavano "bolscevismo"<br />
era, in Germania, un larghissimo movimento popolare che<br />
contestava la società borghese, indipendentemente dall'esistenza<br />
di movimenti avventuristici e minoritari di estrema sinistra. Ne sono<br />
testimonianza lo sciopero generale in difesa dei consigli operai<br />
nel febbraio-marzo 1919, o, nel marzo-aprile 1920, la formidabile<br />
mobilitazione di massa contro ilputsch Kapp-von Liittwitz.<br />
\3 Pierre Broué (fivoluzionein Gennania.1917-1923, Torino 1977) pubblica<br />
una vastissima bibliografia sulla rivoluzione tedesca del 1918-1919.<br />
14P. Broué,op. cit.,p.163.<br />
108<br />
Uifonnismo<br />
e controrivoluzione<br />
In periodo rivoluzionario, il rifiuto di impegnarsi per la rivoluzione,<br />
per la presa del potere, ha come corollario pressoché fatale<br />
un impegno nel senso della controrivoluzione. A questo punto la<br />
scelta non è tra agire o non agire ma tra rivoluzione e controrivoluzione.<br />
I riformisti sono in realtà sospinti a reprimere il movimento<br />
spontaneo, semispontaneo od organizzato delle masse lavoratrici,<br />
contrapponendoglisi dapprima con manovre e menzogne<br />
e, alla fine, con l'azione violenta.15<br />
In proposito, il ruolo di Gustav Noske, ministro socialdemocratico,<br />
è tristemente famoso. Egli non ha esitato a scrivere: «Nessuno<br />
ha fatto la minima obiezione quando ho espresso il parere che<br />
bisognava ristabilire l'ordine con la forza delle armi. Il ministro<br />
della Guerra, il colonnello Reinhardt, ha redatto un ordine con<br />
cui si designavail generale Hoffmann comandante in capo [u.].Si<br />
è obiettato che il generale sarebbe stato impopolare agli occhi degli<br />
operai [u.]. Non ho insistito perché si decidesse. Qualcuno ha<br />
detto: "Non può occuparsene lei". Ho risposto in modo conciso<br />
e netto: "Non vedo obiezioni. Qualcuno deve pur svolgere il ruolo<br />
di cane sanguinario. Non ho paura di assumermi questa responsabilità"».16<br />
Lo stesso Noske non ha esitato neanche a fare affiggere sui<br />
muri di Berlino, pochi mesi dopo, l'avvertimento seguente: «La<br />
brutalità e la bestialità (sid) degli spartachisti che lottano contro<br />
di noi, mi obbligano a dare il seguente ordine: chiunque sia sorpreso<br />
con le armi in pugno contro il governo sarà fucilato sul posto»P<br />
Quei massacri si giustificano in nome dell'ostilità verso il "bolscevismo".<br />
Si può osservare, non senza ironia, che quegli stessi<br />
personaggi si indignavano contro il Terrore rosso rivolto contro<br />
15Quanto alle manovre e alle menzogne nei riguardi della popolazione,<br />
Ebert ha negato spudoratamente di volere introdurre a Berlino reparti<br />
militari (di questo lo accusava l'USPD), di fronte al I Congresso dei consigli<br />
degli operai e dei soldati. Diceva che c'era solo un problema di distribuzione<br />
di reparti del fronte che dovevano traversare Berlino. In realtà,<br />
aveva effettivamente fatto entrare a Berlino le truppe di dieci divisioni dirette<br />
dal generale Lequis.<br />
16Gustav Noske, Von Kiel bisKapp, Berlino 1920.<br />
17Citato da Broué, p. 263. Gli spartachisti erano un movimento rivoluzionario<br />
tedesco.<br />
109
-<br />
chi «veniva preso con le anni in pugno contro il governo» (eppure<br />
Trotskij non ha mai teorizzato né praticato l'esecuzione dei<br />
membri delle Armate bianche).<br />
Ma il dato di fondo è un altro. Ecco dei dirigenti di partiti che<br />
si richiamano al socialismo che si arrogano il diritto di vietare alle<br />
larghe masse di organizzare scioperi o di dar vita a cortei anche<br />
inermi, in nome di priorità, di "principi", di valutazioni politiche<br />
ben lungi dall'essere condivise da tutti e che non discendevano<br />
neppure dall'infallibilità "pontificia". I menscevichi, anche di sinistra,<br />
si opposero strenuamente alle iniziative di controllo operaio<br />
che in Russia emanavano direttamente dalle fabbriche. Si sono<br />
anche arrogati il diritto di reprimere i lavoratori quando scavalcavano<br />
le loro decisioni. Quest'arroganza paternalistica e presuntuosa<br />
deriva dallo stesso orientamento sostituzionista che sottende<br />
l'atteggiamento staliniano. Il parallelo tra comportamenti riformistici<br />
e staliniani merita di essere sottolineato.<br />
Lo ripetiamo: tutto questo è agli antipodi della dottrina e dell'orientamento<br />
di Marx, incentrati sul concetto di emancipazione<br />
diretta della classe operaia.<br />
Marx ed Engels hanno intuito questo pericolo di sostituzionismo<br />
e le sue implicazioni quando, in una famosa lettera del settembre<br />
del 1879, condannavano la posizione del Manifesto riformista<br />
dei "Tre di Zurigo" (Hochberg, Bernstein e Schramm) con<br />
grande ironia: «Se vogliamo conquistare alla nostra causa [come<br />
sperano i Tre di Zurigo] gli strati superiori della società, non bisogna<br />
assolutamente spaventarli. I Tre di Zurigo pensano di avere<br />
fatto una scoperta tranquillizzante: "il partito [deve] dimostrare<br />
che non è disposto a imboccare la strada della rivoluzione sanguinaria<br />
e violenta,e che è invecedeciso [u.] a imboccarela via della<br />
legalità, cioè quella delle riforme". [La conclusione logica di questa<br />
argomentazione è dunque che], se un giorno Berlino si dimostrasse<br />
ancora così maleducata da provocare un 18 marzo [vale a<br />
dire un'esplosione rivoluzionaria], i socialdemocratici, anziché<br />
partecipare alla lotta come "canaglie bramose di salire sulle barricate"<br />
[termini usati dagli "zurighesi"], dovrebbero invece "imboccare<br />
la via della legalità", abbattere le barricate e, se occorre, marciare<br />
al passo insieme alle truppe gloriose contro le masse egoiste,<br />
brutali e analfabete».18<br />
18K. Marx, F. Engels,Lettera ad A. Bebel, W. Liebnecht,W. Bracke e<br />
altri,Lipsia,settembre1879,Operecomplete,Carteggio.<br />
110<br />
Ecco il comportamento dei riformistiEbert-Noske, previsto e<br />
condannato con quarant'anni di anticipo rispetto ai fatti! La giustificazioneprincipale<br />
avanzata dai riformistitedeschi per la loro<br />
politicaostile alla presa del potere socialistanel corso di una crisi<br />
rivoluzionariaera che occorreva difendere la democrazia, ossia<br />
difenderla a qualunque costo, anche contro milioni di operai -<br />
poco importa qui che essi rappresentassero una (lieve) maggioranzao<br />
una forte minoranza del corpo elettorale.<br />
Per questo essi deovevano cominciare con l'ignorare o negare<br />
la realtà della minacciacontrorivoluzionaria.19Ma imboccando la<br />
strada della repressione, usando allo scopo il vecchio apparato<br />
statale delle classipossidenti, essi avviavanoin tal modo un processo<br />
di consolidamento delle élitesdirigenti, spianando così la<br />
strada che avrebbe portato al potere sanguinario della dittatura<br />
nazista.<br />
La Repubblica di Weimar ha partorito il Terzo Reich. Tutto si<br />
è giocatoproprio nel 1918-1919,nel 1920e nel 1923,nella repressionedella<br />
rivoluzionee delle masse tedesche, con i riformistiche<br />
non solo hanno avuto una funzione passiva,ma si sono attivamente<br />
impegnatinel campo della controrivoluzione.20<br />
La dittatura nazista e la seconda guerra mondiale (1939-1945)<br />
sono costate all'umanità cinquanta milioni di morti. Se questa è<br />
stata l'alternativa concreta alla Rivoluzione d'ottobre, ecco, nei<br />
fatti,lapiù evidentegiustificazionestoricadi questa Rivoluzione.<br />
19 È un argomento di Lenin nellasua polemicacon Kautsky:La rivoluzione<br />
proletaria e il rinnegatoKautsky, in Opere, voI. XXVIII. Roma 1967, pp.<br />
231 sgg. In La dittatura del proletariato Kautsky, nella parte sulla Russia,<br />
non accenna minimamente ai pericoli di controrivoluzione!<br />
20Sulle élites tedesche, lasciate al loro posto dalla socialdemocrazia, all'avvento<br />
del nazismo cfr. in particolare: Arthur Rosemberg, Storia della<br />
Repubblica di Weimar, Firenze 1972; E. Anderson, Hammer or AnviL The<br />
Story ofthe Gennan Working-ClassMovement, Londra 1945. La Repubblica<br />
di Weimar è stata istituita in Germania il9 novembre 1918, dopo l'abdicazione<br />
di Guglielmo II, con la partecipazione di numerosi socialdemocratici.<br />
Un governo a partecipazione socialdemocratica invia truppe in<br />
Sassonia per destituire dalle sue funzioni un governo a direzione socialdemocratica<br />
di sinistra che godeva di un ampio appoggio popolare. Dopo<br />
avere represso la rivoluzione tedesca, questo regime è risultato incapace<br />
di soffocare la crisi economica e sociale. Ha chiamato al potere, nel 1933,<br />
Hitler, che ha instaurato progressivamente la dittatura nazista.<br />
111<br />
~
~<br />
Capitolo VIll<br />
A mo' di conclusione<br />
La reazione russa e internazionale ha attaccato con estrema<br />
violenza la Rivoluzione d'ottobre, negli anni successivialla vittoriabolscevica,sostenendo<br />
che avevaavuto soloeffettidistruttivi.<br />
Una grande ricchezza culturale<br />
I giornali francesi, «Le Temps» in testa, denunciavano a piene<br />
colonne la «barbarie asiatica» che avrebbe soffocato ogni vitalità<br />
artistica, letteraria, scientifica nella Russia dei Soviet. Nel luglio<br />
del 1920, l'Accademia francese delle Scienze soppresse una relazione<br />
inviatale da Victor Henri, suo inviato in Russia, sull'attività<br />
scientifica in quel paese. Nel 1925, ancora, il quotidiano londinese<br />
«The Times» pubblicava una nota dell'Ammiragliato britannico<br />
che sosteneva che il governo sovietico non aveva procurato alla<br />
Russia altro che sangue, miseria e fame.!<br />
Il nobilotto prussiano Karl von Bothmer riassume bene l'argomento<br />
centrale di questa campagna denigratoria quando scrive:<br />
«Non si manifesta alcuna forza costruttiva. [no]Non appaiono da<br />
nessuna parte forze creative. [...]Il governo si regge solo su misure<br />
criminali, senza essere capace di fornire alcuna realizzazione».2<br />
! «The Times», 17 novembre 1925.<br />
2 K. von Bothmer, op. cit., pp. 102, 131, 132.<br />
113<br />
-- -<br />
-- --
Nello stesso momento in cui von Bothmer scrive queste rigll
I<br />
nomi di Victor Hugo, di Emile Zola, di Ibsen, di Emile Verhaeren,<br />
di Nekrasov, di Saltykov, di Michajlovskij, di Byron, di Chopin,<br />
di Koltzov, di Constantin Meunier, di Mussorgskij, di Puskin,<br />
di Rymskij-Korsakov, di Skrjabin, di Beethoven, di Marx, di Engels,<br />
di Auguste Blanqui, di Bebel, di Lassalle, di Jean Jaurès, di<br />
Plechanov, di Spartacus, di Gracchus Babreuf, di Garibaldi, di<br />
Robespierre, di Danton, di Rousseau, di Owen, di Herzen, di Bakunin,<br />
di Voltaire, di Pestel e di tanti altri ancora.1O<br />
Nel 1918-1919 sono state pubblicate a tirature altissime, che andavano<br />
dalle 25.000 alle 100.000 copie, opere di Puskin, di Lermontov,<br />
di Gogol', di Tolstoj, di Turgenev, di Dostoevskij, di<br />
Gonkarov, di Grigorovich, di Ostrovskij, di Rijl'ev, di Zola, di<br />
Anatole France, di Merimée, di Walter Scott, di Romain Rolland,<br />
di Louis Blanc, di Jean Jaurès, di Bebel, di Plechanov, di<br />
Kautsky (gli ultimi due, avversari decisi della Rivoluzione d'ottobre<br />
).11<br />
Al tempo stesso, la rivoluzione ha dato impulso a un'opera formidabile<br />
di partecipazione delle masse alla vita culturale. Il Primo<br />
Maggio del 1920, 20.000 persone hanno preso parte a Pietrogrado<br />
allo spettacolo dal titolo La liberazionedel lavoro, che raccontava<br />
la storica lotta per l'emancipazione, dalla rivolta degli schiavi dell'Antichità<br />
fino alla Rivoluzione russa. Il famoso film L'incrociatore<br />
Potemkin di Sergej Ejzeinstein venne girato con la partecipazione<br />
di migliaia di cittadini/e di OdessaP<br />
Lo spirito di classe<br />
Tra questo spirito proletario-popolare e la natura stessa della<br />
rivoluzione nel campo istituzionale c'è un'interconnessione innegabile.<br />
Citiamo ancora una volta Alfons Paquet, che ha riconosciuto<br />
anche lui questo spirito, per l'essenziale: «Il principale, incomparabile<br />
contenuto della rivoluzione russa è di avere intrapreso,<br />
con assoluta radicalità e pugno di ferro, la lotta contro l'egoismo<br />
capitalistico,sia nella sua forma privata [...] sia in quella<br />
statale. Il merito del bolscevismoè di aver permesso questo [...]<br />
Sotto i nostri occhi sta per verificarsi il tracollo dell'Europa, ma<br />
IO Ivi, p. 69.<br />
11 A. Morizet, op. cit., pp. 194-195.<br />
12 B. Williams, op. cit., pp. 93- 94.<br />
116<br />
sono già state gettate le basi per la sua ricostruzione. Cerchiamo<br />
di capire la sostanza di fondo delle idee della rivoluzione e ricaviamone<br />
fiducia per il futuro». E poi la conclusione, di un'attualità<br />
sorprendente: «Un giorno, ad esempio, i lavoratori [delle città<br />
sulle rive del fiume Reno, che sono] Basilea, Strasburgo, Mannheim,<br />
Magonza, Ruhrort [un agglomerato minerario], Emmerich<br />
e Rotterdam potrebbero costituire in comune un consiglio del<br />
Bacino renano e fare sentire così la loro influenza nella trasformazione<br />
di questo asse in una grande strada fluviale europea, oltre<br />
le frontiere degli Stati e il diritto di chi è in alto [...].L'idea di<br />
consigli del genere può anche, in tanti modi, essere funzionale all'obiettivo<br />
europeo, vale a dire alla costruzione di un'economia<br />
comunitaria, e della pace».B<br />
Alfons Goldschmidt, a Pietrogrado, ha colto questo spirito di<br />
classe: «La prima impressione: una città proletaria. L'operaio regna.<br />
L'operaio domina la strada».14<br />
Alfons Paquet, da parte sua, osserva: «Consigli composti esclusivamente<br />
di proletari governano nelle fabbriche, nei quartieri urbani,<br />
nei villaggi,nei distretti e nelle province».IS<br />
TI governo bolscevico ha distribuito armi agli operai praticamente<br />
in tutte le città del paese, durante la guerra civile. Non è la<br />
dimostrazione che non si trattava di un governo di un clan o di<br />
una setta, ma di un governo di classe, convinto di godere della fiducia<br />
della maggioranza di questa classe Molti storici hanno sostenuto<br />
che i bolscevichi avrebbero perso l'adesione, ossia l'appoggio<br />
della classe operaia dopo la conclusione della pace di Brest<br />
Litovsk e lo scatenarsi del Terrore rosso nel 1918. Lo sostiene<br />
anche un critico benevolo, Wlliam G. Rosemberg.16 Naturalmente<br />
ci sono state fluttuazioni incontestabili nell'atteggiamento della<br />
classe operaia verso i bolscevichi nel 1918, 1919, 1920. Ma, indipendentemente<br />
dall'atteggiamento critico di questa, essi mantennero<br />
comunque il sostegno della maggioranza dei lavoratori.<br />
L'Armata Rossa era del resto impregnata di questo spirito proletario,<br />
classista. Il manuale per l'istruzione del soldato conteneva<br />
13 A. Paquet, op. cit., pp. 40, 51-52.<br />
14 A. Goldschmidt, op. cit., p. 20.<br />
IS A. Paquet, op. cit., p. 75.<br />
16 W. G. Rosemberg, Russian Labor and boL~h('vik l'nw/'r, Soda/ /)/111/'11<br />
sion oJ Protest in Petrograd after October, in TI//' Wo,.k,',;~ H"I'ohl/l"" /11u,,~<br />
sia 1917 cit., pp. 32-33 (cfr. anche A. M()ri:rI~I.0/'. 1'11.1'1' I)H~"" )<br />
111
tra l'altro i seguenti passi: «Devi stare in mezzo ai tuoi compagni.<br />
I capi sono fratelli più esperti e istruiti. In battaglia, nelle esercita.<br />
zioni, in caserma, al lavoro, devi obbedire ad essi. Appena fuori<br />
dalla caserma, sei assolutamente libero [...]. Se ti chiedono: "Come<br />
ti batti", rispondi: "Combatto con il fucile, con la baionetta,<br />
con la mitragliatrice, ma anche con la parola di verità che rivolgo<br />
a quei soldati nemici che sono operai e contadini, perché sappiano<br />
che io non sono in realtà un loro nemico, ma un fratello"P<br />
Fra le tante testimonianze di questo spirito di classe, ricordiamo<br />
un episodio citato da S. A. Smith. Quando, alla fine del 1917,<br />
si fu costretti a ridurre l'occupazione nelle fabbriche di munizioni<br />
e nelle officine Putilov di Pietro grado, gli operai stilarono liste di<br />
priorità. Non si tenne minimamente conto dell'iscrizione a un<br />
partito, neppure al Partito bolscevico.18<br />
quelli dell'entusiasmo e dell'esaltazione. La nuova vita, di speranza,<br />
annunciava un grandioso futuro. Malgrado le privazioni e la<br />
brutalità del regime, il senso di euforia suscitato dal crollo della<br />
monarchia, nel marzo del 1918, non era ancora svanito».20Non si<br />
potrebbe dire meglio.<br />
La storia è un giudice severo, ma giusto; bisogna soltanto concederle<br />
il tempo necessario a compiere la propria opera. Nel<br />
1810, o nel 1815, non c'era molta simpatia per la Rivoluzione<br />
francese del 1789, tranne in ristrettissime cerchie rivoluzionarie.<br />
Ma nel 1848, per non dire nel 1889, il giudizio in proposito era<br />
cambiato profondamente.<br />
Siamo convinti che accadrà lo stesso per quanto riguarda il verdetto<br />
emanato per la Rivoluzione d'ottobre.<br />
Prospettive di speranza<br />
n significato storico della Rivoluzione d'ottobre è stato mirabilmente<br />
espresso da Maksim Gor'kij, che pure ne fu un critico severo:<br />
«Chiunque sia convinto in buona fede che l'irrefrenabile<br />
aspirazione dell'umanità alla libertà, alla bellezza e a un'esistenza<br />
guidata dalla ragione non sia un sogno sterile, ma una vera e propria<br />
forza che, di per sé, può creare nuove forme di vita, che sia<br />
in sé una leva che può far muovere il mondo, ogni persona onesta<br />
deve riconoscere il significato generale dell'attività dei rivoluzionari<br />
conseguenti. La rivoluzione va concepita come un ampio<br />
tentativo di dare forma alle idee forza e alle risposte vagheggiate<br />
dai più insigni pensatori dell'umanità [...]. Venite con noi, incontro<br />
alla nuova vita per la quale lavoriamo [.n]. Avanti, verso la libertà<br />
e la bellezza dell'esistenza».19<br />
C'è un ulteriore motivo che giustifica la rivoluzione. Lo fornisce<br />
un autore ferocemente antiboiscevico, Leonard Shapiro, sulla<br />
base dei propri ricordi, di quando era giovane nella Pietrogrado<br />
della fine del 1920: «La vita era straordinariamente dura. Il livello<br />
alimentare si avvicinava alla carestia [n.]. Eppure, i miei ricordi,<br />
innegabilmente influenzati dagli adulti che mi circondavano, sono<br />
17 A. Morizet, op. cit., p.ll1.<br />
18 S. A. Smith, Red Petrograd, cit., pp. 243-244.<br />
19 Citato in A. R. Williams, op. cit., p. 219.<br />
20L. Shapiro,op. cit., p. 219.<br />
118<br />
119
Glossario<br />
...<br />
Adler Victor (1852-1918) - Fondatore e dirigente del Partito socialdemocratico<br />
dell'Impero austroungarico. Collocato su posizioni<br />
di centro-sinistra nella II Internazionale.<br />
Anarchici - Corrente rivoluzionaria, debolmente organizzata ma<br />
con un'importante tradizione in Russia, specie nel XX secolo<br />
(Bakunin, Kropotkin). Hanno inizialmente collaborato nella Rivoluzione<br />
d'ottobre con i bolscevichi. Una parte di essi è confluita<br />
nel Partito comunista; altri invece, con Machno, si sono presto ribellati<br />
al potere sovietico.<br />
Antonov-Ovseenko VIadimir (1884-1938) - Membro del POSDR<br />
fin dal 1902. Fa parte della frazione menscevica. Ufficiale dell'esercito<br />
zarista, si mette alla testa di un ammutinamento; imprigionato,<br />
evade. Clandestino, poi emigrato. Fa parte dei Meirajoncy,<br />
entra nel Partito bolscevico nel 1917 ed è uno dei dirigenti della<br />
Rivoluzione d'ottobre. Responsabile politico dell'Armata Rossa.<br />
Da oppositore a Stalin, ne diventa alleato. Inviato a Barcellona<br />
nel 1936, durante la guerra di Spagna, al suo ritorno viene liquidato<br />
da Stalin.<br />
Armenia - Paese montuoso con popolazione a maggioranza cristiana,<br />
vittima a più riprese di massacri (da parte dei Turchi:<br />
1894-1896,1915-1916) e di conquiste territoriali ad opera dei vicini.<br />
Suddivisa tra Turchia, Iran e Impero Russo. Costituiva una<br />
delle 15 Repubbliche dell'ex URSS, poi divenuta indipendente.<br />
Circa 3,5 milioni di abitanti. Capitale: Erevan.<br />
121
Assemblea Costituente - Assemblea di deputati eletti con il compito<br />
di adottare una Costituzione. L'esigenza di una Costituente<br />
in Russia si è imposta fin dalla Rivoluzione del febbraio 1917.<br />
Una volta riunitasi, tuttavia, se ne contestò la legittimità, perché i<br />
deputati, eletti prima della Rivoluzione d'ottobre, non riflettevano<br />
l'esperienza rivoluzionaria, i cambiamenti rapidi e profondi<br />
dei rapporti di forze, e perché aveva ormai di fronte come legittima<br />
alternativa il Congresso dei Soviet. Il nuovo potere rivoluzionario<br />
la sciolse nel gennaio del 1918.<br />
Austromarxismo - Corrente marxista austriaca, particolarmente<br />
vivace prima della prima Guerra mondiale. Fra i suoi rappresentanti:<br />
Max Adler, Rudolf Hilferding, Otto Bauer. Sviluppa tesi<br />
originali sulla questione nazionale e sui consigli operai, ai quali<br />
assegna il compito di democratizzare dal basso lo Stato borghese.<br />
Nel 1918-1919 è contraria alla conquista del potere da parte del<br />
movimento socialista, in nome delle "specificità" austriache e della<br />
teoria della "rivoluzione graduale", e non sostiene la Rivoluzione<br />
dei consigli in Ungheria e a Monaco di Baviera.<br />
Avksenljev Nikolaij (1878-1943) - Dirigente socialrivoluzionario.<br />
Partecipa alle mobilitazioni studentesche del 1899. Milita nel<br />
PSR in Russia e nell'emigrazione. Dopo la Rivoluzione del 1905<br />
viene deportato, evade ed emigra. Ha un'evoluzione a destra e<br />
appoggia l'entrata in guerra della Russia nel 1914. Presidente del<br />
Soviet panrusso dei contadini dopo la Rivoluzione del febbraio<br />
1917. Ministro sotto Kerenskij. Lotta fin dalla sua fondazione<br />
contro il regime sovietico e presiede a Ufa (poi Omsk) un governo<br />
antibolscevico. Cacciato dalla Siberia dalla dittatura di KolCak,<br />
si rifugia a Parigi (1919), poi si trasferisce a New York (1940).<br />
Azerbaigian - Paese a cavallo tra l'Impero russo (che ne occupa<br />
il Nord nel 1828) e l'Iran. Popolazione (Azeri) a maggioranza<br />
musulmana. La parte settentrionale del paese diventa una delle<br />
Repubbliche della Federazione sovietica. Oggi indipendente. Circa<br />
7 milioni di abitanti. Capitale: Baku (centro petrolifero sul<br />
Mar Caspio. Vi si tenne nel 1920 il Congresso dei Popoli d'Oriente).<br />
Babreuf François-Noel, detto Gracchus (1760-1797) - Personaggio<br />
politico della Rivoluzione francese del 1789. Alla sinistra del radicalismo<br />
democratico, sostiene una posizione collettivista e comunista.<br />
Editore del «Tribun du peuple» (1794-1796). Animatore<br />
della Congiura degli Uguali. Ghigliottinato.<br />
122<br />
Bakunin Michail (1814-1876) - Rivoluzionario anarchico russo,<br />
importante membro della I Internazionale.<br />
Bauer Otto (1881-1938) - Austromarxista, dirigente dell'ala sinistra<br />
del PS austriaco, teorico di rilievo. Membro di spicco dell'Internazionale<br />
socialista. Sostiene la teoria della "rivoluzione graduale",<br />
contro la presa del potere in Austria nel 1918-1919.<br />
Bebel August (1840-1913) - Uno dei massimi fondatori della socialdemocrazia<br />
tedesca. Dirigente della II Internazionale, dove si colloca<br />
in posizione di centro-sinistra.<br />
Bernstein Eduard (1850-1932) - Esecutore testamentario di Engels.<br />
Dirigente della socialdemocrazia tedesca. Promuove un'importante<br />
controversia teorica sul "revisionismo" (la sua revisione in senso riformista<br />
delle concezioni marxiste) con il libro I presuppostidel sociillismoe<br />
i compiti deUasociilldemocrazia(1899) [tr. it: Sociillismo e<br />
sociilldemocrazia,Laterza, Bari 1968]..<br />
Bettelheim Ernst - Rappresentante in Austria del dirigente comunista<br />
ungherese Béla Kun. Cerca di organizzare, nel 1919, un tentativo<br />
abortito ed "estremista" di presa del potere, di fronte alla passività<br />
dei dirigenti socialdemocratici.<br />
"Bianchi" - Termine normalmente usato per indicare i controrivoluzionari,<br />
in contrapposizione ai "rossi". Un generale bianco è un<br />
generale dell'esercito controrivoluzionario (un esercito "bianco").<br />
Bielorussia - Detta anche Russia Bianca. Posta tra i Paesi Baltici, la<br />
Russia, l'Ucraina e la Polonia. Per secoli, in passato, è stata sottoposta<br />
a vari poteri della regione, per poi diventare una delle Repubbliche<br />
sovietiche. Attualmente indipendente. Conta circa 1 milione<br />
di abitanti. Capitale: Minsk.<br />
Blanc Louis (1811-1882) - Socialista utopista francese e personaggio<br />
politico. Ministro durante la rivoluzione del 1848.<br />
Blanqui Auguste (1805-1881) - Probabilmente il più grande rivoluzionario<br />
francese del XIX secolo, di ispirazione comunista. Ha trascorso<br />
oltre vent'anni di vita in prigione per le sue attività politiche.<br />
Con "blanchismo", nel gergo marxista, si allude a un progetto di<br />
conquista del potere basato su una minoranza attiva, una ristretta<br />
cerchia rivoluzionaria, e su metodi cospirativi.<br />
Bolscevichi - Dalla parola "maggioranza", in russo. Nome della<br />
corrente ispirata da Lenin a partire dal II Congresso del Partito<br />
operaio socialdemocratico russo (POSDR) del 1903. Molto colpiti<br />
123<br />
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dalla repressione dopo la Rivoluzione del 1905, si costituiscono<br />
nel 1912 come partito indipendente. Conquistano una nuova base<br />
di massa nel 1913-1914 e nel 1917 hanno un ruolo decisivo nella<br />
munista.<br />
Rivoluzione d'ottobre. Nel 1918 prendono il nome di Partito co-<br />
Bracke Wilbelm (1842-1880) - Uno dei fonda tori della socialdemocrazia<br />
tedesca. Corrispondente di Marx.<br />
Brest Litovsk - (Vedi Trattato di).<br />
Bucharin Nikolaij (1888-1938) - Entra a far parte dei bolscevichi<br />
nel 1906. Emigra nel 1910. Membro del Comitato centrale del<br />
Partito bolscevico nel 1917. Rimarrà vicino a Lenin, pur avendo<br />
polemizzato con lui durante la guerra sulla questione nazionale e<br />
il problema dello Stato e pur essendo contrario nel 1918 alla firma<br />
del Trattato di Brest Litovsk, promovendo la corrente dei<br />
"Comunisti di sinistra". Sostenitore della Nuova politica economica<br />
(NEP) e dirigente dell'Internazionale comunista negli anni<br />
Venti. Si oppone a Stalin sulla collettivizzazione forzata, e viene<br />
subito allontanato dal potere senza potere esprimere chiaramente<br />
il suo dissenso. Richiamato nel 1934 alla direzione delle «Izvestija»,<br />
verrà poi accusato di tradimento e liquidato nel corso dei<br />
damentale.<br />
Processi di Mosca. Autore di numerose opere di importanza fon-<br />
Cadetti (Ca-de = KD) - Corrente "costituzionalista-democrati_<br />
ca", diventata nel 1917 il principale partito borghese. Forma il<br />
primo governo provvisorio, dopo il rovesciamento dello zar nel<br />
febbraio del 1917.<br />
Campi di concentramento -Senza ulteriori specificazioni, i campi<br />
costituiti a partire dal 1933 dal regime nazista hitleriano. Il sistema<br />
dei campi - l"'universo concentrazionario" _ mira in primo<br />
luogo a infrangere qualsiasi resistenza e a imporre il regime hitleriano<br />
nella stessa Germania. È già in pieno vigore nel 1939, prima<br />
dello scoppio della seconda Guerra mondiale. In origine dunque<br />
raccoglie prigionieri tedeschi (comuni, politici -comunisti,ma anche<br />
socialisti e liberali) e i membri di comunità destinate a sparire<br />
(Ebrei e Zingari), oltre a profughi di paesi ben presto invasi (Austria,<br />
ecc.). Con la guerra mondiale, accoglie i membri della Resistenza,<br />
prigionieri politici ed Ebrei dei paesi europei occupati.<br />
Fra questi campi: Auschwitz, Bergen-Belsen, Buchenwald, Dachau,<br />
Mauthausen, Neuengamme, Ravensbruck, Treblinka. I<br />
124<br />
campi costituirono una delle più mostruose istituzioni della dittatura<br />
nazista (i famigerati "campi di sterminio", con condizioni<br />
di vita disumane, lavori estenuanti e, dal 1942, l'introduzione di<br />
un sistema industriale di liquidazione in massa, riservata soprattutto<br />
agli Ebrei).<br />
Caucaso - Regione geografica montuosa situata a Sud dell'URSS,<br />
costeggiata a Ovest dal Mar Nero, a Est dal Mar Caspio.<br />
Codfina con la Turchia e con l'Iran.<br />
CEKA - Commissione straordinaria, in realtà polizia politica del<br />
regime sovietico istituita nel dicembre 1917, sostituita nel febbraio<br />
1922 dalla GPU. Anche in epoche successive, la sigla è rimasta<br />
nell'uso corrente per indicare gli "Organi di sicurezza"<br />
(che hanno cambiato sigla di frequente: OGPU, NKVD, NKGB,<br />
MGB, MVD, KGB).<br />
Cecoslovacchi - Prigionieri di guerra cecoslovacchi, armati dall'imperialismo<br />
(sotto il comando francese) e impiegati nella<br />
guerra civile in URSS per combattere il potere sovietico in Siberia,<br />
nell'estate del 1918. La sollevazione della Legione cecoslovacca,<br />
il 25 maggio 1918, segnerà l'inizio della guerra civile generalizzata.<br />
Cernov Viktor (1873-1952) - Principale teorico e dirigente del<br />
PSR, militante dagli anni Novanta. Internazionalista durante la<br />
guerra. Rientra in Russia dopo il febbraio del 1917. Ministro<br />
dell'Agricoltura sotto Kerenskij. Dirigente dell'ala destra dei sociaIrivoluzionari<br />
nell'Ottobre del 1917. Presidente dell'Assemblea<br />
costituente disciolta nel gennaio 1918. Ostile al potere sovietico.<br />
Minacciato sia dall'Armata Rossa, sia da Kolcak, emigra nel<br />
1921. Milita a Parigi, per poi sistemarsi a New York.<br />
Comintern - (Vedi m Internazionale).<br />
Comunismo di guerra - Nome dato all'indirizzo politico-economico<br />
instaurato durante la fase della guerra civile (1918-1921),<br />
contraddistinto da spirito egualitario, da una radicale statalizzazione<br />
e da misure eccezionali, come la requisizione forzata di generi<br />
alimentari fra i contadini e la soppressione di fatto della<br />
moneta.<br />
Conciliatori - Tendenza bolscevica nota anche con il nome di<br />
"bolscevichi del partito", diretta da A. Rykov e V. Nogin. Si batte<br />
contro la scissione del POSDR tra Menscevichi e Bolscevichi,<br />
che si delinea dopo l'insuccesso della rivoluzione del 1905-1907 e<br />
125<br />
I
che verrà fonnalizzata nel 1912. Tale caratterizzazioneverrà ripresa<br />
in altre occasioni,per esempio per i bolscevichidispostiad<br />
appoggiareilgovernoborgheseemerso dalfebbraiodel 1917.<br />
Congresso di Basilea - Congresso dell'Internazionale socialista,<br />
riunitosi a Basilea nel 1913.<br />
Congresso dei Popoli d'Oriente - Baku, 1920. Vi parteciparono<br />
circa due mila delegati (di cui 55 donne...), per i due terzi comunisti,<br />
appartenenti a una quarantina di nazionalità, prevalentemente<br />
turchi, persiani e parsi, russi, popolazioni del Caucaso e dell'Asia<br />
centrale: armeni, georgiani, ma ancl.1.euzbechi, kazachi, kurdi,<br />
tagichi, ceceni, ingusci, ecc.<br />
Congresso di Stoccarda - Congressodell'Internazionale socialista,<br />
deI1907.<br />
Cosacchi - In origine (XV e XVsecolo) sta a indicare libere comunità<br />
guerriere che resistono ai conquistatori (Tartari, Turchi,<br />
ecc.), stanziate in particolare lungo il Don e il Dnjepr. Sconfitti<br />
dai Russi. I sopravvissuti danno vita a corpi d'annata inviati ai<br />
confini dell'Impero, una guardia personale dello Zar e forze di<br />
repressioni particolannente temibili. Specializzati nel combattimento<br />
a cavallo in ordine sparso Forniranno gran parte degli<br />
eserciti bianchi nella guerra civile del 1918-1921. Parecchi Cosacchi<br />
poveri si sono anche uniti ai bolscevichi all'inizio della Rivoluzione,<br />
e ad alcuni eserciti anarchici (specie in Ucraina).<br />
tubar VIas (1891-1941) - Contadino ucraino. Bolscevico nel 1907.<br />
Presidente del Consiglio dell'Economia in Ucraina dal 1920 al<br />
1922. Eletto nel CC nel 1921 e nell'Ufficio politico nel 1926.<br />
Scompare in occasione dei Processi di Mosca.<br />
Dan Fedor (1871-1947) - Dirigente socialdemocratico russo.<br />
Esponente menscevico dal 1903. Pacifista durante la guerra. Appartiene<br />
all'ala destra menscevica nel 1917. È contrario alla Rivoluzione<br />
d'ottobre. Esiliato nel 1922. Autore insieme a Martov di<br />
un'importante Storia dellasocialdemocrazia russa.<br />
Danton Georges (1759-1794) - Avvocato. Uno dei principali esponenti<br />
della corrente giacobina nella Rivoluzione francese, ghigliottinato<br />
verso la fine del regime del Terrore.<br />
Denikin Anton (1872-1947) - Generale russo. Dirige uno degli<br />
eserciti controrivoluzionari (bianchi) durante la guerra civile (soprattutto<br />
nel Sud, nel 1918). Emigra nel 1920 in Europa occidentale,<br />
poi, nel 1945, negli Stati Uniti.<br />
126<br />
Dzeriinskij Feliks (1877-1926) - Polacco. Attivo nella socialdemocrazia<br />
russa e polacca. Undici anni di prigione, esilio. Liberato<br />
dalla Rivoluzione del 1917. Membro del CC del Partito bolscevico<br />
dall'agosto 1917 fino alla morte. Fondatore della CEKA, noto<br />
per la sua personale probità. Presidente del Consiglio nazionale<br />
dell'economia nel 1924, supplente nell'Ufficio politico nel 1924-<br />
1925.Morto per una crisicardiaca. .<br />
Ebert Friedrich (1871-1925)- Uomo politico tedesco, socialdemocratico,dirigente<br />
del SPD a partire dal 1913.Sciovinistanella<br />
prima guerra mondiale. Contribuisce a reprimere l'insurrezione<br />
spartachista (1919).Cancelliere della Repubblica Tedesca (1919-<br />
1925).<br />
Engels Friedrich (1820-1895)- Principale collaboratore di Marx,<br />
ha recato un originale contributo alla costruzione della teoria<br />
marxista.<br />
Estonia -Paese pianeggiante sulle rive del Baltico. La più nordica<br />
delle tre Repubbliche baltiche dell'ex URSS, ora indipendente.<br />
Circa 1,6 milioni di abitanti. Capitale: Tallin.<br />
Galizia - Ex provincia dell'Impero d'Austria, posta a cavallo tra<br />
l'attuale Polonia e l'URSS.<br />
Georgia - Paese del Caucaso tra il Mar Nero, la Russia, l'Azerbaigian,<br />
l'Annenia e la Turchia, ex Repubblica dell'URSS, oggi indipendente.<br />
Popolazione: 5,3 milioni di abitanti. Capitale: Tbilisi.<br />
Giacobini - La principale corrente radicale piccolo-borghese nella<br />
Rivoluzione francese del 1789.<br />
Gor'kij Maksim (1850-1936) - Grande scrittore russo, simpatizzante<br />
dei bolscevichi e amico di Lenin, ancorché vicino ai suoi<br />
critici da sinistra. Nel1917 esita di fronte alla Rivoluzione. Il suo<br />
giornale «Novaja ZiZn'» ("La vita nuova) divulga le posizioni dei<br />
socialdemocratici internazionalisti unificati. All'inizio degli anni<br />
Venti assume una posizione di appoggio critico al regime sovietico,<br />
per poi alla fine sostenere StaIin.<br />
Governo provvisorio- A seconda del contesto, e senza ulteriori<br />
precìsazioni, uno dei governi succedutisi dalla Rivoluzione del<br />
febbraio1917alla costituzionedella RSFSR nel gennaio1918.<br />
Guerra civile- Senza ulteriori precisazioni,lo stato di guerra sottesa<br />
fin dall'ottobre 1917, poi generalizzatasinel 1918 ad opera<br />
delle forze controrivoluzionarienazionali e internazionaliper ro-<br />
127
vesciare il potere sovietico.All'alleanza imperialistapartecipano<br />
soprattutto la Germania, la Francia, la Gran Bretagna, gli Stati<br />
Unit~ il Canada, il Giappone. Si conclude nel 1920-1921con la<br />
sconfittadella controrivoluzione.<br />
Guerra russo-giapponese- Guerra condotta nel 1904-1905tra il<br />
regime zarista e il Giappone, per alcuni possedimenti in Estremo<br />
Oriente. La sconfitta dell'esercito (specie della flotta) dello Zar<br />
contribuisce a fare maturare la Rivoluzione del 1905.La vittoria<br />
giapponese suscita larga eco in Oriente, essendo la prima volta<br />
che una potenza asiaticaha la megliosuun Impero occidentale.<br />
Guerra russo-polacca - Senza ulteriori precisazioni, guerra tra<br />
l'Armata Rossa e il potere polacco nel maggio-settembre1920.<br />
L'intervento sovietico,anzichérealizzare una saldatura con il movimento<br />
rivoluzionariopolacco,provoca una reazione difensivadi<br />
carattere nazionalista. Si conclude con la ritirata dell'Armata<br />
Rossa.<br />
GULag-Direzione centraledei campi (diprigionia)staliniani.<br />
HerzenAleksandr (1812-1870)- Scrittore e criticoletterario russo.<br />
È stato uno dei primi socialistidella Russia,nonché tra i principalipromotori<br />
della cosiddettatendenza "populista".<br />
HilferdingRudolf (1877-1941)- Uomo politico tedesco d'origine<br />
austriaca, socialdemocratico e dirigente della II Internazionale.<br />
Autore di un importante saggiosul Capitalefinanziario.Divenuto<br />
riformista, è ministro delle Finanze nel 1923 e nel 1928-1929.<br />
Hindenburg Paul (1847-1934)- Marescialloe statista tedesco. Ha<br />
avuto il comando unificatodelle truppe tedesche e austriache nel<br />
corso della prima guerra mondiale (1916).Eletto alla presidenza<br />
del Reich nel 1925,rieletto nel 1932,chiamò alla CancelleriaHitler<br />
(1933).<br />
I Internazionale -Associazioneinternazionale dei lavoratori, costituita<br />
nel 1864 con l'impegno determinante di Marx ed Engels.<br />
Lacerata dal contrasto tra "marxisti" e anarchici, si scinde nel<br />
1871-1873e verrà scioltanel 1976(anche se il troncone anarchico<br />
terrà ancora un congressol'anno successivo).<br />
D Internazionale - Internazionale socialista.Grande internazionale<br />
operaia fondata nel 1899. Si divide profondamente nel 1914,<br />
quando la maggioranzadell'apparato dirigente capitola di fronte<br />
alle pressioni imperialiste e rinuncia alla lotta contro la guerra.<br />
Ricostituitasu basiriformistenel 1923.<br />
128<br />
m Internazionale(o Comintern)- Internazionale comunista.<br />
Fondata nel 1919 su basi rivoluzionarie, raccoglie i raggruppamenti<br />
e i partiti socialisti che guardavano all'esperiena russa come<br />
valido punto di riferimento per tutto il movimento operaio internaionale.<br />
Trasformata nel corso degli anni Venti-Trenta (a partire<br />
dal V Congresso) in strumento diplomatico nelle mani della<br />
burocrazia stalinista sovietica. Formalmente sciolta nel 1943 e sostituita<br />
dal Cominform.<br />
IVInternazionale-Fondata nel 1938 da un piccolo gruppo di comunisti<br />
internazionalisti, tra cui spicca Leone Trotskij (che per<br />
motivi legali non poté tuttavia partecipare personalmente al congresso<br />
costitutivo). Erede dell'Opposizione di Sinistra contro Stalino<br />
Internazionale "due e mezzo" - "Internazionale di Vienna", fondata<br />
nel 1921 dai socialisti centristi che oscillano fra la II e la III<br />
Internazionale. Si fonde con l'Internazionale riformista nel 1923.<br />
Jaures lean (1859-1914) - Accademico, giornalista e deputato.<br />
Uno dei principali esponenti del socialismo umanitario francese.<br />
Assassinato per essersi opposto allo scoppio della prima Guerra<br />
mondiale e avere sostenuto posizioni pacifiste.<br />
Judenic Nikolaj (1862-1933) - Generale bianco. Dirige l'attacco a<br />
Pietrogrado nel 1919, con l'appoggio inglese.<br />
Kamenev Lev (1883-1936) - Aderisce nel 1901 alla socialdemocrazia<br />
russa. Deportato, evade. Diventa bolscevico nell'emigrazione<br />
e stretto collaboratore di Lenin. Clandestino in Russia. Arrestato<br />
nel 1914. Liberato nel febbraio 1917. Contrasta l'orientamento di<br />
Lenin nell'aprile del 1917, poi la decisione dell'Insurrezione d'ottobre.<br />
Capoftla dei "conciliatori", si dimette dal Comitato centrale,<br />
dove viene rieletto nel 1918. Resta uno dei massimi dirigenti<br />
del PCUS - e dell'IC - negli anni Venti. Si oppone a Stalin.Viene<br />
liquidato durante i Processi di Mosca.<br />
Kamkov Katz (1885-1938) - Dirigente socialrivoluzionario di sinistra.<br />
Appoggia la Rivoluzione d'ottobre e l'alleanza con i bolscevichi.neI1917.<br />
Denuncia il Trattato di Brest Litovsk come un tradimento.<br />
Uno degli organizzatori dell'assassinio dell'ambasciatore<br />
tedesco di Pietro grado, von Mirbach, nel luglio 1918; l'attentato<br />
costituiva uno degli elementi della "sommossa dei socialrivoluzionari<br />
di sinistra" e puntava a provocare la ripresa della guerra con<br />
la Germania. Muore in carcere.<br />
129<br />
1III1<br />
II~II<br />
Il<br />
11\<br />
- - ---<br />
-.. --- -il!
Kapp Wolfgang (1858-1922) - Uomo politico tedesco, ultranazionalista.<br />
Organizza a Berlino un colpo di Stato contro la Repubblica<br />
di Weimar nel 1920, insieme al generale Liittwitz, ma uno sciopero<br />
generale lo fa fallire.<br />
Kautsky Karl (1854-1938)- Collaboratore ed esecutore testamentario<br />
di Engels. Principale teorico della socialdemocrazia tedesca e della<br />
II Internazionale prima della prima Guerra mondiale (si colloca in<br />
una posizione di centro-sinistra).Diventerà poi riformista.<br />
Kerenskij AIeksandr (1881-1970) - Avvocato socialista. Nel 1917 è<br />
il principale esponente della corrente "operaista". Ministro della<br />
Giustizia nel marzo del 1917, poi Ministro della Guerra. Capo del<br />
governo provvisorio nel luglio del 1917. Divenuto uomo di fiducia<br />
della borghesia, reprime il movimento rivoluzionario. Ha dato il<br />
suo nome al "kerenschismo": estrema carta costituzionale giocata<br />
dalla borghesia di fronte all'ascesa rivoluzionaria. Emigra in Inghilterra,<br />
poi in Francia e negli Stati Uniti.<br />
KoUontaj AIeksandra (1872-1952) - Rivoluzionaria russa. Membro<br />
del POSDR nel 1899. Prima bolscevica, poi menscevica fino<br />
.al 1914.Internazionalistadi fronte alla guerra. Torna fra i bolscevichi<br />
nel 1915. Emigrata. Tornata in Russia, entra a far parte del<br />
CC del Partito bolscevico nell'agosto del 1917. Commissaria alla<br />
Sanità. Esponente dell'Opposizione operaia nel 1920-1922. Sotto<br />
lo stalinismo non riveste alcun ruolo politico e si ritira nell'attività<br />
diplomatica. È stata una delle principali dirigenti e teoriche del<br />
femminismo marxista.<br />
Kolcak AIeksandr (1874-1920) - Viceammiraglio e uomo politico<br />
di destra russo. Tenta di unificare sotto il suo "comando supremo"<br />
gli eserciti bianchi durante la guerra civile. Instaura una sanguinosa<br />
dittatura militare sui territori da lui controllati. Fucilato<br />
dopo essere stato catturato in Siberia.<br />
Kornilov Lavr (1870-1918) - Ufficiale di carriera russo. Comandante<br />
supremo nel luglio 1917. Tenta di organizzare un colpo di<br />
Stato. Fonda 1"'Esercito volontario" agli inizi della guerra civile.<br />
Kropotkin Piotr (1842-1921) - Rivoluzionario anarchico russo. Ex<br />
principe, ufficiale, esploratore e scienziato. Milita in Svizzera, in<br />
Francia e in Inghilterra. Torna in Russia nel 1917. I suoi scritti e<br />
la sua influenza sono stati presenti in diversi paesi.<br />
Kronstadt (rivolta di) - Nel marzo del 1921,la guarnigionemilitare<br />
di questo porto sul Baltico si ribella al potere bolscevico. Falli-<br />
130<br />
te le trattative avviate, la rivolta viene soffocata dall' Armata<br />
Rossa.<br />
Kun Béla (1885-1937) - Rivoluzionario ungherese. Diventa bolscevico<br />
quando viene fatto prigioniero di guerra in Russia. Capo<br />
della Repubblica ungherese dei consigli nel 1919. Emigrato. Dirigente<br />
dell'IC. Appoggia Stalin. Liquidato nelle purghe staliniane.<br />
Larin Jurij (1882-1932) - Militante studentesco socialdemocratico<br />
nel 1901. Deportato, evade varie volte. Dirige la frazione menscevica<br />
dei "liquidatori". Internazionalista durante la guerra. Entra<br />
nel Partito bolscevico nell'estate del 1917. Partecipa a varie opposizioni<br />
contro le posizioni di Lenin. Appoggia Stalin nel 1926.<br />
LassaUe Ferdinand (1825-1864) - Fondatore del primo partito<br />
operaio tedesco, nel 1863, che poi si fuse con il Partito operaio<br />
marxista al Congresso di Gotha (1875), dando vita all'SPD.<br />
Lenin Nikolaj (Vladimir Il'ie UI'janov) (1870-1924) - Uno dei<br />
principali esponenti della seconda generazione dei marxisti russi.<br />
Entra in un circolo marxista nel 1887. Arrestato nel 1895, sconta il<br />
carcere e la deportazione. Dal 1900 al 1905 e dal 1907 è costretto<br />
a vivere all'estero, ma segue attentamente le vicende della frazione<br />
(poi Partito) bolscevica, di cui è fin dal 1903 il principale dirigente.<br />
Animatore della sinistra della II Internazionale, svolge<br />
un'intensa attività di studioso e pubblicista. Allo scoppio della Rivoluzione<br />
del febbraio 1917, rientra avventurosamente in Russia.<br />
Si batte con le Tesi di aprile per orientare il partito, rifiutando la<br />
collaboraione con il Governo provvisorio, indicando al proletariato<br />
gli obiettivi della "pace immediata", della "terra ai contadini" e<br />
di "tutto il potere ai Soviet". Conquistato il potere con la Rivoluione<br />
dell'ottobre 1917, fu fautore della pace di Brest Litovsk.<br />
Nel 1921, ispirò la NEP. Gravemente ferito in un attentato da<br />
parte dei socialrivoluzionari nel 1918, dedicò le sue energie alla<br />
costruzione della III Internazionale e alla correzione delle incipienti<br />
distorsioni burocratiche del giovane Stato operaio. Dedica<br />
la sua "ultima battaglia" alla questione delle "nazionalità", preoccupato<br />
dal risorgente sciovinismo panrusso.<br />
Lettonia - Una delle tre Repubbliche baltiche, situata sulle rive<br />
del Mar Baltico, tra l'Estonia e la Lituania. Annessa all'ex URSS,<br />
ora indipendente. Circa 2,7 milioni di abitanti. Capitale: Riga.<br />
Liebkneeht Karl (1871-1919) - Rivoluzionario socialdemocratico<br />
tedesco, figlio di Wilhelm Liebknecht. Si distingue per la sua atti-<br />
131<br />
J
.--'<br />
vità antimilitarista. Internazionalista durante la guerra mondiale.<br />
Imprigionato poi liberato nel 1918, grazie alla rivoluzione. Fondatore<br />
del Partito comunista tedesco. Assassinato dalla reazione nel<br />
gennaio del 1919.<br />
LiebknechtWilhelm (1826-1900) - Socialista tedesco. Partecipa alla<br />
rivoluzione del 1848. Corrispondente di Marx. Fondatore del<br />
Partito operaio socialdemocratico (1869).<br />
Lituania - La più meridionale delle tre Repubbliche baltiche, al<br />
confine con la Bielorussia, la Polonia, la Russia e la Lettonia. Oggi<br />
indipendente. Circa 3,6 milioni di abitanti. Capitale: Vilnius.<br />
Liquidazionismo - Da "liquidatori", l'ala menscevica che, dopo la<br />
sconfitta della Rivoluzione russa del 1905-1907, voleva sciogliere<br />
l'apparato clandestino del partito e intraprendere soltanto un'attività<br />
legale.<br />
Livonia - Nome dato dai tedeschi alle regioni della costa baltica a<br />
Nord della Lituania. Il termine può anche comprendere<br />
Lettonia ed Estonia.<br />
le attuali<br />
Lloyd George David (1863-1945) - Personaggio politico britannicO.Primo<br />
Ministro nel 1916-1922.<br />
Lozovskij Solomon (1878-1952) - Operaio. Aderisce al POSDR<br />
nel 1901. Bolscevico nel 1903. Emigra nel 1909. Diventa "conciliatore".<br />
Di ritorno in Russia nel 1917, è fautore di una coalizione<br />
con i menscevichi e fonda il Partito socialista operaio. Dirigente<br />
del sindacato tessili. Reintegrato nel 1919. Presidente dell'Internazionale<br />
sindacale rossa dal 1921 al 1937, poi Commissario agli<br />
Esteri. Epurato nel 1949.<br />
Ludendortl' Erich (1865-1937) - Generale tedesco. Stretto collaboratore<br />
di Hindenburg, sostiene come lui la guerra a oltranza.<br />
Nazionalista e antisemita, partecipa alputsch di Monaco del 1923,<br />
insieme a Hitler. Candidato alla presidenza nel 1925.<br />
Lunacarskij Anatolij (1875-1933) - Critico d'arte e letteratura. Milita<br />
dal 1892. Bolscevico nel 1903. Si allontana da Lenin nel 1908.<br />
Diventa menscevico. Autore nel 1910 di un saggio intitolato Religione<br />
e socialismo. Internazionalista durante la guerra. Fa parte<br />
dei Meirajoncy, aderisce nel 1917 al Partito bolscevico. Commissario<br />
del Popolo all'Istruzione dall'ottobre 1917 al 1929.<br />
LuxemburgRosa (1870-1919)- Rivoluzionariae teorica marxista<br />
polacca. Ha svolto un ruolo importante nella lotta contro il rifor-<br />
132<br />
mismo all'interno della socialdemocrazia tedesca. Nota per i suoi<br />
studi sull'imperialismo e le critiche formulate nei confronti del leninismo<br />
(sul problema del partito, nonché, nella Rivoluzione russa,<br />
sul problema agrario, la questione nazionale e la democrazia).<br />
Internazionalista durante la guerra. Imprigionata. Liberata nel<br />
novembre 1918. Assassinata nel gennaio del 1919 dai "corpi franchi",<br />
la formazione paramilitare mercenaria organizzata dal movimento<br />
socialdemocratico di Gustav Noske.<br />
Machno Nestor (1889-1934) - Anarchico ucraino. Organizza un<br />
esercito contadino e cosacco, nel Sud dell'Ucraina, dopo la Rivoluzione<br />
d'ottobre. Si allea con l'Armata Rossa contro Denikin<br />
(1919) e Wrangel (1920). Poi l'alleanza si spezza dopo la disfatta<br />
degli eserciti bianchi. Si rifugia in Romania (1921), poi a Parigi.<br />
Martov Julij (1873-1923) - Dirigente del POSDR. Amico di Lenin.<br />
Promotore della tendenza menscevica dal 1903, di cui incarna<br />
l'ala sinistra. Internazionalista durante la guerra. "Centrista" di<br />
fronte al problema della rivoluzione socialista e della presa del<br />
potere nell'ottobre del 1917. Fornisce un sostegno critico al regime<br />
sovietico durante la guerra civile. Lascia la Russia nel 1920.<br />
Martynov Aleksandr (1865-1935) - Militante populista nel 1884.<br />
Arrestato. Aderisce al POSDR nel 1889. Leader degli "economisti",<br />
polemico contro Lenin. Dirigente menscevico "liquidatore"<br />
dopo il 1905. Internazionalista durante la guerra. Fa parte della<br />
sinistra dei menscevichi nel 1917. Aderisce al PC nel 1925. Lavora<br />
fino alla morte nell'IC.<br />
Marx Karl (1818-1883) - Ha formulato, con Engels, le basi del<br />
materialismo storico (marxismo). Teorico e militante del movimento<br />
operaio comunista. Fondatore della I Internazionale. Rispetto<br />
ai problemi affrontati in questo saggio, facciamo osservare<br />
come Marx ed Engels abbiano sottolineato il contenuto rivoluzionario<br />
(vale a dire antiriformista) delle loro concezioni. Hanno intuito<br />
la possibilità che la Russia, nelle condizioni della fine del<br />
XIX secolo, potesse direttamente impegnarsi nella transizione socialista<br />
senza passare per la tappa storica dello sviluppo capitalistico<br />
(la realizzazione di questa potenzialità ipotetica sarebbe dipe~a<br />
dall'andamento delle lotte di classe nazionali e internazionali).<br />
Si sono opposti all'interpretazione meccanicistica delle loro<br />
teorie e alle concezioni univoche della storia mondiale delle società<br />
umane. Si veda ad esempio al riguardo: Marx, Ad A. Bebe~<br />
W Li£bknecht, W Bracke ed altri, del 17-18 settembre 1879; En-<br />
133
gels,Lettera a Joseph Bloch, del 21-22 settembre 1890; Marx. Lettera<br />
a Vera ZasuliC,dell'8 marzo 1881; Marx, Lettera alla redazionedegli<br />
menscevichi (Martov) e dei bolscevichi (Lenin). Momentaneamente<br />
riunificato dalla Rivoluzione del 1905. Si scinde formalmente<br />
in due partiti nel 1912, dando origine soprattutto al Partito<br />
bolscevico, anche se alcune strutture di base rimangono unitarie<br />
fino al 1917. Numerose figure indipendenti, tra cui Trotskij, entrano<br />
nel 1917 nel Partito bolscevico, che poi diventa nel 1918 il<br />
PCUS.<br />
Plechanov Georgij (1856-1937) - Intellettuale e filosofo russo. Il<br />
più noto dei quadri della prima generazione del POSDR. Introduce<br />
in Russia il marxismo. Membro fondatore della II Internazionale.<br />
Dirigente menscevico a partire dal 1904. Assume una posizione<br />
sciovinista durante la prima Guerra mondiale. Si oppone<br />
alla Rivoluzione d'ottobre del 1917, considerandola "storicamente<br />
prematura".<br />
Pogrom - Movimento antisemita, spesso organizzato dalle autorità,<br />
caratterizzato da saccheggi e massacri.<br />
Populismo - Principale corrente rivoluzionaria nella Russia del<br />
XIX secolo. Rappresenta il socialismo russo dal 1848 al 1881. Fenomeno<br />
complesso, racchiude movimenti e orientamenti diversi<br />
(comprende il lavoro organizzativo sia rurale sia urbano, la propaganda<br />
e gli attentati agli alti funzionari e alla persona dello zar,<br />
ecc.). Il marxismo russo si instaurerà in polemica con i suoi orientamenti<br />
(Plechanov, Lenin). Questa corrente, tuttavia, ha contrassegnato<br />
la tradizione rivoluzionaria russa e ha soprattutto dato<br />
origine, agli inizi del XX secolo, al Partito socialrivoluzionario.<br />
Processi di Mosca - Serie di processi politici organizzati nel 1936-<br />
1938 in URSS, durante i quali sono state avanzate le accuse più<br />
inverosimili ai quadri comunisti che avevano diretto la Rivoluzione<br />
d'ottobre, presentandoli come controrivoluzionari da sempre.<br />
I processi puntavano all'eliminazione fisica, in seno al PCUS e allo<br />
Stato, di qualsiasi opposizione alla frazione guidata da Stalin.<br />
Hanno rappresentato uno dei principali momenti delle grandi<br />
purghe del periodo staliniano.<br />
Purghe staliniane - Elemento chiave del terrore messo a punto<br />
dal regime staliniano. Basate su uno dei codici penali più repressivi<br />
del mondo, elaborato negli anni Trenta. Fanno seguito alla<br />
repressione in massa dei contadini nel quadro della collettivizzazione<br />
forzata dell'agricoltura all'inizio del decennio. Le purghe<br />
hanno colpito i quadri comunisti per generazioni successive, dal-<br />
136<br />
l'alto in basso. Dapprima si eliminarono la maggior parte dei quadri<br />
di prima del 1917 (con i Processi di Mosca del 1936-1938), poi<br />
quelli che erano emersi durante la Rivoluzione e la guerra civile,<br />
poi quelli della NEP, quindi i veterani della guerra di Spagna<br />
(1936-1939), nonché molti ufficiali superiori dell'Armata Rossa<br />
(della fase della guerra civile e della seconda guerra mondiale),<br />
oltre a tanti altri quadri che erano anch'essi stalinisti. L'apparato<br />
dirigente del PC è stato decimato così. Centinaia di migliaia di<br />
persone sono state condannate a morte (soprattutto comunisti,<br />
ma anche ex socialrivoluzionari e menscevichi). Il terrore ha colpito<br />
anche le famiglie delle vittime, estendendosi al di là degli ambienti<br />
politici, in tutti gli strati della società, diventando un metodo<br />
di governo. Milioni di persone sono state spedite nei campi<br />
della Siberia, per trovarvi la morte (c'erano perlomeno 6 milioni<br />
di persone nei campi staliniani alla fine degli anni Trenta). Le<br />
purghe e il terrore staliniano dimostrano la violenza e la profondità<br />
della controrivoluzione burocratica instauratasi sotto lo stalinismo.<br />
Radek Karl (1885-1939) - Nato in Galizia. Attivo nella socialdemocrazia<br />
polacca e tedesca, poi in quella russa. Arrestato, poi<br />
evaso. Polemico contro Kautsky. Internazionalista durante la<br />
guerra. Ammesso al Partito bolscevico nel 1917. Vicino a Lenin,<br />
benché in disaccordo sulla questione nazionale. Vicecommissario<br />
agli Esteri del governo sovietico nel 1918. Partecipa alle trattative<br />
di Brest Litovsk. Si occupa della questione tedesca. Lavora nelne.<br />
Rettore dell'Università dei popoli d'Oriente a Mosca. Si oppone<br />
a Stalin. Muore in prigione.<br />
Renner Karl (1870-1950) - Giurista e uomo politico austriaco.<br />
Appartiene al filone austromarxista. Diventa riformista, "socialpatriota"<br />
durante la prima guerra mondiale. Presidente del Consiglio<br />
nazionale (1931-1933), clandestino sotto l'occupazione nazista.<br />
Cancelliere nel 1945, poi Presidente della Repubblica.<br />
Repubblica di Weimar - Regime instaurato in Germania il 9 novembre<br />
1918, dopo l'abdicazione di Guglielmo II, con la partecipazione<br />
di numerosi socialdemocratici. Dopo avere represso la rivoluzione<br />
tedesca, si dimostra incapace di bloccare la crisi economica<br />
e sociale. Chiamato al potere nel 1933, Hitler introdurrà, a<br />
tappe successive, la dittatura nazista.<br />
Robespierre Maximilien (de) (1758-1794) - Uno dei principali<br />
esponenti della corrente giacobina nella Rivoluzione francese.<br />
137
Rjazanov David (1870-1938) - Storico marxista e militante socialista<br />
russo. Organizzatore di un circolo marxista nel 1889. Arrestato,<br />
emigra. Rifiuta di schierarsi fra le principali frazioni del PO-<br />
SDR. Internazionalista durante la guerra. Fa parte dei Meirajoncy.<br />
Aderisce nel 1917 al Partito bolscevico. Sostiene la collaborazione<br />
con i menscevichi dopo l'Ottobre. Fondatore dell'Istituto<br />
Marx-Engels, da lui diretto fino al 1930. Sparisce durante le purghe<br />
staliniane.<br />
Rykov Aleksej (1881-1938) - Aderisce al POSDR nel 1901. Bolscevico<br />
nel 1903. Contrario a Lenin nell'orientamento verso la<br />
Rivoluzione del 1905, sostenitore degli "uomini dei comitati".<br />
Eletto nel cc. Più volte arrestato (otto anni di prigione) ed evaso.<br />
Dirigente dei "conciliatori" nel 1910. Commissario agli Interni<br />
(1917). Membro dell'Ufficio politico dal 1923 al 1929. Presidente<br />
del Consiglio dei Commissari del popolo nel 1924. Nel 1928 si oppone<br />
a Stalin insieme a Bucharin. Liquidato in occasione dei Processi<br />
di Mosca.<br />
Skrypnik Nikolaj (1872-1933) - Operaio socialdemocratico ucraino.<br />
Bolscevico nel 1903. Parecchi anni di prigione e di deportazione.<br />
Uno dei dirigenti della rivoluzione in Ucraina a partire dal<br />
1918. Membro del CC, appoggia Stalin contro le opposizioni, ma<br />
resiste anche alla russificazione dell'Ucraina. Muore suicida.<br />
Sljapnikov AIeksandr (1883-1943) - Operaio metallurgico. Membro<br />
del POSDR dal 1899. Bolscevico nel 1903. Due anni di prigione<br />
dopo la Rivoluzione del 1905. Emigrato dal 1908-1914.<br />
Clandestino nel 1915-1917. Commissario al Lavoro dopo la Rivoluzione<br />
d'ottobre. Favorevole a un governo di coalizione. Eletto<br />
nel CC nel 1918. Membro dell'Opposizione operaia. Si oppone<br />
allo stalinismo, poi vi si allea. Liquidato nelle purghe staliniane.<br />
Socialrivoluzionari (SR) - Partito membro della II Internazionale.<br />
Ricostituito ufficialmente nel 1902. In continuità con il movimento<br />
populista del XIX secolo. 'Egemone nel movimento contadino,<br />
ma radicato anche nelle principali fabbriche cittadine. Debolmente<br />
organizzato. Partecipa, dopo la Rivoluzione del febbraio 1905,<br />
alla politica di collaborazione di classe con il governo prowisorio<br />
borghese. Si scinde nell'estate tra una sinistra rivoluzionaria che si<br />
rafforza (Spiridonova, Kamkov) e una destra riformista che si indebolisce<br />
(Cernov, Gotz). L'ala destra scatena subito la lotta alla<br />
Rivoluzione d'ottobre. L'ala sinistra partecipa al potere dei Soviet<br />
fino alla firma del Trattato di Brest Litovsk, che considera un tra-<br />
138<br />
dimento. Si ribella ai bolscevichie organizza,nel luglio del 1918,<br />
la "sommossadei socialrivoluzionaridi sinistra".<br />
Soviet_Termine russo per "Consiglio".Sta a indicare le strutture<br />
di autorganizzazionecomparse durante la Rivoluzione del 1905,<br />
poi di nuovo nel 1917:i consiglidegli operai, dei contadini, dei<br />
soldati. Strutture innanzitutto territoriali e piramidali (elette da<br />
rappresentanti revocabili in qualunque momento, dalla base al<br />
vertice),a partire dalla rete dei consiglidi fabbrica.Costituiscono,<br />
nel 1917,l'ossatura del nuovo Stato rivoluzionario,il quadro istituzionale<br />
della democrazia socialista..Perdono di vitalità nel corso<br />
della guerra civile,per l'indebolimento strutturale subito dalla<br />
classe operaia. Vengono sclerotizzatie spogliati dalla burocrazia<br />
stalinianadi ogni loro rappresentativitàe di qualsiasipotere reale.<br />
La Costituzione staliniana del 1936 assegnail nome di "soviet" a<br />
un organismoelettivo del tutto tradizionale (di fatto non revocabile),subase<br />
territoriale.<br />
SPD _ Partito Socialdemocratico Tedesco. Fondato nel 1891, raccoglie<br />
l'eredità del Partito operaio socialdemocratico (che risale<br />
al 1875), attraverso la fusione delle due correnti, marxista e lassaIliana.<br />
Rappresentato soprattutto da Kautsky, diventa, fino alla<br />
prima Guerra mondiale, il principale partito della II Internazionale.<br />
Nel 1914, i suoi dirigenti capitolano in larga maggioranza di<br />
fronte agli interessi delle potenze imperialiste, accettando l'entrata<br />
in guerra dei rispettivi paesi. Diventato riformista, partecipa alla<br />
repressione della rivoluzione tedesca nel 1918-1923.<br />
Spiridonova Marija (1882-1941) - Militante socialrivoluzionaria.<br />
Spara a un generale responsabile di un massacro di contadini,<br />
nel 1906. Undici anni di deportazione. Liberata dalla Rivoluzione<br />
del Febbraio 1917. Dirigente della sinistra del PSR. Internazionalista.<br />
Appoggia la coalizione con i bolscevichi. Denuncia la firma<br />
del Trattato di Brest Litovsk. Prepara la "sommossa dei socialrivoluzionari<br />
di sinistra" del luglio 1918. Arrestata nel 1919. Sparisce<br />
durante le purghe staliniane.<br />
Stalin Iosif (1879-1953) - Georgiano. Aderisce al POSDR nel<br />
1898. Bolscevico dal 1903. Quadro rivoluzionario per lungo tempo<br />
appartenente all'ala leninista del partito. Clandestino nel CaucaSo.<br />
Deportato in Siberia durante la guerra. "Conciliatore" rispetto<br />
al governo prowisorio nel febbraio 1917. Si affianca alle<br />
posizioni di Lenin nell'aprile del 1917. Eletto al CC. Commissario<br />
alle Nazionalità dal 1919 al 1923. Segretario generale del CC (ma<br />
139
l'incarico ha inizialmente un modesto significato amministrativo)<br />
dal 1922. Si oppone a Lenin violentemente nel 1922-1923 sul problema<br />
delle nazionalità e sul regime interno del partito. A partire<br />
dal 1924 e fino alla sua morte diventa il principale dirigente del<br />
PCUS e dello Stato. Elimina uno dopo l'altro i principali dirigenti<br />
bolscevichi. Dopo l'eliminazione di Bucharin, impone la collettivizzazione<br />
forzata, che provocherà milioni di vittime tra i contadini<br />
sovietici. NelIo stesso periodo impone all'IC la linea settaria<br />
che porta a defmire "socialfascisti" i socialisti, facilitando con la<br />
divisione la vittoria di Rider in Germania. Presiede alle grandi<br />
purghe degli anni Trenta. Negli ultimi anni estende il "terrore" ai<br />
suoi più stretti collaboratori. Nel 1939 crede di evitare la guerra<br />
col patto di alleanza con Rider, di cui la Germania nazista approfitta<br />
per consolidarsi, sferrando poi un duro attacco all'URSS,<br />
che è impreparata e paga con 20 milioni di morti la prima catastrofica<br />
fase della guerra. Nonostante gli errori iniziali, riesce a<br />
trasformare la resistenza spontanea antinazista in "grande guerra<br />
patriottica" e nel 1944-1945 le armate sovietiche si espandono a<br />
Est fino all'Elba. Questi successi vengono fatti pesare con gli Alleati,<br />
concordando con Churchill la "spartizione del mondo in<br />
sfere di influenza" (i cosiddetti "accordi di Yalta"). Al di là della<br />
persona di Stalin, il termine "stalinismo" sta a indicare il processo<br />
di degenerazione burocratica del regime sovietico.<br />
Sun Yat-sen (1866-1925) - Dirigente della Rivoluzione repubblicana<br />
cinese de11911. Fondatore del Cuomintang.<br />
Teodorovic Ivan (1876-1938) - Contadino. Socialdemocratico nel<br />
1898. Bolscevico nel 1903. Parecchi anni di deportazione. Eletto<br />
al CC nell'aprile 1917. "Conciliatore" in aprile e in novembre.<br />
Commissario ai Rifornimenti dopo la Rivoluzione d'ottobre. Segretario<br />
dell'Internazionale contadina nel 1928. Sparisce durante<br />
le purghe staliniane.<br />
Tennidoro - Sta originariamente a indicare una controrivoluzione<br />
politica, durante la Rivoluzione francese dei 1789-1815. Avviata<br />
nel luglio 1794 ("Termidoro" era il nome di uno dei mesi del calendario<br />
dell'epoca) con il rovesciamento di Robespierre, questa<br />
contro rivoluzione ha smantellato le forme di potere democratiche<br />
e popolari sorte dalla ribellione al vecchio regime (Ancien régime),<br />
senza rimetterne in questione la natura borghese. Per analogia,<br />
il "termidoro sovietico" sta a indicare la controrivoluzione<br />
staliniana che ha liquidato la democrazia socialista e instaurato<br />
140<br />
una dittatura burocratica, pur senza restaurare il capitalismo in<br />
Russia.<br />
Transcaucasia - Una delle tre aree naturali del Caucaso, situata al<br />
Sud.<br />
Trattato di Brest Litovsk - Trattative per una pace separata tra il<br />
potere sovietico e alcuni Stati centrali (in primo luogo la Germania).<br />
Avviate nel dicembre 1917, si sono concluse nel marzo del<br />
1918. II potere sovietico è stato costretto a cedere immensi e ricchi<br />
territori, tra cui l'Ucraina. II governo sovietico ha annullato il Trattato<br />
- rimesso in discussione dalla sconfitta tedesca e dalla guerra<br />
civile russa -nel novembre del 1918.<br />
Trotskij Lev Davidovic (1879-1940) - Socialdemocratico nel 1896.<br />
Deportato, evaso, emigrato. Uno dei massimi esponenti della Rivoluzione<br />
del 1905. A lungo figura indipendente in seno al PO-<br />
SDR, benché spesso associato ai menscevichi. Cerca di conciliare<br />
tutte le frazioni nei 1910-1912. Si contrappone a Lenin con veemenza<br />
in queste occasioni. Rompe definitivamente con i menscevichi<br />
nel 1914. Entra nel Partito bolscevico nel 1917. Uno dei massimi<br />
dirigenti della Rivoluzione russa. Capo della delegazione sovietica<br />
nelle trattative di Brest Litovsk. Organizzatore dell'Armata<br />
Rossa durante la guerra civile. Si oppone a Stalin e ai processo di<br />
burocratizzazione del regime dopo la morte di Lenin. Espulso nel<br />
1927 ed esiliato dapprima ad Alma Ata, poi deportato in Turchia.<br />
Fino al 1933 tenta di riformare i partiti comunisti e il Comintern, e<br />
si batte per la reintegrazione nel partito sua e dei tanti altri militanti<br />
espulsi. Quando la politica dell'Internazionale porta all'incontrastata<br />
ascesa del nazismo, considera irrecuperabile il Comintern e<br />
comincia la battaglia per la costruzione della IV Internazionale,<br />
che verrà fondata solo nel 1938, in condizioni molto difficili.Bandito<br />
dai principali paesi capitalistici, accolto nel Messico antimperialista<br />
di Lazaro Cardenas, viene assassinato da agenti staliniani il 20<br />
agosto 1940.<br />
Ucraina - Zona di ricche pianure a Sud-Est dell'ex URSS. Annessa<br />
all'Impero russo a partire dai XVII e XVIII secolo. Occupata dai<br />
tedeschi con il Trattato di Brest Litovsk del 1918. Inglobata nella<br />
guerra civile del 1918-1921.Diventa Repubblica sovietica nel 1922.<br />
Oggi indipendente. Circa 50 milioni di abitanti. Capitale: Kiev.<br />
Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche (URSS) - Fondata<br />
nel 1922. Formalmente sciolta nei 1991 e sostituita da una Comunità<br />
degli Stati Indipendenti (CSI).<br />
141
--L<br />
Urickij Moisej (1873-1918) - Militante socialdemocratico dagli anni<br />
1880. Deportato. Funzioni dirigenti nella Rivoluzione del 1905. Fa<br />
parte dei Meirajoncy nel 1917. Bolscevico nel luglio 1917. Eletto al<br />
Cc. Capo della CEKA a Pietrogrado. Assassinato da un socialrivoluzionario.<br />
USPD - Partito socialdemocratico indipendente di Germania. Scissione<br />
anti-guerra del SPD nel 1917. La maggioranza si fonde con il<br />
KPD (Partito comunista) nel 1920. Il resto finisce a poco a poco<br />
nella socialdemocrazia.<br />
Volodarskij Vladimir (1891-1918) - Membro dell'organizzazione<br />
ebraicamarxistaBund.Aderisce al partito socialdemocratico ucraino.<br />
Arrestato, evaso, emigrato. Militante sindacale negli Stati Uniti.<br />
Torna in Russia nel 1917 e aderisce al Partito bolscevico. Commissario<br />
del popolo all'Informazione 'nel 1918. Assassinato da un socialrivoluzionario<br />
di sinistra.<br />
Weygand Maxime (1867-1965) - Generale francese, Capo di Stato<br />
maggiore di Foch.<br />
Wrangel Piotr (1878-1928) - Generale russo. Uno dei capi degli<br />
eserciti bianchi durante la guerra civile. Organizza un governo controrivoluzionario<br />
appoggiato dalla Francia. Sconfitto nel 1920, emigra<br />
in Belgio.<br />
Zenzinov Vladimir (1880-1953) - Dirigente socialrivoluzionario.<br />
Deportato, evaso, emigrato dopo la Rivoluzione del 1905. Clandestino.<br />
Nuovo arresto. Liberato nel 1914. Appoggia lo sforzo di<br />
guerra russo. Dirigente del PSR, sostiene dal febbraio 1917 posizioni<br />
antibolsceviche. Appartiene alla destra del partito. Membro del<br />
governo antisovietico di Ufa durante la guerra civile. Emigra a Parigi,poi<br />
a New York.<br />
Zinov'ev Grigorij (1883-1936) - Aderisce alla socialdemocrazia nel<br />
1900. Emigra. Bolscevico nel 1903. Vicino a Lenin nell'emigrazione.<br />
Si oppone, nell'Ottobre 1917, alla decisione dell'insurrezione,<br />
poi sostiene un governo di coalizione. Diventa uno dei principali<br />
dirigenti del nuovo regime Segretario dell'IC dal 1919 al 1927. In<br />
contrasto con Stalin, viene liquidato in occasione dei Processi di<br />
Mosca.<br />
Bibliografia essenziale<br />
La Rivoluzione russa è stata oggetto di moltissimi studi: la bibliografia<br />
che proponiamo si basa su quella pubblicata in appendice allo scritto<br />
di Emest M andel, ma riducendola sensibilmente. Abbiamo scelto soprattutto<br />
opere disponibili in italiano, segnalando tuttavia anche alcune<br />
di quelle fondamentali esaurite o mai tradotte, ma che è possibile<br />
comunque trovare in una buona biblioteca.<br />
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di Enzo Collotti, Editori Riuniti, Roma 1972.<br />
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con i menscevichi), 13 (contiene la rettifica al Che fare),<br />
23-33 (gli scritti del periodo della Rivoluzione contenuti nelle prime<br />
edizioni), 36 (il "testamento" e gli ultimi scritti).<br />
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