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La cava di Almè - Orobievive

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L’Eco <strong>di</strong> Bergamo<br />

«Niente case, né <strong>di</strong>scarica <strong>La</strong> <strong>cava</strong> sarà un'oasi<br />

verde»<br />

Almè, il sindaco: «Sarà riqualificata e ceduta al Parco dei<br />

Colli» Ma intanto nasce un comitato per il no: «Vogliamo<br />

vederci chiaro»<br />

Sabato 06 Ottobre 2012 CRONACA, pagina 30<br />

L´area della <strong>cava</strong> Ghisalberti, nella zona del Monte Bianco<br />

Almè, Gabriella Pellegrini<br />

Niente <strong>di</strong>scarica e niente case: sull'area della <strong>cava</strong> Ghisalberti potrebbe nascere un'oasi verde grazie<br />

a una riqualificazione ambientale <strong>di</strong> una vasta superficie <strong>di</strong> circa 112 mila metri quadrati.<br />

Non vuole proprio sentire la parola «<strong>di</strong>scarica» il sindaco <strong>di</strong> Almè Luciano Cornago, che con il suo<br />

gruppo <strong>di</strong> maggioranza ha portato sui banchi del Consiglio comunale un atto <strong>di</strong> in<strong>di</strong>rizzo, con<strong>di</strong>viso<br />

anche dalla proprietà della <strong>cava</strong>, in cui al posto dei 110 mila metri cubi <strong>di</strong> abitazioni previsti nel<br />

progetto iniziale nascerebbe un'area verde che riporterebbe la zona del Monte Bianco in<strong>di</strong>etro nel<br />

tempo <strong>di</strong> quasi 60 anni, quando l'es<strong>cava</strong>zione <strong>di</strong> argilla non era ancora iniziata.<br />

«In ogni caso va riempita»<br />

<strong>La</strong> <strong>cava</strong> almese, inserita nei confini del Parco dei Colli, ricade nel Piano cave della Regione<br />

Lombar<strong>di</strong>a e, come decretato dal piano, prima dell'obbligatorio ripristino, la <strong>cava</strong> dovrebbe<br />

continuare a funzionare es<strong>cava</strong>ndo argilla ancora per 150 mila metri cubi. «<strong>La</strong> proprietà – spiega il<br />

sindaco Cornago – può continuare a es<strong>cava</strong>re materiale per i prossimi <strong>di</strong>eci anni, oppure scegliere <strong>di</strong><br />

effettuare il recupero ambientale con <strong>di</strong>verse tipologie <strong>di</strong> intervento: naturalistico (tramite il<br />

riempimento con materiali inerti), ricreativo, infrastrutturale e residenziale, senza alcun obbligo <strong>di</strong><br />

cedere al Comune a titolo gratuito l'area, una volta ripristinata. In qualunque caso, la <strong>cava</strong> va<br />

riempita».<br />

Al 2008, risale il progetto «e<strong>di</strong>ficatorio» – approvato all'unanimità dai <strong>di</strong>eci sindaci <strong>di</strong> <strong>di</strong>fferenti<br />

forze politiche dei Comuni inseriti nel Parco dei Colli – che prevedeva la ricostruzione del colle a<br />

balze, me<strong>di</strong>ante un riempimento parziale con inerti. «Quella ricostruzione – aggiunge il sindaco –<br />

era finalizzata alla realizzazione <strong>di</strong> 110 mila metri cubi <strong>di</strong> residenza corrispondenti a un aumento <strong>di</strong><br />

circa 700 abitanti. Un <strong>di</strong>ritto e<strong>di</strong>ficatorio che è tuttora valido e tale rimarrà salvo l'eventuale<br />

sottoscrizione <strong>di</strong> un nuovo e <strong>di</strong>verso atto». Un atto <strong>di</strong>verso, appunto, come quello approvato<br />

nell'ultimo Consiglio, che prevede il recupero ambientale e la creazione <strong>di</strong> una zona a verde: al<br />

termine del riempimento della <strong>cava</strong> il colle, ricostruito nella totalità dei suoi 112 mila metri quadri,<br />

sarà ceduto gratuitamente dalla proprietà al Comune, che intende poi cederlo al Parco dei Colli.<br />

«Da anni – spiega il sindaco Cornago – ci stiamo impegnando per giungere alla cessazione


dell'attività <strong>di</strong> scavo dell'argilla che ha ormai ridotto il colle a una buca a cielo aperto. Il recupero<br />

ambientale è comunque da fare e occorre trovare un accordo che contemperi le esigenze <strong>di</strong><br />

entrambe le parti: il riempimento totale della <strong>cava</strong> con materiali inerti e non pericolosi pensiamo<br />

possa essere una buona soluzione». Una soluzione «verde» per la quale il Comune <strong>di</strong> Almè ricaverà<br />

meno della metà, in termini economici, rispetto ai 10 milioni <strong>di</strong> euro previsti inizialmente. «A fronte<br />

del primo accordo – sottolinea Cornago – il Comune avrebbe ottenuto dalla proprietà 10 milioni, tra<br />

oneri e standard <strong>di</strong> qualità. Fra questi la cessione gratuita della cintura boschiva al piede del colle<br />

per 30 mila mq, attrezzata per il tempo libero. A titolo <strong>di</strong> anticipo ha già messo nelle casse comunali<br />

un milione e 300 mila euro, che pur rimanendo fermi in banca, hanno consentito al Comune <strong>di</strong><br />

Almè <strong>di</strong> mantenere finora il rispetto del Patto <strong>di</strong> stabilità, che <strong>di</strong>versamente sarebbe stato sforato a<br />

causa della riqualificazione e ampliamento della scuola secondaria <strong>di</strong> primo grado».<br />

«Che cosa vuol <strong>di</strong>re inerti»<br />

<strong>La</strong> nuova proposta dovrà ora essere vagliata da più enti tra cui soprattutto la Regione Lombar<strong>di</strong>a, la<br />

Provincia e il Parco dei Colli. «<strong>La</strong> mia priorità – conclude il sindaco – sarà in<strong>di</strong>re un'assemblea<br />

pubblica per informare la citta<strong>di</strong>nanza <strong>di</strong> quanto in programma. Intanto ai citta<strong>di</strong>ni <strong>di</strong>co e chiedo <strong>di</strong><br />

non cedere ad allarmismi. Se questa sarà la strada, la <strong>cava</strong> sarà riempita con materiali inerti e non<br />

pericolosi».<br />

Di opinione <strong>di</strong>versa però alcuni residenti che si sono uniti in un comitato denominato «No alla<br />

<strong>di</strong>scarica nel Parco dei Colli». «In una zona interna al Parco dei Colli non aveva senso<br />

cementificare – spiega Massimiliano Carrara, presidente del comitato – e non ha nemmeno senso<br />

creare una <strong>di</strong>scarica che non è chiaro <strong>di</strong> che materiali sarà riempita: "rifiuti inerti" può voler <strong>di</strong>re<br />

tutto e niente. Vorremmo capire bene che cosa verrà conferito. Inten<strong>di</strong>amo agire per sensibilizzare<br />

la gente e impe<strong>di</strong>re questo scempio: abbiamo già avviato in questi giorni una raccolta firme tra i<br />

citta<strong>di</strong>ni dei Comuni del Parco contrari alla <strong>di</strong>scarica».<br />

Ora la parola passa a Provincia, Regione e Parco.

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