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Fascicolo contentente la relazione del Rettore, gli interventi del ...

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da parte, nel corso di questa ‘attraversata <strong>del</strong><br />

deserto’, le polemiche preconcette, le opposizioni<br />

pregiudiziali e le divisioni spesso fondate<br />

più su ambizioni personali che su interessi<br />

generali, ma andrebbero favorite <strong>la</strong> col<strong>la</strong>borazione<br />

leale, <strong>la</strong> coesione e <strong>la</strong> condivisione<br />

<strong>del</strong>le scelte, ovviamente senza mai rinunciare<br />

al controllo democratico severo, al<strong>la</strong> massima<br />

trasparenza e al confronto libero e critico.<br />

Noi vorremmo continuare ad affrontare in<br />

maniera consapevole e progettuale i grandi<br />

temi <strong>del</strong> nostro tempo, vorremmo contribuire<br />

a modernizzare il paese senza però distruggerne<br />

le mi<strong>gli</strong>ori risorse, vorremmo dare il nostro<br />

apporto per garantire un futuro e una speranza<br />

ai nostri giovani, vorremmo favorire <strong>la</strong><br />

costruzione di una c<strong>la</strong>sse dirigente all’altezza<br />

<strong>del</strong>le nuove sfide, vorremmo dare voce ad un<br />

Sud non più afasico, piagnone e subalterno,<br />

ad un Sud consapevole <strong>del</strong>le proprie possibilità<br />

e desideroso di cambiamento.<br />

In questo senso, l’investimento in formazione,<br />

ricerca e cultura dovrebbe essere <strong>la</strong> via maestra<br />

per combattere <strong>la</strong> crisi. Ma così ancora non è<br />

nel nostro paese, a differenza <strong>del</strong><strong>la</strong> stragrande<br />

maggioranza dei paesi occidentali, come<br />

dimostrano le recenti misure sull’Università<br />

assunte in USA, Francia e Germania, ed<br />

anche nei principali paesi emergenti, come<br />

Cina e India.<br />

Il recente rapporto Ocse conferma che l’Italia<br />

è lontana dal<strong>la</strong> media dei paesi più industrializzati<br />

nell’investimento su scuo<strong>la</strong>, università<br />

e ricerca.<br />

Partico<strong>la</strong>rmente grave è, ancora una volta, <strong>la</strong><br />

situazione al Sud.<br />

Tutti <strong>gli</strong> studi più recenti, compresi i rapporti<br />

Svimez e Censis, confermano che continua<br />

ed anzi aumenta <strong>la</strong> diaspora <strong>del</strong>le intelligenze<br />

meridionali costrette ad emigrare per poter<br />

studiare e <strong>la</strong>vorare.<br />

Anche <strong>la</strong> nostra Università, come altre, è<br />

stata istituita undici anni fa per interrompere<br />

questa emorragia e per consentire anche ai<br />

ragazzi appartenenti a fami<strong>gli</strong>e disagiate di<br />

poter accedere a que<strong>gli</strong> studi universitari che<br />

altrimenti sarebbero stati loro preclusi. In<br />

parte questo obiettivo è stato raggiunto, ma<br />

molto resta da fare. Nei primi 10 anni di vita<br />

<strong>la</strong> nostra Università ha portato al diploma di<br />

<strong>la</strong>urea oltre 10.000 giovani e ormai sono non<br />

meno di 1.200 i <strong>la</strong>ureati ogni anno, con un<br />

trend in progressiva crescita che sta contribuendo<br />

in maniera considerevole ad elevare<br />

sensibilmente <strong>la</strong> percentuale dei <strong>la</strong>ureati in<br />

questa Provincia. Si tratta di un risultato<br />

di straordinaria importanza soprattutto se<br />

si tiene conto che, come sottolineo in ogni<br />

occasione, l’80% dei nostri studenti proviene<br />

da fami<strong>gli</strong>e i cui genitori non sono <strong>la</strong>ureati.<br />

Sono, però, ancora mi<strong>gli</strong>aia i giovani, anche di<br />

Capitanata, che scelgono altre sedi universitarie<br />

e abbiamo già in altre occasioni indicato<br />

quanto questo costi al<strong>la</strong> società locale (non<br />

meno di 130 milioni di euro all’anno).<br />

Rispetto ai primi anni <strong>del</strong> nuovo Millennio,<br />

sono andati aumentando i giovani meridionali<br />

trasferiti al Centro-Nord per <strong>gli</strong> studi<br />

universitari e poi non ritornati nelle regioni<br />

d’origine per il <strong>la</strong>voro: dal 1992 al 2004 si è<br />

toccato il 67% <strong>del</strong> totale. Partico<strong>la</strong>rmente<br />

grave è il dato re<strong>la</strong>tivo alle partenze dei <strong>la</strong>ureati<br />

‘eccellenti’, decisamente in crescita: nel<br />

2004 partiva il 25% dei <strong>la</strong>ureati meridionali<br />

con il massimo dei voti; tre anni più tardi <strong>la</strong><br />

percentuale è balzata a quasi il 38%.<br />

Prosegue inarrestabile, quindi, il processo<br />

di depauperamento <strong>del</strong><strong>la</strong> risorsa mi<strong>gli</strong>ore<br />

<strong>del</strong> Sud, le intelligenze giovanili. Per porvi<br />

rimedio, bisognerà dotare le nostre università<br />

e le nostre città di maggiori servizi, di alloggi,<br />

di mense, di impianti sportivi e culturali,<br />

garantire borse di studio. Ma soprattutto<br />

bisognerà incidere sullo sviluppo economico<br />

e sul funzionamento <strong>del</strong> mercato <strong>del</strong> <strong>la</strong>voro,<br />

accrescendo le prospettive di studio e di <strong>la</strong>voro<br />

successive al<strong>la</strong> <strong>la</strong>urea, che, com’è noto,<br />

sono i veri fattori chiave per <strong>la</strong> riduzione <strong>del</strong><br />

fenomeno <strong>del</strong><strong>la</strong> fuga dei cervelli.<br />

Noi vorremmo che partire, o restare, o tornare,<br />

sia una libera scelta dei giovani e non una<br />

costrizione. Serve molto coraggio per partire,<br />

ma serve ancor più coraggio per restare o per<br />

tornare, e soprattutto per cambiare. Siamo<br />

fortemente convinti <strong>del</strong>l’assoluta necessità<br />

di favorire esperienze di studio e formazione<br />

in altre Università e centri di ricerca italiani e<br />

stranieri. L’Università deve essere <strong>la</strong> principale<br />

finestra aperta al mondo, un luogo di apertura<br />

alle esperienze e di curiosità verso l’alterità,<br />

di crescita culturale ed umana, di dialogo e<br />

confronto. Anche per questo abbiamo proposto<br />

lo slogan study locally, think globally.<br />

Ma quando le aperture si trasformano in<br />

emorragie di intelligenze, è evidente che ai<br />

territori meridionali verranno meno proprio<br />

le energie necessarie per il cambiamento.<br />

Servono quindi investimenti mirati, non<br />

finanziamenti a pioggia né tanto meno<br />

elemosine o assistenzialismo, ma risorse per<br />

progetti seri e per risultati verificabili.<br />

Abbiamo accolto con interesse l’illustrazione<br />

da parte <strong>del</strong> Ministro per <strong>gli</strong> affari regionali<br />

on. Raffaele Fitto <strong>del</strong><strong>la</strong> presenza tra <strong>gli</strong> otto<br />

punti <strong>del</strong> piano per il Sud di un capitolo<br />

specifico dedicato a Università e ricerca:<br />

aspettiamo con ansia di conoscere in detta<strong>gli</strong>o<br />

<strong>la</strong> natura <strong>del</strong>l’intervento e di verificarne<br />

l’attuazione.<br />

“Starve the beast”<br />

Al momento, continuiamo a vivere <strong>la</strong> fase dei<br />

ta<strong>gli</strong>, secondo <strong>la</strong> logica <strong>del</strong> “starve the beast”:<br />

affama <strong>la</strong> bestia per render<strong>la</strong> mansueta, così<br />

ha descritto un autorevole Ministro <strong>la</strong> politica<br />

dei ta<strong>gli</strong> all’Università. Con <strong>la</strong> Legge 133 si<br />

è decretata <strong>la</strong> fine <strong>del</strong> FFO consolidato e si è<br />

avviata una strategia di ta<strong>gli</strong> progressivi, di cui<br />

inizialmente si è colpevolmente sottovalutata<br />

<strong>la</strong> portata.<br />

Per quel che riguarda l’Università di Foggia,<br />

dopo <strong>la</strong> riduzione <strong>del</strong> 3% <strong>del</strong> FFO subita nel<br />

2009, sul<strong>la</strong> base di una valutazione costruita<br />

su parametri iniqui, come ha ben documentato<br />

il gruppo di <strong>la</strong>voro costituito dall’ARTI<br />

e dalle Università pu<strong>gli</strong>esi. Nel 2010 <strong>la</strong> situazione<br />

è peggiorata, sul<strong>la</strong> base dei dati resi noti<br />

da pochi giorni. Com’era ormai <strong>la</strong>rgamente<br />

prevedibile, considerando sia il ta<strong>gli</strong>o generale<br />

<strong>del</strong> finanziamento universitario nazionale <strong>del</strong><br />

3,7% sia <strong>la</strong> sostanziale conferma, con piccoli<br />

aggiustamenti, dei parametri valutativi <strong>del</strong>lo<br />

scorso anno, <strong>la</strong> nostra Università sta per<br />

subire, insieme a numerosi altri atenei meridionali,<br />

un ulteriore ta<strong>gli</strong>o <strong>del</strong> 5%. Lo scorso<br />

anno si produsse il trasferimento di 120<br />

milioni dalle università meridionali a quelle<br />

settentrionali; è prevedibile che quest’anno si<br />

verifichi un analogo trasferimento di risorse<br />

da Sud a Nord. Se queste sono prove tecniche<br />

di federalismo, c’è molto da preoccuparsi, per<br />

cui fa bene chi, come il Presidente Fini, pone<br />

come irrinunciabile il tema di un federalismo<br />

equo e solidale, in un momento in cui prevalgono<br />

posizioni egoistiche e disgregatrici.<br />

La nostra Università, tra le pochissime in<br />

Italia, ha avuto, però, il senso di responsabilità<br />

di prevedere un ta<strong>gli</strong>o prudenziale <strong>del</strong> 9%<br />

nel bi<strong>la</strong>ncio di previsione 2010, effettuando<br />

una radicale politica di razionalizzazione <strong>del</strong>le<br />

spese correnti, ta<strong>gli</strong>ando <strong>del</strong> 30% tutte le<br />

indennità di carica e di fatto azzerando anche<br />

le voci più significative, come quelle <strong>del</strong><strong>la</strong><br />

ricerca, <strong>del</strong><strong>la</strong> didattica, <strong>del</strong>l’internazionalizzazione,<br />

ecc. Grazie a queste misure draconiane,<br />

il nostro bi<strong>la</strong>ncio resta sano, senza un solo<br />

euro di debito o di disavanzo.<br />

Anzi, siamo riusciti ad avere addirittura un<br />

sia pur piccolo avanzo libero <strong>del</strong> bi<strong>la</strong>ncio<br />

2009, di circa 735.000 euro, che abbiamo<br />

prontamente investito per le biblioteche, <strong>la</strong><br />

sistemazione <strong>del</strong>le aule, alcuni contratti part<br />

time per studenti da impiegare nelle biblioteche<br />

e nei servizi.<br />

Grazie al<strong>la</strong> nostra prudenza, rispetto al<br />

FFO di 34.775000 nel nostro bi<strong>la</strong>ncio<br />

di previsione 2010, abbiamo ricevuto un<br />

finanziamento di circa 36,5 milioni. Abbiamo<br />

ora quindi una disponibilità di circa 1,6<br />

milioni di euro, avendo deciso di prevedere<br />

lo scorso anno un ta<strong>gli</strong>o maggiore di quello<br />

poi effettivamente subito. Grazie a queste<br />

scelte rigorose, inizialmente considerate<br />

impopo<strong>la</strong>ri, possiamo garantire ai nostri dipendenti<br />

il rego<strong>la</strong>re pagamento de<strong>gli</strong> stipendi,<br />

compresi <strong>gli</strong> adeguamenti e le ricostruzioni di<br />

carriera, partico<strong>la</strong>rmente significative in una<br />

università giovane in fase di crescita. Abbiamo<br />

anche potuto riconoscere, caso quasi unico<br />

in Italia, ai ricercatori e ai docenti (48 in<br />

totale) il periodo eventualmente svolto come<br />

assegnisti di ricerca nel<strong>la</strong> ricostruzione <strong>del</strong><strong>la</strong><br />

loro carriera. Mentre <strong>la</strong> manovra finanziaria<br />

ha recentemente ta<strong>gli</strong>ato <strong>gli</strong> scatti stipendiali,<br />

con una misura che ha colpito in modo<br />

partico<strong>la</strong>rmente grave i giovani ricercatori<br />

nel<strong>la</strong> fase iniziale <strong>del</strong><strong>la</strong> carriera, l’Università<br />

di Foggia ha voluto dare un segnale concreto<br />

proprio ai ricercatori, calco<strong>la</strong>ndo questa fase<br />

di precariato <strong>del</strong><strong>la</strong> ricerca, riconoscendo <strong>gli</strong><br />

arretrati e adeguando <strong>gli</strong> stipendi. Inoltre<br />

siamo nelle condizione di garantire l’assunzione<br />

di nuovi 18 ricercatori, a conclusione<br />

dei concorsi attualmente in atto. Al contrario,<br />

l’attuale situazione finanziaria e soprattutto<br />

il blocco <strong>del</strong> 50% <strong>del</strong> turn-over, con i limiti<br />

imposti dal<strong>la</strong> legge 1/2009, ci impedisce<br />

di procedere al<strong>la</strong> chiamata de<strong>gli</strong> idonei nei<br />

concorsi per professore associato e ordinario,<br />

sia quelli banditi dal<strong>la</strong> nostra sede sia quelli<br />

banditi da altre sedi nei quali abbiano conseguito<br />

l’idoneità nostri ricercatori e professori<br />

associati. Una situazione assai grave e inaccettabile,<br />

che colpisce le legittime aspettative<br />

di carriera anche di quanti, certamente i più<br />

meritevoli, hanno superato un concorso, al<strong>la</strong><br />

quale speriamo che il Ministero vo<strong>gli</strong>a porre<br />

presto rimedio.<br />

Con il coraggio e il senso di responsabilità che<br />

chi governa deve saper dimostrare, abbiamo<br />

affrontato scelte difficili e impopo<strong>la</strong>ri come<br />

<strong>la</strong> fine <strong>del</strong> decentramento, completando <strong>la</strong><br />

chiusura c dei corsi decentrati, nel quadro di<br />

una necessaria opera di razionalizzazione e di<br />

riorganizzazione <strong>del</strong>l’offerta formativa.<br />

Abbiamo affrontato anche il difficile tema<br />

<strong>del</strong><strong>la</strong> revisione e <strong>del</strong>l’adeguamento <strong>del</strong><strong>la</strong> tassazione<br />

studentesca, ispirata a principi di equità<br />

e di meritocrazia. Conservando una tassazione<br />

tra le più basse d’Italia, abbiamo introdotto<br />

una serie di norme che, attraverso un sistema<br />

di incentivi ed esoneri, mira a premiare <strong>gli</strong> studenti<br />

meritevoli e a sostenere <strong>gli</strong> studenti che<br />

vivono in condizioni economiche disagiate.<br />

Sono, ad esempio, previste riduzioni per più<br />

studenti appartenenti allo stesso nucleo familiare<br />

iscritti all’Università. Gli studenti che si<br />

<strong>la</strong>ureano nei tempi stabiliti dal<strong>la</strong> durata legale<br />

<strong>del</strong> corso e che siano ammessi al<strong>la</strong> prova finale<br />

con una media almeno pari al<strong>la</strong> votazione<br />

media riportata, nell’anno accademico precedente,<br />

da<strong>gli</strong> studenti <strong>del</strong><strong>la</strong> stessa Facoltà e<br />

<strong>del</strong><strong>la</strong> stessa tipologia di corso di studio (primo<br />

livello, ciclo unico, magistrale) otterranno il<br />

rimborso <strong>del</strong>le tasse <strong>del</strong>l’ultimo anno di corso.<br />

Da più di un anno, grazie al<strong>la</strong> col<strong>la</strong>borazione<br />

con <strong>la</strong> Guardia di Finanza abbiamo avviato<br />

un sistematico controllo <strong>del</strong><strong>la</strong> rego<strong>la</strong>rità <strong>del</strong>le<br />

tasse, contrastando ogni tentativo di evasione.<br />

In tal modo, abbiamo potuto garantire una<br />

crescita di circa 60% <strong>del</strong> gettito. Gli studenti<br />

e le loro fami<strong>gli</strong>e hanno dunque dato e stanno<br />

dando il loro contributo e noi vorremmo poterli<br />

ripagare con sempre mi<strong>gli</strong>ori servizi, che<br />

in queste condizioni diventa molto difficile<br />

poter garantire.<br />

Il 2011 si annuncia come l’annus horribilis<br />

per l’Università italiana. A livello di sistema<br />

nazionale, infatti, il Fondo di Finanziamento<br />

Ordinario, che ancora nel 2008 era pari a<br />

7,422 miliardi, si ridurrà nel 2011 a 6,130<br />

miliardi, cioè a meno <strong>del</strong> livello <strong>del</strong> 2001<br />

(quando era pari a 6,188 miliardi). Il prossimo<br />

anno, se <strong>la</strong> situazione non cambierà, le<br />

spese per stipendi, pari a circa 6,5 miliardi,<br />

supereranno il FFO. Per quel che ci riguarda,<br />

sul<strong>la</strong> base <strong>del</strong>le previsioni, il nostro FFO dovrebbe<br />

scendere a circa 31 milioni di euro (era<br />

di 39 milioni lo scorso anno!) e nonostante<br />

l’incremento <strong>del</strong><strong>la</strong> contribuzione studentesca<br />

rischiamo di avere per <strong>la</strong> prima volta nel<strong>la</strong><br />

nostra storia uno sbi<strong>la</strong>nciamento di circa 8<br />

milioni, solo considerando che i costi per il<br />

personale superano ormai 40 milioni e che<br />

le spese ordinarie, che abbiamo compresso al<br />

massimo, non sono inferiori a 4,3 milioni. In<br />

tal modo ci si condanna al dissesto pur avendo<br />

governato in maniera seria, pulita e rigorosa.<br />

Io non sarò però il liquidatore <strong>del</strong>l’Università<br />

di Foggia, per cui se <strong>la</strong> situazione non muterà<br />

significativamente, analogamente a quanto<br />

hanno annunciato anche altri colleghi Rettori,<br />

chiederò io stesso il commissariamento <strong>del</strong><br />

nostro Ateneo. Per questo abbiamo accolto<br />

con favore quanto dichiarato dai Ministri<br />

Gelmini e Tremonti nel<strong>la</strong> conferenza stampa<br />

<strong>del</strong> 22 settembre scorso a proposito <strong>del</strong> rifinanziamento<br />

<strong>del</strong> FFO e di fondi specifici da<br />

destinare all’istituzione di posti di associato<br />

per <strong>gli</strong> attuali ricercatori a tempo indetermi-<br />

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