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S&F_n. 9_2013<br />

Abele e disdegnava i frutti della terra di Caino, così la materia<br />

ha storicamente vinto sull’antimateria. «Perché l’Universo non ne<br />

contiene più» (p. 125), ovvero «perché è sopravvissuta la<br />

materia» (ibid.). L’articolata ipotesi teorica ricostru<strong>it</strong>a da<br />

Close nel cap<strong>it</strong>olo Perché mai esistono le cose secondo cui «la<br />

progenie dei majoroni ha prodotto un universo dove una manciata di<br />

quark "in più" sopravvive ogni dieci miliardi di quark che<br />

scompaiono insieme ai corrispondenti antiquark» (p. 140) ha<br />

carattere solo speculativo, è una affascinante teoria in attesa di<br />

essere convalidata da prove. Quel che è certo è che si è prodotta<br />

un’asimmetria tra materia e antimateria e che quest’ultima ha<br />

avuto luogo quando «l’Universo era molto più giovane e molto più<br />

caldo e presentava caratteristiche assolutamente eccezionali, oggi<br />

non ottenibili nei laboratori» (p. 141). Ecco perché<br />

l’affermazione secondo cui al Cern di Ginevra starebbero<br />

riproducendo il Big Bang è un altro di quei fattoidi a cui non va<br />

prestato fede. Come scrive C<strong>it</strong>ati in una bella recensione al testo<br />

di Close: «siamo diventati materia, e ne sopportiamo il peso: ma<br />

forse avremmo potuto diventare antimateria, la forza che domina<br />

nel cuore della nostra Galassia». Se non si fosse verificata<br />

questa s<strong>it</strong>uazione di asimmetria, se le frequenti collusioni di<br />

materia e antimateria fossero continuate ad lib<strong>it</strong>um, oggi non<br />

esisterebbe l’Universo come lo conosciamo, e la v<strong>it</strong>a non sarebbe<br />

apparsa nel mondo. Fu così che quello squilibrio lievissimo fece<br />

sì che l’antimateria divenisse furtiva ombra spettrale. La<br />

complessa equazione di Dirac (il cui commento è collocato<br />

dall’autore nell’Appendice, lim<strong>it</strong>andosi nel corpo del testo a<br />

calcoli piuttosto semplici, spiegazioni lineari e gradevoli<br />

aneddoti che permettono una ricostruzione fantasiosa e avvincente,<br />

quasi romanzesca, dei grandi protagonisti della fisica<br />

contemporanea) aveva dunque aperto la strada allo studio<br />

dell’antimateria. Nel 1960 il viennese Bruno Touschek azzardò nei<br />

neonati laboratori di Frascati dell’Ist<strong>it</strong>uto nazionale di Fisica<br />

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