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ANDAF Magazine n. 2-2013

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LA R IVISTA DEI D IRETTORI A MMINISTRATIVI E F INANZIARI<br />

2<br />

Anno 10 - n. 2<br />

Aprile <strong>2013</strong><br />

Trimestrale<br />

Copia omaggio<br />

magazine<br />

Poste Italiane spa - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1 DCB - Roma<br />

NUOVE REGOLE<br />

DI FATTURAZIONE<br />

ISSN 2281-468X<br />

PROFILI DI<br />

RESPONSABILITÀ<br />

PENALE DEI<br />

PROFESSIONISTI<br />

© alphaspirit<br />

XXXVII CONGRESSO NAZIONALE <strong>ANDAF</strong><br />

DISEGNIAMO IL FUTURO<br />

NAPOLI 25/26 OTTOBRE <strong>2013</strong>


EDITORIALE di Fausto Cosi Presidente <strong>ANDAF</strong><br />

Cari colleghi,<br />

ancora una volta questo editoriale è scritto in<br />

un contesto economico e politico sempre più<br />

difficile e incerto, che costringe a essere ripetitivi.<br />

Ma, purtroppo, niente cambia. Anzi, i cambiamenti<br />

che intervengono sembrano preludere a un<br />

ulteriore peggioramento della situazione generale.<br />

Al già noto e conclamato stato di recessione, che tutti<br />

gli indicatori economici mensilmente certificano, si aggiunge<br />

la forte instabilità politica determinata dagli esiti<br />

delle elezioni del 24-25 febbraio scorsi.<br />

Proprio nel momento in cui appare ineludibile la necessità<br />

di impostare una serie di riforme serie per il<br />

futuro del nostro Paese, l’attuale situazione politica<br />

non sembra consentire la creazione di un Governo<br />

forte e autorevole, in grado di affrontare rapidamente<br />

l’emergenza.<br />

Siamo convinti, e da tempo lo evidenziamo, che le radici<br />

della inadeguata competitività del nostro sistema<br />

economico siano da ricercare soprattutto nell’incapacità<br />

della politica e dell’amministrazione della cosa<br />

pubblica di creare, e mantenere, condizioni di competitività<br />

di tale sistema.<br />

Non può esserci crescita se non viene colmato il deficit<br />

di competitività. Le condizioni attuali non sono<br />

certo di stimolo agli investimenti, ma senza di essi che<br />

futuro ci attende Tra i tanti indicatori che leggiamo,<br />

quello sugli investimenti sembra poco enfatizzato<br />

in relazione alla sua intrinseca valenza, immediata<br />

e prospettica.<br />

Siamo altresì convinti che il problema vada ben oltre<br />

la dimensione nazionale. La finanza globale non è stata<br />

ancora posta sotto controllo e, purtroppo, il suo peso<br />

sull’economia è condizionante. Inoltre, la globalizzazione<br />

porta le nostre aziende a confrontarsi con<br />

concorrenti più grandi e agguerriti, che dispongono di<br />

sistemi-Paese meglio organizzati del nostro. Infine,<br />

non si possono non rilevare le evidenti distorsioni in<br />

tema di costo del lavoro e fisco (anche nella stessa UE),<br />

causa di uno scenario iniquo che – prima o poi – dovrà<br />

essere risolto nella ricerca di nuovi equilibri a livello<br />

globale. In tal senso, va valutato con molta attenzione<br />

e interesse il significativo rientro negli Stati Uniti di<br />

lavorazioni svolte in Cina.<br />

Lavoro, credito, fisco, burocrazia ed energia:<br />

questi sono i temi principali che minano la<br />

competitività del Sistema Italia. <strong>ANDAF</strong> tornerà<br />

su questa agenda nel <strong>2013</strong>, e non smetterà<br />

di farlo, con le proprie iniziative istituzionali<br />

– come il Congresso Nazionale che si terrà a Napoli<br />

il 25-26 ottobre prossimi – e i nuovi progetti in corso<br />

di implementazione.<br />

Come preannunciato, è stato avviato il progetto <strong>ANDAF</strong><br />

Education, una nuova iniziativa strategica nel settore<br />

della formazione. Si è già tenuto, con riscontri ampiamente<br />

positivi e una nutrita partecipazione, il primo corso<br />

sul tema Working Capital Management. Altri tre corsi<br />

sono già stati fissati entro l’anno.<br />

Con il consueto successo di pubblico si è svolta la quarta<br />

edizione del Forum di Bilancio, quest’anno arricchito<br />

di nuove ricerche condotte dagli Atenei di Pisa e Genova<br />

– con il patrocinio di <strong>ANDAF</strong> – che hanno dato ulteriore<br />

lustro alla manifestazione.<br />

Per venire incontro alle sempre più numerose richieste<br />

di supporto da parte di Associati in difficoltà a causa<br />

della complessa situazione del lavoro, è stato varato<br />

un progetto che prevede la possibilità di offrire<br />

ai Soci una serie coordinata di incontri – su base territoriale<br />

– sui temi del recruiting, career management<br />

e coaching, con l’accompagnamento di Società di consulenza<br />

ed esperti del settore.<br />

Cari Amici, è dura, ma proprio per questo auguro buon<br />

lavoro a tutti!<br />

Fausto Cosi<br />

1


S OMMARIO <strong>ANDAF</strong> ANNO 10 – NUMERO 2 – APRILE <strong>2013</strong><br />

01 EDITORIALE<br />

Fausto Cosi<br />

40 <strong>ANDAF</strong> HOUSE ORGAN<br />

Segreteria <strong>ANDAF</strong><br />

04 RESPONSABILITÀ PENALE DEL PROFESSIONISTA<br />

Ivo Caraccioli<br />

42 NOTIZIARIO <strong>ANDAF</strong><br />

Michele Malusà<br />

10 IVA: LE NUOVE REGOLE DI FATTURAZIONE<br />

Gabriele Labombarda<br />

46 SCHEDA ADESIONE <strong>ANDAF</strong><br />

Segreteria <strong>ANDAF</strong><br />

16 MODELLAZIONE E SIMULAZIONE APPLICATE: IL CASO BANCA D’ITALIA<br />

Luigi Geppert, Dario Russo e Fabio Carniol<br />

48 CARICHE SOCIALI <strong>ANDAF</strong><br />

Segreteria <strong>ANDAF</strong><br />

22 IDENTIKIT DELLE IMPRESE PIÙ AFFIDABILI NELLE RELAZIONI COMMERCIALI<br />

Marco Preti<br />

3<br />

26 LE RISORSE UMANE COME FATTORE CRITICO DI SUCCESSO<br />

Fabio Carniol<br />

32 ACCADE IN ITALIA E NEL MONDO<br />

Paolo Bertoli<br />

34 RECENSIONI<br />

Alberto Tron<br />

36 TAX NEWS<br />

Studio Pirola, Pennuto, Zei & Assocciati<br />

38 MERCATI E STRATEGIE DI INVESTIMENTO<br />

Manuela Maccia


DIRITTO SOCIETARIO<br />

4<br />

© tiero


ORGANIZZAZIONI SOCIETARIE,<br />

ESTEROVESTIZIONE,<br />

ELUSIONE FISCALE E<br />

RESPONSABILITÀ PENALE<br />

DEL PROFESSIONISTA<br />

LA RESPONSABILITÀ PENALE DEGLI AVVOCATI PUÒ SORGERE NEL CASO DI ATTIVITÀ<br />

DI CONSULENZA A FAVORE DEL CLIENTE IN OPERAZIONI, GENERICAMENTE DEFINIBILI<br />

DI “RISTRUTTURAZIONE SOCIETARIA”, CHE POSSONO DARE LUOGO A RIPRESE<br />

FISCALI PER COMPORTAMENTI POTENZIALMENTE IDENTIFICABILI COME “ELUSIVI”, OPPURE<br />

CONTESTABILI QUALI FENOMENI DI C.D. “ABUSO DEL DIRITTO”. PER L’AVVOCATO PUÒ RISULTARE<br />

DIFFICILE DIMOSTRARE DI ESSERSI LIMITATO A FORNIRE DEI CONSIGLI LASCIANDO AL CLIENTE<br />

LA SCELTA (E IL RISCHIO) DELL’OPERAZIONE, SENZA DUNQUE ESSERE COINVOLTO<br />

NELLA CONCRETA STRUTTURAZIONE DELL’OPERAZIONE STESSA, ED EVITARE COSÌ DI ESSERE<br />

INCRIMINATO A TITOLO DI CONCORSO IN CONTESTABILI REATI SOCIETARI O TRIBUTARI (*)<br />

di IVO CARACCIOLI<br />

Prof. Avv. Foro di Torino, già Ordinario di diritto penale nell’Università di Torino<br />

In passato non era concepibile che un avvocato, e più in generale<br />

un professionista, potesse essere incriminato per concorso<br />

con il cliente in relazione a pareri resi o consulenze<br />

attuate a favore di clienti (privati e societari). A meno che,<br />

ovviamente, questi non avessero i caratteri di vera e propria<br />

corresponsabilità in attività a contenuto palesemente illecito,<br />

non limitandosi cioè alla prospettazione di ipotesi di<br />

comportamento con le relative possibili conseguenze, sen-<br />

za materiale concorso nella redazione di atti a contenuto sicuramente<br />

illecito. Negli ultimi decenni, invece, accade<br />

sempre più frequentemente che il professionista, e soprattutto<br />

l’avvocato, vengano accusati di concorso con il cliente<br />

quali “registi o suggeritori” di un’operazione – in particolare<br />

societaria – ritenuta dal P.M. integrativa di una determinata<br />

ipotesi criminosa (es. in campo societario, fallimentare,<br />

tributario, ecologico, urbanistico, ecc.). 5<br />

(*) Relazione tenuta al Convegno “Le responsabilità dell’avvocato” (30 novembre 2012),<br />

organizzato dall’Ordine degli Avvocati di Torino e destinato alla pubblicazione sulla rivista<br />

dell’Ordine “La Pazienza”.


DIRITTO SOCIETARIO<br />

6<br />

La dottrina su questo delicato problema non sembra aver<br />

raggiunto non dico conclusioni, ma nemmeno impostazioni<br />

convincenti, e si limita molto spesso ad “aggrapparsi” a<br />

quella giurisprudenza – peraltro non univoca – che richiede<br />

(per la perfezione della responsabilità ex art. 110 c.p.) di<br />

avere concretamente partecipato alla redazione di atti materiali<br />

(es. documenti costituenti la base della spoliazione<br />

dei beni di una società in stato di decozione) e non essersi<br />

limitati a prospettare dei consigli e delle eventualità lasciando<br />

al cliente la scelta della soluzione preferibile e la<br />

responsabilità dei rischi conseguenti (1) . Neppure tenendo<br />

conto, almeno per quanto riguarda il campo penal-societario,<br />

degli effetti dirompenti derivanti dalla nuova formulazione<br />

dell’art. 2639 c.c. quanto alla figura fortemente<br />

estensiva dell’ “amministratore di fatto”. Lo stesso si riscontra<br />

per la parallela giurisprudenza (per lo più di merito)<br />

sui rischi penali dei dottori commercialisti e degli esperti<br />

contabili in relazione alle attività esterne svolte per operazioni<br />

di salvataggio aziendale (2) .<br />

A queste preliminari osservazioni si aggiunga quella non<br />

sempre sufficientemente approfondita – nemmeno nella giurisprudenza<br />

deontologica – relativa al c.d. “avvocato d’affari”,<br />

figura sempre più in fase di dilatazione. Un tempo<br />

limitata a figure professionali di altissimo livello e prestigio,<br />

con forte caratura specialistica e internazionale, questa<br />

categoria da qualche tempo viene estesa a un numero<br />

sempre maggiore di avvocati che non si occupano di contenzioso,<br />

ma soltanto di redazione di contratti o di altri aspetti<br />

della vita economica di natura operativa, che peraltro richiedono<br />

buona conoscenza giuridica (3) .<br />

Ciò premesso, con l’impegno, da parte di tutti gli avvocati,<br />

di seguire attentamente le evoluzioni giurisprudenziali su<br />

questo delicato argomento, che coinvolge l’essenza stessa<br />

dell’avvocatura, desidero svolgere alcune considerazioni<br />

relativamente al problema delle ristrutturazioni societarie,<br />

che nell’attuale momento storico riveste particolare importanza<br />

(4) . In proposito ci sono da valutare i rischi penalsocietari<br />

e penal-tributari.<br />

I primi attengono specialmente alla realizzazione di talune<br />

delle fattispecie di cui agli artt. 2621 ss.c.c., quando i contenuti<br />

dei relativi reati siano tutti presenti nel caso concreto.<br />

Si pensi a quelle operazioni di ristrutturazione societaria che<br />

possono provocare responsabilità penale per false comunicazioni<br />

sociali (artt. 2621-2622 c.c.), che comportano indicazioni<br />

nei bilanci di dati oggettivamente mendaci (ossia che,<br />

secondo l’attuale struttura del reato, non consistono esclusivamente<br />

in valutazioni estimative) e alle quali collaborino<br />

attivamente degli avvocati c.d. “d’affari”. Nel caso, infatti,<br />

che dati valori siano suggeriti dai professionisti cui i clienti<br />

si sono affidati, non può escludersi il rischio penale (5) .<br />

Ulteriori esempi si possono ipotizzare con riferimento alle fattispecie<br />

criminose di cui agli artt. da 2626 a 2629 c.c. (indebita<br />

restituzione dei conferimenti, illegale ripartizione degli<br />

utili e delle riserve, illecite operazioni sulle azioni o quote sociali<br />

o della società controllante, operazioni in pregiudizio dei<br />

creditori) e altre ancora previste nello stesso capo. In casi di<br />

questo genere, l’assoluta buona fede del legale può probatoriamente<br />

emergere solo se sia il cliente ad auto-attribuirsi<br />

la responsabilità di dati valori o di dati elementi storici, escludendo<br />

qualsiasi rischio penale per il “suggeritore” (6) .<br />

Oltre alle fattispecie penal-societarie, deve farsi riferimento<br />

a quelle penal-tributarie. Soprattutto a quelle discendenti,<br />

in materia di operazioni societarie, dall’istituto della c.d.<br />

“stabile organizzazione” che ha trovato larga applicazione<br />

e contestazione – soprattutto da parte degli Uffici finanziari<br />

– negli anni successivi alla nota vicenda Philip Morris.<br />

Questo caso ha messo in luce la prassi, da parte di società<br />

straniere, di istituire stabili organizzazioni in Italia<br />

al posto di società autonome, oppure di individuare società<br />

italiane che siano ritenute stabili organizzazioni di società<br />

straniere (si parla, al riguardo, di “stabili organizzazioni occulte<br />

o anche plurime” rispetto alle quali si sta formando<br />

un’ampia, e assai controversa in sede giudiziaria, prassi applicativa<br />

(7) ) a fini di risparmio tributario. Delle figure così<br />

individuate (stabili organizzazioni italiane di società straniere<br />

e viceversa; stabili organizzazioni occulte o plurime)<br />

i verificatori sono soliti contestare gli estremi, al di sotto<br />

della realtà giuridica apparente, tutte le volte che riescono<br />

a stabilire gli elementi costitutivi (molto spesso con forzature<br />

applicative miranti al fine di “fare cassa” che anima gli<br />

Uffici finanziari).<br />

I rischi penal-tributari connessi alle operazioni di ristrutturazione<br />

societaria si possono, dunque, annidare in numerosi<br />

tipi di operazioni alle quali partecipano come consulenti<br />

dei professionisti. Fra le tante merita brevi considerazioni la<br />

tematica delle stabili organizzazioni, cui si è fatto cenno.<br />

(1) In argomento: Cass. pen. Sez. III, 26/5/2010 n. 35453; Cass. pen. Sez. V, 15/2/2008<br />

n. 10742; Cass. pen. Sez. V, 18/11/2003 n. 12581; Cass. pen. Sez. III, 1/6/2001<br />

n. 28341. Inoltre, riguardo alla responsabilità del cliente per il reato di omessa dichiarazione<br />

ex art. 5 D. Lgs. n. 74/00, anche in ipotesi di condotta negligente del professionista,<br />

vedasi Cass., 1/6/2012 n. 2012, con commento di M. Denaro, Omessa presentazione<br />

della dichiarazione, tra responsabilità del professionista ed obblighi del contribuente,<br />

in Il Fisco, n. 34/2012 fasc. 2, 5549; nello stesso senso Cass. pen. Sez. III, 29/10/2009<br />

n. 9163. Da segnalare, altresì, la recente Cass. pen. Sez. V, 2/2/2012 n. 18697, secondo<br />

cui l’amministratore che affidi la tenuta dei registri contabili al professionista, senza interessarsi<br />

del regolare adempimento dell’incarico, non incorre nel reato di bancarotta fraudolenta,<br />

stante la carenza di dolo specifico, bensì nel reato di bancarotta semplice.<br />

(2) Vedasi Trib. Mil., 13/6/2005; Cass. pen. Sez. V, 19/10/2000; Cass. pen. Sez. V,<br />

7/12/2000 n. 6894. Sul punto, in dottrina, A. Traversi - S. Gennai, Diritto penale commerciale,<br />

Cedam, 2008, 35 ss.<br />

(3) In argomento R. Bovino, L’avvocato d’affari, in diritto24, Il Sole 24 ore, 7/9/2012.<br />

(4) V. Cass. civ. sez. V, 21/1/2011 n. 1372; sul tema F. Dezzani-L.Dezzani, La ristrutturazione<br />

della governance societaria: elusività o non dell’operazione di costituzione della holding<br />

di famiglia, in Il Fisco n. 24/2012, fasc. 1, 3705; F. Di Pretorio - W. Feliciani, Abuso<br />

del diritto nelle operazioni di ristrutturazione aziendale, in Il Sole 24 ore, 25/7/2011.<br />

(5) Vedasi, anche su tale punto, le già citate Cass. pen. Sez. V, 7/12/2000; Cass. pen.<br />

Sez. V, 19 /10/2000, in Giur. It., 1454.<br />

(6) Al riguardo, A.Traversi-S. Gennai, Diritto penale commerciale, cit.<br />

(7) In tal senso, riguardo al concetto di stabile organizzazione “plurima” vedasi: Cass. civ.<br />

sez. V, 6/12/2002 n. 17373; Cass. civ. sez. V, 25/5/2002 n. 7689; Cass. civ. Sez. V,<br />

25/7/2002 n. 10925; in merito, invero, alla stabile organizzazione “occulta” vedasi Cass.,<br />

civ. Sez. V, 22/07/2011, n. 16106. In argomento, tra gli altri, M. Thione, M. Bagagli,<br />

Esterovestizione e stabile organizzazione occulta: due facce (diverse) di una stessa medaglia,<br />

in Il Fisco, 4/2012, fasc. 1, 505; M. Grazioli, M. Thione, Profili penali-tributari connessi<br />

alla stabile organizzazione “occulta”, in Il Fisco, n. 11/2011, fasc. 1, 1702: M. Proietti,<br />

Stabile organizzazione occulta ed imposte dirette: profili critici in punto di soggettività tributaria,<br />

in Rass. Trib., n. 3/2012, 653; G. Sozza, Focalizzazione degli elementi costituenti<br />

stabile organizzazione occulta (e/o plurima) di un gruppo in Criticità fiscali nell’internazionalizzazione<br />

dell’impresa, all. n. 10 a Il Fisco n. 24/2005.


Sulla base dei principi contenuti nella sentenza Trib. Milano<br />

26/6/2002, relativa peraltro alla normativa penal-tributaria<br />

abrogata (L. 7/8/1982 n.516) – che ha fatto seguito<br />

alla giurisprudenza della Cass. civ. trib. (20/12/2001<br />

nn. 3367-3368) – vi è il rischio che i verificatori dell’A.F.<br />

contestino il reato di omessa presentazione delle dichiarazioni<br />

dei redditi e IVA (art. 5 D.Lgs. 10/3/2000 n. 74) a carico<br />

degli amministratori di una stabile organizzazione italiana<br />

“occulta”, ove essa sia formalmente esistente ma di<br />

fatto non indipendente e anzi strettamente dipendente dalla<br />

capo-gruppo straniera (normalmente sita in un Paese a<br />

più bassa fiscalità). Può anche verificarsi il caso in cui la<br />

stabile organizzazione sia, per così dire, “annidata” all’interno<br />

di una società italiana, che oltre a svolgere le attività<br />

proprie funzioni anche come stabile organizzazione della<br />

società estera. Nell’attuale momento storico, le contestazioni<br />

pratiche di questo tenore sono assai frequenti, trattandosi<br />

di materia molto opinabile e peraltro produttiva di possibili<br />

rilevanti introiti fiscali. Le società (soprattutto quelle di maggiore<br />

importanza), preoccupate della tutela esterna del marchio,<br />

cercano di porvi rimedio mediante il ricorso a taluno<br />

degli istituti c.d. deflattivi del contenzioso tributario<br />

(soprattutto all’accertamento con adesione).<br />

In eventualità di questo genere – che possono anche complicarsi<br />

nel caso di stabili organizzazioni non solo “occulte” ma<br />

anche “plurime” – solitamente vengono incriminati, a titolo<br />

di concorso, sia gli amministratori della società italiana che<br />

gli amministratori della società straniera. Peraltro, mentre<br />

questi ultimi possono vantare la possibile applicazione dell’art.<br />

15 D.Lgs. 74 cit., che prevede una più larga (rispetto a<br />

quella desumibile dall’art. 47 c. 3 c.p.) applicazione dell’errore<br />

di diritto, i primi – tenuti a conoscere la normativa<br />

italiana – possono richiedere con molto minore successo l’esimente<br />

soggettiva desumibile da tale istituto (8).<br />

Ipotizziamo allora il seguente caso pratico di possibile rischio<br />

di coinvolgimento dell’avvocato societario o tributarista: per<br />

meglio seguire in loco i propri affari, una società estera costituisce<br />

in Italia una società autonoma, che in sede di verifica<br />

fiscale – eventualità che potrebbe concretamente verificarsi<br />

anche per denuncia presentata, o dichiarazioni rese,<br />

da soci di minoranza dissenzienti – risulta invece essere<br />

in toto dipendente dalle direttive della “casa-madre” (situazione<br />

di strutturale dipendenza che solitamente emerge dall’esame,<br />

compiuto dai verificatori, delle e-mail ricevute da<br />

parte degli amministratori della società straniera, da cui appunto<br />

provengono le direttive operative). In sede di redazione<br />

del processo verbale di constatazione, gli amministratori<br />

della società italiana – ritenuta essere una mera stabile organizzazione<br />

di quella straniera – fanno mettere a verbale l’affermazione<br />

che l’intera operazione di ristrutturazione societaria<br />

è stata concepita di comune accordo tra i legali italiani<br />

e quelli esteri (es. essendosi limitati i commercialisti, senza<br />

entrare nel merito dei profili tecnico-operativi, a eseguire i<br />

computi riguardanti il risparmio fiscale).<br />

Il punto dolente per gli avvocati diventa allora quello di affidarsi<br />

al P.M. circa l’accoglimento della tesi di non essere<br />

i legali concorsi nel reato, essendosi limitati a prospettare<br />

una possibile architettura giuridica da sfruttare per conseguire<br />

gli scopi prefissati. Non è facile nell’attuale momento<br />

storico in cui, in violazione del segreto professionale,<br />

le verifiche fiscali portano abitualmente all’acquisizione di<br />

pareri e corrispondenza fra società-clienti e professionisti,<br />

poter dare una risposta del tutto tranquillizzante a tale<br />

inquietante quesito. Di recente, si è assistito anche all’acquisizione<br />

da parte della G.d.F. di pareri professionali in cui<br />

era sconsigliata una data operazione internazionale di risparmio<br />

di imposta, quale potenziale dimostrazione dell’illegittimità<br />

dell’operazione stessa (9) .<br />

Molto diffuse sono le contestazioni da parte dell’A.F. relative<br />

alla c.d. “esterovestizione”, desumibile dalla ritenuta<br />

violazione delle disposizioni di cui ai c. 3 e 5-bis dell’art.<br />

73 TUIR, quando cioè un soggetto o una società apparentemente<br />

stranieri siano ritenuti italiani, con conseguente<br />

applicazione dell’art. 5 D.Lgs. 74 cit. e trasmissione<br />

degli atti alla Procura della Repubblica ove sia superata<br />

la soglia quantitativa di punibilità (10) .<br />

In questa ipotesi, da valutarsi in concreto quanto alla reale<br />

sussistenza nel Paese straniero di una struttura aziendale effettiva<br />

e operativa – e non di una mera “scatola vuota” limitata<br />

a eseguire input operativi provenienti dall’Italia – non<br />

siamo in presenza di una problematica di c.d. “elusione fiscale”<br />

ma di vera e propria “evasione” in conseguenza di violazione<br />

di regole concernenti la residenza tributaria.<br />

Una specifica applicazione di questa problematica si può<br />

avere anche nel caso dei trust, apparentemente stranieri<br />

ma ritenuti italiani. Tale istituto è autorizzato nel nostro<br />

ordinamento, e gli esercenti le professioni legali (avvocati<br />

e notai) si vanno sempre più orientando (11) verso la sua<br />

costituzione.<br />

In quali casi si può verificare, con riferimento all’esterovestizione,<br />

la responsabilità concorsuale dell’avvocato<br />

con il proprio cliente<br />

Non solo, certo, per aver suggerito la localizzazione estera<br />

(ovviamente in Paesi a fiscalità privilegiata o comunque<br />

ridotta) di persone e di società, ma in caso abbia attivamente<br />

preso parte alla costituzione della società fittizia, localizzata<br />

ad esempio in un ufficio di domiciliazione plurima<br />

di enti privi di reale struttura (la c.d. “scatola vuota”).<br />

(8) Al riguardo, in materia, vedasi: I. Caraccioli, Stabile organizzazione-profili di responsabilità<br />

penale per comportamenti elusivi, in Manuale di governance fiscale, a cura di P. Valente,<br />

Ipsoa, 2011, 2493; M. Grazioli, M. Thione, Profili penali-tributari connessi alla<br />

stabile organizzazione “occulta”, cit.; M. Garavoglia, Effetti penali delle stabilli organizzazioni<br />

occulte, Relazione al Convegno a cura del Centro di diritto penale tributario<br />

Reati tributari:i problemi attuali e rischi penali della pianificazione fiscale internazionale,<br />

Milano, 3 marzo 2008.<br />

(9) A. Mincuzzi, Vendita a Valentino, inchiesta per evasione, in Il Sole 24 ore, 6/11/2012.<br />

(10) Cass. pen. Sez. III, 24/1/2012 n.29724; Cass. pen. Sez. III, 26/5/2010 n. 29724.<br />

In dottrina, per una disamina della fattispecie, vedasi: G. Bersani, Le condotte elusive e<br />

la loro rilevanza nel diritto penale tributario secondo la giurisprudenza della Corte di Cassazione,<br />

in Il Fisco, n. 27/2012, fasc. 1, 4263; P. Valente, Esterovestizione e residenza,<br />

Ipsoa, 2010, 814 ss.<br />

(11) In materia: Cass. pen., n. 13276/2011; in dottrina, in argomento: F. Gallo, Trusts, interposizione<br />

ed elusione fiscale, in Rass. Trib. n. 5/1996, 1403; M. Lupoi, La reazione dell’ordinamento<br />

di fronte a trust elusivi, in Trusts e attività fiduciarie n. 3/2005, 333; G. Semino,<br />

Trust “nudo” e trasparenza fiscale, in Il Fisco n. 13/2005, fasc. 1, 5524.; P. Valente,<br />

Esterovestizione e residenza, cit., 53 ss.<br />

7


DIRITTO SOCIETARIO<br />

8<br />

In particolare individuando le persone disponibili a figurare<br />

come amministratori, che risiedevano in Italia e solo alcune<br />

volte all’anno prendevano parte ai consigli di amministrazione<br />

tenuti all’estero, oppure che si prestavano a far figurare<br />

la conclusione all’estero di negozi apparenti al solo<br />

scopo di rendere apparente la commercialità dell’ente.<br />

La problematica della “elusione fiscale”, fenomeno specificamente<br />

disciplinato in campo tributario dagli artt. 37<br />

c. 3 e 37-bis D.P.R. 29/9/1973 n. 600, cui si è recentemente<br />

aggiunta quella dell’ “abuso del diritto” di creazione giurisprudenziale,<br />

può dal canto suo essere fonte di responsabilità<br />

penale concorsuale con il cliente a carico dell’avvocato<br />

a causa della frequente prassi di trasmissione degli<br />

atti al P.M., per lo più ivi ravvisando gli estremi del reato di<br />

cui all’art. 4 D.Lgs. 74 cit. (12)<br />

Non è certo questa la sede per trattare approfonditamente<br />

tale complessa problematica, di cui si attendeva finalmente<br />

la disciplina legislativa da parte della c.d. “Delega fiscale”.<br />

In linea molto sintetica ci si può limitare ad osservare che<br />

la prospettazione di un semplice parere da parte del legale<br />

circa l’abusività o meno (o meglio, circa il rischio di contestazione<br />

dell’abusività) di una data operazione, quale che sia<br />

la diversa opinione dei giudici, non può costituire concorso<br />

nell’eventuale reato tributario contestato al cliente.<br />

Il concorso, invero, si potrebbe prospettare solo nel caso in<br />

cui l’avvocato si spenda attivamente nel creare un’apparenza<br />

di ragioni economiche a dimostrazione che l’operazione<br />

non è stata attuata solo per finalità di risparmio fiscale.<br />

Ad esempio, prestandosi a creare fittiziamente dei<br />

profili apparenti di attività a scopo economico onde superare<br />

la prova di resistenza richiesta dalla Cassazione per ritenere<br />

l’operazione supportata – se non essenzialmente almeno<br />

prevalentemente – da finalità economiche. (13)<br />

Certo è che, nei vari casi concreti di contestazione di profili<br />

penali connessi a fatti elusivi o di abuso del diritto, situazioni<br />

del genere si verificano solo in ipotesi assolutamente marginali,<br />

mentre in linea generale il problema della responsabilità<br />

penale concorsuale dell’avvocato con il proprio cliente<br />

necessita – a livello giurisprudenziale e dottrinario – di una<br />

più penetrante disamina dei limiti applicativi della scriminante<br />

dell’esercizio del diritto di cui all’art. 51 c.p. (14)<br />

Quando la stessa fu scritta nel lontano 1930, infatti, l’avvocatura<br />

aveva un’area di operatività quasi essenzialmente legata<br />

all’udienza; ne è prova la previsione di una scriminante<br />

specifica per i legali come quella di cui all’art. 598 c.p.,<br />

che appunto si applica ad attività strettamente collegate con<br />

gli adempimenti processuali.<br />

Oggi che il complesso delle funzioni legali si è fortemente<br />

allargato e modificato, il problema dei confini dell’attività<br />

punibile diventa estremamente labile e si presta a strumentalizzazioni<br />

applicative da parte della Pubblica Accusa.<br />

Si aggiunga che la prova della corresponsabilità penale dell’avvocato<br />

con il proprio cliente in relazione alle operazioni<br />

societarie citate a titolo di esempio – ma l’elencazione<br />

potrebbe ovviamente essere molto più lunga – pone delle<br />

delicate problematiche relativamente all’acquisizione della<br />

stessa, comportando il sequestro di documenti coperti da<br />

segreto professionale, superabile solo con il rispetto delle<br />

regole di cui all’art. 103 c.p.p. (15)<br />

Come può nascere il sospetto o l’indizio, presso gli inquirenti,<br />

che l’avvocato abbia concorso con il proprio cliente<br />

alla commissione del reato societario o tributario<br />

In primo luogo attraverso le dichiarazioni del cliente indagato,<br />

che per difendersi sostenga che tutta la strategia è<br />

stata suggerita e/o costruita dal legale; in secondo luogo attraverso<br />

le dichiarazioni di altro protagonista della vicenda<br />

(es. il commercialista che ha fornito collaborazione tecnica<br />

basata sull’impostazione giuridica del legale); in terzo<br />

luogo attraverso qualsivoglia altra fonte di prova acquisita,<br />

ad esempio mediante perquisizioni e sequestri presso<br />

lo studio legale stesso.<br />

Come deve difendersi il legale incriminato<br />

Esponendo tutti gli argomenti di fatto e di diritto dai quali<br />

si possa desumere che egli non ha creato alcunché di nuovo<br />

dal punto di vista fattuale o documentale, ma ha semplicemente<br />

dato corso a una rielaborazione tecnico-giuridica<br />

di elementi già esistenti e da<br />

lui soltanto perfezionati. Il che, ovviamente,<br />

è più facile da dire che da fare.<br />

(12) Vedasi, in merito: Cass. pen. Sez. III, 18/3/2011 n. 26723; Cass. pen., Sez. II,<br />

22/11/2011, n. 7739 secondo cui: “ai fini della rilevanza penale dell'elusione in materia fiscale<br />

i reati ipotizzabili sono quelli di dichiarazione infedele e omessa dichiarazione. A<br />

sostegno della rilevanza penale della condotta elusiva deve osservarsi, in primo luogo, che<br />

la disciplina sui reati tributari fornisce una definizione molto ampia dell'imposta evasa, idonea<br />

a ricomprendere l'imposta elusa. Non qualunque condotta elusiva ai fini fiscali può assumere<br />

rilevanza penale, ma solo quella che corrisponde ad una specifica ipotesi di elusione<br />

espressamente prevista dalla legge. In tal caso, infatti, si richiede al contribuente di<br />

tenere conto, nel momento in cui redige la dichiarazione, del complessivo sistema normativo<br />

tributario, che assume carattere precettivo nelle specifiche disposizioni antielusive.<br />

In altri termini, nel campo penale non può affermarsi l'esistenza di una regola generale<br />

antielusiva, che prescinda da specifiche norme antielusive, mentre può affermarsi la rilevanza<br />

penale di condotte che rientrino in una specifica disposizione fiscale antielusiva”;<br />

contra Cass. pen. Sez. III, 26/11/2008 n. 14486 per la quale “in tema di reati finanziari e<br />

tributari la figura del cosidetto abuso del diritto qualificata dall’azione (al fine di ottenere<br />

un vantaggio fiscale) di una forma giuridica non corrispondente a realtà economica, non<br />

ha valore probatorio perché implica una presunzione incompatibile con l’accertamento<br />

penale ed è invece utilizzabile in campo tributario come strumento di accertamento semplificato<br />

nel contrasto all’evasione fiscale…”; in tal senso la giurisprudenza di merito<br />

Trib. Milano, 1/4/2011.<br />

(13) In argomento: Cass. civ., Sez. V, 11/10/2012 n. 7393; Cass. civ., Sez. V, 30/11/2011<br />

n. 25537; Cass. civ., Sez. V, 20/10/2011 n. 21782; Cass. civ., Sez. V, 16/9/2011<br />

n. 18907; Cass. civ., Sez. V, 27/7/2011 n. 16428; Cass. civ., Sez V, 12/11/2010 n. 22994;<br />

Cass. civ., Sez. V, 19/5/2010 n. 12249. Tra i tanti autori: R. Betti, G. Sbaraglia, L’abuso<br />

del diritto in materia tributaria: la giurisprudenza italiana, in Il Fisco, n. 42/2011, fasc. 1,<br />

6841; E. Fortuna, L’evoluzione dell’abuso del diritto quale principio antielusione dall’ordinamento<br />

comunitario a quello nazionale, in Il Fisco, n. 29/2008, fasc. 1, 5251; G. Marongiu,<br />

Abuso del diritto vs. irretroattività, in Rass. Trib., n. 5/2012, 1151; M. Pisani, Abuso<br />

del diritto ed elusione nell’Iva, in Il Fisco, n. 38/2007, fasc. 1, 5617; P. Russo, L’onere<br />

probatorio in ipotesi di “abuso del diritto” alla luce dei principi elaborati in sede giurisprudenziale,<br />

in Il Fisco, n. 9/2012, fasc. 1, 1301;G. Toma, “Abuso del diritto”-“Eventuali” risvolti<br />

penali e proposte in sede legislativa, in Il Fisco, n. 31/2009, fasc. 1, 5117.<br />

(14) Al riguardo, in generale, sui rapporti fra immunità giudiziale e l’esimente di cui all’art.<br />

51 c.p., vedasi: Cass. pen., Sez. IV, 30/9/2005 n. 39934, la quale ha tracciato gli spazi<br />

applicativi degli artt. 51 e 598 c.p. statuendo che “l’art. 51 c.p. ha ad oggetto la diretta<br />

esplicazione del diritto di difesa, mentre l’art. 598 c.p. riguarda i limiti e le modalità di esplicazione<br />

di tale diritto”. Secondo Cass. pen. Sez. V, 12/12/1986: “[…] non è consentito,<br />

con operazione interpretativa abrogante del citato art. 598, collegare direttamente la norma<br />

costituzionale con l’art. 51 c.p. per dedurre un’applicazione della generica esismente<br />

ivi prevista all’esercizio del diritto di difesa fuori dei suoi limiti legali e naturali […]”. Per autorevole<br />

dottrina, ai fini dell’applicabilità della scriminante ex art. 51 c.p., è necessario che<br />

l’attività posta in essere sia una diretta estrinsecazione delle facoltà concernenti il diritto<br />

in essere, in quanto, in caso contrario, si verificherebbe un’ ipotesi di abuso del diritto che<br />

si pone oltre la sfera di operatività del predetto art. 51 c.p. (Fiandaca-Musco, Diritto penale,<br />

Parte Generale, Zanichelli ed., 1989, 205).<br />

(15) In argomento vedasi: Cass. pen., Sez. Unite, 25/10/2012 n. 15208; Cass. pen. Sez.<br />

II, 16/5/2006 n. 31177; Cass. pen. Sez. IV, 16/12/2002 n. 10664; Cass. pen. Sez. II,<br />

2/12/1998 n. 6766; Cass. pen. Sez. V, 7/6/1997 n. 1400.


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DIRITTO TRIBUTARIO<br />

10<br />

© Pixsooz<br />

IVA: NUOVE REGOLE DI FATTURAZIONE<br />

SONO ENTRATE IN VIGORE IN ITALIA A PARTIRE DAL GIORNO 1° GENNAIO <strong>2013</strong> LE NUOVE REGOLE<br />

DI FATTURAZIONE PREVISTE NELLA DIRETTIVA 2010/45/UE DEL CONSIGLIO UE DEL 13/7/2010,<br />

COSÌ COME INTRODOTTE NEL NOSTRO ORDINAMENTO DALLA C.D. “LEGGE DI STABILITÀ <strong>2013</strong>” (1) .<br />

di GABRIELE LABOMBARDA<br />

Dottore Commercialista in Milano – Partner Bernoni Grant Thornton<br />

1. PREMESSA<br />

La c.d. “Legge di Stabilità <strong>2013</strong>” ha introdotto alcune novità di<br />

rilievo nella disciplina nazionale dell’imposta sul valore aggiunto,<br />

recependo la Direttiva 2010/45/UE. Di seguito diamo<br />

evidenza delle citate novità in vigore dal 1° gennaio <strong>2013</strong>.<br />

2. CONVERSIONE DEGLI IMPORTI ESPRESSI IN<br />

VALUTA ESTERA<br />

La modifica tende a uniformare le regole attualmente vigenti<br />

per le operazioni interne con quelle già adottate per gli<br />

acquisti intracomunitari. In tale ottica, gli importi in valuta<br />

estera riportati in fattura dovranno essere convertiti secondo<br />

il tasso di cambio della data di effettuazione dell’operazione,<br />

se tale data risulta indicata in fattura, altrimenti si farà<br />

riferimento alla data della fattura stessa.


Per le cessioni e gli acquisti effettuati in modo continuativo,<br />

per periodi superiori a 1 mese solare, sarà considerato momento<br />

di effettuazione dell’operazione il termine di ciascun mese (limitatamente<br />

alla parte a questo riferibile), a prescindere dal<br />

fatto che siano stati pagati acconti in precedenza.<br />

b. Tempistica della fatturazione delle operazioni intracomunitarie<br />

Per le cessioni intracomunitarie la fattura dovrà essere emessa<br />

entro il giorno 15 del mese successivo a quello di effettuazione<br />

dell’operazione. Questa dovrà poi essere registrata<br />

entro lo stesso termine di emissione, con riferimento al<br />

mese di effettuazione dell’operazione.<br />

Per gli acquisti intracomunitari l’integrazione della fattura<br />

va effettuata entro il giorno 15 del mese successivo a quello<br />

di ricezione della fattura, che va annotata entro lo stesso<br />

termine ma con riferimento al mese di ricezione.<br />

È stato modificato anche il termine entro cui emettere autofattura.<br />

Infatti, qualora la fattura non venga ricevuta entro il<br />

secondo mese successivo all’effettuazione dell’operazione,<br />

dovrà essere emessa autofattura entro il giorno 15 del terzo<br />

mese successivo a quello di effettuazione, da registrarsi entro<br />

lo stesso termine ma con riferimento al mese precedente.<br />

Anche per le fatture integrative di operazioni intracomunitarie,<br />

previste nei casi di errori relativi ai corrispettivi, il termine<br />

per la regolarizzazione è fissato nel giorno 15 del mese<br />

successivo a quello di registrazione della fattura originaria,<br />

con riferimento a quest’ultimo mese.<br />

11<br />

4. INVERSIONE CONTABILE<br />

L’autore ringrazia il Dr. Alban Zaimaj<br />

per il supporto offerto nella redazione dell’articolo.<br />

Qualora il soggetto passivo intenda utilizzare il tasso di cambio<br />

pubblicato dalla BCE, questo dovrà essere adottato per<br />

tutte le operazioni effettuate nell’anno solare.<br />

3. FATTURAZIONE DELLE OPERAZIONI INTRA-<br />

COMUNITARIE<br />

a. Effettuazione delle operazioni<br />

Per le cessioni e per gli acquisti intracomunitari di beni il<br />

momento dell’effettuazione dell’operazione coinciderà con<br />

quello dell’inizio del trasporto, o spedizione, dal Paese di<br />

origine, e non più con il momento della consegna.<br />

I pagamenti anticipati, totali o parziali (acconti), dei corrispettivi<br />

non assumeranno più alcuna rilevanza ai fini IVA,<br />

per cui per essi non sarà più necessario emettere fattura.<br />

In ogni caso l’emissione anticipata della fattura (anche con<br />

riferimento ad acconti) costituisce effettuazione della operazione<br />

intracomunitaria di acquisto o cessione di beni.<br />

Le modifiche hanno interessato anche il meccanismo dell’inversione<br />

contabile (reverse charge) relativamente alle<br />

modalità di adempimento.<br />

L’integrazione della fattura, oggi prevista solo per le prestazioni<br />

generiche di servizi (art.7-ter del D.P.R. n. 633 del<br />

1972) effettuate da soggetti comunitari nei confronti di soggetti<br />

passivi stabiliti in Italia, viene estesa anche alle altre<br />

tipologie di prestazioni di servizio e alle cessioni di beni<br />

territorialmente rilevanti in Italia.<br />

Per le operazioni territorialmente rilevanti in Italia, effettuate<br />

da soggetti stabiliti fuori dall’Unione Europea nei confronti<br />

di soggetti passivi dell’imposta stabiliti in Italia, continuerà<br />

a essere emessa autofattura.<br />

Pertanto, le modalità di adempimento mediante il meccanismo<br />

del reverse charge da parte del cliente soggetto<br />

passivo saranno due, rilevanti territorialmente in Italia e<br />

differenziate a seconda della qualità del soggetto cedente/prestatore<br />

ma non secondo la tipologia di operazione<br />

(cessioni di beni, prestazioni di servizi generiche, altre<br />

prestazioni di servizi):<br />

(1) Legge 24 dicembre 2012, n. 228, G.U. n. 302 del 29/12/2012, S.O. n. 212.


DIRITTO TRIBUTARIO<br />

12<br />

- operazioni effettuate da soggetti comunitari → integrazione<br />

della fattura (ex artt. 46-47 D.L. 331/93);<br />

- operazioni effettuate da fornitori extra-comunitari → autofattura.<br />

È opportuno sottolineare la differente tempistica tra integrazione<br />

della fattura ed emissione dell’autofattura. Quest’ultima,<br />

che di regola va emessa all’atto dell’effettuazione<br />

dell’operazione, in taluni casi (servizi generici ricevuti<br />

da soggetti non comunitari) va invece emessa entro il 15 del<br />

mese successivo a quello di effettuazione, mentre l’integrazione<br />

della fattura va fatta secondo le regole sopra illustrate<br />

per gli acquisti intracomunitari.<br />

5. VOLUME D’AFFARI<br />

Le variazioni toccano anche il volume d’affari, che sarà costituito<br />

da tutte le operazioni effettuate per le quali viene<br />

emessa fattura incluse le operazioni non “soggette” a IVA<br />

per mancanza del requisito territoriale.<br />

Infatti, sarà necessario emettere fattura anche per le tipologie<br />

di operazioni sotto elencate quando non sono soggette<br />

all’imposta per mancanza del requisito territoriale ai sensi<br />

degli articoli da 7 a 7-septies:<br />

a) cessioni di beni e prestazioni di servizi, diverse da quelle<br />

di cui all’articolo 10, nn. da 1) a 4) e 9), effettuate nei<br />

confronti di un soggetto passivo che è debitore dell’imposta<br />

in un altro Stato Membro dell’Unione Europea, con<br />

l’annotazione “inversione contabile”;<br />

b) cessioni di beni e prestazioni di servizi che si considerano<br />

effettuate fuori dell’Unione Europea, con l’annotazione<br />

“operazione non soggetta”.<br />

Dal volume d’affari rimangono escluse le cessioni dei beni<br />

ammortizzabili (previsione già vigente) e i passaggi interni<br />

tra attività separate.<br />

Per quanto riguarda i beni ammortizzabili è stata aggiornata<br />

la formulazione delle norme del codice civile di riferimento<br />

indicanti ora l’articolo 2424 alle voci B.I.3 e B.I.4 dello Stato<br />

Patrimoniale, così da ricomprendervi correttamente tra tali<br />

beni i diritti di brevetto industriale, i diritti di utilizzazione<br />

delle opere dell’ingegno, le concessioni, le licenze, i marchi<br />

e diritti simili.<br />

Dal <strong>2013</strong> risulta dunque ampliato l’ammontare del volume d’affari<br />

in quanto, come detto, ora vi rientrano anche le operazioni<br />

non soggette; ciò ha un impatto su quelle imprese e quei professionisti<br />

che effettuano cessioni e prestazioni non territoriali<br />

con riguardo agli istituti delle liquidazioni IVA trimestrali (anziché<br />

mensili) e al nuovo regime di IVA per cassa (volume d’affari<br />

< € 2mln), nonché ai fini del calcolo del presupposto per il<br />

diritto al rimborso IVA da parte dei soggetti che effettuano cessioni<br />

all’esportazione e assimilate in misura superiore al 25%<br />

del volume d’affari (ex art.30, co.3, let.b) del D.P.R. n. 633/1972).<br />

Al contrario, ai fini dell’acquisizione della qualifica dello<br />

status di esportatore abituale, in presenza di operazioni non<br />

imponibili registrate nel periodo di riferimento in misura<br />

superiore al 10% del volume d’affari, è stato introdotto un<br />

correttivo teso a escludere dal calcolo del volume d’affari<br />

stesso le operazioni carenti del requisito territoriale (articolo<br />

1, co.1, lett. a) del D.L. 746/1983).<br />

6. FATTURAZIONE<br />

a. Elementi da indicare nelle fatture<br />

Viene meno l’obbligatorietà della numerazione progressiva<br />

legata all’anno solare. Il soggetto passivo potrà tuttavia continuare<br />

a utilizzare una numerazione progressiva delle fatture<br />

legata all’anno solare e/o eventuali registri sezionali (in<br />

via facoltativa). L’unica condizione è che sia possibile in<br />

ogni caso identificare le fatture in maniera univoca.<br />

Per quanto concerne la numerazione da riportare in fattura,<br />

l’amministrazione finanziaria ha chiarito (2) che il soggetto<br />

passivo può – a decorrere dal 1° gennaio <strong>2013</strong> – optare per<br />

una numerazione progressiva che partendo dal numero 1<br />

prosegua per tutti gli anni di attività del soggetto passivo.<br />

Alternativamente, le imprese possono continuare ad adottare<br />

il sistema di numerazione progressiva per anno solare,<br />

atteso che l’identificazione univoca della fattura è verificata<br />

dalla presenza nel documento della data di emissione,<br />

elemento obbligatorio della fattura ai sensi della lettera a),<br />

articolo 21 del D.P.R. n. 633/72.<br />

A titolo esemplificativo l’Agenzia ritiene ammissibili le seguenti<br />

modalità di numerazione progressiva all’interno di<br />

ciascun anno solare, fermo restando l’obbligo di indicare in<br />

fattura la data:<br />

Fatt. n. 1<br />

Fatt. n. 2<br />

Fatt. n. 1/<strong>2013</strong> (oppure n. <strong>2013</strong>/1)<br />

Fatt. n. 2/<strong>2013</strong> (oppure n. <strong>2013</strong>/2)<br />

Inoltre, diviene obbligatoria l’indicazione della partita IVA<br />

del cessionario/committente nazionale o comunitario (anche<br />

se non è debitore dell’imposta), ovvero del codice fiscale qualora<br />

il soggetto nazionale sia un privato consumatore.<br />

b. Tipologia di operazioni<br />

Per tutte le fatture che non comportano addebito d’imposta<br />

dovrà essere riportata una specifica indicazione; non è più<br />

obbligatoria, ma solo eventuale, l’indicazione della norma<br />

– nazionale o comunitaria – di riferimento.<br />

Di seguito una tabella riassuntiva al riguardo.<br />

(2) Cfr. Risoluzione dell’Agenzia delle Entrate n. 1/E del 10 gennaio <strong>2013</strong>.


Tipologia dell’operazione<br />

Cessioni relative a beni in transito o depositati in luoghi soggetti a<br />

vigilanza doganale (non soggette all’imposta ai sensi dell’art. 7-bis, c. 1)<br />

Operazioni non imponibili (artt. 8, 8-bis, 9 e 38-quater)<br />

Operazioni esenti (art. 10, eccetto quelle di cui al n. 6)<br />

Operazioni soggette al regime del margine (D.L. n. 41/1995)<br />

Operazioni effettuate dalle agenzie di viaggio e turismo<br />

soggette al regime del margine (art. 74-ter)<br />

Cessioni di beni e prestazioni di servizi – diverse da quelle di cui<br />

all’art. 10, nn. da 1) a 4) – non territorialmente rilevanti, effettuate nei<br />

confronti di soggetti passivi debitori dell’imposta in altro Stato UE<br />

Cessioni di beni e prestazioni di servizi, non territorialmente<br />

rilevanti, effettuate nei confronti di soggetto stabilito fuori dell’UE<br />

Fatture emesse dal cessionario o dal committente in virtù<br />

di un obbligo proprio<br />

Operazioni soggette al reverse charge interno (art. 17, commi<br />

quinto e sesto)<br />

Operazioni relative a cessioni di rottami, cascami, avanzi<br />

di metalli ferrosi e materiali da scarto in genere (art. 74,<br />

commi settimo ed ottavo)<br />

Indicazione in fattura<br />

Operazione non soggetta<br />

Operazione non imponibile<br />

Operazione esente<br />

A seconda della tipologia di operazione:<br />

- regime del margine - beni usati<br />

- regime del margine - oggetti d’arte<br />

- regime del margine - oggetti di antiquariato o da collezione<br />

Regime del margine - agenzie di viaggio<br />

Inversione contabile<br />

Operazione non soggetta<br />

Autofatturazione<br />

Inversione contabile<br />

Inversione contabile<br />

13<br />

c. Emissione della fattura<br />

Le novità introdotte dalla “Legge di Stabilità” prevedono<br />

l’estensione anche alle prestazioni di servizi, effettuate nello<br />

stesso mese solare nei confronti del medesimo soggetto,<br />

della possibilità di emettere una fattura differita, purché<br />

le operazioni siano individuabili attraverso idonea documentazione.<br />

La fattura differita, in analogia alle cessioni accompagnate<br />

da DDT, dovrà essere emessa entro il giorno 15 del mese<br />

successivo a quello di effettuazione delle operazioni e<br />

registrata entro lo stesso termine con riferimento al mese<br />

precedente.<br />

7. FATTURA SEMPLIFICATA<br />

a. Ambito applicativo<br />

La “Legge di Stabilità” introduce l’art. 21-bis al D.P.R.<br />

n. 633/72 in materia di fattura semplificata. La fattura semplificata<br />

potrà essere emessa solo per le operazioni di importo<br />

non superiore a €100 e nei casi di fatture rettificative<br />

(senza limiti di importo).<br />

Al contrario, non potrà essere emessa;<br />

- per le cessioni intracomunitarie;<br />

- per le cessioni di beni e prestazioni di servizi (escluse le<br />

operazioni esenti di cui ai numeri da 1 a 4 dell’art. 10 del<br />

D.P.R. n. 633 del 1972) effettuate nei confronti di soggetto<br />

passivo stabilito in altro Stato comunitario in cui è dovuta<br />

l’imposta.<br />

b. Elementi<br />

Gli elementi da indicare nella fattura semplificata sono i<br />

seguenti:<br />

- data di emissione.<br />

- Numero progressivo che identifichi la fattura in modo univoco.<br />

- Dati identificativi del cedente/prestatore e del rappresentante<br />

fiscale:<br />

- ditta, denominazione o ragione sociale, nome e<br />

cognome, residenza o domicilio;<br />

- ubicazione della stabile organizzazione per i soggetti<br />

non residenti;<br />

- numero di partita IVA.<br />

- Dati identificativi del cessionario/committente e del rappresentante<br />

fiscale:


DIRITTO TRIBUTARIO<br />

14<br />

- ditta, denominazione o ragione sociale, nome e<br />

cognome, residenza o domicilio;<br />

- ubicazione della stabile organizzazione per i soggetti<br />

non residenti.<br />

- In alternativa:<br />

- in caso di soggetto stabilito nel territorio dello<br />

Stato può essere indicato il solo codice fiscale o<br />

numero di partita IVA;<br />

- in caso di soggetto passivo stabilito in un altro<br />

Stato Membro dell’UE, il solo numero di identificazione<br />

IVA attribuito dallo Stato Membro<br />

di stabilimento.<br />

- Descrizione dei beni ceduti e dei servizi resi.<br />

- Ammontare del corrispettivo complessivo e dell’imposta<br />

incorporata, ovvero dei dati che permettono di calcolarla.<br />

- Riferimento della fattura rettificata (per le fatture rettificative).<br />

8. FATTURA ELETTRONICA<br />

Adempimenti<br />

del debitore<br />

Acconti per operazioni<br />

intracomunitarie<br />

Nelle nuove regole viene ampliato il concetto di fattura elettronica<br />

per favorirne un sempre maggiore utilizzo.<br />

A tal fine, si considera fattura elettronica quella emessa o ricevuta<br />

in un qualsiasi formato elettronico (fermo restando la<br />

necessità dell’accettazione da parte del destinatario).<br />

La fattura elettronica (come quella cartacea) si considera emessa<br />

all’atto della sua consegna, spedizione, trasmissione o messa<br />

a disposizione del cessionario o committente.<br />

Nel caso di più fatture elettroniche trasmesse in unico lotto, allo<br />

stesso destinatario da parte dello stesso cedente o prestatore,<br />

continua a essere possibile inserire una sola volta le indicazioni<br />

comuni ai diversi documenti a condizione che la totalità<br />

delle informazioni siano accessibili per ogni fattura.<br />

Per la fattura elettronica deve essere garantita: l’autenticità dell’origine,<br />

l’integrità del contenuto, la leggibilità della fattura dal<br />

momento della sua emissione fino al termine del suo periodo di<br />

conservazione. La “autenticità dell’origine e integrità del contenuto”<br />

possono essere garantite mediante sistemi di controllo<br />

di gestione che assicurino un collegamento affidabile tra la fattura<br />

e la cessione di beni, o la prestazione di servizi a essa riferibile.<br />

Ovvero, mediante l’apposizione della firma elettronica<br />

qualificata o digitale dell’emittente, o mediante sistemi EDI di<br />

trasmissione elettronica dei dati o altre tecnologie in grado di<br />

garantire l’autenticità dell’origine e l’integrità dei dati.<br />

Possono essere conservate in modalità elettronica sia le fatture<br />

elettroniche che quelle create in formato elettronico, e<br />

anche quelle cartacee.<br />

9. SINTESI<br />

Di seguito una breve sintesi delle novità di<br />

maggior rilievo.<br />

Obbligo di fatturazione per le operazioni<br />

extra-territoriali<br />

Il soggetto passivo debitore<br />

dell’imposta che acquista<br />

un bene, ovvero un servizio,<br />

da un cedente/prestatore UE<br />

deve integrare la fattura<br />

estera. Quando l’operazione<br />

è effettuata da un soggetto<br />

extra-UE, il soggetto passivo<br />

stabilito dovrà emettere<br />

autofattura.<br />

Il pagamento di un acconto<br />

per le operazioni<br />

intracomunitarie<br />

non fa scattare l’obbligo<br />

di fatturazione. Resta<br />

ferma la rilevanza<br />

della fatturazione anticipata.<br />

Inoltre, l’irrilevanza<br />

degli acconti non riguarda<br />

le operazioni interne<br />

o le prestazioni di servizi.<br />

Viene esteso l’obbligo di emissione della fattura<br />

alle operazioni extra-territoriali, tenendo distinte<br />

le operazioni verso UE e le operazioni verso extra UE.<br />

Nel primo caso vanno fatturate solo quelle<br />

operazioni rese nei confronti di soggetti UE,<br />

che devono comunque adempiere con il reverse<br />

charge e con esclusione delle operazioni esenti<br />

di cui all’art. 10, nn. da 1 a 4 e 9.<br />

Le operazioni verso extra-UE vanno tutte fatturate.<br />

In particolare, per le operazioni effettuate a favore<br />

di soggetti debitori dell’imposta stabiliti in altri<br />

Stati UE, in fattura si indica che l’operazione<br />

è soggetta a inversione contabile.<br />

Per le operazioni effettuate fuori dall’UE, in fattura<br />

si indica che l’operazione è non soggetta.<br />

Contenuto della fattura<br />

Diventa obbligatoria<br />

l’indicazione in fattura della<br />

partita IVA del cessionario<br />

quando soggetto passivo<br />

Italiano o UE, ovvero<br />

del codice fiscale<br />

del consumatore finale<br />

quando residente in Italia.<br />

Volume di affari<br />

Sono incluse nel volume<br />

di affari le fatture emesse,<br />

anche se non rilevanti<br />

territorialmente in Italia.<br />

Fatturazione elettronica<br />

Si considera fattura elettronica quella emessa,<br />

o ricevuta, in un qualsiasi formato elettronico<br />

(fermo restando la necessità dell’accettazione<br />

da parte del destinatario).<br />

L’autenticità e l’integrità della fattura vanno provate<br />

alternativamente con la firma digitale, il sistema<br />

EDI e altri sistemi gestionali.


PIANIFICAZIONE E CONTROLLO DI GESTIONE<br />

16<br />

© alphaspirit<br />

MODELLAZIONE<br />

E SIMULAZIONE APPLICATE<br />

IL CASO BANCA D’ITALIA<br />

LA MODELLAZIONE E LA SIMULAZIONE DINAMICA OFFRONO AL DECISORE STRUMENTI<br />

ADEGUATI, VELOCI E A BASSO COSTO, PER VERIFICARE IN ANTICIPO L’EFFETTO<br />

DI DETERMINATE DECISIONI O DI SITUAZIONI POSSIBILI NEI CONTESTI DOMINATI<br />

DALLA COMPLESSITÀ. L’USO DI QUESTE TECNICHE È APPLICABILE A PROBLEMI DI NATURA<br />

SIA STRATEGICA CHE OPERATIVA. NEL TESTO CHE SEGUE VIENE PRESENTATO UN CASO<br />

DI APPLICAZIONE DOVE LA SIMULAZIONE È IMPIEGATA PER VERIFICARE IL FUNZIONAMENTO<br />

DI UN NUOVO MODELLO ORGANIZZATIVO PER UN PROCESSO AMMINISTRATIVO BANCARIO


di LUIGI GEPPERT<br />

Senior Partner Fair Dynamics Consulting e Docente Università Cattolica<br />

del Sacro Cuore di Milano<br />

DARIO RUSSO<br />

Responsabile Unità di Coordinamento e Supporto dell’Area Banca Centrale,<br />

Mercati e Sistema dei pagamenti di Banca d’Italia<br />

e FABIO CARNIOL<br />

Amministratore Delegato Towers Watson Italia<br />

INTRODUZIONE<br />

Una buona conoscenza dei meccanismi organizzativi di<br />

un’azienda costituisce il prerequisito fondamentale per una<br />

gestione attenta e una governance efficace.<br />

Chiunque faccia pianificazione delle risorse non sfugge a<br />

questa logica e, tra le varie esigenze, tende a concentrare gli<br />

sforzi sull’ottimizzazione dei processi e della relativa organizzazione<br />

di supporto per garantire servizi di buona qualità<br />

con una quantità ottimizzata di mezzi e risorse.<br />

In questi casi, il ricorso a metodologie e a tecniche innovative<br />

di supporto all’analisi e alla verifica delle decisioni critiche<br />

può diventare un fattore di successo importante. In<br />

particolare, l'applicazione della modellazione e della simulazione<br />

allo studio del comportamento dei processi e dell'organizzazione<br />

(process modelling and simulation) fornisce<br />

un approccio efficace e innovativo. La modellazione,<br />

propedeutica alla simulazione, consente di rappresentare<br />

– anche graficamente – il modello del processo, mentre la<br />

simulazione ne riproduce il funzionamento o comportamento<br />

quantitativo nel tempo, realizzando le tabelle e i grafici<br />

delle variabili presenti. La fase di modellazione è necessaria<br />

affinché il comportamento nel tempo del processo<br />

possa poi essere riprodotto e quantificato. Naturalmente, le<br />

due attività sono svolte attraverso l'utilizzo di opportuni<br />

strumenti informatici, ovvero piattaforme software di modellazione<br />

e simulazione che le accompagnano e le rendono<br />

tecnicamente fattibili.<br />

La modellazione è utilizzata per fornire un’accurata rappresentazione<br />

del funzionamento dei processi e dell’organizzazione,<br />

e per cogliere elementi di complessità nascosti<br />

che talvolta sfuggono anche ai responsabili. La possibilità<br />

di catturare una visione chiara, e non solo qualitativa, del<br />

loro funzionamento diventa uno strumento fondamentale<br />

per la definizione quantitativa delle risorse da allocare.<br />

Le più importanti practices conosciute e applicate a quest’approccio<br />

offrono una varietà di metodologie, tecniche e tools<br />

utilizzabili per modellare tutte le componenti di un processo:<br />

i dati di input, le attività che trasformano gli input, gli eventi<br />

che generano cambiamenti, i risultati prodotti e così via.<br />

Solitamente, seguendo l'impostazione metodologica più usata<br />

nel Businees Process Improvement, la modellazione e la<br />

simulazione dei processi si applicano in due momenti diversi<br />

e ben distinti. In una prima fase viene prodotto il modello<br />

del processo esistente, ossia del processo per come è correntemente<br />

implementato (AS-IS) in azienda. La simulazione<br />

del comportamento che ne deriva genera le informazioni<br />

che riproducono le performance quantitative del processo e<br />

che possono essere utilizzate per calibrare il modello.<br />

In una seconda fase, dopo aver identificato le eventuali modifiche<br />

da apportare al processo e/o all'organizzazione, si<br />

rimodella il nuovo processo (TO-BE) e successivamente si<br />

fanno le simulazioni del caso per ottenere e analizzare le<br />

nuove performance.<br />

In sostanza, la modellazione e la simulazione consentono<br />

di esplorare velocemente l’andamento delle performance<br />

nel tempo, a fronte di cambiamenti sia di fattori interni (analisi<br />

di what-if) sia di fattori esterni (analisi di scenario), permettendo<br />

al decisore di analizzare in vitro gli effetti delle<br />

eventuali decisioni senza dover incappare nei rischi tipici<br />

degli esperimenti reali, dal momento che la riproduzione è<br />

puramente virtuale. Anzi, in questo modo, anche i rischi<br />

di determinate scelte possono essere valutati ex-ante.<br />

17


PIANIFICAZIONE E CONTROLLO DI GESTIONE<br />

18<br />

Attraverso quest’approccio è pure possibile studiare al meglio<br />

situazioni di errore e/o di malfunzionamento non sempre<br />

leggibili dalla semplice osservazione della realtà operativa<br />

e, inoltre, è più facile riconoscere sovrapposizioni di<br />

attività e fasi mancanti; da un punto di vista più concreto,<br />

poi, rappresenta il modo più efficace per quantificare<br />

ex-ante costi, livello di servizio, customer satisfaction e<br />

– più in generale – valore per l’azienda.<br />

COMPLESSITÀ<br />

La natura intrinseca dei sistemi organizzativi implica che<br />

l’interazione tra i problemi da affrontare e l’ambiente in<br />

cui sono generati determini una complessità strutturale a<br />

volte profonda.<br />

La complessità interna dei sistemi processi/organizzazione<br />

è oltretutto aumentata dalla presenza di attività umane.<br />

Mentre le regole e i vincoli di funzionamento di un processo<br />

possono essere definiti e imposti in modo più o meno<br />

preciso, le regole di funzionamento delle attività che lo accompagnano<br />

sono spesso influenzate dal comportamento<br />

umano che, per diverse ragioni, non sempre è in linea con<br />

le specifiche e le direttive imposte.<br />

Si dice che un sistema è complesso se possiede le seguenti due<br />

proprietà: il sistema è composto da unità interagenti fra loro;<br />

il sistema manifesta nel tempo l’emergere di proprietà comportamentali<br />

che derivano dall’interazione di tali unità, ma che<br />

non sono proprietà comportamentali delle unità stesse.<br />

In altri termini, un sistema complesso mostra “nuove” proprietà<br />

che non appartengono alle unità che lo compongono.<br />

Infatti, mentre i comportamenti delle singole unità – risultanti<br />

da regole e vincoli ambientali – sono solitamente noti e<br />

descrivibili a priori, le proprietà emergenti di un sistema complesso<br />

si rivelano solo successivamente, ex-post, dopo il tempo<br />

necessario all’adattamento del sistema.<br />

Quando la complessità rappresenta l’aspetto dominante del<br />

problema, le tecniche di modellazione e simulazione costituiscono<br />

il modo più appropriato per comprendere i comportamenti<br />

e per predire l’evoluzione di un sistema.<br />

Se, per esempio, il sistema è rappresentato da un processo,<br />

tali tecniche possono fornire le indicazioni numeriche<br />

più corrette per predire i tempi di attraversamento delle unità<br />

di lavorazione e la durata delle attività, per pianificare il numero<br />

di risorse e la produttività richieste, per analizzare l’evoluzione<br />

degli indicatori di performance. Di conseguenza,<br />

è possibile trovare le argomentazioni più adeguate e corrette<br />

per sostenere le idee e le intenzioni dei decisori nei processi<br />

di cambiamento.<br />

È un modo straordinariamente utile per verificare “attraverso<br />

i numeri” i confronti con la realtà e la correttezza di<br />

idee e soluzioni.<br />

Recentemente, una nuova tecnica molto innovativa si è aggiunta<br />

alle tecniche classiche basate sugli “Eventi-Discreti”<br />

e sulla Systems Dynamics: la simulazione ad agenti o<br />

Agent Based Modeling and Simulation (ABMS).<br />

L’ABMS si basa sul concetto di agenti, ossia di unità elementari<br />

di un sistema, che posseggono determinate proprietà<br />

e che interagiscono tra loro in un ben definito ambiente, attraverso<br />

appropriate regole di comportamento.<br />

Questa tecnica è una validissima alternativa a quelle basate<br />

su Eventi e sulla System Dynamics, poiché consente di<br />

ottenere le macro proprietà del sistema partendo dalle regole<br />

e dalle proprietà delle singole unità costituenti, senza<br />

dover ricorrere a ipotesi di tipo generale sulle macro proprietà<br />

del sistema stesso che, ignote all’inizio, si manifestano<br />

progressivamente nel tempo per adattamento.<br />

Il caso di seguito descritto è un’applicazione pratica della<br />

tecnica ABMS, dove la classe degli oggetti che attraversano<br />

il processo (la classe dei pagamenti), le classi dei ruoli<br />

operativi coinvolti (operatori, operatori senior e responsabili)<br />

e la classe delle unità organizzative (divisioni di appartenenza)<br />

sono state modellate come classi di agenti.<br />

CASE STUDY<br />

Il processo di back-office dei pagamenti domestici della<br />

Banca d'Italia<br />

La Banca d’Italia (BdI) gestisce ogni anno un certo numero<br />

di pagamenti originati dai Dipartimenti e dalle Filiali della<br />

Banca stessa, da pubbliche amministrazioni, ecc.<br />

Il processo di back-office si articola nelle seguenti fasi:<br />

1. registrazione delle operazioni nel sistema informatico interno<br />

e invio della conferma alle controparti;<br />

2. controllo delle conferme ricevute dalle controparti;<br />

3. richieste di saldo a sistemi esterni;<br />

4. gestione delle situazioni anomale e cancellazione;<br />

5. controllo dell’adeguatezza dei margini di garanzia;<br />

6. riconciliazione di tutti i conti con i movimenti;<br />

7. registrazione delle operazioni nel sistema informatico di<br />

contabilità e chiusura della giornata operativa.<br />

Bonifici domestici<br />

I Dipartimenti e le Filiali richiedono il pagamento dei bonifici<br />

per mezzo di un messaggio scritto contenente le informazioni<br />

(nome del beneficiario, data di pagamento, banca<br />

beneficiaria, ecc.) necessarie per l’esecuzione del pagamento<br />

stesso.<br />

Due unità organizzative (divisioni) sono coinvolte nel processo.<br />

La prima divisione inserisce l’operazione nella procedura<br />

informatica e la seconda divisione, dopo aver verificato<br />

la disponibilità dei fondi, conferma l’operazione.<br />

Le risorse umane delle due unità lavorano su diversi turni<br />

al fine di effettuare operazioni dalle ore 7:30 alle ore 19:30.<br />

Sono presenti tre categorie di lavoratori dipendenti: operatori,<br />

operatori senior e responsabili, e ogni categoria svolge<br />

compiti diversi.<br />

I responsabili della prima divisione autorizzano, mediante<br />

firma, la trasmissione alla seconda divisione dei pagamenti<br />

registrati all’interno del sistema.


I compiti delle due divisioni sono quindi diversi e sequenziali.<br />

Un operatore della prima divisione non può eseguire<br />

le attività di un operatore della seconda. La seconda divisione<br />

inizia le sue operazioni solo quando la prima divisione<br />

ha completato l’attività per ogni singolo pagamento.<br />

Il processo dei pagamenti domestici non è l’unico impegno delle<br />

due divisioni, ma è il più importante, in quanto ogni pagamento<br />

deve essere completato entro un orario definito (ore 17:30).<br />

Se questo limite di tempo è superato, le controparti applicano<br />

delle penali per il ritardo del pagamento. Per tale motivo,<br />

questo processo ha la priorità assoluta per le due divisioni<br />

e giustifica il fatto che, in condizioni normali di operatività,<br />

il tempo-uomo assorbito è di poco inferiore al 20%<br />

della capacità totale disponibile.<br />

F. TO-BE Volume Eccezionale: volume giornaliero pari a<br />

oltre il 300% di quello standard;<br />

I risultati sono presentati attraverso una rappresentazione<br />

grafica dove l’asse verticale rappresenta il fabbisogno totale<br />

di risorse (impiegati).<br />

Per consentire la contabilizzazione a fine giornata, il processo<br />

deve terminare entro le ore 17:30 (minuto 1.050).<br />

A. AS-IS Volume Standard<br />

Il grafico mostra il seguente comportamento (figura 1):<br />

Figura 1<br />

La varianza circa la tipologia dei pagamenti processati giornalmente<br />

è molto alta. In generale, circa il 50% dei pagamenti<br />

devono essere effettuati manualmente, mentre un certo grado<br />

di automazione viene applicato al restante 50%. Alcuni pagamenti,<br />

di solito quelli istituzionali, devono essere processati<br />

con la massima priorità.<br />

Gli obiettivi dell’esercizio di modellazione e simulazione riguardano<br />

l’analisi e la verifica:<br />

- degli effetti dell’assenza di dipendenti sul tempo di completamento<br />

del processo (a causa di ferie, formazione, malattia,<br />

ecc.), nei diversi ruoli presenti;<br />

19<br />

- dell’effetto di situazioni anomale o eccezionali sul tempo di<br />

completamento del processo e sul grado di utilizzo delle risorse<br />

(numero elevato di pagamenti da elaborare, alta percentuale<br />

di pagamenti completamente manuali, elevata presenza di pagamenti<br />

istituzionali da processare con elevata priorità);<br />

- dei possibili vantaggi derivanti da una variazione organizzativa<br />

(fusione delle due suddette divisioni in una sola divisione).<br />

RISULTATI DELLA SIMULAZIONE<br />

Le simulazioni eseguite riguardano i seguenti sei casi, nelle<br />

ipotesi AS-IS (divisioni separate) e TO-BE (divisioni accorpate<br />

in una):<br />

A. AS-IS Volume Standard: volume giornaliero standard di<br />

pagamenti;<br />

B. AS-IS Volume Standard e Assenza Impiegati: volume<br />

giornaliero standard di pagamenti e assenza di una risorsa<br />

critica per turno;<br />

C. AS-IS Volume Eccezionale: volume giornaliero pari a<br />

oltre il 300% di quello standard;<br />

D. TO-BE Volume Standard: volume giornaliero standard<br />

di pagamenti;<br />

E. TO-BE Volume Standard e Assenza Impiegati: volume<br />

giornaliero standard di pagamenti e assenza di una risorsa<br />

critica per turno;<br />

Il completamento di tutti i pagamenti avviene al minuto 744<br />

(ore 12:24); il numero di impiegati Full Time Equivalent (FTE)<br />

vale 3,17 e il numero massimo di risorse necessarie vale 9. Il<br />

tempo richiesto in media per svolgere tutte le attività per un pagamento<br />

è di 134 minuti.<br />

La performance del processo è in linea con le aspettative, dal<br />

momento che tutti i pagamenti vengono eseguiti ben prima (ore<br />

12:24) del tempo limite (ore 17:30). Questo significa che gli impiegati<br />

presenti sono disponibili per attività di altri processi.<br />

B. AS-IS Volume Standard e Assenza Impiegati<br />

Figura 2


PIANIFICAZIONE E CONTROLLO DI GESTIONE<br />

Il completamento dei pagamenti avviene al minuto 860<br />

(ore 14:20 - figura 2), il numero di FTE vale ancora 3,17<br />

e il numero massimo di risorse necessarie è 10. Il tempo<br />

richiesto in media per svolgere tutte le attività per<br />

un pagamento è di 210 minuti. L’indisponibilità di un impiegato<br />

per turno dipende da diverse situazioni, a volte<br />

l’impiegato è presente ma impegnato in attività di un altro<br />

processo.<br />

Figura 4<br />

C. AS-IS Volume Eccezionale<br />

Tale situazione si riscontra in alcune giornate in cui il numero<br />

dei pagamenti da eseguire è più che triplo rispetto a<br />

quello standard.<br />

20<br />

Più spesso accade che i volumi siano circa il doppio di quelli<br />

standard (figura 3).<br />

Figura 3<br />

inferiore e dall’altra il tempo di completamento di un singolo<br />

pagamento è di poco superiore ai corrispondenti dell’AS-IS.<br />

Quest’ultima situazione, apparentemente controintuitiva,<br />

è spiegata dal fatto che nel TO-BE la capacità di<br />

risorsa (impiegato) si sposta dinamicamente e tende a concentrarsi<br />

sulle attività precedenti prima di procedere verso<br />

quelle successive.<br />

E. TO-BE Volume Standard e Assenza Impiegati<br />

Figura 5<br />

Il completamento dei pagamenti avviene al minuto 1.061<br />

(ore 17:41), il numero di FTE vale 11,67 e il numero massimo<br />

di risorse necessarie è 18. Il tempo richiesto in media<br />

per svolgere tutte le attività per un pagamento è di 182<br />

minuti. Completandosi alle ore 17:40, l’attività rischia di<br />

non terminare in tempo. Per evitare ciò, gli impiegati dovranno<br />

ridurre il tempo di lavorazione di ciascuna attività.<br />

D. TO-BE Volume Standard<br />

Il TO-BE, come detto, si ottiene accorpando gli appartenenti<br />

alle due divisioni in un’unica divisione. Il grafico (figura 4)<br />

ora è di tipo comparativo e comprende: la curva AS-IS<br />

(in blu) insieme all’equivalente curva TO-BE (rossa).<br />

Il completamento dei pagamenti avviene al minuto 739<br />

(ore 12:19), il numero di FTE vale 3,17 e il numero massimo<br />

di risorse necessarie è 9. Il tempo richiesto in media per<br />

svolgere tutte le attività per un pagamento è di 159 minuti.<br />

Non ci sono sostanziali differenze anche se, nel TO-BE, da<br />

una parte il tempo di completamento totale è leggermente<br />

Il completamento dei pagamenti avviene al minuto 742<br />

(ore 12:22 - figura 5), il numero di FTE vale 3,17 e il numero<br />

massimo di risorse necessarie è 8. Il tempo richiesto<br />

in media per svolgere tutte le attività per un pagamento<br />

è di 167 minuti.<br />

In questa situazione il vantaggio offerto dall’avere una sola<br />

divisione (TO-BE) è decisamente evidente. Nonostante<br />

l’efficienza sia la stessa, ossia l’assorbimento di risorse FTE<br />

valga sempre 3,17, la simulazione dimostra che la produt-


tività complessiva dell’intero sistema migliora sensibilmente,<br />

poiché tutti i pagamenti vengono terminati con circa<br />

due ore di anticipo.<br />

Il miglioramento in caso di assenza di impiegati (un impiegato)<br />

è ancora più evidente nei giorni in cui il volume dei<br />

pagamenti raddoppia rispetto allo standard. In tale situazione<br />

il caso AS-IS è molto critico (tempo di fine ore 19:05),<br />

mentre nel TO-BE ci si mantiene ampiamente entro i limiti<br />

di tempo massimo (ore 14:21- figura 6).<br />

Figura 6<br />

CONCLUSIONI<br />

Attraverso l’esercizio di simulazione è possibile dimostrare<br />

“numeri alla mano” che la fusione delle due divisioni operative<br />

in un’unica divisione è decisamente vantaggiosa.<br />

La fusione produce:<br />

- un evidente incremento nella produttività dell’intero processo,<br />

il che significa anche liberare parte della produttività<br />

disponibile per altri processi amministrativi;<br />

- una sensibile riduzione dei rischi operativi, migliorando<br />

il trade-off volume/tempo di completamento, il che significa<br />

incrementare il numero di pagamenti eseguibili entro<br />

il limite di tempo con lo stesso numero di dipendenti;<br />

- una ragionevole riduzione dell’affaticamento del personale<br />

nei giorni di “volume eccezionale”.<br />

In conclusione, come il caso ha evidenziato, l’uso delle tecniche<br />

di modellazione e di simulazione permette di:<br />

- valutare quantitativamente la situazione esistente;<br />

- sollecitare nuove prospettive e idee per miglioramenti e<br />

cambiamenti;<br />

- verificare e quantificare differenti ipotesi senza rischi operativi;<br />

- mostrare e comprendere le situazioni contro-intuitive.<br />

F. TO-BE Volume Eccezionale<br />

Figura 7<br />

Nell’ambito di un processo di sensibilizzazione sul tema<br />

della modellazione e della simulazione, ASAM (Associazione<br />

per gli Studi Aziendali e Manageriali dell’Università<br />

Cattolica del Sacro Cuore di Milano) ha di recente lanciato<br />

un programma di coinvolgimento del management basato<br />

su un Innovation Lab Planning.<br />

L’obiettivo principale dell’Innovation Lab Planning è quello<br />

di applicare i concetti basilari del pensiero sistemico, della<br />

modellazione e della simulazione dinamica a casi concreti,<br />

utilizzabili per:<br />

- arricchire il bagaglio culturale del manager di nuove metodologie<br />

di “visione”, da affiancare alle competenze di<br />

base e da utilizzare nell’interpretazione delle situazioni<br />

e nella previsione dei comportamenti e delle tendenze;<br />

- migliorare il processo di analisi e valutazione della strategia<br />

aziendale o – più semplicemente – delle politiche<br />

operative quali, ad esempio, la pianificazione<br />

delle risorse e delle capacità a fronte di eventi<br />

sia previsti che imprevisti, analizzandone<br />

anche i rischi connessi.<br />

21<br />

Il completamento dei pagamenti avviene al minuto 1.041<br />

(ore 17:21 - figura 7), il numero di FTE vale 11.67 e il numero<br />

massimo di risorse necessarie è 18. Il tempo richiesto<br />

in media per svolgere tutte le attività per un pagamento è di<br />

301 minuti.<br />

Il rischio di superamento del tempo limite (ore 17:30) è più<br />

basso che nel corrispondente AS-IS.


FINANZA<br />

IDENTIKIT DELLE IMPRESE<br />

PIÙ AFFIDABILI NELLE RELAZIONI<br />

COMMERCIALI<br />

SECONDO UN’ANALISI CRIBIS D&B A FINE 2012 I PARTNER COMMERCIALI PIÙ AFFIDABILI<br />

IN ITALIA SONO LE AZIENDE DI GRANDI DIMENSIONI DI PIEMONTE, EMILIA-ROMAGNA E<br />

TRENTINO, MEGLIO ANCORA SE COSTITUITE PRIMA DEL 1951 E CON UN IMPRENDITORE<br />

DONNA. LOMBARDIA, LAZIO E VENETO RISULTANO INVECE LE REGIONI PIÙ COLPITE<br />

DAI FALLIMENTI, CHE NEL 2012 NEL NOSTRO PAESE HANNO SUPERATO I 12.000 CASI<br />

22<br />

di MARCO PRETI<br />

Amministratore Delegato di CRIBIS D&B<br />

Realtà di grandi dimensioni, localizzate nel nord-est, costituite<br />

prima del 1951 e con un imprenditore donna. Questo,<br />

in sintesi, l’identikit delle imprese italiane più affidabili<br />

dal punto di vista delle relazioni commerciali – quindi<br />

quelle con le quali è potenzialmente più sicuro fare affari –<br />

che emerge dall’analisi sui migliori partner commerciali<br />

B2B realizzata da CRIBIS D&B, la società del Gruppo CRIF<br />

specializzata nella business information.<br />

Nello specifico, il totale delle ditte individuali e società attive<br />

in Italia sono state classificate sulla base della probabilità<br />

di generare insoluti commerciali nei 12 mesi successivi<br />

al momento della rilevazione, attraverso un modello<br />

originale che si basa su numerose variabili quali indici di<br />

bilancio, esperienze di pagamento, informazioni pregiudizievoli<br />

oltre – ovviamente – a informazioni anagrafiche<br />

e sulla forma giuridica, area geografica di appartenenza, dimensione<br />

e anzianità aziendale.<br />

Entrando nel dettaglio dell’analisi aggiornata al 31 dicembre<br />

2012, negli ultimi 5 anni la percentuale dei migliori partner<br />

commerciali B2B è passata dal 9,53% del 2008 al 6,08%<br />

di fine 2012, con un calo di 3,45 punti percentuali. Dal 2010,<br />

però, si è registrato un piccolo ma continuo miglioramento<br />

che ha portato la quota complessiva al 6,08%.<br />

Il livello più alto delle imprese commercialmente più affidabili<br />

si è registrato nel 2009 (quando rappresentavano il<br />

10,15% del totale), mentre quello più basso è stato toccato<br />

nel 2010 con una quota del 5,53%.<br />

In una fase del ciclo economico ancora caratterizzata da grande<br />

incertezza, con la conseguente necessità di gestire con la massima<br />

attenzione le potenziali criticità nelle relazioni commerciali,<br />

l’analisi di CRIBIS D&B si è focalizzata sulle imprese più<br />

virtuose, sulle eccellenze presenti sul territorio nazionale.<br />

La categoria delle grandi imprese è quella che fa segnare<br />

l’incidenza più elevata di migliori partner commerciali B2B,<br />

con una quota pari al 35,32% del totale delle imprese più affidabili,<br />

pur rientrando in questa classe dimensionale solamente<br />

lo 0,14% delle aziende italiane. Tra le medie imprese<br />

la performance è leggermente meno brillante (31,48%),<br />

mentre decisamente meno rilevante risulta il peso delle piccole<br />

(15,89%) e, soprattutto, delle micro imprese che chiudono<br />

con un modesto 5,24%.<br />

Approfondendo l’analisi sulla base dell’anzianità delle imprese,<br />

quelle fondate prima del 1951 sono risultate maggiormente<br />

affidabili a fine 2012 (con una quota pari al<br />

34,66% di migliori partner commerciali B2B), mentre sono<br />

più a rischio quelle costituite negli ultimi 2 anni – ovvero<br />

dal 1 gennaio 2011 a oggi – con una quota pari solamente<br />

allo 0,23% del totale.<br />

Molto interessante, inoltre, il dato che indica come sia più<br />

sicuro fare affari con imprese guidate da un imprenditore<br />

donna. Sul totale delle realtà con a capo una donna<br />

i migliori partner commerciali B2B rappresentano infatti<br />

una quota pari al 7,24% del totale, mentre per quelle con<br />

al comando un uomo il dato scende fino al 3,92%.<br />

Fonte: Analisi CRIBIS D&B sui migliori partner commerciali B2B nel 2012<br />

Fonte: Analisi CRIBIS D&B sui migliori partner commerciali B2B nel 2012


© FotolEdhar<br />

23<br />

I settori più virtuosi e quelli più critici<br />

Sulla base dell’analisi di CRIBIS D&B, il macrosettore dei<br />

servizi finanziari ha fatto registrare a fine 2012 la maggiore<br />

percentuale di migliori partner commerciali B2B in termini<br />

di affidabilità (20,36% del totale delle imprese virtuose rispetto<br />

al totale di quelle operanti nel comparto). Seguono l’industria<br />

estrattiva (16,39%) e i servizi vari (8,29%).<br />

I macrosettori meno affidabili sono invece risultati essere<br />

l’edilizia (1,39%), i trasporti e la distribuzione (2,66%) e il<br />

commercio al dettaglio (2,94%).<br />

L’analisi territoriale<br />

Come sovente accade nelle analisi economiche, anche in<br />

questo caso la distribuzione lungo la penisola presenta situazioni<br />

molto differenti. Nello specifico è il nord-est l’area<br />

geografica che vanta la migliore percentuale di migliori<br />

partner commerciali B2B, con una quota dell’8,61%<br />

sul totale delle imprese attive sul territorio. Seguono il<br />

nord-ovest con l’8,46%, e il centro con il 5,44%. Chiudono,<br />

distaccati, il sud e le isole, con solo il 2,70%.<br />

A livello regionale il Piemonte si piazza al primo posto<br />

assoluto con una quota del 9,38%<br />

di migliori partner commerciali<br />

B2B, seguito dall’Emilia-Romagna<br />

(8,85%) e dal Trentino (8,72%).<br />

All’estremo opposto della classifica,<br />

invece, si collocano la Campania<br />

(1,94%) e la Calabria (2,34%).<br />

Tra le grandi regioni spicca negativamente<br />

il Lazio, che fa registrare<br />

una performance decisamente<br />

peggiore rispetto alla macroarea<br />

di appartenenza (3,83% rispetto al<br />

5,44% del Centro e al 6,08% del<br />

totale nazionale).<br />

Fonte: Analisi CRIBIS D&B sui migliori partner commerciali B2B nel 2012


FINANZA<br />

Per quanto riguarda il dettaglio per provincia, la classifica<br />

delle più virtuose vede al primo posto assoluto Biella<br />

(con una quota pari al 14,62% del totale delle imprese attive<br />

sul territorio), seguita da Mantova (10,89%) e Cremona<br />

(10,81%).<br />

I FALLIMENTI IN ITALIA: UN’ALTRA “VISTA” SULLO<br />

STATO DI SALUTE DELLE NOSTRE IMPRESE<br />

24<br />

Fonte: Analisi CRIBIS D&B sui migliori partner commerciali B2B nel 2012<br />

I dati sulle aziende in salute e virtuose devono però essere<br />

confrontati anche con quelli sui fallimenti per avere uno<br />

scenario complessivo dello stato delle nostre imprese.<br />

Il trend dei fallimenti rilevato dal 2009 al 2012 evidenzia<br />

purtroppo un netto e inesorabile aumento fino a raggiungere<br />

i 12.463 casi del 2012, il dato più alto da molti anni a questa<br />

parte, con un incremento del +2% rispetto al già preoccupante<br />

numero registrato nel 2011, quando i casi rilevati<br />

erano stati 12.169. La variazione sale a +10% rispetto al<br />

2010 (quando i fallimenti erano stati 11.268) e addirittura<br />

si assesta a un +33% rispetto al 2009 (9.383 casi).<br />

Il 2012 si è chiuso con 3.745 fallimenti nell’ultimo trimestre,<br />

dopo i 3.212 casi di gennaio-marzo, i 3.109 di aprile-giugno<br />

e i 2.397 di luglio-settembre. Negli ultimi tre<br />

anni non si era mai registrato un numero così alto di eventi<br />

negativi tra ottobre e dicembre.<br />

Entrando maggiormente nel dettaglio, tre quarti dei fallimenti<br />

rilevati nel corso del 2012 ha riguardato società di capitali<br />

(il 76% del totale, per la precisione), il 13% società di<br />

persone e soltanto l’11% ditte individuali.<br />

Purtroppo, il consuntivo dei fallimenti registrati nel corso<br />

del 2012 non sorprende, in quanto il perdurare della crisi<br />

economica ancora irrisolta non poteva non riflettersi in<br />

Trend dei fallimenti in Italia 2009 - 2012<br />

Fonte: Analisi CRIBIS D&B sui fallimenti in Italia


modo diretto e pesante anche su questo indicatore, confermando<br />

una volta di più lo stato di grande difficoltà in cui<br />

versano molte imprese italiane, già messe a dura prova dai<br />

magri anni precedenti. Per altro, il trend di fallimenti era<br />

stato anticipato anche dai dati relativi ai ritardi di pagamento<br />

accumulati dalle imprese nei confronti dei propri<br />

fornitori. Infatti, è ormai assodato come la cattiva performance<br />

di pagamento sia il segnale più indicativo del rischio<br />

di fallimento di un’azienda.<br />

Approfondendo a livello territoriale l’analisi dei fallimenti<br />

delle imprese, la distribuzione lungo la Penisola presenta<br />

situazioni molto differenti tra le diverse aree geografiche.<br />

Nello specifico, oltre un quinto dei casi dell’intero<br />

2012 ha interessato la Lombardia (per la precisione<br />

il 22,7% del totale), che si conferma la regione di gran lunga<br />

più colpita anche perché è quella con la maggior densità<br />

di imprese. Nella regione Lombardia hanno dichiarato fallimento<br />

2.826 imprese nel 2012, ma dal 2009 a oggi sono<br />

stati complessivamente quasi 10.000 i casi rilevati. La seconda<br />

regione maggiormente coinvolta è il Lazio con 1.345<br />

casi nel 2012, pari al 10,8% del totale nazionale, seguita<br />

dal Veneto (1.082 casi, pari al 8,7% del totale) e dalla Campania<br />

con 1.008 (8,1%). Vengono poi il Piemonte (961), la<br />

Toscana (865), l’Emilia-Romagna (861), la Sicilia (651) e<br />

la Puglia (565). Più di 400 fallimenti hanno invece interessato<br />

imprese delle Marche, oltre 300 dell’Abruzzo, seguito<br />

da vicino da Calabria, Friuli Venezia Giulia, Liguria,<br />

Sardegna e Umbria tutte con più di 200 fallimenti.<br />

La distribuzione territoriale dei fallimenti deve essere necessariamente<br />

considerata alla luce della localizzazione<br />

delle imprese italiane, concentrate principalmente nel nord<br />

del Paese. D’altro canto, le dinamiche che caratterizzano<br />

le singole regioni sono direttamente influenzate anche dall’andamento<br />

degli specifici comparti economici maggiormente<br />

presenti sul territorio.<br />

Per quanto riguarda, invece l’analisi settoriale, ancora una<br />

volta è l’edilizia ad aver evidenziato le maggiori criticità.<br />

Con oltre 2.600 imprese fallite nel corso del 2012, quasi un<br />

caso su cinque ha infatti interessato questo comparto negli<br />

ultimi 12 mesi. Nello specifico, sono state 1.571 le attività<br />

fallite nella “Costruzione di edifici”, mentre 1.040 casi<br />

sono stati rilevati tra gli “Installatori”. A conferma della<br />

drammatica situazione dell’intero comparto, dall’inizio del<br />

2009 a oggi si contano complessivamente 8.740 fallimenti<br />

nel settore edile, cui si accompagnano le criticità rilevate<br />

tra le imprese del settore immobiliare che ha chiuso il 2012<br />

con 658 fallimenti. Molto colpito risulta anche il commercio<br />

all’ingrosso, che supera i 1.700 casi di fallimento nel<br />

corso del 2012 (954 casi nel “Commercio all’ingrosso dei<br />

beni durevoli”, 747 nel “Commercio all’ingrosso di beni<br />

non durevoli”), a cui vanno aggiunti gli oltre 1.400 fallimenti<br />

del commercio al dettaglio (tra cui i settori più colpiti<br />

sono “Ristoranti e Bar”, “Abbigliamento e accessori”,<br />

“Arredamento-Articoli per la casa”, “Alimentari”, “Rivenditori<br />

veicoli e stazioni di servizio”).<br />

Nell’Industria, invece, i settori più colpiti risultano essere<br />

“Industria Manufatti in metallo” (563 fallimenti), “Abbigliamento<br />

e altri prodotti tessili” (245), “Industria macchinari<br />

industriali e computer” (243), “Industria alimentare”<br />

(210), “Industria del mobile/accessori per arredi” (204),<br />

“Industria della pietra e vetro” (175) e “Attrezzature elettriche<br />

ed elettroniche” (139).<br />

L’andamento dei casi di fallimento tra i diversi settori dell’economia<br />

italiana lascia ipotizzare che l’accentuazione<br />

delle difficoltà si sia concentrata non solo nei comparti in<br />

cui il ciclo economico sembra essersi completamente bloccato<br />

con la crisi, come ad esempio quello dell’edilizia e delle<br />

attività correlate, ma anche in quei comparti dove la competizione<br />

internazionale è più forte. Questo ha accentuato<br />

ulteriormente il processo di selezione tra le imprese, con un<br />

incremento costante dei fallimenti. Alla luce di questo preoccupante<br />

scenario sarebbe fondamentale che anche le imprese<br />

italiane adottassero un’efficace politica di credit management<br />

che, attraverso strumenti adeguati, consentisse loro<br />

di conoscere in maniera approfondita e tempestiva lo stato<br />

di salute e l’affidabilità dei propri partner commerciali.<br />

Ciò permetterebbe loro di contenere quanto<br />

più possibile i livelli di rischiosità e mantenere<br />

in equilibrio le esigenze di sviluppo del business<br />

con quelle di salvaguardia del cash flow.<br />

25


HUMAN RESOURCES<br />

CRESCERE PER LINEE ESTERNE<br />

LE RISORSE UMANE COME<br />

FATTORE CRITICO DI SUCCESSO<br />

LA CRESCITA PER LINEE ESTERNE È UN’OPPORTUNITÀ A DISPOSIZIONE DELLE AZIENDE,<br />

MA LE RISORSE UMANE SONO UN FATTORE CRITICO DI SUCCESSO SPESSO<br />

POCO CONSIDERATO DAI CEO E DAI CFO. UN’APPROFONDITA ANALISI<br />

DELLE POLITICHE DI GESTIONE, REMUNERAZIONE E SVILUPPO DELLE PERSONE<br />

GIÀ IN SEDE DI DUE DILIGENCE CONSENTE DI IDENTIFICARE PER TEMPO<br />

LE CRITICITÀ, DI TENERNE CONTO NELLA NEGOZIAZIONE DEL PREZZO<br />

E DI PIANIFICARE IN ANTICIPO LE AZIONI NECESSARIE PER RIDURRE<br />

AL MINIMO IL RISCHIO DI INSUCCESSO DELL’OPERAZIONE<br />

26<br />

© Santiago Cornejo


di FABIO CARNIOL<br />

Managing Director per l’Italia Towers Watson<br />

Le operazioni di fusione e acquisizione (M&A) rappresentano<br />

una delle leve fondamentali per la crescita. Secondo<br />

una ricerca condotta da Towers Watson nel 2010, le aziende<br />

multinazionali collocano tali operazioni al quarto posto<br />

nella classifica delle azioni più importanti per crescere,<br />

come evidenzia la figura 1, a pari merito con il cambiamento<br />

nella gestione delle persone.<br />

Figura 1 - Le 3 azioni piùimportanti per guidare la crescita<br />

27<br />

A livello globale si assiste a una ripresa del mercato delle<br />

operazioni di M&A. Secondo il QPDM (Quarterly Deal<br />

Performance Monitor) di Towers Watson (ricerca condotta<br />

annualmente con la Class School), nel corso del<br />

2012 le aziende acquirenti asiatiche hanno mostrato un<br />

maggior dinamismo rispetto a quelle europee, mentre le<br />

aziende nordamericane mantengono la leadership in termini<br />

di operazioni realizzate, di cui oltre la metà a livello<br />

internazionale. Tali dati rispecchiano l’andamento delle<br />

diverse economie nel 2012 e fanno presagire una ulteriore<br />

crescita delle acquisizioni da parte delle aziende nel<br />

corso del <strong>2013</strong>, con un particolare focus sui gruppi cinesi,<br />

che valutano con crescente interesse operazioni nel<br />

mercato europeo.<br />

Questa crescente globalizzazione del mercato M&A porta<br />

con sé un tema fondamentale: la gestione delle diversità culturali<br />

all’interno delle organizzazioni, che è un fattore critico<br />

di successo soprattutto nella fase di integrazione.


HUMAN RESOURCES<br />

Figura 2 - Le transazioni di successo hanno in comune una preventiva e intensa attenzione alle persone<br />

28<br />

D’altronde, come evidenzia la figura 2, le transazioni di<br />

successo hanno in comune una preventiva ed efficace gestione<br />

delle persone. Una sottovalutazione di questi temi<br />

può aumentare il rischio di insuccesso dell’operazione in<br />

termini di conseguimento degli obiettivi prefissati e, soprattutto,<br />

di orizzonte temporale per la generazione di valore<br />

per gli azionisti.<br />

Secondo un’indagine condotta da Forbes nel 2011 tra 500<br />

CFO (figura 3), la differenza fra le culture aziendali è il<br />

principale ostacolo al conseguimento degli obiettivi durante<br />

un piano di integrazione. La classifica è stata redatta<br />

in funzione dell’impatto negativo sul successo dell’operazione<br />

espresso in un range fra 1 e 7. È significativo che a<br />

esprimere queste opinioni siano i CFO.<br />

Figura 3<br />

Gli ostacoli al conseguimento di sinergie secondo i CFO<br />

L’analisi di compatibilità culturale e la stima delle possibili<br />

sinergie sono attività tipiche della fase di valutazione dell’opportunità<br />

e della fattibilità dell’operazione, ma trovano<br />

le prime importanti verifiche nell’attività di due diligence,<br />

che consente all’acquirente di determinare il prezzo<br />

da ritenersi adeguato per l’operazione e – di conseguenza –<br />

di valutare l’eventuale scostamento rispetto al prezzo richiesto<br />

dal venditore.<br />

Un tema di particolare rilevanza è l’identificazione delle risorse-chiave,<br />

soprattutto nei settori in cui la qualità delle<br />

persone è un fattore di successo fondamentale e in cui è difficile<br />

reperire risorse con competenze adeguate. Tali risorse<br />

rappresentano, infatti, una parte importante del patrimonio<br />

dell’azienda acquisita che, se depauperata delle sue<br />

migliori professionalità, potrebbe non essere in grado di<br />

portare all’acquirente tutti i vantaggi attesi in sede di pianificazione<br />

dell’operazione.<br />

La Towers Watson M&A Employee Retention Survey 2012,<br />

condotta fra 180 aziende partecipanti in 19 Paesi, ha messo<br />

in evidenza come il successo di un’operazione di M&A<br />

dipenda fortemente proprio dalla fase in cui si incominciano<br />

a identificare le risorse-chiave. Come mostra la figura<br />

4, se tale attività viene avviata già in fase di due diligence,<br />

oppure in fase di trattativa, la probabilità di trattenere<br />

le risorse-chiave è molto più elevata.


Figura 4 - Le aziende di successo si preoccupano delle persone sin dall’inizio del processo<br />

Le differenze fra aziende di maggiore e minore successo dipendono molto dal momento in cui si incominciano<br />

a identificare le risorse chiave durante la due diligence e durante le trattative<br />

L’azienda acquirente deve quindi porsi una serie di domande relative<br />

alla gestione delle risorse umane già nella fase di due diligence,<br />

tipicamente con riferimento ai seguenti elementi:<br />

1. qualità delle persone presenti nell’organizzazione (profili<br />

delle persone-chiave, competenze, composizione demografica,<br />

turn-over, specifici piani per trattenere i talenti ecc.);<br />

2. vincoli legali (accordi collettivi e individuali, espatriati ecc.);<br />

3. ragionevolezza e sostenibilità dei costi (benchmarking delle<br />

retribuzioni, benchmarking dell’organizzazione ecc.);<br />

4. corretto dimensionamento degli organici e conseguente necessità<br />

di gestire piani di ristrutturazione (es. esuberi, presenza<br />

di contratti a termine, vincoli e procedure legali per la<br />

gestione degli esuberi, relazioni sindacali ecc.);<br />

5. presenza di rischi per eventuali impegni assunti a favore di<br />

dirigenti o dipendenti, oppure di collaboratori di qualsiasi<br />

genere (es. piani pensionistici a prestazione definita, clausole<br />

nei contratti con i manager, trattamento di fine rapporto,<br />

premi di fedeltà, indennità a favore di dipendenti o agenti,<br />

sistemi di incentivazione, cause pendenti ecc.);<br />

6. barriere all’integrazione (es. barriere culturali, differenze<br />

nei sistemi retributivi, differenze nel disegno dei ruoli e<br />

delle mansioni, differenze nei processi e nelle strutture, oppure<br />

organizzative ecc.);<br />

7. rispetto della normativa (es. discriminazione, sicurezza, privacy<br />

ecc.).<br />

La due diligence sulla gestione delle risorse umane è indispensabile<br />

in caso di operazioni di acquisizione di aziende localizzate<br />

in altri Paesi. Sotto il profilo più tipicamente finanziario la presenza<br />

di rischi legati a piani pensionistici a prestazione definita,<br />

o ad altri impegni assunti nei confronti dei dirigenti o dei dipendenti,<br />

rende necessaria un’approfondita valutazione di natura attuariale,<br />

anche al fine di dare adeguata evidenza di tali liabilities<br />

sotto il profilo contabile e di definire le modalità di gestione dei<br />

relativi rischi. Ad esempio, in occasione di alcune importanti operazioni<br />

di M&A, nel recente passato è stato necessario rinegoziare<br />

il prezzo in modo rilevante a seguito di valutazioni condotte<br />

dall’acquirente su piani pensionistici e altri benefit concessi a dirigenti<br />

e dipendenti da parte dell’azienda “preda”.<br />

Lo svolgimento delle attività sopra descritte rende necessaria la<br />

disponibilità di competenze specialistiche di human capital management<br />

già nella fase di due diligence, che possono essere portate<br />

da risorse interne o da consulenti esterni. In particolare, l’individuazione<br />

delle risorse-chiave e l’analisi di eventuali piani<br />

di talent retention richiede una consolidata esperienza.<br />

Il primo ambito da valutare in sede di due diligence è la qualità<br />

delle risorse umane dell’azienda in fase di acquisizione. L’analisi<br />

del profilo delle figure-chiave, dell’organizzazione e della composizione<br />

della forza lavoro in termini demografici e di competenze<br />

va svolta tempestivamente. A ciò si aggiunga la verifica dell’esistenza<br />

di eventuali retention plan per le risorse-chiave.<br />

Il secondo ambito riguarda la redditività. L’analisi dei costi e degli<br />

investimenti già programmati va condotta in modo approfondito.<br />

In quest’ottica sono molto importanti le analisi comparate<br />

(benchmarking), che consentono di cogliere come l’azienda<br />

si colloca rispetto al mercato e, soprattutto, rispetto ai concorrenti<br />

diretti (in termini di retribuzioni e di dimensionamento<br />

degli organici), in modo da poter individuare tempestivamente<br />

le origini di eventuali disallineamenti con il mercato stesso.<br />

La presenza di contratti collettivi da rispettare (es. accordi aziendali)<br />

e di accordi individuali con alcuni gruppi di dipendenti<br />

(es. espatriati) può determinare rigidità nella gestione dei costi<br />

che vanno tenute in considerazione, anche alla luce di possibili<br />

vincoli alla flessibilità in uscita (es. relazioni sindacali) o di particolari<br />

procedure da rispettare (es. licenziamenti).<br />

29


HUMAN RESOURCES<br />

30<br />

Non è da trascurare la valutazione del sistema di performance<br />

management e, in particolare, del livello e delle modalità<br />

di determinazione delle componenti variabili della<br />

retribuzione. Si tratta di un fattore molto importante per<br />

orientare i comportamenti delle persone verso il perseguimento<br />

degli obiettivi aziendali e, di conseguenza, da rivedere<br />

in funzione delle strategie successive alla conclusione<br />

dell’operazione. È quindi fondamentale comprenderne<br />

le caratteristiche, i punti di forza e di debolezza, e le specificità<br />

rispetto ai concorrenti (benchmarking).<br />

L’analisi di eventuali passività derivanti da impegni assunti<br />

nei confronti del personale è il passo successivo. La presenza<br />

di piani pensionistici a prestazione definita, di clausole<br />

nei contratti con i manager (es. “paracadute”), di trattamenti<br />

speciali in caso di cambiamento del controllo e di<br />

forme di profit sharing va accertata il più presto possibile, per<br />

farla pesare in sede di trattativa e di determinazione del prezzo.<br />

A ciò si aggiungano eventuali contenziosi, che possono<br />

esporre l’azienda al rischio di esborsi significativi.<br />

Se vi è una rete di vendita, o comunque una divisione dedicata<br />

alle vendite, bisogna analizzare i sistemi di incentivazione<br />

e individuare eventuali accordi specifici (es. indennità<br />

di vario genere).<br />

Spesso le aziende acquirenti sottovalutano l’importanza dei<br />

sistemi retributivi ai fini del successo delle operazioni di<br />

M&A. Per sistema retributivo bisogna intendere il c.d. total<br />

reward, che comprende non solo le componenti monetarie<br />

ma anche i piani di benefit e di welfare aziendale, i piani<br />

sviluppo (es. formazione) e l’ambiente di lavoro. La presenza<br />

di vincoli o rischi non adeguatamente valutati può generare<br />

notevoli problemi ai fini del conseguimento degli<br />

obiettivi del business plan, mentre forti disomogeneità fra<br />

i sistemi di total reward possono rendere necessari complessi<br />

e articolati piani di armonizzazione in fase di integrazione,<br />

soprattutto in presenza di elevati livelli di sindacalizzazione.<br />

Occorre poi chiedersi quali sono le probabilità di successo<br />

del piano di integrazione, che dipendono dalle differenze<br />

tra le culture aziendali, tra i sistemi retributivi, tra le strutture<br />

organizzative e tra i processi di gestione del personale.<br />

Maggiori sono tali differenze, più impegnativo sarà il<br />

piano di integrazione, che a questo punto diventa davvero<br />

strategico per il successo dell’operazione.<br />

Un altro tema rilevante riguarda l’integrazione delle tecnologie<br />

e dei processi di amministrazione del personale, che<br />

possono rappresentare un vincolo ai fini – ad esempio – dell’armonizzazione<br />

delle politiche retributive o della comunicazione<br />

interna.<br />

Da ultimo, occorre considerare temi come la compliance<br />

(es. rispetto di normative specifiche in materia di benefit,<br />

di sicurezza sul lavoro ecc.), la governance (es. processo<br />

decisionale) e la presenza di pratiche illegali in materia di<br />

pagamenti, discriminazioni e mobbing.<br />

Al termine della fase di due diligence e della successiva fase<br />

di negoziazione, occorre definire il piano di integrazione<br />

in modo da essere pronti in caso di conclusione positiva<br />

delle trattative. Tale piano mira a stabilizzare l’organizzazione<br />

per preservare il valore dell’azienda e a costruire<br />

le capacità per sostenere e far crescere il business nel lungo<br />

termine. Contiene la stima dei risparmi di costi ottenibili<br />

dalle sinergie fra le organizzazioni, fornisce indicazioni<br />

per la gestione dei processi e indica le metriche per monitorare<br />

il conseguimento degli obiettivi prefissati. È di particolare<br />

importanza per gestire le criticità nel trimestre immediatamente<br />

successivo alla chiusura dell’operazione.<br />

Figura 5 - Le aree critiche per il successo dell’integrazione


La figura 5 mostra le aree critiche tipiche di un piano di<br />

integrazione, che riguardano:<br />

a) leadership;<br />

b) cultura aziendale;<br />

c) change management;<br />

d) talent management;<br />

e) sistema retributivo (compresi gli employee benefits e i piani<br />

di welfare aziendale);<br />

f) funzione Risorse Umane.<br />

La prima area di attività riguarda le azioni volte a individuare e<br />

trattenere i leader più adatti per la nuova azienda nata dalla fusione,<br />

capaci di gestirla andando oltre le singole aziende di partenza.<br />

Occorre mettere tali leader nelle condizioni di poter esprimere<br />

il proprio valore, fornendo loro gli strumenti necessari.<br />

Il primo passo è ovviamente l’identificazione di tali leader,<br />

al fine di valutare il retention risk e di disegnare piani retributivi<br />

specifici per motivarli e fidelizzarli.<br />

La figura 6 mostra i risultati della Towers Watson M&A Employee<br />

Retention Survey 2012, che analizza l’entità dei premi<br />

di fedeltà più comuni nelle operazioni di acquisizione o<br />

di cessione di aziende. È interessante notare che in un quarto<br />

dei casi si parla di premi di ammontare superiore a un’annualità<br />

di retribuzione. Nel 50% dei casi l’erogazione avviene<br />

al termine di un periodo compreso fra uno e due anni<br />

dalla data di chiusura dell’operazione di acquisizione. Il 58%<br />

dei dipendenti destinatari lascia comunque l’azienda nonostante<br />

tali piani di retention.<br />

Figura 6 - Premi di fedeltàpiùcomuni<br />

(espressi in percentuale della retribuzione fissa)<br />

La cultura aziendale deve essere coerente con la nuova strategia,<br />

successiva alla fusione o all’acquisizione. Uno strumento<br />

di particolare efficacia per analizzare la cultura delle<br />

aziende è l’employee opinion survey, che consente di mettere<br />

a fuoco le differenze fra le organizzazioni e di definire<br />

un piano d’azione per armonizzarle. Il lancio di tale indagine<br />

nelle settimane immediatamente successive all’operazione<br />

permette di apprezzare l’engagement e di individuare<br />

i segmenti più critici delle due popolazioni aziendali.<br />

L’attività di change management è fondamentale per gestire<br />

il cambiamento in modo strategico e deve comprendere<br />

un’efficace comunicazione interna, per sostenere l’engagement<br />

dei leader e dei dipendenti e mantenere l’organizzazione<br />

concentrata sulla generazione di risultati.<br />

Occorre poi tradurre il business plan in un dettagliato<br />

workforce plan che definisca il numero, le competenze e i<br />

costi dei lavoratori necessari per conseguire gli obiettivi prefissati<br />

in termini sia di ricavi che di contenimento dei costi,<br />

fidelizzando e motivando i talenti, cioè le risorse-chiave per<br />

la nuova organizzazione.<br />

L’armonizzazione dei sistemi retributivi è di particolare<br />

importanza per garantire un’adeguata equità interna e per<br />

supportare la politica di fidelizzazione delle risorse-chiave.<br />

Vi sono poi vincoli di natura normativa e sindacale che<br />

vanno tenuti nella giusta considerazione, perché possono<br />

condizionare fortemente la fattibilità e la tempistica dell’armonizzazione.<br />

Come si è detto, per il conseguimento<br />

di risultati significativi, in questa attività è di fondamentale<br />

importanza la qualità del lavoro di analisi svolto in fase<br />

di due diligence.<br />

Da ultimo, bisogna rendere la funzione Risorse Umane adeguata<br />

a supportare le esigenze della nuova azienda, intervenendo<br />

anche sulla tecnologia e sui processi.<br />

31<br />

In conclusione, le risorse umane sono un fattore critico di<br />

successo fondamentale nelle operazioni di fusione o acquisizione<br />

di aziende. Un’eccessiva focalizzazione sulla<br />

dimensione finanziaria rischia, infatti, di essere controproducente.<br />

Bisogna tuttavia intervenire anche con programmi formativi<br />

per rafforzare la capacità dei leader di gestire il cambiamento<br />

e con la revisione del sistema di performance management,<br />

in modo da legare le retribuzioni ai risultati ottenuti<br />

durante l’integrazione.<br />

Le indagini condotte da Towers Watson e l’esperienza sul<br />

campo insegnano che la probabilità di conseguire gli<br />

obiettivi strategici previsti nella fase di pianificazione<br />

dipende in gran parte dalla fase in cui i temi relativi alla<br />

gestione delle persone vengono presi in considerazione.<br />

Un coinvolgimento troppo tardivo degli specialisti in materia<br />

di risorse umane può portare a un sostanziale insuccesso<br />

dell’operazione. Al contrario, il coinvolgimento<br />

di specialisti interni o esterni già nella fase di due diligence<br />

consente di gestire al meglio tutto il<br />

periodo di integrazione, preparando per tempo<br />

gli strumenti e intervenendo in modo efficace<br />

sulle criticità.


ACCADE IN ITALIA E NEL MONDO<br />

di PAOLO BERTOLI<br />

Direttore Responsabile di <strong>ANDAF</strong> <strong>Magazine</strong><br />

32<br />

Borse, mercati finanziari e scudo anti-spread. Si archivia<br />

il 2012 con un salvataggio perfettamente riuscito.<br />

Ma nel <strong>2013</strong> occorrerà mettere l’elmetto<br />

(dal web e dal Sole 24 Ore del 6 marzo <strong>2013</strong>)<br />

Nel mese di febbraio 2012 il Dow Jones ha toccato il massimo<br />

di tutti i tempi a quota 14.165 punti. Il Dax di Francoforte,<br />

la migliore di tutte le Borse europee, è tornato sui<br />

livelli del 2008 mettendosi definitivamente alle spalle il<br />

crack di Lehman Brothers.<br />

Dal 24 luglio, che non a caso è il giorno dell’annuncio dello<br />

scudo anti-spread da parte del governatore della BCE<br />

Mario Draghi, anche le Borse europee più in difficoltà (quelle<br />

dei Paesi della periferia europea, i più colpiti al momento<br />

dal cambio rigido con i Paesi del Nord Europa) hanno invertito<br />

la china. Tanto che da allora Atene è stato il listino<br />

migliore su scala globale con un balzo del 64,5%, seguito<br />

da Madrid (+41,7%) e Tokyo (+40,5%). Milano è al quinto<br />

posto della classifica delle Borse mondiali con un +28%.<br />

La più grande accelerazione si è avuta a partire dallo scorso<br />

novembre, quando è cambiato il sentiment degli investitori.<br />

Si è passati da una lunga fase risk off al risk on. È partita<br />

la “grande rotazione” da asset meno rischiosi a strumenti<br />

finanziari dal più alto rapporto rischio/rendimento.<br />

Lo dimostrano, oltre ai rialzi degli indici azionari, il recupero<br />

dell’euro nei confronti del dollaro e la discesa dello<br />

spread BTP-Bund, dovuta perlopiù al riacquisto di titoli di<br />

Stato italiani da parte di investitori stranieri e alla contestuale<br />

vendita di Bund a tassi reali negativi.<br />

La “grande rotazione” è in atto. Certamente agevolata dall’enorme<br />

liquidità immessa sui mercati dalle banche centrali<br />

che hanno la facoltà di azionare la leva del quantitative<br />

easing, come la FED che sta stampando da settembre 1985<br />

miliardi di dollari al mese acquistando titoli di Stato USA<br />

e titoli obbligazionari legati al mercato dei mutui, o la Banca<br />

del Giappone che nel <strong>2013</strong> ha potenziato il proprio programma<br />

di iniezione di moneta per “tenere basso” lo yen.<br />

Su questo gli esperti concordano, e sono d’accordo anche<br />

nell’affermare che stiamo entrando in una fase di ipercomprato<br />

all’interno della quale aleggia lo spettro di uno storno,<br />

di una correzione. Ci sarà E di quale entità<br />

«Gli indici continuano ad aggiornare nuovi massimi – spiegano<br />

Michael Hewson e Tim Waterer, senior market analyst<br />

e senior trader di Cmc Markets – e gli investitori non sembrano<br />

esserne troppo preoccupati. Non dimentichiamoci,<br />

tuttavia, che quando la correzione arriverà dovremo essere<br />

pronti a indossare l’elmetto. Infatti, nonostante il momentum<br />

sia ancora risk on, nessuno se la sente di stappare<br />

la bottiglia di champagne. Chiunque cerchi ora di entrare<br />

sul top di mercato è destinato a ricevere sonori schiaffi<br />

perché, qualsiasi idea possiate avere sull’adeguatezza<br />

dei prezzi di mercato in questo momento, non può mascherare<br />

la crescente frammentazione dell’economia europea<br />

e i suoi deboli dati economici».<br />

Non è di questo parere Luca Gabriele Trabattoni, responsabile<br />

per l’Italia di Union Bancaire Privée: «I livelli raggiunti<br />

dagli indici azionari in questi ultimi giorni non rappresentano<br />

un problema. Infatti, molte aziende che fanno<br />

parte di questi indici esprimono valutazioni interessanti,<br />

che presuppongono spazi di crescita ulteriore. In generale<br />

le società hanno saputo ristrutturarsi e adattare la produzione<br />

ai nuovi livelli di crescita economica. Proprio perché<br />

i valori delle quotazioni sono interessanti riteniamo che<br />

possa continuare, se non addirittura incrementare, il flusso<br />

di denaro che si sta spostando dal cash e dalle obbligazioni<br />

verso il mercato azionario, e che quindi farà da sostegno<br />

alle Borse. Avremo periodi di rotazione settoriale e<br />

di Paese, ma non vediamo grosse correzioni sui principali<br />

indici. A oggi non abbiamo altre classi di attivi che siano<br />

più interessanti e attrattive rispetto alle azioni da inserire<br />

nei portafogli. In generale, le uniche incertezze per i mercati<br />

finanziari possono venire dal mondo della politica e<br />

avere quindi una conseguenza sui mercati azionari. Abbiamo<br />

visto di recente che anche in questo caso l’impatto è stato<br />

limitato ad alcuni Paesi, seguito da una ripresa molto<br />

veloce dei mercati azionari».<br />

Posizione intermedia di Federico Mobili, responsabile azionario<br />

di BNP Paribas Investment Partners: «Gli indici<br />

effettivamente si trovano sui massimi. In particolare il<br />

Dow Jones ha superato i massimi assoluti del 2007, mentre<br />

lo S&P 500 ne è ad un passo attestandosi a 1540. Dal punto<br />

di vista dell’analisi tecnica gli indici si trovano in ipercomprato<br />

nel breve periodo, e ci potrebbe essere un leggero<br />

calo nelle prossime settimane dettato appunto dall’elevato<br />

livello di ipercomprato tecnico. Tuttavia, questa<br />

correzione dovrebbe essere di lieve entità, in quanto importanti<br />

elementi negativi non sono presenti nel lungo periodo.<br />

Se ci sarà una correzione, gli indici più colpiti saranno<br />

quello tecnologico e bancario, e in generale quello<br />

dei consumi discrezionali».


La società di Consulenza di Direzione<br />

da più tempo al fianco<br />

della realtà imprenditoriale italiana e<br />

delle aziende del Made in Italy.<br />

GEA S.p.A. • Casa Grondona 1876 • Corso Italia 47, 20122 Milano<br />

Tel. +39 02 62023.1 • Fax +39 02 62023284 • www.gea.it • gea.consulenti@gea.it


RECENSIONI a cura di Alberto Tron<br />

34<br />

“I RAMI D’AZIENDA”<br />

Genesi, tratti distintivi, lineamenti economici<br />

Enrico Gonnella<br />

I radicali repentini cambiamenti che contraddistinguono<br />

sempre più intensamente l’ambiente economico attuale richiedono<br />

alle aziende un ripensamento sistematico del proprio<br />

“modo di essere”, della dimensione che le caratterizza,<br />

del loro portafoglio di aree strategiche d’affari, delle alleanze<br />

instaurate con altre unità e altro ancora.<br />

Ciò, avendo come obiettivo di fondo la creazione del valore della<br />

proprietà e gli stakeholder in genere.<br />

Nel contesto accennato le operazioni di finanza straordinaria<br />

aventi per oggetto “rami d’azienda”, ovvero complessi<br />

aziendali in “scala ridotta” quali esempio le cessioni, i conferimenti<br />

e le scissioni, sono sempre più frequenti.<br />

Nonostante questo, il fenomeno “ramo d’azienda” raramente<br />

è stato indagato in modo sistematico, in Italia come all’estero.<br />

Se ne parla, in effetti, soprattutto in opere che descrivono<br />

– da varie angolazioni (finanziaria, giuridica, contabile,<br />

privatistica, valutativa, fiscale, ecc.) – le operazioni di<br />

Merger & Acquisition (M&A), ma lo si fa solo in modo strumentale<br />

allo svolgimento di altri temi principali.<br />

La conoscenza più approfondita della realtà di cui si tratta è<br />

invece utile per almeno due ragioni:<br />

1) ai fini della corretta valutazione economica del complesso<br />

oggetto di trasferimento;<br />

2) per una più consapevole e razionale assunzione di decisioni<br />

strategiche di cessione/acquisizione di rami aziendali,<br />

attuate nell’ambito delle varie operazioni di gestione<br />

straordinaria e finalizzate alla frazione di valore.<br />

Il volume prende in esame il “ramo d’azienda” con finalità<br />

strettamente conoscitive, nel tentativo di condurre un’analisi<br />

sistematica del fenomeno volta a coglierne per quanto<br />

possibile la genesi, gli elementi costitutivi e i tratti distintivi,<br />

gli effetti normativi che si manifestano al momento del<br />

trasferimento sulla sua stessa economia,<br />

nonché su quella dell’azienda<br />

madre e – se del caso – dell’azienda<br />

inglobante.<br />

Nel caso delle aziende acquirenti,<br />

nel volume sono stati analizzati con<br />

profondità d’esame i riflessi prodotti<br />

dall’integrazione di rami aziendali<br />

sia sulla redditività di tali aziende<br />

(soprattutto con riferimento alla possibile<br />

insorgenza di sinergie positive e negative, nonché ai<br />

costi di integrazione), sia sul loro profilo di rischio. Nel caso<br />

delle aziende enucleanti, sono state osservate le ricadute<br />

dovute alla enucleazione di rami aziendali sia sulla loro<br />

capacità reddituale (principalmente con riguardo alla possibile<br />

scomparsa di sinergie in atto di segno positivo e negativo,<br />

si parla rispettivamente di dispersioni negative e<br />

di dispersioni positive, come alla manifestazione di casi<br />

di dismissione), sia sulla loro rischiosità, senza trascurare<br />

da ultimo il problema dell’utilizzo della liquidità ottenuta<br />

come corrispettivo nell’operazione di cessione.<br />

“ESTEROVESTIZIONE E RESIDENZA”<br />

Piergiorgio Valente<br />

La residenza fiscale delle società è tema di stringente attualità<br />

nel contesto della fiscalità internazionale: la corretta individuazione<br />

della residenza solleva particolari<br />

criticità nella concreta applicazione,<br />

sia con riferimento alle società<br />

holding che alle società industriali<br />

e commerciali. Il termine “esterovestizione”<br />

fa riferimento alla fittizia<br />

localizzazione della residenza fiscale<br />

di società ed enti commerciali<br />

all’estero, dove è possibile beneficiare<br />

di un regime fiscale più favorevole<br />

rispetto a quello vigente nella giurisdizione della casa madre.<br />

Il pregevole volume di Piergiorgio Valente, “Esterovestizione<br />

e Residenza” (III edizione), analizza e illustra in maniera<br />

esaustiva il fenomeno della “esterovestizione societaria”,<br />

mettendo in luce i diversi profili e le numerose variabili<br />

che rivestono un ruolo fondamentale nell’accertamento<br />

della residenza effettiva delle società.<br />

Questa edizione dell’opera – dalla struttura rinnovata rispetto<br />

alle precedenti – nell’esaminare in dettaglio il tema della residenza<br />

e della “esterovestizione societaria” con riferimenti<br />

normativi, dottrinari e giurisprudenziali, fornisce linee<br />

guida per la corretta interpretazione e applicazione dei criteri<br />

di collegamento sostanziale previsti dall’art. 73 del TUIR<br />

e dall’art. 4 del Modello di Convenzione contro le doppie<br />

imposizioni dell’OCSE. In particolar modo si fa riferimento<br />

alla loro evoluzione interpretativa, desumibile dalle più<br />

recenti pronunce giurisprudenziali.<br />

Nel pregiarsi delle competenze e dell’esperienza dell’autore in<br />

materia, il volume illustra le modalità attraverso cui il contribuente<br />

può difendere la propria posizione in caso di verifica da<br />

parte dell’Amministrazione Finanziaria, descrivendo in dettaglio<br />

gli oneri probatori a carico, rispettivamente del contribuente<br />

e delle Autorità Fiscali. Vi è poi una trattazione esaustiva degli<br />

aspetti metodologici e applicativi del rapporto multi-test, per la<br />

dimostrazione dell’effettiva residenza all’estero delle società<br />

partecipate da un soggetto residente nel territorio nazionale.<br />

Il libro include altresì un’analisi dettagliata della giurisprudenza<br />

italiana, comunitaria e internazionale in materia, e contiene<br />

una raccolta alquanto ampia dei testi giurisprudenziali<br />

più significativi. Un’esauriente trattazione viene riservata<br />

ai profili di criticità relativi a eventuali responsabilità penaltributarie<br />

connesse alle contestazioni sull’effettiva residenza<br />

all’estero delle società.<br />

Oltre alla tematica della residenza fiscale delle società e della<br />

“esterovestizione”, il volume illustra i criteri di determinazione<br />

della residenza fiscale di una persona fisica, analizzando<br />

la normativa tributaria nazionale, le disposizioni convenzionali,<br />

la giurisprudenza italiana, comunitaria e internazionale,<br />

e la prassi ministeriale.<br />

L’opera di Piergiorgio Valente è unica nel suo genere e rappresenta<br />

lo strumento più completo a disposizione di quanti<br />

si trovino ad affrontare le criticità pratico-applicative che<br />

la determinazione e l’accertamento della residenza fiscale<br />

di società e persone fisiche pongono.


TAX NEWS<br />

36<br />

LEGISLAZIONE<br />

Deducibilità auto aziendali<br />

La Legge del 24 dicembre 2012, n. 228 (Legge<br />

di Stabilità <strong>2013</strong>) ha previsto una riduzione<br />

dal 27,5% (già introdotta dall’articolo 4, comma<br />

72, lett. a), della Legge n. 92/2012,<br />

c.d. Legge Fornero) al 20% del limite di deduzione delle<br />

spese e degli altri componenti negativi relativi alle autovetture<br />

e ai veicoli utilizzati nell’esercizio di imprese, arti<br />

e professioni, nonché a quelli non utilizzati esclusivamente<br />

come beni strumentali all’attività di impresa.<br />

Per completezza si ritiene opportuno evidenziare che la Legge<br />

n. 92/2012 ha inoltre previsto la riduzione, dal 90% al<br />

70%, della deducibilità dei costi relativi ai veicoli concessi<br />

in uso promiscuo ai dipendenti per la maggior parte del<br />

periodo d’imposta. Si ricorda che si considera dato in uso<br />

promiscuo al dipendente, per la maggior parte del periodo<br />

d’imposta, il veicolo utilizzato dallo stesso per la metà più<br />

uno dei giorni che compongono il periodo di imposta del<br />

datore di lavoro.<br />

Le nuove percentuali di deducibilità si applicano a decorrere<br />

dal 1° gennaio <strong>2013</strong>. Tuttavia, nella determinazione degli<br />

acconti <strong>2013</strong> si assume, quale imposta del periodo precedente,<br />

quella che si sarebbe determinata applicando tali<br />

nuove disposizioni.<br />

STUDIO DI CONSULENZA TRIBUTARIA E LEGALE<br />

ristiche del nuovo regime opzionale dell’IVA<br />

per cassa (c.d. cash accounting) introdotto dall’art.<br />

32-bis del D.L. 83/2012 (c.d. Decreto Sviluppo<br />

2012) ed applicabile – secondo quanto<br />

previsto dalla disciplina attuativa del D.M.<br />

dell’11 ottobre 2012 e dal Provvedimento Direttoriale<br />

del 21 novembre – già a partire dal<br />

1° dicembre 2012.<br />

In particolare, il citato regime consente ai soggetti passivi<br />

con un volume di affari inferiore a € 2.000.000 di differire<br />

l’esigibilità dell’IVA al momento dell’incasso dei corrispettivi.<br />

Simmetricamente, il contribuente potrà esercitare<br />

la detrazione dell’IVA assolta sugli acquisti solo al momento<br />

del pagamento del corrispettivo e, al più tardi, con la dichiarazione<br />

relativa al secondo anno successivo al pagamento.<br />

L’imposta diviene comunque esigibile/detraibile decorso<br />

un anno dall’effettuazione dell’operazione, salva l’ipotesi<br />

di assoggettamento del cessionario/committente a<br />

procedure concorsuali.<br />

Start-up innovative<br />

Il Decreto Legge del 18 ottobre 2012, n. 179 (c.d. Decreto<br />

Sviluppo-bis) ha introdotto una disciplina di favore per le<br />

c.d. Start-up innovative, intendendosi in tal senso le società<br />

di capitali di diritto italiano residenti (quindi Spa, Sapa, Srl),<br />

anche in forma di cooperativa o di “Societas Europaea” residente<br />

che – in presenza di una serie di requisiti qualificanti<br />

– possono fruire di alcuni benefici fiscali.<br />

Differimento dei termini per l’affrancamento dei<br />

maggiori valori delle attività immateriali emersi<br />

a seguito di operazioni straordinarie<br />

La Legge di Stabilità <strong>2013</strong> è intervenuta sulla disciplina della<br />

deducibilità fiscale degli ammortamenti relativi ai valori<br />

di avviamento, marchi d’impresa e altre attività immateriali<br />

ricompresi nelle partecipazioni di controllo ed emersi<br />

a seguito di operazioni straordinarie, affrancati ai sensi<br />

delle disposizioni del D. L. del 6 luglio 2011, n. 98, c.d. Manovra<br />

Estiva 2011, e del D. L. del 6 dicembre 2011, n. 201,<br />

c.d. Decreto Monti.<br />

In particolare, è stato previsto un differimento di cinque<br />

anni degli effetti di tale affrancamento, che così decorreranno<br />

dal periodo di imposta successivo a quello in corso<br />

al 31 dicembre 2017 per le operazioni straordinarie effettuate<br />

entro il 2010, e dal periodo di imposta successivo a<br />

quello in corso al 31 dicembre 2019 per le operazioni straordinarie<br />

effettuate entro il 2011.<br />

La citata Legge di Stabilità ha inoltre abolito la possibilità,<br />

introdotta dal D.L. n. 201/2011, di pagare ratealmente l’imposta<br />

sostitutiva del 16%.<br />

IVA per cassa<br />

L’Agenzia delle Entrate, a mezzo della Circolare Ministeriale<br />

del 26 novembre 2012, n. 44/E, ha illustrato le caratte-<br />

In particolare, è stata introdotta una detrazione IRPEF e<br />

IRES, rispettivamente del 19% e del 20% del capitale investito<br />

in una Start-up innovativa. Tali percentuali sono aumentate,<br />

nell’ordine, al 25% e 27% nel caso di Start-up operanti<br />

in ambito sociale o energetico.<br />

Il citato Decreto n. 179/2012 ha inoltre introdotto alcune<br />

deroghe alle norme di diritto societario valevoli per tutte le<br />

Start up innovative, con particolare riferimento alla disciplina<br />

sulla riduzione del capitale per perdite.<br />

INTERPRETAZIONI MINISTERIALI<br />

Istanza di rimborso IRPEF/IRES per mancata deduzione<br />

dell’IRAP relativa alle spese per il personale dipendente<br />

e assimilato<br />

L’Agenzia delle Entrate, a mezzo del Provvedimento del<br />

17 dicembre 2012, n. 140973, ha approvato il modello per<br />

l’istanza di rimborso IRPEF/IRES per la mancata deduzione<br />

dell’IRAP relativa alle spese per il personale dipendente<br />

e assimilato, introdotta dall’articolo 2 del D.L. del<br />

6 dicembre 2011, n. 201 (c.d. Manovra Monti). Tale istanza<br />

deve essere presentata, entro 48 mesi dalla data di ver-


A P P R O F O N D I M E N T O F I S C A L E<br />

La Legge del 24 dicembre 2012, n. 228 (c.d. Legge di Stabilità<br />

<strong>2013</strong>) ha previsto, a decorrere dal 2014, un incremento<br />

dell’importo della deduzione forfetaria ai fini IRAP<br />

prevista a fronte dell’impiego di lavoratori dipendenti a<br />

tempo indeterminato.<br />

In particolare, è stato disposto un incremento della deduzione<br />

forfetaria dell’IRAP relativa al costo del personale,<br />

che, su base annua, sarà pari a:<br />

- € 15.000 (non più € 9.200), per i dipendenti a tempo indeterminato<br />

impiegati nelle Regioni Abruzzo, Basilicata,<br />

Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e<br />

Sicilia;<br />

- € 7.500 (non più € 4.600) negli altri casi.<br />

Per i lavoratori di sesso femminile, nonché per i lavoratori<br />

di età inferiore a 35 anni, la deducibilità annua è aumentata<br />

fino a:<br />

- € 21.000 (non più € 15.200) per i dipendenti a tempo indeterminato<br />

impiegati nelle suddette Regioni “svantaggiate”;<br />

- € 13.500 (non più €10.600) negli altri casi.<br />

Si ricorda che la deduzione prevista per i lavoratori impiegati<br />

nelle Regioni “svantaggiate” (pari a 15.000 per<br />

ogni dipendente a tempo indeterminato, aumentata a 21.000<br />

per donne e giovani) può essere fruita nel rispetto dei limiti<br />

derivanti dall’applicazione della regola de minimis di<br />

cui al Regolamento CE n. 69/2011.<br />

samento delle imposte, esclusivamente in via telematica<br />

e direttamente dai contribuenti abilitati a Entratel o<br />

Fisconline, oppure utilizzando il software Rimborso-<br />

IrapSpesePersonale, disponibile sul sito internet dell’Agenzia<br />

delle Entrate.<br />

Sul tema si ritiene opportuno precisare che l’introduzione<br />

della possibilità di richiedere il rimborso in commento è stata<br />

prevista dall’articolo 4, comma 12, del D.L. del 2 marzo<br />

2012, n. 16 (c.d. decreto semplificazioni fiscali), che<br />

ha esteso anche ai periodi di imposta precedenti al 2012 la<br />

nuova deduzione analitica dell’IRAP sul costo del lavoro.<br />

Per completezza si ricorda che tale deduzione, che si affianca<br />

alla precedente deduzione del 10% dell’IRAP riferita<br />

alle spese per interessi passivi e oneri assimilati, opera ai<br />

fini IRES e IRPEF ed è pari al 100% dell’IRAP relativa<br />

alla quota imponibile delle spese per il personale dipendente<br />

o assimilato, al netto delle deduzioni di legge.<br />

Società in perdita sistematica<br />

In occasione di Telefisco <strong>2013</strong>, l’Agenzia ha fornito importanti<br />

chiarimenti anche con riferimento alla disciplina<br />

applicabile alle società in perdita sistematica, che interesserà<br />

per la prima volta le dichiarazioni riferite al periodo<br />

di imposta 2012.<br />

In particolare, in questa sede si segnala che è stato adottato<br />

un approccio stringente per quelle società che hanno dichiarato<br />

perdite per il triennio 2009-2011 e che sono pertanto<br />

soggette all’imputazione del reddito minimo per il<br />

2012. Secondo il parere dell’Agenzia, infatti, se dette società<br />

chiudono il 2012 in perdita fiscale dovranno applicare<br />

la normativa delle società in perdita sistematica anche<br />

nel <strong>2013</strong>, a nulla valendo il fatto che per il 2012 il reddito<br />

della società sia stato adeguato a quello minimo e che su tale<br />

reddito la società stessa abbia assolto le imposte.<br />

37<br />

Principali risposte ai quesiti fornite in occasione di<br />

Telefisco <strong>2013</strong><br />

Rivalutazione partecipazioni e terreni<br />

Con la Circolare Ministeriale del 15 febbraio <strong>2013</strong>, n. 1/E<br />

(Telefisco <strong>2013</strong>), l’Agenzia delle Entrate ha precisato che<br />

l’omessa indicazione nel modello Unico (quadri RM o RT)<br />

delle rivalutazioni delle partecipazioni, o dei terreni, costituisce<br />

una violazione formale e non pregiudica in alcun modo<br />

gli effetti della rivalutazione che si perfeziona con il versamento<br />

dell’intero importo, ovvero della prima rata dell’imposta<br />

sostitutiva. Resta comunque ferma l’applicazione<br />

delle relative sanzioni, con un minimo di € 258 fino a un<br />

massimo di € 2.065.


MERCATI E STRATEGIE DI INVESTIMENTO<br />

a cura di MANUELA MACCIA<br />

Responsabile Offerta e Advisory BNL-BNP Paribas Private Banking<br />

38<br />

Benvenuti nella sezione dedicata all’analisi<br />

di scenario dei mercati finanziari<br />

a cura di BNL-BNP Paribas Private Banking<br />

Dalla politica alla macroeconomia... e ritorno<br />

Gli sviluppi politici hanno guidato la propensione al rischio negli<br />

ultimi mesi. L’esito dei negoziati di bilancio negli Stati Uniti ha<br />

concentrato l’attenzione dei mercati finanziari. Il temporaneo<br />

accordo fiscale di fine 2012 aveva portato un po’ di sollievo fra gli<br />

investitori, ma non ha evitato che all’inizio di marzo <strong>2013</strong>, in assenza<br />

di un accordo politico sulla dinamica del debito pubblico, si procedesse<br />

a una serie di tagli automatici alla spesa pubblica con sensibili<br />

effetti sulle prospettive di crescita economica e di occupazione.<br />

In base alle nostre stime, gli effetti del c.d. sequestration<br />

dovrebbero concentrarsi nei tre mesi successivi all’implementazione<br />

e dovrebbero tradursi in una perdita di circa 300 mila posti<br />

di lavoro e 1.2% di riduzione del GDP. Superato l’evento sequestration,<br />

l’economia potrebbe beneficiare di un effetto catch-up<br />

nella seconda metà dell’anno, soprattutto per quanto riguarda gli<br />

investimenti del settore corporate. Più in generale, sul fronte<br />

macro e degli utili, il flusso di notizie rimane in gran parte favorevole<br />

alle attività rischiose. Le previsioni sulla produzione globale<br />

sono ulteriormente migliorate. Gli indici sulle sorprese macro, già<br />

a livelli positivi negli Stati Uniti, sono migliorate in Europa e in<br />

Cina. La crescita economica ha smesso di deteriorarsi in Europa.<br />

La Cina ha toccato il fondo e il ciclo di produzione ha il potenziale<br />

per riprendersi ulteriormente.<br />

Politica italiana al centro della scena europea<br />

L’esito delle elezioni politiche italiane ha portato una battuta d’arresto<br />

a fine febbraio nella propensione al rischio mostrata dagli investitori<br />

all’inizio dell’anno, e riportato volatilità sui mercati. Il sentimento<br />

pro-crescita e pro-occupazione, che già aveva portato in<br />

Francia alla vittoria di Hollande lo scorso anno, ha assunto in Italia<br />

connotati piu’ forti, di protesta anti-austerity. La contrapposizione<br />

tra le coalizioni politiche deputate a formare un nuovo Governo<br />

pone in questione il tema della governabilità e della continuità delle<br />

riforme strutturali. I tempi per la formazione di un nuovo Governo<br />

potrebbero non essere brevi, alimentando ulteriore volatilità sui<br />

mercati. La preoccupazione immediata che si possano ripresentare<br />

le condizioni di tensione sugli spread periferici, già viste nel recente<br />

passato, appare attenuata dalla consapevolezza che il rischio<br />

“eventi estremi” in area euro è sensibilmente diminuito da quando il<br />

governatore Draghi ha varato il piano OMT (programma di acquisto<br />

bond). In tal senso, se per l’Italia è comunque necessario che si<br />

formi un Governo perché possa beneficare della potenziale protezione<br />

del piano OMT, è altrettanto vero che le condizioni strutturali<br />

del funding <strong>2013</strong> appaiono migliori rispetto a quelle di altri Paesi<br />

periferici. A tutt’oggi l’Italia ha completato il 27% circa del piano di<br />

emissioni <strong>2013</strong>, e il contesto tecnico emissioni-rimborsi per l’anno<br />

in corso – includendo anche il pagamento delle cedole – è negativo<br />

per soli euro 10mld. Tenuto conto che il 60% del debito pubblico italiano<br />

è detenuto da investitori domestici e che le banche italiane<br />

hanno rimborsato solo un ammontare modesto dei fondi LTRO a 3<br />

anni, lo scenario prospettico sulle condizioni tecniche di funding non<br />

dovrebbero essere tali da alimentare un allargamento di spread delle<br />

dimensioni viste durante l’estate 2012. Il vero rischio sui Titoli di<br />

Stato italiani è rappresentato dalle azioni di downgrade che verrebbero<br />

intraprese dalle agenzie di rating nel caso in cui non si formasse<br />

una coalizione di Governo in grado di assicurare continuità nel<br />

programma di austerity. Raccomandiamo nell’immediato di<br />

mantenere un approccio prudente e selettivo sugli attivi italiani, sia<br />

su quelli a reddito fisso sia sulle azioni.<br />

Il ruolo cruciale delle Banche Centrali<br />

Inoltre, in tale contesto di rinnovata tensione la BCE ha margini di<br />

manovra sul taglio dei tassi, anche alla luce dei recenti dati di inflazione<br />

che hanno mostrato a febbraio una dinamica prezzi sotto la<br />

soglia di stabilità definita dalla stessa Banca Centrale.<br />

Negli USA la FED continua nella politica di monetizzazione del<br />

debito a una media di circa dollari 4 mld al giorno, fornendo un supporto<br />

fondamentale per gli attivi rischiosi. Tuttavia, l’imminente<br />

taglio automatico della spesa pubblica e gli effetti che questo comporterà<br />

in termini di crescita economica e di occupazione, dovrebbe<br />

riflettersi in un incremento di volatilità sui mercati finanziari, nonostante<br />

l’eccesso di liquidità fornito dalla Banca Centrale.<br />

Dall’altra parte dell’Oceano, il newsflow più recente sta dando<br />

segnali di ripresa per l’economia giapponese, avvalorati dall’aspettativa<br />

che la Bank of Japan – sotto la nuova guida di Haruhiko<br />

Kuroda – voglia far ulteriormente notare il cambiamento di regime<br />

nella propria politica monetaria, ad esempio attraverso un<br />

piano di acquisto titoli governativi ancora più aggressivo rispetto<br />

a quello già intrapreso.<br />

È di tutta evidenza come il ruolo delle Banche Centrali, nelle varie<br />

aree geografiche mondiali, sia sempre più determinante per l’andamento<br />

dei mercati finanziari influenzando fortemente tassi, cambi e<br />

aspettative di inflazione.<br />

Raccomandazioni operative nei portafogli<br />

Ci aspettiamo ancora movimenti negativi nelle prossime sedute,<br />

soprattutto sugli asset rischiosi europei, a causa delle incertezze<br />

legate al contesto politico italiano. Non ci aspettiamo che la BCE<br />

intervenga in questa fase. Ricordiamo, infatti, che per attivare<br />

l’OMT il Paese deve accordarsi per un programma di aggiustamento<br />

con l’ESM. Il problema ora è che l’esito elettorale rende<br />

difficile il raggiungimento di un simile accordo. Crediamo,<br />

comunque, che la BCE interverrà se l’Italia dovesse rappresentare<br />

una minaccia per l’euro e che – in ogni caso – l’attuale debolezza<br />

del contesto macroeconomico potrebbe aprire la strada per un<br />

taglio dei tassi di interesse a marzo o ad aprile.<br />

Al momento manteniamo invariata, nel medio termine, la nostra<br />

strategia di investimento positiva sugli attivi rischiosi. La correzione<br />

dovrebbe essere temporanea e i mercati azionari mantengono un<br />

potenziale di rendimento attraente, soprattutto su fasi di correzione<br />

che rappresentano – a nostro parere – un’opportunità di ingresso per<br />

gli investitori. Questo dal momento che i mercati stanno “sanando”,<br />

dopo oltre sei mesi di rialzi, le condizioni di eccesso di comprato che<br />

si erano create a inizio anno, preparando così la strada alla prossima<br />

fase di recupero. La principale tendenza resta rialzista, visto che l’economia<br />

mondiale sta guadagnando slancio, il che supporta le prospettive<br />

degli utili aziendali. Le valutazioni sono interessanti, così<br />

come lo sono i posizionamenti degli investitori, generalmente molto<br />

sottoesposti sui mercati azionari.<br />

Documento chiuso il 4 marzo <strong>2013</strong>


Un evento organizzato da:<br />

by Lefebvre Software<br />

In collaborazione con<br />

“La nuova frontiera dei sistemi di<br />

Pianificazione e Controllo”<br />

Le nuove esigenze di Controller e CFO<br />

L’importanza del dialogo<br />

Tempestività, flessibilità, dinamismo e…Talento!<br />

Quali strumenti di azione<br />

Gli incontri hanno l’obiettivo di illustrare modelli di reporting, budgeting, planning e<br />

consolidamento con casi pratici aziendali con importanti testimonianze ed interventi.<br />

Bologna 21/05/<strong>2013</strong><br />

Testimonial:<br />

Dott. Gianni Saccani<br />

Dir. Amm. Fin.<br />

Brevini Power<br />

Transmission Spa<br />

Roma 04/06/<strong>2013</strong><br />

Testimonial:<br />

Dott. Paolo Marchetti<br />

Dir. Amm. Fin.<br />

Mondo TV spa<br />

Padova 11/06/<strong>2013</strong><br />

Testimonial:<br />

Dott. Carlo Murer<br />

Dir. Amm. Fin.<br />

Piovan spa<br />

Per iscriversi agli eventi, consultare i programmi o richiedere maggiori informazioni<br />

consultate il nostro sito web.<br />

www.lswe.it


<strong>ANDAF</strong> HOUSE ORGAN<br />

40<br />

Decisioni del CD <strong>ANDAF</strong> del 3 dicembre 2012<br />

Il presidente <strong>ANDAF</strong> Fausto Cosi esprime soddisfazione<br />

per l’ottimo risultato ottenuto al Congresso di Bologna.<br />

Federico Tammaro, presidente della Sezione Campania,<br />

illustra quindi la situazione in relazione al Congresso<br />

Nazionale <strong>2013</strong> previsto a Napoli alla fine di ottobre <strong>2013</strong>.<br />

Il Presidente introduce l’argomento “Servizi ai Soci” facendo<br />

riferimento alle sempre più numerose richieste di supporto<br />

da parte di associati che hanno perso il posto di lavoro,<br />

o ritengono precarie le loro prospettive. Lascia dunque<br />

la parola al consigliere Paola Bosso che, come da mandato<br />

ricevuto nella precedente riunione consiliare, ha approfondito<br />

l’argomento con altri consiglieri costituendo un gruppo<br />

di lavoro. Il Consigliere illustra un piano operativo che prevede<br />

la possibilità di offrire al Socio un colloquio con operatori<br />

specializzati (psicologi, formatori, coach) e una serie<br />

coordinata di incontri su base territoriale con l’attivo<br />

coinvolgimento<br />

delle Sezioni sui temi del recruiting, career management<br />

e coaching. Verrà costituita anche un’efficace rete di relazioni<br />

con Federmanager, società di head hunting e di outplacement,<br />

e AIDP (Associazione Italiana Direttori del Personale).<br />

Il Presidente introduce il “Progetto Formazione”<br />

che costituisce un obiettivo qualificante nel programma<br />

di attività approvato dal Consiglio Direttivo all’inizio<br />

del proprio mandato. Dietro proposta del Presidente, il<br />

Consiglio Direttivo conferisce unanime mandato a Savarese<br />

e Guelmani affinché procedano a definire entro gennaio<br />

il percorso formativo del <strong>2013</strong> e a organizzare il primo<br />

modulo entro marzo <strong>2013</strong>.<br />

I Consiglieri vengono informati da Romano Guelmani delle<br />

seguenti attività:<br />

1. Congresso IAFEI di Cancun, al quale hanno partecipato<br />

lo stesso Guelmani in rappresentanza di <strong>ANDAF</strong><br />

e Pagani in qualità di Tesoriere IAFEI. Nel corso<br />

del Board of Directors del 14 novembre 2012 sono state<br />

deliberate le seguenti decisioni:<br />

- nomina di Luis Ortiz Hidalgo (IMEF) a Chairman<br />

IAFEI per il <strong>2013</strong>;<br />

- nomina di Fausto Cosi a Vice-Chairman IAFEI<br />

- conferma di Emilio Pagani a Treasurer IAFEI;<br />

- ratifica della decisione dell’Executive Committee,<br />

presa a Tokyo il 3 agosto 2012, di istituire i seguenti<br />

Comitati Internazionali IAFEI:<br />

- IFRS Committee;<br />

- International Tax Committee;<br />

- International Treasury Committee;<br />

- questi Comitati si aggiungono all’International<br />

Observatory of Management Controller Committee,<br />

già operativo da tempo.<br />

2. “La Stanza dei Bottoni”, talk show economico<br />

di Class CNBC, che affronta concrete tematiche<br />

di gestione d’impresa. <strong>ANDAF</strong> invierà per ciascuna<br />

puntata settimanale, quale testimonial, un Socio<br />

esperto dell’argomento di volta in volta trattato.<br />

Decisioni del CD <strong>ANDAF</strong> del 4 febbraio <strong>2013</strong><br />

Il tesoriere <strong>ANDAF</strong> Severino Savarese illustra<br />

il preconsuntivo 2012 dell’Associazione, che chiude<br />

in sostanziale pareggio nonostante la difficilissima<br />

congiuntura. Commentando il budget preliminare <strong>2013</strong>,<br />

Savarese evidenzia che si è cercato di bilanciare<br />

costi/ricavi alla luce anche della situazione attuale<br />

del Paese, contenendo il più possibile i costi ma<br />

favorendo comunque una corretta attività dell’Associazione,<br />

ivi compresa la possibilità di fornire i mezzi per nuovi<br />

progetti con un’allocazione di spesa di 10.000 euro.<br />

Alberto Tron illustra i temi del Forum sul Bilancio <strong>2013</strong>,<br />

sottolineando che quest’anno, oltre alla ricerca sugli<br />

impairment test e sui cash flow delle società quotate<br />

italiane condotta dal prof. Allegrini dell’Università<br />

di Pisa, sarà presentato anche uno studio realizzato<br />

dal prof. Quagli dell’Università di Genova – pure questo<br />

in collaborazione con <strong>ANDAF</strong> – che riguarda le discrasie<br />

fra disciplina civilistica e principi contabili internazionali<br />

IAS/IFRS nel trattamento delle riserve di patrimonio<br />

netto dei Bilanci delle Società quotate italiane.<br />

I Consiglieri vengono informati da Romano Guelmani<br />

delle seguenti attività:<br />

- il Progetto Formazione – con il brand “<strong>ANDAF</strong> Education –<br />

procede in linea col mandato ricevuto dal Consiglio;<br />

il 15 marzo <strong>2013</strong> si terrà il primo corso sul “Working<br />

Capital Management” cui, nell’arco del <strong>2013</strong>,<br />

seguiranno altri 3 corsi su temi differenti.<br />

- Il Progetto Censimento Soci viene commentato illustrando<br />

il documento “Progetto Anagrafica Associati”,<br />

che riporta la situazione dei Soci <strong>ANDAF</strong> presenti<br />

nel data base dell’Associazione al 15 gennaio <strong>2013</strong>.<br />

Nel corso dell’anno verrà ultimato il progetto<br />

di aggiornamento e integrazione dei dati,<br />

al fine di completare il suddetto censimento.<br />

- Viene fornito un aggiornamento dell’organizzazione<br />

del Congresso di Napoli, che sta procedendo regolarmente.<br />

Viene confermato che la location sarà Castel dell’Ovo.<br />

La Cena conviviale si terrà al Circolo dell’Unione (parte<br />

integrante del Teatro San Carlo), location di grande prestigio.<br />

- Il Progetto dei 20. Poiché <strong>ANDAF</strong> sta costantemente<br />

crescendo sia in termini di associati che di iniziative,<br />

in ottica prospettica si è deciso di lanciare un programma<br />

di ricerca di giovani Soci – promettenti e motivati –<br />

da avvicinare progressivamente all’Associazione<br />

in modo da creare un nucleo che assicuri un efficiente<br />

ricambio nei ruoli istituzionali della stessa.<br />

- Al fine di allargare lo standing della nostra Associazione<br />

con l’inserimento di personalità di alto profilo, viene<br />

costituito un Comitato che si occuperà della stesura<br />

di una breve procedura per la selezione e nomina annuale<br />

di un ristretto numero di Soci Onorari. Il Comitato,<br />

coordinato da Romano Guelmani, sarà costituito<br />

da Vincenzo La Mattina e Claudio Lesca.<br />

- Viene confermato che il Congresso annuale IAFEI<br />

si terrà a Varsavia il 16/17 ottobre <strong>2013</strong>.


AUTOMAZIONE DEI<br />

PROCESSI FINANZIARI E<br />

OTTIMIZZAZIONE DEI<br />

SHARED SERVICES CENTER<br />

Milano, 7 maggio <strong>2013</strong> ore 17:30<br />

Bulgari Hotel & Resorts<br />

Via Privata Fratelli Gabba 7/B<br />

Kofax, leader nella fornitura di soluzioni innovative di smart capture<br />

e di automazione dei processi è lieta di invitarvi all’evento<br />

organizzato in collaborazione con <strong>ANDAF</strong> e Knowledge People<br />

Condivisione di esperienze di successo dei nostri clienti<br />

FEDERAL MOGUL e ORANGE FRANCE TELECOM<br />

I dipartimenti finanziari delle grandi organizzazioni si trovano ad affrontare sfide<br />

impegnative, come ottimizzare i costi, migliorare le prestazioni, attenersi alle<br />

norme regolatrici, contribuire a incrementare la visibilità e promuovere iniziative<br />

strategiche del Gruppo. Questo convegno è la giusta risposta, che offre ai<br />

Direttori Amministrativi e Finanziari la possibilità di confrontarsi in modo<br />

pragmatico per risolvere queste nuove sfide. Per iscrizioni: d.guidotti@andaf.it


NOTIZIARIO <strong>ANDAF</strong> a cura di Michele Malusà<br />

AGENDA DEGLI EVENTI PROGRAMMATI DALLE SEZIONI LOCALI DI <strong>ANDAF</strong><br />

(gli eventi possono essere soggetti a variazioni che verranno riportate sul nostro sito www.andaf.it)<br />

Luogo<br />

Data<br />

Titolo<br />

Sezione<br />

Piemonte<br />

Gli eventi sono<br />

organizzati dal CDAF<br />

(Club Dirigenti<br />

Amministrativi<br />

e Finanziari)<br />

Federato all’<strong>ANDAF</strong><br />

Torino 21 marzo La Previdenza Integrativa: impatti e opportunità<br />

dopo la riforma Fornero. Ospite d’eccezione<br />

il ministro Elsa Fornero<br />

Torino 11 aprile Coaching: una metodologia di allenamento<br />

per raggiungere gli obiettivi<br />

Torino Maggio Incontro con Pietro Modiano, Presidente<br />

di Nomisma<br />

Torino Giugno Assemblea annuale CDAF e Cena d’Estate<br />

Sezione<br />

Lombardia<br />

Milano 9 aprile Evento recruiting<br />

Milano 16 aprile Verifiche tributarie e aspetti penal tributari<br />

Milano 7 maggio Automazione dei processi finanziari e<br />

ottimizzazione dei Centri Servizi Condivisi<br />

Milano 15 maggio Fraud in azienda<br />

42<br />

Milano 22 maggio Stasera parliamo di... un evento dei soci per i soci<br />

Milano 29 maggio Partita doppia dei soci<br />

Milano 4 giugno Cena per i nuovi soci<br />

Milano 6 giugno SAP Innovation Forum<br />

Milano 26 giugno Happy Hour<br />

Milano 10 luglio Comitato Lombardia<br />

Sezione<br />

Liguria<br />

Genova 18 aprile Fiscalità internazionale, strategie e opportunità<br />

per le aziende italiane: focus Far East<br />

Genova 9 maggio Gli strumenti introdotti dalla Legge Fallimentare<br />

per il risanamento e il rilancio dell’azienda<br />

Genova 13 giugno Focus sulla finanza della PMI: linee guida<br />

per una corretta strutturazione della provvista<br />

Sezione<br />

Nord Est<br />

Venezia 15 maggio Intercompany Transfer Pricing<br />

Pordenone 29 maggio Risks management<br />

Padova 11 giugno La nuova frontiera dei sistemi di Pianificazione<br />

e Controllo<br />

Sezione<br />

Emilia Romagna<br />

Bologna 18 aprile Crisi finanziaria e tutela del credito: soluzioni<br />

innovative e risposta del mercato assicurativo<br />

Bologna 21 maggio La nuova frontiera dei sistemi di Pianificazione<br />

e Controllo


Sezione<br />

Emilia Romagna<br />

Sezione<br />

Toscana<br />

Bologna 20 giugno Il rating competitivo d’impresa: finalità, strumenti<br />

e applicazioni<br />

Firenze 11 aprile Crisi finanziaria e tutela del credito: soluzioni<br />

innovative e risposta del mercato assicurativo<br />

Firenze 16 maggio Il segreto del successo. Dalle esperienze sportive<br />

un importante contributo per le aziende moderne<br />

tra leadership e coaching<br />

Firenze 13 giugno Crescita e internazionalizzazione. Nuovi strumenti<br />

di finanziamento e di raccolta del capitale<br />

Sezione<br />

Marche-Umbria<br />

Sezione<br />

Centro sud<br />

Tolentino (MC) 11 aprile Il controllo di gestione in azienda: le nuove<br />

linee di Borsa Italiana come possibile modello<br />

di riferimento<br />

Roma 23 aprile Crisi finanziaria e tutela del credito: soluzioni<br />

innovative e risposta del mercato assicurativo<br />

Roma 16 maggio Il Controllo di Gestione al tempo dei Big Data<br />

Sezione<br />

Campania<br />

Sezione<br />

Puglia<br />

Sezione<br />

Sicilia<br />

Roma 4 giugno La nuova frontiera dei sistemi di Pianificazione<br />

e Controllo<br />

Napoli 16 aprile Forum sul bilancio<br />

Napoli 15 maggio Novità Fiscali<br />

Napoli 13 giugno La ristrutturazione del debito<br />

Bari 15 maggio Business Intelligence per ridurre i costi<br />

e migliorare la pianificazione finanziaria<br />

Siracusa 19 aprile Controllo di gestione a supporto dei sistemi<br />

informativi<br />

Catania 31 maggio Quotazione mercato ristretto e rete investitori<br />

al capitale di rischio<br />

43<br />

LA BACHECA <strong>ANDAF</strong> DEL MERCATO DEL LAVORO<br />

Tutte le offerte/richieste di lavoro (riferite a persone di entrambi i sessi) presenti in questa rubrica sono pubblicate,<br />

in tempo reale, sul nostro sito nella Bacheca del lavoro <strong>ANDAF</strong> (www.andaf.it). L’Associazione non prende<br />

parte in alcun modo alla selezione e non gestisce un database/archivio informatico dei dati personali. Per qualsiasi<br />

informazione o richiesta al riguardo è possibile rivolgersi alla Segreteria <strong>ANDAF</strong> (Tel. +39 02 83242288 - d.guidotti@andaf.it)<br />

LE AZIENDE CERCANO<br />

INTERNAL AUDITOR - TEMPORARY MANAGER<br />

Società di consulenza ricerca per un’azienda sua cliente,<br />

operante nel settore dell’impiantistica, un Internal<br />

Auditor Temporary Manager. Si richiede pregressa<br />

esperienza nell’Internal Auditing presso società<br />

di consulenza, o multinazionali, e buona conoscenza<br />

della lingua inglese. Il luogo di lavoro è in Lombardia,<br />

ma si richiede che l’interessato sia disponibile<br />

ad effettuare trasferte all’estero per controlli e verifiche<br />

presso gli impianti.<br />

[Rif. 13/0213-1002]<br />

MAJOR ACCOUNT SALES EXECUTIVES<br />

Azienda che opera nel settore dell’informatica da oltre<br />

20 anni, con 280 collaboratori, ricerca un Major<br />

Account Sales Executives. Il candidato ideale è<br />

un affermato agente di commercio del settore, di ottimo


NOTIZIARIO <strong>ANDAF</strong> a cura di Michele Malusà<br />

44<br />

standing, preferibilmente esperto nelle soluzioni<br />

di Business Intelligence. Avrà tra i principali<br />

obiettivi/mansioni: raggiungimento degli obiettivi<br />

di vendita; identificazione, sviluppo e finalizzazione<br />

delle opportunità commerciali; sviluppo delle relazioni<br />

commerciali di medio-lungo termine; sviluppo<br />

dei new business e attività di cross selling; interfaccia<br />

con le diverse funzioni aziendali nel raggiungimento<br />

del deal; attività di forecasting e planning.<br />

I CANDIDATI CERCANO<br />

CFO<br />

CFO, di gruppo e della società operativa italiana,<br />

per un’azienda che opera nel settore del Public<br />

Procurement (Servizi di Ingegneria Civile), riporta<br />

direttamente all’Amministratore Delegato<br />

e ha la responsabilità delle funzioni Amministrazione,<br />

Finanza, Controllo di Gestione e Controllo di Gruppo.<br />

In particolare assicura la predisposizione di piani<br />

pluriennali e budget economici e finanziari, programmi<br />

di produzione e sistematiche chiusure periodiche<br />

economiche e finanziarie corredate dai necessari<br />

key indicators. Ha la responsabilità di supportare<br />

le scelte direzionali. Per la stessa azienda ha gestito<br />

anche le Risorse Umane e curato la realizzazione<br />

delle procedure di controllo interno e l’implementazione<br />

di un ERP di moderna concezione.<br />

In precedenza ha ricoperto l’incarico di Responsabile<br />

Amministrativo sia per un’azienda manifatturiera<br />

del settore metalmeccanico che per una società<br />

che opera nel settore dell’impiantistica agroalimentare.<br />

Buona conoscenza della lingua inglese.<br />

[Rif. 13/0213-0001]<br />

DIRETTORE AMMINISTRAZIONE FINANZA,<br />

CONTROLLO E PERSONALE<br />

Laureata in Economia e Commercio, Dottore<br />

Commercialista, è attualmente Direttore<br />

Amministrazione, Finanza, Controllo e Personale<br />

per un’azienda del settore Industria Metalmeccanica.<br />

Tra le principali mansioni: predisposizione preventivo<br />

e consuntivo gestionale finanziario richiesto<br />

dall’Amministratore Delegato; redazione bilancio<br />

d’esercizio in IV direttiva CEE e consuntivo trimestrale;<br />

gestione rapporti con istituti esterni e organi interni<br />

della Società. In precedenza ha rivestito il ruolo<br />

di Responsabile Reporting Amministrazione Finanza<br />

e Controllo per un’azienda del settore costruzioni.<br />

Capacità di problem solving e massima flessibilità<br />

allo spostamento/trasferimento sia sul territorio<br />

nazionale che internazionale. Buona conoscenza della<br />

lingua francese e discreta dell’inglese.<br />

[Rif. 13/0213-0002]<br />

CONSULENTE AREA AMMINISTRATIVA<br />

E FINANZIARIA<br />

Consulente aziendale nell’area Amministrativa<br />

e Finanziaria, ha maturato una lunga e diversificata<br />

esperienza professionale in venti anni di attività,<br />

principalmente nel mondo delle piccole e medie imprese<br />

(PMI), anche con contratti di Temporary Management.<br />

Approccio concreto e pratico, opera a fianco<br />

dell’Imprenditore/Amministratore per l’interesse<br />

dell’impresa. Di seguito le aree di maggiore<br />

specializzazione e competenza: Bilancio d’Esercizio,<br />

Rendiconto Finanziario, Principi Contabili nazionali<br />

e IAS, Finanza Aziendale; Pianificazioni Economiche<br />

e Finanziarie; Controllo di Gestione; Redazione<br />

Business Plan; Fiscalità italiana; Rapporti con Istituti<br />

di Credito e Consorzi di Garanzia; Organizzazione<br />

e Processi aziendali.<br />

Inglese livello Intermediate e conoscenza discreta<br />

del francese.<br />

[Rif. 13/0213-0003]<br />

MANAGER AREA FINANZA E CONTROLLO<br />

Manager quarantacinquenne, attualmente<br />

è Global Working Capital & Risk Manager<br />

per una multinazionale leader mondiale nel settore<br />

della produzione dei sistemi per la trasmissione<br />

di potenza. Negli ultimi venti anni ha ricoperto ruoli<br />

di responsabilità nel settore Finance & Controlling<br />

in società multinazionali (settori service, commesse,<br />

beni di consumo durevoli, energie rinnovabili,<br />

beni ad alto contenuto tecnologico) occupandosi<br />

di Working Capital Management in contesti<br />

geograficamente diffusi e di attività amministrativa<br />

come Financial Controller o Finance Manager<br />

anche per Paesi extraeuropei.<br />

È interessato a ruoli manageriali come: CFO per società<br />

multinazionali alle quali poter apportare il proprio<br />

bagaglio di esperienze e conoscenze; Working<br />

Capital & Risk Manager in contesti societari<br />

(anche a commessa) la cui clientela richieda valutazione<br />

e monitoraggio dei rischi associati alla solvibilità<br />

per definire azioni correttive e/o di recupero crediti;<br />

Financial Controller, supportando attivamente<br />

il business nella definizione degli obiettivi di breve<br />

e lungo periodo e contribuendo in modo proattivo<br />

alla definizione delle strategie di crescita aziendale.<br />

Conoscenza dei principali ERP aziendali (SAP,<br />

JD Edwards) e Performance Management Applications<br />

(Oracle Hyperion FM, Oracle Essbase).<br />

Lingue inglese e francese fluenti.<br />

[Rif. 13/0213-0004]


ELENCO NUOVI SOCI ORDINARI, STRAORDINARI, AGGREGATI E FEDERATI<br />

Sezione Piemonte<br />

Felicella Elio Direttore Amministrazione Finanza e Controllo Petronas Lubricants Italy SpA<br />

Sezione Lombardia<br />

Angeli Andrea Administration, Treasury & Tax Manager Ranstad Group Italia SpA<br />

Bettinelli Elio CFO Kyocera Document Solutions Italia SpA<br />

Comella Diego Senior Finance and Operation Manager PUIG Italia<br />

Frigeni Sabrina Responsabile Bilancio Consolidato Fomas SpA<br />

Grasso Gianluca Finance Director Avnet EMG italy Srl<br />

Mezzadra Andrea Revisore Contabile Mazars SpA<br />

Mignone Daniela Consulente in Finance & Controlling Studio Mignone<br />

Pagani Alberto Controller Sued Chemie Catalysts Italia Srl<br />

Talarico Dario Direttore Amministrazione Finanza e Controllo Celgene<br />

Tononi Bice Direttore Amministrativo Pompea SpA<br />

Vecchio Vittorio Direttore Amministrazione Finanza e Controllo Finim Srl<br />

Viviani Patrizia Responsabile Amministrativo e Finanziario Sodexo motivation Solutions Italia Srl<br />

Sezione Nord Est<br />

Susanna Alberto Responsabile Amministrativo e Finanziario Cadalpe SpA<br />

Sezione Emilia Romagna<br />

Bertini Massimo Direttore Finanziario CIR Food sc<br />

Provaggi Luigi Partner Responsabile Area NORD EST Toscana Deloitte<br />

Sangermano Andrea Responsabile Affari Legali e Societari Mariella Burani Fashion Group SpA<br />

45<br />

Sezione Toscana<br />

Panozzo Andrea Direttore Amministrazione e Controllo Fabio Perini SpA<br />

Sassorossi Jacopo Consigliere d'Amministrazione Frigel Firenze SpA<br />

Sezione Marche-Umbria<br />

Battistelli Marco Responsabile Amministrativo Spacchetti Srl<br />

Mergiotti Vincenzo Dirigente Amministrativo Gestione Trasporti Metropolitani SpA<br />

Sezione Centro Sud<br />

Mistretta Gianluigi Direttore Amministrativo Mokarabia SpA<br />

Seclì Geremia Head of Finance & Administration Medac Pharma<br />

Sezione Campania<br />

Cortucci Massimo Amministratore Se.Ri. Srl<br />

Cosentina Sebastiano Amministratore SEPI Srl<br />

Gentile Vincenzo Amministratore unico SIEME Srl - Società Idro Elettro Meccanica Edile<br />

Sezione Sicilia<br />

Juvara Mauro Consulente Area Finance Centocinquanta Srl<br />

Mangiaracina Gaspare Direttore Contabilità e Finanza UPMC Italy Srl<br />

Messina Francesco Consulente Area Finance Centocinquanta Srl


Associazione Nazionale<br />

Direttori Amministrativi e Finanziari<br />

Modulo di iscrizione da inviare alla Segreteria: Corso Genova, 6 - 20123 Milano; Tel. 0283242288 - Fax. 0258118093 - andaf@andaf.it - www.andaf.it<br />

Con la presente chiedo di essere iscritto ad <strong>ANDAF</strong> e mi impegno al rispetto delle disposizioni statutarie.<br />

Dietro vostra richiesta, provvederò a versare la quota di iscrizione annuale di Euro 250,00. Fornisco di seguito i miei dati anagrafici e professionali.<br />

TITOLO NOME COGNOME FOTOGRAFIA<br />

LUOGO DI NASCITA<br />

DATA DI NASCITA<br />

MASCHIO/FEMMINA<br />

CITTADINANZA<br />

M<br />

F<br />

CODICE FISCALE POSIZIONE IN AZIENDA/PROFESSIONE IN AZIENDA DAL<br />

SPECIALIZZAZIONE PROFESSIONALE QUADRO DIRIGENTE SOCIO AMM.RE<br />

DENOMINAZIONE SOCIALE AZIENDA<br />

SETTORE MERCEOLOGICO<br />

INDIRIZZO AZIENDA CAP CITTÀ PROV.<br />

E-MAIL AZIENDA TELEFONO AZIENDA FAX MOBILE AZIENDALE<br />

N. DIPENDENTI CAPITALE SOCIALE GIRO DI AFFARI<br />

SI<br />

NO<br />

INDIRIZZO PRIVATO CAP CITTÀ PROV.<br />

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<strong>ANDAF</strong> si rivolge a soggetti e/o società esterne ai quali fa pervenire i dati necessari per l'espletamento delle relative funzioni, in particolare: Società <strong>ANDAF</strong> Servizi s.r.l.; Case editrici. I Suoi<br />

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In relazione alla presente informativa, che è stata fornita come previsto dalla normativa<br />

presente, il sottoscritto<br />

CONSENSO ALLA PUBBLICAZIONE DEI DATI PERSONALI<br />

In relazione alla presente informativa, che è stata fornita come previsto dalla normativa<br />

presente, il sottoscritto<br />

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dichiara di acconsentire al trattamento dei Suoi dati personali per le finalità e nei termini<br />

indicati dalla menzionata informativa.<br />

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indicati dalla menzionata informativa.<br />

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CARICHE SOCIALI <strong>ANDAF</strong><br />

48<br />

Consiglio Direttivo<br />

Fausto Cosi Presidente Polimoda<br />

Massimo Campioli Vice Presidente A.C. Milan<br />

Roberto Mannozzi Vice Presidente Ferrovie dello Stato Italiane<br />

Severino Savarese Tesoriere Managing Consulting<br />

Andrea Angelino<br />

Enel<br />

Riccardo Baraldi<br />

Waste Italia<br />

Cesare Bassoli<br />

Consulente Aziendale<br />

Paola Bosso<br />

Lavazza<br />

Marco Cerù<br />

Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato<br />

Paolo Chiappa<br />

Hydac<br />

Maria Teresa Crosetto<br />

Praxi<br />

Fabio Garagozzo<br />

Agenzia del Demanio<br />

Carlo Ghisoni<br />

Chiesi Farmaceutici<br />

Claudio Lesca<br />

ElleCi Consulenza Aziendale<br />

Guido Nardotto<br />

NH Italia<br />

Alessandra Sartor<br />

Marzotto<br />

Carmine Scoglio<br />

Poste Italiane<br />

Michael Tesch<br />

Clariant<br />

Alberto Tron<br />

Roimax<br />

Italo Valenti<br />

Ferrari<br />

Presidenti di Sezione<br />

Paola Bosso Piemonte Lavazza<br />

Michael Tesch Lombardia Clariant<br />

Emilio Pagani Nord Est Finance & Control Advisor<br />

Severino Savarese Liguria Managing Consulting<br />

Cesare Bassoli Emilia Romagna Consulente Aziendale<br />

Giovanni Battista Decandia Toscana Starhotels<br />

Cesare Parachini Marche-Umbria Poltrona Frau<br />

Marco Cerù Centro Sud Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato<br />

Federico Tammaro Campania CIRA<br />

Vincenzo Silvano Puglia Acquedotto Pugliese<br />

Filippo D’Amico Sicilia Consulente Aziendale<br />

Advisory Council<br />

Paolo Bertoli Presidente Widar<br />

Sergio Lamonica Vice Presidente Dottore Commercialista<br />

Gabriele Fontanesi Delegato Rapporti Internazionali Starwood Hotels & Resorts<br />

Mario Gabbrielli<br />

Gabbrielli & Associati<br />

Vincenzo La Mattina<br />

Cogitek<br />

Carlo Locatelli<br />

P&A<br />

Diego Saglietto<br />

Consulente Aziendale<br />

Collegio dei Revisori<br />

Walter Bonardi Presidente Dottore Commercialista<br />

Ciro Di Carluccio<br />

Deloitte & Touche Italia<br />

Lorenzo Pini Prato<br />

PricewaterhouseCoopers<br />

Giovanni Rebay<br />

KPMG<br />

Dante Valobra<br />

Reconta Ernst & Young<br />

Nicola Antoniozzi Supplente Pirola Pennuto Zei & Associati<br />

Antonia Di Bella Supplente Mazars<br />

Michele Malusà<br />

Romano Guelmani<br />

Francesco Bellini<br />

Alessandro Zurzolo<br />

Giulio Carone<br />

Mario Gabbrielli<br />

Alberto Tron<br />

Piergiorgio Valente<br />

Management<br />

Comitati Tecnici<br />

Segretario Generale<br />

Assistente alla Presidenza<br />

Comitato Tecnico Information & Communication Technology<br />

Comitato Tecnico Corporate Governance & Compliance<br />

Comitato Tecnico Pianificazione e Controllo<br />

Comitato Tecnico Corporate Finance<br />

Comitato Tecnico Financial Reporting Standards<br />

Comitato Tecnico Fiscale<br />

Sede <strong>ANDAF</strong>: Corso Genova, 6 – 20123 MILANO<br />

Segreteria: Daniela Guidotti - Tel. +39.02.83242288 - Fax +39.02.58118093<br />

e-mail: andaf@andaf.it - web site: www.andaf.it<br />

Direttore Responsabile<br />

Paolo Bertoli<br />

p.bertoli@andaf.it<br />

Direttore Editoriale<br />

Sergio Rossi<br />

Comitato Scientifico<br />

Umberto Bertini, Mario Boidi, Vittorio Coda,<br />

Flavio Dezzani, Augusto Fantozzi,<br />

Maurizio Leo, Carla Rabitti Bedogni,<br />

Angelo Provasoli, Franco Tutino,<br />

Francesco Vassalli, Gianfranco Zanda<br />

Comitato Editoriale<br />

Pietro Boria, Elisabetta Busuito, Massimo Campioli,<br />

Mario La Torre, Michele Galeotti, Massimo Giaconia,<br />

Enrico Laghi, Roberto Mannozzi, Francesco Minnetti,<br />

Emilio Pagani, Valeria Panzironi, Fabio Roscioli,<br />

Raffaele Trequattrini, Alberto Tron, Piergiorgio Valente<br />

I contributi di questo mese sono di:<br />

Ivo Caraccioli, Fabio Carniol, Luigi Geppert,<br />

Gabriele Labombarda, Manuela Maccia,<br />

Marco Preti, Dario Russo, Alberto Tron<br />

Coordinamento redazionale<br />

Michela Rossi Riccardi<br />

m.rossi@andaf.it<br />

Coordinamento Comitato Editoriale<br />

Silvia Di Santo<br />

s.disanto@andaf.it<br />

Servizi fotografici<br />

Paolo Pagliai<br />

Pubbliche relazioni<br />

Michele Malusà<br />

m.malusa@andaf.it<br />

Progetto grafico<br />

Pino Mengoni Project<br />

Art Director<br />

Pino Mengoni<br />

pmproject@alice.it<br />

Grafici<br />

Anna Mengoni<br />

Prestampa<br />

Antonio Galli - Roma<br />

Stampa<br />

Arti Grafiche srl - Pomezia<br />

Grafiche Professionali srl - Roma<br />

Editore<br />

<strong>ANDAF</strong> - Corso Genova, 6<br />

20123 Milano<br />

Realizzazione<br />

E.S.I. srl - Via della Balduina, 88 - Roma<br />

Registrazione<br />

Tribunale di Milano - n.54 del 10.02.2004<br />

Manoscritti e foto non pubblicati<br />

non vengono restituiti<br />

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esclusivamente a mezzo abbonamento postale<br />

Associato<br />

all’Unione Stampa<br />

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