ANDAF Magazine n. 2-2013
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LA R IVISTA DEI D IRETTORI A MMINISTRATIVI E F INANZIARI<br />
2<br />
Anno 10 - n. 2<br />
Aprile <strong>2013</strong><br />
Trimestrale<br />
Copia omaggio<br />
magazine<br />
Poste Italiane spa - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1 DCB - Roma<br />
NUOVE REGOLE<br />
DI FATTURAZIONE<br />
ISSN 2281-468X<br />
PROFILI DI<br />
RESPONSABILITÀ<br />
PENALE DEI<br />
PROFESSIONISTI<br />
© alphaspirit<br />
XXXVII CONGRESSO NAZIONALE <strong>ANDAF</strong><br />
DISEGNIAMO IL FUTURO<br />
NAPOLI 25/26 OTTOBRE <strong>2013</strong>
EDITORIALE di Fausto Cosi Presidente <strong>ANDAF</strong><br />
Cari colleghi,<br />
ancora una volta questo editoriale è scritto in<br />
un contesto economico e politico sempre più<br />
difficile e incerto, che costringe a essere ripetitivi.<br />
Ma, purtroppo, niente cambia. Anzi, i cambiamenti<br />
che intervengono sembrano preludere a un<br />
ulteriore peggioramento della situazione generale.<br />
Al già noto e conclamato stato di recessione, che tutti<br />
gli indicatori economici mensilmente certificano, si aggiunge<br />
la forte instabilità politica determinata dagli esiti<br />
delle elezioni del 24-25 febbraio scorsi.<br />
Proprio nel momento in cui appare ineludibile la necessità<br />
di impostare una serie di riforme serie per il<br />
futuro del nostro Paese, l’attuale situazione politica<br />
non sembra consentire la creazione di un Governo<br />
forte e autorevole, in grado di affrontare rapidamente<br />
l’emergenza.<br />
Siamo convinti, e da tempo lo evidenziamo, che le radici<br />
della inadeguata competitività del nostro sistema<br />
economico siano da ricercare soprattutto nell’incapacità<br />
della politica e dell’amministrazione della cosa<br />
pubblica di creare, e mantenere, condizioni di competitività<br />
di tale sistema.<br />
Non può esserci crescita se non viene colmato il deficit<br />
di competitività. Le condizioni attuali non sono<br />
certo di stimolo agli investimenti, ma senza di essi che<br />
futuro ci attende Tra i tanti indicatori che leggiamo,<br />
quello sugli investimenti sembra poco enfatizzato<br />
in relazione alla sua intrinseca valenza, immediata<br />
e prospettica.<br />
Siamo altresì convinti che il problema vada ben oltre<br />
la dimensione nazionale. La finanza globale non è stata<br />
ancora posta sotto controllo e, purtroppo, il suo peso<br />
sull’economia è condizionante. Inoltre, la globalizzazione<br />
porta le nostre aziende a confrontarsi con<br />
concorrenti più grandi e agguerriti, che dispongono di<br />
sistemi-Paese meglio organizzati del nostro. Infine,<br />
non si possono non rilevare le evidenti distorsioni in<br />
tema di costo del lavoro e fisco (anche nella stessa UE),<br />
causa di uno scenario iniquo che – prima o poi – dovrà<br />
essere risolto nella ricerca di nuovi equilibri a livello<br />
globale. In tal senso, va valutato con molta attenzione<br />
e interesse il significativo rientro negli Stati Uniti di<br />
lavorazioni svolte in Cina.<br />
Lavoro, credito, fisco, burocrazia ed energia:<br />
questi sono i temi principali che minano la<br />
competitività del Sistema Italia. <strong>ANDAF</strong> tornerà<br />
su questa agenda nel <strong>2013</strong>, e non smetterà<br />
di farlo, con le proprie iniziative istituzionali<br />
– come il Congresso Nazionale che si terrà a Napoli<br />
il 25-26 ottobre prossimi – e i nuovi progetti in corso<br />
di implementazione.<br />
Come preannunciato, è stato avviato il progetto <strong>ANDAF</strong><br />
Education, una nuova iniziativa strategica nel settore<br />
della formazione. Si è già tenuto, con riscontri ampiamente<br />
positivi e una nutrita partecipazione, il primo corso<br />
sul tema Working Capital Management. Altri tre corsi<br />
sono già stati fissati entro l’anno.<br />
Con il consueto successo di pubblico si è svolta la quarta<br />
edizione del Forum di Bilancio, quest’anno arricchito<br />
di nuove ricerche condotte dagli Atenei di Pisa e Genova<br />
– con il patrocinio di <strong>ANDAF</strong> – che hanno dato ulteriore<br />
lustro alla manifestazione.<br />
Per venire incontro alle sempre più numerose richieste<br />
di supporto da parte di Associati in difficoltà a causa<br />
della complessa situazione del lavoro, è stato varato<br />
un progetto che prevede la possibilità di offrire<br />
ai Soci una serie coordinata di incontri – su base territoriale<br />
– sui temi del recruiting, career management<br />
e coaching, con l’accompagnamento di Società di consulenza<br />
ed esperti del settore.<br />
Cari Amici, è dura, ma proprio per questo auguro buon<br />
lavoro a tutti!<br />
Fausto Cosi<br />
1
S OMMARIO <strong>ANDAF</strong> ANNO 10 – NUMERO 2 – APRILE <strong>2013</strong><br />
01 EDITORIALE<br />
Fausto Cosi<br />
40 <strong>ANDAF</strong> HOUSE ORGAN<br />
Segreteria <strong>ANDAF</strong><br />
04 RESPONSABILITÀ PENALE DEL PROFESSIONISTA<br />
Ivo Caraccioli<br />
42 NOTIZIARIO <strong>ANDAF</strong><br />
Michele Malusà<br />
10 IVA: LE NUOVE REGOLE DI FATTURAZIONE<br />
Gabriele Labombarda<br />
46 SCHEDA ADESIONE <strong>ANDAF</strong><br />
Segreteria <strong>ANDAF</strong><br />
16 MODELLAZIONE E SIMULAZIONE APPLICATE: IL CASO BANCA D’ITALIA<br />
Luigi Geppert, Dario Russo e Fabio Carniol<br />
48 CARICHE SOCIALI <strong>ANDAF</strong><br />
Segreteria <strong>ANDAF</strong><br />
22 IDENTIKIT DELLE IMPRESE PIÙ AFFIDABILI NELLE RELAZIONI COMMERCIALI<br />
Marco Preti<br />
3<br />
26 LE RISORSE UMANE COME FATTORE CRITICO DI SUCCESSO<br />
Fabio Carniol<br />
32 ACCADE IN ITALIA E NEL MONDO<br />
Paolo Bertoli<br />
34 RECENSIONI<br />
Alberto Tron<br />
36 TAX NEWS<br />
Studio Pirola, Pennuto, Zei & Assocciati<br />
38 MERCATI E STRATEGIE DI INVESTIMENTO<br />
Manuela Maccia
DIRITTO SOCIETARIO<br />
4<br />
© tiero
ORGANIZZAZIONI SOCIETARIE,<br />
ESTEROVESTIZIONE,<br />
ELUSIONE FISCALE E<br />
RESPONSABILITÀ PENALE<br />
DEL PROFESSIONISTA<br />
LA RESPONSABILITÀ PENALE DEGLI AVVOCATI PUÒ SORGERE NEL CASO DI ATTIVITÀ<br />
DI CONSULENZA A FAVORE DEL CLIENTE IN OPERAZIONI, GENERICAMENTE DEFINIBILI<br />
DI “RISTRUTTURAZIONE SOCIETARIA”, CHE POSSONO DARE LUOGO A RIPRESE<br />
FISCALI PER COMPORTAMENTI POTENZIALMENTE IDENTIFICABILI COME “ELUSIVI”, OPPURE<br />
CONTESTABILI QUALI FENOMENI DI C.D. “ABUSO DEL DIRITTO”. PER L’AVVOCATO PUÒ RISULTARE<br />
DIFFICILE DIMOSTRARE DI ESSERSI LIMITATO A FORNIRE DEI CONSIGLI LASCIANDO AL CLIENTE<br />
LA SCELTA (E IL RISCHIO) DELL’OPERAZIONE, SENZA DUNQUE ESSERE COINVOLTO<br />
NELLA CONCRETA STRUTTURAZIONE DELL’OPERAZIONE STESSA, ED EVITARE COSÌ DI ESSERE<br />
INCRIMINATO A TITOLO DI CONCORSO IN CONTESTABILI REATI SOCIETARI O TRIBUTARI (*)<br />
di IVO CARACCIOLI<br />
Prof. Avv. Foro di Torino, già Ordinario di diritto penale nell’Università di Torino<br />
In passato non era concepibile che un avvocato, e più in generale<br />
un professionista, potesse essere incriminato per concorso<br />
con il cliente in relazione a pareri resi o consulenze<br />
attuate a favore di clienti (privati e societari). A meno che,<br />
ovviamente, questi non avessero i caratteri di vera e propria<br />
corresponsabilità in attività a contenuto palesemente illecito,<br />
non limitandosi cioè alla prospettazione di ipotesi di<br />
comportamento con le relative possibili conseguenze, sen-<br />
za materiale concorso nella redazione di atti a contenuto sicuramente<br />
illecito. Negli ultimi decenni, invece, accade<br />
sempre più frequentemente che il professionista, e soprattutto<br />
l’avvocato, vengano accusati di concorso con il cliente<br />
quali “registi o suggeritori” di un’operazione – in particolare<br />
societaria – ritenuta dal P.M. integrativa di una determinata<br />
ipotesi criminosa (es. in campo societario, fallimentare,<br />
tributario, ecologico, urbanistico, ecc.). 5<br />
(*) Relazione tenuta al Convegno “Le responsabilità dell’avvocato” (30 novembre 2012),<br />
organizzato dall’Ordine degli Avvocati di Torino e destinato alla pubblicazione sulla rivista<br />
dell’Ordine “La Pazienza”.
DIRITTO SOCIETARIO<br />
6<br />
La dottrina su questo delicato problema non sembra aver<br />
raggiunto non dico conclusioni, ma nemmeno impostazioni<br />
convincenti, e si limita molto spesso ad “aggrapparsi” a<br />
quella giurisprudenza – peraltro non univoca – che richiede<br />
(per la perfezione della responsabilità ex art. 110 c.p.) di<br />
avere concretamente partecipato alla redazione di atti materiali<br />
(es. documenti costituenti la base della spoliazione<br />
dei beni di una società in stato di decozione) e non essersi<br />
limitati a prospettare dei consigli e delle eventualità lasciando<br />
al cliente la scelta della soluzione preferibile e la<br />
responsabilità dei rischi conseguenti (1) . Neppure tenendo<br />
conto, almeno per quanto riguarda il campo penal-societario,<br />
degli effetti dirompenti derivanti dalla nuova formulazione<br />
dell’art. 2639 c.c. quanto alla figura fortemente<br />
estensiva dell’ “amministratore di fatto”. Lo stesso si riscontra<br />
per la parallela giurisprudenza (per lo più di merito)<br />
sui rischi penali dei dottori commercialisti e degli esperti<br />
contabili in relazione alle attività esterne svolte per operazioni<br />
di salvataggio aziendale (2) .<br />
A queste preliminari osservazioni si aggiunga quella non<br />
sempre sufficientemente approfondita – nemmeno nella giurisprudenza<br />
deontologica – relativa al c.d. “avvocato d’affari”,<br />
figura sempre più in fase di dilatazione. Un tempo<br />
limitata a figure professionali di altissimo livello e prestigio,<br />
con forte caratura specialistica e internazionale, questa<br />
categoria da qualche tempo viene estesa a un numero<br />
sempre maggiore di avvocati che non si occupano di contenzioso,<br />
ma soltanto di redazione di contratti o di altri aspetti<br />
della vita economica di natura operativa, che peraltro richiedono<br />
buona conoscenza giuridica (3) .<br />
Ciò premesso, con l’impegno, da parte di tutti gli avvocati,<br />
di seguire attentamente le evoluzioni giurisprudenziali su<br />
questo delicato argomento, che coinvolge l’essenza stessa<br />
dell’avvocatura, desidero svolgere alcune considerazioni<br />
relativamente al problema delle ristrutturazioni societarie,<br />
che nell’attuale momento storico riveste particolare importanza<br />
(4) . In proposito ci sono da valutare i rischi penalsocietari<br />
e penal-tributari.<br />
I primi attengono specialmente alla realizzazione di talune<br />
delle fattispecie di cui agli artt. 2621 ss.c.c., quando i contenuti<br />
dei relativi reati siano tutti presenti nel caso concreto.<br />
Si pensi a quelle operazioni di ristrutturazione societaria che<br />
possono provocare responsabilità penale per false comunicazioni<br />
sociali (artt. 2621-2622 c.c.), che comportano indicazioni<br />
nei bilanci di dati oggettivamente mendaci (ossia che,<br />
secondo l’attuale struttura del reato, non consistono esclusivamente<br />
in valutazioni estimative) e alle quali collaborino<br />
attivamente degli avvocati c.d. “d’affari”. Nel caso, infatti,<br />
che dati valori siano suggeriti dai professionisti cui i clienti<br />
si sono affidati, non può escludersi il rischio penale (5) .<br />
Ulteriori esempi si possono ipotizzare con riferimento alle fattispecie<br />
criminose di cui agli artt. da 2626 a 2629 c.c. (indebita<br />
restituzione dei conferimenti, illegale ripartizione degli<br />
utili e delle riserve, illecite operazioni sulle azioni o quote sociali<br />
o della società controllante, operazioni in pregiudizio dei<br />
creditori) e altre ancora previste nello stesso capo. In casi di<br />
questo genere, l’assoluta buona fede del legale può probatoriamente<br />
emergere solo se sia il cliente ad auto-attribuirsi<br />
la responsabilità di dati valori o di dati elementi storici, escludendo<br />
qualsiasi rischio penale per il “suggeritore” (6) .<br />
Oltre alle fattispecie penal-societarie, deve farsi riferimento<br />
a quelle penal-tributarie. Soprattutto a quelle discendenti,<br />
in materia di operazioni societarie, dall’istituto della c.d.<br />
“stabile organizzazione” che ha trovato larga applicazione<br />
e contestazione – soprattutto da parte degli Uffici finanziari<br />
– negli anni successivi alla nota vicenda Philip Morris.<br />
Questo caso ha messo in luce la prassi, da parte di società<br />
straniere, di istituire stabili organizzazioni in Italia<br />
al posto di società autonome, oppure di individuare società<br />
italiane che siano ritenute stabili organizzazioni di società<br />
straniere (si parla, al riguardo, di “stabili organizzazioni occulte<br />
o anche plurime” rispetto alle quali si sta formando<br />
un’ampia, e assai controversa in sede giudiziaria, prassi applicativa<br />
(7) ) a fini di risparmio tributario. Delle figure così<br />
individuate (stabili organizzazioni italiane di società straniere<br />
e viceversa; stabili organizzazioni occulte o plurime)<br />
i verificatori sono soliti contestare gli estremi, al di sotto<br />
della realtà giuridica apparente, tutte le volte che riescono<br />
a stabilire gli elementi costitutivi (molto spesso con forzature<br />
applicative miranti al fine di “fare cassa” che anima gli<br />
Uffici finanziari).<br />
I rischi penal-tributari connessi alle operazioni di ristrutturazione<br />
societaria si possono, dunque, annidare in numerosi<br />
tipi di operazioni alle quali partecipano come consulenti<br />
dei professionisti. Fra le tante merita brevi considerazioni la<br />
tematica delle stabili organizzazioni, cui si è fatto cenno.<br />
(1) In argomento: Cass. pen. Sez. III, 26/5/2010 n. 35453; Cass. pen. Sez. V, 15/2/2008<br />
n. 10742; Cass. pen. Sez. V, 18/11/2003 n. 12581; Cass. pen. Sez. III, 1/6/2001<br />
n. 28341. Inoltre, riguardo alla responsabilità del cliente per il reato di omessa dichiarazione<br />
ex art. 5 D. Lgs. n. 74/00, anche in ipotesi di condotta negligente del professionista,<br />
vedasi Cass., 1/6/2012 n. 2012, con commento di M. Denaro, Omessa presentazione<br />
della dichiarazione, tra responsabilità del professionista ed obblighi del contribuente,<br />
in Il Fisco, n. 34/2012 fasc. 2, 5549; nello stesso senso Cass. pen. Sez. III, 29/10/2009<br />
n. 9163. Da segnalare, altresì, la recente Cass. pen. Sez. V, 2/2/2012 n. 18697, secondo<br />
cui l’amministratore che affidi la tenuta dei registri contabili al professionista, senza interessarsi<br />
del regolare adempimento dell’incarico, non incorre nel reato di bancarotta fraudolenta,<br />
stante la carenza di dolo specifico, bensì nel reato di bancarotta semplice.<br />
(2) Vedasi Trib. Mil., 13/6/2005; Cass. pen. Sez. V, 19/10/2000; Cass. pen. Sez. V,<br />
7/12/2000 n. 6894. Sul punto, in dottrina, A. Traversi - S. Gennai, Diritto penale commerciale,<br />
Cedam, 2008, 35 ss.<br />
(3) In argomento R. Bovino, L’avvocato d’affari, in diritto24, Il Sole 24 ore, 7/9/2012.<br />
(4) V. Cass. civ. sez. V, 21/1/2011 n. 1372; sul tema F. Dezzani-L.Dezzani, La ristrutturazione<br />
della governance societaria: elusività o non dell’operazione di costituzione della holding<br />
di famiglia, in Il Fisco n. 24/2012, fasc. 1, 3705; F. Di Pretorio - W. Feliciani, Abuso<br />
del diritto nelle operazioni di ristrutturazione aziendale, in Il Sole 24 ore, 25/7/2011.<br />
(5) Vedasi, anche su tale punto, le già citate Cass. pen. Sez. V, 7/12/2000; Cass. pen.<br />
Sez. V, 19 /10/2000, in Giur. It., 1454.<br />
(6) Al riguardo, A.Traversi-S. Gennai, Diritto penale commerciale, cit.<br />
(7) In tal senso, riguardo al concetto di stabile organizzazione “plurima” vedasi: Cass. civ.<br />
sez. V, 6/12/2002 n. 17373; Cass. civ. sez. V, 25/5/2002 n. 7689; Cass. civ. Sez. V,<br />
25/7/2002 n. 10925; in merito, invero, alla stabile organizzazione “occulta” vedasi Cass.,<br />
civ. Sez. V, 22/07/2011, n. 16106. In argomento, tra gli altri, M. Thione, M. Bagagli,<br />
Esterovestizione e stabile organizzazione occulta: due facce (diverse) di una stessa medaglia,<br />
in Il Fisco, 4/2012, fasc. 1, 505; M. Grazioli, M. Thione, Profili penali-tributari connessi<br />
alla stabile organizzazione “occulta”, in Il Fisco, n. 11/2011, fasc. 1, 1702: M. Proietti,<br />
Stabile organizzazione occulta ed imposte dirette: profili critici in punto di soggettività tributaria,<br />
in Rass. Trib., n. 3/2012, 653; G. Sozza, Focalizzazione degli elementi costituenti<br />
stabile organizzazione occulta (e/o plurima) di un gruppo in Criticità fiscali nell’internazionalizzazione<br />
dell’impresa, all. n. 10 a Il Fisco n. 24/2005.
Sulla base dei principi contenuti nella sentenza Trib. Milano<br />
26/6/2002, relativa peraltro alla normativa penal-tributaria<br />
abrogata (L. 7/8/1982 n.516) – che ha fatto seguito<br />
alla giurisprudenza della Cass. civ. trib. (20/12/2001<br />
nn. 3367-3368) – vi è il rischio che i verificatori dell’A.F.<br />
contestino il reato di omessa presentazione delle dichiarazioni<br />
dei redditi e IVA (art. 5 D.Lgs. 10/3/2000 n. 74) a carico<br />
degli amministratori di una stabile organizzazione italiana<br />
“occulta”, ove essa sia formalmente esistente ma di<br />
fatto non indipendente e anzi strettamente dipendente dalla<br />
capo-gruppo straniera (normalmente sita in un Paese a<br />
più bassa fiscalità). Può anche verificarsi il caso in cui la<br />
stabile organizzazione sia, per così dire, “annidata” all’interno<br />
di una società italiana, che oltre a svolgere le attività<br />
proprie funzioni anche come stabile organizzazione della<br />
società estera. Nell’attuale momento storico, le contestazioni<br />
pratiche di questo tenore sono assai frequenti, trattandosi<br />
di materia molto opinabile e peraltro produttiva di possibili<br />
rilevanti introiti fiscali. Le società (soprattutto quelle di maggiore<br />
importanza), preoccupate della tutela esterna del marchio,<br />
cercano di porvi rimedio mediante il ricorso a taluno<br />
degli istituti c.d. deflattivi del contenzioso tributario<br />
(soprattutto all’accertamento con adesione).<br />
In eventualità di questo genere – che possono anche complicarsi<br />
nel caso di stabili organizzazioni non solo “occulte” ma<br />
anche “plurime” – solitamente vengono incriminati, a titolo<br />
di concorso, sia gli amministratori della società italiana che<br />
gli amministratori della società straniera. Peraltro, mentre<br />
questi ultimi possono vantare la possibile applicazione dell’art.<br />
15 D.Lgs. 74 cit., che prevede una più larga (rispetto a<br />
quella desumibile dall’art. 47 c. 3 c.p.) applicazione dell’errore<br />
di diritto, i primi – tenuti a conoscere la normativa<br />
italiana – possono richiedere con molto minore successo l’esimente<br />
soggettiva desumibile da tale istituto (8).<br />
Ipotizziamo allora il seguente caso pratico di possibile rischio<br />
di coinvolgimento dell’avvocato societario o tributarista: per<br />
meglio seguire in loco i propri affari, una società estera costituisce<br />
in Italia una società autonoma, che in sede di verifica<br />
fiscale – eventualità che potrebbe concretamente verificarsi<br />
anche per denuncia presentata, o dichiarazioni rese,<br />
da soci di minoranza dissenzienti – risulta invece essere<br />
in toto dipendente dalle direttive della “casa-madre” (situazione<br />
di strutturale dipendenza che solitamente emerge dall’esame,<br />
compiuto dai verificatori, delle e-mail ricevute da<br />
parte degli amministratori della società straniera, da cui appunto<br />
provengono le direttive operative). In sede di redazione<br />
del processo verbale di constatazione, gli amministratori<br />
della società italiana – ritenuta essere una mera stabile organizzazione<br />
di quella straniera – fanno mettere a verbale l’affermazione<br />
che l’intera operazione di ristrutturazione societaria<br />
è stata concepita di comune accordo tra i legali italiani<br />
e quelli esteri (es. essendosi limitati i commercialisti, senza<br />
entrare nel merito dei profili tecnico-operativi, a eseguire i<br />
computi riguardanti il risparmio fiscale).<br />
Il punto dolente per gli avvocati diventa allora quello di affidarsi<br />
al P.M. circa l’accoglimento della tesi di non essere<br />
i legali concorsi nel reato, essendosi limitati a prospettare<br />
una possibile architettura giuridica da sfruttare per conseguire<br />
gli scopi prefissati. Non è facile nell’attuale momento<br />
storico in cui, in violazione del segreto professionale,<br />
le verifiche fiscali portano abitualmente all’acquisizione di<br />
pareri e corrispondenza fra società-clienti e professionisti,<br />
poter dare una risposta del tutto tranquillizzante a tale<br />
inquietante quesito. Di recente, si è assistito anche all’acquisizione<br />
da parte della G.d.F. di pareri professionali in cui<br />
era sconsigliata una data operazione internazionale di risparmio<br />
di imposta, quale potenziale dimostrazione dell’illegittimità<br />
dell’operazione stessa (9) .<br />
Molto diffuse sono le contestazioni da parte dell’A.F. relative<br />
alla c.d. “esterovestizione”, desumibile dalla ritenuta<br />
violazione delle disposizioni di cui ai c. 3 e 5-bis dell’art.<br />
73 TUIR, quando cioè un soggetto o una società apparentemente<br />
stranieri siano ritenuti italiani, con conseguente<br />
applicazione dell’art. 5 D.Lgs. 74 cit. e trasmissione<br />
degli atti alla Procura della Repubblica ove sia superata<br />
la soglia quantitativa di punibilità (10) .<br />
In questa ipotesi, da valutarsi in concreto quanto alla reale<br />
sussistenza nel Paese straniero di una struttura aziendale effettiva<br />
e operativa – e non di una mera “scatola vuota” limitata<br />
a eseguire input operativi provenienti dall’Italia – non<br />
siamo in presenza di una problematica di c.d. “elusione fiscale”<br />
ma di vera e propria “evasione” in conseguenza di violazione<br />
di regole concernenti la residenza tributaria.<br />
Una specifica applicazione di questa problematica si può<br />
avere anche nel caso dei trust, apparentemente stranieri<br />
ma ritenuti italiani. Tale istituto è autorizzato nel nostro<br />
ordinamento, e gli esercenti le professioni legali (avvocati<br />
e notai) si vanno sempre più orientando (11) verso la sua<br />
costituzione.<br />
In quali casi si può verificare, con riferimento all’esterovestizione,<br />
la responsabilità concorsuale dell’avvocato<br />
con il proprio cliente<br />
Non solo, certo, per aver suggerito la localizzazione estera<br />
(ovviamente in Paesi a fiscalità privilegiata o comunque<br />
ridotta) di persone e di società, ma in caso abbia attivamente<br />
preso parte alla costituzione della società fittizia, localizzata<br />
ad esempio in un ufficio di domiciliazione plurima<br />
di enti privi di reale struttura (la c.d. “scatola vuota”).<br />
(8) Al riguardo, in materia, vedasi: I. Caraccioli, Stabile organizzazione-profili di responsabilità<br />
penale per comportamenti elusivi, in Manuale di governance fiscale, a cura di P. Valente,<br />
Ipsoa, 2011, 2493; M. Grazioli, M. Thione, Profili penali-tributari connessi alla<br />
stabile organizzazione “occulta”, cit.; M. Garavoglia, Effetti penali delle stabilli organizzazioni<br />
occulte, Relazione al Convegno a cura del Centro di diritto penale tributario<br />
Reati tributari:i problemi attuali e rischi penali della pianificazione fiscale internazionale,<br />
Milano, 3 marzo 2008.<br />
(9) A. Mincuzzi, Vendita a Valentino, inchiesta per evasione, in Il Sole 24 ore, 6/11/2012.<br />
(10) Cass. pen. Sez. III, 24/1/2012 n.29724; Cass. pen. Sez. III, 26/5/2010 n. 29724.<br />
In dottrina, per una disamina della fattispecie, vedasi: G. Bersani, Le condotte elusive e<br />
la loro rilevanza nel diritto penale tributario secondo la giurisprudenza della Corte di Cassazione,<br />
in Il Fisco, n. 27/2012, fasc. 1, 4263; P. Valente, Esterovestizione e residenza,<br />
Ipsoa, 2010, 814 ss.<br />
(11) In materia: Cass. pen., n. 13276/2011; in dottrina, in argomento: F. Gallo, Trusts, interposizione<br />
ed elusione fiscale, in Rass. Trib. n. 5/1996, 1403; M. Lupoi, La reazione dell’ordinamento<br />
di fronte a trust elusivi, in Trusts e attività fiduciarie n. 3/2005, 333; G. Semino,<br />
Trust “nudo” e trasparenza fiscale, in Il Fisco n. 13/2005, fasc. 1, 5524.; P. Valente,<br />
Esterovestizione e residenza, cit., 53 ss.<br />
7
DIRITTO SOCIETARIO<br />
8<br />
In particolare individuando le persone disponibili a figurare<br />
come amministratori, che risiedevano in Italia e solo alcune<br />
volte all’anno prendevano parte ai consigli di amministrazione<br />
tenuti all’estero, oppure che si prestavano a far figurare<br />
la conclusione all’estero di negozi apparenti al solo<br />
scopo di rendere apparente la commercialità dell’ente.<br />
La problematica della “elusione fiscale”, fenomeno specificamente<br />
disciplinato in campo tributario dagli artt. 37<br />
c. 3 e 37-bis D.P.R. 29/9/1973 n. 600, cui si è recentemente<br />
aggiunta quella dell’ “abuso del diritto” di creazione giurisprudenziale,<br />
può dal canto suo essere fonte di responsabilità<br />
penale concorsuale con il cliente a carico dell’avvocato<br />
a causa della frequente prassi di trasmissione degli<br />
atti al P.M., per lo più ivi ravvisando gli estremi del reato di<br />
cui all’art. 4 D.Lgs. 74 cit. (12)<br />
Non è certo questa la sede per trattare approfonditamente<br />
tale complessa problematica, di cui si attendeva finalmente<br />
la disciplina legislativa da parte della c.d. “Delega fiscale”.<br />
In linea molto sintetica ci si può limitare ad osservare che<br />
la prospettazione di un semplice parere da parte del legale<br />
circa l’abusività o meno (o meglio, circa il rischio di contestazione<br />
dell’abusività) di una data operazione, quale che sia<br />
la diversa opinione dei giudici, non può costituire concorso<br />
nell’eventuale reato tributario contestato al cliente.<br />
Il concorso, invero, si potrebbe prospettare solo nel caso in<br />
cui l’avvocato si spenda attivamente nel creare un’apparenza<br />
di ragioni economiche a dimostrazione che l’operazione<br />
non è stata attuata solo per finalità di risparmio fiscale.<br />
Ad esempio, prestandosi a creare fittiziamente dei<br />
profili apparenti di attività a scopo economico onde superare<br />
la prova di resistenza richiesta dalla Cassazione per ritenere<br />
l’operazione supportata – se non essenzialmente almeno<br />
prevalentemente – da finalità economiche. (13)<br />
Certo è che, nei vari casi concreti di contestazione di profili<br />
penali connessi a fatti elusivi o di abuso del diritto, situazioni<br />
del genere si verificano solo in ipotesi assolutamente marginali,<br />
mentre in linea generale il problema della responsabilità<br />
penale concorsuale dell’avvocato con il proprio cliente<br />
necessita – a livello giurisprudenziale e dottrinario – di una<br />
più penetrante disamina dei limiti applicativi della scriminante<br />
dell’esercizio del diritto di cui all’art. 51 c.p. (14)<br />
Quando la stessa fu scritta nel lontano 1930, infatti, l’avvocatura<br />
aveva un’area di operatività quasi essenzialmente legata<br />
all’udienza; ne è prova la previsione di una scriminante<br />
specifica per i legali come quella di cui all’art. 598 c.p.,<br />
che appunto si applica ad attività strettamente collegate con<br />
gli adempimenti processuali.<br />
Oggi che il complesso delle funzioni legali si è fortemente<br />
allargato e modificato, il problema dei confini dell’attività<br />
punibile diventa estremamente labile e si presta a strumentalizzazioni<br />
applicative da parte della Pubblica Accusa.<br />
Si aggiunga che la prova della corresponsabilità penale dell’avvocato<br />
con il proprio cliente in relazione alle operazioni<br />
societarie citate a titolo di esempio – ma l’elencazione<br />
potrebbe ovviamente essere molto più lunga – pone delle<br />
delicate problematiche relativamente all’acquisizione della<br />
stessa, comportando il sequestro di documenti coperti da<br />
segreto professionale, superabile solo con il rispetto delle<br />
regole di cui all’art. 103 c.p.p. (15)<br />
Come può nascere il sospetto o l’indizio, presso gli inquirenti,<br />
che l’avvocato abbia concorso con il proprio cliente<br />
alla commissione del reato societario o tributario<br />
In primo luogo attraverso le dichiarazioni del cliente indagato,<br />
che per difendersi sostenga che tutta la strategia è<br />
stata suggerita e/o costruita dal legale; in secondo luogo attraverso<br />
le dichiarazioni di altro protagonista della vicenda<br />
(es. il commercialista che ha fornito collaborazione tecnica<br />
basata sull’impostazione giuridica del legale); in terzo<br />
luogo attraverso qualsivoglia altra fonte di prova acquisita,<br />
ad esempio mediante perquisizioni e sequestri presso<br />
lo studio legale stesso.<br />
Come deve difendersi il legale incriminato<br />
Esponendo tutti gli argomenti di fatto e di diritto dai quali<br />
si possa desumere che egli non ha creato alcunché di nuovo<br />
dal punto di vista fattuale o documentale, ma ha semplicemente<br />
dato corso a una rielaborazione tecnico-giuridica<br />
di elementi già esistenti e da<br />
lui soltanto perfezionati. Il che, ovviamente,<br />
è più facile da dire che da fare.<br />
(12) Vedasi, in merito: Cass. pen. Sez. III, 18/3/2011 n. 26723; Cass. pen., Sez. II,<br />
22/11/2011, n. 7739 secondo cui: “ai fini della rilevanza penale dell'elusione in materia fiscale<br />
i reati ipotizzabili sono quelli di dichiarazione infedele e omessa dichiarazione. A<br />
sostegno della rilevanza penale della condotta elusiva deve osservarsi, in primo luogo, che<br />
la disciplina sui reati tributari fornisce una definizione molto ampia dell'imposta evasa, idonea<br />
a ricomprendere l'imposta elusa. Non qualunque condotta elusiva ai fini fiscali può assumere<br />
rilevanza penale, ma solo quella che corrisponde ad una specifica ipotesi di elusione<br />
espressamente prevista dalla legge. In tal caso, infatti, si richiede al contribuente di<br />
tenere conto, nel momento in cui redige la dichiarazione, del complessivo sistema normativo<br />
tributario, che assume carattere precettivo nelle specifiche disposizioni antielusive.<br />
In altri termini, nel campo penale non può affermarsi l'esistenza di una regola generale<br />
antielusiva, che prescinda da specifiche norme antielusive, mentre può affermarsi la rilevanza<br />
penale di condotte che rientrino in una specifica disposizione fiscale antielusiva”;<br />
contra Cass. pen. Sez. III, 26/11/2008 n. 14486 per la quale “in tema di reati finanziari e<br />
tributari la figura del cosidetto abuso del diritto qualificata dall’azione (al fine di ottenere<br />
un vantaggio fiscale) di una forma giuridica non corrispondente a realtà economica, non<br />
ha valore probatorio perché implica una presunzione incompatibile con l’accertamento<br />
penale ed è invece utilizzabile in campo tributario come strumento di accertamento semplificato<br />
nel contrasto all’evasione fiscale…”; in tal senso la giurisprudenza di merito<br />
Trib. Milano, 1/4/2011.<br />
(13) In argomento: Cass. civ., Sez. V, 11/10/2012 n. 7393; Cass. civ., Sez. V, 30/11/2011<br />
n. 25537; Cass. civ., Sez. V, 20/10/2011 n. 21782; Cass. civ., Sez. V, 16/9/2011<br />
n. 18907; Cass. civ., Sez. V, 27/7/2011 n. 16428; Cass. civ., Sez V, 12/11/2010 n. 22994;<br />
Cass. civ., Sez. V, 19/5/2010 n. 12249. Tra i tanti autori: R. Betti, G. Sbaraglia, L’abuso<br />
del diritto in materia tributaria: la giurisprudenza italiana, in Il Fisco, n. 42/2011, fasc. 1,<br />
6841; E. Fortuna, L’evoluzione dell’abuso del diritto quale principio antielusione dall’ordinamento<br />
comunitario a quello nazionale, in Il Fisco, n. 29/2008, fasc. 1, 5251; G. Marongiu,<br />
Abuso del diritto vs. irretroattività, in Rass. Trib., n. 5/2012, 1151; M. Pisani, Abuso<br />
del diritto ed elusione nell’Iva, in Il Fisco, n. 38/2007, fasc. 1, 5617; P. Russo, L’onere<br />
probatorio in ipotesi di “abuso del diritto” alla luce dei principi elaborati in sede giurisprudenziale,<br />
in Il Fisco, n. 9/2012, fasc. 1, 1301;G. Toma, “Abuso del diritto”-“Eventuali” risvolti<br />
penali e proposte in sede legislativa, in Il Fisco, n. 31/2009, fasc. 1, 5117.<br />
(14) Al riguardo, in generale, sui rapporti fra immunità giudiziale e l’esimente di cui all’art.<br />
51 c.p., vedasi: Cass. pen., Sez. IV, 30/9/2005 n. 39934, la quale ha tracciato gli spazi<br />
applicativi degli artt. 51 e 598 c.p. statuendo che “l’art. 51 c.p. ha ad oggetto la diretta<br />
esplicazione del diritto di difesa, mentre l’art. 598 c.p. riguarda i limiti e le modalità di esplicazione<br />
di tale diritto”. Secondo Cass. pen. Sez. V, 12/12/1986: “[…] non è consentito,<br />
con operazione interpretativa abrogante del citato art. 598, collegare direttamente la norma<br />
costituzionale con l’art. 51 c.p. per dedurre un’applicazione della generica esismente<br />
ivi prevista all’esercizio del diritto di difesa fuori dei suoi limiti legali e naturali […]”. Per autorevole<br />
dottrina, ai fini dell’applicabilità della scriminante ex art. 51 c.p., è necessario che<br />
l’attività posta in essere sia una diretta estrinsecazione delle facoltà concernenti il diritto<br />
in essere, in quanto, in caso contrario, si verificherebbe un’ ipotesi di abuso del diritto che<br />
si pone oltre la sfera di operatività del predetto art. 51 c.p. (Fiandaca-Musco, Diritto penale,<br />
Parte Generale, Zanichelli ed., 1989, 205).<br />
(15) In argomento vedasi: Cass. pen., Sez. Unite, 25/10/2012 n. 15208; Cass. pen. Sez.<br />
II, 16/5/2006 n. 31177; Cass. pen. Sez. IV, 16/12/2002 n. 10664; Cass. pen. Sez. II,<br />
2/12/1998 n. 6766; Cass. pen. Sez. V, 7/6/1997 n. 1400.
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DIRITTO TRIBUTARIO<br />
10<br />
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IVA: NUOVE REGOLE DI FATTURAZIONE<br />
SONO ENTRATE IN VIGORE IN ITALIA A PARTIRE DAL GIORNO 1° GENNAIO <strong>2013</strong> LE NUOVE REGOLE<br />
DI FATTURAZIONE PREVISTE NELLA DIRETTIVA 2010/45/UE DEL CONSIGLIO UE DEL 13/7/2010,<br />
COSÌ COME INTRODOTTE NEL NOSTRO ORDINAMENTO DALLA C.D. “LEGGE DI STABILITÀ <strong>2013</strong>” (1) .<br />
di GABRIELE LABOMBARDA<br />
Dottore Commercialista in Milano – Partner Bernoni Grant Thornton<br />
1. PREMESSA<br />
La c.d. “Legge di Stabilità <strong>2013</strong>” ha introdotto alcune novità di<br />
rilievo nella disciplina nazionale dell’imposta sul valore aggiunto,<br />
recependo la Direttiva 2010/45/UE. Di seguito diamo<br />
evidenza delle citate novità in vigore dal 1° gennaio <strong>2013</strong>.<br />
2. CONVERSIONE DEGLI IMPORTI ESPRESSI IN<br />
VALUTA ESTERA<br />
La modifica tende a uniformare le regole attualmente vigenti<br />
per le operazioni interne con quelle già adottate per gli<br />
acquisti intracomunitari. In tale ottica, gli importi in valuta<br />
estera riportati in fattura dovranno essere convertiti secondo<br />
il tasso di cambio della data di effettuazione dell’operazione,<br />
se tale data risulta indicata in fattura, altrimenti si farà<br />
riferimento alla data della fattura stessa.
Per le cessioni e gli acquisti effettuati in modo continuativo,<br />
per periodi superiori a 1 mese solare, sarà considerato momento<br />
di effettuazione dell’operazione il termine di ciascun mese (limitatamente<br />
alla parte a questo riferibile), a prescindere dal<br />
fatto che siano stati pagati acconti in precedenza.<br />
b. Tempistica della fatturazione delle operazioni intracomunitarie<br />
Per le cessioni intracomunitarie la fattura dovrà essere emessa<br />
entro il giorno 15 del mese successivo a quello di effettuazione<br />
dell’operazione. Questa dovrà poi essere registrata<br />
entro lo stesso termine di emissione, con riferimento al<br />
mese di effettuazione dell’operazione.<br />
Per gli acquisti intracomunitari l’integrazione della fattura<br />
va effettuata entro il giorno 15 del mese successivo a quello<br />
di ricezione della fattura, che va annotata entro lo stesso<br />
termine ma con riferimento al mese di ricezione.<br />
È stato modificato anche il termine entro cui emettere autofattura.<br />
Infatti, qualora la fattura non venga ricevuta entro il<br />
secondo mese successivo all’effettuazione dell’operazione,<br />
dovrà essere emessa autofattura entro il giorno 15 del terzo<br />
mese successivo a quello di effettuazione, da registrarsi entro<br />
lo stesso termine ma con riferimento al mese precedente.<br />
Anche per le fatture integrative di operazioni intracomunitarie,<br />
previste nei casi di errori relativi ai corrispettivi, il termine<br />
per la regolarizzazione è fissato nel giorno 15 del mese<br />
successivo a quello di registrazione della fattura originaria,<br />
con riferimento a quest’ultimo mese.<br />
11<br />
4. INVERSIONE CONTABILE<br />
L’autore ringrazia il Dr. Alban Zaimaj<br />
per il supporto offerto nella redazione dell’articolo.<br />
Qualora il soggetto passivo intenda utilizzare il tasso di cambio<br />
pubblicato dalla BCE, questo dovrà essere adottato per<br />
tutte le operazioni effettuate nell’anno solare.<br />
3. FATTURAZIONE DELLE OPERAZIONI INTRA-<br />
COMUNITARIE<br />
a. Effettuazione delle operazioni<br />
Per le cessioni e per gli acquisti intracomunitari di beni il<br />
momento dell’effettuazione dell’operazione coinciderà con<br />
quello dell’inizio del trasporto, o spedizione, dal Paese di<br />
origine, e non più con il momento della consegna.<br />
I pagamenti anticipati, totali o parziali (acconti), dei corrispettivi<br />
non assumeranno più alcuna rilevanza ai fini IVA,<br />
per cui per essi non sarà più necessario emettere fattura.<br />
In ogni caso l’emissione anticipata della fattura (anche con<br />
riferimento ad acconti) costituisce effettuazione della operazione<br />
intracomunitaria di acquisto o cessione di beni.<br />
Le modifiche hanno interessato anche il meccanismo dell’inversione<br />
contabile (reverse charge) relativamente alle<br />
modalità di adempimento.<br />
L’integrazione della fattura, oggi prevista solo per le prestazioni<br />
generiche di servizi (art.7-ter del D.P.R. n. 633 del<br />
1972) effettuate da soggetti comunitari nei confronti di soggetti<br />
passivi stabiliti in Italia, viene estesa anche alle altre<br />
tipologie di prestazioni di servizio e alle cessioni di beni<br />
territorialmente rilevanti in Italia.<br />
Per le operazioni territorialmente rilevanti in Italia, effettuate<br />
da soggetti stabiliti fuori dall’Unione Europea nei confronti<br />
di soggetti passivi dell’imposta stabiliti in Italia, continuerà<br />
a essere emessa autofattura.<br />
Pertanto, le modalità di adempimento mediante il meccanismo<br />
del reverse charge da parte del cliente soggetto<br />
passivo saranno due, rilevanti territorialmente in Italia e<br />
differenziate a seconda della qualità del soggetto cedente/prestatore<br />
ma non secondo la tipologia di operazione<br />
(cessioni di beni, prestazioni di servizi generiche, altre<br />
prestazioni di servizi):<br />
(1) Legge 24 dicembre 2012, n. 228, G.U. n. 302 del 29/12/2012, S.O. n. 212.
DIRITTO TRIBUTARIO<br />
12<br />
- operazioni effettuate da soggetti comunitari → integrazione<br />
della fattura (ex artt. 46-47 D.L. 331/93);<br />
- operazioni effettuate da fornitori extra-comunitari → autofattura.<br />
È opportuno sottolineare la differente tempistica tra integrazione<br />
della fattura ed emissione dell’autofattura. Quest’ultima,<br />
che di regola va emessa all’atto dell’effettuazione<br />
dell’operazione, in taluni casi (servizi generici ricevuti<br />
da soggetti non comunitari) va invece emessa entro il 15 del<br />
mese successivo a quello di effettuazione, mentre l’integrazione<br />
della fattura va fatta secondo le regole sopra illustrate<br />
per gli acquisti intracomunitari.<br />
5. VOLUME D’AFFARI<br />
Le variazioni toccano anche il volume d’affari, che sarà costituito<br />
da tutte le operazioni effettuate per le quali viene<br />
emessa fattura incluse le operazioni non “soggette” a IVA<br />
per mancanza del requisito territoriale.<br />
Infatti, sarà necessario emettere fattura anche per le tipologie<br />
di operazioni sotto elencate quando non sono soggette<br />
all’imposta per mancanza del requisito territoriale ai sensi<br />
degli articoli da 7 a 7-septies:<br />
a) cessioni di beni e prestazioni di servizi, diverse da quelle<br />
di cui all’articolo 10, nn. da 1) a 4) e 9), effettuate nei<br />
confronti di un soggetto passivo che è debitore dell’imposta<br />
in un altro Stato Membro dell’Unione Europea, con<br />
l’annotazione “inversione contabile”;<br />
b) cessioni di beni e prestazioni di servizi che si considerano<br />
effettuate fuori dell’Unione Europea, con l’annotazione<br />
“operazione non soggetta”.<br />
Dal volume d’affari rimangono escluse le cessioni dei beni<br />
ammortizzabili (previsione già vigente) e i passaggi interni<br />
tra attività separate.<br />
Per quanto riguarda i beni ammortizzabili è stata aggiornata<br />
la formulazione delle norme del codice civile di riferimento<br />
indicanti ora l’articolo 2424 alle voci B.I.3 e B.I.4 dello Stato<br />
Patrimoniale, così da ricomprendervi correttamente tra tali<br />
beni i diritti di brevetto industriale, i diritti di utilizzazione<br />
delle opere dell’ingegno, le concessioni, le licenze, i marchi<br />
e diritti simili.<br />
Dal <strong>2013</strong> risulta dunque ampliato l’ammontare del volume d’affari<br />
in quanto, come detto, ora vi rientrano anche le operazioni<br />
non soggette; ciò ha un impatto su quelle imprese e quei professionisti<br />
che effettuano cessioni e prestazioni non territoriali<br />
con riguardo agli istituti delle liquidazioni IVA trimestrali (anziché<br />
mensili) e al nuovo regime di IVA per cassa (volume d’affari<br />
< € 2mln), nonché ai fini del calcolo del presupposto per il<br />
diritto al rimborso IVA da parte dei soggetti che effettuano cessioni<br />
all’esportazione e assimilate in misura superiore al 25%<br />
del volume d’affari (ex art.30, co.3, let.b) del D.P.R. n. 633/1972).<br />
Al contrario, ai fini dell’acquisizione della qualifica dello<br />
status di esportatore abituale, in presenza di operazioni non<br />
imponibili registrate nel periodo di riferimento in misura<br />
superiore al 10% del volume d’affari, è stato introdotto un<br />
correttivo teso a escludere dal calcolo del volume d’affari<br />
stesso le operazioni carenti del requisito territoriale (articolo<br />
1, co.1, lett. a) del D.L. 746/1983).<br />
6. FATTURAZIONE<br />
a. Elementi da indicare nelle fatture<br />
Viene meno l’obbligatorietà della numerazione progressiva<br />
legata all’anno solare. Il soggetto passivo potrà tuttavia continuare<br />
a utilizzare una numerazione progressiva delle fatture<br />
legata all’anno solare e/o eventuali registri sezionali (in<br />
via facoltativa). L’unica condizione è che sia possibile in<br />
ogni caso identificare le fatture in maniera univoca.<br />
Per quanto concerne la numerazione da riportare in fattura,<br />
l’amministrazione finanziaria ha chiarito (2) che il soggetto<br />
passivo può – a decorrere dal 1° gennaio <strong>2013</strong> – optare per<br />
una numerazione progressiva che partendo dal numero 1<br />
prosegua per tutti gli anni di attività del soggetto passivo.<br />
Alternativamente, le imprese possono continuare ad adottare<br />
il sistema di numerazione progressiva per anno solare,<br />
atteso che l’identificazione univoca della fattura è verificata<br />
dalla presenza nel documento della data di emissione,<br />
elemento obbligatorio della fattura ai sensi della lettera a),<br />
articolo 21 del D.P.R. n. 633/72.<br />
A titolo esemplificativo l’Agenzia ritiene ammissibili le seguenti<br />
modalità di numerazione progressiva all’interno di<br />
ciascun anno solare, fermo restando l’obbligo di indicare in<br />
fattura la data:<br />
Fatt. n. 1<br />
Fatt. n. 2<br />
Fatt. n. 1/<strong>2013</strong> (oppure n. <strong>2013</strong>/1)<br />
Fatt. n. 2/<strong>2013</strong> (oppure n. <strong>2013</strong>/2)<br />
Inoltre, diviene obbligatoria l’indicazione della partita IVA<br />
del cessionario/committente nazionale o comunitario (anche<br />
se non è debitore dell’imposta), ovvero del codice fiscale qualora<br />
il soggetto nazionale sia un privato consumatore.<br />
b. Tipologia di operazioni<br />
Per tutte le fatture che non comportano addebito d’imposta<br />
dovrà essere riportata una specifica indicazione; non è più<br />
obbligatoria, ma solo eventuale, l’indicazione della norma<br />
– nazionale o comunitaria – di riferimento.<br />
Di seguito una tabella riassuntiva al riguardo.<br />
(2) Cfr. Risoluzione dell’Agenzia delle Entrate n. 1/E del 10 gennaio <strong>2013</strong>.
Tipologia dell’operazione<br />
Cessioni relative a beni in transito o depositati in luoghi soggetti a<br />
vigilanza doganale (non soggette all’imposta ai sensi dell’art. 7-bis, c. 1)<br />
Operazioni non imponibili (artt. 8, 8-bis, 9 e 38-quater)<br />
Operazioni esenti (art. 10, eccetto quelle di cui al n. 6)<br />
Operazioni soggette al regime del margine (D.L. n. 41/1995)<br />
Operazioni effettuate dalle agenzie di viaggio e turismo<br />
soggette al regime del margine (art. 74-ter)<br />
Cessioni di beni e prestazioni di servizi – diverse da quelle di cui<br />
all’art. 10, nn. da 1) a 4) – non territorialmente rilevanti, effettuate nei<br />
confronti di soggetti passivi debitori dell’imposta in altro Stato UE<br />
Cessioni di beni e prestazioni di servizi, non territorialmente<br />
rilevanti, effettuate nei confronti di soggetto stabilito fuori dell’UE<br />
Fatture emesse dal cessionario o dal committente in virtù<br />
di un obbligo proprio<br />
Operazioni soggette al reverse charge interno (art. 17, commi<br />
quinto e sesto)<br />
Operazioni relative a cessioni di rottami, cascami, avanzi<br />
di metalli ferrosi e materiali da scarto in genere (art. 74,<br />
commi settimo ed ottavo)<br />
Indicazione in fattura<br />
Operazione non soggetta<br />
Operazione non imponibile<br />
Operazione esente<br />
A seconda della tipologia di operazione:<br />
- regime del margine - beni usati<br />
- regime del margine - oggetti d’arte<br />
- regime del margine - oggetti di antiquariato o da collezione<br />
Regime del margine - agenzie di viaggio<br />
Inversione contabile<br />
Operazione non soggetta<br />
Autofatturazione<br />
Inversione contabile<br />
Inversione contabile<br />
13<br />
c. Emissione della fattura<br />
Le novità introdotte dalla “Legge di Stabilità” prevedono<br />
l’estensione anche alle prestazioni di servizi, effettuate nello<br />
stesso mese solare nei confronti del medesimo soggetto,<br />
della possibilità di emettere una fattura differita, purché<br />
le operazioni siano individuabili attraverso idonea documentazione.<br />
La fattura differita, in analogia alle cessioni accompagnate<br />
da DDT, dovrà essere emessa entro il giorno 15 del mese<br />
successivo a quello di effettuazione delle operazioni e<br />
registrata entro lo stesso termine con riferimento al mese<br />
precedente.<br />
7. FATTURA SEMPLIFICATA<br />
a. Ambito applicativo<br />
La “Legge di Stabilità” introduce l’art. 21-bis al D.P.R.<br />
n. 633/72 in materia di fattura semplificata. La fattura semplificata<br />
potrà essere emessa solo per le operazioni di importo<br />
non superiore a €100 e nei casi di fatture rettificative<br />
(senza limiti di importo).<br />
Al contrario, non potrà essere emessa;<br />
- per le cessioni intracomunitarie;<br />
- per le cessioni di beni e prestazioni di servizi (escluse le<br />
operazioni esenti di cui ai numeri da 1 a 4 dell’art. 10 del<br />
D.P.R. n. 633 del 1972) effettuate nei confronti di soggetto<br />
passivo stabilito in altro Stato comunitario in cui è dovuta<br />
l’imposta.<br />
b. Elementi<br />
Gli elementi da indicare nella fattura semplificata sono i<br />
seguenti:<br />
- data di emissione.<br />
- Numero progressivo che identifichi la fattura in modo univoco.<br />
- Dati identificativi del cedente/prestatore e del rappresentante<br />
fiscale:<br />
- ditta, denominazione o ragione sociale, nome e<br />
cognome, residenza o domicilio;<br />
- ubicazione della stabile organizzazione per i soggetti<br />
non residenti;<br />
- numero di partita IVA.<br />
- Dati identificativi del cessionario/committente e del rappresentante<br />
fiscale:
DIRITTO TRIBUTARIO<br />
14<br />
- ditta, denominazione o ragione sociale, nome e<br />
cognome, residenza o domicilio;<br />
- ubicazione della stabile organizzazione per i soggetti<br />
non residenti.<br />
- In alternativa:<br />
- in caso di soggetto stabilito nel territorio dello<br />
Stato può essere indicato il solo codice fiscale o<br />
numero di partita IVA;<br />
- in caso di soggetto passivo stabilito in un altro<br />
Stato Membro dell’UE, il solo numero di identificazione<br />
IVA attribuito dallo Stato Membro<br />
di stabilimento.<br />
- Descrizione dei beni ceduti e dei servizi resi.<br />
- Ammontare del corrispettivo complessivo e dell’imposta<br />
incorporata, ovvero dei dati che permettono di calcolarla.<br />
- Riferimento della fattura rettificata (per le fatture rettificative).<br />
8. FATTURA ELETTRONICA<br />
Adempimenti<br />
del debitore<br />
Acconti per operazioni<br />
intracomunitarie<br />
Nelle nuove regole viene ampliato il concetto di fattura elettronica<br />
per favorirne un sempre maggiore utilizzo.<br />
A tal fine, si considera fattura elettronica quella emessa o ricevuta<br />
in un qualsiasi formato elettronico (fermo restando la<br />
necessità dell’accettazione da parte del destinatario).<br />
La fattura elettronica (come quella cartacea) si considera emessa<br />
all’atto della sua consegna, spedizione, trasmissione o messa<br />
a disposizione del cessionario o committente.<br />
Nel caso di più fatture elettroniche trasmesse in unico lotto, allo<br />
stesso destinatario da parte dello stesso cedente o prestatore,<br />
continua a essere possibile inserire una sola volta le indicazioni<br />
comuni ai diversi documenti a condizione che la totalità<br />
delle informazioni siano accessibili per ogni fattura.<br />
Per la fattura elettronica deve essere garantita: l’autenticità dell’origine,<br />
l’integrità del contenuto, la leggibilità della fattura dal<br />
momento della sua emissione fino al termine del suo periodo di<br />
conservazione. La “autenticità dell’origine e integrità del contenuto”<br />
possono essere garantite mediante sistemi di controllo<br />
di gestione che assicurino un collegamento affidabile tra la fattura<br />
e la cessione di beni, o la prestazione di servizi a essa riferibile.<br />
Ovvero, mediante l’apposizione della firma elettronica<br />
qualificata o digitale dell’emittente, o mediante sistemi EDI di<br />
trasmissione elettronica dei dati o altre tecnologie in grado di<br />
garantire l’autenticità dell’origine e l’integrità dei dati.<br />
Possono essere conservate in modalità elettronica sia le fatture<br />
elettroniche che quelle create in formato elettronico, e<br />
anche quelle cartacee.<br />
9. SINTESI<br />
Di seguito una breve sintesi delle novità di<br />
maggior rilievo.<br />
Obbligo di fatturazione per le operazioni<br />
extra-territoriali<br />
Il soggetto passivo debitore<br />
dell’imposta che acquista<br />
un bene, ovvero un servizio,<br />
da un cedente/prestatore UE<br />
deve integrare la fattura<br />
estera. Quando l’operazione<br />
è effettuata da un soggetto<br />
extra-UE, il soggetto passivo<br />
stabilito dovrà emettere<br />
autofattura.<br />
Il pagamento di un acconto<br />
per le operazioni<br />
intracomunitarie<br />
non fa scattare l’obbligo<br />
di fatturazione. Resta<br />
ferma la rilevanza<br />
della fatturazione anticipata.<br />
Inoltre, l’irrilevanza<br />
degli acconti non riguarda<br />
le operazioni interne<br />
o le prestazioni di servizi.<br />
Viene esteso l’obbligo di emissione della fattura<br />
alle operazioni extra-territoriali, tenendo distinte<br />
le operazioni verso UE e le operazioni verso extra UE.<br />
Nel primo caso vanno fatturate solo quelle<br />
operazioni rese nei confronti di soggetti UE,<br />
che devono comunque adempiere con il reverse<br />
charge e con esclusione delle operazioni esenti<br />
di cui all’art. 10, nn. da 1 a 4 e 9.<br />
Le operazioni verso extra-UE vanno tutte fatturate.<br />
In particolare, per le operazioni effettuate a favore<br />
di soggetti debitori dell’imposta stabiliti in altri<br />
Stati UE, in fattura si indica che l’operazione<br />
è soggetta a inversione contabile.<br />
Per le operazioni effettuate fuori dall’UE, in fattura<br />
si indica che l’operazione è non soggetta.<br />
Contenuto della fattura<br />
Diventa obbligatoria<br />
l’indicazione in fattura della<br />
partita IVA del cessionario<br />
quando soggetto passivo<br />
Italiano o UE, ovvero<br />
del codice fiscale<br />
del consumatore finale<br />
quando residente in Italia.<br />
Volume di affari<br />
Sono incluse nel volume<br />
di affari le fatture emesse,<br />
anche se non rilevanti<br />
territorialmente in Italia.<br />
Fatturazione elettronica<br />
Si considera fattura elettronica quella emessa,<br />
o ricevuta, in un qualsiasi formato elettronico<br />
(fermo restando la necessità dell’accettazione<br />
da parte del destinatario).<br />
L’autenticità e l’integrità della fattura vanno provate<br />
alternativamente con la firma digitale, il sistema<br />
EDI e altri sistemi gestionali.
PIANIFICAZIONE E CONTROLLO DI GESTIONE<br />
16<br />
© alphaspirit<br />
MODELLAZIONE<br />
E SIMULAZIONE APPLICATE<br />
IL CASO BANCA D’ITALIA<br />
LA MODELLAZIONE E LA SIMULAZIONE DINAMICA OFFRONO AL DECISORE STRUMENTI<br />
ADEGUATI, VELOCI E A BASSO COSTO, PER VERIFICARE IN ANTICIPO L’EFFETTO<br />
DI DETERMINATE DECISIONI O DI SITUAZIONI POSSIBILI NEI CONTESTI DOMINATI<br />
DALLA COMPLESSITÀ. L’USO DI QUESTE TECNICHE È APPLICABILE A PROBLEMI DI NATURA<br />
SIA STRATEGICA CHE OPERATIVA. NEL TESTO CHE SEGUE VIENE PRESENTATO UN CASO<br />
DI APPLICAZIONE DOVE LA SIMULAZIONE È IMPIEGATA PER VERIFICARE IL FUNZIONAMENTO<br />
DI UN NUOVO MODELLO ORGANIZZATIVO PER UN PROCESSO AMMINISTRATIVO BANCARIO
di LUIGI GEPPERT<br />
Senior Partner Fair Dynamics Consulting e Docente Università Cattolica<br />
del Sacro Cuore di Milano<br />
DARIO RUSSO<br />
Responsabile Unità di Coordinamento e Supporto dell’Area Banca Centrale,<br />
Mercati e Sistema dei pagamenti di Banca d’Italia<br />
e FABIO CARNIOL<br />
Amministratore Delegato Towers Watson Italia<br />
INTRODUZIONE<br />
Una buona conoscenza dei meccanismi organizzativi di<br />
un’azienda costituisce il prerequisito fondamentale per una<br />
gestione attenta e una governance efficace.<br />
Chiunque faccia pianificazione delle risorse non sfugge a<br />
questa logica e, tra le varie esigenze, tende a concentrare gli<br />
sforzi sull’ottimizzazione dei processi e della relativa organizzazione<br />
di supporto per garantire servizi di buona qualità<br />
con una quantità ottimizzata di mezzi e risorse.<br />
In questi casi, il ricorso a metodologie e a tecniche innovative<br />
di supporto all’analisi e alla verifica delle decisioni critiche<br />
può diventare un fattore di successo importante. In<br />
particolare, l'applicazione della modellazione e della simulazione<br />
allo studio del comportamento dei processi e dell'organizzazione<br />
(process modelling and simulation) fornisce<br />
un approccio efficace e innovativo. La modellazione,<br />
propedeutica alla simulazione, consente di rappresentare<br />
– anche graficamente – il modello del processo, mentre la<br />
simulazione ne riproduce il funzionamento o comportamento<br />
quantitativo nel tempo, realizzando le tabelle e i grafici<br />
delle variabili presenti. La fase di modellazione è necessaria<br />
affinché il comportamento nel tempo del processo<br />
possa poi essere riprodotto e quantificato. Naturalmente, le<br />
due attività sono svolte attraverso l'utilizzo di opportuni<br />
strumenti informatici, ovvero piattaforme software di modellazione<br />
e simulazione che le accompagnano e le rendono<br />
tecnicamente fattibili.<br />
La modellazione è utilizzata per fornire un’accurata rappresentazione<br />
del funzionamento dei processi e dell’organizzazione,<br />
e per cogliere elementi di complessità nascosti<br />
che talvolta sfuggono anche ai responsabili. La possibilità<br />
di catturare una visione chiara, e non solo qualitativa, del<br />
loro funzionamento diventa uno strumento fondamentale<br />
per la definizione quantitativa delle risorse da allocare.<br />
Le più importanti practices conosciute e applicate a quest’approccio<br />
offrono una varietà di metodologie, tecniche e tools<br />
utilizzabili per modellare tutte le componenti di un processo:<br />
i dati di input, le attività che trasformano gli input, gli eventi<br />
che generano cambiamenti, i risultati prodotti e così via.<br />
Solitamente, seguendo l'impostazione metodologica più usata<br />
nel Businees Process Improvement, la modellazione e la<br />
simulazione dei processi si applicano in due momenti diversi<br />
e ben distinti. In una prima fase viene prodotto il modello<br />
del processo esistente, ossia del processo per come è correntemente<br />
implementato (AS-IS) in azienda. La simulazione<br />
del comportamento che ne deriva genera le informazioni<br />
che riproducono le performance quantitative del processo e<br />
che possono essere utilizzate per calibrare il modello.<br />
In una seconda fase, dopo aver identificato le eventuali modifiche<br />
da apportare al processo e/o all'organizzazione, si<br />
rimodella il nuovo processo (TO-BE) e successivamente si<br />
fanno le simulazioni del caso per ottenere e analizzare le<br />
nuove performance.<br />
In sostanza, la modellazione e la simulazione consentono<br />
di esplorare velocemente l’andamento delle performance<br />
nel tempo, a fronte di cambiamenti sia di fattori interni (analisi<br />
di what-if) sia di fattori esterni (analisi di scenario), permettendo<br />
al decisore di analizzare in vitro gli effetti delle<br />
eventuali decisioni senza dover incappare nei rischi tipici<br />
degli esperimenti reali, dal momento che la riproduzione è<br />
puramente virtuale. Anzi, in questo modo, anche i rischi<br />
di determinate scelte possono essere valutati ex-ante.<br />
17
PIANIFICAZIONE E CONTROLLO DI GESTIONE<br />
18<br />
Attraverso quest’approccio è pure possibile studiare al meglio<br />
situazioni di errore e/o di malfunzionamento non sempre<br />
leggibili dalla semplice osservazione della realtà operativa<br />
e, inoltre, è più facile riconoscere sovrapposizioni di<br />
attività e fasi mancanti; da un punto di vista più concreto,<br />
poi, rappresenta il modo più efficace per quantificare<br />
ex-ante costi, livello di servizio, customer satisfaction e<br />
– più in generale – valore per l’azienda.<br />
COMPLESSITÀ<br />
La natura intrinseca dei sistemi organizzativi implica che<br />
l’interazione tra i problemi da affrontare e l’ambiente in<br />
cui sono generati determini una complessità strutturale a<br />
volte profonda.<br />
La complessità interna dei sistemi processi/organizzazione<br />
è oltretutto aumentata dalla presenza di attività umane.<br />
Mentre le regole e i vincoli di funzionamento di un processo<br />
possono essere definiti e imposti in modo più o meno<br />
preciso, le regole di funzionamento delle attività che lo accompagnano<br />
sono spesso influenzate dal comportamento<br />
umano che, per diverse ragioni, non sempre è in linea con<br />
le specifiche e le direttive imposte.<br />
Si dice che un sistema è complesso se possiede le seguenti due<br />
proprietà: il sistema è composto da unità interagenti fra loro;<br />
il sistema manifesta nel tempo l’emergere di proprietà comportamentali<br />
che derivano dall’interazione di tali unità, ma che<br />
non sono proprietà comportamentali delle unità stesse.<br />
In altri termini, un sistema complesso mostra “nuove” proprietà<br />
che non appartengono alle unità che lo compongono.<br />
Infatti, mentre i comportamenti delle singole unità – risultanti<br />
da regole e vincoli ambientali – sono solitamente noti e<br />
descrivibili a priori, le proprietà emergenti di un sistema complesso<br />
si rivelano solo successivamente, ex-post, dopo il tempo<br />
necessario all’adattamento del sistema.<br />
Quando la complessità rappresenta l’aspetto dominante del<br />
problema, le tecniche di modellazione e simulazione costituiscono<br />
il modo più appropriato per comprendere i comportamenti<br />
e per predire l’evoluzione di un sistema.<br />
Se, per esempio, il sistema è rappresentato da un processo,<br />
tali tecniche possono fornire le indicazioni numeriche<br />
più corrette per predire i tempi di attraversamento delle unità<br />
di lavorazione e la durata delle attività, per pianificare il numero<br />
di risorse e la produttività richieste, per analizzare l’evoluzione<br />
degli indicatori di performance. Di conseguenza,<br />
è possibile trovare le argomentazioni più adeguate e corrette<br />
per sostenere le idee e le intenzioni dei decisori nei processi<br />
di cambiamento.<br />
È un modo straordinariamente utile per verificare “attraverso<br />
i numeri” i confronti con la realtà e la correttezza di<br />
idee e soluzioni.<br />
Recentemente, una nuova tecnica molto innovativa si è aggiunta<br />
alle tecniche classiche basate sugli “Eventi-Discreti”<br />
e sulla Systems Dynamics: la simulazione ad agenti o<br />
Agent Based Modeling and Simulation (ABMS).<br />
L’ABMS si basa sul concetto di agenti, ossia di unità elementari<br />
di un sistema, che posseggono determinate proprietà<br />
e che interagiscono tra loro in un ben definito ambiente, attraverso<br />
appropriate regole di comportamento.<br />
Questa tecnica è una validissima alternativa a quelle basate<br />
su Eventi e sulla System Dynamics, poiché consente di<br />
ottenere le macro proprietà del sistema partendo dalle regole<br />
e dalle proprietà delle singole unità costituenti, senza<br />
dover ricorrere a ipotesi di tipo generale sulle macro proprietà<br />
del sistema stesso che, ignote all’inizio, si manifestano<br />
progressivamente nel tempo per adattamento.<br />
Il caso di seguito descritto è un’applicazione pratica della<br />
tecnica ABMS, dove la classe degli oggetti che attraversano<br />
il processo (la classe dei pagamenti), le classi dei ruoli<br />
operativi coinvolti (operatori, operatori senior e responsabili)<br />
e la classe delle unità organizzative (divisioni di appartenenza)<br />
sono state modellate come classi di agenti.<br />
CASE STUDY<br />
Il processo di back-office dei pagamenti domestici della<br />
Banca d'Italia<br />
La Banca d’Italia (BdI) gestisce ogni anno un certo numero<br />
di pagamenti originati dai Dipartimenti e dalle Filiali della<br />
Banca stessa, da pubbliche amministrazioni, ecc.<br />
Il processo di back-office si articola nelle seguenti fasi:<br />
1. registrazione delle operazioni nel sistema informatico interno<br />
e invio della conferma alle controparti;<br />
2. controllo delle conferme ricevute dalle controparti;<br />
3. richieste di saldo a sistemi esterni;<br />
4. gestione delle situazioni anomale e cancellazione;<br />
5. controllo dell’adeguatezza dei margini di garanzia;<br />
6. riconciliazione di tutti i conti con i movimenti;<br />
7. registrazione delle operazioni nel sistema informatico di<br />
contabilità e chiusura della giornata operativa.<br />
Bonifici domestici<br />
I Dipartimenti e le Filiali richiedono il pagamento dei bonifici<br />
per mezzo di un messaggio scritto contenente le informazioni<br />
(nome del beneficiario, data di pagamento, banca<br />
beneficiaria, ecc.) necessarie per l’esecuzione del pagamento<br />
stesso.<br />
Due unità organizzative (divisioni) sono coinvolte nel processo.<br />
La prima divisione inserisce l’operazione nella procedura<br />
informatica e la seconda divisione, dopo aver verificato<br />
la disponibilità dei fondi, conferma l’operazione.<br />
Le risorse umane delle due unità lavorano su diversi turni<br />
al fine di effettuare operazioni dalle ore 7:30 alle ore 19:30.<br />
Sono presenti tre categorie di lavoratori dipendenti: operatori,<br />
operatori senior e responsabili, e ogni categoria svolge<br />
compiti diversi.<br />
I responsabili della prima divisione autorizzano, mediante<br />
firma, la trasmissione alla seconda divisione dei pagamenti<br />
registrati all’interno del sistema.
I compiti delle due divisioni sono quindi diversi e sequenziali.<br />
Un operatore della prima divisione non può eseguire<br />
le attività di un operatore della seconda. La seconda divisione<br />
inizia le sue operazioni solo quando la prima divisione<br />
ha completato l’attività per ogni singolo pagamento.<br />
Il processo dei pagamenti domestici non è l’unico impegno delle<br />
due divisioni, ma è il più importante, in quanto ogni pagamento<br />
deve essere completato entro un orario definito (ore 17:30).<br />
Se questo limite di tempo è superato, le controparti applicano<br />
delle penali per il ritardo del pagamento. Per tale motivo,<br />
questo processo ha la priorità assoluta per le due divisioni<br />
e giustifica il fatto che, in condizioni normali di operatività,<br />
il tempo-uomo assorbito è di poco inferiore al 20%<br />
della capacità totale disponibile.<br />
F. TO-BE Volume Eccezionale: volume giornaliero pari a<br />
oltre il 300% di quello standard;<br />
I risultati sono presentati attraverso una rappresentazione<br />
grafica dove l’asse verticale rappresenta il fabbisogno totale<br />
di risorse (impiegati).<br />
Per consentire la contabilizzazione a fine giornata, il processo<br />
deve terminare entro le ore 17:30 (minuto 1.050).<br />
A. AS-IS Volume Standard<br />
Il grafico mostra il seguente comportamento (figura 1):<br />
Figura 1<br />
La varianza circa la tipologia dei pagamenti processati giornalmente<br />
è molto alta. In generale, circa il 50% dei pagamenti<br />
devono essere effettuati manualmente, mentre un certo grado<br />
di automazione viene applicato al restante 50%. Alcuni pagamenti,<br />
di solito quelli istituzionali, devono essere processati<br />
con la massima priorità.<br />
Gli obiettivi dell’esercizio di modellazione e simulazione riguardano<br />
l’analisi e la verifica:<br />
- degli effetti dell’assenza di dipendenti sul tempo di completamento<br />
del processo (a causa di ferie, formazione, malattia,<br />
ecc.), nei diversi ruoli presenti;<br />
19<br />
- dell’effetto di situazioni anomale o eccezionali sul tempo di<br />
completamento del processo e sul grado di utilizzo delle risorse<br />
(numero elevato di pagamenti da elaborare, alta percentuale<br />
di pagamenti completamente manuali, elevata presenza di pagamenti<br />
istituzionali da processare con elevata priorità);<br />
- dei possibili vantaggi derivanti da una variazione organizzativa<br />
(fusione delle due suddette divisioni in una sola divisione).<br />
RISULTATI DELLA SIMULAZIONE<br />
Le simulazioni eseguite riguardano i seguenti sei casi, nelle<br />
ipotesi AS-IS (divisioni separate) e TO-BE (divisioni accorpate<br />
in una):<br />
A. AS-IS Volume Standard: volume giornaliero standard di<br />
pagamenti;<br />
B. AS-IS Volume Standard e Assenza Impiegati: volume<br />
giornaliero standard di pagamenti e assenza di una risorsa<br />
critica per turno;<br />
C. AS-IS Volume Eccezionale: volume giornaliero pari a<br />
oltre il 300% di quello standard;<br />
D. TO-BE Volume Standard: volume giornaliero standard<br />
di pagamenti;<br />
E. TO-BE Volume Standard e Assenza Impiegati: volume<br />
giornaliero standard di pagamenti e assenza di una risorsa<br />
critica per turno;<br />
Il completamento di tutti i pagamenti avviene al minuto 744<br />
(ore 12:24); il numero di impiegati Full Time Equivalent (FTE)<br />
vale 3,17 e il numero massimo di risorse necessarie vale 9. Il<br />
tempo richiesto in media per svolgere tutte le attività per un pagamento<br />
è di 134 minuti.<br />
La performance del processo è in linea con le aspettative, dal<br />
momento che tutti i pagamenti vengono eseguiti ben prima (ore<br />
12:24) del tempo limite (ore 17:30). Questo significa che gli impiegati<br />
presenti sono disponibili per attività di altri processi.<br />
B. AS-IS Volume Standard e Assenza Impiegati<br />
Figura 2
PIANIFICAZIONE E CONTROLLO DI GESTIONE<br />
Il completamento dei pagamenti avviene al minuto 860<br />
(ore 14:20 - figura 2), il numero di FTE vale ancora 3,17<br />
e il numero massimo di risorse necessarie è 10. Il tempo<br />
richiesto in media per svolgere tutte le attività per<br />
un pagamento è di 210 minuti. L’indisponibilità di un impiegato<br />
per turno dipende da diverse situazioni, a volte<br />
l’impiegato è presente ma impegnato in attività di un altro<br />
processo.<br />
Figura 4<br />
C. AS-IS Volume Eccezionale<br />
Tale situazione si riscontra in alcune giornate in cui il numero<br />
dei pagamenti da eseguire è più che triplo rispetto a<br />
quello standard.<br />
20<br />
Più spesso accade che i volumi siano circa il doppio di quelli<br />
standard (figura 3).<br />
Figura 3<br />
inferiore e dall’altra il tempo di completamento di un singolo<br />
pagamento è di poco superiore ai corrispondenti dell’AS-IS.<br />
Quest’ultima situazione, apparentemente controintuitiva,<br />
è spiegata dal fatto che nel TO-BE la capacità di<br />
risorsa (impiegato) si sposta dinamicamente e tende a concentrarsi<br />
sulle attività precedenti prima di procedere verso<br />
quelle successive.<br />
E. TO-BE Volume Standard e Assenza Impiegati<br />
Figura 5<br />
Il completamento dei pagamenti avviene al minuto 1.061<br />
(ore 17:41), il numero di FTE vale 11,67 e il numero massimo<br />
di risorse necessarie è 18. Il tempo richiesto in media<br />
per svolgere tutte le attività per un pagamento è di 182<br />
minuti. Completandosi alle ore 17:40, l’attività rischia di<br />
non terminare in tempo. Per evitare ciò, gli impiegati dovranno<br />
ridurre il tempo di lavorazione di ciascuna attività.<br />
D. TO-BE Volume Standard<br />
Il TO-BE, come detto, si ottiene accorpando gli appartenenti<br />
alle due divisioni in un’unica divisione. Il grafico (figura 4)<br />
ora è di tipo comparativo e comprende: la curva AS-IS<br />
(in blu) insieme all’equivalente curva TO-BE (rossa).<br />
Il completamento dei pagamenti avviene al minuto 739<br />
(ore 12:19), il numero di FTE vale 3,17 e il numero massimo<br />
di risorse necessarie è 9. Il tempo richiesto in media per<br />
svolgere tutte le attività per un pagamento è di 159 minuti.<br />
Non ci sono sostanziali differenze anche se, nel TO-BE, da<br />
una parte il tempo di completamento totale è leggermente<br />
Il completamento dei pagamenti avviene al minuto 742<br />
(ore 12:22 - figura 5), il numero di FTE vale 3,17 e il numero<br />
massimo di risorse necessarie è 8. Il tempo richiesto<br />
in media per svolgere tutte le attività per un pagamento<br />
è di 167 minuti.<br />
In questa situazione il vantaggio offerto dall’avere una sola<br />
divisione (TO-BE) è decisamente evidente. Nonostante<br />
l’efficienza sia la stessa, ossia l’assorbimento di risorse FTE<br />
valga sempre 3,17, la simulazione dimostra che la produt-
tività complessiva dell’intero sistema migliora sensibilmente,<br />
poiché tutti i pagamenti vengono terminati con circa<br />
due ore di anticipo.<br />
Il miglioramento in caso di assenza di impiegati (un impiegato)<br />
è ancora più evidente nei giorni in cui il volume dei<br />
pagamenti raddoppia rispetto allo standard. In tale situazione<br />
il caso AS-IS è molto critico (tempo di fine ore 19:05),<br />
mentre nel TO-BE ci si mantiene ampiamente entro i limiti<br />
di tempo massimo (ore 14:21- figura 6).<br />
Figura 6<br />
CONCLUSIONI<br />
Attraverso l’esercizio di simulazione è possibile dimostrare<br />
“numeri alla mano” che la fusione delle due divisioni operative<br />
in un’unica divisione è decisamente vantaggiosa.<br />
La fusione produce:<br />
- un evidente incremento nella produttività dell’intero processo,<br />
il che significa anche liberare parte della produttività<br />
disponibile per altri processi amministrativi;<br />
- una sensibile riduzione dei rischi operativi, migliorando<br />
il trade-off volume/tempo di completamento, il che significa<br />
incrementare il numero di pagamenti eseguibili entro<br />
il limite di tempo con lo stesso numero di dipendenti;<br />
- una ragionevole riduzione dell’affaticamento del personale<br />
nei giorni di “volume eccezionale”.<br />
In conclusione, come il caso ha evidenziato, l’uso delle tecniche<br />
di modellazione e di simulazione permette di:<br />
- valutare quantitativamente la situazione esistente;<br />
- sollecitare nuove prospettive e idee per miglioramenti e<br />
cambiamenti;<br />
- verificare e quantificare differenti ipotesi senza rischi operativi;<br />
- mostrare e comprendere le situazioni contro-intuitive.<br />
F. TO-BE Volume Eccezionale<br />
Figura 7<br />
Nell’ambito di un processo di sensibilizzazione sul tema<br />
della modellazione e della simulazione, ASAM (Associazione<br />
per gli Studi Aziendali e Manageriali dell’Università<br />
Cattolica del Sacro Cuore di Milano) ha di recente lanciato<br />
un programma di coinvolgimento del management basato<br />
su un Innovation Lab Planning.<br />
L’obiettivo principale dell’Innovation Lab Planning è quello<br />
di applicare i concetti basilari del pensiero sistemico, della<br />
modellazione e della simulazione dinamica a casi concreti,<br />
utilizzabili per:<br />
- arricchire il bagaglio culturale del manager di nuove metodologie<br />
di “visione”, da affiancare alle competenze di<br />
base e da utilizzare nell’interpretazione delle situazioni<br />
e nella previsione dei comportamenti e delle tendenze;<br />
- migliorare il processo di analisi e valutazione della strategia<br />
aziendale o – più semplicemente – delle politiche<br />
operative quali, ad esempio, la pianificazione<br />
delle risorse e delle capacità a fronte di eventi<br />
sia previsti che imprevisti, analizzandone<br />
anche i rischi connessi.<br />
21<br />
Il completamento dei pagamenti avviene al minuto 1.041<br />
(ore 17:21 - figura 7), il numero di FTE vale 11.67 e il numero<br />
massimo di risorse necessarie è 18. Il tempo richiesto<br />
in media per svolgere tutte le attività per un pagamento è di<br />
301 minuti.<br />
Il rischio di superamento del tempo limite (ore 17:30) è più<br />
basso che nel corrispondente AS-IS.
FINANZA<br />
IDENTIKIT DELLE IMPRESE<br />
PIÙ AFFIDABILI NELLE RELAZIONI<br />
COMMERCIALI<br />
SECONDO UN’ANALISI CRIBIS D&B A FINE 2012 I PARTNER COMMERCIALI PIÙ AFFIDABILI<br />
IN ITALIA SONO LE AZIENDE DI GRANDI DIMENSIONI DI PIEMONTE, EMILIA-ROMAGNA E<br />
TRENTINO, MEGLIO ANCORA SE COSTITUITE PRIMA DEL 1951 E CON UN IMPRENDITORE<br />
DONNA. LOMBARDIA, LAZIO E VENETO RISULTANO INVECE LE REGIONI PIÙ COLPITE<br />
DAI FALLIMENTI, CHE NEL 2012 NEL NOSTRO PAESE HANNO SUPERATO I 12.000 CASI<br />
22<br />
di MARCO PRETI<br />
Amministratore Delegato di CRIBIS D&B<br />
Realtà di grandi dimensioni, localizzate nel nord-est, costituite<br />
prima del 1951 e con un imprenditore donna. Questo,<br />
in sintesi, l’identikit delle imprese italiane più affidabili<br />
dal punto di vista delle relazioni commerciali – quindi<br />
quelle con le quali è potenzialmente più sicuro fare affari –<br />
che emerge dall’analisi sui migliori partner commerciali<br />
B2B realizzata da CRIBIS D&B, la società del Gruppo CRIF<br />
specializzata nella business information.<br />
Nello specifico, il totale delle ditte individuali e società attive<br />
in Italia sono state classificate sulla base della probabilità<br />
di generare insoluti commerciali nei 12 mesi successivi<br />
al momento della rilevazione, attraverso un modello<br />
originale che si basa su numerose variabili quali indici di<br />
bilancio, esperienze di pagamento, informazioni pregiudizievoli<br />
oltre – ovviamente – a informazioni anagrafiche<br />
e sulla forma giuridica, area geografica di appartenenza, dimensione<br />
e anzianità aziendale.<br />
Entrando nel dettaglio dell’analisi aggiornata al 31 dicembre<br />
2012, negli ultimi 5 anni la percentuale dei migliori partner<br />
commerciali B2B è passata dal 9,53% del 2008 al 6,08%<br />
di fine 2012, con un calo di 3,45 punti percentuali. Dal 2010,<br />
però, si è registrato un piccolo ma continuo miglioramento<br />
che ha portato la quota complessiva al 6,08%.<br />
Il livello più alto delle imprese commercialmente più affidabili<br />
si è registrato nel 2009 (quando rappresentavano il<br />
10,15% del totale), mentre quello più basso è stato toccato<br />
nel 2010 con una quota del 5,53%.<br />
In una fase del ciclo economico ancora caratterizzata da grande<br />
incertezza, con la conseguente necessità di gestire con la massima<br />
attenzione le potenziali criticità nelle relazioni commerciali,<br />
l’analisi di CRIBIS D&B si è focalizzata sulle imprese più<br />
virtuose, sulle eccellenze presenti sul territorio nazionale.<br />
La categoria delle grandi imprese è quella che fa segnare<br />
l’incidenza più elevata di migliori partner commerciali B2B,<br />
con una quota pari al 35,32% del totale delle imprese più affidabili,<br />
pur rientrando in questa classe dimensionale solamente<br />
lo 0,14% delle aziende italiane. Tra le medie imprese<br />
la performance è leggermente meno brillante (31,48%),<br />
mentre decisamente meno rilevante risulta il peso delle piccole<br />
(15,89%) e, soprattutto, delle micro imprese che chiudono<br />
con un modesto 5,24%.<br />
Approfondendo l’analisi sulla base dell’anzianità delle imprese,<br />
quelle fondate prima del 1951 sono risultate maggiormente<br />
affidabili a fine 2012 (con una quota pari al<br />
34,66% di migliori partner commerciali B2B), mentre sono<br />
più a rischio quelle costituite negli ultimi 2 anni – ovvero<br />
dal 1 gennaio 2011 a oggi – con una quota pari solamente<br />
allo 0,23% del totale.<br />
Molto interessante, inoltre, il dato che indica come sia più<br />
sicuro fare affari con imprese guidate da un imprenditore<br />
donna. Sul totale delle realtà con a capo una donna<br />
i migliori partner commerciali B2B rappresentano infatti<br />
una quota pari al 7,24% del totale, mentre per quelle con<br />
al comando un uomo il dato scende fino al 3,92%.<br />
Fonte: Analisi CRIBIS D&B sui migliori partner commerciali B2B nel 2012<br />
Fonte: Analisi CRIBIS D&B sui migliori partner commerciali B2B nel 2012
© FotolEdhar<br />
23<br />
I settori più virtuosi e quelli più critici<br />
Sulla base dell’analisi di CRIBIS D&B, il macrosettore dei<br />
servizi finanziari ha fatto registrare a fine 2012 la maggiore<br />
percentuale di migliori partner commerciali B2B in termini<br />
di affidabilità (20,36% del totale delle imprese virtuose rispetto<br />
al totale di quelle operanti nel comparto). Seguono l’industria<br />
estrattiva (16,39%) e i servizi vari (8,29%).<br />
I macrosettori meno affidabili sono invece risultati essere<br />
l’edilizia (1,39%), i trasporti e la distribuzione (2,66%) e il<br />
commercio al dettaglio (2,94%).<br />
L’analisi territoriale<br />
Come sovente accade nelle analisi economiche, anche in<br />
questo caso la distribuzione lungo la penisola presenta situazioni<br />
molto differenti. Nello specifico è il nord-est l’area<br />
geografica che vanta la migliore percentuale di migliori<br />
partner commerciali B2B, con una quota dell’8,61%<br />
sul totale delle imprese attive sul territorio. Seguono il<br />
nord-ovest con l’8,46%, e il centro con il 5,44%. Chiudono,<br />
distaccati, il sud e le isole, con solo il 2,70%.<br />
A livello regionale il Piemonte si piazza al primo posto<br />
assoluto con una quota del 9,38%<br />
di migliori partner commerciali<br />
B2B, seguito dall’Emilia-Romagna<br />
(8,85%) e dal Trentino (8,72%).<br />
All’estremo opposto della classifica,<br />
invece, si collocano la Campania<br />
(1,94%) e la Calabria (2,34%).<br />
Tra le grandi regioni spicca negativamente<br />
il Lazio, che fa registrare<br />
una performance decisamente<br />
peggiore rispetto alla macroarea<br />
di appartenenza (3,83% rispetto al<br />
5,44% del Centro e al 6,08% del<br />
totale nazionale).<br />
Fonte: Analisi CRIBIS D&B sui migliori partner commerciali B2B nel 2012
FINANZA<br />
Per quanto riguarda il dettaglio per provincia, la classifica<br />
delle più virtuose vede al primo posto assoluto Biella<br />
(con una quota pari al 14,62% del totale delle imprese attive<br />
sul territorio), seguita da Mantova (10,89%) e Cremona<br />
(10,81%).<br />
I FALLIMENTI IN ITALIA: UN’ALTRA “VISTA” SULLO<br />
STATO DI SALUTE DELLE NOSTRE IMPRESE<br />
24<br />
Fonte: Analisi CRIBIS D&B sui migliori partner commerciali B2B nel 2012<br />
I dati sulle aziende in salute e virtuose devono però essere<br />
confrontati anche con quelli sui fallimenti per avere uno<br />
scenario complessivo dello stato delle nostre imprese.<br />
Il trend dei fallimenti rilevato dal 2009 al 2012 evidenzia<br />
purtroppo un netto e inesorabile aumento fino a raggiungere<br />
i 12.463 casi del 2012, il dato più alto da molti anni a questa<br />
parte, con un incremento del +2% rispetto al già preoccupante<br />
numero registrato nel 2011, quando i casi rilevati<br />
erano stati 12.169. La variazione sale a +10% rispetto al<br />
2010 (quando i fallimenti erano stati 11.268) e addirittura<br />
si assesta a un +33% rispetto al 2009 (9.383 casi).<br />
Il 2012 si è chiuso con 3.745 fallimenti nell’ultimo trimestre,<br />
dopo i 3.212 casi di gennaio-marzo, i 3.109 di aprile-giugno<br />
e i 2.397 di luglio-settembre. Negli ultimi tre<br />
anni non si era mai registrato un numero così alto di eventi<br />
negativi tra ottobre e dicembre.<br />
Entrando maggiormente nel dettaglio, tre quarti dei fallimenti<br />
rilevati nel corso del 2012 ha riguardato società di capitali<br />
(il 76% del totale, per la precisione), il 13% società di<br />
persone e soltanto l’11% ditte individuali.<br />
Purtroppo, il consuntivo dei fallimenti registrati nel corso<br />
del 2012 non sorprende, in quanto il perdurare della crisi<br />
economica ancora irrisolta non poteva non riflettersi in<br />
Trend dei fallimenti in Italia 2009 - 2012<br />
Fonte: Analisi CRIBIS D&B sui fallimenti in Italia
modo diretto e pesante anche su questo indicatore, confermando<br />
una volta di più lo stato di grande difficoltà in cui<br />
versano molte imprese italiane, già messe a dura prova dai<br />
magri anni precedenti. Per altro, il trend di fallimenti era<br />
stato anticipato anche dai dati relativi ai ritardi di pagamento<br />
accumulati dalle imprese nei confronti dei propri<br />
fornitori. Infatti, è ormai assodato come la cattiva performance<br />
di pagamento sia il segnale più indicativo del rischio<br />
di fallimento di un’azienda.<br />
Approfondendo a livello territoriale l’analisi dei fallimenti<br />
delle imprese, la distribuzione lungo la Penisola presenta<br />
situazioni molto differenti tra le diverse aree geografiche.<br />
Nello specifico, oltre un quinto dei casi dell’intero<br />
2012 ha interessato la Lombardia (per la precisione<br />
il 22,7% del totale), che si conferma la regione di gran lunga<br />
più colpita anche perché è quella con la maggior densità<br />
di imprese. Nella regione Lombardia hanno dichiarato fallimento<br />
2.826 imprese nel 2012, ma dal 2009 a oggi sono<br />
stati complessivamente quasi 10.000 i casi rilevati. La seconda<br />
regione maggiormente coinvolta è il Lazio con 1.345<br />
casi nel 2012, pari al 10,8% del totale nazionale, seguita<br />
dal Veneto (1.082 casi, pari al 8,7% del totale) e dalla Campania<br />
con 1.008 (8,1%). Vengono poi il Piemonte (961), la<br />
Toscana (865), l’Emilia-Romagna (861), la Sicilia (651) e<br />
la Puglia (565). Più di 400 fallimenti hanno invece interessato<br />
imprese delle Marche, oltre 300 dell’Abruzzo, seguito<br />
da vicino da Calabria, Friuli Venezia Giulia, Liguria,<br />
Sardegna e Umbria tutte con più di 200 fallimenti.<br />
La distribuzione territoriale dei fallimenti deve essere necessariamente<br />
considerata alla luce della localizzazione<br />
delle imprese italiane, concentrate principalmente nel nord<br />
del Paese. D’altro canto, le dinamiche che caratterizzano<br />
le singole regioni sono direttamente influenzate anche dall’andamento<br />
degli specifici comparti economici maggiormente<br />
presenti sul territorio.<br />
Per quanto riguarda, invece l’analisi settoriale, ancora una<br />
volta è l’edilizia ad aver evidenziato le maggiori criticità.<br />
Con oltre 2.600 imprese fallite nel corso del 2012, quasi un<br />
caso su cinque ha infatti interessato questo comparto negli<br />
ultimi 12 mesi. Nello specifico, sono state 1.571 le attività<br />
fallite nella “Costruzione di edifici”, mentre 1.040 casi<br />
sono stati rilevati tra gli “Installatori”. A conferma della<br />
drammatica situazione dell’intero comparto, dall’inizio del<br />
2009 a oggi si contano complessivamente 8.740 fallimenti<br />
nel settore edile, cui si accompagnano le criticità rilevate<br />
tra le imprese del settore immobiliare che ha chiuso il 2012<br />
con 658 fallimenti. Molto colpito risulta anche il commercio<br />
all’ingrosso, che supera i 1.700 casi di fallimento nel<br />
corso del 2012 (954 casi nel “Commercio all’ingrosso dei<br />
beni durevoli”, 747 nel “Commercio all’ingrosso di beni<br />
non durevoli”), a cui vanno aggiunti gli oltre 1.400 fallimenti<br />
del commercio al dettaglio (tra cui i settori più colpiti<br />
sono “Ristoranti e Bar”, “Abbigliamento e accessori”,<br />
“Arredamento-Articoli per la casa”, “Alimentari”, “Rivenditori<br />
veicoli e stazioni di servizio”).<br />
Nell’Industria, invece, i settori più colpiti risultano essere<br />
“Industria Manufatti in metallo” (563 fallimenti), “Abbigliamento<br />
e altri prodotti tessili” (245), “Industria macchinari<br />
industriali e computer” (243), “Industria alimentare”<br />
(210), “Industria del mobile/accessori per arredi” (204),<br />
“Industria della pietra e vetro” (175) e “Attrezzature elettriche<br />
ed elettroniche” (139).<br />
L’andamento dei casi di fallimento tra i diversi settori dell’economia<br />
italiana lascia ipotizzare che l’accentuazione<br />
delle difficoltà si sia concentrata non solo nei comparti in<br />
cui il ciclo economico sembra essersi completamente bloccato<br />
con la crisi, come ad esempio quello dell’edilizia e delle<br />
attività correlate, ma anche in quei comparti dove la competizione<br />
internazionale è più forte. Questo ha accentuato<br />
ulteriormente il processo di selezione tra le imprese, con un<br />
incremento costante dei fallimenti. Alla luce di questo preoccupante<br />
scenario sarebbe fondamentale che anche le imprese<br />
italiane adottassero un’efficace politica di credit management<br />
che, attraverso strumenti adeguati, consentisse loro<br />
di conoscere in maniera approfondita e tempestiva lo stato<br />
di salute e l’affidabilità dei propri partner commerciali.<br />
Ciò permetterebbe loro di contenere quanto<br />
più possibile i livelli di rischiosità e mantenere<br />
in equilibrio le esigenze di sviluppo del business<br />
con quelle di salvaguardia del cash flow.<br />
25
HUMAN RESOURCES<br />
CRESCERE PER LINEE ESTERNE<br />
LE RISORSE UMANE COME<br />
FATTORE CRITICO DI SUCCESSO<br />
LA CRESCITA PER LINEE ESTERNE È UN’OPPORTUNITÀ A DISPOSIZIONE DELLE AZIENDE,<br />
MA LE RISORSE UMANE SONO UN FATTORE CRITICO DI SUCCESSO SPESSO<br />
POCO CONSIDERATO DAI CEO E DAI CFO. UN’APPROFONDITA ANALISI<br />
DELLE POLITICHE DI GESTIONE, REMUNERAZIONE E SVILUPPO DELLE PERSONE<br />
GIÀ IN SEDE DI DUE DILIGENCE CONSENTE DI IDENTIFICARE PER TEMPO<br />
LE CRITICITÀ, DI TENERNE CONTO NELLA NEGOZIAZIONE DEL PREZZO<br />
E DI PIANIFICARE IN ANTICIPO LE AZIONI NECESSARIE PER RIDURRE<br />
AL MINIMO IL RISCHIO DI INSUCCESSO DELL’OPERAZIONE<br />
26<br />
© Santiago Cornejo
di FABIO CARNIOL<br />
Managing Director per l’Italia Towers Watson<br />
Le operazioni di fusione e acquisizione (M&A) rappresentano<br />
una delle leve fondamentali per la crescita. Secondo<br />
una ricerca condotta da Towers Watson nel 2010, le aziende<br />
multinazionali collocano tali operazioni al quarto posto<br />
nella classifica delle azioni più importanti per crescere,<br />
come evidenzia la figura 1, a pari merito con il cambiamento<br />
nella gestione delle persone.<br />
Figura 1 - Le 3 azioni piùimportanti per guidare la crescita<br />
27<br />
A livello globale si assiste a una ripresa del mercato delle<br />
operazioni di M&A. Secondo il QPDM (Quarterly Deal<br />
Performance Monitor) di Towers Watson (ricerca condotta<br />
annualmente con la Class School), nel corso del<br />
2012 le aziende acquirenti asiatiche hanno mostrato un<br />
maggior dinamismo rispetto a quelle europee, mentre le<br />
aziende nordamericane mantengono la leadership in termini<br />
di operazioni realizzate, di cui oltre la metà a livello<br />
internazionale. Tali dati rispecchiano l’andamento delle<br />
diverse economie nel 2012 e fanno presagire una ulteriore<br />
crescita delle acquisizioni da parte delle aziende nel<br />
corso del <strong>2013</strong>, con un particolare focus sui gruppi cinesi,<br />
che valutano con crescente interesse operazioni nel<br />
mercato europeo.<br />
Questa crescente globalizzazione del mercato M&A porta<br />
con sé un tema fondamentale: la gestione delle diversità culturali<br />
all’interno delle organizzazioni, che è un fattore critico<br />
di successo soprattutto nella fase di integrazione.
HUMAN RESOURCES<br />
Figura 2 - Le transazioni di successo hanno in comune una preventiva e intensa attenzione alle persone<br />
28<br />
D’altronde, come evidenzia la figura 2, le transazioni di<br />
successo hanno in comune una preventiva ed efficace gestione<br />
delle persone. Una sottovalutazione di questi temi<br />
può aumentare il rischio di insuccesso dell’operazione in<br />
termini di conseguimento degli obiettivi prefissati e, soprattutto,<br />
di orizzonte temporale per la generazione di valore<br />
per gli azionisti.<br />
Secondo un’indagine condotta da Forbes nel 2011 tra 500<br />
CFO (figura 3), la differenza fra le culture aziendali è il<br />
principale ostacolo al conseguimento degli obiettivi durante<br />
un piano di integrazione. La classifica è stata redatta<br />
in funzione dell’impatto negativo sul successo dell’operazione<br />
espresso in un range fra 1 e 7. È significativo che a<br />
esprimere queste opinioni siano i CFO.<br />
Figura 3<br />
Gli ostacoli al conseguimento di sinergie secondo i CFO<br />
L’analisi di compatibilità culturale e la stima delle possibili<br />
sinergie sono attività tipiche della fase di valutazione dell’opportunità<br />
e della fattibilità dell’operazione, ma trovano<br />
le prime importanti verifiche nell’attività di due diligence,<br />
che consente all’acquirente di determinare il prezzo<br />
da ritenersi adeguato per l’operazione e – di conseguenza –<br />
di valutare l’eventuale scostamento rispetto al prezzo richiesto<br />
dal venditore.<br />
Un tema di particolare rilevanza è l’identificazione delle risorse-chiave,<br />
soprattutto nei settori in cui la qualità delle<br />
persone è un fattore di successo fondamentale e in cui è difficile<br />
reperire risorse con competenze adeguate. Tali risorse<br />
rappresentano, infatti, una parte importante del patrimonio<br />
dell’azienda acquisita che, se depauperata delle sue<br />
migliori professionalità, potrebbe non essere in grado di<br />
portare all’acquirente tutti i vantaggi attesi in sede di pianificazione<br />
dell’operazione.<br />
La Towers Watson M&A Employee Retention Survey 2012,<br />
condotta fra 180 aziende partecipanti in 19 Paesi, ha messo<br />
in evidenza come il successo di un’operazione di M&A<br />
dipenda fortemente proprio dalla fase in cui si incominciano<br />
a identificare le risorse-chiave. Come mostra la figura<br />
4, se tale attività viene avviata già in fase di due diligence,<br />
oppure in fase di trattativa, la probabilità di trattenere<br />
le risorse-chiave è molto più elevata.
Figura 4 - Le aziende di successo si preoccupano delle persone sin dall’inizio del processo<br />
Le differenze fra aziende di maggiore e minore successo dipendono molto dal momento in cui si incominciano<br />
a identificare le risorse chiave durante la due diligence e durante le trattative<br />
L’azienda acquirente deve quindi porsi una serie di domande relative<br />
alla gestione delle risorse umane già nella fase di due diligence,<br />
tipicamente con riferimento ai seguenti elementi:<br />
1. qualità delle persone presenti nell’organizzazione (profili<br />
delle persone-chiave, competenze, composizione demografica,<br />
turn-over, specifici piani per trattenere i talenti ecc.);<br />
2. vincoli legali (accordi collettivi e individuali, espatriati ecc.);<br />
3. ragionevolezza e sostenibilità dei costi (benchmarking delle<br />
retribuzioni, benchmarking dell’organizzazione ecc.);<br />
4. corretto dimensionamento degli organici e conseguente necessità<br />
di gestire piani di ristrutturazione (es. esuberi, presenza<br />
di contratti a termine, vincoli e procedure legali per la<br />
gestione degli esuberi, relazioni sindacali ecc.);<br />
5. presenza di rischi per eventuali impegni assunti a favore di<br />
dirigenti o dipendenti, oppure di collaboratori di qualsiasi<br />
genere (es. piani pensionistici a prestazione definita, clausole<br />
nei contratti con i manager, trattamento di fine rapporto,<br />
premi di fedeltà, indennità a favore di dipendenti o agenti,<br />
sistemi di incentivazione, cause pendenti ecc.);<br />
6. barriere all’integrazione (es. barriere culturali, differenze<br />
nei sistemi retributivi, differenze nel disegno dei ruoli e<br />
delle mansioni, differenze nei processi e nelle strutture, oppure<br />
organizzative ecc.);<br />
7. rispetto della normativa (es. discriminazione, sicurezza, privacy<br />
ecc.).<br />
La due diligence sulla gestione delle risorse umane è indispensabile<br />
in caso di operazioni di acquisizione di aziende localizzate<br />
in altri Paesi. Sotto il profilo più tipicamente finanziario la presenza<br />
di rischi legati a piani pensionistici a prestazione definita,<br />
o ad altri impegni assunti nei confronti dei dirigenti o dei dipendenti,<br />
rende necessaria un’approfondita valutazione di natura attuariale,<br />
anche al fine di dare adeguata evidenza di tali liabilities<br />
sotto il profilo contabile e di definire le modalità di gestione dei<br />
relativi rischi. Ad esempio, in occasione di alcune importanti operazioni<br />
di M&A, nel recente passato è stato necessario rinegoziare<br />
il prezzo in modo rilevante a seguito di valutazioni condotte<br />
dall’acquirente su piani pensionistici e altri benefit concessi a dirigenti<br />
e dipendenti da parte dell’azienda “preda”.<br />
Lo svolgimento delle attività sopra descritte rende necessaria la<br />
disponibilità di competenze specialistiche di human capital management<br />
già nella fase di due diligence, che possono essere portate<br />
da risorse interne o da consulenti esterni. In particolare, l’individuazione<br />
delle risorse-chiave e l’analisi di eventuali piani<br />
di talent retention richiede una consolidata esperienza.<br />
Il primo ambito da valutare in sede di due diligence è la qualità<br />
delle risorse umane dell’azienda in fase di acquisizione. L’analisi<br />
del profilo delle figure-chiave, dell’organizzazione e della composizione<br />
della forza lavoro in termini demografici e di competenze<br />
va svolta tempestivamente. A ciò si aggiunga la verifica dell’esistenza<br />
di eventuali retention plan per le risorse-chiave.<br />
Il secondo ambito riguarda la redditività. L’analisi dei costi e degli<br />
investimenti già programmati va condotta in modo approfondito.<br />
In quest’ottica sono molto importanti le analisi comparate<br />
(benchmarking), che consentono di cogliere come l’azienda<br />
si colloca rispetto al mercato e, soprattutto, rispetto ai concorrenti<br />
diretti (in termini di retribuzioni e di dimensionamento<br />
degli organici), in modo da poter individuare tempestivamente<br />
le origini di eventuali disallineamenti con il mercato stesso.<br />
La presenza di contratti collettivi da rispettare (es. accordi aziendali)<br />
e di accordi individuali con alcuni gruppi di dipendenti<br />
(es. espatriati) può determinare rigidità nella gestione dei costi<br />
che vanno tenute in considerazione, anche alla luce di possibili<br />
vincoli alla flessibilità in uscita (es. relazioni sindacali) o di particolari<br />
procedure da rispettare (es. licenziamenti).<br />
29
HUMAN RESOURCES<br />
30<br />
Non è da trascurare la valutazione del sistema di performance<br />
management e, in particolare, del livello e delle modalità<br />
di determinazione delle componenti variabili della<br />
retribuzione. Si tratta di un fattore molto importante per<br />
orientare i comportamenti delle persone verso il perseguimento<br />
degli obiettivi aziendali e, di conseguenza, da rivedere<br />
in funzione delle strategie successive alla conclusione<br />
dell’operazione. È quindi fondamentale comprenderne<br />
le caratteristiche, i punti di forza e di debolezza, e le specificità<br />
rispetto ai concorrenti (benchmarking).<br />
L’analisi di eventuali passività derivanti da impegni assunti<br />
nei confronti del personale è il passo successivo. La presenza<br />
di piani pensionistici a prestazione definita, di clausole<br />
nei contratti con i manager (es. “paracadute”), di trattamenti<br />
speciali in caso di cambiamento del controllo e di<br />
forme di profit sharing va accertata il più presto possibile, per<br />
farla pesare in sede di trattativa e di determinazione del prezzo.<br />
A ciò si aggiungano eventuali contenziosi, che possono<br />
esporre l’azienda al rischio di esborsi significativi.<br />
Se vi è una rete di vendita, o comunque una divisione dedicata<br />
alle vendite, bisogna analizzare i sistemi di incentivazione<br />
e individuare eventuali accordi specifici (es. indennità<br />
di vario genere).<br />
Spesso le aziende acquirenti sottovalutano l’importanza dei<br />
sistemi retributivi ai fini del successo delle operazioni di<br />
M&A. Per sistema retributivo bisogna intendere il c.d. total<br />
reward, che comprende non solo le componenti monetarie<br />
ma anche i piani di benefit e di welfare aziendale, i piani<br />
sviluppo (es. formazione) e l’ambiente di lavoro. La presenza<br />
di vincoli o rischi non adeguatamente valutati può generare<br />
notevoli problemi ai fini del conseguimento degli<br />
obiettivi del business plan, mentre forti disomogeneità fra<br />
i sistemi di total reward possono rendere necessari complessi<br />
e articolati piani di armonizzazione in fase di integrazione,<br />
soprattutto in presenza di elevati livelli di sindacalizzazione.<br />
Occorre poi chiedersi quali sono le probabilità di successo<br />
del piano di integrazione, che dipendono dalle differenze<br />
tra le culture aziendali, tra i sistemi retributivi, tra le strutture<br />
organizzative e tra i processi di gestione del personale.<br />
Maggiori sono tali differenze, più impegnativo sarà il<br />
piano di integrazione, che a questo punto diventa davvero<br />
strategico per il successo dell’operazione.<br />
Un altro tema rilevante riguarda l’integrazione delle tecnologie<br />
e dei processi di amministrazione del personale, che<br />
possono rappresentare un vincolo ai fini – ad esempio – dell’armonizzazione<br />
delle politiche retributive o della comunicazione<br />
interna.<br />
Da ultimo, occorre considerare temi come la compliance<br />
(es. rispetto di normative specifiche in materia di benefit,<br />
di sicurezza sul lavoro ecc.), la governance (es. processo<br />
decisionale) e la presenza di pratiche illegali in materia di<br />
pagamenti, discriminazioni e mobbing.<br />
Al termine della fase di due diligence e della successiva fase<br />
di negoziazione, occorre definire il piano di integrazione<br />
in modo da essere pronti in caso di conclusione positiva<br />
delle trattative. Tale piano mira a stabilizzare l’organizzazione<br />
per preservare il valore dell’azienda e a costruire<br />
le capacità per sostenere e far crescere il business nel lungo<br />
termine. Contiene la stima dei risparmi di costi ottenibili<br />
dalle sinergie fra le organizzazioni, fornisce indicazioni<br />
per la gestione dei processi e indica le metriche per monitorare<br />
il conseguimento degli obiettivi prefissati. È di particolare<br />
importanza per gestire le criticità nel trimestre immediatamente<br />
successivo alla chiusura dell’operazione.<br />
Figura 5 - Le aree critiche per il successo dell’integrazione
La figura 5 mostra le aree critiche tipiche di un piano di<br />
integrazione, che riguardano:<br />
a) leadership;<br />
b) cultura aziendale;<br />
c) change management;<br />
d) talent management;<br />
e) sistema retributivo (compresi gli employee benefits e i piani<br />
di welfare aziendale);<br />
f) funzione Risorse Umane.<br />
La prima area di attività riguarda le azioni volte a individuare e<br />
trattenere i leader più adatti per la nuova azienda nata dalla fusione,<br />
capaci di gestirla andando oltre le singole aziende di partenza.<br />
Occorre mettere tali leader nelle condizioni di poter esprimere<br />
il proprio valore, fornendo loro gli strumenti necessari.<br />
Il primo passo è ovviamente l’identificazione di tali leader,<br />
al fine di valutare il retention risk e di disegnare piani retributivi<br />
specifici per motivarli e fidelizzarli.<br />
La figura 6 mostra i risultati della Towers Watson M&A Employee<br />
Retention Survey 2012, che analizza l’entità dei premi<br />
di fedeltà più comuni nelle operazioni di acquisizione o<br />
di cessione di aziende. È interessante notare che in un quarto<br />
dei casi si parla di premi di ammontare superiore a un’annualità<br />
di retribuzione. Nel 50% dei casi l’erogazione avviene<br />
al termine di un periodo compreso fra uno e due anni<br />
dalla data di chiusura dell’operazione di acquisizione. Il 58%<br />
dei dipendenti destinatari lascia comunque l’azienda nonostante<br />
tali piani di retention.<br />
Figura 6 - Premi di fedeltàpiùcomuni<br />
(espressi in percentuale della retribuzione fissa)<br />
La cultura aziendale deve essere coerente con la nuova strategia,<br />
successiva alla fusione o all’acquisizione. Uno strumento<br />
di particolare efficacia per analizzare la cultura delle<br />
aziende è l’employee opinion survey, che consente di mettere<br />
a fuoco le differenze fra le organizzazioni e di definire<br />
un piano d’azione per armonizzarle. Il lancio di tale indagine<br />
nelle settimane immediatamente successive all’operazione<br />
permette di apprezzare l’engagement e di individuare<br />
i segmenti più critici delle due popolazioni aziendali.<br />
L’attività di change management è fondamentale per gestire<br />
il cambiamento in modo strategico e deve comprendere<br />
un’efficace comunicazione interna, per sostenere l’engagement<br />
dei leader e dei dipendenti e mantenere l’organizzazione<br />
concentrata sulla generazione di risultati.<br />
Occorre poi tradurre il business plan in un dettagliato<br />
workforce plan che definisca il numero, le competenze e i<br />
costi dei lavoratori necessari per conseguire gli obiettivi prefissati<br />
in termini sia di ricavi che di contenimento dei costi,<br />
fidelizzando e motivando i talenti, cioè le risorse-chiave per<br />
la nuova organizzazione.<br />
L’armonizzazione dei sistemi retributivi è di particolare<br />
importanza per garantire un’adeguata equità interna e per<br />
supportare la politica di fidelizzazione delle risorse-chiave.<br />
Vi sono poi vincoli di natura normativa e sindacale che<br />
vanno tenuti nella giusta considerazione, perché possono<br />
condizionare fortemente la fattibilità e la tempistica dell’armonizzazione.<br />
Come si è detto, per il conseguimento<br />
di risultati significativi, in questa attività è di fondamentale<br />
importanza la qualità del lavoro di analisi svolto in fase<br />
di due diligence.<br />
Da ultimo, bisogna rendere la funzione Risorse Umane adeguata<br />
a supportare le esigenze della nuova azienda, intervenendo<br />
anche sulla tecnologia e sui processi.<br />
31<br />
In conclusione, le risorse umane sono un fattore critico di<br />
successo fondamentale nelle operazioni di fusione o acquisizione<br />
di aziende. Un’eccessiva focalizzazione sulla<br />
dimensione finanziaria rischia, infatti, di essere controproducente.<br />
Bisogna tuttavia intervenire anche con programmi formativi<br />
per rafforzare la capacità dei leader di gestire il cambiamento<br />
e con la revisione del sistema di performance management,<br />
in modo da legare le retribuzioni ai risultati ottenuti<br />
durante l’integrazione.<br />
Le indagini condotte da Towers Watson e l’esperienza sul<br />
campo insegnano che la probabilità di conseguire gli<br />
obiettivi strategici previsti nella fase di pianificazione<br />
dipende in gran parte dalla fase in cui i temi relativi alla<br />
gestione delle persone vengono presi in considerazione.<br />
Un coinvolgimento troppo tardivo degli specialisti in materia<br />
di risorse umane può portare a un sostanziale insuccesso<br />
dell’operazione. Al contrario, il coinvolgimento<br />
di specialisti interni o esterni già nella fase di due diligence<br />
consente di gestire al meglio tutto il<br />
periodo di integrazione, preparando per tempo<br />
gli strumenti e intervenendo in modo efficace<br />
sulle criticità.
ACCADE IN ITALIA E NEL MONDO<br />
di PAOLO BERTOLI<br />
Direttore Responsabile di <strong>ANDAF</strong> <strong>Magazine</strong><br />
32<br />
Borse, mercati finanziari e scudo anti-spread. Si archivia<br />
il 2012 con un salvataggio perfettamente riuscito.<br />
Ma nel <strong>2013</strong> occorrerà mettere l’elmetto<br />
(dal web e dal Sole 24 Ore del 6 marzo <strong>2013</strong>)<br />
Nel mese di febbraio 2012 il Dow Jones ha toccato il massimo<br />
di tutti i tempi a quota 14.165 punti. Il Dax di Francoforte,<br />
la migliore di tutte le Borse europee, è tornato sui<br />
livelli del 2008 mettendosi definitivamente alle spalle il<br />
crack di Lehman Brothers.<br />
Dal 24 luglio, che non a caso è il giorno dell’annuncio dello<br />
scudo anti-spread da parte del governatore della BCE<br />
Mario Draghi, anche le Borse europee più in difficoltà (quelle<br />
dei Paesi della periferia europea, i più colpiti al momento<br />
dal cambio rigido con i Paesi del Nord Europa) hanno invertito<br />
la china. Tanto che da allora Atene è stato il listino<br />
migliore su scala globale con un balzo del 64,5%, seguito<br />
da Madrid (+41,7%) e Tokyo (+40,5%). Milano è al quinto<br />
posto della classifica delle Borse mondiali con un +28%.<br />
La più grande accelerazione si è avuta a partire dallo scorso<br />
novembre, quando è cambiato il sentiment degli investitori.<br />
Si è passati da una lunga fase risk off al risk on. È partita<br />
la “grande rotazione” da asset meno rischiosi a strumenti<br />
finanziari dal più alto rapporto rischio/rendimento.<br />
Lo dimostrano, oltre ai rialzi degli indici azionari, il recupero<br />
dell’euro nei confronti del dollaro e la discesa dello<br />
spread BTP-Bund, dovuta perlopiù al riacquisto di titoli di<br />
Stato italiani da parte di investitori stranieri e alla contestuale<br />
vendita di Bund a tassi reali negativi.<br />
La “grande rotazione” è in atto. Certamente agevolata dall’enorme<br />
liquidità immessa sui mercati dalle banche centrali<br />
che hanno la facoltà di azionare la leva del quantitative<br />
easing, come la FED che sta stampando da settembre 1985<br />
miliardi di dollari al mese acquistando titoli di Stato USA<br />
e titoli obbligazionari legati al mercato dei mutui, o la Banca<br />
del Giappone che nel <strong>2013</strong> ha potenziato il proprio programma<br />
di iniezione di moneta per “tenere basso” lo yen.<br />
Su questo gli esperti concordano, e sono d’accordo anche<br />
nell’affermare che stiamo entrando in una fase di ipercomprato<br />
all’interno della quale aleggia lo spettro di uno storno,<br />
di una correzione. Ci sarà E di quale entità<br />
«Gli indici continuano ad aggiornare nuovi massimi – spiegano<br />
Michael Hewson e Tim Waterer, senior market analyst<br />
e senior trader di Cmc Markets – e gli investitori non sembrano<br />
esserne troppo preoccupati. Non dimentichiamoci,<br />
tuttavia, che quando la correzione arriverà dovremo essere<br />
pronti a indossare l’elmetto. Infatti, nonostante il momentum<br />
sia ancora risk on, nessuno se la sente di stappare<br />
la bottiglia di champagne. Chiunque cerchi ora di entrare<br />
sul top di mercato è destinato a ricevere sonori schiaffi<br />
perché, qualsiasi idea possiate avere sull’adeguatezza<br />
dei prezzi di mercato in questo momento, non può mascherare<br />
la crescente frammentazione dell’economia europea<br />
e i suoi deboli dati economici».<br />
Non è di questo parere Luca Gabriele Trabattoni, responsabile<br />
per l’Italia di Union Bancaire Privée: «I livelli raggiunti<br />
dagli indici azionari in questi ultimi giorni non rappresentano<br />
un problema. Infatti, molte aziende che fanno<br />
parte di questi indici esprimono valutazioni interessanti,<br />
che presuppongono spazi di crescita ulteriore. In generale<br />
le società hanno saputo ristrutturarsi e adattare la produzione<br />
ai nuovi livelli di crescita economica. Proprio perché<br />
i valori delle quotazioni sono interessanti riteniamo che<br />
possa continuare, se non addirittura incrementare, il flusso<br />
di denaro che si sta spostando dal cash e dalle obbligazioni<br />
verso il mercato azionario, e che quindi farà da sostegno<br />
alle Borse. Avremo periodi di rotazione settoriale e<br />
di Paese, ma non vediamo grosse correzioni sui principali<br />
indici. A oggi non abbiamo altre classi di attivi che siano<br />
più interessanti e attrattive rispetto alle azioni da inserire<br />
nei portafogli. In generale, le uniche incertezze per i mercati<br />
finanziari possono venire dal mondo della politica e<br />
avere quindi una conseguenza sui mercati azionari. Abbiamo<br />
visto di recente che anche in questo caso l’impatto è stato<br />
limitato ad alcuni Paesi, seguito da una ripresa molto<br />
veloce dei mercati azionari».<br />
Posizione intermedia di Federico Mobili, responsabile azionario<br />
di BNP Paribas Investment Partners: «Gli indici<br />
effettivamente si trovano sui massimi. In particolare il<br />
Dow Jones ha superato i massimi assoluti del 2007, mentre<br />
lo S&P 500 ne è ad un passo attestandosi a 1540. Dal punto<br />
di vista dell’analisi tecnica gli indici si trovano in ipercomprato<br />
nel breve periodo, e ci potrebbe essere un leggero<br />
calo nelle prossime settimane dettato appunto dall’elevato<br />
livello di ipercomprato tecnico. Tuttavia, questa<br />
correzione dovrebbe essere di lieve entità, in quanto importanti<br />
elementi negativi non sono presenti nel lungo periodo.<br />
Se ci sarà una correzione, gli indici più colpiti saranno<br />
quello tecnologico e bancario, e in generale quello<br />
dei consumi discrezionali».
La società di Consulenza di Direzione<br />
da più tempo al fianco<br />
della realtà imprenditoriale italiana e<br />
delle aziende del Made in Italy.<br />
GEA S.p.A. • Casa Grondona 1876 • Corso Italia 47, 20122 Milano<br />
Tel. +39 02 62023.1 • Fax +39 02 62023284 • www.gea.it • gea.consulenti@gea.it
RECENSIONI a cura di Alberto Tron<br />
34<br />
“I RAMI D’AZIENDA”<br />
Genesi, tratti distintivi, lineamenti economici<br />
Enrico Gonnella<br />
I radicali repentini cambiamenti che contraddistinguono<br />
sempre più intensamente l’ambiente economico attuale richiedono<br />
alle aziende un ripensamento sistematico del proprio<br />
“modo di essere”, della dimensione che le caratterizza,<br />
del loro portafoglio di aree strategiche d’affari, delle alleanze<br />
instaurate con altre unità e altro ancora.<br />
Ciò, avendo come obiettivo di fondo la creazione del valore della<br />
proprietà e gli stakeholder in genere.<br />
Nel contesto accennato le operazioni di finanza straordinaria<br />
aventi per oggetto “rami d’azienda”, ovvero complessi<br />
aziendali in “scala ridotta” quali esempio le cessioni, i conferimenti<br />
e le scissioni, sono sempre più frequenti.<br />
Nonostante questo, il fenomeno “ramo d’azienda” raramente<br />
è stato indagato in modo sistematico, in Italia come all’estero.<br />
Se ne parla, in effetti, soprattutto in opere che descrivono<br />
– da varie angolazioni (finanziaria, giuridica, contabile,<br />
privatistica, valutativa, fiscale, ecc.) – le operazioni di<br />
Merger & Acquisition (M&A), ma lo si fa solo in modo strumentale<br />
allo svolgimento di altri temi principali.<br />
La conoscenza più approfondita della realtà di cui si tratta è<br />
invece utile per almeno due ragioni:<br />
1) ai fini della corretta valutazione economica del complesso<br />
oggetto di trasferimento;<br />
2) per una più consapevole e razionale assunzione di decisioni<br />
strategiche di cessione/acquisizione di rami aziendali,<br />
attuate nell’ambito delle varie operazioni di gestione<br />
straordinaria e finalizzate alla frazione di valore.<br />
Il volume prende in esame il “ramo d’azienda” con finalità<br />
strettamente conoscitive, nel tentativo di condurre un’analisi<br />
sistematica del fenomeno volta a coglierne per quanto<br />
possibile la genesi, gli elementi costitutivi e i tratti distintivi,<br />
gli effetti normativi che si manifestano al momento del<br />
trasferimento sulla sua stessa economia,<br />
nonché su quella dell’azienda<br />
madre e – se del caso – dell’azienda<br />
inglobante.<br />
Nel caso delle aziende acquirenti,<br />
nel volume sono stati analizzati con<br />
profondità d’esame i riflessi prodotti<br />
dall’integrazione di rami aziendali<br />
sia sulla redditività di tali aziende<br />
(soprattutto con riferimento alla possibile<br />
insorgenza di sinergie positive e negative, nonché ai<br />
costi di integrazione), sia sul loro profilo di rischio. Nel caso<br />
delle aziende enucleanti, sono state osservate le ricadute<br />
dovute alla enucleazione di rami aziendali sia sulla loro<br />
capacità reddituale (principalmente con riguardo alla possibile<br />
scomparsa di sinergie in atto di segno positivo e negativo,<br />
si parla rispettivamente di dispersioni negative e<br />
di dispersioni positive, come alla manifestazione di casi<br />
di dismissione), sia sulla loro rischiosità, senza trascurare<br />
da ultimo il problema dell’utilizzo della liquidità ottenuta<br />
come corrispettivo nell’operazione di cessione.<br />
“ESTEROVESTIZIONE E RESIDENZA”<br />
Piergiorgio Valente<br />
La residenza fiscale delle società è tema di stringente attualità<br />
nel contesto della fiscalità internazionale: la corretta individuazione<br />
della residenza solleva particolari<br />
criticità nella concreta applicazione,<br />
sia con riferimento alle società<br />
holding che alle società industriali<br />
e commerciali. Il termine “esterovestizione”<br />
fa riferimento alla fittizia<br />
localizzazione della residenza fiscale<br />
di società ed enti commerciali<br />
all’estero, dove è possibile beneficiare<br />
di un regime fiscale più favorevole<br />
rispetto a quello vigente nella giurisdizione della casa madre.<br />
Il pregevole volume di Piergiorgio Valente, “Esterovestizione<br />
e Residenza” (III edizione), analizza e illustra in maniera<br />
esaustiva il fenomeno della “esterovestizione societaria”,<br />
mettendo in luce i diversi profili e le numerose variabili<br />
che rivestono un ruolo fondamentale nell’accertamento<br />
della residenza effettiva delle società.<br />
Questa edizione dell’opera – dalla struttura rinnovata rispetto<br />
alle precedenti – nell’esaminare in dettaglio il tema della residenza<br />
e della “esterovestizione societaria” con riferimenti<br />
normativi, dottrinari e giurisprudenziali, fornisce linee<br />
guida per la corretta interpretazione e applicazione dei criteri<br />
di collegamento sostanziale previsti dall’art. 73 del TUIR<br />
e dall’art. 4 del Modello di Convenzione contro le doppie<br />
imposizioni dell’OCSE. In particolar modo si fa riferimento<br />
alla loro evoluzione interpretativa, desumibile dalle più<br />
recenti pronunce giurisprudenziali.<br />
Nel pregiarsi delle competenze e dell’esperienza dell’autore in<br />
materia, il volume illustra le modalità attraverso cui il contribuente<br />
può difendere la propria posizione in caso di verifica da<br />
parte dell’Amministrazione Finanziaria, descrivendo in dettaglio<br />
gli oneri probatori a carico, rispettivamente del contribuente<br />
e delle Autorità Fiscali. Vi è poi una trattazione esaustiva degli<br />
aspetti metodologici e applicativi del rapporto multi-test, per la<br />
dimostrazione dell’effettiva residenza all’estero delle società<br />
partecipate da un soggetto residente nel territorio nazionale.<br />
Il libro include altresì un’analisi dettagliata della giurisprudenza<br />
italiana, comunitaria e internazionale in materia, e contiene<br />
una raccolta alquanto ampia dei testi giurisprudenziali<br />
più significativi. Un’esauriente trattazione viene riservata<br />
ai profili di criticità relativi a eventuali responsabilità penaltributarie<br />
connesse alle contestazioni sull’effettiva residenza<br />
all’estero delle società.<br />
Oltre alla tematica della residenza fiscale delle società e della<br />
“esterovestizione”, il volume illustra i criteri di determinazione<br />
della residenza fiscale di una persona fisica, analizzando<br />
la normativa tributaria nazionale, le disposizioni convenzionali,<br />
la giurisprudenza italiana, comunitaria e internazionale,<br />
e la prassi ministeriale.<br />
L’opera di Piergiorgio Valente è unica nel suo genere e rappresenta<br />
lo strumento più completo a disposizione di quanti<br />
si trovino ad affrontare le criticità pratico-applicative che<br />
la determinazione e l’accertamento della residenza fiscale<br />
di società e persone fisiche pongono.
TAX NEWS<br />
36<br />
LEGISLAZIONE<br />
Deducibilità auto aziendali<br />
La Legge del 24 dicembre 2012, n. 228 (Legge<br />
di Stabilità <strong>2013</strong>) ha previsto una riduzione<br />
dal 27,5% (già introdotta dall’articolo 4, comma<br />
72, lett. a), della Legge n. 92/2012,<br />
c.d. Legge Fornero) al 20% del limite di deduzione delle<br />
spese e degli altri componenti negativi relativi alle autovetture<br />
e ai veicoli utilizzati nell’esercizio di imprese, arti<br />
e professioni, nonché a quelli non utilizzati esclusivamente<br />
come beni strumentali all’attività di impresa.<br />
Per completezza si ritiene opportuno evidenziare che la Legge<br />
n. 92/2012 ha inoltre previsto la riduzione, dal 90% al<br />
70%, della deducibilità dei costi relativi ai veicoli concessi<br />
in uso promiscuo ai dipendenti per la maggior parte del<br />
periodo d’imposta. Si ricorda che si considera dato in uso<br />
promiscuo al dipendente, per la maggior parte del periodo<br />
d’imposta, il veicolo utilizzato dallo stesso per la metà più<br />
uno dei giorni che compongono il periodo di imposta del<br />
datore di lavoro.<br />
Le nuove percentuali di deducibilità si applicano a decorrere<br />
dal 1° gennaio <strong>2013</strong>. Tuttavia, nella determinazione degli<br />
acconti <strong>2013</strong> si assume, quale imposta del periodo precedente,<br />
quella che si sarebbe determinata applicando tali<br />
nuove disposizioni.<br />
STUDIO DI CONSULENZA TRIBUTARIA E LEGALE<br />
ristiche del nuovo regime opzionale dell’IVA<br />
per cassa (c.d. cash accounting) introdotto dall’art.<br />
32-bis del D.L. 83/2012 (c.d. Decreto Sviluppo<br />
2012) ed applicabile – secondo quanto<br />
previsto dalla disciplina attuativa del D.M.<br />
dell’11 ottobre 2012 e dal Provvedimento Direttoriale<br />
del 21 novembre – già a partire dal<br />
1° dicembre 2012.<br />
In particolare, il citato regime consente ai soggetti passivi<br />
con un volume di affari inferiore a € 2.000.000 di differire<br />
l’esigibilità dell’IVA al momento dell’incasso dei corrispettivi.<br />
Simmetricamente, il contribuente potrà esercitare<br />
la detrazione dell’IVA assolta sugli acquisti solo al momento<br />
del pagamento del corrispettivo e, al più tardi, con la dichiarazione<br />
relativa al secondo anno successivo al pagamento.<br />
L’imposta diviene comunque esigibile/detraibile decorso<br />
un anno dall’effettuazione dell’operazione, salva l’ipotesi<br />
di assoggettamento del cessionario/committente a<br />
procedure concorsuali.<br />
Start-up innovative<br />
Il Decreto Legge del 18 ottobre 2012, n. 179 (c.d. Decreto<br />
Sviluppo-bis) ha introdotto una disciplina di favore per le<br />
c.d. Start-up innovative, intendendosi in tal senso le società<br />
di capitali di diritto italiano residenti (quindi Spa, Sapa, Srl),<br />
anche in forma di cooperativa o di “Societas Europaea” residente<br />
che – in presenza di una serie di requisiti qualificanti<br />
– possono fruire di alcuni benefici fiscali.<br />
Differimento dei termini per l’affrancamento dei<br />
maggiori valori delle attività immateriali emersi<br />
a seguito di operazioni straordinarie<br />
La Legge di Stabilità <strong>2013</strong> è intervenuta sulla disciplina della<br />
deducibilità fiscale degli ammortamenti relativi ai valori<br />
di avviamento, marchi d’impresa e altre attività immateriali<br />
ricompresi nelle partecipazioni di controllo ed emersi<br />
a seguito di operazioni straordinarie, affrancati ai sensi<br />
delle disposizioni del D. L. del 6 luglio 2011, n. 98, c.d. Manovra<br />
Estiva 2011, e del D. L. del 6 dicembre 2011, n. 201,<br />
c.d. Decreto Monti.<br />
In particolare, è stato previsto un differimento di cinque<br />
anni degli effetti di tale affrancamento, che così decorreranno<br />
dal periodo di imposta successivo a quello in corso<br />
al 31 dicembre 2017 per le operazioni straordinarie effettuate<br />
entro il 2010, e dal periodo di imposta successivo a<br />
quello in corso al 31 dicembre 2019 per le operazioni straordinarie<br />
effettuate entro il 2011.<br />
La citata Legge di Stabilità ha inoltre abolito la possibilità,<br />
introdotta dal D.L. n. 201/2011, di pagare ratealmente l’imposta<br />
sostitutiva del 16%.<br />
IVA per cassa<br />
L’Agenzia delle Entrate, a mezzo della Circolare Ministeriale<br />
del 26 novembre 2012, n. 44/E, ha illustrato le caratte-<br />
In particolare, è stata introdotta una detrazione IRPEF e<br />
IRES, rispettivamente del 19% e del 20% del capitale investito<br />
in una Start-up innovativa. Tali percentuali sono aumentate,<br />
nell’ordine, al 25% e 27% nel caso di Start-up operanti<br />
in ambito sociale o energetico.<br />
Il citato Decreto n. 179/2012 ha inoltre introdotto alcune<br />
deroghe alle norme di diritto societario valevoli per tutte le<br />
Start up innovative, con particolare riferimento alla disciplina<br />
sulla riduzione del capitale per perdite.<br />
INTERPRETAZIONI MINISTERIALI<br />
Istanza di rimborso IRPEF/IRES per mancata deduzione<br />
dell’IRAP relativa alle spese per il personale dipendente<br />
e assimilato<br />
L’Agenzia delle Entrate, a mezzo del Provvedimento del<br />
17 dicembre 2012, n. 140973, ha approvato il modello per<br />
l’istanza di rimborso IRPEF/IRES per la mancata deduzione<br />
dell’IRAP relativa alle spese per il personale dipendente<br />
e assimilato, introdotta dall’articolo 2 del D.L. del<br />
6 dicembre 2011, n. 201 (c.d. Manovra Monti). Tale istanza<br />
deve essere presentata, entro 48 mesi dalla data di ver-
A P P R O F O N D I M E N T O F I S C A L E<br />
La Legge del 24 dicembre 2012, n. 228 (c.d. Legge di Stabilità<br />
<strong>2013</strong>) ha previsto, a decorrere dal 2014, un incremento<br />
dell’importo della deduzione forfetaria ai fini IRAP<br />
prevista a fronte dell’impiego di lavoratori dipendenti a<br />
tempo indeterminato.<br />
In particolare, è stato disposto un incremento della deduzione<br />
forfetaria dell’IRAP relativa al costo del personale,<br />
che, su base annua, sarà pari a:<br />
- € 15.000 (non più € 9.200), per i dipendenti a tempo indeterminato<br />
impiegati nelle Regioni Abruzzo, Basilicata,<br />
Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e<br />
Sicilia;<br />
- € 7.500 (non più € 4.600) negli altri casi.<br />
Per i lavoratori di sesso femminile, nonché per i lavoratori<br />
di età inferiore a 35 anni, la deducibilità annua è aumentata<br />
fino a:<br />
- € 21.000 (non più € 15.200) per i dipendenti a tempo indeterminato<br />
impiegati nelle suddette Regioni “svantaggiate”;<br />
- € 13.500 (non più €10.600) negli altri casi.<br />
Si ricorda che la deduzione prevista per i lavoratori impiegati<br />
nelle Regioni “svantaggiate” (pari a 15.000 per<br />
ogni dipendente a tempo indeterminato, aumentata a 21.000<br />
per donne e giovani) può essere fruita nel rispetto dei limiti<br />
derivanti dall’applicazione della regola de minimis di<br />
cui al Regolamento CE n. 69/2011.<br />
samento delle imposte, esclusivamente in via telematica<br />
e direttamente dai contribuenti abilitati a Entratel o<br />
Fisconline, oppure utilizzando il software Rimborso-<br />
IrapSpesePersonale, disponibile sul sito internet dell’Agenzia<br />
delle Entrate.<br />
Sul tema si ritiene opportuno precisare che l’introduzione<br />
della possibilità di richiedere il rimborso in commento è stata<br />
prevista dall’articolo 4, comma 12, del D.L. del 2 marzo<br />
2012, n. 16 (c.d. decreto semplificazioni fiscali), che<br />
ha esteso anche ai periodi di imposta precedenti al 2012 la<br />
nuova deduzione analitica dell’IRAP sul costo del lavoro.<br />
Per completezza si ricorda che tale deduzione, che si affianca<br />
alla precedente deduzione del 10% dell’IRAP riferita<br />
alle spese per interessi passivi e oneri assimilati, opera ai<br />
fini IRES e IRPEF ed è pari al 100% dell’IRAP relativa<br />
alla quota imponibile delle spese per il personale dipendente<br />
o assimilato, al netto delle deduzioni di legge.<br />
Società in perdita sistematica<br />
In occasione di Telefisco <strong>2013</strong>, l’Agenzia ha fornito importanti<br />
chiarimenti anche con riferimento alla disciplina<br />
applicabile alle società in perdita sistematica, che interesserà<br />
per la prima volta le dichiarazioni riferite al periodo<br />
di imposta 2012.<br />
In particolare, in questa sede si segnala che è stato adottato<br />
un approccio stringente per quelle società che hanno dichiarato<br />
perdite per il triennio 2009-2011 e che sono pertanto<br />
soggette all’imputazione del reddito minimo per il<br />
2012. Secondo il parere dell’Agenzia, infatti, se dette società<br />
chiudono il 2012 in perdita fiscale dovranno applicare<br />
la normativa delle società in perdita sistematica anche<br />
nel <strong>2013</strong>, a nulla valendo il fatto che per il 2012 il reddito<br />
della società sia stato adeguato a quello minimo e che su tale<br />
reddito la società stessa abbia assolto le imposte.<br />
37<br />
Principali risposte ai quesiti fornite in occasione di<br />
Telefisco <strong>2013</strong><br />
Rivalutazione partecipazioni e terreni<br />
Con la Circolare Ministeriale del 15 febbraio <strong>2013</strong>, n. 1/E<br />
(Telefisco <strong>2013</strong>), l’Agenzia delle Entrate ha precisato che<br />
l’omessa indicazione nel modello Unico (quadri RM o RT)<br />
delle rivalutazioni delle partecipazioni, o dei terreni, costituisce<br />
una violazione formale e non pregiudica in alcun modo<br />
gli effetti della rivalutazione che si perfeziona con il versamento<br />
dell’intero importo, ovvero della prima rata dell’imposta<br />
sostitutiva. Resta comunque ferma l’applicazione<br />
delle relative sanzioni, con un minimo di € 258 fino a un<br />
massimo di € 2.065.
MERCATI E STRATEGIE DI INVESTIMENTO<br />
a cura di MANUELA MACCIA<br />
Responsabile Offerta e Advisory BNL-BNP Paribas Private Banking<br />
38<br />
Benvenuti nella sezione dedicata all’analisi<br />
di scenario dei mercati finanziari<br />
a cura di BNL-BNP Paribas Private Banking<br />
Dalla politica alla macroeconomia... e ritorno<br />
Gli sviluppi politici hanno guidato la propensione al rischio negli<br />
ultimi mesi. L’esito dei negoziati di bilancio negli Stati Uniti ha<br />
concentrato l’attenzione dei mercati finanziari. Il temporaneo<br />
accordo fiscale di fine 2012 aveva portato un po’ di sollievo fra gli<br />
investitori, ma non ha evitato che all’inizio di marzo <strong>2013</strong>, in assenza<br />
di un accordo politico sulla dinamica del debito pubblico, si procedesse<br />
a una serie di tagli automatici alla spesa pubblica con sensibili<br />
effetti sulle prospettive di crescita economica e di occupazione.<br />
In base alle nostre stime, gli effetti del c.d. sequestration<br />
dovrebbero concentrarsi nei tre mesi successivi all’implementazione<br />
e dovrebbero tradursi in una perdita di circa 300 mila posti<br />
di lavoro e 1.2% di riduzione del GDP. Superato l’evento sequestration,<br />
l’economia potrebbe beneficiare di un effetto catch-up<br />
nella seconda metà dell’anno, soprattutto per quanto riguarda gli<br />
investimenti del settore corporate. Più in generale, sul fronte<br />
macro e degli utili, il flusso di notizie rimane in gran parte favorevole<br />
alle attività rischiose. Le previsioni sulla produzione globale<br />
sono ulteriormente migliorate. Gli indici sulle sorprese macro, già<br />
a livelli positivi negli Stati Uniti, sono migliorate in Europa e in<br />
Cina. La crescita economica ha smesso di deteriorarsi in Europa.<br />
La Cina ha toccato il fondo e il ciclo di produzione ha il potenziale<br />
per riprendersi ulteriormente.<br />
Politica italiana al centro della scena europea<br />
L’esito delle elezioni politiche italiane ha portato una battuta d’arresto<br />
a fine febbraio nella propensione al rischio mostrata dagli investitori<br />
all’inizio dell’anno, e riportato volatilità sui mercati. Il sentimento<br />
pro-crescita e pro-occupazione, che già aveva portato in<br />
Francia alla vittoria di Hollande lo scorso anno, ha assunto in Italia<br />
connotati piu’ forti, di protesta anti-austerity. La contrapposizione<br />
tra le coalizioni politiche deputate a formare un nuovo Governo<br />
pone in questione il tema della governabilità e della continuità delle<br />
riforme strutturali. I tempi per la formazione di un nuovo Governo<br />
potrebbero non essere brevi, alimentando ulteriore volatilità sui<br />
mercati. La preoccupazione immediata che si possano ripresentare<br />
le condizioni di tensione sugli spread periferici, già viste nel recente<br />
passato, appare attenuata dalla consapevolezza che il rischio<br />
“eventi estremi” in area euro è sensibilmente diminuito da quando il<br />
governatore Draghi ha varato il piano OMT (programma di acquisto<br />
bond). In tal senso, se per l’Italia è comunque necessario che si<br />
formi un Governo perché possa beneficare della potenziale protezione<br />
del piano OMT, è altrettanto vero che le condizioni strutturali<br />
del funding <strong>2013</strong> appaiono migliori rispetto a quelle di altri Paesi<br />
periferici. A tutt’oggi l’Italia ha completato il 27% circa del piano di<br />
emissioni <strong>2013</strong>, e il contesto tecnico emissioni-rimborsi per l’anno<br />
in corso – includendo anche il pagamento delle cedole – è negativo<br />
per soli euro 10mld. Tenuto conto che il 60% del debito pubblico italiano<br />
è detenuto da investitori domestici e che le banche italiane<br />
hanno rimborsato solo un ammontare modesto dei fondi LTRO a 3<br />
anni, lo scenario prospettico sulle condizioni tecniche di funding non<br />
dovrebbero essere tali da alimentare un allargamento di spread delle<br />
dimensioni viste durante l’estate 2012. Il vero rischio sui Titoli di<br />
Stato italiani è rappresentato dalle azioni di downgrade che verrebbero<br />
intraprese dalle agenzie di rating nel caso in cui non si formasse<br />
una coalizione di Governo in grado di assicurare continuità nel<br />
programma di austerity. Raccomandiamo nell’immediato di<br />
mantenere un approccio prudente e selettivo sugli attivi italiani, sia<br />
su quelli a reddito fisso sia sulle azioni.<br />
Il ruolo cruciale delle Banche Centrali<br />
Inoltre, in tale contesto di rinnovata tensione la BCE ha margini di<br />
manovra sul taglio dei tassi, anche alla luce dei recenti dati di inflazione<br />
che hanno mostrato a febbraio una dinamica prezzi sotto la<br />
soglia di stabilità definita dalla stessa Banca Centrale.<br />
Negli USA la FED continua nella politica di monetizzazione del<br />
debito a una media di circa dollari 4 mld al giorno, fornendo un supporto<br />
fondamentale per gli attivi rischiosi. Tuttavia, l’imminente<br />
taglio automatico della spesa pubblica e gli effetti che questo comporterà<br />
in termini di crescita economica e di occupazione, dovrebbe<br />
riflettersi in un incremento di volatilità sui mercati finanziari, nonostante<br />
l’eccesso di liquidità fornito dalla Banca Centrale.<br />
Dall’altra parte dell’Oceano, il newsflow più recente sta dando<br />
segnali di ripresa per l’economia giapponese, avvalorati dall’aspettativa<br />
che la Bank of Japan – sotto la nuova guida di Haruhiko<br />
Kuroda – voglia far ulteriormente notare il cambiamento di regime<br />
nella propria politica monetaria, ad esempio attraverso un<br />
piano di acquisto titoli governativi ancora più aggressivo rispetto<br />
a quello già intrapreso.<br />
È di tutta evidenza come il ruolo delle Banche Centrali, nelle varie<br />
aree geografiche mondiali, sia sempre più determinante per l’andamento<br />
dei mercati finanziari influenzando fortemente tassi, cambi e<br />
aspettative di inflazione.<br />
Raccomandazioni operative nei portafogli<br />
Ci aspettiamo ancora movimenti negativi nelle prossime sedute,<br />
soprattutto sugli asset rischiosi europei, a causa delle incertezze<br />
legate al contesto politico italiano. Non ci aspettiamo che la BCE<br />
intervenga in questa fase. Ricordiamo, infatti, che per attivare<br />
l’OMT il Paese deve accordarsi per un programma di aggiustamento<br />
con l’ESM. Il problema ora è che l’esito elettorale rende<br />
difficile il raggiungimento di un simile accordo. Crediamo,<br />
comunque, che la BCE interverrà se l’Italia dovesse rappresentare<br />
una minaccia per l’euro e che – in ogni caso – l’attuale debolezza<br />
del contesto macroeconomico potrebbe aprire la strada per un<br />
taglio dei tassi di interesse a marzo o ad aprile.<br />
Al momento manteniamo invariata, nel medio termine, la nostra<br />
strategia di investimento positiva sugli attivi rischiosi. La correzione<br />
dovrebbe essere temporanea e i mercati azionari mantengono un<br />
potenziale di rendimento attraente, soprattutto su fasi di correzione<br />
che rappresentano – a nostro parere – un’opportunità di ingresso per<br />
gli investitori. Questo dal momento che i mercati stanno “sanando”,<br />
dopo oltre sei mesi di rialzi, le condizioni di eccesso di comprato che<br />
si erano create a inizio anno, preparando così la strada alla prossima<br />
fase di recupero. La principale tendenza resta rialzista, visto che l’economia<br />
mondiale sta guadagnando slancio, il che supporta le prospettive<br />
degli utili aziendali. Le valutazioni sono interessanti, così<br />
come lo sono i posizionamenti degli investitori, generalmente molto<br />
sottoesposti sui mercati azionari.<br />
Documento chiuso il 4 marzo <strong>2013</strong>
Un evento organizzato da:<br />
by Lefebvre Software<br />
In collaborazione con<br />
“La nuova frontiera dei sistemi di<br />
Pianificazione e Controllo”<br />
Le nuove esigenze di Controller e CFO<br />
L’importanza del dialogo<br />
Tempestività, flessibilità, dinamismo e…Talento!<br />
Quali strumenti di azione<br />
Gli incontri hanno l’obiettivo di illustrare modelli di reporting, budgeting, planning e<br />
consolidamento con casi pratici aziendali con importanti testimonianze ed interventi.<br />
Bologna 21/05/<strong>2013</strong><br />
Testimonial:<br />
Dott. Gianni Saccani<br />
Dir. Amm. Fin.<br />
Brevini Power<br />
Transmission Spa<br />
Roma 04/06/<strong>2013</strong><br />
Testimonial:<br />
Dott. Paolo Marchetti<br />
Dir. Amm. Fin.<br />
Mondo TV spa<br />
Padova 11/06/<strong>2013</strong><br />
Testimonial:<br />
Dott. Carlo Murer<br />
Dir. Amm. Fin.<br />
Piovan spa<br />
Per iscriversi agli eventi, consultare i programmi o richiedere maggiori informazioni<br />
consultate il nostro sito web.<br />
www.lswe.it
<strong>ANDAF</strong> HOUSE ORGAN<br />
40<br />
Decisioni del CD <strong>ANDAF</strong> del 3 dicembre 2012<br />
Il presidente <strong>ANDAF</strong> Fausto Cosi esprime soddisfazione<br />
per l’ottimo risultato ottenuto al Congresso di Bologna.<br />
Federico Tammaro, presidente della Sezione Campania,<br />
illustra quindi la situazione in relazione al Congresso<br />
Nazionale <strong>2013</strong> previsto a Napoli alla fine di ottobre <strong>2013</strong>.<br />
Il Presidente introduce l’argomento “Servizi ai Soci” facendo<br />
riferimento alle sempre più numerose richieste di supporto<br />
da parte di associati che hanno perso il posto di lavoro,<br />
o ritengono precarie le loro prospettive. Lascia dunque<br />
la parola al consigliere Paola Bosso che, come da mandato<br />
ricevuto nella precedente riunione consiliare, ha approfondito<br />
l’argomento con altri consiglieri costituendo un gruppo<br />
di lavoro. Il Consigliere illustra un piano operativo che prevede<br />
la possibilità di offrire al Socio un colloquio con operatori<br />
specializzati (psicologi, formatori, coach) e una serie<br />
coordinata di incontri su base territoriale con l’attivo<br />
coinvolgimento<br />
delle Sezioni sui temi del recruiting, career management<br />
e coaching. Verrà costituita anche un’efficace rete di relazioni<br />
con Federmanager, società di head hunting e di outplacement,<br />
e AIDP (Associazione Italiana Direttori del Personale).<br />
Il Presidente introduce il “Progetto Formazione”<br />
che costituisce un obiettivo qualificante nel programma<br />
di attività approvato dal Consiglio Direttivo all’inizio<br />
del proprio mandato. Dietro proposta del Presidente, il<br />
Consiglio Direttivo conferisce unanime mandato a Savarese<br />
e Guelmani affinché procedano a definire entro gennaio<br />
il percorso formativo del <strong>2013</strong> e a organizzare il primo<br />
modulo entro marzo <strong>2013</strong>.<br />
I Consiglieri vengono informati da Romano Guelmani delle<br />
seguenti attività:<br />
1. Congresso IAFEI di Cancun, al quale hanno partecipato<br />
lo stesso Guelmani in rappresentanza di <strong>ANDAF</strong><br />
e Pagani in qualità di Tesoriere IAFEI. Nel corso<br />
del Board of Directors del 14 novembre 2012 sono state<br />
deliberate le seguenti decisioni:<br />
- nomina di Luis Ortiz Hidalgo (IMEF) a Chairman<br />
IAFEI per il <strong>2013</strong>;<br />
- nomina di Fausto Cosi a Vice-Chairman IAFEI<br />
- conferma di Emilio Pagani a Treasurer IAFEI;<br />
- ratifica della decisione dell’Executive Committee,<br />
presa a Tokyo il 3 agosto 2012, di istituire i seguenti<br />
Comitati Internazionali IAFEI:<br />
- IFRS Committee;<br />
- International Tax Committee;<br />
- International Treasury Committee;<br />
- questi Comitati si aggiungono all’International<br />
Observatory of Management Controller Committee,<br />
già operativo da tempo.<br />
2. “La Stanza dei Bottoni”, talk show economico<br />
di Class CNBC, che affronta concrete tematiche<br />
di gestione d’impresa. <strong>ANDAF</strong> invierà per ciascuna<br />
puntata settimanale, quale testimonial, un Socio<br />
esperto dell’argomento di volta in volta trattato.<br />
Decisioni del CD <strong>ANDAF</strong> del 4 febbraio <strong>2013</strong><br />
Il tesoriere <strong>ANDAF</strong> Severino Savarese illustra<br />
il preconsuntivo 2012 dell’Associazione, che chiude<br />
in sostanziale pareggio nonostante la difficilissima<br />
congiuntura. Commentando il budget preliminare <strong>2013</strong>,<br />
Savarese evidenzia che si è cercato di bilanciare<br />
costi/ricavi alla luce anche della situazione attuale<br />
del Paese, contenendo il più possibile i costi ma<br />
favorendo comunque una corretta attività dell’Associazione,<br />
ivi compresa la possibilità di fornire i mezzi per nuovi<br />
progetti con un’allocazione di spesa di 10.000 euro.<br />
Alberto Tron illustra i temi del Forum sul Bilancio <strong>2013</strong>,<br />
sottolineando che quest’anno, oltre alla ricerca sugli<br />
impairment test e sui cash flow delle società quotate<br />
italiane condotta dal prof. Allegrini dell’Università<br />
di Pisa, sarà presentato anche uno studio realizzato<br />
dal prof. Quagli dell’Università di Genova – pure questo<br />
in collaborazione con <strong>ANDAF</strong> – che riguarda le discrasie<br />
fra disciplina civilistica e principi contabili internazionali<br />
IAS/IFRS nel trattamento delle riserve di patrimonio<br />
netto dei Bilanci delle Società quotate italiane.<br />
I Consiglieri vengono informati da Romano Guelmani<br />
delle seguenti attività:<br />
- il Progetto Formazione – con il brand “<strong>ANDAF</strong> Education –<br />
procede in linea col mandato ricevuto dal Consiglio;<br />
il 15 marzo <strong>2013</strong> si terrà il primo corso sul “Working<br />
Capital Management” cui, nell’arco del <strong>2013</strong>,<br />
seguiranno altri 3 corsi su temi differenti.<br />
- Il Progetto Censimento Soci viene commentato illustrando<br />
il documento “Progetto Anagrafica Associati”,<br />
che riporta la situazione dei Soci <strong>ANDAF</strong> presenti<br />
nel data base dell’Associazione al 15 gennaio <strong>2013</strong>.<br />
Nel corso dell’anno verrà ultimato il progetto<br />
di aggiornamento e integrazione dei dati,<br />
al fine di completare il suddetto censimento.<br />
- Viene fornito un aggiornamento dell’organizzazione<br />
del Congresso di Napoli, che sta procedendo regolarmente.<br />
Viene confermato che la location sarà Castel dell’Ovo.<br />
La Cena conviviale si terrà al Circolo dell’Unione (parte<br />
integrante del Teatro San Carlo), location di grande prestigio.<br />
- Il Progetto dei 20. Poiché <strong>ANDAF</strong> sta costantemente<br />
crescendo sia in termini di associati che di iniziative,<br />
in ottica prospettica si è deciso di lanciare un programma<br />
di ricerca di giovani Soci – promettenti e motivati –<br />
da avvicinare progressivamente all’Associazione<br />
in modo da creare un nucleo che assicuri un efficiente<br />
ricambio nei ruoli istituzionali della stessa.<br />
- Al fine di allargare lo standing della nostra Associazione<br />
con l’inserimento di personalità di alto profilo, viene<br />
costituito un Comitato che si occuperà della stesura<br />
di una breve procedura per la selezione e nomina annuale<br />
di un ristretto numero di Soci Onorari. Il Comitato,<br />
coordinato da Romano Guelmani, sarà costituito<br />
da Vincenzo La Mattina e Claudio Lesca.<br />
- Viene confermato che il Congresso annuale IAFEI<br />
si terrà a Varsavia il 16/17 ottobre <strong>2013</strong>.
AUTOMAZIONE DEI<br />
PROCESSI FINANZIARI E<br />
OTTIMIZZAZIONE DEI<br />
SHARED SERVICES CENTER<br />
Milano, 7 maggio <strong>2013</strong> ore 17:30<br />
Bulgari Hotel & Resorts<br />
Via Privata Fratelli Gabba 7/B<br />
Kofax, leader nella fornitura di soluzioni innovative di smart capture<br />
e di automazione dei processi è lieta di invitarvi all’evento<br />
organizzato in collaborazione con <strong>ANDAF</strong> e Knowledge People<br />
Condivisione di esperienze di successo dei nostri clienti<br />
FEDERAL MOGUL e ORANGE FRANCE TELECOM<br />
I dipartimenti finanziari delle grandi organizzazioni si trovano ad affrontare sfide<br />
impegnative, come ottimizzare i costi, migliorare le prestazioni, attenersi alle<br />
norme regolatrici, contribuire a incrementare la visibilità e promuovere iniziative<br />
strategiche del Gruppo. Questo convegno è la giusta risposta, che offre ai<br />
Direttori Amministrativi e Finanziari la possibilità di confrontarsi in modo<br />
pragmatico per risolvere queste nuove sfide. Per iscrizioni: d.guidotti@andaf.it
NOTIZIARIO <strong>ANDAF</strong> a cura di Michele Malusà<br />
AGENDA DEGLI EVENTI PROGRAMMATI DALLE SEZIONI LOCALI DI <strong>ANDAF</strong><br />
(gli eventi possono essere soggetti a variazioni che verranno riportate sul nostro sito www.andaf.it)<br />
Luogo<br />
Data<br />
Titolo<br />
Sezione<br />
Piemonte<br />
Gli eventi sono<br />
organizzati dal CDAF<br />
(Club Dirigenti<br />
Amministrativi<br />
e Finanziari)<br />
Federato all’<strong>ANDAF</strong><br />
Torino 21 marzo La Previdenza Integrativa: impatti e opportunità<br />
dopo la riforma Fornero. Ospite d’eccezione<br />
il ministro Elsa Fornero<br />
Torino 11 aprile Coaching: una metodologia di allenamento<br />
per raggiungere gli obiettivi<br />
Torino Maggio Incontro con Pietro Modiano, Presidente<br />
di Nomisma<br />
Torino Giugno Assemblea annuale CDAF e Cena d’Estate<br />
Sezione<br />
Lombardia<br />
Milano 9 aprile Evento recruiting<br />
Milano 16 aprile Verifiche tributarie e aspetti penal tributari<br />
Milano 7 maggio Automazione dei processi finanziari e<br />
ottimizzazione dei Centri Servizi Condivisi<br />
Milano 15 maggio Fraud in azienda<br />
42<br />
Milano 22 maggio Stasera parliamo di... un evento dei soci per i soci<br />
Milano 29 maggio Partita doppia dei soci<br />
Milano 4 giugno Cena per i nuovi soci<br />
Milano 6 giugno SAP Innovation Forum<br />
Milano 26 giugno Happy Hour<br />
Milano 10 luglio Comitato Lombardia<br />
Sezione<br />
Liguria<br />
Genova 18 aprile Fiscalità internazionale, strategie e opportunità<br />
per le aziende italiane: focus Far East<br />
Genova 9 maggio Gli strumenti introdotti dalla Legge Fallimentare<br />
per il risanamento e il rilancio dell’azienda<br />
Genova 13 giugno Focus sulla finanza della PMI: linee guida<br />
per una corretta strutturazione della provvista<br />
Sezione<br />
Nord Est<br />
Venezia 15 maggio Intercompany Transfer Pricing<br />
Pordenone 29 maggio Risks management<br />
Padova 11 giugno La nuova frontiera dei sistemi di Pianificazione<br />
e Controllo<br />
Sezione<br />
Emilia Romagna<br />
Bologna 18 aprile Crisi finanziaria e tutela del credito: soluzioni<br />
innovative e risposta del mercato assicurativo<br />
Bologna 21 maggio La nuova frontiera dei sistemi di Pianificazione<br />
e Controllo
Sezione<br />
Emilia Romagna<br />
Sezione<br />
Toscana<br />
Bologna 20 giugno Il rating competitivo d’impresa: finalità, strumenti<br />
e applicazioni<br />
Firenze 11 aprile Crisi finanziaria e tutela del credito: soluzioni<br />
innovative e risposta del mercato assicurativo<br />
Firenze 16 maggio Il segreto del successo. Dalle esperienze sportive<br />
un importante contributo per le aziende moderne<br />
tra leadership e coaching<br />
Firenze 13 giugno Crescita e internazionalizzazione. Nuovi strumenti<br />
di finanziamento e di raccolta del capitale<br />
Sezione<br />
Marche-Umbria<br />
Sezione<br />
Centro sud<br />
Tolentino (MC) 11 aprile Il controllo di gestione in azienda: le nuove<br />
linee di Borsa Italiana come possibile modello<br />
di riferimento<br />
Roma 23 aprile Crisi finanziaria e tutela del credito: soluzioni<br />
innovative e risposta del mercato assicurativo<br />
Roma 16 maggio Il Controllo di Gestione al tempo dei Big Data<br />
Sezione<br />
Campania<br />
Sezione<br />
Puglia<br />
Sezione<br />
Sicilia<br />
Roma 4 giugno La nuova frontiera dei sistemi di Pianificazione<br />
e Controllo<br />
Napoli 16 aprile Forum sul bilancio<br />
Napoli 15 maggio Novità Fiscali<br />
Napoli 13 giugno La ristrutturazione del debito<br />
Bari 15 maggio Business Intelligence per ridurre i costi<br />
e migliorare la pianificazione finanziaria<br />
Siracusa 19 aprile Controllo di gestione a supporto dei sistemi<br />
informativi<br />
Catania 31 maggio Quotazione mercato ristretto e rete investitori<br />
al capitale di rischio<br />
43<br />
LA BACHECA <strong>ANDAF</strong> DEL MERCATO DEL LAVORO<br />
Tutte le offerte/richieste di lavoro (riferite a persone di entrambi i sessi) presenti in questa rubrica sono pubblicate,<br />
in tempo reale, sul nostro sito nella Bacheca del lavoro <strong>ANDAF</strong> (www.andaf.it). L’Associazione non prende<br />
parte in alcun modo alla selezione e non gestisce un database/archivio informatico dei dati personali. Per qualsiasi<br />
informazione o richiesta al riguardo è possibile rivolgersi alla Segreteria <strong>ANDAF</strong> (Tel. +39 02 83242288 - d.guidotti@andaf.it)<br />
LE AZIENDE CERCANO<br />
INTERNAL AUDITOR - TEMPORARY MANAGER<br />
Società di consulenza ricerca per un’azienda sua cliente,<br />
operante nel settore dell’impiantistica, un Internal<br />
Auditor Temporary Manager. Si richiede pregressa<br />
esperienza nell’Internal Auditing presso società<br />
di consulenza, o multinazionali, e buona conoscenza<br />
della lingua inglese. Il luogo di lavoro è in Lombardia,<br />
ma si richiede che l’interessato sia disponibile<br />
ad effettuare trasferte all’estero per controlli e verifiche<br />
presso gli impianti.<br />
[Rif. 13/0213-1002]<br />
MAJOR ACCOUNT SALES EXECUTIVES<br />
Azienda che opera nel settore dell’informatica da oltre<br />
20 anni, con 280 collaboratori, ricerca un Major<br />
Account Sales Executives. Il candidato ideale è<br />
un affermato agente di commercio del settore, di ottimo
NOTIZIARIO <strong>ANDAF</strong> a cura di Michele Malusà<br />
44<br />
standing, preferibilmente esperto nelle soluzioni<br />
di Business Intelligence. Avrà tra i principali<br />
obiettivi/mansioni: raggiungimento degli obiettivi<br />
di vendita; identificazione, sviluppo e finalizzazione<br />
delle opportunità commerciali; sviluppo delle relazioni<br />
commerciali di medio-lungo termine; sviluppo<br />
dei new business e attività di cross selling; interfaccia<br />
con le diverse funzioni aziendali nel raggiungimento<br />
del deal; attività di forecasting e planning.<br />
I CANDIDATI CERCANO<br />
CFO<br />
CFO, di gruppo e della società operativa italiana,<br />
per un’azienda che opera nel settore del Public<br />
Procurement (Servizi di Ingegneria Civile), riporta<br />
direttamente all’Amministratore Delegato<br />
e ha la responsabilità delle funzioni Amministrazione,<br />
Finanza, Controllo di Gestione e Controllo di Gruppo.<br />
In particolare assicura la predisposizione di piani<br />
pluriennali e budget economici e finanziari, programmi<br />
di produzione e sistematiche chiusure periodiche<br />
economiche e finanziarie corredate dai necessari<br />
key indicators. Ha la responsabilità di supportare<br />
le scelte direzionali. Per la stessa azienda ha gestito<br />
anche le Risorse Umane e curato la realizzazione<br />
delle procedure di controllo interno e l’implementazione<br />
di un ERP di moderna concezione.<br />
In precedenza ha ricoperto l’incarico di Responsabile<br />
Amministrativo sia per un’azienda manifatturiera<br />
del settore metalmeccanico che per una società<br />
che opera nel settore dell’impiantistica agroalimentare.<br />
Buona conoscenza della lingua inglese.<br />
[Rif. 13/0213-0001]<br />
DIRETTORE AMMINISTRAZIONE FINANZA,<br />
CONTROLLO E PERSONALE<br />
Laureata in Economia e Commercio, Dottore<br />
Commercialista, è attualmente Direttore<br />
Amministrazione, Finanza, Controllo e Personale<br />
per un’azienda del settore Industria Metalmeccanica.<br />
Tra le principali mansioni: predisposizione preventivo<br />
e consuntivo gestionale finanziario richiesto<br />
dall’Amministratore Delegato; redazione bilancio<br />
d’esercizio in IV direttiva CEE e consuntivo trimestrale;<br />
gestione rapporti con istituti esterni e organi interni<br />
della Società. In precedenza ha rivestito il ruolo<br />
di Responsabile Reporting Amministrazione Finanza<br />
e Controllo per un’azienda del settore costruzioni.<br />
Capacità di problem solving e massima flessibilità<br />
allo spostamento/trasferimento sia sul territorio<br />
nazionale che internazionale. Buona conoscenza della<br />
lingua francese e discreta dell’inglese.<br />
[Rif. 13/0213-0002]<br />
CONSULENTE AREA AMMINISTRATIVA<br />
E FINANZIARIA<br />
Consulente aziendale nell’area Amministrativa<br />
e Finanziaria, ha maturato una lunga e diversificata<br />
esperienza professionale in venti anni di attività,<br />
principalmente nel mondo delle piccole e medie imprese<br />
(PMI), anche con contratti di Temporary Management.<br />
Approccio concreto e pratico, opera a fianco<br />
dell’Imprenditore/Amministratore per l’interesse<br />
dell’impresa. Di seguito le aree di maggiore<br />
specializzazione e competenza: Bilancio d’Esercizio,<br />
Rendiconto Finanziario, Principi Contabili nazionali<br />
e IAS, Finanza Aziendale; Pianificazioni Economiche<br />
e Finanziarie; Controllo di Gestione; Redazione<br />
Business Plan; Fiscalità italiana; Rapporti con Istituti<br />
di Credito e Consorzi di Garanzia; Organizzazione<br />
e Processi aziendali.<br />
Inglese livello Intermediate e conoscenza discreta<br />
del francese.<br />
[Rif. 13/0213-0003]<br />
MANAGER AREA FINANZA E CONTROLLO<br />
Manager quarantacinquenne, attualmente<br />
è Global Working Capital & Risk Manager<br />
per una multinazionale leader mondiale nel settore<br />
della produzione dei sistemi per la trasmissione<br />
di potenza. Negli ultimi venti anni ha ricoperto ruoli<br />
di responsabilità nel settore Finance & Controlling<br />
in società multinazionali (settori service, commesse,<br />
beni di consumo durevoli, energie rinnovabili,<br />
beni ad alto contenuto tecnologico) occupandosi<br />
di Working Capital Management in contesti<br />
geograficamente diffusi e di attività amministrativa<br />
come Financial Controller o Finance Manager<br />
anche per Paesi extraeuropei.<br />
È interessato a ruoli manageriali come: CFO per società<br />
multinazionali alle quali poter apportare il proprio<br />
bagaglio di esperienze e conoscenze; Working<br />
Capital & Risk Manager in contesti societari<br />
(anche a commessa) la cui clientela richieda valutazione<br />
e monitoraggio dei rischi associati alla solvibilità<br />
per definire azioni correttive e/o di recupero crediti;<br />
Financial Controller, supportando attivamente<br />
il business nella definizione degli obiettivi di breve<br />
e lungo periodo e contribuendo in modo proattivo<br />
alla definizione delle strategie di crescita aziendale.<br />
Conoscenza dei principali ERP aziendali (SAP,<br />
JD Edwards) e Performance Management Applications<br />
(Oracle Hyperion FM, Oracle Essbase).<br />
Lingue inglese e francese fluenti.<br />
[Rif. 13/0213-0004]
ELENCO NUOVI SOCI ORDINARI, STRAORDINARI, AGGREGATI E FEDERATI<br />
Sezione Piemonte<br />
Felicella Elio Direttore Amministrazione Finanza e Controllo Petronas Lubricants Italy SpA<br />
Sezione Lombardia<br />
Angeli Andrea Administration, Treasury & Tax Manager Ranstad Group Italia SpA<br />
Bettinelli Elio CFO Kyocera Document Solutions Italia SpA<br />
Comella Diego Senior Finance and Operation Manager PUIG Italia<br />
Frigeni Sabrina Responsabile Bilancio Consolidato Fomas SpA<br />
Grasso Gianluca Finance Director Avnet EMG italy Srl<br />
Mezzadra Andrea Revisore Contabile Mazars SpA<br />
Mignone Daniela Consulente in Finance & Controlling Studio Mignone<br />
Pagani Alberto Controller Sued Chemie Catalysts Italia Srl<br />
Talarico Dario Direttore Amministrazione Finanza e Controllo Celgene<br />
Tononi Bice Direttore Amministrativo Pompea SpA<br />
Vecchio Vittorio Direttore Amministrazione Finanza e Controllo Finim Srl<br />
Viviani Patrizia Responsabile Amministrativo e Finanziario Sodexo motivation Solutions Italia Srl<br />
Sezione Nord Est<br />
Susanna Alberto Responsabile Amministrativo e Finanziario Cadalpe SpA<br />
Sezione Emilia Romagna<br />
Bertini Massimo Direttore Finanziario CIR Food sc<br />
Provaggi Luigi Partner Responsabile Area NORD EST Toscana Deloitte<br />
Sangermano Andrea Responsabile Affari Legali e Societari Mariella Burani Fashion Group SpA<br />
45<br />
Sezione Toscana<br />
Panozzo Andrea Direttore Amministrazione e Controllo Fabio Perini SpA<br />
Sassorossi Jacopo Consigliere d'Amministrazione Frigel Firenze SpA<br />
Sezione Marche-Umbria<br />
Battistelli Marco Responsabile Amministrativo Spacchetti Srl<br />
Mergiotti Vincenzo Dirigente Amministrativo Gestione Trasporti Metropolitani SpA<br />
Sezione Centro Sud<br />
Mistretta Gianluigi Direttore Amministrativo Mokarabia SpA<br />
Seclì Geremia Head of Finance & Administration Medac Pharma<br />
Sezione Campania<br />
Cortucci Massimo Amministratore Se.Ri. Srl<br />
Cosentina Sebastiano Amministratore SEPI Srl<br />
Gentile Vincenzo Amministratore unico SIEME Srl - Società Idro Elettro Meccanica Edile<br />
Sezione Sicilia<br />
Juvara Mauro Consulente Area Finance Centocinquanta Srl<br />
Mangiaracina Gaspare Direttore Contabilità e Finanza UPMC Italy Srl<br />
Messina Francesco Consulente Area Finance Centocinquanta Srl
Associazione Nazionale<br />
Direttori Amministrativi e Finanziari<br />
Modulo di iscrizione da inviare alla Segreteria: Corso Genova, 6 - 20123 Milano; Tel. 0283242288 - Fax. 0258118093 - andaf@andaf.it - www.andaf.it<br />
Con la presente chiedo di essere iscritto ad <strong>ANDAF</strong> e mi impegno al rispetto delle disposizioni statutarie.<br />
Dietro vostra richiesta, provvederò a versare la quota di iscrizione annuale di Euro 250,00. Fornisco di seguito i miei dati anagrafici e professionali.<br />
TITOLO NOME COGNOME FOTOGRAFIA<br />
LUOGO DI NASCITA<br />
DATA DI NASCITA<br />
MASCHIO/FEMMINA<br />
CITTADINANZA<br />
M<br />
F<br />
CODICE FISCALE POSIZIONE IN AZIENDA/PROFESSIONE IN AZIENDA DAL<br />
SPECIALIZZAZIONE PROFESSIONALE QUADRO DIRIGENTE SOCIO AMM.RE<br />
DENOMINAZIONE SOCIALE AZIENDA<br />
SETTORE MERCEOLOGICO<br />
INDIRIZZO AZIENDA CAP CITTÀ PROV.<br />
E-MAIL AZIENDA TELEFONO AZIENDA FAX MOBILE AZIENDALE<br />
N. DIPENDENTI CAPITALE SOCIALE GIRO DI AFFARI<br />
SI<br />
NO<br />
INDIRIZZO PRIVATO CAP CITTÀ PROV.<br />
E-MAIL PRIVATA TELEFONO PRIVATO FAX PRIVATO MOBILE PRIVATO<br />
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<strong>ANDAF</strong> si rivolge a soggetti e/o società esterne ai quali fa pervenire i dati necessari per l'espletamento delle relative funzioni, in particolare: Società <strong>ANDAF</strong> Servizi s.r.l.; Case editrici. I Suoi<br />
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In relazione alla presente informativa, che è stata fornita come previsto dalla normativa<br />
presente, il sottoscritto<br />
CONSENSO ALLA PUBBLICAZIONE DEI DATI PERSONALI<br />
In relazione alla presente informativa, che è stata fornita come previsto dalla normativa<br />
presente, il sottoscritto<br />
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indicati dalla menzionata informativa.<br />
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CARICHE SOCIALI <strong>ANDAF</strong><br />
48<br />
Consiglio Direttivo<br />
Fausto Cosi Presidente Polimoda<br />
Massimo Campioli Vice Presidente A.C. Milan<br />
Roberto Mannozzi Vice Presidente Ferrovie dello Stato Italiane<br />
Severino Savarese Tesoriere Managing Consulting<br />
Andrea Angelino<br />
Enel<br />
Riccardo Baraldi<br />
Waste Italia<br />
Cesare Bassoli<br />
Consulente Aziendale<br />
Paola Bosso<br />
Lavazza<br />
Marco Cerù<br />
Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato<br />
Paolo Chiappa<br />
Hydac<br />
Maria Teresa Crosetto<br />
Praxi<br />
Fabio Garagozzo<br />
Agenzia del Demanio<br />
Carlo Ghisoni<br />
Chiesi Farmaceutici<br />
Claudio Lesca<br />
ElleCi Consulenza Aziendale<br />
Guido Nardotto<br />
NH Italia<br />
Alessandra Sartor<br />
Marzotto<br />
Carmine Scoglio<br />
Poste Italiane<br />
Michael Tesch<br />
Clariant<br />
Alberto Tron<br />
Roimax<br />
Italo Valenti<br />
Ferrari<br />
Presidenti di Sezione<br />
Paola Bosso Piemonte Lavazza<br />
Michael Tesch Lombardia Clariant<br />
Emilio Pagani Nord Est Finance & Control Advisor<br />
Severino Savarese Liguria Managing Consulting<br />
Cesare Bassoli Emilia Romagna Consulente Aziendale<br />
Giovanni Battista Decandia Toscana Starhotels<br />
Cesare Parachini Marche-Umbria Poltrona Frau<br />
Marco Cerù Centro Sud Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato<br />
Federico Tammaro Campania CIRA<br />
Vincenzo Silvano Puglia Acquedotto Pugliese<br />
Filippo D’Amico Sicilia Consulente Aziendale<br />
Advisory Council<br />
Paolo Bertoli Presidente Widar<br />
Sergio Lamonica Vice Presidente Dottore Commercialista<br />
Gabriele Fontanesi Delegato Rapporti Internazionali Starwood Hotels & Resorts<br />
Mario Gabbrielli<br />
Gabbrielli & Associati<br />
Vincenzo La Mattina<br />
Cogitek<br />
Carlo Locatelli<br />
P&A<br />
Diego Saglietto<br />
Consulente Aziendale<br />
Collegio dei Revisori<br />
Walter Bonardi Presidente Dottore Commercialista<br />
Ciro Di Carluccio<br />
Deloitte & Touche Italia<br />
Lorenzo Pini Prato<br />
PricewaterhouseCoopers<br />
Giovanni Rebay<br />
KPMG<br />
Dante Valobra<br />
Reconta Ernst & Young<br />
Nicola Antoniozzi Supplente Pirola Pennuto Zei & Associati<br />
Antonia Di Bella Supplente Mazars<br />
Michele Malusà<br />
Romano Guelmani<br />
Francesco Bellini<br />
Alessandro Zurzolo<br />
Giulio Carone<br />
Mario Gabbrielli<br />
Alberto Tron<br />
Piergiorgio Valente<br />
Management<br />
Comitati Tecnici<br />
Segretario Generale<br />
Assistente alla Presidenza<br />
Comitato Tecnico Information & Communication Technology<br />
Comitato Tecnico Corporate Governance & Compliance<br />
Comitato Tecnico Pianificazione e Controllo<br />
Comitato Tecnico Corporate Finance<br />
Comitato Tecnico Financial Reporting Standards<br />
Comitato Tecnico Fiscale<br />
Sede <strong>ANDAF</strong>: Corso Genova, 6 – 20123 MILANO<br />
Segreteria: Daniela Guidotti - Tel. +39.02.83242288 - Fax +39.02.58118093<br />
e-mail: andaf@andaf.it - web site: www.andaf.it<br />
Direttore Responsabile<br />
Paolo Bertoli<br />
p.bertoli@andaf.it<br />
Direttore Editoriale<br />
Sergio Rossi<br />
Comitato Scientifico<br />
Umberto Bertini, Mario Boidi, Vittorio Coda,<br />
Flavio Dezzani, Augusto Fantozzi,<br />
Maurizio Leo, Carla Rabitti Bedogni,<br />
Angelo Provasoli, Franco Tutino,<br />
Francesco Vassalli, Gianfranco Zanda<br />
Comitato Editoriale<br />
Pietro Boria, Elisabetta Busuito, Massimo Campioli,<br />
Mario La Torre, Michele Galeotti, Massimo Giaconia,<br />
Enrico Laghi, Roberto Mannozzi, Francesco Minnetti,<br />
Emilio Pagani, Valeria Panzironi, Fabio Roscioli,<br />
Raffaele Trequattrini, Alberto Tron, Piergiorgio Valente<br />
I contributi di questo mese sono di:<br />
Ivo Caraccioli, Fabio Carniol, Luigi Geppert,<br />
Gabriele Labombarda, Manuela Maccia,<br />
Marco Preti, Dario Russo, Alberto Tron<br />
Coordinamento redazionale<br />
Michela Rossi Riccardi<br />
m.rossi@andaf.it<br />
Coordinamento Comitato Editoriale<br />
Silvia Di Santo<br />
s.disanto@andaf.it<br />
Servizi fotografici<br />
Paolo Pagliai<br />
Pubbliche relazioni<br />
Michele Malusà<br />
m.malusa@andaf.it<br />
Progetto grafico<br />
Pino Mengoni Project<br />
Art Director<br />
Pino Mengoni<br />
pmproject@alice.it<br />
Grafici<br />
Anna Mengoni<br />
Prestampa<br />
Antonio Galli - Roma<br />
Stampa<br />
Arti Grafiche srl - Pomezia<br />
Grafiche Professionali srl - Roma<br />
Editore<br />
<strong>ANDAF</strong> - Corso Genova, 6<br />
20123 Milano<br />
Realizzazione<br />
E.S.I. srl - Via della Balduina, 88 - Roma<br />
Registrazione<br />
Tribunale di Milano - n.54 del 10.02.2004<br />
Manoscritti e foto non pubblicati<br />
non vengono restituiti<br />
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