30.04.2014 Visualizzazioni

Artecultura Gennaio

Artecultura Gennaio

Artecultura Gennaio

SHOW MORE
SHOW LESS

Trasformi i suoi PDF in rivista online e aumenti il suo fatturato!

Ottimizzi le sue riviste online per SEO, utilizza backlink potenti e contenuti multimediali per aumentare la sua visibilità e il suo fatturato.

Mensile Manifestazioni Artistiche e Culturali<br />

www.artecultura.org e-mail: info@artecultura.org<br />

Anno XXXXIV- N. 1 <strong>Gennaio</strong> 2011 - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/2/2004 n.46) Art. 1, Comma 1, dcb Milano<br />

In caso di mancato recapito restituire al mittente che si impegna a pagare la relativa tassa<br />

ARTECULTURA<br />

1


Marco Senigalliesi<br />

POETICA E RAZIONALITA’ IDEATIVA<br />

NEI PERCORSI FUTURIBILI<br />

DEL LINGUAGGIO NEL TEMPO<br />

Milano, Sala Olimpia, <strong>Artecultura</strong><br />

16 dicembre 2010 - 6 gennaio 2011<br />

Inaugurazione: 18 dicembre ore 18<br />

Per Marco Senigalliesi la pittura ha<br />

come primario e fondamentale obiettivo<br />

quello della comunicazione, in primo<br />

luogo nel senso di attivare un personale<br />

rapporto con quanti si pongono<br />

di fronte alle sue opere. Questa<br />

esigenza di comunicazione si fonda su<br />

due presupposti: da una parte la forza<br />

cromatica del dipinto, la ricerca intensa<br />

intorno al problema della luce,<br />

dall’altra l’elaborazione della forma.<br />

2 ARTECULTURA<br />

Senigalliesi si presenta a questa sua<br />

prima esposizione personale dopo una<br />

sperimentazione che lo ha condotto<br />

su un percorso espressivo personale e<br />

suggestivo. Le sue composizioni hanno<br />

come supporto il legno, materiale<br />

con il quale l’artista ha una lunga<br />

confidenza, dovuta anche al fatto che<br />

si è dedicato a studi, appunto, sulla tecnica<br />

del bassorilievo ligneo. Come elemento<br />

fondamentale della sua sensibilità<br />

pittorica si avverte chiaramente il<br />

carattere organico della forma, slegata<br />

da ogni riferimento narrativo o<br />

anedottico, per essere, invero, il frutto<br />

creativo di particolari pulsioni, di idee<br />

che si sedimentano nell’inconscio e che<br />

poi dopo una fase di meditazione e di<br />

progetto si configurano come puri<br />

patterns con allusioni al mondo della<br />

geometria o a quello per certi versi affascinante<br />

dei microrganismi. Sono<br />

forme libere, fluttuanti, stilizzate, ma<br />

senza possedere il crisma di una “maniera”.<br />

Naturalmente per una approfondita<br />

valutazione del linguaggio<br />

espressivo di Senigalliesi va tenuta<br />

presente l’importanza dei materiali.


Già si è accennato al supporto ligneo,<br />

a cui va aggiunto l’intervento di resine,<br />

vetro, colori acrilici, materiali vari,<br />

che l’artista utilizza non tanto nel<br />

senso di una poetica del recupero o in<br />

un’ottica di arte povera quanto per attenta<br />

comprensione delle loro possibilità<br />

espressive, estetiche. Sono proprio<br />

questi materiali nella loro lucida<br />

configurazione ad imprimere sollecitudine<br />

visiva e psicologica al<br />

polimaterismo dell’artista. Osservando<br />

i lavori di Senigalliesi e prendendo<br />

naturalmente in considerazione la<br />

provvisorietà di una ricerca ancora in<br />

divenire ed aperta a nuovi e non<br />

prevedibili sviluppi, si può già comunque<br />

comprendere come essi non appartengano<br />

al filone informale. L’artista,<br />

infatti, non dissolve o disgrega il<br />

tessuto percettivo e plastico delle sue<br />

forme, ma lo ri-orienta verso equilibri<br />

dinamici ed armonici. Ragione e<br />

fantasia nelle sue opere si compenetrano<br />

all’interno di un gusto che si<br />

mantiene distante da certi rigori operativi<br />

tipici del costruttivismo o del<br />

minimalismo, ma al tempo stesso anche<br />

differenziato da proposte più<br />

accentuatamente espressioniste.<br />

Un senso innato del bello, affinato<br />

anche da una pratica manualità, sembra<br />

guidare l’operatività dell’artista,<br />

condurla verso lucide e calibrate tensioni<br />

stilistiche e concettuali. La rassegna<br />

in programmazione alla Sala<br />

Olimpia di <strong>Artecultura</strong> appare pertanto<br />

come un significativo appuntamento riflessivo<br />

su un linguaggio dalle sensibili<br />

premesse e possibilità.<br />

Teodosio Martucci<br />

ARTECULTURA<br />

3


48 EXPO AZZURRA<br />

Inserto redazionale:<br />

MOSTRE A MILANO - POSTACATALOGO<br />

- ARTECULTURA è inviata: abbonati di tutta Italia,<br />

gallerie d'arte, critici, musei, scuole, alberghi, di<br />

Milano e categorie specializzate dei professionisti.<br />

- Composizione e impaginazione: redazionali<br />

Fotolito e stampa Press Point<br />

Via L. Cagnola, 35 Abbiategrasso<br />

4 ARTECULTURA<br />

In questo numero GENNAIO 2011<br />

Artisti sul mondo<br />

4 SOMMARIO -ANNO NUOVO<br />

5 RISORGIMENTO POETICO<br />

6 CORRISPONDENZA CULTURALE<br />

8 INTERLUDI<br />

12 INTERLUDI CONTINUANO<br />

16 GIALLO INDIANO-ARCIMBOLDO<br />

17 KANTOR - OPEN STUDIOS<br />

18 NON MERITARE IL PASSATO<br />

19 MAGNIFICO CRATERE- LIN<br />

20 LETTERA DA ANNECY<br />

21 I TESORI DELLA PROVINCIA<br />

22 LA SCALA DI NAPOLEONE<br />

24 VETRO -ATLANTE TREVIGIANO<br />

25 ITALIA 1945-1953-ARTE BOXE<br />

27 L’AUTODIDATTA NELLA STORIA<br />

31 IMMAGINI E LUOGHI<br />

32 RINNOVAMENTO DEMOCRATICO<br />

34 NESSUNO LANCI PER PRIMO<br />

38 UMANITA’ POETICA<br />

41 ANIMAZIONE POETICA<br />

42 CONCORSI<br />

ARTECULTURA<br />

PUBBLICA<br />

LA NUOVA EDIZIONE<br />

DI POESIA PACE 2011<br />

DAL TEMA<br />

ANIMAZIONE<br />

POETICA<br />

pag. 41<br />

MARCO SENIGALLIESI di Teodosio<br />

Martucci - ANNATRAPASSO- LUISA<br />

VISCONTI - CARLA MONTI - PEDRO<br />

FIORI - GIOVANNI SASSANI - RAFAEL<br />

ESPADA di Giuseppe Martucci -<br />

INSERZIONI: REMO LANA di M.A.G.A.<br />

- CORTINA ARTE - PONTE ROSSO -<br />

PAOLO BONETTO -PIETRO CASCELLA<br />

- GIAN PIETRO MAGGI - MAX HAMLET<br />

SAUVAGE - ARMONIE NATALIZIE<br />

ARTECULTURA<br />

Mensile Manifestazioni Artistiche e Culturali<br />

Registrazione Tribunale di Milano<br />

n. 253 del 6/9/1967 - Registro Nazionale della<br />

Stampa n. 5359 - Direttore responsabile:<br />

Giuseppe Martucci - ARTECULTURA Edizioni<br />

- Codice Fiscale MRT GPP 26M24 G616U<br />

-Partita IVA: 03093710154<br />

- Direzione: via Ciovasso 19 - 20121 Milano<br />

- Tel. 02/864.64.093 -<br />

Fax 02/860.833 - 02/896.573.02<br />

www.artecultura.org<br />

e-mail:info@artecultura.org<br />

Distribuzione gratuita senza impegno fisso di<br />

recapito. Chi lo desidera è pregato di abbonarsi.<br />

- Anno XXXXIV n. 1 GENNAIO 2011 -<br />

Spedizione in Abbonamento. Postale -D.L. 353/<br />

2003 (cov. in L. 27/2/2004 n.46) Art. 1, Comma<br />

1, dcb Milano -In mancato recapito restituire al<br />

mittente impegnato a pagare la tassa.<br />

L'abbonamento (10 numeri annui) per i lettori<br />

che desiderano ricevere al proprio domicilio<br />

ARTECULTURA in modo continuativo. Non<br />

si risponde in caso di mancato recapito non<br />

dovuto ad adempimento della Rivista.<br />

Non si restituisce la quota di abbonamento<br />

quando esigenze di forza maggiore costringessero<br />

la sospensione o la cessazione della pubblicazione.<br />

Finito di stampare il 21 -12-2010<br />

Abbonamento annuo<br />

Euro 30,00<br />

Non disdetto tramite raccomandata un mese<br />

prima della scadenza si ritiene tacitamente<br />

rinnovato con invio della nuova quota. Non<br />

valide le disdette effettuate per telefono.<br />

Intestare:<br />

ARTECULTURA di Giuseppe Martucci<br />

C.C.Postale N. 84356302<br />

Via Ciovasso 19 -20121 Milano<br />

Nel Centro Artistico<br />

Breriano di Milano<br />

Nelle ben disposte sale espositive di<br />

ARTECULTURA<br />

- Esposizioni di mostre culturali<br />

- Servizi redazionali specializzati<br />

di critici e storici d'arte qualificati<br />

- mostre e rassegne ad interesse<br />

nazionale e internazionale<br />

- Consulenza arte contemporanea<br />

stime e perizie<br />

- Edizioni cataloghi d'arte,<br />

autentiche<br />

- sillogi poetiche, libri divulgativi<br />

Anno nuovo 2011<br />

e tanti novelli<br />

abbonati, si spera...<br />

Dell’abolizione delle Tariffe postali<br />

agevolate per la stampa culturale, anche<br />

<strong>Artecultura</strong> ne risente molto. Ma in un<br />

mondo nel quale anziché pensare a<br />

stimolare la fiducia nel costume della<br />

convivenza, invece si pensa a costruire<br />

armi sempre più sofisticate, un ragionamento<br />

di equilibrio pensiamo che sia<br />

più utopia che posatezza. Tuttavia,<br />

noi, di buon senso, non vogliamo<br />

raddoppiare la quota dell’abbonamento<br />

così come ha fatto il governo con le<br />

Tariffe agevolate, ma decisi a<br />

mantenerlo invariato ad euro 30,00<br />

per il 2011. In modo da aumentare il<br />

numero degli abbonati per fronteggiare<br />

le difficoltà. In economia la quantità<br />

diminuisce il costo per cui ci sforziamo<br />

di poter incrementare il numero degli<br />

abbonati, che consente di editare<br />

ARTECULTURA. Quindi ci rivolgiamo<br />

soprattutto a quei lettori che ben<br />

conoscono le finalità della Rivista e che<br />

condividono le sue iniziative, ché si<br />

prodighino il possibile a far sottoscrivere<br />

qualche abbonamento, il<br />

nostro primo sostegno economico. Pur<br />

sapendo che voler raddoppiare il<br />

numero degli abbonati ai nostri giorni<br />

non è cosa facile, ma quando si crede<br />

nelle proprie iniziative, provare è segno<br />

di coerenza. Coloro che poi sono<br />

residenti a Milano e, non sono pochi,<br />

venendo in redazione con il nominativo<br />

di un nuovo abbonato potranno ritirare<br />

l’omaggio di una litografia di Maestri<br />

contemporanei disponibili in sede quali<br />

Alfieri, Contenotte, Kodra ed altri.<br />

<strong>Artecultura</strong> vive la sua battaglia<br />

culturale nell’animazione della spinta<br />

poetica primigenia e domanda la fiducia<br />

dei già abbonati e dei vari lettori che<br />

conoscono la Rivista. Anche dicendo<br />

loro che sottoscrivendo un abbonamento<br />

ad un amico si è ricordati tutto<br />

l’anno al ricevimento del mensile.<br />

Pertanto, questo nostro “appello”,<br />

diciamo che persisterà fino a quando<br />

non sarà raddoppiato il numero degli<br />

abbonati. <strong>Artecultura</strong> ha una sua storia<br />

fatta di originalità umana, valore che<br />

difende e che desidera continuare a<br />

diffondere. E qualcuno ci ascolterà.<br />

<strong>Artecultura</strong>


- RISORGIMENTO POETICO -<br />

La sfericità del costume poetico<br />

e la violenza del linguaggio verticale<br />

Detto in senso metaforico, per intendersi,<br />

la parola è la voce della materia<br />

che, per farci sentire vivi tramite la<br />

pratica creativa del linguaggio, definisce<br />

il valore dell’intesa che pone in<br />

collegamento la nostra interiorità con<br />

l’esterno del mondo. Un valore che rivela<br />

l’appagamento dal bisogno in una<br />

avanzata civiltà del lavoro quando l’intuizione<br />

della congenialità umana fa<br />

progredire la vita di conoscenza alimentando<br />

con lo stimolo della fiducia<br />

di convivere in armonia con l’altro, il<br />

quotidiano. Al contrario prevale l’arbitrio<br />

che tramite l’abuso improprio del<br />

valore o del suo mascheramento, poi<br />

fomenta nella comunità malumori e disgusti<br />

vari a scapito della regola naturale<br />

e di una civiltà magnificata di tecnica<br />

e di comportamentali valori.<br />

Qualche esempio: la toponomastica di<br />

una strada - per dire - intitolata a Via<br />

delle Rose, leggendola, lascia immaginare<br />

un senso rilassante di bellezza,<br />

sinonimo di candore spirituale. Ma se<br />

utilizziamo la rosa per nascondere una<br />

nostra malvagità, in tal caso censuriamo<br />

la bellezza, il valore che ci unisce,<br />

per dare spazio alla frammentarietà<br />

della diffidenza che ci divide. L’aspetto<br />

più dolente dei nostri giorni in cui<br />

la comunicazione è soprattutto incentrata<br />

sulla verticalità dei linguaggi di<br />

propaganda che ignorano il valore della<br />

bellezza di cui si è dato menzione. Ed<br />

ancora un esempio, da un’altra angolatura,<br />

che fa riferimento ad una via<br />

intitolata al generale Vattelappesca. In<br />

tal caso leggendola, la purezza del valore<br />

scompare in quanto la denominazione<br />

della via intitolata al generale,<br />

vittorioso o sconfitto, non interessa.<br />

Quello che conta è che alla nostra mente<br />

si configurano armi, drammi di battaglie,<br />

morti etc. Per cui dal punto di<br />

vista del valore creativo diventa<br />

preferibile che tutta la toponomastica<br />

sia intitolata alla natura e non a personalità<br />

militari che non aiutano la bellezza<br />

ma la censurano. Al valore della<br />

bellezza non servono armi di protezione,<br />

anche se trattasi di guerre patriottiche,<br />

ma solo sguardi compiaciuti<br />

di cui è certamente fertile un costume<br />

poetico che potrebbe risolvere i<br />

problemi sociali con la naturale prevenzione.<br />

Dunque, la bellezza una<br />

inequivocabile radice della Poesia della<br />

Natura, l’autentico valore della vita.<br />

E restando in campo di toponomastica,<br />

l’eco della natura ci fa anche dire che<br />

le strade di una città possono benissimo<br />

essere intitolate anche alle opere<br />

di artisti di ogni disciplina creativa,<br />

purché originali di valori permanenti<br />

che felicitano il contesto dell’immaginario<br />

umano e che non glorifichino<br />

l’identità anagrafica dell’autore, che<br />

così facendo limita il valore stesso<br />

della sua opera.<br />

Facciamo un esempio su Milano. Se<br />

noi leggendo la toponomastica riscontrassimo<br />

via Divina Commedia, via<br />

Promessi Sposi, via Il Giorno ed avanti<br />

così, la creatività di Dante, Manzoni<br />

e Parini, etc. avrebbe certamente più<br />

valore storico e armonia sociale che<br />

menzionando i suoi autori. Che, poi,<br />

sotto sotto, dentro di noi possono dare<br />

adito a non graditi punti di vista. Insomma,<br />

il valore è l’opera che si genera<br />

dalla vitalità del sangue umano e non<br />

l’insistente personificazione anagrafica<br />

che dà luogo ad un sottile risentire dentro<br />

di noi. Per cui vorremmo dire che<br />

se a Milano ci fosse una via intitolata<br />

alla Poesia di Tutti non sarebbe la<br />

fine del mondo, in quanto per poco o<br />

per tanto ogni uomo è poeta della vita<br />

e non della guerra. Si ignora che la<br />

Poesia non è tanto quella composta con<br />

l’alfabeto, quanto quella intuita dall’estro<br />

che con animazione munge le<br />

vacche o costruisce le nostre case,<br />

come tutte le attitudini a fini di armonia,<br />

senza delle quali non ci sarebbe<br />

né alimentazione né civiltà.<br />

Durante l’amministrazione Pillitteri<br />

del Comune di Milano, su iniziativa<br />

di ARTECULTURA una via stava per<br />

essere intitolata alla Poesia di Tutti.<br />

Ma poi la cosa franò per imprevisto<br />

cambio di Amministrazione. In seguito,<br />

a riguardo, raccogliemmo centinaia<br />

di firme ed inviate all’allora Assessore<br />

alla Cultura del Comune di Milano,<br />

Vittorio Sgarbi, che a dire il vero,<br />

da rappresentante della contraddistinta<br />

classe politica verticalista d’oggi, nemmeno<br />

ci rispose. Ci riproveremo quando<br />

le rappresentanze comunali di destra<br />

e di sinistra e di centro, avranno<br />

compreso che la verticalizzazione dei<br />

linguaggi, tutta impostata sull’imperiale<br />

personificazione del singolo e non<br />

sull’opera che identifica l’uomo, disgrega<br />

la vita sociale ed alimenta la violenza.<br />

Infatti, oggi la violenza ha raggiunto<br />

una tensione che tanto preoccupa.<br />

Ognuno di noi dev’essere quello che<br />

effettivamente è, non una maschera<br />

abusiva della raccomandazione politica.<br />

Ed oggi i linguaggi verticalisti a<br />

dispetto dell’autentico valore umano,<br />

sono tutti dediti ai primati non dell’uomo,<br />

ma della vanità che mortifica gli<br />

Altri. Tant’è che nel calcio durante una<br />

partita i giocatori sputano continuamente<br />

per terra e dopo qualche istante<br />

scivolano impiastrandosi mani e sedere.<br />

Ma va bene così. Come ad esempio,<br />

il Comune di Milano, spende milioni<br />

di euro per una certa soverchia<br />

pubblicità, ma non destina un solo euro<br />

per la stampa di un cartellino sui tram<br />

che segnali la precedenza a sedere per<br />

una donna incinta ovvero un anziano.<br />

Meglio che tante ragazze e ragazzi restino<br />

indifferenti magari con le gambe<br />

sdraiate bevendo una bibita che poi lasciano<br />

sul sedile. E chi se ne frega.<br />

Ma le città, le campagne, il mare, la<br />

terra, l’aria, i polmoni, non l’hanno inquinata<br />

i bambini, i contadini, i minatori,<br />

i pastori, gli extracomunitari, etc.,<br />

ma i linguaggi verticalisti del potere,<br />

del giornalismo ossequiente, del razzismo<br />

dei “grandi della terra”, per lo<br />

sconcerto politico verticalista che ci sta<br />

portando alla fine del mondo. Un inquieto<br />

mondo che poggia su un pericolosissimo<br />

serbatoio atomico!<br />

Il costume poetico può essere tutt’altra<br />

cosa.<br />

Giuseppe Martucci<br />

ARTECULTURA 5


Corrispondenza Culturale: Enti e Circoli segnalano<br />

Ministero per i Beni e le Attività<br />

Culturali - La Calabria verso<br />

l’UNESCO. La Varia di Palmi nella<br />

Rete Italiana delle grandi Macchine<br />

a spalla. Cosenza, Palazzo Arnone.<br />

La Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed<br />

Etnoantropologici della Calabria promuove il<br />

workshop La Calabria verso l’UNESCO. La<br />

Varia di Palmi nella Rete Italiana delle Grandi<br />

macchine a spalla. La Festa della Varia è una<br />

manifestazione religiosa che trova le sue origini sul<br />

finire del 1500 quando con lo scopo di avvicinarsi<br />

a Dio venivano costruite in molti paesi dell’Italia<br />

meridionale grandi macchine trasportate a spalla.<br />

La Varia di Palmi è un carro sacro costruito su una<br />

base di legno di quercia, chiamato “Ccippu”, di<br />

forma conica irregolare che rappresenta l’Assunzione<br />

della Vergine Maria. La gigantesca<br />

macchina viene trainata a spalla da 200 giovani<br />

detti “mbuttaturi”, scelti tra gli appartenenti alle<br />

cinque corporazioni dei tradizionali mestieri della<br />

città (contadini, carrettieri, bovari, artigiani e<br />

marinai). Tra le macchine a spalla italiane la Varia<br />

di Palmi è l’unica con persone nei ruoli di figuranti:<br />

i 12 apostoli; gli angioletti, bambine di età compresa<br />

tra i sette e gli undici anni e in alto un giovane che<br />

rappresenta il Padreterno. In cima una bambina<br />

detta “Animella” (di età compresa tra i dieci e i<br />

dodici anni, scelta con votazione popolare), che<br />

rappresenta la Vergine Assunta in Cielo.<br />

Durante il workshop saranno presentate la Varia di<br />

Palmi, i Gigli di Nola, i Candelieri di Sassari e la<br />

Macchina di Santa Rosa di Viterbo, manifestazioni<br />

di grande e antica tradizione che, accomunate<br />

dall’uso di scenografiche ‘macchine’ da festa e dal<br />

trasporto a spalla degli imponenti apparati, hanno<br />

dato luogo al progetto della Rete Italiana delle<br />

Grandi Macchine a spalla, promosso e coordinato<br />

da Patrizia Nardi, dell’Università di Messina, per<br />

l’iscrizione dei quattro eventi festivi nelle liste<br />

UNESCO del patrimonio Culturale Immateriale<br />

dell’Umanità. Info tel. 0984795639/5556<br />

CULTURA. MIART 2011, FIERA D’EC-<br />

CELLENZA DELLE GALLERIE ITALIANE<br />

Finazzer Flory: “E’ terreno di confronto tra il<br />

mercato dell’arte contemporanea e le politiche<br />

culturali di Milano”.<br />

E’ stata presentata il 30 novembre scorso a Palazzo<br />

Reale la terza edizione di MiArt, la Fiera<br />

Internazionale dell’arte moderna e contemporanea<br />

in programma dall’8 all’11 aprile 2011 a<br />

Fieramilanocity. La Fiera verrà concentrata in un<br />

unico padiglione (il numero 3), con le gallerie<br />

collocate per analogia delle proposte secondo gli<br />

ambiti storico, contemporaneo e giovani.<br />

“Il futuro di Miart - ha detto l’assessore alla Cultura<br />

Massimiliano Finazzer Flory - è scritto in un e<br />

diverso rapporto tra l’in e l’out, tra ciò che succede<br />

in fiera e il coinvolgimento totale, coerente e creativo<br />

con le gallerie, le case editrici, i critici e gli artisti<br />

dell’arte contemporanea milanese. Miart dev’essere<br />

il terreno di confronto tra il mercato dell’arte<br />

contemporanea e le politiche culturali di questa<br />

città, che a mio avviso hanno come obiettivo la<br />

nascita di un museo pubblico specializzato nell’arte<br />

contemporanea”.<br />

L’edizione 2011 di MiArt sarà innanzitutto<br />

un’iniziativa di alto valore culturale, che coinvolge<br />

artisti, galleristi, collezionisti, curatori, critici,<br />

direttori di museo, enti istituzionali, testate di<br />

settore, librerie specializzate. Iniziative collaterali.<br />

Comunicazione.UfficioStampa@comune.milano.it<br />

6 ARTECULTURA<br />

PASTORE A MONTECITORIO<br />

Intervento video-sonoro in Piazza Colonna a<br />

Roma l’11 dicembre 2010<br />

Dopo “Lavami”, la proiezione luminosa apparsa<br />

poche settimane fa sulla cupola di S. Pietro, Iginio<br />

De Luca colpisce ancora. Questa volta con un tono<br />

diverso, più da neo-paesaggista barocco che da<br />

“graffitista”, De Luca continua comunque ad<br />

incidere i suoi segni virtuali sulla città animato da<br />

passione civile e politica. Ora è Palazzo Chigi, sede<br />

del governo, che viene utilizzato come grande<br />

schermo sul quale proiettare le immagini di un<br />

gregge ripreso dal vivo, mentre intorno tutta la<br />

piazza Montecitorio si trasforma in un’installazione<br />

sonora riempita dalla voce di un pastore<br />

che richiama il gregge. “Pastore a Montecitorio”<br />

è il titolo di questa ultima azione visiva e sonora che<br />

nonostante la velocità dell’incursione da Street art,<br />

trasformerà uno dei luoghi istituzionali più<br />

importanti d’Italia, in un lento paesaggio visionario<br />

a grandezza naturale, richiamando in parte anche le<br />

origini remote del luogo. Il palazzo limitrofo<br />

progettato da Bernini è infatti un capolavoro<br />

architettonico che dissimula nella decorazione<br />

elementi naturali, rocce e rami spezzati e<br />

nell’insieme si adegua all’andamento curvilineo<br />

del piccolo “monte” che ha dato il nome al sito,<br />

come fosse un’altura di uno dei tanti paesaggi<br />

pastorali di fantasia del Seicento. Il gregge, la voce<br />

del pastore richiamano un tempo lontano, arcaico<br />

ed arcadico che trasforma il palazzo in uno schermo<br />

liquido ma, come ci ha abituati De Luca, anche<br />

questa volta il suo intervento pubblico funziona<br />

quasi come fosse un “articolo di fondo” su un<br />

quotidiano. Puntuale, infatti, l’artista utilizza il<br />

palazzo del governo mentre quello della camera è<br />

chiuso, in attesa del fatidico 14 dicembre, giorno in<br />

cui verrà votata la fiducia al governo. In questa<br />

attesa l’autore inscena un stallo che è un intervallo<br />

politico, da molti denunciato come la fase di<br />

compravendita dei voti: una vacanza politica,<br />

quindi, che De Luca denuncia come grave assenza,<br />

la voce ancestrale del pastore è il cuore dell’evento<br />

che scuote una situazione di stallo generale, politico<br />

e sociale. (...) Così De Luca traduce un pensiero in<br />

un evento da percepire sensibilmente prima ancora<br />

che razionalmente e aggiunge un elemento ulteriore<br />

al suo percorso che è la forza evocativa dei luoghi<br />

- usati come readymade ambientali - colti<br />

velocemente nell’attimo in cui essi stessi sono in<br />

grado, se aiutati, di visualizzare una situazione che<br />

ci riguarda tutti. (Franco Speroni)<br />

Confindustria per la cultura: Natale 2010<br />

- Capodanno 2011- Città di Matelica<br />

L’artista “Paolo Gubinelli” su richiesta della<br />

“Confindustria di Macerata” ha realizzato un progetto<br />

di opere in ceramica che caratterizza l’aspetto<br />

architettonico del prestigioso Palazzo dei Priori in alto<br />

la Torre Civica e la Loggia dei Mercanti della città di<br />

Matelica. Ha realizzato opere originali su ceramica<br />

eseguite a mano con segni in rilievo e dipinti, ha inciso<br />

alcuni dettagli architettonici in una formella in negativo,<br />

da cui nella serialità di ceramiche originali si evidenziano<br />

segni di rilievi con impasti plastici e argillosi delle<br />

ceramiche. I rilievi su ceramiche si distinguono come un<br />

insieme di figura sfondo, innervando la superficie del<br />

quadro come impresso dai rilievi. Il colore non riempie<br />

nessuna forma decorativa, ma si contrappone con<br />

eleganza ad altri colori, rafforzando la struttura portante<br />

che si manifesta nell’idea di uno spazio lirico riducendolo<br />

all’essenzialità. Questa è stata l’emozione dell’artista<br />

ricordando la sua città natale che ha saputo interpretarla<br />

attraverso i segni immaginari della sua fantasia creativa.<br />

Vincere il Tempo.<br />

I Collezionisti: la passione per l’arte e il dono<br />

alla città. Mentre la monumentale sede neoclassica<br />

dell’Accademia Carrara di Bergamo è in restauro,<br />

l’esposizione della selezione maggiore delle sue<br />

raccolte, allestita dal 2008 nel Palazzo della Ragione<br />

di Bergamo Alta, lascia il posto a una nuova<br />

rassegna che ripercorre quella storia collezionistica<br />

che, inaugurata alla metà del XVIII secolo dal<br />

conte Carrara a tutt’oggi viva, fa ancora oggi<br />

della Pinacoteca un unicum nel panorama museale<br />

europeo.<br />

Fondata nel 1785 dal conte Giacomo Carrara e<br />

arricchita in oltre 200 anni di storia dai lasciti di<br />

grandi conoscitori come Guglielmo Lochis<br />

(pervenuto nel 1866) Giovanni Morelli (1891) e<br />

in tempi più recenti Federico Zeri (1998), la<br />

Carrara è il frutto dalla generosità anche di molti<br />

altri cultori. Memoria e simbolo del collezionismo<br />

italiano, che ha preservato capolavori assoluti della<br />

storia dell’arte , da Pisanello a Foppa, da Bellini<br />

a Mantegna, da Raffaello a Tiziano.<br />

La mostra Vincere il Tempo. I Collezionisti: la<br />

passione per l’arte e il dono alla città racconta<br />

una storia affascinante e ininterrotta in cui si<br />

intrecciano mecenatismo e profondo senso civico,<br />

rievocando, attraverso i “doni” alla città di Bergamo,<br />

le figure di quegli illuminati collezionisti che<br />

scelsero la Carrara per trasformare la magnificenza<br />

privata in pubblica, riconoscendo nell’oggetto<br />

artistico non più un bene da custodire e godere in<br />

segreto, quanto un tassello nell’ambito del mosaico<br />

del patrimonio artistico della nazione, dunque<br />

visibile e accessibile.<br />

Vincere il Tempo è la sfida da quei raffinati<br />

collezionisti, che coltivarono per tutta la vita l’idea<br />

di offrire al godimento pubblico le opere d’arte che<br />

andavano raccogliendo. L’invito è dunque ad<br />

entrare nel mondo del collezionismo che ha fatto la<br />

grandezza della Carrara, avvicinando i protagonisti,<br />

anche sotto un profilo umano, per scoprire le<br />

personalità, conoscere le passioni che li hanno<br />

sospinti, le ragioni che hanno guidato le loro scelte,<br />

le occasioni che sono stati capaci di cogliere. Ma<br />

anche la determinazione con cui preservarono le<br />

proprie raccolte dallo smembramento e dagli appetiti<br />

dei più importanti musei d’Europa, per affidarle,<br />

infine, all’Accademia Carrara di Bergamo. Info: tel.<br />

035 399677 - www.accademiacarrara.bergamo. it<br />

L’arte al Centro. Un complesso<br />

residenziale che si trasforma in una<br />

galleria Idea originale. A dir poco<br />

geniale.<br />

A proporre l’idea è il Gruppo De Luigi Re. I<br />

nuovi appartamenti realizzati nella residenza<br />

denominata “Il Centro” a Sesto San Giovanni, a<br />

due passi da piazza Petazzi, vengono presentati al<br />

pubblico arricchiti da quadri e opere realizzati da<br />

Luca Bonfanti, Francesca Candito, Renato Natale<br />

Chiesa, Milo, Charlotte Ritzow Pierantonio Verga<br />

ed Enzo Zoani. Il condominio si trasforma in una<br />

grande galleria all’interno della quale, in<br />

contemporanea, vengono allestite sette personali.<br />

Sette infatti gli artisti a “Il Centro”, sette artisti dai<br />

linguaggi espressivi molto differenti tra loro,<br />

ognuno dei quali meriterebbe una presentazione<br />

individuale. Ma lasciamo ai visitatori la possibilità<br />

di scoprire le opere d’arte che ogni appartamento<br />

ospiterà in occasione dell’open day e che questo<br />

catalogo raccoglie. Un appartamento nuovo,<br />

spazioso, luminoso arricchito da un’opera d’arte.<br />

Sembra un sogno irrealizzabile. Alla residenza


Corrispondenza Culturale: Enti e Circoli segnalano<br />

“Il Centro” è diventato realtà. Una straordinaria<br />

sensibilità quella dimostrata dal Gruppo De Luigi<br />

che, dopo aver lavorato per il recupero di una<br />

vecchia corte, ha ulteriormente sottolineato il<br />

proprio impegno per l’arte. Info@artemilo.it<br />

PARCO - Uno spazio per il moderno<br />

e il contemporaneo nella nuova<br />

Pordenone<br />

Gli spazi che ospiteranno le due mostre di apertura,<br />

“Corrado Cagli e il suo magistero” e “Jim<br />

Goldberg” saranno quelli della nuova Galleria<br />

d’Arte Moderna e Contemporanea di Pordenone<br />

“A. Pizzinato”, denominata PARCO, Pordenone<br />

ARte COntemporanea e nello specifico le due sedi<br />

che comporranno l’istituzione: la sede principale<br />

progettata ex novo ed inserita all’interno di un<br />

parco cittadino (Parco Galvani) dove verrà ospitata<br />

la mostra su Corrado Cagli e la sede progettata da<br />

T. Herzog, e inserita all’interno del centro storico<br />

di Pordenone che ospiterà la mostra su Jim<br />

Goldberg. La sede principale del nuovo complesso<br />

museale denominato PARCO si compone di due<br />

strutture che si integrano reciprocamente: Villa<br />

Galvani struttura su tre piani - e un edificio di<br />

nuova costruzione - organizzato su due livelli -<br />

composto di quattro grandi sale espositive e di<br />

una serie di locali adibiti a servizi museali, tra cui<br />

una sala conferenze con 100 posti a sedere. I due<br />

edifici sono collegati tra loro internamente in due<br />

punti ed esternamente tramite una terrazza-piazza.<br />

Complessivamente si dispone di una superficie di<br />

circa 2.110 mq.<br />

Informazioni tel. 0434-523780<br />

IL GIOCO SERIO DELL’ARTE<br />

Roma, 15 novembre 2010 - 30 maggio 2011.<br />

Rassegna promossa da Il Gioco del Lotto -<br />

Lottomatica, ideata e condotta da Massimiliano<br />

Finazzer Flory, giunta alla sua quinta edizione.<br />

Otto incontri, con ben tre spettacoli teatrali, dal 15<br />

novembre 2010 al 30 maggio 2011, animeranno<br />

il Salone Pietro da Cortona di Palazzo Barberini,<br />

che risplende dopo i recenti lavori di restauro<br />

realizzati anche grazie ai Fondi del Gioco del<br />

Lotto. L’evento più atteso il 17 gennaio 2011<br />

presso l’Auditorium Parco della Musica dedicato<br />

al teatro con la messa in scena dello spettacolo “Il<br />

tempo di Gustav Mahler”. Lunedì 28 febbraio<br />

2011 ore 18,30 : GIRARE - 14 marzo 18,30:<br />

BALLARE - 18 aprile 18,30: RICORDARE - 9<br />

maggio 18,30: PENSARE - 30 maggio 2011 ore<br />

18,30 SCOPRIRE.Info: www.finazzerflory.it<br />

MEMORIE D’INCIAMPO<br />

A ROMA 12 E 13 GENNAIO 2011<br />

A distanza di un anno, l’artista tedesco Gunter<br />

Demnig torna in Italia, per posizionare a Roma ,<br />

il 12 e il 13 gennaio 2011, 54 Stolpersteine<br />

(pietre d’inciampo) in 5 Municipi: 1 Municipio<br />

(centro storico); 2 Municipio (Flaminio, Parioli,<br />

Pinciano, Salario, Trieste); 3 Municipio (Castro<br />

Pretorio,Nomentano, Tiburtino); XI Municipio<br />

(Appio, Ostiense, Ardeatino; XVII Municipio,<br />

(Borgo, Prati, Balduina) per ricordare deportati<br />

razziali e politici. A cura di Adachiara Zevi, si<br />

avvale di un Comitato scientifico composto dagli<br />

storici Anna Maria Casavola, Annabella Gioia,<br />

Antonio Parisella, Liliana Picciotto, Micaela<br />

Procaccia e Michele Sarfatti - Memorie d’inciampo<br />

a Roma è ampiamente documentato nel sito<br />

www.memoriedinciampo.it - tel. 06-32652596<br />

Dopo l’allestimento della Biennale con Raffaele De Grada e Alberico Sala ai Giardini<br />

di Venezia Ed. XXXVII Sala Zuppelli<br />

Fondazione Toti Scialoja -”Premio per la poesia Toti Scialoja”<br />

La 1° Edizione va ad Emilio Zucchi. Nato a Parma nel 1963.<br />

Nell’ambito delle iniziative culturali promosse dalla Fondazione Toti Scialoja, costituita il 19 maggio<br />

2000 per volontà testamentaria di Gabriella Drudi e in ottemperanza dei desideri di Toti Scialoja (Roma,<br />

1914- 1998) sono stati istituiti un Premio per la poesia ed un Premio biennale per i linguaggi artistici. Per<br />

la prima edizione del Premio per la poesia il Consiglio di Amministrazione della Fondazione, su<br />

indicazione di Paolo Mauri, ha deciso di assegnare il premio al poeta Emilio Zucchi per il suo poemetto<br />

Le midolla del male edito da Passigli. Giuseppe Conte, nella prefazione al volume scrive: Emilio Zucchi<br />

non ha paura di raccontare. Di piegare una ispirazione potentemente lirica alla disciplina della narrazione.<br />

Della sintassi. Della ragione. E’ un momento di poesia compiuto e solenne. Di tensione etica vera e<br />

dolcissima. Di cui sono grato a Emilio Zucchi, che si conferma qui poeta di grande tempra stilistica e<br />

spirituale”. Un grido contro la tortura ambientato nella zona di Firenze anni 1944-1945.<br />

RICONOSCIMENTO PER MARINA RAMONDA<br />

Quest’anno ha ricevuto dal giornale “ZONE NOVE” lo ZONINO D’ORO 2010, riservato a persone<br />

comuni, che nella vita di tutti i giorni hanno saputo trovare la forza di conseguire importanti risultati<br />

per se e per gli altri. Cerimonia 19 dicembre 2010 presso Teatro della Cooperativa via Hermada 8<br />

Milano. La motivazione: RAMONDA MARINA,- Poetessa, come molti artisti nascosti dietro la<br />

nebbia, ha tenuto nel cassetto parole mai dette e, dopo aver superato la metà del secolo di vita, ha deciso<br />

di fare il grande “salto” nella poesia, sia per lasciare un segno di sé sia per aiutare i giovani di strada<br />

e a sostegno dei ragazzi del Guatemala. A loro infatti il ricavato della sua raccolta: “Ramonda Marina<br />

in poesia è...”. Il libro raccoglie poesie e prose, pagine di diario, se così vogliamo definirle, che<br />

esprimono ciò che l’autrice non riesce a dire in poesia, in riconoscenza a persone che l’hanno<br />

accompagnata verso la maturità del cuore e dell’anima. Nei suoi versi ruba attraverso gli occhi e<br />

l’anima della gente di strada che ama in modo viscerale, i pensieri, le azioni, i ricordi, e lancia quell’urlo<br />

d’amore fatto di versi e chiamato poesia.<br />

A tutte le persone di buona volontà e con un minimo di onestà intellettuale<br />

Oggetto: dichiarazioni di Maroni - Saviano. Affermare che in Lombardia , o in altre regioni del mondo, vi<br />

è la “malavita organizzata” , detta mafia, come ha fatto lo scrittore Roberto Saviano, nella trasmissione RAI<br />

3 VIENI VIA CON ME - NON E’ LESA MAESTA’. Il ministro Roberto Maroni è uno dei pochissimi<br />

dell’attuale governo, che potrebbe salvare la propria dignità, se fosse più sobrio. Sono sicuro che sa che è nato<br />

in una regione come tutte le altre. Noi siciliani da sempre ci portiamo il marchio di Mafiosi... ma il faccendiere<br />

Calvi che cosa era Mi chiedo se veramente il ministro degli interni... conosce veramente la sua Regione e<br />

i propri compagni di Governo e di partito. Anche Indro Montanelli, in passato aveva scritto che la mafia era<br />

roba del Sud... ha preso un abbaglio. E’ da secoli che alcuni milanesi pagano il cosiddetto pizzo, come hanno<br />

scritto vari giornali. Distinti saluti. orgoglio ...Calogero Di Giuseppe, pubblicista, scrittore,poeta.<br />

LAMENTELA PER L’AUMENTO DEL COSTO DELLE SPEDIZIONI<br />

POSTALI - La redazione del mensile di manifestazioni artistiche e culturali <strong>Artecultura</strong>, in seguito<br />

al forte aumento dei costi di spedizione, stabilito dalle Poste Italiane, è costretta a ridurre l’invio delle copie<br />

della rivista stessa. L’aumento in questione mi fa sentire, in qualche modo, defraudata del mio diritto di<br />

cittadina italiana e mi dispiacerebbe molto non ricevere più questo mensile che fornisce ottimi spunti di<br />

approfondimento, utili all’arricchimento del proprio sapere. Per quanto riguarda le spedizioni postali,<br />

personalmente ho sempre saputo che ciò che è spedito nella categoria “stampa” ha sempre avuto un costo<br />

diverso da quello della posta privata. Io mi auguro che la mia voce raggiunga chi ha preso questo<br />

provvedimento e mi auguro di avere la più ampia spedizione della categoria “stampa”. Noi cittadini<br />

ringraziamo fin da adesso chi prenderà a cuore il nostro interesse di ricevere con frequenza la rivista mensile<br />

<strong>Artecultura</strong>. Laura Strani<br />

ARTECULTURA 7


INTERLUDI D'ARTE<br />

Salvatore Fiume,<br />

DIBATTITO SULL’ORIGINE DELLA DONNA<br />

Lucio Fontana<br />

CONCETTO SPAZIALE- TEATRINO ‘68<br />

INTERLUDI D’ARTE<br />

NOBUYOSHI ARAKI<br />

SALVATORE FIUME<br />

UN ANTICONFORMISTA<br />

DEL NOVECENTO<br />

Milano, Spazio Oberdan<br />

16 dicembre 2010-6 febbraio 2011<br />

La Provincia di Milano ospita allo Spazio<br />

Oberdan una grande mostra antologica di<br />

Salvatore Fiume. Sono cento opere tra<br />

dipinti, sculture, disegni, illustrazioni e<br />

bozzetti per progetti architettonici e<br />

scenografie che documentano la lunga e<br />

molteplice attività dell’artista siciliano dagli<br />

anni Quaranta agli Anni Novanta.<br />

Lombardo d’adozione, ha vissuto tra Milano<br />

che l’accolse negli Anni Trenta, e Canzio,<br />

in Provincia di Como, dove decise di risiedere<br />

e lavorare quando non viaggiava. Fiume<br />

padroneggiò diversi linguaggi espressivi:<br />

fu pittore, scultore, scenografo, architetto,<br />

poeta e narratore. Non seguì mai le<br />

mode del momento, piuttosto rimase fedele<br />

a un suo proprio ideale di pittura mutuato<br />

dalla formazione classica. Il che non gli<br />

impedì di sviluppare una personalità artistica<br />

originale e indipendente e di elaborare<br />

immagini riconoscibili come soltanto<br />

sue. Per questo può definirsi un anticonformista<br />

del Novecento.<br />

Fiume fu profondamente influenzato dal<br />

Quattrocento italiano, dalla pittura di<br />

Velàzquez e Goya e, nel Novecento, da<br />

Picasso e dalla pittura metafisica di de<br />

Chirico, Savinio e Carrà.<br />

La mostra, suddivisa per temi e periodi, si<br />

sviluppa in sei sale toccando tutti i momenti<br />

più significativi del suo percorso artistico,<br />

con opere di proprietà della Fondazione<br />

Fiume e una ventina di pannelli esplicativi,<br />

con immagini, testi e approfondimento.<br />

Il percorso si apre con sette dipinti sul tema<br />

delle “Città di Statue” e delle “isole di<br />

statue” realizzate negli Anni Cinquanta,<br />

strutture architettoniche antropomorfe e<br />

zoomorfe che anticipano in forma pittorica<br />

i successivi progetti architettonici di edifici<br />

abitabili, documentati in mostra da appositi<br />

pannelli. Appartiene a questa serie anche<br />

una grande scultura in vimini (1,40x1,60m)<br />

raramente esposta al pubblico, intitolata<br />

“Guerriero”. Poi la mostra si dispiega in<br />

tutta la sua molteplicità di periodi, di stili<br />

e di poetica stimolante da visitare.<br />

Informazioni sulla mostra:<br />

Spazio Oberdan, tel. 02 7740 6300/6302-<br />

www.provincia.milano.it/cultura<br />

8 ARTECULTURA<br />

Rigorismo, nell’Orizzonte<br />

del Transpazialismo e oltre<br />

Milano, Studio Lattuada<br />

2 dicembre 2010 - 28 febbraio 2011<br />

Presso gli spazi del Lattuada Studio di<br />

Milano, presentata dal 2 dicembre 2010 la<br />

mostra Rigorismo, nell’Orizzonte del<br />

Transpazialismo e oltre. Una proposta “forte”<br />

sulla scena dell’arte contemporanea<br />

che vuole rendere testimonianza di una<br />

linea inedita e radicale, portando alle estreme<br />

conseguenze la poetica spazialista, già<br />

teorizzata verso la metà del secolo scorso<br />

da Lucio Fontana, “rigorizzandone” gli assunti.<br />

Viene presentato un gruppo di artisti italiani<br />

che estremizza, come nessun altro prima,<br />

l’orizzonte monocromatico “ferito” e “bucato”<br />

da Fontana, e lo fa valere come vera<br />

e propria dimensione “aperta” entro la quale,<br />

a farsi “artistico” sarebbe il semplice<br />

supporto: la tela, che da nuda superficie osa<br />

farsi essa stessa “opera” superando il limite<br />

bidimensionale dando spazio allo spazio.<br />

Oltre a Lucio Fontana, da cui questa nuova<br />

lettura dello spazialismo prende l’avvio,<br />

gli artisti in mostra sono: Giuseppe<br />

Amadio, Paolo Bazzocchi, Cesare<br />

Berlingeri, Agostino Bonalumi, Enrico<br />

Castellani, Alberto Loro, Umberto<br />

Mariani, Pino Pinelli, Paolo Scheggi e<br />

Turi Simeti.<br />

La mostra è curata da Flavio Lattuada e<br />

presentata da Massimo Donà, docente di<br />

Teoretica presso la Facoltà di Filosofia<br />

dell’Università Vita-Salute del San Raffaele<br />

di Milano, autore del testo Arte e filosofia<br />

(Bompiani 2007). Alla vernice performance<br />

di Massimo Donà Trio con: Massimo<br />

Donà alla tromba, Michele Polga al<br />

sax tenore e Davide Regazzoni alla batteria<br />

elettronica. Una mostra che fa discutere e<br />

sulla quale si presenta anche utile domandarsi<br />

sia per meglio conoscere la natura<br />

dello spazio, la sua dimensione estensiva e<br />

di profondità, sia perché i diversi artisti in<br />

mostra si sentono attratti dall’ancora misterioso<br />

mondo spaziale.<br />

Info: 02-2900 0071<br />

LOVE AND DEATH<br />

Lugano, Museo d’Arte Malpensata<br />

sino al 20 febbraio 2011<br />

L’analisi sulla fotografia giapponese<br />

giungerà fino alla contemporaneità più<br />

attuale con la mostra ARAKI Love and<br />

Death, in programma al Museo d’Arte<br />

Villa Malpensata dal 23 ottobre 2010 al<br />

20 febbraio 2011 che presenta le immagini<br />

di Nobuyoshi Araki, uno degli artisti più<br />

noti e celebrati al mondo.<br />

Curata da Fuyumi Namioka, la retrospettiva<br />

di Lugano, una delle pochissime organizzate<br />

da un museo europeo, ne percorre<br />

la carriera documentando tutti i temi sviluppati,<br />

proponendo anche una serie di<br />

scatti inediti, realizzati dal fotografo giapponese<br />

nelle settimane immediatamente<br />

precedenti la mostra ed esposte a Lugano in<br />

assoluta anteprima.<br />

La fotografia di Araki esprime e riattualizza<br />

molti dei temi che più strettamente si legano<br />

alla cultura giapponese. A Villa<br />

Malpensata verranno esposte oltre alle serie<br />

autobiografiche, come Sentimental<br />

Journey e Winter Journey che narrano per<br />

immagini la storia dell’artista con la moglie,<br />

anche i paesaggi urbani (Cityscapes),<br />

le foto di cieli, le immagini di fiori, di cibo<br />

e naturalmente i nudi femminili cui, più<br />

che ogni altro soggetto, si lega la sua fama.<br />

Da questo elenco emerge fino a che punto<br />

l’opera di Araki esprima la cultura giapponese,<br />

nell’esaltazione del mutare delle stagioni,<br />

della bellezza caduca dei fiori e della<br />

sensualità femminile. Le foto dell’artista<br />

non si limitano a una semplice registrazione<br />

di questi soggetti, ma rendono evidente e<br />

quasi tangibile, anche agli occhi di un occidentale,<br />

il carattere conturbante che essi<br />

assumono nella cultura nipponica. A<br />

contraddistinguere i suoi lavori vi è anche<br />

l’urgenza di catturare il continuo mutare<br />

della realtà attraverso una documentazione<br />

fotografica serrata. Tale urgenza è restituita<br />

in mostra dalle numerose polaroid scattate<br />

da Araki nel corso degli anni e allestite in<br />

modo da formare un grande mosaico. Catalogo<br />

Silvana Editoriale.<br />

www.nipponlugano.ch


INTERLUDI D'ARTE<br />

INTERLUDI D'ARTE<br />

Vik Muniz, VULCANO FORGES<br />

Innocente, GIOTTO, Polimaterico cm. 128x45<br />

Prato, ANTICO TESSUTO<br />

HAPPY TECH, MACCHINE<br />

DAL VOLTO UMANO.<br />

Mostra di arte e scienza<br />

Palazzo Re Enzo, Bologna 3-13<br />

febbraio 2011 - La Triennale Bovisa<br />

di Milano 22 febbraio -31 marzo 2011<br />

HAPPY TECH, MACCHINE DAL VOL-<br />

TO UMANO si propone di esplorare il lato<br />

positivo del rapporto uomo-tecnologia attraverso<br />

le opere di artisti di fama internazionale<br />

come Bill Viola, Candida Höfer,<br />

Vik Muniz, Thomas Ruff, Tony Oursler,<br />

Alfredo Jaar, Cao Fei, Tony Cragg, Martino<br />

Gamper, Armin Linke, Marc Napier,<br />

Pipilotti Rist e Tom Sachs. Si tratta di<br />

opere ispirate a tecnologie “a misura d’uomo”,<br />

ovvero che estendono la nostra natura,<br />

permettono, abilitano, sviluppano e potenziano<br />

le caratteristiche, le capacità e le<br />

ispirazioni umane migliori.<br />

Saranno affrontati i temi: Arte e tecnologia<br />

definiscono chi siamo; La tecnologia custode<br />

della cultura e della memoria; La creatività<br />

nell’arte e nella tecnologia; Conoscere;<br />

Comunicare; Avvicinare le culture; Macchine<br />

a somiglianza d’uomo; I miti del buon<br />

tempo andato; L’appropriatezza delle tecnologie;<br />

Vivere insieme; La democratizzazione<br />

degli oggetti; Sostenibilità; L’immaginario<br />

delle tecnologie; Persone, tecnologie, reti;<br />

Reincantare il mondo; Mai prendere la tecnologia<br />

troppo sul serio.<br />

Ad ogni opera d’arte sarà affiancato un<br />

exhibit scientifico che consentirà di conoscere<br />

e provare una tecnologia legata al<br />

tema dell’opera.<br />

L’idea è quella di offrire ai visitatori la<br />

possibilità di guardare alla relazione uomotecnologia<br />

da due punti di vista, quello<br />

dell’arte e quello della scienza insieme. Un<br />

modo, se si vuole, di unire nella conoscenza,<br />

di essere più consapevoli di se stessi<br />

verso il mondo. Info: tel. 051-310681<br />

INNOCENTE. Opere della<br />

collezione Berardelli<br />

Fondazione Berardelli, Brescia<br />

27 novembre 2010 - 5 marzo 2011<br />

La ricca antologica dal titolo INNOCEN-<br />

TE. Opere dalla collezione Berardelli a<br />

cura di Melania Gazzotti e Nicole<br />

Zanoletti, espone opere che vanno dagli<br />

anni 80 a oggi e ha il merito di riportare<br />

l’attenzione su uno dei più interessanti ed<br />

eclettici protagonisti del movimento del<br />

Nuovo Futurismo, nato nel 1984 sotto<br />

l’egida del critico e gallerista Luciano Inga-<br />

Pin. Per l’occasione la Fondazione<br />

Berardelli pubblica una monografia introdotta<br />

da un saggio di Achille Bonito<br />

Oliva, corredata da un’ampia antologia di<br />

testi critici e illustrata da più di trecento<br />

lavori dell’artista.<br />

Le opere in mostra - bozzetti, dipinti,<br />

assemblage, sculture in lamiera o bronzo e<br />

installazioni di grande formato - raccontano<br />

gli ultimi trent’anni del percorso di<br />

questo artista e l’evoluzione di un linguaggio<br />

espressivo estremamente personale in<br />

cui, secondo le sue stesse parole, “i toni<br />

sgargianti degli anni ottanta e l’apparente<br />

leggerezza, anche se sempre pronta a una<br />

critica pungente della società dei consumi,<br />

hanno lasciato il posto a tonalità più cupe<br />

e spente, manifestazione di una nuova fase<br />

artistica”, senza, però, mai abbandonare<br />

quel peculiare sguardo ironico che lo ha<br />

contraddistinto fin da principio.<br />

La mostra si apre con 42 bozzetti inediti che<br />

vanno dal 1980 al 1983. Innocente si serviva<br />

di questi cartoncini, spesso utilizzati su<br />

entrambi i lati, per appuntare idee che<br />

avrebbe voluto realizzare o sotto forma di<br />

sculture in lamiera, tra le quali dei paesaggi,<br />

o di stampe su lastre di pvc. Solo alcuni<br />

di questi progetti sono stati concretizzati.<br />

L’installazione Monumento ai caduti fu<br />

realizzata nel 1992. Info: 030-313888<br />

CERAMICHE E TESSUTI.<br />

DIALOGO TRA ARTI<br />

TOSCANE DEL<br />

RINASCIMENTO<br />

Museo del Tessuto di Prato<br />

20 novembre 2010-28 febbraio 2011<br />

L’esposizione propone un dialogo tra due<br />

delle maggiori eccellenze dell’arte toscana<br />

del Rinascimento - quella del tessile e della<br />

ceramica - che dal XIV secolo hanno rappresentato<br />

il motore economico di molte<br />

città del territorio, permettendo un diffuso<br />

apprezzamento dell’alto livello manifatturiero<br />

e creativo ed il gusto che distingue<br />

l’arte italiana dal Medioevo al Rinascimento.<br />

Così, esempi significativi di ceramiche<br />

prodotte dalle botteghe di Montelupo<br />

dal XIV al XVI secolo (piatti, boccali,<br />

scodelle) dialogano con i tessuti operati di<br />

seta realizzati nei principali centri manifatturieri<br />

italiani ed europei, mostrando<br />

similitudini espressive nei decori e realizzazioni<br />

sul piano della destinazione d’uso<br />

(arredi e suppellettili da mensa, da corredo<br />

o per occasioni particolari).<br />

Il confronto tra le arti avviene sul piano<br />

iconografico dove è possibile riconoscere il<br />

filo invisibile che le associa, e che risiede<br />

nel disegno e nei comuni modelli culturali<br />

di riferimento mostrando significative<br />

similitudini espressive.<br />

Sono testimonianze di queste relazioni le<br />

maioliche del tardo Quattrocento dal ricco<br />

repertorio decorativo vegetale, con pigne,<br />

melograni e fiori di cardo presentate a<br />

fianco di tessuti di pregio come velluti e<br />

damaschi ornati dai medesimi simboli e<br />

decori così come il piatto con la decorazione<br />

“a nodo infinito”, simbolo cinese di<br />

continuità che ritroviamo, nel gioco dei<br />

rimandi, su cinquecenteschi tessuti ricamati<br />

di manifattura italiana.<br />

Di notevole interesse nel percorso della<br />

mostra è la testimonianza della diffusione,<br />

in altre categorie artistiche, della decorazione<br />

denominata ”grottesca” diffusasi alla<br />

fine del Quattrocento ad imitazione dei<br />

decori rinvenuti nella Domus Aurea di Nerone.<br />

Tel. 0574-611503-<br />

ARTECULTURA<br />

9


INTERLUDI D'ARTE<br />

Opera di Lucia Marcucci<br />

Foto di Massimo Sansavini<br />

INTERLUDI D’ARTE<br />

Francesco Paolo Netti, ODALISCA, Olio su tela<br />

Coll. Privata<br />

Biennale di Malindi ( Kenya)<br />

30 dicembre 2010-28 febbraio 2011<br />

Questa terza Biennale, dedicata a Pietro<br />

Calabrese e curata da Achille Bonito Oliva,<br />

approfondirà il tema SAFARI:<br />

ARTISTI E SCIAMANI.<br />

Partendo dal significato della parola “safari”<br />

- in arabo spostamento, movimento - il<br />

curatore porrà l’attenzione sul comportamento<br />

delle “tribù artistiche ”contemporanee,<br />

caratterizzate da una prospettiva transnazionale<br />

e multimediale, e costituite da<br />

soggetti il cui processo creativo si basa su<br />

un constante confronto culturale.<br />

I quarantatrè artisti selezionati provengono<br />

da Africa Meridionale, Europa, Canada,<br />

India, Cina e Giappone.<br />

Le opere presentate consentiranno di creare<br />

un parallelismo tra la figura dell’artista<br />

e quella dello sciamano che, nel rispetto<br />

della libertà di ogni singolo individuo, svolge<br />

un ruolo fondamentale nell’evoluzione<br />

della società di cui fa parte.<br />

Come sostiene Achille Bonito Oliva: “Qui<br />

sono raccolti artisti di molte generazioni<br />

che a livello internazionale hanno inciso<br />

non soltanto sul linguaggio ma sulla mentalità<br />

degli altri artisti (...) Questi artisti<br />

infatti costituiscono in qualche modo non<br />

solo presenze che scavalcano il presente e<br />

cavalcano il futuro, ma veri e propri modelli<br />

comportamentali di adesione critica al<br />

proprio contesto.”<br />

Come sostenere che l’arte nasce prima<br />

delle accademie e che la sua vera radice si<br />

origina nella comunicazione in cui di necessità<br />

una persona s’imbatte. Ed ancora<br />

un modo per sostenere che le caratteristiche<br />

di un linguaggio tribale o colto nascono<br />

dal bisogno che la persona domanda per<br />

necessità. www.labiennaledimalindi.com<br />

10 ARTECULTURA<br />

A+B+C/F=FUTURISMO<br />

Guangdong Museum of Art di Canton<br />

14 dicembre 2010 - 6 marzo 2011<br />

La mostra si è svolta in precedenza ad<br />

Alessandria nella sede del Palazzo<br />

Monferrato con importante successo di<br />

Pubblico. E il catalogo di tale evento è stato<br />

portato all’Ambasciatore Italiano in Cina<br />

Riccardo Sessa e alla dott.ssa Barbara<br />

Alighiero direttore dell’istituto di Cultura<br />

Italiana di Pechino nel settembre 2009. Da<br />

loro è partita l’idea di portare tale mostra in<br />

Cina nell’anno 2010. A questo scopo si è<br />

attivato tutto l’apparato diplomatico e nel<br />

mese di maggio 2010 è stato siglato un<br />

importante accordo culturale dal direttore<br />

artistico e curatore Sabrina Raffaghello e il<br />

direttore del NAMOC (National Art<br />

Museum of China) Fan ‘Dian. La mostra,<br />

raccoglie nella sezione centrale tutti i più<br />

importanti manifesti della storia del<br />

Futurismo. Il percorso espositivo illustra il<br />

Futurismo nella sua essenza più vera quella<br />

di prima avanguardia globale capace di<br />

contaminare con le sue idee arte, letteratura,<br />

cinema, musica, teatro, moda, cucina,<br />

arti applicate, grafica pubblicitaria e fotografia.<br />

Saranno esposti i capolavori pittorici<br />

di Giacomo Balla della collezione<br />

Artecentro di Carlo Carrà per altro con<br />

un’opera di assoluto valore di proprietà della<br />

Fondazione della Cassa di Risparmio di<br />

Alessandria, di Prampolini di Allimandi di<br />

Fillia e Djulgheroff, di Munari, Palladini,<br />

Depero, Farfa e Mori. La città di Alessandria<br />

contribuisce con tre opere appartenenti alla<br />

collezione della Pinacoteca Civica di<br />

Djulgheroff ” città grigia” 1928 e Fillia<br />

“l’uomo meccanico “ 1928 e costruzione di<br />

donna o nudo femminile “1928, un importantissimo<br />

dipinto di Osvaldo Bot primo<br />

esempio di sferopittura. Le sculture di Mino<br />

Rosso, Thayhat e Bertelli, le aereofotografie<br />

di Masoero e le fotografie di Castagneri e<br />

poi Marinetti etc. Insomma una vera mostra<br />

storiografica. Infor: www.studiopesci.it<br />

INCANTI E SCOPERTE.<br />

L’Oriente nella pittura italiana<br />

Barletta, Pinacoteca Giuseppe Nittis<br />

4 marzo - 5 giugno 2011<br />

La suggestioni ispirate da culture remote e<br />

misteriose e le narrazioni ispirate all’Oriente,<br />

introducono nella pittura europea, fin<br />

dalla metà dell’Ottocento, il fascino e il<br />

singolare genere dell’esotismo, vissuto fin<br />

dall’inizio con piena sensibilità romantica.<br />

Orientalisti è il termine convenzionale con<br />

cui furono chiamati gli artisti che si dedicarono<br />

alla rappresentazione di paesi<br />

mediorientali di cultura araba, ritraendo<br />

costumi e ambienti ricchi di fascino, spesso<br />

venati di erotismo. In Italia, apre la strada<br />

al filone orientale il veneziano Francesco<br />

Hajez (Venezia 1791-Milano 1882), subito<br />

seguito da altri pittori dell’Italia settentrionale.<br />

L’incantesimo dei monti immaginati,<br />

remoti dalla quotidianità ma reali, fa dell’Oriente,<br />

tra mistero e desiderio positivista<br />

di conoscenza, una ricchissima fonte di<br />

ispirazione. Tutta “italiana”, fino alla stagione<br />

del colonialismo, mutando via via di<br />

carattere e di significato.<br />

Al gusto dell’esotico che già si afferma nei<br />

decenni del primo romanticismo, non si<br />

sottrae Ippolito Caffi (Belluno 1809-Lissa<br />

1866) che nel 1843 parte per Napoli e di qui<br />

per Atene e l’Oriente con soste a<br />

Costantinopoli, Smirne, Efeso. Dal Cairo<br />

risalendo lungo il Nilo fino a Luxor e<br />

Laodicea si imbarca per Atene da dove<br />

torna a Roma nella primavera dell’anno<br />

successivo, carico di schizzi e di opere. A<br />

Costantinopoli aveva dipinto il Bazar, una<br />

Carovana nel deserto, la Moschea del Cairo,<br />

l’Istmo di Suez. Infine a Gerusalemme la<br />

città dal Monte Uliveto.<br />

Alberto Pasini (Busseto, Parma 1826-<br />

Carovetto, Torino 1899) arriva in Oriente<br />

nel 1855 al seguito del ministro francese<br />

Bourée diretto in Persia per una missione<br />

diplomatica. Un secondo suo soggiorno nei<br />

paesi dell’Oriente mediterraneo risale al<br />

1859, seguito negli anni successivi da lunghi<br />

soggiorni a Costantinopoli, affascinato<br />

dai colori, dalla cultura, dagli ambienti della<br />

vita dipinti nella sua pittura con sincera<br />

vena, info: www.pinacotecadenittis.com.


INTERLUDI D'ARTE<br />

Douglas Henderson, BABEL III, LANGUAGE ANGEL<br />

Domenico Induno, DONNA ALLO SPECCHIO<br />

INTERLUDI D'ARTE<br />

Anita Calà, CARNE IN SCATOLA (Video)<br />

GUEST<br />

DOUGLAS HENDERSON<br />

ELISA MONALDI<br />

Repubblica San Marino<br />

17 dicembre 2010-24 gennaio 2011<br />

Il progetto, organizzato dalla Galleria d’Arte<br />

Moderna e Contemporanea e curato da<br />

Massimiliano Messieri, offre l’opportunità<br />

agli artisti sammarinesi di relazionarsi e<br />

dialogare con altrettanti artisti di diversa<br />

nazionalità attivi già da anni a livello internazionale.<br />

Due le sue significative funzioni,<br />

quella di indagini sul fare arte a San<br />

Marino e di accordo con i circuiti internazionali.<br />

Il progetto è supportato dal critico<br />

militante Valerio Dehò, affiancato in ogni<br />

bi-personale da un giovane critico<br />

sammarinese, in questa occasione Francesca<br />

Buonfrate. La terza mostra del ciclo<br />

Guest mette a confronto l’artista-compositore<br />

di Baltimora Douglas Henderson con<br />

la sammarinese Elisa Monaldi, due artisti<br />

che usano come mezzo espressivo della<br />

loro poetica l’installazione. Douglas<br />

Henderson presenta alcune installazioni<br />

sonore di grandi dimensioni, nelle quali si<br />

intuisce il concetto di cronotopo. La manipolazione<br />

del tempo e dello spazio prodotta<br />

dalle opere di Henderson producono eventi<br />

psico-uditivi differenti per ogni fruitore<br />

portando alla mente l’arcaico. Elisa Monaldi<br />

presenta alcune installazioni in ceramica e<br />

legno. Con queste opere l’artista sammarinese<br />

punta l’attenzione verso gli oggetti<br />

quotidiani a noi familiari. Ci mostra<br />

come la materia trasformata in oggetto<br />

possa aiutarci a capire il cambiamento in<br />

atto nelle società contemporanee. Sottolinea<br />

con il biologo Waddington, come i<br />

caratteri evolutivi, che sono relativamente<br />

insensibili ai cambiamenti, si possono chiamare<br />

stabili Tel. 0549.885414-<br />

L’Ottocento elegante<br />

Arte in Italia nel segno di Fortuny<br />

1860-1890<br />

Rovigo, Palazzo Roverella<br />

29 gennaio - 12 giugno 2011<br />

L’Ottocento vitale ed elegante dei grandi<br />

salotti à la page, delle corse, dei balli, e dei<br />

ricevimenti. E, al medesimo tempo, delle<br />

feste popolari, dei carnevali, dei balli<br />

mascherati e degli incontri tra fronde, dei<br />

travestimenti e degli idilli. Poi l’Ottocento<br />

dei sogni popolato da carnose odalische e<br />

ammaliato dai conturbanti profumi d’Oriente.<br />

E’ una mostra positiva e serena quella<br />

con cui la Fondazione Cassa di Risparmio<br />

di Padova e Rovigo, il Comune di Rovigo,<br />

l’Accademia dei Concordi riprendono il<br />

filone classico nella programmazione<br />

espositiva del Palazzo: quello della pittura<br />

in Italia a cavallo tra gli ultimi due secoli.<br />

L’attenzione di Dario Matteoni e Francesca<br />

Cagianelli, che della mostra sono i<br />

curatori, si è appuntata sul trentennio 1860-<br />

1890. Tre decenni di grandi speranze, di<br />

euforia, di fiducia, avviata, e per certi versi<br />

attivata, dall’unificazione del Regno d’Italia.<br />

Colore e sensualità che trovano in uno<br />

spagnolo, Mariano Fortuny, il loro profeta<br />

in pittura. Fortuny dalla sua terra aveva<br />

portato il calore e il colore, il gusto per<br />

trasporre su tela la gioiosità e giocosità<br />

della vita, facendo della pittura lo specchio<br />

variopinto di queste sensazioni. Tavolozze<br />

di accesa cromia, tele di virtuosistica elaborazione.<br />

Sensazioni che nelle diverse<br />

scuole del paese assumono peculiarità diversissime;<br />

dal gusto quasi calligrafico di<br />

alcuni, alla luminosità - il cosiddetto “Impero<br />

del bianco” - in altri, al colorismo di<br />

tradizione settecentesca per altri ancora.<br />

Così come diverse sono le “storie”: dalla<br />

celebrazione delle vicende patrie, a cronache<br />

sociali, talvolta intrise di religiosità,<br />

ma soprattutto racconto sul nuovo stato e<br />

connesse vicende. Info: tel 0425-460093<br />

ADULTS ONLY<br />

a cura di Giovanna Sarno<br />

Roma, Galleria Ugo Ferranti<br />

11 novembre 2010-6 marzo 2011<br />

Amsterdam 28 gennaio-6 febbraio 2011<br />

Il tema dell’erotismo suscita tanti dinieghi<br />

e quesiti, le reazioni sono sempre forti,<br />

creano critica e imbarazzo poiché invadono<br />

la sfera del privato e del segreto. Si è voluto<br />

quindi cercare di approfondire ed osservare<br />

le reazioni di uno specifico tipo di pubblico,<br />

quello dell’arte contemporanea, di due città<br />

complementari diverse tra loro.<br />

La forza di Adults Only è la sensibilizzazione<br />

diretta di tutti i sensi, sia intellettuali<br />

che fisici: il tema forte dell’eros le<br />

musiche dei video e la pastosa penombra<br />

vanno a creare un ambiente straniante e<br />

intimo allo stesso tempo.<br />

Ai lati delle due gallerie si allestiranno i<br />

macro fotogrammi dei video, al centro sullo<br />

schermo, saranno proiettati due video e, a<br />

intervalli costanti, le immagini in presa<br />

diretta del pubblico in galleria. Ipotizzando<br />

che un differente gruppo di visitatori possa<br />

provare diverse reazioni, il progetto Adults<br />

Only vuole osservare il pubblico di Roma e<br />

quello di Amsterdam, due città antitetiche<br />

nell’approccio alle tematiche erotiche e<br />

sessuali, storicamente conservatrice l’una<br />

e molto liberale l’altra, ma entrambe inserite<br />

in uno scenario culturale, mediatico e<br />

simbolico comune, quello europeo, che permette<br />

uno scambio paritario. Il pubblico è<br />

inteso come un corpo unico, che osserva,<br />

giudica, si avvicina e si allontana, si muove<br />

nel buio tra scene intime e conturbanti,<br />

dove il singolo non si distingue (...). I video<br />

sono opere all’avanguardia dell’espressione<br />

artistica e concettuale.<br />

Info: +39 0668802146- www.anitacala.com<br />

ARTECULTURA 11


KETTY TAGLIATTI<br />

Ensimismamiento.<br />

La mostra ideata e realizzata da Ketty<br />

Tagliatti per gli spazi della galleria Il Chiostro<br />

è ancora sul tema ricorrente, insistito,<br />

tautologico della rosa.<br />

Eppure qualcosa accade nell'installazione<br />

protagonista di questo progetto: la rosa non<br />

c'è, è scomposta, è astratta dal procedimento<br />

anamorfico ed è quindi visibile da un unico<br />

punto di vista: avanti e oltre il soggetto è<br />

assente, è diventato un'altra cosa. Nel giungere<br />

al suo disfacimento visivo, e quindi all'essenza<br />

del tema, Tagliatti sembra chiudere<br />

il ciclo ed avviare un procedimento di<br />

"rigenerazione" che è poi il significato della<br />

parola Anamorfosi. Saronno (VA), Il Chiostro<br />

Arte Contemporanea. Info 02 9622 717<br />

TEATRO DEL SOGNO:<br />

Da Chagall a Fellini<br />

Il sogno è il tema, il soggetto o il pretesto<br />

che ha invaso l'immaginario estetico degli<br />

artisti scelti da Luca Beatrice per costruire<br />

una mostra che intreccia il Simbolismo di<br />

inizio Novecento con l'arte contemporanea,<br />

i diversi "surrealismi" con alcune delle più<br />

suggestive espressioni del Cinema.<br />

Nel percorso espositivo negli spazi della<br />

Galleria Nazionale dell'Umbria, allestito<br />

come dietro le quinte di un ideale palcoscenico,<br />

prendono posto oltre 100 opere di alcuni<br />

protagonisti assoluti delle arti figurative<br />

e del cinema dal primo Novecento al contemporaneo,<br />

rappresentati anche simbolicamente<br />

da Marc Chagall e Federico Fellini.<br />

www.mostrateatrodelsogno.it<br />

NUOVO FUTURISMO<br />

Dario Brevi e Plumcake<br />

Attraverso questo ciclo di manifestazioni curate<br />

da Renato Barilli, la Galleria Arrivada<br />

vuole valorizzare un iter artistico che, attraverso<br />

le poliedriche voci dei suoi esponenti,<br />

ha sviluppato un linguaggio espressivo che<br />

tocca la totalità dell'arte.“Il Nuovo Futurismo<br />

passa infatti dal mondo della pittura a quello<br />

della scultura, del design e lambisce l'icona<br />

pubblicitaria, attraverso la sperimentazione<br />

di materiali, il loro assemblaggio<br />

e la diversificazione degli oggetti d'arte che<br />

produce, concretizzando un' immagine entrata<br />

in una fase di storicizzazione pur nel<br />

continuo divenire. Dal 28 gennaio al 26<br />

marzo 2011. Coira/Svizzera, Galleria<br />

Arrivada, Gürtelstrasse 72 (7000)<br />

Info +41 079434608<br />

INTERLUDI continuano INTERLUDI continuano<br />

GUTAI<br />

Dipingere il tempo e lo spazio<br />

L’esposizione, dedicata al movimento artistico<br />

giapponese Gutai, si inscrive nell’ambito<br />

delle iniziative del Polo culturale di<br />

Lugano rivolte, nel 2010, all’arte e alla cultura<br />

del Giappone. Il gruppo Gutai si costi-<br />

12 ARTECULTURA<br />

tuisce nel 1954 ad Osaka e rimane attivo<br />

per diciotto anni influenzando l’arte internazionale<br />

del dopoguerra e anticipando fenomeni<br />

quali Fluxus, la performance e l’arte<br />

concettuale. Sino al 20 febbraio. Lugano,<br />

Museo cantonale d’Arte. Per informazioni+41<br />

0919104780, +41 0919104789 (fax)<br />

decs-mca@ti.ch<br />

KENGIRO AZUMA<br />

Sasso Caveoso, Matera. Sino al 29 gennaio<br />

A ideale conclusione della grande antologica<br />

chiusasi il 9 ottobre scorso, domenica 21<br />

novembre 2010, nelle sale del MUSMA -<br />

Museo della Scultura Contemporanea - è<br />

stata inaugurata la mostra KENGIRO<br />

AZUMA A MATERA che raccoglie l’insieme<br />

dei lavori realizzati nella Città dei Sassi<br />

nel corso delle varie visite susseguitesi tra il<br />

16 ottobre 2009 e il 9 ottobre 2010: 32 sculture<br />

in terracotta, in maiolica, in impasto per<br />

il pane. Per informazioni +39 3205350910<br />

ALDO MONDINO<br />

Retrospettiva<br />

A partire dal 20 novembre 2010 il MACA<br />

(Museo Arte Contemporanea Acri) dedica<br />

una personale al grande artista torinese Aldo<br />

Mondino, senza dubbio uno degli artisti italiani<br />

più eclettici della sua generazione, tra<br />

i principali protagonisti della sorprendente<br />

stagione creativa degli anni Sessanta del<br />

capoluogo piemontese. Poliedrico, dotato di<br />

una vasta e profonda cultura internazionale,<br />

di uno sguardo ironico capace di partorire<br />

doppi sensi eleganti e raffinati, e, soprattutto,<br />

di una curiosità instancabile, Mondino<br />

non ha mai cessato di reinventare se stesso<br />

e la propria arte durante tutto l’arco della<br />

sua carriera. Acri, Museo Civico d’Arte Contemporanea<br />

Silvio Vigliaturo. Sino al 20 febbraio<br />

2011. Info maca@museovigliaturo.it<br />

GASPAR LOPEZ (circa 1650-1740)<br />

Pittore di Prìncipi e Gentiluomini<br />

Continuando nel suo ambizioso programma<br />

finalizzato a favorire il dialogo tra artisti e<br />

opere che, sebbene di epoche e caratteristiche<br />

diverse, hanno nella qualità una matrice<br />

comune, la galleria d’arte De Primi Fine Art<br />

SA di Lugano, il 17 novembre 2010, presso<br />

la sua sede di Piazza Cioccaro 2, ha programmato<br />

sino al 15 gennaio 2011 una piccola<br />

mostra dedicata al celebre maestro napoletano<br />

Gaspar Lopez, detto Il Gasparro.<br />

Si tratta della prima esposizione monografica<br />

riferita a questa importante figura dell’arte<br />

del ‘600-’700<br />

Info+41 0919234833<br />

CORREALE SANTA CROCE<br />

Intimate<br />

Adiacenze di Bologna inaugura giovedì 2<br />

dicembre alle ore 19:30 la mostra personale<br />

di Laura Correale Santa Croce INTIMATE.<br />

In una esposizione che fa scoprire il suo io<br />

più interiore, Laura Correale Santa Croce<br />

parla tralasciando l’esuberanza e la trasgressione<br />

per far posto alla timidezza in un racconto<br />

che procede liberamente nelle tre sale<br />

di Adiacenze ad esplicare i percorsi interiori<br />

della femminilità. Il tempo si ferma in un<br />

limbo profondo di attesa di un momento non<br />

detto che necessariamente deve ancora venire.<br />

"Per gesti e per segni" attende gli spettatori<br />

in prima sala, facendosi portatore di<br />

un senso di infinita attesa che passa per istanti<br />

di intima solitudine tipica del mondo femminile.<br />

Sino al 15 gennaio 2011.<br />

Info daniela.tozzi@hotmail.it<br />

SABRINA MEZZAQUI<br />

La realtà non è forte<br />

E’ stata inaugurata sabato 27 novembre al<br />

Museo Civico d'Arte di Modena, l'installazione<br />

di Sabrina Mezzaqui dal titolo La realtà<br />

non è forte, nata come dialogo con una<br />

delle più importanti collezioni di tessuti d'Europa,<br />

la raccolta Gandini del Museo.Un dialogo<br />

che ha rivelato fin dalle sue premesse<br />

un’intesa tra i valori e le pratiche artigianali<br />

del tessile e la poetica dell’artista bolognese<br />

che materializza pensieri desunti dalle tradizioni<br />

filosofiche, religiose e letterarie ricorrendo<br />

alla gestualità lenta e delicata del<br />

ricamo, del cucito e del ritaglio. Un percorso<br />

che riannoda il passato al presente suggerendo<br />

nuove chiavi di lettura e rinnovati<br />

percorsi mentali. Sino al 13 febbraio 2011.<br />

Info +39 0592033100<br />

ENZO CUCCHI Ceramica<br />

La mostra che il Museo Internazionale delle<br />

Ceramiche in Faenza dedica a uno dei protagonisti<br />

della scena artistica contemporanea<br />

è la prima dell'artista dedicata esclusivamente<br />

alle sue opere in ceramica. Enzo<br />

Cucchi è uno degli artisti italiani più riconosciuti<br />

a livello internazionale. Il suo lavoro<br />

si caratterizza, all'interno di un fenomeno<br />

italiano destinato a sovvertire le tendenze<br />

dominanti di ambito concettuale come la<br />

Transavanguardia, per un forte espressionismo<br />

espressivo spesso calato sui soggetti,<br />

sui paesaggi e sui temi della sua terra d'origine<br />

(le Marche). Sino al 13 febbraio 2011.<br />

Info +39 0546697311<br />

JOSE DE GUIMÃRES<br />

Mondi Corpo e Anima<br />

L’esposizione si snoda come un viaggio tra<br />

Oriente e Occidente alla ricerca di un dialogo<br />

estetico tra culture diverse. I lavori di<br />

Guimarães infatti guardano anche oltre<br />

l’Africa e ci guidano attraverso la Cina, il<br />

Giappone, il Messico, la letteratura di<br />

Camões e la reinterpretazione dei grandi<br />

classici della storia dell’arte.<br />

Nel 2001 il Museo Würth a Künzelsau in<br />

Germania ha organizzato la prima grande


INTERLUDI continuano INTERLUDI continuano<br />

retrospettiva del lavoro di Guimarães e a<br />

questa sono seguite altre mostre a Pechino,<br />

San Paolo, Lisbona, Vigo e Museo Würth<br />

La Rioja. Sino al 5 marzo. Capena (Roma),<br />

Art Forum Wurth. Info+39 0690103800 , +39<br />

0690103400 (fax)<br />

FLORIAN NEUFELDT<br />

More or the same<br />

Alla sua prima personale in Italia, Florian<br />

Neufeldt presenta a Roma lavori che rivelano<br />

modalità articolate di relazione con lo<br />

spazio espositivo e contemporaneamente<br />

evidenziano l’aspetto principale del suo lavoro:<br />

la condizione dell’essere “bloccato”,<br />

indifeso, affrontando dinamiche che non<br />

possono essere controllate. Presso The<br />

Gallery Apart , Neufeldt espone alcune sculture,<br />

anche imponenti, che rappresentano i<br />

più recenti approdi del suo percorso artistico,<br />

mentre per 26cc ha realizzato un’installazione<br />

visivo/sonora che cattura “le parole”<br />

del mondo e ne evidenzia l’assurda ambiguità.<br />

Sino al 12 febbraio 2011<br />

Info +39 0668809863 , +39 0668809863 (fax)<br />

PREMIO ITALIA<br />

ARTE CONTEMPORANEA<br />

Roma 8 novembre 2010. Rosa Barba,<br />

Rossella Biscotti, Gianluca e Massimiliano<br />

De Serio, Piero Golia sono i finalisti, tutti<br />

under 40, della prima edizione del Premio<br />

Italia Arte Contemporanea promosso dal<br />

MAXX di Roma: hanno presentato il progetto<br />

di un’opera originale che viene prodotta<br />

dal museo, e sulla base di questi lavori<br />

il 3 dicembre 2010 una Giuria internazionale<br />

ha designato il vincitore, la cui opera entra<br />

a far parte della collezione del MAXXI<br />

Arte.<br />

E’ a loro che il MAXXI dedica dal 4 dicembre<br />

2010 al 20 marzo 2011 una mostra e, al<br />

vincitore, anche una pubblicazione monografica<br />

con saggi critici e schede di tutte<br />

le opere del suo percorso artistico. Info+39<br />

0639967350 , +39 0632101829 (fax)<br />

ARTE CINETICA<br />

E PROGRAMMATA<br />

La mostra Arte cinetica e programmata si<br />

inserisce nel programma di mostre che la<br />

Galleria Edieuropa ha dedicato ai movimenti<br />

delle avanguardie storiche, come la mostra<br />

organizzata nel 2009 sul Futurismo. L’arte<br />

cinetica fenomenizza per la prima volta quelli<br />

che erano i postulati teorici del Futurismo<br />

e si propone di introdurre il movimento nell'opera<br />

artistica. L’arte programmata, di cui<br />

si parla dal 1962, indica un’opera realizzata<br />

in base ad un calcolo che consenta variazioni<br />

formali e cromatiche delle sequenze figurali,<br />

secondo un certo ordine temporale, tra<br />

ripetizione, variazione, accadimenti casuali<br />

e combinazione dei pattern visivi.Roma,<br />

EdiEuropa Qui Arte Contemporanea. Sino<br />

al 12 febbraio 2011<br />

LUCA PIGNATELLI<br />

edieuropa@tiscali.it<br />

Analogie e Scultura<br />

Il 27 novembre 2010 è stata inaugurata<br />

negli spazi della Galleria Poggiali e Forconi<br />

di Firenze, Analogie e Sculture, mostra personale<br />

di Luca Pignatelli, a cura di Marina<br />

Fokidis. Il nucleo centrale della mostra è rappresentato<br />

da oltre 20 grandi lavori inediti,<br />

con al centro immagini di sculture della tradizione<br />

greco-romana, classica ed ellenistica.<br />

Le sculture-fotografie in bianco e nero abitano<br />

la memoria collettiva e ci sono familiari:<br />

sono soggetti della mitologia, eroi, antenati<br />

culturali, statue classiche conosciute<br />

nelle forme odierne, quindi decapitate. A loro<br />

l’artista dona una nuova appartenenza: la<br />

scultura perde la natura specifica della pietra<br />

e diviene quadro.Sino al 13 febbraio 2011<br />

info@poggialieforconi.it<br />

VIAGGIO IN ITALIA<br />

Sguardi internazionali sull’Italia<br />

Dal 14 novembre 2010 al 30 gennaio 2011,<br />

si terrà a Palazzo Fabroni, Pistoia la mostra<br />

Viaggio in Italia, sguardi internazionali sull’Italia<br />

contemporanea, promossa e organizzata<br />

dal Comune di Pistoia/Palazzo Fabroni<br />

e dalla Regione Toscana e curata da Ludovico<br />

Pratesi con la collaborazione di Benedetta<br />

Carpi De Resmini. Si tratta di un progetto<br />

espositivo che intende proporsi come momento<br />

di riflessione sull’identità dell’Italia<br />

contemporanea. Per informazioni+39<br />

0573371214 , +39 0573371817<br />

MODERNIKON<br />

Arte Contemporanea dalla Russia<br />

La mostra presenta al pubblico i recenti sviluppi<br />

dell’arte contemporanea della nuova<br />

Russia. Venti artisti russi, alcuni dei quali<br />

già conosciuti sulla scena internazionale e<br />

altri emergenti che lavorano in una molteplicità<br />

di mezzi espressivi, dalla pittura alla<br />

scultura, dal video alla fotografia , all’installazione.<br />

Torino, Fondazione Sandretto Re<br />

Rebaudengo, Fondazione Victoria. Sino al<br />

27 febbraio 2011. Info www.fsrr.org<br />

CHINA POWER STATION<br />

Arte Contemporanea Cinese<br />

In mostra un’ampia panoramica sull’arte cinese<br />

d’oggi attraverso le opere di una generazione<br />

di artisti d’avanguardia tra cui Ai<br />

Weiwei e Huang Yong Ping, insieme con la<br />

nuova generazione di artisti dell’epoca Post<br />

Maoista. Torino, Pinacoteca Comunale Giovanni<br />

e Marella Agnelli. Sino al 27 febbraio<br />

2011. Info www.pinacoteca-agnelli.it<br />

KOSUTH Text for nothing<br />

La galleria Lia Rumma di Milano annuncia<br />

la mostra personale di Joseph Kosuth ‘Texts<br />

for Nothing' Samuel Beckett, in play, un'installazione<br />

di nuovi lavori pensati per lo spazio<br />

principale al piano terra della galleria,<br />

totalmente oscurato e modificato per questa<br />

occasione, e ‘An Uneven Topography of<br />

Time', una selezione di opere storiche al primo<br />

e secondo piano. Sino al 31 gennaio 2011.<br />

Info 02 29000 101<br />

LÜTHI -Art Is the Better Life<br />

Il titolo della mostra di Urs Lüthi "Art Is the<br />

Better Life" riprende il motto con il quale<br />

l'artista aveva marcato la parete frontale del<br />

padiglione svizzero alla Biennale di Venezia<br />

del 2001. E a quel periodo risale la conoscenza<br />

e la collaborazione, artista-collezionista,<br />

tra Lüthi e Paolo Brodbeck.<br />

La mostra che è stata inaugurata lo scorso<br />

28 novembre 2010 a Catania reca con sé la<br />

testimonianza di un percorso decennale in<br />

cui il senso e la misura di una collezione si<br />

apre al confronto e al dialogo con l'artista<br />

all'interno di un progetto espositivo originale.<br />

Catania, Fondazione Brodbeck.<br />

Sino al 28 febbraio 2011. Info 095 7233 111<br />

TATIANA DOLL<br />

Tel LieVision<br />

Corsoveneziaotto di Milano presenta la<br />

mostra personale di Tatjana Doll intitolata:<br />

Tel Lie Vision. Tatjana Doll è un esponente<br />

di spicco dell'ultima generazione di artisti<br />

tedeschi nata alla fine degli anni Novanta.<br />

La sua pittura si presta ad un lavoro sull'immagine<br />

che sicuramente parte da quell'attenzione<br />

alle merci tipica della Pop Art per<br />

essere successivamente stravolta sia in termini<br />

stilistici che di dimensioni. Sino al 20<br />

gennaio 2011 - Info 02 365 05 481-82<br />

FORG<br />

Tele di grandi dimensioni<br />

La Galleria Salvatore + Caroline Ala di Milano<br />

presenta al pubblico nove tele di grande<br />

formato e due lavori su piombo dell'artista<br />

tedesco Günther Förg (1952) realizzate<br />

dal 1992 ad oggi. In occasione della mostra<br />

Bruno Corà scrive: "Le opere, per lo più<br />

acrilici su tela o su lastra di piombo, rivelano,<br />

in modo diverso, l'intenso lavoro svolto<br />

dall'artista in questi ultimi anni, alla ricerca<br />

di una libertà compositiva e cromatica<br />

di grande efficacia”. Info 02 8900901<br />

HOCKNEY<br />

Incisioni e litografie 1961-1969<br />

Lo Studio Marconi '65 di Milano programma<br />

sino al 12 febbraio 2011 la mostra David<br />

Hockney: Incisioni e litografie 1961-<br />

1969.David Hockney è riconosciuto come<br />

uno tra gli artisti inglesi più importanti degli<br />

anni ‘60. In mostra sono presentate tre<br />

incisioni The Beginning / L'Inizio, The<br />

Remain / Rimanere e The Shop Window of a<br />

Tobacco Store / Info 02 2951 1297<br />

ARTECULTURA<br />

13


REMO LANA e la sua pittura di<br />

“energetismo”<br />

che verrà esposta nel 2011 a Ferrara.<br />

20 novembre 2010<br />

Nello studio dell’artista sono state selezionate<br />

50 opere dalle tante della sua produzione, da<br />

quattro critici d’arte, me compresa, per questa<br />

importante mostra a Ferrara.<br />

Mi è difficile esprimere un’opinione sui lavori<br />

di Remo Lana tanto è diversificata e varia la<br />

sua produzione.<br />

Grande sicurezza di sé, fantasia, entusiasmo,<br />

volontà di rinnovare il proprio linguaggio sono<br />

le caratteristiche che segnano il divenire delle<br />

sue opere.<br />

Appassionato autodidatta, si muove da un<br />

semplice mondo figurativo per farsi coinvolgere<br />

totalmente dal simbolismo metafisico del<br />

trascendente. Facendo suoi alcuni passi della<br />

Divina Commedia, compie visioni infernali o<br />

paradisiache ove la schematizzazione delle<br />

forme le rende più simili ad elementi inconsistenti,<br />

quasi fantasmi che si muovono in<br />

spazi dall’intenso drammatico cromatismo.<br />

Il suo linguaggio si trasforma ancora una volta<br />

allorché muta il modo di lavorare, inventando<br />

il curioso termine di “energetismo”.<br />

Il colore si fa più materico, l’insieme è trattato<br />

a “raspature” che generano segni sfuggenti su<br />

spazi tendenzialmente scuri, variegati qua e là<br />

da tinte brillanti. In altri lavori dominano sui<br />

fondi materici così trattati, forme rigidamente<br />

geometriche fatte di incastri, di cerchi, archi, di<br />

triangoli dai vivaci colori. In altri ancora la<br />

superficie è interamente trattata quasi come<br />

un mosaico di piccole tessere informali<br />

colorate,sottolineate da tratti scuri.<br />

In attesa di vedere cosa di nuovo ci proporrà<br />

nel futuro, auguriamo a Remo Lana la<br />

possibilità di dare sempre più spessore alla sua<br />

ricerca.<br />

La M.A.G.A. (di Cernusco S/N.)<br />

Anna<br />

Trapasso<br />

“Nannì”<br />

Pittrice<br />

Mediterranea<br />

Come un sogno nel dormiveglia<br />

che rincorre la sua emozione allo<br />

stato nascente della tensione che<br />

poi matura la sua realtà quando gli<br />

occhi si svegliano e dicono alle<br />

mani di accarezzare l’erba affinché<br />

mostri il suo volto di arbusti e<br />

fogliame di una campagna socchiusa<br />

all’imbrunire della sera e<br />

guardata a vista dalla luna.<br />

Così il dipinto di Anna Trapasso<br />

che questo mese annovera per il<br />

suo percorso di tavolozza ”CAM-<br />

PAGNA NOTTURA” 2005, olio su<br />

tela, cm. 50x70.<br />

Un dipinto che nelle penombre dei<br />

suoi sottotoni racchiude quella<br />

fenomenologia di silenzio<br />

distensivo che nella notturna<br />

atmosfera tra il respiro degli alberi<br />

e il raccogliersi timido delle erbe si<br />

rispecchia nel lento fluire delle<br />

acque.Acque che lodano<br />

una musicalità<br />

priva di maestri ma che suona<br />

melodica la voce della sua natura<br />

navigando silente nelle vertebre<br />

della campagna. (Aoristias)<br />

Info: www.annatra.it<br />

Anna Trapasso:<br />

“CAMPAGNA NOTTURNA” 2005<br />

Olio su tela, cm. 50x70<br />

Luisa<br />

Visconti<br />

NELL’ANIMO<br />

DELL’ACQUARELLO<br />

Si deve dire che il volto della natura si<br />

configura come l’originalità di se stessa.<br />

Tutto rimane nel primigenio della<br />

poetica nella quale la poesia decanta a<br />

ruota libera il suo verso di luminosità<br />

solare come ad esprimere un sofferto<br />

riserbo della sua felicità di chiamarsi<br />

ideale di natura. In tal senso e veridicità<br />

in dimostrazione, si lascia scoprire<br />

l’acquarello di Luisa Visconti.<br />

Il volto smaliziato delle erbe, degli alberi<br />

e delle case di borghi che vi<br />

risiedono in una magistrale affinità<br />

d’armonia che unisce il tutto: l’acqua<br />

il colore e il sole in quella meraviglia<br />

pittorica di acquarello che manifesta il<br />

sublime della macchia pigmentale<br />

senza distorcerne minimamente la<br />

congenialità del respiro creativo che li<br />

unisce in una verginità poetica che non<br />

ha parole ma solo il viso solenne di<br />

essere quel prezioso acquarello della<br />

rarità compositiva che lascia lo sguardo<br />

di stucco. Come a voler scoprire una<br />

festa a lungo desiderata e che finalmente<br />

festeggia la sua tavolozza fatta di terra,<br />

di acqua e di colore universali.<br />

Marpanoza<br />

Luisa Visconti<br />

“CASE DI VERUGO”<br />

Acquarello, cm. 36X51<br />

14 ARTECULTURA


Carla<br />

Monti<br />

UNA POETICA<br />

EVOCATIVA<br />

Pittrice di stimolo contemporaneo<br />

determinato, dall’impulsiva spinta<br />

che dipinge l’ambiente naturale<br />

e urbano e che persevera il ritratto.<br />

Realizza, così, con spigliata fantasia<br />

ordinate composizioni di<br />

paesaggi e di natura morta. Come<br />

in questo caso, appunto, dipinge<br />

una metafisica natura morta in cui<br />

l’oggetto sa rivelarsi la bocca<br />

parlante di composite evocative<br />

emozioni. Il contrasto di luce delle<br />

bottiglie guardate da una mela<br />

rossa sulla sinistra del primo<br />

piano ravvisa un contrasto d’equilibrio<br />

che dona vigore di<br />

salutare poetica al dipinto.<br />

L’animato quanto vitale ruolo<br />

della luce, origina e si matura<br />

mediante effetti di colore, tra il<br />

reale e l’ispirativo poetico che<br />

definisce l’immagine di libere<br />

armonie pittoriche. Una pittura<br />

sentita come animazione corale e<br />

spinta di originalità evocante composizioni<br />

e figure.<br />

Marpanoza<br />

la pittrice Carla Monti<br />

Vive e opera a Milano<br />

Studio: Via Fano 1<br />

20161 Milano<br />

Cell. 3803110156<br />

Fax 02/664.00592<br />

WWW.CarlaMonti.it<br />

e-mail: info@carlamonti.it<br />

CORTINA<br />

A R T E<br />

Via MAC MAHON, 14 (Cortile int.7)<br />

20155 MILANO -ITALIA<br />

Tel/Fax 02/33607236<br />

Cell. 0337/86628<br />

E-mail: artecortina@artecortina.it<br />

PERMANENZE<br />

GIUSEPPE BANCHIERI<br />

ALBERTO BIASI<br />

DINO BUZZATI<br />

GIANCARLO CAZZANIGA<br />

GIANCARLO CERRI<br />

GIOVANNI CERRI<br />

ROBERTO CRIPPA<br />

DADAMAINO<br />

FORTUNATO DEPERO<br />

MARCELLO DUDOVICH<br />

LUCIANO MINGUZZI<br />

BEPI ROMAGNONI<br />

PAOLO SCHIAVOCAMPO<br />

EMILIO TADINI<br />

*<br />

Inaugurazione mostre ore 18,30<br />

11 - 29 gennaio 2011<br />

CARLO<br />

CAMPIOTTI<br />

Creature diafane sono i soggetti di Carlo Campiotti che,<br />

con inesausta continuità mai uguale a se stessa, li fa vivere<br />

sospesi in mondi neutri, atemporali, dove talora li si<br />

vede fluttuare, volare, posarsi delicatamente su<br />

impalpabili nuvole di un mondo onirico ed intimo. La<br />

morbidezza delle forme, l’evanescenza e la delicatezza<br />

della scala cromatica trasmettono una profonda sensazione<br />

di serenità anche dove le figure dall’appena accennata<br />

umanità con i piccoli occhi e bocche solo abbozzati sembrano<br />

in caduta libera verso il sottostante infinito. (...)<br />

GALLERIA<br />

GALLERIA<br />

PONTE<br />

PONTE<br />

ROSSO<br />

ROSSO<br />

20121 - Milano via Brera 2<br />

Tel/Fax 02/86461053<br />

Corrisp. via Monte di Pietà1/A<br />

WWW:http://www.ponterosso.com<br />

E-mail:ponterosso@ponterosso.com<br />

AGENDA Stagione 2010/2011<br />

Mostre in programma<br />

da novembre 2010 a gennaio 2011<br />

Dal 18 novembre 2010<br />

al 9 gennaio 2011<br />

I disegni umoristici di<br />

NOVELLO<br />

(Codogno 1897 - 1988)<br />

In contemporanea<br />

Natale regala Arte<br />

piccoli quadri - sculture - acquerelli -<br />

tempere - disegni - incisioni - litografie<br />

- stampe - cartoline - libri d’arte<br />

dal 13 gennaio al 6 febbraio 2011<br />

Maestri a Brera<br />

BARTOLINI / DE AMICIS / MORELLI<br />

inaugurazione:<br />

giovedì 13 gennaio ore 18<br />

presentazione di Stefano Crespi<br />

in mostra 30 dipinti e una selezione di<br />

disegni di tre maestri della pittura italiana<br />

del Novecento che hanno dedicato una<br />

parte importante della loro vita<br />

all’insegnamento dell’arte<br />

Carla Monti<br />

“BOTTIGLIE”<br />

Olio su tavola, cm. 60x40<br />

Carlo Campiotti “IMPROPTUS”<br />

ASSOCIAZIONE CULTURALE R. CORTINA<br />

Via Mac Mahon, 14 (Cortile interno n. 7)<br />

20155 MILANO - ITALIA<br />

Tel/Fax 02/33607236 - Cod.Fisc. 97181820156<br />

Cristoforo De Amicis, Paesaggio a Caldè<br />

Galleria d'Arte Ponte Rosso<br />

Orario di apertura<br />

da martedì a sabato:<br />

10-12,30; 15,30-19 Chiusura:<br />

domenica mattina e lunedì<br />

ARTECULTURA 15


Milano, Sala Congressi Provincia di Milano, tavolo<br />

della presentazione “Poesia pace “ 2002. Riconoscibili<br />

da destra a sinistra: il Dr. Teodosio Martucci seguito<br />

dal padre Giuseppe, l’Avvocato Giovanni Sassani, il<br />

critico Prof. Pedro Fiori, e la gentile signora Giulia<br />

Sassani mentre esprime il suo pensiero.<br />

L’Avvocato Giovanni Sassani<br />

affezionata presenza alle manifestazioni<br />

poetiche di <strong>Artecultura</strong><br />

è deceduto lo scorso<br />

2 dicembre 2010.<br />

Lo apprendiamo da una telefonata della<br />

gentile moglie Signora Giulia Sassani.<br />

A seguito di diversi inconvenienti di<br />

salute, che sembrava avesse superato,<br />

un improvviso aggravamento. E da un<br />

raffreddore poi di conseguenza bronchite<br />

e il fatale decesso.<br />

Era sempre disponibile a presenziare<br />

alle manifestazioni poetiche di <strong>Artecultura</strong><br />

l’Avv. Giovanni Sassani,<br />

persona di parola chiara e puntuale di<br />

significato. Non parlava a lungo nelle<br />

sue diverse presenze alle manifestazioni<br />

poetiche come Poesia Pace e L’Autodidatta,<br />

ma l’assunto del suo apporto<br />

era colto e conciso. Qualche volta<br />

ironizzava alla buona maniera se<br />

l’occasione poteva stimolare il discorso<br />

tra il serio e l’allusivo. All’Avv. Sassani<br />

non mancava certo l’eleganza un po’<br />

ironica che coloriva il discorso.<br />

Persona di esemplare formazione oltre<br />

che professionista di merito, riteneva<br />

gli incontri di poesia un aspetto<br />

rilassante.<br />

L’Avv. Giovanni Sassani sapeva<br />

comprendere e far prevalere il buon<br />

senso su tutto. E seguendo con<br />

attenzione lo stimolo vario dei<br />

componimenti poetici , l’Avv. Giovanni<br />

Sassani si sentiva come elogiato senza<br />

volerlo da quel senso profondo e<br />

semplice che i versi dei vari Autori<br />

potevano sensibilizzare. <strong>Artecultura</strong> lo<br />

ricorderà sempre nella continuazione<br />

dei suoi incontri di poesia e formula<br />

alla signora Giulia Sassani ed al figlio<br />

Alessandro le più sentite condoglianze<br />

di <strong>Artecultura</strong>.<br />

Teodosio e Giuseppe Martucci<br />

16 ARTECULTURA<br />

Giallo indiano<br />

Ci seduce l’idea del mare azzurro delle<br />

Mauritius e le sue piantagioni di canna da zucchero,<br />

frammiste ad alcune architetture di case<br />

coloniche del 1600 e 1700, quando gli abitanti<br />

furono schiavizzati da francesi e inglesi che<br />

fecero man bassa delle loro risorse.L’albergo<br />

che ci ospita, in stile coloniale è costruito utilizzando<br />

tronchi d’alberi tagliati e talvolta non<br />

levigati, in sintonia con le analoghe costruzioni<br />

già viste in Kenia. Colpisce il lussureggiante<br />

verdeggiare di piante e fiori, che qui abbondano.<br />

Capiamo che l’hotel è isolatissimo da<br />

tutto e da tutti, appena il poliziotto di guardia<br />

richiude il cancello, lasciando fuori la desolazione<br />

dei campi, dei boschi e del niente. Poco<br />

conta, invece, che al ristorante e nelle camere<br />

entrino topi o altri animali, ma per fortuna non<br />

ci sono irruzioni di scimmie come avviene in<br />

Kenia. Dopo il breefing rituale, siamo ansiosi<br />

di tuffarci in mare ma, appena mettiamo i piedi<br />

nudi sulla battigia a venti metri dalla nostra<br />

camera, ci arriva l’acqua calda del mare sull’alluce<br />

in avanscoperta. Pertanto, non abbiamo<br />

bisogno di effettuare un’escursione per vedere<br />

tra i sette colori delle terre delle Mauritius,<br />

quello da noi preferito, perché questo ci viene<br />

incontro giulivo con le sue alghe galleggianti<br />

e le schiume sfavillanti. Nel frattempo l’acqua<br />

gialla ha raggiunto le nostre caviglie, ma non<br />

proviene dal porto di Genova, bensì dall’Oceano<br />

Indiano, col suo colore limaccioso,<br />

frammisto al verde senape marcio.Tale visione<br />

cromatica ci permette di divagare sulle origini<br />

storiche del giallo indiano, un colore tra<br />

l’ocra e il rosa pallido, che ci ha calamitato<br />

alle Mauritius. Il giallo indiano fu introdotto<br />

dalla Persia nel XV secolo, e in India nel 1786.<br />

Si chiama così perché, ottenuto dalle urine degli<br />

animali che si nutrivano di Curcuma (la<br />

radice gialla dello zenzero cui sono riconosciute<br />

proprietà medicinali e che costituisce uno<br />

degli ingredienti del curry cui conferisce il suo<br />

caratteristico colore giallo) e che un pittore<br />

dilettante ipotizzò che, opportunamente depurata,<br />

poteva essere utilizzata come colore.Per<br />

molto tempo, non si capì come fosse ottenuto<br />

quel colore , quindi la storia si connotò di giallo...<br />

il giallo indiano appunto! C’è tuttavia da<br />

rilevare che qui il mare non è sempre giallo,<br />

perché spesso le correnti portano via questo<br />

colore e talvolta l’acqua non è per niente male,<br />

ma per essere sicuri di trovarla bella, non ci<br />

resta che compiere una gita fantastica all’Isola<br />

dei Cervi, dove il mare è stupendo specie<br />

quando non piove.Qualche giorno dopo andiamo<br />

in pullman a St. Louis, dove la guida ci fa<br />

salire su un monticello alto un centinaio di<br />

metri, che qui chiamano la Cittadella, per osservare<br />

il panorama della città. Ciò non suscita<br />

in noi grandi interessi, ma ci basta per capire<br />

che la capitale delle Mauritius ha dei normali<br />

grattacieli, palazzoni alti di cemento e<br />

qualche fabbrica. La ragazza ci mostra le vecchie<br />

costruzioni coloniali dall’alto, ma francamente<br />

non riusciamo ad apprezzarne il significato,<br />

anche perché non vediamo l’ora di ritornare a casa<br />

con la pelle bruciata dal sole, per dipingere un<br />

quadro col giallo indiano, mentre pioverà per ore,<br />

prima del decollo per la Malpensa.<br />

Antonio Fomez<br />

ARCIMBOLDO<br />

PALAZZO REALE<br />

A FEBBRAIO<br />

Il sindaco Moratti:”Un artista milanese<br />

che ha saputo sviluppare uno stile<br />

personale e innovativo”. Una mostra<br />

per celebrare un grande artista milanese:<br />

Arcimboldo. Sarà inaugurata il 10<br />

febbraio 2011 a Palazzo Reale “Arcimboldo<br />

- Artista milanese tra Leonardo<br />

e Caravaggio”. Un’esposizione curata<br />

da Sylvia Ferino, Direttrice della<br />

Pinacoteca del Kunsthistorisches<br />

Museum di Vienna, in collaborazione<br />

con un prestigioso Comitato Scientifico<br />

formato da Giacomo Berra, Giulio Bora,<br />

Chiara Buss, Silvio Leydi, Robert Miller,<br />

Giuseppe Olmi, Caterina Pirina, Francesco<br />

Porzio, Lucia Tomasi Tongiorgi in<br />

programma fino al 22 maggio 2011.<br />

“Una mostra nel segno della tradizione,<br />

che approfondisce la vita e le opere di un<br />

artista milanese che ha avuto grande<br />

successo alla corte degli Asburgo - spiega<br />

il sindaco Letizia Moratti - Un uomo che<br />

propone un’arte stravagante e di forte<br />

impatto e che, partendo dalla scuola di<br />

Leonardo, ha saputo sviluppare uno stile<br />

personale e innovativo. Opere che non ci<br />

lasciano indifferenti, che ci emozionano,<br />

stupiscono e, talvolta, fanno sorridere”.<br />

“Proporre a Palazzo Reale un’esposizione<br />

su Arcimboldo vuol dire<br />

ricollocare l’artista nel contesto d’origine<br />

e reinterpretare lo sviluppo dell’arte<br />

lombarda coeva e a seguire - dichiara<br />

l’assessore alla Cultura Massimiliano<br />

Finazzer Flory-. E non soltanto. Poiché<br />

Arcimboldo dissolve l’artificio temporale<br />

nel porsi con l’immaginazione oltre le<br />

coordinate della storia, quella da noi<br />

scritta e quella ancora da scrivere. Nella<br />

nostra società della comunicazione binaria<br />

che tende spesso alla semplificazione, il<br />

mondo dell’artista milanese rivela, così,<br />

tutta la complessità e la ricchezza dei segni,<br />

delle figure e dei simboli”.<br />

La mostra, posta, sotto l’Alto Patronato<br />

del Presidente della Repubblica Italiana,<br />

prodotta da Palazzo Reale e Skira editore,<br />

in collaborazione con la Soprintendenza<br />

per i Beni Storici Artistici ed Entroantropologici<br />

di Milano, la Soprintendenza<br />

Speciale per il Polo Museale<br />

della città di Firenze esprime per tutti<br />

un’ interessante ricerca di storiografia<br />

artistica e culturale.


TEATRO. MILANO CELEBRA<br />

TADEUSZ KANTOR A<br />

VENT’ANNI DALLA MORTE<br />

A vent’anni dalla morte, Milano celebra<br />

il regista polacco Tadeusz Kantor, una<br />

delle figure più originali del teatro del<br />

Novecento. In programma una serie di<br />

iniziative che mirano a far conoscere e<br />

portare avanti con le nuove generazioni,<br />

un’innovativa idea di ricerca nel e<br />

attraverso il teatro. “Kantor coniò una<br />

personalissima forma di linguaggio<br />

espressivo, a metà fra il teatro e le arti<br />

visive, nutrita da potenti motivi come<br />

la memoria, l’intervento uniformante<br />

della morte, lo smarrirsi e ricomporsi<br />

dell’identità dell’individuo – spiega<br />

l’assessore alla Cultura Massimiliano<br />

Finazzer Flory -. Il rapporto di Kantor<br />

con la città di Milano è stato intenso, a<br />

partire dal 1978 quando il pubblico<br />

milanese scoprì La classe morta, il suo<br />

capolavoro ospitato al Salone di via<br />

Dini dal CRT Centro di Ricerca per il<br />

Teatro”. “Il primo appuntamento della<br />

rassegna “Milano per Kantor” si è<br />

svolto giovedì 16 dicembre al Cinema<br />

Gnomo di via Lanzone 30, dove è stata<br />

proiettata la versione originale in<br />

polacco con sottotitoli in italiano de<br />

“La classe morta (Umarla Klasa)” di<br />

Andrzej Wajda. “Un gruppo di persone<br />

anziane ritorna sui banchi di scuola per<br />

recuperare le lezioni non fatte. Sulle<br />

spalle trascinano i manichini dei<br />

bambini che furono, come un’infanzia<br />

della quale non si possono liberare.<br />

L’opera teatrale che ha reso celebre in<br />

tutto il mondo Tadeusz Kantor e il suo<br />

lavoro con il Cricot 2, andata in scena<br />

per la prima volta a Cracovia nel 1975,<br />

è stata ripresa da Andrzej Wajda nel<br />

1976 per conto della televisione polacca.<br />

E’ l’unico documento che testimonia la<br />

prima versione dello spettacolo. La<br />

serata è a ingresso libero. Il 3 febbraio<br />

2011, alle ore 18.00, la Sala Convegni<br />

di Palazzo Reale (piazza Duomo 14)<br />

ospiterà la presentazione del libro<br />

“Kantor. La materia e l’anima” di<br />

Renato Palazzo (edizioni Titivillus).<br />

Con l’autore saranno presenti l’assessore<br />

Finazzer Flory e Gillo Dorfles.<br />

Ingresso libero. “Venerdì 4 e sabato 5<br />

Tadeusz Kantor<br />

febbraio 2011, il Teatro Scuola Paolo<br />

Grassi (via Salasco 4) ospiterà, dalle<br />

10.30 alle 17.00, una due giorni di<br />

studio sulla figura e sugli spettacoli di<br />

Kantor, con proiezioni e testimonianze.<br />

“A cura di Teatro Alkaest e Fondazione<br />

Milano - Milano Teatro Scuola Paolo<br />

Grassi, l’iniziativa è rivolta alle giovani<br />

generazioni. La parabola artistica di<br />

Kantor verrà ricostruita attraverso la<br />

memoria e il racconto dei suoi attori,<br />

collaboratori ed esperti, tra questi<br />

Renato Palazzi, Moni Ovadia, Luigi<br />

Mattiazzi, attori italiani e polacchi della<br />

compagnia Cricot 2 Marzia Loriga,<br />

Ludmila Ryba, Bogdan Rencziñski,<br />

Janusz Jaretkj, Roman Siwulak, Luigi<br />

Arpini, Loriano Della Rocca, Giovanni<br />

Battista Storti. “Ingresso libero. Il<br />

CRT Artificio propone, inoltre, dal 25<br />

gennaio al 6 febbraio 2011, al Piccolo<br />

Teatro Studio la mostra-spettacolo<br />

“Tadeusz Kantor. Macchine della<br />

memoria”. Ricostruzione scenica e<br />

videoinstallazioni a cura di Anna<br />

Halczak e Franco Laera. In collaborazione<br />

con il Museo Internazionale<br />

delle Marionette “Antonio Pasqualino<br />

di Palermo”e il Teatro Alkaest. “Infine,<br />

dal 25 febbraio al 13 marzo, al CRT<br />

Salone andrà in scena lo spettacolo<br />

vincitore del Premio Kantor 2010.<br />

Info www.comune.milano.it/spettacolo<br />

Open Studios offre la possibilità di gettare<br />

uno sguardo sulla produzione artistica della<br />

Toscana, delineando un panorama<br />

differenziato di linguaggi che comprende<br />

pittura, scultura, fotografia, installazione,<br />

video, performance e ricerche in ambito<br />

musicale e sonoro.Gli studi degli artisti,<br />

luoghi di lavoro privati e altrimenti<br />

inaccessibili, si aprono per avvicinare<br />

appassionati o semplici neofiti ai linguaggi<br />

che l’arte contemporanea propone. Sono<br />

stati coinvolti nel progetto i seguenti artisti:<br />

Firenze: Giacomo Costa, Luciana Majoni,<br />

Ongakuaw a.k.a. Andrea Ferrara, Olga<br />

Pavlenko, Robert Pettena<br />

Prato: Raffaele Di Vaia, Kinkaleri,<br />

Giovanni Ozzola, Stefano Tondo<br />

Pistoia: Andrea Lunardi, Addo Lodovico<br />

Trinci<br />

Pisa: Cristian Biasci, Ursula Ferrara,<br />

Caterina Sbrana, Enrico Vezzi<br />

Siena: Francesco Carone, Bernardo Giorgi,<br />

Eugenia Vanni.<br />

SINO A MAGGIO 2011<br />

LA SECONDA<br />

EDIZIONE<br />

DEL PROGETTO<br />

OPEN STUDIOS<br />

Le visite, programmate secondo un<br />

calendario che copre 8 mesi, da ottobre<br />

2010 a maggio 2011, prevedono la<br />

partecipazione gratuita (su prenotazione<br />

al numero di tel. 055.2776461) di gruppi<br />

fino a un massimo di 12 persone.<br />

Una caratteristica di Open Studios è quella<br />

di porre attenzione al dialogo tra artisti e<br />

pubblico: i gruppi saranno accompagnati<br />

negli studi da mediatori d’arte, selezionati<br />

dopo un corso di formazione rivolto a<br />

diplomati all'Accademia di Belle Arti di<br />

Firenze e laureati e laureandi alla Facoltà<br />

di Lettere e Filosofia (indirizzo storicoartistico)<br />

dell'Università di Firenze e, da<br />

quest’anno, anche dell’Università di Pisa<br />

e di Siena. Grande novità della seconda<br />

edizione di Open Studios sarà la collaborazione<br />

con l’ISIA di Firenze, la<br />

Mediateca Regionale Toscana e la Facoltà<br />

di Lettere e Filosofia dell’Università di<br />

Pisa, per il coinvolgimento di operatori<br />

video che documenteranno le esperienze<br />

con gli artisti. Il materiale audiovisivo<br />

prodotto, che testimonierà nel tempo<br />

l’evoluzione della creatività toscana, sarà<br />

indirizzato a diverse utenze, comprese<br />

scuole e Università per finalità didattiche.<br />

OPEN STUDIOS - Firenze - Prato - Pistoia<br />

- Pisa - Siena - ottobre 2010 - maggio 2011<br />

Per informazioni e prenotazioni:<br />

Alessandra Tempesti, Martino Margheri:<br />

tel 055 2776461 (lun-ven ore 9,30 - 18,00);<br />

a.tempesti@palazzostrozzi.org<br />

ARTECULTURA 17


NON MERITARE IL NOSTRO PASSATO PERCHE’<br />

TROPPO MERITEVOLI DEL NOSTRO PRESENTE<br />

Pioggia: fenomeno atavicamente<br />

atteso, la Terra a ricevere e rigenerarsi;<br />

ma quale Terra. La Terra dagli equilibri<br />

che possono squilibrarsi in un’armonia<br />

di rinnovamento, vitale perché<br />

piena di vita, si contrappone a quella<br />

degli uomini, antropizzata e portatrice<br />

del germe di una variabile letale.<br />

Perciò pioggia, ma dipende da cosa c’è<br />

sotto. Squilibrando gli equilibri naturali<br />

si sacrificano a nuove stabilità vite<br />

e territori, mentre squilibrando gli<br />

equilibri antropici si possono anche distruggere<br />

culture millenarie non previste<br />

dalle dinamiche naturali.<br />

L’uomo canta se stesso, ma non sa<br />

conservare gli spartiti della propria musica<br />

dell’esistere. Pioggia su Pompei<br />

che si sgretola, allora, e questo sgretolarsi<br />

non è la malattia, ma il sintomo.<br />

L’Italia vive millantando crediti: la<br />

maggior parte delle opere d’arte presenti<br />

nel mondo, il più bel paesaggio,<br />

il clima migliore. Lo diciamo e ci crediamo,<br />

fatti forti dagli sciami di viaggiatori<br />

del turismo “guarda e fuggi” che<br />

percorrono al trotto senza vedere, scattando<br />

ognuno centinaia di foto nel<br />

peana della ritrattistica del nulla fatto<br />

consumo, l’arte intorno diventata<br />

scenografia muta.<br />

Si sgretolasse solo Pompei. “La<br />

maggior parte delle opere d’arte al<br />

mondo” è un dato quantitativo e bugiardo,<br />

privo di senso se al quanto e al<br />

cosa, che pure sono parametri reali,<br />

non si affianca la perentoria realtà del<br />

come. Basta andare all’estero per capire.<br />

Diventare noi stessi fruitori del<br />

turismo “guarda e passa”, e accorgerci<br />

che ovunque si cerca di dare la parola<br />

perfino ai sassi più anonimi, mentre<br />

nel nostro Paese camminiamo sopra reliquie<br />

senza conoscerle e senza vederle.<br />

Quanto al paesaggio più bello del<br />

mondo, forse una volta. Attraversare<br />

la penisola e osservare le colate dei manufatti<br />

del tutto che grondano dai dirupi<br />

meno edificabili fino sulle rive del<br />

mare, occupando golene e zone vulcaniche,<br />

schiacciandosi sotto montagne<br />

spogliate e franose, abusivismo dei piccoli<br />

e speculazione dei grandi che si<br />

18 ARTECULTURA<br />

Sopra: Pompei, Panorama del Foro - Pompei, Pitture parietali nella Casa di Ottavio Quartione<br />

alleano per trasformare immiserendo.<br />

E’ girando il mondo che possiamo dire<br />

che tutto sommato ci è rimasto solo il<br />

clima.<br />

Pompei è un miracolo. Disseppellirla<br />

ha tolto alla comprensione della<br />

storia molte approssimazioni. Ciò che<br />

gli autori romani hanno lasciato scritto<br />

sulla civiltà degli albori del primo<br />

millennio dopo Cristo è emerso come<br />

realtà palpabile da quegli scavi. I turisti<br />

del “fotografa e scorri” percorrono<br />

quelle strade di sassi accompagnati<br />

dalla cantilena poco ascoltata delle<br />

guide, in cuor proprio aspettando di<br />

arrivare finalmente ai calchi delle<br />

sporcaccionate di cui tanto si parla, e<br />

forse neppure si rendono conto che non<br />

stanno vedendo nulla. Meglio: vedono<br />

transenne databili come reperti,<br />

porte chiuse, rozze impalcature rugginose,<br />

erbe corsare e sassi che perdono<br />

pericolosamente il proprio guanciale<br />

di malta. Vedono sporcizia, e cani<br />

randagi dallo sguardo umido che stringe<br />

il cuore.<br />

Perciò pioggia che diventa sciagura<br />

nell’Italia sommatoria di migliaia<br />

di grandi e piccole Pompei pronte a<br />

collassare, o franare, o scrostarsi, o<br />

allagarsi o ammuffire, nell’incuria di<br />

chi ha ereditato una grande cultura e<br />

la ritiene un dato di fatto irreversibilmente<br />

cristallizzato nel proprio<br />

genoma. Fuor di polemica, non si può<br />

non osservare come l’attuale Legge di<br />

Stabilità preveda per il prossimo anno<br />

lo stanziamento di 245 milioni per finanziare<br />

le scuole private, cioè la stessa<br />

cifra che consentirebbe di rimettere<br />

in sesto Pompei per qualche secolo a<br />

venire.<br />

Se non siamo degni del nostro passato<br />

è perché meritiamo a pieno il presente<br />

che con voluttà presuntuosa e<br />

incivile ci ostiniamo a vivere.<br />

Giovanni Chiara


IL MAGNIFICO<br />

CRATERE<br />

Capolavori del Museo<br />

Nazionale di Belgrado<br />

Roma, Palazzo del Quirinale<br />

Sino al 6 febbraio 2011<br />

Le relazioni attive da tempo in ambito culturale<br />

tra l’Italia e la Serbia hanno permesso<br />

un importantissimo restauro: quello<br />

dell’ormai celebre ‘Magnifico Cratere’,<br />

grande vaso bronzeo databile alla fine del<br />

VI secolo a.C., emblema della collezione<br />

greca del Museo Nazionale di Belgrado.<br />

Pervenuto in Italia nel 2007 per la mostra<br />

“Balkani. Antiche civiltà tra il Danubio e<br />

l’Adriatico”, allestita presso il Museo Archeologico<br />

Nazionale di Adria, il cratere<br />

è stato successivamente oggetto di studio<br />

e di restauro grazie all’impegno scientifico<br />

e tecnico della Soprintendenza Speciale<br />

per i Beni Archeologici di Roma in accordo<br />

con la direzione del Museo Nazionale<br />

di Belgrado e al supporto della Fondazione<br />

Cassa di Risparmio di Padova e<br />

Rovigo. Dopo circa tre anni di lavori condotti<br />

dalla Soprintendenza romana unitamente<br />

ai tecnici del Consiglio Nazionale<br />

delle Ricerche di Roma e di Pisa, dell’Università<br />

“La Sapienza”, Dipartimento<br />

di Scienze della Terra e Dipartimento di<br />

Chimica, dell’Istituto Superiore per la<br />

Conservazione e il Restauro del MIBAC e<br />

la collaborazione dello staff scientifico<br />

serbo, il cratere è oggi finalmente restaurato,<br />

visibile in tutto il suo splendore, superbo<br />

manufatto di un’officina greca attiva<br />

tra la fine del VI e l’inizio del V secolo<br />

a.C. Ritrovato a Trebenište, nei pressi di<br />

Ocrida, da una missione archeologica jugoslava<br />

nel 1931, il ‘Magnifico Cratere’ è<br />

documento altissimo della toreutica greca<br />

arcaica, insieme ad un analogo recipiente<br />

proveniente dalla medesima necropoli, ora<br />

presso le collezioni del Museo Archeologico<br />

di Sofia, in Bulgaria. Sorprendenti e<br />

rivoluzionari sono gli esiti scientifici del<br />

restauro, inerenti l’identificazione dell’area<br />

culturale di pertinenza del cratere e<br />

l’ubicazione dell’officina bronzistica in cui<br />

è stato prodotto. La mostra e il catalogo<br />

ne danno ampio riscontro, attraverso una<br />

serie di immagini realizzate durante le varie<br />

fasi di studio e di restauro. A completare<br />

la ricerca e le indagini svolte sul ‘Magnifico<br />

Cratere’ saranno presenti in mostra<br />

altri due crateri bronzei coevi, di manifattura<br />

magno-greca, splendidi esemplari<br />

culturalmente e tecnicamente prossimi al<br />

vaso di Belgrado, conservati nel Museo Archeologico<br />

‘Pietro Griffo’ di Agrigento e<br />

nel Museo Archeologico del Vetere.<br />

Info www.quirinale.it<br />

M.Lin, THE COLOUR IS BRIGHT THE BEAUTY IS GENEROUS Centro Pecci, Prato 2010 © Massimo Listri<br />

Michael Lin<br />

THE COLOUR IS BRIGHT<br />

THE BEAUTY IS GENEROUS<br />

Il Centro per l’arte contemporanea<br />

Luigi Pecci di Prato presenta The<br />

colour is bright the beauty is generous,<br />

la prima grande retrospettiva dell’artista<br />

taiwanese Michael Lin. La mostra<br />

– in corso dal 17 ottobre 2010 al<br />

13 febbraio 2011 - è curata da Marco<br />

Bazzini, Direttore artistico del Centro<br />

Pecci, e Felix Schöber, in collaborazione<br />

con l’Atelier di architetti giapponesi<br />

Bow Wow. Le sale del Centro per<br />

l’arte contemporanea Luigi Pecci ancora<br />

una volta diventano luogo di<br />

sperimentazione per un nuovo approccio<br />

alla fruizione dell’arte contemporanea,<br />

quello che ha promosso nel<br />

mondo l’artista taiwanese Michael Lin,<br />

indiscusso rappresentante della scena<br />

artistica a partire dagli anni Novanta.<br />

Come anticipa il titolo della mostra,<br />

Lin fa della propria arte un dono da<br />

condividere generosamente con il visitatore,<br />

lo invita a entrare nell’opera,<br />

lo promuove a protagonista delle proprie<br />

installazioni, lo incanta in una<br />

esperienza che supera il solo atto del<br />

guardare.Questo gesto permette all’artista<br />

di mettere in scena un gioco complesso<br />

tra pubblico e privato, modernità<br />

e tradizione al centro dei quali c’è<br />

l’appropriazione di elementi di origine<br />

anonima e quotidiana tratti dalla<br />

popular culture. Michael Lin è celebre<br />

per i suoi grandi dipinti a parete e su<br />

pavimento ispirati ai motivi floreali dei<br />

tessuti taiwanesi e giapponesi con cui<br />

ha rinnovato l’idea di spazio espositivo<br />

come piattaforma del discorso sociale<br />

e come spazio per l’interazione umana.<br />

Michael Lin si discosta dal concetto<br />

di arte come oggetto da guardare e<br />

approda all’estetica come esperienza di<br />

spazi al cui centro si trova lo spettatore.<br />

Ingrandendo e moltiplicando i motivi<br />

decorativi in dimensioni ambientali,<br />

Lin va oltre la classica opposizione<br />

del modernismo tra bello e sublime,<br />

trasformando un oggetto di produzione<br />

artigianale e industriale in<br />

un’esperienza sublime in cui coinvolgere<br />

lo spettatore.<br />

Alla mostra di Prato, la prima personale<br />

che ripercorre a tappe l’intera sua<br />

carriera, Lin ha invitato a collaborare<br />

agli allestimenti, secondo un processo<br />

a lui abituale, gli architetti giapponesi<br />

Atelier Bow-Wow che attualmente rappresentano<br />

il Giappone alla Biennale<br />

dell’Architettura 2010 a Venezia.<br />

Info 0574 5317<br />

ARTECULTURA 19


LETTERA DA<br />

ANNECY (FRANCIA)<br />

di Milena Milani<br />

Non sapevo bene dove fosse Annecy<br />

anche se mi ero preparata al viaggio<br />

cercando notizie su Internet. Con me<br />

c’era la scultrice Michela Savaia, e suo<br />

marito Mariano guidava la macchina.<br />

Andavamo nelle Alpi francesi poco<br />

distanti dal Monte Bianco, per una<br />

manifestazione culturale e benefica: il<br />

gemellaggio tra Annecy e Savona,<br />

organizzato dai Lions Club delle due<br />

città a favore del Bénin in Africa, dove<br />

la mortalità infantile e l’analfabetismo<br />

sono molto elevati. A questa impresa si<br />

erano aggiunti il Lions Club di Bayreuth<br />

in Germania e quello di Parakou del<br />

Bénin, per procurare i fondi necessari a<br />

un Centro di sanità nel quartiere più<br />

povero di Parakou stesso. Il Lions Club<br />

Annecy Doyen aveva anche ideato un<br />

progetto per coinvolgere quattro<br />

importanti artisti dei singoli Paesi<br />

affinché presentassero opere in<br />

ceramica o su tela, dalle quali sono<br />

state tratte serigrafie numerate e firmate,<br />

vendute per sostenere il Centro di sanità.<br />

Il risultato ha superato le aspettative,<br />

c’è stata una mostra alla Galerie Chantal<br />

Melanson, con festeggiamenti vari,<br />

attraverso i quali gli invitati si sono resi<br />

conto della bellezza e delle attrazioni<br />

di Annecy. La città, al bordo del Lago<br />

omonimo, è davvero affascinante, tanto<br />

che è chiamata la Venezia delle Alpi.<br />

La sua storia risale a secoli lontani (nel<br />

2010 c’è stato il 150esimo anniversario<br />

dell’unione della Savoia alla Francia)<br />

nei quali il Lago è rimasto punto focale<br />

di incontri, sin dal Medioevo. Le strade<br />

di Annecy, soprattutto nell’antico<br />

borgo, l’ultimo sabato di ogni mese,<br />

sono ricolme di gente, perché c’è il<br />

Mercato dell’Arte, nel quale moltissimi<br />

artisti espongono le proprie opere. Il<br />

commercio con i suoi mercati, il brusio,<br />

gli scambi, i balli, i suoni, le luci, i<br />

festival di chitarra e soprattutto le<br />

20 ARTECULTURA<br />

montagne intorno al Lago, o le case<br />

dagli archi e dalle facciate colorate, i<br />

canali nella città vecchia, i castelli<br />

imponenti, un campanile barocco, un<br />

lavatoio, i favolosi formaggi, la<br />

ceramica, i concerti nelle chiese, gli<br />

artigiani, tutto questo è Annecy, arte e<br />

storia. Francesco di Sales (patrono dei<br />

giornalisti e degli scrittori) prima di<br />

diventare Santo nel 1661 qui ebbe la<br />

residenza. Oggi la città è designata dal<br />

Comitato Internazionale Olimpico alla<br />

candidatura dell’organizzazione dei<br />

giochi olimpici nell’inverno 2018.<br />

Passato e presente si intrecciano, sono<br />

felice di vedere esposto il mio pannello<br />

in ceramica, eseguito a Albisola<br />

all’Atelier Savaia, e le mie serigrafie,<br />

insieme ai lavori degli altri tre artisti,<br />

di cui quello di Litzler è stato murato al<br />

Priamar a Savona. La Venezia delle<br />

Alpi è stata anche la città del filosofo<br />

illuminista Jean-Jacques Rousseau,<br />

l’autore delle Confessioni, che vi ha<br />

vissuto a lungo. Mentre con gli amici<br />

assistiamo ai fuochi artificiali, e cielo e<br />

Lago si illuminano di bagliori, penso ai<br />

serigrafia milani<br />

bambini del Bénin. Come sarebbero<br />

felici di vedere le api in una esposizione<br />

dedicata al miele. Quell’infanzia<br />

africana, che non possiede niente, deve<br />

essere aiutata. I Lions di Annecy,<br />

Savona, Bayreuth, Bénin hanno dato il<br />

buon esempio. In Italia, a Albisola,<br />

sempre all’Atelier Savaia, sono stati<br />

presentati il pannello in ceramica di<br />

Patrick Litzler e anche il mio. Abbiamo<br />

parlato di cultura, di poesia, di<br />

Napoleone III e dell’Imperatrice<br />

Eugenia quando Annecy inventò per<br />

loro, in visita alla città , nel 1860 una<br />

accoglienza di tipo veneziano, che poi<br />

si chiamò la Festa del Lago. L’imperatrice<br />

ne fu conquistata, cosicché<br />

quella celebrazione continuò nel tempo,<br />

sino a oggi e oltre, sempre al cospetto di<br />

spettatori entusiasti. Una lunga<br />

tradizione sontuosa e notturna, canti e<br />

sinfonie sul Lago, serenità e amore per<br />

la vita, con in mente il bene, gli aiuti a<br />

chi soffre. “Vivere con sincerità la<br />

carità” sono parole di San Francesco di<br />

Sales che non bisogna dimenticare.


Presentato a Palazzo Isimbardi il volume<br />

“150 anni di opere e arte. I Tesori della<br />

Provincia di Milano”<br />

Il prezioso volume storiografico presentato<br />

a Palazzo Isimbardi di 146 pagine<br />

formato 24,5x29 e copertina cartonata,<br />

annovera i percorsi artistici della Provincia<br />

di Milano dal 1860 ad oggi e completa<br />

le iniziative per celebrare i “150<br />

anni di opere e arte. I Tesori della Provincia<br />

di Milano”. Presenti l'On. Guido<br />

Podestà, Presidente della Provincia di<br />

Milano e Novo Umberto Maerna, Vice<br />

Presidente e Assessore alla Cultura, Beni<br />

ed Eventi Culturali, e i curatori del volume<br />

Nicoletta Colombo, Stefano B.<br />

Galli, Rosanna Pavoni, Elena Pontiggia<br />

e Roberta Valtorta. Dunque un<br />

secolo e mezzo di storia nella quale si<br />

rispecchia a tutta idea l’animazione per<br />

l’Italia unita. E la veradicità della Lombardia<br />

come territorio fertile d’iniziativa<br />

in cui primeggia per vocazione di<br />

persone e di territori l’intraprendenza al<br />

lavoro il contesto nel quale l’arte è stata<br />

artifice della reale iniziativa creativa.<br />

Infatti, la Provincia di Milano primeggia<br />

di una collezione di dipinti, sculture,<br />

fotografie acquisite nel tempo dalla<br />

storica istituzione milanese o di restauri<br />

il cui arco va dal 1400 ai nostri giorni<br />

.«Il volume consente di “riappropriarsi”<br />

della nostra storia, della nostra cultura e<br />

Sopra a sinistra: MANIFATTURA FRANCESE,<br />

Trionfo di Bacco (terzo quarto XVIII sec.)<br />

A destra: Carlo Prada, BAGNANTI, 1940<br />

Olio su tela, cm. 117x146<br />

Sotto: Attilio Alfieri, IL PORTINAIO DI VIA<br />

SOLFERINO 11, 1933, Olio su tela, cm. 80x65<br />

di conoscere il patrimonio di eccezionale<br />

valore che la Provincia di Milano desidera<br />

condividere con i cittadini e con<br />

le comunità locali. – ha dichiarato il<br />

Presidente della Provincia di Milano,<br />

On. Guido Podestà - Il libro, inoltre,<br />

rappresenta un’occasione per ricordarci<br />

l’importante e preziosa funzione svolta<br />

da questa Amministrazione dall’anno<br />

della sua nascita, 1860 a oggi.<br />

«Vorremmo inoltre che tutti – ha proseguito<br />

Novo Umberto Maerna, Vice Presidente<br />

e Assessore alla Cultura – nel<br />

vedere le opere che la Provincia ha conservato<br />

e mantenuto con passione, fossero<br />

mossi dal sentimento che il poeta<br />

Giuseppe Ungaretti descrisse magistralmente<br />

con le seguenti parole: “Il miracolo<br />

dell’arte non è il linguaggio, ma<br />

la tensione che lo anima”. Ecco perché<br />

abbiamo voluto che i cittadini di Milano<br />

e della Provincia potessero accostarsi<br />

a un patrimonio che appartiene a ciascuno<br />

di essi».<br />

Il volume storiografico presentato, non<br />

è in vendita ma disponibile in consultazione<br />

presso la Biblioteca Isimbardi e<br />

presso quelle scuole, biblioteche e associazioni<br />

che ne faranno richiesta. In preparazione<br />

una guida più agile di 63 pagine,<br />

formato 15x21, che verrà distribuita<br />

gratuitamente presso la Biblioteca<br />

Isimbardi agli utenti della stessa nonché<br />

a chi partecipa alle visite guidate a<br />

Palazzo Isimbardi.<br />

Info 02/7740.4343<br />

per gruppi 02/7740.2895<br />

per il pubblico: tel.02774063.04/05<br />

www.provincia.milano.it/cultura<br />

ARTECULTURA 21


Presentato nel Ridotto dei Palchi al Teatro alla Scala il libro<br />

La Scala di Napoleone.<br />

Spettacoli a Milano 1796-1814<br />

di Vittoria Crespi Morbio<br />

edito dagli Amici della Scala-Allemandi - Collana Sette dicembre<br />

L’evento scaligero vede il suo momento<br />

di una degna quanto storica presentazione,<br />

il 24 novembre alle ore 18<br />

come annunciato nel Ridotto dei Palchi<br />

“Arturo Toscanini” Teatro alla Scala<br />

gremito per l’occasione. Un pubblico<br />

attento ed aperto alle considerazioni<br />

canore-musicali che vede l’inizio<br />

della serata dopo l’introduzione della<br />

Anna Crespi Morbio, presidente degli<br />

Amici della Scala e della storica<br />

curatrice del nuovo volume scaligero<br />

Vittoria Crespi Morbio edito dagli<br />

Amici della Scala-Allemandi, Collana<br />

Sette dicembre.<br />

Momento a cui fa seguito il programma<br />

musicale con Pretty Yende. Nata<br />

in Sud Africa, ha conseguito la Laurea<br />

Specialistica in Canto Lirico presso<br />

l’Università della capitale e riscuote<br />

unanime ovazione alla sua prestazione<br />

canora che canta arie di Gioacchino<br />

Rossini e Vincenzo Bellini. Di Rossini,<br />

Bel raggio lusinghier da “Semiramide”<br />

e di V. Bellini, Cari compagni... Come<br />

per me sereno da “La Sonnanbula”. In<br />

armonia al pianoforte invece la bella<br />

prestazione di James Vaughan pianista<br />

accompagnatore e maestro preparatore.<br />

Laureato in Composizione e<br />

Musicologia presso il Trinity College<br />

di Dublino, perfezionatosi come solista<br />

al Trinity College di Londra, collabora<br />

in piena sintonia musicale con la<br />

prestazione canora di Pretty Yende.<br />

Il tutto nello spirito preparativo dei<br />

festeggiamenti dei centocinquant’anni<br />

di Unità dell’Italia, percorso del quale<br />

il Teatro alla Scala è stato sempre<br />

partecipe con vivace patriottismo.<br />

Ma quando comandava Napoleone nel<br />

teatro milanese succedevano importanti<br />

avvenimenti, ai quali ha ben guardato<br />

la storica degli Amici della Scala<br />

Vittoria Crespi Morbio. Così alla ribalta<br />

il suo nuovo libro dal titolo La Scala<br />

di Napoleone. Spettacoli a Milano<br />

22 ARTECULTURA<br />

1796-1814 che ha ottenuto anche la<br />

concessione del logo ufficiale delle celebrazioni<br />

nazionali per il 150° anniversario<br />

dell’Unità d’Italia.<br />

L’inizio dell’evento storico scaligero<br />

avviene il 15 maggio 1796, allorché il<br />

generale Bonaparte fa il suo ingresso<br />

a Milano e la Scala si illumina a festa.<br />

Il 26 dicembre - data che a lungo rimarrà<br />

quella della inaugurazione della<br />

stagione - viene offerta gratuitamente<br />

al pubblico la tragedia repubblicana<br />

Il Bruto milanese. Nel febbraio 1797<br />

va in scena un irriverente Ballo del<br />

Papa, con un pontefice che calza il<br />

berretto frigio...<br />

La Scala è scanzonata come l’epoca che<br />

sta vivendo, all’insegna del gusto frivolo<br />

di Joséphine de Beauharnais (le<br />

cui scollature saranno prontamente<br />

censurate al ritorno degli Absburgo).<br />

E la Scala divenne solenne e maestosa<br />

anche per celebrare ricorrenze, vittorie,<br />

paci e trattati. Tra il pubblico<br />

d’allora c’è il liceale Alessandro<br />

Manzoni, Stendhal frequenta la platea<br />

e i camerini di cantanti e ballerine,<br />

il ragazzo Gioacchino Rossini vede<br />

rappresentate le sue prime opere buffe.<br />

La storia si riflette nel teatro, e il<br />

teatro si proietta, come mai prima, nella<br />

dimensione della storia. Date, dati,<br />

cifre, personaggi, ricorrenze, fatti,<br />

aneddoti compaiono per la prima volta<br />

in questo libro strenna che, secondo<br />

la tradizione degli Amici della Scala,<br />

prima di arrivare in libreria verrà offerto<br />

in Teatro la sera della inaugurazione<br />

lirica, il 7 dicembre.<br />

Un Teatro alla Scala di grandi eventi<br />

che si avvicina ai 250 anni di vita artistica<br />

e che nasce sulle ceneri del Teatro<br />

Ducale nel 1776 per volontà dell’Imperatrice<br />

Maria Teresa d’Austria<br />

e viene inaugurato nel 1778 con<br />

Europa riconosciuta di Antonio<br />

Salieri. Un’eco anticipatrice che, in<br />

Ferruccio Soleri, Anna Crespi Morbio e Luciana<br />

Savignano (foto Gerardo Pizzocari)<br />

Il celebre contralto in una stampa di L. Rados su<br />

disegno di F. Scotto; Marchesi in una stampa di<br />

L.Schiavonetti su disegno di R.Cosway<br />

Milano, Civica Raccolta delle Stampe A.Bertarelli<br />

sottotono critico, pareva già allora intuire<br />

la necessità di un’Europa unita,<br />

oggi, al contrario, tanto divisa. Così a<br />

titolo informativo per i lettori il nome<br />

del Teatro alla Scala origina, dal luogo<br />

sul quale il teatro viene costruito,<br />

su progetto dell’architetto Giuseppe<br />

Piermarini: il sito della chiesa di Santa<br />

Maria alla Scala. E nel 1812, con<br />

l’avvento di Rossini (La pietra del paragone),<br />

la Scala diventa il luogo deputato<br />

del melodramma italiano, della<br />

sua evoluzione lungo un secolo della<br />

sua tradizione esecutiva fino ai nostri<br />

giorni. Le coreografie di Salvato-


NAPOLEONE<br />

BONAPARTE:<br />

IL RITRATTO<br />

DEL POTERE<br />

Isola D’Elba<br />

Sino al 26 febbraio 2011<br />

La soprano Pretty Yende e il pianista James Vaughan<br />

(foto Gerardo Pizzocari)<br />

James Vaughan, Vittoria Crespi Morbio e Pretty Yende<br />

( foto Carla De Bernardi)<br />

San Napoleone Martire<br />

Il Santo del IV secolo è celebrato in gran pompa a S.<br />

Ambrogio il 16 agosto 1807. La Scala restaurata riapre<br />

la sera stessa con la cantata S. Napoleone di Mayr<br />

S. Napoleone Martire con il volto del Sovrano<br />

Stampa di F. Silvani su disegno F. Scaramuzza<br />

Milano, Civica Raccolta delle Stampe A.Bertarelli<br />

Il giovane Rossini al suo debutto alla Scala<br />

Rossini ritratto da Vincenzo Camuccini<br />

Museo teatrale alla Scala<br />

re Viganò (1769-1868) e di Carlo<br />

Blasis (1795-1878) estendono il primato<br />

artistico del Teatro al balletto. Nel<br />

1839,Oberto, Conte di San Bonifacio<br />

apre l’era di Giuseppe Verdi (1813-<br />

1901) che diviene il compositore più<br />

noto nella storia del Teatro alla Scala.<br />

con il Nabucco (1842). (Marpanoza)<br />

LA SCALA DI NAPOLEONE.<br />

- Spettacoli a Milano 1796-1814 -<br />

Collana Sette dicembre, 200 pagine, 150<br />

illustrazioni a colori con testi di Vittoria<br />

Crespi Morbio, Matteo Collura, Alain<br />

Pillepich, Ediz. Amici della Scala - Umberto<br />

Allemandi & C. - Prezzo Euro 35,00.<br />

Una nuova stella: Isabella Colbran<br />

Il contralto spagnolo delude al suo debutto alla Scala<br />

nel Coriolano di Nicolini (26 dicembre 1808), ma<br />

nell’Ifigenia in Tauride di Federici rapisce il<br />

pubblico, Teatro alla Scala, 28 gennaio 1809<br />

Heinrich Schmidt, ritratto della cantante Isabella<br />

Angela Colbran, 1817 - Milano, Museo teatrale alla Scala<br />

I mecenati del libro<br />

LA SCALA DI NAPOLEONE.<br />

Spettacoli a Milano 1796-1814<br />

BMW GROUP ITALIA - ALLIANZ - BASF<br />

ITALIA - BOSCH ITALIA - FONDAZIO-<br />

NE BERTI PER L’ARTE E LA SCIENZA -<br />

FONDAZIONE ROTARY CLUB MILA-<br />

NO PER MILANO - ITALCEMENTI -<br />

PROFED ITALIANA - ROLEX ITALIA -<br />

SISAL - UBM BISINESS SERVICE<br />

Auguste-Dominique Ingres,<br />

Ritratto di Napoleone Bonaparte Primo Console<br />

Interamente dedicata all’iconografia<br />

napoleonica, la mostra presenta una ricca<br />

selezione di stampe provenienti dalle<br />

collezioni del Museo Nazionale delle<br />

Residenze Napoleoniche dell’isola d’Elba<br />

ed è incentrata sul ritratto napoleonico<br />

nella duplice chiave di lettura dell’eroe e<br />

dell’anti-eroe, entrambe funzionali alla<br />

costruzione, alla diffusione ed al consolidamento<br />

della fama del generale<br />

imperatore.Dagli esordi come condottiero<br />

agli ultimi anni dell’esilio a Sant’Elena, i<br />

visitatori potranno ammirare una serie di<br />

ritratti ufficiali in cui Napoleone è<br />

raffigurato nelle diverse fasi della sua<br />

vita. Alla ritrattistica ufficiale di<br />

Napoleone la mostra contrappone le<br />

produzioni satiriche che, pur essendo già<br />

diffuse soprattutto in Inghilterra durante<br />

la sua ascesa al potere, divennero<br />

maggiormente diffuse e feroci in seguito<br />

all’abdicazione, dell’11 aprile 1814 a<br />

Fontainebleau. Uno spazio privilegiato<br />

al soggiorno elbano di Napoleone, chiave<br />

di volta tra la storia dell’imperatore e<br />

dell’esule. Le stampe esposte relative ai<br />

300 giorni trascorsi da Napoleone all’Elba<br />

sono di notevole pregio artistico, di grande<br />

interesse storico e di estrema rarità, tanto<br />

che esemplari analoghi sono conservati in<br />

importanti musei, quali il British Museum<br />

di Londra, e nelle più ricche collezioni di<br />

stampe, quali la Coll. Bertarelli di Milano.<br />

Info napoleonemuseo@gmail.com<br />

ARTECULTURA 23


L’AVVENTURA<br />

DEL VETRO<br />

Venerdì 21 gennaio si inaugura negli<br />

Spazi della Bomben di Treviso la mostra<br />

ATLANTE TREVIGIANO.Cartografie<br />

e iconografie di città e di territorio<br />

dal XV al XX secolo, organizzata<br />

dalla Fondazione Benetton Studi<br />

e Ricerche. Il Nucleo espositivo è costituito<br />

dalla Collezione Vianello Bote,<br />

una raccolta di stampe della città e del<br />

territorio di Treviso. I documenti<br />

iconografici e cartografici sono al centro<br />

non solo di una esposizione, ma di<br />

una più vasta operazione culturale<br />

volta alla restituzione di ogni singolo<br />

documento al contesto organico di appartenenza,<br />

per allargare lo sguardo<br />

conoscitivo alla storia europea e alla<br />

rappresentazione dei luoghi. Pertanto<br />

una rassegna all’interno della quale il<br />

rapporto tra Storia ed arte, considerato<br />

dal punto ristretto ma privilegiato<br />

di una situazione di “provincia” è<br />

quanto mai coinvolgente. Si offrono<br />

così spunti per una indagine, sia pure<br />

ATLANTE<br />

TREVIGIANO<br />

Cartografia e Territorio<br />

dal XV al XX secolo<br />

Piastrina millefiori Venezia - Giovanni Battista Franchini, 1846. Museo del Vetro, Murano<br />

Venezia, Museo Correr<br />

11 dicembre 2010 - 25 Aprile 2011<br />

Organizzata cronologicamente in quattro<br />

sezioni - vetri archeologici; dal XV<br />

al XVIII secolo; XIX secolo, XX secolo<br />

- e con oltre trecento opere esposte,<br />

la grande rassegna al Correr ripercorre<br />

tutte le tappe della straordinaria “avventura<br />

del vetro” a Venezia, dall’arrivo<br />

in laguna, in età classica, di vetri<br />

provenienti da aree anche lontane, fino<br />

al connubio sempre più stretto tra vetro<br />

e design che rappresenta il presente<br />

e il futuro della produzione vetraria<br />

muranese. Quanto il vetro sia connaturato<br />

a Venezia lo conferma la sezione<br />

d’apertura della mostra che presenta<br />

un’inedita sequenza di vetri antichi<br />

recuperati dai fondali della laguna<br />

e tra la sabbia dei canali della<br />

città. Disseminati per casi fortuiti, per<br />

la caduta in mare dei carichi o semplicemente<br />

per l’eliminazione di manufatti<br />

non più integri. Questi capola-<br />

24 ARTECULTURA<br />

vori fragilissimi, di fattura spesso raffinatissima,<br />

saranno esposti per la prima<br />

volta al pubblico dopo essere emersi<br />

dalla coltre d’acqua che li ha preservati<br />

per secoli. Fanno parte di questa<br />

sezione anche i vetri archeologici<br />

identificabili con la Collezione Manca,<br />

che faranno mostra di sé non tanto<br />

con la funzione di “archivio di memoria”<br />

quanto oggetti d’ispirazione per<br />

quella che sarà destinata a diventare<br />

un’attività simbolo di Venezia. Furono<br />

queste forme ad influenzare il gusto<br />

dei maestri vetrai veneziani per<br />

buona parte dell’Età dell’Oro del vetro<br />

a Venezia, dal Quattrocento a tutto<br />

il Seicento quando i vetri veneziani<br />

erano contesi e copiati. A quest’importante<br />

periodo la mostra riserva una serie<br />

ricchissima di capolavori. Una storia,<br />

quindi ricca di straordinarie suggestioni<br />

storiche e culturali.<br />

Info 848082 000<br />

virtuale, su una realtà quotidiana che<br />

partendo dal XV secolo giunge sino al<br />

XX secolo. Oltre al centinaio di<br />

cartografie della città e del territorio<br />

di Treviso vengono esposti una cinquantina<br />

di atlanti originali, libri geografici<br />

e cartografie in fogli singoli<br />

provenienti da istituzioni pubbliche e<br />

collezionisti privati, per riproporre<br />

l’organicità del fenomeno atlantico che<br />

ha caratterizzato la produzione<br />

cartografica europea per quasi quattro<br />

secoli. Saranno inoltre allestite alcune<br />

cartografie di grandi dimensioni e<br />

visualizzazioni multimediali, per<br />

evidenziare in sequenza temporale<br />

soprattutto le diverse modalità culturali<br />

e grafiche dei topografi. La mostra<br />

inoltre offre l’occasione per vedere<br />

da vicino inediti, opere mai uscite<br />

dalle collezioni private o dagli archivi<br />

pubblici. Tra i documenti più<br />

suggestivi presenti si segnala il Liber<br />

Chronicarum di Hartmann Schedel<br />

(1493) la Grande Mappa Catastale<br />

Napoleonica di Treviso (18119) e la<br />

Veduta panoramica di Antonio Monterumici<br />

(1917). Info 0422 5121


L’ITALIA<br />

S’E’ DESTA<br />

1945-1953<br />

Arte Italiana<br />

del Secondo Dopoguerra<br />

Arte italiana tra il ’45 e il ’53, ovvero gli<br />

otto anni in cui davvero l’Italia s’è desta,<br />

il tempo più vivace, magmatico, contrastato<br />

di tutto il nostro Novecento.<br />

Il progetto di mostra curato da Claudio<br />

Spadoni, promosso dall’Assessorato alla<br />

Cultura del Comune di Ravenna e dal<br />

Museo d’Arte della città, con il sostegno<br />

della Fondazione Cassa di Risparmio di<br />

Ravenna, in programma nelle sale del Mar<br />

dal 13 febbraio al 26 giugno 2011, ha l'ambizione<br />

di ricostruire tutte le diverse fasi<br />

delle vicende artistiche dalla fine del secondo<br />

conflitto mondiale alla grande mostra<br />

di Picasso in Italia del 1953, a Roma<br />

Renato Guttuso, LA ZOLFARA<br />

e poi a Milano, che, per molti aspetti, segna<br />

uno spartiacque fra il dopoguerra del<br />

rinnovamento, dei dibattiti culturali, della<br />

costituzione di gruppi e movimenti, e la<br />

seconda parte degli anni Cinquanta. Per<br />

la prima volta verrà offerto un quadro complessivo<br />

di quelle stagioni cruciali della<br />

storia artistica italiana. Un fermo immagine<br />

che registra non solo il nuovo che<br />

ribolle, ma anche la vitalità di ciò che il<br />

montare di quest’ansia di modernità europea<br />

andava relegando ad una ingiustificata<br />

considerazione marginale, ovvero le opere<br />

ultime, eppure spesso sorprendentemente<br />

felici, dei grandi protagonisti della prima<br />

metà del secolo: da Morandi a De Pisis, da<br />

Balla a Carrà, da Casorati a De Chirico,<br />

da Martini a Marini e Manzù. Maestri, non<br />

ancora scomparsi, dei quali viene documentato<br />

il lavoro di quegli anni, fra storia e attualità.<br />

Ma L’Italia s’è desta: 1945-1953.<br />

Arte italiana nel secondo dopoguerra è in<br />

primo luogo il racconto del voltar pagina,<br />

un mutar paradigma di una generazione alla<br />

ricerca. Milano, Torino, luoghi di resistenza<br />

degli ultimi anni della guerra, furono insieme<br />

a Roma e Venezia le principali città<br />

nelle quali la vita artistica italiana riprese<br />

impulso. Info 0544 482477/482356<br />

ARTE PER LA NOBILE ARTE<br />

La boxe nella fotografia contemporanea<br />

Li Wei, BOXING, 2009, Digital Print, cm. 176 x 366<br />

La Galleria Jerome Zodo Contemporary<br />

presenta ”box(e)” la collettiva<br />

a cura del critico Gabriele Tinti che accoglie<br />

quattro artisti internazionali -<br />

Sebastian Diaz Morales Ben Grasso,<br />

David Rathman, Denis Rouvre, Wainer<br />

Vaccari e Li Wei – riuniti nello spazio<br />

milanese per esplorare e condividere<br />

il mondo del pugilato esibito al margine<br />

dell'espressione artistica. La mostra<br />

si inaugura giovedì 13 gennaio 2011<br />

alle ore 18.30 presso lo spazio di via<br />

Lambro 7, a Milano (Tel.02 20241935)<br />

Il titolo scelto box(e) ospita e suggerisce<br />

diversi significati linguistici. Privato<br />

della (e), ridotto a box, a contenitore,<br />

rimanda inevitabilmente all'identità<br />

semantica della galleria, quale luogo<br />

di forme ed esperienze artistiche,<br />

teatro dell'azione, spazio di relazioni e<br />

di progetti partecipativi fra il pubblico<br />

e le opere d'arte. La versione estesa<br />

boxe, invece, si riferisce esplicitamente<br />

al pugilato, alla disciplina che ha<br />

rappresentato l’attivante per gli artisti<br />

selezionati e l’orizzonte tematico entro<br />

il quale sono stati riuniti.<br />

La e posta tra parentesi non si limita,<br />

infine, a rappresentare un espediente<br />

lessicale per giocare coi significati, ma<br />

vuole essere il riferimento alla prima<br />

mostra, (ex)communicate, con la quale<br />

la Jerome Zodo Contemporary ha<br />

inaugurato la propria attività. box(e),<br />

infatti, cade a un anno esatto dall’apertura<br />

e da quella prima mostra, confermando<br />

la linea di ricerca della galleria<br />

e celebrandone simbolicamente il primo<br />

anno d’attività. Gli artisti coinvolti<br />

hanno ragionato, ognuno in modo<br />

diverso, su tutto quanto detto e su molto<br />

altro ancora. Il progetto box(e) non si<br />

esaurisce, però, nella mostra, affinché<br />

il viaggio all’interno della boxe sia<br />

davvero tale e la mostra partecipativa,<br />

all'inaugurazione si terrà una vera<br />

esibizione di pugilato, durante la quale<br />

due dei migliori pugili del momento<br />

in Italia, Carel Sandon e Antonio<br />

Moscatiello, si confronteranno dal<br />

vivo. A bordo ring presenzieranno<br />

quattro dei più importanti campioni del<br />

mondo di tutti i tempi: Sumbu Kalambay,<br />

Nino Benvenuti, Rocky Mattioli<br />

e il campione del mondo di questi<br />

ultimi anni, Giacobbe Fragomeni. Per<br />

l'occasione sarà anche presente il<br />

Dolce&Gabbana Thunder Italian<br />

Boxing Team. La galleria, intesa come<br />

uno spazio solitamente deputato esclusivamente<br />

e rigorosamente a degli<br />

eventi d’arte, attraversato da un pubblico<br />

elitario, diventa uno luogo di dialogo<br />

vero, dove ciò che è sempre stato<br />

considerato “alto” (il sistema dell’arte)<br />

viene unito a ciò che è sempre stato<br />

posto in “basso” (lo sport, le affezioni<br />

e le logiche del corporale). Nella convinzione<br />

che l’arte non sia qualcosa di<br />

“pertinente alle scienze umane, ma<br />

qualcosa di fisico come le impronte<br />

digitali” (Gottfried Benn). La significativa<br />

rassegna milanese offre un nuovo<br />

sguardo estetico e riflessivo sul<br />

mondo violento e creativo della box a<br />

cui il linguaggio sintetico e plastico<br />

della fotografia offre una sua poetica e<br />

pertinente interpretazione.<br />

Aoristias<br />

ARTECULTURA 25


Rafael<br />

Espada<br />

L’interrogativo<br />

di un dibattito<br />

Milano, 26 ottobre 2010. Sala Olimpia<br />

<strong>Artecultura</strong>. L’inaugurale esposizione<br />

avviene alla presenza di un attento<br />

pubblico e amici di Rafael Espada che<br />

seguono da tempo il suo percorso pittorico.<br />

Una mostra che prende apertura<br />

con l’introduzione critica del dott.<br />

Teodosio Martucci anche curatore della<br />

stessa, rilevando come la tipologia<br />

pittorica di Espada sia una tematica che<br />

nell’orientamento informale dello stile<br />

e della poetica della sua composizione<br />

di olii in tecnica mista persevera<br />

con una costante intuizione l’incontro<br />

tra l’uomo e la sua civiltà. Un dipinto<br />

che si realizza su un fondo rosso<br />

in armonia di personaggi e cose che<br />

rispecchiano la realtà vissuta dalla nostra<br />

cultura. Una pittura pertanto che<br />

si manifesta sul piano dell’avanguardia<br />

nella quale idee e simbologia diventano<br />

scrittura di una ricerca che<br />

punta alla liberazione integrale dell’uomo.<br />

Finalità che si esprime per spinta<br />

di causa e di stimolo poetico che caratterizzano<br />

il dipinto di Espada. Una<br />

considerazione a cui da altri punti di<br />

26 ARTECULTURA<br />

vista e conparazioni di confronto, faceva<br />

riferimento con spigliata chiarezza<br />

di parola il collega pittore e scrittore<br />

di modernità culturale, il prof. Giovanni<br />

Chiara che mediante riferimenti<br />

di richiami tecnici fissava il percorso<br />

creativo vissuto da Espada. Considerazioni<br />

sulle quali faceva in seguito<br />

punto di vista con la personale esperienza<br />

di pittore e architetto di lunga<br />

pratica, Carmine Caputo da Roccanova<br />

al quale poi si aggiungevano<br />

In alto da sinistra, un’opera di Rafael Espada, segue<br />

un momento del pittore in dialogo con i suoi amici<br />

estimatori. Sotto, un momento del vernissage, da sinistra<br />

il critico dott. Teodosio Martucci, Il pittore Rafael<br />

Espada, il collega Carmine Caputo da Roccanova e il<br />

pittore e scrittore Giovanni Chiara.<br />

le più diverse considerazioni sulla pittura<br />

di Espada che unisce per unità comunicante<br />

l’uomo alla società e all’ambiente.<br />

Un’espressione artistica alimentata<br />

da una radice che scava nel<br />

cognitivo della realtà la sua manifestazione<br />

pittorica, l’uomo a cospetto di<br />

mondo.<br />

(Marpanoza)


L'AUTODIDATTA NELLA STORIA<br />

Personaggi, avventure, intuizioni<br />

EDISON<br />

Thomas Edison incominciò la sua carriera<br />

d'inventore a Newark con il tasto telegrafico<br />

a ripetizione e migliorando apparecchiature<br />

telefoniche, ma l'invenzione che<br />

per prima gli fece guadagnare una grande<br />

fama fu il fonografo nel 1877.<br />

Edison e il fonografo<br />

Mentre la registrazione di suoni non<br />

riproducibili era stata ottenuta da Leon Scot<br />

de Martinville (Francia, 1857), e altri contemporaneamente<br />

(degno di nota Charles<br />

Cros) stavano considerando la nozione che<br />

le onde sonore potevano essere registrate e<br />

riprodotte, Edison fu il primo che costruì<br />

un apparecchio che metteva in pratica queste<br />

teorie, e questo fu talmente inaspettato<br />

per la gente comune da apparire quasi magico.<br />

Edison divenne noto come "Il mago<br />

di Menlo Park", dal nome della città del<br />

New Jersey dove risiedeva.<br />

Il suo primo fonografo registrava su sottili<br />

fogli cilindrici di stagno, aveva una bassa<br />

qualità sonora, e distruggeva la traccia durante<br />

la riproduzione tanto che si poteva<br />

ascoltare la registrazione una sola volta. Un<br />

modello riprogettato che usava cilindri di<br />

cera fu prodotto subito dopo da Alexander<br />

Graham Bell. La qualità del suono era ancora<br />

bassa e le riproduzioni erano limitate<br />

per l'usura della traccia di registrazione, ma<br />

l'invenzione divenne popolare. Il grammofono<br />

venne inventato da Emile Berliner nel<br />

1887, ma nei primi anni la fedeltà del suono<br />

era peggiore del cilindri fonografici<br />

messi sul mercato dalla Edison Records.<br />

Menlo Park<br />

Le più importanti invenzioni di Edison avvennero<br />

nel laboratorio di ricerca Menlo<br />

Park, realizzato nella omonima città del New<br />

Jersey. Fu il primo istituto approntato col<br />

preciso scopo di produrre costantemente innovazioni<br />

tecnologiche e di migliorarle.<br />

La maggior parte delle invenzioni diedero<br />

fama ad Edison di inventore, benché egli,<br />

nella maggior parte dei casi, si limitasse a<br />

soprintendere alle operazioni dei suoi impiegati.<br />

Oltre a ciò, va precisato che Edison,<br />

essendo anche abbastanza ricco, acquistava<br />

da altri inventori, scoperte inerenti ad<br />

esempio modifiche al suo fonografo, che<br />

poi, opportunamente perfezionate o modificate<br />

dai suoi collaboratori, venivano successivamente<br />

brevettate a suo nome.<br />

Anche quando la qualità delle invenzioni<br />

non era straordinaria, egli dimostrò abilità<br />

nel brevettarle e nel battere i suoi concorrenti<br />

per il suo ascendente e per la migliore<br />

presentazione sul mercato. Per esempio,<br />

Edison non ha inventato la lampadina elettrica.<br />

Numerosi progetti erano già stati elaborati<br />

da Alessandro Cruto, Joseph Swan,<br />

Henry Woodward, Mathew Evans, James<br />

Bowman Lindsay, William Sawyer e<br />

Heinrich Goebel. Edison riprese le caratteristiche<br />

di questi precedenti lavori ed indirizzò<br />

i suoi dipendenti verso l'obiettivo<br />

di realizzare una lampada che avesse una<br />

durata maggiore.<br />

Dopo aver comprato il brevetto di Woodward<br />

ed Evans del 1875, i suoi impiegati<br />

sperimentarono con un gran numero di<br />

differenti materiali allo scopo di aumentare<br />

la durata delle lampade. Nel 1879 raggiunsero<br />

l'obiettivo di rendere il prodotto<br />

commercializzabile. Mentre i primi inventori<br />

avevano prodotto l'illuminazione elettrica<br />

in laboratorio, Edison fu capace di<br />

portarla nelle case e negli uffici con una<br />

produzione di massa di lampade a lunga<br />

durata e creando un sistema per la generazione<br />

e distribuzione dell'elettricità.<br />

L'era della luce elettrica<br />

Thomas Edison nel 1889.<br />

Nel 1878, diede il nome di "filamento" al<br />

filo che diventa incandescente al passaggio<br />

della corrente elettrica. Nello stesso<br />

anno creò la Edison Electric Light Company<br />

a New York con adeguato sostegno finanziario<br />

(inclusi J.P. Morgan e Vanderbilt).<br />

Edison collegò le lampade in parallelo, cosa<br />

che determina la suddivisione della corrente<br />

elettrica su più circuiti. Con questa configurazione<br />

il guasto di una lampada non<br />

comporta lo spegnimento di tutte le altre<br />

collegate, cosa che avviene se le la loro<br />

connessione viene fatta in serie.<br />

Il 31 dicembre 1879 inaugurò l'illuminazione<br />

ad incandescenza al suono delle fanfare<br />

in Menlo Park (New Jersey).<br />

Il 27 gennaio 1880 registrò il brevetto negli<br />

Stati Uniti per la lampada elettrica ad<br />

incandescenza. Il 13 febbraio 1880 fu il primo<br />

ad osservare l'Emissione termoionica<br />

che venne quindi chiamata Effetto Edison.<br />

L'8 ottobre 1883 l'ufficio brevetti degli Stati<br />

Uniti dichiarò che il brevetto di Edison non<br />

era valido in quanto basato sul lavoro di<br />

William Sawyer. Il contenzioso continuò<br />

fino al 6 dicembre del 1889 quando un giudice<br />

emise una sentenza in cui fu accolto il<br />

suo reclamo (relativo al miglioramento di<br />

"un filamento di carbone ad alta durata").<br />

La ricerca, esposta in A Streak of Luck di<br />

Robert Conot (1979), dimostra che Edison<br />

e i suoi avvocati nascosero informazioni<br />

importanti al giudice eliminando da un taccuino<br />

le pagine relative al periodo 7-21<br />

ottobre 1879. Edison non riuscì a brevettare<br />

la sua lampada nel Regno Unito. Dopo<br />

aver perso la battaglia legale con Joseph<br />

Swan, essi formarono una società (la<br />

"Ediswan") per commercializzare l'invenzione.<br />

Questa impresa e la relativa eredità<br />

tecnologica divennero parte della General<br />

Electric nel 1892. Nel 1880 Edison brevettò<br />

il sistema di distribuzione dell'energia<br />

elettrica. I primi investitori e utenti<br />

della rete furono nel 1882 Pearl Street<br />

Station e New York (USA). Il 25 gennaio<br />

1881 Edison e Alexander Graham Bell formano<br />

la Oriental Telephone Company. Il 4<br />

settembre 1882 Edison attivò il primo sistema<br />

di distribuzione dell'energia al mondo,<br />

fornendo 110 volt in corrente continua<br />

(DC) a 59 utenti nella parte bassa di<br />

Manhattan, attorno al suo laboratorio di<br />

Pearl Street. Sempre nel 1882 Edison creò<br />

la prima centrale elettrica trasformando in<br />

elettricità l'energia creata dalle cascate del<br />

Niagara. Centrali di questo tipo risolsero i<br />

problemi di paesi poveri di carbone, come<br />

l'Italia, dove queste centrali si svilupparono<br />

in Piemonte e in seguito in Lombardia.<br />

Il 19 gennaio 1883 il primo sistema d'illuminazione<br />

elettrica standardizzato che trasportava<br />

l'energia con linee aeree entrò in<br />

servizio a Roselle nel New Jersey. Molto<br />

del lavoro che portò al miglioramento delle<br />

lampade elettriche fu realizzato da uno dei<br />

collaboratori di Edison, Lewis Latimer, un<br />

afroamericano. Riguardo al suo lavoro<br />

Edison prosaicamente disse che il genio è<br />

per l’1% ispirazione e per il 99% traspirazione.<br />

Morì il 18 ottobre del 1931 a West<br />

Orange. Fra i tributi alla Sua memoria da<br />

ricordare un cratere lunare che porta il suo<br />

nome.<br />

(aoristias)<br />

ARTECULTURA 27


Pietro Cascella<br />

ARCHETIPI D’ASTRONOMIA<br />

Pietro Cascella, LA PORTA DELLA SAPIENZA<br />

Roma, Museo Nazionale Romano<br />

17 dicembre 2010 - 20 marzo 2011<br />

La Soprintendenza speciale per i beni<br />

archeologici di Roma riapre dopo due anni<br />

di restauri l’Aula ottagona delle Terme di<br />

Diocleziano, ai più nota come Il Planetario.<br />

Con l’occasione, lo spazio accoglie la<br />

mostra “Pietro Cascella al Planetario. I segreti<br />

del cielo” curata da Elena Pontiggia.<br />

Il binomio non è casuale. Infatti, in molti<br />

ricordano la suggestione del firmamento all'interno<br />

del Planetario che dal giorno della<br />

sua inaugurazione, il 28 ottobre 1928,<br />

detenne a lungo il primato di più grande<br />

d’Europa, grazie all’ampia maglia artificiale<br />

della calotta, sorretta da snelle<br />

colonnine in ghisa, e al proiettore Zeiss, lo<br />

straordinario macchinario donato dalla<br />

Germania all’Italia a parziale riparazione<br />

dei danni della prima guerra mondiale.<br />

Oggi vengono esposte 16 opere dello scultore<br />

scomparso nel maggio del 2008 che<br />

citano, tutte, il tema del cielo. “Sole, luna,<br />

meteore, volte celesti, costellazioni, astri<br />

ricorrono continuamente nella sua scultura,<br />

con valenze insieme complementari e<br />

antitetiche. Ci appaiono come elementi<br />

della natura e come presenze che la oltrepassano,<br />

come fonti di energia e come motivi<br />

di contemplazione, come figure circo-<br />

28 ARTECULTURA<br />

scritte e come segni dell’infinito, come ricordi<br />

di imprese spaziali e come luoghi del<br />

mistero, come oggetto della scienza e come<br />

origine del mito”, scrive Elena Pontiggia.<br />

Il tema dell’universo per Cascella ha sempre<br />

avuto una rilevanza particolare e, più<br />

in particolare, nelle sculture esposte. Lui<br />

stesso definiva “interrogazione “co- smica”<br />

le tante opere in cui aveva affrontato quel<br />

soggetto. “I grandi scultori, quelli dell’antichità,<br />

del passato, erano come i maghi,<br />

parlavano con lo spazio, con l’immensità,<br />

con il mistero. Queste sono le ragioni della<br />

scultura”, ha detto una volta l’artista.<br />

L’allestimento della mostra, realizzato dallo<br />

Studio di Architettura Andrea Mandara con<br />

le opere che si irradiano nel perimetro ottagonale<br />

dell’aula, beneficia del nuovo progetto<br />

illluminotecnico dello Studio Piero<br />

Castiglioni, con Alessandro Grassia. L’illuminazione,<br />

che sarà permanente, è stata<br />

pensata per far apprezzare i recenti restauri.<br />

L’esposizione, pertanto, si presenta<br />

come una panoramica di ampio sguardo<br />

sugli affascinanti rapporti tra scultura ed<br />

astronomia osservati dalla privilegiata prospettiva<br />

di uno dei maggiori scultori italiani<br />

del XX secolo.<br />

Informazioni e visite guidate 06.39967700<br />

L’Interno del Liceo Stale di Brera<br />

ARMONIE<br />

NATALIZIE<br />

Mostra dei Docenti Artisti del Liceo<br />

Artistico di Brera<br />

BALDASSINI - CANNATA -<br />

CATTANEO - COSTA -<br />

FORGIONE - GEROSA -<br />

GIUNTINI - IORI -<br />

JANNELLI - MAZZOTTA -<br />

PUGLISI - RIZZELLO -<br />

SAMBATI - SETTEMBRINI-<br />

STRINGINI - TARA - TRIPO-<br />

DI - ZAPPALA’<br />

Prosegue con significativo impegno artistico<br />

e culturale l’attività del Liceo Artistico<br />

Statale di Brera che si avvale della<br />

sensibile collaborazione del Dirigente Scolastico<br />

Prof.ssa Carla Maria Arienti, del<br />

Presidente del Consiglio d’Istituto, Nicola<br />

Licci e della Commissione Spazio Hajech<br />

di cui fanno parte Matteo Cannata, Pompeo<br />

Forgione, Rossella Guida, Maria<br />

Jannelli, Alfredo Mazzotta, Francesca Pensa,<br />

Marisa Settembrini.<br />

La bella rassegna programmata sino al<br />

22 gennaio sottolinea ulteriormente il<br />

ruolo del liceo che intende contribuire allo<br />

sviluppo complessivo della soggettività dei<br />

giovani in un significativo intreccio tra<br />

didattica, ricerca e creatività, del resto in<br />

linea con le attuali correnti pedagogiche<br />

ed educative che propongono uno stile di<br />

apprendimento di tipo laboratoriale, in<br />

grado di trasformare le conoscenze in stili<br />

intellettuali e modi di essere. Nelle significative<br />

opere esposte si ha modo di<br />

constatare le molteplici varietà espressive<br />

e tecniche delle proposte presentate in<br />

cui al rigore della struttura compositiva<br />

si collega la sensibilità di una chiara visione<br />

poetica.<br />

Aoristias<br />

Informazioni 02 713 443


Il critico Pedro Fiori<br />

anche collaboratore di <strong>Artecultura</strong> ci ha lasciato<br />

Pedro Fiori critico di lunga data, nato<br />

in Argentina è deceduto lo scorso 10<br />

dicembre 2010 all’età di 83 anni nella<br />

sua casa di Milano a seguito un’articolare<br />

malattia degenerativa. Critico militante,<br />

studioso d’arte, filosofia e letteratura<br />

per cui collaboratore di diversi giornali<br />

e riviste tra cui anche <strong>Artecultura</strong>. Rivista<br />

alla quale era particolarmente affezionato<br />

sia per la veste tecnica e lo spirito<br />

culturale che persegue. Pur se da qualche<br />

tempo si era un po’ appartato, tuttavia si<br />

mantenevano i continui contatti anche<br />

per lo stimolo della fraternità che s’era<br />

delineata tra il pensiero del direttore<br />

della rivista Giuseppe Martucci e quello<br />

dello scomparso saggista nell’affinità<br />

progressista della sostanza culturale.<br />

Infatti, Pedro Fiori seguiva con<br />

attenzione le iniziative poetiche di<br />

<strong>Artecultura</strong> come l’AUTODIDATTA e<br />

POESIA PACE. Annuali appuntamenti<br />

culturali ai quali era sempre presente al<br />

dibattito per sottolineare la sua<br />

condivisione ovvero la sua critica<br />

costruttiva. Oltre ai suoi mensili<br />

interventi letterari sulla Rivista riferiti<br />

agli eventi dell’attualità, sapeva bene<br />

illuminare gli aspetti che interessavano<br />

l’opera e il lettore. Una personalità<br />

culturale che tuttavia ha pagato da sempre<br />

la sua scelta d’indipendenza perché fin<br />

troppo consapevole che non si possono<br />

seguire due padroni. Ed è rimasto così<br />

strettamente legato ai duri sacrifici per<br />

studiare in Argentina alternando il lavoro<br />

allo studio quotidiano. Una vita che ha<br />

avuto il suo peso anche nella sua venuta<br />

in Italia nello scegliere la coerenza con il<br />

valore sociale umano e non la comodità.<br />

Il Suo carattere, la Sua statura culturale<br />

non sapeva dimenticare la condizione di<br />

chi soffre, la pulsione che batteva al<br />

centro del Suo cuore ancora prima che la<br />

coscienza ne decidesse la continuità<br />

dell’osservanza umana. Ed era questo<br />

l’aspetto che più lo faceva sentire vicino<br />

al sottoscritto, alle iniziative di<br />

<strong>Artecultura</strong>.<br />

Caro Fiori, Tu sai bene, che vi sono<br />

dolori il cui peso, lo strazio d’animo,<br />

non lo conosce nessuno e che nemmeno<br />

è possibile raccontarlo. Ed avevi ragione<br />

di scrivere nel Tuo testo sulla mia silloge<br />

poetica: IL DISARMO UN DIRITTO<br />

UMANO (Edizione <strong>Artecultura</strong> 1990),<br />

riferito ai versi dei componimenti:<br />

“Desiderio di pane”: “pesa d’assenza/ il<br />

PANE DELLA PACE”. Come in “Le due<br />

Il critico Pedro Fiori con sulla destra Giuseppe Martucci mentre consegna il Diploma di Solidarietà alla<br />

poetessa Maria Chimenti Arena alla manifestazione di Poesia Pace 2002 promossa da <strong>Artecultura</strong>.<br />

madri”: “Due madri con un solo dolore<br />

di mondo / si spensero pietose /<br />

pallidissimamente pallide/singhiozzando<br />

un lutto che le seppellì viventi...”.<br />

Sono, queste, verità che gli bruciano<br />

dentro e deve comunicare per non soffrire<br />

ancora di più (...). La sua è stata una<br />

sofferta - spesso crudele - storia<br />

esistenziale”. Una storia senza fine debbo<br />

oggi soggiungere quando per onestà<br />

d’animo si sceglie la vita del Libero<br />

pensiero. Allora caro Fiori non si hanno<br />

amici veri. L’uomo non ha mai scoperto<br />

se stesso, Tu questo lo avevi capito<br />

benissimo da sempre e quanti ci tentano<br />

di senno a sentirsi consapevoli di entrare<br />

nella crudeltà del dolore senza sentirsi<br />

masochisti, lo devono al coraggio e<br />

all’intelligenza particolarmente innate.<br />

Un fondo dolore che non ha parole e<br />

volti, ma solo verità che ci portiamo<br />

“dentro” e di cui nessuno mai conoscerà<br />

la sua origine e la realtà interiore del suo<br />

drammatico peso.<br />

Non avrei dovuto scrivere queste cose,<br />

ma sono stato tentato dalle Tue parole<br />

che hai sensibilizzato a mio riguardo<br />

nella silloge. Così che fummo uniti nel<br />

pensiero e rimarremo uniti nella polvere.<br />

E questo il destino degli autentici Liberi<br />

pensatori: sentirsi uniti dentro oltre il<br />

terrificante del dolore in difesa del valore<br />

umano privo di finzioni cattedrattiche.<br />

Ti ringrazio pertanto per la decennale<br />

fraternità, per le Tue seguite presentazioni<br />

dei pittori nella sala Olimpia<br />

di <strong>Artecultura</strong>, per le Tue seguite<br />

presenze alle iniziative poetiche di<br />

<strong>Artecultura</strong>. Ti ringrazio sfericamente<br />

per i pensieri scritti e per quelli<br />

rimandati. Non è la nostra anagrafe che<br />

ci unisce ma il valore dell’opera che<br />

nella vita si è costruita e non le vanità di<br />

ogni alterazione mentale. Sarai così<br />

ricordato dai tanti lettori di <strong>Artecultura</strong><br />

che conoscevano e seguivano la Tua<br />

presenza.<br />

Ti ricorderanno come il critico e lo<br />

scrittore aperto al divenire umano della<br />

vita, anche se oggi l’attualità può<br />

sembrare scoraggiante. Ma non sarà così.<br />

Tu sai benissimo che dopo ogni discesa<br />

vi è sempre la risalita. Sarai così ricordato<br />

tutti i giorni da me e dal mio figlio Teo<br />

per l’atmosfera del reciproco rispetto<br />

che vigeva tra noi e stimolava alla fiducia<br />

che, al caso, colorava la collaborazione.<br />

Tu sei stato una parte attiva nel messaggio<br />

di <strong>Artecultura</strong> e pertanto fai parte della<br />

sua storia vera così come ne fanno parte<br />

pittori quali Alfieri, Brindisi e Kodra o<br />

personalità culturali del valore di un<br />

Franco Catalano ovvero un Mario<br />

Spinella che come Te non fecero mai<br />

mancare il loro apporto di specifica<br />

testimonianza verso quella “Cultura per<br />

la pace” che tuttora <strong>Artecultura</strong><br />

persevera. Per cui la morte per noi è solo<br />

una stazione di percorso dove inevitabilmente<br />

siamo destinati ad incontrarci<br />

per vivere l’utopia della libertà dal<br />

bisogno per la quale si è vissuto e sofferto.<br />

Le più semplici e sentite condoglianze<br />

per la Tua Figlia e la Moglie che hanno<br />

perso la loro più cara ed amata persona.<br />

Giuseppe Martucci<br />

ARTECULTURA<br />

29


Paolo Bonetto: UNA DOMENICA AD OVEST DELLA BRIANZA<br />

mostra a Soresina (Cremona), Sala Mostre del Podestà 8-23 gennaio 2011<br />

30 ARTECULTURA


IMMAGINI<br />

&<br />

LUOGHI<br />

Cronache d’arte a cura di Aoristias<br />

dalle opere presentate dai tre artisti, il discrimine<br />

sempre più sfuggente, tra esperienza psicologica<br />

ed esperienza religiosa, alimenta l’evocativa poesia<br />

del linguaggio visivo che significativamente<br />

permea la natura dell’esposizione. Per informazioni<br />

sanfedelearte@sanfedele.net<br />

Splendido Argonauta di Salvatore Sebaste 1997<br />

SEBASTE<br />

Si è svolta nei mesi di settembre-ottobre al Castello<br />

Carlo V di Lecce una prestigiosa antologica<br />

del Maestro Salvatore Sebaste con opere realizzate<br />

dal 1960 ad oggi. Il suo linguaggio espressivo<br />

si caratterizza per una stimolante impulsività<br />

materica e segnica con particolari accensioni<br />

cromatiche e svolgimenti segnici che fanno riferimento<br />

all’area espressionista, informale. Ed all’interno<br />

di questa area culturale il suo percorso creativo<br />

si è mantenuto sostanzialmente fedele, procedendo<br />

quasi con metodo, con aggiornamenti significativi<br />

e rivelatori, ma senza mai sconvolgere ex<br />

abrupto la sua contraddistinta fisionomia stilistica<br />

e psicologica. Se sino alla fine degli anni sessantainizio<br />

del decennio successivo ancora si poteva<br />

avvertire l’eco di una figurazione simbolica,<br />

allusiva tuttavia è sempre dalla trasformazione<br />

della materia che nasce un suo superamento o<br />

meglio una sua radicale trasformazione, sino ad<br />

essere puro e vivente archetipo, come in suggestivi<br />

lavori quali Splendido Argonauta, Totem, Mar<br />

Jonio. Occorre inoltre rivelare come per Sebaste il<br />

contatto con il territorio, con la sua antropologia,<br />

in questo caso l’ambiente salentino-lucano, non è<br />

mai un oggetto di esperimenti d’accademia, ma<br />

una dimensione vivente, sensitiva, quasi con un<br />

gusto apotropaico che rimanda alle suggestione<br />

dell’antica cultura contadina, ma forse ancor prima,<br />

ad un’epoca primitiva e incontaminata. Un linguaggio<br />

visivo, quindi quello di Sebaste, affascinante<br />

e vitale per comprendere il quale sarebbero<br />

di straordinaria pertinenza le opere di Ernesto De<br />

Martino con le sue acutissime indagini sociologiche<br />

sulla cultura contadina della Basilicata.<br />

Un mondo forse scomparso nella sua realtà effettuale,<br />

quanto vivo nell’inconscio, nei sogni e che<br />

Sebaste con le sue magie pittografiche svela e comprende.<br />

RISONANZE<br />

Sino al 15 gennaio alla Galleria San Fedele di Milano,<br />

vengono presentate opere di Ettore FRANI,<br />

Alessandra CACCIA, Susanna POZZOLI. La rassegna<br />

a cura di Andrea Dall’Asta S.I., Chiara Canali,<br />

Matteo Galbiati, Kevin Mc Manus intende<br />

indagare il rapporto tra l’espressione artistica ed<br />

il Mistero, inteso nei suoi sottili risvolti spirituali.<br />

Nel confronto tecnico e culturale, che scaturisce<br />

GAROFALO<br />

Si è svolta dal 4 al 9 dicembre 2010 nella bella<br />

sede del Palazzo dei Giurenconsulti di Milano la<br />

significativa personale del fotografo Marco<br />

Garofalo. La figura femminile, il mondo animale,<br />

la libertà dell’individuo sono i temi trattati dall’energica<br />

espressività dell’artista. Notevoli i consensi<br />

alla sua poetica figurativa. Da ricordare inoltre<br />

che nel 2009 Marco Garofalo è stato giudicato<br />

il miglior giovane fotografo creativo italiano dall’Associazione<br />

Nazionale Fotografi Professionisti.<br />

Info 345 32 75496<br />

FALLETI<br />

La ricerca artistica di Antonio Falleti pare porsi in<br />

una sorta di singolare sintonia con le dinamiche<br />

proprie dell’arredo moderno. I suoi dipinti, spesso<br />

opere a tempera, su tela o su carta, nella loro sensibilità<br />

aderiscono con effetto di minimo e poetico<br />

impatto alla parete-ambiente. I suoi soggetti, talvolta<br />

divi e dive del cinema degli anni quarantacinquanta<br />

(Bogart, Monroe, Davis), nella loro enigmatica<br />

ed allusiva presenza rendono particolarmente<br />

intrigante la colta espressività pittorica dell’artista.<br />

Da rilevare inoltre che nel suo repertorio<br />

non mancano interventi di natura astratta.<br />

Info Cell. 329 343 1555<br />

Nella foto sotto Humprey Bogart tempera su tela<br />

di cm. 50 x 70<br />

JODICE<br />

La Galleria Vistamare di Pescara ha inaugurato,<br />

sabato 11 dicembre alle ore 18.30 la mostra personale<br />

di Mimmo Jodice, celebre fotografo italiano<br />

nato a Napoli settantacinque anni fa. In mostra più<br />

di 30 fotografie, tutte in bianco e nero e stampate<br />

per la maggior parte a mano dall’autore. La mostra<br />

si concentra su due temi di fondamentale importanza<br />

all’interno della sua carriera artistica: Mediterraneo<br />

e Mare. Mediterraneo raccoglie una serie<br />

di fotografie avviata a metà degli anni Ottanta,<br />

un viaggio nell’antica cultura greca, le sue fioriture<br />

ed i suoi innesti, un itinerario attraverso luoghi e<br />

tempi diversi. Per ulteriori informazioni sull’esposizione<br />

+39 085694570 , +39 085694570 (fax)<br />

Mario D’Este, DIABOLIK, matita su tavola di legno,<br />

pirografata a riempimento, cm. 23 x 33<br />

D’ESTE<br />

Personalità creativa e metodica, sensibile anche<br />

alla ricerca di particolari tecniche, Mario D’Este<br />

in questo suo pregevole intervento, realizzato a<br />

matita su tavola di legno, pirografata a riempimento,<br />

presenta una significativa immagine del celebre<br />

Diabolik, protagonista di una fortunata serie<br />

di fumetti. L’immagine concretizzata da d’Este coglie<br />

proprio l’ambiguità del personaggio, il suo misterioso<br />

e sibillino fascino.<br />

I QUATTRO FONDATORI<br />

La Raccolta Lercaro rende omaggio ai quattro artisti<br />

bolognesi che nel 1971 donarono al Cardinale<br />

Giacomo Lercaro, in occasione del suo ottantesimo<br />

compleanno, una serie di opere che costituirà<br />

il primo nucleo della Raccolta: Aldo Borgonzoni,<br />

Pompilio Mandelli, Enzo Pasqualini e Ilario Rossi.<br />

La mostra, che comprende le opere più interessanti<br />

donate dai quattro fondatori, è anche l’occasione<br />

per presentare al pubblico la sezione permanente<br />

dedicata ad altri artisti bolognesi, dei quali<br />

la Raccolta Lercaro ha ricevuto importanti lasciti.<br />

Bologna, Via Riva di Reno, 57. Sino al 13 febbraio<br />

2011. Info 051 6566210<br />

GEOGRAFIA SENZA PUNTI CARDINALI<br />

La Galleria Giorgio Persano di Torino presenta la<br />

mostra GEOGRAFIA SENZA PUNTI CARDI-<br />

NALI – La fotografia nell’arte degli anni ’70 in<br />

Italia, a cura di Elena Re. Attraverso un’ampia<br />

selezione di opere fotografiche provenienti dall’archivio<br />

degli artisti e da alcune importanti collezioni<br />

private, la mostra offre uno sguardo sul lavoro<br />

degli artisti italiani che hanno usato la fotografia<br />

nella stagione culturale degli anni ’70. Sino al 29<br />

gennaio 2011. Info +39 0114378178<br />

CARLO SCARPA<br />

Si tratta della prima mostra dedicata alla grafica<br />

di Carlo Scarpa (1906-1978), in particolare al suo<br />

disegno di caratteri e all'impaginazione delle scritte<br />

nelle architetture e nelle opere a stampa del grande<br />

maestro. Se oggi architetto e grafico sono figure<br />

professionali distinte, ciascuna specializzata nel<br />

proprio campo, Scarpa eredita dalle avanguardie<br />

del Novecento una forte attenzione al lettering e<br />

all'impaginazione grafica, che egli cura personalmente.<br />

Sino al 15 gennaio 2010. Treviso Centro<br />

Carlo Scarpa. Info+39 0422500902<br />

ARTECULTURA 31


Rinnovamento democratico:<br />

L' “Economia sociale di mercato”<br />

e il “trittico produttivo”<br />

Nel contesto della visione ideale che<br />

veniamo precisando, per mettere in evidenza<br />

i diversi aspetti richiesti da un corretto<br />

rinnovamento democrato, riflettiamo<br />

su un secondo tema di natura economica,<br />

avendolo già fatto con un primo articolo.<br />

Se con quello ci siamo intrattenuti sul ruolo<br />

dell' “impresa”, come entità incompiuta, e<br />

sul problema del lavoro e del mercato ad<br />

essa collegati, nel secondo ci occupiamo<br />

di due diversi temi: quello del “trittico<br />

produttivo”, la struttura dell'economia classica,<br />

o del “Capitalismo”, termine che non<br />

sempre correttamente l'ha definita, e quello<br />

indicato, in alternativa alla teoria economica<br />

del marxismo, come “economia<br />

sociale di mercato”, i cui esponenti risalgono<br />

alla Scuola di Economia di Friburgo<br />

e dai quali è stato ripensato il rapporto tra<br />

l' economia e la vita sociale e morale.<br />

Il ruolo della vita morale, difatti, è sfuggito<br />

e sfugge ancora a coloro che lavorano<br />

nell'economia per le difficoltà che si sono<br />

determinate nel trovare il giusto rapporto<br />

tra il Liberalismo e il Liberismo, essendo<br />

stato ritenuto il primo la concezione teorica<br />

della vita politico-sociale, e il secondo<br />

la corrispondente concezione della vita economica.<br />

Difficoltà che hanno investito il<br />

funzionamento del “trittico produttivo”,<br />

composto da accumulazione, produzione<br />

e distribuzione, dagli industriali non sempre<br />

opportunamente praticato e dagli operai,<br />

in loro difesa, non sempre considerato.<br />

Lo troviamo posto in un testo di Mauro<br />

Ceruti e Tiziano Treu, senatori della Repubblica,<br />

e autori di “Organizzare l'altruismo.<br />

Globalizzazione e Welfare.”, pubblicato<br />

dall' Editore Laterza, che esamineremo<br />

nei diversi problemi affrontati, decisivi<br />

per il nostro discorso.<br />

“La crisi economica – dicono - ha non<br />

solo radici finanziarie, nè solo caratteri<br />

congiunturali: è stata determinata da squilibri<br />

profondi nei processi di “accumulazione”<br />

e “distribuzione” della ricchezza.”.<br />

Squilibri che hanno investito anche il processo<br />

della “produzione”, il secondo dei<br />

tre, i quali costituiscono quello che chiamiamo<br />

il “trittico produttivo”, seguenza<br />

dell' attuale economia. Trittico il cui funzionamento<br />

è garante dello sviluppo, che<br />

Smith definì come passaggio dallo stadio<br />

“stazionario” a quello della “crescita”, la<br />

quale può essere messa in crisi non solo<br />

dall' avvicendarsi di fasi di prosperità e fasi<br />

32 ARTECULTURA<br />

di depressione (i cosiddetti “business<br />

cycles”), ma anche dal mancato funzionamento<br />

dei tre momenti indicati che, come<br />

detto, costituiscono la stessa struttura produttiva.<br />

Si sa che Smith, per mettere in moto il<br />

“trittico produttivo”, valorizzò l'iniziativa<br />

privata, indicandoci un gruppo di interessi<br />

eterogenei: l'egoismo, la simpatia, la libertà,<br />

la proprietà, l'operosità e lo scambio,<br />

che non coincidono “tout-court” con l'affermazione<br />

mandevilliana dei “vizi privati<br />

e pubbliche virtù”, secondo la quale solo i<br />

“vizi” dovrebbero fungere come una sorta<br />

di “motore immobile” dell'attività produttiva.<br />

Considerazione, questa, che sembra<br />

frutto non della teoria di un autentico liberismo,<br />

ma di una “inconsapevole” scelta,<br />

da evitare, dato che può offuscare la generale<br />

visione che il lavoro nell'economia<br />

richiede, stando a quanto nei cinque capitoli<br />

troviamo esposto.<br />

Nel primo troviamo detto che la crisi ha<br />

radici sia nel contesto strutturale indicato,<br />

sia nei cambiamenti antropologici della<br />

condizione umana, nelle nuove tensioni<br />

sociali e politiche che i mutamenti determinano,<br />

e nelle nuove possibilità di sviluppo<br />

che la tecnoscienza comporta; nel<br />

secondo si sostiene che la crisi è data “dagli<br />

attuali assetti nazionali, internazionali<br />

e sovranazionali, dal mancato governo<br />

democratico della globalizzazione, dalla<br />

mancata evidenza di un nuovo ruolo dell'<br />

Europa e della sua unità, e dal bisogno<br />

non soddisfatto di reimpostare su base cooperativa<br />

i rapporti tra paesi”; nel terzo si<br />

evidenziano i nuovi rapporti intercorrenti<br />

fra Stato, mercato e società in quella che si<br />

connota come “economia sociale di mercato”<br />

che presuppone un modello sociale<br />

d'impresa aperta alla partecipazione dei<br />

lavoratori; nel quarto si prefigurano nuovi<br />

orientamenti e nuove strutture del welfare<br />

in grado di adeguarlo alle rinnovate condizioni<br />

della vita umana attraverso l'attuazione<br />

dei principi della cooperazione, della<br />

solidarietà e dell'altruismo; e nel quinto,<br />

per salvaguardare una tale prospettiva, si<br />

afferma che ci si debba ispirare ai principi<br />

della sussidiarietà e della partecipazione<br />

sociale nel quadro di una democrazia politica<br />

integrata dalla democrazia sociale ed<br />

economica, capace di ridurre la violenza e<br />

di meglio avviare la crescita della convivenza<br />

e della pace tra gli uomini .<br />

Segue la conclusione: si riconosce<br />

necessaria una nuova “mentalità”, la quale<br />

non può che risultare dal “paradigma”<br />

che va emergendo. Una mentalità, che s'imporrà<br />

come un “mutamento antropologico”<br />

atto a fornire, alla nostra mente, “nuove<br />

capacità”, onde ognuno gestisca un<br />

diverso modo di vedere le cose e sappia<br />

ripensare le principali tematiche della nostra<br />

esistenza, tra le quali la più urgente<br />

riguarda la politica, che deve sapere ridurre<br />

la propria invadenza, facendosi consapevole<br />

dei propri limiti, deve sviluppare<br />

la virtù della discrezione e dare ai cittadini<br />

la percezione di non abbandonarli, senza<br />

per questo diventare soffocante”. “Diversamente<br />

- aggiungono- la sua assolutizzazione,<br />

invece di affermarne il trionfo,<br />

ne segna la sconfitta, dietro un immaginario<br />

di onnipotenza che si rivela fallace.”.<br />

L'analisi presentata ci offre senza dubbio<br />

la possilità di meglio capire gli aspetti<br />

strutturali dell'attuale situazione economica<br />

ed i problemi sociali ad essa connessi,<br />

nel testo esaminato ampiamente svolti. I<br />

concetti di “trittico produttivo” e di “economia<br />

sociale di mercato” vicendevolmente<br />

si completano per quanto detto, e per la<br />

comune valutazione epistemologica che<br />

brevemente riprendiamo: analizzando l'<br />

espressione “economia sociale di mercato”<br />

consideriamo che la produzione dei<br />

beni è portatrice di istanze sociali non in<br />

contraddizione con la dinamica del mercato.<br />

L'espressione “trittico produttivo” presenta<br />

i fattori che lo costituiscono soggetti<br />

ad un comune percorso necessitato. La violazione<br />

dell'una e dell'altro metterebbe in<br />

difficoltà l'insieme della economia e della<br />

vita sociale che ne segue. Ne deriva che i<br />

diversi problemi sociali per essere risolti<br />

richiedono una “governance” politica, che<br />

sappia orientare le forze produttive, sindacali<br />

ed intellettuali, facendo comprendere<br />

che l' attività economica debba svolgersi<br />

senza grosse alterazioni non solo dei processi<br />

ciclici, ma anche dei processi strutturali<br />

che in prima misura la caratterizzano.<br />

Un soddisfacente rinnovamento democratico,<br />

per un tale fine, ne è allo stesso<br />

tempo una conseguenza ed un presupposto.<br />

Giuseppe Cianci


Il disarmo: un messaggio di pace, speranza e solidarietà<br />

Questo repertorio di ritratti presentati e<br />

da me dipinti,ma riferiti tutti a personaggi<br />

mitici di avvenimenti storici sul tema del<br />

disarmo, meglio sarebbero stati chiariti<br />

da un sociologo o da un commentatore<br />

politico. Non dirò dunque qui del disarmo<br />

come problema politico di dimensioni<br />

internazionali, lo intenderò piuttosto<br />

come simbolo della non-violenza che è<br />

poi simbolo di civiltà tout-court. Questa<br />

memoria di immagini è un appello alla<br />

salvezza dell’uomo, possibile da attuarsi<br />

soltanto nel ripudio di ogni forma di<br />

prevaricazione, scoperta o strisciante che<br />

sia, di ogni tentativo di ledere la dignità<br />

della persona e il suo diritto all’autodeterminazione,<br />

di ogni ricorso<br />

alle armi per imporre ad un popolo<br />

un’ideologia o il privilegio di una casta.<br />

Questi “martiri della libertà per la pace”<br />

hanno teso e lottato ad esorcizzare il<br />

demone della violenza che continua a<br />

perseguitare l’umanità, ad incupire il<br />

destino degli uomini. Queste persone<br />

hanno sacrificato la propria vita<br />

assegnando a quel demone una<br />

connotazione non dubbia: per via<br />

metaforica esso si propone di volta in<br />

volta quale segnacolo del più cieco<br />

sciovinismo, del settarismo demenziale,<br />

del militarismo oltranzista, del turpe<br />

razzismo, di tutti quei tumori, insomma,<br />

che all’alba del ‘45 ci illudevamo fossero<br />

stati estirpati con la disfatta del nazismo.<br />

Essi invece, sono proliferati per la spinta<br />

fatale di una metastasi diffusa in ogni<br />

geografia, dalle Americhe al Medio ed<br />

Estremo Oriente, generando nuovi<br />

lager, nuovi ghetti, nuove stragi, nuove<br />

rovine - sequenza senza fine di delitti<br />

che, per attuarsi, hanno sovente trovato<br />

quali alleate la scienza e la tecnologia<br />

più avanzate: la bomba che stermina<br />

l’uomo ma conserva intatta la “cosa”<br />

credo costituisca la sfida più criminale<br />

che il Potere mai abbia lanciato contro<br />

l’umano consorzio.<br />

Di fronte ad un dispregio così ostentato<br />

della vita - di fronte alla minaccia di un<br />

attentato contro le leggi stesse della natura<br />

- il pensiero corre a Voltaire che definiva<br />

la tolleranza “l’appannaggio dell’<br />

umanità”, e dunque una ricchezza morale<br />

insostituibile, la premessa, anzi, di ogni<br />

autentica civiltà. Tempi lontani, tempi<br />

conclusi, quelli dominati dalla Ragione<br />

Ad onta dell’infamia che si assedia,<br />

bisogna rispondere no, nella consapevolezza<br />

che l’uomo ancora custodisce<br />

le energie necessarie al proprio riscatto,<br />

purché non si rinchiuda nel buio cerchio<br />

di quel pessimismo che prelude all’opacità<br />

psichica, alla passività della vittima.<br />

E’ una fiducia che viene attestata dalla<br />

memoria delle immagini qui raccolte:<br />

nella denuncia che ne scatta anche si<br />

adombra un auspicio di lotta, ch’è poi<br />

speranza di un futuro migliore.<br />

Max Hamlet Sauvage<br />

I MARTIRI DELLA PACE PER LA LIBERTA’ (Dittico cm. 190x220-La scena bellica rappresenta gli uccelli del malaugurio)<br />

ARTECULTURA 33


ARTE E NON-VIOLENZA / POESIA / PSICOPOESIA / SESSO / SOCIETA’<br />

L’attualità del testo che segue, tratto dall’Archivio “Cultura per la pace” di <strong>Artecultura</strong><br />

NESSUNO LANCI PER PRIMO<br />

L’ARMA NUCLEARE<br />

di Adriano Buzzati Traverso (Milano 1913-1983)<br />

Se dal quadro generale della problematica<br />

di una guerra nucleare e della<br />

corsa agli armamenti - che ho cercato<br />

di prospettare a grandi linee nel precedente<br />

articolo - passiamo al caso europeo<br />

e italiano in particolare, si deve<br />

riconoscere che esiste una preoccupante<br />

carenza di informazioni militari nel<br />

nostro paese. Non sussistono dubbi sul<br />

fatto che i cittadini non siano adeguatamente<br />

informati sul problema della<br />

difesa.<br />

In forma schematica, la situazione<br />

odierna può venir riassunta in pochi<br />

punti.<br />

- Una guerra nucleare sarebbe una<br />

definitiva catastrofe per qualsiasi paese<br />

contro il quale quelle armi venissero<br />

usate.<br />

- In Europa morirebbero - dall’Atlantico<br />

agli Urali - circa 300 milioni e<br />

in Italia una qualche decina di milioni<br />

di persone, in un istante.<br />

- In una guerra nucleare non ci sarebbero<br />

nè vincitori né vinti, soltanto<br />

degli sterminati.<br />

- Non è attendibile la dottrina della<br />

“risposta flessibile”, adottata dalla<br />

NATO; altrettanto può essere detto per<br />

la “guerra limitata e l’impiego di armi<br />

nucleari “tattiche”; queste eventualità<br />

condurrebbero inevitabilmente in breve<br />

tempo alla guerra totale e alla conseguente<br />

fine dell’Europa come entità<br />

culturale, sociale, politica.<br />

Non c’è nessuna seria possibilità di<br />

difesa contro scoppi nucleari (per questo<br />

non avrebbe senso costruire rifugi<br />

nucleari a Comiso); entro certi limiti,<br />

ci si può soltanto difendere da ricadute<br />

radioattive ricorrendo a rifugi.<br />

- Non c’è nessuna possibilità di un<br />

efficace intervento medico per portare<br />

aiuto a lesionati; un numero imprecisabile<br />

di persone dovranno perire in<br />

seguito a ferite e lesioni per le quali<br />

non si potrà provvedere un trattamento<br />

medico adeguato.<br />

- Fra i sopravvissuti agli effetti iniziali,<br />

dell’onda d’urto, del fuoco e delle<br />

radiazioni, molti avranno la sola prospettiva<br />

di una agonia prolungata e di<br />

una lenta morte.<br />

- Fame, epidemie e stress psicologici<br />

saranno inevitabili.<br />

- La contaminazione radioattiva<br />

colpirà vaste aree e inquinerà l’atmosfera.<br />

- La guerra nucleare è un orrendo<br />

crimine contro l’umanità che nulla può<br />

giustificare.<br />

- Poiché la guerra nucleare è una<br />

maledizione dalla quale non ci si può<br />

difendere, non ci rimane che prevenirla.<br />

- Queste constatazioni non hanno<br />

nulla di originale: esse sono state ripetute<br />

innumerevoli volte da un ristretto<br />

numero di persone che sanno - perché<br />

hanno esaminato e studiato il problema<br />

- che cosa significherebbe un<br />

conflitto nucleare.<br />

Purtroppo la gente si lascia cullare<br />

dall’ignoranza e dalla convinzionenon<br />

giustificata - che la cosiddetta “teoria<br />

della deterrenza” renda impossibile<br />

l’impensabile.<br />

In tempi recenti, i rischi complessivi,<br />

e quelli dei paesi europei in particolare,<br />

si sono accresciuti perché, specialmente<br />

nei paesi che fanno parte<br />

dell’Alleanza Atlantica, l’eventualità<br />

di una “risposta flessibile” e di un “conflitto<br />

limitato” viene considerata seriamente,<br />

pur mettendo a repentaglio la<br />

sopravvivenza dell’Europa.<br />

Di fronte al suggerimento da parte<br />

di quattro grandi personalità americane<br />

al governo degli Stati Uniti d’America<br />

che esso dichiari solennemente che<br />

non darà mai l’ordine di far scoppiare<br />

per primo un ordigno nucleare - il cosiddetto<br />

“no first use” - il Dipartimento<br />

di Stato e la NATO hanno dichiarato<br />

che non intendono rinunciare a tale<br />

eventualità. Leonid Breznev ha mandato<br />

un messaggio alle Nazioni Unite<br />

che il suo paese approva il “no first<br />

use”.<br />

Naturalmente si tratta di parole di<br />

fronte ad una concreta crisi spesso i governi<br />

si rimangiano le più impegnative<br />

dichiarazioni. Ma è questo un sintomo<br />

di una complessa situazione strategico-politica.<br />

Mi sembra sarebbe<br />

auspicabile che altri governi facenti<br />

parte del Patto Atlantico insistessero<br />

perché la NATO prendesse questo impegno.<br />

Sarebbe un piccolo passo verso<br />

una indispensabile moderazione.<br />

Nel frattempo, la folle corsa agli<br />

armamenti nucleari continua e le trattative<br />

per il disarmo si trascinano miseramente,<br />

con il risultato che le due<br />

superpotenze - a buoni conti, dicono<br />

loro - accrescono a ritmo accelerato la<br />

panoplia di armamenti sempre più raffinati<br />

e micidiali. E il passare del tempo<br />

non è neutrale, poiché i rischi dell’inizio<br />

di un conflitto nucleare per<br />

l’errore di uomini o di macchine va<br />

irrimediabilmente crescendo.<br />

Fortunatamente, le massime autorità<br />

militari italiane si mostrano sensibili<br />

alla gravità della situazione e seguono<br />

con attenzione lo sviluppo del<br />

pensiero strategico-politico al di qua e<br />

al di là dell’Atlantico.<br />

Per esempio, il Capo di Stato Maggiore<br />

dell’Esercito - Generale Umberto<br />

Cappuzzo - ha tenuto recentemente a<br />

Roma una conferenza nella quale ha<br />

affermato quanto segue.<br />

“Il nostro sforzo a prefigurare le<br />

condizioni in cui si ritroverà ad operare<br />

e a vivere l’Esercito del futuro sarebbe<br />

colpevolmente incompleto se non<br />

fossimo attenti a cogliere quelli che ci<br />

appaiono i sintomi di mutamento o i<br />

fermenti di idee potenzialmente in grado<br />

di incidere sulle nostre strutture”.<br />

Dopo aver accennato all’articolo sulla<br />

rivista Foreign Affairs -scritto da<br />

McGeorge Bundy, George F. Kennan,<br />

Robert S. MacNamara e Gerard Smith,<br />

del quale ho scritto nel precedente articolo<br />

- il Generale Cappuzzo commenta:<br />

“Il peso culturale degli estensori,


le loro precedenti esperienze ai vertici<br />

dell’apparato statale degli Stati Uniti e<br />

di organizzazioni a livello mondiale<br />

conferiscono autorevolezza alla tesi del<br />

‘no first use’ delle armi nucleari.<br />

L’argomentazioni prodotte pongono<br />

inquietanti interrogativi e richiedono<br />

un’analisi approfondita”.<br />

LA SITUAZIONE<br />

IN EUROPA E IN ITALIA<br />

Più oltre egli scrive: “Gli anni dell’equilibrio<br />

del terrore, che possiamo<br />

fare iniziare dal momento in cui è stata<br />

percepita dall’Occidente la prospettiva<br />

di un’imminente parità nucleare, si<br />

sono rivelati a lungo termine, come<br />

anni di ‘impasse’ e costosa sotto il profilo<br />

delle risorse materiali, e ancorpiù<br />

nell’ambito concettuale, in quanto alla<br />

paralisi nucleare può far riscontro, da<br />

un lato, una pericolosa, forma di sclerosi<br />

intellettuale - intesa come rinuncia<br />

alla ricerca di vie d’uscita - dall’altro,<br />

il logoramento morale delle pubbliche<br />

opinioni e delle organizzazioni<br />

militari. La logica nucleare sta sollevando<br />

polemiche problemi che, coinvolgendo<br />

la sfera morale, superano<br />

l’impostazione operativa. Ciò che viene<br />

posto in discussione, in particolare,<br />

è la decisione dell’impiego dell’arma<br />

nucleare, che gli Occidentali, a fronte<br />

di una palese inferiorità convenzionale,<br />

si sono riservati di adottare per primi.<br />

Impostazione strategica del tutto<br />

razionale e ampiamente giustificata,<br />

chiave di volta della deterrenza alla<br />

quale, probabilmente, dobbiamo gli ultimi<br />

37 anni di pace. Rimane tuttavia<br />

il fatto che i cosiddetti quattro saggi -<br />

gli autori della proposta ‘no first use’ -<br />

sembrano interpretare le istanze di una<br />

parte consistente della pubblica opinione<br />

mondiale, ponendo l’accento sulla<br />

responsabilità morale di sferrare il primo<br />

colpo con tutte le conseguenze che<br />

ne potrebbero derivare. Ritorna alla ribalta<br />

il problema del consenso quale<br />

fattore condizionante di ogni concezione<br />

strategica e sul quale non mi stancherò<br />

mai di porre l’accento”.<br />

“Ci troviamo quindi di fronte - conclude<br />

il Generale Cappuzzo - ad una<br />

crisi della strategia della risposta flessibile<br />

E, se così fosse, quali ne saranno<br />

gli sbocchi nei rapporti fra gli alleati<br />

NATO e quali le ripercussioni sugli<br />

strumenti militari dei paesi dell’Europa<br />

Occidentale e sull’impostazione<br />

strategica della NATO Occorre chiedersi<br />

come affrontare sul piano concettuale<br />

e sul piano organizzativo la<br />

rivalutazione del convenzionale che<br />

una simile ipotesi comporta. La diffusione<br />

del malessere dell’opinione pubblica<br />

mondiale nei confronti dell’imminente<br />

olocausto nucleare - malessere<br />

alimentato da sempre più decise prese<br />

di posizione di scienziati, politici ed<br />

uomini di cultura - potrebbe indurre<br />

una revisione dell’attuale dottrina dell’impiego<br />

dell’arma nucleare. E’ per<br />

ora, un problema che si pone in via<br />

concettuale, ma trova a tempo stesso<br />

concreto fondamento nella responsabilità<br />

morale di chi è chiamato a decidere<br />

di sferrare il primo colpo. Ed<br />

è appunto su tale base che occorre<br />

riverificare i rapporti di forza e ripensare<br />

un modello di difesa che tenga<br />

conto delle ripercussioni in campo strategico<br />

di questa eventualità”.<br />

A sua volta, il Capo di Stato Maggiore<br />

della Difesa - Generale Vittorio<br />

Santini - in un inciso di un suo discorso<br />

recentissimo tenuto pure a Roma al<br />

Centro Alti Studi per la Difesa, ha detto:<br />

“Mi sia permesso di dire che, dopo<br />

aver ridotto le nostre forze convenzionali<br />

‘all’osso’ nel 1975, sarebbe veramente<br />

assurdo dover affrontare l’eventualità<br />

di una nuova riduzione, oltre il<br />

limite di rottura e contro ogni logica,<br />

proprio mentre nell’ambito dell’Alleanza<br />

si comincia a parlare di rinuncia<br />

all’iniziativa nell’uso delle armi nucleari<br />

e della conseguente necessità di<br />

potenziare decisamente il deterrente<br />

convenzionale negli anni a venire”.<br />

Ho ritenuto opportuno fare queste<br />

lunghe citazioni poiché esse mi sembrano<br />

elementi rassicuranti nei confronti<br />

di un contributo italiano verso<br />

la prevenzione di una guerra nucleare.<br />

Dal momento che facciamo parte di<br />

un’alleanza, ciascun paese partecipante<br />

ha il diritto, anzi il dovere, di pretendere<br />

che anche gli altri partners, anche<br />

se potentissimi, non impongano<br />

rigidamente la loro volontà ma tengono<br />

conto delle esigenze dei paesi che<br />

per primi sarebbero le vittime del mostruoso<br />

conflitto nucleare.<br />

Mi sembra dunque auspicabile che<br />

i cittadini divengano consapevoli dei<br />

rischi che corriamo e dei problemi che<br />

si pongono, in modo che le nostre forze<br />

politiche e il governo svolgano<br />

un’azione decisa per prevenire l’orrenda<br />

e definitiva sciagura.<br />

Adriano Buzzati Traverso (Milano, 6 aprile<br />

1913 – Milano, 22 aprile 1983) è stato<br />

un genetista e scienziato italiano.<br />

Dopo la laurea, nel 1937, entrò nella facoltà<br />

di Zoologia a Pavia, sotto la direzione deldell'entomologo<br />

Carlo Jucci. Elaborò con Cavalli<br />

Sforza una teoria fisico-biologica della<br />

radiogenetica (di cui fu uno dei padri<br />

fondatori), uno dei suoi contributi scientifici<br />

più originali, dimostrando la "fisicità" del gene.<br />

Nel 1957 Buzzati diviene il direttore della neonata<br />

Divisione Biologica del CNRN, istituita<br />

allo scopo di studiare gli effetti delle radiazioni:<br />

nei bienni 1959-1960 e 1960–1961 vengono<br />

organizzati due corsi di specializzazione<br />

sugli effetti biologici delle radiazioni ionizzanti<br />

a Pavia. Mantenne intrecciate le tematiche<br />

strettamente genetiche con le questioni e-<br />

volutive, dedicandosi però anche alla riflessione<br />

epistemologica e metodologica di fronte ai<br />

nuovi problemi sollevati dalla nuova biologia<br />

(oggi detta molecolare). Nel 1962 fondò, con<br />

finanziamento dell'Euratom, del CNEN e<br />

del Consiglio Nazionale delle Ricerche, il Laboratorio<br />

Internazionale di Genetica e Bio- fisica<br />

a Napoli (poi Istituto Internazionale di<br />

Genetica e Biofisica, ora Istituto di Genetica e<br />

Biofisica), in via Marconi. Nel 1964 rassegnò<br />

le dimissioni una prima volta, rientrate dopo<br />

pochi mesi. Nel 1969 una protesta interna al<br />

Laboratorio, con oltre 40 giorni di occupazione<br />

da parte di tecnici, borsisti e un piccolo<br />

gruppo di ricercatori, lo portò al definitivo abbandono<br />

della sua creatura. Finita la sua esperienza<br />

al LIGB, si trasferì a Parigi al-,<br />

l'Unesco (dove rimase fino al 1974), come direttore<br />

scientifico, dedicandosi al problema<br />

demografico e alla questione nucleare.<br />

PER UN DISARMO<br />

RESPONSABILE<br />

DI PREVENZIONE<br />

L’iniziativa di ARTECULTURA che<br />

presenta nel suo spirito divulgativo<br />

l’elevazione culturale della persona<br />

tramite lo stimolo creativo della Poesia<br />

della Natura, si pone, pertanto, in<br />

tutta sintonia con la concettualità dello<br />

scienziato Adriano Buzzati Traverso.<br />

E la medesima Giornata Mondiale<br />

del Disarmo, che annualmente<br />

rinnova la Rivista il 24 ottobre in ricorrenza<br />

della nascita dell’O.N.U.<br />

1945, è appunto orientata all’avvicinamento<br />

delle persone e dei popoli<br />

come spirito di evoluzione culturale<br />

della convivenza umana fuori dalle<br />

pastoie burocratiche di ogni tipo e<br />

spigolosità. Insomma, non un culto,<br />

ma l’elevazione della bellezza dell’uomo<br />

nel mondo prima che gli avventurieri<br />

di ogni colore e stampo lo distruggano<br />

per follia di potere. Nascere per<br />

riprodursi, elevarsi e morire nella dignità<br />

di aver vissuto il mondo come sovrana<br />

libertà. (<strong>Artecultura</strong>)


AUTORI PRESENTI: PIERO AIRAGHI - PINA ALTAVILLA - DANIELA BALOCCO - GIOIELLA BARONTINI - BENITO<br />

BAZZOCCHI - GIACOMO BELLUCO - MARTA BERCELLI BRISCHETTO - BRUNO ALESSANDRO BERTINI - TIZIANO<br />

BERTRAND - ANTONIA BIFULCO - ERMANNO BIGHIANI - LUCA BLANCO - CLARISSA BOCCABELLA - ERMANNO BOFFI<br />

- ANNA MARIA TERESA BORRELLI - VALENTINA BORRELLI - FABIANO BRACCINI - BROMMO - FABIO CAMPADELLI -<br />

MARISA CANETTI - PINO CANTA - LINA CARRIERI-ACHILLE CASTOLDI - ROSITA CECCHETELLI - NANDO CHIAPPA -<br />

MARIA CHIMENTI ARENA - ANGELO CIUCCI - ANTONIO CONSERVA - PASQUALE CONTI - MANUELA COPERCINI -<br />

DEBORA COPPOLINO - LAURA CRIPPA - OSVALDO CROTTI - ELISABETTA DENTI - CALOGERO DI GIUSEPPE - LEOPOLDO<br />

DI GIOVANNI - MARIA CARMELA DI GRAZIA - ANTONIETTA DI SECLI’ - ZHANETA DUSHKU - SALVATORE ERRATI -<br />

GIANCARLO FABBIAN - DANIELA FACCHINETTI - RITA FAGA’ - FRANCESCO FERRANTE - MARIO FERRARIO - LAURA<br />

FICCO - GIAMPIERO FOLCO - SABRINA FONTANA - ARMANDA FORNER - VALENTINA FUSE’ - TIZIANO MARIA GALLI -<br />

SILVIA GAMBARELLI - ELDA MARIA GARATTI - FABIO GIBILLINI - PIERA GIUDICI - LUIGI GIURDANELLA - LUIGI<br />

GOLINELLI - SERGIO GRADIN - ROSANNA GRALLO - VERONICA GRIECO - FRANCESCO GUIDATO - MARISA<br />

GUTTORIELLO - ANTONELLA IOVANE - REMO LANA - LUCIA LEONE - MATTEO LOLLI - ANDREETTA MANARA - LUISA<br />

MANCINI - GIUSEPPE MARTUCCI - LICIA MASSELLA - OLGA MATERA - ANTONIO MAZZAMURRO - CORRADO<br />

MONTALTO - VALENTINO DINO MORO - MARIA TERESA MOSCONI - IRENE NEGRO - PIETRO NIGRO - ORNELLA OLFI<br />

- SERGIO OSIMANI - ELVIRA PACENZA PETRAROLI - ROSALIA PANDOLFO BIANCHI - TINA PAROTTI - VITTORIA<br />

PARRINELLO - GIULIA PERTILE - EMMA PIAZZA - GIANFRANCO PIGNATON - ALBERTO PISTILLI - ALBERTO PREDA<br />

- MARIA CHIARA QUARTU - GIOVANNA REDAELLI - ANNA RICUCCI - SALVATORE RIZZI - ARMANDO ROMANO - CATERINA<br />

ROVATTI - GIUSEPPE SABINO - GIULIANO SACCO - ANTONIO SARACINO - SERENA SINISCALCO - SLAVICA SISARA -<br />

WALTER STORRI - LAURA STRANI - ELVIRA TEDESCHI - SILVIA TORELLI - GIUSEPPE TORRISI - FRANCA TREVISI - MARIO<br />

VECCHIONE - FRANCO VERTOVEZ - ROSARIO VESCO - GIUSEPPE ZANGHI - GIOVANNA ZAPPALA’ - ITALO ZINI<br />

Presentazione XXXVIII Edizione Poesia Pace 2010<br />

APPUNTAMENTO POETICO<br />

Aula Magna Liceo Artistico Statale di Brera<br />

Il saluto di Carla Maria Arienti, Dirigente scolastico e interventi di<br />

Giuseppe Cianci, Giovanni Chiara, Giuseppe Martucci, Fabrizio<br />

Tintorri, Alfredo Mazzotta<br />

Milano, 20 Novembre 2010.<br />

L’atteso incontro poetico promosso da<br />

<strong>Artecultura</strong> nello spirito specifico di “Cultura<br />

per la pace” prende il via con una<br />

concisa introduzione del critico d’arte Dr.<br />

Teodosio Martucci che puntualizza come<br />

e perché questa singolare manifestazione<br />

continui la sua illusione nella convinzione<br />

che il Disarmo nella società dell’uomo sia<br />

una vittoria dell’esistenza umana. Di ogni<br />

singola persona e di tutta la convivenza che<br />

nell’approfondimento conoscitivo del proprio<br />

“io” sappia cosa sia l’ ”altro” nel quale<br />

vi è pur sempre una parte di se stessi per<br />

essere collegati e vivere uniti nella libertà<br />

di tutti e ben distanti da qualsiasi razzismo,<br />

anche “intellettuale”. Una iniziativa poetica<br />

che si avvera senza l’ombra di alcuna<br />

classifica che distribuisce ai partecipanti<br />

un diploma di solidarietà ed una medaglia<br />

ricordo uguale per tutti. E quando può<br />

anche qualche simbolica borsa di studio per<br />

classi scolastiche che ne facciamo volontaria<br />

presenza. Naturalmente i componimenti<br />

della nuova antologia poetica che annovera<br />

la presenza di oltre cento autori, si<br />

rivela una vera indicazione di cosa sia in<br />

36 ARTECULTURA<br />

sostanza la poesia nel rapporto con l’uomo,<br />

con i suoi giorni esistenziali rinchiusi dal<br />

carcere del potere in ogni suo arbitrio.<br />

Per comprendere alla radice il significato<br />

di quanto viene sostenuto, è sufficiente<br />

leggere e riflettere sui corsivi critici che<br />

l’autore fa seguire sul fondo pagina del suo<br />

componimento e la coscienza si rasserena<br />

di obbiettività culturale. Per sperimentare<br />

con personale intuizione che alla pace non<br />

necessitano capi e code ma solo coerenza di<br />

valori di vita che, a parole si difendono, e<br />

poi di contrasto nella pratica degli interessi<br />

di classe si perpetuano con il riarmo dell’uomo<br />

che, però, nasce senza fucile. E per<br />

diretta colpa di scienziati senza coscienza e<br />

di intellettuali senza cervello il mondo vive<br />

su una polveriera atomica. Questo lo spaventoso<br />

risultato di un mondo di potere che<br />

continua a giocare al rimpiattino della guerra.<br />

Il quale non vuole comprendere che il<br />

potere in tutte le sua forme piramidali ha<br />

fatto il suo tempo e che o la smette, ovvero<br />

l’uomo è alla fine. <strong>Artecultura</strong>, grazie ai<br />

tanti autori e collaboraori che ci danno<br />

moralmente una mano perché conoscono<br />

l’animazione con la quale ci adoperiamo,<br />

In alto a destra, due particolari di Autori e Pubblico<br />

convenuti ad APPUNTAMENTO POETICO 2010.<br />

Tiziano Bertrand invitato a declamare alcune poesie per<br />

la sua sentita prestazione di recita. Dall’esterno di<br />

sinistra: Il Prof. Giuseppe Cianci, il direttore di<br />

<strong>Artecultura</strong> Giuseppe Martucci ed il Prof. Giovanni<br />

Chiara. Segue Caterina Rovatti mentre declama il suo<br />

componimento e il Prof. Alfredo Mazzotta.<br />

Sotto,Maria Teresa Mosconi nel suo breve e significativo<br />

intervento con sullo sfondo il Prof. Fabrizio Tintorri.<br />

Segue Piero Airaghi, nota personalità lombarda dell’arte<br />

e della cultura nel suo stringato ma effice intervento.<br />

E la copertina del nuovo volume di antologia<br />

poetica “Cultura per la pace” 2010 con la riproduzione<br />

di un dipinto della pittrice Laura Strani assidua<br />

frequentatrice d’incontri poetici.<br />

continua le sue edizioni “Cultura per la<br />

pace”. L’edizione 2010 - per la prima volta<br />

- ha vuto anche il patrocinio morale del<br />

Ministero per i Beni e le Attività Culturali<br />

di cui attendevamo un saluto, ma pensiamo<br />

che i particolari momenti non lo abbiano<br />

consentito. Certamente interessante l’intervento<br />

del Prof. Giuseppe Cianci che,<br />

per il cultore filosofico che è, ha delineato<br />

gli opportuni confronti significando così<br />

l’incidenza di una “Cultura per la pace”<br />

che necessita su larga scala della vita e che<br />

purtroppo manca radicalmente. Di non meno<br />

interesse è stato l’intervento del Prof. Gio-


vanni Chiara che, facendo riferimento ad<br />

un caso americano dell’ultimo conflitto<br />

mondiale, delineava come nella sostanza<br />

alla “Cultura per la pace” si può anche<br />

pervenire mediante altre sperimentazioni<br />

persino metaforiche. Insomma a dir vero la<br />

Pace si rivela come la sola e la vera scienza<br />

dell’uomo dove non dovrebbero esistere<br />

maestri e nemmeno allievi, ma solo valori<br />

di unità in cui la persona contribuisce con la<br />

sua naturale potenzialità. Il nemico vero<br />

della pace sono le gerarchie.<br />

E’ stata poi la volta dell’intervento del Prof.<br />

Fabrizio Tintorri che tracciava una summa<br />

delle incoerenze della nostra storia più contemporanea.<br />

Ancora un modo per riflettere<br />

sulle nostre quotidiane incoerenze dettate<br />

anche da costrette necessità in cui ci obbligano<br />

a vivere le stolte pretese del potere che<br />

non hanno nulla in comune con la poesia,<br />

poiché ne sono il vero veleno che mistifica<br />

di contrasti la nostra vita sociale sempre più<br />

in decadenza di valori ed interessata a pensare<br />

strategie ed a nuove armi di guerra.<br />

Parole brevi, ma nel contempo ben pensate<br />

hanno caratterizzato l’espressione del Prof.<br />

Alfredo Mazzotta sempre attento, disponibile<br />

ad ogni aspetto culturale ed orgaganizzativo<br />

della manifestazione. Ha poi<br />

domandato la parola per un brevissimo intervento<br />

la Dott.ssa Maria Teresa Mosconi<br />

Straulino che di poesia ha una vissuta<br />

esperienza elogiando lo spirito dell’iniziativa<br />

di “Cultura per la pace” e come essa<br />

sia una infinita libertà per comprenderla<br />

anche oltre principi vari, religiosi inclusi.<br />

Ha fatto poi seguito l’autore Piero Airaghi<br />

che conosce Giuseppe Martucci da una<br />

vita sottolineandone il carattere della costanza<br />

che persevera da sempre. Un elogio<br />

un po’ personale data anche la stretta amicizia<br />

e le varie collaborazioni una volta<br />

partecipate. L’incontro poetico volgeva così<br />

alla sua conclusione con la lettura di componimenti<br />

da parte di alcuni autori e soprattutto<br />

di Tiziano Bertrand che, dotato di<br />

una particolare dizione, ne ha lette diverse<br />

con la dovuta ovazione. Come segno di<br />

plauso sono state le parole di Giuseppe<br />

Martucci, l’ideatore di “Cultura per la<br />

pace”. Iniziativa a cui diversi nel tempo, di<br />

comodo, hanno potuto fare orientamento<br />

speculativo senza però un serio impegno<br />

culturale per il Disarmo. Un Disarmo che<br />

la scuola di ogni ordine e grado dovrebbe<br />

approfondire di conoscenza, verificando così<br />

quale valore formativo di non-violenza,<br />

quale inscindibile nesso culturale sussista<br />

tra Poesia-Pace-Disarmo.<br />

<strong>Artecultura</strong><br />

ARTECULTURA 37


Umanità poetica - Umanità poetica - Umanità poetica<br />

Umanità poetica è uno spazio aperto alla divulgazione poetica interessata al dibattito sull'identificazione e il ruolo odierno della poesia. La franchezza e l'obiettività degli interventi,<br />

costituiscono per la redazione della Rivista la premessa per la pubblicazione. Per facilitare la più ampia partecipazione degli Autori interessati si suggerisce negli elaborati brevità<br />

CADUTO SUL LAVORO<br />

Son venuto per mare da lontano,<br />

la mia pelle ha il colore del lavoro<br />

mio, pagato male e in nero.<br />

Ora giaccio in un prato incolto<br />

dove i compagni m’hanno abbandonato<br />

per non perdere il posto<br />

come minacciato dal negriero<br />

datore del lavoro<br />

Come le altre mattine ero salito<br />

sulla precarietà di un impalcato in legno.<br />

Un piede messo in fallo e son precipitato<br />

sul duro materasso della terra gretta<br />

che accoglie diffidente ma ci sfrutta.<br />

Nessuno dei compagni rivelerà il mio nome,<br />

forse mi riconoscerà solo il buon curato<br />

che mi ha porto una mano<br />

senza domandare di che fede ero..<br />

Tornerà alla terra questo mio corpo nero.<br />

Sul tavolo inquirente si coprirà di polvere<br />

il mio carteggio, il cui valore è zero:<br />

Qualcuno in alto intanto<br />

per la mia morte esterna il suo cordoglio<br />

con frasi trite e, appena dette, estinte.<br />

E su di me, caduto sul lavoro,<br />

cadrà il silenzio senza fiori o alloro.<br />

Non resterò che un numero, un dato<br />

nel triste elenco di un tragico primato.<br />

Alberto Preda<br />

FUSIONE PACIFICA<br />

Corpi contratti d’anime tormentate<br />

dal terrore di non capire<br />

dal terrore di non avere...<br />

Sciogliete i nodi dell’odio,<br />

del possesso e del potere...<br />

Nascerà la magia<br />

della fusione e della pace.<br />

Cieca è la sua fiducia<br />

nell’Amore che non necessita<br />

di spiegazioni o insegnamenti.<br />

Torna il ricordo di quando<br />

il nostro amore si perdeva<br />

attraverso i filtri dell’ego<br />

che avido e insaziabile<br />

si nutriva di tutto<br />

per poi annegare<br />

nella più profonda solitudine<br />

e nel buio dell’esistenza<br />

Fermiamoci dimentichiamo<br />

e immersi in una sorgente<br />

di pace e armonia, lontano<br />

da ogni memoria i nostri spiriti<br />

si fondono, le nostre anime / si purificano.<br />

Torna a sgorgare, / incessante, l’entusiasmo<br />

che rigenera la vita.<br />

meravigliosa vita... / unica certezza.<br />

Sabrina Fontana “Tabì”<br />

38 ARTECULTURA<br />

PIU’ SI GIUDICA<br />

MENO SI AMA<br />

Indissolubile<br />

Il connubio<br />

Tra giudizio<br />

E amore<br />

Fecondo<br />

Quando<br />

L’un l’altro<br />

Tempera<br />

Sterile<br />

quando<br />

L’un l’altro<br />

Supera<br />

Si scioglie<br />

Allora<br />

E muore<br />

E con lui<br />

Giudizio<br />

E amore<br />

g. sacco<br />

“SPIAGGE DESERTE”<br />

Infinite si stagliano senza orme di uomo.<br />

Solo onde, dopo onde, limano sassi di mil-<br />

Le colori, di mille forme, lucide, bizzarre,<br />

come gioielli grezzi e portafortuna.<br />

Qualche bottiglia vuota, che galleggia e<br />

Custodisce segreti di brezze e felicità di<br />

Fine estate. Spiagge deserte lambite dal<br />

Mare oscuro ribelle, fragoroso senza sosta;<br />

nenia antica, che accompagna il ricordo<br />

di un’altra estate.<br />

Tina Tomeo<br />

NATALE<br />

Natale con le stelle<br />

nasce il REDENTORE<br />

una porta aperta nel cielo<br />

per dare a tutti<br />

la luce dell’amore.<br />

In questa notte di Natale<br />

ci sono tanti bambini,<br />

senza casa né patria,<br />

senza cibo e famiglia.<br />

La Tua voce o Signore<br />

s’innalza<br />

indiscreta e penetrante<br />

nell’ora della resa.<br />

Mi inginocchierò<br />

davanti alla tua croce<br />

e ascolterò la voce dell’infinito.<br />

La Croce, il passato, il presente, il futuro<br />

è Natale<br />

mi sento meno solo.<br />

Remo Lana<br />

INVERNO<br />

Nudo d’alberi senza<br />

duro il selciato<br />

secco scarto alla sera,<br />

via tratto in luci morte<br />

è marmo e sale<br />

ossa d’inverno<br />

come bianco avvolto<br />

a pietre ferme.<br />

Pazza, deserta<br />

sul selciato aperto<br />

gente, fretta<br />

e mani in tasca,<br />

passi per nessuno,<br />

vetri calano fermi,<br />

a taglio spazio;<br />

si distende / per nulla<br />

Beppe Mosconi<br />

LE BELLE DONNE<br />

Vi incontrai con i piedi immersi nel mare.<br />

Poi saltando e cantando,<br />

le collane fatte<br />

di alghe e conchiglie!<br />

Vi osservo da lontano,<br />

quando i vostri occhi, scrutano i miei,<br />

vi fu come un lampo a ciel sereno,<br />

ci incontrammo con lo sguardo.<br />

I vostri occhi azzurri<br />

con i capelli color grano.<br />

Mi accostai a lei, / mi guardò e sorrise<br />

insieme ci allontanammo.<br />

Fu un colpo di vento a destarci,<br />

proseguimmo verso la sabbia,<br />

ci abbracciammo, ci sembrava<br />

di volare. Mie adorate donne,<br />

portate il sorriso sulla terra.<br />

Non ci sarà mai fine, il cuore mio<br />

per le anime sulla terra.<br />

Ho preso una moneta, il resto del tesoro<br />

rimarrà all’infinito.<br />

Lucia Leone<br />

IL SEGRETO DELLA<br />

FORESTA<br />

Nella stanza accanto un’armonica suona<br />

una struggente melodia che pare, chiede<br />

aiuto con lamenti e grida assordanti che<br />

sono urla, stridi di animali della giungla.<br />

Quel muro di verde colmo d’insidie vince<br />

nulla più vedi oltre quell’intrico di liane<br />

Il mondo finisce dove comincia lei con la<br />

grande immensa anima verde che ogni cosa<br />

vivida avvolge ed ingoia vorace e porta via<br />

con se la grande universale immensa anima e se<br />

non la conosci, non puoi capire tante cose...<br />

Fabrizio Tintorri


"La poesia comincia dove finiscono le discriminazioni..."<br />

e concisione. Per necessità di spazio la redazione si ritiene autorizzata a sintetizzare i testi rispettando il contenuto. La pubblicazione dei testi poetici ha puro carattere divulgativo, di stimolo culturale. La proprietà<br />

letteraria dei componimenti pubblicati rimane pertanto a tutti gli effetti dei singoli Autori. Dei componimenti pubblicati si tiene conto più dei contenuti che della forma elaborata.(<strong>Artecultura</strong>)<br />

MOMENTI<br />

Mille anelli fanno una vita:<br />

sono gli istanti portati dal tempo<br />

attimi brevi... e non tornano più.<br />

Momenti<br />

con gli occhi bagnati<br />

da un velo di pianto,<br />

momenti<br />

col viso disteso in un lieve sorriso.<br />

Momenti<br />

aspettati, arrivati,<br />

svaniti come nuvole prese dai venti.<br />

Momenti<br />

di labbra sfiorate<br />

dal soffio leggero di un bacio<br />

Di sogni<br />

sbocciati nel quieto tepore del sonno.<br />

Momenti d’amore,<br />

di gioia e dolore:<br />

fanno una vita... e non tornano più.<br />

Fabiano Braccini<br />

PICCOLI ESSERI<br />

IN CAMMINO<br />

Nel caos della materia<br />

piccoli esseri in cammino<br />

naufragati in un mare di avversità<br />

chi ci salverà / Bellezza è solo<br />

una maschera in declino<br />

non una barriera<br />

che ti proteggerà<br />

chi ci salverà<br />

Denaro è un fuoco fatuo<br />

che brilla nell’oscurità<br />

chi ci salverà<br />

Sapienza ci riempie la mente<br />

ma non sempre è carità<br />

chi ci salverà<br />

Se minuscole scintille di bene<br />

non alimentano il fuoco dell’umanità<br />

chi ci salverà<br />

Piccoli esseri in cammino<br />

sul pianeta della bontà...<br />

Anna Maria Indelicato<br />

AMICIZIA<br />

Le mie mani per pregare<br />

che tu sia felice.<br />

Non più sorrisi / hanno le mie labbra.<br />

L’animo triste<br />

per non averti accanto<br />

perché appartiene / ad un altro.<br />

Un amore platonico.<br />

la gioia di esistere... Vicini<br />

nello spirito, / per continuare<br />

la nostra bella amicizia<br />

Laura Strani<br />

PER IL GIUSTO VERSO<br />

L’onda di luce<br />

che genera un verso<br />

una carezza è sulla pelle<br />

è anche offesa, se troppo dura.<br />

E può bruciare...<br />

Dopo un mio verso schietto e mordace<br />

Ti vedo tesa...<br />

E’ vero! il raggio che artiglia la carne<br />

graffia e ferisce la pelle dell’anima.<br />

A volte ammacca...<br />

D’essere ferito forse... gradisce<br />

il masochista che... poveretto!<br />

dal dolore piacere si riduce a distillare.<br />

Non certo tu, fortissimo Amore!<br />

E vo’ già formando un verso pur schietto<br />

che piacere ti rechi, mio Amore diletto!<br />

Giambattista Vignato<br />

PEZZETTI DI CARTA<br />

Prezzetti di carta<br />

cascate di occhi tagliati<br />

vedo il quaderno e lo rompo.<br />

Mi piace disegnare, leggere e scrivere<br />

sul foglio di carta, lo straccio<br />

milioni di pezzi, li faccio volare<br />

nell’aria, urlo e salto.<br />

In mano un album<br />

e disegno il sole e il mare.<br />

Tocco la carta che mi parla<br />

la penna ride forte e la mia<br />

mano grida alleluja e osanna.<br />

Alessandra Prat<br />

BERSAGLIERI<br />

A MILANO<br />

Passano di corsa<br />

i bersaglieri<br />

nella via imbandierata.<br />

Aleggian<br />

con il tricolore<br />

piumetti e sentimenti<br />

dentro le vene<br />

dell’aria<br />

colorata.<br />

Dardeggiano<br />

argini umani<br />

in movimento<br />

occhi gioiosi<br />

si son fatti<br />

argento.<br />

E’ l’emozione / diventata rugiada<br />

sopra gli ori<br />

e i trilli<br />

melodiosi<br />

della fanfara.<br />

Mario Ferrario<br />

COLORI NEI VERSI<br />

Bianco<br />

mi svegli<br />

nero<br />

poi rosso<br />

corre<br />

la vita<br />

e<br />

si placa<br />

in viola<br />

al tramonto<br />

Alma Pia Mosconi<br />

IL GIARDINO DI CANTI<br />

DIVINI<br />

Canto 10<br />

Ogni città ha i suoi diritti e usanze;<br />

Ogni testa ha le le sue ignoranze;<br />

Ogni cuore ha il suo amore ardente,<br />

Ogni gola ha il suo gusto, che subito sente,<br />

Ma io ho un pensiero unico soltanto,<br />

Che intanto non va mai via.<br />

Pietro gira tra signori per un posto alto,<br />

Teodoro-commerciante con i prezzi fa un salto.<br />

Quello tutto costruisce alla maniera moderna,<br />

Un altro tira i percenti al modo odierno!<br />

Ma io ho soltanto un unico pensiero<br />

Che intanto non va mai via<br />

Un altro acquista sempre le terre nere,<br />

Quello alleva le bestie straniere.<br />

Quelli per la caccia ammaestrano i cani,<br />

Questi ospitano la gente del paese lontano.<br />

Ma io ho un pensiero unico soltanto<br />

Che intanto non va mai via.<br />

Il giurista prepara la legge per il suo profitto,<br />

Lo studente si rompe la testa nel discorso fitto<br />

Ancora altri disturba amorino di Venere,<br />

Ciascuno soffre delle sue stupide maniere.<br />

Ma io ho un pensiero unico soltanto,<br />

Che intanto non va mai via (...)<br />

Grugorij Scovoroda (1722-1794)<br />

Filosofo ucraino (Traduzione Ivan Trush)<br />

LA CAVERNA<br />

Il generalissimo<br />

non vede sbadigliare facce macilenti<br />

di giacche rattoppate e ventri vuoti<br />

d’occhi alle cisterne in cielo che<br />

rabbiosi di grandine avanzano<br />

tra artifici di saette per<br />

ciechi sergenti e tuoni per sordi caporali<br />

a scongiurare<br />

Dal cuore della caverna la storia<br />

memorizzata sgorga fluido il sangue<br />

a nutrire pungenti artigli di rose spennate<br />

dall’uragano<br />

Ignari di motori e neon<br />

dalle grotte del rupestre i pipistrelli<br />

non sono trombettieri di folle adunate<br />

a disobbedire<br />

Giuseppe Martucci<br />

ARTECULTURA 39


IMPORTANTISSIMO !!!<br />

Ai nostri Abbonati e Lettori<br />

al fine di una più tempestiva informazione artistica<br />

ed in sintonia con i tempi internet dal<br />

2011 ARTECULTURA diventerà anche on-line<br />

www.artecultura.org<br />

Senza nulla togliere alle sue caratteristiche informative e culturali, incentiverà ancorpiù<br />

la divulgazione delle iniziative come MOSTRE A MILANO e POSTACATALOGO,<br />

CORRISPONDENZA CULTURALE, e “CULTURA PER LA PACE”<br />

tramite lo stimolo della poesia dell’uomo che orienta al DISARMO.<br />

Agli Abbonati e Lettori di ARTECULTURA diciamo: fate un clic sul sito www.artecultura.org<br />

per trovare le notizie che cercate senza più<br />

sospirare per la cronicità dei ritardi postali o della mancata consegna.<br />

Così diciamo a tutti i nostri collaboratori che sotto vari aspetti sono collegati con la Rivista:<br />

Associazioni, Artisti, Amatori d’Arte, Biblioteche, Circoli culturali, Collezionisti, Gallerie d’arte,<br />

Inserzionisti, Poeti e Scrittori, di continuare con la fiducia che contraddistingue ARTECULTURA.<br />

Ci siamo impegnati e ci impegneremo ad estendere sempre meglio nuovi collegamenti con altri siti<br />

internet per fare di www.artecultura. org un centrale punto di riferimento.<br />

L’attiva voce breriana di Milano che diffonde la creatività, l’arte, la poesia come<br />

“Cultura per la pace” a eco internazionale. Il quotidiano linguaggio informativo<br />

a cui puoi prendere direttamente parte. Continua così a fare affidamento<br />

sulle Mostre d’Arte culturali che programma ARTECULTURA<br />

affinché si possa aprire la porta di un’arte nuova<br />

Segnati subito sul tuo taccuino o indirizzario,<br />

e suggerisci ai tuoi amici il sito: www.artecultura.org<br />

da BRERA... ARTECULTURA<br />

PER IL MONDO!<br />

40 ARTECULTURA


ANIMAZIONE POETICA XXXIX Edizione Poesia Pace 2011 promossa da <strong>Artecultura</strong> come<br />

orientamento di ricerca nel rapporto Natura-Poesia-Società. Cercando cioè di scoprire il primigenio<br />

creativo per conoscere il valore umano della personale psicopoesia che stimola l’evento quotidiano<br />

tra la vita, la storia e l’universo, nella libera “Cultura per la pace”. Una partecipazione di ricerca<br />

che sensibilizza nel personale componimento poetico lo stimolo non-violento culturale del Disarmo<br />

ANIMAZIONE<br />

POETICA<br />

XXXIX Edizione Poesia Pace 2011: un componimento<br />

max 35 versi più max 10 righe su cosa sia per Te la poesia<br />

ADESIONE GRATUITA - SCADENZA 30 GIUGNO 2011<br />

1) L'adesione ad ANIMAZIONE POETICA XXXIX Edizione<br />

di Poesia Pace 2011 è gratuita. Ogni Autore deve far seguire<br />

al componimento di max 35 versi più altre 10 righe max, a<br />

parte, dattiloscritte, su cosa sia per l’Autore la Poesia, da<br />

pubblicare a fondo pagina del volume in armonia del componimento<br />

poetico inviato ed accettato.<br />

L'iniziativa, autogestita nello spirito di <strong>Artecultura</strong>, vuole stimolare<br />

una pacifica ricerca culturale tra le persone e il mondo.<br />

2) Sono invitati quanti si sentono impegnati nella poetica ricerca<br />

della Pace, ideale di ogni libera persona umana. L'iniziativa non<br />

assegna premi di classifica e gli Autori delle liriche formalmente<br />

prescelte per l'inserimento nel volume antologico, di "Cultura<br />

per la pace" 2011, riceveranno il Diploma di solidarietà, ed una<br />

riproduzione artistica del nuovo volume antologico.<br />

3) Alla consultazione dei componimenti è preposta, a solo titolo<br />

di verifica formale, una Commissione composta da membri di<br />

varie attività sociali.<br />

4) La presentazione del volume verrà effettuata a fine novembre<br />

in data e luogo che saranno opportunamente comunicati come per<br />

tutte le passate edizioni.<br />

5) Al ricevimento dell'esito dell'adesione l'Autore s'impegna a<br />

comunicare il numero delle copie del volume che liberamente<br />

intende acquistare, a parziale contributo spese, al costo economico<br />

di • 5 al volume. Alla presentazione di "Cultura per la pace"<br />

2011, tutti gli Autori aderenti sono tenuti ad essere presenti, o in<br />

caso d'impossibilità, rappresentati da persone di fiducia per il<br />

ritiro dei volumi ordinati e quanto dovuto per regolamento.<br />

L'assenza immotivata e il non riscontro all'invito di presenza<br />

annullano ogni spettanza a domandarla nel tempo.<br />

6) Il componimento, uno solo per ogni aderente, va spedito in<br />

duplice copia, dattiloscritto, non superiore a 35 versi, firmato<br />

anche di autografa, riportando indirizzo e telefono dell'Autore e<br />

fatto pervenire entro il 30 Giugno 2011 alla Segreteria:<br />

ANIMAZIONE POETICA - XXXIX edizione di Poesia Pace<br />

2011 - c/o <strong>Artecultura</strong> - Via Ciovasso 19 - 20121 Milano o servirsi<br />

dell'indirizzo - info@artecultura.org<br />

Per le Scuole si richiede l'invio di componimenti a firma collettiva<br />

in modo da favorire la più ampia presenza scolastica nel<br />

nuovo volume antologico. Simboliche Borse di studio<br />

7) Le poesie debbono essere inedite, di personale ispirazione e<br />

composizione ed attinenti al tema della Pace nella sua più ampia<br />

libertà di pensiero. I minorenni sono accettati solo con la prevista<br />

firma di chi esercita su di loro per legge la tutela.<br />

Non sono accettati componimenti dedicati a persone viventi.<br />

8) <strong>Artecultura</strong> si riserva di favorire letture e commenti a carattere<br />

culturale per incentivare la sua libera "Cultura per la pace".<br />

9) In caso di nuove esigenze, in senso amplificativo, il presente<br />

regolamento potrà subire modifiche che migliorino l'attività di<br />

dell’iniziativa.<br />

10) Gli aderenti accettano il presente regolamento in ogni sua<br />

parte. I componimenti anche non pubblicati non vengono restituiti<br />

ed entrano a far parte dell'Archivio "Cultura per la pace" di<br />

ARTECULTURA. Sede, appunto, nella quale permane l’Archivio<br />

di cui tutti possono prendere visione consultiva.<br />

PARTECIPA E FAI PARTECIPARE!<br />

Informazioni ulteriori e invio componimenti:<br />

ANIMAZIONE POETICA XXXIX Edizione Poesia Pace 2011<br />

c/o <strong>Artecultura</strong> Via Ciovasso 19- 20121 Milano - Tel. 02/864.64.093 - Fax 02/860.833<br />

http://www.artecultura.org<br />

e-mail: info@artecultura.org<br />

ARTECULTURA 41


CONCORSI<br />

FOTOGRAFIA ARTI VISIVE E LETTERARI - POESIA -VARIE<br />

PREMIO GHIGGINI ARTE 2011<br />

La Ghiggini 1822 indice la X Edizione del Premio<br />

Ghiggini Arte giovani 2011. Sono dunque aperte<br />

le iscrizioni per partecipare al concorso artistico, nato<br />

nel 2001, da un’idea di Emilio Ghiggini, titolare<br />

dell’omonima galleria e di Gottardo Ortelli, artista,<br />

docente di pittura all’ Accademia Belle Arti di Brera<br />

ed ex assessore alla cultura del Comune di Varese.<br />

Il Premio si pone l’obbiettivo di individuare giovani<br />

di talento in campo artistico sia di promuovere valide<br />

collaborazioni esterne tra la galleria ed altri enti.<br />

La giuria artistica è composta dalle seguenti<br />

personalità: Anna Bernardini, storico dell’arte e<br />

direttore Villa e Collezione Panza-FAI, Varese,<br />

Giuseppe Bonini, docente di Estetica all’Accademia<br />

Belle Arti di Brera, Claudio Cerritelli,<br />

docente di Storia dell’Arte all’Accademia Belle Arti<br />

di Brera, Maria Rosa Ferrari, direttore del Circolo<br />

Culturale Il Triangolo di Cremona, Chiara Gatti,<br />

storica, critica dell’arte e giornalista di Repubblica,<br />

Licia Spegnesi, giornalista e curatore del Premio<br />

Cairo Mondadori, Paolo Zanzi, fotografo e art<br />

director. I partecipanti devono essere nati nell’anno<br />

1981 e non avere superato i 30 anni di età e risiedere<br />

nel territorio della Lombardia, Piemonte e Canton<br />

Ticino oppure essere iscritti a istituti d’arte e<br />

Accademie delle aree geografiche citate. La<br />

partecipazione è gratuita. Scadenza 26 aprile.<br />

Info: tel. 0332284025 - Ghiggini 1822 - Via<br />

Albuzzi 17 -2110 Varese - www.ghiggini.it<br />

La Rassegna è indetta a stimolo culturale e di confronto<br />

artistico con premessa divulgativa a cura dello storico d’arte<br />

Dr. Teodosio Martucci. Si aderisce con 1 sola opera dalle<br />

misure minime di cm. 30x40 e massime di cm. 60x80, munita<br />

di attaccaglia e di fotografia a colore ovvero di altro materiale<br />

equivalente per la riproduzione in quadricromia nel servizio<br />

redatto da <strong>Artecultura</strong> sulla base della colonna di cm. 5,4.<br />

L’opera presentata verrà menzionata di nome e cognome<br />

dell’artista aderente, titolo, tecnica e anno di realizzazione,<br />

dati da riportare dietro la fotografia che accompagna l’opera<br />

presentata ed accettata.<br />

L’inaugurazione della Rassegna è l’8 gennaio 2011 alle ore<br />

17,00 nella sala Olimpia dell’esposizione di Via Ciovasso<br />

19 Milano. Tutte le opere presentate saranno singolarmente<br />

oggetto di flash critico verbale in modo da stimolare il<br />

confronto visivo delle opere in esposizione.<br />

Il contributo di adesione alla rassegna è di euro 100 per i<br />

non abbonati e comprende anche l’abbonamento dell’Artista<br />

per il 2011 e di euro 70 per gli abbonati. Detto contributo<br />

comprende l’esposizione di circa un mese nel centro di<br />

Milano, prestazione critica, stampa e ricevimento di 5 copie<br />

di <strong>Artecultura</strong> riportante il servizio interessato, locandina<br />

degli Artisti aderenti. Il contributo è da versare al momento<br />

42 ARTECULTURA<br />

“PREMIO DON FABIO LEONARDIS 2011”<br />

Concorso di Arte Contemporanea - 2° Edizione<br />

Possono partecipare al Premio “Don Fabio<br />

Leonardis ”gli artisti di nazionalità italiana o<br />

stranieri. Il tema del Premio e “AMORE”<br />

interpretabile in senso letterale e metaforico. La<br />

misura massima del dipinto è di cm. 110x110 e<br />

minima di base cm. 40. Tutte le opere devono<br />

essere incorniciate con attacaglia, senza vetro,<br />

ammesso solo per gli acquerelli. L’artista sul retro<br />

del quadro deve apporre un tagliando compilato in<br />

ogni sua parte compreso il prezzo indicativo<br />

dell’opera, del quale peraltro la Giuria non terrà<br />

conto nell’assegnazione dei premi. L’artista dovrà<br />

mandare anche la foto dell’opera in concorso, e la<br />

propria biografia, in quanto previsto la realizzazione<br />

di un catalogo e (chi interessato all’acquisto del<br />

catalogo deve dare la propria adesione + omaggio<br />

dvd della mostra). Tutte le opere, con la relativa<br />

documentazione, potranno essere consegnate dal<br />

28 gennaio al 5 febbraio 2011 presso Classic Hotel<br />

Via della Chiesa 24 -05100 Terni, dalle ore 10 alle<br />

18 di tutti i giorni. Per la spedizione contattare il<br />

numero telefonico 0744. 432063 in quanto<br />

corriere convenzionato con l’Associazione ovvero<br />

consegnati anche nei centri di raccolta. Inaugurazione<br />

della mostra il 9 febbraio 2011 presso<br />

l’U.S.I, ed aperta fino al 14. Quota partecipazione<br />

euro 45 x1 opera e 70x 2 opere sul c.c.postale<br />

2529375 dell’Associazione. Informazioni tel.<br />

0744/304269 - www.iduecolli.it<br />

CONCORSI<br />

1° PREMIO UNITA’ D’ITALIA<br />

Centocinquantenario.<br />

Si partecipa con 1 o due opere d’arte visiva di<br />

pittura, scultura, grafica, e altre tecniche in originale<br />

o con le sue foto a colori.<br />

In premio ai primi classificati: esposizione gratuita<br />

in centralissima Galleria d’Arte di Catania. In<br />

premio di merito artistico a tutti i partecipanti una<br />

Targa-quadro con serigrafato a colori il celebre<br />

incontro a Teano tra Vittorio Emanuele II e<br />

Giuseppe Garibaldi. La relativa mostra delle<br />

opere e la premiazione avranno luogo nella<br />

Galleria d’Arte del Centro storico “Le Arti” di<br />

Catania dal 23 al 30 aprile 2011. Informazioni<br />

dal presidente dell’Associazione Athena, dr.<br />

Mario Giuffrida, via V. Giuffrida 4, - 95128<br />

Catania tel. 095-444318. Scadenza 11.04.2011.<br />

E’ ONLINE IL BANDO DI CONCORSO<br />

DELLA XV EDIZIONE DEL VALSUSA<br />

FILMFEST. “La montagna del futuro -<br />

creatività alpina, idee, valori e cultura ”<br />

Il termine per l’iscrizione è fissato al 28<br />

febbraio 2011. E’ online il bando di concorso<br />

della XV edizione del Valsusa Filmfest - Festival<br />

di film video sui temi del recupero della<br />

memoria storica e della difesa dell’ambiente.<br />

Sul sito www.valsusafilmfest.it sono reperibili<br />

il bando, la scheda di partecipazione, le<br />

informazioni sui premi e sulle sezioni di<br />

concorso. Il termine per le iscrizioni è fissato al<br />

28 febbraio 2011.<br />

RASSEGNA TEMPO D’ARTE 2011<br />

Pittura, Scultura, Grafica, Ceramica, Fotografia<br />

Speciale servizio di <strong>Artecultura</strong> con la pubblicazione delle opere accettate<br />

esposizione Sala Olimpia 8-28 <strong>Gennaio</strong> 2011<br />

della consegna a mano dell’opera o fatto pervenire tramite<br />

ricevuta di versamento postale effettuato sul c/c. n.<br />

84356302 intestato ARTECULTURA di Giuseppe<br />

Martucci, via Ciovasso 19 -20121 Milano o tramite assegno<br />

bancario. I residenti fuori Milano sono invitati a spedire<br />

l’opera in porto franco con opportuno imballo da riutilizzare<br />

anche per il ritorno dell’opera in porto assegnato<br />

La consegna dell’opera può essere fatta dal lunedì al sabato<br />

a partire dal 1 dicembre 2010 al 7 gennaio 2011 dalle ore<br />

9 alle ore 12,30 e dalle ore 15 alle 19,30.<br />

La Rassegna è di carattere artistico-culturale pertanto<br />

non soggetta a Bolla di accompagnamento ai sensi dell’Art.<br />

03/D.P.R. del 6/10/1979), da riportare sull’involucro.<br />

<strong>Artecultura</strong> pur assicurando la più scrupolosa cura delle<br />

opere come di sua consuetudine, non risponde per ogni<br />

deprecabile danno. Inaugurazione della rassegna 8 gennaio<br />

2011 ore 17,00. Sede espositiva <strong>Artecultura</strong>. Informazioni:<br />

tel. 02-864.64093 e-mail: info@artecultura.org<br />

Nella serata inaugurale verranno effettuati due<br />

sorteggi tra gli artisti aderenti equivalenti ad una<br />

pagina redazionale cadauno con due foto a fornire da<br />

inserire nel servizio. Il fortunato potresti essere tu!


CONCORSI<br />

PROGETTO SUD<br />

Epigrammi, aforismi, pensieri 1° edizione.<br />

Possono partecipare tutti i poeti residenti in Italia o<br />

all’estero “con il sud nel cuore”, con un pensiero,<br />

un epigramma. Una frase, un aforisma (max 250<br />

battute) che abbia come tema:” il sud del futuro: la<br />

speranza, la rinascita, il cambiamento”.<br />

PARTECIPAZIONE VIA POSTA<br />

L’elaborato in due (2) copie, di cui una (1)<br />

contenente nome cognome, recapito postale e<br />

telefono e la seguente dichiarazione: “Dichiaro<br />

che gli elaborati da me presentati al Premio sono<br />

frutto della mia creazione personale, inediti, non<br />

premiati ad altri concorsi. Sono consapevole che<br />

false attestazioni configurano un illecito<br />

perseguibile a norma di legge”, dovrà pervenire<br />

alla segreteria del premio:<br />

PREMIO 2033 PROGETTO SUD - PRO<br />

LOCO MONTELEPRE - VIA ROMA 5 - 90040<br />

MONTELEPRE (PA)<br />

PARTECIPAZIONE VIA EMAIL<br />

L’elaborato in allegato documento word,<br />

contenente: nome, cognome, recapito postale e<br />

telefonico e la dichiarazione di cui sopra, dovrà<br />

pervenire alla seguente casella di posta elettronica:<br />

premio2033progettosud@gmail.com<br />

Le opere dovranno pervenire inderogabilmente<br />

entro e non oltre il 19 febbraio 2011<br />

Programma ed ogni ulteriore informazione tel.<br />

0918983581 premio2033progettosud@gmail.com<br />

Bando Permanente per arti audiovisive e musica<br />

di ricerca - Video and Sound Art Files,<br />

organizzato da C.A.R.M.A. (Centro d’Arti e<br />

Ricerche Multimediali Applicate), è il nuovo<br />

archivio consultabile di opere di artisti da tutto il<br />

mondo dedicato alla produzione internazionale di<br />

video arte, sound art e musica elettronica e di<br />

ricerca. C.A.R.M.A. pubblica il Bando Permanente<br />

per arti audiovisive e musica di ricerca aperto a tutti<br />

gli artisti, emergenti e non, che desiderino che le<br />

loro opere siano promosse dall’associazione nel<br />

corso dei propri eventi. Il gruppo curatoriale Le<br />

Momo Electronique, insieme al Daimon Studio<br />

(per quanto riguarda la musica), si impegna a<br />

visionare permanentemente tutte le proposte e a<br />

CONCORSI<br />

ARTECULTURA<br />

invita agli abbonamenti 2011-2012<br />

Un mensile familiare, semplice, umano<br />

abbònati e consiglialo ai tuoi amici, non ti sentirai pentito...<br />

Chi ha l’abbonamento scaduto è invitato al rinnovo<br />

Abbonamento normale Euro 30,00<br />

con segnalazione gratuita delle iniziative culturali varie<br />

nelle specifiche rubriche di <strong>Artecultura</strong>.<br />

Abbonamento collezionismo Euro 100,00<br />

omaggio grafica di maestri contemporanei disponibili.<br />

Abbonamento sostenitore Euro 500,00<br />

Testo critico, a 2 pagine su <strong>Artecultura</strong>, 6 opere<br />

riprodotte nel servizio espositivo EXPO-AZZURRA<br />

Abbonamento sostenitore speciale Euro 1.500.00<br />

Mostra personale culturale di un mese, testo critico,<br />

2 pagine di redazionale e riproduzione fino a 6 foto<br />

nel servizio espositivo della Sala Azzurra di <strong>Artecultura</strong><br />

selezionare quelle che riterrà le più interessanti,<br />

senza limiti di numero, per promuoverle nel contesto<br />

delle attività del Centro (mostre, festivals, concerti,<br />

conferenze, serate a tema ed eventi promozionali di<br />

varia natura).<br />

Le opere selezionate potranno inoltre partecipare,<br />

previo accordo contrattuale, alle pubblicazioni -<br />

produzioni editoriali di vario genere ricevendo in<br />

questo caso una percentuale in base alle vendite.<br />

Sono ammesse ogni tipo di tecnica e genere che<br />

possa ricondursi alla ricerca contemporanea senza<br />

limiti di durata: Per partecipare basterà inviare il<br />

materiale a: C.A.R.M.A. Via Manfredonia n, 45 -<br />

00171 Roma - Materiale richiesto DVD dati e/<br />

o CD contenente la/le opera/e - per le opere<br />

audiovisive il formato richiesto è DVD-PALoppure<br />

DV AVI (senza menù) per le opere<br />

sonore il formato richiesto è CD Wave (16 bit<br />

44. 100 hz o superiore. - Un CD contenente: il<br />

form e liberatoria (compilati elettronicamente e<br />

firmati, .doc) nel caso di opere audiovisive<br />

sono richieste 3 still dell’opera (300 dpi in<br />

formato jpeg) - Liberatoria cartacea- Centro<br />

d’Arti e Ricerche Multimediali Applicate c/o<br />

Casa dei Popoli-A.I.A.S.P., Viale Irpinia n. 50,<br />

Roma - 349 2304021 - E-mail:<br />

ass.carma@gmail.com<br />

CONCORSO “PREMIO PERINI 2010”<br />

Ricerche Cine Video - Iscrizione gratuita<br />

Il concorso è articolato in due sezioni: adulti e<br />

giovani (30 anni non compiuti), che possono<br />

partecipare con documentari, film inchiesta, film a<br />

soggetto e film di animazione, coerenti, per contenuti<br />

agli scopi del Concorso, come indicato nel prospetto<br />

delle modalità organizzative. Le opere devono essere<br />

state prodotte dopo il 1° gennaio 2008, e quindi<br />

verranno respinti i filmati datati antecedentemente.<br />

La durata del film video non dovrà superare minuti<br />

25 (compresi i titoli di testa e di coda). Ogni autore<br />

può partecipare con non più di due filmati. Nella<br />

sezione giovani verranno ammessi anche lavori<br />

prodotti da Istituti scolastici di ogni ordine e grado.<br />

Informazioni e regolamento: Fondazione Carlo<br />

Perini, Via Aldini, 72 - 20157 Milano, cell.<br />

3334552091 - www.circoloperini.com<br />

IMPORTANTE<br />

In questi inizio anno 2011 agli abbonati con<br />

l’abbonamento scaduto si suggerisce il rinnovo<br />

per non vedere sospeso l’invio di ARTECULTURA<br />

L’esagerato aumento delle tariffe postali non<br />

consentono più margini di tolleranza .<br />

Per i lettori che ricevono saltuariamente la<br />

Rivista l’invito di prendere in considerazione la<br />

possibilità di un abbonamento per sostenere la la<br />

continuità divulgativa di ARTECULTURA tanto<br />

nutrita d’informazione artistica e culturale.<br />

Ai sensibili operatori visivi si chiede l’invio<br />

di una foto per FOTOGRAFARE IL DISARMO.<br />

A cosa serve dipingere se poi la guerra distrugge<br />

le opere I pittori dovrebbero essere in prima<br />

linea a sostenere la coraggiosa iniziativa di<br />

ARTECULTURA che con l’abbonamento di soli<br />

30 Euro pubblica la foto dell’opera e riceve<br />

mensilmente la Rivista per conoscere le varie<br />

iniziative che ne contraddistinguono l’operato.<br />

PROMOZIONE ABBONAMENTI<br />

2011-2012 ARTECULTURA<br />

1 grafica omaggio<br />

di Maestri contemporanei<br />

disponibili (Alfieri, Contenotte,<br />

Kodra ed altri...) con<br />

1 abbonamento di euro 30,00<br />

e dipinti di pittori emergenti con<br />

1 abbonamento di euro 100,00<br />

occasione irripetibile!<br />

una visita- un affare!!!<br />

ma solo presso la sede di<br />

<strong>Artecultura</strong> via Ciovasso 19<br />

20121 Milano<br />

Aperti anche la domenica:<br />

16 -19,30 tel. 02-864.64.093<br />

Abbonamenti accumulativi con sconto del 50% Euro 15,00<br />

cadauno da commissionare a partire da un minimo di 10<br />

(dieci) per: Accademie, Associazioni, Circoli, Ditte, Enti,<br />

Gallerie d'Arte, fatti pervenire su carta intestata.<br />

ARTECULTURA: un mensile familiare, diverso da tutti.<br />

Abbonati e sostieni la sua carica informativa e il suo sentito<br />

impegno culturale di Arte/Poesia/Sociale<br />

Intestare<br />

ARTECULTURA - c.c. postale n. 843 56 302<br />

Via Ciovasso 19 - 20121 Milano<br />

o servirsi di assegno bancario o vaglia postale.<br />

Informazioni, tel.: 02/864.64.093 - Fax 02/860.833<br />

www.artecultura.org e-mail: info@artecultura.org<br />

ARTECULTURA 43


44 ARTECULTURA<br />

Gianpietro Maggi: “METAMORFOSI”, cm. 50x70


LIBRI, LIBRI...<br />

a cura di Aoristias<br />

Lo scorso 1 dicembre a Palazzo Litta di Milano il<br />

Direttore Regionale per i Beni Culturali della Lombardia,<br />

Caterina Bon Valsassina e il Presidente<br />

Skira editore, Massimo Vitta Zelman, hanno presentato<br />

il volume di Bruno Zanardi “Il restauro.<br />

Giovanni Urbani e Cesare Brandi due teorie a confronto”.<br />

E’ il primo di una serie di incontri che la<br />

Direzione Regionale organizza a Palazzo Litta per<br />

stimolare un confronto dialettico a più voci sui temi<br />

istituzionali, dal restauro alla tutela del paesaggio,<br />

dalle nuove professioni nel settore dei beni culturali<br />

alla valorizzazione. Una tavola rotonda, un dibattito<br />

tra esperti con l’autore intorno al tema del<br />

restauro nelle sue connessioni alla tutela del patrimonio<br />

storico e artistico del Paese. Al confronto<br />

partecipano Carlo Bertelli, Caterina Bon Valsassina,<br />

Vittorio Gregotti e Tomaso Montanari.<br />

Come sottolinea Salvatore Settis nella sua prefazione,<br />

l’intento del saggio è di mettere in parallelo<br />

le due teorie del restauro di Cesare Brandi e Giovanni<br />

Urbani alla luce di quello che il nostro Paese<br />

sta vivendo in un clima di crollo dell’attenzione<br />

per i temi della tutela, evidenziato soprattutto dalla<br />

progressiva e sempre maggior mancanza di risorse<br />

economiche sia statali sia private. “Il lettore<br />

di questo libro vedrà come, e quanto, formulazioni<br />

di Brandi e proposte di Urbani siano<br />

ora complementari tra loro, ora invece in stridente<br />

contrasto: la biografia dei due studiosi<br />

diventa così non solo la traccia di due percorsi<br />

intellettuali fra loro fittemente intrecciati e tuttavia<br />

tutt’altro che coincidenti, ma anche lo sfondo<br />

fondativo per scelte etiche e politiche che<br />

ancora non abbiamo saputo fare” (Settis).<br />

Bruno Zanardi è stato allievo di Giovanni Urbani<br />

e ha intrattenuto rapporti di familiarità con Cesare<br />

Brandi. Ha restaurato, tra l’altro, la Colonna<br />

Traiana, gli affreschi e i mosaici della Basilica di<br />

Santa Maria Maggiore e del Sancta Sanctorum a<br />

Roma, i rilievi di Antelami al Battistero di Parma,<br />

parte degli affreschi della Basilica di Assisi, gli affreschi<br />

di Correggio nella chiesa di San Giovanni<br />

a Parma, gli affreschi di Tiepolo a Palazzo Labia a<br />

Venezia. Ha pubblicato per Skira importanti saggi<br />

tra storia dell’arte e storia delle tecniche artistiche:<br />

Il cantiere di Giotto e Giotto e Pietro Cavallini. La<br />

questione di Assisi e il cantiere medievale della<br />

pittura a fresco; e di storia della tutela, Conservazione,restauro<br />

e tutela. Unico studioso italiano,<br />

è stato chiamato dalla Cambridge University a<br />

far parte del gruppo internazionale di esperti che<br />

ha lavorato al Companion to Giotto. È professore<br />

di Teoria e storia del restauro all’Università di<br />

Urbino Carlo Bo.<br />

Achille Della Ragione, NATURA MORTA<br />

NAPOLETENA DEL SETTECENTO<br />

Un ponderoso libro di Achille della Ragione colma<br />

finalmente una vistosa lacuna nel campo degli<br />

studi sulla natura morta napoletana e permette di<br />

conoscerla ed apprezzarla attraverso oltre 350 foto<br />

in gran parte a colori ed un’esaustiva bibliografia.<br />

La natura morta napoletana è più apprezzata dal<br />

mercato antiquariale che dalla critica, più conosciuta<br />

dai collezionisti che dal grande pubblico.<br />

Essa non raggiunge i fasti del secolo precedente,<br />

SALA<br />

OLIMPIA<br />

ma mantiene un livello dignitoso almeno per i primi<br />

cinquanta anni, per spegnersi poi senza svilupparsi<br />

in esiti di un qualche interesse, ad eccezione<br />

forse di Mariano Nani, figlio di Jacopo ed attivo<br />

in Spagna fino alle soglie dell’Ottocento e del notevole<br />

Mariano Cefis, scoperto nel corso delle ricerche<br />

esperite per la stesura di questo contributo,<br />

con i quali si chiude una gloriosa tradizione. Alcuni<br />

artisti come Tommaso Realfonso, Nicola<br />

Casissa, Gaspare Lopez, Giacomo Nani e Baldassarre<br />

De Caro continuano la tradizione locale<br />

specializzandosi nel dipingere fiori, frutta, pesci,<br />

cacciagione, soddisfacendo così le richieste di una<br />

vasta committenza, il cui gusto era semplicemente<br />

cambiato in linea coi tempi. E questo senza considerare<br />

le infinite figure minori, che lentamente stanno<br />

riemergendo da un oblio secolare o alcuni artisti<br />

più noti, che lavorano a cavallo dei due secoli e<br />

che i libri di storia dell’arte considerano operanti<br />

unicamente nel Seicento, quali Francesco Della<br />

Questa , Aniello Ascione, Nicola Malinconico,<br />

Gaetano Cusati, Onofrio Loth, Elena e Nicola Maria<br />

Recco, fino a Giuseppe Ruoppolo e forse lo stesso<br />

Andrea Belvedere, che muore nel 1732 e probabilmente,<br />

almeno nei primi anni, dopo il ritorno<br />

dalla Spagna, prima di dedicarsi unicamente<br />

al teatro, come afferma il De Dominici, avrà continuato<br />

la sua attività come testimoniano alcuni suoi<br />

dipinti dal sapore già settecentesco.<br />

Purtroppo sul destino del genere nel secolo dei lumi<br />

ha pesato il giudizio negativo di Raffaello Causa,<br />

il quale, riteneva il trapasso tra Seicento e Settecento<br />

alla stregua di un vero e proprio passaggio<br />

dal sonoro al muto e sentenziava, nella sua impareggiabile<br />

esegesi sull’argomento, pubblicata nel<br />

1972 sulle pagine della Storia di Napoli, che con<br />

la rinuncia del Belvedere ai piaceri della pittura si<br />

chiude il secolo d’oro e dietro di lui una folla di<br />

fioranti facili e svelti di mano ed una torma di<br />

imitatori fanno ressa su un mercato molto florido,<br />

dove alcune richieste, scaduto il gusto dei committenti,<br />

si esaudiscono a metraggio; i protagonisti<br />

sono tutti scomparsi, la parlata si è fatta fioca, incolore,<br />

dialettale e financo rozza e sgarbata, non vi<br />

è più nulla o ben poco da salvare, nonostante i fasti<br />

vecchi e nuovi del mercato dell’arte.<br />

Il suo anatema fece sì che quando nel 1979 ! fu<br />

organizzata la grande mostra Civiltà del Settecento<br />

mancasse una sezione dedicata alla natura morta<br />

e fu un deplorevole errore, che ha concorso a<br />

ritardare l’interesse e gli studi sul settore.<br />

Già nella precedente mostra sulla natura morta,<br />

svoltasi nel 1964, i generisti napoletani del Settecento<br />

erano mal rappresentati, con pochi dipinti ed<br />

alcuni nemmeno autografi. (Dante Caporali)<br />

Pier Giovanni Guzzo, POMPEI STORIE E<br />

PAESAGGI DELLA CITTA' ANTICA.<br />

Electa Editrice<br />

Una monografia che fa il punto su 10 anni di scavi<br />

e ricerche e svela con rigore scientifico e , allo stesso<br />

tempo, con una inusuale verve comunicativa una<br />

Pompei diversa che va al di là delle sue celebri<br />

pitture. Il volume è incentrato sulle interazioni tra<br />

la città antica e il territorio inteso come scenario in<br />

cui l'uomo svolge la propria attività. In tale contesto,<br />

lo studio del paesaggio contribuisce alla conoscenza<br />

della cultura umana nella storia. Di particolare<br />

interesse e capacità evocativa sono le pagine<br />

riservate ai grandi artisti del Novecento.<br />

Alda Merini ETERNAMENTE VIVO<br />

Frassinelli Editore<br />

Nel primo anniversario della Sua scomparsa (1<br />

novembre) un libro rilegato e un DVD con versi<br />

ed immagini inedite che immortalano la Merini<br />

nell’atto creativo dell’intuizione poetica: un documento<br />

che restituisce la Merini più intima e<br />

autentica.<br />

Alda Merini (Milano, 1931 - 2009) è considerata<br />

una delle voci più significativedella poesia italiana.<br />

Ha ricevuto numerosi riconoscimenti, fra i quali<br />

il prestigioso Premio Librex Montale nel 1993, il<br />

Viareggio nel 1996, il Procida-Elsa Morante nel<br />

1997 e quello della Presidenza del Consiglio dei<br />

Ministri nel 1999.<br />

Chi era veramente Alda Merini Come nascevano<br />

le sue poesie La grande poetessa italiana è stata<br />

per decenni una delle figure più enigmatiche e affascinanti<br />

del nostro panorama letterario: nessuno<br />

scrittore ha nutrito con altrettanta umiltà e autenticità,<br />

attraverso le sofferenze dell’esistenza, la sua<br />

opera. Nessun poeta assomiglia con altrettanta profondità<br />

alle sue poesie, che nascono dalla vita, non<br />

a tavolino. Alda Merini viveva la poesia, prima<br />

ancora di scriverla, come il filmato accluso al libro<br />

ci mostra. Il filo conduttore che lega le immagini<br />

è proprio il lavoro creativo, il suo dipanarsi,<br />

parola dopo parola, attraverso la voce indimenticabile<br />

della poetessa, con un ritmo e un tempo che<br />

nessuna pagina di libro potrà mai restituire. Forse,<br />

sembra suggerirci questa testimonianza unica, altissima<br />

e commovente: è nell’oralità, e quindi nella<br />

relazione umana, e non nella mera scrittura, il<br />

segreto – e il significato ultimo – della poesia.<br />

DVD - Regia di Daniele Pignatelli. Daniele<br />

Pignatelli è filmaker, ha realizzato diverse<br />

istallazioni multimediali sia in Italia che a New<br />

York. I suoi film sono stati in concorso presso i più<br />

importanti festival cinematografici di tutto il mondo<br />

vincendo diversi e prestigiosi premi tra cui:<br />

“Menzione speciale della Giuria Aiace alla 53°<br />

Mostra Internazionale d’Arte, Cinematografica di<br />

Venezia con il cortometraggio “Amati Matti”,<br />

“Kodak European Showcase Award for New<br />

Talents” al 55° Cannes International Film Festival<br />

con il cortometraggio “Terzo° e Mondo”. Libro e<br />

Dvd sono a cura di Arnoldo Mosca Mondadori<br />

Motivi storici e metafisici nel “Gattopardo”<br />

Ne ha parlato a Venafro lo scrittore Aldo Cervo<br />

“Il Gattopardo”, unico romanzo – postumo – di<br />

Giuseppe Tomasi di Lampedusa è uno dei libri piú<br />

significativi del Novecento italiano. Ne ha parlato<br />

lo scrittore caiatino Aldo Cervo nella Biblioteca<br />

Comunale di Venafro, nell’ambito del ciclo di conferenza<br />

“Emozioni” organizzato da Virginia Ricci.<br />

Tema dell’incontro “Tomasi di Lampedusa: Motivi<br />

storici e metafisici ne ‘Il Gattopardo”. Dopo l’introduzione<br />

della preside Elisabetta Guarini in veste di<br />

coordinatrice, un breve intervento dello scrittore<br />

Amerigo Iannacone che ha presentato il relatore Aldo<br />

Cervo. Cervo ha poi illustrato il romanzo inquadrandolo<br />

nell’epoca storica e facendone un’approfondita<br />

analisi. Ed ecco la conclusione del suo intervento:<br />

«Sembrerebbe, l’andamento complessivo delle<br />

esperienze e delle riflessioni del Lampedusa – per il<br />

tramite del suo personaggio protagonista – propendere<br />

per una concezione materialistica della vita. E<br />

invece a me pare piuttosto di cogliervi una fede<br />

dolorante, di chi s’aspettava altro dalla Creazione;<br />

una fede che non si emancipa – come in certi Spiriti<br />

Eletti – dal mistero dai mille interrogativi. Una fede<br />

che sembra assumere la forma di una protesta<br />

cosmica per un progetto di Salvezza costruito sulla<br />

sofferenza, anche, se non sopratutto, degli innocenti.<br />

Sul quale progetto una volta il buon Dio un qualche<br />

chiarimento ce lo dovrà pur dare».<br />

ARTECULTURA 45


BROMMO<br />

Quattro irripetibili<br />

inventive<br />

della personale<br />

creatività pittorica<br />

della spontaneità intuitiva<br />

che de-complessa i teoremi<br />

per sintetizzare<br />

la libera struttura<br />

della semplicità informale<br />

che avvalora di principio<br />

la purezza artistica del pittore.<br />

Sopra:<br />

CRISTO,smalto cm. 42x30<br />

di fianco a sinistra<br />

EFFETTO FOTONICO, acrilico cm. 10x10<br />

sotto a sinistra<br />

IL LABIRINTO acrilico cm. 18x18<br />

a destra<br />

LO SQUALO acrilico cm. 12x12<br />

46 ARTECULTURA


La foto: l’artistica entrata della Sala Olimpia di <strong>Artecultura</strong> con un particolare d’interno.<br />

Ideale spazio per una tua qualificata mostra culturale che non si dimentica.<br />

Situata tra l’Accademia Belle Arti di Brera e il Teatro alla Scala nel centro di Milano.<br />

Programma la tua personale in calendario 2011-2012 tel. 02-864.64.093 - info@artecultura.org<br />

ARTECULTURA 47


LIBRI, LIBRI...<br />

a cura di Aoristias<br />

EXPOAZZURRA 2011<br />

Milano, Sala Azzurra<br />

Minipersonali di sei opere nel centro breriano di Milano<br />

una parete per ogni artista (max 3) nella Sala Azzurra <strong>Artecultura</strong><br />

a 100 metri dall'Accademia Belle Arti di Brera<br />

Per l’artista accettato: Pubblicazione su 2 pagine di <strong>Artecultura</strong> delle 6 opere aderenti alla<br />

Rassegna, testo critico a cura redazionale, quotazioni su carta intestata firmate da un perito del<br />

Tribunale di Milano e riportate con una foto nella rubrica L’Immagine Quotata di <strong>Artecultura</strong>.<br />

Omaggio di 50 copie della Rivista con il servizio interessato.<br />

Mostra 3 - 25 Marzo 2011<br />

Inaugurazione e presentazione critica:<br />

Giovedì 3 Marzo ore 18,00<br />

Serata inaugurale con intervento di qualificati<br />

critici e storici dell'arte<br />

Regolamento<br />

1) Rassegna aperta alla più ampia<br />

libertà ispirativa, di tecnica e di stile.<br />

Si aderisce con sei opere dalle<br />

misure max di cm. 60x80 con o<br />

senza cornice, per la scultura max<br />

cm. 60 di altezza e cm. 40 di larghezza<br />

e profondità.<br />

2) Nel corso della serata inaugurale<br />

lettura critica delle opere presentate<br />

da ogni Artista aderente più un testo<br />

critico personalizzato redatto nel servizio<br />

di due pagine che <strong>Artecultura</strong><br />

dedica ad ogni artista con la riproduzione<br />

delle sei opere presentate<br />

sul numero di Marzo 2011<br />

della Rivista <strong>Artecultura</strong> promotrice.<br />

3) La Rassegna è a cura del critico<br />

dott. Teodosio Martucci. Le opere<br />

presentate vanno corredate di titolo,<br />

preferibilmente riportate su CD-Rom<br />

o e-mail: info@artecultura. org ai<br />

fini realizzativi del servizio, oppure su<br />

materiale cartaceo a colore.<br />

4) A parziale contributo spese di sostegno<br />

per esposizione, testo critico e<br />

stampa, l'artista aderente sottoscrive<br />

un abbonamento sostenitore di Euro<br />

500,00 per l'ospitante <strong>Artecultura</strong>.<br />

5) La consegna del materiale fotografico<br />

o supporto CD-ROM va fatta di<br />

persona o spedito entro il 10 Febbraio<br />

2011, consegna delle opere 25 Febbraio<br />

al 2 Marzo 2011 dalle ore 9,30<br />

alle 12,30 e dalle 15 alle 19,30 sabato<br />

compreso unitamente al contributo. I<br />

residenti fuori Milano devono inviare<br />

le opere (e relativo materiale per la<br />

riproduzione foto o CD ROM) in porto<br />

franco esclusivamente alla sede<br />

espositiva: Sala Azzurra di ARTE-<br />

CULTURA Via Ciovasso 19 angolo Via<br />

del Carmine, Milano 20121 in adeguato<br />

involucro da utilizzare possibilmente<br />

anche al ritorno in porto assegnato<br />

6) L'ordine di partecipazione è in relazione<br />

all'arrivo delle prenotazioni. In<br />

caso di sovrannumero è prevista una 2°<br />

rassegna alle stesse condizioni.<br />

7) Per la Rassegna di finalità artistico-culturale<br />

il trasporto è esonerato<br />

dall'obbligo di documento accompagnatorio<br />

ai sensi dell'Art. 03/D.P.R.<br />

del 6/10/1979 (sull'involucro...).<br />

8) ARTECULTURA, pur assicurando<br />

la massima cura delle opere, non risponde<br />

in caso di furto, incendio o di<br />

ogni altro deprecabile danno che si<br />

verificasse anche durante il tragitto di<br />

andata e ritorno delle opere.<br />

9) La rassegna è a carattere culturale.<br />

Pertanto nessuna percentuale in caso<br />

di eventuale collocazione di opere da<br />

parte dell'artista. Cause di forza maggiore<br />

possono anche modificare il<br />

presente regolamento.<br />

Informazioni:<br />

ARTECULTURA<br />

Via Ciovasso 19 - Milano<br />

Tel. 02/864.64.093<br />

info@artecultura.org<br />

48 ARTECULTURA

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!