Artecultura Gennaio
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Artecultura Gennaio
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Mensile Manifestazioni Artistiche e Culturali<br />
www.artecultura.org e-mail: info@artecultura.org<br />
Anno XXXXIV- N. 1 <strong>Gennaio</strong> 2011 - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/2/2004 n.46) Art. 1, Comma 1, dcb Milano<br />
In caso di mancato recapito restituire al mittente che si impegna a pagare la relativa tassa<br />
ARTECULTURA<br />
1
Marco Senigalliesi<br />
POETICA E RAZIONALITA’ IDEATIVA<br />
NEI PERCORSI FUTURIBILI<br />
DEL LINGUAGGIO NEL TEMPO<br />
Milano, Sala Olimpia, <strong>Artecultura</strong><br />
16 dicembre 2010 - 6 gennaio 2011<br />
Inaugurazione: 18 dicembre ore 18<br />
Per Marco Senigalliesi la pittura ha<br />
come primario e fondamentale obiettivo<br />
quello della comunicazione, in primo<br />
luogo nel senso di attivare un personale<br />
rapporto con quanti si pongono<br />
di fronte alle sue opere. Questa<br />
esigenza di comunicazione si fonda su<br />
due presupposti: da una parte la forza<br />
cromatica del dipinto, la ricerca intensa<br />
intorno al problema della luce,<br />
dall’altra l’elaborazione della forma.<br />
2 ARTECULTURA<br />
Senigalliesi si presenta a questa sua<br />
prima esposizione personale dopo una<br />
sperimentazione che lo ha condotto<br />
su un percorso espressivo personale e<br />
suggestivo. Le sue composizioni hanno<br />
come supporto il legno, materiale<br />
con il quale l’artista ha una lunga<br />
confidenza, dovuta anche al fatto che<br />
si è dedicato a studi, appunto, sulla tecnica<br />
del bassorilievo ligneo. Come elemento<br />
fondamentale della sua sensibilità<br />
pittorica si avverte chiaramente il<br />
carattere organico della forma, slegata<br />
da ogni riferimento narrativo o<br />
anedottico, per essere, invero, il frutto<br />
creativo di particolari pulsioni, di idee<br />
che si sedimentano nell’inconscio e che<br />
poi dopo una fase di meditazione e di<br />
progetto si configurano come puri<br />
patterns con allusioni al mondo della<br />
geometria o a quello per certi versi affascinante<br />
dei microrganismi. Sono<br />
forme libere, fluttuanti, stilizzate, ma<br />
senza possedere il crisma di una “maniera”.<br />
Naturalmente per una approfondita<br />
valutazione del linguaggio<br />
espressivo di Senigalliesi va tenuta<br />
presente l’importanza dei materiali.
Già si è accennato al supporto ligneo,<br />
a cui va aggiunto l’intervento di resine,<br />
vetro, colori acrilici, materiali vari,<br />
che l’artista utilizza non tanto nel<br />
senso di una poetica del recupero o in<br />
un’ottica di arte povera quanto per attenta<br />
comprensione delle loro possibilità<br />
espressive, estetiche. Sono proprio<br />
questi materiali nella loro lucida<br />
configurazione ad imprimere sollecitudine<br />
visiva e psicologica al<br />
polimaterismo dell’artista. Osservando<br />
i lavori di Senigalliesi e prendendo<br />
naturalmente in considerazione la<br />
provvisorietà di una ricerca ancora in<br />
divenire ed aperta a nuovi e non<br />
prevedibili sviluppi, si può già comunque<br />
comprendere come essi non appartengano<br />
al filone informale. L’artista,<br />
infatti, non dissolve o disgrega il<br />
tessuto percettivo e plastico delle sue<br />
forme, ma lo ri-orienta verso equilibri<br />
dinamici ed armonici. Ragione e<br />
fantasia nelle sue opere si compenetrano<br />
all’interno di un gusto che si<br />
mantiene distante da certi rigori operativi<br />
tipici del costruttivismo o del<br />
minimalismo, ma al tempo stesso anche<br />
differenziato da proposte più<br />
accentuatamente espressioniste.<br />
Un senso innato del bello, affinato<br />
anche da una pratica manualità, sembra<br />
guidare l’operatività dell’artista,<br />
condurla verso lucide e calibrate tensioni<br />
stilistiche e concettuali. La rassegna<br />
in programmazione alla Sala<br />
Olimpia di <strong>Artecultura</strong> appare pertanto<br />
come un significativo appuntamento riflessivo<br />
su un linguaggio dalle sensibili<br />
premesse e possibilità.<br />
Teodosio Martucci<br />
ARTECULTURA<br />
3
48 EXPO AZZURRA<br />
Inserto redazionale:<br />
MOSTRE A MILANO - POSTACATALOGO<br />
- ARTECULTURA è inviata: abbonati di tutta Italia,<br />
gallerie d'arte, critici, musei, scuole, alberghi, di<br />
Milano e categorie specializzate dei professionisti.<br />
- Composizione e impaginazione: redazionali<br />
Fotolito e stampa Press Point<br />
Via L. Cagnola, 35 Abbiategrasso<br />
4 ARTECULTURA<br />
In questo numero GENNAIO 2011<br />
Artisti sul mondo<br />
4 SOMMARIO -ANNO NUOVO<br />
5 RISORGIMENTO POETICO<br />
6 CORRISPONDENZA CULTURALE<br />
8 INTERLUDI<br />
12 INTERLUDI CONTINUANO<br />
16 GIALLO INDIANO-ARCIMBOLDO<br />
17 KANTOR - OPEN STUDIOS<br />
18 NON MERITARE IL PASSATO<br />
19 MAGNIFICO CRATERE- LIN<br />
20 LETTERA DA ANNECY<br />
21 I TESORI DELLA PROVINCIA<br />
22 LA SCALA DI NAPOLEONE<br />
24 VETRO -ATLANTE TREVIGIANO<br />
25 ITALIA 1945-1953-ARTE BOXE<br />
27 L’AUTODIDATTA NELLA STORIA<br />
31 IMMAGINI E LUOGHI<br />
32 RINNOVAMENTO DEMOCRATICO<br />
34 NESSUNO LANCI PER PRIMO<br />
38 UMANITA’ POETICA<br />
41 ANIMAZIONE POETICA<br />
42 CONCORSI<br />
ARTECULTURA<br />
PUBBLICA<br />
LA NUOVA EDIZIONE<br />
DI POESIA PACE 2011<br />
DAL TEMA<br />
ANIMAZIONE<br />
POETICA<br />
pag. 41<br />
MARCO SENIGALLIESI di Teodosio<br />
Martucci - ANNATRAPASSO- LUISA<br />
VISCONTI - CARLA MONTI - PEDRO<br />
FIORI - GIOVANNI SASSANI - RAFAEL<br />
ESPADA di Giuseppe Martucci -<br />
INSERZIONI: REMO LANA di M.A.G.A.<br />
- CORTINA ARTE - PONTE ROSSO -<br />
PAOLO BONETTO -PIETRO CASCELLA<br />
- GIAN PIETRO MAGGI - MAX HAMLET<br />
SAUVAGE - ARMONIE NATALIZIE<br />
ARTECULTURA<br />
Mensile Manifestazioni Artistiche e Culturali<br />
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n. 253 del 6/9/1967 - Registro Nazionale della<br />
Stampa n. 5359 - Direttore responsabile:<br />
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Finito di stampare il 21 -12-2010<br />
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Intestare:<br />
ARTECULTURA di Giuseppe Martucci<br />
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Nel Centro Artistico<br />
Breriano di Milano<br />
Nelle ben disposte sale espositive di<br />
ARTECULTURA<br />
- Esposizioni di mostre culturali<br />
- Servizi redazionali specializzati<br />
di critici e storici d'arte qualificati<br />
- mostre e rassegne ad interesse<br />
nazionale e internazionale<br />
- Consulenza arte contemporanea<br />
stime e perizie<br />
- Edizioni cataloghi d'arte,<br />
autentiche<br />
- sillogi poetiche, libri divulgativi<br />
Anno nuovo 2011<br />
e tanti novelli<br />
abbonati, si spera...<br />
Dell’abolizione delle Tariffe postali<br />
agevolate per la stampa culturale, anche<br />
<strong>Artecultura</strong> ne risente molto. Ma in un<br />
mondo nel quale anziché pensare a<br />
stimolare la fiducia nel costume della<br />
convivenza, invece si pensa a costruire<br />
armi sempre più sofisticate, un ragionamento<br />
di equilibrio pensiamo che sia<br />
più utopia che posatezza. Tuttavia,<br />
noi, di buon senso, non vogliamo<br />
raddoppiare la quota dell’abbonamento<br />
così come ha fatto il governo con le<br />
Tariffe agevolate, ma decisi a<br />
mantenerlo invariato ad euro 30,00<br />
per il 2011. In modo da aumentare il<br />
numero degli abbonati per fronteggiare<br />
le difficoltà. In economia la quantità<br />
diminuisce il costo per cui ci sforziamo<br />
di poter incrementare il numero degli<br />
abbonati, che consente di editare<br />
ARTECULTURA. Quindi ci rivolgiamo<br />
soprattutto a quei lettori che ben<br />
conoscono le finalità della Rivista e che<br />
condividono le sue iniziative, ché si<br />
prodighino il possibile a far sottoscrivere<br />
qualche abbonamento, il<br />
nostro primo sostegno economico. Pur<br />
sapendo che voler raddoppiare il<br />
numero degli abbonati ai nostri giorni<br />
non è cosa facile, ma quando si crede<br />
nelle proprie iniziative, provare è segno<br />
di coerenza. Coloro che poi sono<br />
residenti a Milano e, non sono pochi,<br />
venendo in redazione con il nominativo<br />
di un nuovo abbonato potranno ritirare<br />
l’omaggio di una litografia di Maestri<br />
contemporanei disponibili in sede quali<br />
Alfieri, Contenotte, Kodra ed altri.<br />
<strong>Artecultura</strong> vive la sua battaglia<br />
culturale nell’animazione della spinta<br />
poetica primigenia e domanda la fiducia<br />
dei già abbonati e dei vari lettori che<br />
conoscono la Rivista. Anche dicendo<br />
loro che sottoscrivendo un abbonamento<br />
ad un amico si è ricordati tutto<br />
l’anno al ricevimento del mensile.<br />
Pertanto, questo nostro “appello”,<br />
diciamo che persisterà fino a quando<br />
non sarà raddoppiato il numero degli<br />
abbonati. <strong>Artecultura</strong> ha una sua storia<br />
fatta di originalità umana, valore che<br />
difende e che desidera continuare a<br />
diffondere. E qualcuno ci ascolterà.<br />
<strong>Artecultura</strong>
- RISORGIMENTO POETICO -<br />
La sfericità del costume poetico<br />
e la violenza del linguaggio verticale<br />
Detto in senso metaforico, per intendersi,<br />
la parola è la voce della materia<br />
che, per farci sentire vivi tramite la<br />
pratica creativa del linguaggio, definisce<br />
il valore dell’intesa che pone in<br />
collegamento la nostra interiorità con<br />
l’esterno del mondo. Un valore che rivela<br />
l’appagamento dal bisogno in una<br />
avanzata civiltà del lavoro quando l’intuizione<br />
della congenialità umana fa<br />
progredire la vita di conoscenza alimentando<br />
con lo stimolo della fiducia<br />
di convivere in armonia con l’altro, il<br />
quotidiano. Al contrario prevale l’arbitrio<br />
che tramite l’abuso improprio del<br />
valore o del suo mascheramento, poi<br />
fomenta nella comunità malumori e disgusti<br />
vari a scapito della regola naturale<br />
e di una civiltà magnificata di tecnica<br />
e di comportamentali valori.<br />
Qualche esempio: la toponomastica di<br />
una strada - per dire - intitolata a Via<br />
delle Rose, leggendola, lascia immaginare<br />
un senso rilassante di bellezza,<br />
sinonimo di candore spirituale. Ma se<br />
utilizziamo la rosa per nascondere una<br />
nostra malvagità, in tal caso censuriamo<br />
la bellezza, il valore che ci unisce,<br />
per dare spazio alla frammentarietà<br />
della diffidenza che ci divide. L’aspetto<br />
più dolente dei nostri giorni in cui<br />
la comunicazione è soprattutto incentrata<br />
sulla verticalità dei linguaggi di<br />
propaganda che ignorano il valore della<br />
bellezza di cui si è dato menzione. Ed<br />
ancora un esempio, da un’altra angolatura,<br />
che fa riferimento ad una via<br />
intitolata al generale Vattelappesca. In<br />
tal caso leggendola, la purezza del valore<br />
scompare in quanto la denominazione<br />
della via intitolata al generale,<br />
vittorioso o sconfitto, non interessa.<br />
Quello che conta è che alla nostra mente<br />
si configurano armi, drammi di battaglie,<br />
morti etc. Per cui dal punto di<br />
vista del valore creativo diventa<br />
preferibile che tutta la toponomastica<br />
sia intitolata alla natura e non a personalità<br />
militari che non aiutano la bellezza<br />
ma la censurano. Al valore della<br />
bellezza non servono armi di protezione,<br />
anche se trattasi di guerre patriottiche,<br />
ma solo sguardi compiaciuti<br />
di cui è certamente fertile un costume<br />
poetico che potrebbe risolvere i<br />
problemi sociali con la naturale prevenzione.<br />
Dunque, la bellezza una<br />
inequivocabile radice della Poesia della<br />
Natura, l’autentico valore della vita.<br />
E restando in campo di toponomastica,<br />
l’eco della natura ci fa anche dire che<br />
le strade di una città possono benissimo<br />
essere intitolate anche alle opere<br />
di artisti di ogni disciplina creativa,<br />
purché originali di valori permanenti<br />
che felicitano il contesto dell’immaginario<br />
umano e che non glorifichino<br />
l’identità anagrafica dell’autore, che<br />
così facendo limita il valore stesso<br />
della sua opera.<br />
Facciamo un esempio su Milano. Se<br />
noi leggendo la toponomastica riscontrassimo<br />
via Divina Commedia, via<br />
Promessi Sposi, via Il Giorno ed avanti<br />
così, la creatività di Dante, Manzoni<br />
e Parini, etc. avrebbe certamente più<br />
valore storico e armonia sociale che<br />
menzionando i suoi autori. Che, poi,<br />
sotto sotto, dentro di noi possono dare<br />
adito a non graditi punti di vista. Insomma,<br />
il valore è l’opera che si genera<br />
dalla vitalità del sangue umano e non<br />
l’insistente personificazione anagrafica<br />
che dà luogo ad un sottile risentire dentro<br />
di noi. Per cui vorremmo dire che<br />
se a Milano ci fosse una via intitolata<br />
alla Poesia di Tutti non sarebbe la<br />
fine del mondo, in quanto per poco o<br />
per tanto ogni uomo è poeta della vita<br />
e non della guerra. Si ignora che la<br />
Poesia non è tanto quella composta con<br />
l’alfabeto, quanto quella intuita dall’estro<br />
che con animazione munge le<br />
vacche o costruisce le nostre case,<br />
come tutte le attitudini a fini di armonia,<br />
senza delle quali non ci sarebbe<br />
né alimentazione né civiltà.<br />
Durante l’amministrazione Pillitteri<br />
del Comune di Milano, su iniziativa<br />
di ARTECULTURA una via stava per<br />
essere intitolata alla Poesia di Tutti.<br />
Ma poi la cosa franò per imprevisto<br />
cambio di Amministrazione. In seguito,<br />
a riguardo, raccogliemmo centinaia<br />
di firme ed inviate all’allora Assessore<br />
alla Cultura del Comune di Milano,<br />
Vittorio Sgarbi, che a dire il vero,<br />
da rappresentante della contraddistinta<br />
classe politica verticalista d’oggi, nemmeno<br />
ci rispose. Ci riproveremo quando<br />
le rappresentanze comunali di destra<br />
e di sinistra e di centro, avranno<br />
compreso che la verticalizzazione dei<br />
linguaggi, tutta impostata sull’imperiale<br />
personificazione del singolo e non<br />
sull’opera che identifica l’uomo, disgrega<br />
la vita sociale ed alimenta la violenza.<br />
Infatti, oggi la violenza ha raggiunto<br />
una tensione che tanto preoccupa.<br />
Ognuno di noi dev’essere quello che<br />
effettivamente è, non una maschera<br />
abusiva della raccomandazione politica.<br />
Ed oggi i linguaggi verticalisti a<br />
dispetto dell’autentico valore umano,<br />
sono tutti dediti ai primati non dell’uomo,<br />
ma della vanità che mortifica gli<br />
Altri. Tant’è che nel calcio durante una<br />
partita i giocatori sputano continuamente<br />
per terra e dopo qualche istante<br />
scivolano impiastrandosi mani e sedere.<br />
Ma va bene così. Come ad esempio,<br />
il Comune di Milano, spende milioni<br />
di euro per una certa soverchia<br />
pubblicità, ma non destina un solo euro<br />
per la stampa di un cartellino sui tram<br />
che segnali la precedenza a sedere per<br />
una donna incinta ovvero un anziano.<br />
Meglio che tante ragazze e ragazzi restino<br />
indifferenti magari con le gambe<br />
sdraiate bevendo una bibita che poi lasciano<br />
sul sedile. E chi se ne frega.<br />
Ma le città, le campagne, il mare, la<br />
terra, l’aria, i polmoni, non l’hanno inquinata<br />
i bambini, i contadini, i minatori,<br />
i pastori, gli extracomunitari, etc.,<br />
ma i linguaggi verticalisti del potere,<br />
del giornalismo ossequiente, del razzismo<br />
dei “grandi della terra”, per lo<br />
sconcerto politico verticalista che ci sta<br />
portando alla fine del mondo. Un inquieto<br />
mondo che poggia su un pericolosissimo<br />
serbatoio atomico!<br />
Il costume poetico può essere tutt’altra<br />
cosa.<br />
Giuseppe Martucci<br />
ARTECULTURA 5
Corrispondenza Culturale: Enti e Circoli segnalano<br />
Ministero per i Beni e le Attività<br />
Culturali - La Calabria verso<br />
l’UNESCO. La Varia di Palmi nella<br />
Rete Italiana delle grandi Macchine<br />
a spalla. Cosenza, Palazzo Arnone.<br />
La Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed<br />
Etnoantropologici della Calabria promuove il<br />
workshop La Calabria verso l’UNESCO. La<br />
Varia di Palmi nella Rete Italiana delle Grandi<br />
macchine a spalla. La Festa della Varia è una<br />
manifestazione religiosa che trova le sue origini sul<br />
finire del 1500 quando con lo scopo di avvicinarsi<br />
a Dio venivano costruite in molti paesi dell’Italia<br />
meridionale grandi macchine trasportate a spalla.<br />
La Varia di Palmi è un carro sacro costruito su una<br />
base di legno di quercia, chiamato “Ccippu”, di<br />
forma conica irregolare che rappresenta l’Assunzione<br />
della Vergine Maria. La gigantesca<br />
macchina viene trainata a spalla da 200 giovani<br />
detti “mbuttaturi”, scelti tra gli appartenenti alle<br />
cinque corporazioni dei tradizionali mestieri della<br />
città (contadini, carrettieri, bovari, artigiani e<br />
marinai). Tra le macchine a spalla italiane la Varia<br />
di Palmi è l’unica con persone nei ruoli di figuranti:<br />
i 12 apostoli; gli angioletti, bambine di età compresa<br />
tra i sette e gli undici anni e in alto un giovane che<br />
rappresenta il Padreterno. In cima una bambina<br />
detta “Animella” (di età compresa tra i dieci e i<br />
dodici anni, scelta con votazione popolare), che<br />
rappresenta la Vergine Assunta in Cielo.<br />
Durante il workshop saranno presentate la Varia di<br />
Palmi, i Gigli di Nola, i Candelieri di Sassari e la<br />
Macchina di Santa Rosa di Viterbo, manifestazioni<br />
di grande e antica tradizione che, accomunate<br />
dall’uso di scenografiche ‘macchine’ da festa e dal<br />
trasporto a spalla degli imponenti apparati, hanno<br />
dato luogo al progetto della Rete Italiana delle<br />
Grandi Macchine a spalla, promosso e coordinato<br />
da Patrizia Nardi, dell’Università di Messina, per<br />
l’iscrizione dei quattro eventi festivi nelle liste<br />
UNESCO del patrimonio Culturale Immateriale<br />
dell’Umanità. Info tel. 0984795639/5556<br />
CULTURA. MIART 2011, FIERA D’EC-<br />
CELLENZA DELLE GALLERIE ITALIANE<br />
Finazzer Flory: “E’ terreno di confronto tra il<br />
mercato dell’arte contemporanea e le politiche<br />
culturali di Milano”.<br />
E’ stata presentata il 30 novembre scorso a Palazzo<br />
Reale la terza edizione di MiArt, la Fiera<br />
Internazionale dell’arte moderna e contemporanea<br />
in programma dall’8 all’11 aprile 2011 a<br />
Fieramilanocity. La Fiera verrà concentrata in un<br />
unico padiglione (il numero 3), con le gallerie<br />
collocate per analogia delle proposte secondo gli<br />
ambiti storico, contemporaneo e giovani.<br />
“Il futuro di Miart - ha detto l’assessore alla Cultura<br />
Massimiliano Finazzer Flory - è scritto in un e<br />
diverso rapporto tra l’in e l’out, tra ciò che succede<br />
in fiera e il coinvolgimento totale, coerente e creativo<br />
con le gallerie, le case editrici, i critici e gli artisti<br />
dell’arte contemporanea milanese. Miart dev’essere<br />
il terreno di confronto tra il mercato dell’arte<br />
contemporanea e le politiche culturali di questa<br />
città, che a mio avviso hanno come obiettivo la<br />
nascita di un museo pubblico specializzato nell’arte<br />
contemporanea”.<br />
L’edizione 2011 di MiArt sarà innanzitutto<br />
un’iniziativa di alto valore culturale, che coinvolge<br />
artisti, galleristi, collezionisti, curatori, critici,<br />
direttori di museo, enti istituzionali, testate di<br />
settore, librerie specializzate. Iniziative collaterali.<br />
Comunicazione.UfficioStampa@comune.milano.it<br />
6 ARTECULTURA<br />
PASTORE A MONTECITORIO<br />
Intervento video-sonoro in Piazza Colonna a<br />
Roma l’11 dicembre 2010<br />
Dopo “Lavami”, la proiezione luminosa apparsa<br />
poche settimane fa sulla cupola di S. Pietro, Iginio<br />
De Luca colpisce ancora. Questa volta con un tono<br />
diverso, più da neo-paesaggista barocco che da<br />
“graffitista”, De Luca continua comunque ad<br />
incidere i suoi segni virtuali sulla città animato da<br />
passione civile e politica. Ora è Palazzo Chigi, sede<br />
del governo, che viene utilizzato come grande<br />
schermo sul quale proiettare le immagini di un<br />
gregge ripreso dal vivo, mentre intorno tutta la<br />
piazza Montecitorio si trasforma in un’installazione<br />
sonora riempita dalla voce di un pastore<br />
che richiama il gregge. “Pastore a Montecitorio”<br />
è il titolo di questa ultima azione visiva e sonora che<br />
nonostante la velocità dell’incursione da Street art,<br />
trasformerà uno dei luoghi istituzionali più<br />
importanti d’Italia, in un lento paesaggio visionario<br />
a grandezza naturale, richiamando in parte anche le<br />
origini remote del luogo. Il palazzo limitrofo<br />
progettato da Bernini è infatti un capolavoro<br />
architettonico che dissimula nella decorazione<br />
elementi naturali, rocce e rami spezzati e<br />
nell’insieme si adegua all’andamento curvilineo<br />
del piccolo “monte” che ha dato il nome al sito,<br />
come fosse un’altura di uno dei tanti paesaggi<br />
pastorali di fantasia del Seicento. Il gregge, la voce<br />
del pastore richiamano un tempo lontano, arcaico<br />
ed arcadico che trasforma il palazzo in uno schermo<br />
liquido ma, come ci ha abituati De Luca, anche<br />
questa volta il suo intervento pubblico funziona<br />
quasi come fosse un “articolo di fondo” su un<br />
quotidiano. Puntuale, infatti, l’artista utilizza il<br />
palazzo del governo mentre quello della camera è<br />
chiuso, in attesa del fatidico 14 dicembre, giorno in<br />
cui verrà votata la fiducia al governo. In questa<br />
attesa l’autore inscena un stallo che è un intervallo<br />
politico, da molti denunciato come la fase di<br />
compravendita dei voti: una vacanza politica,<br />
quindi, che De Luca denuncia come grave assenza,<br />
la voce ancestrale del pastore è il cuore dell’evento<br />
che scuote una situazione di stallo generale, politico<br />
e sociale. (...) Così De Luca traduce un pensiero in<br />
un evento da percepire sensibilmente prima ancora<br />
che razionalmente e aggiunge un elemento ulteriore<br />
al suo percorso che è la forza evocativa dei luoghi<br />
- usati come readymade ambientali - colti<br />
velocemente nell’attimo in cui essi stessi sono in<br />
grado, se aiutati, di visualizzare una situazione che<br />
ci riguarda tutti. (Franco Speroni)<br />
Confindustria per la cultura: Natale 2010<br />
- Capodanno 2011- Città di Matelica<br />
L’artista “Paolo Gubinelli” su richiesta della<br />
“Confindustria di Macerata” ha realizzato un progetto<br />
di opere in ceramica che caratterizza l’aspetto<br />
architettonico del prestigioso Palazzo dei Priori in alto<br />
la Torre Civica e la Loggia dei Mercanti della città di<br />
Matelica. Ha realizzato opere originali su ceramica<br />
eseguite a mano con segni in rilievo e dipinti, ha inciso<br />
alcuni dettagli architettonici in una formella in negativo,<br />
da cui nella serialità di ceramiche originali si evidenziano<br />
segni di rilievi con impasti plastici e argillosi delle<br />
ceramiche. I rilievi su ceramiche si distinguono come un<br />
insieme di figura sfondo, innervando la superficie del<br />
quadro come impresso dai rilievi. Il colore non riempie<br />
nessuna forma decorativa, ma si contrappone con<br />
eleganza ad altri colori, rafforzando la struttura portante<br />
che si manifesta nell’idea di uno spazio lirico riducendolo<br />
all’essenzialità. Questa è stata l’emozione dell’artista<br />
ricordando la sua città natale che ha saputo interpretarla<br />
attraverso i segni immaginari della sua fantasia creativa.<br />
Vincere il Tempo.<br />
I Collezionisti: la passione per l’arte e il dono<br />
alla città. Mentre la monumentale sede neoclassica<br />
dell’Accademia Carrara di Bergamo è in restauro,<br />
l’esposizione della selezione maggiore delle sue<br />
raccolte, allestita dal 2008 nel Palazzo della Ragione<br />
di Bergamo Alta, lascia il posto a una nuova<br />
rassegna che ripercorre quella storia collezionistica<br />
che, inaugurata alla metà del XVIII secolo dal<br />
conte Carrara a tutt’oggi viva, fa ancora oggi<br />
della Pinacoteca un unicum nel panorama museale<br />
europeo.<br />
Fondata nel 1785 dal conte Giacomo Carrara e<br />
arricchita in oltre 200 anni di storia dai lasciti di<br />
grandi conoscitori come Guglielmo Lochis<br />
(pervenuto nel 1866) Giovanni Morelli (1891) e<br />
in tempi più recenti Federico Zeri (1998), la<br />
Carrara è il frutto dalla generosità anche di molti<br />
altri cultori. Memoria e simbolo del collezionismo<br />
italiano, che ha preservato capolavori assoluti della<br />
storia dell’arte , da Pisanello a Foppa, da Bellini<br />
a Mantegna, da Raffaello a Tiziano.<br />
La mostra Vincere il Tempo. I Collezionisti: la<br />
passione per l’arte e il dono alla città racconta<br />
una storia affascinante e ininterrotta in cui si<br />
intrecciano mecenatismo e profondo senso civico,<br />
rievocando, attraverso i “doni” alla città di Bergamo,<br />
le figure di quegli illuminati collezionisti che<br />
scelsero la Carrara per trasformare la magnificenza<br />
privata in pubblica, riconoscendo nell’oggetto<br />
artistico non più un bene da custodire e godere in<br />
segreto, quanto un tassello nell’ambito del mosaico<br />
del patrimonio artistico della nazione, dunque<br />
visibile e accessibile.<br />
Vincere il Tempo è la sfida da quei raffinati<br />
collezionisti, che coltivarono per tutta la vita l’idea<br />
di offrire al godimento pubblico le opere d’arte che<br />
andavano raccogliendo. L’invito è dunque ad<br />
entrare nel mondo del collezionismo che ha fatto la<br />
grandezza della Carrara, avvicinando i protagonisti,<br />
anche sotto un profilo umano, per scoprire le<br />
personalità, conoscere le passioni che li hanno<br />
sospinti, le ragioni che hanno guidato le loro scelte,<br />
le occasioni che sono stati capaci di cogliere. Ma<br />
anche la determinazione con cui preservarono le<br />
proprie raccolte dallo smembramento e dagli appetiti<br />
dei più importanti musei d’Europa, per affidarle,<br />
infine, all’Accademia Carrara di Bergamo. Info: tel.<br />
035 399677 - www.accademiacarrara.bergamo. it<br />
L’arte al Centro. Un complesso<br />
residenziale che si trasforma in una<br />
galleria Idea originale. A dir poco<br />
geniale.<br />
A proporre l’idea è il Gruppo De Luigi Re. I<br />
nuovi appartamenti realizzati nella residenza<br />
denominata “Il Centro” a Sesto San Giovanni, a<br />
due passi da piazza Petazzi, vengono presentati al<br />
pubblico arricchiti da quadri e opere realizzati da<br />
Luca Bonfanti, Francesca Candito, Renato Natale<br />
Chiesa, Milo, Charlotte Ritzow Pierantonio Verga<br />
ed Enzo Zoani. Il condominio si trasforma in una<br />
grande galleria all’interno della quale, in<br />
contemporanea, vengono allestite sette personali.<br />
Sette infatti gli artisti a “Il Centro”, sette artisti dai<br />
linguaggi espressivi molto differenti tra loro,<br />
ognuno dei quali meriterebbe una presentazione<br />
individuale. Ma lasciamo ai visitatori la possibilità<br />
di scoprire le opere d’arte che ogni appartamento<br />
ospiterà in occasione dell’open day e che questo<br />
catalogo raccoglie. Un appartamento nuovo,<br />
spazioso, luminoso arricchito da un’opera d’arte.<br />
Sembra un sogno irrealizzabile. Alla residenza
Corrispondenza Culturale: Enti e Circoli segnalano<br />
“Il Centro” è diventato realtà. Una straordinaria<br />
sensibilità quella dimostrata dal Gruppo De Luigi<br />
che, dopo aver lavorato per il recupero di una<br />
vecchia corte, ha ulteriormente sottolineato il<br />
proprio impegno per l’arte. Info@artemilo.it<br />
PARCO - Uno spazio per il moderno<br />
e il contemporaneo nella nuova<br />
Pordenone<br />
Gli spazi che ospiteranno le due mostre di apertura,<br />
“Corrado Cagli e il suo magistero” e “Jim<br />
Goldberg” saranno quelli della nuova Galleria<br />
d’Arte Moderna e Contemporanea di Pordenone<br />
“A. Pizzinato”, denominata PARCO, Pordenone<br />
ARte COntemporanea e nello specifico le due sedi<br />
che comporranno l’istituzione: la sede principale<br />
progettata ex novo ed inserita all’interno di un<br />
parco cittadino (Parco Galvani) dove verrà ospitata<br />
la mostra su Corrado Cagli e la sede progettata da<br />
T. Herzog, e inserita all’interno del centro storico<br />
di Pordenone che ospiterà la mostra su Jim<br />
Goldberg. La sede principale del nuovo complesso<br />
museale denominato PARCO si compone di due<br />
strutture che si integrano reciprocamente: Villa<br />
Galvani struttura su tre piani - e un edificio di<br />
nuova costruzione - organizzato su due livelli -<br />
composto di quattro grandi sale espositive e di<br />
una serie di locali adibiti a servizi museali, tra cui<br />
una sala conferenze con 100 posti a sedere. I due<br />
edifici sono collegati tra loro internamente in due<br />
punti ed esternamente tramite una terrazza-piazza.<br />
Complessivamente si dispone di una superficie di<br />
circa 2.110 mq.<br />
Informazioni tel. 0434-523780<br />
IL GIOCO SERIO DELL’ARTE<br />
Roma, 15 novembre 2010 - 30 maggio 2011.<br />
Rassegna promossa da Il Gioco del Lotto -<br />
Lottomatica, ideata e condotta da Massimiliano<br />
Finazzer Flory, giunta alla sua quinta edizione.<br />
Otto incontri, con ben tre spettacoli teatrali, dal 15<br />
novembre 2010 al 30 maggio 2011, animeranno<br />
il Salone Pietro da Cortona di Palazzo Barberini,<br />
che risplende dopo i recenti lavori di restauro<br />
realizzati anche grazie ai Fondi del Gioco del<br />
Lotto. L’evento più atteso il 17 gennaio 2011<br />
presso l’Auditorium Parco della Musica dedicato<br />
al teatro con la messa in scena dello spettacolo “Il<br />
tempo di Gustav Mahler”. Lunedì 28 febbraio<br />
2011 ore 18,30 : GIRARE - 14 marzo 18,30:<br />
BALLARE - 18 aprile 18,30: RICORDARE - 9<br />
maggio 18,30: PENSARE - 30 maggio 2011 ore<br />
18,30 SCOPRIRE.Info: www.finazzerflory.it<br />
MEMORIE D’INCIAMPO<br />
A ROMA 12 E 13 GENNAIO 2011<br />
A distanza di un anno, l’artista tedesco Gunter<br />
Demnig torna in Italia, per posizionare a Roma ,<br />
il 12 e il 13 gennaio 2011, 54 Stolpersteine<br />
(pietre d’inciampo) in 5 Municipi: 1 Municipio<br />
(centro storico); 2 Municipio (Flaminio, Parioli,<br />
Pinciano, Salario, Trieste); 3 Municipio (Castro<br />
Pretorio,Nomentano, Tiburtino); XI Municipio<br />
(Appio, Ostiense, Ardeatino; XVII Municipio,<br />
(Borgo, Prati, Balduina) per ricordare deportati<br />
razziali e politici. A cura di Adachiara Zevi, si<br />
avvale di un Comitato scientifico composto dagli<br />
storici Anna Maria Casavola, Annabella Gioia,<br />
Antonio Parisella, Liliana Picciotto, Micaela<br />
Procaccia e Michele Sarfatti - Memorie d’inciampo<br />
a Roma è ampiamente documentato nel sito<br />
www.memoriedinciampo.it - tel. 06-32652596<br />
Dopo l’allestimento della Biennale con Raffaele De Grada e Alberico Sala ai Giardini<br />
di Venezia Ed. XXXVII Sala Zuppelli<br />
Fondazione Toti Scialoja -”Premio per la poesia Toti Scialoja”<br />
La 1° Edizione va ad Emilio Zucchi. Nato a Parma nel 1963.<br />
Nell’ambito delle iniziative culturali promosse dalla Fondazione Toti Scialoja, costituita il 19 maggio<br />
2000 per volontà testamentaria di Gabriella Drudi e in ottemperanza dei desideri di Toti Scialoja (Roma,<br />
1914- 1998) sono stati istituiti un Premio per la poesia ed un Premio biennale per i linguaggi artistici. Per<br />
la prima edizione del Premio per la poesia il Consiglio di Amministrazione della Fondazione, su<br />
indicazione di Paolo Mauri, ha deciso di assegnare il premio al poeta Emilio Zucchi per il suo poemetto<br />
Le midolla del male edito da Passigli. Giuseppe Conte, nella prefazione al volume scrive: Emilio Zucchi<br />
non ha paura di raccontare. Di piegare una ispirazione potentemente lirica alla disciplina della narrazione.<br />
Della sintassi. Della ragione. E’ un momento di poesia compiuto e solenne. Di tensione etica vera e<br />
dolcissima. Di cui sono grato a Emilio Zucchi, che si conferma qui poeta di grande tempra stilistica e<br />
spirituale”. Un grido contro la tortura ambientato nella zona di Firenze anni 1944-1945.<br />
RICONOSCIMENTO PER MARINA RAMONDA<br />
Quest’anno ha ricevuto dal giornale “ZONE NOVE” lo ZONINO D’ORO 2010, riservato a persone<br />
comuni, che nella vita di tutti i giorni hanno saputo trovare la forza di conseguire importanti risultati<br />
per se e per gli altri. Cerimonia 19 dicembre 2010 presso Teatro della Cooperativa via Hermada 8<br />
Milano. La motivazione: RAMONDA MARINA,- Poetessa, come molti artisti nascosti dietro la<br />
nebbia, ha tenuto nel cassetto parole mai dette e, dopo aver superato la metà del secolo di vita, ha deciso<br />
di fare il grande “salto” nella poesia, sia per lasciare un segno di sé sia per aiutare i giovani di strada<br />
e a sostegno dei ragazzi del Guatemala. A loro infatti il ricavato della sua raccolta: “Ramonda Marina<br />
in poesia è...”. Il libro raccoglie poesie e prose, pagine di diario, se così vogliamo definirle, che<br />
esprimono ciò che l’autrice non riesce a dire in poesia, in riconoscenza a persone che l’hanno<br />
accompagnata verso la maturità del cuore e dell’anima. Nei suoi versi ruba attraverso gli occhi e<br />
l’anima della gente di strada che ama in modo viscerale, i pensieri, le azioni, i ricordi, e lancia quell’urlo<br />
d’amore fatto di versi e chiamato poesia.<br />
A tutte le persone di buona volontà e con un minimo di onestà intellettuale<br />
Oggetto: dichiarazioni di Maroni - Saviano. Affermare che in Lombardia , o in altre regioni del mondo, vi<br />
è la “malavita organizzata” , detta mafia, come ha fatto lo scrittore Roberto Saviano, nella trasmissione RAI<br />
3 VIENI VIA CON ME - NON E’ LESA MAESTA’. Il ministro Roberto Maroni è uno dei pochissimi<br />
dell’attuale governo, che potrebbe salvare la propria dignità, se fosse più sobrio. Sono sicuro che sa che è nato<br />
in una regione come tutte le altre. Noi siciliani da sempre ci portiamo il marchio di Mafiosi... ma il faccendiere<br />
Calvi che cosa era Mi chiedo se veramente il ministro degli interni... conosce veramente la sua Regione e<br />
i propri compagni di Governo e di partito. Anche Indro Montanelli, in passato aveva scritto che la mafia era<br />
roba del Sud... ha preso un abbaglio. E’ da secoli che alcuni milanesi pagano il cosiddetto pizzo, come hanno<br />
scritto vari giornali. Distinti saluti. orgoglio ...Calogero Di Giuseppe, pubblicista, scrittore,poeta.<br />
LAMENTELA PER L’AUMENTO DEL COSTO DELLE SPEDIZIONI<br />
POSTALI - La redazione del mensile di manifestazioni artistiche e culturali <strong>Artecultura</strong>, in seguito<br />
al forte aumento dei costi di spedizione, stabilito dalle Poste Italiane, è costretta a ridurre l’invio delle copie<br />
della rivista stessa. L’aumento in questione mi fa sentire, in qualche modo, defraudata del mio diritto di<br />
cittadina italiana e mi dispiacerebbe molto non ricevere più questo mensile che fornisce ottimi spunti di<br />
approfondimento, utili all’arricchimento del proprio sapere. Per quanto riguarda le spedizioni postali,<br />
personalmente ho sempre saputo che ciò che è spedito nella categoria “stampa” ha sempre avuto un costo<br />
diverso da quello della posta privata. Io mi auguro che la mia voce raggiunga chi ha preso questo<br />
provvedimento e mi auguro di avere la più ampia spedizione della categoria “stampa”. Noi cittadini<br />
ringraziamo fin da adesso chi prenderà a cuore il nostro interesse di ricevere con frequenza la rivista mensile<br />
<strong>Artecultura</strong>. Laura Strani<br />
ARTECULTURA 7
INTERLUDI D'ARTE<br />
Salvatore Fiume,<br />
DIBATTITO SULL’ORIGINE DELLA DONNA<br />
Lucio Fontana<br />
CONCETTO SPAZIALE- TEATRINO ‘68<br />
INTERLUDI D’ARTE<br />
NOBUYOSHI ARAKI<br />
SALVATORE FIUME<br />
UN ANTICONFORMISTA<br />
DEL NOVECENTO<br />
Milano, Spazio Oberdan<br />
16 dicembre 2010-6 febbraio 2011<br />
La Provincia di Milano ospita allo Spazio<br />
Oberdan una grande mostra antologica di<br />
Salvatore Fiume. Sono cento opere tra<br />
dipinti, sculture, disegni, illustrazioni e<br />
bozzetti per progetti architettonici e<br />
scenografie che documentano la lunga e<br />
molteplice attività dell’artista siciliano dagli<br />
anni Quaranta agli Anni Novanta.<br />
Lombardo d’adozione, ha vissuto tra Milano<br />
che l’accolse negli Anni Trenta, e Canzio,<br />
in Provincia di Como, dove decise di risiedere<br />
e lavorare quando non viaggiava. Fiume<br />
padroneggiò diversi linguaggi espressivi:<br />
fu pittore, scultore, scenografo, architetto,<br />
poeta e narratore. Non seguì mai le<br />
mode del momento, piuttosto rimase fedele<br />
a un suo proprio ideale di pittura mutuato<br />
dalla formazione classica. Il che non gli<br />
impedì di sviluppare una personalità artistica<br />
originale e indipendente e di elaborare<br />
immagini riconoscibili come soltanto<br />
sue. Per questo può definirsi un anticonformista<br />
del Novecento.<br />
Fiume fu profondamente influenzato dal<br />
Quattrocento italiano, dalla pittura di<br />
Velàzquez e Goya e, nel Novecento, da<br />
Picasso e dalla pittura metafisica di de<br />
Chirico, Savinio e Carrà.<br />
La mostra, suddivisa per temi e periodi, si<br />
sviluppa in sei sale toccando tutti i momenti<br />
più significativi del suo percorso artistico,<br />
con opere di proprietà della Fondazione<br />
Fiume e una ventina di pannelli esplicativi,<br />
con immagini, testi e approfondimento.<br />
Il percorso si apre con sette dipinti sul tema<br />
delle “Città di Statue” e delle “isole di<br />
statue” realizzate negli Anni Cinquanta,<br />
strutture architettoniche antropomorfe e<br />
zoomorfe che anticipano in forma pittorica<br />
i successivi progetti architettonici di edifici<br />
abitabili, documentati in mostra da appositi<br />
pannelli. Appartiene a questa serie anche<br />
una grande scultura in vimini (1,40x1,60m)<br />
raramente esposta al pubblico, intitolata<br />
“Guerriero”. Poi la mostra si dispiega in<br />
tutta la sua molteplicità di periodi, di stili<br />
e di poetica stimolante da visitare.<br />
Informazioni sulla mostra:<br />
Spazio Oberdan, tel. 02 7740 6300/6302-<br />
www.provincia.milano.it/cultura<br />
8 ARTECULTURA<br />
Rigorismo, nell’Orizzonte<br />
del Transpazialismo e oltre<br />
Milano, Studio Lattuada<br />
2 dicembre 2010 - 28 febbraio 2011<br />
Presso gli spazi del Lattuada Studio di<br />
Milano, presentata dal 2 dicembre 2010 la<br />
mostra Rigorismo, nell’Orizzonte del<br />
Transpazialismo e oltre. Una proposta “forte”<br />
sulla scena dell’arte contemporanea<br />
che vuole rendere testimonianza di una<br />
linea inedita e radicale, portando alle estreme<br />
conseguenze la poetica spazialista, già<br />
teorizzata verso la metà del secolo scorso<br />
da Lucio Fontana, “rigorizzandone” gli assunti.<br />
Viene presentato un gruppo di artisti italiani<br />
che estremizza, come nessun altro prima,<br />
l’orizzonte monocromatico “ferito” e “bucato”<br />
da Fontana, e lo fa valere come vera<br />
e propria dimensione “aperta” entro la quale,<br />
a farsi “artistico” sarebbe il semplice<br />
supporto: la tela, che da nuda superficie osa<br />
farsi essa stessa “opera” superando il limite<br />
bidimensionale dando spazio allo spazio.<br />
Oltre a Lucio Fontana, da cui questa nuova<br />
lettura dello spazialismo prende l’avvio,<br />
gli artisti in mostra sono: Giuseppe<br />
Amadio, Paolo Bazzocchi, Cesare<br />
Berlingeri, Agostino Bonalumi, Enrico<br />
Castellani, Alberto Loro, Umberto<br />
Mariani, Pino Pinelli, Paolo Scheggi e<br />
Turi Simeti.<br />
La mostra è curata da Flavio Lattuada e<br />
presentata da Massimo Donà, docente di<br />
Teoretica presso la Facoltà di Filosofia<br />
dell’Università Vita-Salute del San Raffaele<br />
di Milano, autore del testo Arte e filosofia<br />
(Bompiani 2007). Alla vernice performance<br />
di Massimo Donà Trio con: Massimo<br />
Donà alla tromba, Michele Polga al<br />
sax tenore e Davide Regazzoni alla batteria<br />
elettronica. Una mostra che fa discutere e<br />
sulla quale si presenta anche utile domandarsi<br />
sia per meglio conoscere la natura<br />
dello spazio, la sua dimensione estensiva e<br />
di profondità, sia perché i diversi artisti in<br />
mostra si sentono attratti dall’ancora misterioso<br />
mondo spaziale.<br />
Info: 02-2900 0071<br />
LOVE AND DEATH<br />
Lugano, Museo d’Arte Malpensata<br />
sino al 20 febbraio 2011<br />
L’analisi sulla fotografia giapponese<br />
giungerà fino alla contemporaneità più<br />
attuale con la mostra ARAKI Love and<br />
Death, in programma al Museo d’Arte<br />
Villa Malpensata dal 23 ottobre 2010 al<br />
20 febbraio 2011 che presenta le immagini<br />
di Nobuyoshi Araki, uno degli artisti più<br />
noti e celebrati al mondo.<br />
Curata da Fuyumi Namioka, la retrospettiva<br />
di Lugano, una delle pochissime organizzate<br />
da un museo europeo, ne percorre<br />
la carriera documentando tutti i temi sviluppati,<br />
proponendo anche una serie di<br />
scatti inediti, realizzati dal fotografo giapponese<br />
nelle settimane immediatamente<br />
precedenti la mostra ed esposte a Lugano in<br />
assoluta anteprima.<br />
La fotografia di Araki esprime e riattualizza<br />
molti dei temi che più strettamente si legano<br />
alla cultura giapponese. A Villa<br />
Malpensata verranno esposte oltre alle serie<br />
autobiografiche, come Sentimental<br />
Journey e Winter Journey che narrano per<br />
immagini la storia dell’artista con la moglie,<br />
anche i paesaggi urbani (Cityscapes),<br />
le foto di cieli, le immagini di fiori, di cibo<br />
e naturalmente i nudi femminili cui, più<br />
che ogni altro soggetto, si lega la sua fama.<br />
Da questo elenco emerge fino a che punto<br />
l’opera di Araki esprima la cultura giapponese,<br />
nell’esaltazione del mutare delle stagioni,<br />
della bellezza caduca dei fiori e della<br />
sensualità femminile. Le foto dell’artista<br />
non si limitano a una semplice registrazione<br />
di questi soggetti, ma rendono evidente e<br />
quasi tangibile, anche agli occhi di un occidentale,<br />
il carattere conturbante che essi<br />
assumono nella cultura nipponica. A<br />
contraddistinguere i suoi lavori vi è anche<br />
l’urgenza di catturare il continuo mutare<br />
della realtà attraverso una documentazione<br />
fotografica serrata. Tale urgenza è restituita<br />
in mostra dalle numerose polaroid scattate<br />
da Araki nel corso degli anni e allestite in<br />
modo da formare un grande mosaico. Catalogo<br />
Silvana Editoriale.<br />
www.nipponlugano.ch
INTERLUDI D'ARTE<br />
INTERLUDI D'ARTE<br />
Vik Muniz, VULCANO FORGES<br />
Innocente, GIOTTO, Polimaterico cm. 128x45<br />
Prato, ANTICO TESSUTO<br />
HAPPY TECH, MACCHINE<br />
DAL VOLTO UMANO.<br />
Mostra di arte e scienza<br />
Palazzo Re Enzo, Bologna 3-13<br />
febbraio 2011 - La Triennale Bovisa<br />
di Milano 22 febbraio -31 marzo 2011<br />
HAPPY TECH, MACCHINE DAL VOL-<br />
TO UMANO si propone di esplorare il lato<br />
positivo del rapporto uomo-tecnologia attraverso<br />
le opere di artisti di fama internazionale<br />
come Bill Viola, Candida Höfer,<br />
Vik Muniz, Thomas Ruff, Tony Oursler,<br />
Alfredo Jaar, Cao Fei, Tony Cragg, Martino<br />
Gamper, Armin Linke, Marc Napier,<br />
Pipilotti Rist e Tom Sachs. Si tratta di<br />
opere ispirate a tecnologie “a misura d’uomo”,<br />
ovvero che estendono la nostra natura,<br />
permettono, abilitano, sviluppano e potenziano<br />
le caratteristiche, le capacità e le<br />
ispirazioni umane migliori.<br />
Saranno affrontati i temi: Arte e tecnologia<br />
definiscono chi siamo; La tecnologia custode<br />
della cultura e della memoria; La creatività<br />
nell’arte e nella tecnologia; Conoscere;<br />
Comunicare; Avvicinare le culture; Macchine<br />
a somiglianza d’uomo; I miti del buon<br />
tempo andato; L’appropriatezza delle tecnologie;<br />
Vivere insieme; La democratizzazione<br />
degli oggetti; Sostenibilità; L’immaginario<br />
delle tecnologie; Persone, tecnologie, reti;<br />
Reincantare il mondo; Mai prendere la tecnologia<br />
troppo sul serio.<br />
Ad ogni opera d’arte sarà affiancato un<br />
exhibit scientifico che consentirà di conoscere<br />
e provare una tecnologia legata al<br />
tema dell’opera.<br />
L’idea è quella di offrire ai visitatori la<br />
possibilità di guardare alla relazione uomotecnologia<br />
da due punti di vista, quello<br />
dell’arte e quello della scienza insieme. Un<br />
modo, se si vuole, di unire nella conoscenza,<br />
di essere più consapevoli di se stessi<br />
verso il mondo. Info: tel. 051-310681<br />
INNOCENTE. Opere della<br />
collezione Berardelli<br />
Fondazione Berardelli, Brescia<br />
27 novembre 2010 - 5 marzo 2011<br />
La ricca antologica dal titolo INNOCEN-<br />
TE. Opere dalla collezione Berardelli a<br />
cura di Melania Gazzotti e Nicole<br />
Zanoletti, espone opere che vanno dagli<br />
anni 80 a oggi e ha il merito di riportare<br />
l’attenzione su uno dei più interessanti ed<br />
eclettici protagonisti del movimento del<br />
Nuovo Futurismo, nato nel 1984 sotto<br />
l’egida del critico e gallerista Luciano Inga-<br />
Pin. Per l’occasione la Fondazione<br />
Berardelli pubblica una monografia introdotta<br />
da un saggio di Achille Bonito<br />
Oliva, corredata da un’ampia antologia di<br />
testi critici e illustrata da più di trecento<br />
lavori dell’artista.<br />
Le opere in mostra - bozzetti, dipinti,<br />
assemblage, sculture in lamiera o bronzo e<br />
installazioni di grande formato - raccontano<br />
gli ultimi trent’anni del percorso di<br />
questo artista e l’evoluzione di un linguaggio<br />
espressivo estremamente personale in<br />
cui, secondo le sue stesse parole, “i toni<br />
sgargianti degli anni ottanta e l’apparente<br />
leggerezza, anche se sempre pronta a una<br />
critica pungente della società dei consumi,<br />
hanno lasciato il posto a tonalità più cupe<br />
e spente, manifestazione di una nuova fase<br />
artistica”, senza, però, mai abbandonare<br />
quel peculiare sguardo ironico che lo ha<br />
contraddistinto fin da principio.<br />
La mostra si apre con 42 bozzetti inediti che<br />
vanno dal 1980 al 1983. Innocente si serviva<br />
di questi cartoncini, spesso utilizzati su<br />
entrambi i lati, per appuntare idee che<br />
avrebbe voluto realizzare o sotto forma di<br />
sculture in lamiera, tra le quali dei paesaggi,<br />
o di stampe su lastre di pvc. Solo alcuni<br />
di questi progetti sono stati concretizzati.<br />
L’installazione Monumento ai caduti fu<br />
realizzata nel 1992. Info: 030-313888<br />
CERAMICHE E TESSUTI.<br />
DIALOGO TRA ARTI<br />
TOSCANE DEL<br />
RINASCIMENTO<br />
Museo del Tessuto di Prato<br />
20 novembre 2010-28 febbraio 2011<br />
L’esposizione propone un dialogo tra due<br />
delle maggiori eccellenze dell’arte toscana<br />
del Rinascimento - quella del tessile e della<br />
ceramica - che dal XIV secolo hanno rappresentato<br />
il motore economico di molte<br />
città del territorio, permettendo un diffuso<br />
apprezzamento dell’alto livello manifatturiero<br />
e creativo ed il gusto che distingue<br />
l’arte italiana dal Medioevo al Rinascimento.<br />
Così, esempi significativi di ceramiche<br />
prodotte dalle botteghe di Montelupo<br />
dal XIV al XVI secolo (piatti, boccali,<br />
scodelle) dialogano con i tessuti operati di<br />
seta realizzati nei principali centri manifatturieri<br />
italiani ed europei, mostrando<br />
similitudini espressive nei decori e realizzazioni<br />
sul piano della destinazione d’uso<br />
(arredi e suppellettili da mensa, da corredo<br />
o per occasioni particolari).<br />
Il confronto tra le arti avviene sul piano<br />
iconografico dove è possibile riconoscere il<br />
filo invisibile che le associa, e che risiede<br />
nel disegno e nei comuni modelli culturali<br />
di riferimento mostrando significative<br />
similitudini espressive.<br />
Sono testimonianze di queste relazioni le<br />
maioliche del tardo Quattrocento dal ricco<br />
repertorio decorativo vegetale, con pigne,<br />
melograni e fiori di cardo presentate a<br />
fianco di tessuti di pregio come velluti e<br />
damaschi ornati dai medesimi simboli e<br />
decori così come il piatto con la decorazione<br />
“a nodo infinito”, simbolo cinese di<br />
continuità che ritroviamo, nel gioco dei<br />
rimandi, su cinquecenteschi tessuti ricamati<br />
di manifattura italiana.<br />
Di notevole interesse nel percorso della<br />
mostra è la testimonianza della diffusione,<br />
in altre categorie artistiche, della decorazione<br />
denominata ”grottesca” diffusasi alla<br />
fine del Quattrocento ad imitazione dei<br />
decori rinvenuti nella Domus Aurea di Nerone.<br />
Tel. 0574-611503-<br />
ARTECULTURA<br />
9
INTERLUDI D'ARTE<br />
Opera di Lucia Marcucci<br />
Foto di Massimo Sansavini<br />
INTERLUDI D’ARTE<br />
Francesco Paolo Netti, ODALISCA, Olio su tela<br />
Coll. Privata<br />
Biennale di Malindi ( Kenya)<br />
30 dicembre 2010-28 febbraio 2011<br />
Questa terza Biennale, dedicata a Pietro<br />
Calabrese e curata da Achille Bonito Oliva,<br />
approfondirà il tema SAFARI:<br />
ARTISTI E SCIAMANI.<br />
Partendo dal significato della parola “safari”<br />
- in arabo spostamento, movimento - il<br />
curatore porrà l’attenzione sul comportamento<br />
delle “tribù artistiche ”contemporanee,<br />
caratterizzate da una prospettiva transnazionale<br />
e multimediale, e costituite da<br />
soggetti il cui processo creativo si basa su<br />
un constante confronto culturale.<br />
I quarantatrè artisti selezionati provengono<br />
da Africa Meridionale, Europa, Canada,<br />
India, Cina e Giappone.<br />
Le opere presentate consentiranno di creare<br />
un parallelismo tra la figura dell’artista<br />
e quella dello sciamano che, nel rispetto<br />
della libertà di ogni singolo individuo, svolge<br />
un ruolo fondamentale nell’evoluzione<br />
della società di cui fa parte.<br />
Come sostiene Achille Bonito Oliva: “Qui<br />
sono raccolti artisti di molte generazioni<br />
che a livello internazionale hanno inciso<br />
non soltanto sul linguaggio ma sulla mentalità<br />
degli altri artisti (...) Questi artisti<br />
infatti costituiscono in qualche modo non<br />
solo presenze che scavalcano il presente e<br />
cavalcano il futuro, ma veri e propri modelli<br />
comportamentali di adesione critica al<br />
proprio contesto.”<br />
Come sostenere che l’arte nasce prima<br />
delle accademie e che la sua vera radice si<br />
origina nella comunicazione in cui di necessità<br />
una persona s’imbatte. Ed ancora<br />
un modo per sostenere che le caratteristiche<br />
di un linguaggio tribale o colto nascono<br />
dal bisogno che la persona domanda per<br />
necessità. www.labiennaledimalindi.com<br />
10 ARTECULTURA<br />
A+B+C/F=FUTURISMO<br />
Guangdong Museum of Art di Canton<br />
14 dicembre 2010 - 6 marzo 2011<br />
La mostra si è svolta in precedenza ad<br />
Alessandria nella sede del Palazzo<br />
Monferrato con importante successo di<br />
Pubblico. E il catalogo di tale evento è stato<br />
portato all’Ambasciatore Italiano in Cina<br />
Riccardo Sessa e alla dott.ssa Barbara<br />
Alighiero direttore dell’istituto di Cultura<br />
Italiana di Pechino nel settembre 2009. Da<br />
loro è partita l’idea di portare tale mostra in<br />
Cina nell’anno 2010. A questo scopo si è<br />
attivato tutto l’apparato diplomatico e nel<br />
mese di maggio 2010 è stato siglato un<br />
importante accordo culturale dal direttore<br />
artistico e curatore Sabrina Raffaghello e il<br />
direttore del NAMOC (National Art<br />
Museum of China) Fan ‘Dian. La mostra,<br />
raccoglie nella sezione centrale tutti i più<br />
importanti manifesti della storia del<br />
Futurismo. Il percorso espositivo illustra il<br />
Futurismo nella sua essenza più vera quella<br />
di prima avanguardia globale capace di<br />
contaminare con le sue idee arte, letteratura,<br />
cinema, musica, teatro, moda, cucina,<br />
arti applicate, grafica pubblicitaria e fotografia.<br />
Saranno esposti i capolavori pittorici<br />
di Giacomo Balla della collezione<br />
Artecentro di Carlo Carrà per altro con<br />
un’opera di assoluto valore di proprietà della<br />
Fondazione della Cassa di Risparmio di<br />
Alessandria, di Prampolini di Allimandi di<br />
Fillia e Djulgheroff, di Munari, Palladini,<br />
Depero, Farfa e Mori. La città di Alessandria<br />
contribuisce con tre opere appartenenti alla<br />
collezione della Pinacoteca Civica di<br />
Djulgheroff ” città grigia” 1928 e Fillia<br />
“l’uomo meccanico “ 1928 e costruzione di<br />
donna o nudo femminile “1928, un importantissimo<br />
dipinto di Osvaldo Bot primo<br />
esempio di sferopittura. Le sculture di Mino<br />
Rosso, Thayhat e Bertelli, le aereofotografie<br />
di Masoero e le fotografie di Castagneri e<br />
poi Marinetti etc. Insomma una vera mostra<br />
storiografica. Infor: www.studiopesci.it<br />
INCANTI E SCOPERTE.<br />
L’Oriente nella pittura italiana<br />
Barletta, Pinacoteca Giuseppe Nittis<br />
4 marzo - 5 giugno 2011<br />
La suggestioni ispirate da culture remote e<br />
misteriose e le narrazioni ispirate all’Oriente,<br />
introducono nella pittura europea, fin<br />
dalla metà dell’Ottocento, il fascino e il<br />
singolare genere dell’esotismo, vissuto fin<br />
dall’inizio con piena sensibilità romantica.<br />
Orientalisti è il termine convenzionale con<br />
cui furono chiamati gli artisti che si dedicarono<br />
alla rappresentazione di paesi<br />
mediorientali di cultura araba, ritraendo<br />
costumi e ambienti ricchi di fascino, spesso<br />
venati di erotismo. In Italia, apre la strada<br />
al filone orientale il veneziano Francesco<br />
Hajez (Venezia 1791-Milano 1882), subito<br />
seguito da altri pittori dell’Italia settentrionale.<br />
L’incantesimo dei monti immaginati,<br />
remoti dalla quotidianità ma reali, fa dell’Oriente,<br />
tra mistero e desiderio positivista<br />
di conoscenza, una ricchissima fonte di<br />
ispirazione. Tutta “italiana”, fino alla stagione<br />
del colonialismo, mutando via via di<br />
carattere e di significato.<br />
Al gusto dell’esotico che già si afferma nei<br />
decenni del primo romanticismo, non si<br />
sottrae Ippolito Caffi (Belluno 1809-Lissa<br />
1866) che nel 1843 parte per Napoli e di qui<br />
per Atene e l’Oriente con soste a<br />
Costantinopoli, Smirne, Efeso. Dal Cairo<br />
risalendo lungo il Nilo fino a Luxor e<br />
Laodicea si imbarca per Atene da dove<br />
torna a Roma nella primavera dell’anno<br />
successivo, carico di schizzi e di opere. A<br />
Costantinopoli aveva dipinto il Bazar, una<br />
Carovana nel deserto, la Moschea del Cairo,<br />
l’Istmo di Suez. Infine a Gerusalemme la<br />
città dal Monte Uliveto.<br />
Alberto Pasini (Busseto, Parma 1826-<br />
Carovetto, Torino 1899) arriva in Oriente<br />
nel 1855 al seguito del ministro francese<br />
Bourée diretto in Persia per una missione<br />
diplomatica. Un secondo suo soggiorno nei<br />
paesi dell’Oriente mediterraneo risale al<br />
1859, seguito negli anni successivi da lunghi<br />
soggiorni a Costantinopoli, affascinato<br />
dai colori, dalla cultura, dagli ambienti della<br />
vita dipinti nella sua pittura con sincera<br />
vena, info: www.pinacotecadenittis.com.
INTERLUDI D'ARTE<br />
Douglas Henderson, BABEL III, LANGUAGE ANGEL<br />
Domenico Induno, DONNA ALLO SPECCHIO<br />
INTERLUDI D'ARTE<br />
Anita Calà, CARNE IN SCATOLA (Video)<br />
GUEST<br />
DOUGLAS HENDERSON<br />
ELISA MONALDI<br />
Repubblica San Marino<br />
17 dicembre 2010-24 gennaio 2011<br />
Il progetto, organizzato dalla Galleria d’Arte<br />
Moderna e Contemporanea e curato da<br />
Massimiliano Messieri, offre l’opportunità<br />
agli artisti sammarinesi di relazionarsi e<br />
dialogare con altrettanti artisti di diversa<br />
nazionalità attivi già da anni a livello internazionale.<br />
Due le sue significative funzioni,<br />
quella di indagini sul fare arte a San<br />
Marino e di accordo con i circuiti internazionali.<br />
Il progetto è supportato dal critico<br />
militante Valerio Dehò, affiancato in ogni<br />
bi-personale da un giovane critico<br />
sammarinese, in questa occasione Francesca<br />
Buonfrate. La terza mostra del ciclo<br />
Guest mette a confronto l’artista-compositore<br />
di Baltimora Douglas Henderson con<br />
la sammarinese Elisa Monaldi, due artisti<br />
che usano come mezzo espressivo della<br />
loro poetica l’installazione. Douglas<br />
Henderson presenta alcune installazioni<br />
sonore di grandi dimensioni, nelle quali si<br />
intuisce il concetto di cronotopo. La manipolazione<br />
del tempo e dello spazio prodotta<br />
dalle opere di Henderson producono eventi<br />
psico-uditivi differenti per ogni fruitore<br />
portando alla mente l’arcaico. Elisa Monaldi<br />
presenta alcune installazioni in ceramica e<br />
legno. Con queste opere l’artista sammarinese<br />
punta l’attenzione verso gli oggetti<br />
quotidiani a noi familiari. Ci mostra<br />
come la materia trasformata in oggetto<br />
possa aiutarci a capire il cambiamento in<br />
atto nelle società contemporanee. Sottolinea<br />
con il biologo Waddington, come i<br />
caratteri evolutivi, che sono relativamente<br />
insensibili ai cambiamenti, si possono chiamare<br />
stabili Tel. 0549.885414-<br />
L’Ottocento elegante<br />
Arte in Italia nel segno di Fortuny<br />
1860-1890<br />
Rovigo, Palazzo Roverella<br />
29 gennaio - 12 giugno 2011<br />
L’Ottocento vitale ed elegante dei grandi<br />
salotti à la page, delle corse, dei balli, e dei<br />
ricevimenti. E, al medesimo tempo, delle<br />
feste popolari, dei carnevali, dei balli<br />
mascherati e degli incontri tra fronde, dei<br />
travestimenti e degli idilli. Poi l’Ottocento<br />
dei sogni popolato da carnose odalische e<br />
ammaliato dai conturbanti profumi d’Oriente.<br />
E’ una mostra positiva e serena quella<br />
con cui la Fondazione Cassa di Risparmio<br />
di Padova e Rovigo, il Comune di Rovigo,<br />
l’Accademia dei Concordi riprendono il<br />
filone classico nella programmazione<br />
espositiva del Palazzo: quello della pittura<br />
in Italia a cavallo tra gli ultimi due secoli.<br />
L’attenzione di Dario Matteoni e Francesca<br />
Cagianelli, che della mostra sono i<br />
curatori, si è appuntata sul trentennio 1860-<br />
1890. Tre decenni di grandi speranze, di<br />
euforia, di fiducia, avviata, e per certi versi<br />
attivata, dall’unificazione del Regno d’Italia.<br />
Colore e sensualità che trovano in uno<br />
spagnolo, Mariano Fortuny, il loro profeta<br />
in pittura. Fortuny dalla sua terra aveva<br />
portato il calore e il colore, il gusto per<br />
trasporre su tela la gioiosità e giocosità<br />
della vita, facendo della pittura lo specchio<br />
variopinto di queste sensazioni. Tavolozze<br />
di accesa cromia, tele di virtuosistica elaborazione.<br />
Sensazioni che nelle diverse<br />
scuole del paese assumono peculiarità diversissime;<br />
dal gusto quasi calligrafico di<br />
alcuni, alla luminosità - il cosiddetto “Impero<br />
del bianco” - in altri, al colorismo di<br />
tradizione settecentesca per altri ancora.<br />
Così come diverse sono le “storie”: dalla<br />
celebrazione delle vicende patrie, a cronache<br />
sociali, talvolta intrise di religiosità,<br />
ma soprattutto racconto sul nuovo stato e<br />
connesse vicende. Info: tel 0425-460093<br />
ADULTS ONLY<br />
a cura di Giovanna Sarno<br />
Roma, Galleria Ugo Ferranti<br />
11 novembre 2010-6 marzo 2011<br />
Amsterdam 28 gennaio-6 febbraio 2011<br />
Il tema dell’erotismo suscita tanti dinieghi<br />
e quesiti, le reazioni sono sempre forti,<br />
creano critica e imbarazzo poiché invadono<br />
la sfera del privato e del segreto. Si è voluto<br />
quindi cercare di approfondire ed osservare<br />
le reazioni di uno specifico tipo di pubblico,<br />
quello dell’arte contemporanea, di due città<br />
complementari diverse tra loro.<br />
La forza di Adults Only è la sensibilizzazione<br />
diretta di tutti i sensi, sia intellettuali<br />
che fisici: il tema forte dell’eros le<br />
musiche dei video e la pastosa penombra<br />
vanno a creare un ambiente straniante e<br />
intimo allo stesso tempo.<br />
Ai lati delle due gallerie si allestiranno i<br />
macro fotogrammi dei video, al centro sullo<br />
schermo, saranno proiettati due video e, a<br />
intervalli costanti, le immagini in presa<br />
diretta del pubblico in galleria. Ipotizzando<br />
che un differente gruppo di visitatori possa<br />
provare diverse reazioni, il progetto Adults<br />
Only vuole osservare il pubblico di Roma e<br />
quello di Amsterdam, due città antitetiche<br />
nell’approccio alle tematiche erotiche e<br />
sessuali, storicamente conservatrice l’una<br />
e molto liberale l’altra, ma entrambe inserite<br />
in uno scenario culturale, mediatico e<br />
simbolico comune, quello europeo, che permette<br />
uno scambio paritario. Il pubblico è<br />
inteso come un corpo unico, che osserva,<br />
giudica, si avvicina e si allontana, si muove<br />
nel buio tra scene intime e conturbanti,<br />
dove il singolo non si distingue (...). I video<br />
sono opere all’avanguardia dell’espressione<br />
artistica e concettuale.<br />
Info: +39 0668802146- www.anitacala.com<br />
ARTECULTURA 11
KETTY TAGLIATTI<br />
Ensimismamiento.<br />
La mostra ideata e realizzata da Ketty<br />
Tagliatti per gli spazi della galleria Il Chiostro<br />
è ancora sul tema ricorrente, insistito,<br />
tautologico della rosa.<br />
Eppure qualcosa accade nell'installazione<br />
protagonista di questo progetto: la rosa non<br />
c'è, è scomposta, è astratta dal procedimento<br />
anamorfico ed è quindi visibile da un unico<br />
punto di vista: avanti e oltre il soggetto è<br />
assente, è diventato un'altra cosa. Nel giungere<br />
al suo disfacimento visivo, e quindi all'essenza<br />
del tema, Tagliatti sembra chiudere<br />
il ciclo ed avviare un procedimento di<br />
"rigenerazione" che è poi il significato della<br />
parola Anamorfosi. Saronno (VA), Il Chiostro<br />
Arte Contemporanea. Info 02 9622 717<br />
TEATRO DEL SOGNO:<br />
Da Chagall a Fellini<br />
Il sogno è il tema, il soggetto o il pretesto<br />
che ha invaso l'immaginario estetico degli<br />
artisti scelti da Luca Beatrice per costruire<br />
una mostra che intreccia il Simbolismo di<br />
inizio Novecento con l'arte contemporanea,<br />
i diversi "surrealismi" con alcune delle più<br />
suggestive espressioni del Cinema.<br />
Nel percorso espositivo negli spazi della<br />
Galleria Nazionale dell'Umbria, allestito<br />
come dietro le quinte di un ideale palcoscenico,<br />
prendono posto oltre 100 opere di alcuni<br />
protagonisti assoluti delle arti figurative<br />
e del cinema dal primo Novecento al contemporaneo,<br />
rappresentati anche simbolicamente<br />
da Marc Chagall e Federico Fellini.<br />
www.mostrateatrodelsogno.it<br />
NUOVO FUTURISMO<br />
Dario Brevi e Plumcake<br />
Attraverso questo ciclo di manifestazioni curate<br />
da Renato Barilli, la Galleria Arrivada<br />
vuole valorizzare un iter artistico che, attraverso<br />
le poliedriche voci dei suoi esponenti,<br />
ha sviluppato un linguaggio espressivo che<br />
tocca la totalità dell'arte.“Il Nuovo Futurismo<br />
passa infatti dal mondo della pittura a quello<br />
della scultura, del design e lambisce l'icona<br />
pubblicitaria, attraverso la sperimentazione<br />
di materiali, il loro assemblaggio<br />
e la diversificazione degli oggetti d'arte che<br />
produce, concretizzando un' immagine entrata<br />
in una fase di storicizzazione pur nel<br />
continuo divenire. Dal 28 gennaio al 26<br />
marzo 2011. Coira/Svizzera, Galleria<br />
Arrivada, Gürtelstrasse 72 (7000)<br />
Info +41 079434608<br />
INTERLUDI continuano INTERLUDI continuano<br />
GUTAI<br />
Dipingere il tempo e lo spazio<br />
L’esposizione, dedicata al movimento artistico<br />
giapponese Gutai, si inscrive nell’ambito<br />
delle iniziative del Polo culturale di<br />
Lugano rivolte, nel 2010, all’arte e alla cultura<br />
del Giappone. Il gruppo Gutai si costi-<br />
12 ARTECULTURA<br />
tuisce nel 1954 ad Osaka e rimane attivo<br />
per diciotto anni influenzando l’arte internazionale<br />
del dopoguerra e anticipando fenomeni<br />
quali Fluxus, la performance e l’arte<br />
concettuale. Sino al 20 febbraio. Lugano,<br />
Museo cantonale d’Arte. Per informazioni+41<br />
0919104780, +41 0919104789 (fax)<br />
decs-mca@ti.ch<br />
KENGIRO AZUMA<br />
Sasso Caveoso, Matera. Sino al 29 gennaio<br />
A ideale conclusione della grande antologica<br />
chiusasi il 9 ottobre scorso, domenica 21<br />
novembre 2010, nelle sale del MUSMA -<br />
Museo della Scultura Contemporanea - è<br />
stata inaugurata la mostra KENGIRO<br />
AZUMA A MATERA che raccoglie l’insieme<br />
dei lavori realizzati nella Città dei Sassi<br />
nel corso delle varie visite susseguitesi tra il<br />
16 ottobre 2009 e il 9 ottobre 2010: 32 sculture<br />
in terracotta, in maiolica, in impasto per<br />
il pane. Per informazioni +39 3205350910<br />
ALDO MONDINO<br />
Retrospettiva<br />
A partire dal 20 novembre 2010 il MACA<br />
(Museo Arte Contemporanea Acri) dedica<br />
una personale al grande artista torinese Aldo<br />
Mondino, senza dubbio uno degli artisti italiani<br />
più eclettici della sua generazione, tra<br />
i principali protagonisti della sorprendente<br />
stagione creativa degli anni Sessanta del<br />
capoluogo piemontese. Poliedrico, dotato di<br />
una vasta e profonda cultura internazionale,<br />
di uno sguardo ironico capace di partorire<br />
doppi sensi eleganti e raffinati, e, soprattutto,<br />
di una curiosità instancabile, Mondino<br />
non ha mai cessato di reinventare se stesso<br />
e la propria arte durante tutto l’arco della<br />
sua carriera. Acri, Museo Civico d’Arte Contemporanea<br />
Silvio Vigliaturo. Sino al 20 febbraio<br />
2011. Info maca@museovigliaturo.it<br />
GASPAR LOPEZ (circa 1650-1740)<br />
Pittore di Prìncipi e Gentiluomini<br />
Continuando nel suo ambizioso programma<br />
finalizzato a favorire il dialogo tra artisti e<br />
opere che, sebbene di epoche e caratteristiche<br />
diverse, hanno nella qualità una matrice<br />
comune, la galleria d’arte De Primi Fine Art<br />
SA di Lugano, il 17 novembre 2010, presso<br />
la sua sede di Piazza Cioccaro 2, ha programmato<br />
sino al 15 gennaio 2011 una piccola<br />
mostra dedicata al celebre maestro napoletano<br />
Gaspar Lopez, detto Il Gasparro.<br />
Si tratta della prima esposizione monografica<br />
riferita a questa importante figura dell’arte<br />
del ‘600-’700<br />
Info+41 0919234833<br />
CORREALE SANTA CROCE<br />
Intimate<br />
Adiacenze di Bologna inaugura giovedì 2<br />
dicembre alle ore 19:30 la mostra personale<br />
di Laura Correale Santa Croce INTIMATE.<br />
In una esposizione che fa scoprire il suo io<br />
più interiore, Laura Correale Santa Croce<br />
parla tralasciando l’esuberanza e la trasgressione<br />
per far posto alla timidezza in un racconto<br />
che procede liberamente nelle tre sale<br />
di Adiacenze ad esplicare i percorsi interiori<br />
della femminilità. Il tempo si ferma in un<br />
limbo profondo di attesa di un momento non<br />
detto che necessariamente deve ancora venire.<br />
"Per gesti e per segni" attende gli spettatori<br />
in prima sala, facendosi portatore di<br />
un senso di infinita attesa che passa per istanti<br />
di intima solitudine tipica del mondo femminile.<br />
Sino al 15 gennaio 2011.<br />
Info daniela.tozzi@hotmail.it<br />
SABRINA MEZZAQUI<br />
La realtà non è forte<br />
E’ stata inaugurata sabato 27 novembre al<br />
Museo Civico d'Arte di Modena, l'installazione<br />
di Sabrina Mezzaqui dal titolo La realtà<br />
non è forte, nata come dialogo con una<br />
delle più importanti collezioni di tessuti d'Europa,<br />
la raccolta Gandini del Museo.Un dialogo<br />
che ha rivelato fin dalle sue premesse<br />
un’intesa tra i valori e le pratiche artigianali<br />
del tessile e la poetica dell’artista bolognese<br />
che materializza pensieri desunti dalle tradizioni<br />
filosofiche, religiose e letterarie ricorrendo<br />
alla gestualità lenta e delicata del<br />
ricamo, del cucito e del ritaglio. Un percorso<br />
che riannoda il passato al presente suggerendo<br />
nuove chiavi di lettura e rinnovati<br />
percorsi mentali. Sino al 13 febbraio 2011.<br />
Info +39 0592033100<br />
ENZO CUCCHI Ceramica<br />
La mostra che il Museo Internazionale delle<br />
Ceramiche in Faenza dedica a uno dei protagonisti<br />
della scena artistica contemporanea<br />
è la prima dell'artista dedicata esclusivamente<br />
alle sue opere in ceramica. Enzo<br />
Cucchi è uno degli artisti italiani più riconosciuti<br />
a livello internazionale. Il suo lavoro<br />
si caratterizza, all'interno di un fenomeno<br />
italiano destinato a sovvertire le tendenze<br />
dominanti di ambito concettuale come la<br />
Transavanguardia, per un forte espressionismo<br />
espressivo spesso calato sui soggetti,<br />
sui paesaggi e sui temi della sua terra d'origine<br />
(le Marche). Sino al 13 febbraio 2011.<br />
Info +39 0546697311<br />
JOSE DE GUIMÃRES<br />
Mondi Corpo e Anima<br />
L’esposizione si snoda come un viaggio tra<br />
Oriente e Occidente alla ricerca di un dialogo<br />
estetico tra culture diverse. I lavori di<br />
Guimarães infatti guardano anche oltre<br />
l’Africa e ci guidano attraverso la Cina, il<br />
Giappone, il Messico, la letteratura di<br />
Camões e la reinterpretazione dei grandi<br />
classici della storia dell’arte.<br />
Nel 2001 il Museo Würth a Künzelsau in<br />
Germania ha organizzato la prima grande
INTERLUDI continuano INTERLUDI continuano<br />
retrospettiva del lavoro di Guimarães e a<br />
questa sono seguite altre mostre a Pechino,<br />
San Paolo, Lisbona, Vigo e Museo Würth<br />
La Rioja. Sino al 5 marzo. Capena (Roma),<br />
Art Forum Wurth. Info+39 0690103800 , +39<br />
0690103400 (fax)<br />
FLORIAN NEUFELDT<br />
More or the same<br />
Alla sua prima personale in Italia, Florian<br />
Neufeldt presenta a Roma lavori che rivelano<br />
modalità articolate di relazione con lo<br />
spazio espositivo e contemporaneamente<br />
evidenziano l’aspetto principale del suo lavoro:<br />
la condizione dell’essere “bloccato”,<br />
indifeso, affrontando dinamiche che non<br />
possono essere controllate. Presso The<br />
Gallery Apart , Neufeldt espone alcune sculture,<br />
anche imponenti, che rappresentano i<br />
più recenti approdi del suo percorso artistico,<br />
mentre per 26cc ha realizzato un’installazione<br />
visivo/sonora che cattura “le parole”<br />
del mondo e ne evidenzia l’assurda ambiguità.<br />
Sino al 12 febbraio 2011<br />
Info +39 0668809863 , +39 0668809863 (fax)<br />
PREMIO ITALIA<br />
ARTE CONTEMPORANEA<br />
Roma 8 novembre 2010. Rosa Barba,<br />
Rossella Biscotti, Gianluca e Massimiliano<br />
De Serio, Piero Golia sono i finalisti, tutti<br />
under 40, della prima edizione del Premio<br />
Italia Arte Contemporanea promosso dal<br />
MAXX di Roma: hanno presentato il progetto<br />
di un’opera originale che viene prodotta<br />
dal museo, e sulla base di questi lavori<br />
il 3 dicembre 2010 una Giuria internazionale<br />
ha designato il vincitore, la cui opera entra<br />
a far parte della collezione del MAXXI<br />
Arte.<br />
E’ a loro che il MAXXI dedica dal 4 dicembre<br />
2010 al 20 marzo 2011 una mostra e, al<br />
vincitore, anche una pubblicazione monografica<br />
con saggi critici e schede di tutte<br />
le opere del suo percorso artistico. Info+39<br />
0639967350 , +39 0632101829 (fax)<br />
ARTE CINETICA<br />
E PROGRAMMATA<br />
La mostra Arte cinetica e programmata si<br />
inserisce nel programma di mostre che la<br />
Galleria Edieuropa ha dedicato ai movimenti<br />
delle avanguardie storiche, come la mostra<br />
organizzata nel 2009 sul Futurismo. L’arte<br />
cinetica fenomenizza per la prima volta quelli<br />
che erano i postulati teorici del Futurismo<br />
e si propone di introdurre il movimento nell'opera<br />
artistica. L’arte programmata, di cui<br />
si parla dal 1962, indica un’opera realizzata<br />
in base ad un calcolo che consenta variazioni<br />
formali e cromatiche delle sequenze figurali,<br />
secondo un certo ordine temporale, tra<br />
ripetizione, variazione, accadimenti casuali<br />
e combinazione dei pattern visivi.Roma,<br />
EdiEuropa Qui Arte Contemporanea. Sino<br />
al 12 febbraio 2011<br />
LUCA PIGNATELLI<br />
edieuropa@tiscali.it<br />
Analogie e Scultura<br />
Il 27 novembre 2010 è stata inaugurata<br />
negli spazi della Galleria Poggiali e Forconi<br />
di Firenze, Analogie e Sculture, mostra personale<br />
di Luca Pignatelli, a cura di Marina<br />
Fokidis. Il nucleo centrale della mostra è rappresentato<br />
da oltre 20 grandi lavori inediti,<br />
con al centro immagini di sculture della tradizione<br />
greco-romana, classica ed ellenistica.<br />
Le sculture-fotografie in bianco e nero abitano<br />
la memoria collettiva e ci sono familiari:<br />
sono soggetti della mitologia, eroi, antenati<br />
culturali, statue classiche conosciute<br />
nelle forme odierne, quindi decapitate. A loro<br />
l’artista dona una nuova appartenenza: la<br />
scultura perde la natura specifica della pietra<br />
e diviene quadro.Sino al 13 febbraio 2011<br />
info@poggialieforconi.it<br />
VIAGGIO IN ITALIA<br />
Sguardi internazionali sull’Italia<br />
Dal 14 novembre 2010 al 30 gennaio 2011,<br />
si terrà a Palazzo Fabroni, Pistoia la mostra<br />
Viaggio in Italia, sguardi internazionali sull’Italia<br />
contemporanea, promossa e organizzata<br />
dal Comune di Pistoia/Palazzo Fabroni<br />
e dalla Regione Toscana e curata da Ludovico<br />
Pratesi con la collaborazione di Benedetta<br />
Carpi De Resmini. Si tratta di un progetto<br />
espositivo che intende proporsi come momento<br />
di riflessione sull’identità dell’Italia<br />
contemporanea. Per informazioni+39<br />
0573371214 , +39 0573371817<br />
MODERNIKON<br />
Arte Contemporanea dalla Russia<br />
La mostra presenta al pubblico i recenti sviluppi<br />
dell’arte contemporanea della nuova<br />
Russia. Venti artisti russi, alcuni dei quali<br />
già conosciuti sulla scena internazionale e<br />
altri emergenti che lavorano in una molteplicità<br />
di mezzi espressivi, dalla pittura alla<br />
scultura, dal video alla fotografia , all’installazione.<br />
Torino, Fondazione Sandretto Re<br />
Rebaudengo, Fondazione Victoria. Sino al<br />
27 febbraio 2011. Info www.fsrr.org<br />
CHINA POWER STATION<br />
Arte Contemporanea Cinese<br />
In mostra un’ampia panoramica sull’arte cinese<br />
d’oggi attraverso le opere di una generazione<br />
di artisti d’avanguardia tra cui Ai<br />
Weiwei e Huang Yong Ping, insieme con la<br />
nuova generazione di artisti dell’epoca Post<br />
Maoista. Torino, Pinacoteca Comunale Giovanni<br />
e Marella Agnelli. Sino al 27 febbraio<br />
2011. Info www.pinacoteca-agnelli.it<br />
KOSUTH Text for nothing<br />
La galleria Lia Rumma di Milano annuncia<br />
la mostra personale di Joseph Kosuth ‘Texts<br />
for Nothing' Samuel Beckett, in play, un'installazione<br />
di nuovi lavori pensati per lo spazio<br />
principale al piano terra della galleria,<br />
totalmente oscurato e modificato per questa<br />
occasione, e ‘An Uneven Topography of<br />
Time', una selezione di opere storiche al primo<br />
e secondo piano. Sino al 31 gennaio 2011.<br />
Info 02 29000 101<br />
LÜTHI -Art Is the Better Life<br />
Il titolo della mostra di Urs Lüthi "Art Is the<br />
Better Life" riprende il motto con il quale<br />
l'artista aveva marcato la parete frontale del<br />
padiglione svizzero alla Biennale di Venezia<br />
del 2001. E a quel periodo risale la conoscenza<br />
e la collaborazione, artista-collezionista,<br />
tra Lüthi e Paolo Brodbeck.<br />
La mostra che è stata inaugurata lo scorso<br />
28 novembre 2010 a Catania reca con sé la<br />
testimonianza di un percorso decennale in<br />
cui il senso e la misura di una collezione si<br />
apre al confronto e al dialogo con l'artista<br />
all'interno di un progetto espositivo originale.<br />
Catania, Fondazione Brodbeck.<br />
Sino al 28 febbraio 2011. Info 095 7233 111<br />
TATIANA DOLL<br />
Tel LieVision<br />
Corsoveneziaotto di Milano presenta la<br />
mostra personale di Tatjana Doll intitolata:<br />
Tel Lie Vision. Tatjana Doll è un esponente<br />
di spicco dell'ultima generazione di artisti<br />
tedeschi nata alla fine degli anni Novanta.<br />
La sua pittura si presta ad un lavoro sull'immagine<br />
che sicuramente parte da quell'attenzione<br />
alle merci tipica della Pop Art per<br />
essere successivamente stravolta sia in termini<br />
stilistici che di dimensioni. Sino al 20<br />
gennaio 2011 - Info 02 365 05 481-82<br />
FORG<br />
Tele di grandi dimensioni<br />
La Galleria Salvatore + Caroline Ala di Milano<br />
presenta al pubblico nove tele di grande<br />
formato e due lavori su piombo dell'artista<br />
tedesco Günther Förg (1952) realizzate<br />
dal 1992 ad oggi. In occasione della mostra<br />
Bruno Corà scrive: "Le opere, per lo più<br />
acrilici su tela o su lastra di piombo, rivelano,<br />
in modo diverso, l'intenso lavoro svolto<br />
dall'artista in questi ultimi anni, alla ricerca<br />
di una libertà compositiva e cromatica<br />
di grande efficacia”. Info 02 8900901<br />
HOCKNEY<br />
Incisioni e litografie 1961-1969<br />
Lo Studio Marconi '65 di Milano programma<br />
sino al 12 febbraio 2011 la mostra David<br />
Hockney: Incisioni e litografie 1961-<br />
1969.David Hockney è riconosciuto come<br />
uno tra gli artisti inglesi più importanti degli<br />
anni ‘60. In mostra sono presentate tre<br />
incisioni The Beginning / L'Inizio, The<br />
Remain / Rimanere e The Shop Window of a<br />
Tobacco Store / Info 02 2951 1297<br />
ARTECULTURA<br />
13
REMO LANA e la sua pittura di<br />
“energetismo”<br />
che verrà esposta nel 2011 a Ferrara.<br />
20 novembre 2010<br />
Nello studio dell’artista sono state selezionate<br />
50 opere dalle tante della sua produzione, da<br />
quattro critici d’arte, me compresa, per questa<br />
importante mostra a Ferrara.<br />
Mi è difficile esprimere un’opinione sui lavori<br />
di Remo Lana tanto è diversificata e varia la<br />
sua produzione.<br />
Grande sicurezza di sé, fantasia, entusiasmo,<br />
volontà di rinnovare il proprio linguaggio sono<br />
le caratteristiche che segnano il divenire delle<br />
sue opere.<br />
Appassionato autodidatta, si muove da un<br />
semplice mondo figurativo per farsi coinvolgere<br />
totalmente dal simbolismo metafisico del<br />
trascendente. Facendo suoi alcuni passi della<br />
Divina Commedia, compie visioni infernali o<br />
paradisiache ove la schematizzazione delle<br />
forme le rende più simili ad elementi inconsistenti,<br />
quasi fantasmi che si muovono in<br />
spazi dall’intenso drammatico cromatismo.<br />
Il suo linguaggio si trasforma ancora una volta<br />
allorché muta il modo di lavorare, inventando<br />
il curioso termine di “energetismo”.<br />
Il colore si fa più materico, l’insieme è trattato<br />
a “raspature” che generano segni sfuggenti su<br />
spazi tendenzialmente scuri, variegati qua e là<br />
da tinte brillanti. In altri lavori dominano sui<br />
fondi materici così trattati, forme rigidamente<br />
geometriche fatte di incastri, di cerchi, archi, di<br />
triangoli dai vivaci colori. In altri ancora la<br />
superficie è interamente trattata quasi come<br />
un mosaico di piccole tessere informali<br />
colorate,sottolineate da tratti scuri.<br />
In attesa di vedere cosa di nuovo ci proporrà<br />
nel futuro, auguriamo a Remo Lana la<br />
possibilità di dare sempre più spessore alla sua<br />
ricerca.<br />
La M.A.G.A. (di Cernusco S/N.)<br />
Anna<br />
Trapasso<br />
“Nannì”<br />
Pittrice<br />
Mediterranea<br />
Come un sogno nel dormiveglia<br />
che rincorre la sua emozione allo<br />
stato nascente della tensione che<br />
poi matura la sua realtà quando gli<br />
occhi si svegliano e dicono alle<br />
mani di accarezzare l’erba affinché<br />
mostri il suo volto di arbusti e<br />
fogliame di una campagna socchiusa<br />
all’imbrunire della sera e<br />
guardata a vista dalla luna.<br />
Così il dipinto di Anna Trapasso<br />
che questo mese annovera per il<br />
suo percorso di tavolozza ”CAM-<br />
PAGNA NOTTURA” 2005, olio su<br />
tela, cm. 50x70.<br />
Un dipinto che nelle penombre dei<br />
suoi sottotoni racchiude quella<br />
fenomenologia di silenzio<br />
distensivo che nella notturna<br />
atmosfera tra il respiro degli alberi<br />
e il raccogliersi timido delle erbe si<br />
rispecchia nel lento fluire delle<br />
acque.Acque che lodano<br />
una musicalità<br />
priva di maestri ma che suona<br />
melodica la voce della sua natura<br />
navigando silente nelle vertebre<br />
della campagna. (Aoristias)<br />
Info: www.annatra.it<br />
Anna Trapasso:<br />
“CAMPAGNA NOTTURNA” 2005<br />
Olio su tela, cm. 50x70<br />
Luisa<br />
Visconti<br />
NELL’ANIMO<br />
DELL’ACQUARELLO<br />
Si deve dire che il volto della natura si<br />
configura come l’originalità di se stessa.<br />
Tutto rimane nel primigenio della<br />
poetica nella quale la poesia decanta a<br />
ruota libera il suo verso di luminosità<br />
solare come ad esprimere un sofferto<br />
riserbo della sua felicità di chiamarsi<br />
ideale di natura. In tal senso e veridicità<br />
in dimostrazione, si lascia scoprire<br />
l’acquarello di Luisa Visconti.<br />
Il volto smaliziato delle erbe, degli alberi<br />
e delle case di borghi che vi<br />
risiedono in una magistrale affinità<br />
d’armonia che unisce il tutto: l’acqua<br />
il colore e il sole in quella meraviglia<br />
pittorica di acquarello che manifesta il<br />
sublime della macchia pigmentale<br />
senza distorcerne minimamente la<br />
congenialità del respiro creativo che li<br />
unisce in una verginità poetica che non<br />
ha parole ma solo il viso solenne di<br />
essere quel prezioso acquarello della<br />
rarità compositiva che lascia lo sguardo<br />
di stucco. Come a voler scoprire una<br />
festa a lungo desiderata e che finalmente<br />
festeggia la sua tavolozza fatta di terra,<br />
di acqua e di colore universali.<br />
Marpanoza<br />
Luisa Visconti<br />
“CASE DI VERUGO”<br />
Acquarello, cm. 36X51<br />
14 ARTECULTURA
Carla<br />
Monti<br />
UNA POETICA<br />
EVOCATIVA<br />
Pittrice di stimolo contemporaneo<br />
determinato, dall’impulsiva spinta<br />
che dipinge l’ambiente naturale<br />
e urbano e che persevera il ritratto.<br />
Realizza, così, con spigliata fantasia<br />
ordinate composizioni di<br />
paesaggi e di natura morta. Come<br />
in questo caso, appunto, dipinge<br />
una metafisica natura morta in cui<br />
l’oggetto sa rivelarsi la bocca<br />
parlante di composite evocative<br />
emozioni. Il contrasto di luce delle<br />
bottiglie guardate da una mela<br />
rossa sulla sinistra del primo<br />
piano ravvisa un contrasto d’equilibrio<br />
che dona vigore di<br />
salutare poetica al dipinto.<br />
L’animato quanto vitale ruolo<br />
della luce, origina e si matura<br />
mediante effetti di colore, tra il<br />
reale e l’ispirativo poetico che<br />
definisce l’immagine di libere<br />
armonie pittoriche. Una pittura<br />
sentita come animazione corale e<br />
spinta di originalità evocante composizioni<br />
e figure.<br />
Marpanoza<br />
la pittrice Carla Monti<br />
Vive e opera a Milano<br />
Studio: Via Fano 1<br />
20161 Milano<br />
Cell. 3803110156<br />
Fax 02/664.00592<br />
WWW.CarlaMonti.it<br />
e-mail: info@carlamonti.it<br />
CORTINA<br />
A R T E<br />
Via MAC MAHON, 14 (Cortile int.7)<br />
20155 MILANO -ITALIA<br />
Tel/Fax 02/33607236<br />
Cell. 0337/86628<br />
E-mail: artecortina@artecortina.it<br />
PERMANENZE<br />
GIUSEPPE BANCHIERI<br />
ALBERTO BIASI<br />
DINO BUZZATI<br />
GIANCARLO CAZZANIGA<br />
GIANCARLO CERRI<br />
GIOVANNI CERRI<br />
ROBERTO CRIPPA<br />
DADAMAINO<br />
FORTUNATO DEPERO<br />
MARCELLO DUDOVICH<br />
LUCIANO MINGUZZI<br />
BEPI ROMAGNONI<br />
PAOLO SCHIAVOCAMPO<br />
EMILIO TADINI<br />
*<br />
Inaugurazione mostre ore 18,30<br />
11 - 29 gennaio 2011<br />
CARLO<br />
CAMPIOTTI<br />
Creature diafane sono i soggetti di Carlo Campiotti che,<br />
con inesausta continuità mai uguale a se stessa, li fa vivere<br />
sospesi in mondi neutri, atemporali, dove talora li si<br />
vede fluttuare, volare, posarsi delicatamente su<br />
impalpabili nuvole di un mondo onirico ed intimo. La<br />
morbidezza delle forme, l’evanescenza e la delicatezza<br />
della scala cromatica trasmettono una profonda sensazione<br />
di serenità anche dove le figure dall’appena accennata<br />
umanità con i piccoli occhi e bocche solo abbozzati sembrano<br />
in caduta libera verso il sottostante infinito. (...)<br />
GALLERIA<br />
GALLERIA<br />
PONTE<br />
PONTE<br />
ROSSO<br />
ROSSO<br />
20121 - Milano via Brera 2<br />
Tel/Fax 02/86461053<br />
Corrisp. via Monte di Pietà1/A<br />
WWW:http://www.ponterosso.com<br />
E-mail:ponterosso@ponterosso.com<br />
AGENDA Stagione 2010/2011<br />
Mostre in programma<br />
da novembre 2010 a gennaio 2011<br />
Dal 18 novembre 2010<br />
al 9 gennaio 2011<br />
I disegni umoristici di<br />
NOVELLO<br />
(Codogno 1897 - 1988)<br />
In contemporanea<br />
Natale regala Arte<br />
piccoli quadri - sculture - acquerelli -<br />
tempere - disegni - incisioni - litografie<br />
- stampe - cartoline - libri d’arte<br />
dal 13 gennaio al 6 febbraio 2011<br />
Maestri a Brera<br />
BARTOLINI / DE AMICIS / MORELLI<br />
inaugurazione:<br />
giovedì 13 gennaio ore 18<br />
presentazione di Stefano Crespi<br />
in mostra 30 dipinti e una selezione di<br />
disegni di tre maestri della pittura italiana<br />
del Novecento che hanno dedicato una<br />
parte importante della loro vita<br />
all’insegnamento dell’arte<br />
Carla Monti<br />
“BOTTIGLIE”<br />
Olio su tavola, cm. 60x40<br />
Carlo Campiotti “IMPROPTUS”<br />
ASSOCIAZIONE CULTURALE R. CORTINA<br />
Via Mac Mahon, 14 (Cortile interno n. 7)<br />
20155 MILANO - ITALIA<br />
Tel/Fax 02/33607236 - Cod.Fisc. 97181820156<br />
Cristoforo De Amicis, Paesaggio a Caldè<br />
Galleria d'Arte Ponte Rosso<br />
Orario di apertura<br />
da martedì a sabato:<br />
10-12,30; 15,30-19 Chiusura:<br />
domenica mattina e lunedì<br />
ARTECULTURA 15
Milano, Sala Congressi Provincia di Milano, tavolo<br />
della presentazione “Poesia pace “ 2002. Riconoscibili<br />
da destra a sinistra: il Dr. Teodosio Martucci seguito<br />
dal padre Giuseppe, l’Avvocato Giovanni Sassani, il<br />
critico Prof. Pedro Fiori, e la gentile signora Giulia<br />
Sassani mentre esprime il suo pensiero.<br />
L’Avvocato Giovanni Sassani<br />
affezionata presenza alle manifestazioni<br />
poetiche di <strong>Artecultura</strong><br />
è deceduto lo scorso<br />
2 dicembre 2010.<br />
Lo apprendiamo da una telefonata della<br />
gentile moglie Signora Giulia Sassani.<br />
A seguito di diversi inconvenienti di<br />
salute, che sembrava avesse superato,<br />
un improvviso aggravamento. E da un<br />
raffreddore poi di conseguenza bronchite<br />
e il fatale decesso.<br />
Era sempre disponibile a presenziare<br />
alle manifestazioni poetiche di <strong>Artecultura</strong><br />
l’Avv. Giovanni Sassani,<br />
persona di parola chiara e puntuale di<br />
significato. Non parlava a lungo nelle<br />
sue diverse presenze alle manifestazioni<br />
poetiche come Poesia Pace e L’Autodidatta,<br />
ma l’assunto del suo apporto<br />
era colto e conciso. Qualche volta<br />
ironizzava alla buona maniera se<br />
l’occasione poteva stimolare il discorso<br />
tra il serio e l’allusivo. All’Avv. Sassani<br />
non mancava certo l’eleganza un po’<br />
ironica che coloriva il discorso.<br />
Persona di esemplare formazione oltre<br />
che professionista di merito, riteneva<br />
gli incontri di poesia un aspetto<br />
rilassante.<br />
L’Avv. Giovanni Sassani sapeva<br />
comprendere e far prevalere il buon<br />
senso su tutto. E seguendo con<br />
attenzione lo stimolo vario dei<br />
componimenti poetici , l’Avv. Giovanni<br />
Sassani si sentiva come elogiato senza<br />
volerlo da quel senso profondo e<br />
semplice che i versi dei vari Autori<br />
potevano sensibilizzare. <strong>Artecultura</strong> lo<br />
ricorderà sempre nella continuazione<br />
dei suoi incontri di poesia e formula<br />
alla signora Giulia Sassani ed al figlio<br />
Alessandro le più sentite condoglianze<br />
di <strong>Artecultura</strong>.<br />
Teodosio e Giuseppe Martucci<br />
16 ARTECULTURA<br />
Giallo indiano<br />
Ci seduce l’idea del mare azzurro delle<br />
Mauritius e le sue piantagioni di canna da zucchero,<br />
frammiste ad alcune architetture di case<br />
coloniche del 1600 e 1700, quando gli abitanti<br />
furono schiavizzati da francesi e inglesi che<br />
fecero man bassa delle loro risorse.L’albergo<br />
che ci ospita, in stile coloniale è costruito utilizzando<br />
tronchi d’alberi tagliati e talvolta non<br />
levigati, in sintonia con le analoghe costruzioni<br />
già viste in Kenia. Colpisce il lussureggiante<br />
verdeggiare di piante e fiori, che qui abbondano.<br />
Capiamo che l’hotel è isolatissimo da<br />
tutto e da tutti, appena il poliziotto di guardia<br />
richiude il cancello, lasciando fuori la desolazione<br />
dei campi, dei boschi e del niente. Poco<br />
conta, invece, che al ristorante e nelle camere<br />
entrino topi o altri animali, ma per fortuna non<br />
ci sono irruzioni di scimmie come avviene in<br />
Kenia. Dopo il breefing rituale, siamo ansiosi<br />
di tuffarci in mare ma, appena mettiamo i piedi<br />
nudi sulla battigia a venti metri dalla nostra<br />
camera, ci arriva l’acqua calda del mare sull’alluce<br />
in avanscoperta. Pertanto, non abbiamo<br />
bisogno di effettuare un’escursione per vedere<br />
tra i sette colori delle terre delle Mauritius,<br />
quello da noi preferito, perché questo ci viene<br />
incontro giulivo con le sue alghe galleggianti<br />
e le schiume sfavillanti. Nel frattempo l’acqua<br />
gialla ha raggiunto le nostre caviglie, ma non<br />
proviene dal porto di Genova, bensì dall’Oceano<br />
Indiano, col suo colore limaccioso,<br />
frammisto al verde senape marcio.Tale visione<br />
cromatica ci permette di divagare sulle origini<br />
storiche del giallo indiano, un colore tra<br />
l’ocra e il rosa pallido, che ci ha calamitato<br />
alle Mauritius. Il giallo indiano fu introdotto<br />
dalla Persia nel XV secolo, e in India nel 1786.<br />
Si chiama così perché, ottenuto dalle urine degli<br />
animali che si nutrivano di Curcuma (la<br />
radice gialla dello zenzero cui sono riconosciute<br />
proprietà medicinali e che costituisce uno<br />
degli ingredienti del curry cui conferisce il suo<br />
caratteristico colore giallo) e che un pittore<br />
dilettante ipotizzò che, opportunamente depurata,<br />
poteva essere utilizzata come colore.Per<br />
molto tempo, non si capì come fosse ottenuto<br />
quel colore , quindi la storia si connotò di giallo...<br />
il giallo indiano appunto! C’è tuttavia da<br />
rilevare che qui il mare non è sempre giallo,<br />
perché spesso le correnti portano via questo<br />
colore e talvolta l’acqua non è per niente male,<br />
ma per essere sicuri di trovarla bella, non ci<br />
resta che compiere una gita fantastica all’Isola<br />
dei Cervi, dove il mare è stupendo specie<br />
quando non piove.Qualche giorno dopo andiamo<br />
in pullman a St. Louis, dove la guida ci fa<br />
salire su un monticello alto un centinaio di<br />
metri, che qui chiamano la Cittadella, per osservare<br />
il panorama della città. Ciò non suscita<br />
in noi grandi interessi, ma ci basta per capire<br />
che la capitale delle Mauritius ha dei normali<br />
grattacieli, palazzoni alti di cemento e<br />
qualche fabbrica. La ragazza ci mostra le vecchie<br />
costruzioni coloniali dall’alto, ma francamente<br />
non riusciamo ad apprezzarne il significato,<br />
anche perché non vediamo l’ora di ritornare a casa<br />
con la pelle bruciata dal sole, per dipingere un<br />
quadro col giallo indiano, mentre pioverà per ore,<br />
prima del decollo per la Malpensa.<br />
Antonio Fomez<br />
ARCIMBOLDO<br />
PALAZZO REALE<br />
A FEBBRAIO<br />
Il sindaco Moratti:”Un artista milanese<br />
che ha saputo sviluppare uno stile<br />
personale e innovativo”. Una mostra<br />
per celebrare un grande artista milanese:<br />
Arcimboldo. Sarà inaugurata il 10<br />
febbraio 2011 a Palazzo Reale “Arcimboldo<br />
- Artista milanese tra Leonardo<br />
e Caravaggio”. Un’esposizione curata<br />
da Sylvia Ferino, Direttrice della<br />
Pinacoteca del Kunsthistorisches<br />
Museum di Vienna, in collaborazione<br />
con un prestigioso Comitato Scientifico<br />
formato da Giacomo Berra, Giulio Bora,<br />
Chiara Buss, Silvio Leydi, Robert Miller,<br />
Giuseppe Olmi, Caterina Pirina, Francesco<br />
Porzio, Lucia Tomasi Tongiorgi in<br />
programma fino al 22 maggio 2011.<br />
“Una mostra nel segno della tradizione,<br />
che approfondisce la vita e le opere di un<br />
artista milanese che ha avuto grande<br />
successo alla corte degli Asburgo - spiega<br />
il sindaco Letizia Moratti - Un uomo che<br />
propone un’arte stravagante e di forte<br />
impatto e che, partendo dalla scuola di<br />
Leonardo, ha saputo sviluppare uno stile<br />
personale e innovativo. Opere che non ci<br />
lasciano indifferenti, che ci emozionano,<br />
stupiscono e, talvolta, fanno sorridere”.<br />
“Proporre a Palazzo Reale un’esposizione<br />
su Arcimboldo vuol dire<br />
ricollocare l’artista nel contesto d’origine<br />
e reinterpretare lo sviluppo dell’arte<br />
lombarda coeva e a seguire - dichiara<br />
l’assessore alla Cultura Massimiliano<br />
Finazzer Flory-. E non soltanto. Poiché<br />
Arcimboldo dissolve l’artificio temporale<br />
nel porsi con l’immaginazione oltre le<br />
coordinate della storia, quella da noi<br />
scritta e quella ancora da scrivere. Nella<br />
nostra società della comunicazione binaria<br />
che tende spesso alla semplificazione, il<br />
mondo dell’artista milanese rivela, così,<br />
tutta la complessità e la ricchezza dei segni,<br />
delle figure e dei simboli”.<br />
La mostra, posta, sotto l’Alto Patronato<br />
del Presidente della Repubblica Italiana,<br />
prodotta da Palazzo Reale e Skira editore,<br />
in collaborazione con la Soprintendenza<br />
per i Beni Storici Artistici ed Entroantropologici<br />
di Milano, la Soprintendenza<br />
Speciale per il Polo Museale<br />
della città di Firenze esprime per tutti<br />
un’ interessante ricerca di storiografia<br />
artistica e culturale.
TEATRO. MILANO CELEBRA<br />
TADEUSZ KANTOR A<br />
VENT’ANNI DALLA MORTE<br />
A vent’anni dalla morte, Milano celebra<br />
il regista polacco Tadeusz Kantor, una<br />
delle figure più originali del teatro del<br />
Novecento. In programma una serie di<br />
iniziative che mirano a far conoscere e<br />
portare avanti con le nuove generazioni,<br />
un’innovativa idea di ricerca nel e<br />
attraverso il teatro. “Kantor coniò una<br />
personalissima forma di linguaggio<br />
espressivo, a metà fra il teatro e le arti<br />
visive, nutrita da potenti motivi come<br />
la memoria, l’intervento uniformante<br />
della morte, lo smarrirsi e ricomporsi<br />
dell’identità dell’individuo – spiega<br />
l’assessore alla Cultura Massimiliano<br />
Finazzer Flory -. Il rapporto di Kantor<br />
con la città di Milano è stato intenso, a<br />
partire dal 1978 quando il pubblico<br />
milanese scoprì La classe morta, il suo<br />
capolavoro ospitato al Salone di via<br />
Dini dal CRT Centro di Ricerca per il<br />
Teatro”. “Il primo appuntamento della<br />
rassegna “Milano per Kantor” si è<br />
svolto giovedì 16 dicembre al Cinema<br />
Gnomo di via Lanzone 30, dove è stata<br />
proiettata la versione originale in<br />
polacco con sottotitoli in italiano de<br />
“La classe morta (Umarla Klasa)” di<br />
Andrzej Wajda. “Un gruppo di persone<br />
anziane ritorna sui banchi di scuola per<br />
recuperare le lezioni non fatte. Sulle<br />
spalle trascinano i manichini dei<br />
bambini che furono, come un’infanzia<br />
della quale non si possono liberare.<br />
L’opera teatrale che ha reso celebre in<br />
tutto il mondo Tadeusz Kantor e il suo<br />
lavoro con il Cricot 2, andata in scena<br />
per la prima volta a Cracovia nel 1975,<br />
è stata ripresa da Andrzej Wajda nel<br />
1976 per conto della televisione polacca.<br />
E’ l’unico documento che testimonia la<br />
prima versione dello spettacolo. La<br />
serata è a ingresso libero. Il 3 febbraio<br />
2011, alle ore 18.00, la Sala Convegni<br />
di Palazzo Reale (piazza Duomo 14)<br />
ospiterà la presentazione del libro<br />
“Kantor. La materia e l’anima” di<br />
Renato Palazzo (edizioni Titivillus).<br />
Con l’autore saranno presenti l’assessore<br />
Finazzer Flory e Gillo Dorfles.<br />
Ingresso libero. “Venerdì 4 e sabato 5<br />
Tadeusz Kantor<br />
febbraio 2011, il Teatro Scuola Paolo<br />
Grassi (via Salasco 4) ospiterà, dalle<br />
10.30 alle 17.00, una due giorni di<br />
studio sulla figura e sugli spettacoli di<br />
Kantor, con proiezioni e testimonianze.<br />
“A cura di Teatro Alkaest e Fondazione<br />
Milano - Milano Teatro Scuola Paolo<br />
Grassi, l’iniziativa è rivolta alle giovani<br />
generazioni. La parabola artistica di<br />
Kantor verrà ricostruita attraverso la<br />
memoria e il racconto dei suoi attori,<br />
collaboratori ed esperti, tra questi<br />
Renato Palazzi, Moni Ovadia, Luigi<br />
Mattiazzi, attori italiani e polacchi della<br />
compagnia Cricot 2 Marzia Loriga,<br />
Ludmila Ryba, Bogdan Rencziñski,<br />
Janusz Jaretkj, Roman Siwulak, Luigi<br />
Arpini, Loriano Della Rocca, Giovanni<br />
Battista Storti. “Ingresso libero. Il<br />
CRT Artificio propone, inoltre, dal 25<br />
gennaio al 6 febbraio 2011, al Piccolo<br />
Teatro Studio la mostra-spettacolo<br />
“Tadeusz Kantor. Macchine della<br />
memoria”. Ricostruzione scenica e<br />
videoinstallazioni a cura di Anna<br />
Halczak e Franco Laera. In collaborazione<br />
con il Museo Internazionale<br />
delle Marionette “Antonio Pasqualino<br />
di Palermo”e il Teatro Alkaest. “Infine,<br />
dal 25 febbraio al 13 marzo, al CRT<br />
Salone andrà in scena lo spettacolo<br />
vincitore del Premio Kantor 2010.<br />
Info www.comune.milano.it/spettacolo<br />
Open Studios offre la possibilità di gettare<br />
uno sguardo sulla produzione artistica della<br />
Toscana, delineando un panorama<br />
differenziato di linguaggi che comprende<br />
pittura, scultura, fotografia, installazione,<br />
video, performance e ricerche in ambito<br />
musicale e sonoro.Gli studi degli artisti,<br />
luoghi di lavoro privati e altrimenti<br />
inaccessibili, si aprono per avvicinare<br />
appassionati o semplici neofiti ai linguaggi<br />
che l’arte contemporanea propone. Sono<br />
stati coinvolti nel progetto i seguenti artisti:<br />
Firenze: Giacomo Costa, Luciana Majoni,<br />
Ongakuaw a.k.a. Andrea Ferrara, Olga<br />
Pavlenko, Robert Pettena<br />
Prato: Raffaele Di Vaia, Kinkaleri,<br />
Giovanni Ozzola, Stefano Tondo<br />
Pistoia: Andrea Lunardi, Addo Lodovico<br />
Trinci<br />
Pisa: Cristian Biasci, Ursula Ferrara,<br />
Caterina Sbrana, Enrico Vezzi<br />
Siena: Francesco Carone, Bernardo Giorgi,<br />
Eugenia Vanni.<br />
SINO A MAGGIO 2011<br />
LA SECONDA<br />
EDIZIONE<br />
DEL PROGETTO<br />
OPEN STUDIOS<br />
Le visite, programmate secondo un<br />
calendario che copre 8 mesi, da ottobre<br />
2010 a maggio 2011, prevedono la<br />
partecipazione gratuita (su prenotazione<br />
al numero di tel. 055.2776461) di gruppi<br />
fino a un massimo di 12 persone.<br />
Una caratteristica di Open Studios è quella<br />
di porre attenzione al dialogo tra artisti e<br />
pubblico: i gruppi saranno accompagnati<br />
negli studi da mediatori d’arte, selezionati<br />
dopo un corso di formazione rivolto a<br />
diplomati all'Accademia di Belle Arti di<br />
Firenze e laureati e laureandi alla Facoltà<br />
di Lettere e Filosofia (indirizzo storicoartistico)<br />
dell'Università di Firenze e, da<br />
quest’anno, anche dell’Università di Pisa<br />
e di Siena. Grande novità della seconda<br />
edizione di Open Studios sarà la collaborazione<br />
con l’ISIA di Firenze, la<br />
Mediateca Regionale Toscana e la Facoltà<br />
di Lettere e Filosofia dell’Università di<br />
Pisa, per il coinvolgimento di operatori<br />
video che documenteranno le esperienze<br />
con gli artisti. Il materiale audiovisivo<br />
prodotto, che testimonierà nel tempo<br />
l’evoluzione della creatività toscana, sarà<br />
indirizzato a diverse utenze, comprese<br />
scuole e Università per finalità didattiche.<br />
OPEN STUDIOS - Firenze - Prato - Pistoia<br />
- Pisa - Siena - ottobre 2010 - maggio 2011<br />
Per informazioni e prenotazioni:<br />
Alessandra Tempesti, Martino Margheri:<br />
tel 055 2776461 (lun-ven ore 9,30 - 18,00);<br />
a.tempesti@palazzostrozzi.org<br />
ARTECULTURA 17
NON MERITARE IL NOSTRO PASSATO PERCHE’<br />
TROPPO MERITEVOLI DEL NOSTRO PRESENTE<br />
Pioggia: fenomeno atavicamente<br />
atteso, la Terra a ricevere e rigenerarsi;<br />
ma quale Terra. La Terra dagli equilibri<br />
che possono squilibrarsi in un’armonia<br />
di rinnovamento, vitale perché<br />
piena di vita, si contrappone a quella<br />
degli uomini, antropizzata e portatrice<br />
del germe di una variabile letale.<br />
Perciò pioggia, ma dipende da cosa c’è<br />
sotto. Squilibrando gli equilibri naturali<br />
si sacrificano a nuove stabilità vite<br />
e territori, mentre squilibrando gli<br />
equilibri antropici si possono anche distruggere<br />
culture millenarie non previste<br />
dalle dinamiche naturali.<br />
L’uomo canta se stesso, ma non sa<br />
conservare gli spartiti della propria musica<br />
dell’esistere. Pioggia su Pompei<br />
che si sgretola, allora, e questo sgretolarsi<br />
non è la malattia, ma il sintomo.<br />
L’Italia vive millantando crediti: la<br />
maggior parte delle opere d’arte presenti<br />
nel mondo, il più bel paesaggio,<br />
il clima migliore. Lo diciamo e ci crediamo,<br />
fatti forti dagli sciami di viaggiatori<br />
del turismo “guarda e fuggi” che<br />
percorrono al trotto senza vedere, scattando<br />
ognuno centinaia di foto nel<br />
peana della ritrattistica del nulla fatto<br />
consumo, l’arte intorno diventata<br />
scenografia muta.<br />
Si sgretolasse solo Pompei. “La<br />
maggior parte delle opere d’arte al<br />
mondo” è un dato quantitativo e bugiardo,<br />
privo di senso se al quanto e al<br />
cosa, che pure sono parametri reali,<br />
non si affianca la perentoria realtà del<br />
come. Basta andare all’estero per capire.<br />
Diventare noi stessi fruitori del<br />
turismo “guarda e passa”, e accorgerci<br />
che ovunque si cerca di dare la parola<br />
perfino ai sassi più anonimi, mentre<br />
nel nostro Paese camminiamo sopra reliquie<br />
senza conoscerle e senza vederle.<br />
Quanto al paesaggio più bello del<br />
mondo, forse una volta. Attraversare<br />
la penisola e osservare le colate dei manufatti<br />
del tutto che grondano dai dirupi<br />
meno edificabili fino sulle rive del<br />
mare, occupando golene e zone vulcaniche,<br />
schiacciandosi sotto montagne<br />
spogliate e franose, abusivismo dei piccoli<br />
e speculazione dei grandi che si<br />
18 ARTECULTURA<br />
Sopra: Pompei, Panorama del Foro - Pompei, Pitture parietali nella Casa di Ottavio Quartione<br />
alleano per trasformare immiserendo.<br />
E’ girando il mondo che possiamo dire<br />
che tutto sommato ci è rimasto solo il<br />
clima.<br />
Pompei è un miracolo. Disseppellirla<br />
ha tolto alla comprensione della<br />
storia molte approssimazioni. Ciò che<br />
gli autori romani hanno lasciato scritto<br />
sulla civiltà degli albori del primo<br />
millennio dopo Cristo è emerso come<br />
realtà palpabile da quegli scavi. I turisti<br />
del “fotografa e scorri” percorrono<br />
quelle strade di sassi accompagnati<br />
dalla cantilena poco ascoltata delle<br />
guide, in cuor proprio aspettando di<br />
arrivare finalmente ai calchi delle<br />
sporcaccionate di cui tanto si parla, e<br />
forse neppure si rendono conto che non<br />
stanno vedendo nulla. Meglio: vedono<br />
transenne databili come reperti,<br />
porte chiuse, rozze impalcature rugginose,<br />
erbe corsare e sassi che perdono<br />
pericolosamente il proprio guanciale<br />
di malta. Vedono sporcizia, e cani<br />
randagi dallo sguardo umido che stringe<br />
il cuore.<br />
Perciò pioggia che diventa sciagura<br />
nell’Italia sommatoria di migliaia<br />
di grandi e piccole Pompei pronte a<br />
collassare, o franare, o scrostarsi, o<br />
allagarsi o ammuffire, nell’incuria di<br />
chi ha ereditato una grande cultura e<br />
la ritiene un dato di fatto irreversibilmente<br />
cristallizzato nel proprio<br />
genoma. Fuor di polemica, non si può<br />
non osservare come l’attuale Legge di<br />
Stabilità preveda per il prossimo anno<br />
lo stanziamento di 245 milioni per finanziare<br />
le scuole private, cioè la stessa<br />
cifra che consentirebbe di rimettere<br />
in sesto Pompei per qualche secolo a<br />
venire.<br />
Se non siamo degni del nostro passato<br />
è perché meritiamo a pieno il presente<br />
che con voluttà presuntuosa e<br />
incivile ci ostiniamo a vivere.<br />
Giovanni Chiara
IL MAGNIFICO<br />
CRATERE<br />
Capolavori del Museo<br />
Nazionale di Belgrado<br />
Roma, Palazzo del Quirinale<br />
Sino al 6 febbraio 2011<br />
Le relazioni attive da tempo in ambito culturale<br />
tra l’Italia e la Serbia hanno permesso<br />
un importantissimo restauro: quello<br />
dell’ormai celebre ‘Magnifico Cratere’,<br />
grande vaso bronzeo databile alla fine del<br />
VI secolo a.C., emblema della collezione<br />
greca del Museo Nazionale di Belgrado.<br />
Pervenuto in Italia nel 2007 per la mostra<br />
“Balkani. Antiche civiltà tra il Danubio e<br />
l’Adriatico”, allestita presso il Museo Archeologico<br />
Nazionale di Adria, il cratere<br />
è stato successivamente oggetto di studio<br />
e di restauro grazie all’impegno scientifico<br />
e tecnico della Soprintendenza Speciale<br />
per i Beni Archeologici di Roma in accordo<br />
con la direzione del Museo Nazionale<br />
di Belgrado e al supporto della Fondazione<br />
Cassa di Risparmio di Padova e<br />
Rovigo. Dopo circa tre anni di lavori condotti<br />
dalla Soprintendenza romana unitamente<br />
ai tecnici del Consiglio Nazionale<br />
delle Ricerche di Roma e di Pisa, dell’Università<br />
“La Sapienza”, Dipartimento<br />
di Scienze della Terra e Dipartimento di<br />
Chimica, dell’Istituto Superiore per la<br />
Conservazione e il Restauro del MIBAC e<br />
la collaborazione dello staff scientifico<br />
serbo, il cratere è oggi finalmente restaurato,<br />
visibile in tutto il suo splendore, superbo<br />
manufatto di un’officina greca attiva<br />
tra la fine del VI e l’inizio del V secolo<br />
a.C. Ritrovato a Trebenište, nei pressi di<br />
Ocrida, da una missione archeologica jugoslava<br />
nel 1931, il ‘Magnifico Cratere’ è<br />
documento altissimo della toreutica greca<br />
arcaica, insieme ad un analogo recipiente<br />
proveniente dalla medesima necropoli, ora<br />
presso le collezioni del Museo Archeologico<br />
di Sofia, in Bulgaria. Sorprendenti e<br />
rivoluzionari sono gli esiti scientifici del<br />
restauro, inerenti l’identificazione dell’area<br />
culturale di pertinenza del cratere e<br />
l’ubicazione dell’officina bronzistica in cui<br />
è stato prodotto. La mostra e il catalogo<br />
ne danno ampio riscontro, attraverso una<br />
serie di immagini realizzate durante le varie<br />
fasi di studio e di restauro. A completare<br />
la ricerca e le indagini svolte sul ‘Magnifico<br />
Cratere’ saranno presenti in mostra<br />
altri due crateri bronzei coevi, di manifattura<br />
magno-greca, splendidi esemplari<br />
culturalmente e tecnicamente prossimi al<br />
vaso di Belgrado, conservati nel Museo Archeologico<br />
‘Pietro Griffo’ di Agrigento e<br />
nel Museo Archeologico del Vetere.<br />
Info www.quirinale.it<br />
M.Lin, THE COLOUR IS BRIGHT THE BEAUTY IS GENEROUS Centro Pecci, Prato 2010 © Massimo Listri<br />
Michael Lin<br />
THE COLOUR IS BRIGHT<br />
THE BEAUTY IS GENEROUS<br />
Il Centro per l’arte contemporanea<br />
Luigi Pecci di Prato presenta The<br />
colour is bright the beauty is generous,<br />
la prima grande retrospettiva dell’artista<br />
taiwanese Michael Lin. La mostra<br />
– in corso dal 17 ottobre 2010 al<br />
13 febbraio 2011 - è curata da Marco<br />
Bazzini, Direttore artistico del Centro<br />
Pecci, e Felix Schöber, in collaborazione<br />
con l’Atelier di architetti giapponesi<br />
Bow Wow. Le sale del Centro per<br />
l’arte contemporanea Luigi Pecci ancora<br />
una volta diventano luogo di<br />
sperimentazione per un nuovo approccio<br />
alla fruizione dell’arte contemporanea,<br />
quello che ha promosso nel<br />
mondo l’artista taiwanese Michael Lin,<br />
indiscusso rappresentante della scena<br />
artistica a partire dagli anni Novanta.<br />
Come anticipa il titolo della mostra,<br />
Lin fa della propria arte un dono da<br />
condividere generosamente con il visitatore,<br />
lo invita a entrare nell’opera,<br />
lo promuove a protagonista delle proprie<br />
installazioni, lo incanta in una<br />
esperienza che supera il solo atto del<br />
guardare.Questo gesto permette all’artista<br />
di mettere in scena un gioco complesso<br />
tra pubblico e privato, modernità<br />
e tradizione al centro dei quali c’è<br />
l’appropriazione di elementi di origine<br />
anonima e quotidiana tratti dalla<br />
popular culture. Michael Lin è celebre<br />
per i suoi grandi dipinti a parete e su<br />
pavimento ispirati ai motivi floreali dei<br />
tessuti taiwanesi e giapponesi con cui<br />
ha rinnovato l’idea di spazio espositivo<br />
come piattaforma del discorso sociale<br />
e come spazio per l’interazione umana.<br />
Michael Lin si discosta dal concetto<br />
di arte come oggetto da guardare e<br />
approda all’estetica come esperienza di<br />
spazi al cui centro si trova lo spettatore.<br />
Ingrandendo e moltiplicando i motivi<br />
decorativi in dimensioni ambientali,<br />
Lin va oltre la classica opposizione<br />
del modernismo tra bello e sublime,<br />
trasformando un oggetto di produzione<br />
artigianale e industriale in<br />
un’esperienza sublime in cui coinvolgere<br />
lo spettatore.<br />
Alla mostra di Prato, la prima personale<br />
che ripercorre a tappe l’intera sua<br />
carriera, Lin ha invitato a collaborare<br />
agli allestimenti, secondo un processo<br />
a lui abituale, gli architetti giapponesi<br />
Atelier Bow-Wow che attualmente rappresentano<br />
il Giappone alla Biennale<br />
dell’Architettura 2010 a Venezia.<br />
Info 0574 5317<br />
ARTECULTURA 19
LETTERA DA<br />
ANNECY (FRANCIA)<br />
di Milena Milani<br />
Non sapevo bene dove fosse Annecy<br />
anche se mi ero preparata al viaggio<br />
cercando notizie su Internet. Con me<br />
c’era la scultrice Michela Savaia, e suo<br />
marito Mariano guidava la macchina.<br />
Andavamo nelle Alpi francesi poco<br />
distanti dal Monte Bianco, per una<br />
manifestazione culturale e benefica: il<br />
gemellaggio tra Annecy e Savona,<br />
organizzato dai Lions Club delle due<br />
città a favore del Bénin in Africa, dove<br />
la mortalità infantile e l’analfabetismo<br />
sono molto elevati. A questa impresa si<br />
erano aggiunti il Lions Club di Bayreuth<br />
in Germania e quello di Parakou del<br />
Bénin, per procurare i fondi necessari a<br />
un Centro di sanità nel quartiere più<br />
povero di Parakou stesso. Il Lions Club<br />
Annecy Doyen aveva anche ideato un<br />
progetto per coinvolgere quattro<br />
importanti artisti dei singoli Paesi<br />
affinché presentassero opere in<br />
ceramica o su tela, dalle quali sono<br />
state tratte serigrafie numerate e firmate,<br />
vendute per sostenere il Centro di sanità.<br />
Il risultato ha superato le aspettative,<br />
c’è stata una mostra alla Galerie Chantal<br />
Melanson, con festeggiamenti vari,<br />
attraverso i quali gli invitati si sono resi<br />
conto della bellezza e delle attrazioni<br />
di Annecy. La città, al bordo del Lago<br />
omonimo, è davvero affascinante, tanto<br />
che è chiamata la Venezia delle Alpi.<br />
La sua storia risale a secoli lontani (nel<br />
2010 c’è stato il 150esimo anniversario<br />
dell’unione della Savoia alla Francia)<br />
nei quali il Lago è rimasto punto focale<br />
di incontri, sin dal Medioevo. Le strade<br />
di Annecy, soprattutto nell’antico<br />
borgo, l’ultimo sabato di ogni mese,<br />
sono ricolme di gente, perché c’è il<br />
Mercato dell’Arte, nel quale moltissimi<br />
artisti espongono le proprie opere. Il<br />
commercio con i suoi mercati, il brusio,<br />
gli scambi, i balli, i suoni, le luci, i<br />
festival di chitarra e soprattutto le<br />
20 ARTECULTURA<br />
montagne intorno al Lago, o le case<br />
dagli archi e dalle facciate colorate, i<br />
canali nella città vecchia, i castelli<br />
imponenti, un campanile barocco, un<br />
lavatoio, i favolosi formaggi, la<br />
ceramica, i concerti nelle chiese, gli<br />
artigiani, tutto questo è Annecy, arte e<br />
storia. Francesco di Sales (patrono dei<br />
giornalisti e degli scrittori) prima di<br />
diventare Santo nel 1661 qui ebbe la<br />
residenza. Oggi la città è designata dal<br />
Comitato Internazionale Olimpico alla<br />
candidatura dell’organizzazione dei<br />
giochi olimpici nell’inverno 2018.<br />
Passato e presente si intrecciano, sono<br />
felice di vedere esposto il mio pannello<br />
in ceramica, eseguito a Albisola<br />
all’Atelier Savaia, e le mie serigrafie,<br />
insieme ai lavori degli altri tre artisti,<br />
di cui quello di Litzler è stato murato al<br />
Priamar a Savona. La Venezia delle<br />
Alpi è stata anche la città del filosofo<br />
illuminista Jean-Jacques Rousseau,<br />
l’autore delle Confessioni, che vi ha<br />
vissuto a lungo. Mentre con gli amici<br />
assistiamo ai fuochi artificiali, e cielo e<br />
Lago si illuminano di bagliori, penso ai<br />
serigrafia milani<br />
bambini del Bénin. Come sarebbero<br />
felici di vedere le api in una esposizione<br />
dedicata al miele. Quell’infanzia<br />
africana, che non possiede niente, deve<br />
essere aiutata. I Lions di Annecy,<br />
Savona, Bayreuth, Bénin hanno dato il<br />
buon esempio. In Italia, a Albisola,<br />
sempre all’Atelier Savaia, sono stati<br />
presentati il pannello in ceramica di<br />
Patrick Litzler e anche il mio. Abbiamo<br />
parlato di cultura, di poesia, di<br />
Napoleone III e dell’Imperatrice<br />
Eugenia quando Annecy inventò per<br />
loro, in visita alla città , nel 1860 una<br />
accoglienza di tipo veneziano, che poi<br />
si chiamò la Festa del Lago. L’imperatrice<br />
ne fu conquistata, cosicché<br />
quella celebrazione continuò nel tempo,<br />
sino a oggi e oltre, sempre al cospetto di<br />
spettatori entusiasti. Una lunga<br />
tradizione sontuosa e notturna, canti e<br />
sinfonie sul Lago, serenità e amore per<br />
la vita, con in mente il bene, gli aiuti a<br />
chi soffre. “Vivere con sincerità la<br />
carità” sono parole di San Francesco di<br />
Sales che non bisogna dimenticare.
Presentato a Palazzo Isimbardi il volume<br />
“150 anni di opere e arte. I Tesori della<br />
Provincia di Milano”<br />
Il prezioso volume storiografico presentato<br />
a Palazzo Isimbardi di 146 pagine<br />
formato 24,5x29 e copertina cartonata,<br />
annovera i percorsi artistici della Provincia<br />
di Milano dal 1860 ad oggi e completa<br />
le iniziative per celebrare i “150<br />
anni di opere e arte. I Tesori della Provincia<br />
di Milano”. Presenti l'On. Guido<br />
Podestà, Presidente della Provincia di<br />
Milano e Novo Umberto Maerna, Vice<br />
Presidente e Assessore alla Cultura, Beni<br />
ed Eventi Culturali, e i curatori del volume<br />
Nicoletta Colombo, Stefano B.<br />
Galli, Rosanna Pavoni, Elena Pontiggia<br />
e Roberta Valtorta. Dunque un<br />
secolo e mezzo di storia nella quale si<br />
rispecchia a tutta idea l’animazione per<br />
l’Italia unita. E la veradicità della Lombardia<br />
come territorio fertile d’iniziativa<br />
in cui primeggia per vocazione di<br />
persone e di territori l’intraprendenza al<br />
lavoro il contesto nel quale l’arte è stata<br />
artifice della reale iniziativa creativa.<br />
Infatti, la Provincia di Milano primeggia<br />
di una collezione di dipinti, sculture,<br />
fotografie acquisite nel tempo dalla<br />
storica istituzione milanese o di restauri<br />
il cui arco va dal 1400 ai nostri giorni<br />
.«Il volume consente di “riappropriarsi”<br />
della nostra storia, della nostra cultura e<br />
Sopra a sinistra: MANIFATTURA FRANCESE,<br />
Trionfo di Bacco (terzo quarto XVIII sec.)<br />
A destra: Carlo Prada, BAGNANTI, 1940<br />
Olio su tela, cm. 117x146<br />
Sotto: Attilio Alfieri, IL PORTINAIO DI VIA<br />
SOLFERINO 11, 1933, Olio su tela, cm. 80x65<br />
di conoscere il patrimonio di eccezionale<br />
valore che la Provincia di Milano desidera<br />
condividere con i cittadini e con<br />
le comunità locali. – ha dichiarato il<br />
Presidente della Provincia di Milano,<br />
On. Guido Podestà - Il libro, inoltre,<br />
rappresenta un’occasione per ricordarci<br />
l’importante e preziosa funzione svolta<br />
da questa Amministrazione dall’anno<br />
della sua nascita, 1860 a oggi.<br />
«Vorremmo inoltre che tutti – ha proseguito<br />
Novo Umberto Maerna, Vice Presidente<br />
e Assessore alla Cultura – nel<br />
vedere le opere che la Provincia ha conservato<br />
e mantenuto con passione, fossero<br />
mossi dal sentimento che il poeta<br />
Giuseppe Ungaretti descrisse magistralmente<br />
con le seguenti parole: “Il miracolo<br />
dell’arte non è il linguaggio, ma<br />
la tensione che lo anima”. Ecco perché<br />
abbiamo voluto che i cittadini di Milano<br />
e della Provincia potessero accostarsi<br />
a un patrimonio che appartiene a ciascuno<br />
di essi».<br />
Il volume storiografico presentato, non<br />
è in vendita ma disponibile in consultazione<br />
presso la Biblioteca Isimbardi e<br />
presso quelle scuole, biblioteche e associazioni<br />
che ne faranno richiesta. In preparazione<br />
una guida più agile di 63 pagine,<br />
formato 15x21, che verrà distribuita<br />
gratuitamente presso la Biblioteca<br />
Isimbardi agli utenti della stessa nonché<br />
a chi partecipa alle visite guidate a<br />
Palazzo Isimbardi.<br />
Info 02/7740.4343<br />
per gruppi 02/7740.2895<br />
per il pubblico: tel.02774063.04/05<br />
www.provincia.milano.it/cultura<br />
ARTECULTURA 21
Presentato nel Ridotto dei Palchi al Teatro alla Scala il libro<br />
La Scala di Napoleone.<br />
Spettacoli a Milano 1796-1814<br />
di Vittoria Crespi Morbio<br />
edito dagli Amici della Scala-Allemandi - Collana Sette dicembre<br />
L’evento scaligero vede il suo momento<br />
di una degna quanto storica presentazione,<br />
il 24 novembre alle ore 18<br />
come annunciato nel Ridotto dei Palchi<br />
“Arturo Toscanini” Teatro alla Scala<br />
gremito per l’occasione. Un pubblico<br />
attento ed aperto alle considerazioni<br />
canore-musicali che vede l’inizio<br />
della serata dopo l’introduzione della<br />
Anna Crespi Morbio, presidente degli<br />
Amici della Scala e della storica<br />
curatrice del nuovo volume scaligero<br />
Vittoria Crespi Morbio edito dagli<br />
Amici della Scala-Allemandi, Collana<br />
Sette dicembre.<br />
Momento a cui fa seguito il programma<br />
musicale con Pretty Yende. Nata<br />
in Sud Africa, ha conseguito la Laurea<br />
Specialistica in Canto Lirico presso<br />
l’Università della capitale e riscuote<br />
unanime ovazione alla sua prestazione<br />
canora che canta arie di Gioacchino<br />
Rossini e Vincenzo Bellini. Di Rossini,<br />
Bel raggio lusinghier da “Semiramide”<br />
e di V. Bellini, Cari compagni... Come<br />
per me sereno da “La Sonnanbula”. In<br />
armonia al pianoforte invece la bella<br />
prestazione di James Vaughan pianista<br />
accompagnatore e maestro preparatore.<br />
Laureato in Composizione e<br />
Musicologia presso il Trinity College<br />
di Dublino, perfezionatosi come solista<br />
al Trinity College di Londra, collabora<br />
in piena sintonia musicale con la<br />
prestazione canora di Pretty Yende.<br />
Il tutto nello spirito preparativo dei<br />
festeggiamenti dei centocinquant’anni<br />
di Unità dell’Italia, percorso del quale<br />
il Teatro alla Scala è stato sempre<br />
partecipe con vivace patriottismo.<br />
Ma quando comandava Napoleone nel<br />
teatro milanese succedevano importanti<br />
avvenimenti, ai quali ha ben guardato<br />
la storica degli Amici della Scala<br />
Vittoria Crespi Morbio. Così alla ribalta<br />
il suo nuovo libro dal titolo La Scala<br />
di Napoleone. Spettacoli a Milano<br />
22 ARTECULTURA<br />
1796-1814 che ha ottenuto anche la<br />
concessione del logo ufficiale delle celebrazioni<br />
nazionali per il 150° anniversario<br />
dell’Unità d’Italia.<br />
L’inizio dell’evento storico scaligero<br />
avviene il 15 maggio 1796, allorché il<br />
generale Bonaparte fa il suo ingresso<br />
a Milano e la Scala si illumina a festa.<br />
Il 26 dicembre - data che a lungo rimarrà<br />
quella della inaugurazione della<br />
stagione - viene offerta gratuitamente<br />
al pubblico la tragedia repubblicana<br />
Il Bruto milanese. Nel febbraio 1797<br />
va in scena un irriverente Ballo del<br />
Papa, con un pontefice che calza il<br />
berretto frigio...<br />
La Scala è scanzonata come l’epoca che<br />
sta vivendo, all’insegna del gusto frivolo<br />
di Joséphine de Beauharnais (le<br />
cui scollature saranno prontamente<br />
censurate al ritorno degli Absburgo).<br />
E la Scala divenne solenne e maestosa<br />
anche per celebrare ricorrenze, vittorie,<br />
paci e trattati. Tra il pubblico<br />
d’allora c’è il liceale Alessandro<br />
Manzoni, Stendhal frequenta la platea<br />
e i camerini di cantanti e ballerine,<br />
il ragazzo Gioacchino Rossini vede<br />
rappresentate le sue prime opere buffe.<br />
La storia si riflette nel teatro, e il<br />
teatro si proietta, come mai prima, nella<br />
dimensione della storia. Date, dati,<br />
cifre, personaggi, ricorrenze, fatti,<br />
aneddoti compaiono per la prima volta<br />
in questo libro strenna che, secondo<br />
la tradizione degli Amici della Scala,<br />
prima di arrivare in libreria verrà offerto<br />
in Teatro la sera della inaugurazione<br />
lirica, il 7 dicembre.<br />
Un Teatro alla Scala di grandi eventi<br />
che si avvicina ai 250 anni di vita artistica<br />
e che nasce sulle ceneri del Teatro<br />
Ducale nel 1776 per volontà dell’Imperatrice<br />
Maria Teresa d’Austria<br />
e viene inaugurato nel 1778 con<br />
Europa riconosciuta di Antonio<br />
Salieri. Un’eco anticipatrice che, in<br />
Ferruccio Soleri, Anna Crespi Morbio e Luciana<br />
Savignano (foto Gerardo Pizzocari)<br />
Il celebre contralto in una stampa di L. Rados su<br />
disegno di F. Scotto; Marchesi in una stampa di<br />
L.Schiavonetti su disegno di R.Cosway<br />
Milano, Civica Raccolta delle Stampe A.Bertarelli<br />
sottotono critico, pareva già allora intuire<br />
la necessità di un’Europa unita,<br />
oggi, al contrario, tanto divisa. Così a<br />
titolo informativo per i lettori il nome<br />
del Teatro alla Scala origina, dal luogo<br />
sul quale il teatro viene costruito,<br />
su progetto dell’architetto Giuseppe<br />
Piermarini: il sito della chiesa di Santa<br />
Maria alla Scala. E nel 1812, con<br />
l’avvento di Rossini (La pietra del paragone),<br />
la Scala diventa il luogo deputato<br />
del melodramma italiano, della<br />
sua evoluzione lungo un secolo della<br />
sua tradizione esecutiva fino ai nostri<br />
giorni. Le coreografie di Salvato-
NAPOLEONE<br />
BONAPARTE:<br />
IL RITRATTO<br />
DEL POTERE<br />
Isola D’Elba<br />
Sino al 26 febbraio 2011<br />
La soprano Pretty Yende e il pianista James Vaughan<br />
(foto Gerardo Pizzocari)<br />
James Vaughan, Vittoria Crespi Morbio e Pretty Yende<br />
( foto Carla De Bernardi)<br />
San Napoleone Martire<br />
Il Santo del IV secolo è celebrato in gran pompa a S.<br />
Ambrogio il 16 agosto 1807. La Scala restaurata riapre<br />
la sera stessa con la cantata S. Napoleone di Mayr<br />
S. Napoleone Martire con il volto del Sovrano<br />
Stampa di F. Silvani su disegno F. Scaramuzza<br />
Milano, Civica Raccolta delle Stampe A.Bertarelli<br />
Il giovane Rossini al suo debutto alla Scala<br />
Rossini ritratto da Vincenzo Camuccini<br />
Museo teatrale alla Scala<br />
re Viganò (1769-1868) e di Carlo<br />
Blasis (1795-1878) estendono il primato<br />
artistico del Teatro al balletto. Nel<br />
1839,Oberto, Conte di San Bonifacio<br />
apre l’era di Giuseppe Verdi (1813-<br />
1901) che diviene il compositore più<br />
noto nella storia del Teatro alla Scala.<br />
con il Nabucco (1842). (Marpanoza)<br />
LA SCALA DI NAPOLEONE.<br />
- Spettacoli a Milano 1796-1814 -<br />
Collana Sette dicembre, 200 pagine, 150<br />
illustrazioni a colori con testi di Vittoria<br />
Crespi Morbio, Matteo Collura, Alain<br />
Pillepich, Ediz. Amici della Scala - Umberto<br />
Allemandi & C. - Prezzo Euro 35,00.<br />
Una nuova stella: Isabella Colbran<br />
Il contralto spagnolo delude al suo debutto alla Scala<br />
nel Coriolano di Nicolini (26 dicembre 1808), ma<br />
nell’Ifigenia in Tauride di Federici rapisce il<br />
pubblico, Teatro alla Scala, 28 gennaio 1809<br />
Heinrich Schmidt, ritratto della cantante Isabella<br />
Angela Colbran, 1817 - Milano, Museo teatrale alla Scala<br />
I mecenati del libro<br />
LA SCALA DI NAPOLEONE.<br />
Spettacoli a Milano 1796-1814<br />
BMW GROUP ITALIA - ALLIANZ - BASF<br />
ITALIA - BOSCH ITALIA - FONDAZIO-<br />
NE BERTI PER L’ARTE E LA SCIENZA -<br />
FONDAZIONE ROTARY CLUB MILA-<br />
NO PER MILANO - ITALCEMENTI -<br />
PROFED ITALIANA - ROLEX ITALIA -<br />
SISAL - UBM BISINESS SERVICE<br />
Auguste-Dominique Ingres,<br />
Ritratto di Napoleone Bonaparte Primo Console<br />
Interamente dedicata all’iconografia<br />
napoleonica, la mostra presenta una ricca<br />
selezione di stampe provenienti dalle<br />
collezioni del Museo Nazionale delle<br />
Residenze Napoleoniche dell’isola d’Elba<br />
ed è incentrata sul ritratto napoleonico<br />
nella duplice chiave di lettura dell’eroe e<br />
dell’anti-eroe, entrambe funzionali alla<br />
costruzione, alla diffusione ed al consolidamento<br />
della fama del generale<br />
imperatore.Dagli esordi come condottiero<br />
agli ultimi anni dell’esilio a Sant’Elena, i<br />
visitatori potranno ammirare una serie di<br />
ritratti ufficiali in cui Napoleone è<br />
raffigurato nelle diverse fasi della sua<br />
vita. Alla ritrattistica ufficiale di<br />
Napoleone la mostra contrappone le<br />
produzioni satiriche che, pur essendo già<br />
diffuse soprattutto in Inghilterra durante<br />
la sua ascesa al potere, divennero<br />
maggiormente diffuse e feroci in seguito<br />
all’abdicazione, dell’11 aprile 1814 a<br />
Fontainebleau. Uno spazio privilegiato<br />
al soggiorno elbano di Napoleone, chiave<br />
di volta tra la storia dell’imperatore e<br />
dell’esule. Le stampe esposte relative ai<br />
300 giorni trascorsi da Napoleone all’Elba<br />
sono di notevole pregio artistico, di grande<br />
interesse storico e di estrema rarità, tanto<br />
che esemplari analoghi sono conservati in<br />
importanti musei, quali il British Museum<br />
di Londra, e nelle più ricche collezioni di<br />
stampe, quali la Coll. Bertarelli di Milano.<br />
Info napoleonemuseo@gmail.com<br />
ARTECULTURA 23
L’AVVENTURA<br />
DEL VETRO<br />
Venerdì 21 gennaio si inaugura negli<br />
Spazi della Bomben di Treviso la mostra<br />
ATLANTE TREVIGIANO.Cartografie<br />
e iconografie di città e di territorio<br />
dal XV al XX secolo, organizzata<br />
dalla Fondazione Benetton Studi<br />
e Ricerche. Il Nucleo espositivo è costituito<br />
dalla Collezione Vianello Bote,<br />
una raccolta di stampe della città e del<br />
territorio di Treviso. I documenti<br />
iconografici e cartografici sono al centro<br />
non solo di una esposizione, ma di<br />
una più vasta operazione culturale<br />
volta alla restituzione di ogni singolo<br />
documento al contesto organico di appartenenza,<br />
per allargare lo sguardo<br />
conoscitivo alla storia europea e alla<br />
rappresentazione dei luoghi. Pertanto<br />
una rassegna all’interno della quale il<br />
rapporto tra Storia ed arte, considerato<br />
dal punto ristretto ma privilegiato<br />
di una situazione di “provincia” è<br />
quanto mai coinvolgente. Si offrono<br />
così spunti per una indagine, sia pure<br />
ATLANTE<br />
TREVIGIANO<br />
Cartografia e Territorio<br />
dal XV al XX secolo<br />
Piastrina millefiori Venezia - Giovanni Battista Franchini, 1846. Museo del Vetro, Murano<br />
Venezia, Museo Correr<br />
11 dicembre 2010 - 25 Aprile 2011<br />
Organizzata cronologicamente in quattro<br />
sezioni - vetri archeologici; dal XV<br />
al XVIII secolo; XIX secolo, XX secolo<br />
- e con oltre trecento opere esposte,<br />
la grande rassegna al Correr ripercorre<br />
tutte le tappe della straordinaria “avventura<br />
del vetro” a Venezia, dall’arrivo<br />
in laguna, in età classica, di vetri<br />
provenienti da aree anche lontane, fino<br />
al connubio sempre più stretto tra vetro<br />
e design che rappresenta il presente<br />
e il futuro della produzione vetraria<br />
muranese. Quanto il vetro sia connaturato<br />
a Venezia lo conferma la sezione<br />
d’apertura della mostra che presenta<br />
un’inedita sequenza di vetri antichi<br />
recuperati dai fondali della laguna<br />
e tra la sabbia dei canali della<br />
città. Disseminati per casi fortuiti, per<br />
la caduta in mare dei carichi o semplicemente<br />
per l’eliminazione di manufatti<br />
non più integri. Questi capola-<br />
24 ARTECULTURA<br />
vori fragilissimi, di fattura spesso raffinatissima,<br />
saranno esposti per la prima<br />
volta al pubblico dopo essere emersi<br />
dalla coltre d’acqua che li ha preservati<br />
per secoli. Fanno parte di questa<br />
sezione anche i vetri archeologici<br />
identificabili con la Collezione Manca,<br />
che faranno mostra di sé non tanto<br />
con la funzione di “archivio di memoria”<br />
quanto oggetti d’ispirazione per<br />
quella che sarà destinata a diventare<br />
un’attività simbolo di Venezia. Furono<br />
queste forme ad influenzare il gusto<br />
dei maestri vetrai veneziani per<br />
buona parte dell’Età dell’Oro del vetro<br />
a Venezia, dal Quattrocento a tutto<br />
il Seicento quando i vetri veneziani<br />
erano contesi e copiati. A quest’importante<br />
periodo la mostra riserva una serie<br />
ricchissima di capolavori. Una storia,<br />
quindi ricca di straordinarie suggestioni<br />
storiche e culturali.<br />
Info 848082 000<br />
virtuale, su una realtà quotidiana che<br />
partendo dal XV secolo giunge sino al<br />
XX secolo. Oltre al centinaio di<br />
cartografie della città e del territorio<br />
di Treviso vengono esposti una cinquantina<br />
di atlanti originali, libri geografici<br />
e cartografie in fogli singoli<br />
provenienti da istituzioni pubbliche e<br />
collezionisti privati, per riproporre<br />
l’organicità del fenomeno atlantico che<br />
ha caratterizzato la produzione<br />
cartografica europea per quasi quattro<br />
secoli. Saranno inoltre allestite alcune<br />
cartografie di grandi dimensioni e<br />
visualizzazioni multimediali, per<br />
evidenziare in sequenza temporale<br />
soprattutto le diverse modalità culturali<br />
e grafiche dei topografi. La mostra<br />
inoltre offre l’occasione per vedere<br />
da vicino inediti, opere mai uscite<br />
dalle collezioni private o dagli archivi<br />
pubblici. Tra i documenti più<br />
suggestivi presenti si segnala il Liber<br />
Chronicarum di Hartmann Schedel<br />
(1493) la Grande Mappa Catastale<br />
Napoleonica di Treviso (18119) e la<br />
Veduta panoramica di Antonio Monterumici<br />
(1917). Info 0422 5121
L’ITALIA<br />
S’E’ DESTA<br />
1945-1953<br />
Arte Italiana<br />
del Secondo Dopoguerra<br />
Arte italiana tra il ’45 e il ’53, ovvero gli<br />
otto anni in cui davvero l’Italia s’è desta,<br />
il tempo più vivace, magmatico, contrastato<br />
di tutto il nostro Novecento.<br />
Il progetto di mostra curato da Claudio<br />
Spadoni, promosso dall’Assessorato alla<br />
Cultura del Comune di Ravenna e dal<br />
Museo d’Arte della città, con il sostegno<br />
della Fondazione Cassa di Risparmio di<br />
Ravenna, in programma nelle sale del Mar<br />
dal 13 febbraio al 26 giugno 2011, ha l'ambizione<br />
di ricostruire tutte le diverse fasi<br />
delle vicende artistiche dalla fine del secondo<br />
conflitto mondiale alla grande mostra<br />
di Picasso in Italia del 1953, a Roma<br />
Renato Guttuso, LA ZOLFARA<br />
e poi a Milano, che, per molti aspetti, segna<br />
uno spartiacque fra il dopoguerra del<br />
rinnovamento, dei dibattiti culturali, della<br />
costituzione di gruppi e movimenti, e la<br />
seconda parte degli anni Cinquanta. Per<br />
la prima volta verrà offerto un quadro complessivo<br />
di quelle stagioni cruciali della<br />
storia artistica italiana. Un fermo immagine<br />
che registra non solo il nuovo che<br />
ribolle, ma anche la vitalità di ciò che il<br />
montare di quest’ansia di modernità europea<br />
andava relegando ad una ingiustificata<br />
considerazione marginale, ovvero le opere<br />
ultime, eppure spesso sorprendentemente<br />
felici, dei grandi protagonisti della prima<br />
metà del secolo: da Morandi a De Pisis, da<br />
Balla a Carrà, da Casorati a De Chirico,<br />
da Martini a Marini e Manzù. Maestri, non<br />
ancora scomparsi, dei quali viene documentato<br />
il lavoro di quegli anni, fra storia e attualità.<br />
Ma L’Italia s’è desta: 1945-1953.<br />
Arte italiana nel secondo dopoguerra è in<br />
primo luogo il racconto del voltar pagina,<br />
un mutar paradigma di una generazione alla<br />
ricerca. Milano, Torino, luoghi di resistenza<br />
degli ultimi anni della guerra, furono insieme<br />
a Roma e Venezia le principali città<br />
nelle quali la vita artistica italiana riprese<br />
impulso. Info 0544 482477/482356<br />
ARTE PER LA NOBILE ARTE<br />
La boxe nella fotografia contemporanea<br />
Li Wei, BOXING, 2009, Digital Print, cm. 176 x 366<br />
La Galleria Jerome Zodo Contemporary<br />
presenta ”box(e)” la collettiva<br />
a cura del critico Gabriele Tinti che accoglie<br />
quattro artisti internazionali -<br />
Sebastian Diaz Morales Ben Grasso,<br />
David Rathman, Denis Rouvre, Wainer<br />
Vaccari e Li Wei – riuniti nello spazio<br />
milanese per esplorare e condividere<br />
il mondo del pugilato esibito al margine<br />
dell'espressione artistica. La mostra<br />
si inaugura giovedì 13 gennaio 2011<br />
alle ore 18.30 presso lo spazio di via<br />
Lambro 7, a Milano (Tel.02 20241935)<br />
Il titolo scelto box(e) ospita e suggerisce<br />
diversi significati linguistici. Privato<br />
della (e), ridotto a box, a contenitore,<br />
rimanda inevitabilmente all'identità<br />
semantica della galleria, quale luogo<br />
di forme ed esperienze artistiche,<br />
teatro dell'azione, spazio di relazioni e<br />
di progetti partecipativi fra il pubblico<br />
e le opere d'arte. La versione estesa<br />
boxe, invece, si riferisce esplicitamente<br />
al pugilato, alla disciplina che ha<br />
rappresentato l’attivante per gli artisti<br />
selezionati e l’orizzonte tematico entro<br />
il quale sono stati riuniti.<br />
La e posta tra parentesi non si limita,<br />
infine, a rappresentare un espediente<br />
lessicale per giocare coi significati, ma<br />
vuole essere il riferimento alla prima<br />
mostra, (ex)communicate, con la quale<br />
la Jerome Zodo Contemporary ha<br />
inaugurato la propria attività. box(e),<br />
infatti, cade a un anno esatto dall’apertura<br />
e da quella prima mostra, confermando<br />
la linea di ricerca della galleria<br />
e celebrandone simbolicamente il primo<br />
anno d’attività. Gli artisti coinvolti<br />
hanno ragionato, ognuno in modo<br />
diverso, su tutto quanto detto e su molto<br />
altro ancora. Il progetto box(e) non si<br />
esaurisce, però, nella mostra, affinché<br />
il viaggio all’interno della boxe sia<br />
davvero tale e la mostra partecipativa,<br />
all'inaugurazione si terrà una vera<br />
esibizione di pugilato, durante la quale<br />
due dei migliori pugili del momento<br />
in Italia, Carel Sandon e Antonio<br />
Moscatiello, si confronteranno dal<br />
vivo. A bordo ring presenzieranno<br />
quattro dei più importanti campioni del<br />
mondo di tutti i tempi: Sumbu Kalambay,<br />
Nino Benvenuti, Rocky Mattioli<br />
e il campione del mondo di questi<br />
ultimi anni, Giacobbe Fragomeni. Per<br />
l'occasione sarà anche presente il<br />
Dolce&Gabbana Thunder Italian<br />
Boxing Team. La galleria, intesa come<br />
uno spazio solitamente deputato esclusivamente<br />
e rigorosamente a degli<br />
eventi d’arte, attraversato da un pubblico<br />
elitario, diventa uno luogo di dialogo<br />
vero, dove ciò che è sempre stato<br />
considerato “alto” (il sistema dell’arte)<br />
viene unito a ciò che è sempre stato<br />
posto in “basso” (lo sport, le affezioni<br />
e le logiche del corporale). Nella convinzione<br />
che l’arte non sia qualcosa di<br />
“pertinente alle scienze umane, ma<br />
qualcosa di fisico come le impronte<br />
digitali” (Gottfried Benn). La significativa<br />
rassegna milanese offre un nuovo<br />
sguardo estetico e riflessivo sul<br />
mondo violento e creativo della box a<br />
cui il linguaggio sintetico e plastico<br />
della fotografia offre una sua poetica e<br />
pertinente interpretazione.<br />
Aoristias<br />
ARTECULTURA 25
Rafael<br />
Espada<br />
L’interrogativo<br />
di un dibattito<br />
Milano, 26 ottobre 2010. Sala Olimpia<br />
<strong>Artecultura</strong>. L’inaugurale esposizione<br />
avviene alla presenza di un attento<br />
pubblico e amici di Rafael Espada che<br />
seguono da tempo il suo percorso pittorico.<br />
Una mostra che prende apertura<br />
con l’introduzione critica del dott.<br />
Teodosio Martucci anche curatore della<br />
stessa, rilevando come la tipologia<br />
pittorica di Espada sia una tematica che<br />
nell’orientamento informale dello stile<br />
e della poetica della sua composizione<br />
di olii in tecnica mista persevera<br />
con una costante intuizione l’incontro<br />
tra l’uomo e la sua civiltà. Un dipinto<br />
che si realizza su un fondo rosso<br />
in armonia di personaggi e cose che<br />
rispecchiano la realtà vissuta dalla nostra<br />
cultura. Una pittura pertanto che<br />
si manifesta sul piano dell’avanguardia<br />
nella quale idee e simbologia diventano<br />
scrittura di una ricerca che<br />
punta alla liberazione integrale dell’uomo.<br />
Finalità che si esprime per spinta<br />
di causa e di stimolo poetico che caratterizzano<br />
il dipinto di Espada. Una<br />
considerazione a cui da altri punti di<br />
26 ARTECULTURA<br />
vista e conparazioni di confronto, faceva<br />
riferimento con spigliata chiarezza<br />
di parola il collega pittore e scrittore<br />
di modernità culturale, il prof. Giovanni<br />
Chiara che mediante riferimenti<br />
di richiami tecnici fissava il percorso<br />
creativo vissuto da Espada. Considerazioni<br />
sulle quali faceva in seguito<br />
punto di vista con la personale esperienza<br />
di pittore e architetto di lunga<br />
pratica, Carmine Caputo da Roccanova<br />
al quale poi si aggiungevano<br />
In alto da sinistra, un’opera di Rafael Espada, segue<br />
un momento del pittore in dialogo con i suoi amici<br />
estimatori. Sotto, un momento del vernissage, da sinistra<br />
il critico dott. Teodosio Martucci, Il pittore Rafael<br />
Espada, il collega Carmine Caputo da Roccanova e il<br />
pittore e scrittore Giovanni Chiara.<br />
le più diverse considerazioni sulla pittura<br />
di Espada che unisce per unità comunicante<br />
l’uomo alla società e all’ambiente.<br />
Un’espressione artistica alimentata<br />
da una radice che scava nel<br />
cognitivo della realtà la sua manifestazione<br />
pittorica, l’uomo a cospetto di<br />
mondo.<br />
(Marpanoza)
L'AUTODIDATTA NELLA STORIA<br />
Personaggi, avventure, intuizioni<br />
EDISON<br />
Thomas Edison incominciò la sua carriera<br />
d'inventore a Newark con il tasto telegrafico<br />
a ripetizione e migliorando apparecchiature<br />
telefoniche, ma l'invenzione che<br />
per prima gli fece guadagnare una grande<br />
fama fu il fonografo nel 1877.<br />
Edison e il fonografo<br />
Mentre la registrazione di suoni non<br />
riproducibili era stata ottenuta da Leon Scot<br />
de Martinville (Francia, 1857), e altri contemporaneamente<br />
(degno di nota Charles<br />
Cros) stavano considerando la nozione che<br />
le onde sonore potevano essere registrate e<br />
riprodotte, Edison fu il primo che costruì<br />
un apparecchio che metteva in pratica queste<br />
teorie, e questo fu talmente inaspettato<br />
per la gente comune da apparire quasi magico.<br />
Edison divenne noto come "Il mago<br />
di Menlo Park", dal nome della città del<br />
New Jersey dove risiedeva.<br />
Il suo primo fonografo registrava su sottili<br />
fogli cilindrici di stagno, aveva una bassa<br />
qualità sonora, e distruggeva la traccia durante<br />
la riproduzione tanto che si poteva<br />
ascoltare la registrazione una sola volta. Un<br />
modello riprogettato che usava cilindri di<br />
cera fu prodotto subito dopo da Alexander<br />
Graham Bell. La qualità del suono era ancora<br />
bassa e le riproduzioni erano limitate<br />
per l'usura della traccia di registrazione, ma<br />
l'invenzione divenne popolare. Il grammofono<br />
venne inventato da Emile Berliner nel<br />
1887, ma nei primi anni la fedeltà del suono<br />
era peggiore del cilindri fonografici<br />
messi sul mercato dalla Edison Records.<br />
Menlo Park<br />
Le più importanti invenzioni di Edison avvennero<br />
nel laboratorio di ricerca Menlo<br />
Park, realizzato nella omonima città del New<br />
Jersey. Fu il primo istituto approntato col<br />
preciso scopo di produrre costantemente innovazioni<br />
tecnologiche e di migliorarle.<br />
La maggior parte delle invenzioni diedero<br />
fama ad Edison di inventore, benché egli,<br />
nella maggior parte dei casi, si limitasse a<br />
soprintendere alle operazioni dei suoi impiegati.<br />
Oltre a ciò, va precisato che Edison,<br />
essendo anche abbastanza ricco, acquistava<br />
da altri inventori, scoperte inerenti ad<br />
esempio modifiche al suo fonografo, che<br />
poi, opportunamente perfezionate o modificate<br />
dai suoi collaboratori, venivano successivamente<br />
brevettate a suo nome.<br />
Anche quando la qualità delle invenzioni<br />
non era straordinaria, egli dimostrò abilità<br />
nel brevettarle e nel battere i suoi concorrenti<br />
per il suo ascendente e per la migliore<br />
presentazione sul mercato. Per esempio,<br />
Edison non ha inventato la lampadina elettrica.<br />
Numerosi progetti erano già stati elaborati<br />
da Alessandro Cruto, Joseph Swan,<br />
Henry Woodward, Mathew Evans, James<br />
Bowman Lindsay, William Sawyer e<br />
Heinrich Goebel. Edison riprese le caratteristiche<br />
di questi precedenti lavori ed indirizzò<br />
i suoi dipendenti verso l'obiettivo<br />
di realizzare una lampada che avesse una<br />
durata maggiore.<br />
Dopo aver comprato il brevetto di Woodward<br />
ed Evans del 1875, i suoi impiegati<br />
sperimentarono con un gran numero di<br />
differenti materiali allo scopo di aumentare<br />
la durata delle lampade. Nel 1879 raggiunsero<br />
l'obiettivo di rendere il prodotto<br />
commercializzabile. Mentre i primi inventori<br />
avevano prodotto l'illuminazione elettrica<br />
in laboratorio, Edison fu capace di<br />
portarla nelle case e negli uffici con una<br />
produzione di massa di lampade a lunga<br />
durata e creando un sistema per la generazione<br />
e distribuzione dell'elettricità.<br />
L'era della luce elettrica<br />
Thomas Edison nel 1889.<br />
Nel 1878, diede il nome di "filamento" al<br />
filo che diventa incandescente al passaggio<br />
della corrente elettrica. Nello stesso<br />
anno creò la Edison Electric Light Company<br />
a New York con adeguato sostegno finanziario<br />
(inclusi J.P. Morgan e Vanderbilt).<br />
Edison collegò le lampade in parallelo, cosa<br />
che determina la suddivisione della corrente<br />
elettrica su più circuiti. Con questa configurazione<br />
il guasto di una lampada non<br />
comporta lo spegnimento di tutte le altre<br />
collegate, cosa che avviene se le la loro<br />
connessione viene fatta in serie.<br />
Il 31 dicembre 1879 inaugurò l'illuminazione<br />
ad incandescenza al suono delle fanfare<br />
in Menlo Park (New Jersey).<br />
Il 27 gennaio 1880 registrò il brevetto negli<br />
Stati Uniti per la lampada elettrica ad<br />
incandescenza. Il 13 febbraio 1880 fu il primo<br />
ad osservare l'Emissione termoionica<br />
che venne quindi chiamata Effetto Edison.<br />
L'8 ottobre 1883 l'ufficio brevetti degli Stati<br />
Uniti dichiarò che il brevetto di Edison non<br />
era valido in quanto basato sul lavoro di<br />
William Sawyer. Il contenzioso continuò<br />
fino al 6 dicembre del 1889 quando un giudice<br />
emise una sentenza in cui fu accolto il<br />
suo reclamo (relativo al miglioramento di<br />
"un filamento di carbone ad alta durata").<br />
La ricerca, esposta in A Streak of Luck di<br />
Robert Conot (1979), dimostra che Edison<br />
e i suoi avvocati nascosero informazioni<br />
importanti al giudice eliminando da un taccuino<br />
le pagine relative al periodo 7-21<br />
ottobre 1879. Edison non riuscì a brevettare<br />
la sua lampada nel Regno Unito. Dopo<br />
aver perso la battaglia legale con Joseph<br />
Swan, essi formarono una società (la<br />
"Ediswan") per commercializzare l'invenzione.<br />
Questa impresa e la relativa eredità<br />
tecnologica divennero parte della General<br />
Electric nel 1892. Nel 1880 Edison brevettò<br />
il sistema di distribuzione dell'energia<br />
elettrica. I primi investitori e utenti<br />
della rete furono nel 1882 Pearl Street<br />
Station e New York (USA). Il 25 gennaio<br />
1881 Edison e Alexander Graham Bell formano<br />
la Oriental Telephone Company. Il 4<br />
settembre 1882 Edison attivò il primo sistema<br />
di distribuzione dell'energia al mondo,<br />
fornendo 110 volt in corrente continua<br />
(DC) a 59 utenti nella parte bassa di<br />
Manhattan, attorno al suo laboratorio di<br />
Pearl Street. Sempre nel 1882 Edison creò<br />
la prima centrale elettrica trasformando in<br />
elettricità l'energia creata dalle cascate del<br />
Niagara. Centrali di questo tipo risolsero i<br />
problemi di paesi poveri di carbone, come<br />
l'Italia, dove queste centrali si svilupparono<br />
in Piemonte e in seguito in Lombardia.<br />
Il 19 gennaio 1883 il primo sistema d'illuminazione<br />
elettrica standardizzato che trasportava<br />
l'energia con linee aeree entrò in<br />
servizio a Roselle nel New Jersey. Molto<br />
del lavoro che portò al miglioramento delle<br />
lampade elettriche fu realizzato da uno dei<br />
collaboratori di Edison, Lewis Latimer, un<br />
afroamericano. Riguardo al suo lavoro<br />
Edison prosaicamente disse che il genio è<br />
per l’1% ispirazione e per il 99% traspirazione.<br />
Morì il 18 ottobre del 1931 a West<br />
Orange. Fra i tributi alla Sua memoria da<br />
ricordare un cratere lunare che porta il suo<br />
nome.<br />
(aoristias)<br />
ARTECULTURA 27
Pietro Cascella<br />
ARCHETIPI D’ASTRONOMIA<br />
Pietro Cascella, LA PORTA DELLA SAPIENZA<br />
Roma, Museo Nazionale Romano<br />
17 dicembre 2010 - 20 marzo 2011<br />
La Soprintendenza speciale per i beni<br />
archeologici di Roma riapre dopo due anni<br />
di restauri l’Aula ottagona delle Terme di<br />
Diocleziano, ai più nota come Il Planetario.<br />
Con l’occasione, lo spazio accoglie la<br />
mostra “Pietro Cascella al Planetario. I segreti<br />
del cielo” curata da Elena Pontiggia.<br />
Il binomio non è casuale. Infatti, in molti<br />
ricordano la suggestione del firmamento all'interno<br />
del Planetario che dal giorno della<br />
sua inaugurazione, il 28 ottobre 1928,<br />
detenne a lungo il primato di più grande<br />
d’Europa, grazie all’ampia maglia artificiale<br />
della calotta, sorretta da snelle<br />
colonnine in ghisa, e al proiettore Zeiss, lo<br />
straordinario macchinario donato dalla<br />
Germania all’Italia a parziale riparazione<br />
dei danni della prima guerra mondiale.<br />
Oggi vengono esposte 16 opere dello scultore<br />
scomparso nel maggio del 2008 che<br />
citano, tutte, il tema del cielo. “Sole, luna,<br />
meteore, volte celesti, costellazioni, astri<br />
ricorrono continuamente nella sua scultura,<br />
con valenze insieme complementari e<br />
antitetiche. Ci appaiono come elementi<br />
della natura e come presenze che la oltrepassano,<br />
come fonti di energia e come motivi<br />
di contemplazione, come figure circo-<br />
28 ARTECULTURA<br />
scritte e come segni dell’infinito, come ricordi<br />
di imprese spaziali e come luoghi del<br />
mistero, come oggetto della scienza e come<br />
origine del mito”, scrive Elena Pontiggia.<br />
Il tema dell’universo per Cascella ha sempre<br />
avuto una rilevanza particolare e, più<br />
in particolare, nelle sculture esposte. Lui<br />
stesso definiva “interrogazione “co- smica”<br />
le tante opere in cui aveva affrontato quel<br />
soggetto. “I grandi scultori, quelli dell’antichità,<br />
del passato, erano come i maghi,<br />
parlavano con lo spazio, con l’immensità,<br />
con il mistero. Queste sono le ragioni della<br />
scultura”, ha detto una volta l’artista.<br />
L’allestimento della mostra, realizzato dallo<br />
Studio di Architettura Andrea Mandara con<br />
le opere che si irradiano nel perimetro ottagonale<br />
dell’aula, beneficia del nuovo progetto<br />
illluminotecnico dello Studio Piero<br />
Castiglioni, con Alessandro Grassia. L’illuminazione,<br />
che sarà permanente, è stata<br />
pensata per far apprezzare i recenti restauri.<br />
L’esposizione, pertanto, si presenta<br />
come una panoramica di ampio sguardo<br />
sugli affascinanti rapporti tra scultura ed<br />
astronomia osservati dalla privilegiata prospettiva<br />
di uno dei maggiori scultori italiani<br />
del XX secolo.<br />
Informazioni e visite guidate 06.39967700<br />
L’Interno del Liceo Stale di Brera<br />
ARMONIE<br />
NATALIZIE<br />
Mostra dei Docenti Artisti del Liceo<br />
Artistico di Brera<br />
BALDASSINI - CANNATA -<br />
CATTANEO - COSTA -<br />
FORGIONE - GEROSA -<br />
GIUNTINI - IORI -<br />
JANNELLI - MAZZOTTA -<br />
PUGLISI - RIZZELLO -<br />
SAMBATI - SETTEMBRINI-<br />
STRINGINI - TARA - TRIPO-<br />
DI - ZAPPALA’<br />
Prosegue con significativo impegno artistico<br />
e culturale l’attività del Liceo Artistico<br />
Statale di Brera che si avvale della<br />
sensibile collaborazione del Dirigente Scolastico<br />
Prof.ssa Carla Maria Arienti, del<br />
Presidente del Consiglio d’Istituto, Nicola<br />
Licci e della Commissione Spazio Hajech<br />
di cui fanno parte Matteo Cannata, Pompeo<br />
Forgione, Rossella Guida, Maria<br />
Jannelli, Alfredo Mazzotta, Francesca Pensa,<br />
Marisa Settembrini.<br />
La bella rassegna programmata sino al<br />
22 gennaio sottolinea ulteriormente il<br />
ruolo del liceo che intende contribuire allo<br />
sviluppo complessivo della soggettività dei<br />
giovani in un significativo intreccio tra<br />
didattica, ricerca e creatività, del resto in<br />
linea con le attuali correnti pedagogiche<br />
ed educative che propongono uno stile di<br />
apprendimento di tipo laboratoriale, in<br />
grado di trasformare le conoscenze in stili<br />
intellettuali e modi di essere. Nelle significative<br />
opere esposte si ha modo di<br />
constatare le molteplici varietà espressive<br />
e tecniche delle proposte presentate in<br />
cui al rigore della struttura compositiva<br />
si collega la sensibilità di una chiara visione<br />
poetica.<br />
Aoristias<br />
Informazioni 02 713 443
Il critico Pedro Fiori<br />
anche collaboratore di <strong>Artecultura</strong> ci ha lasciato<br />
Pedro Fiori critico di lunga data, nato<br />
in Argentina è deceduto lo scorso 10<br />
dicembre 2010 all’età di 83 anni nella<br />
sua casa di Milano a seguito un’articolare<br />
malattia degenerativa. Critico militante,<br />
studioso d’arte, filosofia e letteratura<br />
per cui collaboratore di diversi giornali<br />
e riviste tra cui anche <strong>Artecultura</strong>. Rivista<br />
alla quale era particolarmente affezionato<br />
sia per la veste tecnica e lo spirito<br />
culturale che persegue. Pur se da qualche<br />
tempo si era un po’ appartato, tuttavia si<br />
mantenevano i continui contatti anche<br />
per lo stimolo della fraternità che s’era<br />
delineata tra il pensiero del direttore<br />
della rivista Giuseppe Martucci e quello<br />
dello scomparso saggista nell’affinità<br />
progressista della sostanza culturale.<br />
Infatti, Pedro Fiori seguiva con<br />
attenzione le iniziative poetiche di<br />
<strong>Artecultura</strong> come l’AUTODIDATTA e<br />
POESIA PACE. Annuali appuntamenti<br />
culturali ai quali era sempre presente al<br />
dibattito per sottolineare la sua<br />
condivisione ovvero la sua critica<br />
costruttiva. Oltre ai suoi mensili<br />
interventi letterari sulla Rivista riferiti<br />
agli eventi dell’attualità, sapeva bene<br />
illuminare gli aspetti che interessavano<br />
l’opera e il lettore. Una personalità<br />
culturale che tuttavia ha pagato da sempre<br />
la sua scelta d’indipendenza perché fin<br />
troppo consapevole che non si possono<br />
seguire due padroni. Ed è rimasto così<br />
strettamente legato ai duri sacrifici per<br />
studiare in Argentina alternando il lavoro<br />
allo studio quotidiano. Una vita che ha<br />
avuto il suo peso anche nella sua venuta<br />
in Italia nello scegliere la coerenza con il<br />
valore sociale umano e non la comodità.<br />
Il Suo carattere, la Sua statura culturale<br />
non sapeva dimenticare la condizione di<br />
chi soffre, la pulsione che batteva al<br />
centro del Suo cuore ancora prima che la<br />
coscienza ne decidesse la continuità<br />
dell’osservanza umana. Ed era questo<br />
l’aspetto che più lo faceva sentire vicino<br />
al sottoscritto, alle iniziative di<br />
<strong>Artecultura</strong>.<br />
Caro Fiori, Tu sai bene, che vi sono<br />
dolori il cui peso, lo strazio d’animo,<br />
non lo conosce nessuno e che nemmeno<br />
è possibile raccontarlo. Ed avevi ragione<br />
di scrivere nel Tuo testo sulla mia silloge<br />
poetica: IL DISARMO UN DIRITTO<br />
UMANO (Edizione <strong>Artecultura</strong> 1990),<br />
riferito ai versi dei componimenti:<br />
“Desiderio di pane”: “pesa d’assenza/ il<br />
PANE DELLA PACE”. Come in “Le due<br />
Il critico Pedro Fiori con sulla destra Giuseppe Martucci mentre consegna il Diploma di Solidarietà alla<br />
poetessa Maria Chimenti Arena alla manifestazione di Poesia Pace 2002 promossa da <strong>Artecultura</strong>.<br />
madri”: “Due madri con un solo dolore<br />
di mondo / si spensero pietose /<br />
pallidissimamente pallide/singhiozzando<br />
un lutto che le seppellì viventi...”.<br />
Sono, queste, verità che gli bruciano<br />
dentro e deve comunicare per non soffrire<br />
ancora di più (...). La sua è stata una<br />
sofferta - spesso crudele - storia<br />
esistenziale”. Una storia senza fine debbo<br />
oggi soggiungere quando per onestà<br />
d’animo si sceglie la vita del Libero<br />
pensiero. Allora caro Fiori non si hanno<br />
amici veri. L’uomo non ha mai scoperto<br />
se stesso, Tu questo lo avevi capito<br />
benissimo da sempre e quanti ci tentano<br />
di senno a sentirsi consapevoli di entrare<br />
nella crudeltà del dolore senza sentirsi<br />
masochisti, lo devono al coraggio e<br />
all’intelligenza particolarmente innate.<br />
Un fondo dolore che non ha parole e<br />
volti, ma solo verità che ci portiamo<br />
“dentro” e di cui nessuno mai conoscerà<br />
la sua origine e la realtà interiore del suo<br />
drammatico peso.<br />
Non avrei dovuto scrivere queste cose,<br />
ma sono stato tentato dalle Tue parole<br />
che hai sensibilizzato a mio riguardo<br />
nella silloge. Così che fummo uniti nel<br />
pensiero e rimarremo uniti nella polvere.<br />
E questo il destino degli autentici Liberi<br />
pensatori: sentirsi uniti dentro oltre il<br />
terrificante del dolore in difesa del valore<br />
umano privo di finzioni cattedrattiche.<br />
Ti ringrazio pertanto per la decennale<br />
fraternità, per le Tue seguite presentazioni<br />
dei pittori nella sala Olimpia<br />
di <strong>Artecultura</strong>, per le Tue seguite<br />
presenze alle iniziative poetiche di<br />
<strong>Artecultura</strong>. Ti ringrazio sfericamente<br />
per i pensieri scritti e per quelli<br />
rimandati. Non è la nostra anagrafe che<br />
ci unisce ma il valore dell’opera che<br />
nella vita si è costruita e non le vanità di<br />
ogni alterazione mentale. Sarai così<br />
ricordato dai tanti lettori di <strong>Artecultura</strong><br />
che conoscevano e seguivano la Tua<br />
presenza.<br />
Ti ricorderanno come il critico e lo<br />
scrittore aperto al divenire umano della<br />
vita, anche se oggi l’attualità può<br />
sembrare scoraggiante. Ma non sarà così.<br />
Tu sai benissimo che dopo ogni discesa<br />
vi è sempre la risalita. Sarai così ricordato<br />
tutti i giorni da me e dal mio figlio Teo<br />
per l’atmosfera del reciproco rispetto<br />
che vigeva tra noi e stimolava alla fiducia<br />
che, al caso, colorava la collaborazione.<br />
Tu sei stato una parte attiva nel messaggio<br />
di <strong>Artecultura</strong> e pertanto fai parte della<br />
sua storia vera così come ne fanno parte<br />
pittori quali Alfieri, Brindisi e Kodra o<br />
personalità culturali del valore di un<br />
Franco Catalano ovvero un Mario<br />
Spinella che come Te non fecero mai<br />
mancare il loro apporto di specifica<br />
testimonianza verso quella “Cultura per<br />
la pace” che tuttora <strong>Artecultura</strong><br />
persevera. Per cui la morte per noi è solo<br />
una stazione di percorso dove inevitabilmente<br />
siamo destinati ad incontrarci<br />
per vivere l’utopia della libertà dal<br />
bisogno per la quale si è vissuto e sofferto.<br />
Le più semplici e sentite condoglianze<br />
per la Tua Figlia e la Moglie che hanno<br />
perso la loro più cara ed amata persona.<br />
Giuseppe Martucci<br />
ARTECULTURA<br />
29
Paolo Bonetto: UNA DOMENICA AD OVEST DELLA BRIANZA<br />
mostra a Soresina (Cremona), Sala Mostre del Podestà 8-23 gennaio 2011<br />
30 ARTECULTURA
IMMAGINI<br />
&<br />
LUOGHI<br />
Cronache d’arte a cura di Aoristias<br />
dalle opere presentate dai tre artisti, il discrimine<br />
sempre più sfuggente, tra esperienza psicologica<br />
ed esperienza religiosa, alimenta l’evocativa poesia<br />
del linguaggio visivo che significativamente<br />
permea la natura dell’esposizione. Per informazioni<br />
sanfedelearte@sanfedele.net<br />
Splendido Argonauta di Salvatore Sebaste 1997<br />
SEBASTE<br />
Si è svolta nei mesi di settembre-ottobre al Castello<br />
Carlo V di Lecce una prestigiosa antologica<br />
del Maestro Salvatore Sebaste con opere realizzate<br />
dal 1960 ad oggi. Il suo linguaggio espressivo<br />
si caratterizza per una stimolante impulsività<br />
materica e segnica con particolari accensioni<br />
cromatiche e svolgimenti segnici che fanno riferimento<br />
all’area espressionista, informale. Ed all’interno<br />
di questa area culturale il suo percorso creativo<br />
si è mantenuto sostanzialmente fedele, procedendo<br />
quasi con metodo, con aggiornamenti significativi<br />
e rivelatori, ma senza mai sconvolgere ex<br />
abrupto la sua contraddistinta fisionomia stilistica<br />
e psicologica. Se sino alla fine degli anni sessantainizio<br />
del decennio successivo ancora si poteva<br />
avvertire l’eco di una figurazione simbolica,<br />
allusiva tuttavia è sempre dalla trasformazione<br />
della materia che nasce un suo superamento o<br />
meglio una sua radicale trasformazione, sino ad<br />
essere puro e vivente archetipo, come in suggestivi<br />
lavori quali Splendido Argonauta, Totem, Mar<br />
Jonio. Occorre inoltre rivelare come per Sebaste il<br />
contatto con il territorio, con la sua antropologia,<br />
in questo caso l’ambiente salentino-lucano, non è<br />
mai un oggetto di esperimenti d’accademia, ma<br />
una dimensione vivente, sensitiva, quasi con un<br />
gusto apotropaico che rimanda alle suggestione<br />
dell’antica cultura contadina, ma forse ancor prima,<br />
ad un’epoca primitiva e incontaminata. Un linguaggio<br />
visivo, quindi quello di Sebaste, affascinante<br />
e vitale per comprendere il quale sarebbero<br />
di straordinaria pertinenza le opere di Ernesto De<br />
Martino con le sue acutissime indagini sociologiche<br />
sulla cultura contadina della Basilicata.<br />
Un mondo forse scomparso nella sua realtà effettuale,<br />
quanto vivo nell’inconscio, nei sogni e che<br />
Sebaste con le sue magie pittografiche svela e comprende.<br />
RISONANZE<br />
Sino al 15 gennaio alla Galleria San Fedele di Milano,<br />
vengono presentate opere di Ettore FRANI,<br />
Alessandra CACCIA, Susanna POZZOLI. La rassegna<br />
a cura di Andrea Dall’Asta S.I., Chiara Canali,<br />
Matteo Galbiati, Kevin Mc Manus intende<br />
indagare il rapporto tra l’espressione artistica ed<br />
il Mistero, inteso nei suoi sottili risvolti spirituali.<br />
Nel confronto tecnico e culturale, che scaturisce<br />
GAROFALO<br />
Si è svolta dal 4 al 9 dicembre 2010 nella bella<br />
sede del Palazzo dei Giurenconsulti di Milano la<br />
significativa personale del fotografo Marco<br />
Garofalo. La figura femminile, il mondo animale,<br />
la libertà dell’individuo sono i temi trattati dall’energica<br />
espressività dell’artista. Notevoli i consensi<br />
alla sua poetica figurativa. Da ricordare inoltre<br />
che nel 2009 Marco Garofalo è stato giudicato<br />
il miglior giovane fotografo creativo italiano dall’Associazione<br />
Nazionale Fotografi Professionisti.<br />
Info 345 32 75496<br />
FALLETI<br />
La ricerca artistica di Antonio Falleti pare porsi in<br />
una sorta di singolare sintonia con le dinamiche<br />
proprie dell’arredo moderno. I suoi dipinti, spesso<br />
opere a tempera, su tela o su carta, nella loro sensibilità<br />
aderiscono con effetto di minimo e poetico<br />
impatto alla parete-ambiente. I suoi soggetti, talvolta<br />
divi e dive del cinema degli anni quarantacinquanta<br />
(Bogart, Monroe, Davis), nella loro enigmatica<br />
ed allusiva presenza rendono particolarmente<br />
intrigante la colta espressività pittorica dell’artista.<br />
Da rilevare inoltre che nel suo repertorio<br />
non mancano interventi di natura astratta.<br />
Info Cell. 329 343 1555<br />
Nella foto sotto Humprey Bogart tempera su tela<br />
di cm. 50 x 70<br />
JODICE<br />
La Galleria Vistamare di Pescara ha inaugurato,<br />
sabato 11 dicembre alle ore 18.30 la mostra personale<br />
di Mimmo Jodice, celebre fotografo italiano<br />
nato a Napoli settantacinque anni fa. In mostra più<br />
di 30 fotografie, tutte in bianco e nero e stampate<br />
per la maggior parte a mano dall’autore. La mostra<br />
si concentra su due temi di fondamentale importanza<br />
all’interno della sua carriera artistica: Mediterraneo<br />
e Mare. Mediterraneo raccoglie una serie<br />
di fotografie avviata a metà degli anni Ottanta,<br />
un viaggio nell’antica cultura greca, le sue fioriture<br />
ed i suoi innesti, un itinerario attraverso luoghi e<br />
tempi diversi. Per ulteriori informazioni sull’esposizione<br />
+39 085694570 , +39 085694570 (fax)<br />
Mario D’Este, DIABOLIK, matita su tavola di legno,<br />
pirografata a riempimento, cm. 23 x 33<br />
D’ESTE<br />
Personalità creativa e metodica, sensibile anche<br />
alla ricerca di particolari tecniche, Mario D’Este<br />
in questo suo pregevole intervento, realizzato a<br />
matita su tavola di legno, pirografata a riempimento,<br />
presenta una significativa immagine del celebre<br />
Diabolik, protagonista di una fortunata serie<br />
di fumetti. L’immagine concretizzata da d’Este coglie<br />
proprio l’ambiguità del personaggio, il suo misterioso<br />
e sibillino fascino.<br />
I QUATTRO FONDATORI<br />
La Raccolta Lercaro rende omaggio ai quattro artisti<br />
bolognesi che nel 1971 donarono al Cardinale<br />
Giacomo Lercaro, in occasione del suo ottantesimo<br />
compleanno, una serie di opere che costituirà<br />
il primo nucleo della Raccolta: Aldo Borgonzoni,<br />
Pompilio Mandelli, Enzo Pasqualini e Ilario Rossi.<br />
La mostra, che comprende le opere più interessanti<br />
donate dai quattro fondatori, è anche l’occasione<br />
per presentare al pubblico la sezione permanente<br />
dedicata ad altri artisti bolognesi, dei quali<br />
la Raccolta Lercaro ha ricevuto importanti lasciti.<br />
Bologna, Via Riva di Reno, 57. Sino al 13 febbraio<br />
2011. Info 051 6566210<br />
GEOGRAFIA SENZA PUNTI CARDINALI<br />
La Galleria Giorgio Persano di Torino presenta la<br />
mostra GEOGRAFIA SENZA PUNTI CARDI-<br />
NALI – La fotografia nell’arte degli anni ’70 in<br />
Italia, a cura di Elena Re. Attraverso un’ampia<br />
selezione di opere fotografiche provenienti dall’archivio<br />
degli artisti e da alcune importanti collezioni<br />
private, la mostra offre uno sguardo sul lavoro<br />
degli artisti italiani che hanno usato la fotografia<br />
nella stagione culturale degli anni ’70. Sino al 29<br />
gennaio 2011. Info +39 0114378178<br />
CARLO SCARPA<br />
Si tratta della prima mostra dedicata alla grafica<br />
di Carlo Scarpa (1906-1978), in particolare al suo<br />
disegno di caratteri e all'impaginazione delle scritte<br />
nelle architetture e nelle opere a stampa del grande<br />
maestro. Se oggi architetto e grafico sono figure<br />
professionali distinte, ciascuna specializzata nel<br />
proprio campo, Scarpa eredita dalle avanguardie<br />
del Novecento una forte attenzione al lettering e<br />
all'impaginazione grafica, che egli cura personalmente.<br />
Sino al 15 gennaio 2010. Treviso Centro<br />
Carlo Scarpa. Info+39 0422500902<br />
ARTECULTURA 31
Rinnovamento democratico:<br />
L' “Economia sociale di mercato”<br />
e il “trittico produttivo”<br />
Nel contesto della visione ideale che<br />
veniamo precisando, per mettere in evidenza<br />
i diversi aspetti richiesti da un corretto<br />
rinnovamento democrato, riflettiamo<br />
su un secondo tema di natura economica,<br />
avendolo già fatto con un primo articolo.<br />
Se con quello ci siamo intrattenuti sul ruolo<br />
dell' “impresa”, come entità incompiuta, e<br />
sul problema del lavoro e del mercato ad<br />
essa collegati, nel secondo ci occupiamo<br />
di due diversi temi: quello del “trittico<br />
produttivo”, la struttura dell'economia classica,<br />
o del “Capitalismo”, termine che non<br />
sempre correttamente l'ha definita, e quello<br />
indicato, in alternativa alla teoria economica<br />
del marxismo, come “economia<br />
sociale di mercato”, i cui esponenti risalgono<br />
alla Scuola di Economia di Friburgo<br />
e dai quali è stato ripensato il rapporto tra<br />
l' economia e la vita sociale e morale.<br />
Il ruolo della vita morale, difatti, è sfuggito<br />
e sfugge ancora a coloro che lavorano<br />
nell'economia per le difficoltà che si sono<br />
determinate nel trovare il giusto rapporto<br />
tra il Liberalismo e il Liberismo, essendo<br />
stato ritenuto il primo la concezione teorica<br />
della vita politico-sociale, e il secondo<br />
la corrispondente concezione della vita economica.<br />
Difficoltà che hanno investito il<br />
funzionamento del “trittico produttivo”,<br />
composto da accumulazione, produzione<br />
e distribuzione, dagli industriali non sempre<br />
opportunamente praticato e dagli operai,<br />
in loro difesa, non sempre considerato.<br />
Lo troviamo posto in un testo di Mauro<br />
Ceruti e Tiziano Treu, senatori della Repubblica,<br />
e autori di “Organizzare l'altruismo.<br />
Globalizzazione e Welfare.”, pubblicato<br />
dall' Editore Laterza, che esamineremo<br />
nei diversi problemi affrontati, decisivi<br />
per il nostro discorso.<br />
“La crisi economica – dicono - ha non<br />
solo radici finanziarie, nè solo caratteri<br />
congiunturali: è stata determinata da squilibri<br />
profondi nei processi di “accumulazione”<br />
e “distribuzione” della ricchezza.”.<br />
Squilibri che hanno investito anche il processo<br />
della “produzione”, il secondo dei<br />
tre, i quali costituiscono quello che chiamiamo<br />
il “trittico produttivo”, seguenza<br />
dell' attuale economia. Trittico il cui funzionamento<br />
è garante dello sviluppo, che<br />
Smith definì come passaggio dallo stadio<br />
“stazionario” a quello della “crescita”, la<br />
quale può essere messa in crisi non solo<br />
dall' avvicendarsi di fasi di prosperità e fasi<br />
32 ARTECULTURA<br />
di depressione (i cosiddetti “business<br />
cycles”), ma anche dal mancato funzionamento<br />
dei tre momenti indicati che, come<br />
detto, costituiscono la stessa struttura produttiva.<br />
Si sa che Smith, per mettere in moto il<br />
“trittico produttivo”, valorizzò l'iniziativa<br />
privata, indicandoci un gruppo di interessi<br />
eterogenei: l'egoismo, la simpatia, la libertà,<br />
la proprietà, l'operosità e lo scambio,<br />
che non coincidono “tout-court” con l'affermazione<br />
mandevilliana dei “vizi privati<br />
e pubbliche virtù”, secondo la quale solo i<br />
“vizi” dovrebbero fungere come una sorta<br />
di “motore immobile” dell'attività produttiva.<br />
Considerazione, questa, che sembra<br />
frutto non della teoria di un autentico liberismo,<br />
ma di una “inconsapevole” scelta,<br />
da evitare, dato che può offuscare la generale<br />
visione che il lavoro nell'economia<br />
richiede, stando a quanto nei cinque capitoli<br />
troviamo esposto.<br />
Nel primo troviamo detto che la crisi ha<br />
radici sia nel contesto strutturale indicato,<br />
sia nei cambiamenti antropologici della<br />
condizione umana, nelle nuove tensioni<br />
sociali e politiche che i mutamenti determinano,<br />
e nelle nuove possibilità di sviluppo<br />
che la tecnoscienza comporta; nel<br />
secondo si sostiene che la crisi è data “dagli<br />
attuali assetti nazionali, internazionali<br />
e sovranazionali, dal mancato governo<br />
democratico della globalizzazione, dalla<br />
mancata evidenza di un nuovo ruolo dell'<br />
Europa e della sua unità, e dal bisogno<br />
non soddisfatto di reimpostare su base cooperativa<br />
i rapporti tra paesi”; nel terzo si<br />
evidenziano i nuovi rapporti intercorrenti<br />
fra Stato, mercato e società in quella che si<br />
connota come “economia sociale di mercato”<br />
che presuppone un modello sociale<br />
d'impresa aperta alla partecipazione dei<br />
lavoratori; nel quarto si prefigurano nuovi<br />
orientamenti e nuove strutture del welfare<br />
in grado di adeguarlo alle rinnovate condizioni<br />
della vita umana attraverso l'attuazione<br />
dei principi della cooperazione, della<br />
solidarietà e dell'altruismo; e nel quinto,<br />
per salvaguardare una tale prospettiva, si<br />
afferma che ci si debba ispirare ai principi<br />
della sussidiarietà e della partecipazione<br />
sociale nel quadro di una democrazia politica<br />
integrata dalla democrazia sociale ed<br />
economica, capace di ridurre la violenza e<br />
di meglio avviare la crescita della convivenza<br />
e della pace tra gli uomini .<br />
Segue la conclusione: si riconosce<br />
necessaria una nuova “mentalità”, la quale<br />
non può che risultare dal “paradigma”<br />
che va emergendo. Una mentalità, che s'imporrà<br />
come un “mutamento antropologico”<br />
atto a fornire, alla nostra mente, “nuove<br />
capacità”, onde ognuno gestisca un<br />
diverso modo di vedere le cose e sappia<br />
ripensare le principali tematiche della nostra<br />
esistenza, tra le quali la più urgente<br />
riguarda la politica, che deve sapere ridurre<br />
la propria invadenza, facendosi consapevole<br />
dei propri limiti, deve sviluppare<br />
la virtù della discrezione e dare ai cittadini<br />
la percezione di non abbandonarli, senza<br />
per questo diventare soffocante”. “Diversamente<br />
- aggiungono- la sua assolutizzazione,<br />
invece di affermarne il trionfo,<br />
ne segna la sconfitta, dietro un immaginario<br />
di onnipotenza che si rivela fallace.”.<br />
L'analisi presentata ci offre senza dubbio<br />
la possilità di meglio capire gli aspetti<br />
strutturali dell'attuale situazione economica<br />
ed i problemi sociali ad essa connessi,<br />
nel testo esaminato ampiamente svolti. I<br />
concetti di “trittico produttivo” e di “economia<br />
sociale di mercato” vicendevolmente<br />
si completano per quanto detto, e per la<br />
comune valutazione epistemologica che<br />
brevemente riprendiamo: analizzando l'<br />
espressione “economia sociale di mercato”<br />
consideriamo che la produzione dei<br />
beni è portatrice di istanze sociali non in<br />
contraddizione con la dinamica del mercato.<br />
L'espressione “trittico produttivo” presenta<br />
i fattori che lo costituiscono soggetti<br />
ad un comune percorso necessitato. La violazione<br />
dell'una e dell'altro metterebbe in<br />
difficoltà l'insieme della economia e della<br />
vita sociale che ne segue. Ne deriva che i<br />
diversi problemi sociali per essere risolti<br />
richiedono una “governance” politica, che<br />
sappia orientare le forze produttive, sindacali<br />
ed intellettuali, facendo comprendere<br />
che l' attività economica debba svolgersi<br />
senza grosse alterazioni non solo dei processi<br />
ciclici, ma anche dei processi strutturali<br />
che in prima misura la caratterizzano.<br />
Un soddisfacente rinnovamento democratico,<br />
per un tale fine, ne è allo stesso<br />
tempo una conseguenza ed un presupposto.<br />
Giuseppe Cianci
Il disarmo: un messaggio di pace, speranza e solidarietà<br />
Questo repertorio di ritratti presentati e<br />
da me dipinti,ma riferiti tutti a personaggi<br />
mitici di avvenimenti storici sul tema del<br />
disarmo, meglio sarebbero stati chiariti<br />
da un sociologo o da un commentatore<br />
politico. Non dirò dunque qui del disarmo<br />
come problema politico di dimensioni<br />
internazionali, lo intenderò piuttosto<br />
come simbolo della non-violenza che è<br />
poi simbolo di civiltà tout-court. Questa<br />
memoria di immagini è un appello alla<br />
salvezza dell’uomo, possibile da attuarsi<br />
soltanto nel ripudio di ogni forma di<br />
prevaricazione, scoperta o strisciante che<br />
sia, di ogni tentativo di ledere la dignità<br />
della persona e il suo diritto all’autodeterminazione,<br />
di ogni ricorso<br />
alle armi per imporre ad un popolo<br />
un’ideologia o il privilegio di una casta.<br />
Questi “martiri della libertà per la pace”<br />
hanno teso e lottato ad esorcizzare il<br />
demone della violenza che continua a<br />
perseguitare l’umanità, ad incupire il<br />
destino degli uomini. Queste persone<br />
hanno sacrificato la propria vita<br />
assegnando a quel demone una<br />
connotazione non dubbia: per via<br />
metaforica esso si propone di volta in<br />
volta quale segnacolo del più cieco<br />
sciovinismo, del settarismo demenziale,<br />
del militarismo oltranzista, del turpe<br />
razzismo, di tutti quei tumori, insomma,<br />
che all’alba del ‘45 ci illudevamo fossero<br />
stati estirpati con la disfatta del nazismo.<br />
Essi invece, sono proliferati per la spinta<br />
fatale di una metastasi diffusa in ogni<br />
geografia, dalle Americhe al Medio ed<br />
Estremo Oriente, generando nuovi<br />
lager, nuovi ghetti, nuove stragi, nuove<br />
rovine - sequenza senza fine di delitti<br />
che, per attuarsi, hanno sovente trovato<br />
quali alleate la scienza e la tecnologia<br />
più avanzate: la bomba che stermina<br />
l’uomo ma conserva intatta la “cosa”<br />
credo costituisca la sfida più criminale<br />
che il Potere mai abbia lanciato contro<br />
l’umano consorzio.<br />
Di fronte ad un dispregio così ostentato<br />
della vita - di fronte alla minaccia di un<br />
attentato contro le leggi stesse della natura<br />
- il pensiero corre a Voltaire che definiva<br />
la tolleranza “l’appannaggio dell’<br />
umanità”, e dunque una ricchezza morale<br />
insostituibile, la premessa, anzi, di ogni<br />
autentica civiltà. Tempi lontani, tempi<br />
conclusi, quelli dominati dalla Ragione<br />
Ad onta dell’infamia che si assedia,<br />
bisogna rispondere no, nella consapevolezza<br />
che l’uomo ancora custodisce<br />
le energie necessarie al proprio riscatto,<br />
purché non si rinchiuda nel buio cerchio<br />
di quel pessimismo che prelude all’opacità<br />
psichica, alla passività della vittima.<br />
E’ una fiducia che viene attestata dalla<br />
memoria delle immagini qui raccolte:<br />
nella denuncia che ne scatta anche si<br />
adombra un auspicio di lotta, ch’è poi<br />
speranza di un futuro migliore.<br />
Max Hamlet Sauvage<br />
I MARTIRI DELLA PACE PER LA LIBERTA’ (Dittico cm. 190x220-La scena bellica rappresenta gli uccelli del malaugurio)<br />
ARTECULTURA 33
ARTE E NON-VIOLENZA / POESIA / PSICOPOESIA / SESSO / SOCIETA’<br />
L’attualità del testo che segue, tratto dall’Archivio “Cultura per la pace” di <strong>Artecultura</strong><br />
NESSUNO LANCI PER PRIMO<br />
L’ARMA NUCLEARE<br />
di Adriano Buzzati Traverso (Milano 1913-1983)<br />
Se dal quadro generale della problematica<br />
di una guerra nucleare e della<br />
corsa agli armamenti - che ho cercato<br />
di prospettare a grandi linee nel precedente<br />
articolo - passiamo al caso europeo<br />
e italiano in particolare, si deve<br />
riconoscere che esiste una preoccupante<br />
carenza di informazioni militari nel<br />
nostro paese. Non sussistono dubbi sul<br />
fatto che i cittadini non siano adeguatamente<br />
informati sul problema della<br />
difesa.<br />
In forma schematica, la situazione<br />
odierna può venir riassunta in pochi<br />
punti.<br />
- Una guerra nucleare sarebbe una<br />
definitiva catastrofe per qualsiasi paese<br />
contro il quale quelle armi venissero<br />
usate.<br />
- In Europa morirebbero - dall’Atlantico<br />
agli Urali - circa 300 milioni e<br />
in Italia una qualche decina di milioni<br />
di persone, in un istante.<br />
- In una guerra nucleare non ci sarebbero<br />
nè vincitori né vinti, soltanto<br />
degli sterminati.<br />
- Non è attendibile la dottrina della<br />
“risposta flessibile”, adottata dalla<br />
NATO; altrettanto può essere detto per<br />
la “guerra limitata e l’impiego di armi<br />
nucleari “tattiche”; queste eventualità<br />
condurrebbero inevitabilmente in breve<br />
tempo alla guerra totale e alla conseguente<br />
fine dell’Europa come entità<br />
culturale, sociale, politica.<br />
Non c’è nessuna seria possibilità di<br />
difesa contro scoppi nucleari (per questo<br />
non avrebbe senso costruire rifugi<br />
nucleari a Comiso); entro certi limiti,<br />
ci si può soltanto difendere da ricadute<br />
radioattive ricorrendo a rifugi.<br />
- Non c’è nessuna possibilità di un<br />
efficace intervento medico per portare<br />
aiuto a lesionati; un numero imprecisabile<br />
di persone dovranno perire in<br />
seguito a ferite e lesioni per le quali<br />
non si potrà provvedere un trattamento<br />
medico adeguato.<br />
- Fra i sopravvissuti agli effetti iniziali,<br />
dell’onda d’urto, del fuoco e delle<br />
radiazioni, molti avranno la sola prospettiva<br />
di una agonia prolungata e di<br />
una lenta morte.<br />
- Fame, epidemie e stress psicologici<br />
saranno inevitabili.<br />
- La contaminazione radioattiva<br />
colpirà vaste aree e inquinerà l’atmosfera.<br />
- La guerra nucleare è un orrendo<br />
crimine contro l’umanità che nulla può<br />
giustificare.<br />
- Poiché la guerra nucleare è una<br />
maledizione dalla quale non ci si può<br />
difendere, non ci rimane che prevenirla.<br />
- Queste constatazioni non hanno<br />
nulla di originale: esse sono state ripetute<br />
innumerevoli volte da un ristretto<br />
numero di persone che sanno - perché<br />
hanno esaminato e studiato il problema<br />
- che cosa significherebbe un<br />
conflitto nucleare.<br />
Purtroppo la gente si lascia cullare<br />
dall’ignoranza e dalla convinzionenon<br />
giustificata - che la cosiddetta “teoria<br />
della deterrenza” renda impossibile<br />
l’impensabile.<br />
In tempi recenti, i rischi complessivi,<br />
e quelli dei paesi europei in particolare,<br />
si sono accresciuti perché, specialmente<br />
nei paesi che fanno parte<br />
dell’Alleanza Atlantica, l’eventualità<br />
di una “risposta flessibile” e di un “conflitto<br />
limitato” viene considerata seriamente,<br />
pur mettendo a repentaglio la<br />
sopravvivenza dell’Europa.<br />
Di fronte al suggerimento da parte<br />
di quattro grandi personalità americane<br />
al governo degli Stati Uniti d’America<br />
che esso dichiari solennemente che<br />
non darà mai l’ordine di far scoppiare<br />
per primo un ordigno nucleare - il cosiddetto<br />
“no first use” - il Dipartimento<br />
di Stato e la NATO hanno dichiarato<br />
che non intendono rinunciare a tale<br />
eventualità. Leonid Breznev ha mandato<br />
un messaggio alle Nazioni Unite<br />
che il suo paese approva il “no first<br />
use”.<br />
Naturalmente si tratta di parole di<br />
fronte ad una concreta crisi spesso i governi<br />
si rimangiano le più impegnative<br />
dichiarazioni. Ma è questo un sintomo<br />
di una complessa situazione strategico-politica.<br />
Mi sembra sarebbe<br />
auspicabile che altri governi facenti<br />
parte del Patto Atlantico insistessero<br />
perché la NATO prendesse questo impegno.<br />
Sarebbe un piccolo passo verso<br />
una indispensabile moderazione.<br />
Nel frattempo, la folle corsa agli<br />
armamenti nucleari continua e le trattative<br />
per il disarmo si trascinano miseramente,<br />
con il risultato che le due<br />
superpotenze - a buoni conti, dicono<br />
loro - accrescono a ritmo accelerato la<br />
panoplia di armamenti sempre più raffinati<br />
e micidiali. E il passare del tempo<br />
non è neutrale, poiché i rischi dell’inizio<br />
di un conflitto nucleare per<br />
l’errore di uomini o di macchine va<br />
irrimediabilmente crescendo.<br />
Fortunatamente, le massime autorità<br />
militari italiane si mostrano sensibili<br />
alla gravità della situazione e seguono<br />
con attenzione lo sviluppo del<br />
pensiero strategico-politico al di qua e<br />
al di là dell’Atlantico.<br />
Per esempio, il Capo di Stato Maggiore<br />
dell’Esercito - Generale Umberto<br />
Cappuzzo - ha tenuto recentemente a<br />
Roma una conferenza nella quale ha<br />
affermato quanto segue.<br />
“Il nostro sforzo a prefigurare le<br />
condizioni in cui si ritroverà ad operare<br />
e a vivere l’Esercito del futuro sarebbe<br />
colpevolmente incompleto se non<br />
fossimo attenti a cogliere quelli che ci<br />
appaiono i sintomi di mutamento o i<br />
fermenti di idee potenzialmente in grado<br />
di incidere sulle nostre strutture”.<br />
Dopo aver accennato all’articolo sulla<br />
rivista Foreign Affairs -scritto da<br />
McGeorge Bundy, George F. Kennan,<br />
Robert S. MacNamara e Gerard Smith,<br />
del quale ho scritto nel precedente articolo<br />
- il Generale Cappuzzo commenta:<br />
“Il peso culturale degli estensori,
le loro precedenti esperienze ai vertici<br />
dell’apparato statale degli Stati Uniti e<br />
di organizzazioni a livello mondiale<br />
conferiscono autorevolezza alla tesi del<br />
‘no first use’ delle armi nucleari.<br />
L’argomentazioni prodotte pongono<br />
inquietanti interrogativi e richiedono<br />
un’analisi approfondita”.<br />
LA SITUAZIONE<br />
IN EUROPA E IN ITALIA<br />
Più oltre egli scrive: “Gli anni dell’equilibrio<br />
del terrore, che possiamo<br />
fare iniziare dal momento in cui è stata<br />
percepita dall’Occidente la prospettiva<br />
di un’imminente parità nucleare, si<br />
sono rivelati a lungo termine, come<br />
anni di ‘impasse’ e costosa sotto il profilo<br />
delle risorse materiali, e ancorpiù<br />
nell’ambito concettuale, in quanto alla<br />
paralisi nucleare può far riscontro, da<br />
un lato, una pericolosa, forma di sclerosi<br />
intellettuale - intesa come rinuncia<br />
alla ricerca di vie d’uscita - dall’altro,<br />
il logoramento morale delle pubbliche<br />
opinioni e delle organizzazioni<br />
militari. La logica nucleare sta sollevando<br />
polemiche problemi che, coinvolgendo<br />
la sfera morale, superano<br />
l’impostazione operativa. Ciò che viene<br />
posto in discussione, in particolare,<br />
è la decisione dell’impiego dell’arma<br />
nucleare, che gli Occidentali, a fronte<br />
di una palese inferiorità convenzionale,<br />
si sono riservati di adottare per primi.<br />
Impostazione strategica del tutto<br />
razionale e ampiamente giustificata,<br />
chiave di volta della deterrenza alla<br />
quale, probabilmente, dobbiamo gli ultimi<br />
37 anni di pace. Rimane tuttavia<br />
il fatto che i cosiddetti quattro saggi -<br />
gli autori della proposta ‘no first use’ -<br />
sembrano interpretare le istanze di una<br />
parte consistente della pubblica opinione<br />
mondiale, ponendo l’accento sulla<br />
responsabilità morale di sferrare il primo<br />
colpo con tutte le conseguenze che<br />
ne potrebbero derivare. Ritorna alla ribalta<br />
il problema del consenso quale<br />
fattore condizionante di ogni concezione<br />
strategica e sul quale non mi stancherò<br />
mai di porre l’accento”.<br />
“Ci troviamo quindi di fronte - conclude<br />
il Generale Cappuzzo - ad una<br />
crisi della strategia della risposta flessibile<br />
E, se così fosse, quali ne saranno<br />
gli sbocchi nei rapporti fra gli alleati<br />
NATO e quali le ripercussioni sugli<br />
strumenti militari dei paesi dell’Europa<br />
Occidentale e sull’impostazione<br />
strategica della NATO Occorre chiedersi<br />
come affrontare sul piano concettuale<br />
e sul piano organizzativo la<br />
rivalutazione del convenzionale che<br />
una simile ipotesi comporta. La diffusione<br />
del malessere dell’opinione pubblica<br />
mondiale nei confronti dell’imminente<br />
olocausto nucleare - malessere<br />
alimentato da sempre più decise prese<br />
di posizione di scienziati, politici ed<br />
uomini di cultura - potrebbe indurre<br />
una revisione dell’attuale dottrina dell’impiego<br />
dell’arma nucleare. E’ per<br />
ora, un problema che si pone in via<br />
concettuale, ma trova a tempo stesso<br />
concreto fondamento nella responsabilità<br />
morale di chi è chiamato a decidere<br />
di sferrare il primo colpo. Ed<br />
è appunto su tale base che occorre<br />
riverificare i rapporti di forza e ripensare<br />
un modello di difesa che tenga<br />
conto delle ripercussioni in campo strategico<br />
di questa eventualità”.<br />
A sua volta, il Capo di Stato Maggiore<br />
della Difesa - Generale Vittorio<br />
Santini - in un inciso di un suo discorso<br />
recentissimo tenuto pure a Roma al<br />
Centro Alti Studi per la Difesa, ha detto:<br />
“Mi sia permesso di dire che, dopo<br />
aver ridotto le nostre forze convenzionali<br />
‘all’osso’ nel 1975, sarebbe veramente<br />
assurdo dover affrontare l’eventualità<br />
di una nuova riduzione, oltre il<br />
limite di rottura e contro ogni logica,<br />
proprio mentre nell’ambito dell’Alleanza<br />
si comincia a parlare di rinuncia<br />
all’iniziativa nell’uso delle armi nucleari<br />
e della conseguente necessità di<br />
potenziare decisamente il deterrente<br />
convenzionale negli anni a venire”.<br />
Ho ritenuto opportuno fare queste<br />
lunghe citazioni poiché esse mi sembrano<br />
elementi rassicuranti nei confronti<br />
di un contributo italiano verso<br />
la prevenzione di una guerra nucleare.<br />
Dal momento che facciamo parte di<br />
un’alleanza, ciascun paese partecipante<br />
ha il diritto, anzi il dovere, di pretendere<br />
che anche gli altri partners, anche<br />
se potentissimi, non impongano<br />
rigidamente la loro volontà ma tengono<br />
conto delle esigenze dei paesi che<br />
per primi sarebbero le vittime del mostruoso<br />
conflitto nucleare.<br />
Mi sembra dunque auspicabile che<br />
i cittadini divengano consapevoli dei<br />
rischi che corriamo e dei problemi che<br />
si pongono, in modo che le nostre forze<br />
politiche e il governo svolgano<br />
un’azione decisa per prevenire l’orrenda<br />
e definitiva sciagura.<br />
Adriano Buzzati Traverso (Milano, 6 aprile<br />
1913 – Milano, 22 aprile 1983) è stato<br />
un genetista e scienziato italiano.<br />
Dopo la laurea, nel 1937, entrò nella facoltà<br />
di Zoologia a Pavia, sotto la direzione deldell'entomologo<br />
Carlo Jucci. Elaborò con Cavalli<br />
Sforza una teoria fisico-biologica della<br />
radiogenetica (di cui fu uno dei padri<br />
fondatori), uno dei suoi contributi scientifici<br />
più originali, dimostrando la "fisicità" del gene.<br />
Nel 1957 Buzzati diviene il direttore della neonata<br />
Divisione Biologica del CNRN, istituita<br />
allo scopo di studiare gli effetti delle radiazioni:<br />
nei bienni 1959-1960 e 1960–1961 vengono<br />
organizzati due corsi di specializzazione<br />
sugli effetti biologici delle radiazioni ionizzanti<br />
a Pavia. Mantenne intrecciate le tematiche<br />
strettamente genetiche con le questioni e-<br />
volutive, dedicandosi però anche alla riflessione<br />
epistemologica e metodologica di fronte ai<br />
nuovi problemi sollevati dalla nuova biologia<br />
(oggi detta molecolare). Nel 1962 fondò, con<br />
finanziamento dell'Euratom, del CNEN e<br />
del Consiglio Nazionale delle Ricerche, il Laboratorio<br />
Internazionale di Genetica e Bio- fisica<br />
a Napoli (poi Istituto Internazionale di<br />
Genetica e Biofisica, ora Istituto di Genetica e<br />
Biofisica), in via Marconi. Nel 1964 rassegnò<br />
le dimissioni una prima volta, rientrate dopo<br />
pochi mesi. Nel 1969 una protesta interna al<br />
Laboratorio, con oltre 40 giorni di occupazione<br />
da parte di tecnici, borsisti e un piccolo<br />
gruppo di ricercatori, lo portò al definitivo abbandono<br />
della sua creatura. Finita la sua esperienza<br />
al LIGB, si trasferì a Parigi al-,<br />
l'Unesco (dove rimase fino al 1974), come direttore<br />
scientifico, dedicandosi al problema<br />
demografico e alla questione nucleare.<br />
PER UN DISARMO<br />
RESPONSABILE<br />
DI PREVENZIONE<br />
L’iniziativa di ARTECULTURA che<br />
presenta nel suo spirito divulgativo<br />
l’elevazione culturale della persona<br />
tramite lo stimolo creativo della Poesia<br />
della Natura, si pone, pertanto, in<br />
tutta sintonia con la concettualità dello<br />
scienziato Adriano Buzzati Traverso.<br />
E la medesima Giornata Mondiale<br />
del Disarmo, che annualmente<br />
rinnova la Rivista il 24 ottobre in ricorrenza<br />
della nascita dell’O.N.U.<br />
1945, è appunto orientata all’avvicinamento<br />
delle persone e dei popoli<br />
come spirito di evoluzione culturale<br />
della convivenza umana fuori dalle<br />
pastoie burocratiche di ogni tipo e<br />
spigolosità. Insomma, non un culto,<br />
ma l’elevazione della bellezza dell’uomo<br />
nel mondo prima che gli avventurieri<br />
di ogni colore e stampo lo distruggano<br />
per follia di potere. Nascere per<br />
riprodursi, elevarsi e morire nella dignità<br />
di aver vissuto il mondo come sovrana<br />
libertà. (<strong>Artecultura</strong>)
AUTORI PRESENTI: PIERO AIRAGHI - PINA ALTAVILLA - DANIELA BALOCCO - GIOIELLA BARONTINI - BENITO<br />
BAZZOCCHI - GIACOMO BELLUCO - MARTA BERCELLI BRISCHETTO - BRUNO ALESSANDRO BERTINI - TIZIANO<br />
BERTRAND - ANTONIA BIFULCO - ERMANNO BIGHIANI - LUCA BLANCO - CLARISSA BOCCABELLA - ERMANNO BOFFI<br />
- ANNA MARIA TERESA BORRELLI - VALENTINA BORRELLI - FABIANO BRACCINI - BROMMO - FABIO CAMPADELLI -<br />
MARISA CANETTI - PINO CANTA - LINA CARRIERI-ACHILLE CASTOLDI - ROSITA CECCHETELLI - NANDO CHIAPPA -<br />
MARIA CHIMENTI ARENA - ANGELO CIUCCI - ANTONIO CONSERVA - PASQUALE CONTI - MANUELA COPERCINI -<br />
DEBORA COPPOLINO - LAURA CRIPPA - OSVALDO CROTTI - ELISABETTA DENTI - CALOGERO DI GIUSEPPE - LEOPOLDO<br />
DI GIOVANNI - MARIA CARMELA DI GRAZIA - ANTONIETTA DI SECLI’ - ZHANETA DUSHKU - SALVATORE ERRATI -<br />
GIANCARLO FABBIAN - DANIELA FACCHINETTI - RITA FAGA’ - FRANCESCO FERRANTE - MARIO FERRARIO - LAURA<br />
FICCO - GIAMPIERO FOLCO - SABRINA FONTANA - ARMANDA FORNER - VALENTINA FUSE’ - TIZIANO MARIA GALLI -<br />
SILVIA GAMBARELLI - ELDA MARIA GARATTI - FABIO GIBILLINI - PIERA GIUDICI - LUIGI GIURDANELLA - LUIGI<br />
GOLINELLI - SERGIO GRADIN - ROSANNA GRALLO - VERONICA GRIECO - FRANCESCO GUIDATO - MARISA<br />
GUTTORIELLO - ANTONELLA IOVANE - REMO LANA - LUCIA LEONE - MATTEO LOLLI - ANDREETTA MANARA - LUISA<br />
MANCINI - GIUSEPPE MARTUCCI - LICIA MASSELLA - OLGA MATERA - ANTONIO MAZZAMURRO - CORRADO<br />
MONTALTO - VALENTINO DINO MORO - MARIA TERESA MOSCONI - IRENE NEGRO - PIETRO NIGRO - ORNELLA OLFI<br />
- SERGIO OSIMANI - ELVIRA PACENZA PETRAROLI - ROSALIA PANDOLFO BIANCHI - TINA PAROTTI - VITTORIA<br />
PARRINELLO - GIULIA PERTILE - EMMA PIAZZA - GIANFRANCO PIGNATON - ALBERTO PISTILLI - ALBERTO PREDA<br />
- MARIA CHIARA QUARTU - GIOVANNA REDAELLI - ANNA RICUCCI - SALVATORE RIZZI - ARMANDO ROMANO - CATERINA<br />
ROVATTI - GIUSEPPE SABINO - GIULIANO SACCO - ANTONIO SARACINO - SERENA SINISCALCO - SLAVICA SISARA -<br />
WALTER STORRI - LAURA STRANI - ELVIRA TEDESCHI - SILVIA TORELLI - GIUSEPPE TORRISI - FRANCA TREVISI - MARIO<br />
VECCHIONE - FRANCO VERTOVEZ - ROSARIO VESCO - GIUSEPPE ZANGHI - GIOVANNA ZAPPALA’ - ITALO ZINI<br />
Presentazione XXXVIII Edizione Poesia Pace 2010<br />
APPUNTAMENTO POETICO<br />
Aula Magna Liceo Artistico Statale di Brera<br />
Il saluto di Carla Maria Arienti, Dirigente scolastico e interventi di<br />
Giuseppe Cianci, Giovanni Chiara, Giuseppe Martucci, Fabrizio<br />
Tintorri, Alfredo Mazzotta<br />
Milano, 20 Novembre 2010.<br />
L’atteso incontro poetico promosso da<br />
<strong>Artecultura</strong> nello spirito specifico di “Cultura<br />
per la pace” prende il via con una<br />
concisa introduzione del critico d’arte Dr.<br />
Teodosio Martucci che puntualizza come<br />
e perché questa singolare manifestazione<br />
continui la sua illusione nella convinzione<br />
che il Disarmo nella società dell’uomo sia<br />
una vittoria dell’esistenza umana. Di ogni<br />
singola persona e di tutta la convivenza che<br />
nell’approfondimento conoscitivo del proprio<br />
“io” sappia cosa sia l’ ”altro” nel quale<br />
vi è pur sempre una parte di se stessi per<br />
essere collegati e vivere uniti nella libertà<br />
di tutti e ben distanti da qualsiasi razzismo,<br />
anche “intellettuale”. Una iniziativa poetica<br />
che si avvera senza l’ombra di alcuna<br />
classifica che distribuisce ai partecipanti<br />
un diploma di solidarietà ed una medaglia<br />
ricordo uguale per tutti. E quando può<br />
anche qualche simbolica borsa di studio per<br />
classi scolastiche che ne facciamo volontaria<br />
presenza. Naturalmente i componimenti<br />
della nuova antologia poetica che annovera<br />
la presenza di oltre cento autori, si<br />
rivela una vera indicazione di cosa sia in<br />
36 ARTECULTURA<br />
sostanza la poesia nel rapporto con l’uomo,<br />
con i suoi giorni esistenziali rinchiusi dal<br />
carcere del potere in ogni suo arbitrio.<br />
Per comprendere alla radice il significato<br />
di quanto viene sostenuto, è sufficiente<br />
leggere e riflettere sui corsivi critici che<br />
l’autore fa seguire sul fondo pagina del suo<br />
componimento e la coscienza si rasserena<br />
di obbiettività culturale. Per sperimentare<br />
con personale intuizione che alla pace non<br />
necessitano capi e code ma solo coerenza di<br />
valori di vita che, a parole si difendono, e<br />
poi di contrasto nella pratica degli interessi<br />
di classe si perpetuano con il riarmo dell’uomo<br />
che, però, nasce senza fucile. E per<br />
diretta colpa di scienziati senza coscienza e<br />
di intellettuali senza cervello il mondo vive<br />
su una polveriera atomica. Questo lo spaventoso<br />
risultato di un mondo di potere che<br />
continua a giocare al rimpiattino della guerra.<br />
Il quale non vuole comprendere che il<br />
potere in tutte le sua forme piramidali ha<br />
fatto il suo tempo e che o la smette, ovvero<br />
l’uomo è alla fine. <strong>Artecultura</strong>, grazie ai<br />
tanti autori e collaboraori che ci danno<br />
moralmente una mano perché conoscono<br />
l’animazione con la quale ci adoperiamo,<br />
In alto a destra, due particolari di Autori e Pubblico<br />
convenuti ad APPUNTAMENTO POETICO 2010.<br />
Tiziano Bertrand invitato a declamare alcune poesie per<br />
la sua sentita prestazione di recita. Dall’esterno di<br />
sinistra: Il Prof. Giuseppe Cianci, il direttore di<br />
<strong>Artecultura</strong> Giuseppe Martucci ed il Prof. Giovanni<br />
Chiara. Segue Caterina Rovatti mentre declama il suo<br />
componimento e il Prof. Alfredo Mazzotta.<br />
Sotto,Maria Teresa Mosconi nel suo breve e significativo<br />
intervento con sullo sfondo il Prof. Fabrizio Tintorri.<br />
Segue Piero Airaghi, nota personalità lombarda dell’arte<br />
e della cultura nel suo stringato ma effice intervento.<br />
E la copertina del nuovo volume di antologia<br />
poetica “Cultura per la pace” 2010 con la riproduzione<br />
di un dipinto della pittrice Laura Strani assidua<br />
frequentatrice d’incontri poetici.<br />
continua le sue edizioni “Cultura per la<br />
pace”. L’edizione 2010 - per la prima volta<br />
- ha vuto anche il patrocinio morale del<br />
Ministero per i Beni e le Attività Culturali<br />
di cui attendevamo un saluto, ma pensiamo<br />
che i particolari momenti non lo abbiano<br />
consentito. Certamente interessante l’intervento<br />
del Prof. Giuseppe Cianci che,<br />
per il cultore filosofico che è, ha delineato<br />
gli opportuni confronti significando così<br />
l’incidenza di una “Cultura per la pace”<br />
che necessita su larga scala della vita e che<br />
purtroppo manca radicalmente. Di non meno<br />
interesse è stato l’intervento del Prof. Gio-
vanni Chiara che, facendo riferimento ad<br />
un caso americano dell’ultimo conflitto<br />
mondiale, delineava come nella sostanza<br />
alla “Cultura per la pace” si può anche<br />
pervenire mediante altre sperimentazioni<br />
persino metaforiche. Insomma a dir vero la<br />
Pace si rivela come la sola e la vera scienza<br />
dell’uomo dove non dovrebbero esistere<br />
maestri e nemmeno allievi, ma solo valori<br />
di unità in cui la persona contribuisce con la<br />
sua naturale potenzialità. Il nemico vero<br />
della pace sono le gerarchie.<br />
E’ stata poi la volta dell’intervento del Prof.<br />
Fabrizio Tintorri che tracciava una summa<br />
delle incoerenze della nostra storia più contemporanea.<br />
Ancora un modo per riflettere<br />
sulle nostre quotidiane incoerenze dettate<br />
anche da costrette necessità in cui ci obbligano<br />
a vivere le stolte pretese del potere che<br />
non hanno nulla in comune con la poesia,<br />
poiché ne sono il vero veleno che mistifica<br />
di contrasti la nostra vita sociale sempre più<br />
in decadenza di valori ed interessata a pensare<br />
strategie ed a nuove armi di guerra.<br />
Parole brevi, ma nel contempo ben pensate<br />
hanno caratterizzato l’espressione del Prof.<br />
Alfredo Mazzotta sempre attento, disponibile<br />
ad ogni aspetto culturale ed orgaganizzativo<br />
della manifestazione. Ha poi<br />
domandato la parola per un brevissimo intervento<br />
la Dott.ssa Maria Teresa Mosconi<br />
Straulino che di poesia ha una vissuta<br />
esperienza elogiando lo spirito dell’iniziativa<br />
di “Cultura per la pace” e come essa<br />
sia una infinita libertà per comprenderla<br />
anche oltre principi vari, religiosi inclusi.<br />
Ha fatto poi seguito l’autore Piero Airaghi<br />
che conosce Giuseppe Martucci da una<br />
vita sottolineandone il carattere della costanza<br />
che persevera da sempre. Un elogio<br />
un po’ personale data anche la stretta amicizia<br />
e le varie collaborazioni una volta<br />
partecipate. L’incontro poetico volgeva così<br />
alla sua conclusione con la lettura di componimenti<br />
da parte di alcuni autori e soprattutto<br />
di Tiziano Bertrand che, dotato di<br />
una particolare dizione, ne ha lette diverse<br />
con la dovuta ovazione. Come segno di<br />
plauso sono state le parole di Giuseppe<br />
Martucci, l’ideatore di “Cultura per la<br />
pace”. Iniziativa a cui diversi nel tempo, di<br />
comodo, hanno potuto fare orientamento<br />
speculativo senza però un serio impegno<br />
culturale per il Disarmo. Un Disarmo che<br />
la scuola di ogni ordine e grado dovrebbe<br />
approfondire di conoscenza, verificando così<br />
quale valore formativo di non-violenza,<br />
quale inscindibile nesso culturale sussista<br />
tra Poesia-Pace-Disarmo.<br />
<strong>Artecultura</strong><br />
ARTECULTURA 37
Umanità poetica - Umanità poetica - Umanità poetica<br />
Umanità poetica è uno spazio aperto alla divulgazione poetica interessata al dibattito sull'identificazione e il ruolo odierno della poesia. La franchezza e l'obiettività degli interventi,<br />
costituiscono per la redazione della Rivista la premessa per la pubblicazione. Per facilitare la più ampia partecipazione degli Autori interessati si suggerisce negli elaborati brevità<br />
CADUTO SUL LAVORO<br />
Son venuto per mare da lontano,<br />
la mia pelle ha il colore del lavoro<br />
mio, pagato male e in nero.<br />
Ora giaccio in un prato incolto<br />
dove i compagni m’hanno abbandonato<br />
per non perdere il posto<br />
come minacciato dal negriero<br />
datore del lavoro<br />
Come le altre mattine ero salito<br />
sulla precarietà di un impalcato in legno.<br />
Un piede messo in fallo e son precipitato<br />
sul duro materasso della terra gretta<br />
che accoglie diffidente ma ci sfrutta.<br />
Nessuno dei compagni rivelerà il mio nome,<br />
forse mi riconoscerà solo il buon curato<br />
che mi ha porto una mano<br />
senza domandare di che fede ero..<br />
Tornerà alla terra questo mio corpo nero.<br />
Sul tavolo inquirente si coprirà di polvere<br />
il mio carteggio, il cui valore è zero:<br />
Qualcuno in alto intanto<br />
per la mia morte esterna il suo cordoglio<br />
con frasi trite e, appena dette, estinte.<br />
E su di me, caduto sul lavoro,<br />
cadrà il silenzio senza fiori o alloro.<br />
Non resterò che un numero, un dato<br />
nel triste elenco di un tragico primato.<br />
Alberto Preda<br />
FUSIONE PACIFICA<br />
Corpi contratti d’anime tormentate<br />
dal terrore di non capire<br />
dal terrore di non avere...<br />
Sciogliete i nodi dell’odio,<br />
del possesso e del potere...<br />
Nascerà la magia<br />
della fusione e della pace.<br />
Cieca è la sua fiducia<br />
nell’Amore che non necessita<br />
di spiegazioni o insegnamenti.<br />
Torna il ricordo di quando<br />
il nostro amore si perdeva<br />
attraverso i filtri dell’ego<br />
che avido e insaziabile<br />
si nutriva di tutto<br />
per poi annegare<br />
nella più profonda solitudine<br />
e nel buio dell’esistenza<br />
Fermiamoci dimentichiamo<br />
e immersi in una sorgente<br />
di pace e armonia, lontano<br />
da ogni memoria i nostri spiriti<br />
si fondono, le nostre anime / si purificano.<br />
Torna a sgorgare, / incessante, l’entusiasmo<br />
che rigenera la vita.<br />
meravigliosa vita... / unica certezza.<br />
Sabrina Fontana “Tabì”<br />
38 ARTECULTURA<br />
PIU’ SI GIUDICA<br />
MENO SI AMA<br />
Indissolubile<br />
Il connubio<br />
Tra giudizio<br />
E amore<br />
Fecondo<br />
Quando<br />
L’un l’altro<br />
Tempera<br />
Sterile<br />
quando<br />
L’un l’altro<br />
Supera<br />
Si scioglie<br />
Allora<br />
E muore<br />
E con lui<br />
Giudizio<br />
E amore<br />
g. sacco<br />
“SPIAGGE DESERTE”<br />
Infinite si stagliano senza orme di uomo.<br />
Solo onde, dopo onde, limano sassi di mil-<br />
Le colori, di mille forme, lucide, bizzarre,<br />
come gioielli grezzi e portafortuna.<br />
Qualche bottiglia vuota, che galleggia e<br />
Custodisce segreti di brezze e felicità di<br />
Fine estate. Spiagge deserte lambite dal<br />
Mare oscuro ribelle, fragoroso senza sosta;<br />
nenia antica, che accompagna il ricordo<br />
di un’altra estate.<br />
Tina Tomeo<br />
NATALE<br />
Natale con le stelle<br />
nasce il REDENTORE<br />
una porta aperta nel cielo<br />
per dare a tutti<br />
la luce dell’amore.<br />
In questa notte di Natale<br />
ci sono tanti bambini,<br />
senza casa né patria,<br />
senza cibo e famiglia.<br />
La Tua voce o Signore<br />
s’innalza<br />
indiscreta e penetrante<br />
nell’ora della resa.<br />
Mi inginocchierò<br />
davanti alla tua croce<br />
e ascolterò la voce dell’infinito.<br />
La Croce, il passato, il presente, il futuro<br />
è Natale<br />
mi sento meno solo.<br />
Remo Lana<br />
INVERNO<br />
Nudo d’alberi senza<br />
duro il selciato<br />
secco scarto alla sera,<br />
via tratto in luci morte<br />
è marmo e sale<br />
ossa d’inverno<br />
come bianco avvolto<br />
a pietre ferme.<br />
Pazza, deserta<br />
sul selciato aperto<br />
gente, fretta<br />
e mani in tasca,<br />
passi per nessuno,<br />
vetri calano fermi,<br />
a taglio spazio;<br />
si distende / per nulla<br />
Beppe Mosconi<br />
LE BELLE DONNE<br />
Vi incontrai con i piedi immersi nel mare.<br />
Poi saltando e cantando,<br />
le collane fatte<br />
di alghe e conchiglie!<br />
Vi osservo da lontano,<br />
quando i vostri occhi, scrutano i miei,<br />
vi fu come un lampo a ciel sereno,<br />
ci incontrammo con lo sguardo.<br />
I vostri occhi azzurri<br />
con i capelli color grano.<br />
Mi accostai a lei, / mi guardò e sorrise<br />
insieme ci allontanammo.<br />
Fu un colpo di vento a destarci,<br />
proseguimmo verso la sabbia,<br />
ci abbracciammo, ci sembrava<br />
di volare. Mie adorate donne,<br />
portate il sorriso sulla terra.<br />
Non ci sarà mai fine, il cuore mio<br />
per le anime sulla terra.<br />
Ho preso una moneta, il resto del tesoro<br />
rimarrà all’infinito.<br />
Lucia Leone<br />
IL SEGRETO DELLA<br />
FORESTA<br />
Nella stanza accanto un’armonica suona<br />
una struggente melodia che pare, chiede<br />
aiuto con lamenti e grida assordanti che<br />
sono urla, stridi di animali della giungla.<br />
Quel muro di verde colmo d’insidie vince<br />
nulla più vedi oltre quell’intrico di liane<br />
Il mondo finisce dove comincia lei con la<br />
grande immensa anima verde che ogni cosa<br />
vivida avvolge ed ingoia vorace e porta via<br />
con se la grande universale immensa anima e se<br />
non la conosci, non puoi capire tante cose...<br />
Fabrizio Tintorri
"La poesia comincia dove finiscono le discriminazioni..."<br />
e concisione. Per necessità di spazio la redazione si ritiene autorizzata a sintetizzare i testi rispettando il contenuto. La pubblicazione dei testi poetici ha puro carattere divulgativo, di stimolo culturale. La proprietà<br />
letteraria dei componimenti pubblicati rimane pertanto a tutti gli effetti dei singoli Autori. Dei componimenti pubblicati si tiene conto più dei contenuti che della forma elaborata.(<strong>Artecultura</strong>)<br />
MOMENTI<br />
Mille anelli fanno una vita:<br />
sono gli istanti portati dal tempo<br />
attimi brevi... e non tornano più.<br />
Momenti<br />
con gli occhi bagnati<br />
da un velo di pianto,<br />
momenti<br />
col viso disteso in un lieve sorriso.<br />
Momenti<br />
aspettati, arrivati,<br />
svaniti come nuvole prese dai venti.<br />
Momenti<br />
di labbra sfiorate<br />
dal soffio leggero di un bacio<br />
Di sogni<br />
sbocciati nel quieto tepore del sonno.<br />
Momenti d’amore,<br />
di gioia e dolore:<br />
fanno una vita... e non tornano più.<br />
Fabiano Braccini<br />
PICCOLI ESSERI<br />
IN CAMMINO<br />
Nel caos della materia<br />
piccoli esseri in cammino<br />
naufragati in un mare di avversità<br />
chi ci salverà / Bellezza è solo<br />
una maschera in declino<br />
non una barriera<br />
che ti proteggerà<br />
chi ci salverà<br />
Denaro è un fuoco fatuo<br />
che brilla nell’oscurità<br />
chi ci salverà<br />
Sapienza ci riempie la mente<br />
ma non sempre è carità<br />
chi ci salverà<br />
Se minuscole scintille di bene<br />
non alimentano il fuoco dell’umanità<br />
chi ci salverà<br />
Piccoli esseri in cammino<br />
sul pianeta della bontà...<br />
Anna Maria Indelicato<br />
AMICIZIA<br />
Le mie mani per pregare<br />
che tu sia felice.<br />
Non più sorrisi / hanno le mie labbra.<br />
L’animo triste<br />
per non averti accanto<br />
perché appartiene / ad un altro.<br />
Un amore platonico.<br />
la gioia di esistere... Vicini<br />
nello spirito, / per continuare<br />
la nostra bella amicizia<br />
Laura Strani<br />
PER IL GIUSTO VERSO<br />
L’onda di luce<br />
che genera un verso<br />
una carezza è sulla pelle<br />
è anche offesa, se troppo dura.<br />
E può bruciare...<br />
Dopo un mio verso schietto e mordace<br />
Ti vedo tesa...<br />
E’ vero! il raggio che artiglia la carne<br />
graffia e ferisce la pelle dell’anima.<br />
A volte ammacca...<br />
D’essere ferito forse... gradisce<br />
il masochista che... poveretto!<br />
dal dolore piacere si riduce a distillare.<br />
Non certo tu, fortissimo Amore!<br />
E vo’ già formando un verso pur schietto<br />
che piacere ti rechi, mio Amore diletto!<br />
Giambattista Vignato<br />
PEZZETTI DI CARTA<br />
Prezzetti di carta<br />
cascate di occhi tagliati<br />
vedo il quaderno e lo rompo.<br />
Mi piace disegnare, leggere e scrivere<br />
sul foglio di carta, lo straccio<br />
milioni di pezzi, li faccio volare<br />
nell’aria, urlo e salto.<br />
In mano un album<br />
e disegno il sole e il mare.<br />
Tocco la carta che mi parla<br />
la penna ride forte e la mia<br />
mano grida alleluja e osanna.<br />
Alessandra Prat<br />
BERSAGLIERI<br />
A MILANO<br />
Passano di corsa<br />
i bersaglieri<br />
nella via imbandierata.<br />
Aleggian<br />
con il tricolore<br />
piumetti e sentimenti<br />
dentro le vene<br />
dell’aria<br />
colorata.<br />
Dardeggiano<br />
argini umani<br />
in movimento<br />
occhi gioiosi<br />
si son fatti<br />
argento.<br />
E’ l’emozione / diventata rugiada<br />
sopra gli ori<br />
e i trilli<br />
melodiosi<br />
della fanfara.<br />
Mario Ferrario<br />
COLORI NEI VERSI<br />
Bianco<br />
mi svegli<br />
nero<br />
poi rosso<br />
corre<br />
la vita<br />
e<br />
si placa<br />
in viola<br />
al tramonto<br />
Alma Pia Mosconi<br />
IL GIARDINO DI CANTI<br />
DIVINI<br />
Canto 10<br />
Ogni città ha i suoi diritti e usanze;<br />
Ogni testa ha le le sue ignoranze;<br />
Ogni cuore ha il suo amore ardente,<br />
Ogni gola ha il suo gusto, che subito sente,<br />
Ma io ho un pensiero unico soltanto,<br />
Che intanto non va mai via.<br />
Pietro gira tra signori per un posto alto,<br />
Teodoro-commerciante con i prezzi fa un salto.<br />
Quello tutto costruisce alla maniera moderna,<br />
Un altro tira i percenti al modo odierno!<br />
Ma io ho soltanto un unico pensiero<br />
Che intanto non va mai via<br />
Un altro acquista sempre le terre nere,<br />
Quello alleva le bestie straniere.<br />
Quelli per la caccia ammaestrano i cani,<br />
Questi ospitano la gente del paese lontano.<br />
Ma io ho un pensiero unico soltanto<br />
Che intanto non va mai via.<br />
Il giurista prepara la legge per il suo profitto,<br />
Lo studente si rompe la testa nel discorso fitto<br />
Ancora altri disturba amorino di Venere,<br />
Ciascuno soffre delle sue stupide maniere.<br />
Ma io ho un pensiero unico soltanto,<br />
Che intanto non va mai via (...)<br />
Grugorij Scovoroda (1722-1794)<br />
Filosofo ucraino (Traduzione Ivan Trush)<br />
LA CAVERNA<br />
Il generalissimo<br />
non vede sbadigliare facce macilenti<br />
di giacche rattoppate e ventri vuoti<br />
d’occhi alle cisterne in cielo che<br />
rabbiosi di grandine avanzano<br />
tra artifici di saette per<br />
ciechi sergenti e tuoni per sordi caporali<br />
a scongiurare<br />
Dal cuore della caverna la storia<br />
memorizzata sgorga fluido il sangue<br />
a nutrire pungenti artigli di rose spennate<br />
dall’uragano<br />
Ignari di motori e neon<br />
dalle grotte del rupestre i pipistrelli<br />
non sono trombettieri di folle adunate<br />
a disobbedire<br />
Giuseppe Martucci<br />
ARTECULTURA 39
IMPORTANTISSIMO !!!<br />
Ai nostri Abbonati e Lettori<br />
al fine di una più tempestiva informazione artistica<br />
ed in sintonia con i tempi internet dal<br />
2011 ARTECULTURA diventerà anche on-line<br />
www.artecultura.org<br />
Senza nulla togliere alle sue caratteristiche informative e culturali, incentiverà ancorpiù<br />
la divulgazione delle iniziative come MOSTRE A MILANO e POSTACATALOGO,<br />
CORRISPONDENZA CULTURALE, e “CULTURA PER LA PACE”<br />
tramite lo stimolo della poesia dell’uomo che orienta al DISARMO.<br />
Agli Abbonati e Lettori di ARTECULTURA diciamo: fate un clic sul sito www.artecultura.org<br />
per trovare le notizie che cercate senza più<br />
sospirare per la cronicità dei ritardi postali o della mancata consegna.<br />
Così diciamo a tutti i nostri collaboratori che sotto vari aspetti sono collegati con la Rivista:<br />
Associazioni, Artisti, Amatori d’Arte, Biblioteche, Circoli culturali, Collezionisti, Gallerie d’arte,<br />
Inserzionisti, Poeti e Scrittori, di continuare con la fiducia che contraddistingue ARTECULTURA.<br />
Ci siamo impegnati e ci impegneremo ad estendere sempre meglio nuovi collegamenti con altri siti<br />
internet per fare di www.artecultura. org un centrale punto di riferimento.<br />
L’attiva voce breriana di Milano che diffonde la creatività, l’arte, la poesia come<br />
“Cultura per la pace” a eco internazionale. Il quotidiano linguaggio informativo<br />
a cui puoi prendere direttamente parte. Continua così a fare affidamento<br />
sulle Mostre d’Arte culturali che programma ARTECULTURA<br />
affinché si possa aprire la porta di un’arte nuova<br />
Segnati subito sul tuo taccuino o indirizzario,<br />
e suggerisci ai tuoi amici il sito: www.artecultura.org<br />
da BRERA... ARTECULTURA<br />
PER IL MONDO!<br />
40 ARTECULTURA
ANIMAZIONE POETICA XXXIX Edizione Poesia Pace 2011 promossa da <strong>Artecultura</strong> come<br />
orientamento di ricerca nel rapporto Natura-Poesia-Società. Cercando cioè di scoprire il primigenio<br />
creativo per conoscere il valore umano della personale psicopoesia che stimola l’evento quotidiano<br />
tra la vita, la storia e l’universo, nella libera “Cultura per la pace”. Una partecipazione di ricerca<br />
che sensibilizza nel personale componimento poetico lo stimolo non-violento culturale del Disarmo<br />
ANIMAZIONE<br />
POETICA<br />
XXXIX Edizione Poesia Pace 2011: un componimento<br />
max 35 versi più max 10 righe su cosa sia per Te la poesia<br />
ADESIONE GRATUITA - SCADENZA 30 GIUGNO 2011<br />
1) L'adesione ad ANIMAZIONE POETICA XXXIX Edizione<br />
di Poesia Pace 2011 è gratuita. Ogni Autore deve far seguire<br />
al componimento di max 35 versi più altre 10 righe max, a<br />
parte, dattiloscritte, su cosa sia per l’Autore la Poesia, da<br />
pubblicare a fondo pagina del volume in armonia del componimento<br />
poetico inviato ed accettato.<br />
L'iniziativa, autogestita nello spirito di <strong>Artecultura</strong>, vuole stimolare<br />
una pacifica ricerca culturale tra le persone e il mondo.<br />
2) Sono invitati quanti si sentono impegnati nella poetica ricerca<br />
della Pace, ideale di ogni libera persona umana. L'iniziativa non<br />
assegna premi di classifica e gli Autori delle liriche formalmente<br />
prescelte per l'inserimento nel volume antologico, di "Cultura<br />
per la pace" 2011, riceveranno il Diploma di solidarietà, ed una<br />
riproduzione artistica del nuovo volume antologico.<br />
3) Alla consultazione dei componimenti è preposta, a solo titolo<br />
di verifica formale, una Commissione composta da membri di<br />
varie attività sociali.<br />
4) La presentazione del volume verrà effettuata a fine novembre<br />
in data e luogo che saranno opportunamente comunicati come per<br />
tutte le passate edizioni.<br />
5) Al ricevimento dell'esito dell'adesione l'Autore s'impegna a<br />
comunicare il numero delle copie del volume che liberamente<br />
intende acquistare, a parziale contributo spese, al costo economico<br />
di • 5 al volume. Alla presentazione di "Cultura per la pace"<br />
2011, tutti gli Autori aderenti sono tenuti ad essere presenti, o in<br />
caso d'impossibilità, rappresentati da persone di fiducia per il<br />
ritiro dei volumi ordinati e quanto dovuto per regolamento.<br />
L'assenza immotivata e il non riscontro all'invito di presenza<br />
annullano ogni spettanza a domandarla nel tempo.<br />
6) Il componimento, uno solo per ogni aderente, va spedito in<br />
duplice copia, dattiloscritto, non superiore a 35 versi, firmato<br />
anche di autografa, riportando indirizzo e telefono dell'Autore e<br />
fatto pervenire entro il 30 Giugno 2011 alla Segreteria:<br />
ANIMAZIONE POETICA - XXXIX edizione di Poesia Pace<br />
2011 - c/o <strong>Artecultura</strong> - Via Ciovasso 19 - 20121 Milano o servirsi<br />
dell'indirizzo - info@artecultura.org<br />
Per le Scuole si richiede l'invio di componimenti a firma collettiva<br />
in modo da favorire la più ampia presenza scolastica nel<br />
nuovo volume antologico. Simboliche Borse di studio<br />
7) Le poesie debbono essere inedite, di personale ispirazione e<br />
composizione ed attinenti al tema della Pace nella sua più ampia<br />
libertà di pensiero. I minorenni sono accettati solo con la prevista<br />
firma di chi esercita su di loro per legge la tutela.<br />
Non sono accettati componimenti dedicati a persone viventi.<br />
8) <strong>Artecultura</strong> si riserva di favorire letture e commenti a carattere<br />
culturale per incentivare la sua libera "Cultura per la pace".<br />
9) In caso di nuove esigenze, in senso amplificativo, il presente<br />
regolamento potrà subire modifiche che migliorino l'attività di<br />
dell’iniziativa.<br />
10) Gli aderenti accettano il presente regolamento in ogni sua<br />
parte. I componimenti anche non pubblicati non vengono restituiti<br />
ed entrano a far parte dell'Archivio "Cultura per la pace" di<br />
ARTECULTURA. Sede, appunto, nella quale permane l’Archivio<br />
di cui tutti possono prendere visione consultiva.<br />
PARTECIPA E FAI PARTECIPARE!<br />
Informazioni ulteriori e invio componimenti:<br />
ANIMAZIONE POETICA XXXIX Edizione Poesia Pace 2011<br />
c/o <strong>Artecultura</strong> Via Ciovasso 19- 20121 Milano - Tel. 02/864.64.093 - Fax 02/860.833<br />
http://www.artecultura.org<br />
e-mail: info@artecultura.org<br />
ARTECULTURA 41
CONCORSI<br />
FOTOGRAFIA ARTI VISIVE E LETTERARI - POESIA -VARIE<br />
PREMIO GHIGGINI ARTE 2011<br />
La Ghiggini 1822 indice la X Edizione del Premio<br />
Ghiggini Arte giovani 2011. Sono dunque aperte<br />
le iscrizioni per partecipare al concorso artistico, nato<br />
nel 2001, da un’idea di Emilio Ghiggini, titolare<br />
dell’omonima galleria e di Gottardo Ortelli, artista,<br />
docente di pittura all’ Accademia Belle Arti di Brera<br />
ed ex assessore alla cultura del Comune di Varese.<br />
Il Premio si pone l’obbiettivo di individuare giovani<br />
di talento in campo artistico sia di promuovere valide<br />
collaborazioni esterne tra la galleria ed altri enti.<br />
La giuria artistica è composta dalle seguenti<br />
personalità: Anna Bernardini, storico dell’arte e<br />
direttore Villa e Collezione Panza-FAI, Varese,<br />
Giuseppe Bonini, docente di Estetica all’Accademia<br />
Belle Arti di Brera, Claudio Cerritelli,<br />
docente di Storia dell’Arte all’Accademia Belle Arti<br />
di Brera, Maria Rosa Ferrari, direttore del Circolo<br />
Culturale Il Triangolo di Cremona, Chiara Gatti,<br />
storica, critica dell’arte e giornalista di Repubblica,<br />
Licia Spegnesi, giornalista e curatore del Premio<br />
Cairo Mondadori, Paolo Zanzi, fotografo e art<br />
director. I partecipanti devono essere nati nell’anno<br />
1981 e non avere superato i 30 anni di età e risiedere<br />
nel territorio della Lombardia, Piemonte e Canton<br />
Ticino oppure essere iscritti a istituti d’arte e<br />
Accademie delle aree geografiche citate. La<br />
partecipazione è gratuita. Scadenza 26 aprile.<br />
Info: tel. 0332284025 - Ghiggini 1822 - Via<br />
Albuzzi 17 -2110 Varese - www.ghiggini.it<br />
La Rassegna è indetta a stimolo culturale e di confronto<br />
artistico con premessa divulgativa a cura dello storico d’arte<br />
Dr. Teodosio Martucci. Si aderisce con 1 sola opera dalle<br />
misure minime di cm. 30x40 e massime di cm. 60x80, munita<br />
di attaccaglia e di fotografia a colore ovvero di altro materiale<br />
equivalente per la riproduzione in quadricromia nel servizio<br />
redatto da <strong>Artecultura</strong> sulla base della colonna di cm. 5,4.<br />
L’opera presentata verrà menzionata di nome e cognome<br />
dell’artista aderente, titolo, tecnica e anno di realizzazione,<br />
dati da riportare dietro la fotografia che accompagna l’opera<br />
presentata ed accettata.<br />
L’inaugurazione della Rassegna è l’8 gennaio 2011 alle ore<br />
17,00 nella sala Olimpia dell’esposizione di Via Ciovasso<br />
19 Milano. Tutte le opere presentate saranno singolarmente<br />
oggetto di flash critico verbale in modo da stimolare il<br />
confronto visivo delle opere in esposizione.<br />
Il contributo di adesione alla rassegna è di euro 100 per i<br />
non abbonati e comprende anche l’abbonamento dell’Artista<br />
per il 2011 e di euro 70 per gli abbonati. Detto contributo<br />
comprende l’esposizione di circa un mese nel centro di<br />
Milano, prestazione critica, stampa e ricevimento di 5 copie<br />
di <strong>Artecultura</strong> riportante il servizio interessato, locandina<br />
degli Artisti aderenti. Il contributo è da versare al momento<br />
42 ARTECULTURA<br />
“PREMIO DON FABIO LEONARDIS 2011”<br />
Concorso di Arte Contemporanea - 2° Edizione<br />
Possono partecipare al Premio “Don Fabio<br />
Leonardis ”gli artisti di nazionalità italiana o<br />
stranieri. Il tema del Premio e “AMORE”<br />
interpretabile in senso letterale e metaforico. La<br />
misura massima del dipinto è di cm. 110x110 e<br />
minima di base cm. 40. Tutte le opere devono<br />
essere incorniciate con attacaglia, senza vetro,<br />
ammesso solo per gli acquerelli. L’artista sul retro<br />
del quadro deve apporre un tagliando compilato in<br />
ogni sua parte compreso il prezzo indicativo<br />
dell’opera, del quale peraltro la Giuria non terrà<br />
conto nell’assegnazione dei premi. L’artista dovrà<br />
mandare anche la foto dell’opera in concorso, e la<br />
propria biografia, in quanto previsto la realizzazione<br />
di un catalogo e (chi interessato all’acquisto del<br />
catalogo deve dare la propria adesione + omaggio<br />
dvd della mostra). Tutte le opere, con la relativa<br />
documentazione, potranno essere consegnate dal<br />
28 gennaio al 5 febbraio 2011 presso Classic Hotel<br />
Via della Chiesa 24 -05100 Terni, dalle ore 10 alle<br />
18 di tutti i giorni. Per la spedizione contattare il<br />
numero telefonico 0744. 432063 in quanto<br />
corriere convenzionato con l’Associazione ovvero<br />
consegnati anche nei centri di raccolta. Inaugurazione<br />
della mostra il 9 febbraio 2011 presso<br />
l’U.S.I, ed aperta fino al 14. Quota partecipazione<br />
euro 45 x1 opera e 70x 2 opere sul c.c.postale<br />
2529375 dell’Associazione. Informazioni tel.<br />
0744/304269 - www.iduecolli.it<br />
CONCORSI<br />
1° PREMIO UNITA’ D’ITALIA<br />
Centocinquantenario.<br />
Si partecipa con 1 o due opere d’arte visiva di<br />
pittura, scultura, grafica, e altre tecniche in originale<br />
o con le sue foto a colori.<br />
In premio ai primi classificati: esposizione gratuita<br />
in centralissima Galleria d’Arte di Catania. In<br />
premio di merito artistico a tutti i partecipanti una<br />
Targa-quadro con serigrafato a colori il celebre<br />
incontro a Teano tra Vittorio Emanuele II e<br />
Giuseppe Garibaldi. La relativa mostra delle<br />
opere e la premiazione avranno luogo nella<br />
Galleria d’Arte del Centro storico “Le Arti” di<br />
Catania dal 23 al 30 aprile 2011. Informazioni<br />
dal presidente dell’Associazione Athena, dr.<br />
Mario Giuffrida, via V. Giuffrida 4, - 95128<br />
Catania tel. 095-444318. Scadenza 11.04.2011.<br />
E’ ONLINE IL BANDO DI CONCORSO<br />
DELLA XV EDIZIONE DEL VALSUSA<br />
FILMFEST. “La montagna del futuro -<br />
creatività alpina, idee, valori e cultura ”<br />
Il termine per l’iscrizione è fissato al 28<br />
febbraio 2011. E’ online il bando di concorso<br />
della XV edizione del Valsusa Filmfest - Festival<br />
di film video sui temi del recupero della<br />
memoria storica e della difesa dell’ambiente.<br />
Sul sito www.valsusafilmfest.it sono reperibili<br />
il bando, la scheda di partecipazione, le<br />
informazioni sui premi e sulle sezioni di<br />
concorso. Il termine per le iscrizioni è fissato al<br />
28 febbraio 2011.<br />
RASSEGNA TEMPO D’ARTE 2011<br />
Pittura, Scultura, Grafica, Ceramica, Fotografia<br />
Speciale servizio di <strong>Artecultura</strong> con la pubblicazione delle opere accettate<br />
esposizione Sala Olimpia 8-28 <strong>Gennaio</strong> 2011<br />
della consegna a mano dell’opera o fatto pervenire tramite<br />
ricevuta di versamento postale effettuato sul c/c. n.<br />
84356302 intestato ARTECULTURA di Giuseppe<br />
Martucci, via Ciovasso 19 -20121 Milano o tramite assegno<br />
bancario. I residenti fuori Milano sono invitati a spedire<br />
l’opera in porto franco con opportuno imballo da riutilizzare<br />
anche per il ritorno dell’opera in porto assegnato<br />
La consegna dell’opera può essere fatta dal lunedì al sabato<br />
a partire dal 1 dicembre 2010 al 7 gennaio 2011 dalle ore<br />
9 alle ore 12,30 e dalle ore 15 alle 19,30.<br />
La Rassegna è di carattere artistico-culturale pertanto<br />
non soggetta a Bolla di accompagnamento ai sensi dell’Art.<br />
03/D.P.R. del 6/10/1979), da riportare sull’involucro.<br />
<strong>Artecultura</strong> pur assicurando la più scrupolosa cura delle<br />
opere come di sua consuetudine, non risponde per ogni<br />
deprecabile danno. Inaugurazione della rassegna 8 gennaio<br />
2011 ore 17,00. Sede espositiva <strong>Artecultura</strong>. Informazioni:<br />
tel. 02-864.64093 e-mail: info@artecultura.org<br />
Nella serata inaugurale verranno effettuati due<br />
sorteggi tra gli artisti aderenti equivalenti ad una<br />
pagina redazionale cadauno con due foto a fornire da<br />
inserire nel servizio. Il fortunato potresti essere tu!
CONCORSI<br />
PROGETTO SUD<br />
Epigrammi, aforismi, pensieri 1° edizione.<br />
Possono partecipare tutti i poeti residenti in Italia o<br />
all’estero “con il sud nel cuore”, con un pensiero,<br />
un epigramma. Una frase, un aforisma (max 250<br />
battute) che abbia come tema:” il sud del futuro: la<br />
speranza, la rinascita, il cambiamento”.<br />
PARTECIPAZIONE VIA POSTA<br />
L’elaborato in due (2) copie, di cui una (1)<br />
contenente nome cognome, recapito postale e<br />
telefono e la seguente dichiarazione: “Dichiaro<br />
che gli elaborati da me presentati al Premio sono<br />
frutto della mia creazione personale, inediti, non<br />
premiati ad altri concorsi. Sono consapevole che<br />
false attestazioni configurano un illecito<br />
perseguibile a norma di legge”, dovrà pervenire<br />
alla segreteria del premio:<br />
PREMIO 2033 PROGETTO SUD - PRO<br />
LOCO MONTELEPRE - VIA ROMA 5 - 90040<br />
MONTELEPRE (PA)<br />
PARTECIPAZIONE VIA EMAIL<br />
L’elaborato in allegato documento word,<br />
contenente: nome, cognome, recapito postale e<br />
telefonico e la dichiarazione di cui sopra, dovrà<br />
pervenire alla seguente casella di posta elettronica:<br />
premio2033progettosud@gmail.com<br />
Le opere dovranno pervenire inderogabilmente<br />
entro e non oltre il 19 febbraio 2011<br />
Programma ed ogni ulteriore informazione tel.<br />
0918983581 premio2033progettosud@gmail.com<br />
Bando Permanente per arti audiovisive e musica<br />
di ricerca - Video and Sound Art Files,<br />
organizzato da C.A.R.M.A. (Centro d’Arti e<br />
Ricerche Multimediali Applicate), è il nuovo<br />
archivio consultabile di opere di artisti da tutto il<br />
mondo dedicato alla produzione internazionale di<br />
video arte, sound art e musica elettronica e di<br />
ricerca. C.A.R.M.A. pubblica il Bando Permanente<br />
per arti audiovisive e musica di ricerca aperto a tutti<br />
gli artisti, emergenti e non, che desiderino che le<br />
loro opere siano promosse dall’associazione nel<br />
corso dei propri eventi. Il gruppo curatoriale Le<br />
Momo Electronique, insieme al Daimon Studio<br />
(per quanto riguarda la musica), si impegna a<br />
visionare permanentemente tutte le proposte e a<br />
CONCORSI<br />
ARTECULTURA<br />
invita agli abbonamenti 2011-2012<br />
Un mensile familiare, semplice, umano<br />
abbònati e consiglialo ai tuoi amici, non ti sentirai pentito...<br />
Chi ha l’abbonamento scaduto è invitato al rinnovo<br />
Abbonamento normale Euro 30,00<br />
con segnalazione gratuita delle iniziative culturali varie<br />
nelle specifiche rubriche di <strong>Artecultura</strong>.<br />
Abbonamento collezionismo Euro 100,00<br />
omaggio grafica di maestri contemporanei disponibili.<br />
Abbonamento sostenitore Euro 500,00<br />
Testo critico, a 2 pagine su <strong>Artecultura</strong>, 6 opere<br />
riprodotte nel servizio espositivo EXPO-AZZURRA<br />
Abbonamento sostenitore speciale Euro 1.500.00<br />
Mostra personale culturale di un mese, testo critico,<br />
2 pagine di redazionale e riproduzione fino a 6 foto<br />
nel servizio espositivo della Sala Azzurra di <strong>Artecultura</strong><br />
selezionare quelle che riterrà le più interessanti,<br />
senza limiti di numero, per promuoverle nel contesto<br />
delle attività del Centro (mostre, festivals, concerti,<br />
conferenze, serate a tema ed eventi promozionali di<br />
varia natura).<br />
Le opere selezionate potranno inoltre partecipare,<br />
previo accordo contrattuale, alle pubblicazioni -<br />
produzioni editoriali di vario genere ricevendo in<br />
questo caso una percentuale in base alle vendite.<br />
Sono ammesse ogni tipo di tecnica e genere che<br />
possa ricondursi alla ricerca contemporanea senza<br />
limiti di durata: Per partecipare basterà inviare il<br />
materiale a: C.A.R.M.A. Via Manfredonia n, 45 -<br />
00171 Roma - Materiale richiesto DVD dati e/<br />
o CD contenente la/le opera/e - per le opere<br />
audiovisive il formato richiesto è DVD-PALoppure<br />
DV AVI (senza menù) per le opere<br />
sonore il formato richiesto è CD Wave (16 bit<br />
44. 100 hz o superiore. - Un CD contenente: il<br />
form e liberatoria (compilati elettronicamente e<br />
firmati, .doc) nel caso di opere audiovisive<br />
sono richieste 3 still dell’opera (300 dpi in<br />
formato jpeg) - Liberatoria cartacea- Centro<br />
d’Arti e Ricerche Multimediali Applicate c/o<br />
Casa dei Popoli-A.I.A.S.P., Viale Irpinia n. 50,<br />
Roma - 349 2304021 - E-mail:<br />
ass.carma@gmail.com<br />
CONCORSO “PREMIO PERINI 2010”<br />
Ricerche Cine Video - Iscrizione gratuita<br />
Il concorso è articolato in due sezioni: adulti e<br />
giovani (30 anni non compiuti), che possono<br />
partecipare con documentari, film inchiesta, film a<br />
soggetto e film di animazione, coerenti, per contenuti<br />
agli scopi del Concorso, come indicato nel prospetto<br />
delle modalità organizzative. Le opere devono essere<br />
state prodotte dopo il 1° gennaio 2008, e quindi<br />
verranno respinti i filmati datati antecedentemente.<br />
La durata del film video non dovrà superare minuti<br />
25 (compresi i titoli di testa e di coda). Ogni autore<br />
può partecipare con non più di due filmati. Nella<br />
sezione giovani verranno ammessi anche lavori<br />
prodotti da Istituti scolastici di ogni ordine e grado.<br />
Informazioni e regolamento: Fondazione Carlo<br />
Perini, Via Aldini, 72 - 20157 Milano, cell.<br />
3334552091 - www.circoloperini.com<br />
IMPORTANTE<br />
In questi inizio anno 2011 agli abbonati con<br />
l’abbonamento scaduto si suggerisce il rinnovo<br />
per non vedere sospeso l’invio di ARTECULTURA<br />
L’esagerato aumento delle tariffe postali non<br />
consentono più margini di tolleranza .<br />
Per i lettori che ricevono saltuariamente la<br />
Rivista l’invito di prendere in considerazione la<br />
possibilità di un abbonamento per sostenere la la<br />
continuità divulgativa di ARTECULTURA tanto<br />
nutrita d’informazione artistica e culturale.<br />
Ai sensibili operatori visivi si chiede l’invio<br />
di una foto per FOTOGRAFARE IL DISARMO.<br />
A cosa serve dipingere se poi la guerra distrugge<br />
le opere I pittori dovrebbero essere in prima<br />
linea a sostenere la coraggiosa iniziativa di<br />
ARTECULTURA che con l’abbonamento di soli<br />
30 Euro pubblica la foto dell’opera e riceve<br />
mensilmente la Rivista per conoscere le varie<br />
iniziative che ne contraddistinguono l’operato.<br />
PROMOZIONE ABBONAMENTI<br />
2011-2012 ARTECULTURA<br />
1 grafica omaggio<br />
di Maestri contemporanei<br />
disponibili (Alfieri, Contenotte,<br />
Kodra ed altri...) con<br />
1 abbonamento di euro 30,00<br />
e dipinti di pittori emergenti con<br />
1 abbonamento di euro 100,00<br />
occasione irripetibile!<br />
una visita- un affare!!!<br />
ma solo presso la sede di<br />
<strong>Artecultura</strong> via Ciovasso 19<br />
20121 Milano<br />
Aperti anche la domenica:<br />
16 -19,30 tel. 02-864.64.093<br />
Abbonamenti accumulativi con sconto del 50% Euro 15,00<br />
cadauno da commissionare a partire da un minimo di 10<br />
(dieci) per: Accademie, Associazioni, Circoli, Ditte, Enti,<br />
Gallerie d'Arte, fatti pervenire su carta intestata.<br />
ARTECULTURA: un mensile familiare, diverso da tutti.<br />
Abbonati e sostieni la sua carica informativa e il suo sentito<br />
impegno culturale di Arte/Poesia/Sociale<br />
Intestare<br />
ARTECULTURA - c.c. postale n. 843 56 302<br />
Via Ciovasso 19 - 20121 Milano<br />
o servirsi di assegno bancario o vaglia postale.<br />
Informazioni, tel.: 02/864.64.093 - Fax 02/860.833<br />
www.artecultura.org e-mail: info@artecultura.org<br />
ARTECULTURA 43
44 ARTECULTURA<br />
Gianpietro Maggi: “METAMORFOSI”, cm. 50x70
LIBRI, LIBRI...<br />
a cura di Aoristias<br />
Lo scorso 1 dicembre a Palazzo Litta di Milano il<br />
Direttore Regionale per i Beni Culturali della Lombardia,<br />
Caterina Bon Valsassina e il Presidente<br />
Skira editore, Massimo Vitta Zelman, hanno presentato<br />
il volume di Bruno Zanardi “Il restauro.<br />
Giovanni Urbani e Cesare Brandi due teorie a confronto”.<br />
E’ il primo di una serie di incontri che la<br />
Direzione Regionale organizza a Palazzo Litta per<br />
stimolare un confronto dialettico a più voci sui temi<br />
istituzionali, dal restauro alla tutela del paesaggio,<br />
dalle nuove professioni nel settore dei beni culturali<br />
alla valorizzazione. Una tavola rotonda, un dibattito<br />
tra esperti con l’autore intorno al tema del<br />
restauro nelle sue connessioni alla tutela del patrimonio<br />
storico e artistico del Paese. Al confronto<br />
partecipano Carlo Bertelli, Caterina Bon Valsassina,<br />
Vittorio Gregotti e Tomaso Montanari.<br />
Come sottolinea Salvatore Settis nella sua prefazione,<br />
l’intento del saggio è di mettere in parallelo<br />
le due teorie del restauro di Cesare Brandi e Giovanni<br />
Urbani alla luce di quello che il nostro Paese<br />
sta vivendo in un clima di crollo dell’attenzione<br />
per i temi della tutela, evidenziato soprattutto dalla<br />
progressiva e sempre maggior mancanza di risorse<br />
economiche sia statali sia private. “Il lettore<br />
di questo libro vedrà come, e quanto, formulazioni<br />
di Brandi e proposte di Urbani siano<br />
ora complementari tra loro, ora invece in stridente<br />
contrasto: la biografia dei due studiosi<br />
diventa così non solo la traccia di due percorsi<br />
intellettuali fra loro fittemente intrecciati e tuttavia<br />
tutt’altro che coincidenti, ma anche lo sfondo<br />
fondativo per scelte etiche e politiche che<br />
ancora non abbiamo saputo fare” (Settis).<br />
Bruno Zanardi è stato allievo di Giovanni Urbani<br />
e ha intrattenuto rapporti di familiarità con Cesare<br />
Brandi. Ha restaurato, tra l’altro, la Colonna<br />
Traiana, gli affreschi e i mosaici della Basilica di<br />
Santa Maria Maggiore e del Sancta Sanctorum a<br />
Roma, i rilievi di Antelami al Battistero di Parma,<br />
parte degli affreschi della Basilica di Assisi, gli affreschi<br />
di Correggio nella chiesa di San Giovanni<br />
a Parma, gli affreschi di Tiepolo a Palazzo Labia a<br />
Venezia. Ha pubblicato per Skira importanti saggi<br />
tra storia dell’arte e storia delle tecniche artistiche:<br />
Il cantiere di Giotto e Giotto e Pietro Cavallini. La<br />
questione di Assisi e il cantiere medievale della<br />
pittura a fresco; e di storia della tutela, Conservazione,restauro<br />
e tutela. Unico studioso italiano,<br />
è stato chiamato dalla Cambridge University a<br />
far parte del gruppo internazionale di esperti che<br />
ha lavorato al Companion to Giotto. È professore<br />
di Teoria e storia del restauro all’Università di<br />
Urbino Carlo Bo.<br />
Achille Della Ragione, NATURA MORTA<br />
NAPOLETENA DEL SETTECENTO<br />
Un ponderoso libro di Achille della Ragione colma<br />
finalmente una vistosa lacuna nel campo degli<br />
studi sulla natura morta napoletana e permette di<br />
conoscerla ed apprezzarla attraverso oltre 350 foto<br />
in gran parte a colori ed un’esaustiva bibliografia.<br />
La natura morta napoletana è più apprezzata dal<br />
mercato antiquariale che dalla critica, più conosciuta<br />
dai collezionisti che dal grande pubblico.<br />
Essa non raggiunge i fasti del secolo precedente,<br />
SALA<br />
OLIMPIA<br />
ma mantiene un livello dignitoso almeno per i primi<br />
cinquanta anni, per spegnersi poi senza svilupparsi<br />
in esiti di un qualche interesse, ad eccezione<br />
forse di Mariano Nani, figlio di Jacopo ed attivo<br />
in Spagna fino alle soglie dell’Ottocento e del notevole<br />
Mariano Cefis, scoperto nel corso delle ricerche<br />
esperite per la stesura di questo contributo,<br />
con i quali si chiude una gloriosa tradizione. Alcuni<br />
artisti come Tommaso Realfonso, Nicola<br />
Casissa, Gaspare Lopez, Giacomo Nani e Baldassarre<br />
De Caro continuano la tradizione locale<br />
specializzandosi nel dipingere fiori, frutta, pesci,<br />
cacciagione, soddisfacendo così le richieste di una<br />
vasta committenza, il cui gusto era semplicemente<br />
cambiato in linea coi tempi. E questo senza considerare<br />
le infinite figure minori, che lentamente stanno<br />
riemergendo da un oblio secolare o alcuni artisti<br />
più noti, che lavorano a cavallo dei due secoli e<br />
che i libri di storia dell’arte considerano operanti<br />
unicamente nel Seicento, quali Francesco Della<br />
Questa , Aniello Ascione, Nicola Malinconico,<br />
Gaetano Cusati, Onofrio Loth, Elena e Nicola Maria<br />
Recco, fino a Giuseppe Ruoppolo e forse lo stesso<br />
Andrea Belvedere, che muore nel 1732 e probabilmente,<br />
almeno nei primi anni, dopo il ritorno<br />
dalla Spagna, prima di dedicarsi unicamente<br />
al teatro, come afferma il De Dominici, avrà continuato<br />
la sua attività come testimoniano alcuni suoi<br />
dipinti dal sapore già settecentesco.<br />
Purtroppo sul destino del genere nel secolo dei lumi<br />
ha pesato il giudizio negativo di Raffaello Causa,<br />
il quale, riteneva il trapasso tra Seicento e Settecento<br />
alla stregua di un vero e proprio passaggio<br />
dal sonoro al muto e sentenziava, nella sua impareggiabile<br />
esegesi sull’argomento, pubblicata nel<br />
1972 sulle pagine della Storia di Napoli, che con<br />
la rinuncia del Belvedere ai piaceri della pittura si<br />
chiude il secolo d’oro e dietro di lui una folla di<br />
fioranti facili e svelti di mano ed una torma di<br />
imitatori fanno ressa su un mercato molto florido,<br />
dove alcune richieste, scaduto il gusto dei committenti,<br />
si esaudiscono a metraggio; i protagonisti<br />
sono tutti scomparsi, la parlata si è fatta fioca, incolore,<br />
dialettale e financo rozza e sgarbata, non vi<br />
è più nulla o ben poco da salvare, nonostante i fasti<br />
vecchi e nuovi del mercato dell’arte.<br />
Il suo anatema fece sì che quando nel 1979 ! fu<br />
organizzata la grande mostra Civiltà del Settecento<br />
mancasse una sezione dedicata alla natura morta<br />
e fu un deplorevole errore, che ha concorso a<br />
ritardare l’interesse e gli studi sul settore.<br />
Già nella precedente mostra sulla natura morta,<br />
svoltasi nel 1964, i generisti napoletani del Settecento<br />
erano mal rappresentati, con pochi dipinti ed<br />
alcuni nemmeno autografi. (Dante Caporali)<br />
Pier Giovanni Guzzo, POMPEI STORIE E<br />
PAESAGGI DELLA CITTA' ANTICA.<br />
Electa Editrice<br />
Una monografia che fa il punto su 10 anni di scavi<br />
e ricerche e svela con rigore scientifico e , allo stesso<br />
tempo, con una inusuale verve comunicativa una<br />
Pompei diversa che va al di là delle sue celebri<br />
pitture. Il volume è incentrato sulle interazioni tra<br />
la città antica e il territorio inteso come scenario in<br />
cui l'uomo svolge la propria attività. In tale contesto,<br />
lo studio del paesaggio contribuisce alla conoscenza<br />
della cultura umana nella storia. Di particolare<br />
interesse e capacità evocativa sono le pagine<br />
riservate ai grandi artisti del Novecento.<br />
Alda Merini ETERNAMENTE VIVO<br />
Frassinelli Editore<br />
Nel primo anniversario della Sua scomparsa (1<br />
novembre) un libro rilegato e un DVD con versi<br />
ed immagini inedite che immortalano la Merini<br />
nell’atto creativo dell’intuizione poetica: un documento<br />
che restituisce la Merini più intima e<br />
autentica.<br />
Alda Merini (Milano, 1931 - 2009) è considerata<br />
una delle voci più significativedella poesia italiana.<br />
Ha ricevuto numerosi riconoscimenti, fra i quali<br />
il prestigioso Premio Librex Montale nel 1993, il<br />
Viareggio nel 1996, il Procida-Elsa Morante nel<br />
1997 e quello della Presidenza del Consiglio dei<br />
Ministri nel 1999.<br />
Chi era veramente Alda Merini Come nascevano<br />
le sue poesie La grande poetessa italiana è stata<br />
per decenni una delle figure più enigmatiche e affascinanti<br />
del nostro panorama letterario: nessuno<br />
scrittore ha nutrito con altrettanta umiltà e autenticità,<br />
attraverso le sofferenze dell’esistenza, la sua<br />
opera. Nessun poeta assomiglia con altrettanta profondità<br />
alle sue poesie, che nascono dalla vita, non<br />
a tavolino. Alda Merini viveva la poesia, prima<br />
ancora di scriverla, come il filmato accluso al libro<br />
ci mostra. Il filo conduttore che lega le immagini<br />
è proprio il lavoro creativo, il suo dipanarsi,<br />
parola dopo parola, attraverso la voce indimenticabile<br />
della poetessa, con un ritmo e un tempo che<br />
nessuna pagina di libro potrà mai restituire. Forse,<br />
sembra suggerirci questa testimonianza unica, altissima<br />
e commovente: è nell’oralità, e quindi nella<br />
relazione umana, e non nella mera scrittura, il<br />
segreto – e il significato ultimo – della poesia.<br />
DVD - Regia di Daniele Pignatelli. Daniele<br />
Pignatelli è filmaker, ha realizzato diverse<br />
istallazioni multimediali sia in Italia che a New<br />
York. I suoi film sono stati in concorso presso i più<br />
importanti festival cinematografici di tutto il mondo<br />
vincendo diversi e prestigiosi premi tra cui:<br />
“Menzione speciale della Giuria Aiace alla 53°<br />
Mostra Internazionale d’Arte, Cinematografica di<br />
Venezia con il cortometraggio “Amati Matti”,<br />
“Kodak European Showcase Award for New<br />
Talents” al 55° Cannes International Film Festival<br />
con il cortometraggio “Terzo° e Mondo”. Libro e<br />
Dvd sono a cura di Arnoldo Mosca Mondadori<br />
Motivi storici e metafisici nel “Gattopardo”<br />
Ne ha parlato a Venafro lo scrittore Aldo Cervo<br />
“Il Gattopardo”, unico romanzo – postumo – di<br />
Giuseppe Tomasi di Lampedusa è uno dei libri piú<br />
significativi del Novecento italiano. Ne ha parlato<br />
lo scrittore caiatino Aldo Cervo nella Biblioteca<br />
Comunale di Venafro, nell’ambito del ciclo di conferenza<br />
“Emozioni” organizzato da Virginia Ricci.<br />
Tema dell’incontro “Tomasi di Lampedusa: Motivi<br />
storici e metafisici ne ‘Il Gattopardo”. Dopo l’introduzione<br />
della preside Elisabetta Guarini in veste di<br />
coordinatrice, un breve intervento dello scrittore<br />
Amerigo Iannacone che ha presentato il relatore Aldo<br />
Cervo. Cervo ha poi illustrato il romanzo inquadrandolo<br />
nell’epoca storica e facendone un’approfondita<br />
analisi. Ed ecco la conclusione del suo intervento:<br />
«Sembrerebbe, l’andamento complessivo delle<br />
esperienze e delle riflessioni del Lampedusa – per il<br />
tramite del suo personaggio protagonista – propendere<br />
per una concezione materialistica della vita. E<br />
invece a me pare piuttosto di cogliervi una fede<br />
dolorante, di chi s’aspettava altro dalla Creazione;<br />
una fede che non si emancipa – come in certi Spiriti<br />
Eletti – dal mistero dai mille interrogativi. Una fede<br />
che sembra assumere la forma di una protesta<br />
cosmica per un progetto di Salvezza costruito sulla<br />
sofferenza, anche, se non sopratutto, degli innocenti.<br />
Sul quale progetto una volta il buon Dio un qualche<br />
chiarimento ce lo dovrà pur dare».<br />
ARTECULTURA 45
BROMMO<br />
Quattro irripetibili<br />
inventive<br />
della personale<br />
creatività pittorica<br />
della spontaneità intuitiva<br />
che de-complessa i teoremi<br />
per sintetizzare<br />
la libera struttura<br />
della semplicità informale<br />
che avvalora di principio<br />
la purezza artistica del pittore.<br />
Sopra:<br />
CRISTO,smalto cm. 42x30<br />
di fianco a sinistra<br />
EFFETTO FOTONICO, acrilico cm. 10x10<br />
sotto a sinistra<br />
IL LABIRINTO acrilico cm. 18x18<br />
a destra<br />
LO SQUALO acrilico cm. 12x12<br />
46 ARTECULTURA
La foto: l’artistica entrata della Sala Olimpia di <strong>Artecultura</strong> con un particolare d’interno.<br />
Ideale spazio per una tua qualificata mostra culturale che non si dimentica.<br />
Situata tra l’Accademia Belle Arti di Brera e il Teatro alla Scala nel centro di Milano.<br />
Programma la tua personale in calendario 2011-2012 tel. 02-864.64.093 - info@artecultura.org<br />
ARTECULTURA 47
LIBRI, LIBRI...<br />
a cura di Aoristias<br />
EXPOAZZURRA 2011<br />
Milano, Sala Azzurra<br />
Minipersonali di sei opere nel centro breriano di Milano<br />
una parete per ogni artista (max 3) nella Sala Azzurra <strong>Artecultura</strong><br />
a 100 metri dall'Accademia Belle Arti di Brera<br />
Per l’artista accettato: Pubblicazione su 2 pagine di <strong>Artecultura</strong> delle 6 opere aderenti alla<br />
Rassegna, testo critico a cura redazionale, quotazioni su carta intestata firmate da un perito del<br />
Tribunale di Milano e riportate con una foto nella rubrica L’Immagine Quotata di <strong>Artecultura</strong>.<br />
Omaggio di 50 copie della Rivista con il servizio interessato.<br />
Mostra 3 - 25 Marzo 2011<br />
Inaugurazione e presentazione critica:<br />
Giovedì 3 Marzo ore 18,00<br />
Serata inaugurale con intervento di qualificati<br />
critici e storici dell'arte<br />
Regolamento<br />
1) Rassegna aperta alla più ampia<br />
libertà ispirativa, di tecnica e di stile.<br />
Si aderisce con sei opere dalle<br />
misure max di cm. 60x80 con o<br />
senza cornice, per la scultura max<br />
cm. 60 di altezza e cm. 40 di larghezza<br />
e profondità.<br />
2) Nel corso della serata inaugurale<br />
lettura critica delle opere presentate<br />
da ogni Artista aderente più un testo<br />
critico personalizzato redatto nel servizio<br />
di due pagine che <strong>Artecultura</strong><br />
dedica ad ogni artista con la riproduzione<br />
delle sei opere presentate<br />
sul numero di Marzo 2011<br />
della Rivista <strong>Artecultura</strong> promotrice.<br />
3) La Rassegna è a cura del critico<br />
dott. Teodosio Martucci. Le opere<br />
presentate vanno corredate di titolo,<br />
preferibilmente riportate su CD-Rom<br />
o e-mail: info@artecultura. org ai<br />
fini realizzativi del servizio, oppure su<br />
materiale cartaceo a colore.<br />
4) A parziale contributo spese di sostegno<br />
per esposizione, testo critico e<br />
stampa, l'artista aderente sottoscrive<br />
un abbonamento sostenitore di Euro<br />
500,00 per l'ospitante <strong>Artecultura</strong>.<br />
5) La consegna del materiale fotografico<br />
o supporto CD-ROM va fatta di<br />
persona o spedito entro il 10 Febbraio<br />
2011, consegna delle opere 25 Febbraio<br />
al 2 Marzo 2011 dalle ore 9,30<br />
alle 12,30 e dalle 15 alle 19,30 sabato<br />
compreso unitamente al contributo. I<br />
residenti fuori Milano devono inviare<br />
le opere (e relativo materiale per la<br />
riproduzione foto o CD ROM) in porto<br />
franco esclusivamente alla sede<br />
espositiva: Sala Azzurra di ARTE-<br />
CULTURA Via Ciovasso 19 angolo Via<br />
del Carmine, Milano 20121 in adeguato<br />
involucro da utilizzare possibilmente<br />
anche al ritorno in porto assegnato<br />
6) L'ordine di partecipazione è in relazione<br />
all'arrivo delle prenotazioni. In<br />
caso di sovrannumero è prevista una 2°<br />
rassegna alle stesse condizioni.<br />
7) Per la Rassegna di finalità artistico-culturale<br />
il trasporto è esonerato<br />
dall'obbligo di documento accompagnatorio<br />
ai sensi dell'Art. 03/D.P.R.<br />
del 6/10/1979 (sull'involucro...).<br />
8) ARTECULTURA, pur assicurando<br />
la massima cura delle opere, non risponde<br />
in caso di furto, incendio o di<br />
ogni altro deprecabile danno che si<br />
verificasse anche durante il tragitto di<br />
andata e ritorno delle opere.<br />
9) La rassegna è a carattere culturale.<br />
Pertanto nessuna percentuale in caso<br />
di eventuale collocazione di opere da<br />
parte dell'artista. Cause di forza maggiore<br />
possono anche modificare il<br />
presente regolamento.<br />
Informazioni:<br />
ARTECULTURA<br />
Via Ciovasso 19 - Milano<br />
Tel. 02/864.64.093<br />
info@artecultura.org<br />
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