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Unità d’Italia<br />
pp.08-10<br />
Associazionismo antiracket p.11<br />
Magistratura e politica p.12<br />
anno XXVI <strong>numero</strong> 3 marzo <strong>2011</strong><br />
Santi subito !<br />
La Santità come misura per un cammino <strong>di</strong> conversione e <strong>di</strong> ricerca della felicità. Questo è<br />
il messaggio consegnato dal vescovo <strong>di</strong> <strong>Nola</strong>, mons.Beniamino Depalma, alla Chiesa <strong>di</strong><br />
<strong>Nola</strong>, il 10 marzo, in occasione dell’incontro de<strong>di</strong>cato alla riscoperta della vocazione<br />
battesimale.
02 L’e<strong>di</strong>toriale<br />
anno XXVI <strong>numero</strong> 3 marzo <strong>2011</strong><br />
Buonanotte all'Italia: storie della nostra terra<br />
<strong>di</strong> Alfonso Lanzieri<br />
Paolo (nome <strong>di</strong> fantasia) abita in un<br />
piccolo comune dell'agronolano. Solo<br />
ventisei anni ma ha già un dottorato<br />
in matematica e sta scrivendo un libro<br />
<strong>di</strong> algebra con un professore universitario<br />
pugliese. Per guadagnare qualcosa<br />
fa doposcuola agli alunni dei licei<br />
della zona. In un altro paese sarebbe<br />
un docente, un ricercatore o<br />
magari un alto impiegato <strong>di</strong> una grande<br />
azienda terziaria. Qui fa lezioni private.<br />
Espressione tirata quando racconta<br />
che aveva provato ad inserirsi<br />
nel mondo universitario, ma che dopo<br />
un po' <strong>di</strong> tempo lo aveva avvicinato la<br />
sua docente la quale, senza nemmeno<br />
provare a mentire gli <strong>di</strong>ce chiaro e<br />
asciutto che quel posto era per suo nipote.<br />
Gli faccio una domanda: «Paolo,<br />
hai protestato Cosa le hai detto»<br />
La risposta è l'istantanea <strong>di</strong> un paese,<br />
la foto <strong>di</strong> gruppo <strong>di</strong> una generazione:<br />
«non ho risposto niente, cosa dovevo<br />
<strong>di</strong>re Va così oggi, lo sappiamo. Ho<br />
salutato e sono andato via. Mi sono<br />
fatto forza pensando che c'erano altre<br />
strade, che non era la fine del mondo».<br />
No, in effetti non era la fine del<br />
mondo perché pensare un attimo in<br />
cui il mondo finisca, si blocchi, obbliga<br />
a supporre che la terra sia in movimento,<br />
che stia girando. Qui pare che<br />
il mondo invece sia fermo, immobile,<br />
cristallizzato.<br />
L'intelligenza e il merito non sono più<br />
merci da barattare per la realizzazione<br />
personale compiuta. Contano i legami<br />
<strong>di</strong> sangue, più o meno come nelle<br />
tribù mogul dell'in<strong>di</strong>a precoloniale.<br />
Quin<strong>di</strong> rettifico: il mondo non si è fermato,<br />
ha cominciato a girare<br />
all'in<strong>di</strong>etro, verso il passato. Una specie<br />
<strong>di</strong> “Ritorno al futuro”, ma al rovescio.<br />
Nel Vangelo Gesù afferma che i<br />
padri umani, benché cattivi per natura,<br />
non darebbero mai ai loro figli scorpioni<br />
o serpenti, ma solo cose buone.<br />
È evidente che la professoressa ha<br />
letto il Vangelo: un parente le chiedeva<br />
qualcosa <strong>di</strong> buono e non ha potuto<br />
rifiutare.<br />
Fabrizio (altro nome <strong>di</strong> fantasia) ventisette<br />
anni, vive a Torre Annunziata,<br />
madre tedesca e padre italiano. Ha lavorato<br />
presso le migliori catene alberghiere<br />
d'Europa come concierge. Negli<br />
hotel <strong>di</strong> Londra, dove ha vissuto<br />
due anni interi, il suo compito era occuparsi<br />
dei clienti più facoltosi e spesso<br />
prenotava per loro i biglietti delle<br />
partite del Chelsea o dell'Arsenal.<br />
Quando ha provato a rientrare in Italia,<br />
per vivere con suo padre e i nonni,<br />
si aspettava <strong>di</strong> trovare lavoro facilmente:<br />
è giovane, ha lavorato in tutta<br />
Europa e ai massimi livelli, parla perfettamente<br />
le lingue. E invece Invece<br />
gli offrono una miseria (ovviamente<br />
in nero: e che te lo <strong>di</strong>co a fare…) a<br />
fronte <strong>di</strong> turni massacranti. Fabrizio<br />
non chiede la luna, uno stipen<strong>di</strong>o <strong>di</strong>gnitoso,<br />
il minimo previsto dal contratto<br />
nazionale, per ora non vuole <strong>di</strong> più,<br />
desidera solo restare a casa col padre<br />
e i nonni. Ma con 600 euro mensili<br />
e turni <strong>di</strong> <strong>di</strong>eci o do<strong>di</strong>ci ore la vita è impossibile.<br />
Qualche giorno fa riceve<br />
una telefonata: è un albergo <strong>di</strong> Manchester,<br />
ha in mano il suo curriculum,<br />
gli offrono una buona paga, un contratto<br />
e non dovrà preoccuparsi<br />
dell'alloggio: è ospitato gratis<br />
dall'albergo. Partirà a breve, lontano<br />
dalla sua famiglia, ma almeno con in<br />
valigia la <strong>di</strong>gnità.<br />
Il 17 marzo abbiamo festeggiato<br />
l'anniversario dell'unità nazionale, abbiamo<br />
festeggiato l'Italia, la nostra patria.<br />
Elmar Salmann <strong>di</strong>ce che “la parola<br />
sa tutto”, e cioè che i nomi delle cose<br />
nascondono l'essenza dell'ente<br />
cui fanno riferimento. Nel caso <strong>di</strong> Paolo,<br />
<strong>di</strong> Fabrizio e <strong>di</strong> tanti giovani come<br />
loro, questa tesi è quasi una beffa. Patria<br />
viene dal latino pater, padre, papà.<br />
Il padre dà la vita, genera, permette<br />
<strong>di</strong> crescere, ti potenzia, ti promuove.<br />
Un sistema paese che promette<br />
alle sue migliori menti il nascon<strong>di</strong>mento<br />
<strong>di</strong> un lavoro malpagato, o che<br />
siano soffocate nel rinsecchito sottobosco<br />
del precariato, assume le sembianze<br />
del patrigno più che del padre.<br />
Per carità, <strong>di</strong>ciamolo senza esitare:<br />
l'Italia è fatta anche da storie belle, <strong>di</strong><br />
persone e giovani che ce l'hanno fatta,<br />
le cui capacità sono state premiate.<br />
Ma il singolo exploit, l'impresa in<strong>di</strong>viduale,<br />
non basta a cancellare quella<br />
che è una vera e propria piaga sistemica.<br />
E il compleanno dell'Italia è proprio<br />
il giorno adatto per segnalarlo. In<br />
questa terra i giovani bravi sono<br />
esclusi dalla sana competizione professionale,<br />
le loro esistenze sono svaligiate<br />
dalle raccomandazioni, dagli<br />
accor<strong>di</strong> parentali, dalla mentalità miope<br />
e insana <strong>di</strong> impren<strong>di</strong>tori poco lungimiranti,<br />
che anziché investire in competenza<br />
spesso puntano a vivacchiare.<br />
E il fatto che sia <strong>di</strong>ventato banale e<br />
ripetitivo <strong>di</strong>rlo è la cosa più preoccupante.<br />
Investiamo davvero sull' intelligenza,<br />
ricacciamo in<strong>di</strong>etro gli egoismi<br />
familiari, facciamo spazio alla freschezza<br />
<strong>di</strong> chi ha sgobbato sui libri o<br />
si è formato con fatica una professionalità.<br />
In fondo in gioco c'è questo: migliorare<br />
la nostra patria, farla più bella,<br />
più accogliente per chi vi nasce.<br />
Insomma, farla essere davvero patria<br />
e non patrigno.
Santi subito <strong>03</strong><br />
anno XXVI <strong>numero</strong> 3 marzo <strong>2011</strong><br />
Quaranta giorni per cambiare il mondo<br />
<strong>di</strong> Mons. Pasquale D'Onofrio<br />
Quaranta giorni, un tempo non breve<br />
dove qualcosa potrebbe cambiare,<br />
se riuscissimo a non viverli come<br />
un puro atteggiamento spirituale,<br />
ma un impegno serio per maturare<br />
nuovi stili <strong>di</strong> vita. So bene che più <strong>di</strong><br />
uno arriccia il naso quando sente<br />
parlare <strong>di</strong> stile, pensando ci si riferisca<br />
unicamente ad un atteggiamento<br />
che non riesce a passare<br />
dall'esteriorità al convincimento profondo.<br />
Invece,"lo stile <strong>di</strong> vita è<br />
espressione dell'or<strong>di</strong>ne interno ed<br />
esterno a noi stessi. È dunque<br />
espressione coerente con l'interno,<br />
ossia coerente con gli ideali che portiamo<br />
dentro, l'impronta che ognuno<br />
ha in sé, che è unica. Lo stile è la persona,<br />
è or<strong>di</strong>ne interno che affermato<br />
all'esterno rende coerente la persona<br />
ed efficace la sua testimonianza".<br />
Lo stile <strong>di</strong> vita lo raggiungi se<br />
hai chiaro, in or<strong>di</strong>ne, cosa hai dentro<br />
la tua persona. Stile <strong>di</strong> vita è quin<strong>di</strong><br />
testimoniare la tua vita con la vita<br />
stessa (la mia vita è il mio messaggio<br />
<strong>di</strong>ceva Ghan<strong>di</strong>). In questa linea<br />
pensare per un momento ai tre pilastri<br />
della quaresima: <strong>di</strong>giuno-caritàpreghiera,<br />
e pensarli come un corpo<br />
unico, in cui le parti si richiamano reciprocamente,<br />
che non chiede azioni<br />
e atteggiamenti sezionati per ogni<br />
attenzione, ma una compatta esperienza<br />
ricca <strong>di</strong> sfaccettature <strong>di</strong>verse.<br />
Così l'impatto <strong>di</strong> questo nuovo<br />
modo <strong>di</strong> essere può cambiare il mondo<br />
e può cambiare l'uomo. Vorrei fare<br />
qui tre proposte, tra le tante, corrispondenti<br />
a tre virtù che reputo profetiche<br />
ed essenziali per l'uomo contemporaneo:<br />
sobrietà, fiducia, profon<strong>di</strong>tà.<br />
La sobrietà ossia la misura del necessario<br />
come modello delle scelte,<br />
quale <strong>di</strong>scernimento circa la vita e le<br />
sue priorità. Un essenziale che riemerge<br />
e che porta ad una semplicità<br />
della vita in tutti i campi, da quello<br />
affettivo a quello gestionale, da quello<br />
culturale a quello della prassi.<br />
Una scelta anche <strong>di</strong> carattere estetico<br />
alla ricerca della forma della bellezza<br />
scarna ed essenziale, forme<br />
pure, che rifuggono certi barocchismi<br />
o certi astratti manierismi che ci<br />
circondano. Una scelta della manifestazione<br />
non spettacolare <strong>di</strong> sé,<br />
dove si permette all'altro <strong>di</strong> coglierci<br />
per quello che siamo, dove non necessariamente<br />
tutto deve essere in<br />
vetrina e, per esserlo, deve provocare<br />
la curiosità e il clamore. Il gesto<br />
quoti<strong>di</strong>ano e senza la smania<br />
dell'esser riportato come “notizia”,<br />
ma solo come fatto, e dei fatti oggi<br />
nessuno più parla nè li vede. Correre<br />
il rischio del buio me<strong>di</strong>atico.<br />
La fiducia come atteggiamento della<br />
fede nell'uomo, con la possibilità<br />
<strong>di</strong> nuove relazioni che accolgono<br />
l'altro piuttosto che <strong>di</strong>fendersi<br />
dall'altro. Con la ferma convinzione<br />
che da questo incontro uscirò più<br />
completo, perché avrò trovato ciò<br />
in <strong>di</strong>alogo mensile della Chiesa <strong>di</strong> <strong>Nola</strong><br />
Redazione<br />
via San Felice n.29 - 80<strong>03</strong>5 <strong>Nola</strong> (Na)<br />
Autorizzazione del tribunale <strong>di</strong> Napoli<br />
n. 3393 del 7 marzo 1985<br />
Direttore responsabile: Marco Iasevoli<br />
Con<strong>di</strong>rettore: Luigi Mucerino<br />
In redazione:Alfonso Lanzieri, Mariangela Parisi,<br />
Michele Amoruso, Enzo Formisano, Gennaro Morisco<br />
Stampa: Giannini Presservice via San Felice, 27 - 80<strong>03</strong>5 <strong>Nola</strong> (Na)<br />
Chiuso in redazione il 24 marzo <strong>2011</strong><br />
Abbonamento annuale: € 10,00<br />
che mi mancava. Mettendo, in questa<br />
seconda virtù, tutta la capacità<br />
<strong>di</strong> rischio nella vita, ma avrò rischiato<br />
su qualcuno e non su qualcosa,<br />
col vantaggio che questo “rischio”<br />
mi avrà permesso <strong>di</strong> rompere la mia<br />
solitu<strong>di</strong>ne e <strong>di</strong> rischiare insieme.<br />
Una fiducia che mi induce ad una pacifica<br />
arrendevolezza al limite e il<br />
contatto non sfuggito con questo. Fidarsi<br />
dell'uomo.<br />
La profon<strong>di</strong>tà come desiderio <strong>di</strong> “andare<br />
oltre la soglia dell'apparenza”,<br />
varcare l'atrio della vita personale e<br />
altrui per entrare finalmente nel cuore.<br />
È la capacità <strong>di</strong> gustare l'incontro<br />
fuori dal clima della casualità, introducendoci<br />
in un mistero che è la vita<br />
personale ed altrui, recuperare il bisogno<br />
<strong>di</strong> scegliere e <strong>di</strong> farlo “a ragion<br />
veduta” ossia con quella consapevolezza<br />
che solo la libertà può<br />
dare. Recuperare il segno<br />
dell'essere e sentirsi liberi, sapendo<br />
rifare il tessuto della nostra scelta rischiosa,<br />
senza più gli strappi della<br />
convenienza, dell' equilibrismo politico<br />
o pseudo-<strong>di</strong>plomatico che non<br />
fa prendere decisioni. Desiderio del<br />
recupero <strong>di</strong> un noi che ricerca,<br />
uscendo dall'isolamento del sentirsi<br />
da soli e recuperando la bella esperienza<br />
<strong>di</strong> popolo.<br />
Un coraggio a vivere <strong>di</strong> queste virtù,<br />
un sogno o una proposta! Quaranta<br />
giorni per dare senso alla vita e lasciare<br />
un'impronta nella storia.<br />
Versamento da effettuare sul <strong>numero</strong> <strong>di</strong> Conto corrente postale 18524801 intestato a “<strong>Diocesi</strong> <strong>di</strong><br />
<strong>Nola</strong> – Ufficio economato”, causale “abbonamento In <strong>di</strong>alogo”.<br />
Parrocchie, istituti religiosi, aggregazioni laicali e istituzioni possono chiedere la ricezione presso un solo<br />
in<strong>di</strong>rizzo <strong>di</strong> più copie.
04<br />
Santi subito<br />
anno XXVI <strong>numero</strong> 3 marzo <strong>2011</strong><br />
Vite dalla parte <strong>di</strong> Cristo<br />
La Chiesa <strong>di</strong> <strong>Nola</strong> sceglie il volto della santità<br />
<strong>di</strong> Mariangela Parisi<br />
Santità è sinonimo <strong>di</strong> libertà. Impossibile<br />
farsi santi senza un'adesione con-<br />
Dio.<br />
sapevole e volontaria a Cristo, senza<br />
che l'uomo <strong>di</strong>ca sì. Un sì quoti<strong>di</strong>ano, un<br />
sì impopolare, un sì <strong>di</strong>fficile ma soprattutto<br />
un sì gratuito. Non ci possono essere<br />
doppi fini nel servire il Signore donando<br />
se stessi, non si può servire il Signore<br />
avendo lo sguardo rivolto altrove,<br />
avendo lo sguardo lontano dalla bellezza<br />
<strong>di</strong> cui si dovrebbe essere innamorati:<br />
sarebbe come sposare un uomo<br />
o una donna avendo il pensiero rivolto<br />
ad un'altra o un altro.<br />
La santità può contemplare l'errore,<br />
ma non può contemplare la menzogna<br />
nell'aderire a Cristo, non può contemplare<br />
l'utilizzo del nome <strong>di</strong> Cristo per<br />
raggiungere scopi <strong>di</strong>fferenti dalla testimonianza<br />
cre<strong>di</strong>bile della <strong>di</strong>sarmante<br />
potenza della Croce: non c'è possibilità<br />
<strong>di</strong> scampo se si sceglie Cristo, si è<br />
'dannati' ad amare l'umanità, ad amarne<br />
anche la parte che meno somiglia a<br />
Cercare il volto <strong>di</strong> Cristo nel volto del<br />
prossimo, scegliere <strong>di</strong> cercarlo, imparare<br />
a riconoscerlo, impegnarsi a<br />
non lasciarselo sfuggire: questa è la<br />
santità, <strong>di</strong>fficile cammino verso la terra<br />
promessa, che è Dio stesso. Ma è possibile<br />
questo, è ragionevole Lo è nella<br />
misura in cui riusciamo a riconoscere<br />
Cristo prima <strong>di</strong> tutto nel nostro volto, a<br />
riconoscerci prima <strong>di</strong> tutto come destinatari<br />
del suo messaggio e poi come<br />
potenziali depositari e testimoni, ad essere<br />
anche noi uomini a tre <strong>di</strong>mensioni,<br />
uomini che non possono fare a meno<br />
<strong>di</strong> prevedere Dio nella propria vita.<br />
Gianna Beretta Molla, Chiara Luce, i<br />
coniugi Beltrame Quattrocchi hanno invitato<br />
Cristo a casa loro tutti i giorni:<br />
non per soffrire <strong>di</strong> meno, non per trovare<br />
un sollievo o una giustificazione alle<br />
loro sofferenze ma semplicemente perché<br />
senza quella presenza si sentivano<br />
infelici. Queste tre figure, al centro<br />
dell'incontro “Il volto <strong>di</strong> Cristo nella santità<br />
degli uomini” tenutosi lo scorso 10<br />
marzo nella Basilica Cattedrale <strong>di</strong> <strong>Nola</strong>,<br />
insieme alle tante altre, anche non<br />
popolari, che illuminano la storia della<br />
Chiesa, «lanciano – come ha detto il vescovo<br />
Depalma, che ha presieduto<br />
l'incontro - con le loro vite “dalla parte<br />
<strong>di</strong> Cristo”, delle provocazioni: noi da<br />
che parte stiamo Da che parte vogliamo<br />
stare Loro hanno detto sì e non si<br />
sono più voltati in<strong>di</strong>etro».<br />
Il curato d'Ars <strong>di</strong>ceva «c'è un uomo più<br />
potente <strong>di</strong> Dio, è l'uomo che prega»: la<br />
santità è una preghiera quoti<strong>di</strong>ana rivolta<br />
a Dio, è un potere immenso che<br />
Dio concede all'uomo per contribuire alla<br />
salvezza dei suoi fratelli; un potere<br />
concesso perché Dio si china a ricevere<br />
il sì dell'uomo, un potere concesso<br />
perché in quel sì gratuito non si è chiamati<br />
a governare, ma a servire.<br />
Gianna Beretta Molla<br />
«Dell'amore <strong>di</strong>vino Gianna Beretta Molla fu semplice, ma quanto mai significativa messaggera. Pochi giorni prima del matrimonio,<br />
in una lettera al futuro marito, ebbe a scrivere: "L'amore è il sentimento più bello che il Signore ha posto<br />
nell'animo degli uomini".<br />
Sull'esempio <strong>di</strong> Cristo, che "avendo amato i suoi… li amò sino alla fine" (Gv 13,1), questa santa madre <strong>di</strong> famiglia si mantenne<br />
eroicamente fedele all'impegno assunto il giorno del matrimonio. Il sacrificio estremo che suggellò la sua vita testimonia<br />
come solo chi ha il coraggio <strong>di</strong> donarsi totalmente a Dio e ai fratelli realizzi se stesso. Possa la nostra epoca riscoprire,<br />
attraverso l'esempio <strong>di</strong> Gianna Beretta Molla, la bellezza pura, casta e feconda dell'amore coniugale, vissuto come<br />
risposta alla chiamata <strong>di</strong>vina!» (Dall'omelia <strong>di</strong> Giovanni Paolo II in occasione della beatificazione <strong>di</strong> Gianna Berretta Molla).<br />
Gianna Beretta nacque a Magenta (Milano) il 4 ottobre 1922. Già dalla fanciullezza accoglie con piena adesione il dono<br />
della fede e l'educazione limpidamente cristiana. Negli anni del liceo e dell'università si de<strong>di</strong>ca con <strong>di</strong>ligenza agli stu<strong>di</strong> e traduce<br />
la sua fede in un impegno generoso <strong>di</strong> apostolato tra le giovani <strong>di</strong> Azione Cattolica e <strong>di</strong> carità verso gli anziani e i bisognosi<br />
nelle Conferenze <strong>di</strong> San Vincenzo. Laureata in Me<strong>di</strong>cina e Chirurgia nel 1949 all'Università <strong>di</strong> Pavia, apre nel 1950<br />
un ambulatorio me<strong>di</strong>co a Mesero (nel Magentino) e si specializza in Pe<strong>di</strong>atria nell'Università <strong>di</strong> Milano nel 1952 . Scelta la<br />
vocazione al matrimonio, s'impegna a donarsi totalmente «per formare una famiglia veramente cristiana». Si fidanza con<br />
l'ing. Pietro Molla che sposa il 24 settembre 1955. Nel novembre 1956 nasce Pierluigi; nel <strong>di</strong>cembre 1957, Mariolina; nel luglio<br />
1959, <strong>di</strong> Laura. Nel settembre 1961, verso il termine del secondo mese <strong>di</strong> gravidanza, insorge un fibroma all'utero: alcuni<br />
giorni prima del parto è pronta a donare la sua vita per salvare quella della sua creatura: «Se dovete decidere fra me e<br />
il bimbo, nessuna esitazione: scegliete - e lo esigo - il bimbo. Salvate lui». Il mattino del 21 aprile 1962, dà alla luce Gianna<br />
Emanuela e il mattino del 28 aprile, dopo aver ripetuto la preghiera «Gesù ti amo, Gesù ti amo», muore. Aveva 39 anni. Fu<br />
beatificata da Giovanni Paolo II il 24 aprile 1994, nell'Anno Internazionale della Famiglia.<br />
Chiara Luce<br />
«[…]Accettare la sfida della fede cristiana oggi, in un contesto socio culturale segnato da in<strong>di</strong>fferenza religiosa e da relativismo<br />
morale è una scelta non facile. Tuttavia, l'inversione <strong>di</strong> marcia a certi mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> vivere è possibile quando si trovano<br />
esempi cre<strong>di</strong>bili <strong>di</strong> autenticità e <strong>di</strong> altruismo, che testimoniano la gioia vera e profonda della donazione <strong>di</strong> sé. Chiara Badano<br />
è uno <strong>di</strong> questi luminosi esempi e mi propongo <strong>di</strong> sottolineare alcuni aspetti che hanno caratterizzato il suo cammino
anno XXVI <strong>numero</strong> 3 marzo <strong>2011</strong><br />
Santi subito<br />
05<br />
spirituale. Innanzitutto, alla base della sua vita vi è una fede ferma e costante nell'amore <strong>di</strong> Dio, che si riflette nell'amore<br />
verso il prossimo. La sua biografia attesta una vita gioiosa, piena <strong>di</strong> interessi e <strong>di</strong> sane amicizie, segno che le esigenze del<br />
vivere cristiano non si oppongono alla brama naturale <strong>di</strong> felicità. Al contrario, si tratta <strong>di</strong> una vita la cui componente essenziale<br />
è l'amore poiché si rispecchia nell'immagine cristiana <strong>di</strong> Dio e anche nella conseguente immagine dell'uomo e del<br />
suo cammino nella storia: “Dio è amore; chi sta nell'amore <strong>di</strong>mora in Dio e Dio <strong>di</strong>mora in lui”(1 Gv 4, 16). Colui che si affida<br />
all'amore <strong>di</strong> Dio e procede con la certezza che le <strong>di</strong>sposizioni della sua Ρrοvvidenza sono le più idonee a procurargli il bene<br />
più completo e duraturo, sperimenta una pace profonda nell'affrontare anche le prove più ardue della vita. Grazie alla<br />
fede nell'amore <strong>di</strong> Dio, Chiara, nell'ora della prova, ha spiccato un volo raggiungendo quell' “alta quota” <strong>di</strong> cui parla Giovanni<br />
Paolo II; è salita verso quel punto in cui splende la luce della speranza cristiana. “Mamma, fidati <strong>di</strong> Dio; poi hai fatto<br />
tutto”, ha detto alla mamma per consolarla in prossimità del <strong>di</strong>stacco […]». (Dall'omaggio e preghiera del card. Tarcisio<br />
Bertone in occasione della santa messa per la beatificazione <strong>di</strong> Chiara Badano).<br />
Visse a Sassello con il padre Ruggero, camionista, e la madre Maria Teresa, casalinga. A nove anni conosce i 'Focolarini'<br />
<strong>di</strong> Chiara Lubich ed entra a fare parte dei 'Gen'. Terminate le me<strong>di</strong>e a Sassello si trasferisce a Savona dove frequenta il liceo<br />
classico. A se<strong>di</strong>ci anni, durante una partita a tennis, avverte i primi lancinanti dolori ad una spalla: callo osseo la prima<br />
<strong>di</strong>agnosi, osteosarcoma dopo analisi più approfon<strong>di</strong>te. Inutili gli interventi alla spina dorsale e la chemioterapia: aumentano<br />
gli spasmi e arriva la paralisi alle gambe, eppure rifiuta la morfina che le toglierebbe luci<strong>di</strong>tà. La sua cameretta, in ospedale<br />
prima e a casa poi, <strong>di</strong>venta una piccola chiesa, luogo <strong>di</strong> incontro e <strong>di</strong> apostolato: Chiara Lubich, in un'affettuosa lettera<br />
le pone il soprannome <strong>di</strong> 'Luce'. Negli ultimi giorni, Chiara non riesce quasi più a parlare, ma vuole prepararsi<br />
all'incontro con 'lo Sposo': sceglie l'abito bianco, molto semplice, con una fascia rosa; spiega anche alla mamma come dovrà<br />
essere pettinata e con quali fiori dovrà essere addobbata la chiesa; suggerisce i canti e le letture della Messa. Vuole<br />
che il rito sia una festa. Le ultime sue parole: "Mamma sii felice, perché io lo sono. Ciao!". Muore all'alba del 7 ottobre<br />
1990. È stata beatificata il 25 settembre 2010 presso il Santuario del Divino Amore in Roma.<br />
Luigi e Maria Beltrame Quattrocchi<br />
«[…]Questi coniugi hanno vissuto, nella luce del Vangelo e con grande intensità umana, l'amore coniugale e il servizio alla<br />
vita. Hanno assunto con piena responsabilità il compito <strong>di</strong> collaborare con Dio nella procreazione, de<strong>di</strong>candosi generosamente<br />
ai figli per educarli, guidarli, orientarli alla scoperta del suo <strong>di</strong>segno d'amore. Da questo terreno spirituale così fertile<br />
sono scaturite vocazioni al sacerdozio e alla vita consacrata, che <strong>di</strong>mostrano quanto il matrimonio e la verginità, a partire<br />
dal comune ra<strong>di</strong>camento nell'amore sponsale del Signore, siano intimamente collegati e si illuminino reciprocamente.<br />
Attingendo alla parola <strong>di</strong> Dio ed alla testimonianza dei Santi, i beati Sposi hanno vissuto una vita or<strong>di</strong>naria in modo straor<strong>di</strong>nario.<br />
Tra le gioie e le preoccupazioni <strong>di</strong> una famiglia normale, hanno saputo realizzare un'esistenza straor<strong>di</strong>nariamente<br />
ricca <strong>di</strong> spiritualità. Al centro, l'Eucaristia quoti<strong>di</strong>ana, a cui si aggiungevano la devozione filiale alla Vergine Maria, invocata<br />
con il Rosario recitato ogni sera, ed il riferimento a saggi consiglieri spirituali. Così hanno saputo accompagnare i figli nel<br />
<strong>di</strong>scernimento vocazionale, allenandoli a valutare qualsiasi cosa "dal tetto in su", come spesso e con simpatia amavano <strong>di</strong>re<br />
[…]». (Omelia <strong>di</strong> Giovanni Paolo II in occasione della beatificazione dei coniugi Beltrame Quattrocchi).<br />
Luigi Beltrame Quattrocchi nasce a Catania il 12 gennaio 1880. Nel 1889 va a vivere con gli zii Luigi e Stefania Quattrocchi<br />
che ne richiedono l'affidamento ai cognati non potendo avere figli. Nel 1890, approda a Roma dove trascorrerà il resto della<br />
sua esistenza. Nel 1898, alla Facoltà <strong>di</strong> Giurisprudenza alla Sapienza e si laurea il 14 luglio 1902. Durante gli stu<strong>di</strong> conosce<br />
Maria Corsini che sposerà il 25 agosto 1905. Dalla loro unione nascono quattro figli: il primo Filippo nel 1906 (in seguito<br />
Don Tarcisio), la seconda Stefania nel 1908 (<strong>di</strong>venuta poi Suor Cecilia), il terzo Cesare nel 1909 (religioso anche lui,<br />
con il nome <strong>di</strong> P. Paolino) e la quarta Enrichetta il 6 aprile del 1914. Nel 1909 viene nominato Sostituto Avvocato Erariale.<br />
Arriva al pensionamento nel 1946 con la qualifica <strong>di</strong> Vice-Avvocato Generale Onorario dello Stato. Nonostante l'impegno<br />
del lavoro e della famiglia, Luigi si pro<strong>di</strong>ga in un proficuo apostolato e prende parte all'associazionismo cattolico. Nel 1916<br />
coopera con l'ASCI <strong>di</strong> cui viene nominato consigliere generale fino al 1927. Collabora ancora con il prof. Luigi Gedda<br />
nell'Azione Cattolica Maschile e nei Comitati Civici. Muore il 9 novembre 1951, in via Depretis, per infarto miocar<strong>di</strong>co.<br />
Maria Corsini nasce a Firenze il 24 giugno 1884. Per il lavoro del padre, nel 1983 si trasferisce a Roma dove frequenta le<br />
elementari presso le Suore <strong>di</strong> St. Joseph <strong>di</strong> Cluny, la scuola statale e l'Istituto Femminile <strong>di</strong> Commercio per Direttrici e Contabili.<br />
Nel 1905 sposa Luigi Beltrame Quattrocchi. Come il marito, affiancherà all'impegno familiare quello sociale. Già nel<br />
1914, a seguito del terremoto <strong>di</strong> Avezzano, si pro<strong>di</strong>ga nell'assistenza ai feriti e inizia le catechesi alle donne presso la parrocchia<br />
<strong>di</strong> S. Vitale. Nel 1915 soccorre moralmente e spiritualmente i soldati della Prima Guerra Mon<strong>di</strong>ale ricoverati nei <strong>di</strong>versi<br />
ospedali <strong>di</strong> Roma. Nel 1917 <strong>di</strong>venta Terziaria Francescana . Nel 1920 entra nelle file del Consiglio Centrale<br />
dell'Azione Cattolica Femminile. Nel 1937 segue un corso per infermiere della CRI e si specializza in malattie tropicali. Nel<br />
1945 collabora nell'opera <strong>di</strong> Ristoro alla Stazione Termini e nel 1946-1947 aderisce all'iniziativa dei P. Lombar<strong>di</strong> e P. Roton<strong>di</strong><br />
"Mondo Migliore". In questi stessi anni entra a far parte del Movimento Fronte della Famiglia, del quale sarà Vice-<br />
Presidente del Comitato romano. Altro campo d'azione è Rinascita Cristiana. Feconda anche la sua attività <strong>di</strong> scrittrice iniziata<br />
con la pubblicazione nel 1920 <strong>di</strong> articoliI cui seguiranno <strong>numero</strong>se pubblicazioni fra le quali "Voce <strong>di</strong> Madre"(1924),<br />
"L'or<strong>di</strong>to e la trama" (1953) in seguito ristampato con il titolo "Ra<strong>di</strong>ografia <strong>di</strong> un matrimonio" e "Rivalutiamo la vita" (1955),<br />
ultimo suo componimento. Nel 1951 perde il suo amato Luigi. Nel 1965, a 81 anni, il 25 agosto, Maria passa a miglior vita<br />
nella villetta "La Madonnina", fatta costruire per lei da Luigi.
06 In <strong>di</strong>ocesi<br />
anno XXVI <strong>numero</strong> 3 marzo <strong>2011</strong><br />
Un amore che non delude<br />
Il fidanzamento nel nome <strong>di</strong> Cristo<br />
<strong>di</strong> padre Mariano Amato<br />
Le coppie che ogni anno chiedono <strong>di</strong><br />
celebrare il matrimonio secondo il rito<br />
cattolico sono ancora molte! Le statistiche<br />
parlano <strong>di</strong> una forte <strong>di</strong>minuzione<br />
dei matrimoni religiosi, ma nonostante<br />
i numeri ogni anno circa 15 o<br />
20 coppie <strong>di</strong> fidanzati chiedono <strong>di</strong> essere<br />
seguiti per meglio affrontare la vita<br />
matrimoniale.<br />
La loro presenza la percepisco sempre<br />
come un grido <strong>di</strong> aiuto nell'iniziare<br />
l'avventura del per sempre, una decisione,<br />
questa, che fa tremare le giovani<br />
generazioni sempre più prive <strong>di</strong><br />
certezze e in molti casi provenienti da<br />
matrimoni finiti male. Ma, in<strong>di</strong>pendentemente<br />
dalla loro buona volontà, la<br />
realtà è che tanti giovani arrivano al<br />
matrimonio senza la coscienza adeguata<br />
della natura dell'avventura che<br />
stanno per intraprendere. Ciò non si<br />
può dare per scontato neanche per i<br />
giovani cristiani. Quin<strong>di</strong> la questione<br />
che ci si dovrebbe porre nei percorsi<br />
<strong>di</strong> preparazione non è tecnica, ma antropologica:<br />
la crisi della famiglia è<br />
una conseguenza della crisi<br />
dell'uomo, della persona!<br />
Gli sposi infatti sono due persone che<br />
decidono <strong>di</strong> camminare insieme verso<br />
il destino, verso la felicità. Come impostano<br />
il loro rapporto, come lo concepiscono,<br />
<strong>di</strong>pende dall'immagine<br />
che ciascuno si fa della propria vita,<br />
della realizzazione <strong>di</strong> sé.<br />
Per questo il primo aiuto che si può offrire<br />
a quanti vogliono unirsi in matrimonio<br />
è l'aiuto a prendere coscienza<br />
del mistero del loro essere uomini. Solo<br />
in questo modo potranno mettere<br />
adeguatamente a fuoco la loro relazione,<br />
senza attendersi da essa qualcosa<br />
che per loro natura nessuno <strong>di</strong> loro<br />
può dare all'altro.<br />
Quanta violenza, quanta delusione<br />
potrebbero essere evitate nel rapporto<br />
matrimoniale, se fosse compresa<br />
la natura propria della persona!<br />
Questa mancanza <strong>di</strong> coscienza del<br />
destino dell'uomo conduce a fondare<br />
tutto il rapporto su un inganno, che si<br />
può formulare così: la convinzione<br />
che il tu può rendere felice l'io. Il rapporto<br />
<strong>di</strong> coppia, in questo modo, si trasforma<br />
in un rifugio, tanto desiderato<br />
quanto inutile, per risolvere il problema<br />
affettivo. E quando l'inganno si manifesta,<br />
è inevitabile la delusione perché<br />
l'altro non ha compiuto<br />
l'aspettativa. Il rapporto matrimoniale<br />
non può avere altro fondamento che<br />
la verità <strong>di</strong> ciascuno dei suoi protagonisti.<br />
È la stessa relazione amorosa<br />
che contribuisce in maniera particolare<br />
a scoprire la verità dell'io e del tu, e<br />
insieme con la verità dell'io e del tu si<br />
manifesta la natura della vocazione<br />
comune.<br />
In effetti, «il mistero eterno del nostro<br />
essere» ci viene rivelato dalla relazione<br />
con la persona amata. Nulla ci risveglia,<br />
nulla ci rende tanto consapevoli<br />
del desiderio <strong>di</strong> felicità che ci costituisce,<br />
quanto la persona amata.<br />
La sua presenza è un bene così grande<br />
che ci fa cogliere la profon<strong>di</strong>tà e la<br />
vera <strong>di</strong>mensione <strong>di</strong> questo desiderio:<br />
un desiderio infinito. Papa Benedetto<br />
nella sua prima Enciclica ha spiegato<br />
che «nell'amore tra uomo e donna,<br />
nel quale corpo e anima concorrono<br />
inscin<strong>di</strong>bilmente, […] all'essere umano<br />
si schiude una promessa <strong>di</strong> felicità<br />
che sembra irresistibile, […] al cui confronto,<br />
a prima vista, tutti gli altri tipi <strong>di</strong><br />
amore sbia<strong>di</strong>scono».<br />
Nell'incontro amoroso, l'uno desta<br />
nell'altro un desiderio <strong>di</strong> pienezza che<br />
però è sproporzionato rispetto alla capacità<br />
che ciascuno ha <strong>di</strong> rispondervi.<br />
Suscita una sete che non è in con<strong>di</strong>zione<br />
<strong>di</strong> estinguere. Suscita una fame<br />
che non trova risposta in colei che l'ha<br />
destata. Da qui la rabbia, la violenza,<br />
che tante volte sorgono fra gli sposi, e<br />
la delusione nella quale vanno a cadere,<br />
se non comprendono la vera natura<br />
del loro rapporto. L'amato è il segno<br />
della presenza <strong>di</strong> un Oltre a cui il<br />
segno stesso rimanda! Per questo, se<br />
ciascuno non incontra ciò a cui il segno<br />
rimanda gli sposi sono condannati<br />
a essere consumati da una pretesa<br />
dalla quale non riescono a liberarsi,<br />
e il loro desiderio <strong>di</strong> infinito, che nulla<br />
come la persona amata desta, è<br />
condannato a rimanere insod<strong>di</strong>sfatto.<br />
Di fronte a questa insod<strong>di</strong>sfazione,<br />
l'unica via d'uscita che oggi tanti vedono<br />
è cambiare la coppia, dando inizio<br />
a una spirale in cui il problema viene<br />
rinviato fino al momento della prossima<br />
delusione.<br />
Solo nell'orizzonte <strong>di</strong> un amore più<br />
grande si può evitare <strong>di</strong> consumarsi<br />
nella pretesa, carica <strong>di</strong> violenza, che<br />
l'altro, che è limitato, risponda al desiderio<br />
infinito che desta, rendendo così<br />
impossibile il compimento <strong>di</strong> sé e<br />
della persona amata. Per scoprirlo bisogna<br />
essere <strong>di</strong>sposti ad assecondare<br />
la <strong>di</strong>namica del segno, restando<br />
aperti alla sorpresa che questa possa<br />
riservarci.<br />
La sorpresa è ciò che è accaduto in<br />
Cristo, il Verbo fatto carne.<br />
Gesù si presenta come il centro<br />
dell'affettività e della libertà dell' uomo.<br />
Ponendo se stesso al cuore degli<br />
stessi sentimenti naturali, si colloca a<br />
pieno <strong>di</strong>ritto come loro ra<strong>di</strong>ce vera. In<br />
tal modo Gesù rivela la portata della<br />
promessa che la sua persona costituisce<br />
per quanti lo lasciano entrare.<br />
Non si tratta <strong>di</strong> una ingerenza <strong>di</strong> Gesù<br />
a livello dei sentimenti più intimi, ma<br />
della più grande promessa che<br />
l'uomo abbia potuto mai ricevere: senza<br />
amare Cristo, la Bellezza fatta carne,<br />
più della persona amata,<br />
quest'ultimo rapporto avvizzisce, perché<br />
è Lui la verità <strong>di</strong> questo rapporto,<br />
la pienezza alla quale l'un l'altro si rinviano<br />
e nella quale il loro rapporto si<br />
compie. Solo permettendogli <strong>di</strong> entrare<br />
in esso è possibile che il rapporto<br />
più bello che può accadere nella vita<br />
non si corrompa e con il tempo muoia.<br />
Tale è l'audacia della sua pretesa. In<br />
questo momento appare in tutta la<br />
sua importanza il compito della comunità<br />
cristiana: favorire un'esperienza<br />
del Cristianesimo come pienezza <strong>di</strong> vita<br />
per ogni uomo. Solo nell'orizzonte<br />
<strong>di</strong> questo rapporto più grande, è possibile<br />
non consumarsi, perché ciascuno<br />
trova in esso il suo compimento<br />
umano, sorprendendo in sé una capacità<br />
<strong>di</strong> abbracciare l'altro nella sua <strong>di</strong>versità,<br />
<strong>di</strong> gratuità senza limiti, <strong>di</strong> perdono<br />
sempre rinnovato. Senza comunità<br />
cristiane capaci <strong>di</strong> accompagnare<br />
e sostenere gli sposi nella loro avventura<br />
sarà <strong>di</strong>fficile, se non impossibile,<br />
che essi la portino a compimento<br />
positivamente. (cfr J. Carron).
anno XXVI <strong>numero</strong> 3 marzo <strong>2011</strong><br />
In <strong>di</strong>ocesi<br />
07<br />
Aggiungi un posto a tavola… <strong>di</strong>mmi <strong>di</strong> “si”!<br />
La nuova iniziativa del centro <strong>di</strong>ocesano “Caritas” nel racconto <strong>di</strong> una coppia <strong>di</strong> sposi<br />
<strong>di</strong> Angelo Guastaferro e Maria Mauri<br />
Tutti desiderano trascorrere il giorno<br />
del proprio matrimonio, il giorno<br />
più bello, insieme a parenti ed amici<br />
e a tutti coloro che ci sono cari.<br />
Eppure, cosa molto <strong>di</strong>fficile da preparare<br />
per due futuri sposi è la lista<br />
degli invitati. Solitamente si chiede<br />
aiuto ai genitori e inevitabilmente<br />
sembra sempre <strong>di</strong> aver <strong>di</strong>menticato<br />
qualcuno. Questa volta a mettere in<br />
evidenza un errore nell'elenco degli<br />
invitati è stato un sacerdote: don<br />
Arcangelo Iovino, presidente della<br />
Caritas <strong>di</strong>ocesana. All'incontro che<br />
nel mese <strong>di</strong> febbraio il nostro Vescovo<br />
ha tenuto con le coppie <strong>di</strong> futuri<br />
sposi, don Arcangelo ci ha fatto<br />
notare che forse nella nostra lista<br />
avevamo mancato qualcuno. Ci parla<br />
così della nuova iniziativa della<br />
Caritas <strong>di</strong>ocesana “Aggiungi un posto<br />
a tavola. Un giorno speciale per<br />
tutti”. Essa consiste semplicemente<br />
nell'invitare al proprio matrimonio<br />
una persona meno fortunata, che<br />
non ha la possibilità <strong>di</strong> mangiare un<br />
pasto caldo tutti i giorni, <strong>di</strong> vestirsi o<br />
semplicemente <strong>di</strong> avere<br />
un posto dove poter dormire<br />
la notte. Qualcuno<br />
potrebbe pensare che invitare<br />
una persona sconosciuta<br />
al proprio matrimonio<br />
sia strano: lo stesso<br />
ospite si sentirebbe in<br />
imbarazzo e poi, detto tra<br />
noi, ce l'avrebbe un vestito<br />
per agghindarsi a festa<br />
Il problema è presto<br />
risolto. Basta devolvere il<br />
corrispettivo del costo del<br />
pranzo <strong>di</strong> un invitato alle<br />
attività della Caritas.<br />
Ostacolo superato. Chi<br />
non ha mai sentito la necessità<br />
<strong>di</strong> pro<strong>di</strong>garsi per<br />
aiutare chi ha bisogno<br />
Ci commuoviamo se passano<br />
in TV immagini <strong>di</strong><br />
emarginati del terzo mondo<br />
e guar<strong>di</strong>amo con ammirazione<br />
e quasi con invi<strong>di</strong>a<br />
coloro che lavorano<br />
in questi campi; ma poi, nel nostro<br />
piccolo, restiamo in<strong>di</strong>fferenti a qualsiasi<br />
iniziativa e pren<strong>di</strong>amo come<br />
scusa che ci giustifica l'eccessiva<br />
lontananza, non accorgendoci del<br />
bisognoso che sta <strong>di</strong>etro l'angolo <strong>di</strong><br />
casa nostra. Cosi facendo tutti i nostri<br />
sforzi, le nostre emozioni, la nostra<br />
religiosità risulta vana se non ci<br />
ren<strong>di</strong>amo conto che l'amore si realizza<br />
anzitutto nelle piccole cose. La<br />
Caritas Diocesana opera sul “nostro<br />
territorio” promuovendo tre<br />
strutture: il Centro Pastorale “Mons.<br />
Umbreto Tramma” a <strong>Nola</strong>, il Centro<br />
Pastorale “San Paolino” a Pomigliano<br />
d'Arco ed il Centro Pastorale<br />
“don Tonino Bello” a San Giuseppe<br />
Vesuviano. In esse i volontari sono<br />
riusciti in un solo anno a garantire<br />
47.686 pasti completi, un servizio<br />
doccia per 5.000 ospiti ed un servizio<br />
sanitario con tanti farmaci acquistati<br />
e <strong>di</strong>stribuiti. Sicuramente devolvendo<br />
alla Caritas quello che<br />
spenderemo per un solo invitato al<br />
nostro ricevimento del matrimonio,<br />
daremo l'opportunità ad una o più<br />
persone <strong>di</strong>sagiate <strong>di</strong> usufruire dei<br />
vari servizi che la Caritas mette a <strong>di</strong>sposizione<br />
tutto l'anno: questo significa<br />
garantire ancora una volta<br />
un pasto caldo, un servizio doccia e<br />
guardaroba, un'assistenza sanitaria<br />
più adeguata. Ma l'iniziativa non<br />
si ferma qui: comunicando il nome fino<br />
ad un mese prima del matrimonio<br />
all'in<strong>di</strong>rizzo <strong>di</strong> posta elettronica<br />
aggiungiunpostoatavola@caritasnola.it<br />
sarà recapitato agli sposi un dono<br />
simbolo dell'adesione a questa iniziativa.<br />
La carità davvero non si <strong>di</strong>mentica<br />
<strong>di</strong> nessuno.<br />
Se non sapremo realizzare il nostro<br />
amore attorno a noi, nelle piccole<br />
cose, tanto meno saremo in grado<br />
<strong>di</strong> realizzarlo nelle gran<strong>di</strong> cose. Soltanto<br />
cominciando da questi piccoli<br />
gesti, potremo imparare ad allargare<br />
il nostro amore verso orizzonti<br />
più lontani. Ed allora quel giorno acquisterà<br />
un significato ancora più vivo<br />
e profondo e la giornata si riempirà<br />
<strong>di</strong> quell'amore a <strong>di</strong>mensione comunitaria.<br />
Il giorno del nostro matrimonio<br />
sarà veramente un giorno<br />
speciale per tutti. Prima <strong>di</strong> concludere<br />
lanciamo una nuova idea: perché<br />
non allargare questa iniziativa<br />
ai bambini che si accingono alla prima<br />
comunione
08<br />
Unità d’Italia<br />
anno XXVI <strong>numero</strong> 3 marzo <strong>2011</strong><br />
La Chiesa <strong>di</strong> <strong>Nola</strong> prega per l'Italia<br />
Eucarestia del vescovo Beniamino Depalma nella festa dell'Unità nazionale<br />
<strong>di</strong> Alfonso Lanzieri<br />
La Chiesa ha sempre avuto a cuore<br />
l'Italia. È questo il messaggio che –<br />
chiarissimo – è arrivato la sera del 17<br />
marzo a quanti hanno partecipato<br />
all'eucarestia celebrata dal vescovo <strong>di</strong><br />
<strong>Nola</strong>, nel duomo della città bruniana,<br />
per onorare il 150° anniversario<br />
dell'unificazione nazionale.<br />
Un'eucarestia per pregare per questa<br />
nostra nazione che attraversa un momento<br />
non semplice e per far memoria<br />
in maniera profonda del grande ruolo<br />
svolto dai cattolici nella costruzione del<br />
Paese, dal periodo risorgimentale in<br />
poi. Un invito alla preghiera e alla riflessione<br />
accolto dai fedeli e dalle autorità<br />
invitate per l'occasione: i sindaci <strong>di</strong> circa<br />
trenta comuni della <strong>di</strong>ocesi, alti ufficiali<br />
della Guar<strong>di</strong>a <strong>di</strong> Finanza, dei Carabinieri<br />
e della Polizia <strong>di</strong> Stato. Presenti<br />
anche i Cavalieri <strong>di</strong> Malta.<br />
Nell'omelia il vescovo ha ricordato come<br />
l'Unità d'Italia fu certo anche il frutto<br />
<strong>di</strong> un'operazione militare, ma che non è<br />
possibile spiegarla solo come risultato<br />
<strong>di</strong> una volontà calata dall'alto sulle teste<br />
degli abitanti italici. Esisteva già nel<br />
popolo la volontà <strong>di</strong> <strong>di</strong>ventare “uno”,<br />
sebbene tale volontà avesse bisogno,<br />
per poter <strong>di</strong>ventare realtà, <strong>di</strong> una classe<br />
politico-militare capace <strong>di</strong> coagularla<br />
in un movimento organizzato. Essa<br />
fu in realtà quin<strong>di</strong>, e più profondamente,<br />
l'approdo politico <strong>di</strong> un comune patrimonio<br />
culturale, <strong>di</strong> tra<strong>di</strong>zione, <strong>di</strong> pensiero,<br />
<strong>di</strong> ethos, <strong>di</strong> costumi. Eravamo<br />
già riuniti come nazione, prima che lo<br />
stato sancisse questa unione in maniera<br />
istituzionalmente completa. Certo, il<br />
Risorgimento fu anche teatro <strong>di</strong> un vero<br />
e proprio conflitto tra le gerarchie cattoliche<br />
del tempo e i liberali che condussero<br />
il paese all'unità, tuttavia non<br />
si può nascondere la parte che anche i<br />
cattolici giocarono nel processo <strong>di</strong> unificazione<br />
e i nomi <strong>di</strong> Alessandro Manzoni<br />
e Antonio Rosmini sono solo<br />
l'inizio <strong>di</strong> una lunga fila <strong>di</strong> personalità e<br />
ingegni che, credenti, volevano<br />
un'Italia libera e unita. D'altro canto, ha<br />
precisato il prelato, ad una storiografia<br />
che troppo drasticamente descrive gli<br />
ambienti cattolici e le stesse gerarchie<br />
romane, come strenue oppositrici<br />
all'unificazione nazionale, in nome del<br />
conservazione dello status quo, occorre<br />
affermare che Pio IX non era certamente<br />
contrario all'Unità d'Italia, ma la<br />
voleva senza spargimento <strong>di</strong> sangue.<br />
Fatta l'Italia, occorre adesso conservarla<br />
e farla crescere. Agli amministratori<br />
e agli esponenti delle forze<br />
dell'or<strong>di</strong>ne presenti il vescovo ha ricordato<br />
che la patria non è una semplice<br />
espressione geografica ma un'insieme<br />
<strong>di</strong> valori: noi italiani abbiamo il valore<br />
della cultura, dell'intelligenza, della solidarietà,<br />
della famiglia e dell'ospitalità.<br />
Tutti semi che occorre far maturare per<br />
la ricchezza del nostro giovane stato.
anno XXVI <strong>numero</strong> 3 marzo <strong>2011</strong><br />
Unità d’Italia<br />
09<br />
Le ra<strong>di</strong>ci rinnegate<br />
Il volto anticlericale del Risorgimento<br />
<strong>di</strong> Don Giovanni De Riggi, docente <strong>di</strong> Storia della Chiesa all'ISSR <strong>di</strong> <strong>Nola</strong><br />
Lo scorso 17 marzo gli italiani hanno<br />
celebrato una data fondamentale<br />
per la storia della nazione: il 150° anniversario<br />
della nascita del Regno<br />
d'Italia. Era infatti il 17 marzo del<br />
1861 quando, dopo la caduta delle<br />
ultime resistenze del Regno borbonico<br />
- Gaeta, Messina e Civitella del<br />
Tronto - veniva proclamata ufficialmente<br />
la nascita del Regno. La penisola<br />
italica in quella data non era ancora<br />
<strong>di</strong> fatto del tutto unita: mancava<br />
la città <strong>di</strong> Roma che aveva il Papa come<br />
Re. La piena unificazione avverrà<br />
solo il 20 settembre del 1870<br />
quando, con la breccia <strong>di</strong> Porta Pia,<br />
l'esercito italiano, approfittando<br />
dell'assenza delle truppe francesi<br />
impegnate nella guerra contro la<br />
Prussia, si impadronirà della città.<br />
Con la breccia <strong>di</strong> Porta Pia sarebbe<br />
finito il potere temporale del Papa<br />
che dal 754 d.C., con il patto <strong>di</strong><br />
Kiersy fra papa Stefano II e Pipino il<br />
Breve, padre <strong>di</strong> Carlo Magno, era<br />
servito a mantenere un'effettiva e visibile<br />
in<strong>di</strong>pendenza del papato e si<br />
sarebbe aperta la lunga, tortuosa e<br />
sofferta “questione romana” che si<br />
concluderà solo con i Patti Lateranensi<br />
stipulati a Roma<br />
l'11 febbraio del 1929 voluti<br />
per ricucire, apparentemente,<br />
la profonda<br />
frattura che si era creata<br />
fra Stato e Chiesa.<br />
Infatti, il Risorgimento Italiano,<br />
presentato come<br />
una grande epopea storica,<br />
non fu del tutto immune<br />
dall'assumere un<br />
aspetto anticlericale <strong>di</strong><br />
cui il Piemonte contribuì<br />
non poco a cucire la veste.<br />
Di fronte alle prese <strong>di</strong> <strong>di</strong>stanze<br />
dal partecipare alla<br />
guerra contro l'Austria<br />
da parte <strong>di</strong> Pio IX - con<br />
l'allocuzione del 29 aprile<br />
del 1848 con cui <strong>di</strong>chiarava<br />
<strong>di</strong> non poter fare guerra<br />
ad una nazione cattolica<br />
- non solo svanì il mito<br />
del papa liberale - tante furono le calunnie<br />
contro il pontefice che lo resero<br />
quasi del tutto impopolare - ma si<br />
incominciò a mettere in seria <strong>di</strong>scussione<br />
l'esistenza dello stesso<br />
potere temporale, perché si riteneva<br />
che l'ufficio del capo della Chiesa<br />
universale fosse incompatibile con i<br />
doveri <strong>di</strong> un principe italiano.<br />
È vero che con le nuove con<strong>di</strong>zioni<br />
politiche generali, con la crescente<br />
secolarizzazione, con la sensibilità<br />
per gli ideali della rivoluzione francese,<br />
l'esistenza del potere temporale<br />
dei pontefici poteva sembrare<br />
anacronistico, tuttavia la situazione<br />
dello stato pontificio, come pure <strong>di</strong><br />
quello borbonico, non era arretrata<br />
come una certa storiografia ci ha tramandato.<br />
Per molti versi questi regni, in non<br />
pochi settori, erano all'avanguar<strong>di</strong>a<br />
più dello stesso regno <strong>di</strong> Sardegna,<br />
che per l'opinione pubblica <strong>di</strong> allora,<br />
era il garante della nascita <strong>di</strong> una politica<br />
che avrebbe realizzato le profezie<br />
messianiche. Da qui la famosa<br />
affermazione <strong>di</strong> Cavour, accattivante<br />
e ambigua, “libera Chiesa in libero<br />
Stato”, che sembrava essere una<br />
vera e propria profezia <strong>di</strong> tempi nuovi.<br />
I fatti <strong>di</strong>mostrarono il contrario. Il conte<br />
Cavour face applicare decisamente<br />
nei territori annessi le leggi<br />
contro i religiosi, ispirate a una politica<br />
tendente a creare uno stato che<br />
oggi si definirebbe laico, ma che in<br />
realtà si dovrebbe chiamare laicista,<br />
perché l'intento era <strong>di</strong> escludere<br />
ogni influsso della Chiesa nella società.<br />
A questa chiara tendenza, non<br />
certo una semplice suggestione come<br />
alcuni hanno voluto ritenere, Pio<br />
IX - e con lui una buona parte della<br />
Chiesa - rispose con una chiusura<br />
netta e una enorme <strong>di</strong>ffidenza verso<br />
il neonato stato.<br />
Intanto, il 17 marzo del 1861, appunto,<br />
nasceva il Regno d'Italia con<br />
la promessa <strong>di</strong> Roma capitale. Ma<br />
su quali basi avvenne l'unificazione<br />
È innegabile il fatto che<br />
all'inizio del XIX secolo si avvertiva<br />
l'esigenza <strong>di</strong> una unificazione politica<br />
degli Stati pre-unitari, senza esagerarne<br />
la portata, forse però essa<br />
avvenne senza tener conto <strong>di</strong> quella<br />
cultura popolare propria dell'Italia,<br />
già esistente da molto tempo, quella<br />
stessa cultura per cui possiamo ritenere<br />
Francesco d'Assisi e Caterina<br />
da Siena patroni d'Italia.<br />
In altri termini: nel 1861 nasceva il<br />
Regno d'Italia, non l'Italia che <strong>di</strong> fatti<br />
già esisteva. La necessità <strong>di</strong> avere<br />
la cultura del popolo come base<br />
dell'unifi-cazione venne completamente<br />
ignorata per preferire ideologie<br />
tendenzialmente stataliste e totalitarie,<br />
scelta poi profeticamente condannata<br />
da Pio IX con il Sillabo del<br />
1864. Sarà poi la Costituzione della<br />
Repubblica Italiana, in vigore dal 1°<br />
gennaio del 1948, frutto dell'opera <strong>di</strong><br />
Alcide de Gasperi in collaborazione<br />
coi membri degli altri partiti, a ricollocare<br />
il popolo come detentore della<br />
sovranità dello stato il cui compito è<br />
quello <strong>di</strong> servire lo sviluppo della persona<br />
umana: questi non sono forse<br />
principi che hanno ra<strong>di</strong>ci nella cultura<br />
cristiana che ha fatto l'Italia
10 Unità d’Italia<br />
anno XXVI <strong>numero</strong> 3 marzo <strong>2011</strong><br />
Il fermento perduto<br />
Il prof. Alfonso Monsurrò racconta l'Italia del secondo dopoguerra<br />
<strong>di</strong> Alfonso Lanzieri<br />
L'imme<strong>di</strong>ato dopoguerra ha rappresentato<br />
nel cammino della nostra<br />
giovane nazione una strettoia<br />
politico-sociale decisiva. Le migliori<br />
risorse del popolo della penisola dovettero<br />
essere impiegate per rimettere<br />
in pie<strong>di</strong> uno Stato in ginocchio.<br />
Il prof. Alfonso Monsurrò è un testimone<br />
oculare <strong>di</strong> quegli anni, durante<br />
i quali mise a <strong>di</strong>sposizione del nostro<br />
territorio e della chiesa nolana<br />
tutte le energie della sua giovinezza.<br />
Insegnante <strong>di</strong> latino e letteratura<br />
italiana al liceo classico, è stato figura<br />
politica ed ecclesiale <strong>di</strong> spicco,<br />
nel comune <strong>di</strong> Torre Annunziata<br />
e nell'ambito dell'Azione Cattolica,<br />
dove ha ricoperto ruoli <strong>di</strong> responsabilità<br />
sin da giovanissimo, per poi<br />
esserne presidente <strong>di</strong>ocesano. Mi<br />
accoglie nella sua bella e sobria casa<br />
<strong>di</strong> Torre Annunziata; quest'uomo<br />
perbene ed eru<strong>di</strong>to siede tanto leggero<br />
sulla sua se<strong>di</strong>a da annullare<br />
ogni timoroso indugio del suo interlocutore,<br />
e con un periodare pacato<br />
e mite inizia il suo racconto: «c'era<br />
una grande ansia <strong>di</strong> ricostruzione e<br />
rinnovamento. Dopo la guerra,<br />
l'oppressione, la fame e le fatiche, il<br />
semplice rivedersi era una festa, il<br />
ritrovarsi un dono. Il semplice star<br />
assieme, finalmente senza timori,<br />
era principio <strong>di</strong> una ritrovata vitalità.<br />
Eravamo grati per aver conservato<br />
la vita e temprati dalle asperità che<br />
avevamo dovuto superare. Tutto<br />
era un fermento: si doveva ripartire!».<br />
Quali furono i motori <strong>di</strong> questa<br />
ripartenza «Uno decisivo fu<br />
l'azione cattolica. Non si saprà mai<br />
tutto il bene che allora fece, è troppo<br />
per essere conosciuto. Ricordo<br />
– ma è solo un piccolo esempio - <strong>di</strong><br />
un incre<strong>di</strong>bile lavoro dell'ufficio soci<br />
militari durante la guerra.<br />
Un'impresa faticosissima per seguire<br />
ogni singolo giovane partito<br />
per il fronte e dare notizie ai familiari<br />
che attendevano in ansia. Dopo<br />
la guerra, sul fronte politico, furono<br />
fondamentali per il destino del nostro<br />
paese i Comitati Civici. In pratica,<br />
poiché i membri dell'Azione Cattolica<br />
per statuto non potevano impegnarsi<br />
<strong>di</strong>rettamente in politica,<br />
Luigi Gedda - presidente degli Uomini<br />
<strong>di</strong> Azione Cattolica dal 1946 al<br />
1949 - s'inventò questa <strong>di</strong>citura per<br />
suscitare un vasto appoggio alla<br />
DC per elezioni del '48. Quella vittoria<br />
elettorale salvò l'Italia dal concreto<br />
pericolo del comunismo sovietico.<br />
Ricordando quegli eventi,<br />
dobbiamo riconoscere una certa<br />
saggezza e maturità alla popolazione<br />
<strong>di</strong> allora che seppe valutare e<br />
scegliere per il meglio». Com'era il<br />
confronto politico a quei tempi «Litigioso<br />
come quello <strong>di</strong> oggi, su questo<br />
dobbiamo essere sinceri. Ma<br />
quelli che lottavano per affermare<br />
un ideale erano più <strong>numero</strong>si <strong>di</strong><br />
quelli che cercavano semplicemente<br />
l'affermazione personale.<br />
Ho l'impressione che oggi la proporzione<br />
tra queste due fazioni si<br />
sia invertita. C'è molto ciarpame in<br />
circolazione. Inoltre era più alto il livello<br />
della contesa: le pubblicazioni<br />
o i giornali e le <strong>di</strong>scussioni erano <strong>di</strong><br />
qualità». Com'era il tessuto ecclesiale<br />
«Nella chiesa il clero aveva<br />
un ruolo predominante, praticamente<br />
e visivamente, c'era meno<br />
autonomia per i laici, ma la collaborazione<br />
coi chierici, dove erano presenti<br />
preti santi e intelligenti- ne potrei<br />
citare a decine, ricordo Mons.<br />
Leone <strong>di</strong> Pomigliano o Mons. Sperandeo<br />
- funzionava». Un elemento<br />
prezioso del nostro racconto fa il<br />
suo ingresso quando il professore,<br />
aiutato da sua moglie Maria e dalla<br />
cognata Rosa, ricorda alcune figure<br />
femminili <strong>di</strong> grande spessore<br />
umano e cristiano. Rachele Sibilla<br />
e Gelsomina Mattiello ad esempio.<br />
Ma anche le signorine Caccavale e<br />
De Nicola <strong>di</strong> Torre Annunziata. In<br />
particolare quest'ultima è protagonista<br />
<strong>di</strong> una storia che merita la citazione<br />
per comprendere bene lo spirito<br />
<strong>di</strong> quegli anni: consigliere comunale<br />
della città oplontina, durante la<br />
campagna elettorale del 1948, è arrestata<br />
e portata in camera <strong>di</strong> sicurezza.<br />
Motivo L'aver strappato dai<br />
muri della città i manifesti elettorali<br />
del partito comunista che ritraevano<br />
Papa Pio XII con le mani grondanti<br />
<strong>di</strong> sangue: i manifesti elettorali<br />
non possano essere toccati prima<br />
<strong>di</strong> 24 ore e la arrestano Alla notizia<br />
tutta la città si solleva e protesta,<br />
mentre la piccola donna si <strong>di</strong>fende<br />
da sola: il papa Pio XII è un capo <strong>di</strong><br />
stato e, da <strong>di</strong>ritto, non si può vituperare<br />
la sua figura. Se lei ha commesso<br />
un reato, quantomeno altri<br />
l'hanno commesso prima <strong>di</strong> lei. La<br />
rilasciano la sera stessa. Prima del<br />
saluto chiedo al professore come si<br />
trova nell'Italia <strong>di</strong> oggi «L'età mi<br />
mette un po' al <strong>di</strong> sopra del chiasso<br />
che scorgo nella vita pubblica. Ma<br />
le cose fatue cadono, ciò che non è<br />
consistente si spegne: la storia è<br />
una cosa vivente. Quando leggevo<br />
il giornale da giovane mi arrabbiavo,<br />
adesso mi limito a scrivere un<br />
commento a latere. Quel che mi preoccupa<br />
è la instabilità <strong>di</strong> verità e<br />
principi. Non è bene che adesso le<br />
cose siano così fluide, che siano caduti<br />
i punti <strong>di</strong> riferimento stabili culturalmente<br />
ed eticamente».
anno XXVI <strong>numero</strong> 3 marzo <strong>2011</strong><br />
In <strong>di</strong>ocesi<br />
11<br />
Impren<strong>di</strong>tore <strong>di</strong> fede<br />
Salvatore Cantone ha detto no al pizzo <strong>di</strong>mostrando che la camorra non è la legge<br />
<strong>di</strong> Mariangela Parisi<br />
«Non mi reputo un eroe, ho solo fatto il<br />
mio dovere. Il mio non è un comportamento<br />
straor<strong>di</strong>nario, è normale». Così<br />
Salvatore Cantone, l'impren<strong>di</strong>tore pomiglianese<br />
che ha detto no al pizzo, risponde<br />
alla nostra prima domanda.<br />
Lo abbiamo raggiunto telefonicamente<br />
per farci raccontare la sua storia e<br />
per scoprire qualcosa in più <strong>di</strong> un uomo<br />
del sud che ha <strong>di</strong>mostrato che i su<strong>di</strong>sti<br />
non sono tutti uguali, che anche<br />
all'ombra del Vesuvio cresce l'erba buona.<br />
Il primo incontro <strong>di</strong> Salvatore con la camorra<br />
risale al 2005. Gli chiesero<br />
20.000 euro per le famiglie dei carcerati:<br />
dopo essere stato a casa del boss<br />
che gestiva il giro delle estorsioni della<br />
zona, Salvatore riesce a far scendere<br />
il pagamento a 1.500 «un pagamento<br />
fatto con la speranza che la partita<br />
fosse chiusa e che non sarebbero<br />
più tornati. Ma già allora mi restò dentro<br />
un senso <strong>di</strong> rabbia, mi sentivo colpito<br />
nella mia <strong>di</strong>gnità». Salvatore avvertì<br />
allora il camorrista che non<br />
avrebbe ceduto ad una seconda richiesta<br />
e che anzi avrebbe avvertito i<br />
carabinieri: lo avrebbe denunciato. E<br />
così è avvenuto: «non potevo – sottolinea<br />
– venire meno alla mia parola, a<br />
quanto avevo promesso a me stesso».<br />
«Per le mie figlie – continua Salvatore<br />
- per la mia famiglia decisi <strong>di</strong> denunciare,<br />
<strong>di</strong> non pagare ancora. Fui considerato<br />
da molti un tra<strong>di</strong>tore, venni<br />
isolato. Avevo però iniziato un percorso<br />
<strong>di</strong> fede: è stata quella la mia forza insieme<br />
all'appoggio <strong>di</strong> persone che stavano<br />
dalla mia parte come il mio parroco,<br />
don Peppino Gambardella».<br />
Mentre parla Salvatore lascia trasparire<br />
la felicità per quello che ha fatto e<br />
che continua a fare «grazie a quanti<br />
con me si impegnano e si affidano<br />
all'associazione antiracket nata a seguito<br />
della mia lotta e de<strong>di</strong>cata a Domenico<br />
Noviello, l'impren<strong>di</strong>tore ucciso<br />
dai Casalesi per aver detto no».<br />
Parla Salvatore e dalle sue parole, dal<br />
suo tono si percepisce l'amore che ha<br />
per la sua terra, una terra nella quale<br />
si trova ad essere un adulto responsabile,<br />
un adulto raro, uno <strong>di</strong> quegli adulti<br />
<strong>di</strong> cui le giovani generazioni si possono<br />
fidare per la vita e non per la morte.<br />
Perché in mezzo al <strong>di</strong>sagio sociale<br />
che domina nelle nostre terre, affidarsi<br />
alla camorra è più facile: offre un sostentamento<br />
imme<strong>di</strong>ato, maschera <strong>di</strong><br />
una vita a breve scadenza. «Come<br />
adulto lotto per <strong>di</strong>mostrare che bisogna<br />
puntare ad un cambiamento <strong>di</strong><br />
mentalità, per in<strong>di</strong>care ai ragazzi che<br />
non bisogna vantarsi del fatto che un<br />
camorrista offra il caffè al bar, che opporsi<br />
ai camorristi deve essere un<br />
comportamento normale e non straor<strong>di</strong>nario».<br />
Ha denunciato Salvatore, ma non è<br />
scappato: «quando denunci puoi anche<br />
scegliere <strong>di</strong> cambiare identità e<br />
andare via, ma sarebbe stata una<br />
sconfitta per me ma anche per il territorio:<br />
bisogna restare e lottare perche<br />
la nostra non venga considerata più<br />
come terra <strong>di</strong> mafia. Bisogna lottare<br />
per cambiare mentalità: non bisogna<br />
arrivare alla denuncia, si possono fare<br />
anche piccoli gesti come non acquistare<br />
un abito o un prodotto falso o rubato.<br />
Sono gesti che consentono <strong>di</strong><br />
sottrarre entrate ala camorra e che ci<br />
aiutano a riappropriarci del territorio e<br />
della nostra vita».<br />
Salvatore continua la sua lotta, continua<br />
per <strong>di</strong>re a tutti, ad impren<strong>di</strong>tori e<br />
non, che solo dall'unione può nascere<br />
la forza per una battaglia ad armi pari<br />
con la camorra «lo Stato - <strong>di</strong>ce – c'è ed<br />
è dalla parte dei citta<strong>di</strong>ni, ma ognuno<br />
deve fare la sua parte». Per questo la<br />
sua associazione sostiene la campagna<br />
“Pago chi non paga” volta ad educare<br />
ad un consumo critico, favorendo<br />
commercianti e impren<strong>di</strong>tori che<br />
pubblicamente – attraverso anche<br />
l'esposizione <strong>di</strong> un logo – rinunciano<br />
alla camorra.<br />
Educare alla legalità ovvero educare<br />
alla libertà «per questo le nostre iniziative<br />
vengono portate anche nelle<br />
scuole, così da coinvolgere anche e<br />
soprattutto ai bambini perché si <strong>di</strong>ffonda<br />
sempre più la consapevolezza che<br />
la camorra non è la normalità», la camorra<br />
non è la legge, la camorra non è<br />
il senso della vita <strong>di</strong> un uomo e Salvatore<br />
Cantone, partendo dal Vangelo<br />
per la sua lotta, l'ha testimoniato.<br />
L'associazione "Pomigliano per la legalità Domenico Noviello", associazione<br />
antiracket e antiusura, è membro del FAI (Federazione associazioni<br />
antiracket e antiusura italiane). Ha sede in Via A. Locatelli, 3 - Pomigliano<br />
d'Arco (NA) ed è contattabile sia telefonicamente (tel/fax 081 19171114 -<br />
cell. 347 1908393) che per e-mail (pomigliano@antiracket.it).
12 In <strong>di</strong>ocesi<br />
anno XXVI <strong>numero</strong> 3 marzo <strong>2011</strong><br />
Magistratura e politica<br />
L'incontro dell'Azione Cattolica per celebrare il 21 marzo<br />
<strong>di</strong> Mariangela Parisi<br />
Equilibrio fra poteri: questo garantisce<br />
la Costituzione italiana, straor<strong>di</strong>nario<br />
testo che dal 1948 custo<strong>di</strong>sce<br />
e tutela il cuore della nostra nazione,<br />
la parte più intima del nostro<br />
Paese. La volontà dei padri costituenti<br />
è stata quella <strong>di</strong> garantire<br />
un'autonomia dei poteri statali che<br />
però allo stesso tempo non fosse <strong>di</strong><br />
ostacolo alla comune crescita degli<br />
stessi e dunque del Paese tutto.<br />
Scelsero allora i costituenti un' inversione<br />
<strong>di</strong> rotta rispetto al passato<br />
rendendo in<strong>di</strong>pendente la magistratura<br />
che come recita l'art.101<br />
della costituzione, è sottoposta soltanto<br />
alla legge.<br />
E proprio sull'importanza <strong>di</strong> garantire<br />
quest'equilibrio ha posto<br />
l'accento più volte Francesco Cananzi,<br />
magistrato, membro della<br />
giunta dell'Anm <strong>di</strong> Napoli, intervenuto<br />
all'incontro “Magistratura e Politica.<br />
Questioni e criteri” tenutosi lo<br />
scorso 21 marzo, presso il complesso<br />
<strong>di</strong> Santa Chiara a <strong>Nola</strong>, ed<br />
organizzato dall'Azione Cattolica.<br />
Un incontro importante in un giorno<br />
importante e in un momento <strong>di</strong> riforme<br />
che sta investendo il Paese in<br />
vari settori, non ultimo quello della<br />
magistratura.<br />
Il 21 marzo è infatti la Giornata<br />
dell'impegno e dell'impegno in ricordo<br />
delle vittime delle mafie, un<br />
giorno de<strong>di</strong>cato a chi è morto per<br />
combattere quanti agiscono contro<br />
il bene comune, a quanti sono stati<br />
innocentemente coinvolti in faide inconcepibili,<br />
a quanti hanno vissuto<br />
con onore, non per essere eroi, ma<br />
per essere uomini, semplicemente.<br />
«E uomini» ha detto Cananzi «sono<br />
i magistrati, uomini e donne che<br />
lavorano e compiono il proprio dovere».<br />
E lo<br />
fanno nonostante<br />
le <strong>di</strong>fficoltà<br />
derivanti<br />
da carenze<br />
strutturali<br />
e <strong>di</strong><br />
personale,<br />
molto gravi,<br />
«basta pensare<br />
che sono<br />
vent'anni<br />
che non viene<br />
ban<strong>di</strong>to<br />
un concorso<br />
per cancellieri<br />
e che la<br />
me<strong>di</strong>a d'età per il settore è <strong>di</strong> 61 anni».<br />
Se è vero che deve esserci una<br />
riforma della giustizia che possa<br />
rendere più efficace il servizio al popolo<br />
che la magistratura è costituzionalmente<br />
tenuta a rendere, è<br />
pur vero che i principali interventi<br />
sono relativi alle risorse strutturali e<br />
<strong>di</strong> personale.<br />
L'obiettivo delle recenti riforme<br />
sembrano invece in<strong>di</strong>rizzate «a rendere<br />
– ha detto Cananzi – sempre<br />
più i magistrati dei burocrati». Non<br />
solo, la responsabilità <strong>di</strong>retta invocata<br />
dai sostenitori dell'attuale riforma,<br />
andrebbe ad incidere fortemente<br />
sul principio <strong>di</strong> uguaglianza<br />
dei citta<strong>di</strong>ni davanti alla legge e<br />
sull'imparzialità del giu<strong>di</strong>zio dal momento<br />
che il giu<strong>di</strong>ce tenderà a favorire<br />
la pare più forte: economicamente.<br />
Dunque riforme sì, anche per<br />
aspetti importanti «come ad esempio<br />
– ha ricordato Cananzi – la regolamentazione<br />
dei “processi me<strong>di</strong>atici”»,<br />
ma che non danneggino i citta<strong>di</strong>ni<br />
e il loro <strong>di</strong>ritto ad una giustizia<br />
equa. Citta<strong>di</strong>ni, che come emerso<br />
dall'incontro del 21 marzo, hanno<br />
desiderio <strong>di</strong> capire e hanno desiderio<br />
<strong>di</strong> incontrare gli esponenti della<br />
magistratura conosciuti invece prevalentemente<br />
tramite i me<strong>di</strong>a.
anno XXVI <strong>numero</strong> 3 marzo <strong>2011</strong><br />
In <strong>di</strong>ocesi<br />
13<br />
Le(g)ali al sud<br />
La <strong>Diocesi</strong> <strong>di</strong> <strong>Nola</strong> e l'istituto scolastico “G.Pascoli” <strong>di</strong> Cicciano insieme per la legalità<br />
<strong>di</strong> Pasquale Pizzini<br />
Si 'a paura fa nuvanta, 'a <strong>di</strong>gnità fa<br />
cient'uttnata. Con questo slogan ha<br />
preso il via il progetto sulla legalità<br />
previsto dall'accordo <strong>di</strong> partenariato<br />
tra il Direttore dell'Ufficio Scuola<br />
della <strong>Diocesi</strong> <strong>di</strong> <strong>Nola</strong>, don Virgilio<br />
Marone, e la Dirigente Scolastica<br />
della Scuola Secondaria I grado<br />
“Giovanni Pascoli” <strong>di</strong> Cicciano, Eva<br />
Ciccone, nell'ambito della programmazione<br />
dei fon<strong>di</strong> strutturali europei<br />
2007/2013. L'intesa prevede<br />
per i ragazzi un percorso <strong>di</strong> formazione<br />
che, partendo dall'analisi delle<br />
mille situazioni <strong>di</strong> illegalità in cui ci<br />
troviamo a vivere, attraverso<br />
l'incontro e il confronto con esperienze<br />
concrete <strong>di</strong> comportamenti<br />
legali e <strong>di</strong> citta<strong>di</strong>nanza attiva, induca<br />
atteggiamenti e comportamenti<br />
improntati alla legalità, alla partecipazione<br />
attiva alla vita sociale e politica,<br />
alla tutela dei <strong>di</strong>ritti <strong>di</strong> ogni essere<br />
umano, in<strong>di</strong>viduando<br />
opportunità<br />
e strumenti<br />
per andare oltre la<br />
legge del più forte.<br />
G l i s t u d e n t i<br />
dell'istituto scolastico<br />
<strong>di</strong> Cicciano<br />
i m p e g n e r a n n o<br />
cento ore extrascolastiche<br />
in attività<br />
<strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o, gioco,<br />
teatro, e incontri<br />
con testimoni<br />
della: l'obiettivo è<br />
imparare a superare<br />
paure, luoghi<br />
comuni e stereotipi<br />
sulla camorra e<br />
assumere atteggiamenti<br />
e comportamenti<br />
<strong>di</strong> citta<strong>di</strong>nanza<br />
consapevole,<br />
responsabile<br />
e attiva. Il progetto<br />
si concluderà<br />
a <strong>di</strong>cembre<br />
prossimo con la realizzazione<br />
della<br />
“tombola della legalità”<br />
de<strong>di</strong>cata a Giovanni Falcone,<br />
Paolo Borsellino, Peppino Impastato,<br />
Giancarlo Siani, don Peppe<br />
Diana che hanno pagato con la vita<br />
la lotta alla criminalità organizzata,<br />
ma anche a Pietro Grasso e Antonio<br />
Ingroia che sulla scia dei loro<br />
predecessori stanno servendo con<br />
onore lo Stato e, infine, ad Associazioni<br />
come Libera, Ad<strong>di</strong>o pizzo, Pomigliano<br />
per la legalità”Domenico<br />
Novello”, che si battono contro ogni<br />
forma <strong>di</strong> ingiustizia sociale.<br />
Il percorso <strong>di</strong> formazione prevede,<br />
infine, un collegamento tra arte e legalità<br />
con la rappresentazione teat<br />
r a l e d i “ C ' e r a u n a v o l-<br />
ta...Scugnizzi”, curata dall'Ins. Filomena<br />
Menna, collaboratrice<br />
dell'Ufficio Scuola Diocesano.<br />
Nell'ambito del progetto saranno impegnate<br />
non solo le risorse interne<br />
alla Scuola Pascoli, come i proff. Paolino<br />
Peluso e Pasquale Esposito,<br />
ma anche esperti dell'Ufficio Scuola<br />
Diocesano, come il prof. Fedele Salvatore,<br />
che da anni lavorano in percorsi<br />
<strong>di</strong> formazione con studenti.<br />
Le famiglie della citta<strong>di</strong>na alle porte<br />
<strong>di</strong> <strong>Nola</strong> hanno volentieri iscritto i propri<br />
figli all'itinerario formativo a testimonianza<br />
della qualità della proposta<br />
educativa messa in campo dalle<br />
due Istituzioni che mira a far crescere<br />
nei ragazzi, attraverso il gioco,<br />
lo stu<strong>di</strong>o e l'arte, il senso della<br />
propria <strong>di</strong>gnità <strong>di</strong> uomini liberi e responsabili.<br />
«Il progetto sulla legalità - ha chiarito<br />
don Virgilio Marone - si inserisce<br />
nel cammino <strong>di</strong> formazione che<br />
l'Ufficio Scuola della <strong>Diocesi</strong> <strong>di</strong> <strong>Nola</strong><br />
ha messo in campo in questo anno<br />
scolastico su “emergenza educativa,<br />
giustizia e libertà <strong>di</strong> stampa” e<br />
che ha già visto la partecipazione,<br />
tra gli altri, del dott. Antonio Ingroia,<br />
della Procura Distrettuale Antimafia<br />
<strong>di</strong> Palermo, del giornalista <strong>di</strong> Repubblica,<br />
Antonio Corbo, del giornalista<br />
conduttore <strong>di</strong> TV-Talk/Rai<br />
TRE, Massimo Bernar<strong>di</strong>ni, e che sarà<br />
concluso il prossimo 12 aprile da<br />
Mons. Mariano Crociata, Segretario<br />
Generale della Conferenza Episcopale<br />
Italiana.<br />
L'appuntamento con Mons. Crociata,<br />
fortemente voluto da Mons. Depalma,<br />
vescovo <strong>di</strong> <strong>Nola</strong>, concluderà<br />
il ciclo <strong>di</strong> incontri <strong>di</strong> formazione per<br />
docenti e studenti in questo anno<br />
2010/<strong>2011</strong> che ha avuto come stella<br />
polare il documento sugli Orientamenti<br />
per il decennio 2010-2020<br />
dei Vescovi italiani “Educare alla vita<br />
buona del Vangelo”. Su questa<br />
scia è stato anche realizzato<br />
dall'Ufficio Scuola Diocesano con<br />
l'Istituto Superiore <strong>di</strong> Scienze Religiose<br />
<strong>di</strong> <strong>Nola</strong> un Corso <strong>di</strong> Perfezionamento<br />
su “Insegnamento della religione<br />
cattolica:senso e <strong>di</strong>namiche<br />
<strong>di</strong> una proposta educativa” per docenti<br />
<strong>di</strong> Religione in servizio nelle<br />
Scuole pubbliche».
14 In <strong>di</strong>ocesi<br />
anno XXVI <strong>numero</strong> 3 marzo <strong>2011</strong><br />
Solidarietà afghana<br />
Iniziativa dei Testimoni del Risorto <strong>di</strong> p. Sabino Palumbieri che celebra il giubile sacerdotale<br />
<strong>di</strong> Mons. Luigi Mucerino<br />
Ci siamo doverosamente portati fino<br />
a domicilio per un impulso <strong>di</strong><br />
umanità e per un'ispirazione <strong>di</strong> Vangelo.<br />
Un domicilio che nel nostro caso<br />
ha il volto <strong>di</strong> un carcere, che non<br />
è certamente a misura delle nostre<br />
carceri. A rappresentarci è stato il tenente<br />
maggiore Giuseppe De Riggi,<br />
che da molti mesi è in Afghanistan<br />
per ragioni <strong>di</strong> pace. Ha sperimentato<br />
il conforto della sua visita<br />
un gruppo <strong>di</strong> donne costrette al carcere<br />
ad Herat in terra afghana, e<br />
che da noi sono state dotate <strong>di</strong> una<br />
provvida attrezzatura <strong>di</strong> lavoro composta<br />
<strong>di</strong> tre telai per la tessitura della<br />
seta e <strong>di</strong> quin<strong>di</strong>ci box <strong>di</strong> bachi da<br />
seta.<br />
Ci siamo resi vicini a quelle nostre<br />
sorelle, consegnando nelle loro mani<br />
la nostra solidarietà ed alcuni strumenti<br />
<strong>di</strong> liberazione e <strong>di</strong> promozione.<br />
In vista <strong>di</strong> questo obiettivo concreto<br />
è stata facile l'intesa operativa tra<br />
l'Associazione S. Cuore della Chiesa<br />
del Gesù in <strong>Nola</strong> e il gruppo del<br />
Movimento laicale del Risorto.<br />
L'angolo del mercatino, allestito<br />
dal concorso <strong>di</strong> molte<br />
persone, si è andato subito<br />
riducendo dei suoi articoli<br />
con la visita <strong>di</strong>sinteressata<br />
<strong>di</strong> tanti acquirenti. E<br />
così il dono afghano ha portato<br />
il timbro <strong>di</strong> molte mani.<br />
Ben nota è l'Associazione<br />
S. Cuore, nuova invece è risultata<br />
la presenza del<br />
Gruppo del Movimento spirituale<br />
laicale del Risorto.<br />
Una certa eco suscita in<br />
noi questa denominazione,<br />
per il riferimento ricorrente<br />
avutosi durante<br />
l'anno del Vangelo, che coinvolse<br />
alcuni anni fa la nostra<br />
comunità <strong>di</strong>ocesana e<br />
che determinò un “trasferimento<br />
<strong>di</strong> popolo” nel centro<br />
Salesiano <strong>di</strong> Pacognano<br />
<strong>di</strong> Vico Equense.<br />
Troppo decisivo e permeante è<br />
l'avvenimento della Risurrezione <strong>di</strong><br />
Gesù, per rimanere ai margini<br />
dell'esperienza <strong>di</strong> fede singola e comunitaria.<br />
Da siffatta verità, antica<br />
e nuova sempre, trae ispirazione il<br />
Movimento dei Testimoni del Risorto.<br />
Ispirazione che si struttura in<br />
una fascia <strong>di</strong> riflessioni e <strong>di</strong> percorsi<br />
consonanti con la teologia e con il<br />
tessuto delle scienze umane. Fondatore<br />
è padre Sabino Palumbieri,<br />
che fu protagonista insostituibile<br />
delle nostre giornate <strong>di</strong> Pacognano.<br />
Un'anima eletta, per ricorrere ad<br />
un'espressione solita, d. Sabino,<br />
tanto “teoricamente” dotato quanto<br />
spiritualmente ricco. Poliedrica,<br />
nell'ambito del TR, la sua personalità:<br />
frequenta le vette dell'antropologia<br />
filosofica, indugia con amore<br />
con i gruppi e persone in esercizi<br />
formativi, non evita confronti <strong>di</strong> tipo<br />
logistico. Ora che sta attraversando<br />
l'anno giubilare del suo cinquantennio<br />
sacerdotale, vanno a lui preghiere,<br />
auguri e riconoscenza. Corale<br />
momento celebrativo proprio a<br />
Pacognano il 9 e 10 aprile. Sentimenti<br />
beneauguranti merita non meno<br />
don Luis Roson, vicario del fondatore,<br />
che con<strong>di</strong>vide a tal punto il<br />
clima giubilare, da celebrare lui pure<br />
il venticinquesimo sacerdotale.<br />
Testimoni del Risorto<br />
Nel 1984 sorge la prima proposta concreta <strong>di</strong> un movimento<br />
centrato sulla gioia della Resurrezione e<br />
sulla testimonianza del Risorto all'interno del gruppo<br />
<strong>di</strong> fedeli radunati già da tempo attorno al padre<br />
salesiano Sabino Palumbieri.<br />
L' 8 <strong>di</strong>cembre 1984 prende vita in maniera ufficiale il<br />
progetto TR ('Testes Resurrectionis' con un proprio<br />
statuto. Il Movimento TR nasce come spazio<br />
d'incontro tra amici accomunati da un unico ideale e da un unico desiderio: vivere<br />
più da vicino, nella quoti<strong>di</strong>anità e nella realtà <strong>di</strong> ogni giorno, la notizia<br />
bella della Risurrezione, fonte <strong>di</strong> gioia e <strong>di</strong> vita.<br />
È un movimento aperto a tutti, senza limiti <strong>di</strong> età, <strong>di</strong> provenienza, <strong>di</strong> cultura;<br />
coloro che ne entrano a far parte vivono una particolare esperienza <strong>di</strong> fede e<br />
<strong>di</strong> amicizia, costituendo una “famiglia <strong>di</strong> famiglie” in cui, insieme, ci si educa<br />
alla cultura della vita per operare meglio là dove il Signore chiama. La sua organizzazione<br />
generale nazionale si articola in SETTORI (Giovani, Adulti e<br />
Volontariato) e , più recentemente, in AMBITI operativi per la formazione, la<br />
comunicazione, la liturgia, la famiglia, l'artistico-ricreativo e l'economato.<br />
A livello locale il TR è organizzato in gruppi <strong>di</strong> base (chiamati Cenacoli) presenti<br />
in <strong>di</strong>verse regioni italiane, in gran<strong>di</strong> città come in piccoli paesi, operando<br />
spesso nelle parrocchie e nelle <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> appartenenza.