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Relazione annuale<br />

2006


Gli organi sociali<br />

(31 marzo 2006)<br />

Presidente<br />

Vice Presidenti<br />

Consiglio Direttivo<br />

Giunta<br />

Collegio Revisore dei Conti<br />

Probiviri<br />

Direttore Generale<br />

Pasquale DE VITA<br />

Domenico D’ARPIZIO<br />

Gian Battista MERLO<br />

Cristiano RAMINELLA<br />

Angelo TARABORRELLI<br />

Aldo BRACHETTI PERETTI<br />

Fabio GANZER<br />

Benoit LUC<br />

Gian Marco MORATTI<br />

Umberto SCARIMBOLI<br />

Adolfo VANNUCCI<br />

Ness YAMMINE<br />

Paolo ALFANI<br />

Aldo BRACHETTI PERETTI<br />

Ugo BRACHETTI PERETTI<br />

Fabio GANZER<br />

Alessandro GARRONE<br />

Giorgio GHIO<br />

Cesare GUAITA<br />

Benoit LUC<br />

Gian Marco MORATTI<br />

Gianni MURANO<br />

Carlo PICCHIOTTI<br />

Ottavio POMPEI<br />

Giorgio PROFUMO<br />

Umberto SCARIMBOLI<br />

Renato SCHIEPPATI<br />

Lamberto SIMONETTI<br />

Adolfo VANNUCCI<br />

Ness YAMMINE<br />

Lucia BORMIDA<br />

Antonio PALUMBIERI (Presidente)<br />

Fabrizio SCANU<br />

Luciano BASSI<br />

Carlo CITTADINI<br />

Aldo SIMONETTI<br />

Pietro DE SIMONE<br />

2<br />

Relazione Annuale 2006


Le Aziende associate<br />

(31 marzo 2006)<br />

ALMA PETROLI<br />

API - ANONIMA PETROLI ITALIANA<br />

API RAFFINERIA DI ANCONA<br />

ARCOLA PETROLIFERA<br />

BP ITALIA<br />

ENI DIVISIONE REFINING & MARKETING<br />

ERG<br />

ERG PETROLI<br />

ERG RAFFINERIE MEDITERRANEE<br />

ESSO ITALIANA<br />

FL SELENIA<br />

IES<br />

ITALIANA PETROLI<br />

IPLOM<br />

KUWAIT PETROLEUM ITALIA<br />

KUWAIT RAFFINAZIONE & CHIMICA<br />

LA PETROLIFERA ITALO-RUMENA<br />

PAR<br />

PIRELLI & C. AMBIENTE ECO TECHNOLOGY<br />

RAFFINERIA DI MILAZZO<br />

RAFFINERIA DI ROMA<br />

SARAS<br />

S.A.R.P.O.M. - SOCIETÀ PER AZIONI RAFFINERIA PADANA OLI MINERALI<br />

SERAM<br />

SHELL ITALIA<br />

S.I.O.T. - SOCIETÀ ITALIANA PER L’OLEODOTTO TRANSALPINO<br />

TAMOIL ITALIA<br />

TEXACO ITALIANA<br />

TOTAL ITALIA<br />

VISCOLUBE<br />

Relazione Annuale 2006 3


Indice<br />

LA SITUAZIONE INTERNAZIONALE 7<br />

1. Il mercato 8<br />

1.1 Lo scenario internazionale 8<br />

1.2 Gli attori e le strategie 14<br />

2. ll ruolo degli organismi internazionali 16<br />

LA SITUAZIONE NAZIONALE 19<br />

3. Gli elementi quantitativi del sistema energetico e petrolifero 20<br />

3.1 Il sistema economico 20<br />

3.2 I consumi di energia 22<br />

3.3 La domanda di prodotti petroliferi 25<br />

3.4 La produzione nazionale di idrocarburi 25<br />

3.5 Le importazioni di greggio, semilavorati e prodotti finiti 27<br />

3.6 Il consumo di gas naturale 27<br />

3.7 Il ruolo dei combustibili solidi 29<br />

3.8 La fattura energetica e petrolifera 31<br />

3.9 Le variazioni dei prezzi dei prodotti petroliferi 32<br />

3.10 La capacità di raffinazione e le lavorazioni 35<br />

3.11 I risultati economici e gli investimenti 35<br />

3.12 L'evoluzione degli assetti di mercato 36<br />

4. Le tematiche economiche ed industriali 39<br />

4.1 La politica energetica 39<br />

4.2 Il settore elettrico 39<br />

4.3 Il settore del gas naturale 42<br />

4.4 La distribuzione dei carburanti 45<br />

4.4.1 L’evoluzione della rete 45<br />

4.4.2 Rinnovo concessioni autostradali 47<br />

4.4.3 La disciplina dei serbatoi interrati 48<br />

4.4.4 La protezione dei lavoratori in atmosfere esplosive (ATEX) 49<br />

4.4.5 Moneta elettronica: tecnologia a microcircuito e specifiche<br />

per la rete di distribuzione carburanti 49<br />

4.4.6 Il Progetto Metano 50<br />

4.5 L’autotrasporto merci 53<br />

4.6 Royalties sul rifornimento dei carburanti avio 53<br />

4.7 Le scorte obbligatorie e il sistema logistico 54<br />

4.8 Il riordino del settore energetico 55<br />

5. Gli aspetti doganali e fiscali 57<br />

5.1 Il gettito fiscale 57<br />

5.2 La Legge Finanziaria 2006 57<br />

5.3 La politica fiscale 60<br />

5.4 Le procedure gestionali INFOIL 61<br />

4<br />

Relazione Annuale 2006


6. La qualita’ dei prodotti 62<br />

6.1 I nuovi limiti per lo zolfo nei carburanti 62<br />

6.2 La disciplina dei biocarburanti 63<br />

6.3 Le nuove normative sui combustibili marina 67<br />

7. La tutela dell’ambiente, della salute e della sicurezza 68<br />

7.1 Emission trading: la prima fase (2005-2007) 68<br />

7.2 Emission trading: la seconda fase (2008-2012) 71<br />

7.3 Il nuovo “Codice Ambientale” 71<br />

7.3.1 Le procedure VAS, VIA e IPPC 72<br />

7.3.2 La tutela delle acque 73<br />

7.3.3 La gestione dei rifiuti 73<br />

7.3.4 Le bonifiche dei siti contaminati 75<br />

7.3.5 La tutela dell’aria e la riduzione delle emissioni in atmosfera 75<br />

7.3.6 Il danno ambientale 77<br />

7.4 L’attuazione della Direttiva IPPC 78<br />

7.5 Il “Progetto CAFE” - Clean Air for Europe 78<br />

7.6 La nuova politica comunitaria sulle sostanze chimiche 80<br />

7.7 L'accesso all'informazione ambientale 81<br />

7.8 La gestione dei rifiuti 81<br />

7.9 La prevenzione dei rischi rilevanti (Seveso III) 83<br />

7.10 Le attrezzature a pressione 85<br />

7.11 La salute e la sicurezza sui luoghi di lavoro 86<br />

7.12 Gestione ambientale: le nuove norme ISO 87<br />

7.13 Trasporto merci pericolose: il Piano di Security 87<br />

INDICE RIQUADRI<br />

Le regole per la ricerca e prospezione in Alto Adriatico 27<br />

I nuovi metodi di determinazione dei “prezzi consigliati” 32<br />

Gli award 2005 per il settore petrolifero 38<br />

Il funzionamento della Borsa elettrica italiana 40<br />

Il “Codice del Consumo” 45<br />

Accordo per la promozione del “Progetto Metano” 52<br />

Stato dei Decreti attuativi della Legge n. 239/04 56<br />

I nuovi livelli delle accise 59<br />

Le caratteristiche olfattive del Gpl per usi domestici<br />

e similari-prove Italgas 63<br />

L'impatto dei combustibili riscaldamento 67<br />

Le tappe del Protocollo di Kyoto 69<br />

La revisione del fondo IOPC di compensazione<br />

dei danni da inquinamento da idrocarburi 82<br />

Traffico petroliero nel Mediterraneo 82<br />

Le principali procedure di infrazione Ue 84<br />

Relazione Annuale 2006 5


APPENDICE STATISTICA 89<br />

Mondo 90<br />

I consumi energetici dei principali Paesi 90<br />

Il grado di dipendenza energetica e petrolifera 91<br />

La produzione di greggio e le riserve per aree geografiche 92<br />

I consumi petroliferi 93<br />

La capacità degli impianti di raffinazione del petrolio 94<br />

I prezzi “SPOT” dei principali greggi 95<br />

Mercato internazionale 96<br />

Le quotazioni Barges Fob Rotterdam dei principali prodotti petroliferi 96<br />

Le quotazioni Cargoes Cif Nord Europa dei principali prodotti petroliferi 96<br />

Le quotazioni Cargoes Fob Mediterraneo dei principali prodotti petroliferi 97<br />

Le quotazioni Cargoes Cif Mediterraneo dei principali prodotti petroliferi 97<br />

Italia 98<br />

I consumi energetici per fonti primarie 98<br />

I consumi energetici per settori di utilizzo 98<br />

La produzione di idrocarburi 99<br />

Il bilancio petrolifero 99<br />

Le importazioni di petrolio greggio - “Riepilogo” 100<br />

Le importazioni di petrolio greggio - “Conto proprio” 101<br />

Le importazioni di petrolio greggio - “Conto committente estero” 102<br />

Le importazioni di prodotti petroliferi e di semilavorati 103<br />

Le esportazioni di prodotti petroliferi, di semilavorati e di greggio 104<br />

La stima degli arrivi di petrolio greggio nei porti 105<br />

Le lavorazioni delle raffinerie 106<br />

La capacità delle raffinerie e la materia prima lavorata 107<br />

La capacità dei principali impianti delle raffinerie 108<br />

I trasferimenti al mercato interno e i consumi di prodotti petroliferi 109<br />

La stima dei punti vendita carburanti in esercizio<br />

a fine anno e dell’erogato medio 110<br />

Il costo Cif del petrolio greggio importato in “Conto proprio”<br />

per Paesi di provenienza 111<br />

Il costo mensile Cif del petrolio greggio importato in “Conto proprio” 112<br />

Il costo mensile Fob e Cif del petrolio greggio importato in “Conto proprio” 113<br />

I prezzi medi mensili dei principali prodotti petroliferi 114<br />

Europa 115<br />

I prezzi di vendita alla pompa e gli oneri fiscali dei carburanti<br />

per l’autotrazione al 1° aprile 2006 115<br />

I prezzi di vendita e gli oneri fiscali del gasolio da riscaldamento<br />

e dell’olio combustibile al 1° aprile 2006 116<br />

6<br />

Relazione Annuale 2006


Situazione<br />

internazionale


SITUAZIONE INTERNAZIONALE<br />

1. Il mercato<br />

1.1 Lo scenario internazionale<br />

Nel corso del 2005 l’industria petrolifera internazionale, pur essendo stata messa a dura<br />

prova, è riuscita a fare fronte alle emergenze dettate da una domanda che, per quanto<br />

meno vigorosa del 2004, durante tutto l’anno non ha mostrato di risentire degli alti prezzi<br />

del greggio, così come è accaduto all’inflazione. L’incremento del livello medio dei prezzi al<br />

consumo, indotto da condizioni finanziarie favorevoli, non ha difatti innescato aumenti diffusi<br />

e ripetuti dei beni e dei servizi non energetici rimasti ovunque contenuti. Una spirale<br />

rialzista partita alla fine del 2003 su cui hanno inciso sia fattori strutturali sia contingenti che,<br />

almeno per quanto riguarda il petrolio, ha avuto il suo picco proprio nel 2005 con il mix dei<br />

greggi maggiormente rappresentativi che nel giro di pochi mesi è passato da 35 a 55 dollari<br />

al barile (+57 per cento), fino a punte di 70.<br />

La crescita economica mondiale, infatti, è proseguita su ritmi di poco inferiori a quelli registrati<br />

nel 2004 (intorno al 5 per cento), con Cina e Stati Uniti che hanno rappresentato il<br />

motore dello sviluppo - rispettivamente con un tasso di crescita del 10 e 3,5 per cento -<br />

affiancati dalle cosiddette economie emergenti che hanno mostrato un progresso del 7 per<br />

cento. Tutto ciò non rappresenta certo una novità per le dinamiche economie asiatiche che,<br />

escludendo il Giappone, ad oggi, a parità di potere di acquisto, rappresentano il 25 per<br />

cento del Pil mondiale rispetto al 21 per cento degli Stati Uniti. La decisa ripresa delle quotazioni<br />

internazionali del greggio, fattasi più evidente nella seconda parte del 2005, non è<br />

addebitabile alla scarsa tenuta dell’offerta che, anzi, è riuscita ad adeguarsi tempestivamente<br />

alle nuove esigenze del mercato anche e soprattutto in termini qualitativi. A fronte di una<br />

domanda che si è attestata a 83,6 milioni di barili al giorno, l’offerta è stata di 84,0 milioni,<br />

con un surplus di poco più di 400 mila barili al giorno, in linea con i valori del 2004.<br />

Usa e Cina motori<br />

dello sviluppo<br />

Un anno che, però, ha mostrato prezzi inferiori di circa 14 dollari. Lo stesso stato delle scorte,<br />

abbondanti ovunque, è un chiaro indicatore di come la domanda sia stata sostenuta<br />

anche dalla persistente situazione di contango - cioè prezzi a termine più alti di quelli a<br />

pronti - che ha spinto gli operatori a continuare a comprare prodotto da destinare a scorta<br />

in previsione di futuri rialzi (ciò che ha fatto anche il Governo Usa per le scorte strategiche<br />

da elevare fino a 1 miliardo di barili con acquisti proceduti a ritmo di 120 mila barili al giorno).<br />

Infatti, sebbene nell’ultima parte dell’anno la buona tenuta dei fondamentali abbia fatto<br />

ripiegare in parte i prezzi a pronti, quelli a termine hanno mantenuto un differenziale positivo<br />

compreso tra i 4 e 5 dollari (in base alla qualità). Un segnale che indica aspettative<br />

negative soprattutto da parte degli operatori attivi sui mercati finanziari.<br />

Elemento decisivo di questa escalation è stata la rigidità indotta dal quasi azzeramento della<br />

cosiddetta “spare capacity” dell’Opec che ha toccato il punto più basso proprio alla fine del<br />

2004 (300-400 mila barili al giorno) per fare fronte oltre che all’inaspettata crescita della<br />

domanda anche ai problemi produttivi di diversi Paesi aderenti al cartello, tra cui importanti<br />

attori sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo come Venezuela e Nigeria. Una rigidità<br />

che i mercati non hanno mancato di scontare. Uno degli effetti più rilevanti di questo<br />

processo è stato il nuovo aumento della dipendenza dal petrolio Opec che nel 2005 ha<br />

visto crescere il suo peso sul totale fino ad oltre il 40 per cento, tornando così sugli stessi<br />

livelli di dieci anni fa ma con prospettive di ulteriore crescita fino quasi al 50 per cento stimato<br />

dall’Agenzia Internazionale per l’Energia (Aie) al 2030.<br />

La “spare capacity”<br />

dell’Opec<br />

8<br />

Relazione Annuale 2006


SITUAZIONE INTERNAZIONALE<br />

Il mercato<br />

Le entrate dei Paesi produttori<br />

Questo maggior peso, associato al rimbalzo delle quotazioni, ha fatto lievitare le entrate dei<br />

Paesi produttori ed esportatori di petrolio che hanno chiuso l’anno con un saldo della bilancia<br />

dei pagamenti pari a 412 miliardi di dollari, circa il doppio di quello registrato nel 2004.<br />

Una situazione esattamente opposta a quella degli Stati Uniti dove il deficit ha invece superato<br />

gli 800 milioni di dollari, ossia il 6,4 del Pil nazionale. Corollario di tutto ciò, è l’enorme<br />

stock di riserve valutarie oggi a disposizione dei Paesi produttori (pari al 16,5 per cento del<br />

loro Pil contro lo 0,4 degli Stati Uniti e l’8,4 del Giappone) che superano di gran lunga l’ammontare<br />

degli investimenti che sarebbero necessari per aumentare la capacità produttiva di<br />

quei 5-7 milioni di barili al giorno più volte annunciati per il prossimo quinquennio.<br />

Se l’Opec aumenterà la sua quota in un contesto di prezzi ancora alti, la Russia di contro tenderà<br />

a vedere ridotto il proprio ruolo tanto da arrivare a pesare meno del 10 per cento sul totale<br />

nel 2030, cioè in un momento in cui sarà proprio il continente asiatico ad assorbire la maggior<br />

parte dell’incremento della domanda attesa. Un paese che oggi è il principale produttore<br />

non-Opec con una quota di quasi il 24 per cento (circa 12 milioni barili al giorno), secondo<br />

solo al Nord America che conta per il 28 per cento (oltre 14 milioni barili al giorno). Un elemento<br />

di rottura potrebbero essere le cosiddette sabbie bituminose il cui sfruttamento, però,<br />

risulta essere molto oneroso ed impegnativo sia in termini di costi diretti che indiretti, anche<br />

se gli attuali prezzi del petrolio - ed anche quelli attesi - lo rendono economicamente fattibile.<br />

Si stima che il Canada contenga riserve per almeno 100 anni agli attuali ritmi di consumo.<br />

Altro elemento che ha influito sui corsi del petrolio è stato il limite mostrato dal sistema di<br />

raffinazione mondiale giunto ad un punto di saturazione dopo anni di eccesso di capacità,<br />

aggravato e testimoniato dagli uragani che nell’estate del 2005 hanno investito le coste<br />

degli Stati Uniti, togliendo dal mercato il 25 per cento della capacità di raffinazione e una<br />

Mondo - Il surplus della bilancia commerciale dei Paesi esportatori in<br />

confronto a quella dei Paesi emergenti asiatici (Valori in miliardi di dollari)<br />

500<br />

400<br />

Paesi esportatori di petrolio<br />

300<br />

200<br />

100<br />

Paesi emergenti asiatici<br />

0<br />

-100<br />

1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005(*) 2006(*)<br />

Mondo - Surplus della bilancia commerciale dei Paesi esportatori di petrolio<br />

(Valori in miliardi di dollari reali 2005)<br />

500<br />

400<br />

300<br />

200<br />

100<br />

0<br />

1974 1980 2005(°) 2006(°)<br />

(°) Previsioni.<br />

Fonte: Fondo Monetario Internazionale e stime The Economist<br />

Relazione Annuale 2006 9


SITUAZIONE INTERNAZIONALE<br />

Il mercato<br />

Paesi Opec – Le quote produttive di petrolio<br />

(Milioni di barili/giorno)<br />

Anno 2003 Anno 2004 Anno 2005<br />

1° gennaio 1° febbraio 1° giugno 1° novembre 1° aprile 1° luglio 1° agosto 1° novembre 16 marzo 1° luglio<br />

Arabia Saudita 7,476 7,963 8,256 7,963 7,638 8,288 8,450 8,775 8,937 9,099<br />

Iran 3,377 3,597 3,729 3,597 3,450 3,744 3,817 3,964 4,037 4,110<br />

Venezuela 2,647 2,819 2,923 2,819 2,704 2,934 2,992 3,107 3,165 3,223<br />

Emirati Arabi Uniti 2,007 2,138 2,217 2,138 2,051 2,225 2,269 2,356 2,400 2,444<br />

Nigeria 1,894 2,018 2,092 2,018 1,936 2,101 2,142 2,224 2,265 2,306<br />

Kuwait 1,845 1,966 2,038 1,966 1,886 2,046 2,087 2,167 2,207 2,247<br />

Libia 1,232 1,312 1,360 1,312 1,258 1,365 1,392 1,446 1,473 1,500<br />

Indonesia 1,192 1,270 1,317 1,270 1,218 1,322 1,347 1,399 1,425 1,451<br />

Algeria 735 782 811 782 750 814 830 862 878 894<br />

Qatar 596 635 658 635 609 661 674 700 713 726<br />

Totale (*) 23,001 24,500 25,401 24,500 23,500 25,500 26,000 27,000 27,500 28,000<br />

(*) L’Iraq è stato escluso dagli accordi. Nell’anno 2005 la sua produzione è ammontata a 1,81 milioni di barili/giorno.<br />

Fonte: AIE<br />

Mondo - Il prezzo del greggio in relazione alla capacità inutilizzata dell’Opec<br />

Brent<br />

$/b<br />

Spare capacity (°)<br />

Mb/d<br />

66 10,00<br />

60<br />

8,75<br />

54<br />

7,50<br />

48<br />

6,25<br />

42<br />

5,00<br />

36<br />

3,75<br />

30<br />

2,50<br />

24<br />

1,25<br />

18<br />

0,00<br />

1/00<br />

4/00<br />

7/00<br />

10/00<br />

1/01<br />

4/01<br />

7/01<br />

10/01<br />

1/02<br />

4/02<br />

7/02<br />

10/02<br />

1/03<br />

4/03<br />

7/03<br />

10/03<br />

1/04<br />

4/04<br />

7/04<br />

10/04<br />

1/05<br />

4/05<br />

7/05<br />

10/05<br />

1/06<br />

(°) Capacità produttiva inutilizzata, rispetto a quella raggiungibile entro 30 giorni<br />

e sostenibile per 90 giorni dai Paesi dell’Opec (escluso Iraq).<br />

Brent (Dollari/barile)<br />

Spare capacity<br />

(Milioni di barili/giorno)<br />

Fonte: AIE, Platts, IFP<br />

10<br />

Relazione Annuale 2006


SITUAZIONE INTERNAZIONALE<br />

Il mercato<br />

buona fetta della produzione del Golfo del Messico. Una situazione che ha costretto gli operatori<br />

statunitensi a drenare prodotti sui mercati internazionali per fare fronte alle esigenze<br />

interne con l’effetto di spingere in alto i prezzi dei prodotti sui mercati europei.<br />

Nel Mediterraneo, ai primi di settembre, una tonnellata di benzina si è avvicinata ai 740 dollari/tonnellata<br />

toccando il massimo storico. La gravità della situazione, peraltro, è stata testimoniata<br />

dalla decisione del Governo Usa di ricorrere all’uso delle scorte strategiche, cosa<br />

che in altri frangenti si era sempre rifiutato di fare per non alterare, stando alle dichiarazioni<br />

ufficiali, i normali meccanismi di mercato. Solo in altre due precedenti occasioni vennero<br />

usate: nel 1991 in occasione della prima Guerra del Golfo e poi dal presidente Clinton<br />

nel 2000. A questa decisione, inoltre, si è affiancata quella dell’Agenzia Internazionale per<br />

l’Energia che ha reso disponibili poco più di 2 milioni di barili al giorno per un determinato<br />

periodo, di cui circa 680 mila di prodotti.<br />

Fondamentali<br />

in via di miglioramento<br />

Stando alle previsioni, la situazione sembra però destinata a migliorare. Nel complesso, al<br />

2006 i Paesi Opec hanno annunciato l’intezione di contribuire con l’aggiunta di complessivi<br />

1,4 milioni di barili al giorno di nuova produzione, che dovrebbe salire a 7,4 entro il 2010.<br />

Lo stesso vale per la capacità di raffinazione che, secondo l’Agenzia Internazionale per<br />

l’Energia, sarà realizzata principalmente nei Paesi in via di sviluppo, soprattutto Medio<br />

Oriente e Cina, che dovrebbero assorbire circa la metà dei 487 miliardi di dollari di investimenti<br />

necessari per i prossimi 25 anni. Nella sola Asia, ad esempio, tra adeguamenti degli<br />

impianti esistenti e nuove realizzazioni, al 2011 si stima una capacità di raffinazione aggiuntiva<br />

di 5,3 milioni barili al giorno, l’equivalente di circa 30 nuove raffinerie di grandi dimensioni.<br />

Elementi che, secondo gli analisti, dovrebbero aiutare a stemperare le tensioni. Ciò<br />

indurrà un progressivo spostamento verso Oriente dell’asse produzione-consumi, dettato<br />

anche dallo sviluppo demografico atteso in Asia e dall’altrettanto atteso aumento della capacità<br />

di spesa individuale di quelle popolazioni.<br />

E’ in questo scenario che si sono mossi e si muoveranno i prezzi internazionali sempre più<br />

sensibili a fattori che con i fondamentali spesso hanno poco a che fare. Guardando alla loro<br />

Mondo - I cicli del prezzo del greggio<br />

(Valori in dollari/barile)<br />

$/b<br />

Crisi<br />

Uragani<br />

Iraniana<br />

70<br />

Usa<br />

65<br />

60<br />

55<br />

50<br />

Quote<br />

Invasione<br />

Guerra<br />

45<br />

Opec Contratti di Kuwait<br />

in Iraq<br />

40<br />

35<br />

30<br />

Guerra<br />

Iran/Iraq<br />

Nazionalizzazioni<br />

Netback<br />

3°<br />

25<br />

Predominio<br />

Opec<br />

2°<br />

Shock<br />

20<br />

Shock<br />

15<br />

10<br />

Rivoluzione<br />

Iraniana<br />

1° Shock<br />

5<br />

Guerra Yom Kippur<br />

1° ciclo 2° ciclo 3° ciclo 4° ciclo 5° ciclo<br />

0<br />

72 73 74 75 76 77 78 79 80 81 82 83 84 85 86 87 88 89 90 91 92 93 94 95 96 97 98 99 00 01 02 03 04 05 06<br />

Fonte: Panorama 2006 e IFP Training<br />

Relazione Annuale 2006 11


SITUAZIONE INTERNAZIONALE<br />

Il mercato<br />

Paesi industrializzati – I dati macroeconomici<br />

Prodotto interno lordo Indice prezzi di consumo (*) Disoccupazione Indebitamento pubblico (◆)<br />

(Variazione percentuale rispetto all’anno precedente) (Percentuale delle forze di lavoro) (Percentuale del Pil)<br />

2004 2005 (•) 2004 2005 (•) 2004 2005 (•) 2004 2005 (•)<br />

Francia + 2,3 + 1,4 + 2,3 + 1,9 9,6 9,5 – 3,7 – 2,9<br />

Italia + 1,1 — + 2,3 + 2,2 8,0 7,6 – 3,4 – 4,1<br />

Regno Unito + 3,1 + 1,8 + 1,3 + 2,1 4,7 4,7 – 3,3 – 3,6<br />

Germania + 1,6 + 0,9 + 1,8 + 1,9 9,6 9,5 – 3,7 – 3,3<br />

Area Euro + 2,1 + 1,3 + 2,1 + 2,2 8,9 8,5 – 2,8 – 2,4<br />

Usa + 4,2 + 3,5 + 2,7 + 3,4 5,5 5,1 – 3,4 – 2,6<br />

Giappone + 2,3 + 2,7 — – 0,3 4,7 4,4 – 6,6 – 5,6<br />

Paesi Ocse + 3,3 + 2,7 + 2,1 + 2,3 6,7 6,5 – 3,6 – 3,2<br />

(*) Indice armonizzato.<br />

(◆) Indebitamento netto contratto nel corso dell’anno.<br />

(•) Dati provvisori.<br />

Fonte: FMI<br />

Mondo – I consumi energetici<br />

(Milioni di tep)<br />

1980 1985 1990 1995 2000 2004 2005 (*)<br />

Combustibili solidi 1.761 2.040 2.215 2.237 2.323 2.750 2.812<br />

Gas naturale 1.247 1.425 1.664 1.828 2.095 2.310 2.354<br />

Petrolio 3.015 2.821 3.078 3.348 3.650 3.912 3.962<br />

Idro-geo 161 190 218 252 277 300 320<br />

Nucleare 186 389 525 608 676 716 725<br />

Totale 6.370 6.865 7.700 8.273 9.021 9.988 10.173<br />

(*) Stime provvisorie ENI.<br />

Fonte: ENERDATA s.a., su dati AIE, ONU e di altre fonti internazionali e nazionali<br />

Mondo - La produzione di greggio<br />

1980 1985 1990 1995 2000 2001 2002 2003 2004 2005 (*)<br />

(Milioni di tonnellate)<br />

Paesi Opec 1.347 811 1.190 1.338 1.519 1.477 1.388 1.475 1.588 1.637<br />

Paesi Ocse 817 954 891 975 1.011 1.001 1.005 996 977 945<br />

Altri Paesi 924 1.026 1.085 966 1.074 1.108 1.169 1.231 1.303 1.338<br />

Totale 3.088 2.791 3.166 3.279 3.604 3.586 3.562 3.702 3.868 3.920<br />

(Quote percentuali)<br />

Paesi Opec 43,6 29,0 37,6 40,8 42,1 41,2 39,0 39,8 41,0 41,8<br />

Paesi Ocse 26,5 34,2 28,1 29,7 28,1 27,9 28,2 26,9 25,3 24,1<br />

Altri Paesi 29,9 36,8 34,3 29,5 29,8 30,9 32,8 33,3 33,7 34,1<br />

Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0<br />

(*) Dati provvisori<br />

Fonte: Bp Statistical Review; per il 2005 stima UP su dati AIE<br />

12<br />

Relazione Annuale 2006


SITUAZIONE INTERNAZIONALE<br />

Il mercato<br />

evoluzione, per i prodotti si può osservare, tra inizio e fine anno, un progresso del 74,2 per<br />

cento per la benzina, passata da 0,198 a 0,345 euro/litro, e del 35,3 per cento per il gasolio,<br />

passato da 0,286 a 0,387 euro/litro. Il maggior costo del gasolio rispetto alla benzina,<br />

superiore in media di 0,06 euro/litro, è stata una costante di tutto il 2005 attenuando anche<br />

quell’effetto stagionalità che era stata un po’ la caratteristica degli anni passati. Quanto al<br />

mix di greggi, il progresso è stato del 56,5 per cento in dollari/barile e del 79,1 per cento<br />

in euro/tonnellata. Ad influire anche il progressivo deprezzamento dell’euro sul dollaro che,<br />

nello stesso periodo, ha perso quasi il 13 per cento.<br />

Quanta parte di questi aumenti sia stata dettata effettivamente dai fondamentali e quanto<br />

dalla speculazione, non è facile dirlo. Certo è che nelle fasi più calde in molti hanno indica-<br />

Mondo - I Paesi maggiori esportatori di petrolio<br />

(Valori in miliardi di dollari)<br />

160.000<br />

140.000<br />

120.000<br />

100.000<br />

80.000<br />

60.000<br />

40.000<br />

20.000<br />

0<br />

Arabia<br />

Saudita<br />

Russia<br />

Norvegia<br />

Iran<br />

Nigeria<br />

Emirati<br />

Arabi Uniti<br />

Venezuela<br />

Algeria<br />

Libia<br />

Messico<br />

Kuwait<br />

Fonte: ICE<br />

2003 2004 2005<br />

Mondo - La rilevanza delle entrate petrolifere per alcuni Paesi<br />

esportatori di petrolio (Valori in percentuale sul Pil)<br />

60,0%<br />

50,0%<br />

40,0%<br />

30,0%<br />

20,0%<br />

10,0%<br />

0,0%<br />

Nigeria<br />

Arabia<br />

Saudita<br />

Venezuela Iran Norvegia Russia<br />

2003 2004 2005<br />

Fonte: Elaborazioni Up su dati ICE e FMI<br />

Relazione Annuale 2006 13


SITUAZIONE INTERNAZIONALE<br />

Il mercato<br />

to un premio di 6-15 dollari/barile dovuto ai movimenti dei fondi pensione e degli hedge<br />

fund. C’è, tuttavia, anche qualche analista che sostiene come tali fondi possano spingere il<br />

premio fin oltre i 20 dollari.<br />

1.2 Gli attori e le strategie<br />

In un contesto come quello descritto, risulta difficile per gli operatori programmare con certezza<br />

investimenti e piani di sviluppo. La tendenza prevalente tra le major è stata perciò<br />

quella del consolidamento soprattutto nel settore Esplorazione e Produzione (E&P). Le<br />

dimensioni globali del mercato, difatti, richiedono strutture sempre più grandi per competere<br />

con le economie emergenti, la cui industria petrolifera è spesso a maggioranza pubblica.<br />

E’ per questo motivo che gli operatori cercano di selezionare gli investimenti pur in presenza<br />

di una consistente liquidità che a lungo andare rischia di diventare una “zavorra”.<br />

Negli ultimi dieci anni, a livello mondiale, il rapporto riserve su produzione ha sempre oscillato<br />

tra i 37 e i 40 anni nonostante nello stesso periodo la domanda sia cresciuta del 19,8<br />

per cento, cioè di circa 14 milioni di barili al giorno. Al pari di dieci anni fa, perdura altresì la<br />

stessa asimmetria nella distribuzione regionale delle risorse: il Medio Oriente continua ad<br />

avere un ruolo determinante per i futuri equilibri, presentando un rapporto riserve su produzione<br />

superiore tra le tre e le otto volte quello delle altre aree (82 anni). Ad attirare l’attenzione<br />

sono poi i costi di produzione estremamente bassi, compresi tra i 3 e i 5 dollari<br />

al barile rispetto ai 12 americani e ai 15 europei.<br />

Accedere alle risorse di questi Paesi non è mai stata cosa facile. Da qualche tempo, però,<br />

la situazione sembra essere peggiorata e il riaffacciarsi delle “compagnie di Stato” è il segno<br />

di come alcuni di questi Paesi stiano provando a fare da soli pur mancando di specifiche<br />

competenze e adeguata tecnologia. La difficoltà ad operare in questi Paesi è peraltro testimoniata<br />

dal fatto che in questi ultimi anni nella sola Arabia Saudita sono stati perforati 26<br />

pozzi esplorativi rispetto agli oltre 15.000 degli Stati Uniti. L’ultima classifica del Petroleum<br />

Intelligence Weekly, mostra che tra le prime 10 compagnie petrolifere del mondo, la metà<br />

sono pubbliche e la prima classificata è la Saudi Aramco, mentre la Russia con la fusione<br />

Gazprom-Rosneft si pone tra i primi venti operatori.<br />

La rinascita delle<br />

“compagnie di Stato”<br />

L’elevato grado di incertezza che tutto ciò presenta, comporta un aumento del rischio per il<br />

capitale investito e tempi ancora più lunghi per il ritorno economico. E’ soprattutto per questo<br />

motivo che tra il 1998 e il 2002 i principali operatori hanno avviato una stagione di merger<br />

and acquisition. Altro strumento cui sono ricorse le compagnie è il cosiddetto buy-back.<br />

Va tuttavia rilevato che, nel confronto internazionale, i settori che più sono ricorsi a questo<br />

tipo di strumento sono stati le telecomunicazioni e la finanza: tra i primi 14 programmi di<br />

buy-back registrati nel 2005 a livello mondiale (per un totale di oltre 53 miliardi di dollari),<br />

solo l’8 per cento fa riferimento al settore petrolifero. Lo stesso si può dire se si ragiona in<br />

termini di ritorno per dollaro investito che per il settore petrolifero è pari a circa la metà di<br />

quello conseguito da altri settori quali banche e industria farmaceutica.<br />

Il totale della spesa mondiale in E&P nel 2005 è stato superiore del 20 per cento rispetto al<br />

2004 che aveva già fatto segnare un più 13 per cento. Si stima che nel 2005 gli investimenti<br />

siano stati pari a 207 miliardi di dollari che dovrebbero salire a 238 nel corso del 2006.<br />

Crescono gli investimenti<br />

14<br />

Relazione Annuale 2006


SITUAZIONE INTERNAZIONALE<br />

Il mercato<br />

Mondo - Capacità di desolforazione addizionale richiesta nel 2015<br />

rispetto a quella del 2005 (Valori in milioni di barili/giorno)<br />

4<br />

3<br />

2<br />

1<br />

0<br />

Stati Uniti<br />

Canada<br />

Fonte: Opec, 2006<br />

America<br />

Latina<br />

Africa Europa Ex Urss Medio<br />

Oriente<br />

Asia<br />

Pacifico<br />

Distillati Benzine Vacum gasoli e residui<br />

Mondo - Gli investimenti richiesti nella raffinazione fra il 2005 e il 2015 nello<br />

scenario base (Valori in miliardi di dollari costanti 2005)<br />

100<br />

80<br />

60<br />

Investimenti complessivi richiesti<br />

fra il 2005 e il 2015:<br />

311 Miliardi di $ (reali 2005)<br />

40<br />

20<br />

0<br />

Stati Uniti<br />

Canada<br />

America<br />

Latina<br />

Africa<br />

Europa Ex Urss Medio Asia<br />

Oriente Pacifico<br />

Fonte: Opec, 2006<br />

Mantenimento o rimpiazzo<br />

della capacità esistente<br />

Capacità addizionale<br />

In costruzione<br />

Relazione Annuale 2006 15


SITUAZIONE INTERNAZIONALE<br />

2. Il ruolo degli organismi internazionali<br />

In un anno in cui alle tensioni politiche internazionali sui mercati petroliferi si sono sommate<br />

anche catastrofi naturali, l’attività degli Organismi internazionali nel settore energetico<br />

è stata particolarmente finalizzata a garantire la disponibilità di energia nelle diverse<br />

aree del mondo.<br />

L’Agenzia Internazionale per l’Energia (Aie), per fronteggiare la carenza dei prodotti<br />

petroliferi conseguente alle interruzioni degli impianti statunitensi seguite al passaggio<br />

dell’uragano Katrina, nei primi giorni del settembre 2005 ha adottato un piano di intervento,<br />

conclusosi nel mese di dicembre, a cui hanno partecipato i 26 Paesi membri.<br />

Esso ha consentito di rendere disponibili 2,1 milioni di barili al giorno per un periodo<br />

iniziale di 30 giorni (poi prolungato per altri 30), coperti per il 94 per cento dalle scorte<br />

d’obbligo e/o strategiche, per il 3 per cento dal contenimento della domanda e per<br />

il restante 3 per cento dall’aumento della produzione interna.<br />

A tali misure, che hanno riguardato per il 52 per cento il Nord America, l’Europa per il<br />

30 e i Paesi del Pacifico per il 18, ha contribuito anche l’Italia con 353 mila tonnellate<br />

di benzina e 308 mila tonnellate di oli combustibili.<br />

Nella sua attività di monitoraggio dei mercati energetici, già prima di tale emergenza,<br />

l’Aie aveva segnalato l’opportunità di utilizzare l’energia in modo più razionale. Nel corso<br />

del 2005 ha infatti presentato i rapporti “Saving Oil in a Hurry” e “Saving Electricity<br />

in a Hurry”, nei quali ha indicato la gamma di misure da adottare nel caso di interruzioni<br />

delle forniture di greggio e di energia elettrica, onde evitare conseguenze alle economie<br />

dei vari Paesi.<br />

Per contenere la domanda di greggio, le misure da adottare nel settore trasporti sarebbero,<br />

secondo l’Aie, piuttosto drastiche: riduzione dei limiti di velocità del 25 per cento,<br />

incentivi al car-sharing, divieti temporanei di circolazione, servizi pubblici gratuiti, telelavoro<br />

e riduzione della settimana lavorativa.<br />

Mondo - Confronto fra le variazioni dei consumi e dei prezzi del greggio<br />

(Variazioni percentuali rispetto all’anno precedente)<br />

8,0 %<br />

80,0 %<br />

6,0 %<br />

60,0 %<br />

4,0 %<br />

40,0 %<br />

4,0 %<br />

20,0 %<br />

0,0 %<br />

0,0 %<br />

-2,0 %<br />

-20,0 %<br />

-4,0 %<br />

-40,0 %<br />

-6,0 %<br />

-60,0 %<br />

1975<br />

1977<br />

1979<br />

1981<br />

1983<br />

1985<br />

1987<br />

1989<br />

1991<br />

1993<br />

1995<br />

1997<br />

1999<br />

2001<br />

2003<br />

2005<br />

Variazione prezzi del greggio<br />

Variazione consumi di petrolio<br />

Fonte: Elaborazioni Up su dati AIE<br />

16<br />

Relazione Annuale 2006


SITUAZIONE INTERNAZIONALE<br />

Unione Europea<br />

e prezzi<br />

Anche l’Unione europea è intervenuta in merito ai prezzi petroliferi avviando, dopo<br />

anni di annunci e tentativi, il dialogo con l’Opec con due riunioni ministeriali che si sono<br />

tenute nel corso del 2005. Incontrandosi con i Paesi produttori, l’Unione europea ha<br />

sottolineato la necessità di raggiungere quotazioni più ragionevoli per incoraggiare la<br />

crescita economica e di effettuare investimenti nella raffinazione, mentre non ha avuto<br />

seguito, almeno al momento, l’ipotesi di usare l’euro come moneta di riferimento per<br />

le quotazioni internazionali del greggio.<br />

Con riferimento agli aumenti delle quotazioni internazionali registrati nel 2005, la posizione<br />

dell’Unione europea è stata quella di non appoggiare eventuali riduzioni fiscali<br />

non coordinate per la compensazione degli aumenti, dal momento che prezzi elevati<br />

spingono al risparmio energetico. Proprio in relazione all’efficienza energetica e all’obiettivo<br />

di ridurre i consumi dell’Unione europea del 20 per cento entro il 2020, è stato<br />

predisposto il “Libro Verde sull’efficienza energetica - Fare di più con meno”.<br />

Senza alcun intervento, sostiene il Libro Verde, i consumi energetici europei sono destinati<br />

ad aumentare del 10 per cento nei prossimi 15 anni, mentre, qualora gli Stati membri<br />

recepissero ed attuassero le misure già adottate attraverso il mutamento delle abitudini<br />

dei consumatori e l’introduzione di nuove tecnologie, oltre ad una serie di altre<br />

misure - quali incentivi finanziari, normative e ricerca e sviluppo - i 25 Paesi dell’Unione<br />

potrebbero risparmiare fino a 60 miliardi di euro.<br />

Il forte aumento dei prezzi del greggio e la realizzazione dei mercati interni per l’elettricità<br />

e il gas hanno dato un nuovo impulso alla ricerca di una politica energetica capace<br />

di conciliare obiettivi economici, ambientali e di sicurezza.<br />

Di recente è stato approvato dalla Commissione europea anche il nuovo “Libro Verde - Una<br />

strategia europea per un’energia sostenibile, competitiva e sicura”, secondo il quale:<br />

• la dipendenza energetica europea aumenterà dal 50 al 70 per cento nei prossimi 20 anni;<br />

Il ruolo<br />

Mondo - Riserve di greggio convenzionale e sabbie bituminose<br />

al 1° gennaio 2005 (Valori in miliardi di barili)<br />

400<br />

350<br />

300<br />

250<br />

200<br />

150<br />

100<br />

50<br />

0<br />

Venezuela<br />

(*)<br />

Arabia<br />

Saudita<br />

Canada<br />

Iran<br />

Iraq<br />

Kuwait<br />

Emirati<br />

Arabi Uniti<br />

Russia<br />

Libia<br />

Nigeria<br />

Greggio convenzionale<br />

Greggio extra-pesante<br />

(*) Stime per le sabbie bituminose potenzialmente sfruttabili.<br />

Fonte: BP; Oil & Gas Journal; Alberta Energy and Utilities Board; Canada’s National Energy Board<br />

Relazione Annuale 2006 17


SITUAZIONE INTERNAZIONALE<br />

Il ruolo<br />

• la domanda di energia e le conseguenti emissioni di CO 2 saranno crescenti;<br />

• per contro, dato il declino dei combustibili fossili di produzione interna, aumenteranno<br />

le importazioni dai Paesi extraeuropei;<br />

• i prezzi di petrolio e gas, e conseguentemente anche dell’elettricità, continueranno a<br />

salire;<br />

• il Mercato Unico dell’Energia non è stato completato e in Europa vi sono tanti singoli<br />

mercati interni, poco competitivi e poco liberalizzati.<br />

Di conseguenza, le aree obiettivo su cui indirizzare le sfide future per attuare la nuova<br />

strategia energetica europea sono:<br />

a) il completamento del mercato unico del gas e dell’elettricità entro luglio 2007;<br />

b) la garanzia della sicurezza degli approvvigionamenti attraverso nuovi strumenti e una<br />

maggiore solidarietà fra i Paesi membri;<br />

c) l’adozione di un diverso mix di fonti di energia che ciascun Paese deve adottare, evitando<br />

scelte che possano avere ripercussioni sull’approvvigionamento dei Paesi confinanti;<br />

d) un approccio integrato per affrontare i cambiamenti climatici, con maggiori sforzi nell’efficienza<br />

energetica e nello sviluppo delle fonti rinnovabili;<br />

e) un piano strategico europeo per le tecnologie energetiche;<br />

f) la definizione di una politica energetica unitaria verso l’estero ed un ripensamento<br />

della politica delle scorte sia petrolifere che di gas.<br />

Per quanto riguarda i processi di liberalizzazione del mercato interno dell’energia, oltre<br />

a monitorare lo stato di recepimento delle Direttive su elettricità e gas, la Commissione<br />

europea ha avviato una indagine sulla concorrenza dei mercati, nella quale sono stati<br />

esaminati i mercati all’ingrosso, i meccanismi di formazione dei prezzi, le barriere all’ingresso<br />

di nuovi soggetti e le relazioni fra gli operatori delle reti.<br />

Secondo la Commissione, nella maggior parte dei mercati nazionali, vi sarebbe infatti<br />

ancora un elevato grado di concentrazione e, in alcuni casi, un comportamento protezionistico<br />

che consentirebbe alle imprese di aggirare alcuni obblighi imposti dalla normativa<br />

comunitaria.<br />

Sempre nel corso del 2005, dopo un lavoro durato cinque anni, ha preso il via il progetto<br />

“Joint Oil Data Iniziative - JODI”, nato da un’iniziativa di alcuni organismi internazionali<br />

inseriti nell’ambito dell’International Energy Forum Secretariat (°) - cui aderisce<br />

l’Italia e che ha sede a Riad - con l’obiettivo di migliorare la qualità e la trasparenza<br />

delle statistiche petrolifere. Allo scopo è stato inaugurato un apposito sito Internet<br />

(www.jodidata.org), contenente un database che copre il 95 per cento del mercato<br />

petrolifero. Dati non alternativi ma complementari a quelli delle organizzazioni che<br />

hanno contribuito alla sua nascita.<br />

(°) Fanno parte del progetto: Apec - Asia Pacific Energy Research Center; Iea -International Energy Agency; Eurostat -<br />

Ufficio Statistico della Commissione Europea; Olade -Latin American Energy Organisation; Opec - Organisation of the<br />

Petroleum Exporting Countries; Unsd - United Nations Statistical Division; Ief- International Energy Forum.<br />

18<br />

Relazione Annuale 2006


La situazione<br />

nazionale


SITUAZIONE NAZIONALE<br />

3. Gli elementi quantitativi del sistema<br />

energetico e petrolifero<br />

3.1 Il sistema economico<br />

Dopo la crescita dell’1,1 per cento registrata nel 2004, il 2005 ha segnato una battuta<br />

di arresto per il Pil che, come ha rilevato l’Istat, in media è rimasto invariato.<br />

La diminuzione degli investimenti (-0,6 per cento) e della domanda estera netta (-0,3<br />

per cento) è stata appena compensata dall’aumento dei consumi e dalla variazione<br />

delle scorte.<br />

Successivamente al recupero delle esportazioni italiane registrato nel 2004 (+3,0 per<br />

cento), nel 2005 le esportazioni di beni e servizi rilevate nei conti nazionali sono cresciute<br />

di appena lo 0,3 per cento, nonostante la sostenuta dinamica del commercio<br />

mondiale tuttora in atto. Il valore aggiunto nel 2005 è aumentato nel settore terziario,<br />

mentre è continuato a ridursi nell’industria, proseguendo la tendenza alla contrazione in<br />

atto dall’inizio del decennio.<br />

Le variabili macroeconomiche<br />

L’ulteriore calo dell’indice della produzione industriale (-1,8 per cento) conferma le difficoltà<br />

in cui si trova l’industria italiana che continua a perdere terreno, particolarmente<br />

nei confronti dell’estero. La crisi produttiva non ha riguardato solo i comparti tradizionali,<br />

in cui siamo specializzati e più esposti alla concorrenza dei Paesi emergenti, ma anche<br />

quelli a più elevato contenuto tecnologico (come le apparecchiature elettriche ed elettroniche).<br />

La maggiore competizione esterna sta tuttavia stimolando dei forti cambiamenti<br />

nel mix produttivo delle nostre industrie che, negli ultimi anni, rispetto ai principali<br />

Paesi europei, hanno sperimentato le modifiche di composizione più intense.<br />

In conseguenza della flessione dell’attività produttiva, nel 2005 vi è stata una forte contrazione<br />

dell’occupazione nell’industria (-1,6 per cento), con un calo maggiore di quello<br />

del 2004 (-1,2 per cento) e, nel corso dell’anno, è aumentato anche il ricorso alla<br />

Cassa Integrazione Guadagni ordinaria che si è mantenuto sui livelli più elevati dal<br />

2000.<br />

Italia - Andamento del debito e del deficit pubblico in percentuale del Pil<br />

Deficit pubblico<br />

% sul Pil<br />

14,0<br />

Debito pubblico<br />

% sul Pil<br />

140,0<br />

12,0<br />

120,0<br />

10,0<br />

100,0<br />

8,0<br />

80,0<br />

6,0<br />

60,0<br />

4,0<br />

40,0<br />

2,0<br />

20,0<br />

0,0<br />

0,0<br />

1985<br />

1986<br />

1987<br />

1988<br />

1989<br />

1990<br />

1991<br />

1992<br />

1993<br />

1994<br />

1995<br />

1996<br />

1997<br />

1998<br />

1999<br />

2000<br />

2001<br />

2002<br />

2003<br />

2004<br />

2005<br />

Fonte: Banca d’Italia, Istat<br />

Deficit pubblico<br />

Debito pubblico<br />

20<br />

Relazione Annuale 2006


SITUAZIONE NAZIONALE<br />

Italia – I dati macroeconomici<br />

1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 (*)<br />

VARIAZIONE PERCENTUALE VS. ANNO PRECEDENTE<br />

Prodotto interno lordo (a) + 2,8 + 0,7 + 1,9 + 1,4 + 1,9 + 3,6 + 1,8 + 0,3 — + 1,1 —<br />

Produzione industriale + 5,4 – 0,9 + 3,3 + 1,9 + 0,1 + 3,1 – 0,6 – 1,6 – 1,0 + 0,6 – 1,9<br />

Inflazione + 5,2 + 4,0 + 2,0 + 2,0 + 1,7 + 2,5 + 2,8 + 2,5 + 2,7 + 2,2 + 1,9<br />

Investimenti fissi lordi + 6,9 + 1,8 + 1,6 + 4,3 + 3,6 + 6,4 + 2,5 + 4,0 – 1,7 + 2,2 – 0,6<br />

PERCENTUALE DELLE FORZE DI LAVORO<br />

Disoccupazione (b) 11,2 11,2 11,3 11,3 11,0 10,2 9,1 8,6 8,5 8,1 7,7<br />

MILIARDI DI EURO<br />

Gli elementi<br />

Saldo import-export + 23,6 + 35,4 + 27,4 + 25,2 + 14,4 + 2,1 + 10,0 + 8,8 + 2,8 – 1,2 – 9,9<br />

Indebitamento netto<br />

contratto nell’anno<br />

dalle Amministrazioni pubbliche 70 70 28 30 20 10 (c) 39 37 46 48 58<br />

Debito delle Amministrazioni<br />

pubbliche (d) 1.149 1.211 1.238 1.255 1.282 1.300 1.357 1.367 1.392 1.442 1.508<br />

Pil a euro correnti 947 1.004 1.049 1.091 1.127 1.191 1.249 1.295 1.335 1.389 1.417<br />

(*) Dati provvisori.<br />

(a) Secondo i valori concatenati con base di riferimento 2000.<br />

(b) Dati revisionati in base alla Rilevazione Continua sulle Forze di lavoro, avviata da gennaio 2004.<br />

(c) Compresi i proventi dell’asta per le licenze UMTS.<br />

(d) A fine anno.<br />

Fonte: Istat<br />

Italia - I consumi di energia<br />

(Milioni di tep)<br />

1990 (^) 1995 2000 2001 2002 2003 2004 2005 (*) Variazione% Contributo%<br />

2005 vs. 2004 al totale 2005<br />

Combustibili solidi 15,0 12,6 12,8 13,7 14,2 15,3 17,1 16,9 – 1,2 % 8,5 %<br />

Gas naturale 39,1 44,8 58,4 58,5 58,1 63,8 66,5 71,1 + 6,9 % 35,8 %<br />

Importazioni nette di energia elettrica 7,6 8,2 9,8 10,6 11,1 11,2 10,0 10,8 + 8,0 % 5,4 %<br />

Petrolio (°) 92,5 95,7 92,0 91,9 92,1 90,8 88,0 86,0 – 2,3 % 43,3 %<br />

Fonti rinnovabili 8,5 10,4 12,9 14,0 12,6 12,8 15,2 14,0 – 7,9 % 7,0 %<br />

Totale 162,7 171,7 185,9 188,7 188,1 193,9 196,8 198,8 + 1,0 % 100,0 %<br />

(^) Ricostuito da Unione Petrolifera in base alla nuova metodologia del Ministero delle Attività Produttive.<br />

(*) Dati provvisori.<br />

(°) I valori successivi al 1997 includono l’Orimulsion impiegato per produzione di elettricità. Dal 1998 cambiata metodologia di rilevazione delle import di coke di petrolio.<br />

Fonte: Ministero delle Attività Produttive<br />

Relazione Annuale 2006 21


SITUAZIONE NAZIONALE<br />

I dati sull’occupazione, forniti dall’Istat, mostrano come complessivamente essa sia diminuita<br />

per la prima volta dal 1995 (-0,4 per cento), mentre è leggermente cresciuto<br />

(+0,2 per cento) il numero delle persone occupate: tale fenomeno deriva dal notevole<br />

aumento delle posizioni lavorative a orario ridotto e dal ricorso alla Cassa Integrazione<br />

Guadagni.<br />

Gli elementi<br />

Il forte rialzo della componente energetica (+15,5 per cento) ha sostenuto l’accelerazione<br />

dei prezzi alla produzione, passati dal +2,7 per cento del 2004 al +4,0 per cento<br />

del 2005, mentre è continuata la flessione dell’indice dei prezzi al consumo per l’intera<br />

collettività nazionale (+1,9 nel 2005, contro il +2,2 per cento dell’anno precedente).<br />

Controbilanciando i rincari dei beni energetici (+11 per cento), hanno contribuito a frenare<br />

l’inflazione le diminuzioni dei prezzi di alcuni beni (alimentari freschi, medicinali e<br />

beni ad elevato contenuto tecnologico - computer e apparecchi telefonici).<br />

Per quanto riguarda la finanza pubblica, l’indebitamento netto delle Amministrazioni<br />

Pubbliche in rapporto al Pil, secondo i dati provvisori, è risultato pari al 4,1 per cento rispetto<br />

al 3,4 per cento del 2004. L’incidenza del debito pubblico rispetto al Pil, che era scesa<br />

al 103,8 per cento nel 2004, è tornata a crescere, raggiungendo il 106,4 per cento.<br />

3.2 I consumi di energia<br />

Nell’anno 2005 sono stati consumati complessivamente 198,8 Mtep di energia, con un<br />

incremento della domanda pari all’1,0 per cento.<br />

Considerato che il Pil non ha rilevato incrementi significativi, l’intensità energetica - cioè<br />

il rapporto fra domanda complessiva di energia e Pil - è tornata a registrare un peggioramento<br />

(+1,0 per cento), riflettendo quindi una minore efficienza complessiva del<br />

nostro sistema energetico.<br />

Italia - Consumi finali di energia per fonte e dipendenza<br />

energetica dall’estero<br />

100<br />

Consumi finali<br />

di energia<br />

(Mtep)<br />

50<br />

0<br />

-50<br />

Dipendenza<br />

energetica<br />

dall’estero<br />

(Percentuale)<br />

-100<br />

1990 1995 2000 2005<br />

(*) Energia elettrica e rinnovabili.<br />

Fonte: Elaborazioni Up su dati Ministero delle Attività Produttive<br />

Carbone<br />

Petrolio<br />

Gas naturale Altre (*)<br />

22<br />

Relazione Annuale 2006


SITUAZIONE NAZIONALE<br />

Mondo - Il contributo delle fonti rinnovabili all’offerta di energia primaria<br />

e alla generazione di energia elettrica nell’anno 2003<br />

20,0 %<br />

17,6 %<br />

16,0 %<br />

13,3 %<br />

14,9 %<br />

13,7 %<br />

15,1 %<br />

12,0 %<br />

8,0 %<br />

4,0 %<br />

5,6 % 5,8 % 5,6 %<br />

Gli elementi<br />

0,0 %<br />

Mondo Paesi Ocse Europa Italia Mondo Paesi Ocse Europa Italia<br />

Contributo all'energia primaria<br />

Contributo alla generazione elettrica<br />

Fonte: Elaborazioni Enea su dati AIE<br />

Europa - Le importazioni di prodotti energetici nel 2004<br />

(Valori in percentuale sul totale delle importazioni nette)<br />

100 %<br />

80 %<br />

60 %<br />

40 %<br />

20 %<br />

0 %<br />

EU - 25 EU - 15 Italia Germania Francia Spagna<br />

Gas naturale<br />

Carbone<br />

Petrolio<br />

Fonte: Elaborazioni Up su dati Eurostat<br />

Le diverse fonti<br />

L’andamento delle diverse fonti ha avuto il seguente profilo:<br />

• il consumo dei prodotti petroliferi, pari a 86 Mtep, ha registrato una diminuzione del<br />

2,3 per cento, determinata soprattutto dal calo strutturale di alcuni prodotti e un rallentamento<br />

nella crescita del gasolio motori, dovuti a motivi congiunturali;<br />

• il gas naturale ha registrato l’incremento più vistoso fra le diverse fonti (+6,9 per<br />

cento rispetto al 2004) passando dai 66,5 ai 71,1 Mtep e confermandosi come la<br />

seconda fonte energetica (35,8 per cento in peso);<br />

• le importazioni nette di energia elettrica, pari a 10,8 Mtep, hanno ripreso la crescita (+8,0<br />

per cento) e, fenomeno da segnalare, le esportazioni di energia elettrica hanno rilevato nel-<br />

Relazione Annuale 2006 23


SITUAZIONE NAZIONALE<br />

Italia – La domanda di prodotti petroliferi<br />

(Milioni di tonnellate)<br />

1990 1995 2000 2003 2004 2005(*) Variazione %<br />

2005 vs. 2004<br />

Gpl 3,3 3,5 3,9 3,7 3,5 3,5 – 1,4<br />

Benzina con piombo 13,0 10,3 4,6 — — — …<br />

Benzina senza piombo 0,7 7,2 12,2 15,4 14,6 13,5 – 7,2<br />

Gli elementi<br />

Totale benzina 13,7 17,5 16,8 15,4 14,6 13,5 – 7,2<br />

Carboturbo 2,0 2,8 3,6 3,6 3,6 3,8 + 4,6<br />

Gasolio autotrazione 16,6 16,6 18,3 22,3 24,0 24,4 + 1,7<br />

Gasolio riscaldamento 6,9 3,6 3,6 2,8 2,8 2,9 + 4,4<br />

Gasolio altri usi 2,7 2,8 2,6 2,8 2,6 2,6 =<br />

Totale gasoli 26,2 23,0 24,5 27,9 29,4 29,9 + 1,8<br />

Olio combustibile termoelettrica 21,0 22,9 13,7 10,5 7,9 5,6 – 29,3<br />

Olio combustibile altri usi 5,8 4,0 3,0 2,8 2,7 2,5 – 7,2<br />

Totale olio combustibile 26,8 26,9 16,7 13,3 10,6 8,1 – 23,6<br />

– di cui olio combustibile Btz 14,1 19,4 10,7 11,6 8,9 6,3 – 29,4<br />

Bitume 2,4 2,2 2,4 2,7 3,0 2,8 – 6,8<br />

Altri prodotti (✦) 4,1 3,0 6,5 7,0 4,9 4,7 – 5,0<br />

Petrolchimica (carica netta) 7,0 7,8 7,0 6,4 6,6 6,5 – 1,9<br />

Bunkeraggi 2,7 2,5 2,8 3,3 3,5 3,5 + 0,8<br />

TOTALE IMMISSIONI AL CONSUMO 88,2 89,2 84,2 83,3 79,7 76,3 – 4,3<br />

Consumi/perdite di raffineria 5,6 6,3 9,1 9,7 9,8 10,0 + 1,9<br />

Riduzione (aumento) scorte (0,3) 0,6 0,2 — 0,1 0,4 …<br />

Totale consumo 93,5 96,1 93,5 93,0 89,6 86,7 – 3,2<br />

(*) Dati provvisori.<br />

(✦) Dall’anno 1999 comprendono anche i Combustibili a Basso Costo (emulsioni di greggi pesanti ad alto tenore di zolfo).<br />

Fonte: Ministero delle Attività Produttive<br />

24<br />

Relazione Annuale 2006


SITUAZIONE NAZIONALE<br />

l’anno un forte aumento (+40,2 per cento) sebbene su volumi abbastanza contenuti;<br />

• il consumo dei combustibili solidi, pari a circa 16,9 Mtep, ha subito un decremento<br />

dell’1,2 per cento. Il minor impiego nella termoelettrica non è stato infatti compensato<br />

dalla ripresa nelle cokerie e nella siderurgia;<br />

• in calo l’apporto delle fonti rinnovabili, passate da 15,2 a 14,0 Mtep, (-7,9 per cento),<br />

determinato da una contrazione della produzione idroelettrica che non è stata compensata<br />

dall’aumento produttivo delle altre rinnovabili.<br />

La dipendenza energetica dall’estero del nostro Paese nel 2005 è rimasta sullo stesso<br />

ordine di grandezza dell’anno precedente, intorno all’85 per cento.<br />

3.3 La domanda di prodotti petroliferi<br />

Gli elementi<br />

Pur essendo proseguite le tendenze in corso da vari anni, nel 2005 l’aumento del prezzo<br />

dei prodotti, insieme alla bassa crescita economica, hanno contribuito ad accentuare la<br />

discesa della benzina da un lato e a frenare la crescita del gasolio autotrazione dall’altro:<br />

• i consumi di benzine (13,5 milioni di tonnellate) hanno subito una ulteriore notevole<br />

contrazione (-7,2 per cento contro il -5,7 dell’anno precedente);<br />

• la domanda di gasolio autotrazione (24,4 milioni di tonnellate) è cresciuta solo<br />

dell’1,7 per cento contro il +7,6 per cento del 2004;<br />

• i consumi di gasolio riscaldamento (+4,4 per cento) sono aumentati per effetti climatici,<br />

mentre quelli di gasolio per uso agricolo sono rimasti pressoché invariati;<br />

• complessivamente la domanda di gasoli ha raggiunto i 29,9 milioni di tonnellate,<br />

con un rialzo di appena 500 mila tonnellate, pari al +1,8 per cento rispetto al 2004;<br />

• la domanda di olio combustibile (8,1 milioni di tonnellate) ha continuato la sua<br />

accelerata discesa (-23,6 per cento) soprattutto per effetto del suo minore impiego<br />

nella termoelettrica. Dei circa 6 milioni di tonnellate di olio combustibile destinato a<br />

tale settore (escludendo i volumi utilizzati dagli autoproduttori industriali), il 51 per<br />

cento è stato oggetto di importazione (contro il 58 del 2004), di cui il 92 per cento<br />

(93 per cento nel 2004) con tenore di zolfo inferiore all’1 per cento;<br />

• fra gli altri prodotti hanno registrato variazioni positive solo il carboturbo (+4,6 per<br />

cento) e i bunkeraggi marittimi (+0,8 per cento), mentre sono risultati in diminuzione<br />

i bitumi (-6,8 per cento), la carica petrolchimica (-1,9 per cento) e il gpl<br />

(1,4 per cento).<br />

3.4 La produzione nazionale di idrocarburi<br />

La produzione nazionale di greggio ha rilevato un incremento del 12,4 per cento nel<br />

2005, attestandosi a 6,1 milioni di tonnellate. Tale fenomeno è dovuto principalmente<br />

allo sviluppo dei giacimenti della Val d’Agri, in Basilicata, dove la produzione ha raggiunto<br />

i 90.000 barili al giorno. I volumi estratti nel 2005 sono provenuti per l’87 per cento<br />

da pozzi a terra e per il 13 per cento da giacimenti a mare. Oltre l’82 per cento della<br />

Relazione Annuale 2006 25


SITUAZIONE NAZIONALE<br />

Gli elementi<br />

produzione a terra è stato estratto in Basilicata, Regione che si conferma di fondamentale<br />

importanza nel contesto produttivo petrolifero italiano.<br />

Grazie alla produzione dei due giacimenti della Val d’Agri e della Valle del Sauro, si stima<br />

che a regime la Basilicata sarà in grado di soddisfare oltre il 10 per cento del fabbisogno<br />

nazionale di greggio, con una estrazione complessiva di oltre 900 milioni di barili<br />

di petrolio equivalente (boe) nei prossimi 20 anni.<br />

La produzione nazionale di gas naturale ha invece continuato nella sua strutturale contrazione:<br />

dai 12,961 miliardi di metri cubi del 2004 si è passati agli 11,977 miliardi del<br />

2005, pari ad un calo del 7,6 per cento determinato dal progressivo esaurimento dei<br />

giacimenti. La diminuzione della produzione di gas (circa 2 miliardi di metri cubi l’anno<br />

in meno) rispetto al picco estrattivo del 1994 è stata del 42 per cento. Oggi il gas di<br />

produzione interna contribuisce al fabbisogno nazionale per il 14 per cento, rispetto al<br />

42 per cento dell’epoca di massimo sviluppo.<br />

Se non si riusciranno ad attivare interventi che interrompano questo trend in discesa, nel<br />

2010 la produzione nazionale di gas scenderà ad appena 5 miliardi di metri cubi l’anno,<br />

mentre l’emergenza nelle forniture, di cui si è avuta prova anche nell’inverno appena trascorso,<br />

confermerebbe la strategicità di una loro ripresa. Solo nel Nord dell’Adriatico ci<br />

sono 34 miliardi di metri cubi di gas già scoperti, il cui sviluppo è stato tuttavia definitivamente<br />

bloccato dalla Finanziaria 2002 (Legge 31 luglio 2002, n. 179 - art. 26). Anche<br />

la produzione in altre aree procede con molti ostacoli: nel 2005 la Regione Sicilia ha<br />

avanzato alcune riserve sulle ricerche di idrocarburi nei siti protetti dall’Unesco nell’area<br />

di Ragusa, che il ricorso al Tar di Palermo ha chiaramente superato.<br />

Attualmente il nostro Paese, con 330.000 barili di petrolio equivalente (boe) al giorno,<br />

è il quarto produttore di petrolio e gas dell’Europa occidentale dopo Gran Bretagna,<br />

Norvegia e Olanda.<br />

Risorse inutilizzate<br />

Europa - Variazione dei consumi e della produzione nazionale di energia<br />

fra il 1993 e il 2003 (Valori in percentuale)<br />

40<br />

30<br />

20<br />

10<br />

0<br />

-10<br />

-20<br />

Portogallo<br />

Finlandia<br />

Austria<br />

Italia<br />

Belgio<br />

Olanda<br />

Francia<br />

Regno Unito<br />

Germania<br />

Fonte: Ocse, 2005<br />

Variaz. consumi<br />

Variaz. produzione<br />

26<br />

Relazione Annuale 2006


SITUAZIONE NAZIONALE<br />

LE REGOLE<br />

PER LA RICERCA<br />

E PROSPEZIONE<br />

IN ALTO ADRIATICO<br />

L’art. 26 della Legge 31 luglio 2002, n.<br />

179 (“Disposizioni in materia ambientale”,<br />

pubblicata nella Gazzetta<br />

Ufficiale n. 189 del 13 agosto 2002) è<br />

andato ad integrare l’articolo 4,<br />

comma 1, della Legge 9 gennaio<br />

1991, n. 9, in materia di prospezione<br />

e ricerca in Alto Adriatico. Un’area<br />

che racchiude riserve stimate pari a<br />

circa 30 miliardi di metri cubi di gas<br />

recuperabili, dove sono stati già spesi<br />

oltre 500 milioni delle vecchie lire.<br />

I pozzi di maggiore interesse sono<br />

quelli situati nell’area di Chioggia che<br />

risultano essere più vicini alla costa<br />

(5,5 km) il cui sfruttamento è stato<br />

inibito dall’art. 1 del Decreto del<br />

Ministero dell’Ambiente 3 dicembre<br />

1999 (pubblicato sulla Gazzetta<br />

Ufficiale n. 304 del 29 dicembre<br />

1999).<br />

La nuova disciplina ora prevede che:<br />

“La prospezione, la ricerca e la coltivazione<br />

di idrocarburi è vietata nelle<br />

acque del Golfo di Napoli, del Golfo<br />

di Salerno e delle Isole Egadi, fatti<br />

salvi i permessi, le autorizzazioni e le<br />

concessioni in atto, nonché nelle<br />

acque del Golfo di Venezia, nel tratto<br />

di mare compreso tra il parallelo passante<br />

per la foce del fiume<br />

Tagliamento e il parallelo passante<br />

per la foce del ramo di Goro del<br />

fiume Po”.<br />

Le riserve certe italiane di idrocarburi sono pari a 1,9 miliardi di boe, mentre quelle da<br />

scoprire sono valutate fra 1,2 e 4 miliardi di boe. Prendendo a riferimento una quotazione<br />

del greggio stabilmente sopra i 50 dollari al barile, il valore delle risorse nazionali<br />

è valutato in almeno 50 miliardi di euro.<br />

Oltre che garantire una maggiore sicurezza energetica, il maggior sfruttamento della produzione<br />

nazionale contribuirebbe a ridurre la nostra spesa energetica. Complessivamente la produzione<br />

nazionale di idrocarburi nel 2005 (pari a 16,0 milioni di tep) ha soddisfatto l’8 per cento<br />

circa del fabbisogno energetico nazionale ed ha consentito un risparmio nella nostra fattura<br />

energetica di 3,7 miliardi di euro.<br />

3.5 Le importazioni di greggio, semilavorati e prodotti finiti<br />

Nel 2005 l’Italia ha importato 89,3 milioni di tonnellate di greggio, con un incremento del 2,7<br />

per cento rispetto all’anno precedente. Di queste 85,3 sono state importate in “conto proprio”<br />

(+3,0 per cento) e 4,0 milioni di tonnellate da “committenti esteri” (-3,2 per cento).<br />

Risultano invece in marcata flessione le importazioni dei semilavorati esteri (pari a 5,9<br />

milioni di tonnellate, -6,8 per cento), mentre i prodotti finiti con 13,9 milioni di tonnellate,<br />

hanno rilevato un -10,8 per cento.<br />

L’esame in dettaglio dei flussi di importazione del greggio, per le principali aree di provenienza<br />

mostra:<br />

– un aumento dell’11,0 per cento dei volumi giunti dal Medio Oriente, area che ha<br />

soddisfatto il 34,6 per cento degli arrivi complessivi di greggio;<br />

– un cospicuo aumento degli arrivi dall’area ex Urss (+5,2 per cento) con 24,5 milioni<br />

di tonnellate, pari al 27,4 per cento di tutte le importazioni di greggio;<br />

– una leggera ripresa (+3,1 per cento) delle provenienze dal Mare del Nord, il cui contributo<br />

è rimasto al 3,7 per cento;<br />

– un decremento (-6,1 per cento) dei volumi dai Paesi dell’Africa, che ha portato al<br />

34,2 per cento il concorso di quest’area.<br />

Su base annua, la Libia si è confermata il maggior fornitore del nostro Paese, con oltre<br />

23 milioni di tonnellate. Anche nel 2005 le esportazioni di greggio, semilavorati e prodotti<br />

finiti hanno evidenziato un segno positivo, attestandosi a 29,1 milioni di tonnellate<br />

(+15,1 per cento).<br />

Gli elementi<br />

3.6 Il consumo di gas naturale<br />

Il consumo di gas naturale, nel 2005, ha segnato l’incremento più consistente fra le<br />

varie fonti primarie di energia: +6,9 per cento rispetto all’anno precedente, superando<br />

gli 86,2 miliardi di metri cubi.<br />

Il contributo principale alla crescita è stato determinato dal settore elettrico (+13,9 per<br />

cento), anche per l’entrata in esercizio di nuovi impianti a ciclo combinato. Forte crescita<br />

anche dei consumi per usi civili (+6,5 per cento), trainati dai fattori climatici, con temperature<br />

inferiori alle medie stagionali.<br />

Relazione Annuale 2006 27


SITUAZIONE NAZIONALE<br />

Italia – L’approvvigionamento petrolifero<br />

(Milioni di tonnellate)<br />

1990 1995 2000 2003 2004 2005 (*)<br />

Importazioni di greggio 74,7 73,6 83,7 84,3 86,9 89,3<br />

– di cui conto proprio 63,1 70,4 77,1 80,4 82,8 85,3<br />

– di cui conto committenti esteri 11,6 3,2 6,6 3,9 4,1 4,0<br />

Gli elementi<br />

Importazioni di semilavorati 12,1 8,6 6,6 7,3 6,3 5,9<br />

Importazioni di prodotti finiti (•) 23,5 25,1 22,3 19,0 15,6 13,9<br />

Nazionalizzazioni (✦) 6,3 1,2 3,3 3,0 3,1 3,1<br />

(*) Dati provvisori.<br />

(•) Dall’anno 1999 comprendono le importazioni di Combustibili a Basso Costo (emulsioni di greggi pesanti ad alto tenore di zolfo).<br />

( F ) Prodotti ottenuti da lavorazioni in conto committente estero.<br />

Fonte: Ministero delle Attività Produttive e Istat<br />

Italia – Le provenienze del greggio<br />

Milioni di tonnellate<br />

Peso percentuale<br />

1980 1985 1990 1995 2000 2004 2005 (*) 1980 1990 2004 2005(*)<br />

Medio Oriente 52,2 19,6 26,8 25,7 30,6 27,8 30,8 58,9 35,8 31,9 34,6<br />

– di cui Arabia Saudita 29,3 4,8 8,1 10,9 8,4 11,8 12,6<br />

Iran 0,9 7,3 9,5 11,4 10,4 9,6 9,6<br />

Iraq 11,8 4,7 3,4 – 8,2 3,7 5,9<br />

Siria 3,9 0,4 0,9 3,4 2,0 2,7 2,6<br />

Africa 27,0 31,3 40,5 33,9 32,2 32,6 30,6 30,5 54,1 37,5 34,2<br />

– di cui Libia 12,1 13,5 24,5 23,7 21,9 22,4 23,3<br />

Algeria 2,3 3,0 4,6 2,2 3,2 4,1 2,9<br />

Egitto 6,1 6,5 6,2 4,3 3,3 2,3 0,7<br />

Nigeria 3,5 7,1 1,3 0,6 1,1 1,4 1,6<br />

Ex Urss 5,5 5,6 6,1 11,3 16,1 23,3 24,5 6,2 8,3 26,8 27,4<br />

– di cui Russia n.d. n.d. n.d. 11,3 13,9 19,9 18,4<br />

America Latina 2,9 3,3 0,5 0,8 0,5 0,1 0,1 3,3 0,7 0,1 0,1<br />

Mare del Nord — 3,3 0,6 1,7 4,3 3,2 3,3 — 0,8 3,7 3,7<br />

Altre provenienze 1,0 0,3 0,2 0,2 — — — 1,1 0,3 — —<br />

Totale 88,6 63,4 74,7 73,6 83,7 87,0 89,3 100,0 100,0 100,0 100,0<br />

– di cui da Area Opec 69,1 44,2 55,5 49,6 55,0 53,0 56,1 78,0 50,2 60,9 62,8<br />

(*) Dati provvisori.<br />

Fonte: Ministero delle Attività Produttive<br />

28<br />

Relazione Annuale 2006


SITUAZIONE NAZIONALE<br />

Europa - Capacità di stoccaggio del gas dei principali Paesi<br />

% dei consumi<br />

35<br />

Miliardi m 3<br />

60<br />

30<br />

25<br />

50<br />

40<br />

20<br />

15<br />

10<br />

5<br />

0<br />

30<br />

20<br />

10<br />

0<br />

Gli elementi<br />

Austria<br />

Francia<br />

Germania<br />

Italia<br />

Danimarca<br />

Olanda<br />

Spagna<br />

Belgio<br />

Grecia<br />

Regno<br />

Unito<br />

Media UE<br />

Fonte: Commissione Ue<br />

% dei consumi Miliardi m 3<br />

Risultano invece ridimensionati i consumi del settore industriale (-1,3 per cento), penalizzato<br />

dalla bassa crescita economica.<br />

Il contributo del gas naturale al soddisfacimento del fabbisogno energetico nazionale è<br />

salito al 35,8 per cento nel 2005 contro il 26,1 del 1995. Questa fonte energetica, la<br />

cui domanda si sta rapidamente avvicinando a quella di petrolio, continua ad espandersi<br />

soprattutto negli impieghi del settore termoelettrico e già entro il prossimo decennio<br />

potrebbe divenire la fonte dominante.<br />

3.7 Il ruolo dei combustibili solidi<br />

Nel 2005 i consumi dei combustibili solidi hanno subito un rallentamento, essendo stati<br />

pari a circa 16,9 Mtep (-1,2 per cento). Tale risultato è la conseguenza della minore produzione<br />

di energia elettrica da carbone, che si è attestata sui 43,9 miliardi di kWh (-3,6 per<br />

cento rispetto al 2004), per il lungo periodo di sospensione di attività della centrale di<br />

Brindisi Nord.<br />

I progetti di<br />

riconversione<br />

È tuttavia proseguito l’iter per la riconversione di centrali già esistenti. Nel luglio 2005 si<br />

è svolta presso il Ministero delle Attività Produttive la prima conferenza dei servizi relativa<br />

al progetto per la riconversione a carbone anziché ad Orimulsion come inizialmente<br />

previsto, della centrale di Porto Tolle (Enel), in provincia di Rovigo, la cui produzione<br />

a regime sarà di 16,5 miliardi di kWh all’anno. In dicembre è stata infatti raggiunta un’intesa<br />

tra Enel e Regione Veneto per la realizzazione di tre gruppi a carbone (invece dei<br />

quattro inizialmente previsti) per complessivi 1.980 MW e un investimento di oltre 1,5<br />

miliardi di euro.<br />

Anche il progetto di riconversione a carbone della centrale di Torre Valdaliga Nord a<br />

Civitavecchia (Enel), alimentata ad olio combustibile, è entrato nella fase esecutiva con lo<br />

smantellamento di uno dei quattro vecchi gruppi. Tuttavia tali processi proseguono con<br />

Relazione Annuale 2006 29


SITUAZIONE NAZIONALE<br />

Italia - La stima della “fattura energetica”<br />

(Milioni di euro)<br />

1980 1985 1990 1995 2000 2001 2002 2003 2004 2005 (*)<br />

Combustibili solidi 477 1.168 731 990 996 1.223 1.142 1.130 1.707 1.881<br />

Gas naturale 505 2.803 1.859 2.661 7.834 8.782 7.921 8.547 8.901 12.299<br />

Petrolio (•) 9.082 15.570 8.561 9.023 18.651 15.985 15.511 15.032 17.021 22.213<br />

Gli elementi<br />

Altre (■) 77 602 867 1.563 1.524 1.751 1.867 1.797 1.762 2.134<br />

Totale 10.141 20.143 12.018 14.237 29.005 27.741 26.441 26.506 29.391 38.527<br />

(*) Valori provvisori.<br />

(•) I dati precedenti al 1995 non sono omogenei con quelli da tale anno in poi, a seguito di modifiche nel criterio di classificazione (Ateco 91), la più rilevante delle quali consiste nel non considerare<br />

più le “provviste di bordo” fra le esportazioni.<br />

(■) Comprende: energia elettrica, combustibili nucleari e altri combustibili minori.<br />

Fonte: Unione Petrolifera su dati Istat<br />

Italia - Il costo del greggio importato<br />

1980 1985 1990 1995 2000 2001 2002 2003 2004 2005<br />

Fob dollari/barile 31,1 26,8 22,5 16,3 26,9 23,0 23,0 27,7 35,1 50,4<br />

Cif dollari/tonnellata 235,9 203,1 172,2 125,0 205,0 175,5 179,4 210,9 269,0 379,9<br />

Cambio dollaro/euro (*) 1,3973 0,7601 1,2887 1,2953 0,9174 0,8954 0,9495 1,1273 1,2426 1,2359<br />

Cif euro/tonnellata 168,8 267,2 133,6 96,5 223,5 196,0 188,9 187,1 216,5 307,4<br />

(*) Cambio medio ponderato sulla base dei volumi mensilmente importati. Non corrispondente esattamente alla media Uic.<br />

Fonte: Ministero delle Attività Produttive e Unione Petrolifera<br />

30<br />

Relazione Annuale 2006


SITUAZIONE NAZIONALE<br />

Il sequestro della CO 2<br />

notevoli ostacoli, soprattutto per la contrarietà manifestata dalle amministrazioni locali. In<br />

alcuni casi si è giunti all’abbandono dei progetti da parte della società promotrice, come nel<br />

caso della riconversione della centrale di Rossano Calabro (Enel).<br />

Procede invece l’impulso impresso alle tecnologie più avanzate. Nel 2005 in particolare,<br />

nell’ambito delle attività previste dall’accordo internazionale “Carbon Sequestration<br />

Leadership Forum” (finalizzato allo sviluppo di tecnologie per la rimozione ed il confinamento<br />

dell’anidride carbonica dai combustibili solidi), sono stati avviati due progetti di<br />

ricerca finanziati dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca: il primo, con<br />

la partecipazione di Sotacarbo, ENEA, Ansaldo Ricerche ed Università di Cagliari, prevede<br />

la produzione di idrogeno e di altri combustibili puliti dalla gassificazione del carbone,<br />

con cattura della CO 2 ; il secondo, cosiddetto ZECOMIX, prevede invece la produzione<br />

di idrogeno dal carbone con un processo ad emissioni nulle. È stato inoltre firmato<br />

di recente un protocollo di intesa fra la Regione Sardegna e il Consiglio Nazionale delle<br />

Ricerche, per la produzione di metano artificiale attraverso la gassificazione del carbone.<br />

Per quanto riguarda la situazione del bacino carbonifero del Sulcis, nell’ambito delle disposizioni<br />

emanate con il Decreto-Legge 15 marzo 2005, n. 35, convertito nella Legge 14 maggio<br />

2005, n. 80, per consentire lo sviluppo produttivo ed incrementare la competitività delle<br />

imprese, è prevista all’art. 11, comma 14, l’assegnazione da parte della Regione Sardegna<br />

di una concessione integrata per la gestione della miniera del carbone Sulcis per i prossimi<br />

30 anni e la produzione di energia elettrica da una nuova centrale, realizzabile con una<br />

potenza massima di 640 MW. In vista della privatizzazione della Carbosulcis, la Regione<br />

Sardegna ha quindi indetto una gara internazionale, tuttora in corso.<br />

Gli elementi<br />

Cresce l’esborso<br />

con l’estero<br />

3.8 La fattura energetica e petrolifera<br />

Nel 2005 la fattura energetica ha registrato rispetto all’anno precedente uno degli incrementi<br />

più elevati degli ultimi venti anni, pari ad oltre 9 miliardi di euro, riflettendo i cospicui<br />

aumenti rilevati dalle quotazioni internazionali del greggio e delle altre fonti energetiche.<br />

La spesa nazionale per l’approvvigionamento di energia dall’estero (rappresentata dal<br />

saldo fra l’esborso per le importazioni e gli introiti derivanti dalle esportazioni) è stata<br />

notevolmente appesantita dai maggiori costi e dai più elevati volumi di gas e di energia<br />

elettrica importati, nonché dal deprezzamento, seppur contenuto, del cambio dell’euro<br />

sul dollaro (-0,5 per cento circa).<br />

La fattura energetica è così salita a 38,527 miliardi di euro, con un aumento di oltre 9,1<br />

miliardi (+31,1 per cento) rispetto al 2004. Oltre che per effetto dei maggiori costi del<br />

greggio, il peggioramento è stato determinato anche dall’apprezzamento del gas, la cui<br />

spesa netta per l’approvvigionamento è passata da 8,901 a 12,299 miliardi di euro<br />

(+38,2 per cento) e dalle importazioni nette di energia elettrica, salite da 1,762 a 2,134<br />

miliardi di euro (+21,1 per cento).<br />

Il maggiore impatto sulla fattura energetica comunque è stato causato dalla fattura petrolifera<br />

che, nonostante la contrazione dei consumi, è aumentata di circa 5,2 miliardi di euro<br />

(da 17,021 a 22,213 miliardi di euro). I 38,527 miliardi di euro di fattura energetica hanno<br />

rappresentato il 2,9 per cento del Pil, contro il 2,2 del 2004 ed il 5,3 per cento del periodo<br />

1980-85.<br />

Relazione Annuale 2006 31


SITUAZIONE NAZIONALE<br />

Il peso sul Pil della fattura petrolifera di 22,213 miliardi di euro è stato pari all’1,6 per<br />

cento, peso analogo all’anno 2000 ma inferiore ad incidenze ben più rilevanti come il<br />

4,7 per cento registrato in media nel periodo 1980-83.<br />

Il costo medio annuo di una tonnellata di greggio è stato pari a 307,4 euro contro i 216,5<br />

del 2004. Un incremento del 42,0 per cento che è la risultante di un maggior costo del<br />

greggio all’origine (+41,2 per cento) e del deprezzamento dell’euro rispetto al dollaro.<br />

Gli elementi<br />

3.9 Le variazioni dei prezzi dei prodotti petroliferi<br />

Nel 2005 l’euro, essendosi mediamente deprezzato dello 0,5 per cento, non è riuscito<br />

ad attenuare l’impennata delle quotazioni petrolifere espresse in dollari: +31 per cento<br />

per le benzine e +45 per cento per il gasolio.<br />

In linea con l’andamento delle quotazioni internazionali e con i valori rilevati nella media<br />

dei Paesi Ue, i prezzi industriali (prezzi al consumo al netto della componente fiscale)<br />

di tutti i principali prodotti, espressi come valori medi dell’anno 2005 rispetto all’anno<br />

precedente, hanno registrato i seguenti incrementi percentuali:<br />

— benzina senza piombo + 19,8<br />

— gasolio autotrazione + 35,0<br />

— gasolio riscaldamento + 31,9<br />

— olio combustibile Btz + 35,3<br />

I NUOVI METODI DI DETERMINAZIONE DEI “PREZZI CONSIGLIATI”<br />

In base alla attuale normativa, le compagnie petrolifere decidono liberamente il prezzo di vendita dei propri<br />

prodotti da consigliare al gestore. Di recente due metodologie sono tuttavia divenute particolarmente<br />

conosciute. Di seguito se ne offrono alcuni dettagli.<br />

1 - Ad ottobre del 2004 l’Eni comunicò la decisione di volere rivedere la tempistica di adeguamento del<br />

“prezzo consigliato” di vendita dei carburanti.<br />

Da un metodo che seguiva su base praticamente quotidiana le quotazioni internazionali di benzina e<br />

gasolio scambiati sul mercato europeo e del Mediterraneo (rilevate dal Platts), che presupponevano<br />

numerose variazioni dei listini anche di modesta entità, si scelse di passare ad un sistema che presumeva<br />

intervalli di tempo più lunghi e con variazioni meno prevedibili.<br />

Una decisione che doveva portare, secondo l’ottica della compagnia, a sganciarsi dal pedissequo adeguamento<br />

quotidiano al Platts, privilegiando lunghi periodi di stabilità dei listini e con movimenti meno<br />

numerosi ma di maggiore entità sia in salita che in discesa: nel corso del 2005 gli interventi sono stati<br />

infatti 20 rispetto ai 65 del 2004.<br />

2 - In una conferenza stampa dei primi di giugno 2005 anche Erg comunicò di voler introdurre una nuova<br />

metodologia nella fissazione dei “prezzi consigliati” della benzina e del gasolio venduti sulla rete di distribuzione<br />

(definito “prezzo trasparente”).<br />

Un sistema nuovo per il mercato italiano comunque strettamente agganciato alla variazione delle quotazioni<br />

internazionali rilevate settimanalmente dal Platts (high Cif Med), prendendo la media delle quotazioni<br />

di super senza piombo 50 ppm e gasolio 50 ppm ULSD dell’ultima settimana verso la precedente,<br />

convertite in euro al cambio medio settimanale dollaro/euro.<br />

Per tener conto della posizione della compagnia sul mercato, nella formula di fissazione dei prezzi venne<br />

inserito un ammortizzatore di 0,01 euro/litro in più e in meno. Un metodo per cosi dire “scientifico”, teso<br />

ad evitare strumentalizzazioni e polemiche e dare un contributo di trasparenza in questo delicato settore.<br />

Tale meccanismo è stato inizialmente previsto fino alla fine del 2005, anche se in questi primi mesi del<br />

2006 si è continuato ad applicarlo sebbene in maniera più flessibile.<br />

32<br />

Relazione Annuale 2006


SITUAZIONE NAZIONALE<br />

I valori medi annuali dei prezzi al consumo del 2005, ponderati con i volumi, sono<br />

risultati superiori a quelli del 2004 per i seguenti valori:<br />

benzina senza piombo + 8,5<br />

gasolio autotrazione + 18,0<br />

gasolio riscaldamento + 14,9<br />

olio combustibile Btz + 31,0<br />

I prezzi medi al consumo dell’anno - pari a 1,221 euro/litro per la benzina e a 1,109 euro/litro<br />

per il gasolio auto - sono aumentati sia per il rialzo della componente industriale sia per effetto<br />

dell’Iva che agisce in ragione del 20 per cento sul prezzo industriale e sull’accisa.<br />

Italia - Confronto fra l’andamento delle quotazioni internazionali e<br />

il prezzo industriale della benzina (Valori del 4 gennaio 2005 in euro/litro=100)<br />

Gli elementi<br />

250<br />

200<br />

150<br />

100<br />

50<br />

4-gen-2005<br />

26-gen-2005<br />

17-feb-2005<br />

11-mar-2005<br />

6-apr-2005<br />

28-apr-2005<br />

20-mag-2005<br />

14-giu-2005<br />

6-lug-2005<br />

28-lug-2005<br />

19-ago-2005<br />

12-set-2005<br />

4-ott-2005<br />

26-ott-2005<br />

17-nov-2005<br />

9-dic-2005<br />

4-gen-2006<br />

27-gen-2006<br />

20-feb-2006<br />

14-mar-2006<br />

5-apr-2006<br />

28-apr-2006<br />

Quotazioni Platts della benzina<br />

Prezzo industriale della benzina<br />

Italia - Confronto fra l’andamento delle quotazioni internazionali e<br />

il prezzo industriale del gasolio (Valori del 4 gennaio 2005 in euro/litro=100)<br />

180<br />

160<br />

140<br />

120<br />

100<br />

80<br />

4-gen-2005<br />

26-gen-2005<br />

17-feb-2005<br />

11-mar-2005<br />

6-apr-2005<br />

28-apr-2005<br />

20-mag-2005<br />

14-giu-2005<br />

6-lug-2005<br />

28-lug-2005<br />

19-ago-2005<br />

12-set-2005<br />

4-ott-2005<br />

26-ott-2005<br />

17-nov-2005<br />

9-dic-2005<br />

4-gen-2006<br />

27-gen-2006<br />

20-feb-2006<br />

14-mar-2006<br />

5-apr-2006<br />

28-apr-2006<br />

Quotazioni Platts del gasolio<br />

Prezzo industriale del gasolio<br />

Relazione Annuale 2006 33


SITUAZIONE NAZIONALE<br />

Italia – L’attività delle raffinerie<br />

(Milioni di tonnellate)<br />

1990 1995 2000 2003 2004 2005<br />

Lavorazioni 69,7 87,5 94,2 96,8 98,7 100,9<br />

– greggio nazionale 4,0 5,1 4,5 4,9 5,2 5,5<br />

– greggio estero 73,8 73,4 82,9 84,4 87,0 88,7<br />

Gli elementi<br />

– semilavorati di importazione 11,9 9,0 6,8 7,5 6,5 6,7<br />

Altri semilavorati, additivi/ossigenati, btx, metano 4,0 3,5 3,8 4,4 4,8 5,6<br />

Totale materia prima trattata 93,7 91,0 98,0 101,2 103,5 106,5<br />

– di cui conto committenti esteri 11,8 3,3 6,7 3,9 4,1 3,9<br />

Capacità di raffinazione (•) 107,0 98,9 100,2 100,2 100,2 100,2<br />

% di utilizzazione (*) 84 88 94 97 99 100<br />

(•) Capacità (a fine anno) supportata da impianti di lavorazione secondaria adeguati alla produzione di benzina e gasolio secondo specifica.<br />

(*) Riferita al totale lavorazioni.<br />

Fonte: Ministero delle Attività Produttive e Istat<br />

Italia – I prezzi medi dei principali prodotti petroliferi<br />

Al consumo Componente fiscale Al netto della componente fiscale<br />

2003 2004 2005 2003 2004 2005 2003 2004 2005<br />

Benzina senza piombo €/litro 1,058 1,125 1,221 0,718 0,746 0,767 0,340 0,379 0,454<br />

Gasolio auto “ 0,877 0,940 1,109 0,549 0,560 0,596 0,328 0,380 0,513<br />

Gpl auto “ 0,541 0,539 0,570 0,247 0,246 0,252 0,294 0,293 0,318<br />

Gasolio riscaldamento “ 0,860 0,909 1,044 0,546 0,555 0,577 0,314 0,354 0,467<br />

Olio comb. denso Btz (*) €/kg 0,257 0,255 0,334 0,055 0,054 0,062 0,202 0,201 0,272<br />

(*) I prezzi dell’olio combustibile denso Atz non vengono più rilevati dal gennaio 2003.<br />

Fonte: Unione Petrolifera su dati Ministero delle Attività Produttive<br />

34<br />

Relazione Annuale 2006


SITUAZIONE NAZIONALE<br />

3.10 La capacità di raffinazione e le lavorazioni<br />

Nel corso del 2005 la capacità dei principali impianti di raffinazione italiani ha subito<br />

delle modifiche, sebbene in misura contenuta. La capacità effettiva tecnico-bilanciata<br />

complessiva, intesa come quella supportata da impianti di lavorazione secondaria adeguati<br />

alla produzione di prodotti a specifica, rimasta invariata a 100,2 milioni di tonnellate<br />

dalla fine degli anni Novanta, a fine 2005 ha raggiunto il 101,9 milioni per effetto<br />

del potenziamento ed ottimizzazione degli impianti esistenti.<br />

Lavorazioni ai<br />

massimi<br />

Le lavorazioni complessive delle raffinerie sono ammontate a 100,9 milioni di tonnellate<br />

(+2,2 per cento rispetto al 2004), consentendo il quasi totale utilizzo degli impianti.<br />

I rapporti di convenienza economica, espressi dai prezzi internazionali, hanno indotto ad<br />

aumentare sia l’impiego del greggio (+2,2 per cento), sia le lavorazioni di semilavorati<br />

esteri (+3,1 per cento). Sono invece risultate in diminuzione le lavorazioni per conto<br />

committente estero (-4,9 per cento).<br />

Gli elementi<br />

Per tenere conto delle nuove specifiche in materia di zolfo entrate in vigore dal 1° gennaio<br />

2005, il sistema di raffinazione si è dotato di nuovi impianti idonei a produrre le<br />

nuove qualità di carburanti. La capacità di desolforazione è oggi pari a 38,9 milioni di<br />

tonnellate rispetto ai 25,8 del 1996 (+50,8 per cento).<br />

3.11 I risultati economici e gli investimenti<br />

Nel 2005 i margini di lavorazione delle raffinerie hanno mostrato un segno positivo a<br />

seguito della notevole ascesa dei prezzi internazionali dei prodotti, in particolare a fine<br />

estate per la mancata produzione delle raffinerie americane. Valori che nell’ultimo trimestre<br />

dell’anno hanno tuttavia cominciato a ripiegare, per una flessione generalizzata<br />

di tutti i prodotti più marcata rispetto a quella del greggio.<br />

Mediterraneo - L’andamento delle quotazioni internazionali<br />

di benzina e gasolio (Valori settiimanali del Platts Cif Med in euro/litro)<br />

0,50<br />

0,45<br />

0,40<br />

0,35<br />

0,30<br />

0,25<br />

0,20<br />

0,15<br />

7-gen-2003<br />

17-feb-2003<br />

fine luglio<br />

2004<br />

inizio gennaio<br />

2005<br />

31-mar-2003<br />

19-mag-2003<br />

30-giu-2003<br />

11-ago-2003<br />

22-set-2003<br />

3-nov-2003<br />

15-dic-2003<br />

2-feb-2004<br />

15-mar-2004<br />

26-apr-2004<br />

7-giu-2004<br />

19-lug-2004<br />

30-ago-2004<br />

11-ott-2004<br />

22-nov-2004<br />

3-gen-2005<br />

14-feb-2005<br />

4-apr-2005<br />

16-mag-2005<br />

27-giu-2005<br />

8-ago-2005<br />

26-set-2005<br />

7-nov-2005<br />

19-dic-2005<br />

30-gen-2006<br />

13-mar-2006<br />

2-mag-2006<br />

0,50<br />

0,45<br />

0,40<br />

0,35<br />

0,30<br />

0,25<br />

0,20<br />

0,15<br />

0,10<br />

0,05<br />

0<br />

-0,05<br />

-0,10<br />

Benzina Gasolio Delta quotazioni<br />

Relazione Annuale 2006 35


SITUAZIONE NAZIONALE<br />

I margini di distribuzione su rete si sono mantenuti mediamente su livelli soddisfacenti,<br />

per quanto differenziati fra i vari prodotti, mentre discreto è stato l’andamento economico<br />

sull’extrarete.<br />

Gli elementi<br />

Per quanto riguarda gli investimenti effettuati dal settore, complessivamente stimati in<br />

circa 1,4 miliardi di euro nel 2005, per il 58 per cento sono stati destinati alla raffinazione.<br />

Di questi, circa il 61 per cento è stato destinato a obiettivi di miglioramento della<br />

qualità dei prodotti e ambientali (principalmente desolforazione di benzina e gasoli e<br />

riduzione delle emissioni).<br />

Con riferimento agli investimenti effettuati nella distribuzione, l’88 per cento delle risorse<br />

è stato assorbito dalle iniziative di ammodernamento della rete e dagli adempimenti<br />

normativi di carattere ambientale.<br />

3.12 L’evoluzione degli assetti di mercato<br />

Il concorso dei diversi gruppi di operatori alla copertura della domanda complessiva<br />

petrolifera nazionale nel 2005 ha rilevato alcune variazioni. È infatti proseguito il processo<br />

volto a ridisegnare le strutture organizzative e gli schemi operativi dei vari partecipanti<br />

al mercato.<br />

Fra i principali avvenimenti si segnalano:<br />

• l’acquisizione da parte del gruppo Api delle 2.800 stazioni di servizio della Italiana<br />

Petroli (IP), cedute dall’Eni per 186 milioni di euro. A seguito di tale operazione, Api, pur<br />

mantenendo per essi il marchio IP, è giunta ad un totale di 4.500 punti vendita, facendo<br />

salire la sua quota di mercato dal 5 al 12 per cento e divenendo il secondo operatore<br />

per numero di punti vendita;<br />

I principali avvenimenti<br />

• le società Total e Shell hanno convenuto uno scambio di quote nella raffinazione: la<br />

Shell ha ceduto il 20 per cento della Raffineria di Roma alla Total, che è salita quindi dal<br />

57,5 al 71,9 per cento, mentre l’altro socio, Erg Petroli, ha rafforzato la sua quota portandosi<br />

al 28,1 per cento dal precedente 22,5 per cento, rilevando il restante 5,6 per<br />

cento in mano alla Shell;<br />

• la Oilinvest, filiale della libica National Oil Company, ha deciso di mettere in vendita le<br />

attività facenti capo al gruppo Tamoil. Il Governo libico ha per questo affidato alla BNP<br />

Paribas il compito di raccogliere le offerte che andranno da un minimo del 60 per cento<br />

fino al totale del capitale del gruppo. Gli asset oggetto di vendita sono localizzati oltre<br />

che in Italia, in Germania e Svizzera. Manifestazioni di interesse sono state presentate<br />

per il momento dalle italiane Erg, Api, Saras, Q8, dalla spagnola Repsol, dalla francese<br />

Total e dalle russe Gazprom e Lukoil;<br />

• la Selenia (ex Fiat Lubrificanti) per la terza volta in 5 anni ha visto cambiare il suo assetto<br />

proprietario: dopo essere stata ceduta nel 2000 al fondo inglese Doughty Hanson,<br />

per poi passare al fondo americano Vestar Capital Partners Europe, nel 2005 è stata rilevata<br />

da un altro fondo finanziario statunitense, il Kolberg Kravis Roberts. Da queste transazioni<br />

il valore del gruppo è quasi raddoppiato: da 482 a 835 milioni di euro;<br />

36<br />

Relazione Annuale 2006


SITUAZIONE NAZIONALE<br />

• il fondo transalpino SGAM 4D Global Energy Development Capital, legato alla banca<br />

francese Societè Genérale e già presente in Italia con una quota nella raffineria Ies di<br />

Mantova, ha acquisito il 20 per cento della Raffineria Iplom di Busalla (Genova). Il controllo<br />

della società resta alla famiglia Profumo, titolare dell’azienda dal 1948.<br />

Italia - Il ruolo dei diversi gruppi di operatori nelle vendite<br />

al mercato interno<br />

100 %<br />

80 %<br />

60 %<br />

10,0<br />

17,0<br />

3,0<br />

11,0<br />

6,6<br />

23,5<br />

15,5<br />

Gli elementi<br />

21,0<br />

9,1<br />

40 %<br />

12,5<br />

20 %<br />

38,0<br />

32,8<br />

0 %<br />

1983 2004<br />

Import. diretti/<br />

consumatori<br />

Società multinazionali<br />

europee<br />

Imprese private<br />

nazionali<br />

Società multinazionali<br />

americane<br />

Società di<br />

Paesi Opec<br />

Imprese a partecipazione<br />

pubblica<br />

Italia – Il ruolo dei maggiori operatori petroliferi nel 2004<br />

% di contributo alle vendite Numero di punti vendita<br />

al mercato interno<br />

carburanti in esercizio<br />

di tutti i prodotti petroliferi<br />

a fine anno<br />

Eni Div. R&M (marchio Agip) (*) 29,8 4.329<br />

Esso 12,5 2.898<br />

Tamoil 7,9 2.197<br />

KPI 7,6 2.628<br />

Erg 6,8 1.969<br />

Total 5,3 1.406<br />

Api 4,3 1.638<br />

Shell 3,8 1.354<br />

IP Italiana Petroli 3,0 2.915<br />

Altri 19,0 (•) 1.066<br />

Totale 100,0 22.400<br />

(*) Comprende la consociata Agip Fuel che dal 1° gennaio 2003 ne ha rilevato gran parte dell’attività extra-rete<br />

(•) Comprende gli operatori con un contributo singolo non superiore al 3,0% (globalmente 12,4%) e gli<br />

importatori diretti/consumatori di olio combustibile (6,6%).<br />

Fonte: Unione Petrolifera<br />

Relazione Annuale 2006 37


SITUAZIONE NAZIONALE<br />

GLI AWARD 2005 PER IL SETTORE PETROLIFERO<br />

Gli elementi<br />

Fra gli eventi del 2005 ed i riconoscimenti ottenuti dal settore si rammentano:<br />

– le ricorrenze dei primi 40 anni della Raffineria di Roma e dei 30 anni della Raffineria Isab di Priolo<br />

Gargallo (Siracusa);<br />

– il Premio “Creatori di valori 2004” assegnato ad Api da Milano Finanza Company Awards 2005, per<br />

aver realizzato le migliori performance a livello di settore in Italia;<br />

– l’Award 2005 ottenuto dalla Erg nella prima edizione dell’ “Italian Most Reputable Companies Survey”,<br />

ovvero la valutazione delle società italiane con la migliore reputazione in termini di affidabilità, promosso<br />

da Milano Finanza e Price Waterhouse Coopers Advisory;<br />

– il raggiungimento del miliardo di tonnellate di petrolio trasportato dalla Siot – Società Italiana per<br />

l’Oleodotto Transalpino di Trieste (Gruppo Tal) in 40 anni di attività e sviluppo.<br />

Fra gli eventi più rilevanti di questi primi mesi del 2006, si segnala l'imminente collocazione<br />

in Borsa dei due gruppi petroliferi Api e Saras:<br />

• l'operazione di quotazione del gruppo della famiglia Brachetti Peretti sarà composta in<br />

parte da un aumento di capitale e in parte dalla cessione di azioni di proprietà della famiglia,<br />

che controlla la società al 99 per cento attraverso Api Holding. La quota che andrà in<br />

borsa dovrebbe essere intorno al 35 per cento, realizzando un aumento di capitale compreso<br />

fra i 150 e i 200 milioni di euro. Mediobanca sarà l'advisor finanziario dell'operazione,<br />

mentre Capitalia e Goldman Sachs ne saranno i joint global coordinator;<br />

• anche la Saras ha presentato alla Borsa italiana la domanda di ammissione alla quotazione<br />

nel Mercato telematico azionario (Mta), comunicando alla Consob anche l'intenzione<br />

di effettuare un'offerta pubblica di sottoscrizione e vendita di proprie azioni<br />

ordinarie. Il mandato di global coordinator è stato conferito a JP Morgan, in collaborazione<br />

con Banca Intesa (Divisione Caboto) e Morgan Stanley.<br />

Italia - Andamento delle vendite di benzina e gasolio per autotrazione<br />

(Valori in migliaia di tonnellate)<br />

40.000<br />

35.000<br />

30.000<br />

25.000<br />

20.000<br />

15.000<br />

10.000<br />

5.000<br />

0<br />

1960<br />

1970<br />

1971<br />

1972<br />

1973<br />

1974<br />

1975<br />

1976<br />

1977<br />

1978<br />

1979<br />

1980<br />

1981<br />

1982<br />

1983<br />

1984<br />

1985<br />

1986<br />

1987<br />

1988<br />

1989<br />

1990<br />

1991<br />

1992<br />

1993<br />

1994<br />

1995<br />

1996<br />

1997<br />

1998<br />

1999<br />

2000<br />

2001<br />

2002<br />

2003<br />

2004<br />

2005<br />

Benzina Gasolio Benzina + gasolio<br />

Fonte: Ministero delle Attività Produttive<br />

38<br />

Relazione Annuale 2006


SITUAZIONE NAZIONALE<br />

4. Le tematiche economiche ed industriali<br />

4.1 La politica energetica<br />

Nel corso del 2005 ha proseguito i suoi lavori l’apposito tavolo costituito presso il<br />

Ministero delle Attività Produttive per l’attuazione della Legge n. 239/2004 di riordino<br />

del settore energetico. Al centro dei lavori l’individuazione dei criteri e modalità per il<br />

rilascio delle autorizzazioni agli impianti di lavorazione e stoccaggio di oli minerali e la<br />

normativa relativa al gpl. Tra gli altri provvedimenti di interesse per il settore figura anche<br />

la riforma del settore dell’autotrasporto che ha introdotto elementi di flessibilità, superando<br />

il sistema delle tariffe obbligatorie ed introducendo la libera contrattazione dei<br />

prezzi e dei servizi con la possibilità di stipulare accordi di settore di diritto privato, al fine<br />

di regolare i rapporti dei propri associati sulla base della normativa in materia di sicurezza<br />

della circolazione e di sicurezza sociale.<br />

Il 2005 si è contraddistinto altresì per la Legge di riforma costituzionale, ora soggetta a<br />

referendum confermativo, che, andando a modificare la Legge costituzionale n. 3/2001,<br />

riporta in ambito statale le competenze in materia di “produzione strategica, trasporto e<br />

distribuzione nazionali di energia” lasciando alle Regioni la “produzione, il trasporto e la<br />

distribuzione di energia”.<br />

Gli interventi sulle accise<br />

Altri provvedimenti hanno riguardato interventi in aumento dei livelli delle accise di benzina<br />

e gasolio (Legge n. 58/2005) e la proroga delle agevolazioni previste per tutta una<br />

serie di prodotti petroliferi (Legge n. 266/2005, Finanziaria 2006). In particolare, con<br />

quest’ultimo provvedimento è stata confermata l’applicazione dell’imposta di consumo<br />

sui lubrificanti, soppressa dall’art. 6 della Legge 27 febbraio 2002, n. 16, cui non era<br />

mai stata data attuazione.<br />

La stessa Finanziaria 2006 ha poi fissato al 31 dicembre 2008 – anziché al 1° luglio 2007<br />

previsto dalla Legge n. 239/03 – la data entro cui ciascuna società operante nel settore<br />

della produzione, importazione, distribuzione e vendita dell’energia elettrica e del gas naturale,<br />

anche attraverso le società controllate, controllanti, o controllate dalla medesima controllante,<br />

e comunque ciascuna società a controllo pubblico, non potrà detenere, direttamente<br />

o indirettamente, quote superiori al 20 per cento del capitale delle società che sono<br />

proprietarie e che gestiscono reti nazionali di trasporto di energia elettrica e di gas naturale.<br />

Avviata nel 2005 ma conclusa nel 2006, è altresì da segnalare l’indagine conoscitiva sulle<br />

prospettive degli assetti proprietari delle imprese energetiche e i prezzi dell’energia in Italia<br />

promossa dalla Commissione Attività Produttive della Camera. L’Unione Petrolifera è stata<br />

audita il 17 gennaio 2006 e nell’occasione ha evidenziato la necessità di intervenire per eliminare<br />

tutte quelle strozzature che ancora impediscono un reale ammodernamento del<br />

sistema energetico nazionale sia dal punto di vista infrastrutturale che legislativo.<br />

4.2 Il settore elettrico<br />

Dal punto di vista della richiesta di energia elettrica, pur in presenza di una congiuntura<br />

economica ancora stagnante, il 2005 ha comunque registrato un incremento<br />

dell’1,3%. L’andamento della richiesta alla punta continua ad essere caratterizzato da<br />

continui record, con un nuovo picco estivo registrato nel mese di giugno (54.000 MW)<br />

Relazione Annuale 2006 39


IL FUNZIONAMENTO DELLA BORSA ELETTRICA ITALIANA<br />

Le tematiche<br />

Prevista dal Decreto Legislativo n. 79 del marzo 1999, la Borsa elettrica italiana<br />

ha visto la luce solo nel corso del 2003. In un mercato dell’energia elettrica<br />

liberalizzato, era infatti necessaria la presenza di un sistema organizzato<br />

di offerte ben progettato e funzionante per promuovere la concorrenza<br />

tra gli operatori, la libera iniziativa e gli investimenti, sia per garantire la sicurezza,<br />

l’affidabilità e l’efficienza del sistema elettrico tutelando gli interessi di<br />

utenti e clienti finali.<br />

Nel formulare gli indirizzi di funzionamento, è stato tenuto conto del quadro<br />

legislativo esistente, dei provvedimenti emanati su queste materie e su<br />

temi collegati dal Ministero delle Attività Produttive e dall’Autorità, delle<br />

decisioni prese dal Gestore della rete, del lavoro svolto dal Gestore del mercato<br />

e dalle imprese del settore elettrico e dalle loro associazioni, delle<br />

acquisizioni di programmi e strumenti di calcolo e di comunicazione da<br />

parte degli operatori, e delle esperienze in altri Stati membri dell’Unione<br />

europea.<br />

Il mercato risponde a due esigenze ben precise:<br />

– promuovere, secondo criteri di neutralità, trasparenza e obiettività, la competizione<br />

nelle attività di produzione e compravendita di energia elettrica;<br />

– assicurare la gestione economica di una adeguata disponibilità di servizi<br />

di dispacciamento.<br />

Nel dicembre 2003 è stato emanato il Decreto Ministeriale di approvazione<br />

del Testo integrato della Disciplina del mercato elettrico con l’assunzione di<br />

responsabilità da parte del Gestore del Mercato (GME) relativamente all’organizzazione<br />

e alla gestione del mercato elettrico. Sempre nel dicembre<br />

2003 l’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas (AEEG), con la delibera n.<br />

168/03, ha stabilito le condizioni per l’erogazione del servizio di dispacciamento<br />

dell’energia elettrica e per l’approvvigionamento delle relative risorse<br />

su base di merito economico.<br />

Il mercato elettrico italiano, (IPEX – Italian Power Exchange), si articola nei<br />

seguenti mercati:<br />

– Mercati dell’energia;<br />

– Mercato del servizio di dispacciamento (MSD).<br />

I Mercati dell’energia<br />

I Mercati dell’energia sono organizzati e gestiti dal GME<br />

Fanno parte dei mercati dell’energia:<br />

- il Mercato del Giorno Prima (MGP);<br />

- il Mercato di Aggiustamento (MA).<br />

Il Mercato del Giorno Prima (MPG) ha per oggetto le contrattazioni di energia<br />

che si svolgono, per ciascun periodo rilevante (ora), tramite la selezione,<br />

attraverso asta implicita, delle offerte di vendita e di acquisto immesse<br />

dagli operatori. Le offerte di vendita vengono ordinate per prezzo non<br />

decrescente, a partire da quelle con prezzo più basso fino a quelle con prezzo<br />

più alto, mentre le offerte di acquisto vengono ordinate per prezzo non<br />

crescente, a partire da quelle senza indicazione di prezzo fino a quelle con<br />

prezzo più basso. L’algoritmo di risoluzione del mercato tiene conto anche<br />

dei vincoli di trasporto tra zone geografiche e/o virtuali. Le offerte accettate<br />

pagano o ricevono un prezzo di equilibrio definito attraverso l’algoritmo<br />

implementato dal GME che prevede, a fronte di prezzi di vendita differenziati<br />

per zona, l’applicazione di un prezzo unico di acquisto su base nazionale<br />

(PUN), pari alla media dei prezzi di vendita zonali ponderati per i consumi<br />

zonali. Ai fini della determinazione delle quantità di equilibrio vengono<br />

considerate anche le quantità corrispondenti ai programmi di immissione<br />

e prelievo in esecuzione di contratti di compravendita conclusi al di fuori<br />

del sistema delle offerte (contratti bilaterali) e valutati rispettivamente alla<br />

stregua di offerte di vendita a prezzo zero e di acquisto senza indicazione<br />

di prezzo.<br />

Il Mercato di Aggiustamento ha per oggetto le contrattazioni di energia attraverso<br />

la selezione, tramite asta implicita, di offerte di vendita e di acquisto<br />

immesse al fine di modificare i programmi risultanti dal MGP, compatibilmente<br />

con il rispetto dei limiti di transito residui a valle dello stesso MGP. Al<br />

termine della seduta di contrattazione il GME provvede a selezionare le<br />

offerte determinando il prezzo di equilibrio che per il MA è pari, sia in acquisto<br />

che in vendita, al prezzo di equilibrio zonale. Al MA, attualmente, sono<br />

ammesse solo le unità di produzione e le unità idroelettriche di produzione<br />

e pompaggio.<br />

Il Mercato del Servizio di Dispacciamento<br />

Attraverso il Mercato del Servizio di Dispacciamento (MSD) Terna SpA, a cui<br />

sono state attribuite, a fine 2005, le funzioni di gestore del sistema elettrico<br />

precedentemente in capo al GRTN, si approvvigiona delle risorse per il servizio<br />

di dispacciamento. Gli operatori ammessi al MSD sono tenuti ad offrire<br />

tutta la potenza disponibile sia in aumento che in diminuzione: per ciascuna<br />

unità di produzione deve pertanto essere presentata sia un’offerta di<br />

acquisto che un’offerta di vendita. Le offerte vengono accettate, compatibilmente<br />

con la necessità di assicurare il corretto funzionamento del sistema,<br />

secondo un criterio di merito economico e remunerate al prezzo di offerta<br />

(pay as bid) e non al prezzo di equilibrio come per i mercati dell’energia.<br />

Terna utilizza il MSD a programma, per la risoluzione di eventuali congestioni<br />

intrazonali e per la costituzione di margini di riserva per il giorno successivo<br />

e, nel tempo reale, per bilanciare immissioni e prelievi di energia elettrica.<br />

A tale mercato possono partecipare solo gli utenti del dispacciamento<br />

relativamente a unità di produzione dotate di idonee caratteristiche tecniche,<br />

abilitate al servizio di dispacciamento. L’organizzazione e l’esercizio del<br />

MSD sono affidati da Terna al GME ai sensi della disciplina dell’erogazione<br />

del pubblico servizio di dispacciamento.<br />

Il GME è controparte centrale di tutte le transazioni concluse sui mercati<br />

MGP e MA, mentre Terna è controparte centrale di tutte le transazioni concluse<br />

sul mercato MSD.<br />

Indicatori e controllo del potere di mercato<br />

L’Autorità, nell’ambito delle sue funzioni, svolge compiti di sorveglianza, di<br />

verifica e di valutazione del corretto funzionamento del mercato dell’energia<br />

elettrica e del mercato del servizio di dispacciamento, introduce regole<br />

e definisce misure atte a tutelare gli interessi di utenti e clienti, tenendo<br />

conto sia degli esiti del sistema organizzato di offerte proposto, sia dell’esperienza<br />

di esercizio di altri sistemi ritenuti significativi.<br />

Al fine di acquisire gli elementi necessari al monitoraggio del mercato all’ingrosso<br />

dell’energia elettrica e del mercato per i servizi di dispacciamento,<br />

l’AEEG ha definito le modalità e i criteri per l’esercizio da parte del Gestore<br />

del mercato e di Terna delle attività funzionali al predetto monitoraggio, vale<br />

a dire attività di raccolta, organizzazione, elaborazione e descrizione analitica<br />

dei dati relativi a tali mercati. Ai fini della trasparenza dell’informazione,<br />

sulla base di criteri definiti dall’Autorità, sono pubblicati i dati rilevanti relativi<br />

ai mercati dell’energia e dei servizi di dispacciamento.<br />

40<br />

Relazione Annuale 2006


SITUAZIONE NAZIONALE<br />

Il ruolo dell’IPEX<br />

ed uno invernale - pari a oltre 55.500 MW - raggiunto nel mese di gennaio 2006, valore<br />

che costituisce il massimo storico di potenza richiesta sulla rete elettrica nazionale.<br />

Determinanti per l’impennata della richiesta risultano i fattori climatici, in corrispondenza<br />

di valori di temperatura particolarmente bassi in inverno ed eccezionalmente alti in<br />

estate, che comportano un massiccio ricorso ad apparecchi di riscaldamento e/o climatizzazione.<br />

Dal punto di vista dell’offerta, nel corso del 2005 si è registrato un significativo incremento<br />

della potenza termoelettrica, oltre 4.500 MW, per effetto dell’entrata in esercizio<br />

di nuovi impianti e del potenziamento e della riconversione di centrali esistenti. Sono<br />

stati inoltre già avviati i lavori per la realizzazione di nuova capacità produttiva per ulteriori<br />

9.000 MW.<br />

Risulta ancora non in linea con gli obiettivi della Direttiva 2001/77/CE, recepita tramite<br />

il Decreto Legislativo n. 387/03, il contributo delle fonti rinnovabili il cui apporto, in termini<br />

di produzione di energia elettrica, è diminuito di circa il 10% rispetto al 2004 (49,6<br />

TWh nel 2005 a fronte dei 55,6 TWh dell’anno precedente) a causa della ridotta idraulicità,<br />

nonostante un incremento complessivo della potenza installata di circa 900 MW.<br />

Nel 2005, secondo anno di attività della borsa elettrica italiana (Italian Power Exchange<br />

- IPEX), è stata avviata la partecipazione attiva della domanda. L’andamento dei prezzi,<br />

pur riflettendo l’incremento delle quotazioni dei combustibili, evidenzia per la borsa italiana<br />

un progressivo riallineamento con le quotazioni delle principali borse europee.<br />

In riferimento agli assetti delle principali società elettriche si segnala:<br />

• la vendita della quarta tranche di azioni dell’Enel SpA, avvenuta nel mese di settembre<br />

in base alla quale la partecipazione dello Stato nel capitale è scesa a circa il 20 per cento;<br />

• l’acquisizione, in attuazione del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 11<br />

maggio 2004, da parte di Terna SpA, del ramo di azienda del Gestore della rete di<br />

Le tematiche<br />

Europa - Le principali borse elettriche: andamento dei prezzi medi mensili<br />

euro/MWh<br />

110<br />

100<br />

90<br />

80<br />

70<br />

60<br />

50<br />

40<br />

30<br />

20<br />

gen.<br />

05<br />

feb.<br />

05<br />

mar.<br />

05<br />

apr.<br />

05<br />

mag.<br />

05<br />

giu.<br />

05<br />

lug.<br />

05<br />

ago.<br />

05<br />

set.<br />

05<br />

ott.<br />

05<br />

nov.<br />

05<br />

dic.<br />

05<br />

gen.<br />

06<br />

feb.<br />

06<br />

Ipex (Italia) Omel (Spagna) EEX (Germania) APX (Olanda) Powernext (Francia)<br />

Fonte: Elaborazione Assoelettrica su dati Osservatorio ref.<br />

Relazione Annuale 2006 41


SITUAZIONE NAZIONALE<br />

trasmissione nazionale (Grtn) relativa all’attività di dispacciamento, trasmissione e<br />

sviluppo della rete, assumendo, dal novembre 2005, la responsabilità della gestione<br />

della rete. E’ stata così realizzata l’unificazione della proprietà e della gestione della<br />

rete elettrica in capo a Terna Rete Elettrica Nazionale Spa. Restano invece in capo al<br />

Grtn Spa le attività di gestione, promozione ed incentivazione delle fonti rinnovabili.<br />

4.3 Il settore del gas naturale<br />

Anche nel 2005 sono proseguite le attività per l’approntamento delle infrastrutture<br />

necessarie all’approvvigionamento di gas naturale dai Paesi produttori.<br />

Le tematiche<br />

La robusta crescita nei consumi, trainata anche dall’entrata in esercizio di nuovi impianti<br />

a ciclo combinato, ha prodotto serie difficoltà durante le due ultime stagioni invernali,<br />

quando, in occasione di eccezionali ondate di freddo, la domanda si è improvvisamente<br />

impennata e le forniture dai Paesi produttori, Russia in particolare, non hanno<br />

garantito la copertura richiesta.<br />

Russia - I primi sei Paesi verso i quali esporta gas naturale<br />

(Valori in percentuale sul totale delle esportazioni in quantità)<br />

20,0%<br />

16,0%<br />

12,0%<br />

8,0%<br />

4,0%<br />

0,0%<br />

Germania Ucraina Italia Turchia Francia Ungheria<br />

2003 2004 2005<br />

Fonte: ICE, dati delle dogane russe<br />

Per quanto riguarda i gasdotti, si segnala:<br />

❏ il potenziamento del gasdotto Trans Tunisian Pipeline Company (TTPC), che porta il gas<br />

in Sicilia dall’Algeria via Tunisia. In base ad un accordo dell’Eni con la società algerina<br />

Sonatrach - con la quale è stata costituita una nuova società paritetica denominata<br />

Transmed per la commercializzazione della capacità di trasporto addizionale - vi sarà un<br />

graduale aumento della capacità di 6,5 miliardi di metri cubi. Dagli attuali 27 miliardi di<br />

metri cubi si arriverà a circa 33,5 che saranno messi a disposizione di altri importatori in<br />

due distinte fasi: 3,2 miliardi di metri cubi all’anno dal 1° ottobre 2008 e 3,3 dal 1° aprile<br />

2009. L’investimento complessivo previsto è di 330 milioni di euro;<br />

❏ l’incremento della capacità del gasdotto Trans Austria Gasleitung (TAG) che porta il<br />

42<br />

Relazione Annuale 2006


SITUAZIONE NAZIONALE<br />

gas russo attraverso Slovacchia e Austria. Anche in questo caso l’aumento programmato<br />

è di 6,5 miliardi di metri cubi anch’essi da mettere a disposizione di altri importatori<br />

e divisi sempre in due fasi: 3,2 miliardi di metri cubi all’anno dal 1° ottobre<br />

2008 e 3,3 dal 1° aprile 2009;<br />

❏ la firma delle lettere di intenti con dodici operatori italiani per il gasdotto Galsi da 6<br />

miliardi di metri cubi, fra Algeria, Sardegna e Italia, che potrebbe essere operativo già<br />

dal 2008, le cui forniture andranno per 4 miliardi di metri cubi anno alla Edison e<br />

per 2 alla Regione Sardegna;<br />

❏ la firma dell’accordo per la realizzazione del gasdotto IGI Interconnector, fra Grecia<br />

e Italia, la cui condotta di 820 km, da Stavrolimenos ad Otranto, sarà realizzata dalla<br />

italiana Edison e dalla società di Stato greca Depa. Dal 2010 trasporterà annualmente<br />

fra gli 8 e i 10 miliardi di metri cubi di gas naturale proveniente dall’Azerbaijan, collegando<br />

la rete italiana a quella greca e turca. A tale iniziativa è interessata anche la<br />

Turchia, che ha sottoscritto una dichiarazione di collaborazione in campo energetico<br />

con gli altri Paesi promotori.<br />

L’iter per la realizzazione dei rigassificatori terminali di gas naturale liquefatto -Gnlsembra<br />

invece essere stato meno scorrevole, almeno per quanto riguarda i progetti di<br />

Brindisi e Livorno.<br />

Le tematiche<br />

I terminali di Gnl<br />

Ad inizio 2005 sono partiti i lavori per il terminale Enel-British Gas di Brindisi, la cui durata<br />

prevista è di tre anni e mezzo; attraverso tale struttura a partire dal 2009 la British Gas<br />

dovrebbe consegnare all’Enel 3,2 miliardi di m 3 /anno di gas. A giugno l’Enel ha però deciso<br />

di uscire dall’impresa e, con l’acquisto del 50% detenuto dall’Enel, BG ha assunto il<br />

controllo esclusivo della società Brindisi Lng, facendo venir meno l’accordo di fornitura,<br />

ma permanendo la “clausola preferenziale”. Il terminale ha incontrato la ferma opposizione<br />

delle autorità locali che ne stanno mettendo a rischio l’effettiva realizzazione.<br />

Anche le altre iniziative non sembrano avere un iter meno difficile: contro il progetto Olt Lng<br />

Toscana per la realizzazione di un terminale a largo di Livorno da 3,75 miliardi di metri cubi,<br />

che dovrebbe entrare in funzione all’inizio del 2010 si è schierato il Comune di Pisa che ha<br />

presentato ricorso al Tar del Lazio. Nei primi mesi del 2006 è stato inoltre formalizzato l’ingresso<br />

di Endesa Europa nel progetto con una quota del 25,5 per cento.<br />

Sta invece procedendo il progetto dell’impianto di rigassificazione che la società<br />

“Terminale GNL Adriatico”, una joint-venture tra ExxonMobil, Qatar Petroleum ed Edison,<br />

realizzerà al largo di Rovigo. L’impianto, con una capacità di rigassificazione di 8 miliardi<br />

di metri cubi, sarà operativo nel 2008.<br />

Va infine segnalata, sul finire dell’anno, la costituzione della società Ionio Gas, una joint venture<br />

tra Shell Energy Italia e Erg Power & Gas che si occuperà della costruzione di un terminale<br />

di rigassificazione all’interno dell’area industriale di Augusta-Priolo-Melilli (Siracusa). Il<br />

progetto prevede una capacità di 8 miliardi di metri cubi all’anno estendibili fino a 12.<br />

Per quanto riguarda le attività per la liberalizzazione del mercato del gas, la discesa delle<br />

quote di Eni in Snam Rete Gas, attualmente al 50,07 per cento, è stata prevista scendere<br />

al di sotto del 20 per cento entro il 31 dicembre 2008, secondo l’articolo 1, comma 373,<br />

della Finanziaria 2006, che ha modificato una precedente Legge del 2003.<br />

Relazione Annuale 2006 43


SITUAZIONE NAZIONALE<br />

Italia – Stima degli investimenti nel settore energetico<br />

Milioni Periodo di Note<br />

di euro riferimento<br />

Raffinazione 2.600<br />

Petrolio Downstream P.v. e altri investimenti 2.200 2005-2008 Rilevazione Up<br />

Gassificatori 120<br />

E&P Ricerca e produzione 1.600 2005-2010<br />

Stoccaggi 400<br />

Trasporto su 3.500 2005-2008 Eni, Analyst Presentation<br />

territorio nazionale 24 febbraio 2005<br />

Le tematiche<br />

Gas naturale Infrastrutture Gasdotti Trasporto da 600 2005-2008 Aumento di 6,5 miliardi di mc per i 2<br />

territorio estero<br />

gasdotti da Russia e Algeria<br />

130 2005-2008 Potenziamento gasdotto<br />

TransAustria dalla Russia<br />

3.000 Galsi<br />

Terminali Gnl (°) 3.300 2005-2010<br />

Distribuzione<br />

……<br />

Metanizzazione Mezzogiorno<br />

……<br />

Reti 1.600 2006-2010<br />

En. elettrica<br />

Centrali 1.500 2010-2015<br />

Distribuzione<br />

……<br />

Centrali/Produzione 22.000 2003-2013 Comprende tutte le nuove centrali +<br />

Rinnovabili Usi finali repowering+quelle a fonti rinnovabili<br />

TOTALE INVESTIMENTI 42.550<br />

(°) Ipotesi che nel periodo considerato siano realizzati almeno metà dei dieci terminali in programma.<br />

Fonte: Elaborazioni Up su dati societari e stime di Associazioni di settore<br />

44<br />

Relazione Annuale 2006


SITUAZIONE NAZIONALE<br />

Si segnalano infine altri accordi di integrazione dei mercati effettuati con l’estero:<br />

IL “CODICE<br />

DEL CONSUMO”<br />

Nel mese di ottobre 2005 è stato<br />

pubblicato il Decreto Legislativo 6<br />

settembre 2005 n. 206 recante<br />

“Codice del consumo, a norma<br />

dell’articolo 7 della Legge 29<br />

luglio 2003, n. 229”<br />

(Supplemento Ordinario n. 162<br />

alla Gazzetta Ufficiale n. 235 del<br />

8 ottobre 2005).<br />

Il Codice del Consumo, emanato<br />

in attuazione della Legge 29 luglio<br />

2003, n. 229 (Legge di semplificazione<br />

per il 2001), è finalizzato a<br />

riordinare e semplificare la normativa<br />

sulla tutela dei consumatori,<br />

in coordinamento con i principi<br />

e gli indirizzi affermati in sede<br />

comunitaria dalle specifiche direttive<br />

sul settore del commercio.<br />

Il Codice è orientato a favorire<br />

l’informazione del consumatore, a<br />

tutelarlo nella fase di raccolta<br />

delle stesse ad assicurare la correttezza<br />

dei processi negoziali e<br />

delle forme contrattuali da cui<br />

discendono le decisioni di acquisto.<br />

Vengono definiti inoltre in<br />

modo chiaro i diritti e gli interessi<br />

individuali e collettivi dei consumatori<br />

e degli utenti, promuovendone<br />

la tutela in sede nazionale e<br />

locale. Il provvedimento, pur non<br />

modificando la normativa esistente<br />

sulla tutela del consumatore,<br />

richiede un adeguato approfondimento<br />

da parte del settore petrolifero<br />

per quanto attiene ai<br />

seguenti aspetti:<br />

– la comunicazione al consumatore,<br />

tra cui le modalità di indicazione<br />

del prezzo dei prodotti venduti<br />

(parte II, titolo II - Informazioni ai<br />

consumatori);<br />

– la pubblicità al pubblico, in particolare<br />

dei prodotti pericolosi per<br />

la salute (parte II, titolo III);<br />

– la sicurezza dei prodotti (parte<br />

IV, titolo I).<br />

• fra Eni e Gazprom, poi dichiarato superato, per consentire a quest’ultima di vendere direttamente<br />

in Italia 2 miliardi di m 3 /anno. Nuove trattative sono in corso;<br />

• fra Eni ed Edf per la vendita di 1 miliardo di m 3 /anno per 8 anni alla società francese.<br />

4.4 La distribuzione dei carburanti<br />

4.4.1 L’evoluzione della rete<br />

A cinque anni di distanza dall’emanazione del Decreto Ministeriale del 31 ottobre 2001,<br />

il cosiddetto “Piano Marzano”, la quasi totalità delle Regioni ha provveduto all’emanazione<br />

delle norme finalizzate alla razionalizzazione ed all’ammodernamento della rete ordinaria<br />

di distribuzione dei carburanti. I provvedimenti emanati dalle Regioni, tenendo<br />

conto delle specificità territoriali, sono volti a qualificare la rete, innalzando i livelli qualitativi<br />

degli impianti e favorendo i punti vendita integrati, dotati di attrezzature non-oil.<br />

Sono state introdotte, inoltre, prime forme di flessibilità nell’ambito degli orari di apertura,<br />

avvicinando la distribuzione dei carburanti alle altre categorie commerciali. Vi è, infatti,<br />

sempre più la tendenza a disciplinare la materia dei carburanti unitamente alle attività<br />

commerciali, nell’ambito dei Testi Unici regionali sul commercio.<br />

Nonostante le nuove discipline regionali e gli sforzi di razionalizzazione assunti direttamente<br />

dalle compagnie petrolifere con il Piano volontario di chiusure conclusosi nel<br />

2004, che ha portato al taglio di 1.800 punti vendita, si sta riscontrando un proliferare<br />

di nuovi impianti realizzati principalmente da privati, fenomeno che spesso sfugge al<br />

monitoraggio delle Amministrazioni preposte alla disciplina della materia. A tale problema<br />

sono particolarmente sensibili le stesse Regioni, che allo scopo hanno sviluppato un<br />

osservatorio statistico interregionale sull’evoluzione del mercato, progetto avviato nel 2001<br />

che però ha incontrato difficoltà di ordine attuativo per vincoli economici.<br />

Di tale evoluzione non sembra aver tenuto conto la Commissione europea che, nell’ottobre<br />

2005, ha avviato una procedura di infrazione nei confronti dell’Italia, frutto di un esposto presentato<br />

da alcune aziende della grande distribuzione, per la presunta violazione della libertà di<br />

stabilimento prevista dal Trattato. Ai rilievi della Commissione europea il Ministero delle Attività<br />

Produttive, unitamente alle Regioni, ha risposto puntualmente con un apposito documento il<br />

quale ben evidenzia l’insussistenza dei rilievi sollevati.<br />

Elementi di chiarezza sono stati, invece, introdotti per quanto attiene l’esposizione dei prezzi<br />

dei carburanti presso gli impianti. Il Decreto Legislativo n. 206 del 6 settembre 2005, il<br />

cosiddetto “Codice del consumo”, ha colmato una lacuna evidenziata negli ultimi anni dal<br />

settore, esplicitando che la non corretta pubblicazione dei prezzi dei prodotti petroliferi ad<br />

uso autotrazione è sottoposta alle stesse sanzioni previste dal Decreto Legislativo n. 114/98<br />

relativo al settore del commercio. Attraverso tale previsione si è data forza di legge, e sono<br />

state sottoposte a sanzione, le prescrizioni già contenute nel Decreto Ministeriale del 7 maggio<br />

1994, così come modificato dal Decreto Ministeriale del 30 settembre 1999.<br />

Le tematiche<br />

Nei primi mesi del 2006 è altresì ripreso il confronto tra Associazioni dei gestori ed Unione<br />

Petrolifera per l’individuazione di nuovi modelli di sviluppo condivisi della rete di distribuzione<br />

e per valutare il ruolo del gestore in un quadro in continua evoluzione del mercato.<br />

Relazione Annuale 2006 45


SITUAZIONE NAZIONALE<br />

Italia - Rete Punti Vendita carburanti in esercizio al 31 dicembre 2004<br />

Le tematiche<br />

Totale Rete Punti di cui: di cui: di cui:<br />

Vendita (*) Autostradali con gasolio con gpl<br />

Piemonte 1.795 63 1.758 101<br />

Val D’Aosta 91 5 89 1<br />

Liguria 573 34 559 10<br />

Lombardia 2.988 56 2.846 187<br />

Trentino 392 13 390 27<br />

Friuli V.G. 533 11 502 33<br />

Veneto 1.632 37 1.602 152<br />

E. Romagna 1.723 35 1.688 130<br />

Toscana 1.483 32 1.446 125<br />

Umbria 417 4 412 46<br />

Marche 691 12 683 63<br />

Lazio 2.127 43 1.893 163<br />

Molise 137 4 134 14<br />

Abruzzo 599 19 577 47<br />

Campania 1.657 33 1.629 33<br />

Puglia 1.199 20 1.164 61<br />

Basilicata 206 2 204 11<br />

Calabria 714 15 686 44<br />

Sicilia 1.758 22 1.643 81<br />

Sardegna 619 – 614 28<br />

Totale Campione 21.334 460 20.519 1.357<br />

(*) Dati riferiti agli impianti attivi, eroganti, del campione UP comprendente: Api, Eni Div. R&M (marchio Agip), Erg Petroli, Esso, IP Italiana Petroli, Q8, Shell, Tamoil e Total.<br />

La complessiva rete punti vendita a fine 2004 è stimata in 22.400.<br />

Europa - La rete di distribuzione carburanti al 1° gennaio 2005<br />

Numero totale di Punti Vendita % di Punti Vendita Self Service Erogato medio complessivo (*)<br />

Austria 2.815 71 2.266<br />

Belgio 3.574 84 1.568<br />

Danimarca 2.165 100 1.152<br />

Finlandia 1.942 100 1.566<br />

Francia 13.835 n.d. 3.078<br />

Germania 15.070 98 3.231<br />

Italia 22.400 21 1.652<br />

Olanda 3.625 98 2.634<br />

Norvegia 1.816 100 1.809<br />

Regno Unito 10.300 96 3.638<br />

Repubblica Ceca 2.151 92 1.813<br />

Spagna 8.654 24 2.822<br />

Svezia 3.839 100 1.939<br />

Svizzera 3.495 95 1.451<br />

Ungheria 1.521 46 3.012<br />

(*) Valori in metri cubi di benzina e gasolio.<br />

Fonte: Risultati preliminari dell’indagine NOIA condotta da Unione Petrolifera<br />

46<br />

Relazione Annuale 2006


SITUAZIONE NAZIONALE<br />

Italia - Attuazione da parte delle Regioni del Decreto Ministeriale<br />

31 ottobre 2001 (“Piano Marzano”) in materia di ammodernamento<br />

della rete carburanti<br />

Le tematiche<br />

Completata<br />

Recepimento parziale<br />

(solo con Legge; regolamento da emanarsi)<br />

In itinere<br />

Non avviata<br />

Fonte: Elaborazione Unione Petrolifera<br />

4.4.2 Rinnovo concessioni autostradali<br />

In un clima conflittuale tra le Associazioni dei Gestori ed i concessionari autostradali,<br />

caratterizzato anche da iniziative di chiusura degli impianti sull’autostrada A3 (Salerno-<br />

Reggio Calabria), sono proseguite le procedure per l’affidamento dei servizi di distribuzione<br />

carburanti e di ristorazione da parte di ANAS.<br />

Al fine di risolvere uno dei temi oggetto del conflitto, ovvero quello della presenza e dell’affidamento<br />

delle attività non oil “sotto pensilina”, nel febbraio 2006 il Ministero delle<br />

Attività Produttive ha posto un quesito all’Autorità Garante della Concorrenza e del<br />

Mercato volto ad avere chiarimenti in merito. Analoga richiesta risulta essere stata avanzata<br />

dalle Associazioni dei gestori direttamente all’Antitrust. In vista di tale parere, espres-<br />

Relazione Annuale 2006 47


SITUAZIONE NAZIONALE<br />

so dall’Antitrust alla fine di aprile, l’ANAS, in considerazione dei rilevanti effetti che tale<br />

orientamento poteva avere sui bandi in corso, ha provveduto alla sospensione delle<br />

gare indette fino al 30 aprile 2006.<br />

4.4.3 La disciplina dei serbatoi interrati<br />

In ambito UNICHIM 1 sono proseguite, anche nel corso del 2005, le attività per la preparazione<br />

della Linea Guida relativa ai rivestimenti interni dei serbatoi interrati.<br />

Essa prevede essenzialmente:<br />

❏ verifica preliminare di fattibilità tecnica dell’intervento a seguito di prove ed ispezioni<br />

metalliche sui serbatoi;<br />

Europa - Erogato medio di benzina e gasolio per punto vendita<br />

in alcuni Paesi nel 2004 (Valori in metri cubi)<br />

Le tematiche<br />

3.000<br />

2.500<br />

2.000<br />

2.173<br />

2.457<br />

1.982<br />

1.500<br />

1.000<br />

864 833<br />

1.080<br />

1.181<br />

1.096<br />

500<br />

0<br />

Italia Germania Regno Unito Francia<br />

Benzina<br />

Gasolio<br />

Italia - Evoluzione della rete punti vendita ed erogato medio in<br />

confronto con Regno Unito, Francia e Germania nel 2004<br />

Punti vendita<br />

40.000<br />

Metri cubi<br />

4.000<br />

30.000<br />

3.000<br />

20.000<br />

2.000<br />

10.000<br />

1.000<br />

0<br />

1975<br />

1980<br />

1985<br />

1990<br />

1991<br />

1992<br />

1993<br />

1994<br />

1995<br />

1996<br />

1997<br />

1998<br />

1999<br />

2000<br />

2001<br />

2002<br />

2003<br />

2004<br />

Regno Unito<br />

Francia<br />

Germania<br />

0<br />

Rete punti vendita in Italia<br />

Erogato Medio<br />

48<br />

Relazione Annuale 2006


SITUAZIONE NAZIONALE<br />

❏ tecniche e modalità di applicazione del rivestimento interno. Caratteristiche dei prodotti<br />

utilizzabili per i rivestimenti;<br />

❏ modalità di controllo, certificazioni e garanzie dei lavori.<br />

I lavori della Linea Guida, iniziati nel maggio 2003, sono risultati più complessi del previsto,<br />

sia per motivi di reperimento dei dati tecnici sia per la necessità di condivisione del<br />

contenuto. La loro ultimazione è prevista nel corso del 2006. A seguito di questa prima<br />

Linea Guida si prevede di svilupparne una seconda relativa ai requisiti per consentire<br />

nuove tecniche di rivestimento con addizionale monitoraggio della intercapedine.<br />

Elaborate le<br />

Linee Guida<br />

4.4.4 La protezione dei lavoratori in atmosfere esplosive (ATEX)<br />

Le aziende petrolifere, analogamente e con le stesse finalità dell’approccio adottato nel<br />

passato per il documento della valutazione rischi ex Decreto Legislativo n. 626/94,<br />

hanno ritenuto opportuno elaborare, anche in questo caso, uno strumento tecnico<br />

quale le Linee Guida di assistenza ai gestori datori di lavoro dei punti di vendita carburanti<br />

autotrazione, per la preparazione del “Documento sulla protezione contro le esplosioni“<br />

previsto dal Decreto Legislativo n. 233/03.<br />

Le Linee Guida sono state elaborate da una società di consulenza esterna, specializzata<br />

sui rischi nei luoghi di lavoro, sulla base di uno specifico studio ad essa affidato in<br />

collaborazione con l’Unione Petrolifera (Gruppo di lavoro Sicurezza Rete), e sarà messa<br />

a disposizione dei gestori per un loro utilizzo volontario.<br />

In sintesi lo studio ha:<br />

❏ identificato le potenziali sorgenti di emissione e le possibili sorgenti di ignizione;<br />

❏ classificato i luoghi pericolosi e identificato le misure di prevenzione;<br />

❏ concluso che le attrezzature nuove, le attrezzature e luoghi di lavoro esistenti possono<br />

essere utilizzati, senza rischio, qualora vengano attuate le misure operative di prevenzione<br />

identificate ed incluse nelle Linee Guida.<br />

Le tematiche<br />

4.4.5 Moneta elettronica: tecnologia a microcircuito e specifiche per la rete di<br />

distribuzione carburanti<br />

Nel corso del 2005 sono stati variati tempi e modalità di adeguamento per la migrazione<br />

dei sistemi di pagamento del cosiddetto “circuito domestico” (Bancomat o<br />

Pagobancomat) dalla banda magnetica alla tecnologia a microcircuito. Sulla base della<br />

nuova tempistica non ci saranno più scadenze intermedie per nuove e vecchie apparecchiature<br />

(ATM o P.O.S.) ma solo il termine del 31 dicembre 2006. Dopo tale data,<br />

le frodi che deriveranno da transazioni effettuate con carte a banda magnetica o su terminali<br />

non adeguati alle specifiche EMV (Europay, Master Card e Visa) rimarranno a carico<br />

della banca da cui dipendono.<br />

Il settore petrolifero, tuttavia, continua a manifestare preoccupazione per l’indisponibilità sul<br />

1- Associazione per l’unificazione nel settore dell’Industria Chimica.<br />

Relazione Annuale 2006 49


SITUAZIONE NAZIONALE<br />

mercato a tutt’oggi di kit, omologati EMV, in grado di consentire l’adeguamento dell’intero<br />

parco esistente di terminali self service (pre pay) alla data del 31 dicembre 2006. Non sono<br />

ancora presenti terminali self service rispondenti alle specifiche EMV e risultano in corso<br />

pochissime procedure di omologazione. Si auspica pertanto una soluzione specifica per il<br />

settore petrolifero qualora, dopo l’effetto trainante del processo di migrazione da parte del<br />

sistema bancario che si prevede avverrà nei prossimi mesi, rimanga effettiva l’impossibilità<br />

tecnica di adeguare la rete di distribuzione nei tempi indicati.<br />

4.4.6 Il Progetto Metano<br />

In meno di cinque anni il numero degli impianti di distribuzione di metano è aumentato<br />

del 44 per cento, nonostante le difficoltà emerse nell’attuazione dell’Accordo di<br />

Italia - Evoluzione della rete di distribuzione del metano<br />

Le tematiche<br />

25 47<br />

3 7<br />

4 4<br />

61 78<br />

10<br />

24<br />

81<br />

89<br />

42 57<br />

7<br />

7<br />

47<br />

59<br />

15<br />

19<br />

12 15<br />

3 3<br />

13<br />

24<br />

2 4<br />

17 29<br />

12<br />

34<br />

1 4<br />

3<br />

11<br />

Numero di impianti con metano (Avvio Progetto Metano)<br />

a dicembre 2001 - Totale 358<br />

Numero di impianti con metano<br />

a gennaio 2006 - Totale 515<br />

Fonte: Elaborazioni Unione Petrolifera su dati Federmetano<br />

50<br />

Relazione Annuale 2006


SITUAZIONE NAZIONALE<br />

Programma tra Unione Petrolifera, Ministero dell’Ambiente e FIAT, siglato nel dicembre<br />

2001, che ad oggi hanno reso impossibile l’erogazione agli operatori petroliferi dei previsti<br />

contributi. Si tratta di un impegno rilevante da parte del settore petrolifero, soprattutto<br />

in considerazione dell’ancora esiguo parco veicolare a metano esistente e degli<br />

ingenti investimenti necessari per l’installazione di tale prodotto presso i punti vendita.<br />

I nodi da sciogliere<br />

L’esigenza di dare ulteriore impulso alla diffusione del metano ha spinto il Ministero<br />

dell’Ambiente ad avviare con gli operatori del settore un tavolo finalizzato alla stesura di<br />

un nuovo Accordo di programma che, per quanto riguarda gli impianti, protragga nei<br />

prossimi anni i positivi risultati raggiunti recentemente, dando finalmente la spinta<br />

necessaria ad una maggiore diffusione dei veicoli a metano.<br />

La conclusione di una nuova intesa non potrà prescindere dall’individuazione delle idonee<br />

soluzioni tese a corrispondere gli attesi contributi a coloro che hanno investito sulla<br />

base del precedente accordo.<br />

Italia - Evoluzione della rete distributiva metano per autotrazione<br />

N. Impianti in esercizio N. Impianti in costruzione<br />

dicembre dicembre dicembre dicembre dicembre gennaio<br />

Regioni 2001 2002 2003 2004 2005 2006<br />

Le tematiche<br />

Piemonte 10 12 17 23 24 18<br />

Liguria 7 7 7 7 7 –<br />

Lombardia 25 29 35 45 47 1<br />

Veneto 61 68 71 73 78 4<br />

Friuli Venezia Giulia 4 4 4 4 4 –<br />

Trentino Alto Adige 3 3 3 4 7 –<br />

Emilia Romagna 81 81 85 85 89 8<br />

Marche 42 44 49 54 57 1<br />

Toscana 47 51 54 57 59 1<br />

Umbria 15 16 16 18 19 –<br />

Lazio 13 13 16 19 24 6<br />

Abruzzo 12 12 13 13 15 1<br />

Molise 3 3 4 3 3 –<br />

Puglia 17 20 24 28 29 2<br />

Campania 12 19 23 27 34 5<br />

Basilicata 2 3 3 4 4 –<br />

Calabria 1 1 3 3 4 –<br />

Sardegna<br />

non è servita dalla rete del metano<br />

Sicilia 3 6 8 10 11 –<br />

Italia 358 392 435 477 515 47<br />

Fonte: Federmetano<br />

Relazione Annuale 2006 51


SITUAZIONE NAZIONALE<br />

ACCORDO PER LA PROMOZIONE DEL “PROGETTO METANO”<br />

Le tematiche<br />

L’accordo di programma siglato tra Ministero dell’Ambiente, Fiat e<br />

Unione Petrolifera nel dicembre del 2001, è nato con l’obiettivo di dare<br />

un rapido e deciso impulso al mercato ed alla tecnologia nazionale del<br />

metano per autotrazione in Italia per tenere conto delle nuove esigenze<br />

ambientali poste dalle nuove direttive europee in ordine al contenimento<br />

delle emissioni di CO 2 e PM 10 .<br />

Finalità dell’accordo<br />

– Avviare in tempi rapidi un Programma Nazionale che, coerentemente<br />

con quanto già previsto nel Piano Generale dei Trasporti, dia un forte<br />

impulso ad un maggiore impiego del metano per autotrazione nelle grandi<br />

aree urbane e metropolitane, nonché nelle ulteriori aree individuate<br />

dalle Regioni che presentano livelli di concentrazione del PM10 superiori a<br />

quelli previsti dalla normativa vigente, al fine di ridurne il livello.<br />

– Orientare le iniziative di ricerca nazionale per tecnologie di nuova e più<br />

evoluta generazione, con obiettivi prioritari di miglioramento delle autonomie<br />

di percorrenza in solo metano degli autoveicoli, delle performances<br />

ecologiche degli stessi e dell’efficienza dei sistemi di rifornimento.<br />

Il programma di sviluppo accelerato del metano per autotrazione punta<br />

al concreto raggiungimento nel breve periodo di risultati infrastrutturali,<br />

normativi, economici e di utilizzo tali da creare le condizioni industriali di<br />

base per alimentare il “ciclo virtuoso” della successiva autonoma espansione<br />

nel Paese. E’ in questo quadro di fondamentale importanza concentrare<br />

e qualificare le risorse e gli sforzi sulle utenze urbane e sulle leve<br />

funzionali a questo indispensabile obiettivo.<br />

Oggetto dell’accordo<br />

L’oggetto dell’Accordo è l’attuazione di un Piano d’Azione che preveda:<br />

– un programma pluriennale di crescita accelerata del metano per autotrazione<br />

nelle grandi aree urbane e metropolitane del paese, nonché<br />

nelle ulteriori aree individuate dalle Regioni (2002-2005);<br />

– un programma di sviluppo della tecnologia nazionale del metano per<br />

autotrazione (Ricerca e Innovazione);<br />

in base al Piano d’azione:<br />

– il Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio, nell’ambito dell’attività<br />

di Governo, si impegna a favorire un quadro normativo e ad allocare<br />

le risorse finanziarie necessarie per stimolare coerenti politiche di attuazione<br />

da parte delle Regioni, anche con propri specifici accordi di programma<br />

e delle Amministrazioni locali, finalizzate ad incentivare l’acquisto dei veicoli<br />

a gas naturale e la diffusione dei distributori a metano in aree urbane,<br />

attraverso la reale semplificazione degli iter autorizzativi per l’erogazione di<br />

tale prodotto, favorendo anche la realizzazione di impianti multiprodotto<br />

ottimizzati. Nell’ambito del presente Piano, inoltre, verrà mantenuta la stabilità<br />

del quadro fiscale e saranno supportate le iniziative di ricerca e di<br />

innovazione tecnologica relative al metano per autotrazione;<br />

– l’Unione Petrolifera si impegna a promuovere presso le proprie aziende<br />

associate i contenuti dell’Accordo di Programma per la realizzazione<br />

nel breve e medio periodo di un piano rete localizzato nelle principali<br />

aree urbane e relativi hinterland, quantitativamente coerente con gli<br />

obiettivi del presente Accordo;<br />

– Fiat si impegna a svolgere un ruolo trainante per l’aumento dell’offerta<br />

sul mercato di veicoli a metano, qualitativamente coerenti con i<br />

suoi obiettivi strategici e con gli obiettivi del Piano d’Azione nonché ad<br />

attuare progetti di ricerca e sviluppo di propulsori a metano di nuova<br />

generazione.<br />

Attività e impegni delle parti<br />

Considerato che delle 23 città italiane indicate nel Decreto del Ministro<br />

dell’Ambiente 25 novembre 1994 sui limiti di concentrazione e livelli di<br />

attenzione ed allarme nelle aree urbane ben 21 presentano potenziali<br />

caratteristiche infrastrutturali e di approvvigionamento tali da consentire<br />

uno sviluppo accelerato nel breve termine del metano per autotrazione,<br />

mentre solo due presentano criticità infrastrutturali per lo sviluppo della<br />

rete di distribuzione, mentre le citate 21 città con popolazione superiore<br />

ai 150.000 abitanti rappresentano circa il:<br />

– 18,8% della popolazione residente nel Paese;<br />

– 20,5% del parco autovetture italiano;<br />

– 20% del parco veicoli commerciali leggeri;<br />

– 60% delle licenze taxi.<br />

La rilevanza primaria di queste città è determinata anche dal fatto che fra<br />

esse figurano le aree metropolitane dove maggiori sono i problemi per<br />

la qualità dell’aria (Roma, Milano, Napoli e Torino).<br />

Inoltre, in base al dettato del D. Lgs 351/99 le Regioni hanno individuato<br />

le zone all’interno delle quali dovranno trovare attuazione gli interventi<br />

per la riduzione delle emissioni in atmosfera da traffico, definiti dai<br />

piani regionali per la qualità dell’aria.<br />

Il Piano d’azione, di cui al presente Accordo, finanzierà prioritariamente i<br />

progetti di intervento elaborati dalle 21 città di cui sopra e dai comuni del<br />

loro hinterland, individuati nell’ambito dei piani regionali per la qualità<br />

dell’aria, presentati dalle Regioni, mentre, nel corso del 2002 saranno<br />

individuate, dalle Regioni le ulteriori zone in cui attivare gli interventi previsti<br />

dal Piano d’azione di cui al presente accordo.<br />

I soggetti destinatari degli incentivi previsti dal Piano d’azione sono:<br />

– aziende che gestiscono flotte di autoveicoli in servizio pubblico e privato,<br />

– aziende che gestiscono, a qualunque titolo, servizi di TPL, anche integrativi<br />

e complementari,<br />

– aziende che gestiscono, a qualunque titolo, servizi di pubblica utilità,<br />

– aziende o singoli imprenditori che gestiscono servizi di trasporto pubblico<br />

di piazza (Taxi), servizi di noleggio con conducente, altri servizi di<br />

noleggio,<br />

– aziende ed imprenditori privati del settore della distribuzione urbana<br />

delle merci, cioè i rappresentanti dei settori del Commercio,<br />

dell’Artigianato e dell’Industria, nonché le aziende di logistica,<br />

– aziende ed imprenditori privati che intendono realizzare impianti di<br />

distribuzione del metano per autotrazione,<br />

– utenze private di mobilità individuale.<br />

52<br />

Relazione Annuale 2006


SITUAZIONE NAZIONALE<br />

La nuova disciplina delle tariffe<br />

4.5 L’autotrasporto merci<br />

Il 2005 ha finalmente visto la liberalizzazione del settore dell’autotrasporto. In attuazione<br />

della Legge n. 32/2005, di riordino del settore dell’autotrasporto, il Decreto Legislativo n.<br />

286/2005, corredato dai decreti dirigenziali attuativi emanati agli inizi del 2006, ha introdotto<br />

la “liberalizzazione regolata” dell’attività di autotrasporto di cose per conto di terzi.<br />

In particolare, venendo abrogato dal 1° marzo 2006 il sistema delle “tariffe obbligatorie<br />

a forcella” previsto dalla Legge n. 298/1974, i corrispettivi per i servizi di trasporto di<br />

merci su strada possono essere determinati dalla libera contrattazione delle parti.<br />

E’ comunque consentita, alle Organizzazioni associative di vettori e utenti, la possibilità di<br />

stipulare accordi di settore di diritto privato, al fine di regolare i rapporti dei propri associati<br />

sulla base della normativa in materia di sicurezza della circolazione e di sicurezza sociale.<br />

Il Decreto Legislativo contiene anche un’elencazione delle violazioni rilevanti ai fini della<br />

corresponsabilità dei diversi soggetti partecipanti alla filiera dell’autotrasporto, basata sul<br />

principio dell’accertamento da parte degli organi preposti ai servizi di polizia stradale.<br />

Il 2005, inoltre, è stato caratterizzato, per quanto riguarda le tariffe a forcella, da un<br />

aumento del 5 per cento disposto dal Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti con<br />

Decreto del 9 giugno 2005. Tale aumento non interessa i contratti derivanti da accordi<br />

economici collettivi, quale quello relativo al trasporto di prodotti petroliferi, salvo che per<br />

il trasporto di prodotti imballati (“in cassonato”). Il 17 novembre 2005 è stato altresì<br />

siglato un nuovo Protocollo d’intesa tra il Governo e le Associazioni dei vettori volto a<br />

prevedere alcune misure compensative della riduzione delle accise sul gasolio, contenuta<br />

nel precedente Accordo del novembre 2004, ma rimasta inattuata in quanto ritenuta<br />

incompatibile con la disciplina comunitaria.<br />

Parallelamente, per quanto attiene al settore petrolifero, l’Unione Petrolifera e le<br />

Associazioni dei vettori hanno siglato il 21 luglio 2005 un Accordo che, nel prorogare la<br />

validità della precedente intesa fino al 31 dicembre 2005, successivamente posticipata<br />

al 28 febbraio 2006, ha previsto, a favore degli autotrasportatori, un aumento tariffario<br />

del 3%, a partire dal 1° luglio 2005, e un riconoscimento una tantum del 2%, calcolato<br />

sul fatturato del secondo semestre del 2005. Inoltre, il settore ha avviato un confronto<br />

per verificare la possibilità di stipulare un accordo-quadro tra le parti, non di tipo economico,<br />

sulla base del nuovo regime di liberalizzazione del mercato dell’autotrasporto.<br />

Le tematiche<br />

Rischio di contenziosi<br />

4.6 Royalties sul rifornimento dei carburanti avio<br />

Con la Legge n. 248 del 2 dicembre 2005, riferita ad una serie di misure tributarie e finanziarie,<br />

sono state previste specifiche disposizioni in materia aeroportuale. In particolare, l’art.<br />

11 terdecies ha previsto che i gestori aeroportuali e i fornitori di servizi non possano applicare<br />

sovrapprezzi, in particolare royalties sulla fornitura dei carburanti, non effettivamente e<br />

direttamente connessi ai costi sostenuti per l’offerta del medesimo servizio.<br />

Tale disposizione è risultata, fino ad oggi, di fatto inapplicata, avendo i gestori aeroportuali<br />

continuato a chiedere alle aziende petrolifere fornitrici royalties per l’attività di rifornimento<br />

di carburanti, senza l’indicazione dei costi associati.<br />

Relazione Annuale 2006 53


SITUAZIONE NAZIONALE<br />

Tale situazione, in assenza di opportune direttive da parte degli organi di controllo, sta<br />

determinando l’avvio di numerose azioni di contenzioso tra i vettori e le aziende petrolifere<br />

fornitrici, nonché tra queste ed i gestori aeroportuali.<br />

4.7 Le scorte obbligatorie e il sistema logistico<br />

Nell’anno 2005 gli obblighi di scorta complessivi dell’Italia, definiti sulla base del<br />

Decreto Legislativo n. 22/01, sono stati leggermente superiori a quelli del 2004 (più<br />

Italia - Le scorte d’obbligo petrolifere<br />

(Valori in tonnellate)<br />

14.575.264 14.835.562<br />

15.112.128 15.161.283<br />

Le tematiche<br />

2002 2003 2004 2005<br />

Obblighi UE<br />

Quota incrementale obblighi AIE<br />

Italia - Gli obblighi di scorta dell’Unione Europea per categoria<br />

di prodotto petrolifero (Valori in tonnellate)<br />

3.325.798<br />

3.805.471<br />

3.107.211<br />

2.338.347<br />

6.274.706<br />

6.357.090<br />

6.780.324<br />

7.160.241<br />

3.495.044<br />

3.378.688<br />

3.231.686<br />

2.978.771<br />

2002 2003 2004 2005<br />

Categoria I (Benzine)<br />

Categoria II (Gasoli)<br />

Categoria III (Oli combustibili)<br />

54<br />

Relazione Annuale 2006


SITUAZIONE NAZIONALE<br />

49.000 tonnellate circa), a fronte del completamento (dal 75 al 100 per cento) della<br />

copertura della quota incrementale prevista dall’Agenzia Internazionale per l’Energia.<br />

Le gravi conseguenze dell’uragano Katrina, tra le quali, per il nostro settore, l’interruzione<br />

degli approvvigionamenti di greggio dal Golfo del Messico, hanno spinto l’Agenzia<br />

Internazionale per l’Energia a chiedere ai Paesi aderenti la disponibilità sul mercato, per<br />

un periodo iniziale di 30 giorni, di un quantitativo pari a 2 milioni di barili al giorno.<br />

Approvvigionamenti<br />

in difficoltà<br />

L’Italia ha contribuito a tale iniziativa riducendo progressivamente, a partire dal 10 settembre<br />

2005, l’obbligo complessivo delle scorte di categoria I (benzine) e di categoria<br />

III (oli combustibili). Analogamente è stato stabilito che la ricostituzione delle scorte<br />

avvenisse con gradualità, in due fasi: la prima nel periodo 9 febbraio-30 aprile 2006 e<br />

la seconda nel periodo 1° maggio - 30 giugno 2006.<br />

Nella prima settimana del 2006, l’emergenza dovuta alla parziale interruzione delle forniture<br />

di gas naturale dalla Russia, rendendo difficile l’approvvigionamento delle centrali<br />

elettriche, ha richiesto un nuovo intervento del Ministero delle Attività Produttive con<br />

una riduzione del 60 per cento delle scorte di categoria III (oli combustibili) dal 28 gennaio<br />

al 30 giugno 2006.<br />

Dati i crescenti costi dei prodotti petroliferi sui mercati internazionali e, quindi, la maggiore<br />

onerosità del mantenimento delle scorte, l’Agenzia delle scorte obbligatorie, istituita<br />

con il Decreto Legislativo n. 32/98, ha sottoposto all’attenzione del Ministero delle<br />

Attività Produttive alcune proposte volte a semplificare e rendere più flessibile il mantenimento<br />

delle scorte d’obbligo, nel rispetto degli obblighi assunti in sede comunitaria e<br />

internazionale. Il Ministero, accogliendo tali suggerimenti, ha modificato le modalità di<br />

comunicazione dei trasferimenti di scorte di cui alla Circolare n. 271/2002.<br />

Le tematiche<br />

Per quanto riguarda infine l’attuazione dell’art. 5 del Decreto Legislativo n. 32/98, recante<br />

norme per la razionalizzazione dello stoccaggio, anche nel 2005 il Ministero delle<br />

Attività Produttive ha proseguito l’attività di monitoraggio della capacità di stoccaggio,<br />

sulla base del Decreto Ministeriale del 7 gennaio 2003.<br />

4.8 Il riordino del settore energetico<br />

In attuazione della Legge n. 239/2004, recante il riordino del settore energetico, il<br />

Ministero delle Attività Produttive ha costituito un apposito gruppo di lavoro con la partecipazione<br />

di Ministero dell’Interno, Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti,<br />

Agenzia delle Dogane, Regioni e Associazioni rappresentative degli operatori del settore,<br />

al fine di prevedere l’individuazione di criteri e modalità per il rilascio delle autorizzazioni<br />

in materia di impianti di lavorazione e stoccaggio degli oli minerali.<br />

I tavoli di confronto<br />

Dopo un lungo confronto, il gruppo ha predisposto uno schema di Decreto Ministeriale<br />

finalizzato alla definizione dei criteri e delle modalità per il rilascio delle autorizzazioni,<br />

in regime di libero mercato, all’installazione ed all’esercizio degli impianti di lavorazione<br />

e stoccaggio di oli minerali.<br />

Purtroppo, il fatto che ad oggi tale schema di decreto non sia stato ancora emanato,<br />

rischia di vanificare le finalità per cui è stato predisposto. L’obiettivo era, infatti, quello di<br />

promuovere su tutto il territorio nazionale l’omogeneità del procedimento autorizzativo,<br />

Relazione Annuale 2006 55


SITUAZIONE NAZIONALE<br />

Le tematiche<br />

STATO DEI DECRETI ATTUATIVI DELLA LEGGE N. 239/04<br />

Per quanto di interesse per il settore petrolifero la Legge 239/04 entrata in vigore il 28 settembre<br />

2004, prevedeva l’emanazione di una serie di decreti attuativi. La situazione attuale è la seguente:<br />

Disposizioni Deleghe D. Lgs. emanati<br />

art. 1, co. 43 il Governo è delegato ad adottare, entro 6 mesi dalla data NO<br />

di entrata in vigore della legge (entro il 28 marzo 2005), un<br />

un D. Lgs. per la riforma della disciplina delle imprese<br />

elettriche minori e delle piccole reti isolate<br />

art. 1, co. 44 il Governo è delegato ad adottare, entro 6 mesi dalla data NO<br />

di entrata in vigore della legge (entro il 28 marzo 2005), un<br />

D. Lgs. per la definizione dei criteri generali a garanzia<br />

della sicurezza degli impianti all’interno degli edifici<br />

art. 1, co. 52 il Governo è delegato ad adottare, entro 18 mesi dalla data SI<br />

di entrata in vigore della legge (entro il 28 marzo 2006), un<br />

D. Lgs. per il riordino delle norme relative all’installazione e<br />

all’esercizio degli impianti di riempimento, travaso e deposito<br />

di gpl, nonché all’esercizio dell’attività di distribuzione di gas<br />

di petrolio liquefatti<br />

art. 1, co. 121 il Governo è delegato ad adottare, entro 24 mesi dalla data di NO<br />

entrata in vigore della legge (entro il 28 settembre 2006), un<br />

D. Lgs. per il riassetto delle disposizioni vigenti in materia di energia<br />

ossia di costituire un punto di riferimento per le Regioni che saranno tenute a disciplinare<br />

la materia nei propri specifici ambiti territoriali.<br />

Nel corso del 2005 anche il Ministero dell’Interno, il Ministero delle Infrastrutture e dei<br />

Trasporti e l’Agenzia delle Dogane si sono attivati per recepire, nei propri ambiti di competenza,<br />

tramite apposite circolari, le direttive previste dalla Legge 239/04, cogliendone gli<br />

aspetti della liberalizzazione e della semplificazione delle procedure amministrative.<br />

Nel 2005 è stato inoltre predisposto, nell’ambito di un tavolo appositamente costituito<br />

dal Ministero delle Attività Produttive a cui hanno partecipato le Regioni, il Ministero<br />

dell’Interno, l’Agenzia delle Dogane, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti nonché<br />

le Associazioni degli operatori del settore, lo schema di Decreto Legislativo contenente<br />

il “Riordino delle norme relative all’installazione ed all’esercizio di riempimento,<br />

travaso e deposito di gpl, nonché per l’esercizio dell’attività di distribuzione e vendita del<br />

gpl”, approvato definitivamente, nel febbraio 2006, dal Consiglio dei Ministri.<br />

Il Decreto, attuativo dell’art. 1, comma 52, della Legge n. 239/2004, risponde all’esigenza<br />

di assicurare adeguati livelli di sicurezza per chi opera nel settore, garantire un servizio<br />

qualitativamente elevato all’utenza, prevenire comportamenti contra legem attraverso<br />

un sistema sanzionatorio efficace e dissuasivo.<br />

Per quanto attiene agli aspetti tecnici relativi alla distribuzione del gpl, non è stata ancora<br />

approvata la norma di modifica del Decreto del Presidente della Repubblica n.<br />

340/2003 in materia di disciplina per la sicurezza degli impianti di distribuzione stradale,<br />

marini, lacustri e fluviali di gpl. La bozza di nuova disciplina è, infatti, attualmente sottoposta<br />

a procedura d’informazione presso l’Unione europea, per essere successivamente<br />

adottata nella legislazione nazionale.<br />

56<br />

Relazione Annuale 2006


SITUAZIONE NAZIONALE<br />

5. Gli aspetti doganali e fiscali<br />

5.1 Il gettito fiscale<br />

Nel 2005 le entrate fiscali complessive dei prodotti petroliferi sono stimate in 36,190<br />

miliardi di euro (+1,7 per cento rispetto al 2004) dei quali 24,460 derivanti dalle accise<br />

(-1,4 per cento) e 11,630 dall’Iva (+9,2 per cento).<br />

L’andamento del gettito fiscale è stato quindi leggermente più contenuto rispetto al<br />

tasso di inflazione.<br />

5.2 La Legge Finanziaria 2006<br />

La Legge Finanziaria per l’anno in corso ha disposto che:<br />

– una quota di 20.000 tonnellate del contingente di biodiesel utilizzato in via sperimentale,<br />

puro o in miscela con i prodotti petroliferi in esenzione di accisa, deve trarre<br />

origine dalla sottoscrizione di appositi contratti di coltivazione realizzati nell’ambito<br />

di contratti quadro e intese di filiera;<br />

– l’aumento dell’imposta di consumo sugli oli lubrificanti da 650 a 842,006 per mille chilogrammi<br />

a decorrere dal 1° gennaio 2006. Inoltre, è stato precisato che la denominazione<br />

di “oli usati” di cui all’art. 62 del Decreto Legislativo n. 504/95, Testo Unico delle<br />

accise, deve intendersi riferita solo agli oli usati raccolti nel territorio nazionale. La disposizione<br />

in esame dovrebbe contribuire a porre fine a quelle forme di concorrenza sleale<br />

che le imprese nazionali hanno subìto in questi anni da parte di operatori comunitari<br />

e/o extra-comunitari che immettono in consumo nel mercato domestico lubrificanti di<br />

prima distillazione ma dichiarati ai fini dell’imposta di consumo, oli rigenerati allo scopo<br />

di usufruire della riduzione del 50 per cento dell’imposta di consumo;<br />

– la proroga a fine anno delle disposizioni in materia:<br />

di emulsioni stabilizzate di acqua o olio combustibile;<br />

Italia - Andamento del gettito fiscale degli oli minerali e dei consumi<br />

di prodotti petroliferi<br />

Miliardi di<br />

euro<br />

45,0<br />

Milioni di<br />

tonnellate<br />

120<br />

37,5<br />

100<br />

30,0<br />

80<br />

22,5<br />

60<br />

15,0<br />

40<br />

7,5<br />

20<br />

0,0<br />

1970<br />

1971<br />

1972<br />

1973<br />

1974<br />

1975<br />

1976<br />

1977<br />

1978<br />

1979<br />

1980<br />

1981<br />

1982<br />

1983<br />

1984<br />

1985<br />

1986<br />

1987<br />

1988<br />

1989<br />

1990<br />

1991<br />

1992<br />

1993<br />

1994<br />

1995<br />

1996<br />

1997<br />

1998<br />

1999<br />

2000*<br />

2001*<br />

2002*<br />

2003*<br />

2004*<br />

2005*<br />

0<br />

Consumi (milioni di tonnellate) Gettito (valori reali) Gettito (valori nominali)<br />

* Stime Up<br />

Fonte: Up su dati Mnistero dell’Economia e delle Finanze e Ministero delle Attività Produttive<br />

Relazione Annuale 2006 57


SITUAZIONE NAZIONALE<br />

Italia - La stima del gettito fiscale sugli oli minerali<br />

(Miliardi di euro)<br />

Imposta di fabbricazione / Accisa Sovraimposta IVA su tutti i Totale<br />

di cui quota di confine prodotti su tutti i<br />

sulle riservata alle sugli OLI su altri Totale prodotti<br />

BENZINE Regioni sui GASOLI COMB.LI prodottii (*)<br />

1970 0,658 0,124 0,058 0,063 0,903 0,009 0,088 1,000<br />

1975 1,286 0,159 0,023 0,089 1,557 0,010 0,542 2,109<br />

1980 2,957 0,325 0,033 0,173 3,488 0,039 1,963 5,490<br />

1985 5,268 1,669 0,097 0,195 7,229 0,076 4,028 11,333<br />

1990 8,054 7,186 0,400 0,647 16,287 0,305 5,010 21,602<br />

1995 12,586 8,861 0,724 0,886 23,057 0,375 6,972 30,404<br />

1996 12,945 3,961 8,886 0,405 1,049 23,285 0,377 7,489 31,151<br />

1997 12,811 4,032 9,194 0,349 1,038 23,392 0,238 7,850 31,480<br />

1998 13,091 2,946 9,575 0,306 1,050 24,022 0,205 7,902 32,129<br />

1999 12,310 2,930 10,350 0,292 1,043 23,995 0,183 8,367 32,545<br />

2000 11,517 2,794 9,968 0,258 1,291 23,034 0,181 9,813 33,028<br />

2001 (*) 11,285 2,530 10,691 0,232 1,291 23,499 0,140 9,658 33,297<br />

2002 (*) 11,313 2,410 11,271 0,224 1,442 24,250 0,158 9,813 34,221<br />

Gli aspetti<br />

2003 (*) 10,900 n.d. 11,800 0,220 1,480 24,400 0,135 10,050 34,585<br />

2004 (*) 10,600 n.d. 12,550 0,180 1,480 24,810 0,119 10,650 35,579<br />

2005 (*) 9,900 n.d. 13.050 1,160 1,350 24,460 0,100 11,630 36,190<br />

(*) Stima Unione Petrolifera<br />

Fonte: Ministero dell’Economia e delle Finanze; Unione Petrolifera<br />

58<br />

Relazione Annuale 2006


SITUAZIONE NAZIONALE<br />

di accisa sul gas metano per uso industriale e per combustione per uso civile;<br />

del contributo sul prezzo del gasolio e del gpl impiegati per riscaldamento nelle zone<br />

montane ed in altri specifici territori nazionali;<br />

del gasolio utilizzato nelle coltivazioni in serra;<br />

del regime agevolato per il gasolio autotrazione destinato al fabbisogno delle provincia<br />

di Trento e dei comuni delle provincia di Udine.<br />

ITALIA - I NUOVI LIVELLI DELLE ACCISE<br />

IMPOSTE SULLA PRODUZIONE E SUI CONSUMI DEGLI OLI MINERALI IN VIGORE DAL 1° GEN-<br />

NAIO 2006<br />

Prodotti importo unità di misura<br />

a) Benzina Super 564,00000 1000 lt<br />

b) Olio da gas o gasolio<br />

usato come carburante 413,00000 1000 lt<br />

usato come combustibile riscaldamento 403,21000 1000 lt<br />

c) Petrolio lampante o cherosene<br />

usato come carburante 337,49064 1000 lt<br />

usato per riscaldamento 337,49064 1000 lt<br />

d) Gas di petrolio liquefatti (GPL)<br />

1) usato come carburante 156,62000 1000 lt<br />

2) usato come combustibile per riscaldamento 189,94458 1000 kg<br />

Gli aspetti<br />

e) Gas metano<br />

1) per autotrazione 0,01085 mc<br />

2) per usi industriali 0,012498 mc<br />

3) per combustione usi civili:<br />

a) Tariffa T1 usi domestici cottura e acqua calda 0,04 mc<br />

b) Tariffa T2 riscaldamento individuale 0,04 mc<br />

c) altri usi civili 0,17 mc<br />

4) consumi ex art. 1 DPR n. 218/78 (T.U. mezzogiorno)<br />

a) Tariffa T1 e Tariffa T2 0,0386516 mc<br />

b) altri usi civili 0,1242182 mc<br />

f) Oli combustibili per riscaldamento:<br />

ad alto tenore di zolfo (ATZ) 128,26775 1000 kg<br />

a basso tenore di zolfo (BTZ) 64,2421 1000 kg<br />

g) Oli combustibili per uso industriale:<br />

ad alto tenore di zolfo (ATZ) 63,75351 1000 kg<br />

a basso tenore di zolfo (BTZ) 31,38870 1000 kg<br />

h) Lubrificanti 842,00 1000 kg<br />

i) Bitumi di petrolio 30,99 1000 kg<br />

Relazione Annuale 2006 59


SITUAZIONE NAZIONALE<br />

5.3 La politica fiscale<br />

Dal 1° febbraio 2006 anche la Regione Liguria, con la Legge n. 2 del 24 gennaio 2006, ha<br />

istituito nel proprio territorio un’imposta regionale addizionale sulla benzina di 0,0258<br />

euro per litro. Rilevato che l’adozione da parte di più Regioni (come Campania e Molise)<br />

dell’imposta in esame determina a carico delle società petrolifere una complessa gestione<br />

amministrativa del tributo, congiuntamente alle Regioni sono allo studio proposte quadro<br />

miranti ad una sostanziale semplificazione delle disposizioni normative di riferimento. Nel<br />

corso del 2005 sono altresì iniziate, presso il Dipartimento delle Politiche Fiscali del<br />

Ministero dell’Economia, i lavori per definire lo schema di regolamento per l’utilizzo del<br />

contingente di biodiesel in esenzione di accisa.<br />

Le addizionali regionali<br />

Europa - Accise in vigore a marzo 2006<br />

(Euro/000 litri)<br />

(Euro/000 kg.)<br />

BENZINA GASOLIO GASOLIO GPL O. C. BTZ O. C. ATZ<br />

eurosuper 95 auto riscaldamento auto<br />

Austria 425,14 333,99 106,99 101,02 67,00 –<br />

Belgio 592,19 341,31 18,49 — 15,00 –<br />

Cipro 304,37 249,00 144,52 – – 15,27<br />

Danimarca 539,86 365,71 281,32 – 332,22 –<br />

Estonia 287,60 245,52 44,10 55,99 15,02 –<br />

Gli aspetti<br />

Finlandia 587,88 319,71 70,91 – 60,10 –<br />

Francia 589,20 416,90 56,60 59,90 18,50 18,50<br />

Germania 654,50 470,40 61,35 91,80 25,00 –<br />

Grecia 296,00 245,00 21,00 99,78 19,00 19,00<br />

Irlanda 442,68 368,06 52,12 53,01 18,46 18,46<br />

Italia 564,00 413,00 403,21 156,62 31,39 63,75<br />

Lettonia 275,86 235,63 20,11 119,25 – 14,37<br />

Lituania 288,17 245,89 21,17 66,32 15,06 15,06<br />

Lussemburgo 442,08 277,85 10,00 54,04 15,00 –<br />

Malta 309,81 245,52 13,98 – – 13,98<br />

Olanda 664,90 380,40 205,35 54,60 32,11 –<br />

Polonia 367,59 313,27 61,44 118,04 15,82 15,82<br />

Portogallo 557,95 339,41 91,44 104,35 15,30 28,12<br />

Regno Unito 688,90 688,90 76,35 131,64 71,48 71,35<br />

Rep. Ceca 416,64 350,13 350,13 76,01 16,61 16,61<br />

Slovacchia 412,84 386,20 19,39 114,26 21,31 21,31<br />

Slovenia 359,91 302,62 53,42 77,58 52,61 –<br />

Spagna 395,69 293,86 84,71 32,47 14,43 14,43<br />

Svezia 534,38 392,49 360,04 77,02 392,27 –<br />

Ungheria 423,85 350,12 350,12 102,90 27,55 27,55<br />

Fonte: Unione Europea, DG Tren<br />

60<br />

Relazione Annuale 2006


SITUAZIONE NAZIONALE<br />

Alla luce delle significative modifiche legislative in materia introdotte dalla ultima Legge<br />

Finanziaria, il testo definitivo è attualmente oggetto di una ulteriore revisione. In particolare,<br />

il settore petrolifero ritiene possibile che:<br />

– l’additivazione del gasolio con il biodiesel fino al 5 per cento in volume possa essere<br />

fatta in raffineria nelle fasi antecedenti all’accertamento della produzione e nei<br />

depositi fiscali di stoccaggio sotto la diretta responsabilità del depositario autorizzato;<br />

– sia permesso lo stoccaggio promiscuo tra gasolio tal quale e gasolio additivato con<br />

biodiesel;<br />

– possa essere interamente riconosciuto il maggior costo del biodiesel rispetto a quello del<br />

gasolio sulle quantità utilizzate, a prescindere dalla destinazione d’uso del prodotto.<br />

In materia di emulsioni, va rilevato che la Commissione europea - Direzione Generale<br />

Concorrenza, ha iniziato l’esame del provvedimento di proroga fino al 31 dicembre<br />

2006 degli attuali livelli di tassazione delle emulsioni. La Commissione ha rivolto particolare<br />

attenzione:<br />

– alla compatibilità dell’aliquota nazionale con i livelli minimi impositivi previsti dalla<br />

Direttiva 2003/96;<br />

– a verificare se il relativo differenziale di imposta tra le emulsioni e i prodotti petroliferi<br />

di riferimento determini una sovracompensazione dei maggiori costi di produzione<br />

delle suddette emulsioni;<br />

– al sistema di monitoraggio da parte dell’Autorità nazionale relativamente ai costi di<br />

produzione delle emulsioni e degli eventuali aggiornamenti delle agevolazioni.<br />

Dopo l’aumento del febbraio 2005 - disposto con la Legge n. 58/05 - il livello di tassazione<br />

dei prodotti petroliferi è rimasto costante, mentre negli altri Stati aderenti<br />

all’Unione europea sono state assunte iniziative differenziate.<br />

In particolare, mentre gli Stati fondatori hanno sostanzialmente mantenuto invariate le aliquote<br />

fiscali, gli Stati nuovi entrati hanno disposto un aumento delle aliquote, con l’eccezione<br />

di alcune iniziative di riduzione dell’imposta attuate in Svezia, Finlandia, Slovenia e Grecia.<br />

Gli aspetti<br />

5.4 Le procedure gestionali INFOIL<br />

Il ruolo delle tecnologie<br />

Parallelamente alla definizione regolamentare delle procedure gestionali INFOIL adottate<br />

attualmente da dieci stabilimenti di produzione di oli minerali, l’Agenzia delle Dogane<br />

nel corso del 2005 ha messo a punto un sistema di trasmissione telematica delle informazioni<br />

di raffineria alle competenti aree centrali dell’Agenzia stessa, funzionali alla<br />

costituzione di una banca dati in grado di fornire elementi per gestire un sistema di analisi<br />

dei rischi e definire efficaci politiche di controllo.<br />

Il 21 dicembre 2005 il sistema è stato collaudato positivamente per quanto riguarda le<br />

funzionalità dell’Agenzia, comprese quelle per il controllo formale dei dati inviati. Il collaudo<br />

dovrebbe essere completato da un periodo di trasmissione in continuo dei dati<br />

di raffineria, al fine di acquisire elementi di valutazione di ulteriori eventuali problematiche<br />

tecnico operative che potrebbero emergere e che dovranno essere apparentemente<br />

riflesse nelle istruzioni operative, auspicabilmente al più presto formalizzate con<br />

Decreto Ministeriale.<br />

Relazione Annuale 2006 61


SITUAZIONE NAZIONALE<br />

6. La qualità dei prodotti<br />

6.1 I nuovi limiti per lo zolfo nei carburanti<br />

La Direttiva 2003/17/CE, recepita nell’ordinamento nazionale con il Decreto Legislativo<br />

21 marzo 2005, n. 66, ha introdotto nuovi limiti al tenore di zolfo di benzina e gasolio<br />

e al tenore di aromatici nelle benzine a partire dal 1° gennaio 2005. In particolare, a<br />

decorrere da questa data, è stata disposta la commercializzazione obbligatoria di carburanti<br />

con 50 mg/kg di zolfo in luogo dei precedenti 150 per la benzina e 350 per il<br />

gasolio. Contestualmente, è stato altresì previsto che nel territorio italiano dovesse essere<br />

disponibile, su una base geografica adeguatamente equilibrata, combustibile diesel e<br />

benzine con tenore massimo di zolfo di 10 mg/kg. In attuazione di tale Decreto, le<br />

aziende petrolifere hanno presentato appositi piani con le indicazioni degli impianti che<br />

garantiscono la disponibilità dei combustibili desolforati.<br />

Nel 2005 è stato coperto un numero di impianti pari ad almeno il 10 per cento di tutti<br />

i punti vendita facenti parte della rete stradale e un numero pari ad almeno il 15 per<br />

cento per quella autostradale. Inoltre, nel 2006 presso ciascuna provincia verrà assicurata<br />

la disponibilità di combustibili desolforati in almeno il 2 per cento di tutti gli impianti<br />

di distribuzione ubicati sulla rete stradale della provincia.<br />

Il Ministero Ambiente ha completato ed approvato i Piani presentati dalle aziende per il<br />

2005 (Gazzetta Ufficiale n. 80 del 5 aprile 2006).<br />

La verifica della qualità dei prodotti è regolata dall’articolo 3 del Decreto Ministeriale del<br />

3 febbraio 2005, con il quale è stato istituito il sistema nazionale di monitoraggio della<br />

qualità della benzina e del combustibile diesel uso trazione nella fase di produzione ed<br />

Italia - La qualità dei carburanti distribuiti sul territorio<br />

nazionale nell’anno 2005(*) (Valori in migliaia di tonnellate)<br />

Benzina rete totale<br />

Gasolio rete totale<br />

Contenuto Contenuto Contenuto Contenuto<br />

max di zolfo max di zolfo max di zolfo max di zolfo<br />

50 mg/kg 10 mg/kg 50 mg/kg 10 mg/kg<br />

Nord Ovest: 3.122 382 3.503 302<br />

(Piemonte, V. Aosta,<br />

Liguria, Lombardia)<br />

Nord Est: 2.586 71 2.908 269<br />

(Trentino Alto Adige,<br />

Friuli Venezia Giulia,<br />

Veneto, Emilia Romagna)<br />

Centro 3.012 181 3.155 270<br />

(Toscana, Umbria,<br />

Marche, Lazio, Abruzzo)<br />

Sud 2.048 78 2.351 154<br />

(Molise, Campania, Puglia,<br />

Basilicata, Calabria)<br />

Isole 1.389 11 1.152 87<br />

(Sicilia, Sardegna)<br />

Totale Italia 12.157 723 13.069 1.082<br />

(*) In base al Decreto Ministeriale 3 febbraio 2005, art. 4.<br />

Fonte: Ministero delle Attività Produttive<br />

62<br />

Relazione Annuale 2006


SITUAZIONE NAZIONALE<br />

LE CARATTERISTICHE<br />

OLFATTIVE DEL GPL PER<br />

USI DOMESTICI E<br />

SIMILARI – PROVE ITALGAS<br />

L’obiettivo di questa sequenza di prove<br />

è stato quello di valutare intensità di<br />

odore del GPL di produzione nazionale<br />

e di definire l’eventuale dosaggio di<br />

odorizzante mercaptanico per soddisfare<br />

i requisiti di legge (Legge 6<br />

dicembre 1971 n. 1083 – Gazzetta<br />

Ufficiale del 20 dicembre 1971, n. 320<br />

– Norme per la sicurezza dell’impiego<br />

del gas combustibile).<br />

A questo scopo sono stati inviati al<br />

laboratorio Italgas 8 campioni che,<br />

sulla base dell’analisi composizionale,<br />

sono stati ritenuti sufficientemente<br />

rappresentativi della produzione<br />

nazionale.<br />

Si è quindi proceduto mediante successive<br />

prove ad identificare il dosaggio<br />

dell’odorizzante necessario per<br />

portare l’intensità di odore del campione<br />

meno odoroso ad incontrare i<br />

requisiti di legge.<br />

Questo dosaggio è risultato essere pari<br />

a 23 mg/m 3 . Poiché il GPL distribuito<br />

per uso combustione viene denaturato<br />

in conformità con il Decreto<br />

Ministeriale 21/03/96, è stato verificato<br />

sperimentalmente che il denaturante<br />

non interferisce sull’intensità di odore<br />

percepito; infine, è stato verificato che<br />

l’aggiunta della quantità di odorizzante<br />

citata al campione risultato più odoroso<br />

non determina sovra-odorizzazione<br />

(oltre 3 gradi olfattivi della scala di<br />

Sales – UNI CIG 7132).<br />

Il dosaggio di odorizzante mercaptanico<br />

pari a 23 mg/m 3 per il GPL di produzione<br />

nazionale verrà riportato nella<br />

norma UNI CIG 7133 attualmente in<br />

fase di revisione.<br />

importazione da parte degli impianti e dei depositi fiscali importatori.<br />

La finalità del monitoraggio è la redazione da parte dell’APAT (Agenzia per la Protezione e<br />

l’Ambiente e i Servizi Tecnici) di una relazione da sottoporre annualmente al Parlamento<br />

sulla base:<br />

• delle informazioni fornite trimestralmente dai competenti uffici dell’Agenzia delle<br />

Dogane in merito ai controlli effettuati ai fini dell’accertamento delle infrazioni previste<br />

dal Decreto Legislativo n. 66/2005;<br />

• dei dati qualitativi e quantitativi forniti trimestralmente dai gestori dei depositi fiscali<br />

importatori e degli impianti di produzione sui combustibili prodotti ed importati destinati<br />

alla commercializzazione.<br />

Il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio, in relazione ai ritardi accumulati,<br />

ha concesso la deroga, con una Comunicazione del 4 aprile 2005, affinché i dati relativi<br />

al primo trimestre del 2005 vengano trasmessi contestualmente a quelli del secondo<br />

trimestre.<br />

Con l’entrata in vigore del nuovo sistema di monitoraggio, è cessato quello sul benzene<br />

e gli aromatici totali delle benzine previsto dall’articolo 1 della Legge n. 413/97, abrogato<br />

dal Decreto Legislativo di recepimento della Direttiva 2003/17/CE.<br />

I risultati ottenuti nel monitoraggio condotto dalla Commissione tecnica di unificazione<br />

nell’autoveicolo (CUNA) sono stati comunicati all’Apat ed hanno consentito al Ministero<br />

dell’Ambiente di relazionare entro il 30 giugno 2005 la Commissione europea sulla<br />

qualità dei combustibili distribuiti nel 2004.<br />

6.2 La disciplina dei biocarburanti<br />

La Gazzetta Ufficiale n. 160 del 12 luglio 2005 ha pubblicato il Decreto Legislativo 30<br />

maggio 2005, n. 128, di recepimento della Direttiva 2003/30/CE del Parlamento europeo<br />

e del Consiglio sulla promozione dell’uso dei biocarburanti o di altri carburanti rinnovabili<br />

nei trasporti.<br />

Il Decreto prevede il raggiungimento di limiti indicativi per l’utilizzo dei biocarburanti nel<br />

settore dei trasporti (1 per cento nel 2005 e 2,5 nel 2010) più bassi di quelli riportati<br />

nella Direttiva 2003/30/CE. Le misure fiscali per la loro incentivazione sono riportate<br />

nella Legge Finanziaria 2005 ed appaiono del tutto insufficienti per gli obiettivi previsti<br />

dal Decreto.<br />

Per quanto riguarda il biodiesel, le miscele fino al 5 per cento possono essere immesse<br />

nella rete di distribuzione carburanti nel rispetto della normativa tecnica vigente,<br />

mentre miscele con contenuti superiori possono essere impiegate in extra-rete per le<br />

flotte dedicate. Le stesse miscele, dopo essere state preventivamente valutate, potranno<br />

essere immesse in rete previa definizione delle caratteristiche merceologiche da<br />

emanare allo scopo.<br />

La qualità<br />

Con la Legge n. 81 del 2006 di conversione in legge del Decreto-Legge del 10 gennaio<br />

2006, n. 2, recante interventi urgenti per il settore dell’agricoltura ed in particolare per<br />

il comparto agroenergetico, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 60 del 13 marzo<br />

Relazione Annuale 2006 63


SITUAZIONE NAZIONALE<br />

2006, è stato altresì previsto, a partire dal 1° luglio 2006, l’obbligo per i produttori di<br />

carburanti diesel e di benzina di immettere al consumo biocarburanti di origine agricola<br />

nella misura dell’1 per cento dei carburanti totali immessi al consumo nell’anno precedente,<br />

espressa in potere calorifico inferiore, da incrementare di un altro punto per<br />

ogni anno fino al 2010. I biocarburanti da utilizzare devono essere oggetto di una intesa<br />

di filiera, o di un contratto quadro, o di un contratto di programma agroenergetico.<br />

Il settore petrolifero ha avviato una serie di incontri con gli operatori e le Autorità per<br />

dare la corretta interpretazione a questa disposizione e per chiarire il regime fiscale cui<br />

saranno assoggettati i carburanti di origine agricola che dovranno essere impiegati.<br />

Europa - La produzione di bioetanolo e biodiesel<br />

(Valori in migliaia di tonnellate)<br />

3.200<br />

2.800<br />

2.400<br />

2.000<br />

1.600<br />

1.200<br />

800<br />

400<br />

0<br />

1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004<br />

(°)<br />

2005<br />

(°)<br />

(°) Considera i 25 Paesi<br />

Fonte: EurObserv’ER ed elaborazioni Up su dati Renewable Fuels Association<br />

Etanolo<br />

Biodiesel<br />

La qualità<br />

Italia - Capacità produttiva e produzione effettiva di biodiesel<br />

(Valori in migliaia di tonnellate)<br />

900<br />

800<br />

827<br />

857<br />

700<br />

600<br />

500<br />

400<br />

300<br />

200<br />

100<br />

0<br />

50 60<br />

Produzione Produzione<br />

1998 1999<br />

110<br />

Produzione<br />

2000<br />

170 210<br />

Produzione<br />

2001<br />

Produzione<br />

2002<br />

420<br />

273<br />

Capacità Produzione<br />

2003<br />

419<br />

320<br />

Capacità Produzione<br />

2004<br />

396<br />

Capacità Produzione<br />

2005<br />

Capacità<br />

2006<br />

Fonte: European Biodiesel Board<br />

64<br />

Relazione Annuale 2006


SITUAZIONE NAZIONALE<br />

Europa - Le principali aziende operanti nel biodiesel<br />

Azienda Nazionalità Produzione (migliaia di t.)<br />

Diester Industrie Francia > 300<br />

ADM Stati Uniti (Filiale tedesca) > 250<br />

Novaol Francia > 250<br />

Natur Energie West Germania > 100<br />

Fox Petroli Italia > 100<br />

MUW Germania > 100<br />

Campa biodiesel Germania > 70<br />

Fonte: Eur Observ’ER, 2005<br />

Europa - Produzione di etanolo* nel 2005<br />

Produzione<br />

Consumo<br />

Ettolitri Tonnellate Ettolitri Tonnellate<br />

Finlandia 460.000 36.800 — —<br />

Francia 1.260.000 100.800 1.260.000 100.800<br />

Germania 1.500.000 120.000 3.000.000 240.000<br />

Italia — — 98.500 7.880<br />

Lettonia 12.000 960 — —<br />

Lituania 78.700 6.296 78.700 6.296<br />

Polonia 850.000 68.000 500.000 40.000<br />

Regno Unito — — 1.200.000 96.000<br />

Repubblica Ceca 14.000 1.120 14.000 1.120<br />

Spagna 3.000.000 240.000 2.500.000 200.000<br />

Svezia 1.627.000 130.160 2.800.000 (°) 224.000 (°)<br />

Ungheria 148.000 11.840 148.000 11.840<br />

TOTALE 8.949.700 715.976 11.599.200 927.936<br />

La qualità<br />

* Incluso alcool vinico.<br />

(°) Incluse le importazioni di 1.331.750 hl (o 106.780 t) di esteri metilici di acidi grassi (FAME CN Code 3824).<br />

Fonte: U.E.P.A. - European Union of Ethanol Producers<br />

Elementi essenziali da chiarire per la corretta applicazione della norma sono: la definizione<br />

dei soggetti che sono obbligati ad immettere in consumo i biocarburanti; l’origine<br />

del prodotto se solo nazionale o anche estera; le modalità di additivazione; gli aspetti<br />

logistici, fiscali, tecnici e di accesso al mercato. Da un punto di vista della normazione<br />

tecnica dei biocarburanti in funzione di una loro standardizzazione, va segnalato il lavoro<br />

del Gruppo tecnico del Cen (Centro europeo di normazione) che ha deciso di:<br />

– ampliare il campo di attività del Comitato tecnico per potere normare anche i biocombustibili<br />

per applicazionali stazionarie;<br />

Relazione Annuale 2006 65


SITUAZIONE NAZIONALE<br />

Mondo - Produzione di etanolo nel 2005<br />

(Valori in milioni di litri)<br />

Regno Unito; 348<br />

Altri Paesi; 5.954<br />

Sud Africa; 390<br />

Francia; 908<br />

India;1.699<br />

Russia; 749<br />

Brasile; 15.999<br />

Cina; 3.800<br />

Stati Uniti; 16.139<br />

Fonte: Elaborazioni Up su dati Renewable Fuels Association<br />

Mondo - Evoluzione della produzione di etanolo dei due principali Paesi<br />

dal 1982 al 2005 (Valori in milioni di litri)<br />

18000<br />

16000<br />

14000<br />

12000<br />

10000<br />

8000<br />

6000<br />

4000<br />

La qualità<br />

2000<br />

0<br />

1982<br />

1983<br />

1984<br />

1985<br />

1986<br />

1987<br />

1988<br />

1989<br />

1990<br />

1991<br />

1992<br />

1993<br />

1994<br />

1995<br />

1996<br />

1997<br />

1998<br />

1999<br />

2000<br />

2001<br />

Brasile<br />

2002<br />

2003<br />

2004<br />

2005<br />

Stati Uniti<br />

Fonte: Elaborazioni Up su dati Renewable Fuels Association e Earth Policy Institute<br />

– nominare un Comitato di coordinamento per definire le priorità per la standardizzazione<br />

dei biocombustibili liquidi e gassosi.<br />

Il Comitato di coordinamento, riunito il 16 novembre 2005, ha formulato le seguenti<br />

raccomandazioni:<br />

– modifica dell’attuale specifica degli esteri metilici di acidi grassi (FAME * ) sia per uso<br />

trazione (EN 14214) che per impieghi stazionari (EN 14213);<br />

– definizione delle specifiche degli esteri etilici di acidi grassi (FAEE ** ) per entrambe le<br />

applicazioni;<br />

* FAME - Fatty Acid Methyl Esters.<br />

** FAEE - Fatty Acid Ethyl Esters.<br />

66<br />

Relazione Annuale 2006


SITUAZIONE NAZIONALE<br />

L’IMPATTO DEI COMBUSTI-<br />

BILI RISCALDAMENTO<br />

Lo studio, condiviso e promosso dal<br />

Ministero dell’Ambiente e della Tutela<br />

del Territorio in collaborazione con<br />

Regione Lombardia, Regione Piemonte,<br />

Unione Petrolifera, Assocostieri,<br />

Assopetroli, ENEA, Comitato<br />

Termotecnico Italiano, Stazione<br />

Sperimentale per i Combustibili (SSC) e<br />

IPASS (Consorzio Ingegneria per<br />

l’Ambiente e lo Sviluppo Sostenibile)<br />

per effettuare una valutazione comparata<br />

dei combustibili utilizzati nel settore<br />

del riscaldamento civile in termini di<br />

impatto sull’ambiente, è stato definitivamente<br />

completato nel 2005.<br />

Dai risultati dello studio è emerso che il<br />

contributo all’inquinamento atmosferico<br />

del settore del riscaldamento si è notevolmente<br />

ridotto nel corso degli anni,<br />

sia per i miglioramenti qualitativi dei<br />

combustibili che per l’evoluzione delle<br />

tecnologie impiantistiche impiegate, e<br />

che tutti i combustibili attualmente sul<br />

mercato rispettano ampiamente i limiti<br />

di legge per le emissioni inquinanti.<br />

Tra gli elementi di maggior interesse<br />

risultanti dalla sperimentazione, occorre<br />

citare l’individuazione dei fattori di<br />

emissione dei combustibili realmente<br />

utilizzati nel settore del riscaldamento<br />

che fornisce un autorevole aggiornamento<br />

di quanto disponibile ad oggi in<br />

letteratura.<br />

Per l’olio combustibile impiegato attualmente<br />

nel riscaldamento civile, il fattore<br />

di emissione per le polveri è risultato<br />

essere pari a circa 6 g/GJoule mentre<br />

quello finora utilizzato nell’ambito dei<br />

Piani Regionali di risanamento della<br />

qualità dell’aria è stato quasi di 10 volte<br />

superiore (40 g/GJoule) con una chiara<br />

distorsione della valutazione dell’impatto<br />

sulla qualità dell’aria dei settori merceologici<br />

interessati. Poiché i Piani Regionali<br />

di risanamento della qualità dell’aria<br />

costituiscono il principale strumento di<br />

pianificazione per la tutela della qualità<br />

dell’aria, il rischio di adottare misure inadeguate,<br />

se l’informazione di base non<br />

è corretta, resta molto elevato.<br />

– modifiche da apportare alla EN 590 (gasolio) per includere il 10% di FAME;<br />

– specifica del bioetanolo per uso in benzina fino al 5% ed eventuali modifiche per<br />

consentirne l’uso fino al 10%;<br />

– modifiche da apportare alla EN 228 (benzina) per includere il bioetanolo fino al 10%<br />

in attesa delle decisioni da parte della Commissione europea sulle modifiche da<br />

apportare alla Direttiva 2003/17 sui carburanti.<br />

6.3 Le nuove normative sui combustibili marina<br />

Nel corso del 2005 è stata pubblicata la Direttiva 2005/33/CE sul tenore di zolfo del<br />

bunker ed è entrato in vigore l’Annesso VI della Convenzione Marpol 73/78.<br />

Sia la Direttiva 2005/33/CE del 6 luglio 2005 - di modifica della Direttiva 1999/32/CE<br />

sul tenore di zolfo dei combustibili per uso marittimo - che l’Annesso VI della Marpol,<br />

impongono nuovi limiti al tenore di zolfo per questo tipo di combustibili a partire dalla<br />

seconda metà del 2006: maggio per la Marpol ed agosto per la Direttiva.<br />

In particolare l’art. 4-bis della Direttiva 2005/33/CE dispone che a partire dall’11 agosto<br />

2006 gli Stati membri debbano prendere tutte le misure necessarie affinché le navi<br />

passeggeri che effettuano servizi di linea da o verso qualsiasi porto comunitario non utilizzino<br />

combustibili per uso marittimo con un tenore di zolfo maggiore dell’1,5 per cento<br />

in massa.<br />

L’Annesso VI della Marpol stabilisce inoltre che nelle zone di controllo delle emissioni di SO X<br />

non siano utilizzati combustibili per uso marittimo con un tenore di zolfo superiore all’1,5<br />

per cento in massa. Questa disposizione si applica a tutte le navi di qualsiasi bandiera.<br />

Le aziende petrolifere stanno al riguardo programmando la produzione di bunker a<br />

basso tenore di zolfo affinché, almeno nei porti di maggior rilevanza per il mercato<br />

nazionale del bunker, sia assicurata una adeguata disponibilità di prodotto all’1,5% massimo<br />

di zolfo a partire dai prossimi mesi.<br />

Sempre in tema di bunkeraggio marino occorre segnalare l’emanazione della Legge n.<br />

13 del 9 gennaio 2006, con la quale è stato ribadito il divieto d’accesso ai porti e ai terminali<br />

alle navi a scafo singolo che trasportano prodotti petroliferi pesanti di cui al<br />

Regolamento comunitario n. 417/2002, e successive modificazioni, esentando però le<br />

navi aventi portata lorda compresa tra 600 e 5000 tonnellate (bettoline) che effettuano<br />

operazioni di bunkeraggio all’interno delle aree portuali.<br />

Restando in tema di combustibili per uso marino, vanno infine ricordate le nuove norme<br />

ISO sulla classificazione e le specifiche ISO 8216 e ISO 8217 che sono entrate in vigore<br />

nel novembre 2005 annullando e sostituendo la precedente edizione del marzo<br />

1996.<br />

La qualità<br />

Relazione Annuale 2006 67


SITUAZIONE NAZIONALE<br />

7. La tutela dell’ambiente, della salute<br />

e della sicurezza<br />

7.1 Emission trading: la prima fase (2005-2007)<br />

Con il Decreto DEC/RAS/074/2006 sono state assegnate le quote di CO 2 per il primo<br />

periodo e rilasciate congiuntamente quelle per gli anni 2005 e 2006 relative ai singoli<br />

impianti soggetti alla Direttiva Emission Trading recepita nel nostro ordinamento con la<br />

Legge Comunitaria 2004 - il Decreto Legislativo di recepimento è in via di formalizzazione.<br />

Rispetto al Piano Nazionale di Assegnazione (PNA) pubblicato nel novembre 2005,<br />

sono state confermate le quote per le attività di raffinazione, mentre sono stati operati<br />

ulteriori tagli agli impianti di gassificazione dei residui di lavorazione. Quanto al PNA<br />

approvato, sul quale erano state espresse perplessità per il mancato riconoscimento<br />

Mondo - Consumi effettivi di energia e stima per gli altri Paesi a parità di<br />

intensità energetica con l’Italia (Valori in milioni di tonnellate equivalenti di petrolio)<br />

12.000<br />

10.000<br />

10.579<br />

8.000<br />

6.000<br />

6.038<br />

4.000<br />

2.000<br />

0<br />

2.281<br />

1.265 1.426<br />

767<br />

1.345<br />

1.005<br />

1.224<br />

780<br />

962<br />

229 181<br />

Mondo Stati Uniti Cina EU 15 (°) Asia (*) Ex-Urss Italia<br />

(°) Esclusa Italia.<br />

(*) Esclusa Cina.<br />

Fonte: Elaborazioni Up su dati AIE<br />

Consumi di energia<br />

effettivi nel 2003<br />

Consumi con la stessa intensità<br />

energetica dell'Italia<br />

Mondo - Emissioni di CO 2 da sola combustione e stima per gli altri Paesi<br />

a parità di intensità energetica con l’Italia (Valori in milioni di tonnellate)<br />

30.000<br />

24.000<br />

24.983<br />

18.000<br />

15.120<br />

12.000<br />

6.000<br />

0<br />

5.729<br />

3.167<br />

3.760<br />

1.921<br />

2.863 2.518 2.342 1.953 2.285<br />

574 453<br />

Mondo Stati Uniti Cina EU 15 (°) Asia (*) Ex-Urss Italia<br />

(°) Esclusa Italia.<br />

(*) Esclusa Cina.<br />

Fonte: Elaborazioni Up su dati AIE<br />

Emissioni di CO 2<br />

effettive nel 2003<br />

Emissioni di CO 2 con la stessa<br />

intensità energetica dell'Italia<br />

68<br />

Relazione Annuale 2006


SITUAZIONE NAZIONALE<br />

LE TAPPE DEL PROTOCOLLO DI KYOTO<br />

Di seguito proponiamo una sintesi (curata dal Ministero<br />

dell'Ambiente) delle principali tappe previste dalla Direttiva<br />

2003/87/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio dell'Unione<br />

Europea, che istituisce un sistema di scambio di quote di emissioni<br />

dei gas effetto serra all'interno dell'Unione Europea.<br />

Essa istituisce un sistema per lo scambio di quote di emissioni di gas<br />

a effetto serra nella Comunità, al fine di promuoverne la riduzione<br />

secondo criteri di efficacia dei costi ed efficienza economica. Il sistema<br />

può essere sintetizzato nei seguenti elementi:<br />

– Il campo d'applicazione della Direttiva è esteso alle attività ed ai<br />

gas elencati nell'allegato I; in particolare alle emissioni di anidride<br />

carbonica provenienti da attività di combustione energetica, produzione<br />

e trasformazione dei metalli ferrosi, lavorazione prodotti minerari,<br />

produzione di pasta per carta, carta e cartoni.<br />

– La Direttiva prevede un duplice obbligo per gli impianti da essa<br />

regolati: 1) la necessità, per operare, di possedere un permesso<br />

all'emissione in atmosfera di gas serra; 2) l'obbligo di rendere alla<br />

fine dell'anno un numero di quote (o diritti) di emissione pari alle<br />

emissioni di gas serra rilasciate durante l'anno.<br />

– Il permesso all'emissione di gas serra viene rilasciato dalle Autorità<br />

competenti previa verifica da parte delle stesse della capacità dell'operatore<br />

dell'impianto di monitorare nel tempo le proprie emissioni<br />

di gas serra.<br />

– Le quote di emissioni vengono rilasciate dalle Autorità competenti<br />

all'operatore di ciascun impianto sulla base di un piano di allocazione<br />

nazionale; ogni quota dà diritto al rilascio di una tonnellata di<br />

biossido di carbonio equivalente.<br />

– Il piano di allocazione nazionale viene redatto in conformità ai criteri<br />

previsti dall'allegato III della Direttiva; questi ultimi includono<br />

coerenza con gli obiettivi di riduzione nazionale, con le previsioni di<br />

crescita delle emissioni, con il potenziale di abbattimento e con i<br />

principi di tutela della concorrenza; il piano di allocazione prevede<br />

l'assegnazione di quote a livello d'impianto per periodi di tempo<br />

predeterminati.<br />

– Una volta rilasciate, le quote possono essere vendute o acquistate;<br />

tali transazioni possono vedere la partecipazione sia degli operatori<br />

degli impianti coperti dalla Direttiva, sia di soggetti terzi (e.g. intermediari,<br />

organizzazioni non governative, singoli cittadini); il trasferimento<br />

di quote viene registrato nell'ambito di un registro nazionale.<br />

– La resa delle quote di emissione è effettuata annualmente dagli<br />

operatori degli impianti in numero pari alle emissioni reali degli<br />

impianti stessi.<br />

– Le emissioni reali utilizzati nell'ambito della resa delle quote da<br />

parte degli operatori sono il risultato del monitoraggio effettuato dall'operatore<br />

stesso e certificato da un soggetto terzo accreditato dalle<br />

Autorità competenti.<br />

– La mancata resa di una quota d'emissione prevede una sanzione<br />

pecuniaria di 40 euro nel periodo 2005-2007 e di 100 euro nei<br />

periodi successivi; le emissioni oggetto di sanzione non sono esonerate<br />

dall'obbligo di resa di quote.<br />

Linee guida monitoraggio Linee guida Piani nazionali di Piani nazionali di<br />

e registri Allegato III allocazione finali allocazione approvati<br />

Ago Sett. Ott. Nov. Dic. Genn. Febb. Mar. Apr. Mag. Giu. Lug.<br />

2003 2004<br />

Decisioni sulle allocazioni<br />

Ago Sett. Ott. Nov. Dic. Genn. Febb. Mar. Apr. Mag. Giu. Lug.<br />

2004 2005<br />

Resa dei permessi<br />

Ago Sett. Ott. Nov. Dic. Genn. Febb. Mar. Apr. Mag. Giu. Lug.<br />

2005 2006<br />

La tutela<br />

Relazione Annuale 2006 69


SITUAZIONE NAZIONALE<br />

Europa - Emissioni di CO 2 del settore elettrico e del settore industriale<br />

(Valori in milioni di tonnellate)<br />

Emissioni settore elettrico Emissioni settore industriale Emissioni totali elettrico+ industriale<br />

2003 2002 1990 2003 2002 1990 2003 2002 Variazione %<br />

2003 vs. 2002<br />

Austria 13,3 10,6 10,9 14,2 14,4 13,0 27,5 25,0 + 9,7<br />

Belgio 23,5 22,6 23,5 30,4 30,6 32,9 53,9 53,2 + 1,4<br />

Danimarca 28,9 24,1 24,7 5,4 5,5 5,4 34,3 29,6 +15,7<br />

Finlandia 33,2 26,1 16,2 13,8 13,2 14,9 47,0 39,3 +19,5<br />

Francia 45,4 42,3 48,1 77,6 78,6 83,3 123,0 120,9 + 1,8<br />

Germania 322,6 316,9 334,6 129,1 132,0 196,3 451,7 448,9 + 0,6<br />

Grecia 52,7 51,6 40,6 10,0 10,2 10,5 62,7 61,8 + 1,4<br />

Irlanda 15,1 15,8 10,9 4,8 4,9 3,8 19,9 20,7 – 4,0<br />

Italia 128,1 125,3 109,7 85,0 79,9 85,0 213,1 205,2 + 3,9<br />

Lussemburgo 0,3 0,3 1,3 2,3 2,3 5,3 2,6 2,6 —<br />

Olanda 54,5 54,0 39,8 27,1 26,7 32,8 81,6 80,7 + 1,2<br />

Portogallo 17,5 21,9 14,0 10,7 11,1 9,1 28,2 33,0 –14,4<br />

Regno Unito 174,5 164,2 204,3 87,7 83,3 97,3 262,2 247,5 + 6,0<br />

Spagna 91,1 98,9 64,3 67,2 63,2 45,8 158,3 162,1 – 2,3<br />

Svezia 9,8 9,0 7,6 11,1 10,5 10,7 20,9 19,5 + 6,9<br />

Unione Europea (15) 1.010,5 983,6 950,5 576,4 566,4 645,9 1.586,9 1.550,0 + 2,4<br />

Fonte: EEA, 2005<br />

La tutela<br />

70<br />

Relazione Annuale 2006


SITUAZIONE NAZIONALE<br />

degli aumenti dovuti alla produzione di carburanti senza zolfo, il settore del cemento ha<br />

già notificato un primo ricorso al Tar ed ha ribadito che confermerà tale iniziativa. Gli altri<br />

settori industriali non hanno finora espresso propositi analoghi.<br />

Le problematiche evidenziate dall’Unione Petrolifera sul PNA hanno riguardato il forte<br />

ritardo con cui tutta la normativa è stata attuata in Italia, mantenendo peraltro inalterate<br />

le scadenze fissate a livello comunitario da quasi due anni.<br />

Troppi ritardi<br />

Per quanto riguarda le disposizioni in materia di monitoraggio, il Ministero dell’Ambiente<br />

e della Tutela del Territorio e il Ministero delle Attività Produttive hanno approvato il<br />

Decreto DEC/RAS/854/05 recante le “Disposizioni di attuazione della decisione della<br />

Commissione europea C(2004) 130 del 29 gennaio 2004 che istituisce le linee guida<br />

per il monitoraggio e la comunicazione delle emissioni di gas a effetto serra ai sensi<br />

della Direttiva 2003/87/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio”.<br />

Per ciò che attiene, infine, agli Enti Verificatori, il 2 marzo 2006 è stato pubblicato, sul sito<br />

Internet del Ministero dell’Ambiente, il Decreto DEC/RAS/96/2006 recante il rilascio del<br />

riconoscimento degli enti verificatori delle emissioni di CO 2 ai fini dell’Emission Trading.<br />

7.2 Emission trading: la seconda fase (2008-2012)<br />

Nel corso del 2005, la Commissione europea ha emanato la Comunicazione<br />

COM(2005) 703-def., con la quale ha indicato agli Stati membri alcuni orientamenti per<br />

l’elaborazione dei Piani Nazionali di Assegnazione relativi al secondo periodo di scambio<br />

(2008-2012). Tra gli elementi di maggior rilevanza indicati c’è la convergenza verso<br />

gli obiettivi di Kyoto che ciascun Paese deve traguardare.<br />

Le conseguenze<br />

per l’industria<br />

La posizione confindustriale su questa tematica è stata quella di manifestare all’Autorità competente,<br />

e più in generale al Governo del nostro Paese, la situazione di forte disagio in cui<br />

si verrebbe a trovare l’industria italiana se venissero adottate le disposizioni contenute nella<br />

suddetta comunicazione, che prevedono un ulteriore sensibile riduzione alle emissioni.<br />

Il taglio delle quote di emissione di CO 2 assegnate ai settori industriali - si stima il 13%<br />

rispetto al primo periodo - sarebbe del tutto insostenibile da parte dell’Italia, sia in termini<br />

di costi che di perdita di competitività. E’ stato pertanto concordato in sede confindustriale<br />

di rappresentare le serie conseguenze che il sistema industriale italiano subirebbe<br />

se dovessero attuarsi le ipotesi della Commissione europea, rifiutando il rigido<br />

collegamento tra Emission Trading e Protocollo di Kyoto soprattutto al fine di salvaguardare<br />

la competitività delle imprese italiane senza dimenticare le finalità ambientali.<br />

7.3 Il nuovo “Codice Ambientale”<br />

Nel corso del 2005 è stato ultimato il lavoro di messa a punto del Testo Unico sull’ambiente<br />

in attuazione della Legge 15 dicembre 2004, n. 308 – Legge Delega. Il Testo<br />

Unico (un vero e proprio “Codice Ambientale”) è stato reso operativo attraverso un<br />

Decreto Legislativo che è stato definitivamente approvato dal Consiglio dei Ministri del<br />

10 febbraio 2006 ed è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 14 aprile 2006 con il<br />

n. 152, entrando in vigore dal 29 aprile 2006.<br />

La tutela<br />

Relazione Annuale 2006 71


SITUAZIONE NAZIONALE<br />

Il Decreto riunisce in un unico testo la normativa per 6 materie: rifiuti, bonifiche, scarichi<br />

idrici, danno ambientale, emissioni in atmosfera, valutazione d’impatto ambientale<br />

e strategica (VIA, VAS) e autorizzazione integrata ambientale (IPPC – Integrated<br />

Prevention and Pollution Control), abrogando esplicitamente alcune importanti leggi<br />

come: la Legge 22/97 (“Decreto Ronchi”), il Decreto 152/99, la Legge 36/94 (“Legge<br />

Galli”), la Legge 183/89 e il Decreto del Presidente della Repubblica 203/88.<br />

Nel contempo, sono state recepite 4 Direttive comunitarie:<br />

– 2001/42/CE, valutazione ambientale strategica;<br />

– 2000/60/CE, tutela delle acque;<br />

– 2001/80/CE, grandi impianti di combustione;<br />

– 2004/35/CE, danno ambientale.<br />

7.3.1 Le procedure VAS, VIA e IPPC<br />

La Parte II del “Codice Ambientale” disciplina la VAS - Valutazione Ambientale Strategica<br />

- definendo l’ambito di applicazione concernente piani e programmi che potrebbero<br />

avere effetti significativi sull’ambiente. E’ prevista l’integrazione della VAS in tutti i procedimenti<br />

di pianificazione in cui rientra il settore energetico.<br />

Viene inoltre disciplinata la VIA - Valutazione di Impatto Ambientale - cui vengono sottoposti<br />

i progetti elencati in allegato al provvedimento.<br />

Un aspetto importante della nuova normativa riguarda le relazioni tra VAS e VIA e tra VIA<br />

e IPPC. In questo ambito viene configurato un rapporto di complementarietà tra le diverse<br />

procedure quando esse insistano sul medesimo oggetto di valutazione, allo scopo di<br />

non aggravare i procedimenti e di evitare duplicazioni e sovrapposizioni.<br />

Mondo - Confronto fra i livelli di urbanizzazione e di motorizzazione<br />

dei Paesi occidentali con alcuni Paesi in via di sviluppo<br />

Stati Uniti<br />

1999<br />

Giappone<br />

2000<br />

Regno Unito<br />

2000<br />

Cina*<br />

2000<br />

India*<br />

2000<br />

Bangladesh*<br />

1996<br />

Sri Lanka*<br />

1999<br />

La tutela<br />

Indonesia<br />

Corea<br />

Tailandia<br />

Argentina<br />

Messico<br />

1996<br />

1996<br />

2000<br />

1998<br />

2000<br />

Popolazione totale<br />

nel 2002 (milioni)<br />

0 150 300 450 600 750 900 1.050 1.200 1.350 1.500<br />

Popolazione urbana<br />

nel 2002 (% del totale)<br />

* Una quota significativa del totale veicoli sono a due ruote.<br />

Fonte: Opec, 2006<br />

Totale veicoli motorizzati<br />

nel 1995 (milioni)<br />

Auto per 1.000<br />

abitanti (anno)<br />

72<br />

Relazione Annuale 2006


SITUAZIONE NAZIONALE<br />

Paesi Ocse - Importazioni di benzine e gasoli nelle principali aree<br />

(Valori in migliaia di barili/giorno)<br />

1.200<br />

1.000<br />

800<br />

600<br />

400<br />

200<br />

0<br />

2003 2004 2005 2003 2004 2005<br />

Benzine<br />

Gasoli<br />

Nord America Europa Pacifico<br />

Fonte: Aie<br />

Mondo - Il peso dei consumi di benzine e gasoli sul totale dei consumi<br />

petroliferi in alcuni Paesi industrializzati (Valori in percentuale)<br />

60%<br />

50%<br />

40%<br />

30%<br />

20%<br />

10%<br />

0%<br />

2000<br />

2003<br />

2004<br />

2000<br />

2003<br />

2004<br />

2000<br />

2003<br />

2004<br />

2000<br />

2003<br />

2004<br />

2000<br />

2003<br />

2004<br />

2000<br />

2003<br />

2004<br />

Stati Uniti Giappone Germania Italia Francia Regno Unito<br />

Peso benzine<br />

Peso gasoli<br />

Fonte: Elaborazioni Up su dati Aie<br />

La tutela<br />

Stati Uniti - Evoluzione delle caratteristiche del parco auto<br />

(Valori in media sulla gamma di autovetture prodotte nell’anno)<br />

1975 1987 2005<br />

Consumo medio (km/litro) 5,6 9,4 8,9<br />

Peso (libbre) 4.060 3.220 4.089<br />

Potenza (cv) 137 118 212<br />

Accelerazione (0-60 Km/h, in secondi) 14,1 13,1 9,9<br />

Light trucks (fuoristrada, mnivan, pickup)<br />

peso sulle vendite totali 19% 28% 50%<br />

Fonte: Il Sole-24 Ore<br />

74<br />

Relazione Annuale 2006


SITUAZIONE NAZIONALE<br />

Paesi Ocse - Importazioni di benzine e gasoli nelle principali aree<br />

(Valori in migliaia di barili/giorno)<br />

1.200<br />

1.000<br />

800<br />

600<br />

400<br />

200<br />

0<br />

2003 2004 2005 2003 2004 2005<br />

Benzine<br />

Gasoli<br />

Nord America Europa Pacifico<br />

Fonte: Aie<br />

Mondo - Il peso dei consumi di benzine e gasoli sul totale dei consumi<br />

petroliferi in alcuni Paesi industrializzati (Valori in percentuale)<br />

60%<br />

50%<br />

40%<br />

30%<br />

20%<br />

10%<br />

0%<br />

2000<br />

2003<br />

2004<br />

2000<br />

2003<br />

2004<br />

2000<br />

2003<br />

2004<br />

2000<br />

2003<br />

2004<br />

2000<br />

2003<br />

2004<br />

2000<br />

2003<br />

2004<br />

Stati Uniti Giappone Germania Italia Francia Regno Unito<br />

Peso benzine<br />

Peso gasoli<br />

Fonte: Elaborazioni Up su dati Aie<br />

La tutela<br />

Stati Uniti - Evoluzione delle caratteristiche del parco auto<br />

(Valori in media sulla gamma di autovetture prodotte nell’anno)<br />

1975 1987 2005<br />

Consumo medio (km/litro) 5,6 9,4 8,9<br />

Peso (libbre) 4.060 3.220 4.089<br />

Potenza (cv) 137 118 212<br />

Accelerazione (0-60 Km/h, in secondi) 14,1 13,1 9,9<br />

Light trucks (fuoristrada, minivan, pickup)<br />

peso sulle vendite totali 19% 28% 50%<br />

Fonte: Il Sole-24 Ore<br />

74<br />

Relazione Annuale 2006


SITUAZIONE NAZIONALE<br />

toprodotto. Altra semplificazione degna di nota è quella relativa all’autorizzazione unica<br />

- costruzione e gestione - per impianti di smaltimento e recupero.<br />

Il Decreto prevede il mantenimento delle norme attuali in attesa dei provvedimenti<br />

attuativi.<br />

Anche per quanto riguarda gli oli usati, il provvedimento, pur prevedendo la possibilità<br />

di costituire nuovi consorzi, riconosce il ruolo dell’attuale Consorzio Obbligatorio degli<br />

Oli Usati (Coou) con una corretta definizione dei criteri di partecipazione, estendendo<br />

a tutti gli obblighi previsti dalla Legge che attualmente regola il funzionamento del Coou.<br />

Inoltre, si mantiene la sequenza delle priorità di smaltimento e si stabilisce un tempo<br />

congruo per l’applicazione delle nuove regole, introducendo sanzioni per la mancata<br />

comunicazione degli smaltimenti.<br />

7.3.4 Le bonifiche dei siti contaminati<br />

Al titolo V della parte IV del “Codice Ambientale” è contenuta la norma sulla bonifica dei<br />

siti contaminati che sostituirà l’art. 17 del Decreto Legislativo n. 22/97, il cosiddetto<br />

“Decreto Ronchi”, e il suo regolamento di attuazione, il Decreto Ministeriale n. 471/99.<br />

Cresce il ruolo<br />

delle Regioni<br />

Il titolo nel complesso può considerarsi positivo e prevede come principale elemento di<br />

novità l’utilizzo dell’analisi di rischio, sia per determinare la necessità o meno di avviare<br />

un intervento di bonifica, sia per definirne gli obiettivi. In questo modo la normativa italiana<br />

viene allineata a quella dei principali Paesi europei. Il ruolo centrale nel procedimento<br />

amministrativo di bonifica è assunto dalla Regione, che è l’autorità competente<br />

per qualsiasi istruttoria di contaminazione ad eccezione di quelle che rientrano in siti di<br />

interesse nazionale.<br />

La valutazione del rischio è avviata al superamento dei valori tabellari (CSC – Concentrazione<br />

soglia di contaminazione) ed è utilizzata anche per la determinazione degli obiettivi di bonifica<br />

(CSR – Concentrazione soglia di rischio). Altra novità importante è il trattamento differenziato<br />

per siti in esercizio e siti dimessi con la possibilità, per i primi, di attuare un intervento di<br />

messa in sicurezza operativa (contenimento della contaminazione all’interno del sito con<br />

monitoraggio delle matrici ambientali e bonifica a dismissione dell’attività).<br />

Per le contaminazioni storiche che si manifestano dopo l’entrata in vigore del nuovo<br />

“Codice Ambientale”, in assenza di rischio immediato per la salute e per l’ambiente, è<br />

prevista una comunicazione e la contestuale presentazione del piano di caratterizzazione.<br />

Sono infine previste procedure semplificate per siti di ridotte dimensioni (ad es. i<br />

distributori di carburanti).<br />

7.3.5 La tutela dell’aria e la riduzione delle emissioni in atmosfera<br />

La tutela<br />

La parte V del “Codice Ambientale” si propone l’obiettivo di raccogliere e coordinare in<br />

un corpo normativo unitario tutte le norme oggetto della materia della prevenzione e<br />

della limitazione dell’inquinamento atmosferico. In questo quadro si è perseguito<br />

l’obiettivo di razionalizzare i diversi orientamenti interpretativi stabilendo con precisione<br />

il campo di applicazione e gli adempimenti da porre in essere.<br />

Relazione Annuale 2006 75


SITUAZIONE NAZIONALE<br />

Mondo - Gli investimenti richiesti negli scenari di sviluppo dell’offerta<br />

petrolifera (Valori in miliardi di dollari costanti 2005)<br />

500<br />

450<br />

400<br />

350<br />

300<br />

250<br />

230-470<br />

Miliardi di $<br />

Alta<br />

crescita<br />

Caso<br />

base<br />

200<br />

150<br />

100<br />

50<br />

180-130<br />

Miliardi di $<br />

150-290<br />

Miliardi di $<br />

Bassa<br />

crescita<br />

0<br />

2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020<br />

Fonte: Opec, 2006<br />

Mondo - Gli scenari di domanda petrolifera<br />

(Valori in milioni di barili/giorno)<br />

SCENARIO ALTO 2010 2015 2020 2025<br />

Domanda: Paesi Ocse 52,0 53,8 55,2 56,5<br />

Paesi in Via di sviluppo 34,6 41,4 48,4 56,3<br />

Economie in transizione 5,1 5,5 5,9 6,2<br />

Totale mondo 91,7 100,7 109,5 119,0<br />

Offerta: Paesi Opec (°) 35,5 41,6 49,1 58,8<br />

Paesi non-Opec 56,2 59,1 60,5 60,2<br />

Totale mondo 91,7 100,7 109,6 119,0<br />

SCENARIO BASE 2005 2010 2015 2020 2025<br />

Domanda: Paesi Ocse 49,6 51,5 52,8 53,8 54,6<br />

Paesi in Via di sviluppo 29,5 34,2 40,0 46,3 52,9<br />

Economie in transizione 4,5 5,0 5,2 5,5 5,7<br />

Totale mondo 83,6 90,7 98,0 105,6 113,2<br />

Offerta: Paesi Opec (°) 33,9 34,9 39,7 46,2 54,3<br />

Paesi non-Opec 50,1 55,8 58,3 59,4 58,9<br />

Totale mondo 84,0 90,7 98,0 105,6 113,2<br />

SCENARIO BASSO 2010 2015 2020 2025<br />

La tutela<br />

Domanda: Paesi Ocse 50,6 50,6 50,3 49,8<br />

Paesi in Via di sviluppo 33,6 38,3 43,1 47,8<br />

Economie in transizione 4,9 5,0 5,0 5,0<br />

Totale mondo 89,1 93,9 98,4 102,6<br />

Offerta: Paesi Opec (°) 33,9 37,0 40,9 45,8<br />

Paesi non-Opec 55,2 56,9 57,5 56,8<br />

Totale mondo 89,1 93,9 98,4 102,6<br />

(°) Incluse le frazioni liquide del gas naturale (NGL - Natural Gas Liquids).<br />

Fonte: Aie per il 2005, Opec per le previsioni<br />

76<br />

Relazione Annuale 2006


SITUAZIONE NAZIONALE<br />

Lo schema di decreto è suddiviso in tre Titoli:<br />

❏ Titolo I: disciplina gli impianti e le attività che producono emissioni in atmosfera e stabilisce<br />

i valori di emissione ed i metodi di campionamento e analisi delle emissioni;<br />

❏ Titolo II: disciplina gli impianti termici civili aventi potenza termica nominale inferiore<br />

a soglie prefissate;<br />

❏ Titolo III: disciplina le caratteristiche merceologiche dei combustibili che possono<br />

essere utilizzati negli impianti già disciplinati dai precedenti Titoli.<br />

Il Titolo I stabilisce che tutti gli impianti che producono emissioni in atmosfera devono<br />

essere preventivamente autorizzati, con le sole eccezioni degli impianti di incenerimento<br />

dei rifiuti e degli impianti sottoposti ad autorizzazione integrata ambientale ai sensi<br />

del Decreto Legislativo n. 59/2005. Con tale Decreto viene recepita nell’ordinamento<br />

nazionale la Direttiva 2001/80/CE sui grandi impianti di combustione. Il Titolo III sui<br />

combustibili infine assorbe il Decreto del Presidente del Consiglio 8 marzo 2002 sulle<br />

caratteristiche merceologiche dei combustibili.<br />

Nuove garanzie<br />

7.3.6 Il danno ambientale<br />

La parte VI del “Codice Ambientale” tratta di norme in materia di tutela risarcitoria contro<br />

i danni all’ambiente attraverso il recepimento della Direttiva 2004/35/CE. La<br />

Direttiva, tuttavia, è stata recepita con alcune differenze riscontrabili nella definizione di<br />

danno ambientale, nella definizione della sola responsabilità soggettiva e senza fare<br />

distinzione tra attività pericolose e non. Inoltre, sostanziali differenze si riscontrano per<br />

quanto riguarda l’accesso al sistema assicurativo, rimandando la questione ad un successivo<br />

Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri. In presenza di un danno<br />

ambientale, il risarcimento in forma specifica è applicato in via prioritaria rispetto al risarcimento<br />

per equivalente.<br />

Il danno ambientale non si applica alle situazioni di inquinamento pregresso per le quali<br />

siano state effettivamente avviate le procedure relative alla bonifica, o sia stata avviata<br />

o intervenuta la bonifica dei siti nel rispetto delle norme vigenti in materia, salvo che ad<br />

esito di tale bonifica non permanga un danno ambientale. Viene inoltre introdotto un<br />

meccanismo di ingiunzione/ordinanza da parte del Ministero dell’Ambiente per un<br />

danno ambientale il cui responsabile non abbia attivato le procedure di ripristino ai sensi<br />

della normativa sulle bonifiche. Il Ministro dell’Ambiente, pertanto, con ordinanza immediatamente<br />

esecutiva ingiunge a coloro che siano risultati responsabili del fatto il ripristino<br />

ambientale a titolo di risarcimento in forma specifica entro un termine fissato.<br />

Qualora il responsabile del fatto che ha provocato danno ambientale non provveda in<br />

tutto o in parte al ripristino nel termine ingiunto, con successiva ordinanza si ordina il<br />

pagamento di una somma pari al valore economico del danno accertato o residuato, a<br />

titolo di risarcimento per equivalente pecuniario.<br />

Una criticità presente nel testo è legata alla duplicazione e allo scollamento delle procedure<br />

amministrative che un operatore deve intraprendere in caso di contaminazione<br />

del sito e danno ambientale.<br />

La tutela<br />

Relazione Annuale 2006 77


SITUAZIONE NAZIONALE<br />

7.4 L’attuazione della Direttiva IPPC<br />

Sulla Gazzetta Ufficiale n. 93 del 22 aprile 2005, è stato pubblicato il Decreto<br />

Legislativo 18 febbraio 2005, n. 59, recante “Attuazione integrale della Direttiva<br />

96/61/CE relativa alla prevenzione e riduzione integrate dell’inquinamento”. Il nuovo<br />

Decreto, che abroga e sostituisce il precedente Decreto Ministeriale n. 372/99, si applica<br />

agli impianti esistenti, agli impianti nuovi ed alle modifiche sostanziali riferibili alle attività<br />

elencate nell’allegato I al provvedimento e a determinate soglie dimensionali. Tali<br />

impianti, per proseguire l’attività, dovranno ottenere una autorizzazione ambientale integrata<br />

in luogo delle numerose autorizzazioni settoriali.<br />

Per poter attuare compiutamente la Direttiva IPPC – Integrated Prevention and Pollution<br />

Control, nel corso del 2005 sono state emanate altre disposizioni su diverse tematiche:<br />

– il Decreto del Ministero dell’Ambiente e del Territorio 31 gennaio 2005 recante<br />

l’”Emanazione di linee guida per l’individuazione e l’utilizzazione delle migliori tecniche<br />

disponibili”, pubblicato sul Supplemento Ordinario n. 107 alla Gazzetta Ufficiale - Serie<br />

Generale - n. 135 del 13 giugno 2005. Il Decreto riporta in allegato le Linee Guida generali,<br />

le Linee Guida in materia di sistemi di monitoraggio e le Linee Guida per Cokerie e<br />

Fonderie, Metalli non ferrosi e Carta. Le altre Linee Guida, tra cui quelle relative al settore<br />

della raffinazione, sono in via di approvazione. Linee Guida generali intendono individuare<br />

i criteri generali essenziali che esplicitino e concretizzino i principi informatori della<br />

Direttiva 96/61/CE e dunque consentano di definire un insieme di riferimenti di primo<br />

livello omogenei e condivisi dalle Amministrazioni e dagli Operatori;<br />

– il Regolamento (CE) 166/2006, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea<br />

L33 del 4 febbraio 2006, relativo all’istituzione del registro E-PRTR (Pollutant<br />

Release and Transfer Register) che sostituirà con qualche innovazione l’attuale registro<br />

EPER/INES (European Pollutant Emission Register/Inventario Nazionale delle<br />

Emissioni e delle loro Sorgenti), previsto dalla Direttiva 96/61/CE come strumento<br />

pubblico per l’informazione sulle emissioni inquinanti dell’industria.<br />

La tutela<br />

7.5 Il “Progetto CAFE” - Clean Air for Europe<br />

La Commissione europea il 21 settembre 2005 ha approvato la Strategia Tematica sull’inquinamento<br />

atmosferico. I livelli di ambizione, espressi come chiusura del gap tra la<br />

massima riduzione tecnicamente conseguibile e quella derivante dalla legislazione corrente,<br />

sono stati ridotti rispetto a quelli inizialmente proposti dalla Direzione Generale<br />

Ambiente ed ora si collocano tra il livello meno ambizioso e il livello intermedio, rimandando<br />

comunque il rapporto costi-benefici a livelli molto elevati, essendo il grado di<br />

ambizione ancora posizionato nella parte ripida delle curve di costo.<br />

Continuano peraltro a sussistere forti dubbi riguardanti l’attendibilità e la solidità scientifica<br />

dei criteri utilizzati per la quantificazione dei benefici.<br />

Particolarmente critica per il settore industriale è l’incongruenza tra gli scenari energetici<br />

adottati dalla Commissione per la Strategia Tematica e quelli elaborati a livello nazionale. Il<br />

settore industriale pertanto si sta adoperando per correggere gli scenari emissivi adottati<br />

Il rapporto costi-benefici<br />

78<br />

Relazione Annuale 2006


SITUAZIONE NAZIONALE<br />

nella Strategia Tematica per renderli coerenti con quelli che scaturiranno dagli approfondimenti<br />

derivanti dalla revisione della Direttiva NEC relativa ai limiti nazionali di emissione.<br />

Contestualmente all’adozione della Strategia Tematica, l’Unione europea ha presentato<br />

una proposta di Direttiva che modifica la Direttiva Quadro sulla qualità dell’aria ambiente.<br />

Si tratta di un testo consolidato che unisce e semplifica le disposizioni contenute sia<br />

nella Direttiva Quadro sulla qualità dell’aria del 1996 che nelle direttive settoriali sui<br />

valori limite di concentrazione per diverse sostanze inquinanti.<br />

Oltre a definire obiettivi di qualità dell’aria al fine di prevenire, evitare o ridurre effetti<br />

dannosi sulla salute umana e sull’ambiente nel suo complesso e a stabilire livelli di concentrazione<br />

nell’aria ambiente per certi tipi di inquinanti, uniformi in tutti gli Stati<br />

Europa - Traffico merci per modalità in alcuni Paesi nel 2003<br />

(Valori in tonnellate/km)<br />

Germania<br />

290,9 78,5 58,2 15,4<br />

Francia<br />

189,2 46,8<br />

8,0<br />

22,1<br />

Spagna<br />

187,0<br />

12,4<br />

7,4<br />

Italia<br />

Regno Unito<br />

162,7 23,2<br />

0,2<br />

157 18,9<br />

0,1<br />

9,6<br />

9,6<br />

Belgio<br />

Olanda<br />

29,9<br />

54,6<br />

4,7<br />

7,3 8,3<br />

1,2<br />

39,9 6,1<br />

0 50 100 150 200 250 300 350 400 450<br />

Strada Treni Vie interne navigabili Oleodotti<br />

Fonte: Ocse, 2005<br />

Europa - Principali mezzi di trasporto passeggeri in alcuni Paesi nel 2003<br />

(Valori miliardi di passeggeri/km)<br />

Italia<br />

791,4 98,0 45,3<br />

Germania<br />

764,4 75,8 70,8<br />

Francia<br />

738,6 42,6 72,3<br />

Regno Unito<br />

Spagna<br />

Olanda<br />

146,1<br />

647,3 47,0 40,9<br />

346,5 49,3 21,1<br />

16,0<br />

14,5<br />

La tutela<br />

Belgio<br />

109,9<br />

13,7<br />

8,3<br />

0 100 200 300 400 500 600 700 800 900 1.000<br />

Auto private<br />

Autobus<br />

Treni<br />

Fonte: Ocse, 2005<br />

Relazione Annuale 2006 79


SITUAZIONE NAZIONALE<br />

Europa - L’alimentazione a gasolio nelle autovetture al 2011<br />

(Valori in peso percentuale)<br />

Austria<br />

Belgio<br />

Danimarca<br />

Finlandia<br />

Francia<br />

Germania<br />

Grecia<br />

Irlanda<br />

Islanda<br />

Italia<br />

Lussemburgo<br />

Norvegia<br />

Olanda<br />

Portogallo<br />

Regno Unito<br />

Spagna<br />

Svezia<br />

Svizzera<br />

Europa Occidentale<br />

0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70%<br />

Fonte: Aie<br />

2005 2011<br />

Membri, viene introdotto un obiettivo di riduzione dell’esposizione umana al PM 2.5<br />

ovvero una percentuale di riduzione rispetto ad un indicatore di esposizione (o valore<br />

limite) già fissato al fine di prevenire danni alla salute. Tale valore dovrà essere del 20%<br />

entro il 2020 mentre il valore limite cui tendere è di 25 µg/m 3 al 1° gennaio 2015.<br />

7.6 La nuova politica comunitaria sulle sostanze chimiche<br />

Prosegue in ambito comunitario l’esame delle proposte legislative elaborate per attuare la<br />

nuova politica per la gestione e il controllo delle sostanze chimiche – Regolamento REACH<br />

(Registration, Evaluation and Authorization of Chemicals). Tale Regolamento è stato approvato<br />

in prima lettura dal Parlamento europeo il 17 novembre 2005, mentre il Consiglio<br />

europeo ha raggiunto un accordo politico sulla proposta nella riunione del Consiglio<br />

Competitività del 13 dicembre 2005. Non appena la cosiddetta “posizione comune” sarà<br />

resa ufficiale, il testo passerà al Parlamento europeo per la seconda lettura.<br />

La fine del processo legislativo è prevista per l’autunno 2006, con una possibile entrata<br />

in vigore del Regolamento all’inizio del 2007.<br />

La tutela<br />

Le sostanze petrolifere che ricadranno nel campo di applicazione del REACH sono le<br />

circa 660 consolidate nell’EINECS - European Inventory of Existing Commercial<br />

Substances - che il Concawe*, sulla base delle affinità nei processi di raffinazione e delle<br />

similarità nelle proprietà chimico-fisiche, ha proposto di riunire in 13 gruppi. La<br />

Commissione europea ha approvato la proposta del Concawe che quindi sta attivamente<br />

lavorando alla produzione dei relativi documenti di risk assessment: quello sulla benzina<br />

è già stato completato mentre quello sul gasolio è in via di finalizzazione. Tutti gli<br />

altri saranno completati entro il 2008.<br />

Le aziende non socie del Concawe dovranno predisporre autonomamente il risk asses-<br />

* Conservation of Clean Air and Water in Europe.<br />

80<br />

Relazione Annuale 2006


SITUAZIONE NAZIONALE<br />

sment e tutto il Dossier per la registrazione e, in questo caso, l’impatto in termini di acquisizione<br />

delle informazioni, effettuazione di studi e/o test, identificazione di tutti gli scenari<br />

espositivi sarà estremamente gravoso. L’Unione Petrolifera è in contatto con il Concawe<br />

per agevolare l’adesione a questa associazione delle aziende ancora non associate.<br />

7.7 L’accesso all’informazione ambientale<br />

Il Decreto Legislativo 19 agosto 2005, n. 195, emanato in attuazione della Direttiva<br />

2003/4/CE sull’accesso del pubblico all’informazione ambientale stabilisce i principi<br />

generali in materia. In particolare, il Decreto è volto ad assicurare il diritto d’accesso<br />

all’informazione ambientale detenuta dalle autorità pubbliche e a stabilire i termini per<br />

il suo esercizio.<br />

Garantisce, inoltre, ai fini della più ampia trasparenza, che l’informazione ambientale sia<br />

sistematicamente e progressivamente messa a disposizione del pubblico e diffusa, anche<br />

attraverso i mezzi di telecomunicazione e strumenti informatici, in forme o formati facilmente<br />

consultabili, promuovendo a tale fine, in particolare, l’uso delle nuove tecnologie.<br />

7.8 La gestione dei rifiuti<br />

Il quadro di riferimento in materia di discariche e ammissibilità dei rifiuti in discarica<br />

deriva dal Decreto Legislativo 13 gennaio 2003, n. 36, “Attuazione della Direttiva<br />

1999/31/CE relativa alle discariche dei rifiuti” e dal Decreto Ministeriale 3 agosto 2005<br />

recante “Definizione dei criteri di ammissibilità dei rifiuti in discarica”.<br />

Con l’articolo 11- quaterdecies, comma 9, della Legge di conversione del Decreto-Legge<br />

n. 203/05, approvata definitivamente il 24 novembre 2005, è stato disposto il rinvio di<br />

un anno, fino al 31 dicembre 2006, del termine fino al quale sarà possibile il conferi-<br />

Europa - Le organizzazioni certificate EMAS al 31 marzo 2006<br />

1600<br />

1200<br />

600<br />

400<br />

200<br />

La tutela<br />

0<br />

Irlanda<br />

Francia<br />

Norvegia<br />

Grecia<br />

Rep. Ceca<br />

Olanda<br />

Belgio<br />

Finlandia<br />

Portogallo<br />

Regno Unito<br />

Svezia<br />

Danimarca<br />

Austria<br />

Italia<br />

Spagna<br />

Germania<br />

Fonte: EMAS<br />

Relazione Annuale 2006 81


SITUAZIONE NAZIONALE<br />

LA REVISIONE DEL FONDO IOPC DI COMPENSAZIONE<br />

DEI DANNI DA INQUINAMENTO DA IDROCARBURI<br />

Nel corso del 2005 il Fondo IOPC - International Oil Pollution Compensation Fund è stato integrato<br />

con un Fondo Supplementare, che ha portato a circa 1 miliardo di euro il massimale di compensazione<br />

dei danni da inquinamento da idrocarburi a seguito di incidenti marini. L'Italia ha ratificato<br />

il Fondo Supplementare ed è entrata a farne parte dal 20 gennaio 2006.<br />

L'industria petrolifera italiana importa circa 130-140 milioni di tonnellate all'anno di greggio, figurando<br />

al secondo posto tra i contributori mondiali al Fondo e pertanto gli oneri gravanti sul settore<br />

petrolifero in caso di incidente potranno essere molto elevati.<br />

Si è cercato, a tal riguardo, di rivedere i criteri di ripartizione delle contribuzioni al Fondo IOPC tra<br />

industria petrolifera ed industria armatoriale che attualmente penalizzano fortemente la prima.<br />

Nonostante il supporto a tale proposta dei maggiori Paesi importatori di petrolio al mondo, l'IMO -<br />

International Marittime Organization - ha deciso di non procedere ad alcuna revisione delle<br />

Convenzioni del Fondo IOPC.<br />

Tuttavia l'industria armatoriale e quella degli assicuratori “P&I - Protection and Indemnity”, consapevoli<br />

dell'attuale squilibrio, hanno proposto una soluzione di carattere volontario denominata TOPIA<br />

- Tanker Oil Pollution Indemnitification Agreement e STOPIA - Small Tanker Oil Pollution<br />

Indemnitification Agreement. Attraverso questo accordo il Consorzio degli assicuratori “P&I” assicura<br />

un contributo del 50% del massimale previsto dal Fondo Supplementare ed innalza a 20 milioni<br />

di euro il massimale per le petroliere al di sotto delle 30.000 tonn. DWT.<br />

La proposta è stata accolta favorevolmente dall'OCIMF - Associazione internazionale dell'industria<br />

petrolifera sul trasporto petrolifero via mare - e pertanto è entrata in vigore nel marzo 2006.<br />

La tutela<br />

TRAFFICO PETROLIERO NEL MEDITERRANEO<br />

Nel mese di giugno 2005 l'Unione Petrolifera ha presentato alle Autorità e alla stampa la nuova edizione<br />

del libro sul traffico petroliero nel Mediterraneo, aggiornando la precedente edizione pubblicata<br />

nel 1992, sempre a cura dell'Unione Petrolifera. Anche questa nuova versione è stata realizzata<br />

dai Professori Bilardo e Mureddu dell'Università “La Sapienza” di Roma.<br />

La struttura del libro è così articolata:<br />

– raccolta sistematica delle informazioni disponibili sul traffico petrolifero e sul fenomeno degli oil<br />

spills su scala mondiale e in particolare nell'area del Mediterraneo e, per quest'ultimo, sulle possibili<br />

conseguenze di gravi incidenti;<br />

– illustrazione degli sviluppi della normativa internazionale sulla sicurezza del trasporto petroliero<br />

marittimo, con l'evidenziazione dei problemi da affrontare per una più efficace attuazione delle<br />

norme;<br />

– analisi delle più rilevanti questioni oggetto dell'attuale dibattito sullo shipping del petrolio e dei<br />

suoi prodotti;<br />

– informazioni statistiche e tecniche con grafici, tabelle e mappe sui dati di maggior rilievo del trasporto<br />

via mare degli idrocarburi.<br />

82<br />

Relazione Annuale 2006


SITUAZIONE NAZIONALE<br />

mento in discarica dei rifiuti con i parametri vigenti anziché secondo la recente normativa<br />

fissata dal Decreto Ministeriale del 3 luglio 2005. Il rinvio non si applica alle discariche<br />

di II categoria, di tipo A, per lo smaltimento di rifiuti di matrice cementizia contenenti<br />

amianto. Alla luce della proroga disposta dalla Finanziaria 2006 è necessario<br />

acquisire tutti gli elementi che possano servire ai produttori di rifiuti a valutare le soluzioni<br />

ottimali per la futura gestione dei rifiuti.<br />

Il Decreto Legislativo 11 maggio 2005, n. 133, “Attuazione della Direttiva 2000/76/CE<br />

in materia di incenerimento dei rifiuti”, pubblicato sul Supplemento Ordinario n. 122<br />

alla Gazzetta Ufficiale 15 luglio 2005, n. 163, è andato invece a regolare le numerose<br />

norme europee in materia di incenerimento, che vengono così fatte confluire in un quadro<br />

omogeneo. Un aspetto innovativo del provvedimento riguarda il campo di applicazione,<br />

che interessa sia gli impianti di incenerimento che quelli di coincenerimento. Le<br />

due tipologie di impianto sono regolamentate in modo diverso e la distinzione è basata<br />

sul concetto di “funzione principale” che figura nella definizione di impianto di coincenerimento.<br />

Recuperare con procedure<br />

più semplici<br />

Per quanto riguarda la disciplina delle procedure semplificate per le attività di recupero<br />

dei residui del carico delle navi costituiti dalle acque di zavorra, dalle acque di lavaggio,<br />

dai residui del carico da prodotti chimici e dalle acque di sentina, va ricordato il<br />

Decreto del Ministero dell’Ambiente n. 269, “Regolamento attuativo degli articoli 31 e<br />

33 del Decreto Legislativo 5 febbraio 1997, n. 22, relativo all’individuazione dei rifiuti<br />

pericolosi provenienti dalle navi, che è possibile ammettere alle procedure semplificate”,<br />

pubblicato il 29 dicembre 2005 in attuazione dell’art. 10-bis della Legge 27 febbraio<br />

2004, n. 47.<br />

Il Regolamento stabilisce che, per accedere alle procedure semplificate, gli operatori<br />

devono trasmettere alla Provincia competente per territorio, la comunicazione di cui<br />

all’articolo 33 del Decreto Legislativo n. 22 del 1997, il cosiddetto “Decreto Ronchi”,<br />

specificando le tipologie, le caratteristiche e la quantità annua dei rifiuti che si intendono<br />

recuperare nonché i prodotti e le materie prime ottenuti dalle attività di recupero.<br />

Nel registro dei rifiuti occorre riportare i rifiuti in ingresso, conferiti sia direttamente sia attraverso<br />

bettoline, nonché i rifiuti in uscita prodotti dalle attività di recupero, mentre non è<br />

necessario riportare i prodotti e le materie prime ottenuti dall’attività di recupero stessa.<br />

Gli operatori dell’industria petrolifera non avranno particolari difficoltà ad utilizzare le proprie<br />

strutture per recuperare tali rifiuti conformemente al Decreto in questione.<br />

7.9 La prevenzione dei rischi rilevanti (Seveso III)<br />

Il 21 novembre 2005 è stato pubblicato il Decreto Legislativo 21 settembre 2005, n.<br />

238, recante “Attuazione della Direttiva 2003/105/CE, che modifica la Direttiva<br />

96/82/CE sul controllo dei pericoli di incidenti rilevanti connessi con determinate<br />

sostanze pericolose“.<br />

La tutela<br />

Il nuovo Decreto Legislativo, cosiddetto “Seveso III”, introduce significative modifiche al<br />

Decreto Legislativo n. 334/99, sia per recepire la nuova Direttiva 2003/105/CE che per<br />

Relazione Annuale 2006 83


SITUAZIONE NAZIONALE<br />

ITALIA - LE PRINCIPALI PROCEDURE DI INFRAZIONE UE<br />

Negli ultimi anni, l’Unione europea ha avviato una serie di procedure di infrazione nei confronti di<br />

alcuni Paesi europei tra cui il nostro per il mancato rispetto o recepimento di alcune Direttive relative<br />

ad energia e ambiente.<br />

L’iter procedurale prevede i seguenti passaggi:<br />

1. Lettera di costituzione in mora a cui lo Stato membro ha in genere due mesi di tempo per rispondere.<br />

2. In caso di non risposta o di risposta insoddisfacente la Commissione procede con l’invio di un parere<br />

motivato in cui si chiedono ulteriori spiegazioni.<br />

3. Deferimento alla Corte di Giustizia.<br />

DIRETTIVA Mancata trasposizione della Direttiva per Condanna della<br />

2003/87/CE lo scambio di quote di emissione dei Corte di Giustizia<br />

gas ad effetto serra Maggio 2006<br />

DECISIONE Mancata comunicazione delle Lettera di costituzione<br />

2004/280/CE informazioni sulle emissioni dei in mora<br />

gas ad effetto serra Aprile 2006<br />

DECISIONE Mancata comunicazione in vista del Lettera di costituzione<br />

2005/166/CE commercio internazionale di emissioni in mora<br />

previsto dal Protocollo di Kyoto Aprile 2006<br />

DIRETTIVA Mancato recepimento della Direttiva Lettera di costituzione<br />

2001/77/CE sull’energia rinnovabile in mora - Aprile 2006<br />

DIRETTIVA Mancata presentazione della Relazione nazionale Parere motivato<br />

2003/30/CE 2005 prevista dalla Direttiva sui biocarburanti Aprile 2006<br />

CAUSA Libera circolazione dei capitali: investimenti Parere motivato<br />

C-174/04 in imprese del settore energetico Aprile 2006<br />

DIRETTIVA Difettoso o incompleto recepimento della Direttiva Lettera di costituzione<br />

2003/54/CE sul mercato interno dell’elettricità in mora - Aprile 2006<br />

DIRETTIVA Difettoso o incompleto recepimento della Direttiva Lettera di costituzione<br />

2003/55/CE sul mercato interno del gas in mora - Aprile 2006<br />

DIRETTIVA Mancata presentazione della Relazione nazionale Deferimento alla Corte<br />

2003/30/CE 2004 prevista dalla Direttiva sui biocarburanti di Giustizia - Dicembre 2005<br />

TRATTATO CE Diritto di stabilimento: normativa italiana in materia Lettera di costituzione<br />

ARTICOLO 43 di impianti di distribuzione di carburanti in mora - Ottobre 2005<br />

La tutela<br />

DIRETTIVA Omessa comunicazione delle misure di attuazione Deferimento alla Corte<br />

2003/96/CE in diritto interno della Direttiva sulla tassazione di Giustizia<br />

dei prodotti energetici e dell’elettricità Luglio 2005<br />

DIRETTIVA Mancata comunicazione delle misure adottate Parere motivato<br />

2003/30/CE per il recepimento della Direttiva sui biocarburanti Luglio 2005<br />

84<br />

Relazione Annuale 2006


SITUAZIONE NAZIONALE<br />

superare i rilievi formulati dalla Commissione europea nella procedura di infrazione per<br />

non conforme recepimento, nel Decreto Legislativo n. 334/99 stesso, della precedente<br />

Direttiva 96/82/CE.<br />

Le modifiche di particolare interesse per il settore petrolifero sono:<br />

❏ l’inserimento tra le “sostanze specificate“ dell’Allegato I anche dei cheroseni e gasoli<br />

(oltre la benzina), con riduzione del 50% dei livelli di Notifica e del Rapporto di<br />

Sicurezza (RDS). A seguito di tali variazioni alcuni depositi di benzina potrebbero<br />

essere soggetti, per la prima volta, agli obblighi di Notifica e/o RDS, mentre alcuni<br />

depositi di gasolio e cherosene potrebbero venirne esclusi;<br />

❏ l’abrogazione dell’istituto della perizia giurata e silenzio-assenso, per l’avvio dell’attività<br />

di nuovi impianti e per modifiche sostanziali;<br />

❏ l’introduzione dell’obbligo, per i gestori di stabilimento, di uno scambio di informazioni<br />

in caso di potenziale effetto domino;<br />

❏ la definizione di nuove categorie di elementi territoriali vulnerabili da considerare<br />

nella gestione del rischio per la verifica della compatibilità tra stabilimenti e le zone<br />

territoriali limitrofe. A tale scopo si prevede una modifica del Decreto Ministeriale 9<br />

maggio 2001 recante misure in materia di pianificazione urbanistica per le zone interessate<br />

a insediamenti industriali.<br />

Il contributo degli operatori<br />

Nel corso del 2005 sono inoltre proseguiti i lavori per mettere a punto gli schemi di<br />

Decreto, attuativi del Decreto Legislativo n. 334/99, relativi a:<br />

1 - “Linee Guida per la preparazione dei rapporti di sicurezza“;<br />

2 - “Tariffe a carico dei gestori per i controlli e le istruttorie dei rapporti di sicurezza“;<br />

3 - “Regolamentazione per lo svolgimento delle visite ispettive sui sistemi di gestione“.<br />

Sempre nel corso del 2005 l’Unione Petrolifera ha continuato la propria partecipazione<br />

al Comitato Tecnico Scientifico, istituito dal Ministero Infrastrutture e Trasporti, con<br />

l’obiettivo di fornire ai soggetti interessati un programma di assistenza per la problematica<br />

relativa alla applicazione del Decreto Legge n. 334/99 e al citato Decreto<br />

Ministeriale del 9 maggio 2001. Al riguardo l’Unione Petrolifera ha fornito uno specifico<br />

contributo tecnico per l’analisi di rischio ambientale, in particolare ecotossico per gli<br />

organismi acquatici.<br />

7.10 Le attrezzature a pressione<br />

Nel febbraio 2005 è entrato in vigore il Decreto del Ministero delle Attività Produttive n.<br />

329/2004, concernente “Regolamento recante norme per la messa in servizio ed utilizzazione<br />

delle attrezzature a pressione e degli insiemi, di cui all’articolo 19 del Decreto<br />

Legislativo 25 febbraio 2000, n. 93”.<br />

La tutela<br />

Il settore petrolifero, sulla base delle prime esperienze applicative ed in considerazione<br />

delle necessità produttive e gestionali degli impianti di raffinazione, auspica l’introduzione<br />

di strumenti legislativi attuativi che consentano una più efficiente gestione delle verifiche<br />

periodiche di esercizio, previste dal nuovo regolamento, specificamente riguardo<br />

agli apparecchi e dispositivi facenti parte di impianti a ciclo continuo.<br />

Relazione Annuale 2006 85


SITUAZIONE NAZIONALE<br />

In particolare, per assicurare la continuità e l’efficienza produttiva, è necessario prevedere<br />

strumenti che garantiscano l’intervento tempestivo da parte dei soggetti tecnici preposti<br />

alle verifiche periodiche, che consentano flessibilità e rapidità nell’ottenimento<br />

delle eventuali deroghe ispettive e di periodicità previste dal Decreto.<br />

7.11 La salute e la sicurezza sui luoghi di lavoro<br />

In materia di prevenzione e protezione dei lavoratori sui luoghi di lavoro, la Gazzetta<br />

Ufficiale del 14 febbraio 2006, n. 37, ha pubblicato il Provvedimento 26 gennaio 2006<br />

della Conferenza Permanente per i Rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome<br />

di Trento e Bolzano, che integra il Decreto Legislativo 19 settembre 1994, n. 626.<br />

Tale accordo dà attuazione ai commi 2, 3 e 5 dell’art. 8-bis del Decreto Legislativo n.<br />

626/94, introdotto dal Decreto Legislativo n. 195/2003, che ha individuato le capacità<br />

e requisiti professionali richiesti agli addetti e ai responsabili del servizio di prevenzione<br />

e protezione.<br />

I percorsi di formazione delle due figure professionali di RSPP (Responsabile dei servizi<br />

di prevenzione e protezione) e ASPP (Addetto dei servizi di prevenzione e protezione)<br />

sono divisi su due linee di formazione: una per coloro che non hanno mai esercitato<br />

la professione di RSPP e ASPP e una per coloro che già hanno svolto o svolgono<br />

tali funzioni.<br />

Il ruolo della formazione<br />

Il termine per l’attivazione dei percorsi formativi è il 13 febbraio 2007. Fino a tale data<br />

vale la disciplina transitoria prevista dall’art. 3 del Decreto Legislativo n. 195/2003.<br />

La Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea del 9 febbraio 2006 ha poi pubblicato la<br />

Direttiva 2006/15/CE del 7 febbraio 2006 “che definisce un secondo elenco dei valori<br />

indicativi di esposizione professionale in attuazione della Direttiva 98/24/CE del<br />

Consiglio e che modifica le Direttive 91/322 e 2000/39/CE”.<br />

Tale Direttiva dovrà essere recepita nel nostro ordinamento entro il 1° settembre 2007<br />

e andrà ad integrare l’elenco dei “Valori Limite di Esposizione” (VLE) previsti dal Decreto<br />

Legislativo n. 626/94, così come modificato dal Decreto Ministeriale 26 febbraio 2004.<br />

Tra le sostanze di cui sono previsti i valori limite indicativi si segnala: il metanolo (VLE<br />

sulle 8 ore: 260 mg/m 3 ), il toluene (VLE sulle 8 ore: 192 mg/m 3 ) e il n-esano (VLE<br />

sulle 8 ore: 72 mg/m 3 ).<br />

La tutela<br />

Infine, la Gazzetta Ufficiale del 21 settembre 2005, n. 220, ha pubblicato il Decreto 2<br />

agosto 2005 recante “Recepimento della Direttiva 2002/44/CE sulle prescrizioni minime<br />

di sicurezza e di salute relative all’esposizione dei lavoratori ai rischi derivanti da<br />

vibrazioni meccaniche”.<br />

Gli obblighi di misurazione e di valutazione dei rischi previste dal suddetto Decreto si<br />

applicano a partire dal 1° gennaio 2006. Il settore petrolifero sta approfondendo la<br />

materia per conformarsi nei tempi previsti a tutte le disposizioni della nuova normativa.<br />

86<br />

Relazione Annuale 2006


SITUAZIONE NAZIONALE<br />

7.12 Gestione ambientale: le nuove norme ISO<br />

A seguito della pubblicazione nel dicembre 2004 della nuova norma EN ISO<br />

14001/04, che introduce elementi di compatibilità tra gli standard ISO 14001 and ISO<br />

9001 (Gestione Qualità), l’Unione Petrolifera ha tenuto una giornata di studio ed approfondimento<br />

dedicata specificamente alle aziende petrolifere associate.<br />

La nuova norma è entrata pienamente in vigore nel maggio del 2005. La stragrande<br />

maggioranza delle raffinerie italiane sono ormai certificate con la nuova norma ISO,<br />

alcune sono certificate EMAS ed altre con programmi di registrazione.<br />

Nel corso del 2005 l’ISO ha anche concluso, e ha ora in corso di pubblicazione, i nuovi<br />

Standard di interesse del settore petrolifero che sono i seguenti:<br />

• ISO 14063 sulle “Comunicazioni ambientali”;<br />

• ISO 14064 relativa alla quantificazione, monitoraggio e reporting dei gas effetto serra<br />

(GHG - Greenhouse Gas). In particolare, la parte 1 è riferita alle organizzazioni, la parte<br />

2 ai progetti e la parte 3 ai criteri di validazione e verifica delle dichiarazioni GHG.<br />

La ISO ha inoltre in corso di finalizzazione lo Standard ISO 14065 relativo ai criteri di<br />

accreditamento degli enti di validazione e verifica dei gas ad effetto serra.<br />

7.13 Trasporto merci pericolose: il Piano di Security<br />

La Gazzetta Ufficiale n. 219 del 20 settembre 2005 ha pubblicato il Decreto 2 agosto<br />

2005 recante il “Recepimento della Direttiva 2004/111/CE della Commissione del 9<br />

dicembre 2004, che adatta per la quinta volta al progresso tecnico la Direttiva<br />

94/55/CE del Consiglio, concernente il riavvicinamento delle disposizioni legislative<br />

degli Stati membri relative al trasporto di merci pericolose su strada”.<br />

L’edizione 2005 dell’ADR (Accord Dangereuses Route) al capo 1.10 introduce nuove<br />

disposizioni, aventi soprattutto lo scopo di prevenire il furto o l’utilizzo improprio di merci<br />

pericolose che possano mettere in pericolo le persone, i beni, o l’ambiente.<br />

Tra gli obblighi introdotti è prevista la predisposizione e messa in opera di un Piano di<br />

Security. Il concetto di Security è visto come misure da prendere per minimizzare il furto<br />

o l’utilizzazione impropria delle merci pericolose. Le merci pericolose dovranno quindi<br />

essere consegnate solo a trasportatori propriamente identificati e ogni membro dell’equipaggio<br />

del veicolo che trasporta merci pericolose dovrà avere una adeguata formazione<br />

sulla sicurezza.<br />

La tutela<br />

Relazione Annuale 2006 87


Appendice<br />

statistica


APPENDICE STATISTICA<br />

Mondo/Paesi Industrializzati - I consumi energetici dei principali Paesi (2004) (Milioni di tep)<br />

Combustibili solidi Petrolio Gas Naturale Idro-Elettricità (*) Nucleare (*) Totale Tep/pro capite<br />

Mondo 2.778,2 3.767,1 2.420,4 634,4 624,3 10.224,4 1,6<br />

Area OCSE 1.163,2 2.252,3 1,265,5 292,7 529,6 5.503,3 4,5<br />

Stati Uniti 564,3 937,6 582,0 59,8 187,9 2.331,6 7,9<br />

Ex URSS 175,0 186,0 531,0 56,3 56,0 1.004,3 3,5<br />

Giappone 120,8 241,5 64,9 22,6 64,8 514,6 4,0<br />

Cina 956,9 308,6 35,1 74,2 11,3 1.386,1 1,1<br />

Area UE (15 Paesi) 307,0 694,5 420,2 73,7 223,4 1.718,8 3,8<br />

Belgio / Lussemburgo 6,1 38,1 14,7 0,5 10,9 70,3 6,4<br />

Francia 12,5 94,0 40,2 14,8 101,4 262,9 4,3<br />

Germania 85,7 123,6 77,3 6,1 37,8 330,5 4,0<br />

Olanda 9,1 46,2 39,1 – 0,9 95,3 5,8<br />

Regno Unito 38,1 80,8 88,2 1,7 18,1 226,9 3,8<br />

Spagna 21,1 77,6 24,6 7,9 14,3 145,5 3,3<br />

Italia 17,1 89,5 66,0 11,0 (*) – 183,6 3,1<br />

(*) Dato relativo alla produzione.<br />

(•) Valore diverso da quello fornito dalle statistiche nazionali, per una diversa valutazione del potere calorifico attribuito a ogni KWh prodotto.<br />

Fonte: BP Statistical Review<br />

Appendice<br />

90<br />

Relazione Annuale 2006


APPENDICE STATISTICA<br />

Mondo/Paesi Industrializzati - Il grado di dipendenza energetica e petrolifera (2004)<br />

% di dipendenza Incidenza % del petrolio<br />

energetica dall’estero<br />

nel bilancio energetico<br />

Mondo – 36,8<br />

Area OCSE 31 40,9<br />

Stati Uniti 30 40,2<br />

Ex URSS – 18,5<br />

Giappone 83 46,9<br />

Cina 7 22,3<br />

Area UE (15 Paesi) 41 40,4<br />

Belgio / Lussemburgo 84 54,2<br />

Francia 56 35,8<br />

Germania 66 37,4<br />

Olanda 34 48,5<br />

Regno Unito 4 35,6<br />

Spagna 80 53,3<br />

Italia (*) 85 48,7<br />

(*) Dati non coincidenti con quelli forniti dalle statistiche nazionali, per diversa metodologia di calcolo.<br />

Fonte: BP Statistical Review<br />

Appendice<br />

Relazione Annuale 2006 91


APPENDICE STATISTICA<br />

Mondo - La produzione di greggio e le riserve per aree geografiche (Milioni di tonnellate)<br />

Produzione<br />

Riserve<br />

2004 2005 al 1/1/2005 al 1/1/2006<br />

Quantità Quantità % Quantità Quantità %<br />

AMERICA DEL NORD 477,4 451,9 11,6 27.379 27.307 15,5<br />

– di cui: Stati Uniti 329,8 311,7 8,0 2.986 2.916 1,7<br />

Canada 147,6 140,2 3,6 24.393 24.391 13,8<br />

AMERICA LATINA 532,7 532,2 13,7 15.716 15.859 9,0<br />

– di cui: Messico 190,7 187,3 4,8 1.992 1.757 1,0<br />

Venezuela 153,5 147,8 3,8 10.536 10.877 6,2<br />

Altri Paesi 188,5 197,1 5,1 3.188 3.225 1,8<br />

MEDIO ORIENTE 1.186,6 1.205,6 30,9 99.501 101.420 57,5<br />

– di cui: Arabia Saudita 505,9 527,7 13,5 35.730 36.400 20,6<br />

Iran 202,6 200,0 5,1 17.162 18.071 10,2<br />

Iraq 99,7 91,8 2,4 15.689 15.689 8,9<br />

Kuwait 119,8 123,8 3,2 13.847 14.188 8,0<br />

U.A.E. 125,8 131,8 3,4 13.342 13.342 7,6<br />

Altri Paesi 132,8 130,5 3,3 3.731 3.730 2,2<br />

ESTREMO ORIENTE/OCEANIA 379,5 384,1 9,9 4.945 4.903 2,8<br />

– di cui: Indonesia 55,1 53,6 1,4 641 587 0,3<br />

Cina 174,5 182,0 4,7 2.490 2.490 1,4<br />

Altri Paesi 149,9 148,5 3,8 1.814 1.826 1,1<br />

AFRICA 441,1 471,1 12,1 13.750 13.995 7,9<br />

– di cui: Algeria 83,0 92,9 2,4 1.610 1.548 0,9<br />

Libia 75,8 80,4 2,1 5.321 5.338 3,0<br />

Nigeria 122,2 126,5 3,2 4.810 4.894 2,8<br />

Altri Paesi 160,1 171,3 4,4 2.009 2.215 1,2<br />

EUROPA 291,7 269,3 6,9 2.403 2.235 1,3<br />

– di cui: Norvegia 149,9 137,5 3,5 1.160 1.051 0,6<br />

Regno Unito 95,4 84,2 2,2 612 550 0,3<br />

Altri Paesi 46,4 46,4 1,2 631 634 0,4<br />

EX URSS 558,9 583,0 15,0 10.618 10.618 6,0<br />

– di cui: Russia 458,7 475,7 12,2 8.186 8.186 4,6<br />

Altri Paesi 100,2 107,3 2,8 2.432 2.432 1,4<br />

TOTALE 3.867,9 3.897,2 100,0 174.312 176.337 100,0<br />

– di cui: Opec 1.588,2 1.621,6 120.762 123.009<br />

Incidenza % su totale 41,1 41,6 69,3 69,8<br />

Fonte: BP Statistical Review per la produzione (per il 2005 stima Unione Petrolifera); Oil & Gas Journal per le riserve<br />

Appendice<br />

92<br />

Relazione Annuale 2006


APPENDICE STATISTICA<br />

Mondo – I consumi petroliferi<br />

(Milioni di tonnellate)<br />

2004 2005<br />

Quantità % Quantità %<br />

AMERICA DEL NORD 1.037 27,5 1.040 27,3<br />

di cui: – Stati Uniti 937 24,9 940 24,7<br />

– Canada 100 2,6 100 2,6<br />

AMERICA LATINA 307 8,2 313 8,2<br />

di cui: – Brasile 84 2,2 86 2,3<br />

– Messico 85 2,2 87 2,3<br />

MEDIO ORIENTE 251 6,7 264 6,9<br />

AFRICA 124 3,3 129 3,4<br />

ESTREMO ORIENTE 1.052 27,9 1.069 28,1<br />

di cui: – Cina 309 8,2 314 8,2<br />

– Giappone 242 6,4 241 6,3<br />

AUSTRALIA 39 1,0 40 1,0<br />

EUROPA 957 25,4 957 25,1<br />

di cui: – Francia 94 2,5 94 2,5<br />

– Germania 124 3,3 122 3,2<br />

– Italia 90 2,4 86 2,3<br />

– Paesi Bassi 46 1,2 50 1,3<br />

– Regno Unito 81 2,2 87 2,3<br />

– ex Urss 186 4,9 186 4,9<br />

TOTALE 3.767 100,0 3.812 100,0<br />

Fonte: Comité Professionnel du Pétrole<br />

Appendice<br />

Relazione Annuale 2006 93


APPENDICE STATISTICA<br />

Mondo - La capacità degli impianti di raffinazione del petrolio<br />

(Milioni di tonnellate/anno)<br />

Al 1° Gennaio 1996 Al 1° Gennaio 2006<br />

N. di raffinerie Capacità % N. di raffinerie (*) Capacità %<br />

AMERICA DEL NORD 198 860 23,1 170 957 22,5<br />

– di cui: Stati Uniti 175 768 20,7 149 856 20,1<br />

Canada 23 92 2,4 21 101 2,4<br />

America Latina 77 371 10,0 76 415 9,7<br />

– di cui: Brasile 14 63 1,7 13 95 2,2<br />

Messico 6 76 2,0 6 84 2,0<br />

Venezuela 6 59 1,6 5 64 1,5<br />

MEDIO ORIENTE 42 265 7,1 46 352 8,3<br />

– di cui: Arabia Saudita 83 2,2 8 105 2,5<br />

ESTREMO ORIENTE/OCEANIA 138 740 19,9 200 1.110 26,1<br />

– di cui: Cina 34 143 3,9 95 312 7,3<br />

Giappone 41 243 6,5 33 234 5,5<br />

Corea del Sud 6 62 1,7 6 129 3,0<br />

India 12 54 1,5 17 107 2,5<br />

Indonesia 7 40 1,1 8 50 1,2<br />

AFRICA 45 144 3,9 44 162 3,8<br />

EUROPA 154 793 21,3 136 855 20,1<br />

– di cui: Francia 14 86 2,3 13 99 2,3<br />

Germania 19 105 2,8 16 121 2,8<br />

Italia 17 114 3,1 17 118 2,8<br />

Paesi Bassi 6 59 1,6 6 61 1,4<br />

Regno Unito 15 92 2,5 11 94 2,2<br />

Spagna 10 63 1,7 9 64 1,5<br />

EX URSS 58 545 14,7 63 406 9,5<br />

– di cui: Russia 42 336 9,0 42 267 6,3<br />

TOTALE 712 3.718 100,0 735 4.257 100,0<br />

(*) Dati relativi al 1° Gennaio 2004.<br />

Fonte: Oil & Gas Journal<br />

Appendice<br />

94<br />

Relazione Annuale 2006


APPENDICE STATISTICA<br />

Mondo - I prezzi “SPOT” dei principali greggi (2005)<br />

(Fob $/barile)<br />

Grado Api Gennaio Febbraio Marzo Aprile Maggio Giugno Luglio Agosto Settembre Ottobre Novembre Dicembre<br />

Arabian Light 34,2 38,26 40,10 46,85 48,68 47,09 52,47 53,46 58,24 57,63 54,65 51,55 52,84<br />

Arabian Heavy 28,0 33,41 35,62 41,81 43,33 42,21 48,34 48,83 52,02 51,57 49,03 47,40 49,16<br />

Iranian Light 33,9 39,87 40,56 48,50 48,42 45,53 52,37 53,86 60,41 58,74 54,38 51,31 53,20<br />

Kuwait 31,4 38,55 40,09 46,42 47,89 46,36 51,15 51,31 55,18 54,60 51,76 49,19 50,83<br />

Dubai 32,4 37,78 39,35 45,60 47,27 45,68 51,37 52,78 56,55 56,41 54,20 51,63 53,22<br />

Oman 36,3 39,04 40,54 46,95 48,22 46,70 52,20 53,42 57,46 58,24 55,52 52,78 54,21<br />

Bonny Light 36,7 44,01 45,43 53,15 53,18 50,23 55,93 58,40 65,49 65,60 60,74 57,18 57,91<br />

Libyan Brega 40,4 43,61 44,97 52,11 51,67 48,36 54,03 56,77 63,72 62,57 58,75 56,01 57,12<br />

Saharan Blend 44,1 44,39 45,44 52,59 51,98 48,69 54,41 57,30 63,67 63,30 59,48 56,15 57,65<br />

Minas 33,9 42,55 44,56 54,30 55,96 50,34 55,01 56,17 61,07 60,27 58,64 53,87 54,43<br />

Isthmus 32,8 38,89 40,08 47,52 47,13 45,05 51,48 53,85 59,66 59,92 55,64 51,57 52,77<br />

W.T.I. 40,0 46,64 47,69 54,09 53,09 50,25 56,60 58,66 64,96 65,28 62,67 58,42 59,36<br />

Tia Juana 32,4 35,75 36,77 43,50 43,27 41,67 48,19 49,10 54,22 53,87 51,48 48,77 49,23<br />

Suez Blend 33,0 36,37 36,98 44,58 44,81 43,11 48,88 51,64 56,01 55,91 52,83 49,29 51,59<br />

Brent 38,0 44,01 44,87 52,60 51,87 48,90 54,73 57,47 64,06 62,75 58,75 55,41 57,02<br />

Ekofisk 43,0 43,92 44,70 52,34 51,68 48,85 55,03 57,59 63,92 62,55 59,22 55,76 57,54<br />

Ural (*) 36,1 40,19 40,97 48,12 47,89 46,27 51,87 54,98 58,64 58,23 55,80 52,38 54,63<br />

(*) Quotazione Cif Mediterraneo<br />

Fonte: Opec Bulletin<br />

Appendice<br />

Relazione Annuale 2006 95


APPENDICE STATISTICA<br />

Mercato internazionale – Le quotazioni Barges Fob Rotterdam dei principali prodotti petroliferi (2005)<br />

($/tonnellata; media min-max)<br />

Benzina Virgin Kerosene Gasolio Gasolio O.C. Btz O.C. Atz<br />

senza piombo naphta riscaldamento auto 1% s 3,5% s<br />

0,2% s ULSD<br />

Gennaio 433,15 388,88 436,05 393,48 422,19 176,67 155,89<br />

Febbraio 424,69 412,95 459,83 411,54 440,57 183,91 168,69<br />

Marzo 476,22 472,36 545,07 489,53 523,89 225,51 199,24<br />

Aprile 521,54 466,92 567,74 486,29 532,08 235,60 228,58<br />

Maggio 478,23 414,14 514,14 444,37 487,72 228,82 223,71<br />

Giugno 528,47 433,67 572,81 512,31 552,06 231,78 230,83<br />

Luglio 580,81 463,89 586,32 526,08 563,97 249,85 243,08<br />

Agosto 642,94 523,77 631,96 573,73 605,97 276,06 259,88<br />

Settembre 703,49 566,58 663,69 607,49 629,63 309,19 277,13<br />

Ottobre 590,25 542,26 643,79 583,99 616,47 310,80 264,68<br />

Novembre 510,18 474,64 550,54 504,59 537,17 278,17 248,22<br />

Dicembre 537,71 494,11 554,48 505,65 523,50 276,44 248,55<br />

Fonte: Platts<br />

Mercato internazionale – Le quotazioni Cargoes Cif Nord Europa dei principali prodotti petroliferi (2005)<br />

($/tonnellata; media min-max)<br />

Benzina Virgin Kerosene Gasolio Gasolio O.C. Btz O.C. Atz<br />

senza piombo naphta riscaldamento auto 1% s 3,5% s<br />

50 ppm 0,2% s 50 ppm<br />

Gennaio 413,96 393,21 441,05 404,62 436,63 193,08 153,49<br />

Febbraio 436,34 416,95 464,94 419,01 451,22 199,07 166,27<br />

Marzo 485,76 477,77 551,27 498,44 537,28 238,23 196,58<br />

Aprile 528,04 471,77 574,67 494,43 542,64 258,62 225,67<br />

Maggio 483,21 418,76 516,15 450,84 493,24 242,98 220,71<br />

Giugno 532,57 437,67 573,52 517,95 555,08 262,63 227,83<br />

Luglio 581,06 467,89 587,43 531,72 560,46 276,69 239,75<br />

Agosto 643,35 527,77 635,64 580,44 605,13 289,55 256,10<br />

Settembre 698,51 570,57 671,40 639,26 633,93 328,23 273,38<br />

Ottobre 596,65 546,26 652,25 595,32 625,88 320,65 261,05<br />

Novembre 511,25 478,74 561,35 520,75 536,65 294,00 243,85<br />

Dicembre 524,00 498,11 562,79 516,14 537,86 305,13 243,83<br />

Appendice<br />

Fonte: Platts<br />

96<br />

Relazione Annuale 2006


APPENDICE STATISTICA<br />

Mercato internazionale – Le quotazioni Cargoes Fob Mediterraneo dei principali prodotti petroliferi (2005)<br />

($/tonnellata; media min-max)<br />

Benzina Benzina Virgin Kerosene Gasolio Gasolio O.C. Btz O.C. Atz<br />

super senza piombo naphta riscaldamento auto 1% s 3,5% s<br />

(*) 50 ppm 0,2% s 50 ppm<br />

Gennaio 394,6 396,6 364,4 417,8 386,7 407,9 189,9 144,3<br />

Febbraio 416,4 418,4 386,8 440,9 406,5 441,9 195,9 164,1<br />

Marzo 467,0 469,0 448,7 528,0 482,3 546,5 233,8 192,5<br />

Aprile — 513,9 446,2 554,0 474,,5 533,0 253,7 222,9<br />

Maggio — 462,4 393,0 495,7 435,8 484,2 238,3 213,2<br />

Giugno — 513,6 410,2 552,5 505,1 549,5 253,8 222,4<br />

Luglio — 544,5 443,9 568,7 519,8 553,1 271,7 232,3<br />

Agosto — 622,6 509,7 621,4 568,9 604,0 288,4 249,8<br />

Settembre — 659,1 542,0 648,8 593,2 632,6 320,7 274,3<br />

Ottobre — 565,9 510,6 624,3 569,5 609,2 300,5 259,2<br />

Novembre — 482,6 447,5 537,8 495,6 520,7 277,5 235,5<br />

Dicembre — 506,9 469,4 539,9 508,5 527,0 288,3 231,9<br />

(*) Prodotto quotato fino a marzo 2005<br />

Fonte: Platts<br />

Mercato internazionale – Le quotazioni Cargoes Cif Mediterraneo dei principali prodotti petroliferi (2005)<br />

($/tonnellata; media min-max)<br />

Benzina Virgin Gasolio Gasolio O.C. Btz O.C. Atz<br />

senza piombo naphta riscaldamento auto 1% s 3,5% s<br />

50 ppm 0,2% s 50 ppm<br />

Gennaio 411,3 385,2 409,5 453,1 202,7 157,1<br />

Febbraio 433,8 408,6 430,3 457,8 208,1 176,3<br />

Marzo 483,8 469,9 505,3 561,8 245,3 203,9<br />

Aprile 527,0 464,9 494,8 546,4 265,7 234,4<br />

Maggio 474,7 411,8 455,8 497,5 251,0 225,8<br />

Giugno 525,6 430,2 525,8 563,2 267,5 253,7<br />

Luglio 553,5 461,7 538,4 565,2 284,7 245,3<br />

Agosto 630,4 523,7 582,4 613,1 296,3 257,7<br />

Settembre 672,1 562,6 615,5 647,0 335,1 288,4<br />

Ottobre 582,1 535,7 597,3 627,7 321,4 279,6<br />

Novembre 496,0 469,8 518,8 536,2 293,6 250,6<br />

Dicembre 520,1 490,1 531,2 542,0 304,0 246,7<br />

Fonte: Platts<br />

Appendice<br />

Relazione Annuale 2006 97


APPENDICE STATISTICA<br />

Italia – I consumi energetici per fonti primarie<br />

(Milioni di tep)<br />

2004 2005 (•)<br />

Quantità % Quantità %<br />

Solidi 17,1 8,7 16,9 8,5<br />

Gas naturale 66,5 33,8 71,1 35,8<br />

Petrolio 88,0 44,7 86,0 43,3<br />

Importazioni nette di energia elettrica 10,0 5,1 10,8 5,4<br />

Fonti rinnovabili (°) 15,2 7,7 14,0 7,0<br />

Totale consumi 196,8 100,0 198,8 100,0<br />

Tep pro-capite 3,4 3,4<br />

(•) Dati provvisori.<br />

(°) Comprende: a) energia elettrica di origine idrica (al netto dei pompaggi), geotermica, vegetali, biomasse, RSU, eolico, fotovoltaico, energia da pressione; b) energia termica per i settori domestico<br />

e industriale derivante da vegetali, biomasse, geotermica, solare, RSU.<br />

Fonte: Unione Petrolifera su dati Ministero delle Attività Produttive<br />

Italia – I consumi energetici per settori di utilizzo<br />

(Milioni di tep)<br />

2004 2005 (•)<br />

Quantità % Quantità %<br />

Agricoltura 3,4 1,7 3,4 1,7<br />

Industria 41,2 20,9 41,1 20,7<br />

Trasporti 44,4 22,6 44,3 22,3<br />

Usi civili 43,8 22,3 45,8 23,0<br />

Usi non energetici 7,8 4,0 8,2 4,1<br />

Bunkeraggi 3,4 1,7 3,5 1,8<br />

Totale impieghi finali 144,0 73,2 146,3 73,6<br />

Consumi e perdite del settore energetico 7,5 3,8 7,6 3,8<br />

Trasformazioni in energia elettrica 45,3 23,0 44,9 22,6<br />

Totale consumi 196,8 100,0 198,8 100,0<br />

(•) Dati provvisori.<br />

Fonte: Unione Petrolifera su dati Ministero delle Attività Produttive<br />

Appendice<br />

98<br />

Relazione Annuale 2006


APPENDICE STATISTICA<br />

Italia – La produzione di idrocarburi<br />

1990 1995 2000 2003 2004 2005<br />

Petrolio greggio (migliaia di tonnellate) 4.641 5.208 4.555 5.540 5.416 6.086<br />

Condensati da gas (migliaia di tonnellate) 27 28 31 30 29 27<br />

Gas naturale (milioni di m3) (*) 17.296 20.184 16.633 13.885 12.961 11.977<br />

(*) I valori esprimono metri cubi fisici fino al 1990 e metri cubi da 38,1 MJ dal 1995.<br />

Fonte: Ministero delle Attività Produttive<br />

Italia – Il bilancio petrolifero (2005) (*)<br />

(Migliaia di tonnellate)<br />

Disponibilità<br />

Utilizzo<br />

Greggio nazionale e condensati da gas 6.113 Consumi 86.748<br />

Importazione di greggio (•) 89.316 Esportazione (▲) 29.144<br />

Importazione di semilavorati 5.851<br />

Importazione di prodotti finiti 13.889<br />

Da scorte 723<br />

Totale 115.892 Totale 115.892<br />

(*) Dati provvisori.<br />

(•) Comprende le importazioni di greggio per conto committente estero.<br />

(▲) Comprendono le riesportazioni di prodotti ottenuti da lavorazioni greggio in regime di temporanea importazione conto committente estero.<br />

Fonte: Unione Petrolifera su dati Ministero delle Attività Produttive e Istat<br />

Appendice<br />

Relazione Annuale 2006 99


APPENDICE STATISTICA<br />

Italia - Le importazioni di petrolio greggio “Riepilogo”<br />

(Migliaia di tonnellate)<br />

2004 2005 (•)<br />

Quantità % Quantità %<br />

Arabia Saudita 11.768 13,5 12.587 14,1<br />

Iran 9.556 11,0 9.559 10,7<br />

Iraq 3.712 4,3 5.855 6,6<br />

Kuwait 92 0,1 273 0,3<br />

Siria 2.650 3,0 2.562 2,9<br />

TOTALE MEDIO ORIENTE 27.778 31,9 30.836 34,6<br />

Algeria 4.058 4,7 2.889 3,2<br />

Angola 104 0,1 163 0,2<br />

Camerun 976 1,1 1.078 1,2<br />

Congo 126 0,1 78 0,1<br />

Costa D’Avorio 309 0,4 — —<br />

Egitto 2.321 2,7 694 0,8<br />

Guinea Equatoriale 560 0,6 653 0,7<br />

Libia 22.379 25,7 23.344 26,1<br />

Nigeria 1.443 1,7 1.551 1,8<br />

Tunisia 360 0,4 87 0,1<br />

TOTALE AFRICA 32.636 37,5 30.537 34,2<br />

Russia 19.892 22,9 18.440 20,6<br />

Kazakhistan 2.248 2,6 3.023 3,4<br />

Azerbaijan 1.157 1,3 2.902 3,2<br />

Turkmenistan — — 139 0,2<br />

TOTALE EX URSS 23.297 26,8 24.504 27,4<br />

Norvegia 3.096 3,6 3.314 3,7<br />

Regno Unito 71 0,1 — —<br />

Albania — — 3 —<br />

TOTALE EUROPA 3.167 3,7 3.317 3,7<br />

Venezuela 38 — 36 —<br />

Brasile 55 0,1 — —<br />

Messico — — 86 0,1<br />

TOTALE AMERICA LATINA 93 0,1 122 0,1<br />

TOTALE 86.971 100,0 89.316 100,0<br />

Appendice<br />

– di cui: OPEC 53.046 61,0 56.180 62,9<br />

(•) Dati provvisori.<br />

Fonte: Unione Petrolifera<br />

100<br />

Relazione Annuale 2006


APPENDICE STATISTICA<br />

Italia - Le importazioni di petrolio greggio “Conto proprio”<br />

(Migliaia di tonnellate)<br />

2004 2005 (•)<br />

Quantità % Quantità %<br />

Arabia Saudita 11.768 14,2 12.587 14,8<br />

Iran 9.473 11,4 9.559 11,2<br />

Iraq 3.712 4,5 5.855 6,9<br />

Kuwait 92 0,1 273 0,3<br />

Siria 2.650 3,2 2.562 3,0<br />

TOTALE MEDIO ORIENTE 27.695 33,4 30.836 36,2<br />

Algeria 4.058 4,9 2.889 3,4<br />

Angola 104 0,1 163 0,2<br />

Camerun 976 1,2 1.078 1,3<br />

Congo 126 0,2 78 0,1<br />

Costa d’Avorio 309 0,4 — —<br />

Egitto 2.321 2,8 694 0,8<br />

Guinea Equatoriale 560 0,7 653 0,8<br />

Libia 20.634 24,9 21.942 25,7<br />

Nigeria 1.443 1,7 1.551 1,8<br />

Tunisia 360 0,4 87 0,1<br />

TOTALE AFRICA 30.891 37,3 29.135 34,2<br />

Russia 19.481 23,5 18.297 21,4<br />

Azerbaijan 2.248 2,7 3.023 3,5<br />

Kazakhistan 1.157 1,4 2.902 3,4<br />

Turkmenistan — — 139 0,2<br />

TOTALE EX URSS 22.886 27,6 24.361 28,5<br />

Norvegia 1.208 1,5 864 1,0<br />

Regno Unito 71 0,1 — —<br />

Albania — — 3 —<br />

TOTALE EUROPA 1.279 1,6 867 1,0<br />

Venezuela 38 — 36 —<br />

Brasile 55 0,1 — —<br />

Messico — — 86 0,1<br />

TOTALE AMERICA LATINA 93 0,1 122 0,1<br />

TOTALE 82.844 100,0 85.321 100,0<br />

– di cui: OPEC 51.218 61,8 54.778 64,2<br />

(•) Dati provvisori.<br />

Fonte: Unione Petrolifera<br />

Appendice<br />

Relazione Annuale 2006 101


APPENDICE STATISTICA<br />

Italia - Le importazioni di petrolio greggio “Conto committente estero”<br />

(Migliaia di tonnellate)<br />

2004 2005<br />

Quantità % Quantità %<br />

Iran 83 2,0 — —<br />

TOTALE MEDIO ORIENTE 83 2,0 — —<br />

Libia 1.745 42,3 1.402 35,1<br />

TOTALE AFRICA 1.745 42,3 1.402 35,1<br />

Russia 411 10,0 143 3,6<br />

Norvegia 1.888 45,7 2.450 61,3<br />

TOTALE ALTRI PAESI 2.299 55,7 2.593 64,9<br />

TOTALE 4.127 100,0 3.995 100,0<br />

– di cui: OPEC 1.828 44,3 1.402 35,1<br />

Fonte: Unione Petrolifera<br />

Appendice<br />

102<br />

Relazione Annuale 2006


APPENDICE STATISTICA<br />

Italia – Le importazioni di prodotti petroliferi e di semilavorati<br />

(Migliaia di tonnellate)<br />

2004 2005 (*)<br />

Quantità % Quantità %<br />

Gpl 1.600 7,3 1.723 8,7<br />

Benzina senza piombo 339 1,6 312 1,6<br />

Virgin naphta 2.082 9,5 1.783 9,1<br />

Carboturbo/Petrolio 493 2,3 769 3,9<br />

Gasolio 1.010 4,6 1.466 7,4<br />

Olio combustibile totale 5.462 25,0 3.611 18,3<br />

– di cui olio combustibile Atz 741 3,4 619 3,1<br />

– di cui olio combustibile Btz 4.721 21,6 2.992 15,2<br />

Lubrificanti 172 0,8 198 1,0<br />

Bitume 46 0,2 41 0,2<br />

Altri (•) 4.351 19,9 3.986 20,2<br />

Totale prodotti (▲) 15.555 71,2 13.889 70,4<br />

Semilavorati 6.277 28,8 5.851 29,6<br />

Totale prodotti e semilavorati 21.832 100,0 19.740 100,0<br />

(*) Dati provvisori.<br />

(•) Comprendono anche le importazioni di Combustibili a Basso Costo (emulsioni di greggi pesanti ad alto tenore di zolfo) e di Coke di petrolio.<br />

(▲) Sono comprese le importazioni del settore petrolchimico.<br />

Fonte: Unione Petrolifera su dati Ministero delle Attività Produttive e Istat<br />

Appendice<br />

Relazione Annuale 2006 103


APPENDICE STATISTICA<br />

Italia – Le esportazioni di prodotti petroliferi, di semilavorati e di greggio<br />

(Migliaia di tonnellate)<br />

2004 2005 (*)<br />

Quantità % Quantità %<br />

Gpl 576 2,3 580 2,0<br />

Benzine 5.749 22,7 7.489 25,7<br />

– di cui senza piombo 5.713 22,6 7.485 25,7<br />

Virgin naphta 1.293 5,1 1.091 3,7<br />

Carboturbo e petrolio 537 2,1 702 2,4<br />

Gasolio 9.545 37,7 9.550 32,8<br />

Olio combustibile totale 3.740 14,8 5.453 18,7<br />

– di cui olio combustibile Atz 3.139 12,4 4.827 16,6<br />

– di cui olio combustibile Btz 601 2,4 626 2,1<br />

Lubrificanti 823 3,2 944 3,2<br />

Bitume 686 2,7 627 2,2<br />

Altri 954 3,8 1.123 3,9<br />

Totale prodotti (▲) 23.903 94,4 27.559 94,6<br />

Semilavorati e greggio 1.415 5,6 1.585 5,4<br />

Totale prodotti, semilavorati e greggio 25.318 100,0 29.144 100,0<br />

– di cui in conto committente estero 683 2,7 571 2,0<br />

(*) Dati provvisori.<br />

(▲) Sono comprese le esportazioni del settore petrolchimico.<br />

Fonte: Unione Petrolifera su dati Ministero delle Attività Produttive e Istat<br />

Appendice<br />

104<br />

Relazione Annuale 2006


APPENDICE STATISTICA<br />

Italia – La stima degli arrivi di petrolio greggio nei porti<br />

(Migliaia di tonnellate)<br />

1990 1995 2000 2001 2002 2003 2004 2005<br />

Augusta (Siracusa) 11.010 12.390 14.200 13.030 13.610 14.900 15.060 14.530<br />

Cagliari 12.050 12.130 13.200 12.190 12.960 13.450 13.480 14.605<br />

Falconara (Ancona) 2.850 3.340 3.300 3.650 3.540 3.700 3.390 3.365<br />

Fiumicino (Roma) 3.310 3.680 3.580 3.750 3.510 3.600 3.700 4.030<br />

Gela (Caltanissetta) 3.570 3.840 2.590 2.690 1.240 1.060 1.970 2.050<br />

Genova-Multedo (*) 20.320 18.600 14.160 14.020 14.890 15.350 15.510 15.605<br />

La Spezia 130 5 – – – – – –<br />

Livorno 3.700 3.175 3.710 3.970 3.940 4.200 4.030 4.240<br />

Milazzo (Messina) 4.400 4.730 6.910 6.290 6.400 8.200 7.440 7.385<br />

Napoli 3.620 _ – – – – – –<br />

Priolo (Siracusa) 6.600 8.550 8.850 9.750 9.520 8.600 10.130 11.145<br />

Ravenna 270 235 60 70 30 70 40 40<br />

Savona - Vado Ligure 5.050 5.790 6.490 7.010 7.020 6.450 6.970 7.235<br />

Taranto 3.305 3.405 2.530 3.120 1.020 1.200 1.930 1.420<br />

Trieste (•) 25.865 27.190 34.520 35.620 34.870 34.730 35.880 36.990<br />

Venezia Porto Marghera 4.210 4.940 5.600 5.750 5.680 6.220 5.800 5.760<br />

TOTALE 110.260 112.000 119.700 120.910 118.230 121.730 125.330 128.400<br />

(*) Sono compresi i greggi movimentati attraverso l’oleodotto CEL fino al 1996 (dal 1997 chiuso il tratto Genova-Ingolstadt).<br />

(•) Sono compresi i greggi movimentati attraverso l’oleodotto TAL.<br />

Fonte: Unione Petrolifera<br />

Appendice<br />

Relazione Annuale 2006 105


APPENDICE STATISTICA<br />

Italia – Le lavorazioni delle raffinerie<br />

(Migliaia di tonnellate)<br />

2004 2005 (*)<br />

MATERIA PRIMA LAVORATA<br />

Greggio nazionale 5.204 5.481<br />

Greggio estero 86.993 88.724<br />

Semilavorati 10.385 11.531<br />

Additivi/Ossigenati/BTX/Metano 917 806<br />

Totale 103.499 106.542<br />

Quantità % Quantità %<br />

PRODOTTI OTTENUTI<br />

Gpl 2.365 2,3 2.379 2,2<br />

Benzina auto 20.502 19,8 20.386 19,1<br />

– di cui senza piombo 20.475 19,8 20.386 19,1<br />

Virgin naphta 3.896 3,8 4.253 4,0<br />

Carboturbo/Petrolio 4.202 4,1 4.158 3,9<br />

Gasolio 38.206 36,9 38.083 35,8<br />

Olio combustibile totale 12.357 11,9 13.722 12,9<br />

– di cui olio combustibile Btz 5.444 5,3 5.053 4,7<br />

Lubrificanti 1.294 1,2 1.386 1,3<br />

Bitume 3.521 3,4 3.435 3,2<br />

Altri prodotti 1.846 1,8 1.827 1,7<br />

Semilavorati 5.448 5,3 6.867 6,5<br />

Consumi e perdite 9.862 9,5 10.046 9,4<br />

Totale 103.499 100,0 106.542 100,0<br />

(*) Dati provvisori.<br />

Fonte: Unione Petrolifera su dati Ministero delle Attività Produttive e Istat<br />

Appendice<br />

106<br />

Relazione Annuale 2006


APPENDICE STATISTICA<br />

Italia – La capacità delle raffinerie e la materia prima lavorata<br />

Capacità effettiva (1) Lavorazioni (2)<br />

Località al 1° gennaio 2006 (Migliaia di tonnellate)<br />

(Milioni di tonnellate/anno) 2004 2005<br />

Eni Div. Refining & Marketing Sannazzaro (PV) 8,0 9.206<br />

Sarpom Trecate (NO) 7,6 6.999<br />

Tamoil Cremona 4,5 3.811<br />

Nord Ovest 20.016 20.103<br />

Eni Div. Refining & Marketing P. Marghera (VE) 3,5 4.508<br />

IES Mantova 2,6 2.228<br />

Nord Est 6.736 6.639<br />

Eni Div. Refining & Marketing Livorno 4,2 4.935<br />

Iplom Busalla (GE) 1,7 1.656<br />

Raffineria di Roma Pantano (RM) 4,3 3.744<br />

Tirreno 10.335 11.227<br />

Api Falconara M. (AN) 3,9 3.613<br />

Alma Ravenna — 350<br />

Eni Div. Refining & Marketing Taranto 5,5 5.867 (3)<br />

Adriatico 9.830 10.079<br />

ERG Med. Raff. ISAB Impianti Nord Priolo G. (SR) 8,0 7.716 (4)<br />

ERG Med. Raff. ISAB Impianti Sud Priolo G. (SR) 11,4 11.134<br />

Esso Augusta (SR) 8,7 8.654 (5)<br />

Raffineria di Gela Gela (CL) 5,0 5.280 (4)<br />

Raffineria di Milazzo Milazzo (ME) 8,0 8.276<br />

Saras Sarroch (CA) 15,0 15.522 (4)<br />

Isole 56.582 58.494<br />

TOTALE 101,9 103.499 106.542<br />

(1) Si intende la capacità, definita “tecnico-bilanciata”, supportata da impianti di lavorazione secondaria adeguati alla produzione di benzine e gasoli secondo specifica. L’introduzione di questo<br />

concetto di capacità, come il più realistico ai fini del calcolo dell’utilizzo degli impianti, è il risultato di un’analisi puntuale delle situazioni di ogni singola raffineria.<br />

(2) Relative a greggio, semilavorati, additivi, ossigenati, btx e metano.<br />

(3) Include semilavorati di importazione per carica all’impianto di visbreaking.<br />

(4) Include riciclo di derivati da Petrolchimica.<br />

(5) Include residuo di importazione per carica agli impianti vaacum.<br />

Fonte: Unione Petrolifera<br />

Appendice<br />

Relazione Annuale 2006 107


APPENDICE STATISTICA<br />

Italia – La capacità dei principali impianti delle raffinerie (1° gennaio 2006)<br />

Milioni di tonnellate/anno<br />

Migliaia di tonnellate/anno<br />

Distillaz. Processi Processi catalitici Isomeriz. Alkilazione Mtbe Eterifi- Desolf.<br />

atmosfer. termici Cracking Reforming naphta (*) (*) cazione distillati<br />

(*) medi<br />

Alma - Ravenna 0,4 — — — — — — — —<br />

Api - Falconara M. (AN) 3,9 3,06 (1) — 0,56 257 — — — 2.040<br />

ENI Div. Refining & Marketing - P. Marghera (VE) 4,5 1,23 (1) — 0,60 200 — — — 1.850<br />

1,86<br />

ENI Div. Refining & Marketing - Sannazzaro (PV) 10,0 1,60 (2) 1,50 450 250 45 — 3.250<br />

1,56 (5)<br />

ENI Div. Refining & Marketing - Livorno 4,7 — — 0,63 240 — — — 1.700<br />

ENI Div. Refining & Marketing - Taranto 5,5 2,00 (1) 1,19 (7) 0,89 220 — — — 2.620<br />

ERG Med. Raff. ISAB Impianti Nord - Priolo G. (SR) 11,0 1,40 (2) 1,81 0,36 — 193 54 — 1.114<br />

2,53 (2)<br />

ERG Med. Raff. ISAB Impianti Sud - Priolo G. (SR) 12,0 3,36 (6) 1,68 350 — — — 5.380<br />

1,72 (4)<br />

Esso - Augusta (SR) 9,17 — 2,51 1,00 — 362 — — 3.650<br />

1,20 (2)<br />

IES - Mantova 2,6 0,66 (5) 0,33 100 — — — 1.200<br />

0,45 (4)<br />

Iplom - Busalla (GE) 1,89 0,50 (2) 0,40 (5) — — — — — 450<br />

1,92<br />

Raffineria di Gela - Gela (CL) 6,0 2,60 (3) 0,65 — 400 70 240 (11) 2.330<br />

1,90 (6)<br />

2,28<br />

Raffineria di Milazzo - Milazzo (ME) 10,0 — 1,79 (5) 0,57 — 210 60 — 3.060<br />

1,35 (7)<br />

Raffineria di Roma - Pantano (RM) 4,3 1,75 (2) — 0,60 300 — — — 1.400<br />

4,40<br />

Saras - Sarroch (CA) 18,0 2,40 (2) 1,20 — 300 — 300 (11) 3.700<br />

5,20 (5)<br />

Sarpom - Trecate (NO) 9,0 — 1,80 1,17 490 50 (10) — — 3.165<br />

Tamoil - Cremona 5,0 1,95 (2) 0,30 (8) 1,05 420 (9) — — — 1.970<br />

TOTALE 117,96 24,39 34,29 12,79 3.027 1.765 229 540 38.879<br />

(*) Capacità di produzione.<br />

(1) Visbreaking + Thermalcracking - (2) Visbreaking - (3) Coking - (4) Thermalcracking - (5) Hydrocracking gasolio - (6) Impianto di Gofiner/Mild Hydrocracking - (7) Hydrocracking residui<br />

(8) Impianto di Dewaxing gasolio pesante/Mild Hydrocracking - (9) Totale isomerizzazione - (10) Polimerizzazione - (11) Impianto di eterificazione di benzina leggera di cracking.<br />

Fonte: Unione Petrolifera<br />

Appendice<br />

108<br />

Relazione Annuale 2006


APPENDICE STATISTICA<br />

Italia – I trasferimenti al mercato interno e i consumi di prodotti petroliferi<br />

(Migliaia di tonnellate)<br />

2004 2005 (*)<br />

Variazione %<br />

Quantità Quantità % 2005 vs. 2004<br />

Gpl 3.549 3.501 4,8 – 1,4<br />

– di cui autotrazione 1.106 1.023 1,4 – 7,5<br />

Benzina auto 14.559 13.517 18,6 – 7,2<br />

– di cui rete totale 14.316 13.235 18,2 – 7,6<br />

Carboturbo 3.611 3.778 5,2 + 4,6<br />

Petrolio 35 24 0,1 – 31,4<br />

Gasolio autotrazione 23.979 24.381 33,5 + 1,7<br />

– di cui rete totale 14.682 15.314 21,0 + 4,3<br />

Gasolio riscaldamento 2.771 2.893 4,0 + 4,4<br />

Gasolio agricolo 2.229 2.228 3,0 —<br />

Gasolio marina 365 349 0,5 – 4,4<br />

Gasolio termoelettrica 55 72 0,1 + 30,9<br />

Totale gasoli 29.399 29.923 41,1 + 1,8<br />

Olio combustibile Atz 1.563 1.679 2,3 + 7,4<br />

Olio combustibile Btz 8.864 6.259 8,6 – 29,4<br />

Olio combustibile fluido 167 151 0,2 – 9,6<br />

Totale olio combustibile 10.994 8.089 11,1 – 23,6<br />

– di cui olio combustibile per termoelettrica 7.871 5.563 7,7 – 29,3<br />

Lubrificanti 552 558 0,8 + 1,1<br />

– di cui rete 28,4 23,6 0,1 – 16,9<br />

Bitume 2.980 2.778 3,8 – 6,8<br />

Altri prodotti (•) 4.342 4.101 5,6 – 5,6<br />

Fabbisogno petrolchimico netto 6.619 6.492 8,9 – 1,9<br />

TOTALE TRASF. AL MERCATO INTERNO 76.240 72.761 100,0 – 4,6<br />

Bunkeraggi gasolio 684 636 – 7,0<br />

Bunkeraggi olio combustibile 2.711 2.768 + 2,8<br />

Bunkeraggi lubrificanti 67 66 – 1,5<br />

Totale Bunkeraggi 3.462 3.490 + 0,8<br />

Consumi e perdite di lavorazione 9.862 10.046 + 1,9<br />

– di cui consumi e perdite di raffineria 5.245 5.551 + 5,8<br />

– di cui consumi, in raffineria, di semilavorati da<br />

gassificare per produzione di energia elettrica 2.802 2.625 – 6,3<br />

– di cui consumi, in raffineria, per produzione<br />

di energia elettrica e termica 1.815 1.870 + 3,0<br />

Variazione scorte (▲) + 78 + 451 …<br />

TOTALE CONSUMI 89.642 86.748 – 3,2<br />

(*) Dati provvisori.<br />

(•) Comprende anche i Combustibili a Basso Costo (emulsioni di greggi pesanti ad alto tenore di zolfo) e il Coke di petrolio.<br />

(▲) Si è indicato con segno più un prelievo da scorte, con segno meno una ricostituzione di scorte.<br />

Fonte: Ministero delle Attività Produttive<br />

Appendice<br />

Relazione Annuale 2006 109


APPENDICE STATISTICA<br />

Italia – La stima dei punti vendita carburanti in esercizio a fine anno e dell’erogato medio<br />

1995 2000 2003 2004<br />

Autostradali 466 465 464 460<br />

Stazioni di servizio 6.959 8.150 8.222 8.469<br />

Stazioni di rifornimento 7.585 7.001 6.357 6.308<br />

Chioschi/Punti isolati 11.775 7.398 6.356 6.097<br />

TOTALE CAMPIONE (*) 26.785 23.014 21.399 21.334<br />

di cui:<br />

– con gasolio 21.120 20.140 20.078 20.447<br />

– con Gpl 1.031 1.252 1.338 1.357<br />

– con benzina senza piombo 25.918 22.725 21.288 21.243<br />

– con self-service/pre-pay (•) 6.276 7.717 9.814 10.871<br />

– con self-service/post-pay (•) 2.809 3.998 4.042 4.659<br />

TOTALE ITALIA (▲) 28.200 23.900 22.450 22.400<br />

Erogato medio m 3 ( ❍ ) 1.205 1.479 1.643 1.652<br />

(*) Il campione comprende Api, Eni Div R&M (marchio Agip), Erg Petroli, Esso, IP Italiana Petroli, Q8, Shell, Tamoil e Total.<br />

(•) Per una più precisa rilevazione, le strutture pre e post-pay sono indicate distintamente anche nei casi in cui siano entrambe presenti in un unico punto vendita.<br />

(▲) Stima.<br />

(❍) Benzina e gasolio rete.<br />

Fonte: Unione Petrolifera<br />

Appendice<br />

110<br />

Relazione Annuale 2006


APPENDICE STATISTICA<br />

Italia - Il costo Cif del petrolio greggio importato in “Conto proprio” per Paesi di provenienza nel 2005<br />

Grado Api % zolfo Migliaia di tonnellate Costo Cif $/tonnellata<br />

Arabia Saudita 32,3 2,1 12.587 369,8<br />

Iraq 30,6 2,7 5.855 343,3<br />

Iran 29,9 1,8 9.559 346,7<br />

Kuwait 30,5 2,8 273 364,0<br />

Siria 33,4 1,6 2.562 358,8<br />

TOTALE MEDIO ORIENTE 31,3 2,1 30.836 356,6<br />

Algeria 45,2 0,1 2.889 427,6<br />

Angola 30,9 0,3 163 421,6<br />

Camerun 25,7 0,4 1.078 338,1<br />

Congo 48,5 0,3 78 423,9<br />

Egitto 24,1 2,9 694 330,8<br />

Guinea Equatoriale 31,1 0,3 653 367,3<br />

Libia 38,5 0,5 21.942 405,7<br />

Nigeria 33,0 0,1 1.551 409,1<br />

Tunisia 36,1 0,5 87 429,4<br />

TOTALE AFRICA 37,8 0,5 29.135 403,1<br />

Azerbaijan 34,8 0,2 3.023 410,0<br />

Russia 31,9 1,3 18.297 370,6<br />

Kazakhistan 42,0 0,5 2.902 397,8<br />

Turkmenistan 35,6 0,2 139 400,4<br />

Albania 11,6 5,2 3 176,7<br />

Norvegia 35,7 0,3 864 464,4<br />

Messico 25,6 2,7 86 366,7<br />

Venezuela 11,5 2,8 36 193,4<br />

TOTALE 34,2 1,2 85.321 379,9<br />

Fonte: Unione Petrolifera<br />

Appendice<br />

Relazione Annuale 2006 111


APPENDICE STATISTICA<br />

Italia - Il costo mensile Cif del petrolio greggio importato in “Conto proprio”<br />

ANNO 2004 ANNO 2005 (*)<br />

Costo Cif<br />

Costo Cif<br />

Migliaia di Tonn. $/tonn. Euro/tonn. Migliaia di Tonn. $/tonn. Euro/tonn.<br />

Gennaio 6.997 227,93 180,71 7.027 291,00 221,82<br />

Febbraio 6.804 226,65 179,23 6.323 314,13 241,38<br />

Marzo 7.129 232,38 189,53 6.103 361,73 274,02<br />

1° TRIMESTRE 20.930 229,03 183,23 19.453 320,71 244,55<br />

Aprile 6.875 236,35 197,20 6.573 364,07 281,40<br />

Maggio 6.756 261,27 217,60 7.342 339,98 267,83<br />

Giugno 6.942 255,20 210,25 7.041 371,37 305,28<br />

2° TRIMESTRE 20.573 250,89 208,30 20.956 358,08 284,67<br />

Luglio 6.983 265,57 216,51 7.818 400,74 332,92<br />

Agosto 7.493 298,20 244,91 7.222 437,80 356,16<br />

Settembre 7.110 301,28 246,59 7.614 441,75 360,42<br />

3° TRIMESTRE 21.586 288,66 236,27 22.654 426,34 349,57<br />

Ottobre 6.236 338,41 270,94 7.229 413,08 343,81<br />

Novembre 6.750 307,48 236,69 8.144 401,57 340,72<br />

Dicembre 6.769 282,40 210,63 6.883 400,25 337,59<br />

4° TRIMESTRE 19.755 308,65 238,57 22.257 404,90 340,75<br />

ANNO 82.844 268,98 216,47 85.321 379,90 307,39<br />

Variazione % 2005 vs. 2004 3,0 41,2 42,0<br />

(*) Dati provvisori.<br />

Fonte: Unione Petrolifera<br />

Appendice<br />

112<br />

Relazione Annuale 2006


APPENDICE STATISTICA<br />

Italia - Il costo mensile Fob e Cif del petrolio greggio importato in “Conto proprio”<br />

(Euro/tonnellata)<br />

ANNO 2004 ANNO 2005<br />

Fob Nolo Cif Fob Nolo Cif<br />

Gennaio 174,15 6,56 180,71 212,93 8,89 221,82<br />

Febbraio 170,58 8,65 179,23 233,47 7,91 241,38<br />

Marzo 182,02 7,50 189,53 268,97 5,05 274,02<br />

Aprile 189,54 7,66 197,20 275,12 6,28 281,40<br />

Maggio 211,88 5,71 217,60 261,90 5,93 267,83<br />

Giugno 204,00 6,25 210,25 299,88 5,40 305,28<br />

Luglio 209,04 7,47 216,51 327,39 5,53 332,92<br />

Agosto 236,96 7,95 244,91 351,19 4,96 356,16<br />

Settembre 240,15 6,44 246,59 354,64 5,78 360,42<br />

Ottobre 263,05 7,89 270,94 337,86 5,94 343,81<br />

Novembre 224,26 12,42 236,69 330,64 10,08 340,72<br />

Dicembre 199,35 11,28 210,63 328,42 9,18 337,59<br />

ANNO 208,51 7,97 216,47 300,62 6,77 307,39<br />

Fonte: Unione Petrolifera<br />

Appendice<br />

Relazione Annuale 2006 113


APPENDICE STATISTICA<br />

Italia - I prezzi medi mensili dei principali prodotti petroliferi (2005)<br />

Benzina Gasolio GPL Gasolio O.c.denso<br />

senza piombo auto auto riscaldamento Btz<br />

(Euro/litro) (Euro/litro) (Euro/litro) (Euro/litro) (Euro/kg)<br />

PREZZO AL CONSUMO (*)<br />

Gennaio 1,098 1,009 0,552 0,955 0,263<br />

Febbraio 1,135 1,023 0,552 0,965 0,271<br />

Marzo 1,170 1,058 0,553 1,008 0,297<br />

Aprile 1,220 1,106 0,554 1,022 0,324<br />

Maggio 1,210 1,071 0,553 0,997 0,315<br />

Giugno 1,209 1,090 0,553 1,035 0,330<br />

Luglio 1,245 1,131 0,553 1,068 0,356<br />

Agosto 1,256 1,141 0,554 1,075 0,356<br />

Settembre 1,304 1,182 0,570 1,130 0,390<br />

Ottobre 1,321 1,211 0,597 1,139 0,401<br />

Novembre 1,244 1,145 0,612 1,099 0,384<br />

Dicembre 1,220 1,120 0,636 1,089 0,379<br />

ANNO 1,221 1,109 0,570 1,044 0,334<br />

PREZZO INDUSTRIALE (•)<br />

Gennaio 0,356 0,438 0,304 0,393 0,208<br />

Febbraio 0,386 0,447 0,303 0,401 0,215<br />

Marzo 0,411 0,468 0,304 0,436 0,239<br />

Aprile 0,452 0,509 0,305 0,449 0,264<br />

Maggio 0,444 0,479 0,304 0,428 0,255<br />

Giugno 0,444 0,496 0,304 0,459 0,269<br />

Luglio 0,473 0,530 0,305 0,487 0,292<br />

Agosto 0,483 0,538 0,305 0,492 0,292<br />

Settembre 0,522 0,572 0,319 0,538 0,324<br />

Ottobre 0,537 0,596 0,340 0,546 0,333<br />

Novembre 0,473 0,541 0,353 0,513 0,318<br />

Dicembre 0,543 0,520 0,373 0,504 0,313<br />

ANNO 0,454 0,513 0,318 0,467 0,272<br />

(*) Dati calcolati in base alle rilevazioni settimanali dei “prezzi medi praticati” effettuate dal Ministero delle Attività Produttive. Il valore del mese è il risultato della media dei valori dei 12 mesi<br />

ponderati in base alle vendite.<br />

(•) Il prezzo industriale corrisponde al prezzo al consumo meno la componente fiscale.<br />

Fonte: Elaborazione UP su dati Ministero delle Attività Produttive.<br />

Appendice<br />

114<br />

Relazione Annuale 2006


APPENDICE STATISTICA<br />

Europa - I prezzi di vendita alla pompa e gli oneri fiscali dei carburanti per l’autotrazione al 1° aprile 2006<br />

(Euro/Litro)<br />

BENZINA SENZA PIOMBO<br />

GASOLIO AUTOTRAZIONE<br />

Prezzo di Oneri Incidenza % Prezzo di Oneri Incidenza %<br />

vendita fiscali oneri fiscali vendita fiscali oneri fiscali<br />

Austria 1,070 0,603 56,4 0,999 0,500 50,1<br />

Belgio 1,266 0,812 64,1 1,013 0,517 51,0<br />

Cipro 0,918 0,423 46,1 0,894 0,365 40,8<br />

Danimarca 1,268 0,794 62,6 1,091 0,584 53,5<br />

Estonia 0,882 0,422 47,8 0,890 0,381 42,8<br />

Finlandia 1,231 0,810 65,8 0,983 0,497 50,5<br />

Francia 1,237 0,792 64,0 1,082 0,594 54,9<br />

Germania 1,266 0,829 65,5 1,106 0,623 56,3<br />

Grecia 0,963 0,458 47,6 0,952 0,401 42,1<br />

Irlanda 1,083 0,631 58,2 1,081 0,556 51,4<br />

Lettonia 0,813 0,400 49,2 0,812 0,359 44,3<br />

Lituania 0,905 0,426 47,1 0,897 0,383 42,7<br />

Lussemburgo 1,077 0,583 54,1 0,910 0,397 43,6<br />

Malta 1,060 0,471 44,5 0,967 0,393 40,7<br />

Olanda 1,411 0,890 63,1 1,078 0,553 51,3<br />

Polonia 0,963 0,531 55,1 0,951 0,476 50,0<br />

Portogallo 1,241 0,773 62,3 1,042 0,520 49,9<br />

Regno Unito 1,320 0,881 66,7 1,379 0,890 64,5<br />

Rep. Ceca 1,005 0,573 57,1 0,999 0,507 50,7<br />

Slovacchia 1,020 0,575 56,4 1,054 0,554 52,6<br />

Slovenia 0,942 0,517 54,9 0,945 0,460 48,7<br />

Spagna 1,022 0,548 53,7 0,956 0,435 45,5<br />

Svezia 1,237 0,781 63,1 1,145 0,621 54,2<br />

Ungheria 1,026 0,573 56,4 1,001 0,500 50,0<br />

Italia 1,261 0,774 61,4 1,169 0,608 52,0<br />

Fonte: Unione Petrolifera su dati UE<br />

Appendice<br />

Relazione Annuale 2006 115


APPENDICE STATISTICA<br />

Europa - I prezzi di vendita e gli oneri fiscali del gasolio da riscaldamento e dell’olio combustibile al 1° aprile 2006<br />

GASOLIO RISCALDAMENTO (Euro/litro)<br />

O.C. BTZ (USI INDUSTRIALI) (Euro/Kg)<br />

Prezzo di Oneri Incidenza % Prezzo di Oneri Incidenza %<br />

vendita fiscali oneri fiscali vendita fiscali oneri fiscali<br />

Austria 0,674 0,219 32,6 0,417 0,137 32,7<br />

Belgio 0,561 0,116 20,7 0,327 0,072 21,9<br />

Cipro 0,737 0,240 32,6 0,467 0,076 16,3<br />

Danimarca 1,021 0,486 47,6 0,783 0,489 62,5<br />

Estonia 0,567 0,131 23,0 n.d. n.d. n.d.<br />

Finlandia 0,611 0,181 29,6 0,542 0,158 29,1<br />

Francia 0,656 0,164 25,0 0,375 0,080 21,3<br />

Germania 0,615 0,146 23,8 0,361 0,075 20,7<br />

Grecia 0,617 0,127 20,6 0,372 0,080 21,5<br />

Irlanda 0,704 0,136 19,3 0,469 0,074 15,8<br />

Lettonia 0,557 0,105 18,9 0,191 0,044 22,8<br />

Lituania 0,532 0,102 19,2 0,294 0,060 20,4<br />

Lussemburgo 0,542 0,068 12,6 n.d. n.d. n.d.<br />

Malta 0,557 0,014 2,5 0,358 0,014 3,9<br />

Olanda 0,879 0,346 39,4 0,420 0,099 23,6<br />

Polonia 0,615 0,171 27,8 0,320 0,073 22,9<br />

Portogallo 0,669 0,163 24,4 0,434 0,062 14,2<br />

Regno Unito 0,543 0,102 18,7 0,487 0,144 29,5<br />

Rep. Ceca 0,629 0,175 27,9 0,322 0,068 21,1<br />

Slovacchia 0,597 0,115 19,2 0,301 0,069 23,0<br />

Slovenia 0,603 0,154 25,5 0,473 0,131 27,8<br />

Spagna 0,606 0,169 27,9 0,425 0,073 17,3<br />

Svezia 1,023 0,564 55,1 0,949 0,581 61,3<br />

Ungheria 1,001 0,500 50,0 0,397 0,106 26,6<br />

Italia 1,116 0,589 52,8 0,399 0,068 17,0<br />

Fonte: Unione Petrolifera su dati UE<br />

Appendice<br />

116<br />

Relazione Annuale 2006


Edito da Unione Petrolifera<br />

Via Giorgione, 129 - 00147 Roma - Tel. 06 5423651<br />

Stampa S.A.R.O. snc - Roma - Tel. 06 6690598<br />

Finito di stampare nel maggio 2006

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