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Colere e Lizzola, quale futuro? - Orobievive

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32<br />

L’ECO DI BERGAMO<br />

SABATO 29 SETTEMBRE 2012<br />

Provincia<br />

provincia@eco.bg.it<br />

www.ecodibergamo.it/cronaca/section/<br />

Sono tre gli impianti di risalita a<br />

<strong>Colere</strong>: la seggiovia Carbonera-<br />

Polzone, che porta da 1.050 metri<br />

di quota a 1.550; la Polzone-Cima<br />

Bianca e la triposto Corne Gemelle-<br />

Ferrantino<br />

a<br />

<strong>Colere</strong> trema<br />

«Se chiudiamo<br />

il paese muore»<br />

Il timore del centro scalvino: qui viviamo di sci<br />

I cinque dipendenti della Sirpa in cassa integrazione<br />

Le valli<br />

da salvare<br />

A<br />

<strong>Colere</strong><br />

MARTA TODESCHINI<br />

Il <strong>futuro</strong> di <strong>Colere</strong> sono le sue piste.<br />

Non il presente, non più: le<br />

seggiovie sono ferme (e non<br />

«stiamo lavorando per voi»), i<br />

cinque dipendenti fissi della Sirpa<br />

aspettano. A casa, in cassa integrazione<br />

dall’inizio di settembre<br />

e con cinque stipendi arretrati<br />

da riscuotere.<br />

La notizia sulla bocca di tutti,<br />

in Valle di Scalve, è la paventata<br />

chiusura della stazione sciistica<br />

gestita dalla Sirpa. Un timore da<br />

sventare in ogni modo perché<br />

«senza le nostre piste il paese<br />

muore». E chi comincia già a temere<br />

un ritorno forzato all’emigrazione<br />

– in attesa di notizie<br />

non ci sono infatti solo i cinque<br />

dipendenti della Sirpa, ma una<br />

settantina di persone tra addetti<br />

ai rifugi Cima Bianca e Aquila e<br />

all’albergo Pian del Sole, oltre ai<br />

maestri di sci – si guarda in giro<br />

e capta i primi segnali.<br />

«A quest’ora gli appartamenti<br />

da dare in affitto erano già tutti<br />

prenotati – raccontano in paese<br />

–, invece sono arrivate solo disdette».<br />

E poi: «Possono anche<br />

continuare a costruire case alveare,<br />

ma qui se le piste non riaprono,<br />

sarà dura».<br />

I primi segnali<br />

Eppure i segnali che qualcosa<br />

non andava per il verso giusto si<br />

cominciavano a intravedere già<br />

un anno fa, prima che si aprisse<br />

l’inverno horribilis.<br />

Ora il presidente della società,<br />

Angelo Stabilini, chiede un intervento<br />

del Comune. Ma in valle si<br />

ventila che non sia proprio amore,<br />

tra i due. Di mezzo, le quote<br />

del finanziamento Frisl ottenuto<br />

per tramite del sindaco Franco<br />

Belingheri e i 15 mila euro d’affitto<br />

che la Sirpa deve pagare ogni<br />

anno al Comune per la seggiovia<br />

Carbonera-Polzone. E la sua età:<br />

30 anni. «Da rottamare» dicono<br />

gli sciatori più esigenti che da<br />

tempo chiedono un impianto<br />

moderno.<br />

«A quest’ora gli<br />

appartamenti da<br />

dare in affitto erano<br />

già prenotati»<br />

«Ancora cinque anni ce la fa,<br />

la seggiovia è vecchia, ma non è<br />

in scadenza» replica Luigi Belingheri,<br />

42 anni, da dieci anni addetto<br />

al battipista, il gatto delle<br />

nevi, per la Sirpa. Ha moglie e<br />

due figli da mantenere e dall’inizio<br />

del mese è entrato nel libro<br />

dei cassintegrati, «500 ore per il<br />

2012 e altre 200 per il 2013 – racconta<br />

–. Prima ci chiedevano<br />

sempre quando avremmo cambiato<br />

la seggiovia Carbonera-Polzone,<br />

ora non fanno che domandare<br />

quando e se si riapre» dice<br />

sconsolato, prevedendo che «si<br />

arriverà a un compromesso, oppure<br />

si chiuderà per poi ripartire<br />

nel 2013».<br />

Se così fosse, si ripartirebbe<br />

comunque senza le gare federali:<br />

la Fisi ha già dirottato le sue<br />

competizioni altrove, visto che<br />

l’omologazione delle piste coleresi<br />

risulta scaduta. E non senza<br />

un collaudo generale. «Certo è<br />

che la chiusura sarebbe proprio<br />

brutta, a livello di pubblicità. E<br />

poi chi ha chiuso non ha più<br />

aperto» precisa Belingheri citando<br />

Valcanale, l’Arera e i Colli di<br />

San Fermo.<br />

Le prime reazioni<br />

Che qui sia tutto chiuso, e non<br />

per manutenzione, sciatori e appassionati<br />

di snowboard («quanti<br />

giovani arrivano: nei weekend<br />

qui era tutta una festa ai rifugi»)<br />

l’hanno capito al telefono.<br />

«Chiamano e nessuno risponde<br />

al nostro numero, si stanno<br />

tutti orientando su altre località»<br />

aggiunge Gabriele Belingheri,<br />

fratello di Luigi e come lui dipendente<br />

Sirpa, dal 1986. Ha 47 anni<br />

e fa il macchinista e manutentore<br />

come Annio Bendotti, 50<br />

anni. «In paese di lavoro non c’è<br />

niente – dice –, se davvero qui si<br />

chiude, <strong>Colere</strong> muore, possono<br />

anche smettere di costruire case<br />

alveare». Fa la conta delle tre pizzerie,<br />

dei due ristoranti e dei bar,<br />

«siamo pieni di bar: campiamo<br />

solo di turismo, ma non c’è alcun<br />

albergo, ed è un errore». Poi ci sono<br />

le case che gli scalvini danno<br />

in affitto. E gli sciclub: qui venivano<br />

ad allenarsi l’Orezzo, il Val<br />

Camonica, club dal Tonale e dall’Aprica<br />

(e poi si metta in dubbio<br />

Daniele Belingheri<br />

Annio Bendotti<br />

«Qualcuno<br />

intervenga presto<br />

o torneremo<br />

a emigrare»<br />

Luigi Belingheri<br />

Gabriele Belingheri<br />

Il volano della seggiovia Carbonera-Polzone<br />

che le piste di <strong>Colere</strong> non sono le<br />

migliori). Dove andranno<br />

Pierantonio Bettineschi, 43<br />

anni, responsabile degli impianti<br />

e direttore delle piste, è anche<br />

il responsabile del personale, e da<br />

Sirpa aspetta i suoi ultimi sei stipendi.<br />

Conferma che «se si chiude,<br />

tutta la valle ne risente» e con<br />

lui Daniele Belingheri che di anni<br />

ne ha 37 e da tre inverni lavora<br />

come addetto alle seggiovie.<br />

Pure lui spera «che qualcuno intervenga<br />

rilanciando questa stazione<br />

che è tra le più belle».<br />

<strong>Colere</strong> si mette sulla piazza. È<br />

una signorina di 32 anni, ottima<br />

presenza e curve da slalom. Astenersi<br />

perditempo. ■<br />

©RIPRODUZIONE RISERVATA<br />

L’intervista ELIO DALLAGRASSA<br />

A<br />

«Si resetta tutto<br />

Poi nuovo slancio»<br />

Diciamolo subito: per i<br />

venditori c’è sempre il<br />

sereno. Si teme che la<br />

stazione sciistica di<br />

<strong>Colere</strong> possa chiudere «Non<br />

chiuderà, ha tutti i numeri per<br />

non chiudere». O meglio, «rinascerà».<br />

Da un problema, un’opportunità.<br />

È la legge del marketing.<br />

E dei positivi.<br />

Eppure la predizione di Elio Dallagrassa,<br />

amministratore unico<br />

dell’omonima società immobiliare<br />

con sede a Clusone, uno che<br />

qui ha investito, dice, circa 10 milioni<br />

di euro per realizzare «il tuo<br />

villino dei sogni in montagna» e<br />

un resort avveniristico con area<br />

wellness da 400 metri quadrati,<br />

ha il suo perché.<br />

Dallagrassa, la brochure del Neviland<br />

resort che state costruendo alla<br />

Carbonera si apre con una pagina<br />

blu dedicata alle «Emozioni sulla<br />

neve». Segue la pagina verde che<br />

decanta le bellezze naturalistiche<br />

della Val di Scalve. Dovrà ristampare<br />

il depliant partendo dal verde<br />

«<strong>Colere</strong> non chiuderà, è una stazione<br />

sciistica con tutto il potenziale<br />

per sopravvivere: si scia fino<br />

a 2.200 metri di quota, e poi<br />

se c’è una mezza perturbazione,<br />

lassù è neve. Le piste poi permettono<br />

diverse alternative: dalla discesa<br />

allo snowboard. Qui c’è una<br />

macchina che funziona: non una<br />

euro zero, una Ferrari. Ma manca<br />

la benzina per farla partire».<br />

Voi siete disposti a darne un po’<br />

«Vista la situazione attuale, con<br />

una serie di operazioni immobi-<br />

L’imprenditore Elio Dallagrassa


L’ECO DI BERGAMO<br />

SABATO 29 SETTEMBRE 2012 33<br />

L’intervento<br />

Oriani: l’azionariato diffuso<br />

ricetta per salvare gli impianti<br />

Puntare sull’azionariato diffuso. Lo<br />

afferma il consigliere provinciale<br />

Matteo Oriani del Popolo della libertà<br />

che, intervenendo sul <strong>futuro</strong><br />

degli impianti sciistici di <strong>Colere</strong>,<br />

chiede agli enti pubblici di farsi garanti<br />

dell’investimento privato.<br />

«Per affrontare la situazione difficile<br />

degli impianti sciistici, in particolare<br />

quelli di <strong>Colere</strong>, bisogna<br />

puntare, come si è fatto in altre località,<br />

anche italiane, sull’azionariato<br />

diffuso – spiega Oriani –. Sappiamo<br />

bene come finisce quando il<br />

pubblico entra nel privato: meglio<br />

evitare il proliferare di "piccole Iri".<br />

Per di più, la normativa nazionale<br />

oggi impedisce di percorrere questa<br />

strada. Tutti gli abitanti della<br />

Valle di Scalve hanno interesse che<br />

gli impianti ripartano – afferma –. È<br />

da maestri di sci, albergatori, ristoratori,<br />

negozianti, proprietari di seconde<br />

case che possono venire le<br />

risorse per gli investimenti, perché<br />

la condizione indispensabile perché<br />

il sistema stia in piedi e dia benefici<br />

a tutti è che la gente possa andare<br />

a sciare, ed è quindi da qui che<br />

devono cominciare a lavorare imprenditori<br />

e istituzioni. Ma attenzione:<br />

ci vuole un serio piano di rilancio».<br />

E un ruolo per il pubblico,<br />

nonostante tutto, resta: «Il Comune<br />

e la Comunità montana possono<br />

fare da garanti per gli investitori».<br />

Una panoramica di <strong>Colere</strong>: sulla<br />

destra, lo sbancamento del cantiere<br />

per il Neviland resort, in località<br />

Carbonera; sotto, i comignoli di <strong>Colere</strong><br />

e, sullo sfondo, i piloni della<br />

seggiovia; in basso, la biposto che<br />

parte dal paese, a quota 1.050 metri<br />

FOTO FRONZI<br />

a<br />

<strong>Lizzola</strong> mette il turbo<br />

Ecco i cannoni ricicloni<br />

Piste Due Baite e Valgrande: esteso l’innevamento<br />

E d’estate l’acqua produrrà energia elettrica<br />

A<br />

<strong>Lizzola</strong><br />

ANDREA FILISETTI<br />

Nonostante la crisi, sugli impianti<br />

sciistici s’investe ancora. A <strong>Lizzola</strong><br />

di Valbondione, infatti, si lavora<br />

per preparare le piste in vista<br />

della stagione invernale. E le<br />

novità non mancano. La Stl, società<br />

che gestisce gli impianti, ha<br />

deciso infatti di affidarsi a un<br />

nuovo impianto d’innevamento<br />

artificiale.<br />

Con un investimento di circa<br />

500 mila euro è stato installato<br />

un sistema automatico: non appena<br />

la temperatura scende di<br />

qualche grado sotto lo zero, entra<br />

in funzione. È stata estesa<br />

inoltre la superficie coperta dal<br />

servizio: si completerà la pista<br />

Due Baite con il posizionamento<br />

di 11 lance di nuovissima generazione<br />

e la pista Valgrande, nel<br />

tratto che dal paese (a 1.200 metri<br />

di quota) porta alle piste più<br />

alte. Qui in particolare entreranno<br />

in funzione 11 punti d’innevamento<br />

a bassa pressione (cannoni).<br />

In questo tracciato, realizzato<br />

lo scorso anno, nei giorni scorsi<br />

gli operai erano ancora impegnati<br />

a realizzare alcune scogliere<br />

in pietra e con gli interventi di<br />

drenaggio e inerbimento.<br />

Gli appassionati della neve<br />

quest’inverno dovrebbero così<br />

poter arrivare sino alla zona del<br />

parcheggio con gli sci ai piedi,<br />

grazie al nuovo impianto automatico.<br />

«Una delle criticità che<br />

abbiamo rilevato lo scorso anno<br />

con la carenza di neve – commenta<br />

il sindaco Benvenuto Morandi<br />

– è stata l’inefficienza del<br />

sistema. Ora ci sentiamo soddisfatti<br />

di quanto stiamo facendo».<br />

La base di una lancia di innevamento posata vicino al rifugio Due Baite<br />

La nuova pista di Valgrande<br />

L’idea da sviluppare<br />

Per sparare la neve, oltre al freddo,<br />

serve un elemento fondamentale:<br />

l’acqua. «Stiamo pensando<br />

a una soluzione importante<br />

– afferma il primo cittadino –.<br />

Oltre al potenziamento del recupero<br />

delle acque, stiamo valutando<br />

un progetto che ha buone<br />

possibilità di andare in porto».<br />

L’idea è di collegare «i bacini<br />

che abbiamo a quota 1.600 metri<br />

con altri che si trovano più in<br />

basso, a circa 1.200 metri. Quando<br />

d’estate l’acqua non ci serve<br />

per i cannoni, la lasciamo scendere<br />

a valle, producendo energia<br />

elettrica. D’inverno invece, in<br />

momenti di necessità, potremo<br />

pomparla in quota». In questo<br />

modo si ammortizzerebbero anche<br />

i costi per l’energia elettrica.<br />

Negli ultimi anni tra rifugi e<br />

impianti, a <strong>Lizzola</strong> si è investito<br />

molto. «Stiamo intervenendo su<br />

una zona che gli ambientalisti ci<br />

contestano – continua Morandi<br />

–. Sulla Pista del Sole due imprese<br />

sono al lavoro con opere di mitigazione<br />

ambientale e idrogeologica».<br />

La voce del paese<br />

Ma le novità di <strong>Lizzola</strong> non riguardano<br />

solo le piste: «Rinnovando<br />

il consiglio d’amministrazione<br />

della Stl – aggiunge Morandi<br />

–, si è deciso di coinvolgere<br />

sempre più i cittadini. Oltre al<br />

consiglio di gestione (costituito<br />

dal responsabile amministrativo<br />

Claudio Corti; dalla responsabile<br />

alla promozione, marketing e<br />

fiere Simona Zanchi e dal direttore<br />

di stazione Paolo Vigani), il<br />

consiglio di amministrazione è<br />

infatti composto da sette privati<br />

cittadini, guidati da Walter Semperboni.<br />

■<br />

©RIPRODUZIONE RISERVATA<br />

liari nella Bergamasca ferme al<br />

palo, è difficile».<br />

A <strong>Colere</strong> state ultimando il primo<br />

lotto. Come vanno le vendite<br />

«Prima di Natale consegneremo<br />

i primi 15 appartamenti adiacenti<br />

agli impianti: la metà è venduta.<br />

Ma i clienti vengono sul posto<br />

e vedono gli impianti vecchi. Il<br />

peccato è che il timore che <strong>Colere</strong><br />

possa chiudere sia emerso<br />

proprio ora, in previsione della<br />

stagione invernale. E ora che sta<br />

per subentrare Berghem Ski. Comunque<br />

è una fortuna che si sia<br />

iniziato a pensare al comprensorio,<br />

per <strong>Colere</strong>: sarà il volano per<br />

rilanciare il potenziale che finora<br />

qui non si è espresso».<br />

Il primo lotto del Neviland resort, del gruppo Dallagrassa<br />

Quindi per lei qui si chiude o ci sarà<br />

un semplice passaggio di gestione<br />

«Si resetta tutto. E poi si parte<br />

con un passo diverso. Certo, l’iniziativa<br />

privata però ha bisogno<br />

di un supporto pubblico. Pensiamo<br />

a Ponte di Legno, salvato da<br />

un superfinanziamento. Un dubbio<br />

però c’è».<br />

Che sarebbe<br />

«Mi meraviglia che, dopo<br />

trent’anni di attività, Sirpa abbia<br />

chiesto aiuto solo ora che deve<br />

mettere mano al portafogli. È<br />

mancato il ricavo della stagione<br />

2011-2012, ma è una cifra che si<br />

riteneva potesse coprire. Forse<br />

dovevano crederci di più». ■<br />

M. Tode.<br />

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