IL WEbGIS SULLE AREE PRotEttE DEL FRIULI ... - panet 2010

L’educazione ambientale a supporto
delle reti di aree protette

Imprint
Published in 2007 by:
Office of the Carinthian Government
Dept. 20 – Spatial Planning, Subsection Nature Conservation
Wulfengasse 13-15
9021 Klagenfurt
Austria
© Office of the Carinthian Government
Klagenfurt, December 2007
ISBN: 978-3-7084-0283-3
Editorial Board:
Bernhard Gutleb, Michael Jungmeier,
Sibylle Krassnitzer, Johann Wagner,
Sandra Wagenleitner, Daniel Zollner
Responsible for the content:
University of Trieste
Design and Layout:
Verlag Heyn, www.verlagheyn.at
typedesign grimschitz@digitalcity.at
Co-financed by:
INTERREG IIIB CADSES
Project PANet 2010:
Protected Area Networks - Establishment and Management of
Corridors, Networks and Cooperation
Homepage: www.panet2010.info
Project management:

Iniziativa Comunitaria INTERREG III B (2000 – 2006)
CADSES
PANet 2010
Protected Area Networks
L’educazione ambientale a supporto
delle reti di aree protette
Coordinator:
Authors:
Prof Enrico Feoli
Barbara Boemo
Enrico Bressan
Massimo Dragan
Michele Fernetti
ko-finanziert von der
Europäischen Union
Trieste, October 2007
INTERREG III B CADSES

INDICE
Summary .............................................................................................................. 3
Prefazione ............................................................................................................ 4
La conservazione della natura in Friuli Venezia Giulia ................. 5
Il quadro normativo generale ................................................................... 5
La storia della tutela della natura in Friuli Venezia Giulia ............... 7
Il WebGIS sulle Aree Protette del Friuli Venezia Giulia ................ 11
Il WebGIS e le sue componenti ............................................................... 12
Il WebGIS delle Aree Protette: esempio per il
Friuli Venezia Giulia ..................................................................................... 13
I tematismi generali ............................................................................... 13
Il sistema delle Aree Protette ............................................................. 17
Il libro sulle Aree Protette del Friuli Venezia Giulia ...................... 23
L’Ambiente alpino e prealpino ............................................................... 25
Le torbiere collinari ..................................................................................... 26
Bosco Planiziale ............................................................................................ 28
Ambiente Lagunare .................................................................................... 29
Ambiente Costiero ...................................................................................... 30
References ......................................................................................................... 31
SUmmary
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SUmmary
The Department of Biology of the University of Trieste, as a partner of
the transnational cooperation project named PANET 2010 (Protected
Area Networks - Establishment and Management of Corridors, Networks
and Cooperation), within the programme Interreg IIIB CADSES (Central
Adriatic Danubian South Eastern European Space), has undertaken a
pilot action on the topic “Rising awareness on ecological networks”
within the theme of “Communication, participation, twinning and
cross-border cooperation”.
The pilot action deals with environmental education and support
of the institutions mandated to landscape planning and ecologic
networks.
The pilot action focuses on the following key aspects:
• Literature review of the legislation concerning nature conservation
in the autonomous region of Friuli Venezia Giulia. A complex
regulatory system of protected areas exists in Friuli Venezia Giulia
that includes European, national and regional laws with frequent
overlays on the same areas. The repository of documents is made
accessible via a WebGIS system linking protected areas with the
relative legislative measures.
• Design and implement a WebGIS on Protected areas in Friuli Venezia
Giulia region to foster the dissemination and exchange of information
concerning conservation and environmental education. The study
area is characterized by a variety of valuable natural ecosystems
in a relatively small territory spanning from coastal areas to the
alpine region. This example may represent a model to develop
further at a broader scale.
• Publishing a textbook on regional protected areas to support
environmental education.
Parks have always been able to promote an environmental
understanding in the public opinion, offering a concrete
opportunity for environmental education, involving teachers
and students in a continuous synergy. The textbook structure
developed in the pilot action, allows the reader to focus on a
geographic area and, based on topics of interest, to gain a better
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knowledge and understanding of a Protected area together with
the education activities proposed by the managing body.
The aim of the book, addressed to students, is to raise the
awareness on the themes of environmental conservation and
contribute to the development of the consciousness on key
sustainability issues starting from the school learning period.
Prefazione
Il Dipartimento di Biologia dell’Università degli Studi di Trieste è uno
dei partner del progetto di cooperazione transnazionale PANET 2010
(Protected Area Networks - Establishment and Management of Corridors,
Networks and Cooperation), co-finanziato dalla Commissione Europea
nell’ambito del programma Interreg IIIB CADSES (Central Adriatic
Danubian South Eastern European Space).
Una delle azioni pilota che il Dipartimento di Biologia ha proposto
sviluppa il tema “Comunicazione, partecipazione, gemellaggio e
cooperazione transfrontaliera”.
L’azione pilota in questione si occupa di educazione ambientale e di
supporto agli enti preposti alla pianificazione territoriale in materia
di reti ecologiche.
In sintesi i tre principali aspetti su cui è stata imperniata l’azione pilota
sono stati:
• La raccolta del quadro normativo in materia di conservazione della
natura in Friuli Venezia Giulia.
Nella regione Friuli Venezia Giulia esiste un sistema di tutela delle
Aree Protette molto complesso in quanto regolamentato da una
sovrapposizione di normative europee, nazionali e regionali che
spesso provocano anche una sovrapposizione di vincoli sulle
stesse zone.
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• Lo sviluppo di un WebGIS sulle Aree Protette del Friuli Venezia Giulia,
al fine di favorire la circolazione e lo scambio di informazioni inerenti
alle attività educative ed informative in campo ambientale.
L’area selezionata ai fini del progetto è rappresentativa e funge
da modello esemplificativo per l’elaborazione di una prospettiva

europea, poiché è contraddistinta da caratteristiche naturali
molto diversificate all’interno di un ambito relativamente ristretto
(sistemi costieri, terrestri, acquatici e alpini).
• La creazione di un libro sulle Aree Protette della regione a supporto
dell’educazione ambientale.
Il libro è strutturato in modo tale da permettere una modalità
di consultazione che, partendo da un ambito geografico
di riferimento ed in base all’aspetto che di esso si vuole
approfondire, consenta di conoscere un’Area Protetta e le attività
educative proposte dall’ente che la gestisce. I Parchi infatti hanno
saputo promuovere una nuova coscienza nell’opinione pubblica,
offrendo ai più giovani uno spazio di educazione ambientale
concreta, coinvolgendo la scuola e il sistema formativo in generale
in un’azione sempre più mirata.
La conservazione della
natura in Friuli Venezia Giulia
Il quadro normativo generale
Le Aree Protette costituiscono uno dei capisaldi essenziali delle
politiche internazionali e nazionali di tutela ambientale e di sviluppo
sostenibile, inclini in particolare alla gestione e conservazione della
biodiversità.
Le aree naturali protette fondano la loro stessa essenza sulla finalità
conservativa che diventa elemento peculiare delle stesse: sono
infatti gli unici luoghi in cui è possibile intraprendere progetti di
conservazione attiva (Spagnesi & Zambotti, 2001).
Nell’Unione Europea, in particolare, le linee strategiche per la
conservazione della natura sono tracciate dalla Direttiva del Consiglio
n. 43 del 21 maggio 1992 (Direttiva Habitat - 92/43/CEE), relativa alla
conservazione degli habitat naturali e seminaturali, nonché della flora e
della fauna selvatiche. La finalità di questa Direttiva è la realizzazione
di una Rete Ecologica Europea (E.ECO.NET.) attraverso il progetto
Natura 2000, che individua e tutela aree, siti e zone di grande valenza
naturalistica. Essa prevede che gli Stati membri dell’Unione Europea,
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costruiscano una rete ecologica nazionale che sarà la somma di azioni
svolte sia a livello statale che regionale (AA.VV., 2004). Nella rete
Natura 2000 entrano a far parte anche le Zone di Protezione Speciale
(ZPS) istituite ai sensi della Direttiva del Consiglio n. 409 del 2 aprile
1979 (Direttiva Uccelli - 79/409/CEE), relativa alla conservazione degli
uccelli selvatici.
La Legge n. 394 del 6 dicembre 1991 (394/91 - Legge quadro sulle
Aree Protette) definisce la classificazione delle aree naturali protette
e istituisce l’Elenco ufficiale di tutte quelle aree che corrispondono
ai criteri stabiliti dal Comitato nazionale. Con questo provvedimento
lo Stato italiano ha disposto una strategia per la creazione di Aree
Protette non solo di carattere nazionale, ma anche a livello regionale,
dettando alcune norme che assumevano rango di riforma economico
sociale e pertanto non derogabili nelle singole leggi regionali di
recepimento.
La legge 394/91 ha inoltre regolato e stabilito la procedura per
l’istituzione dei parchi e delle riserve marine, ha introdotto una precisa
classificazione delle aree naturali protette, un loro elenco ufficiale ed
ha consentito l’avvio della definizione della Carta della Natura, che
individua lo stato dell’ambiente naturale in Italia (Ronchi, 1998).
Il Progetto BioItaly (Biotopes Inventory Of Italy), finanziato dalla Unione
Europea, è stato avviato dal Ministero dell’Ambiente attraverso il
Servizio Conservazione della Natura proprio in attuazione della
Direttiva Habitat 92/43/CEE e in virtù delle disposizioni della Legge
394/91, per individuare sul territorio italiano delle aree da preservare
che prendono il nome di Siti di Interesse Nazionale (SIN).
Nella Regione Friuli Venezia Giulia il sistema delle Aree Protette, che
si affianca e a volte si sovrappone alle aree pSIC (Siti di Interesse
Comunitario proposti), ZPS (Zone di Protezione Speciale) e SIN, è
stato delineato dalla Legge Regionale n. 42 del 30 settembre 1996
(42/96 - Norme in materia di Parchi e Riserve Naturali Regionali).
Nel panorama legislativo regionale di tutela ambientale va ricordata
inoltre la Legge Regionale n. 35 del 6 giugno 1993 (35/93 - Disposizioni
per la tutela dei monumenti naturali e del patrimonio vegetale), che
censisce e mette sotto regime di protezione singoli alberi considerati
monumenti naturali (AA.VV., 1998).
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Il sistema regionale delle Aree Protette, infine, è completato dalle
zone che sono soggette a vincolo paesaggistico ai sensi del Decreto
Legislativo n. 42 del 22 gennaio 2004 (D.L. 42/04 - Codice dei beni
culturali e del paesaggio), ai sensi dell’articolo 10 della legge 6 luglio
2002, n. 137, ex Decreto Legislativo n. 490 del 29 ottobre 1999 -
Testo unico delle disposizioni legislative in materia di beni culturali e
ambientali, a norma dell’articolo 1 della legge 8 ottobre, n. 352, ex
Legge n. 1497 del 29 giugno 1939 - Protezione delle bellezze naturali.
La storia della tutela della natura
in Friuli Venezia Giulia
La tutela della natura nella Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia
presenta dal punto di vista storico molte analogie con altre regioni
italiane ed europee, con evidenti particolarità legate alla grande
complessità territoriale di un’area densa di contenuti ambientali,
ma anche contrassegnata da processi storico-sociali che hanno
reso dinamico il rapporto tra la popolazione umana e l’ambiente
naturale.
A partire dal 1970 l’intera Regione venne sottoposta ad un’accurata
analisi con lo scopo di produrre il Piano Urbanistico Regionale
Generale (PURG) che doveva divenire il punto di riferimento per la
pianificazione dei piani regolatori comunali.
Una parte basilare degli studi relativi al PURG venne riservata alla
componente ambientale, nella quale vennero identificati una serie
di grandi habitat fortemente caratterizzati, ma anche strettamente
connessi e interdipendenti, tali da rappresentare un effettivo sistema
(Musi, 2005).
La concomitanza con l’emergenza derivata dal terremoto, che colpì la
Regione nel 1976, ritardò l’approvazione del PURG fino al 1978.
La protezione della natura nel Piano Urbanistico Regionale Generale
si manifestava attraverso l’identificazione di una serie di aree da
sottomettere a particolare tutela attraverso specifici piani, che
dovevano essere adottati dalle amministrazioni comunali interessate
e successivamente approvati dalla Regione. Le aree individuate
costituivano un vero e proprio sistema in quanto gravitavano su
tutti i principali ambienti naturali regionali e cioè dai rilievi alpini
e prealpini, alla pianura e all’arco costiero, comprendendo anche
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l’altopiano carsico e tutti i fiumi che connettevano le aree in questione
(Michielis, 2002).
In questo modo il territorio soggetto a particolare tutela raggiungeva
oltre il 30% della superficie regionale con ben 14 parchi naturali
individuati e quasi i due terzi dei Comuni coinvolti nell’operazione
di pianificazione e gestione. La gran complessità dei meccanismi
prefigurati dal PURG fu determinante per lo slittamento di cinque anni
dell’avvio della sua attuazione attraverso l’emanazione della Legge
Regionale n. 11 nel 1983. Con tale legge la Regione Friuli Venezia
Giulia si distingueva nettamente da tutte le altre Regioni italiane e
anche dagli altri modelli europei in tema di aree naturali protette,
poiché anteponeva la fase di pianificazione a quella di istituzione dei
Parchi e delle Riserve (Musi, 2005).
La Legge Regionale n. 42 del 30 settembre 1996 ridisegna il sistema
delle aree naturali protette in Friuli Venezia Giulia, in particolare
riducendo dal 30% al 6,6% il territorio regionale tutelato.
In estrema sintesi i contenuti della Legge Regionale n. 42 del 1996
possono essere così riassunti (Musi, 2005):
1. La tutela della natura si persegue attraverso l’istituzione di diverse
forme di controllo del territorio, in particolare:
a. Parchi e Riserve Naturali Regionali, istituiti con legge;
b. Biotopi naturali, istituiti con atto amministrativo;
c. Parchi Comunali e Intercomunali, istituiti con atto amministrativo;
d. Aree di Rilevante Interesse Ambientale definite dagli strumenti
urbanistici;
2. I Parchi e le Riserve sono dotati di un Piano di conservazione
e sviluppo e di programmi di gestione elaborati sulla base di
accordi stipulati fra la Regione e i Comuni interessati.
3. In ogni Parco e Riserva viene preparato un regolamento che
disciplina tutte le attività consentite, non inerenti all’urbanistica
e all’edilizia, come ad esempio l’agricoltura, la selvicoltura,
la pastorizia, la gestione floro-faunistica, l’escursionismo e la
circolazione con motoveicoli, la ricerca scientifica, la didattica e
l’educazione ambientale.
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4. I Parchi Naturali sono gestiti da Enti regionali autonomi, diretti da
un Presidente e da un Consiglio direttivo che predispongono il
bilancio, i piani e i programmi, stabiliscono l’organizzazione degli
uffici e attivano la Consulta del Parco.
5. Le Aree Naturali Protette del Friuli Venezia Giulia beneficiano
di risorse finanziarie direttamente dalla L.R. 42/96; inoltre
possono essere finanziate direttamente dallo Stato e inserirsi nei
programmi della rete ecologica dell’Unione Europea.
6. I territori interessati da Parchi e Riserve naturali vengono favoriti
nella concessione di finanziamenti statali, regionali e comunitari,
attribuendo ai Comuni e ai privati la priorità rispetto ad altri
quando si decidono le ripartizioni di fondi per opere pubbliche,
recupero di nuclei abitati rurali, agriturismo, attività artigianali
tradizionali e simili.
Il sistema regionale delle Aree Protette, vincolate e in via di protezione
o di cui è auspicata la tutela, risulta essere quindi complesso e
articolato in vari tipi di protezione che coprono superfici più o meno
estese di territorio regionale.
Nella Regione Friuli Venezia Giulia sono presenti infatti:
• Livello di protezione europeo:
- 62 Siti di Interesse Comunitario proposti (pSIC), per una superficie
di 1248.79 km 2 , pari al 15.89% del territorio regionale;
- 7 Zone di Protezione Speciale (ZPS), per una superficie di
809.72 km 2 , pari al 10.30% del territorio regionale.
• Livello di protezione nazionale:
- 3 Riserve Naturali Statali, per una superficie di 3.90 km 2 , pari
allo 0.05% del territorio regionale.
• Livello di protezione regionale:
- 2 Parchi Naturali Regionali, per una superficie di 466.29 km 2 ,
pari al 5.93% del territorio regionale;
- 11 Riserve Naturali Regionali, per una superficie di 71.38 km 2 ,
pari al 0.91% del territorio regionale;
- 24 Biotopi, per una superficie di 7.31 km 2 , pari al 0.09% del
territorio regionale.
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• Altre forme di protezione e vincolo:
- 39 Aree soggette a vincolo paesaggistico, per una superficie di
243.65 km 2 , pari al 3.10% del territorio regionale;
- 33 alberi monumentali.
• Siti considerati degni di tutela, ma non vincolati:
- 80 Siti di Interesse Nazionale (SIN - Progetto BioItaly), per una
superficie di 558.49 km 2 , pari al 7.11% del territorio regionale;
- 20 Aree Reperimento, per una superficie di 351.09 km 2 , pari al
4.47% del territorio regionale;
- 15 Aree di Rilevante Interesse Ambientale (ARIA), per una
superficie di 286.66 km 2 , pari al 3.65% del territorio regionale.
Le Aree Protette del Friuli Venezia Giulia, con la legislazione regionale
e in base alla L. 394/91, sono state inserite a tutti gli effetti, sia pure
con modalità e soluzioni diverse, in un sistema normativo e in un
assetto istituzionale che coinvolge direttamente le competenze e la
titolarità dello Stato, della Regione e degli Enti locali.
Questo quadro normativo, semplificato, è stato implementato in un
sistema GIS accessibile via web (WebGIS); in particolare le informazioni
legislative sono reperibili sia all’interno delle schede descrittive di
ciascuna area sia interrogando direttamente i relativi tematismi.
L’integrazione nel WebGIS di questa componente ha il vantaggio
di tracciare un quadro della situazione della conservazione delle
Aree Protette in regione e di visualizzare sul territorio le disposizioni
contenute nelle normative, permettendo inoltre all’utente di accedere
in maniera semplice ed immediata a tutte le informazioni.
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Figura 1: la normativa integrata nel WebGIS e nelle schede
Il WebGIS sulle Aree Protette
del Friuli Venezia Giulia
I Sistemi Informativi Geografici (Geographic Information System, GIS)
sono un insieme di strumenti software e hardware per acquisire,
gestire ed analizzare dati di natura geografica correlati tra loro poiché
fanno tutti riferimento ad un sistema comune di coordinate (Aronoff,
1989).
Un GIS può essere sviluppato e consultato su un’unica postazione di
lavoro (workstation) oppure può essere reso pubblico mediante la
divulgazione in internet; in questo caso si parla di WebGIS.
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Il WebGIS e le sue componenti
Il WebGIS è dunque un Sistema Informativo Geografico (GIS) pubblicato
su web. Un sistema informativo territoriale di questo tipo, oltre ad
avere una funzione di comunicazione, permette la condivisione degli
strati informativi via internet, permettendo in questo modo a diversi
utenti di interagire direttamente con la cartografia e con tutte le basi
di dati ad essa associate (AA.VV., 2007). I progetti WebGIS, essendo
pubblicati sulla rete, possono essere visualizzati utilizzando i classici
browser internet (Explorer, Netscape, Firefox, ecc.).
I vantaggi di un WebGIS sono essenzialmente tre:
1. Diffusione: un sistema di questo tipo, pubblicato su internet, può
essere raggiunto e consultato rapidamente da ogni parte del
mondo;
2. Bassi costi per gli utenti finali: per la consultazione dei tematismi
cartografici che vengono implementati in un WebGIS gli utenti
dovranno sostenere solamente i costi della connessione internet,
evitando in questo modo di dover acquistare costosissimi software
di gestione cartografica;
3. Semplificazione: la pubblicazione su web del sistema di tematismi
permette un’estrema semplificazione nella lettura e analisi degli
stessi da parte degli utenti finali, che non devono essere quindi
utenti “specializzati”.
Le componenti principali di un WebGIS sono (AA.VV., 2007): hardware
(PC e Web Server), software, procedure applicative, banche dati e
cartografia, persone (Amministratore di sistema ed Utenti web).
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Figura 2: architettura di un WebGIS

Il WebGIS delle Aree Protette: esempio
per il Friuli Venezia Giulia
La gestione dei parchi naturali è da sempre una tematica complessa.
Ogni Area Protetta è un patrimonio di diversità biologica, culturale e
paesaggistica tipica e unica. Esistono leggi dello stato che definiscono
strumenti di tutela ambientale, così come esiste e si sta sempre più
affermando una nuova cultura gestionale che tende a valorizzare il
patrimonio naturale sia attraverso criteri di gestione basati sulle nuove
tecnologie, sia attraverso la continua interazione con la comunità.
Le realtà ambientali e territoriali soggette a monitoraggio e controllo
presentano una varietà di informazioni che devono essere acquisite,
informatizzate e rese fruibili mediante procedure standard efficaci e di
semplice implementazione. Le tecnologie innovative GIS (Geographic
Information System) e WebGIS (Geographic Information System su
Web), hanno assunto un livello di importanza sempre maggiore
e vengono comunemente impiegate nelle fasi di organizzazione e
gestione dei dati.
La regione Friuli Venezia Giulia presenta elementi peculiari e di grande
pregio sotto il profilo paesaggistico e naturalistico. L’obiettivo di un
GIS, anche nella sua forma pubblicata su Web, è quello di promuovere
la conoscenza del territorio attraverso dei percorsi e delle schede che
ne facciano apprezzare i più interessanti aspetti naturalistici, storici
ed archeologici, convinti che il rispetto di questo patrimonio passi
attraverso la sua più diffusa e capillare conoscenza (Toselli et al., 1999;
Toselli, 2003; Toselli & Bressan, 2006).
Attraverso un’opportuna valorizzazione e una più consapevole
fruizione delle realtà naturalistiche è possibile sviluppare un sistema
integrato di approcci educativi, per la realizzazione di una didattica
multidisciplinare tale da considerare il territorio un’aula aperta,
un museo diffuso in cui si possano leggere il paesaggio, le tracce
di trasformazione lasciate dall’uomo e l’evoluzione operata dalla
natura.
Il WebGIS realizzato in questa azione pilota è costituito da tre gruppi
di tematismi (layers):
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1. Tematismi di base: raggruppa tutti i layers riguardanti i confini
amministrativi transnazionali, nazionali, regionali, comunali e gli
aspetti infrastrutturali e di uso del suolo e permette di accedere
ad alcune informazioni sugli stessi come l’estensione territoriale,
la denominazione, ecc.;
2. Tematismi sull’ambiente fisico: raggruppa layers che contengono
informazioni di tipo geografico sui caratteri fisici e naturali
riguardanti il territorio (es. carte degli habitat, geolitologia,
geomorfologia, reticolo idrografico, ecc.);
3. Tematismi sulle Aree Protette: raggruppa i layers che riguardano
il sistema della Aree Protette regionali e permette di accedere a
schede descrittive di ogni area tutelata.
I tematismi di base
Il gruppo Tematismi di base contiene tematismi di carattere generale
riguardante i confini amministrativi, le infrastrutture e l’uso del
territorio analizzato:
• Confini transnazionali ed extraregionali: tematismo con i confini
dei Paesi della Comunità Europea e delle Regioni italiane limitrofe
al Friuli Venezia Giulia.
• Confine regionale: tematismo con il confine amministrativo della
Regione Friuli Venezia Giulia.
• Province: tematismo con il confine amministrativo delle province
della Regione Friuli Venezia Giulia
• Comuni: tematismo con il confine amministrativo di tutti i comuni
del Friuli Venezia Giulia.
• Località principali: tematismo con l’individuazione delle principali
località della Regione Friuli Venezia Giulia, suddivise per Provincia.
• Reticolo strade principali: tematismo con il reticolo viario delle
principali arterie della Regione Friuli Venezia Giulia.
• Uso del suolo: tematismo con la classificazione del territorio
regionale in base all’uso del suolo.
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Figura 3: mappa dei confini amministrativi dei Comuni
I tematismi sull’ambiente fisico
Il gruppo Tematismi sull’ambiente fisico contiene layers di carattere
descrittivo riguardante gli aspetti dell’ambiente fisico del territorio
regionale:
• Reticolo idrografico principale: tematismo con il reticolo idrografico
dei principali corsi d’acqua della Regione Friuli Venezia Giulia.
• Carta degli habitat: tematismo con la cartografia degli habitat
della Regione Friuli Venezia Giulia.
• Suddivisione paesistica: tematismo con la suddivisione paesistica
della Regione Friuli Venezia Giulia, secondo quanto proposto da
Cordara (1993). Questa ripartizione riproduce la distribuzione dei
diversi ambienti regionali (Fig.4).
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Figura 4: suddivisione paesistica del Friuli Venezia Giulia
• Modello Digitale del Terreno: tematismo con il Modello Digitale del
Terreno (DTM) a 25 m, derivato dall’interpolazione delle isolinee
estratte dalla Carta Tecnica Regionale Numerica in scala 1:25000.
• Carta dei Substrati Geolitologici: tematismo con la distribuzione
dei substrati geolitologici presenti nella Regione Friuli Venezia
Giulia (Fig. 5) secondo quanto proposto da Abramo e Michelutti
(1998) e Del Favero et al. (1998).
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Figura 5: mappa dei substrati geolitologici

Il sistema delle Aree Protette
Il gruppo dei tematismi sulle Aree Protette contiene i layers con le
informazioni riguardanti i vari livelli di protezione ambientale e
paesistica presenti nella Regione Friuli Venezia Giulia:
• Sistema delle Aree Protette: tematismo generale con la cartografia
delle aree prioritarie o già protette, presenti nella Regione Friuli
Venezia Giulia.
Figura 6: sistema delle Aree Protette
(verde: L.R. 42/1996; rosso: L. 42/2004; alberi: L.R. 35/1993)
• Aree pSIC (Direttiva Habitat): tematismo con i confini dei Siti di
Interesse Comunitario proposti, presenti nella Regione Friuli
Venezia Giulia.
Secondo la definizione riportata all’Articolo 1 comma k) della
Direttiva Habitat 92/43/CEE, un Sito di Interesse Comunitario (SIC)
è «un sito che, nella o nelle regioni biogeografiche cui appartiene,
contribuisce in modo significativo a mantenere o a ripristinare
un tipo di habitat naturale di cui all‘allegato I o una specie di cui
all‘allegato II in uno stato di conservazione soddisfacente e che può
inoltre contribuire in modo significativo alla coerenza di Natura
2000 di cui all‘articolo 3, e/o che contribuisce in modo significativo al
mantenimento della diversità biologica nella regione biogeografica
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o nelle regioni biogeografiche in questione. Per le specie animali
che occupano ampi territori, i siti di importanza comunitaria
corrispondono ai luoghi, all‘interno dell‘area di ripartizione naturale
di tali specie, che presentano gli elementi fisici o biologici essenziali
alla loro vita e riproduzione».
• Aree ZPS (Direttiva Uccelli): tematismo con i confini delle Zone a
Protezione Speciale presenti nella Regione Friuli Venezia Giulia.
Secondo quanto riportato all’Articolo 4 comma 1) della Direttiva
Uccelli 79/409/CEE, una Zona di Protezione Speciale (ZPS) è il
«territorio più idoneo in numero e in superficie alla conservazione
di tali specie [quelle contenute nell’Allegato I della Direttiva stessa],
tenuto conto delle necessità di protezione di queste ultime nella zona
geografica marittima e terrestre in cui si applica la presente direttiva».
Inoltre, secondo il comma 2) dello stesso articolo «Analoghe misure
vengono adottate dagli Stati membri per le specie migratrici non
menzionate nell’allegato I che ritornano regolarmente, tenuto
conto delle esigenze di protezione nella zona geografica marittima
e terrestre in cui si applica la presente direttiva per quanto riguarda
le aree di riproduzione, di muta e di svernamento e le zone in cui
si trovano le stazioni lungo le rotte di migrazione. A tale scopo,
gli Stati membri attribuiscono una importanza particolare alla
protezione delle zone umide e specialmente delle zone d’importanza
internazionale».
• Aree SIN (Progetto BioItaly): tematismo con i confini dei Siti di
Interesse Nazionale presenti nella Regione Friuli Venezia Giulia.
I Siti di Interesse Nazionale (SIN) sono tutti quei siti di importanza
nazionale individuati attraverso il progetto BioItaly (Biotopes
Inventory Of Italy), finanziato dall’Unione Europea ed attivato dal
Servizio Conservazione della Natura del Ministero dell’Ambiente
con il supporto delle Regioni, delle istituzioni scientifiche, delle
associazioni ambientaliste e dell’ENEA. In tale progetto i Siti di
Interesse Nazionale sono stati individuati seguendo i criteri
previsti nella della Direttiva Habitat e in virtù delle disposizioni
della Legge 394/91. All’interno della lista stilata dal progetto sono
stati poi individuati i siti proposti alla Comunità Europea come
Siti di Interesse Comunitario.
• Riserve Statali: tematismo con i confini delle Riserve Naturali
Statali presenti nella Regione Friuli Venezia Giulia.

Ai sensi dell’Articolo 2 comma 3) della Legge n. 394 del 6
dicembre 1991, le Riserve Naturali Statali sono «costituite da
aree terrestri, fluviali, lacuali o marine che contengono una o
più specie naturalisticamente rilevanti della flora e della fauna,
ovvero presentino uno o più ecosistemi importanti per le diversità
biologiche o per la conservazione delle risorse genetiche. Le riserve
naturali possono essere statali o regionali in base alla rilevanza degli
interessi in esse rappresentati».
• Parchi Regionali: tematismo con i confini dei Parchi Naturali
Regionali presenti nella Regione Friuli Venezia Giulia.
Secondo la definizione presente all’Articolo 2 comma a) della
L.R. n. 42 del 30 settembre 1996, i Parchi Naturali Regionali sono
dei «sistemi territoriali che, per valori naturali, scientifici, storicoculturali
e paesaggistici di particolare interesse, sono organizzati
in modo unitario con le seguenti finalità: (a) conservare, tutelare,
restaurare, ripristinare e migliorare l‘ambiente naturale e le sue
risorse; (b) perseguire uno sviluppo sociale, economico e culturale
promuovendo la qualificazione delle condizioni di vita e di lavoro
delle comunità residenti, attraverso attività produttive compatibili
con gli obiettivi del punto precedente, nonché la riconversione e
la valorizzazione delle attività tradizionali esistenti proponendo
modelli di sviluppo alternativo in aree marginali; (c) promuovere
l’incremento della cultura naturalistica mediante lo sviluppo di
attività educative, informative, divulgative, di formazione e di ricerca
scientifica anche interdisciplinare.»
Figura 7: tematismo dei Parchi Naturali Regionali (L.R. 42/1996)
19

L’utente, selezionando un’Area Protetta, visualizza una scheda
dettagliata con informazioni di tipo ambientale, amministrativo e
relative al quadro normativo di riferimento.
20
Figura 8: esempio di scheda di un’Area Protetta, in particolare il Parco
delle Prealpi Giulie

• Riserve Regionali: tematismo con i confini delle Riserve Naturali
Regionali presenti nella Regione Friuli Venezia Giulia.
Secondo la definizione presente all’Articolo 2 comma b) della L.R.
n. 42 del 30 settembre 1996, le Riserve Naturali Regionali sono
dei «territori caratterizzati da elevati contenuti naturali ed in cui
le finalità di conservazione dei predetti contenuti sono prevalenti
rispetto alle altre finalità indicate alla lettera a)» dello stesso
articolo.
• Biotopi: tematismo con i confini dei Biotopi presenti nella Regione
Friuli Venezia Giulia.
La definizione di biotopo è riportata al comma d) dell’Articolo 2
della L.R. n. 42 del 30 settembre 1996; esso è «un‘area di limitata
estensione territoriale caratterizzata da emergenze naturalistiche
di grande interesse e che corrono il rischio di distruzione e
scomparsa».
• Aree di Rilevante Interesse Ambientale (ARIA): tematismo con
i confini delle Aree di Rilevante Interesse Ambientale (ARIA)
presenti nella Regione Friuli Venezia Giulia.
Le Aree di Rilevante Interesse Ambientale (ARIA) sono zone del
territorio in cui è riconosciuto un particolare interesse ambientale
e la loro tutela, ai sensi dell’Articolo 5 comma 3) della L.R. n. 42
del 30 settembre 1996, è disciplinata «con variante allo strumento
urbanistico generale avente contenuto di tutela, recupero e
valorizzazione dell‘ambiente e del paesaggio».
• Aree di Reperimento: tematismo con i confini delle Aree di
Reperimento presenti nella Regione Friuli Venezia Giulia.
Le Aree Reperimento sono zone del territorio regionale degne di
protezione, la cui conservazione attraverso l’istituzione di Aree
Protette è considerata prioritaria ai sensi della L.R. n. 42 del 30
settembre 1996.
• Vincoli Paesistici (D.Lgs. 42/2004, ex D.Lgs. 490/1999, ex L. 1497/1939):
tematismo con la distribuzione delle Aree a Vincolo Paesaggistico
presenti nella Regione Friuli Venezia Giulia.
Ai sensi dell’Articolo 2 comma 3 del Decreto Legislativo n. 42 del
22 gennaio 2004, sono beni paesaggistici «gli immobili e le aree
indicati all’articolo 134, costituenti espressione dei valori storici,
culturali, naturali, morfologici ed estetici del territorio, e gli altri
beni individuati dalla legge o in base alla legge». Quindi, ai sensi
21

dell’Articolo 134 «Sono beni paesaggistici: a) gli immobili e le aree
indicati all’articolo 136, individuati ai sensi degli articoli da 138
a 141; b) le aree indicate all’articolo 142; c) gli immobili e le aree
comunque sottoposti a tutela dai piani paesaggistici previsti dagli
articoli 143 e 156».
• Alberi Monumentali (L.R. 35/93): tematismo con la distribuzione
dei principali alberi monumentali presenti nella Regione Friuli
Venezia Giulia.
Ai sensi dell’Articolo 2 della Legge Regionale n. 35 del 6 giugno
1993 vengono considerati monumenti naturali «i singoli
elementi arborei od arbustivi o limitate formazioni dei medesimi,
di origine naturale od antropica, che per età, forme, dimensioni o
ubicazione ovvero per ragioni storiche, letterarie, toponomastiche
o paesaggistiche, presentino caratteri di preminente interesse in
ordine alle finalità previste dall‘ articolo 1».
Figura 9: esempio di repertorio di immagini: gli alberi monumentali
22

Il libro sulle Aree Protette
del Friuli Venezia Giulia
La divulgazione del valore naturalistico del nostro territorio assume
un ruolo fondamentale per tutelare gli ecosistemi e la diversità
biologica della quale sono portatori.
I parchi e le riserve sono le Aree Protette meglio conosciute dal grande
pubblico, invece l’insieme degli altri siti di interesse naturalistico,
non appartenenti a queste categorie, è per lo più sconosciuto e
nella maggior parte dei casi non tutelato in modo rigoroso. Scopo
del lavoro è far conoscere anche il microcosmo delle aree di pregio
naturalistico di limitata estensione, che rappresentano singole e
relitte tracce di un paesaggio ormai scomparso.
La pubblicazione nasce con l’intento di promuovere la conoscenza
del territorio attraverso l’osservazione delle diverse specie, animali
e vegetali, presenti nella nostra regione. I testi e le raffigurazioni,
pur non tralasciando la componente scientifica, sono volutamente
semplici ed accattivanti proprio per attirare l’attenzione dei più
giovani. Apprendimento quindi, ma anche spunto di riflessione
sull’importanza della diversità dei vari ambienti e sulla loro fragilità.
La protezione della natura deve diventare sempre di più un momento
di partecipazione consapevole, in particolare dei giovani che
possono dare apporti essenziali e ricevere contributi di formazione
e di crescita civile. Un positivo rapporto con la natura va valorizzato
anche nella formazione delle nuove generazioni. L’auspicio è che
questo contributo possa favorire un cosciente approccio all’utilizzo
delle risorse naturali che oggi necessitano una rigorosa salvaguardia.
L’azione sarà dunque prioritariamente rivolta alla formazione e
all’educazione ambientale per la diffusione della conoscenza degli
habitat terrestri e marini della regione Friuli Venezia Giulia.
Il libro diventa anche un invito a visitare una regione ricca di boschi,
aree umide, paesaggi montani e specie animali e vegetali di alto
valore conservazionistico.
Il corpus del libro è costituito dalle schede esplicative, concepite
con l’intento di fornire un quadro documentale il più possibile
completo nell’ambito dei vari ambienti scelti (morfologia, specie
animali e vegetali, normativa, ecc.), affiancate con delle tavole di
23

approfondimento su un’Area Protetta presa ad esempio dell’ambiente
descritto.
Il libro è strutturato in modo tale da permettere una modalità di
consultazione che, partendo da un ambito geografico di riferimento
ed in base all’aspetto che di esso si vuole approfondire, consenta di
conoscere un’Area Protetta e le attività educative proposte dall’ente
che la gestisce. Si è partiti dunque dal territorio per entrare nella
descrizione delle singole aree preservate.
Per ogni ambiente sono stati descritti i lineamenti principali che
rappresentano il contesto generale in cui si situano le Aree Protette,
riportando i seguenti dati:
• ambiente e natura
• denominazione dell’Area Protetta
• tipologia
• localizzazione
• superficie
• ente gestore dell’Area Protetta
• descrizione generale dell’Area Protetta
• strutture di educazione ambientale
La Guida si presenta come un repertorio completo delle aree naturali
del Friuli Venezia Giulia, dal Parco Regionale delle Dolomiti Friulane
alla Riserva Statale di Miramare, con particolare risalto a quelle
meno note, ma non meno interessanti, come i SIC (Siti di Interesse
Comunitario) e i Biotopi. La Guida diventa così un’occasione per
conoscere, attraverso le Aree Protette, anche gli angoli meno esplorati
di questo territorio.
Il testo ha uno stile divulgativo e rappresenta un’occasione per
conoscere la flora e la fauna e gli aspetti più significativi dell’ecologia
di molte specie. Alcune di esse, scelte fra quelle più rappresentative,
vengono illustrate in modo più approfondito, ciascuna corredata
da disegni e fotografie originali e da informazioni sulla biologia e le
problematiche di conservazione. Anche il linguaggio è stato curato,
adattandolo all’età dei ragazzi senza perdere la dimensione di una
efficace informazione scientifica.
24

Questo volume non vuole sostituirsi ai manuali specialistici, ma
riteniamo possa rappresentare un valido punto di riferimento per
l’educazione ambientale, uno strumento per far conoscere il proprio
ambito geografico mediante la divulgazione dei percorsi che ne
attraversano i luoghi più rappresentativi.
Un’Educazione Ambientale che non si basi solo sulla conservazione
della natura. In questo senso è utile ed opportuno proporre delle
attività di scoperta d’ambiente che integrino sia gli aspetti ludici che
quelli emozionali e diano spazio all’azione del bambino, offrendogli
tempo e spazio per essere bambino nella natura.
Su questa base abbiamo cercato di impostare il nostro libro, con
la prospettiva di collegare esigenze scientifiche ed educative, e
proponendo:
1. uno approccio naturalistico che favorisca un avvicinamento alle
risorse ambientali delle aree naturali ed un autentico rispetto
dell’ambiente stesso;
2. una concreta esperienza educativa che concorra alla costruzione
di una più riflessiva mentalità ambientalista.
Lo studio dell’ambiente può allora divenire il punto di partenza per
creare delle situazioni in cui i bambini diventano protagonisti attivi
ed in cui le attività abbiano una presa diretta con realtà.
L’Ambiente alpino e prealpino
L’ambiente alpino e prealpino è costituito da aree di alto valore
naturalistico e storico-ambientale e da un paesaggio noto a tutti per
l’unicità e la suggestione dei suoi habitat.
Le foreste di conifere costituiscono l’ultima fascia forestale, oltre la
quale le condizioni climatiche non consentono la crescita degli alberi,
che lasciano il posto agli arbusti e alle praterie di alta montagna. Il
bosco di conifere è ancora il più intatto tra gli ambienti italiani e per
salvaguardarne l’integrità naturale è stato necessario istituire dei
Parchi. In queste zone protette è ancora possibile ammirare esemplari
della fauna rari e in via di estinzione come l’orso, lo stambecco, l’aquila
reale.
25

Il sistema alpino è un ecosistema molto sensibile, con ambienti
periodicamente sottoposti a forti pressioni derivanti anche dal
turismo stagionale. Questo ambiente viene tutelato dal 1991, con il
Trattato Internazionale della Convenzione delle Alpi (recepito in Italia
con la legge n. 403 del 14 ottobre 1999).
L’Area Protetta presa ad esempio di questo ambiente è il Parco
Regionale delle Dolomiti Friulane. Si tratta del parco naturale più
grande della regione poiché si estende per quasi 37.000 ettari nell’area
delle Prealpi Carniche e interessa le alti valli del fiume Tagliamento e
dei torrenti Cellina e Meduna.
Figura 10: Il Parco Regionale delle Dolomiti Friulane: localizzazione e Campanile
di Val Montanaia (foto da Musi, 2005).
Le torbiere collinari
26
Le torbiere collinari rappresentano uno degli ambienti naturalistici
più peculiari e, al contempo, più fragili del paesaggio regionale.
Costituiscono piccole isole all’interno di un mosaico di boschi,
legate ad un preciso accostamento di condizioni di suolo, clima e
disponibilità d’acqua. Sono caratterizzate dal suolo acido, paludoso,
nel quale si verificano processi di decomposizione di tipo anaerobico
(in assenza di aria).
Le torbiere sono ambienti a biodiversità piuttosto bassa, la cui
componente dominante è rappresentata dagli sfagni, grandi muschi

acquatici che proliferano negli acquitrini e nelle regioni a clima fresco
e piovoso. Questo muschio conferisce al suolo un’elevata acidità ed
inibisce la decomposizione dei tessuti vegetali. Al contempo esse
sono l’habitat esclusivo di numerosi elementi floristici di grande
pregio, tra cui delle rare piante carnivore (Minelli, 2004b).
Un secolare sfruttamento della torba, formazione carboniosa
relativamente recente derivata dagli sfagni, ha portato al degrado o
alla completa estinzione di molte torbiere, lasciandone sopravvivere
solo un piccolo campionario a cui vanno oggi indirizzate le più vigili
misure di conservazione.
L’importanza di questi habitat naturali sono confermati dalla presenza
di specie botaniche inserite nella Lista rossa delle piante d’Italia a
rischio d’estinzione, quali Allium suaveolens, Euphrasia marchesettii,
Plantago altissima, Gentiana pneumonanthe, Senecio paludosus,
Spiranthes aestivalis e soprattutto delle rare piperacee Rhynchospora
alba e Rhynchospora fusca, specie esclusive delle torbiere, veri e
propri relitti dell’epoca glaciale.
L’Area Protetta presa ad esempio di questo ambiente è la Torbiera di
Sequals. Si tratta di un biotopo in Comune di Sequals (PN).
Figura 11: il biotopo Torbiera di Sequals: localizzazione e foto (foto da Musi, 2005).
27

Bosco Planiziale
I boschi planiziali rappresentano dei lembi residui degli antichi
querceti che un tempo ammantavano l’intera bassa pianura friulana,
ora quasi del tutto scomparsa a causa della plurisecolare attività
antropica. Questi boschi sono caratterizzati dalla presenza di specie
legate agli orizzonti montani, che si sono rifugiate in pianura per
sfuggire alle mutazioni climatiche durante le glaciazioni quaternarie.
Le selve diventano quindi testimoni di antiche vicende naturali e
ospitano popolamenti faunistici talora esclusivi, quali la rana di
Lataste o il toporagno della selva di Arvonchi, descritto solo di recente,
e l’imponente cervo volante (Lucanus cervus cervus), recentemente
inserito nell’elenco delle specie di interesse comunitario della
Direttiva Habitat.
Il bosco planiziale è quanto rimane delle grandi foreste a querce,
olmi e tigli, formazione boschiva descritta come Asparago tenuifolii
- Quercetum roboris. Si sviluppa su terreni alluvionali freschi, profondi,
che risentono della presenza della falda freatica quasi affiorante.
Conoscere la ricchezza ambientale di queste formazioni è la base
indispensabile per la loro conservazione nel tempo, per apprezzare le
loro intrinseche qualità e per educare le nuove generazioni al rispetto
del mondo in cui viviamo.
L’Area Protetta presa ad esempio di questo ambiente è il Bosco
Baredi. Si tratta di un‘area di reperimento ai sensi della L.R. 42/1996
situato nel Comune di Muzzana del Turgnano (UD) uno degli elementi
di maggior pregio ambientale tra quelli presenti nella zona e che
oggi include solo 160 ettari. Malgrado un processo di contrazione
estremamente drastica delle superfici forestali, avvenuto nel corso
dell’ultimo paio di secoli, questi residui appaiono di notevole
importanza.
28

Figura 12: l’area di reperimento Bosco Baredi: localizzazione e foto
(foto di B. Boemo)
Ambiente Lagunare
Questa importante zona è stata da tempo riconosciuta quale ”zona
umida di importanza internazionale”, secondo la Convenzione di
Ramsar, in particolare per l’abbondanza di uccelli migratori che qui
si concentrano.
In questo straordinario territorio tra la terraferma ed il mare, la
peculiarità vegetazionale di maggiore rilevanza è rappresentata da
un vastissimo canneto a Phragmites australis, interrotto da alcuni
laghetti e insenature, pressoché puro alle foci del fiume, ma che si
modifica gradatamente in formazioni a Scirpus (Bolboschoenus)
maritimus o in vere e proprie “barene”, isolotti fangosi tipicamente
ammantati da piante alofile, dove la presenza di acque salate si fa
maggiormente sentire.
La laguna costituisce un habitat essenziale per numerose forme
viventi, uno dei biotopi più peculiari e distintivi, ricco biologicamente
ed interessante naturisticamente.
L’Area Protetta presa ad esempio di questo ambiente è la Riserva
Naturale delle foci dello Stella e della Valle Canal Novo. La Riserva
Naturale Regionale copre un territorio di circa 140 ettari, nel Comune
di Marano Lagunare (UD). Un meraviglioso bacino d’acqua salmastra
situato tra la pianura friulana ed il mare Adriatico e tra i due grandi
fiumi della regione, il Tagliamento ed l’Isonzo. Zona umida tra le
più rilevanti della nostra penisola, testimonianza relitta dell’antica
successione di bacini deltizio-lacustri che si estendevano dal Carso
fino a Ravenna, prima delle trasformazioni operate dall’uomo.
29

Nella Riserva, attraverso alcuni percorsi, anche su passerella (la
caratteristica Caminada su l’acqua), si accede agli osservatori costruiti
secondo la tipologia del Casone lagunare in canna palustre, dai quali
è possibile ammirare il paesaggio e l’avifauna.
Figura 13: la Riserva Naturale Regionale Valle Canal Novo e Foci dello Stella:
localizzazione e foto (foto di B. Boemo)
Ambiente Costiero
30
L’ambiente costiero rappresenta un sistema naturale molto
complesso. Il profilo accidentato e scosceso delle coste orientali
della regione Friuli Venezia Giulia è interessato dall’azione del moto
ondoso, dall’apporto solido dei fiumi e da altri agenti fisici. In queste
particolari condizioni la vita è consentita solo ad organismi dotati di
specifici adattamenti.
Una sottile, ma distinta fascia di transizione verso il mare, popolata
da specie capaci di sopportare le continue variazioni ambientali
a cui sono sottoposte, costituisce il passaggio verso un mondo
sottomarino dominato da una ricca vegetazione algale e popolato
da una grande e variopinta diversità di specie animali. Dappertutto
emerge una stretta relazione fra le comunità terrestri e quelle marine,
con un continuo flusso di energia fra questi due mondi confinanti.
Fattori abiotici come il vento e le onde e fattori biotici come l’attività
degli uccelli marini e di altri organismi garantiscono un costante
scambio di materia organica fra terraferma e mare (Minelli, 2004).
Le aree marine protette sono costituite da ambienti marini (acque e
fondali) e dai tratti di costa prospicienti che presentano un rilevante
interesse per le caratteristiche naturali, geomorfologiche, fisiche,

iochimiche, con particolare riguardo alla flora e alla fauna marine e
costiere e per l’importanza scientifica, ecologica, culturale, educativa
ed economica che rivestono (Ronchi, 1998b).
L’Area Protetta presa ad esempio di questo ambiente è la Riserva
Marina di Miramare. Lungo la costiera triestina, su un promontorio
roccioso a picco sul mare Adriatico, sorge la Riserva Marina di
Miramare, istituita nel 1986 con decreto del Ministero dell’Ambiente,
e la cui gestione è affidata all’Associazione Italiana per il WWF (D.M.
12 novembre 1986). La Riserva dello Stato copre una superficie di 30
ettari ed è circondata da un tratto di mare di 90 ettari regolamentato
dall’Ordinanza della Capitaneria di Porto n. 28/98. L’Area Protetta è
situata ai piedi del promontorio di Miramare, propaggine litoranea
incastrata tra il porticciolo turistico di Grignano e la riviera di Barcola,
meta balneare estiva dei locali.
Figura 14: la Riserva Statale Marina di Miramare: localizzazione e foto
(foto di B. Boemo)
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NOTES
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