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Progetto Istituto - HomePage-Istituto La Rosa Bianca

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sperimentazioni di lingua straniera veicolare (CLIL-Content and <strong>La</strong>nguage Integrated Learning) per le quali è<br />

richiesto il raggiungimento del livello B2 del “Quadro di riferimento comune europeo per le lingue”, mirando<br />

preferibilmente ai successivi.<br />

A tale fine si intende proseguire con i corsi di formazione linguistica nell’anno scolastico 2013-2014, con moduli<br />

di 18 ore per ciascun livello, a partire dal livello A1 fino ad arrivare al livello C2.<br />

Anche per i docenti non interessati alla sperimentazione CLIL, si ritiene opportuno un potenziamento delle<br />

competenze linguistiche, ritenute ormai elemento imprescindibile della professionalità docente, anche alla luce<br />

delle indicazioni europee sulle competenze del cittadino.<br />

ISTITUTO CAPOFILA: <strong>Istituto</strong> di Istruzione “<strong>La</strong> <strong>Rosa</strong> <strong>Bianca</strong> - Weisse Rose”- Cavalese<br />

CORSO DI STORIA DEL TRENTINO E DELLA VALLE DI FIEMME<br />

Il corso intende garantire non solo ai docenti, una migliore conoscenza del territorio, delle sue dinamiche e delle<br />

sue peculiarità storiche e sociali. Obiettivo conseguente, se vogliamo più coraggioso, è quello di riposizionare<br />

l’insegnamento della storia su un terreno più attento da un lato ad una dimensione europea, alla quale, seguendo la<br />

tradizione storiografica più consolidata, la storia locale si presta a dare maggiore leggibilità e struttura, senza<br />

indulgere però a forme di pericolosa autoreferenzialità o altrimenti di localismo.<br />

<strong>La</strong> presente iniziativa si pone trasversalmente ai tre ordini di scuole, per ragioni organizzative, ma anche per creare<br />

momenti di conoscenza e di interazione tra docenti, altrimenti destinati generalmente a non incontrarsi.<br />

Lo scopo del percorso è quello di offrire un corredo di strumenti volto a dare piena realizzazione ai PSP, mettendo<br />

a diretto contatto contestualmente, le istituzioni museali e i centri di ricerca con il mondo della scuola.<br />

ISTITUTO CAPOFILA: <strong>Istituto</strong> Comprensivo di Cavalese<br />

LO SVILUPPO DELL’INTELLIGENZA NUMERICA E LE DIFFICOLTÀ IN AMBITO LOGICO-<br />

MATEMATICO<br />

L’intelligenza numerica è la capacità di capire, ragionare ed interpretare il mondo in termini di numeri e quantità.<br />

Sappiamo moltissimo dello sviluppo del linguaggio ma come si sviluppa la<br />

conoscenza numerica<br />

Per anni si è creduto che la concezione del numero non fosse piena fino all’età di 7-8 anni (Piaget e Szeminska,<br />

1968). Oggi sappiamo che non è così perché numerose ricerche condotte a partire dagli anni ’80 nell’ambito della<br />

psicologia dello sviluppo hanno dimostrato come i bambini, fin dai primi mesi di vita, siano in grado di<br />

riconoscere insiemi di diverse quantità.<br />

Butterworth (1999, 2005) parla di “cervello matematico” per sottolineare come la capacità di vedere la numerosità<br />

sia un processo innato come la visione dei colori e che, come esistono persone cieche ai colori, ci sono persone<br />

cieche alla numerosità.<br />

<strong>La</strong> Consensus Conference (2011) prevede la definizione di due profili di discalculia, il primo riguarda la debolezza<br />

nell’elaborazione delle componenti numeriche (abilità basali come il giudizio di numerosità), mentre il secondo<br />

individua un deficit negli aspetti procedurali di calcolo.<br />

Consideriamo che in media, il 20% della popolazione scolastica secondo gli insegnanti ha difficoltà in ambito<br />

matematico (Lucangeli, 2006). L’indagine IARD (2005) ha dimostrato come l’incidenza della discalculia evolutiva<br />

sia dello 0.5-1% e che quindi, nel 90% dei casi molte difficoltà legate a fattori di attivo o mancato apprendimento<br />

vengono confuse con un disturbo specifico.<br />

ISTITUTO CAPOFILA : <strong>Istituto</strong> Comprensivo Predazzo-Tesero-Panchià-Ziano<br />

L’IPERATTIVITÀ E I DISTURBI D’ATTENZIONE<br />

Il Disturbo da Deficit di Attenzione ed Iperattività è un disturbo evolutivo dell’autoregolazione del<br />

comportamento. Questo disturbo interferisce con il normale sviluppo psicologico del bambino e ostacola lo<br />

svolgimento delle comuni attività quotidiane. È per questo motivo che è fondamentale riconoscerlo fin dai primi<br />

anni di scolarizzazione del bambino, intervenendo in maniera adeguata e riducendo così l’insorgenza di patologie<br />

secondarie ad esso associate.<br />

Parlando di ADHD, acronimo per l'inglese di Attention Deficit Hyperactivity Disorder, si intende uno specifico<br />

quadro clinico caratterizzato da disattenzione, iperattività ed impulsività.<br />

Per quanto riguarda la disattenzione, essa è caratterizzata da facile distraibilità, in particolare scarsa cura per i<br />

dettagli, incapacità a portare a termine i compiti e le attività. I bambini che presentano questo disturbo sembrano<br />

sempre distratti, come se stessero pensando ad altro, evitano di svolgere attività che richiedono attenzione per i<br />

particolari o abilità organizzative e perdono frequentemente oggetti o dimenticano attività importanti.<br />

L’iperattività è invece caratterizzata da difficoltà a stare fermi, irrequietezza motoria (se seduti, i bambini iperattivi<br />

si muovono con mani e piedi); questi bambini vengono definiti come “mossi da un motorino” e la loro iperattività<br />

non è finalizzata al raggiungimento di uno scopo; essi provano sensazione interna di tensione, pressione e<br />

instabilità che deve essere scaricata.<br />

L’impulsività infine è caratterizzata da difficoltà ad organizzare azioni complesse, con tendenza al cambiamento<br />

rapido da una attività ad un’altra, difficoltà ad aspettare il proprio turno in situazioni di gioco e/o di gruppo; tale<br />

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