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BILANCIO

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MACROFUNZIONE 1:<br />

DIMENSIONE POLITICA<br />

M1 <br />

DI CONCERTAZIONE<br />

Al tempo stesso, l’Associazione dei Comuni deve sviluppare le sue attività in questo campo:<br />

dobbiamo dare maggiore attenzione alla raccolta di iniziative, normative e deliberative; dobbiamo<br />

conoscerle meglio, approfondirle di più, per poter definire su tali argomenti il nostro<br />

punto di vista di parte, la parte dei Comuni toscani. Nei cinque anni che abbiamo alle nostre<br />

spalle, l’Associazione dei Comuni toscani ha sottolineato in più occasioni la necessità di<br />

ridefinire il sistema della concertazione interistituzionale. Lo sviluppo della Toscana è legato,<br />

infatti, alla possibilità di recuperare la stagione riformista degli anni Novanta, sciogliere<br />

le contraddizioni, ancora insite in tali processi, per svilupparne a pieno le potenzialità. Per<br />

queste ragioni, Anci Toscana, durante l’Assemblea congressuale del 2009, aveva proposto<br />

di riformare il modello toscano di concertazione. Appariva necessaria, già allora, una nuova<br />

disciplina dei sistemi di raccordo fra Regione e autonomie locali. Anci Toscana proponeva,<br />

inoltre, l’istituzione di una struttura unitaria di assistenza per il Tavolo istituzionale. Il<br />

contesto politico degli ultimi anni non ha reso facile lo sviluppo di una tale discussione. Il<br />

quinquennio che abbiamo appena trascorso è stato segnato in modo indelebile dalla crisi<br />

finanziaria ed economica cominciata nel 2008. La necessità di velocizzare i tempi della politica<br />

e di semplificare i processi decisionali appariva contraddire le procedure concertative<br />

e la ricerca di una maggiore condivisione e partecipazione. Tuttavia, tale contraddizione è<br />

puramente apparente; al contrario, per dare forza ed efficacia alle politiche regionali, soprattutto<br />

in tempo di crisi, è necessario coinvolgere i Comuni nei processi decisionali, per fare<br />

in modo che le loro azioni siano coerenti con le politiche condivise. Sono le amministrazioni<br />

comunali, infatti, le principali interpreti delle linee politiche regionali; soltanto attraverso i Comuni,<br />

le decisioni della Regione possono divenire realtà. La concertazione interistituzionale<br />

non è, quindi, un ostacolo da superare per completare il processo decisionale, né tanto meno<br />

un motivo per rendere quest’ultimo più faticoso; al contrario, è il luogo in cui dare sostanza<br />

alle politiche di governo. Anci Toscana ha proposto alla Regione di modificare i percorsi della<br />

dialettica concertativa, conservando comunque la scelta di ricorrere alla procedura semplificata.<br />

Si tratta di stabilire un’agenda delle questioni più importanti, che meritano maggiore<br />

approfondimento, lasciando che altri problemi siano discussi con la procedura semplificata.<br />

In tal modo, gli atti più importanti potrebbero giungere al Tavolo di concertazione avendo già<br />

recepito le questioni di interesse dei Comuni. Ovviamente, tali proposte prevedono una diversa<br />

formulazione del dibattito. In particolare, dovranno essere discussi temi proposti dai Comuni<br />

e non solo dalla Giunta. Insomma, si tratta di definire un terreno comune di confronto<br />

sul quale costruire un reale sistema di raccordo fra la Regione e gli enti locali. Semplificazione<br />

del processo e condivisione delle decisioni non sono elementi inconciliabili; al contrario,<br />

devono divenire i fondamenti interconnessi di un buon sistema di governo della Toscana.<br />

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