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EDITORIALE<br />
IBLEA<br />
RAGUSA CHIAMA AFRICA<br />
IBLEA<br />
IBLEA<br />
IBLEA<br />
IBLEA<br />
IBLEA<br />
C’è ormai tanta Africa anche nel nostro territorio, nelle nostre città, ma c’è<br />
anche tanta <strong>Ragusa</strong> in Africa. Mentre si replicano gli sbarchi di disperati che<br />
dalla costa africana cercano un nuovo Bengodi sulle nostre coste, mentre si<br />
avvia una politica di respingimenti che mira ad evitare clandestinità ma che fa<br />
anche a pugni con solidarietà e tolleranza, ci è piaciuto dedicare alcune pagine<br />
di questo numero della nostra rivista ai sempre più frequenti scambi tra la<br />
nostra provincia e l’immenso continente africano (un miliardo di persone che<br />
reclamano una legittima considerazione).<br />
* * * * * *<br />
I bambini africani che spezzano il bianco delle nostre magliette, nella copertina<br />
e nei servizi all’interno, sono i protagonisti attraverso le esperienze di<br />
intenso professionale servizio di un futuro che speriamo possa essere diverso,<br />
che possa ripensare, anche dopo il cataclisma di una crisi finanziaria che si è<br />
fatta crisi economica e che ha dato la misura della incertezza di una politica di<br />
equilibri precari costruiti tra un mondo che consuma oltre misura ed un mondo<br />
che continua a morire di fame e di sete. Chi ha vissuto con loro nei loro spazi<br />
e nel mondo delle loro rinunce, ha colto la ricchezza di un sorriso e di una speranza.<br />
* * * * * *<br />
E dietro questa presenza ragusana non ci sono solo questi momenti di vincente<br />
solidarietà, ma anche la straordinaria valenza di una lunga militanza missionaria<br />
di uomini delle nostra terra che hanno lasciato e lasciano tra quelle<br />
popolazioni il segno della loro vangelizzazione. E tanti villaggi sperduti dello<br />
Zimbabwe o del Madagascar hanno ritrovato grazie alla generosità della nostra<br />
gente una infrastruttura in più, un pozzo per raccogliere l’acqua, una scuola per<br />
imparare a comunicare.<br />
* * * * * *<br />
Poi le donne del Benin stanno provando a capire come e perché facciamo i<br />
nostri formaggi e a raccontarci in un progetto di autentica solidarietà economica<br />
tra il mondo ricco ed il mondo povero, grazie al Corfilac ed ai suoi uomini e<br />
donne appassionati e generosi, le loro tradizioni, il sapore del loro latte, il profumo<br />
della loro caseificazione: mirabile isolato esempio di cooperazione.<br />
* * * * * *<br />
E crescono di numero gli africani che mettono su impresa nelle nostre città,<br />
sono più numerosi e più fiduciosi nella loro voglia di integrarsi e di produrre nel<br />
rispetto delle nostre regole in un processo naturale di interculturalità; così come<br />
le piazze e le strade di Vittoria o di Santa Croce Camerina o di <strong>Ragusa</strong> che si<br />
affollano di neri che hanno voglia di farcela non devono fare paura perché il<br />
mondo ha spazi ed energie per consentire a tutti di conquistare lo spazio di una<br />
gratificante serenità.<br />
* * * * * *<br />
In questo contesto di un mondo diverso che ci piace e che questa nostra <strong>Avis</strong><br />
ha sempre tenuto in particolare considerazione, stona la preoccupata segnalazione<br />
del randagismo che fa paura, del bambino dilaniato dai cani nella terra di<br />
Montalbano, ai piedi dello stabilimento del Pisciotto. Stona perché rischiamo di<br />
trasferire sui cani e sulla loro istintiva naturale “selvatichezza” le perversioni di<br />
una nostra approssimativa gestione della relazione con gli animali di compagnia,<br />
con il “migliore amico dell’uomo”: l’estate che si avvicina rimanda ai tanti<br />
cani che diventano un peso e che prima della vacanza vengono abbandonati<br />
per strada: perchè sorprendersi della loro possibile ribellione<br />
Carmelo Arezzo<br />
Anno XXV<br />
N. 1 - <strong>Aprile</strong> <strong>2009</strong> 1
IBLEA<br />
IBLEA<br />
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IBLEA<br />
LA VOCE DEL PRESIDENTE<br />
“L’AVIS incontra la città”<br />
Cari amici e soci donatori, come<br />
vi è noto, il 31 Gennaio di quest’anno<br />
è stato eletto il nuovo<br />
Direttivo che sarà in carica fino al<br />
31.12.2012. Il 9 Febbraio il<br />
Direttivo, rinnovato per un terzo dei<br />
componenti, mi ha eletto<br />
Presidente carica importante e di<br />
molte responsabilità. Impegno particolarmente<br />
oneroso dover continuare<br />
un lavoro che altri, prima di<br />
me, hanno tracciato e portato<br />
avanti con grande professionalità!<br />
Il nuovo Direttivo è composto da<br />
ventuno Consiglieri di cui quattro<br />
fanno parte dell’Ufficio di<br />
Presidenza e precisamente: Maria<br />
Elena Salerno “Vice Presidente”,<br />
Salvatore Di Pietro “Segretario”,<br />
Antonio Montes “Tesoriere”.<br />
Consiglieri, con incarichi diversi,<br />
sono ancora: Elio Accardi, Aldo<br />
Adamo, Natalino Blundetto,<br />
Giovanni Cilia, Giuseppe Cilia,<br />
Rosario Gulino, Antonino Ilardo,<br />
Gaetano Lo Monaco,Alessandro<br />
Martorana, Carmelina Rizza, Paolo<br />
Roccuzzo, Giuseppe Salerno,<br />
Salvatore Schininà, Giovanni<br />
Scifo, Antonino Solarino, Maurizio<br />
Tasca, Giuseppe Tetti. Gli obbiettivi<br />
che ci proponiamo: raggiungere i<br />
Giovani nei loro luoghi di ritrovo;<br />
confrontarci con le varie<br />
Associazioni Economiche; incontrare<br />
gli studenti delle Scuole<br />
Medie Superiori; avvicinare le varie<br />
Aziende Artigianali e Commerciali<br />
operanti in Città; avere rapporti privilegiati<br />
con le altre Associazioni<br />
Onlus che operano nel mondo<br />
della prevenzione sanitaria. Il<br />
nostro slogan vuole essere “L’<strong>Avis</strong><br />
incontra la Città”.<br />
Abbiamo già avviato alcune<br />
manifestazioni: insieme alla Lega<br />
Italiana per la Lotta ai Tumori<br />
(LILT) una “cicloturistica” per il 31<br />
Maggio il cui tema è “Lascia la<br />
sigaretta, monta la bicicletta” sulla<br />
prevenzione del tumore ai polmoni.<br />
Per metà Giugno abbiamo programmato<br />
una “due giorni” di sport,<br />
spettacolo e iniziative varie, organizzato<br />
dal “Gruppo Giovani”<br />
dell’<strong>Avis</strong>, insieme al Comune di<br />
<strong>Ragusa</strong>.<br />
La sede ragusana dell’AVIS<br />
Nei mesi a venire l’impegno nostro<br />
sarà quello di sperimentare nuove<br />
formule per raggiungere quanti più<br />
giovani possibili da iscrivere all’<strong>Avis</strong>,<br />
per far si che la fascia di donatori dai<br />
18/25 anni sia in percentuale ancora<br />
più consistente in modo che negli<br />
anni a venire si abbia sempre un<br />
ricambio generazionale.<br />
Giovanni Dimartino<br />
Auguri per i 30 anni<br />
Abbiamo da poco festeggiato i 30 anni di vita dell’AVIS di <strong>Ragusa</strong> ed<br />
è stato, questo, un momento bello e significativo anche per tutta la<br />
nostra comunità provinciale che ha sempre issato alta la bandiera<br />
della solidarietà.<br />
L’AVIS è una realtà associativa simbolo nella provincia di <strong>Ragusa</strong>,<br />
alla quale siamo legati da vincoli di amicizia, simpatia e affetto.<br />
Sono sentimenti che si associano ad un legittimo orgoglio perché<br />
l’AVIS iblea primeggia in tutta Italia tra le benemerite Associazioni di<br />
volontoriato; questo orgoglio non deve bastarci, ma ci deve rendere<br />
ancora più partecipi degli scopi e dell’attività dell’Associazione.<br />
Un invito quindi a tutti i cittadini iblei a essere sempre vicini all’AVIS<br />
ed a sostenere la sua attività, con l’augurio di sempre maggiori<br />
successi al servizio della sofferenza e dei bisogni della nostra<br />
comunità.<br />
Ing. Giovanni Franco Antoci<br />
Presidente della Provincia Regionale di <strong>Ragusa</strong><br />
2<br />
Anno XXV<br />
N. 1 - <strong>Aprile</strong> <strong>2009</strong>
PENSARE CON I NUMERI<br />
Nel tempo della crisi<br />
Siamo in piena crisi: finanziaria,<br />
psicologica, economica, occupazionale,<br />
morale. Per molti, è la crisi<br />
del pensiero unico liberista, la cui origine<br />
finanziaria, esplosa negli USA e<br />
diffusasi a livello internazionale, non<br />
ha saputo evitare speculazioni sui<br />
prezzi dell’energia, del grano, delle<br />
materie prime, prima saliti alle stelle,<br />
oggi discesi a livelli da svendita. Il<br />
passo verso il crollo occupazionale è<br />
stato breve (sono di queste settimane<br />
le notizie del ricorso alla mobilità e<br />
alla cassa integrazione anche in molte imprese storiche<br />
ragusane) e sono emersi i sintomi della crisi sociale,<br />
con l’aumento del senso di precarietà.<br />
In Sicilia, i segnali della crisi si toccano con mano:<br />
crollo della domanda regionale e nazionale, concorrenza<br />
dei mercati di produzione emergenti (Nord-<br />
Africa, Cina, Europa dell’Est), scarsa capacità di<br />
proiezione internazionale, persistenza di vincoli infrastrutturali<br />
(trasporti), sociali (mafia) e amministrativi<br />
(immobilismo e corruzione della P.A.) alla possibilità di<br />
investimenti esteri sul territorio isolano.<br />
Non aiutano le scelte dei Governi Nazionali: il rigore<br />
è servito finora a trasferire risorse dalla produzione<br />
all’assistenzialismo (Alitalia, sanatoria dei debiti dei<br />
comuni di Catania e di Roma), dal sud al nord (defiscalizzazione<br />
degli straordinari, tagli all’istruzione pubblica,<br />
tagli del 25% al Fondo per le Aree<br />
Sottosviluppate) e dai ceti popolari ai ceti abbienti<br />
(abolizione totale dell’ICI sulle abitazioni di lusso).<br />
Non aiuta neppure la Regione Siciliana, con il dato<br />
(98,6%) che ha visto un uso dei fondi strutturali europei,<br />
unica risorsa per lo sviluppo futuro, impiegati per<br />
le esigenze di gestione ordinaria anziché per gli investimenti<br />
produttivi. La Sicilia è passata dal 181° al 199°<br />
posto fra le 208 regioni europee. Il suo PIL pro capite<br />
è disceso dal 67,8% della media europea a meno del<br />
59,8%.<br />
Qualcuno, anni fa, ha parlato di <strong>Ragusa</strong> come “l’Altra<br />
Sicilia”, o come “Modello <strong>Ragusa</strong>”, i cui punti di forza<br />
erano e sono noti: 1ª in Sicilia per densità di imprese<br />
rispetto alla popolazione (9,6%), 1ª per minor tasso di<br />
disoccupazione, 1ª per valore aggiunto in agricoltura,<br />
1^ in Italia per superficie immobiliare pro capite, 1ª per<br />
qualità gestionale della sua banca (BAPR) rispetto alle<br />
I diagrammi della crisi<br />
IBLEA<br />
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altre banche popolari, 1ª per tasso di<br />
sindacalizzazione (3ª in Italia), 1ª per<br />
quote di mercato nei settori zootecnico-caseario<br />
(60%), chimico-plastico<br />
per l’agricoltura (60%), dei materiali<br />
edili e lapidei di pregio (3ª in Italia<br />
dopo Verona e Carrara), 1ª per saldo<br />
attivo della bilancia commerciale<br />
import-export, 1ª per indice di coesione<br />
sociale e volontariato diffuso (1ª<br />
AVIS in Sicilia), 1ª per minor incidenza<br />
dei fenomeni mafiosi e per minor<br />
numero di truffe.<br />
Ma i segnali di crisi del modello sono oggi evidenti.<br />
Non è un problema di dati in valore assoluto, che tuttora<br />
resistono nell’ambito dell’economia siciliana, ma<br />
di “trend” negativi in atto: è calato il saldo della natimortalità<br />
imprenditoriale, l’incremento del PIL è, nel<br />
2007, il più basso della Sicilia, il tasso di occupazione<br />
si è ridotto, nello stesso anno, più che nelle altre province<br />
siciliane.<br />
Affrontare la crisi richiederebbe investimenti per l’innovazione,<br />
onesta formazione delle risorse umane,<br />
cooperazione fra imprese, consorzi fra comuni e province,<br />
internazionalizzazione. Tuttavia, esistono profondi<br />
ostacoli al cambiamento: cultura individualistica,<br />
micro-dimensione, sottocapitalizzazione, lentezza<br />
delle pubbliche amministrazioni, inconsistenza della<br />
rappresentanza politica. E proprio in questo quadro<br />
diventa necessario, e non solo eticamente auspicabile,<br />
tentare esperienze di sviluppo “solidale”… l’idea del<br />
distretto del Sud-Est, con l’esperienza, ad esempio,<br />
del Tavolo interprovinciale dei Trasporti e quella dei<br />
distretti integrati sono idee giuste e vincenti.<br />
La solidarietà, valore testimoniato e incarnato dalla<br />
nostra AVIS, diventa oggi, con la crisi, anche fattore<br />
essenziale di un nuovo modello di sviluppo. E il bene<br />
comune, di fronte ai 7,5 milioni di italiani al di sotto<br />
della soglia di povertà, 9,5 milioni di persone impiegate<br />
in lavori precari (vedasi “Il lavoro non è una merce,<br />
contro la flessibilità”, di Luciano Gallino, Ed.Laterza), e<br />
a un ceto medio falcidiato dall’aumento dei prezzi reali<br />
e dai tagli ai servizi pubblici locali, torna ad essere,<br />
anche a <strong>Ragusa</strong>, obiettivo primario e vitale dell’azione<br />
sociale dei cittadini. Questa è la mia convinzione: l’idea<br />
di un ben-essere comune!<br />
Gian Piero Saladino<br />
Anno XXV<br />
N. 1 - <strong>Aprile</strong> <strong>2009</strong> 3
IBLEA<br />
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ATTUALITA’<br />
La tragedia e la bellezza<br />
Scriviamo queste brevi riflessioni<br />
mentre si susseguono<br />
con litanica ripetitività immagini e<br />
notizie di morte, di sofferenza, di<br />
distruzione.<br />
La disperante cronaca del dolore,<br />
che sta martoriando il vissuto<br />
del popolo d’Abruzzo.<br />
L’angosciante resoconto dell’abbattimento,<br />
dello scoraggiamento,<br />
dello sconforto.<br />
Illusioni schiacciate sotto le<br />
rovine delle case, delle chiese,<br />
dei monumenti, degli edifici pubblici;<br />
vite stroncate, giovani sogni<br />
sepolti sotto la polvere e le macerie.<br />
Come una candela<br />
ne accende un’altra<br />
e così si trovano accese<br />
migliaia di candele,<br />
così un cuore ne accende<br />
un altro e così si accendono<br />
migliaia di cuori.<br />
Lev Tolstoi<br />
Ma accanto alla tragedia, al<br />
dolore intollerabile, osceno, disumano<br />
si colgono i segni riconoscibili<br />
della bellezza, della speranza,<br />
della vita.<br />
Essi si esplicitano nel silenzio<br />
dignitoso, composto di chi ha<br />
perso gli affetti più cari, la propria<br />
identità, il proprio passato, il proprio<br />
futuro.<br />
La testimonianza nutriente e<br />
confortante resa dagli uomini<br />
politici di lavorare con unità di<br />
intenti e lucida consapevolezza<br />
alla ri-costruzione del bene<br />
comune.<br />
L’abilità comunicativa della<br />
stampa che racconta la tragedia<br />
senza spettacolarizzare il dolore,<br />
rispettando -quasi con religiosa<br />
compostezza- la indicibile sofferenza<br />
dei tanti, dei molti, dei troppi.<br />
La professionalità, la dedizione,<br />
lo spirito di servizio e di sacrificio<br />
degli innumerevoli uomini delle<br />
istituzioni cha mettono in rete, a<br />
fattor comune, risorse umane e<br />
materiali, saperi professionali e<br />
culture organizzative, contaminandosi<br />
secondo prassi virtuose<br />
ormai consolidate, senza ansie<br />
identitarie e fecondandosi reciprocamente:<br />
protezione civile,<br />
vigili del fuoco, forze dell’ordine,<br />
amministratori locali, esercito ed<br />
ogni altra soggettualità coinvolta<br />
nelle operazioni di soccorso e di<br />
ricostruzione.<br />
Ad affiancarli, a dare una mano<br />
il volontariato con la sua febbrile<br />
operosità: tra le macerie, come<br />
tra le tendopoli, tra le vie abbandonate<br />
e deserte dei centri abitati<br />
e nei presidi sanitari e di pronto<br />
soccorso sociale.<br />
Una linfa vitale che continuamente<br />
sui rigenera e si moltiplica.<br />
Carovane di solidarietà che muovono<br />
verso l’Abruzzo. Flussi di<br />
risorse finanziarie continuamente<br />
alimentati per sostenere: oggi il<br />
soccorso e domani la ricostruzione.<br />
Non c’è simbolismo più immaginifico<br />
di quello delle mani per<br />
descrivere l’instancabile azione<br />
“Tante cose ho imparato da voi,<br />
gli uomini<br />
Ho imparato che un uomo<br />
ha il diritto di guardarne un altro<br />
dall’alto al basso<br />
solamente quando deve aiutarlo<br />
ad alzarsi”<br />
Gabriel Garcia Marquez<br />
del volontariato. Sono mani che<br />
scavano, che confortano, che<br />
rassicurano, che sostengono,<br />
che consolano, che si stringono,<br />
che incoraggiano a riaccendere<br />
la fiammella della speranza, che<br />
aiutano ad elaborare il dolore.<br />
Con l’amore non si fa<br />
commercio al mercato.<br />
La sua gioia,<br />
come la gioia dell’intelletto,<br />
è di sentirsi vivo.<br />
Lo scopo dell’amore è<br />
amare né più, né meno.<br />
Oscar Wilde<br />
E’ quell’inestimabile capitale<br />
sociale, quella forza preziosa ed<br />
insostituibile del volontariato che<br />
ogni giorno nella ordinarietà e<br />
nell’emergenza sa farsi carico<br />
della sofferenza degli altri, degli<br />
ultimi dei perdenti, sa annunciare<br />
l’esperienza della felicità pubblica,<br />
sa rivolgere ai giovani il messaggio<br />
vivifico dell’essere uomini<br />
solidali.<br />
Il Paese, come ha scritto il<br />
Direttore De Bortoli nel magistrale<br />
articolo di fondo del 10 aprile,<br />
con cui si è ripresentato ai suoi<br />
lettori del Corriere della Sera,<br />
“non si trasforma o si scopre<br />
diverso, ma mostra alcune delle<br />
sue tante qualità”.<br />
Tra queste la grande generosità<br />
di questa comunità nazionale,<br />
la grande generosità, diciamo<br />
4<br />
Anno XXV<br />
N. 1 - <strong>Aprile</strong> <strong>2009</strong>
noi che di volontariato viviamo e<br />
nel volontariato crediamo, dell’andare<br />
verso l’altro con tutta<br />
l’intelligenza del cuore, senza<br />
calcoli, senza opportunismi, per<br />
la sola gioia di dare, di donare<br />
gratuitamente ed anonimamente.<br />
E’ questo il giacimento valoriale<br />
del volontariato, che con la ricchezza<br />
del suo arcipelago è<br />
capace di mobilitare competenze<br />
ed emotività, know-how ed entusiasmo,<br />
umanità ed efficienza<br />
integrandosi sinergicamente -<br />
umile e duttile- con le agenzie<br />
istituzionali chiamate a dispiegare<br />
il servizio pubblico nelle sue<br />
molteplici declinazioni, fino a<br />
diventarne il “valore aggiunto”.<br />
Abbiamo più volte sostenuto<br />
che il volontariato genera valore.<br />
Mi voglio qui soffermare in particolare<br />
sulla capacità di armonizzare<br />
le sue diverse espressioni,<br />
ispirazioni, anime e sensibilità;<br />
sulla forza di farsi luogo di reciproco<br />
arricchimento dove non<br />
c’è spazio per particolarismi,<br />
ATTUALITA’<br />
intolleranze, radicalismi identitari,<br />
fondamentalismi, sulla tenacia<br />
nel costruire scenari in cui la<br />
diversità e la differenza sanno<br />
trasformarsi fruttuosamente in<br />
complementarietà e condivisione.<br />
Nel volontariato si conferma<br />
che ogni uomo, come sostiene<br />
sapientemente Enzo Bianchi,<br />
priore della comunità monastica<br />
di Bose è “capax boni, capace di<br />
discernere tra bene e male in<br />
virtù di un indistruttibile sigillo nel<br />
suo cuore ……….”. “Si tratta per<br />
tutti - credenti e non credenti,<br />
cattolici, atei ed agnostici, di<br />
essere fedeli alla terra, fedeli<br />
all’uomo, vivendo ed agendo<br />
umanamente, credendo nell’amore,<br />
parola si abusata oggi e<br />
sovente svuotata di significato,<br />
ma parola unica che resta nella<br />
grammatica universale per esprimere<br />
il luogo in cui l’essere<br />
umano si sente chiamato”.<br />
E la vocazione non può che<br />
essere quella di “uno slancio<br />
continuamente rinnovato, di un<br />
IBLEA<br />
IBLEA<br />
IBLEA<br />
IBLEA<br />
IBLEA<br />
IBLEA<br />
supplemento speciale” come<br />
annunzia il Cardinale Tettamanzi<br />
“di fraternità e solidarietà, una<br />
nuova primavera sociale fatta di<br />
volontariato, di mutuo soccorso,<br />
di cooperazione da far fiorire,<br />
perché insieme, solo insieme è<br />
possibile affrontare e superare le<br />
difficoltà che sperimentiamo e si<br />
prospettano”.<br />
Solo così la luce di speranza e<br />
di vita può squarciare le tenebre<br />
della notte oscura.<br />
Giovanni Scifo<br />
Che il vostro cuore<br />
sia sempre colmo d’amore.<br />
Una vita senza amore è come<br />
un giardino senza sole<br />
e con i fiori appassiti.<br />
La coscienza di amare<br />
e di essere amati<br />
regalano tale calore<br />
e ricchezza alla vita<br />
che nient’altro può portare.<br />
O. Wilde<br />
Anno XXV<br />
N. 1 - <strong>Aprile</strong> <strong>2009</strong> 5
IBLEA<br />
IBLEA<br />
IBLEA<br />
IBLEA<br />
IBLEA<br />
IBLEA<br />
INFORMAZIONE SCIENTIFICA<br />
L’orgoglio di donare il sangue a “<strong>Ragusa</strong>”<br />
Essere donatore è di per sé motivo di soddisfazione e di orgoglio<br />
ma se tutto funziona meglio “Si può fare di più”<br />
La trasfusione è un Trapianto<br />
Tutti i donatori conoscono bene<br />
i due sistemi principali dei gruppi<br />
sanguigni: AB0 ed Rh!<br />
La ricerca dei donatori in gran<br />
parte viene effettuata sulla base<br />
di questi due sistemi principali,<br />
ma non è sempre così!<br />
La trasfusione è un trapianto di<br />
un tessuto a consistenza liquida<br />
e come tale è soggetto a tutte le<br />
leggi che regolano la compatibilità<br />
tissutale con le note conseguenze<br />
di rigetto!<br />
La presenza di anticorpi verso<br />
antigeni dei globuli rossi dei<br />
sistemi dei gruppi sanguigni<br />
minori rappresenta a volte nei<br />
pazienti politrasfusi un problema<br />
per il reperimento di unità prive<br />
dell’antigene corrispondente.<br />
Avere a disposizione donatori<br />
periodici tipizzati per i sistemi<br />
gruppo ematici minori rende possibile<br />
a volte in breve tempo il<br />
reperimento di unità di emazie<br />
compatibili.<br />
Tutto questo assume una<br />
valenza ancora maggiore se nel<br />
proprio Ospedale accedono<br />
pazienti politrasfusi come talassemici<br />
e talassodrepanocitici.<br />
Cosa abbiamo fatto a <strong>Ragusa</strong><br />
Nel nostro Ospedale è stata<br />
eseguita una ricerca sulla specificità<br />
degli anticorpi di più frequente<br />
riscontro e sul loro coinvolgimento<br />
in reazioni trasfusionali<br />
immediate e ritardate.<br />
Gli anticorpi identificati avevano<br />
una specificità contro gli antigeni<br />
gruppoematici (Rh: Cc DDw Ee<br />
Cw; MNSs; Kidd; Duffy; Kell/cellano).<br />
A questo punto sono stati ricercati<br />
sui donatori periodici delle 5<br />
<strong>Avis</strong> Comunali convenzionate<br />
con l’Azienda Ospedaliera gli<br />
stessi antigeni con sistema automatico<br />
Galileo (Immucor<br />
Gamma ® ), e i dati sono stati trasmessi<br />
in automatico al sistema<br />
gestionale regionale Emonet.<br />
Abbiamo deciso di individuare<br />
delle precise caratteristiche per i<br />
donatori da sottoporre alla tipizzazione<br />
estesa, tenendo presente<br />
che i donatori più giovani (18-<br />
40 anni) ci danno una aspettativa<br />
donazionale potenziale da 25 a<br />
47anni! I parametri selezionati<br />
sono stati i seguenti:<br />
1. Età: dai 18 ai 40 anni<br />
2. Gruppi: tutti i gruppi AB0<br />
3. Quali donatori: solo quelli abilitati<br />
alla donazione di globuli<br />
rossi.<br />
Tra i donatori afferenti alle varie<br />
AVIS 3859 soggetti hanno le suddette<br />
caratteristiche e al 31-12-<br />
2008, ne sono stati già tipizzati<br />
ben 3025.<br />
A cosa è servito tutto questo<br />
lavoro e tutto questo investimento<br />
economico<br />
La tipizzazione estesa ai sistemi<br />
minori di 3025 donatori ha<br />
facilitato il reperimento di sangue<br />
compatibile negli ultimi tre anni<br />
nei seguenti casi.<br />
In un piccolo paziente talassemico,<br />
dopo un’importante reazione<br />
trasfusionale ritardata, è stato<br />
identificato un allo anticorpo anti-<br />
Jka. Il nostro data base ci ha consentito<br />
di trovare 153 donatori<br />
con fenotipo Rh CcDee Kell neg<br />
Jka neg. Un efficiente sistema di<br />
convocazione ha consentito di<br />
garantire la regolarità della trasfusione.<br />
In una paziente talassodrepanocitica<br />
(B+ CcDEe kell -), sono<br />
stati identificati gli anticorpi anti<br />
Kell ed anti f. Il nostro data base<br />
ci ha consentito di trovare sempre<br />
donatori R1R1 ed R2R2 kell<br />
negative consentendoci di effettuare<br />
con cadenza bimestrale<br />
uno scambio eritrocitario con<br />
separatore cellulare con sei unità<br />
per seduta.<br />
In un paziente con talassemia<br />
intermedia sono stati identificati<br />
due alloanticorpi, anti Jkb anti S,<br />
ed un auto anticorpo a specificità<br />
anti C. Il nostro data base ci ha<br />
consentito di trovare 52 donatori<br />
con identico fenotipo.<br />
In un giovane paziente con<br />
insufficienza renale cronica, di<br />
gruppo (0 + CcDee kell -) sono<br />
stati identificati due allo anticorpi<br />
anti E ed anti Jkb. Sono stati trovati<br />
105 donatori con identico<br />
fenotipo.<br />
Nel corso del 2007 abbiamo<br />
avuto una richiesta urgente proveniente<br />
da altra Regione di<br />
emazie 0 POS CcDee, cellano<br />
negative. 8 i donatori trovati<br />
con tali caratteristiche. 6 unità<br />
consegnate in più riprese di cui le<br />
prime due dopo scongelamento.<br />
Nel corso del 2008 abbiamo<br />
avuto una richiesta urgente del<br />
CRS girata dal CNS di emazie 0<br />
neg, Jka -; Duffy b-; ssNN;<br />
Il nostro data base ci ha consentito<br />
di trovare un solo donato-<br />
6<br />
Anno XXV<br />
N. 1 - <strong>Aprile</strong> <strong>2009</strong>
INFORMAZIONE SCIENTIFICA<br />
IBLEA<br />
IBLEA<br />
IBLEA<br />
IBLEA<br />
IBLEA<br />
IBLEA<br />
re identico.<br />
Nell’<strong>Aprile</strong> del <strong>2009</strong> è pervenuta<br />
una richiesta dal CRS per due<br />
pazienti ricoverati presso la<br />
Rianimazione dell’Ospedale di<br />
Cefalù di numerose unità 0 POS<br />
CcDee, cellano negative.<br />
Il SIMT di <strong>Ragusa</strong> è stato in<br />
grado di fornire entro le ore 14<br />
dello stesso giorno due unità con<br />
quelle caratteristiche in quanto,<br />
vista la rarità del gruppo si era<br />
provveduto, con grande oculatezza,<br />
al congelamento a – 60 °C<br />
di due unità. (Tempo di conservazione<br />
possibile 10 anni invece<br />
che 42 giorni)<br />
L’AVIS di <strong>Ragusa</strong> con grande<br />
efficienza ha inviato il giorno successivo<br />
altri 5 donatori con<br />
quelle caratteristiche.<br />
In totale le AVIS afferenti al<br />
SIMT di <strong>Ragusa</strong> dispongono di<br />
22 donatori con genotipo KK su<br />
oltre 10.000 donatori tipizzati per<br />
Kell e Cellano.<br />
L’Ospedale di Trento solo dopo<br />
due giorni ha potuto inviare altre<br />
4 unità.<br />
Una volta tanto siamo stati i<br />
più veloci in Italia a fornire il<br />
sangue giusto per quei pazienti<br />
siciliani di Cefalù e la risposta<br />
è venuta da donatori siciliani!!!<br />
La nostra esperienza anche se<br />
riferita ad un esiguo numero di<br />
casi sembra confermare l’utilità di<br />
estendere la tipizzazione dei giovani<br />
donatori ai gruppi sanguigni<br />
minori. Abbinare il congelamento<br />
di emazie compatibili con pazienti<br />
politrasfusi immunizzati mano a<br />
mano che i donatori si presentano<br />
potrebbe aiutare a garantire<br />
nel tempo la regolarità della trasfusione<br />
cronica e il reperimento<br />
di emazie con fenotipo raro.<br />
L’orgoglio di essere un donatore<br />
di sangue a <strong>Ragusa</strong> viene premiato<br />
ed amplificato ulteriormente<br />
dal fatto che una buona organizzazione<br />
immunoematologica<br />
ci dà la possibilità di essere più<br />
utili ed in grado di aiutare anche i<br />
pazienti più complessi e più difficili<br />
da curare.<br />
Cari donatori<br />
Grazie<br />
Il Direttore Sanitario<br />
Dr Pietro Bonomo<br />
Nell’immagine sono raffigurati<br />
i numerosi antigeni sulla<br />
membrana dei globuli Rossi:<br />
Rh: Cc DDw Ee Cw; MNSs;<br />
Kidd; Duffy; Kell/cellano Etc.<br />
Etc.<br />
Anno XXV<br />
N. 1 - <strong>Aprile</strong> <strong>2009</strong> 7
IBLEA<br />
IBLEA<br />
IBLEA<br />
IBLEA<br />
IBLEA<br />
IBLEA<br />
INFORMAZIONE SCIENTIFICA<br />
Una ricerca nel territorio<br />
Grazie all’AIL <strong>Ragusa</strong> è stato possibile realizzare<br />
un opuscolo su Leucemie, Linfomi e<br />
Mieloma in provincia di <strong>Ragusa</strong> presentato in<br />
anteprima il 20 <strong>Aprile</strong> presso la sala AVIS. La<br />
monografia che ha carattere informativo/divulgativo<br />
contiene i dati di 25 anni di registrazione da<br />
parte del Registro tumori di <strong>Ragusa</strong>.<br />
In maniera semplice e descrittiva viene presentata<br />
l’occorrenza delle neoplasie maligne del sistema<br />
emolinfopoietico in provincia di <strong>Ragusa</strong> dal<br />
1981 al 2005. Le misure epidemiologiche riportate<br />
nel testo che è arricchito di grafici e tabelle di facile<br />
comprensione sono: l’incidenza, la prevalenza,<br />
il numero annuale di ricoveri, l’andamento temporale,<br />
la sopravvivenza e la distribuzione dei casi<br />
nel territorio. Ogni anno in provincia di <strong>Ragusa</strong><br />
ammalano di una neoplasia emolinfopoietica<br />
mediamente 158 persone (5 o 6 di età inferiore ai<br />
20 anni) e si verificano 423 ricoveri a causa di<br />
queste malattie. Gli istogrammi dei grafici mostrano<br />
confronti intra-provinciali e confronti con il dato<br />
dei registri tumori italiani (“Italia 98-02”) pubblicato<br />
nella monografia dell’Associazione Italiana dei<br />
Registri Tumori (AIRTum) nel 2006. Solo il comune<br />
di Giarratana ha un tasso d’incidenza standardizzato<br />
superiore a quello italiano nel sesso<br />
maschile (80.2), tuttavia non statisticamente significativo.<br />
Analogamente non sono statisticamente<br />
significativi i valori calcolati per quei comuni che<br />
hanno un tasso superiore o inferiore rispetto a<br />
quello dell’intera provincia di <strong>Ragusa</strong>.<br />
Quest’ultima ha un tasso standardizzato di incidenza<br />
di 30.1 negli uomini e di 20.1 nelle donne,<br />
mentre in Italia il tasso è rispettivamente di 63.2 e<br />
43.1: le minori incidenze nei due sessi in provincia<br />
di <strong>Ragusa</strong> rispetto all’Italia sono statisticamente<br />
significative.<br />
L’impatto dei tumori emolifopoietici può essere<br />
ben rappresentato anche dalla misura epidemiologica<br />
definita come prevalenza: cioè il numero di<br />
persone malate e curate (e viventi) in un determinato<br />
momento. Nella provincia di <strong>Ragusa</strong> i pazienti<br />
o ex-pazienti onco-ematologici al 31.12.2005<br />
erano 632 (tasso: 206.0 x 100.000 abitanti): mentre<br />
343 di questi soggetti (tasso: 111.8 x 100.000)<br />
erano malati da 5 o meno anni, 289 di essi (tasso:<br />
94.2 x 100.000) avevano avuto una diagnosi<br />
Confronto geografico dei tassi standardizzati dei comuni della provincia di <strong>Ragusa</strong><br />
Sistema emolinfopoietico (escluso sindromi mielodiplastiche) - periodo 2001/2005<br />
U O M I N I<br />
Confronto geografico dei tassi standardizzati dei comuni della provincia di <strong>Ragusa</strong><br />
Sistema emolinfopoietico (escluso sindromi mielodiplastiche) - periodo 2001/2005<br />
D O N N E<br />
onco-ematologica da più di 5 anni: 85 soggetti con<br />
storia di malattia compresa tra 5 e 8 anni, 139 tra<br />
8 e 15 anni e 65 da oltre 15 anni (tabella 5). Inoltre<br />
nel quinquennio 2001-2005 si sono verificati 2.117<br />
ricoveri per tumori maligni del sistema emolinfopoietico<br />
rappresentando lo 0.65% del totale di tutti<br />
i ricoveri ospedalieri di pazienti della provincia di<br />
<strong>Ragusa</strong> in tutti gli ospedali italiani. La tabella 3<br />
riporta il tasso di ospedalizzazione a causa di queste<br />
malattie per mille abitanti che è stato pari a<br />
1.43 ricoveri ogni mille residenti ed è variato da un<br />
minimo di 0.83 a Pozzallo a un massimo di 2.51<br />
a Giarratana; solo il tasso di ospedalizzazione di<br />
Chiaramonte pari a 2.32 ha una significatività statistica<br />
“borderline” nei confronti dell’intera provincia.<br />
8<br />
Anno XXV<br />
N. 1 - <strong>Aprile</strong> <strong>2009</strong>
INFORMAZIONE SCIENTIFICA<br />
IBLEA<br />
IBLEA<br />
IBLEA<br />
IBLEA<br />
IBLEA<br />
IBLEA<br />
Il Grafico mostra che sia nel sesso maschile che<br />
in quello femminile il tasso standardizzato alla<br />
popolazione europea per 100.000 dei 5 quinquenni<br />
dal 1981 al 2005 è in costante aumento, pur evidenziandosi<br />
una lieve flessione negli uomini nel<br />
periodo 1996-2000. Nel sesso maschile si è passati<br />
dal 23.0 del 1981-85 al 30.1 del 2001-2005,<br />
mentre nel sesso femminile si è passati da 15.0 a<br />
20.1 rispettivamente.<br />
L’opuscolo riporta anche l’analisi di sopravvivenza<br />
denominata “sopravvivenza relativa” che tiene<br />
conto dell’aspettativa di vita o mortalità intrinseca<br />
(cioè per tutte le cause) della popolazione della<br />
provincia di <strong>Ragusa</strong>, nei 4 quinquenni 1982-85,<br />
1986-89, 1990-94 e 1995-99, in cui sono state diagnosticate<br />
queste neoplasie. Le percentuali sono<br />
confrontate con quelle italiane (Italia*: cosiddetto<br />
pool dei registri tumori italiani, pubblicazione<br />
AIRTum 2007). I risultati dell’analisi dimostrano<br />
che anche in provincia di <strong>Ragusa</strong> si evidenzia un<br />
notevole incremento della probabilità di sopravvivere,<br />
analogamente a quello che è successo nel<br />
resto d’Italia. Nello specifico, quando si considerano<br />
tutte assieme le leucemie (linfatica, mieloide e<br />
le altre rare forme), la sopravvivenza a 5 anni dei<br />
casi registrati nel 1995-1999, in provincia di<br />
<strong>Ragusa</strong>, è maggiore di quella italiana, mentre nel<br />
caso dei linfomi non Hodgkin (LNH) la sopravvivenza<br />
è inferiore. Queste differenze non sono statisticamente<br />
significative. In breve…i dati più<br />
recentemente pubblicati mostrano che in provincia<br />
di <strong>Ragusa</strong> la percentuale di sopravvivenza a 5<br />
anni dalla diagnosi è del 51% negli uomini e del<br />
49% nelle donne; nei 20 anni di osservazione questa<br />
percentuale è all’incirca quintuplicata sia negli<br />
uomini che nelle donne: infatti una persona con<br />
Tassi di incidenza standardizzati alla popolazione europea<br />
Sistema emolinfopoietico per periodo<br />
una diagnosi di leucemia alla fine degli ’90 ha<br />
avuto il 40% di probabilità in più di sopravvivere<br />
rispetto a chi si era ammalato agli inizi degli anni<br />
’80. Questo trend si osserva anche per i LNH, seppure<br />
in maniera meno evidente. Infine l’analisi territoriale<br />
e le stime dei rischi relativi evidenziano<br />
che una persona residente nel territorio del comune<br />
di Vittoria ha avuto, nel periodo 2001-2005, il<br />
15% in più di probabilità di ammalarsi di un tumore<br />
del sistema emolinfopoietico rispetto agli abitanti<br />
degli altri comuni della provincia di <strong>Ragusa</strong>.<br />
Si è evidenziata anche una concentrazione di leucemie<br />
linfatiche croniche (LLC) solo nell’area<br />
Acate-Comiso-Vittoria, e di Mieloma solo a<br />
Giarratana-Monterosso; si è osservata anche una<br />
aggregazione di leucemie linfatiche acute (LLA) in<br />
età infantile – adolescenziale solamente nel territorio<br />
di Acate-Vittoria. Questi ultimi risultati non<br />
sono conclusivi e meritano ulteriori approfondimenti<br />
mediante studi di tipo analitico.<br />
Rosario Tumino<br />
A nome del gruppo di lavoro del<br />
Registro Tumori di <strong>Ragusa</strong><br />
Le SDO con menzione di emolinfopatia<br />
maligna in provincia di <strong>Ragusa</strong>.<br />
Uomini + Donne, 2001-2005<br />
Anno XXV<br />
N. 1 - <strong>Aprile</strong> <strong>2009</strong> 9
IBLEA<br />
IBLEA<br />
IBLEA<br />
IBLEA<br />
IBLEA<br />
IBLEA<br />
Si può rendere un reale servizio ai malati oncoematologici<br />
con la realizzazione di un convegno<br />
Si. E’ stata la risposta dell’Ail <strong>Ragusa</strong>; poiché condividere<br />
e divulgare dati e notizie che possono contribuire<br />
all’attività e alle iniziative delle istituzioni politiche e<br />
sanitarie per la salute dei cittadini, facilitare gli scambi<br />
di informazione scentifica è un mezzo per rendere un<br />
servizio alla comunità.<br />
Il convegno dal titolo “Territorio e Ambiente: 25 anni di<br />
registrazione dei tumori emolinfoietici in provincia di<br />
<strong>Ragusa</strong>” è stato organizzato<br />
dall’Ail <strong>Ragusa</strong> proprio per divulgare<br />
i dati, raccolti dal Registro<br />
Tumori di <strong>Ragusa</strong> attraverso i<br />
quali comprendere meglio il rapporto<br />
tra ambiente e salute tra<br />
territorio e tumori. Gli stessi dati<br />
sono raccolti in un opuscolo che<br />
chiunque può ritirare presso la<br />
sede operativa dell’Ail <strong>Ragusa</strong>,<br />
in via Archimede, 17/E. Dalla<br />
disamina dei dati è emerso che<br />
purtroppo anche in provincia, la<br />
percentuale di malati oncoematologici<br />
è aumentata e che il<br />
trend è in aumento così come<br />
nel resto del paese o del mondo.<br />
E’ stato più volte sottolineato, dal<br />
Dott. Rosario Tumino, dirigente del Rtr che i numeri non<br />
possono certificare che in una zona rispetto ad un’altra<br />
c’è più possibilità di ammalarsi ma dalla obiettività dei<br />
numeri è emerso che in alcuni territori della provincia ci<br />
sono più malati rispetto ad altri anche se con lo studio<br />
osservazionale che è stato condotto sino ad oggi non<br />
può essere attribuito a una specificacausa. Il convegno<br />
quindi, ha voluto dare lo spunto affichè ogni Comune<br />
possa avviare studi e ricerche e conoscere i fattori di<br />
rischio e le principali sorgenti di inquinamento per trovare<br />
gli accorgimenti utili a ridurre i danni sulla qualità<br />
dell’ambiente e quindi sulla salute e integrare comunicazione<br />
ed interventi non solo a livello locale ma anche<br />
regionale e nazionale.<br />
Ma anche molte buone notizie sono state date.<br />
Per i malati oncoematologici la possibilità di sopravvivenza<br />
in 20 anni, in provincia di <strong>Ragusa</strong>, è quintuplicata.<br />
Questo sicuramente è dovuto alla ricerca ed ai grandi<br />
risultati a cui è arrivata, ai traguardi cui tende che<br />
dovranno rendere le leucemie malattie sempre più<br />
guaribili.<br />
INFORMAZIONE SCIENTIFICA<br />
Al servizio dei malati oncoematologici<br />
Al microscopio per una ricerca efficace<br />
Le famose “medicine intelligenti”, di cui ha parlato il<br />
prof. F. Di Raimondo, dell’università di Catania, danno<br />
la possibilità non solo di lunghi periodi di sopravvivenza<br />
ma di una migliore qualità della vita. Infatti queste<br />
medicine “bombardano” solo le cellule tumorali e non<br />
vanno a bersagliare indistintamente tutti gli organi. Ad<br />
oggi, comunque, in in provincia, ci sono 800 e forse più<br />
malati di tumori del sangue, che hanno bisogno di cure<br />
e di controlli periodici che purtotroppo non possono<br />
essere fatte in loco. Significa che un migliaio di malati<br />
e rispettive famiglie debbono<br />
sobbarcarsi lunghi periodi di faticosi<br />
viaggi e sostenere costi per<br />
raggiungere i centri specialistici<br />
di ematologia. L’Ail <strong>Ragusa</strong><br />
auspica che i centri specialistici<br />
di ematologia di Palermo,<br />
Catania, Messina diano cure<br />
eccellenti nel momento acuto<br />
della malattia e che non siano<br />
affollati per controlli di routine.<br />
L’Ail <strong>Ragusa</strong> ha a cuore i malati<br />
e non può non cogliere al volo<br />
tutte quelle occasioni che permettono<br />
di sottolineare le esigenze<br />
e i bisogni di chi soffre, e<br />
quindi approfittando della presenza,<br />
al convegno, del dott.<br />
Fulvio Manno direttore generale dell’AUSL n.7 e dott.<br />
Calogero Termini direttore generale dell’Azienda<br />
Ospedaliera di <strong>Ragusa</strong>, dei tanti rappresentati delle<br />
forze politiche locali e regionali chiede a viva voce che<br />
tutti loro si sforzino, nel riorganizzare le strutture e<br />
razionalizzare i costi complessivi, a creare le condizioni<br />
affinché molte cure e controlli possono essere fatte a<br />
<strong>Ragusa</strong>, vicino alla sede del malato, con minor dispendio<br />
fisico ed economico per il malato stesso ed auspica<br />
che nella nuova riorganizzazione si possano creare<br />
quei posti letto, di cui parla da tempo.<br />
La condivisione delle richieste è stata unanime e da<br />
tutti è stato ribadito l’impegno per la risoluzione delle<br />
problematiche esposte esprimendo, nel contempo,<br />
compiacimento per le azione che l’Ail svolge a supporto<br />
dei malati e le loro famiglie.<br />
L’Ail <strong>Ragusa</strong>, con un grazie a tutti gli intervenuti e<br />
all’<strong>Avis</strong> di <strong>Ragusa</strong> per la sua ospitalità, ha concluso<br />
augurandosi un prossimo convegno per esaminare<br />
ricerche e interventi sempre più favorevoli alla salute<br />
dei cittadini.<br />
Cettina Migliorisi<br />
10<br />
Anno XXV<br />
N. 1 - <strong>Aprile</strong> <strong>2009</strong>
CRONACHE PROVINCIALI<br />
IBLEA<br />
IBLEA<br />
IBLEA<br />
IBLEA<br />
IBLEA<br />
IBLEA<br />
Una tavola di<br />
C O L O R I<br />
Sabato 16 maggio <strong>2009</strong> presso<br />
l’auditorum dell’<strong>Avis</strong> di<br />
<strong>Ragusa</strong>, si è tenuto il convegno<br />
sul tema “Alimentazione e salute:<br />
una tavola di colori”, progetto<br />
di educazione al consumo consapevole.<br />
Il progetto “Una tavola di colori”,<br />
indirizzato agli alunni delle 4 E e 5 E<br />
elementari e 1 E medie, ha coinvolto<br />
40 scuole primarie e secondarie<br />
di I grado e circa 6.500 alunni<br />
della provincia di <strong>Ragusa</strong>.<br />
Finalità del progetto è stato il<br />
controllo dell’alimentazione degli<br />
alunni per 3 settimane, attraverso<br />
la colorazione di tavole predisposte.<br />
Gli alimenti sono stati raggruppati<br />
in 11 categorie, a ciascuna<br />
delle quali corrispondeva un<br />
colore.<br />
Il messaggio è semplice:più<br />
colori ha la tua tavola, migliore<br />
(perché più varia) è la tua alimentazione.<br />
Il progetto è stato proposto congiuntamente<br />
dall’<strong>Avis</strong> Provinciale,<br />
dall’A.D.I. (Associazione Dietologi<br />
Italiani) con il partenariato della<br />
COOP I Maggio e dell’IPERCOOP<br />
Sicilia che hanno fornito agli alunni<br />
gli album e i kit dei colori.<br />
Carmelo Massari<br />
Benvenuti donatori celiaci<br />
soggetti celiaci secondo le ultime linee guida della Società Italiana di<br />
IMedicina Trasfusionale e Immunoematologia possono effettuare le<br />
donazioni purchè rispettino una dieta priva di glutine<br />
Questa, da tempo è stata una notizia attesa presso la nostra associazione,<br />
che in questi anni ha avuto l’interesse a far che i soggetti in<br />
questione fossero riconosciuti idonei alla donazione.<br />
La Celiachia, nei soggetti predisposti, è una intolleranza permanente<br />
ad alcuni cereali quali: frumento, farro, kamut, orzo, segale, spelta<br />
e triticale, che se ingeriti anche in piccole dosi provocano danni alla<br />
salute, spesso, anche irreversibili.<br />
Ad oggi, l’unica terapia che garantisce al celiaco un perfetto stato<br />
di salute è la dieta priva di glutine, che in natura può essere varia ed<br />
equilibrata o in commercio con gli alimenti dietoterapeutici.<br />
Per quanto detto l’<strong>Avis</strong> Comunale di <strong>Ragusa</strong>, a messo a disposizione,<br />
prodotti del dietoterapeutico confezionato ed imbustato di note<br />
marche presenti nel mercato, per la colazione post-donazione dei<br />
nostri attuali e futuri donatori celiaci.<br />
A tal proposito, ci i corre l’obbligo di ringraziare la Farmacia del Dott.<br />
G. Gruccione di <strong>Ragusa</strong>, per la sensibilità dimostrata nei confronti dei<br />
nostri donatori celiaci, fornendoci gratuitamente i prodotti dietoterapeutici<br />
privi di glutine.<br />
Gianni Cilia - Giovanni Dimartino<br />
Formazione al SIMT<br />
Nuovo appuntamento con il<br />
calendario del Piano della<br />
Formazione <strong>2009</strong> dell'Azienda<br />
Ospedaliera. Si tratta dei corso su<br />
"Implementazione del sistema di<br />
gestione ISO 9001 - 2008 presso<br />
il SIMT - il ruolo dell'Associazione".<br />
Il corso, diretto dal Dr.<br />
Pietro Bonomo, Direttore del<br />
Servizio di Immunoematologia e<br />
Medie ma Trasfusionale dell'Azienda,<br />
e dal Dr. Giovanni<br />
Garozzo, Responsabile dell'Unità<br />
Operativa Semplice di Ematologia<br />
della stessa, ha sede presso<br />
la sala conferenze del Centro<br />
Trasfusionale ed è indirizzato a 9<br />
medici di medicina trasfusionale e<br />
a 31 infermieri, avendo come<br />
interlocutore principale il personale<br />
medico e paramedico delle<br />
sezioni <strong>Avis</strong> di Chiaramente,<br />
Giarratana, Monterosso, <strong>Ragusa</strong><br />
e Santa Croce Camerina. Tra gli<br />
obiettivi di questo evento formativo<br />
ricordiamo in particolare quello<br />
relativo alla gestione delle patologie<br />
ematiche di maggiore riscontro<br />
nella popolazione dei donatori.<br />
Il corso ha una durata di trenta<br />
ore e sarà articolato in sei giornate.<br />
E' opportuno ricordare che il<br />
Servizio di Immunoematologia e<br />
Medicina Trasfusionale di <strong>Ragusa</strong><br />
gestisce in maniera indiretta la<br />
raccolta del sangue tramite le cinque<br />
sezioni <strong>Avis</strong> comunali citate,<br />
mentre svolge in maniera diretta i<br />
processi fondamentali della medicina<br />
trasfusionale, quali la produzione<br />
di emocomponenti, la qualificazione<br />
e validazione biologica,<br />
la distribuzione, stoccaggio, trasporto,<br />
assegnazione e consegna,<br />
la medicina trasfusionale, le<br />
attività di diagnostica di laboratorio.<br />
Tutti processi che vengono<br />
gestiti avendo come linee guida<br />
gli Standard Italiani di Medicina<br />
Trasfusionale.<br />
RED<br />
Anno XXV<br />
N. 1 - <strong>Aprile</strong> <strong>2009</strong> 11
IBLEA<br />
IBLEA<br />
IBLEA<br />
IBLEA<br />
IBLEA<br />
IBLEA<br />
SPECIALE AFRICA<br />
Un sole (africano) tutto da bere<br />
a quante stelle ci sono<br />
“Mqui…” ho pensato, guardando<br />
incantata il cielo<br />
dell’Africa….<br />
Siamo partiti il 2 gennaio, destinazione<br />
Guinea Bissau, per raggiungere<br />
un villaggio di nome<br />
Bula dove c’è un centro nutrizionale<br />
per bambini: un avvocato<br />
(che scrive...), un ingegnere, un<br />
medico ed un agronomo giocoliere...<br />
o solo 4 amici e un progetto<br />
da realizzare, che abbiamo voluto<br />
chiamare “Un Sole tutto da<br />
Bere”.<br />
Siamo partiti portando con noi<br />
4 pannelli fotovoltaici ed una<br />
pompa ad energia solare, per<br />
tirare l’acqua dal pozzo a servizio<br />
del centro nutrizionale e per fornire<br />
luce alle camere degli orfanelli,<br />
delle mamme e dei loro<br />
bambini degenti presso il centro,<br />
pensando di utilizzare l’energia<br />
inesauribile del sole!<br />
Siamo partiti, portando con noi<br />
anche il cuore, carico della solidarietà<br />
e del sostegno di amici<br />
parenti, conoscenti, estranei che<br />
si sono lasciati coinvolgere dalla<br />
nostra idea, dal nostro entusiasmo,<br />
e che hanno voluto fidarsi di<br />
noi e deciso di adottare un buon<br />
proposito, senza etichette e pompose<br />
denominazioni o presentazioni…<br />
solo un buon proposito,<br />
solo 4 amici e nessun professionista<br />
del settore.<br />
L’appoggio delle persone, della<br />
Provincia di <strong>Ragusa</strong>, della<br />
Socotherm (che ci hanno aiutato<br />
finanziando la pompa e regalandoci<br />
i pannelli), ci ha permesso di<br />
acquistare e procurare tutto il<br />
materiale e i fondi necessari per<br />
realizzare il progetto e per farlo<br />
atterrare in Africa!<br />
Il TAM TAM, che ha preceduto<br />
e accompagnato la realizzazione<br />
Il sorriso dei bambini della Guinea<br />
del progetto, è stato emozionante<br />
e contagioso ed ogni giorno<br />
più concreto, per l’effettivo sostegno<br />
che la gente ci ha dimostrato<br />
e dato! Abbiamo lanciato un<br />
appello di solidarietà e dato l’avvio<br />
ad un passaparola che ha<br />
coinvolto moltissime associazioni<br />
e gruppi, il Co.p.e.<br />
(Cooperazione Paesi Emergenti)<br />
con il quale siamo partiti per<br />
l’Africa, la Fondazione San<br />
Giovanni Battista, le Botteghe<br />
Eque e Solidali, l’associazione<br />
“Ridiamoci su” e Tch’i-tchi’ao, i<br />
Kalura, il Centro Culturale<br />
Islamico, l’<strong>Avis</strong> (che ci ha donato<br />
magliette da portare ai bambini e<br />
che l’anno prossimo verranno utilizzate<br />
come grembiulino per la V<br />
elementare nella scuola di Bula),<br />
gli scouts del C.N.G.E.I. e<br />
dell’F.S.E. di <strong>Ragusa</strong>, i gruppi<br />
musicali dei Roba Sicula, Tir na<br />
mos, Les Tambours<br />
d’Armattan… Tutti, in un modo o<br />
nell’altro, hanno collaborato, aiutandoci<br />
nell’organizzazione delle<br />
serate per la raccolta fondi, suonando<br />
per noi, cucinando, montando<br />
strutture, preparando torte,<br />
mettendo a disposizione locali,<br />
magliette, furgoni, materiale utile,<br />
contribuendo in denaro ed allargando<br />
e rendendo ancora più<br />
forte il TAM TAM!<br />
La grande simpatia e la disponibilità<br />
con cui questo progetto,<br />
nato dal NULLA e proveniente da<br />
NESSUNO DI FAMOSO, è stato<br />
accolto, ci ha fatto pensare che<br />
questo fosse già un successo.<br />
Siamo tornati il 24 gennaio...<br />
adesso a Bula ci sono 4 pannelli<br />
fotovoltaici e una pompa, tirano<br />
l’acqua dal pozzo e danno luce ai<br />
bambini del centro e alle loro<br />
mamme; adesso a Bula c’è un<br />
pezzetto di cuore e di buona<br />
volontà di tutte le persone, di tutti<br />
gli enti, associazioni, istituzioni<br />
che hanno reso possibile questo.<br />
Siamo tornati, riportando a<br />
casa uno zaino pieno di calore,<br />
affetto, sorrisi meravigliosi, gratuiti<br />
e continui, da chi non ha<br />
quasi niente a parte se stesso e<br />
la propria umanità; ricordi di<br />
occhi grandi e nerissimi, di manine<br />
che ti stringono, di sapori ed<br />
odori nuovi e, mai, abbiamo provato<br />
la sensazione di essere giu-<br />
12<br />
Anno XXV<br />
N. 1 - <strong>Aprile</strong> <strong>2009</strong>
SPECIALE AFRICA<br />
IBLEA<br />
IBLEA<br />
IBLEA<br />
IBLEA<br />
IBLEA<br />
IBLEA<br />
dicati e guardati con diffidenza o<br />
come diversi…solo un po’più pallidi!<br />
Per un po’ Bula e il centro sono<br />
stati la nostra casa, i paesaggi<br />
sono diventati familiari e suor<br />
Ada e suor Elda che sono lì,<br />
instancabili, da 30 anni, sono<br />
state le nostre mamme; gli orfanelli<br />
del centro Eliana, Candido,<br />
Nelson, Maura, Malà, Eugenia,<br />
Giovanni i nostri fratellini; le<br />
ragazze e i ragazzi che ci hanno<br />
aiutato sul posto a realizzare il<br />
progetto Giulio, Alfonso, Carla,<br />
Esmeralda, Maira, Celestina,<br />
George erano amici…Le nostre<br />
diversità di colore, lingua, tradizioni,<br />
abitudini…anche culinarie,<br />
non erano diversità ma solo<br />
varianti, che non ci hanno impedito<br />
di farci voler bene e di voler<br />
bene.<br />
Ho portato con me il ricordo di<br />
persone e di un mondo affettuoso<br />
e pieno di dignità, anche se<br />
povero, di un modo di pensare<br />
spesso molto diverso dal mio, ma<br />
che si pone nei confronti dei fatti<br />
della vita e della realtà, con un<br />
atteggiamento più sereno, e<br />
forse naturale, rispetto al<br />
nostro... Una realtà in cui si<br />
muore ancora di malaria, in cui<br />
molti bambini vengono abbandonati,<br />
e affidati a centri come quello<br />
di suor Ada, perché orfani e le<br />
loro famiglie non hanno i mezzi<br />
per nutrirli, una realtà in cui si<br />
mangia solo una volta al giorno<br />
(...e non tutti...) e l’età media è 50<br />
anni…<br />
Ho portato nel mio zaino il ricordo<br />
nitido di una terra stupenda da<br />
guardare e affascinante da scoprire,<br />
che ha tanto da raccontare,<br />
con le sue tradizioni e le sue particolarità,<br />
verdeggiante e fertile,<br />
ricca, ma mal sfruttata da chi la<br />
governa o da chi ha interesse a<br />
mantenerla in questo stato di<br />
povertà...<br />
Ho avuto il piacere, e l’onore,<br />
di conoscere persone che hanno<br />
dedicato gran parte della propria<br />
vita, fra grandi sacrifici e difficilissime<br />
quotidiane scelte morali, a<br />
soccorrere e sostenere chi ha<br />
bisogno di aiuto, persone che<br />
riescono a far bastare il poco che<br />
hanno per soddisfare al meglio i<br />
bisogni di molti e ho visto come il<br />
poco può essere trasformato in<br />
tanto.<br />
Credo di poter dire di avere<br />
anche visto con i miei occhi e toccato<br />
con le mie mani la solidarietà,<br />
avere scoperto che esiste<br />
davvero e può essere contagiosa,<br />
che non è un privilegio di<br />
associazioni o grandi organizzazioni,<br />
ma è anche solo una<br />
buona idea di pochi e la volontà<br />
di realizzarla di molti, e questa<br />
appartiene a tutti. Non penso più<br />
alla solidarietà come ad un gesto<br />
fine a sé stesso, ma come ad una<br />
forza, capace di cambiare e<br />
diventare realtà, ed in alcuni<br />
posti, per alcune persone, questa<br />
realtà è vita.<br />
Quindi, grazie a tutti quelli che ci<br />
hanno creduto e sostenuto…<br />
“GOCCIA DOPO GOCCIA SI<br />
FORMA UN OCEANO” mi ha<br />
detto suor Ada. Abbiamo portato<br />
la nostra goccia, e riportato a casa<br />
un fiume in piena di esperienze,<br />
emozioni e stupendi ricordi...<br />
E’ STATO DAVVERO UN<br />
GRAN BEL SOLE TUTTO DA<br />
BERE…<br />
Valeria Licitra<br />
Pensieri di Pace<br />
a cura di Gianna Leggio<br />
Questa poesia-prosa è stata scritta da un detenuto che insieme ad altri<br />
detenuti, della casa circondariale di <strong>Ragusa</strong> e di Modica, ha partecipato<br />
ad un corso di decoupage i cui lavori sono stati messi in vendita; la<br />
somma raccolta, di circa cinquecento euro, è stata donata per le attività<br />
di Padre Sebastiano Amato missionario Saveriano che lavora in Congo.<br />
Questa poesia la dedichiamo a Padre Amato Sebastiano che<br />
per aiutare i bambini, lavora…tanto lontano.<br />
Noi siamo rinchiusi in una stanza<br />
ma il suo esempio di bontà ci dà tanta speranza.<br />
Rinchiusi e soli. La gente non ci guarda…<br />
ma ci etichetta… e ci mette da parte.<br />
E noi ci consoliamo dedicandoci all’arte.<br />
Padre Amato Sebastiano è nato a Monterosso<br />
e io vorrei diventare come lui. E lavorare a più non posso.<br />
Anche la mia giovinezza è stata una sofferenza: vengo dall’Albania<br />
dove c’era la guerra, il lutto e la carestia<br />
e ora, che sono qua…<br />
sconto la mia pena e aspetto la libertà.<br />
In Congo c’è pure guerra e povertà<br />
ma Padre Amato cerca di portare la felicità.<br />
I bambini in tasca tenevano una pistola,<br />
…come me! Quando sono venuto da Valona.<br />
Ma Padre Amato gli sta costruendo una scuola.<br />
Noi tutti lo ringraziamo. Con un forte abbraccio lo salutiamo<br />
e il nostro piccolo aiuto,<br />
pensando per la prima volta al nostro prossimo, gli mandiamo.<br />
Zhuka Vilson e tutti i detenuti partecipanti al corso di decoupage<br />
Anno XXV<br />
N. 1 - <strong>Aprile</strong> <strong>2009</strong> 13
IBLEA<br />
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IBLEA<br />
SPECIALE AFRICA<br />
Respirare<br />
l’Africa<br />
….ultimo messaggio prima<br />
della mia partenza per l’Italia: è<br />
sempre una bellissima emozione<br />
tornare a casa.<br />
Non vi ho parlato del lago<br />
Vittoria, che resta sempre maestoso<br />
e quando vai a vedere il<br />
tramonto scopri che il sole tramonta<br />
a ovest in questa parte<br />
dell’equatore e sorge a est (cosi<br />
mi hanno detto). E’ sempre quel<br />
gigante buono e pensieroso cosi<br />
come l’ho descritto a Enrica e<br />
Giovanni in tempi passati, che<br />
nelle ore notturne accoglie numerosissime<br />
piccole imbarcazioni<br />
con lampade (a tipo le nostre<br />
lampare) per pescare i piccoli<br />
pesci che si chiamano “Dagah”.<br />
E poi degli africani... essere<br />
stato qui per la 7ª volta ha reso<br />
tutto spontaneo e improvvisato<br />
come è la cultura e il carattere di<br />
questa gente: improvvisazione<br />
(come il collega patologo jakson<br />
kahima che alla mia domanda di<br />
sapere se è d’accordo che sabato<br />
mattina facciamo la prova per<br />
la telepatologia collegandoci con<br />
i colleghi italiani mi risponde:<br />
“oggi è mercoledi pomeriggio...<br />
sabato prossimo è un giorno<br />
ancora troppo lontano che io non<br />
mi posso impegnare sin da adesso”!,<br />
approssimazione, mancanza<br />
di puntualità, spesso dabbenaggine,<br />
trascuratezza e dimenticanza,<br />
a volte invidia … ma<br />
anche cordialità, eccellente<br />
capacità di comunicare, condivisione,<br />
solidarietà, amicizia, fratellanza<br />
e altro ancora che non<br />
scrivo perché si capirebbe troppo<br />
quanto soffro il mal d’Africa.<br />
Ma sono sempre i bambini che<br />
in un modo o nell’altro riempiono<br />
il mio cuore e la mia mente in<br />
questa inestimabile esperienza<br />
umana. I bambini… storie di<br />
degrado e di cultura tribale. Vi<br />
racconto infatti che i bambini dei<br />
villaggi dell’entroterra sono spesso<br />
vittime di abusi da parte dei<br />
loro stessi genitori (sia mamma<br />
che papà): è la cultura tribale del<br />
potere assoluto dei genitori sui<br />
figli. Se un bambino sbaglia o<br />
non obbedisce viene punito duramente<br />
addirittura con punizioni<br />
corporali pesanti anche in tenera<br />
età (2 o 3 anni) e a volte ingiustificatamente.<br />
Già l’anno scorso ho<br />
visto il caso di un bambino con<br />
gravi ustioni a una mano a causa<br />
di un pezzo di carbone incandescente<br />
che la madre gli aveva<br />
messo nella mano perché si era<br />
reso colpevole di prendere del<br />
cibo prima di esserne autorizzato<br />
e di nascosto. Oggi una volontaria<br />
appartenete a una ONG canadese<br />
con un progetto di educazione<br />
e di sostegno alle famiglie<br />
delle tribù dei villaggi mi ha fatto<br />
vedere la foto di un bambino con<br />
ustioni alle due mani fino a metà<br />
avambraccio ove era anche evidente<br />
il segno di una corda che<br />
legava i due avambracci: in pratica<br />
la madre ha legato le due<br />
mani-avambracci e li ha immersi<br />
nell’acqua bollente. Mi racconta<br />
di altre punizioni corporali che vi<br />
risparmio ma che inevitabilmente<br />
lasciano il segno sul corpo del<br />
bambino se non delle vere e proprie<br />
deturpazioni o degli esiti<br />
invalidanti. Ho chiesto: “ma perché<br />
succede questo… e poi giusto<br />
le madri che hanno un legame<br />
viscerale coi propri figli…”<br />
Posso riassumere quello che mi<br />
è stato detto in questo modo. Qui<br />
si fanno molti figli (addirittura 10<br />
come il mio tecnico anziano Mr<br />
Sanguidi) e accudirli ed educarli<br />
tutti non è una cosa facile. Per<br />
cui il “sacrificio” con pesanti punizioni<br />
corporali di uno dei figli<br />
serve da monito soprattutto agli<br />
altri figli (più che al figlio punito)…<br />
Riuscite come me a intuire il perché<br />
degli “street children” E poi<br />
mi è venuto in mente quando mio<br />
padre mi raccontava di suo padre<br />
(mio nonno) che lo picchiava con<br />
la cinghia quando non lo ubbidiva…<br />
ma è un paragone che<br />
regge<br />
E poi adesso i bambini albini<br />
che il governo tanzaniano ha invitato<br />
a iscrivere nelle “boarding<br />
school”, cioè nei collegi, per proteggerli<br />
dalla “caccia agli albini”.<br />
Si perché se uno vuole avere<br />
buona fortuna nella vita va dallo<br />
stregone che gli suggerisce o un<br />
dito o una mano o un braccio di<br />
un albino (in base al genere di<br />
fortuna che si vuole avere nella<br />
14<br />
Anno XXV<br />
N. 1 - <strong>Aprile</strong> <strong>2009</strong>
SPECIALE AFRICA<br />
IBLEA<br />
IBLEA<br />
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IBLEA<br />
vita) per realizzare le proprie<br />
aspettative di vita. Ovviamente il<br />
costo aumenta a seconda del<br />
pezzo anatomico che serve: lo<br />
stregone da i soldi (o parte di<br />
essi, se non addirittura niente) a<br />
un suo collaboratore che assieme<br />
ad altri killer più o meno<br />
improvvisati va a trovare il “pezzo<br />
anatomico” che interessa.<br />
Moltissime sono le persone tanzaniane<br />
che sono inorridite di<br />
questo fatto e che ovviamente<br />
non approvano… ma sono molti<br />
anche quelli che ci credono!<br />
E nuovamente i bambini colpiti<br />
dall’AIDS… Mailcon con la terapia<br />
retrovirale è un po’ migliorato<br />
(a proposito adesso il farmaco si<br />
trova facilmente anche in<br />
Tanzania e non sembra essere<br />
particolarmente costoso), ma<br />
resta sempre un caso avanzato.<br />
E ancora ieri un bambino accompagnato<br />
dal padre è venuto da<br />
noi per fare un agoaspirato di<br />
tumefazione guancia-parotidesottomandibola<br />
sn. Dovevo farlo<br />
io l’agoaspirato, ma siccome il<br />
mio collega Dr. Kahima è più<br />
bravo di me (voi direste ha una<br />
mano più leggera) l’ho fatto fare a<br />
lui. La citologia non è che aiutasse<br />
molto per una diagnosi definitiva:<br />
si trattava di una discreta<br />
quantità di elementi linfocitari in<br />
vario stadio di maturazione con<br />
presenza di granulociti. Qualcosa<br />
di reattivo-infiammatorio, ma con<br />
uno strano aspetto linfocitario… Il<br />
“senno del poi” spiega tutto…<br />
Infatti, il bambino per prassi clinica<br />
consolidata (ma anche su<br />
nostro suggerimento) ha fatto il<br />
test HIV ed è risultato positivo: io<br />
mi sono detto ecco perchè questi<br />
strani elementi linfocitari (non<br />
proprio linfomatosi ma neanche<br />
normali: direi esageratamente<br />
disreattivi): dal punto di vista professionale<br />
e scientifico-clinico mi<br />
il dott. Tumino tra i ragazzi della Tanzania<br />
sono autocomplimentato perché<br />
è oramai ben noto il capitolo delle<br />
linfoadenopatie non linfomatose<br />
nei siero-positivi (e io avevo<br />
avuto l’opportunità di fare un’esperienza<br />
diretta, di prima mano<br />
come si suole dire). E poi (quasi<br />
mi vergogno a dirlo) mi sono<br />
detto per fortuna non l’ho fatto io<br />
questo agoaspirato: immaginate<br />
se mi pungevo con l’ago usato su<br />
un siero-positivo!. Ma subito ho<br />
pensato a questo bambino… e<br />
come vi già detto qui buona parte<br />
dei bambini con AIDS non congenito<br />
contraggono la malattia dal<br />
latte materno. E’ come se fosse<br />
la trasmissione di una maledizione;<br />
come castigare due volte la<br />
donna: una con il suo proprio<br />
AIDS e la seconda punizione<br />
quella di dare la malattia al proprio<br />
figlio attraverso il latte materno.<br />
Ho poi incontrato per caso il<br />
bambino nella scale del quinto<br />
piano: giocava con gli altri bambini<br />
ricoverati… non ho potuto trattenermi<br />
dal pensare a lui … e<br />
seppure andavo di corsa c’è<br />
stato il tempo sufficiente perché i<br />
nostri sguardi si incrociassero.<br />
Lui mi ha riconosciuto (il mzungu<br />
dottore) e mi ha quasi salutato<br />
con i suoi grandi occhi… io con i<br />
miei occhi ho voluto chiedergli<br />
perdono per aver pensato di<br />
essere stato fortunato a non mettere<br />
le mani addosso a un bambino<br />
siero-positivo.<br />
Ancora i bambini, meravigliosi,<br />
di UPENDO DAIMA: adesso<br />
sono 50 i ragazzi ospitati in questo<br />
centro di recupero. Un paio<br />
fanno un corso di musica (secondo<br />
me uno di loro è un talento<br />
musicale: inventa canzoni e<br />
associa la musica ad orecchio<br />
alle parole della canzone), altri<br />
apprendono il computer, altri<br />
(molti) coltivano la terra, altri<br />
fanno il corso di falegnameria etc<br />
etc. Speriamo che Gianluca<br />
Gurrieri l’agronomo della<br />
Coldiretti che è venuto qui in visita<br />
indagativa possa avere finanziato<br />
il progetto di un corso di<br />
educazione alla coltivazione e<br />
allevamento per questi ragazzi.<br />
E poi respirare il profumo<br />
d’Africa!<br />
Rosario Tumino<br />
Anno XXV<br />
N. 1 - <strong>Aprile</strong> <strong>2009</strong> 15
IBLEA<br />
IBLEA<br />
IBLEA<br />
IBLEA<br />
IBLEA<br />
IBLEA<br />
SPECIALE AFRICA<br />
Benin, le donne, il formaggio<br />
Un momento di lavoro in terra d’Africa<br />
L’incontro al Corfilac con le donne del Benin<br />
Dal 2006, il CoRFiLaC è impegnato in un progetto di<br />
cooperazione, l’iPWO – international Professional<br />
Women Opportunity, nato per supportare le donne che<br />
producono formaggio tradizionale nei Paesi in Via di<br />
Sviluppo. Il progetto si basa sulla filosofia che “globalizzazione”<br />
non può essere sinonimo di “omogeneizzazione”<br />
ed “occidentalizzazione”, ma piuttosto di “integrazione”<br />
delle singole specificità territoriali nel sistema<br />
mondiale. Solo puntando sulla valorizzazione delle<br />
risorse e delle attività tradizionali di ogni Paese, infatti,<br />
si può auspicare ad un reale “sviluppo sostenibile”.<br />
Parallelamente ad un’azione formativa condotta attraverso<br />
vari corsi ed un costante monitoraggio on line in<br />
più di 15 Paesi del Sud del Mondo, il CoRFiLaC ha lanciato<br />
da oltre due anni un progetto pilota con i Peuhl,<br />
etnia di pastori transumanti, del Comune di Péhunco,<br />
nel nord del Benin, in Africa Occidentale. Qui le donne<br />
producono un formaggio molto particolare, chiamato<br />
wagashi, ottenuto da latte di vacca con l’aggiunta della<br />
linfa di una pianta locale, la calotropis procera, le cui<br />
specifiche proprietà permettono di bollire e ribollire il<br />
formaggio senza che questo si rovini o cominci a filare:<br />
la bollitura rappresenta dunque un ottimo rimedio tradizionale<br />
per “disinfettare” il prodotto prima del consumo.<br />
Operazione questa importantissima, se si guarda alle<br />
precarie condizioni igieniche di produzione e di trasporto<br />
dei prodotti. Come da tradizione, l’idea progettuale<br />
del CoRFiLaC verte su un approccio “di filiera”, che<br />
prenda in considerazione tutte le fasi di produzione,<br />
dall’alimentazione e dalla salute animale fino alla qualità<br />
del prodotto finito. A breve sarà ultimata la costruzione<br />
di un Centro di Formazione e di Conservazione del<br />
Formaggio a Péhunco, in cui i giovani allevatori saranno<br />
formati su come coltivare e conservare i foraggi per<br />
assicurare l’alimentazione animale anche durante la<br />
stagione secca, aumentando così la produzione di latte<br />
del bestiame, e le donne impareranno a migliorare le<br />
condizioni igieniche di produzione del formaggio. I formaggi<br />
migliori verranno selezionati, sottoposti ad analisi<br />
e confezionati nel centro e saranno poi inseriti in circuiti<br />
sperimentali di commercializzazione con grandi<br />
supermercati e ristoranti della capitale. Le popolazioni<br />
rurali potranno quindi guadagnare di più dalle loro attività<br />
tradizionali e, allo stesso tempo, anche i consumatori<br />
più esigenti avranno la possibilità di gustare degli<br />
ottimi prodotti locali di qualità garantita.<br />
Per assicurare una reale sostenibilità futura, il progetto<br />
è sviluppato in collaborazione con le due Facoltà<br />
di Agraria del Paese, il Comune di Péhunco e la<br />
Prefettura della Regione dell’Atacora. I due Presidi, il<br />
Sindaco ed il Prefetto hanno infatti preso parte all’evento<br />
SviluppAfrica, organizzato al CoRFiLaC dall’8 al<br />
10 aprile e finalizzato alla raccolta fondi per le attività<br />
da sviluppare in loco.<br />
Se si vuole contribuire allo svilluppo dell’etnia Peuhl,<br />
è possibile versare un contributo presso BapR – Ufficio<br />
Tesoreria Enti di <strong>Ragusa</strong> – IBAN IT17 E050 3617 002C<br />
C002 1043 801, e/o contattando il CoRFiLaC allo<br />
0932.660464. Sul sito CoRFiLaC saranno pubblicati<br />
tutti i contribuenti all’iniziativa, i quali potranno seguire<br />
on-line la destinazione dei fondi stessi.<br />
Puntando sulla ormai nota solidarietà dei <strong>Ragusa</strong>ni,<br />
di cui l’AVIS è da tempo una delle principali testimonianze.<br />
Stephanie Cabibbo<br />
16<br />
Anno XXV<br />
N. 1 - <strong>Aprile</strong> <strong>2009</strong>
IL MONDO A TAVOLA<br />
IBLEA<br />
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IBLEA<br />
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IBLEA<br />
IBLEA<br />
Riso manzo e fagioli al profumo di spezie<br />
Questa rubrica vuole essere<br />
un viaggio alla scoperta<br />
delle culture alimentari di<br />
popoli e civiltà a volte lontani<br />
dalla nostra … per scoprire<br />
sapori insoliti, piatti<br />
gustosi, profumi intensi …<br />
Sarà questo un modo per<br />
conoscere le culture “altre”.<br />
La rubrica presenterà sia la<br />
ricetta (facile da preparare)<br />
che, brevemente, il Paese da<br />
cui proviene.<br />
Auguro a tutti<br />
buon viaggio…<br />
tra le ricette del mondo<br />
Gianna Leggio<br />
N I G E R<br />
Stato dell’Africa centro settentrionale<br />
confina con l’Algeria, La Libia,<br />
il Ciad, la Nigeria il Benin il Burkina<br />
Faso e il Mali.<br />
La popolazione è formata per lo<br />
più da genti di ceppo sudanese Nel<br />
desertico Nord sopravvivono tribù<br />
nomadi di tuareg. Predomina l’insediamento<br />
rurale. Precarie le condizioni<br />
sociali e sanitarie.La mortalità<br />
infantile è del 124 per mille.<br />
L’agricoltura è basata su povere<br />
culture di sussistenza come il<br />
miglio, il sorgo, il riso e la manioca.<br />
La copertura del fabbisogno alimentare<br />
è messa spesso in pericolo<br />
dalle siccità. Vengono allevati:<br />
ovini caprini e bovini.Poche le industrie<br />
limitate a quelle tessili e alimentari,<br />
un’eccezione è l’attività<br />
mineraria e soprattutto l’estrazione<br />
dell’uranio. Il debito estero è pesantissimo<br />
così come la dipendenza<br />
dagli aiuti stranieri.<br />
DOUNGOURI DA MO<br />
- Riso e fagioli bianchi -<br />
INGREDIENTI PER 4 PERSONE:<br />
" 200 gr. di riso<br />
" 100 gr. di fagioli secchi bianchi<br />
" sale q.b.<br />
Ingredienti per la salsa:<br />
" 500 gr. di pezzi di manzo " 1 cipolla<br />
" 2 cucchiai di concentrato<br />
" di pomodoro " 1 cucchiaino di cumino<br />
" 1 cucchiaino di cannella " un pezzetto di dado<br />
" sale e pepe q.b. " olio<br />
Preparare la salsa: tagliare la cipolla a fettine sottili. Fate scaldare<br />
l’olio in una pentola, aggiungere il manzo e la cipolla. Salare e fare<br />
cuocere a fuoco lento, incorporare il concentrato di pomodoro<br />
aggiungere una tazza e mezza di acqua, dove è stato sciolto un<br />
pezzetto di dado, il cumino, il pepe, la cannella. Coprire e fare cuocere<br />
lentamente.<br />
A parte fare cuocere i fagioli bianchi aggiungendo l’acqua che<br />
occorre e il sale. Venti minuti prima di finire la cottura dei fagioli,<br />
aggiungere il riso avendo cura di non fare mancare mai l’acqua<br />
che dovrà essere aggiunta calda.<br />
Presentate in tavola il riso e fagioli sul piatto accompagnato dalla<br />
salsa.<br />
Anno XXIV<br />
N. 4 - Dicembre 2008 17
IBLEA<br />
IBLEA<br />
IBLEA<br />
IBLEA<br />
IBLEA<br />
IBLEA<br />
CRONACHE SPORTIVE<br />
Con lo sport per cercare donatori<br />
La squadra del Liceo Classico “Umberto I” vincitrice del torneo di calcio a 5<br />
Mercoledì 29 aprile <strong>2009</strong>, presso<br />
la palestra dell’istituto tecnico<br />
per geometri, si è conclusa la<br />
XIV° edizione del torneo “aviscuola”<br />
riservata a tutti gli alunni e alle<br />
alunne delle scuole medie superiori<br />
di <strong>Ragusa</strong>.<br />
Il torneo ormai è diventato un<br />
appuntamento fisso con le scuole<br />
della città e, soprattutto con gli studenti,<br />
con i quali, oltre all’aspetto<br />
ludico del torneo, viviamo la riscoperta<br />
della donazione del sangue<br />
come mezzo per essere e vivere<br />
fra gli uomini e per gli uomini.<br />
La realizzazione di tutti i tornei<br />
sportivi ha visto protagonisti tanti<br />
“volontari”i quali, desiderando trasferire<br />
alle nuove generazioni il<br />
piacere della donazione, hanno<br />
collaborato attivamente alla miglior<br />
riuscita della manifestazione.<br />
Quest’anno vi è stata la partecipazione<br />
di 7 istituti di scuole medie<br />
superiori della città con l’impegno<br />
di circa 300 studenti guidati da 13<br />
insegnati di educazione fisica e si<br />
sono svolti 10 tornei maschili e<br />
femminili di calcetto, pallacanestro,<br />
pallavolo e tennis da tavolo che<br />
hanno visto vittoriosi quattro volte il<br />
liceo classico, tre volte il liceo<br />
scientifico, due volte l’istituto magistrale<br />
e una volta la ragioneria.<br />
A noi piace, per la prima volta<br />
attraverso il nostro giornale, ringraziare<br />
principalmente i professori<br />
di educazione fisica che anche<br />
quest’anno con il proprio entusiasmo<br />
e con spirito decubertiano<br />
hanno stimolato la partecipazione<br />
degli alunni ai vari tornei.<br />
Un grazie va poi agli arbitri di<br />
calcetto, pallavolo e pallacanestro<br />
che hanno dedicato il proprio<br />
tempo libero a garantire e favorire<br />
la regolarità di tutti gli incontri<br />
sportivi .<br />
Ancora un particolare grazie va<br />
a Bruno Accardo sempre presente<br />
per intervenire e prevenire eventuali<br />
incidenti sportivi i quali fortunatamente,<br />
anche quest’anno, non<br />
sono stati di grande rilievo.<br />
In tali iniziative la partecipazione<br />
dei singoli non rappresenta il valore<br />
della manifestazione ma questa<br />
volta, dopo quindici anni di impegno<br />
da parte dell’<strong>Avis</strong> ragusana,<br />
vogliamo sottolinearla per testimoniare<br />
anche a noi stessi che l’impegno<br />
profuso negli anni ci ha consentito<br />
di fare conoscere alle future<br />
generazioni, attraverso lo sport,<br />
il valore altamente sociale<br />
dell’AVIS.<br />
Alla fine della manifestazione un<br />
invito a donare il proprio sangue,<br />
necessario per salvare vite umane,<br />
lo rivolgiamo non solo agli alunni<br />
che hanno partecipato ai vari tornei,<br />
ma a tutti i ragazzi della nostra<br />
città.<br />
Arrivederci alla XV edizione.<br />
Elio Accardi<br />
Torneo AVIS: un’occasione di riflessione<br />
Davvero spumeggiante, la XIV edizione del torneo AVIS di calcio a 5, conclusasi<br />
giorno 29 aprile <strong>2009</strong>, con la vittoria, in parte inaspettata, del Liceo<br />
Classico Umberto I, che ha sconfitto, in finale, un’eccellente Ragioneria, con il<br />
risultato di 5-2.<br />
Al termine della partita si è svolta la premiazione delle prime quattro squadre<br />
classificate (in ordine decrescente: Liceo Scientifico E. Fermi, I.T.G. Gagliardi,<br />
I.T.C. Fabio Besta, Liceo Classico Umberto I) e del premio “miglior atleta” e<br />
“miglior portiere”, consegnati rispettivamente al promettentissimo Daniele<br />
Arena (I.T.C.) e all’eccellente Andrea Grella (Liceo Classico), autore, quest’ultimo,<br />
di diversi interventi decisivi durante l’intero svolgimento del torneo.<br />
La partecipazione numerosa di studenti ha pemesso una grossa sensibilizzazione<br />
circa l’emergenza sangue. Una problematica, questa, da sempre trattata<br />
con estrema professionalità dalla sede eblea dell’AVIS.<br />
“C’è bisogno di tanto sangue, ancora; la fascia di donatori 18-25 anni è la più<br />
ricercata, ma anche la meno presente, ed è necessario il vostro aiuto: donare<br />
per il prossimo è una delle cose più belle che un uomo possa fare” queste le<br />
parole di Giovanni Dimartino, presidente della sezione AVIS di <strong>Ragusa</strong>, alla<br />
premiazione conclusiva del torneo.<br />
Luca Cavalieri<br />
18<br />
Anno XXV<br />
N. 1 - <strong>Aprile</strong> <strong>2009</strong>
CRONACHE REGIONALI<br />
La definizione delle strategie<br />
sanitarie da realizzare per soddisfare<br />
i bisogni reali di salute, con<br />
la conseguente valutazione della<br />
congruità tra gli obiettivi strategici<br />
definiti, le attività realizzate e le<br />
risorse utilizzate per conseguirli,<br />
costituisce uno degli obiettivi più<br />
importanti per il sistema sanitario<br />
regionale.<br />
Il miglioramento continuo del<br />
sistema sanitario, infatti, deve<br />
necessariamente partire dai bisogni<br />
reali di salute dei cittadini, rilevati<br />
attraverso opportune analisi<br />
epidemiologiche che possano<br />
misurare la morbosità prevalente<br />
sul territorio di riferimento e fornire<br />
precise informazioni per le strategie<br />
da porre in essere.<br />
La realizzazione delle strategie<br />
dovrà essere monitorata attraverso<br />
l’adozione di un idoneo sistema<br />
di valutazione delle attività realizzate,<br />
e in particolare di alcune<br />
variabili dalle quali la valutazione<br />
stessa dipende, di seguito specificate:<br />
• l’efficacia di un intervento, ossia<br />
la migliore risposta alla soddisfazione<br />
di un bisogno di salute<br />
individuato attraverso la suddetta<br />
analisi epidemiologica;<br />
• l’appropriatezza, intesa come<br />
tensione di ciascun attore del<br />
sistema sanitario a svolgere nel<br />
modo più rispondente al bisogno<br />
individuato la propria funzione,<br />
consentendo al sistema<br />
di produrre gli outcome desiderati<br />
per un determinato individuo;<br />
• la qualità, percepita in termini<br />
sia di miglioramento della situazione<br />
clinica e della qualità di<br />
vita del paziente, sia di migliore<br />
percezione della qualità del servizio<br />
da parte del paziente/utente<br />
stesso;<br />
• l’efficienza, intesa come rapporto<br />
ottimale nell’uso delle risorse<br />
impiegate per la soddisfazione<br />
del bisogno di salute.<br />
Il feed-back ottenuto da tale<br />
sistema di valutazione consentirà<br />
di verificare se gli obiettivi dichiarati<br />
sono stati raggiunti e se risulta<br />
necessario esplicitare nuovi obiettivi<br />
da proporre nella successiva<br />
pianificazione strategica, secondo<br />
una logica di miglioramento continuo.<br />
Si può così innescare una<br />
sorta di circolo “virtuoso” che attraverso<br />
il continuo monitoraggio<br />
degli esiti prodotti possa consentire<br />
il riadattamento delle singole<br />
strategie agli obiettivi generali prefissati<br />
triennalmente.<br />
Tutto ciò impone la necessità di<br />
definire nuovi standard di valutazione<br />
degli attuali modelli assistenziali,<br />
basati su sistemi di misurazione<br />
più idonei, dei quali il bilancio<br />
economico patrimoniale può<br />
IBLEA<br />
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IBLEA<br />
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Responsabilità sociale<br />
del sistema trasfusionale siciliano<br />
Giacomo Scalzo<br />
costituire soltanto uno degli indicatori.<br />
Il bilancio sociale si pone in quest’ottica<br />
come strumento chiaro,<br />
coerente e completo di valutazione<br />
delle performance del sistema.<br />
Esso, infatti, consentendo il confronto<br />
tra dati di struttura, di attività<br />
ed economici, e permettendo una<br />
verifica di coerenza tra tali dati e<br />
gli obiettivi strategici attraverso l’utilizzo<br />
di indici di outcome adeguati,<br />
consente di pervenire ad una<br />
valutazione sistemica dell’operato<br />
di un’azienda sanitaria rispetto al<br />
soddisfacimento dei livelli essenziali<br />
di assistenza.<br />
La sua adozione permette di<br />
esplicitare in modo chiaro il sistema<br />
valoriale di un’azienda sanitaria<br />
e l’identificazione dei suoi programmi,<br />
piani e progetti, favorendo<br />
il recupero di una forte e precisa<br />
responsabilizzazione da parte dei<br />
suoi dirigenti; favorisce una corretta<br />
analisi della struttura organizzativa<br />
e una valutazione della sua<br />
appropriatezza rispetto al piano<br />
strategico individuato, nell’ottica di<br />
un orientamento al miglioramento<br />
continuo, attraverso la rivisitazione<br />
dei processi e lo sviluppo della<br />
sinergia tra le unità organizzative<br />
della struttura; necessita di un<br />
sistema informativo in grado di<br />
supportare efficacemente l’attività<br />
di rendicontazione; facilita il coinvolgimento<br />
della struttura interna e<br />
della comunità nell’individuazione<br />
degli obiettivi di miglioramento,<br />
contribuendo alla diffusione di una<br />
cultura organizzativa della programmazione,<br />
e della verifica dei<br />
risultati raggiunti attraverso la<br />
gestione.<br />
Anno XXV<br />
N. 1 - <strong>Aprile</strong> <strong>2009</strong> 19
IBLEA<br />
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CRONACHE REGIONALI<br />
In sintesi, il bilancio sociale può<br />
dar conto del complesso delle attività<br />
dell’azienda sanitaria e rappresentare<br />
in un quadro unitario il<br />
rapporto tra strategia, risorse e<br />
risultati.<br />
Un “sistema” sanitario ben funzionante<br />
dovrebbe saper costruire<br />
anche un efficace canale di comunicazione<br />
tra tutti gli attori, sia<br />
interni (operatori) sia esterni (cittadini,<br />
i beneficiari ultimi delle prestazioni),<br />
che partecipano alla prestazione<br />
del servizio, che così<br />
diventa dinamico e funzionale al<br />
paziente e, ponendolo al centro<br />
del sistema, limita il rischio che egli<br />
si perda nei meandri della complessa<br />
struttura del sistema stesso.<br />
Il bilancio sociale assolve anche<br />
a questa funzione, in quanto supporto<br />
per i cosiddetti stakeholder,<br />
ovvero i portatori di un qualche tipo<br />
di interesse verso l’organizzazione,<br />
nella valutazione del grado di<br />
coerenza tra gli obiettivi inizialmente<br />
assunti e gli output effettivamente<br />
prodotti.<br />
Esso può configurarsi come uno<br />
strumento idoneo a migliorare l’informazione<br />
e le conoscenze degli<br />
utenti, nell’ottica di uno sviluppo<br />
concreto della sanità pubblica e<br />
del rafforzamento e mantenimento<br />
di sistemi sanitari efficaci, in cui il<br />
grado di partecipazione della collettività<br />
non sia ridotto a mera fruizione<br />
passiva.<br />
Al contrario, il bilancio sociale<br />
può contribuire attivamente a<br />
migliorare l’asimmetria informativa<br />
nella relazione esistente tra sistema<br />
sanitario e utente, consentendo<br />
di tradurre le esigenze reali del<br />
territorio di riferimento in domanda<br />
di salute correttamente espressa.<br />
Il bilancio sociale permette quindi<br />
di rendere trasparente e valutabile<br />
l’operato di un’azienda sanitaria<br />
da parte dei cittadini e di tutti i<br />
suoi interlocutori privati e pubblici,<br />
descrivendo le attività svolte e le<br />
risorse utilizzate, nonché i processi<br />
decisionali ed operativi posti in<br />
essere.<br />
L’esigenza e l’opportunità di rendere<br />
mission, obiettivi programmatici<br />
e risultati raggiunti oggetto di<br />
condivisione con gli stakeholder è<br />
ormai avvertita come fondamentale<br />
dalle aziende sanitarie, che<br />
valutano il loro operato in base<br />
all’effettiva qualità del servizio erogato,<br />
e in cui il concetto di responsabilità<br />
sociale è insito nella stessa<br />
mission aziendale: le Aziende<br />
Sanitarie, in base al budget di volta<br />
in volta a disposizione, devono<br />
infatti erogare prestazioni il più<br />
possibile appropriate alle esigenze<br />
del territorio, per evitare inutili<br />
sprechi nell’allocazione delle risorse,<br />
che spesso determinano scarsa<br />
qualità del servizio e la conseguente<br />
diminuzione del livello di<br />
qualità della vita e del benessere<br />
sociale.<br />
In questa ottica, essere responsabili<br />
deve essere considerato un<br />
investimento: il modello di rendicontazione<br />
sociale consente infatti<br />
il miglioramento continuo della<br />
qualità del servizio, attraverso la<br />
valutazione del modello gestionale<br />
adottato, e del grado di comunicazione<br />
interna ed esterna all’azienda.<br />
Il processo di rendicontazione è<br />
utile anche per accrescere il grado<br />
di fiducia degli stakeholder nei<br />
confronti dell’organizzazione, e<br />
allo stesso tempo incrementare la<br />
consapevolezza degli operatori<br />
interni riguardo la mission aziendale,<br />
con una ricaduta positiva<br />
sulla qualità del servizio. Il modello<br />
non è dunque mero strumento di<br />
controllo dell’operato attraverso<br />
indicatori economici, ma opportunità<br />
di crescita sia interna sia<br />
esterna dell’azienda sanitaria.<br />
L’implementazione di un modello<br />
di rendicontazione sociale all’interno<br />
della P.A. è prassi avviata già<br />
da tempo a livello Europeo.<br />
Anche in ambito nazionale si<br />
sono registrate le prime iniziative<br />
in proposito: il 17 febbraio 2006 è<br />
stata infatti emanata una Direttiva<br />
del Ministro della Funzione<br />
Pubblica (Baccini) sulla rendicontazione<br />
sociale nelle<br />
Amministrazioni Pubbliche, a partire<br />
dalla quale il Presidente della<br />
Regione Siciliana ha emanato la<br />
Direttiva presidenziale del 18<br />
dicembre 2006 - Indirizzi per la<br />
programmazione strategica e la<br />
formulazione delle direttive generali<br />
degli Assessori per l’attività<br />
amministrativa e la gestione per gli<br />
anni 2007-2011. Il comma della<br />
Direttiva sancisce esplicitamente<br />
l’avvio del sistema di rendicontazione<br />
sociale: “Nel quadro degli<br />
indirizzi di modernizzazione delle<br />
amministrazioni pubbliche, particolare<br />
rilevanza assume ormai da<br />
anni l’adozione di iniziative e strumenti<br />
di trasparenza, relazione,<br />
comunicazione ed informazione<br />
volti a costruire un rapporto aperto<br />
e proficuo con cittadini ed utenti.<br />
Molte disposizioni si ispirano a<br />
questo concetto ed hanno introdotto<br />
istituti giuridici, principi operativi<br />
e strutture organizzative a questo<br />
scopo. La rendicontazione sociale<br />
delle amministrazioni pubbliche<br />
risponde alle esigenze conoscitive<br />
dei diversi interlocutori, siano essi<br />
singoli cittadini, famiglie, imprese,<br />
associazioni, altre istituzioni pubbliche<br />
o private, consentendo loro<br />
di comprendere e valutare gli effetti<br />
dell’azione amministrativa”.<br />
Viene in tal modo resa evidente<br />
l’importanza del modello e l’obbligatorietà<br />
della sua implementazio-<br />
20<br />
Anno XXV<br />
N. 1 - <strong>Aprile</strong> <strong>2009</strong>
CRONACHE REGIONALI<br />
IBLEA<br />
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ne da parte in seno a tutte le<br />
amministrazioni pubbliche. Nel<br />
particolare ambito del sistema trasfusionale<br />
regionale, risulta evidente<br />
l’esigenza di assicurare la<br />
maggiore trasparenza possibile ai<br />
donatori, agli Enti e alle<br />
Associazioni Donatori Volontari di<br />
Sangue presenti sul territorio.<br />
A tal proposito, l’implementazione<br />
di un modello di rendicontazione<br />
sociale all’interno del Sistema<br />
Trasfusionale avrebbe un carattere<br />
da un lato altamente innovativo,<br />
in quanto quello siciliano sarebbe il<br />
primo sistema trasfusionale a livello<br />
nazionale a operare in tal senso,<br />
dall’altro lungimirante, perché consentirebbe<br />
di formare all’interno<br />
dell’organizzazione le professionalità<br />
necessarie per la redazione del<br />
documento.<br />
Per le sue caratteristiche specifiche,<br />
il modello proposto risulta<br />
applicabile con successo al settore<br />
sanitario, perché si pone come<br />
metro obiettivo e trasparente di<br />
misurazione dell’utilità sociale prodotta,<br />
ed efficace strumento di<br />
comunicazione nei confronti degli<br />
stakeholder a vario titolo coinvolti.<br />
È opportuno sottolineare che la<br />
redazione continuata negli anni del<br />
modello di rendicontazione sociale<br />
consentirebbe di avere una visione<br />
più completa della gestione aziendale:<br />
senza un adeguato strumento<br />
di controllo e verifica dei risultati<br />
raggiunti, infatti, la sezione relativa<br />
ai piani programmatici, agli<br />
obiettivi e alle strategie per conseguirli<br />
vedrebbe ridotta la sua utilità<br />
a fini meramente propagandistici.<br />
La redazione continuata, invece,<br />
consente il confronto puntuale e<br />
ciclico dei risultati raggiunti rispetto<br />
agli obiettivi prefissati, e di valutare<br />
da un lato il miglioramento continuo<br />
nella gestione delle attività,<br />
dall’altro il costante mantenimento<br />
degli impegni.<br />
Giacomo Scalzo<br />
Dirigente<br />
Centro Regionale Sangue<br />
A proposito di sprechi regionali<br />
Ricordate l’articolo che scrissi su “AVIS Iblea” dell’ottobre<br />
scorso sul piano di rientro (risparmio)<br />
sanitario stilato dal governo regionale<br />
Consideravo, da cittadino prima e da medico poi,<br />
giusti e sacrosanti il ridimensionamento mirato delle<br />
spese, la razionalizzazione delle risorse e soprattutto<br />
la lotta agli sprechi ed ai favori.<br />
Ma mi chiedevo, da ingenuo idiota, perché mai ci<br />
fosse stato tanto accanimento e perfino cattiveria -<br />
quando si è arrivati perfino a negare i presìdi sanitari<br />
domiciliari ai malati cronici e terminali - e tanta scrupolosità<br />
nel vivisezionare e ridurre posti-letto e “budget”<br />
nel compartimento sia pubblico che privato convenzionato.<br />
Mi chiedevo anche, da autentico “babbu<br />
e minciaimari rausanu”, perché a Palermo a fronte di<br />
certo rigore economico e sana gestione amministrativa,<br />
mantenessero ancora in vita Enti dichiarati inutili<br />
da anni e venissero pagati stipendi perfino alle diverse<br />
centinaia di trattoristi incaricati di guidare i<br />
non più di quaranta trattori in carico all’ESA<br />
(Ente Sviluppo Agricolo) per chissà quali<br />
incombenze. Citavo questo fatto solo come<br />
esempio, per me ignaro contribuente, di atavica<br />
malgestione del denaro pubblico e ho trovato la<br />
risposta ai miei (nostri) perché in fondo alla<br />
sesta pagina del quotidiano “Giornale di Sicilia”<br />
del 5 maggio <strong>2009</strong>, li dove bisogna andarla a<br />
cercare la notizia, quasi nascosta ed invereconda<br />
(non in prima pagina a caratteri cubitali<br />
come è avvenuto per tanti giorni sulla Sanità!).<br />
Io ve la propongo, non la commento, e vi prometto<br />
che sull’argomento non tornerò più perché<br />
in Sicilia, come diceva il buon Tomasi di<br />
Lampedusa, “Si deve cambiare tutto per non<br />
cambiare niente”.<br />
Giovanni Ottaviano<br />
Anno XXV<br />
N. 1 - <strong>Aprile</strong> <strong>2009</strong> 21
IBLEA<br />
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CRONACHE NAZIONALI<br />
2011: anno europeo del volontariato<br />
''Sono felice di poter comunicare che, dopo una lunga campagna<br />
di sensibilizzazione che ha visto la partecipazione attiva<br />
delle reti del volontariato europeo, la Commissione europea<br />
ha avviato i preparativi per designare il 2011 Anno<br />
Europeo per il Volontariato''.<br />
Con queste parole Marian Harkin, Parlamentare europea e<br />
promotrice della Risoluzione sul contributo del volontariato<br />
alla coesione economica e sociale, ha annunciato che la<br />
Commissione europea ha incaricato di avviare le procedure<br />
per proclamare il 2011 Anno Europeo del Volontariato.<br />
L'annuncio e' stato dato nel corso della conferenza di presentazione<br />
del progetto di CSVnet ''Volontari, cittadini europei'',<br />
il cui obiettivo e' quello di produrre, attraverso la partecipazione<br />
dei volontari e delle organizzazioni locali, il<br />
''Manifesto del Volontariato italiano per l'Europa'' da proporre<br />
alla prossima legislatura del Parlamento Europeo. Il progetto,<br />
avviato in collaborazione con le reti nazionali del volontariato<br />
ed i Centri di Servizio, prevede infatti la realizzazione di iniziative<br />
pubbliche, seminari formativi e dibattiti che coinvolgano<br />
attivamente le Organizzazioni di Volontariato a livello<br />
nazionale e locale.<br />
''E' importante lavorare affinche' il mondo del volontariato<br />
accresca la consapevolezza e la capacita' di essere un attore<br />
politico, strategico soprattutto in un momento di crisi sociale<br />
ed economica come quello che stiamo vivendo'', afferma<br />
Marco Granelli, presidente di CSVnet, Coordinamento nazionale<br />
dei Centri di Servizio per il Volontariato. ''Il Manifesto -<br />
conclude Granelli - è il primo strumento per costruire una<br />
legislazione favorevole alle associazioni di volontariato e programmi<br />
per una concreta valorizzazione del contributo dei cittadini<br />
attivi alla coesione sociale.''<br />
Servizio civile, festa col Papa<br />
Una delegazione di AVIS Nazionale, composta da ex volontari,<br />
formatori di Servizio Civile e dirigenti associativi, ha preso<br />
parte alla Festa annuale del Servizio Civile che si è svolta,<br />
presso la Sala Paolo VI della Città del Vaticano, sabato scorso<br />
a Roma alla presenza di Papa Benedetto XVI, di alte cariche<br />
istituzionali e di migliaia di giovani da tutta Italia. Il Papa<br />
ha rivolto ai volontari in Servizio Civile e ai rappresentanti<br />
degli Enti parole di grande apprezzamento e di incoraggiamento<br />
sincero, e ha chiesto ai giovani di essere "sempre e<br />
dappertutto strumenti di pace, rigettando con decisione l'egoismo<br />
e l'ingiustizia, l'indifferenza e l'odio".<br />
Il Sottosegreterio con delega al Servizio Civile, Sen. Carlo<br />
Giovanardi, ha colto l'occasione per ribadire l'impegno del<br />
Governo, dal 2001 ad oggi, nella crescita del Servizio Civile<br />
Nazionale e per la riforma dell'attuale sistema normativo che<br />
dovrebbe essere varata entro il prossimo anno.<br />
Grande sintonia con le parole del Papa e delle Istituzioni<br />
nel mondo del Servizio Civile che auspica una riforma capace<br />
di dare stabilità e forza all'intero sistema per garantire, ad<br />
ancora migliaia di giovani, questa opportunità di partecipazione,<br />
solidarietà e di Difesa non armata e non violenta del<br />
nostro Paese.<br />
Si parla di AVIS in un testo di biologia<br />
AVIS entra in classe nelle ore di scienze. È stato presentato<br />
pochi giorni fa il nuovo manuale di biologia dal titolo<br />
"Albatros" edito da Linx, del gruppo Pearson Paravia Bruno<br />
Mondadori, che si rivolge agli studenti del biennio delle scuole<br />
superiori.<br />
L'opera, curata dalle professoresse Giuliana Anelli ed<br />
Elena Gatti, contiene al suo interno una scheda informativa<br />
sui gruppi sanguigni e sulle attività trasfusionali.<br />
Per fornire ai lettori un valido spunto di riflessione sull'importanza<br />
della donazione, nella scheda è stato inserito un<br />
manifesto della campagna di sensibilizzazione di AVIS<br />
"Grazie – Prego".<br />
Il testo si propone anche di stimolare la creatività e la curiosità<br />
degli studenti, attraverso la ricerca su Internet di informazioni<br />
sulla donazione di sangue e la progettazione di una<br />
campagna di informazione su questo gesto semplice, ma di<br />
vitale importanza.<br />
Sangue artificiale in provetta. Questa la posizione di AVIS<br />
Produrre sangue artificiale in provetta, in quantità illimitate. Questo<br />
l'obiettivo di un team di scienziati guidati dal professor Marc Turner<br />
dell'Università di Edinburgo, che mira a sviluppare sangue di tipo "0<br />
negativo", gruppo universale piuttosto raro (lo possiede circa il 7% degli<br />
esseri umani), adatto a ogni tipo di trasfusione senza rischio di rigetto.<br />
Secondo quanto riportato dal quotidiano britannico "The indipendent",<br />
entro tre anni dovrebbero effettuarsi le prime trasfusioni sperimentali<br />
di sangue realizzato grazie a cellule staminali embrionali ottenute<br />
con la fecondazione in vitro. Non è la prima volta che équipe<br />
mediche dichiarano di essere impegnate nella riproduzione di sangue<br />
artificiale: ricerche analoghe sono attualmente svolte in Svezia,<br />
Francia e Australia.<br />
Quale è la posizione della nostra Associazione in merito a questa<br />
notizia, riportata oggi da molti quotidiani Lo abbiamo chiesto a Paolo<br />
Marcianò, responsabile delle politiche sanitarie di AVIS Nazionale.<br />
"Le conquiste sempre più sorprendenti nella scienza sono da accogliere<br />
a braccia aperte, perché molte volte sono decisive per la qualità<br />
della vita dell'uomo. Nello stesso tempo, bisogna essere prudenti<br />
quando si enfatizzano delle notizie ancora sul piano sperimentale e<br />
di laboratorio che possono destare anche problemi nella coscienza<br />
collettiva in cui, invece, tuttora c'è bisogno di un grande spirito di solidarietà<br />
perché si devono garantire milioni di donazioni di sangue in<br />
tutto il mondo ogni giorno. È bene che la ricerca continui e che i risultati<br />
vengano attentamente valutati e, quindi, prima di annunciare clamorosi<br />
risvolti bisogna sempre distinguere il piano sperimentale dal<br />
piano pratico delle terapie che quotidianamente vengono assicurate<br />
a tantissimi malati nei nostri ospedali e in quelli di tutto il mondo".<br />
Ridimensiona gli entusiasmi anche Giuliano Grazzini, direttore del<br />
Centro Nazionale Sangue, che in un'intervista pubblicata questa mattina<br />
sul Messaggero dichiara: "È la mecidina dei sogni quella che<br />
assicura in tempi brevi la creazione di sangue artificiale in grado di<br />
sostituire quello umano. E, con ogni probabilità, non riuscirà mai a<br />
sostituirlo totalmente. Le staminali ci potranno permettere di creare<br />
una riserva complementare, poiché si potrà arrivare a una produzione<br />
limitata da utilizzare solo in particolari patologie".<br />
22<br />
Anno XXV<br />
N. 1 - <strong>Aprile</strong> <strong>2009</strong>
GIOVANI<br />
L’<strong>Avis</strong> incontra i giovani<br />
“L’AVIS incontra i giovani”, questo lo slogan dell’incontro<br />
avvenuto a <strong>Ragusa</strong> presso il “City”, location per l’incontro<br />
organizzato il 19 <strong>Aprile</strong> <strong>2009</strong> alle 17.00. L’AVIS ha voluto<br />
incontrare i ragazzi fuori dalla storica sede per aprirsi e<br />
parlare di AVIS in un contesto diverso e aperto. L’incontro<br />
ha visto la presenza di una trentina di ragazzi di età compresa<br />
tra i 16 ed i 25 anni. All’incontro sono stati presenti<br />
il Presidente dell’<strong>Avis</strong> di <strong>Ragusa</strong> Giovanni Di Martino, la<br />
Vice Presidente Maria Elena Salerno, il sottoscritto in qualità<br />
di rappresentante del Gruppo Giovani, Turi Schininà<br />
redazione del Giornale AVISIBLEA e Paolo Roccuzzo,<br />
donatore D.O.C dell’<strong>Avis</strong> di <strong>Ragusa</strong> con all’attivo più di<br />
100 donazioni, pertanto quale migliore rappresentante<br />
della gioia e della bellezza di donare sangue! I ragazzi<br />
hanno seguito con interesse facendo alcune domande di<br />
tipo sanitario alle quali Paolo Roccuzzo ha saputo dare<br />
ampia spiegazione. Finito l’incontro, durato circa una<br />
mezz’ora ci siamo piacevolmente fermati con i ragazzi a<br />
consumare un cocktail analcolico. A fine incontro una simpatica<br />
foto di gruppo ha concluso l’incontro con i ragazzi.<br />
IBLEA<br />
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IBLEA<br />
IBLEA<br />
IBLEA<br />
Cogliamo l’occasione per ringraziare la Sig.ra Galofaro,<br />
responsabile del “City” che ci ha ospitato per questo<br />
incontro dimostrando la propria sensibilità e disponibiltà<br />
per la nostra associazione. L’incontro, estremamente<br />
positivo, speriamo che possa avere seguito con altri piacevoli<br />
ed altrettanti positivi incontri.<br />
Emanuele Fidone<br />
Comunic<strong>Avis</strong>: solidarietà e media<br />
I giovani durante il forum<br />
Benny, la goccia umana<br />
Afine Febbraio si è tenuto a Torino il<br />
Forum Nazionale Giovani, dal<br />
tema: “Comunic<strong>Avis</strong>” - come raccontare<br />
ai media una storia di solidarietà.<br />
Io in quanto Coordinatrice<br />
dell’<strong>Avis</strong> Comunale ho avuto l’onore e<br />
l’onere di partecipare a tale incontro,<br />
per confrontarmi con le altre associazioni<br />
<strong>Avis</strong>, per conoscere nuove realtà<br />
e nuove persone. Era la prima volta<br />
che partecipavo ad un Forum, nel<br />
quale sono presenti tutti i ragazzi delle<br />
<strong>Avis</strong> italiane dai 18 ai 35 anni, durante<br />
la giornata era un non-stop di incontri,<br />
riunioni, discussioni ma anche e<br />
soprattutto di risate e divertimento.<br />
Dal punto di vista formativo, questo<br />
Forum mi ha portato a conoscenza<br />
della spiacevole notizia che l’<strong>Avis</strong> non<br />
viene pubblicizzata in modo adeguato<br />
e proficuo dai media. Ancora oggi<br />
molte persone e molti giovani non<br />
sanno l’esistenza di questa associazione<br />
o se ne hanno notizia non vengono<br />
per paura di una puntura, perché<br />
non possono perdere un’ora di tempo<br />
per stare sdraiati sul un lettino…<br />
Noi Giovani <strong>Avis</strong>ini durante il forum<br />
ci siamo ripromessi di migliorare la<br />
pubblicizzazione della nostra realtà<br />
associativa, ci siamo scambiati modi e<br />
metodi per “catturare” all’interno<br />
dell’<strong>Avis</strong> nuovi donatori e nuovi giovani,<br />
perché dobbiamo essere noi a portare<br />
avanti questa enorme barca di<br />
solidarietà e questa grande famiglia,<br />
perché in fondo l’<strong>Avis</strong> cos’è, se non<br />
una grande famiglia!<br />
Ma il Forum non è solo formazione e<br />
lavoro è anche divertimento, le risate i<br />
balli e i canti tra noi giovani rallegrano<br />
ancora di più la festa. La gare sonore<br />
tra le varie regioni con le varie canzoni<br />
popolari sono divertentissime, e chissà<br />
come mai, sono sempre la Sicilia e la<br />
Campania a contendersi il primo<br />
posto. Inoltre con noi al forum c’è il<br />
Con i giovani nei locali del “City”<br />
mitico Benny, soprannominato la goccia<br />
umana, la nostra mascotte senza<br />
la quale l’<strong>Avis</strong> Giovani non sarebbe più<br />
la stessa…<br />
Sono sempre più fiera e soddisfatta<br />
di far parte di questo gruppo, non ringrazierò<br />
mai abbastanza i ragazzi che<br />
mi stanno accanto per continuare un<br />
percorso iniziato 5 anni fa e che spero<br />
non si concluda mai. Un doveroso ringraziamento<br />
va a anche al Presidente<br />
che mi permette di partecipare a questi<br />
convegni e che mi aiuta a svolgere<br />
il compito qui affidatomi.<br />
Ricordo sempre che il gruppo giovani<br />
è una realtà particolare, unica e speciale;<br />
dove si cerca di creare una realtà<br />
migliore, che aiuti chi non sta, con la<br />
volontà e la speranza di salvare una<br />
vita umana. Con il nostro contributo,<br />
con le nostre idee e “sacrificando” un<br />
po’ del nostro tempo. Voi che state<br />
aspettando<br />
Chiara Cacciatore<br />
I delegati siciliani<br />
Anno XXV<br />
N. 1 - <strong>Aprile</strong> <strong>2009</strong> 23
IBLEA<br />
IBLEA<br />
IBLEA<br />
IBLEA<br />
IBLEA<br />
IBLEA<br />
LA FINESTRA DI FRONTE<br />
Centro di Aiuto alla Vita<br />
La prima domenica di febbraio si è<br />
celebrata la “31ª Giornata per la<br />
Vita” con manifestazioni che si sono<br />
svolte a <strong>Ragusa</strong> e a Vittoria. Il tema,<br />
dettato dal Consiglio permanente della<br />
Conferenza Episcopale Italiana, è stato<br />
il seguente: “La forza della vita nella<br />
sofferenza”.<br />
Nel messaggio dei vescovi viene<br />
detto che la vita è fatta per la serenità e<br />
la gioia, ma accade che, per varie<br />
cause, essa invece sia segnata dalla<br />
sofferenza. La sofferenza appartiene al<br />
mistero dell’uomo e resta in parte<br />
imperscrutabile.<br />
Tra le svariate sofferenze, che possono<br />
colpire l’umanità, c’è quella di alcune<br />
donne, che, in momenti “difficili”, non<br />
sono capaci di accogliere una gravidanza<br />
inattesa. Quando la risposta a questo<br />
problema è l’aborto viene generata<br />
un’ulteriore sofferenza, perché, tale pratica,<br />
non solo distrugge la creatura che<br />
dovrebbe invece essere protetta e<br />
custodita dalla madre, ma provoca nella<br />
donna un trauma destinato a lasciare<br />
una ferita perenne.<br />
In realtà al dolore non si può rispondere<br />
con altro dolore.<br />
Anche in questo caso esistono soluzioni<br />
positive e aperte alla vita, che pongono<br />
al centro il rispetto dell’uomo.<br />
In questa prospettiva si pone l’attività<br />
del Centro di Aiuto alla Vita di <strong>Ragusa</strong>.<br />
Nato nel 2007 nell’ambito dell’Ufficio<br />
Diocesano per la pastorale della famiglia,<br />
ha la sua sede operativa a <strong>Ragusa</strong><br />
presso il Consultorio di Ispirazione<br />
Cristiana, in via G. Cartia n.3.<br />
E’ costituito da un gruppo di volontari,<br />
che desiderano affermare la uguale<br />
dignità di ogni essere umano, dal<br />
momento del concepimento fino alla<br />
morte naturale, favorendo una cultura<br />
dell’accoglienza anche nei confronti dei<br />
soggetti più deboli ed indifesi, a partire<br />
dal bambino concepito e non ancora<br />
nato.<br />
Il primo Centro di Aiuto alla Vita nacque<br />
a Firenze nel 1975. Da allora ne<br />
sono sorti tanti altri in varie città italiane,<br />
con lo scopo di proteggere concretamente<br />
la vita di tanti bambini, e di<br />
costruire una “Cultura della Vita”.<br />
Madre Teresa di Calcutta, nel ricevere<br />
il premio Nobel per la pace nel 1979,<br />
dichiarò: ”Se accettiamo che una madre<br />
possa sopprimere il frutto del suo seno,<br />
che cosa ci resta L’aborto è il principio<br />
che mette in pericolo la pace nel<br />
mondo.”<br />
Papa Giovanni Paolo II nell’enciclica<br />
Evangelium vitae scrisse: “Rispetta,<br />
difendi, ama e servi la vita umana! Solo<br />
su questa strada troverai giustizia, sviluppo,<br />
libertà vera, pace e felicità.”<br />
Il Centro di Aiuto alla Vita di <strong>Ragusa</strong>,<br />
pur con le tante difficoltà che incontra,<br />
legate in modo particolare alla “perdita<br />
dei valori”, si pone i seguenti obiettivi:<br />
- la formazione dei volontari con corsi<br />
specifici per migliorare la capacità di<br />
ascolto e di empatia;<br />
La campagna pubblicitaria del centro<br />
- l’informazione e la promozione del<br />
valore della vita con incontri per gli<br />
studenti delle Scuole medie inferiori e<br />
superiori, per le coppie che si preparano<br />
al matrimonio e per i gruppi delle<br />
famiglie nelle parrocchie;<br />
- l’aiuto psicologico e spirituale alle<br />
donne che vivono il trauma di un precedente<br />
aborto, presso Centri specializzati;<br />
- la diffusione di materiale informativo<br />
per la difesa della vita;<br />
- e, in modo particolare, la collaborazione<br />
attiva con i Ginecologi dei<br />
Consultori Familiari dell’Azienda USL<br />
7 di <strong>Ragusa</strong> e i Direttori delle Unità<br />
Operative dei Presidi Ospedalieri,<br />
dove vengono eseguite le interruzioni<br />
volontarie di gravidanza (secondo un<br />
articolo della legge 194, prima del rilascio<br />
del certificato per accedere<br />
all’IVG, è previsto un colloquio presso<br />
una struttura pubblica, come un<br />
Consultorio Familiare dell’AUSL, o<br />
presso una struttura privata, come il<br />
Centro di Aiuto alla Vita, con questo<br />
colloquio la donna viene aiutata a<br />
chiarire, prima di tutto a se stessa, le<br />
motivazioni della sua scelta di abortire<br />
e, successivamente, a trovare<br />
soluzioni “diverse” nel rispetto della<br />
vita.<br />
Considerando che la causa più frequente<br />
di aborto è il disagio economico,<br />
la soluzione sarà in questo caso quella<br />
di attivare il “Progetto Gemma”, servizio<br />
che consiste nell’adozione a distanza<br />
della madre in difficoltà economica per<br />
un periodo di 18 mesi (sei mesi prima<br />
della nascita del bambino e dodici mesi<br />
dopo il parto) con un contributo mensile<br />
di circa 160,00 euro.<br />
Nel caso in cui invece la donna avesse<br />
problemi relazionali con la famiglia<br />
d’origine, avrà la possibilità di essere<br />
accolta presso un Centro di accoglienza,<br />
dove potrà portare a termine la gravidanza<br />
con serenità.<br />
Nel caso ancora che la donna non<br />
voglia tenere il bambino, si potrà proporre<br />
di portare, comunque, a termine<br />
la gravidanza, partorendo in una struttura<br />
ospedaliera in “anonimato”, come<br />
previsto dalla legge vigente, cioè non<br />
riconoscendo il neonato, che verrà quindi<br />
dato in adozione.<br />
In caso che la motivazione dell’aborto<br />
sia una malformazione grave del feto, si<br />
potrà accompagnare e sostenere la<br />
coppia fino alla nascita del neonato e,<br />
nel caso in cui i genitori non siano pronti<br />
ad accoglierlo, potranno aderire al<br />
progetto F.A.N.HA (Famiglie accoglienti<br />
nascituri handicappati), che fa capo al<br />
Centro di Aiuto alla Vita di Messina e<br />
che consiste nell’adozione del neonato<br />
malformato da parte di famiglie disponibili.<br />
Qualunque sia la motivazione dell’aborto,<br />
sempre e comunque “scelta di<br />
morte”, i volontari del Centro di Aiuto<br />
alla Vita, nel più completo rispetto della<br />
donna e della sua decisione, pongono<br />
l’accento sul fatto che nel grembo della<br />
donna c’è un essere umano, un progetto<br />
di vita, un figlio e affermano che delle<br />
tante mamme che hanno detto “si alla<br />
vita” nessuna di esse si è mai pentita.<br />
I volontari del Centro restano a disposizione<br />
e sono rintracciabili ai seguenti<br />
numeri telefonici: 3349666174; 0932<br />
622644 (solo di pomeriggio).<br />
Centro di Aiuto alla Vita<br />
<strong>Ragusa</strong><br />
24<br />
Anno XXV<br />
N. 1 - <strong>Aprile</strong> <strong>2009</strong>
LA FINESTRA DI FRONTE<br />
IBLEA<br />
Auguri, Piccolo Principe<br />
Associazione “Piccolo Principe”<br />
L’ O.N.L.U.S. nasce nel Dicembre<br />
2003 su iniziativa di un gruppo di professionisti<br />
e di volontari con l’obiettivo<br />
primario di sostenere lo sviluppo<br />
e la crescita di bambini diversamente<br />
abili. L’associazione opera<br />
nel settore della disabilità infantile e<br />
promuove il principio di Riabilitazione<br />
Sociale, inteso quale complesso<br />
di interventi orientati a contrastare<br />
gli esiti del deficit e a sostenere<br />
il raggiungimento di livelli massimi di<br />
autonomia fisica, psichica e sociale.<br />
Esperienze concrete hanno dimostrato<br />
che un intervento precoce e<br />
mirato permette un efficace recupero<br />
funzionale delle abilità e potenzialità<br />
di ciascun bambino disabile, rispetto<br />
ad un intervento tardivo; è noto, infatti,<br />
che agendo su inabilità non ancora<br />
stabilizzate si può ottenere un<br />
recupero a volte totale delle stesse.<br />
L’Associazione vuole essere altresì<br />
un supporto ed un sostegno al lavoro<br />
quotidiano e silenzioso dei genitori,<br />
affiancandoli nel difficile compito di<br />
essere partner del programma di abilitazione<br />
del proprio figlio.<br />
Il centro è rivolto a minori indicativamente<br />
fino a 18 anni affetti da varie<br />
forme di disabilità neuropsichica e<br />
neuromotoria o da altre patologie<br />
neuropsichiatriche dell’età evolutiva.<br />
L’Associazione Piccolo Principe si<br />
avvale di una equipe multidisciplinare<br />
composta da:<br />
Coordinatore di struttura, Psicologo,<br />
Sociologo, Assistente sociale,<br />
Educatori professionali, Animatore<br />
Socio-Culturale, Operatore Socio-<br />
Assistenziale.<br />
Il centro Piccolo Principe da sempre<br />
ha puntato molto sulla formazione<br />
e riqualificazione professionale<br />
degli operatori inseriti nella struttura.<br />
Negli anni ha proposto e realizzato<br />
diversi corsi di formazione professionale,<br />
avvalendosi della consulenza di<br />
Qualunque bambino ha diritto a un sorriso<br />
rinomati specialisti esterni.<br />
Sabato 19 <strong>Aprile</strong> si è concluso la<br />
terza sessione del Corso di<br />
Formazione “LA TERAPIA NEI DIS-<br />
TURBI DELLO SPETTRO AUTISTI-<br />
CO: L’INTERVENTO PSICO-EDU-<br />
CATIVO” promosso e organizzato<br />
dall’Associazione “Piccolo Principe”.<br />
Il corso, articolato in 4 sessioni formative,<br />
si prefigge di favorire l’apprendimento<br />
di strumenti efficaci<br />
all’interazione con bambini con<br />
menomazioni nella reciprocità sociale,<br />
quali bambini autistici o altri disturbi<br />
pervasivi dello sviluppo. Rivolto<br />
a Psicologi, Neuropsichiatri infantili,<br />
terapisti della riabilitazione, logopedisti,<br />
psicomotricisti, Insegnanti di<br />
sostegno ed Educatori professionali,<br />
il corso ha contato la partecipazione<br />
di n. 82 iscritti, motivati al confronto e<br />
alla individuazione di strategie comuni<br />
di intervento educativo e riabilitativo<br />
in bambini con difficoltà. I docenti<br />
del corso, la Dott.ssa Cesarina<br />
Xaiz, Psicomotricista e terapista<br />
della famiglia di scuola sistemica e la<br />
Dott.ssa Ljanka Dal Col, Psicologo<br />
e Dottore di ricerca in psicologia dell’educazione<br />
e delle disabilità, nelle<br />
IBLEA<br />
IBLEA<br />
IBLEA<br />
IBLEA<br />
IBLEA<br />
ore pomeridiane del 16/17/18 <strong>Aprile</strong>,<br />
hanno effettuato, insieme all’equipe<br />
del centro, la valutazione diagnostica<br />
e psico-educativa dei bambini, elaborando<br />
per ciascuno di essi un piano<br />
di lavoro individualizzato e progettato<br />
insieme agli operatori training educativi<br />
individuali per ogni bambino inserito<br />
in struttura. E’ prevista entro il<br />
mese di Luglio, l’inaugurazione della<br />
seconda sede del Piccolo Principe a<br />
Donnalucata, voluta da un gruppo di<br />
genitori di bambini con difficoltà che<br />
hanno conosciuto ed apprezzato l’operato<br />
del Piccolo Principe e chiesto<br />
alla struttura di <strong>Ragusa</strong> di aiutarli a<br />
creare in loco un centro di recupero<br />
per i loro bambini.<br />
E’ possibile sostenere il Piccolo<br />
Principe, senza alcun costo, destinando<br />
il 5X1000 della propria<br />
dichiarazione dei redditi (C.F.:<br />
92024810886) o mediante donazione<br />
intestata a Banca di Palermo<br />
Cod. Iban:<br />
IT64Q0304917000052844353750<br />
Via Stesicoro n. 23<br />
tel.0932-686751 - 393-9341027<br />
Sito internet:<br />
piccoloprincipeonlus@hotmail.it<br />
Anno XXV<br />
N. 1 - <strong>Aprile</strong> <strong>2009</strong> 25
IBLEA<br />
IBLEA<br />
IBLEA<br />
IBLEA<br />
IBLEA<br />
IBLEA<br />
SENZA FRONTIERE<br />
Quando a bruciare non è<br />
una torcia ma un essere umano<br />
Con la pubblicazione di questo articolo vorremmo non dimenticare quello che è<br />
accaduto qualche mese fa per mano di alcuni giovani che per “ammazzare il<br />
tempo” hanno dato fuoco ad un barbone.<br />
Compito di noi adulti e di tutta la società civile è quello di testimoniare soprattutto<br />
ai giovani che alcuni valori, come il rispetto dell’altro, la solidarietà, il confronto<br />
con chi è diverso da noi, la compassione che dovrebbe impregnare i nostri rapporti,<br />
non sono valori barattabili.<br />
L’articolo che proponiamo possa far sorgere in noi una sana inquietudine<br />
g.l.<br />
Se mai qualcuno abbia svolto servizio di volontariato<br />
in un dormitorio, saprebbe come la figura del<br />
barbone sia distante da quella raccontata in certa letteratura<br />
romantica, che lo vorrebbe felice e contento<br />
del proprio abbrutimento psico-fisico.<br />
Il clochard, il barbone, adagiato sul cartone o sulla<br />
panchina è soltanto un uomo solo, impreparato alle<br />
nuove sfide, oppresso dalle proprie lentezze e stanchezze,<br />
fragile e ultimo davvero, per questo dovrebbe<br />
suscitare il rispetto dovuto.<br />
In quattro si sono adoperati per estinguere il barbone<br />
di turno, per arrostirlo e spedirlo all’altro mondo, in<br />
quattro per uccidere un uomo inerme e inoffensivo,<br />
ma colpevole di essere una persona abbandonata.<br />
Hanno cosparso di benzina una persona adagiata<br />
su una panchina, hanno tentato di farne un falò, non<br />
per fanatismo religioso, né per fanatismo congenito,<br />
lo hanno preso di mira perché tanto è una “cosa”<br />
senza valore, anzi un fastidio da scacciare via, in fin<br />
dei conti è uno di quelli non bello da vedere, da sloggiare<br />
in fretta dai parchi, dalle vicinanze dei cassonetti,<br />
dalle chiese, perché no, anche dalle città illuminate.<br />
Quattro “bravi” ragazzi, ciascuno con il suo bel pedigree,<br />
fornito dalla scuola, dal datore di lavoro, dalla<br />
famiglia, ognuno con in tasca un pezzo di futuro già<br />
bello e confezionato.<br />
Quando si è dei mentecatti, in quattro il coraggio lo<br />
si trova nella fisicità di un sorriso,di una smorfia,la<br />
sfrontatezza dell’intesa è sottotraccia al tubo di birra,<br />
di una canna,di uno sniffing, sopra il palcoscenico<br />
dove inizia la recita, al nastro di partenza, per la finale<br />
assoluta, per uscire finalmente dalla maledetta<br />
anonimia, dalle stramaledettamente uguali serate al<br />
bar a fare niente, se non a costruire percorsi di guerra<br />
mentali, tanto per non restare schiacciati dalla propria<br />
insignificanza.<br />
In quattro a pensare di annientare chi sta dietro, per<br />
la paura di essere conciati peggio. Forse accade per<br />
assenza di un tempo e di un impegno che riesca a<br />
sdoganare l’emozione di una relazione importante, di<br />
un incontro da ricercare per non essere costretti alla<br />
resa di fronte al niente di una coscienza infantilizzata.<br />
Il barbone brucia, l’adrenalina sale fino a stracciare<br />
gli analfabetismi affettivi, le contaminazioni subliminali,<br />
il reality non è solamente di casa in tv, nei tiggì,<br />
nelle pagine patinate, è qui e ora, e noi finalmente<br />
siamo i protagonisti, chi se ne frega se attraverso le<br />
sofferenze di un poveraccio.<br />
Emergenza educativa In questa constatazione c’è<br />
tutta l’impresentabilità del mondo adulto, da quello<br />
genitoriale a quello professorale, impegnato a fare<br />
cassa piuttosto che fatica preventiva, per inchiodare<br />
alle proprie responsabilità chi pensa che esistono persone<br />
diverse e quindi di minore importanza, di così<br />
basso profilo da risultare insopportabili.<br />
Questi quattro “bravi” ragazzi ci fanno comprendere<br />
che questa mimetizzazione di normalità malata crea<br />
inquietudine, attese,desideri che divengono indicibili,<br />
fino a relegare in un angolo una parte di umanità,<br />
quella più giovane, inconsapevole di erigere rifiuto e<br />
distanza nella comprensione degli altri, soprattutto di<br />
quelli meno fortunati.<br />
Vincenzo Andraous<br />
(Tratto dalla rivista “Qualevita” Febbraio <strong>2009</strong>)<br />
26<br />
Anno XXV<br />
N. 1 - <strong>Aprile</strong> <strong>2009</strong>
OMNIBUS<br />
IBLEA<br />
IBLEA<br />
IBLEA<br />
IBLEA<br />
IBLEA<br />
IBLEA<br />
A*S*T*E*R*I*S*C*H*I<br />
" Lasciate tranquilli quelli che nascono<br />
Lasciate spazio perché possano vivere.<br />
Non preparate già tutto pensato.<br />
Non leggete a tutti gli stessi libri<br />
Lasciate che siano loro a scoprire l’alba<br />
E dare un nome ai loro baci.<br />
Pablo Neruda<br />
" Le persone viaggiano per stupirsi delle montagne, dei mari, dei<br />
fiumi, delle stelle; e passano accanto a se stessi senza meravigliarsi.<br />
Sant’Agostino<br />
" Dobbiamo imparare a valutare gli uomini più per quello che<br />
soffrono che per quello che fanno o non fanno. L’unico rapporto<br />
fruttuoso con gli uomini, e specialmente con i deboli, è<br />
l’amore, cioè la volontà di mantenere la comunione con loro.<br />
Dietrich Bonhoeffer<br />
Giovanni Gambina si ripete<br />
stata una piacevolissima sorpresa<br />
ritrovare negli scaffali<br />
E’<br />
delle librerie, dopo la precedente<br />
prova di scrittore con il suo “A lenti<br />
passi”, un nuovo libro di Giovanni<br />
Gambina, decano dei commercianti<br />
di <strong>Ragusa</strong> che nel gusto della rievocazione<br />
- tra il sentimentale e il<br />
nostalgico - delle tradizioni, dei luoghi,<br />
dei personaggi, delle storie, degli<br />
aneddoti di una città che si faceva<br />
capoluogo di provincia e che sostituiva<br />
la dimensione popolare del paese<br />
con la forza imponente di un progresso<br />
esaltante, ma mantenendo intatta<br />
la propria dignità culturale fatta<br />
anche della rispettosa cultura delle<br />
relazioni umane.<br />
“Le briciole della memoria” questo il<br />
titolo del nuovo libro di Gambina che<br />
ha avuto una presentazione affollata<br />
e godibilissima all’Auditorium<br />
Giambattista Cartia della Camera di<br />
Commercio di <strong>Ragusa</strong> e che ha confermato<br />
come ci sia un grande bisogno,<br />
per trasferire alle generazioni<br />
che verranno la storia del nostro passato<br />
recente, di affabulatori sensibili<br />
disposti a raccontare in punta di<br />
penna, con semplicità e immediatezza,<br />
la loro storia che è anche la storia<br />
di una comunità.<br />
C.A.<br />
Anno XXV<br />
N. 1 - <strong>Aprile</strong> <strong>2009</strong> 27
IBLEA<br />
IBLEA<br />
IBLEA<br />
IBLEA<br />
IBLEA<br />
IBLEA<br />
RUBRICA SANITARIA<br />
Ancora a proposito di anemia<br />
Completiamo la pubblicazione dell’articolo del nostro collaboratore dott. Giovanni Ottaviano,<br />
dedicato al tema della anemia, esaminata in tutti i suoi aspetti. La prima parte dell’articolo è stata<br />
pubblicata dal nostro giornale nella “Rubrica Saniratia” del numero di Dicembre 2008.<br />
Caratteristica comune a tutti i<br />
tipi di anemia è la sintomatologia.<br />
Il carattere esteriore è il pallore<br />
della pelle e delle mucose<br />
visibili (congiuntiva e parte interna<br />
delle labbra), ma molte volte<br />
questo dato può sfuggire od<br />
essere mascherato da diverse<br />
circostanze, come l’uso di<br />
cosmetici, l’abbronzatura, le<br />
congestioni saltuarie.<br />
La milza, organo deputato a<br />
ripulire il torrente circolatorio da<br />
tutte le scorie derivate dal disfacimento<br />
delle cellule ematiche, è<br />
più o meno ingrossata nelle<br />
varie forme di anemia, ed, in<br />
taluni casi, è addirittura necessario<br />
asportarla chirurgicamente<br />
(splenectomia), per poterne<br />
bloccare l’eccessiva opera<br />
demolitrice nei confronti delle<br />
cellule sanguigne.<br />
L’ANEMIA SI DIVIDE IN:<br />
I) Anemie da diminuita produzione<br />
di globuli rossi;<br />
II) Anemie da aumentata<br />
distruzione<br />
III) Anemie dovute a perdita.<br />
Soggettivamente l’anemico<br />
accusa astenia (continua stanchezza),<br />
senso di “venir meno”,<br />
facile dispnea (mancanza d’aria<br />
con difficoltà respiratorie), tachicardia,<br />
pronta sudorazione, vertigini<br />
specialmente nei rapidi<br />
cambiamenti di posizione. Si<br />
possono avere in casi più severi<br />
soffi cardiaci, glossite (arrossamento<br />
della lingua a carattere<br />
infiammatorio), diminuzione<br />
Un tappeto di globuli rossi visti al microscopio<br />
delle capacità sensoriali propriocettive<br />
(percezioni nella propria<br />
persona di diversi tipi di stimoli<br />
tattici, dolorifici, termici).<br />
AI di fuori di suggestioni di<br />
carattere personale, di falsi convincimenti,<br />
di pseudoeducazione<br />
familiare e sanitaria, di poco più<br />
che folkloristiche credenze<br />
popolari e di anacronistici empirismi,<br />
è fin troppo ovvio che la<br />
diagnosi di anemia compete<br />
esclusivamente alla figura del<br />
medico che attentamente:<br />
a) raccoglierà I’anamnesi (storia<br />
clinico-sanitaria dell’individuo)<br />
informandosi sul familiari e<br />
parenti per il riconoscimento di<br />
anemie ereditarie, su malattie<br />
pregresse, su abitudini alimentari<br />
- il consumo di alcoolici e l’assunzione<br />
di alcuni farmaci che<br />
provocano carenza di vitamina<br />
B12 e di acido folico -, sul tipo di<br />
lavoro svolto specie in relazione<br />
ad ambienti “a rischio”;<br />
b) valuterà gli indispensabili<br />
dati di laboratorio (numero e<br />
morfologia dei globuli rossi, livello<br />
di emoglobina, indici eritrocitari,<br />
dosaggio del ferro, elettroforesi<br />
dell’emoglobina e biopsia del<br />
midollo osseo che in seguito<br />
esamineremo analiticamente);<br />
c) effettuerà l’esame clinico<br />
generale e locale dei vari organi<br />
ed apparati ed, ove il caso lo<br />
richieda, ricorrerà ad accertamenti<br />
strumentali. Oggigiorno la<br />
cosiddetta “diagnostica per<br />
immagini” (Tomografia Assiale<br />
Computerizzata, Risonanza<br />
Magnetica Nucleare, Ecografia,<br />
Osteodensitometria, ecc.) è un<br />
continuo crescendo di sofisticazione<br />
tecnologica, per cui l’iter<br />
per arrivare alla diagnosi può<br />
essere notevolmente facilitato.<br />
È chiaro che, a parte il doveroso<br />
rispetto di precise normative<br />
e di specifiche leggi in materia,<br />
nessun medico sottrarrà, seppure<br />
a fin di bene, del sangue ad<br />
un VERO anemico.<br />
Giovanni Ottaviano<br />
28<br />
Anno XXV<br />
N. 1 - <strong>Aprile</strong> <strong>2009</strong>