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SINTESI GUIDA ALLA LETTURA - Pontificia Università Urbaniana

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1<br />

<strong>SINTESI</strong> <strong>GUIDA</strong> <strong>ALLA</strong> <strong>LETTURA</strong><br />

QUADRAGESIMO ANNO<br />

15 Maggio 1931<br />

L’enciclica Quadragesimo anno del 15 maggio del 1931 fa parte del<br />

magistero di Pio XI, papa Achille Ratti. Egli ha scelto l’espressione Pax<br />

Christi in regno Christi come motto del suo pontificato, dimostrando già da<br />

questa scelta il profondo anelito di pace del quale la sua persona era<br />

segnata e la cui impronta rimarrà in quei anni difficili del dopoguerra. Tale<br />

desiderio si farà concretezza e metterà radici, soprattutto nella risoluzione<br />

della Questione Romana, compiutasi l’11 febbraio 1929 con i Patti<br />

Lateranensi.<br />

Il titolo della enciclica Quadragesimo anno fa riferimento al quarantesimo<br />

anniversario dell’enciclica Rerum novarum del 15 maggio del 1891 di Leone<br />

XIII. L’enciclica Leoniana è chiamata da Pio XI « la Magna Charta sulla quale<br />

deve posare ogni attività cristiana del campo sociale come sul proprio<br />

fondamento »1 ; intesa così, la Chiesa non potrà fare a meno di questo<br />

pilastro per lo sviluppo del pensiero sociale cristiano.<br />

La Quadragesimo anno rientra in questo quadro di sviluppo come un<br />

passo ulteriore rispetto alla prima enciclica sociale. L’insegnamento che ci<br />

viene dato in essa ha come obiettivo non solo quello di far memoria<br />

all’enciclica Leoniana, ciò che viene fatto nella prima parte dell’enciclica che<br />

va dal numero 1 al numero 40, ma va ben oltre e ne coglie l’opportunità per<br />

rileggere la situazione di allora dal punto di vista del pensiero sociale<br />

1 PIO XI, Lettera enciclica Quadragesimo anno (15 maggio 1931), n. 39.


2<br />

cattolico, cimentando per così dire – attraverso un’argomentazione articolata<br />

– il pensiero sociale della Chiesa.<br />

L’enciclica per di più, nella seconda e nell’ultima parte non si limita ad<br />

auspicare che siano trovate le vie che conducono a un rapporto più umano e<br />

senza violenza sia nell’ambito della economia sia nell’ambito lavorativo.<br />

Nella sua parte centrale la Quadragesimo anno, ci offre una lettura organica<br />

e lucida delle radici del problema socioeconomico in cui il mondo si trovava.<br />

Inoltre, denuncia l’avidità sfrenata di quei pochi che si arricchivano con i<br />

soldi provenienti dalla speculazione del mercato, quali « distributori del<br />

sangue nell’organismo economico, e che in maniera dispotica esercitavano<br />

tale potere decidendo chi in tale sistema poteva respirare o no »2 .<br />

Nell’ultima parte dell’enciclica che va dal numero 100 al numero 150,<br />

Papa Ratti prescrive i rimedi a un nuovo ordine sociale basato sulla giustizia<br />

e sulla carità cristiana quali mezzi per sanare la cupidigia selvaggia, o la<br />

fuga delle proprie responsabilità. Vale la pena ricordare l’accento che si è<br />

dato al principio di sussidiarietà quale indicatore della convergenza del bene<br />

personale e quello comunitario, meta da essere perseguita e che ispirerà la<br />

Costituzione di molte nazioni. Un ultimo punto importante da ritenere è che<br />

in questa terza parte, l’enciclica ci offre un respiro apostolico rivolto ai<br />

cristiani laici inseriti nel mondo del lavoro, riconoscendo e incentivando il<br />

loro apostolato laddove essi si trovino. Questo è stato senz’altro un punto<br />

innovativo che sarà ripreso e sviluppato negli anni seguenti, lasciando<br />

spazio a nuovi passi sul cammino di impegno e difesa della dignità<br />

dell’essere umano.<br />

2 cfr. Idem, nn. 105-106.


3<br />

MATER ET MAGISTRA<br />

15 Maggio 1961<br />

Enciclica di Giovanni XXIII 3 – sui recenti sviluppi della questione sociale<br />

Questa enciclica è un documento originale sotto molti aspetti: in verità ha<br />

una forma semplice, uno stile colloquiale, possiede un contenuto sostanzioso<br />

ed è un messaggio che proietta la questione sociale veramente a livello<br />

mondiale.<br />

In questa enciclica i grandi temi di Leone XIII, di Pio XI e Pio XII vengono<br />

ricordati, ripresi e approfonditi, ma ciò che emerge sono i problemi di un<br />

mondo in trasformazione tumultuosa.<br />

Accanto alla questione operaia e alla rivoluzione industriale cominciano a<br />

delinearsi i problemi dell’agricoltura delle zone e delle nazioni in via di<br />

sviluppo; c’è anche la polemica sull’incremento demografico, le prospettive<br />

della collaborazione economica mondiale.<br />

Le parole chiavi di questo documento sono: «comunità e socializzazione».<br />

La divisione dell’enciclica avviene in tre parti, in cui nella prima vengono<br />

ripresi gli insegnamenti dell’enciclica «Rerum Novarum » e i tempestivi<br />

sviluppi del Magistero di Pio XI e Pio XII.<br />

Nella seconda parte ci sono le precisazioni e gli sviluppi degli<br />

insegnamenti della «Rerum Novarum», il tema dell’iniziativa personale<br />

e l’intervento dei poteri pubblici in campo economico.<br />

La terza parte tratta dei nuovi aspetti della questione sociale, le<br />

esigenze di giustizia in ordine ai rapporti produttivi, gli incrementi<br />

geografici e lo sviluppo economico, la collaborazione sul piano<br />

mondiale.<br />

3 GIOVANNI XXIII, Lettera enciclica Mater et Magistra


4<br />

Tutto questo ci fa capire che la Chiesa è veramente Madre e Maestra, perché<br />

non soltanto genera i figli, ma li educa, li istruisce, seguendo l’esempio di<br />

Cristo Maestro e Pastore. E così nella verità, nella giustizia e nell’amore<br />

continua a portare avanti la missione ricevuta da Gesù per costruire insieme<br />

con tutti gli uomini un’autentica «comunione», perché costituita ed animata da<br />

un solo cuore ed una sola anima.


5<br />

OCTOGESIMA ADVENIENS<br />

15 MAGGIO 1961<br />

PAOLO VI, Lett. ap. Octogesima adveniens: AAS 63 (1971) 401-441.<br />

All’inizio degli anni settanta, in un clima turbolento di contestazione<br />

fortemente ideologica, Paolo VI riprende l’insegnamento sociale di Leone<br />

XIII 4 e lo aggiorna, in occasione dell’ottantesimo anniversario della Rerum<br />

novarum, con la Lettera apostolica Octogesima adveniens. Il Pontefice riflette<br />

sulla società post-industriale con tutti i suoi complessi problemi, rilevando<br />

l’insufficienza delle ideologie e dei movimenti storici (le correnti socialiste, il<br />

marxismo, il materialismo storico, l’ideologia liberale, lo scientismo, ecc.) a<br />

rispondere a tali sfide: l’urbanizzazione, la condizione giovanile, la situazione<br />

della donna, la disoccupazione, le discriminazioni, l’emigrazione, l’incremento<br />

demografico, l’influsso dei mezzi di comunicazione sociale, l’ambiente<br />

naturale, le ambiguità del progresso. Incisivo l’invito rivolto dal Pontefice a<br />

favorire una maggiore giustizia sia nelle comunità nazionali che<br />

internazionali.<br />

Introduzione (nn. 1-7)<br />

SCHEMA STRUTTURALE DELLA LETTERA<br />

I. Nuovi problemi sociali (nn. 8-21)<br />

II. Aspirazioni fondamentali e correnti di idee (nn. 22-41)<br />

III. I cristiani davanti ai nuovi problemi (nn. 42-47)<br />

IV. Invito all’azione (nn. 48-52)<br />

4 È il Papa che ha promulgato la prima enciclica sociale, la Rerum novarum (1891) in<br />

risposta alla prima grande questione sociale e ha utilizzato in essa il metodo che diventerà<br />

«un paradigma permanente» per gli sviluppi successivi della Dottrina sociale della Chiesa<br />

(cfr. Sintesi della Rerum novarum).

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