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biopolitica - MECCANICISMO - Liceo Scientifico Statale "E. Fermi ...

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Questa visione dei compiti della fisica teorica lo portò ad avere numerose riserve<br />

nei riguardi della teoria cinetica dei gas, soprattutto riguardo al significato da<br />

attribuire alla Seconda Legge. Quando intraprese il suo programma di ricerca<br />

sulla radiazione di corpo nero il suo scopo fondamentale era proprio quello di<br />

dare una spiegazione meccanica rigorosa della Seconda Legge. Era sua opinione,<br />

infatti, che questa non fosse in contraddizione con la meccanica, ma con la<br />

sua formulazione atomica. Nell’articolo del 1882 che abbiamo già citato, oltre a<br />

sottolineare come la sua formulazione della Seconda Legge fosse particolarmente<br />

adatta a studiare i fenomeni di equilibrio, Planck esprimeva queste sue riserve:<br />

≪Se sviluppata in modo coerente, la Seconda Legge della Teoria meccanica del<br />

calore è incompatibile con l’assunto degli atomi finiti. [. . . ] Tuttavia, un insieme<br />

di segnali attuali sembra indicarmi che la teoria atomica, malgrado il suo grande<br />

successo, dovrà alla fine essere abbandonata in favore dell’ipotesi di una materia<br />

continua≫. In una nota a questo passo, Planck richiamava il brano della Teoria<br />

del calore di Maxwell in cui questi presentava il Demone selettore in grado di<br />

violare la Seconda Legge: per Planck una formulazione continua della meccanica<br />

poteva ovviare a questo che per lui era un paradosso, ritenendo il principio<br />

dell’incremento dell’entropia assolutamente valido al pari della prima legge [8].<br />

Mentre in Inghilterra la visione di Maxwell di una Seconda Legge dalla verità<br />

statistica e, quindi, continuamente violata a livello microscopico viene accettata<br />

senza riserve e il problema abbandonato, nel continente è in atto un aspra battaglia<br />

riguardo la questione dell’irreversibilità. Da una parte c’erano Clausius<br />

e Boltzmann, che, pur essendo dello stesso avviso di Maxwell, continuavano a<br />

studiare sistemi che mostrano un accordo non-statistico con la Seconda Legge,<br />

anche se solo Boltzmann dà effettivamente un’interpretazione statistica dell’irreversibilità;<br />

dall’altra gli energetisti che semplicemente negavano l’esistenza di<br />

processi irreversibili. Planck non accetta né questo punto di vista, né quello di<br />

Clausius e Boltzmann. La sua visione strettamente meccanicista non gli permetteva<br />

di accettare l’approccio statistico: Planck, infatti, considerava la Seconda<br />

Legge valida in maniera assoluta alla stregua della prima. Si trovava, così, nella<br />

strana condizione di essere perfettamente in linea con il quadro epistemologico<br />

che andava per la maggiore e allo stesso tempo solo nella sua ricerca.<br />

Tornando all’articolo del 1882 possiamo scoprire le ragioni di queste riserve:<br />

Esiste in natura una funzione (per la quale noi possiamo mantenere la<br />

denominazione di entropia data da Clausius) che è in continuo aumento,<br />

nel senso che la somma delle entropie di tutti i corpi che fanno parte di<br />

qualsiasi processo è più grande alla fine che al principio del processo. Si<br />

deve quindi riconoscere l’entropia come completamente determinata dallo<br />

stato di un corpo (e cioè, dalla totalità delle posizioni e delle velocità di<br />

tutte le sue parti)[. . . ] Quei processi per i quali l’entropia è la stessa sia<br />

allo stato iniziale che a quello finale, per esempio i processi direttamente<br />

reversibili, costituiscono un caso limite. In realtà, comunque, questi tipi<br />

di processi non si realizzano mai, ma devono essere presi in considerazione<br />

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