L'esercizio terapeutico - SunHope.it
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L’esercizio <strong>terapeutico</strong><br />
G. Iolascon
L’esercizio <strong>terapeutico</strong><br />
Prescrizione di contrazioni muscolari e<br />
di movimenti corporei al fine di<br />
migliorare la funzional<strong>it</strong>à generale e<br />
specifica di un individuo per aiutarlo a<br />
meglio rispondere alle esigenze della<br />
v<strong>it</strong>a quotidiana
Final<strong>it</strong>à dell’esercizio <strong>terapeutico</strong><br />
• Migliorare la mobil<strong>it</strong>à<br />
• Migliorare la forza muscolare<br />
• migliorare l’endurance<br />
• Migliorare il f<strong>it</strong>ness cardio-vascolare<br />
• Migliorare la capac<strong>it</strong>à di rilasciamento<br />
• Migliorare la coordinazione<br />
• Migliorare l’esecuzione di specifici comp<strong>it</strong>i
Effetti di un esercizio attivo r<strong>it</strong>mico
Esercizi per la mobil<strong>it</strong>à<br />
• Mantengono o ripristinano la mobil<strong>it</strong>à dei tessuti molli (muscolo,<br />
connettivi, cute)<br />
• Possono essere attivi, attivi-assist<strong>it</strong>i, passivi;<br />
• Possono essere esegu<strong>it</strong>i attivamente con minima o assente contrazione<br />
muscolare (per es. esercizi pendolari di Codman per la capsul<strong>it</strong>e<br />
adesiva);<br />
• Sia gli attivi che gli attivi-assist<strong>it</strong>i non mantengono né tanto meno<br />
incrementano la forza muscolare;<br />
• Non migliorano la coordinazione né la capac<strong>it</strong>à di eseguire comp<strong>it</strong>i<br />
specifici;<br />
• Gli attivi e gli a.a. sono controindicati (o almeno devono essere usati con<br />
precauzione) in caso di fratture in consolidazione, o con paziente<br />
instabile dal punto di vista cardiovascolare
Tipi di esercizi per la<br />
mobil<strong>it</strong>à<br />
• Esercizi di range of motion o di<br />
flessibil<strong>it</strong>à<br />
• Stretching<br />
• Mobilizzazione articolare e<br />
manipolazioni
Flessibil<strong>it</strong>à statica/dinamica<br />
• statica<br />
– Il grado in cui un’articolazione può essere mossa<br />
passivamente dai due estremi .<br />
• dinamica<br />
– Il grado in cui un’articolazione può essere mossa come<br />
risultato di una contrazione muscolare
Manipolazioni articolari<br />
Mobilizzazioni articolari<br />
Esercizi di rom<br />
Esercizi di rom: entro il rom possibile<br />
Mobilizzazioni articolari: entro il rom fisiologico<br />
Manipolazioni articolari: oltre il rom fisiologico
Esercizi di ROM<br />
• Passivi: movimento, entro il rom possibile, prodotto da<br />
una forza esterna, senza contrazione muscolare<br />
volontaria; la forza esterna può essere: grav<strong>it</strong>à, una<br />
macchina, il terapista, un’altra parte del corpo del<br />
paziente<br />
• Attivi: movimento entro il rom possibile, prodotto dalla<br />
contrazione attiva dei muscoli che attraversano<br />
l’articolazione<br />
• Attivi-assist<strong>it</strong>i: un tipo di ROM attivo nel quale viene<br />
data assistenza da parte di una forza esterna, sia<br />
meccanica che manuale, in quanto i motori muscolari<br />
deputati richiedono assistenza per completare il ROM.
Indicazioni per gli esercizi<br />
passivi di ROM<br />
• Paziente incapace di movimenti attivi (comatosi, paralizzati, allettamento<br />
prolungato) o in caso di dolore nell’esercizio attivo (flogosi);<br />
• Mantiene l’integr<strong>it</strong>à articolare e dei tessuti molli<br />
• Minimizza gli effetti della formazione di contratture<br />
• Mantiene l’elastic<strong>it</strong>à meccanica del muscolo<br />
• Migliora la circolazione e la dinamica vascolare<br />
• Incrementa il movimento del liquido sinoviale per la nutrizione della<br />
cartilagine<br />
• Riduce o inibisce il dolore<br />
• Collabora al processo di guarigione dopo un trauma accidentale o<br />
chirurgico<br />
• Aiuta a mantenere l’attenzione del paziente sul movimento
Indicazioni per gli esercizi<br />
attivi e attivi-assist<strong>it</strong>i di ROM<br />
• Quando il pz è capace di contrarre attivamente i muscoli e muovere<br />
il segmento da trattare<br />
• Stessi scopi di quelli passivi maggiorati dai benefici della<br />
contrazione attiva<br />
• Mantiene la fisiologica elastic<strong>it</strong>à e contrattil<strong>it</strong>à dei muscoli<br />
• Provvede ad un feedback sensoriale proveniente dai muscoli in<br />
contrazione<br />
• Provvede a stimoli pos<strong>it</strong>ivi per l’integr<strong>it</strong>à dell’osso<br />
• Incrementa la circolazione e previene la formazione di trombi<br />
• Sviluppa coordinazione e migliora le prestazioni di attiv<strong>it</strong>à funzionali
Modal<strong>it</strong>à e tempi<br />
• Esercizi da eseguire con lentezza e graduale<br />
progressione ev<strong>it</strong>ando dolore e lesioni ai tessuti<br />
• Ripetizioni di 3-5 esercizi per 1-2 volte al di<br />
per almeno 3 volte a settimana<br />
• Possono essere esegu<strong>it</strong>i secondi i piani anatomici<br />
del ROM oppure secondo pattern combinati di<br />
mobil<strong>it</strong>à (simili a quelli delle PNF) o a pattern<br />
funzionali (attiv<strong>it</strong>à della v<strong>it</strong>a quotidiana)
Ausili utilizzati negli<br />
esercizi di ROM<br />
• Bastone di legno<br />
• Ruota per la spalla<br />
• Puleggie<br />
• Sospensioni<br />
• Tavole<br />
• Macchine per la cpm
puleggie
puleggie
uote
Continous Passive Motion
Stretching = stiramento
iomeccanica dei tessuti<br />
connettivo-muscolari<br />
• Tessuti visco-elastici<br />
– Proprietà elastiche<br />
• Dopo rimosso il carico r<strong>it</strong>ornano a<br />
lunghezza normale<br />
– Proprietà plastiche<br />
• deformazione permanente
Proprietà viscose<br />
Proprietà elastiche<br />
Vi s co u s P ro p e rti e s . P l a s ti c S tre tch .<br />
Te n s i l e Fo rce<br />
E l a s ti c P ro p e rti e s . E l a s ti c S tre tch .<br />
Te n s i l e Fo rce
Proprietà visco-elastiche<br />
Te n s i l e Fo rce<br />
E l a s ti c<br />
E l e m e n ts<br />
Vi s co u s<br />
E l e m e n ts
Modello un<strong>it</strong>à muscolo-tendinea<br />
• 3 componenti<br />
CC<br />
(contractile component)<br />
SEC<br />
(series elastic<br />
component)<br />
PEC<br />
(parallel elastic component)
Modello un<strong>it</strong>à muscolo-tendinea<br />
SEC<br />
CC<br />
PEC<br />
•Contractile Component (CC)<br />
–Accorciamento attivo del muscolo<br />
mediato dalle strutture actomiosiniche<br />
•Parallel Elastic Component (PEC)<br />
–Parallele agli elementi contrattili<br />
del muscolo<br />
–Connettivo epimisiale e perimisiale<br />
ed altro connettivo che circonda le<br />
fibre muscolari<br />
•Series Elastic Component (SEC)<br />
–in serie con gli elementi<br />
contrattili del muscolo<br />
–Si trovano nei cross-bridges tra<br />
I filamenti di actina e miosina e i<br />
tendini
Proprietà visco-elastiche<br />
• Quando un tessuto connettivo è stretchato<br />
– Alcune allungamenti si hanno negli elementi elastici ed<br />
altre negli elementi viscosi<br />
– Gli elementi elastici r<strong>it</strong>ornano alla forma originale ma<br />
la deformazione plastica degli elementi viscosi persiste<br />
• Dipende dalla durata e dalla quota di forza<br />
applicata
Obiettivi di uno stretching<br />
<strong>terapeutico</strong> di tessuti molli<br />
• Ottenere uno stiramento delle<br />
componenti viscose connettivali e<br />
muscolari che modifichi in maniera<br />
permanente la lunghezza delle stesse:<br />
– Modifiche dei legami tra le macromolecole<br />
(soprattutto collageno)
La estensibil<strong>it</strong>à dei tessuti molli<br />
(connettivale e muscolare)<br />
dipende da:<br />
• Numero e tipologia dei legami tra le<br />
molecole<br />
• Temperatura a cui avviene lo stiramento<br />
• Quant<strong>it</strong>à di apporto ematico del tessuto<br />
stretchato
Miglioramenti della flessibil<strong>it</strong>à<br />
• La temperatura alla quale avviene lo<br />
stretching è importante<br />
– A 40° si ha il massimo rilasciamento<br />
del tessuto connettivale (collageno)
Miglioramenti della flessibil<strong>it</strong>à<br />
• L’elastic<strong>it</strong>à muscolare dipende dalla saturazione<br />
di sangue<br />
• L’aumento di temperatura incrementa la<br />
saturazione di sangue del muscolo<br />
• Mantenere la forza di tensione durante il<br />
raffreddamento del tessuto incrementa la<br />
deformazione plastica
Miglioramenti della flessibil<strong>it</strong>à<br />
– Con l’allungamento del tessuto connettivo, si<br />
realizza un certo grado di indebolimento<br />
meccanico.<br />
• Una quota di indebolimento dipende da come e<br />
quanto il tessuto viene stretchato.<br />
• Forze rilevanti di stretch producono più<br />
indebolimenti strutturali<br />
• Basse intens<strong>it</strong>à di forza stretchante minimizzano il<br />
deterioramento nella resistenza agli stress tensili
Curva carico-deformazione<br />
Elastico<br />
Plastico<br />
• Rigid<strong>it</strong>à-Flessibil<strong>it</strong>à<br />
• Yield Point<br />
forza<br />
Yield<br />
rottura<br />
• Punto di rottura<br />
Stiffness<br />
deformazione
Curva carico-deformazione
stretching<br />
• Termine generico utilizzato per descrivere ogni manovra<br />
terapeutica di allungamento di una struttura molle<br />
patologicamente raccorciata e quindi con la final<strong>it</strong>à ultima<br />
di incrementare il ROM articolare<br />
• Stretching passivo: mentre il paziente è rilasciato, una<br />
forza esterna, applicata manualmente o meccanicamente,<br />
allunga i tessuti accorciati;<br />
• Inibizione attiva : il paziente collabora nella manovra di<br />
stretching con un’inibizione del tono dei muscoli retratti
Procedure pre-stretching<br />
• Tecniche di rilasciamento generale (metodica di<br />
Jacobson)<br />
• Applicazione di calore (esogeno od endogeno)<br />
• Applicazione di freddo (spray raffreddanti)<br />
• Tecniche di massaggio<br />
• Esercizi di warm-up<br />
• Trazione o oscillazione articolare
Stretching passivo<br />
• Statico Manuale: applicazione manuale di forza esterna che porta i tessuti ad<br />
allungarsi oltre la lunghezza a riposo;<br />
• Deve essere lento e gentile e durare almeno 15-30 secondi, fino a qualche<br />
minuto, e ripetuto diverse volte durante la seduta di esercizio <strong>terapeutico</strong><br />
• Stretching statico progressivo. Quando si è ottenuto lo stretching ed il<br />
paziente è rilassato nella nuova posizione raggiunta, si applica un’ulteriore<br />
stretching per ottenere un nuovo allungamento.<br />
• Stretching ciclico o interm<strong>it</strong>tente. Il tessuto viene stretchato per 5-10 sec a<br />
bassa intens<strong>it</strong>à ma ripetutamente .<br />
• Stretching ballistico (alta intens<strong>it</strong>à e durata molto breve), da utilizzare solo<br />
in soggetti giovani in un programmi di preparazione per attiv<strong>it</strong>à sportiva; deve<br />
essere ev<strong>it</strong>ato in altri casi<br />
• Stretching meccanico (o posizionale passivo): si applica forza esterna di 2-5<br />
kg per 20-30 minuti o anche più a lungo<br />
• Stretching meccanico ciclico:simile in intens<strong>it</strong>à e durata a quello manuale<br />
passivo solo che viene utilizzata un apparecchiatura che fornisce una forza<br />
ciclica
Inibizione attiva<br />
• Tecnica in cui il paziente rilascia in<br />
maniera riflessa il muscolo da allungare<br />
prima dello stretching<br />
• Tre tecniche:<br />
– contract-relax (hold-relax),<br />
– agonist contraction<br />
– contract-relax-contract (hold-relax-contract)
tecnica contract-relax<br />
• Il paziente esegue una contrazione<br />
isometrica del muscolo accorciato per 5-10<br />
secondi contro una resistenza (la contrazione<br />
può essere massimale o sub-massimale)<br />
• Il paziente poi rilascia il muscolo e il<br />
terapista passivamente lo allunga fino a<br />
raggiungere il rom desiderato;<br />
• La contrazione pre-stretch del muscolo<br />
accorciato fa sì che lo stesso muscolo si<br />
rilassi come per inibizione autogena
Contrazione agonista<br />
• Si allunga passivamente il muscolo accorciato fino ad una<br />
posizione confortevole<br />
• Il paziente quindi esegue una contrazione concentrica (con<br />
accorciamento) del muscolo antagonista a quello accorciato<br />
con applicazione di una modica resistenza al muscolo in<br />
contrazione<br />
• Il muscolo retratto si rilasserà come risultato<br />
dell’inibizione reciproca e quindi sarà più facilmente<br />
allungabile<br />
• Questa tecnica è particolarmente utile in muscoli<br />
accorciati con spasmo o nelle prime fasi di una<br />
cicatrizzazione.
Tecnica hold-relax-contract<br />
• Combina l’inibizione autogena e l’inibizione<br />
reciproca<br />
• Il paziente esegue una contrazione segu<strong>it</strong>a da<br />
fisiologico rilasciamento del muscolo accorciato;<br />
• Quindi esegue una contrazione concentrica del<br />
muscolo antagonista a quello accorciato; e<br />
muove attivamente l’arto lungo la direzione del<br />
rom acquis<strong>it</strong>o.
Esercizio di rinforzo muscolare
Struttura del muscolo<br />
“Bundle-w<strong>it</strong>hin-a-Bundle”
anatomia
anatomia
Il sarcomero
Scanning EM<br />
1<br />
2<br />
4<br />
3<br />
5
Sliding Filament Theory<br />
1) i filamenti di miosina formano<br />
un ponte tra l’actina<br />
2) La Miosina spinge l’actina<br />
actina<br />
miosina<br />
3) I ponti si rilasciano<br />
4) Miosina pronta per la<br />
formazione di altri ponti
Accoppiamento ecc<strong>it</strong>azione-contrazione<br />
• L’intero ciclo dura ~50 ms sebbene<br />
le teste di miosina restino<br />
attaccate per ~2 ms<br />
• un singolo cross-bridge produce 3-4<br />
pN e si accorcia 10 nm
forza del muscolo<br />
• Tipo di fibre componenti il muscolo<br />
• Taglia (cross-sectional area)<br />
• Relazione lunghezza-tensione<br />
• Reclutamento di un<strong>it</strong>à motorie<br />
• Tipo di contrazione muscolare<br />
• Veloc<strong>it</strong>à di contrazione<br />
• Motivazione del soggetto
Organizzazione dei sarcomeri<br />
• Il numero dei sarcomeri in serie o<br />
in parallelo aiuterà a determinare le<br />
proprietà del muscolo<br />
3 sarcomeri in serie<br />
(alta veloc<strong>it</strong>à/unica direzione<br />
rom)<br />
3 sarcomeri in parallelo<br />
(generazione di una rilevante<br />
forza in una direzione)
Esempio di organizzazione sarcomerica<br />
1<br />
sarcomero<br />
3 sarcomeri<br />
in serie<br />
3 sarcomeri<br />
in parallelo<br />
Forza 1 N 1 N 3 N<br />
ROM 1 cm 3 cm 1 cm<br />
Tempo 1 sec 1 sec 1 sec<br />
Veloc<strong>it</strong>à 1 cm/sec 3 cm/sec 1 cm/sec
Organizzazione del sarcomero<br />
• Maggiore è la lunghezza tendine-tendine<br />
maggiore è il numero dei sarcomeri in serie<br />
• Maggiore è la “physiological cross-sectional area<br />
(PCSA)” maggiore è il numero dei sarcomeri in<br />
parallelo<br />
sarcomeri in serie<br />
sarcomeri in<br />
parallelo
arch<strong>it</strong>ettura muscolare
Arch<strong>it</strong>ettura muscolare<br />
fusiforme (parallele)<br />
• Le fibre decorrono<br />
parallele<br />
• Le fibre<br />
generalmente non<br />
si estendono per<br />
tutta la lunghezza<br />
del muscolo
Arch<strong>it</strong>ettura muscolare<br />
Pennati<br />
• Il tendine<br />
decorre<br />
parallelo all’asse<br />
lungo del<br />
muscolo, le<br />
fibre decorrono<br />
diagonalmente<br />
all’asse (fibre<br />
corte)
Fusiformi vs. Pennati<br />
• fusiformi<br />
– vantaggi: I sarcomeri sono in serie<br />
in tal modo si incrementa la veloc<strong>it</strong>à<br />
massima ed il ROM<br />
– svantaggi: relativamente basso<br />
numero di sarcomeri paralleli in tal<br />
modo la capac<strong>it</strong>à di sviluppare<br />
potenza è bassa<br />
• pennati<br />
– vantaggi : incremento di sarcomeri<br />
in parallelo, con incremento della<br />
PCSA e della capac<strong>it</strong>à di sviluppare<br />
potenza<br />
– svantaggi: ridotti sia ROM che<br />
veloc<strong>it</strong>à di accorciamento
Tipo di fibre muscolari<br />
• Caratterizzate istochimicamente<br />
• L’innervazione è il primo determinante del tipo di<br />
fibra<br />
• Le un<strong>it</strong>à motorie sono composte da fibre omogenee<br />
• Tutti i muscolo umani contengono una mescolanza dei<br />
tre tipi generali di fibre<br />
– slow tw<strong>it</strong>ch (ST, metabolismo ossidativo, rosse, Tipo I)<br />
– fast tw<strong>it</strong>ch (FTa, metabolismo ossidativo rapido, bianche,<br />
Tipo IIa)<br />
– fast tw<strong>it</strong>ch (FTb, metabolismo glicol<strong>it</strong>ico, bianche, Tipo IIb)
Caratteristiche della performance<br />
di una fibra dipende da:<br />
• Taglia del motoneurone<br />
• Quant<strong>it</strong>à di sarcomeri<br />
• Ca 2+ -ATPasi<br />
• Miosin-ATPasi<br />
• Capac<strong>it</strong>à aerobica (quant<strong>it</strong>à di m<strong>it</strong>ocondri)<br />
• Capac<strong>it</strong>à anaerobica (quant<strong>it</strong>à di enzimi<br />
glicol<strong>it</strong>ici)
Motor Un<strong>it</strong> Recru<strong>it</strong>ment Pattern
Tipi di contrazione muscolare<br />
• isometrica (statica) – sviluppa tensione senza variazione<br />
di lunghezza del muscolo<br />
• isotonica – sviluppa tensione con variazione di lunghezza<br />
del muscolo<br />
• concentrica – sviluppa tensione durante l’accorciamento<br />
del muscolo<br />
• eccentrica – sviluppa tensione durante l’allungamento del<br />
muscolo<br />
• isocinetica – la resistenza contro la quale il muscolo<br />
combatte varia con il variare della lunghezza dello<br />
stesso in modo da assicurare lo sviluppo di una tensione<br />
uguale durante tutto l’arco di movimento
Whole<br />
Muscle
Azione muscolare
definizioni<br />
• Forza muscolare: massima forza che il muscolo<br />
può sviluppare durante una singola contrazione<br />
• Forza: massa x accelerazione;<br />
• Torque: effetto rotazionale di una forza<br />
rispetto ad un asse: forza x braccio del<br />
momento di forza (newton x m)<br />
• Lavoro: forza x distanza<br />
• Potenza: lavoro / tempo
Componenti della forza muscolare<br />
• Dipendono dall’angolo articolare<br />
large rotary<br />
small stabilizing<br />
medium rotary<br />
medium dislocating
Caratteristiche di una<br />
performance muscolare<br />
Forza e sviluppo di potenza dipendono da:<br />
• Numero di fibre muscolari reclutate<br />
• Lunghezza delle fibre<br />
• veloc<strong>it</strong>à di accorciamento<br />
• Carico sul muscolo
Length-Tension Relationship
Length-Tension Relationship
Adattamento dopo allenamento<br />
• dipendente da adattamenti neurali e<br />
fisiologici<br />
• La “specific<strong>it</strong>à di allenamento” determina<br />
gli adattamenti
Adattamenti durante un<br />
training di rinforzo muscolare
Adattamenti neurali<br />
• Incremento reclutamento un<strong>it</strong>à motorie<br />
• Riduzione dell’inibizione neurale del<br />
reclutamento di un<strong>it</strong>à motorie<br />
• Riduzione del reclutamento del muscolo<br />
antagonista<br />
• Incremento della coordinazione neurale
Adattamenti della fibra muscolare<br />
• Incremento di taglia di entrambi i tipi di<br />
fibre<br />
– incremento ipertrofia (1º)<br />
– Incremento iperplasia (2º)<br />
– Maggiori nelle FT che nelle ST<br />
• Minima o nessuna variazione nei tipi di<br />
fibra
Ruolo del muscolo<br />
• primo motore - muscoli principalmente responsabili del<br />
movimento<br />
• assistenti motori - muscoli usati solo se richiesta più<br />
forza<br />
• agonista - muscoli responsabili del movimento<br />
• antagonista - esegue il movimento opposto a quello<br />
dell’agonista<br />
• stabilizzatore – attivo in un segmento al fine di<br />
stabilizzare un osso in modo da permettere un<br />
movimento in un segmento adiacente<br />
• neutralizzatore - attivo al fine di eliminare un azione<br />
articolare indesiderata di un altro muscolo
Abduzione della spalla<br />
agonista: deltoide<br />
antagonista: latissimus dorsi<br />
stabilizzatore: trapezio<br />
neutralizzatore: teres minor<br />
se il latissimus dorsi è<br />
attivo tenderà a ruotare<br />
internamente, il teres minor<br />
può essere attivato per la<br />
sua capac<strong>it</strong>à di extraruotare<br />
la spalla
Rinforzo muscolare<br />
‣ predisposizione genetica<br />
‣ Specific<strong>it</strong>à di training<br />
‣ intens<strong>it</strong>à<br />
‣ riposo<br />
‣ volume
Esercizio<br />
isometrico<br />
Esercizio<br />
isotonico<br />
Esercizio<br />
isocinetico<br />
Modal<strong>it</strong>a di training<br />
Esercizo a catena<br />
cinetica chiusa<br />
Esercizio a<br />
resistenza<br />
variabile
gli esercizi di rinforzo muscolare<br />
vanno esegu<strong>it</strong>i con cautela in caso di<br />
• Flogosi articolare (isometrici);<br />
• Recente infarto del miocardio;<br />
• Ipertensione non controllata;<br />
• Stroke recente (1 settimana);<br />
• Chirurgia addominale o ernia<br />
• Facile stancabil<strong>it</strong>à (es. sclerosi multipla,<br />
vasculopatia periferica,cardiopatia con rischio di<br />
insufficienza)<br />
• Osteoporosi<br />
• Artropatie croniche infiammatorie (AR,<br />
polimios<strong>it</strong>e);
Linee guida generali<br />
• Valutazione della resistenza dinamica<br />
• Tecnica RM (ripet<strong>it</strong>ion maximum) : 1 RM = massimo<br />
carico sopportato per un x numero di volte<br />
• Es. : 10 RM= massimo carico sopportato e sollevato per<br />
10 volte<br />
• Es.: 1 RM = massimo carico sopportato e sollevato una<br />
volta sola<br />
• 1 RM = massima capac<strong>it</strong>à di sforzo volontario (MCSV)
La prescrizione dell’esercizio di rinforzo<br />
• Iniziare con una resistenza submassimale (pari<br />
al 50% della MCSV)<br />
• Progressione graduale verso la MCSV;<br />
• Usare frequenza bassa di ripetizioni (non oltre<br />
12-15) per set per 1-3 set di esercizi;<br />
• Sedute bi- o trisettimanali;<br />
• Eserc<strong>it</strong>are prima i muscoli grandi poi i piccoli;<br />
• Ev<strong>it</strong>are l’affaticamento<br />
• Ev<strong>it</strong>are la sost<strong>it</strong>uzione nel movimento
Training di resistenza<br />
• Caratterizzato da esercizi di alta intens<strong>it</strong>à con alta frequenza<br />
di ripetizioni;<br />
• Con questo training si ha un incremento dell’endurance<br />
muscolare locale:<br />
• Endurance locale= capac<strong>it</strong>à di uno specifico muscolo di<br />
mantenere un predeterminato livello di output motorio per un<br />
periodo di tempo prolungato;<br />
• Endurance generalizzata (o cardiopolmonare):capac<strong>it</strong>à dell’intero<br />
organismo di produrre uno sforzo prolungato
Esercizi di rinforzo=esercizi di resistenza<br />
Esercizi contro resistenza manuale<br />
• la resistenza viene applicata dal terapista per<br />
opporsi sia alla contrazione statica (isometrica) che<br />
dinamica (isotonica);<br />
• la direzione della resistenza è direttamente in<br />
opposizione al movimento desiderato;<br />
• applicata nella parte distale del segmento mosso dal<br />
muscolo da rinforzare;<br />
• in caso di fragil<strong>it</strong>à ossea la resistenza deve essere<br />
applicata più vicina all’articolazione;<br />
• 8-10 ripetizioni per set per movimento;<br />
• 2-3 ripetizioni del set separate da adeguato<br />
periodo di riposo
Esercizi contro resistenza meccanica<br />
• La resistenza è applicata mediante<br />
apparati meccanici o elettrici;<br />
• Permettono una misurazione precisa della<br />
resistenza<br />
• È possibile modulare la progressione dello<br />
sforzo in maniera precisa;<br />
• Permettono di somministrare resistenze<br />
maggiori di quelle che un terapista può<br />
eserc<strong>it</strong>are
Esercizio isometrico (o statico)<br />
• La tensione è generata nel muscolo senza visibile movimento<br />
articolare o apprezzabile modificazione della lunghezza del<br />
muscolo stesso;<br />
• È più efficace quando il muscolo è alla lunghezza di riposo;<br />
• È facile da eseguire (richiede poco tempo e nessuna<br />
apparecchiatura);<br />
• Gli effetti del rinforzo muscolare non necessariamente si<br />
trasferiscono nelle attiv<strong>it</strong>à dinamiche (cioè sono angolo<br />
articolare -specifiche);<br />
• Non hanno effetto sul training di coordinazione muscolare;<br />
• Non causano ipertrofia muscolare;
Esercizio isometrico - Regimi<br />
• Esercizio isometrico massimale breve (Hettinger e Muller):<br />
singola contrazione isometrica contro resistenza fissa, tenuta<br />
per 5-6 sec, una volta al dì, 5-6 volte a sett; inefficace per<br />
incrementare la forza muscolare;<br />
• Esercizio isometrico ripet<strong>it</strong>ivo breve;( Liberson e Asa): 5-10<br />
contrazioni isometriche brevi ma massimali (ognuna tenuta per<br />
6-15 sec) esegu<strong>it</strong>e contro resistenza 5 gg per sett; più efficace<br />
della precedente;<br />
• Esercizio isometrico ad angolo multiplo: si eseguono contrazioni<br />
isometriche contro resistenza massimale ripetute almeno ogni<br />
20° del ROM (Davies usa 10 set di 10 ripetizioni di contrazioni<br />
della durata di 10 sec ogni 10° del ROM).
Esercizio isotonico<br />
• Esercizio dinamico contro resistenza<br />
costante ma con veloc<strong>it</strong>à non controllata;<br />
• Il termine non è corretto poiché il muscolo<br />
non eserc<strong>it</strong>a sempre la stessa forza<br />
durante tutto il ROM, modificandosi la<br />
lunghezza dei bracci di leva;
Esercizio isotonico - Regimi<br />
• Esercizio contro res<strong>it</strong>enza progressiva (tecnica di<br />
De Lorme):<br />
– Si determina la 10 RM<br />
– Il pz esegue un set di 10 ripetizioni contro una<br />
resistenza pari al 50% della RM;<br />
– Quindi un secondo set di 10 ripetizioni al 75%;<br />
– Ed un set finale di 10 ripetizioni al 100%;<br />
– I 3 set compongono una sessione di esercizi; tra i set vi è<br />
un breve intervallo di riposo;<br />
– Ogni settimana un nuovo 10 RM viene determinato via via<br />
che la forza aumenta;
Tecnica di DeLateur<br />
• Come la DeLorme<br />
• Si aumenta il peso ogni giorno<br />
Tecnica di McMorris e Elkins<br />
• Come la Delorme<br />
•10 ripetizioni al 25%, 10 al 50%,<br />
10 al 75%, 10 al 100%
Esercizio contro resistenza regressiva<br />
Tecnica Oxford di Zinovieff<br />
• È l’inverso della DeLorme<br />
• La res<strong>it</strong>enza diminuisce appena<br />
compare la fatica muscolare;
Esercizio contro resistenza progressiva<br />
aggiustabile quotidianamente<br />
Tecnica di Knight<br />
• Si determina la RM (es. 6 RM);<br />
• Il pz esegue 10 ripetizioni al 50 %(set 1) , 6 ripetizioni<br />
al 75%(set 2); quanto ripetizioni iriesce a fare al 100%<br />
(set 3), in ultimo quante ripetizioni riesce a fare con<br />
carico aggiustato (set 4);<br />
• Il numero delle ripetizioni del set 4 cost<strong>it</strong>uisce il RM del<br />
giorno successivo;<br />
• Il numero ideale di ripetizioni da fare quando si chiede di<br />
farne più possibile è di 5-7
Equipaggiamento per gli<br />
esercizi isotonici<br />
• Pesi<br />
• Ausili di resistenza elastica (tubi,<br />
theraband)<br />
• Sistemi di puleggie<br />
• Apparecchi meccanici (idraulici) o<br />
elettronici<br />
• cicloergometro
Esercizio isocinetico<br />
• Esercizio dinamico esegu<strong>it</strong>o a veloc<strong>it</strong>à<br />
angolare costante, con resistenza<br />
accomodante;<br />
• Utilizza apparecchi elettronici<br />
comandati da software;<br />
• Per incrementare la forza sono più utili<br />
basse veloc<strong>it</strong>à;<br />
• Il paziente viene inv<strong>it</strong>ato ad eseguire il<br />
movimento alla massima forza e<br />
veloc<strong>it</strong>à concessa;<br />
• Di sol<strong>it</strong>o si usano da 5 a 7 ripetizioni<br />
in 3 set
Contrazione concentrica/eccentrica<br />
• Il muscolo genera più tensione durante la<br />
contrazione eccentrica;<br />
• In stati di debolezza marcata del muscolo va<br />
iniziato il programma di rinforzo con contrazioni<br />
eccentriche contro lieve resistenza manuale;<br />
• Quando il muscolo migliora si inizia un<br />
programma di contrazioni concentriche contro<br />
resistenza manuale
Esercizio pliometrico<br />
• Stretch-Shortening Cycle (SSC): combinazione di<br />
un’azione eccentrica segu<strong>it</strong>a da una concentrica<br />
• Le tecniche di training che utilizzano la SSC vengono<br />
dette “pliometriche”<br />
• movimenti rapidi e potenti utilizzati per incrementare<br />
la reattiv<strong>it</strong>à del SN;<br />
• Si immagazzina l’energia elastica del muscolo durante<br />
lo stretch per poi rilasciarla durante il lavoro<br />
concentrico;<br />
• Dipende dalla rapid<strong>it</strong>à della sequenza<br />
• Sviluppano potenza e veloc<strong>it</strong>à, ma possono essere<br />
causa di lesioni dei tessuti molli (tendini)
Stretch-Shortening Cycle<br />
• Uno stretch rapido segu<strong>it</strong>o da contrazione<br />
concentrica causa storaggio di energia<br />
nelle strutture elastiche<br />
• Rilascio di energia durante la fase<br />
concentrica per produrre più forza che la<br />
sola contrazione concentrica<br />
• esempi<br />
– Salto verticale<br />
– Esercizio pliometrico<br />
SEC<br />
CC<br />
PEC
Esercizio isoelastico
Varazioni del numero dei<br />
sarcomeri dopo immobilizzazione