DONNA IMPRESA MAGAZINE cover GIUSEPPE FATA _ CAMERA DELLA MODA CALABRIA
IL CORPO FRA RAPPRESENTAZIONE E LINGUAGGIO La presenza del corpo nella produzione letteraria è sempre stata legata a due aspetti distinti e collaterali: la concezione ideologica dell'entità corporea come elemento di riflessione di tipo pratico e speculativo, e l'uso che lo scrittore ne fa in senso espressivo e simbolico quando parla delle varie attività corporali, per esempio ludiche e di sforzo, di piacere e di costrizione, fisiche e cerebrali. Ma è arduo, se non addirittura impossibile, assegnare al corpo una definizione letteraria univoca, data la sua unità inscindibile di luogo ove trovano spazio sia l'anima e la mente, elementi spirituali e interiori, sia il fisico come contenitore esterno del più multiforme meccanismo funzionante che esista in natura. Il corpo è pertanto un organismo portatore di spirito e di materia nel suo essere singolare, unico. Nella leggenda che ha dato origine al mito del Faust, egli può vendere l'anima al demonio perché la possiede, e il demonio ricompensare con ogni sorta di voluttà di cui è il corpo a trarre godimento. Proprio da questa unicità, che paradossalmente si edifica su una dualità oppositiva, in letteratura prendono consistenza le classificazioni terminologiche e distintive che ne derivano, a seconda delle condizioni in cui il corpo è inserito e dei relativi campi di applicazione: di maschile e femminile (uomo e donna) e dei loro rapporti; di individuo e persona o, all'opposto, di sinonimo di collettivo dal punto di vista giuridico e sociale; di essere, e [...]
IL CORPO FRA RAPPRESENTAZIONE E LINGUAGGIO
La presenza del corpo nella produzione letteraria è sempre stata legata a due aspetti distinti e collaterali: la concezione ideologica dell'entità corporea come elemento di riflessione di tipo pratico e speculativo, e l'uso che lo scrittore ne fa in senso espressivo e simbolico quando parla delle varie attività corporali, per esempio ludiche e di sforzo, di piacere e di costrizione, fisiche e cerebrali. Ma è arduo, se non addirittura impossibile, assegnare al corpo una definizione letteraria univoca, data la sua unità inscindibile di luogo ove trovano spazio sia l'anima e la mente, elementi spirituali e interiori, sia il fisico come contenitore esterno del più multiforme meccanismo funzionante che esista in natura. Il corpo è pertanto un organismo portatore di spirito e di materia nel suo essere singolare, unico. Nella leggenda che ha dato origine al mito del Faust, egli può vendere l'anima al demonio perché la possiede, e il demonio ricompensare con ogni sorta di voluttà di cui è il corpo a trarre godimento. Proprio da questa unicità, che paradossalmente si edifica su una dualità oppositiva, in letteratura prendono consistenza le classificazioni terminologiche e distintive che ne derivano, a seconda delle condizioni in cui il corpo è inserito e dei relativi campi di applicazione: di maschile e femminile (uomo e donna) e dei loro rapporti; di individuo e persona o, all'opposto, di sinonimo di collettivo dal punto di vista giuridico e sociale; di essere, e [...]
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special edition moda 2012/13
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DOSSIERMODA
La moda: chi la fa, chi la indossa,
chi ne parla
EVENTI
I progetti della moda
Le ragioni della nuova politica
ABITARE
IL TEMPO
I luoghi della seduzione
BELLAVITA
Jack present:
I'mstillhere...sonosemprequi.
specialeRobertPlant voiceLedZeppelin
storiadicopertina
La Camera della Moda
calabrese attraverso i suoi
protagonisti
Giuseppe
atupertucon
FATA
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INDICE:
05 21
STORIA DI COPERTINA
Giuseppe Fata
Presidente Camera della Moda
Calabria
Claudia Ferrise
DOSSIER MODA
Kasta Morrely
Erika Gottardi
Armando Terribili
Maria Pia Della Valle
Nino Spirli
35 67
LA POLITICA DEL CORPO
La cucina di Masha
Roberto Guarducci
Michele Miglionico
Vittoriana
Franco Ciambella
Marina Mansanta
Gianni Sapone
Tina Arena
Franco Francesca
Giuseppe D'Urso
Graziano Amadori
Massimo Dogliani
79
EVENTI
NOI C'ERAVAMO
Matera: Premio Moda
Salerno: Smac
Bronte: 8° Meeting Moda
Roma: Donne e vini da ...
Gran Gala Moda Malta
Premio Rosa d'Abruzzo
Milano: Press&Outdoor
PH FASHION
Luca Esposito
Giovanni Di Dio
Giacomo Properzi
Paolo Lo Russo
Tony Ph
BELLE SCOPERTE
Carla Eusebi
Graziella Bonaccorso
Elisabetta Turtù
Lucia Caccamo
Naomi Chittani
73
ATUPERTUCON
Morel Bolea Kasta Morrely
Riccardo Gubiani
91
SPECIALE DONNA
Valeria Mangani
Roberta Razzano
Irene Pivetti
IN PRIMO PIANO
Estoril Viaggi
Paolo Sistilli
103
BELLA VITA
I'M STILL HERE
Robert Plant
Cristian Marchi
Antonio Baldoni
PSG by night
nella foto da sinistra: la modella Naomy Chittani,
Riccardo Gubiani e Ramona Badescu a Cluj
fashion in
action
coming:soon
Valeriana Mariani e l' Ambasciatore austriaco Christian B.M. Berlakovits
Ph: Luca Esposito
www.suolificioantares.it
antares
RICONOSCIMENTO A ROMA PER LA PRESIDENTE
E DIRETTRICE DELLA RIVISTA: A CONSEGNARLO
L'AMBASCIATORE AUSTRIACO
Premio speciale a Valeriana
Mariani per "Donna Impresa"
Nella decima edizione del premio nazionale "Le Ragioni
della Nuova Politica", L'associazione culturale "L'alba del
terzo millennio" ha attribuito un prestigioso riconoscimento
speciale alla sangiorgese Valeriana Mariani, quale
Presidente e Direttrice di "Donna Impresa Magazine". Le è
stato consegnato dall'ambasciatore d'Austria Christian
B.M. Berlakovits, lui stesso nell'occasione insignito del
premio "La Colomba della Civiltà". La cerimonia si è svolta
a Roma nella meravigliosa Sala Vanvitelli dell'Avvocatura
Generale dello Stato, di fronte ad una platea di illustri
rappresentanti dello stato e degli ambienti culturali, politici
ed economici. In primavera Mariani sarà nominata
Ambasciatore nel mondo della Camera della Moda di
Reggio Calabria. " Questo - dice l'interessata - mi
renderebbe straordinariamente felice perché l'essere
visibile a livello internazionale nel campo dell'alta moda mi
regalerebbe l'opportunità di promuovere anche, di riflesso
ed in parallelo, il nostro territorio e la nostra straordinaria
economia, fatta di aziende e marchi fra i più prestigiosi a
livello internazionale".
(liberamente tratto dal Resto del Carlino)
Grottazzolina _info@suolificioantares.it T. 0734.632735
F. 0734.636777
il
corpo
fra
rappresentazione
e
linguaggio
nella foto: Il presidente Giuseppe Fata e la Presidente Onorario Ambasciatori Principessa Costanza Afan De Rivera Costaguti Florio
alla presentazione del calendario 2013 della Camera Regionale della Moda Calabria dedicato a Gianni Versace
di Valeriana Mariani
La presenza del corpo nella
produzione letteraria è sempre
stata legata a due aspetti distinti
e collaterali: la concezione
ideologica dell'entità corporea
come elemento di riflessione di
tipo pratico e speculativo, e l'uso
che lo scrittore ne fa in senso
espressivo e simbolico quando
parla delle varie attività corporali,
per esempio ludiche e di sforzo,
di piacere e di costrizione, fisiche
e cerebrali. Ma è arduo, se non
addirittura impossibile,
assegnare al corpo una
definizione letteraria univoca,
data la sua unità inscindibile di
luogo ove trovano spazio sia
l'anima e la mente, elementi
spirituali e interiori, sia il fisico
come contenitore esterno del più
multiforme meccanismo
funzionante che esista in natura.
Il corpo è pertanto un organismo
portatore di spirito e di materia
nel suo essere singolare, unico.
Nella leggenda che ha dato
origine al mito del Faust, egli può
vendere l'anima al demonio
perché la possiede, e il demonio
ricompensare con ogni sorta di
voluttà di cui è il corpo a trarre
godimento. Proprio da questa
unicità, che paradossalmente si
STORIA DI COPERTINA
Alla scoperta
dell’archetipo femminile.
ATUPERTUCON
FATA
persino di non essere, come il
GIUSEPPE
edifica su una dualità oppositiva, in
letteratura prendono consistenza le
classificazioni terminologiche e
distintive che ne derivano, a seconda
delle condizioni in cui il corpo è
inserito e dei relativi campi di
applicazione: di maschile e femminile
(uomo e donna) e dei loro rapporti; di
individuo e persona o, all'opposto, di
sinonimo di collettivo dal punto di
vista giuridico e sociale; di essere, e
fantasma o lo spettro; di 'carne' e di
'sangue', in chiave simbolica; fino
all'incorporeità degli esseri divini, la
cui dimensione corporale è sublimata
in senso religioso nel puro spirito. Più
che la letteratura, tuttavia,
storicamente è stata la filosofia a
occuparsi di un'interpretazione del
corpo come entità, data la sua
fisionomia discorde e dualistica,
trasformandolo da celebrazione della
vita naturale in dilemma culturale e
simbolico. Questo vale soprattutto
per il pensiero occidentale. Nel
mondo e nella cultura dell'Oriente,
invece, corpo e spirito si fondono in
un'entità unica e il dualismo filosofico
non si pone in maniera così
problematica, ma anche un po'
astratta, come avviene
nell'Occidente. Le linee direttrici
www.donnaimpresa.com 05
della dualità si richiamano
tradizionalmente alla filosofia greca, e
trovano conferma in una varietà di
posizioni teoriche che privilegiano
comunque lo spirito. Da centro di
irradiazione simbolica nelle comunità
primitive, il corpo, come dice U.
Galimberti è diventato in Occidente il
“negativo di ogni valore” che il gioco
dialettico-concettuale delle
opposizioni è andato man mano
accatastando. Dalla “follia del corpo”
di Platone alla “maledizione della
carne” nella religione biblica, dalla
“lacerazione” cartesiana della sua
unità alla sua “anatomia” ad opera
della disciplina scientifica, all'homme
machine degli illuministi, il corpo vede
procedere la sua storia con la sua
riduzione a forza-lavoro, a numero
per potenziare la produzione in senso
economico.
Oggi, tuttavia, il problema è capovolto, perché nell’era
dell'automazione, dell'informatizzazione e della globalizzazione, esso
non ha più senso, essendo tagliato fuori dal ciclo produttivo, diventa
economicamente un ingombro. Alla casistica problematica che ha
accompagnato il corpo nella storia, naturale e culturale, bisogna
aggiungere la componente economica per la quale il corpo diventa
una questione sociale. Ma per superare l'opposizione culturale tra
anima e corpo e cercare di dare a proposito dell'entità corporea una
risposta più articolata e organica nel quadro della visione
interdisciplinare che lo caratterizza, il sapere contemporaneo ha
ulteriormente messo in evidenza il carattere culturale della nozione di
corpo, trasferendolo dall'ambito naturale a quello dei concetti e
assimilandolo ai fenomeni simbolici. Antropologia, semiologia,
linguistica, medicina, psicoanalisi, ogni disciplina ha dato del corpo
una propria proiezione come significato espressivo che supera la
tradizionale separatezza di corpo e anima, di cuore e mente, di
movimento e stasi, per situarsi nella sfera del rapporto comunicativo.
Il corpo vivendo comunica perché produce un insieme di segni, ossia
realizza con il proprio complesso movimento pratico e spirituale una
serie di funzioni che assolvono lo scopo di comunicare ai diversi livelli
e nei diversi contesti in cui agisce: come disse M. de Certeau, nella
storia abbiamo un corpo per ogni epoca e per ogni gruppo. La
letteratura è il campo dove questo movimento si esprime in senso
rappresentativo grazie al linguaggio. A differenza della filosofia, la
letteratura ha esaltato o denigrato il corpo in quanto invenzione
oriflesso, dal punto di vista verbale, dell'attività umana. In tal senso il
corpo è divenuto condizione essenziale nel contesto letterario, anzi è
connaturato alla letteratura, poiché sul piano della raffigurazione
espressiva esso si è via via identificato con l'uomo stesso.
Personaggio principale, se non assoluto, del dialogo letterario, l'uomo
è presente fisicamente e non come astrazione anche quando è
portatore di idee: la sua manifestazione culturale e il suo movimento
naturale si esprimono per mezzo ed in virtù del corpo. In letteratura,
però, la parola non può rendere la rappresentazione del corpo con
quell'evidenza plastica che è caratteristica della pittura e soprattutto
della scultura, si esprime tecnicamente in forma diversa, perché la
sua dimensione è descrittiva, ed appunto per questo il corpo acquista
sulla pagina una pregnanza significativa quando il moto esteriore si
associa alle reazioni interiori: il corpo diventa allo stesso tempo atto e
pensiero, descritto nel suo fare e scandagliato nel profondo. In altri
termini, è lo spirito che costruisce il corpo, come sosteneva F. Schiller
nel pieno dell'esaltazione romantica. Da tali premesse ne deriva che
la rappresentazione del corpo in letteratura non è mai neutra ma
sempre l'espressione di un'idea. Nella descrizione manzoniana della
monaca di Monza, figura di cui l'autore mette in evidenza,
soffermandosi sapientemente su alcuni particolari, i tratti ambigui e il
senso di inquietudine, il narrare trascorre dalla rappresentazione
visiva a un implicito giudizio morale e storico; ma anche quando il
discorso letterario in genere sembra risolversi in un elegante
esercizio descrittivo, non privo di raffinatezze stilistiche (si potrebbe
pensare a certe pagine estetizzanti di G. D'Annunzio), in realtà esso
può richiamarsi a una visione edonistica che indugia, anziché su un
paesaggio o su qualche oggetto, sul corpo quale luogo privilegiato
del piacere umano in ogni tempo. L'insistenza descrittiva sul corpo
non è accidentale, ma si inserisce nelle esigenze di una poetica che è
frutto di una concezione del mondo: cela una ragione storica e
culturale. Una svolta determinante al problema del corpo l'ha data in
seguito la psicoanalisi. Le ricerche di Freud non sono circoscritte al
luogo della psiche, ma hanno assorbito l'intera struttura
dell'organismo umano; sulle sue orme, la concezione del corpo nella
cultura contemporanea ha scoperto altre condizioni e ramificazioni
espressive. Il corpo come linguaggio, che implica qualcosa di più
rispetto alla nozione di linguaggio del corpo, non è un'ipotesi
inverosimile, ma il frutto di una ricognizione meno superficiale del
comportamento umano, la quale attribuisce alle nostre azioni un
senso che va al di là della loro origine naturale. Ed è una
caratteristica dell'attuale: come ebbe a dire J. Ortega y Gasset, il
corpo è rinato e reclamarne la “riscoperta” è toccato al nostro tempo.
Naturalmente, con tutti gli effetti del caso. Per J.-P. Sartre l'uomo
consiste solo in ciò che fa, e ad agire nel complesso dell'esistenza è
appunto il corpo, tragicamente condannato dalla libertà di fare. M.
Foucault ha impostato tutta la sua opera sulle relazioni e costrizioni
del corpo, dalla follia alla sessualità alle prigioni, ma, in dissonanza
con Sartre, percepisce la libertà come illusoria se il fare non è
“opposizione” all’ apparato che imprigiona l'uomo annullandone il
corpo. Il corpo è stato infine protagonista del processo di
cambiamento nei rapporti umani e nel costume sociale esploso con il
Sessantotto. Ed è stata principalmente la donna che ha svincolato il
proprio corpo dalle ipoteche che lo subordinavano a una funzione
retoricamente materna o di puro oggetto di piacere: ciò, scrollandosi
di dosso l'attribuzione di secondo sesso, che polemicamente aveva
usato S. de Beauvoir per dire che donna non si nasce ma si diventa.
Proprio i sorprendenti sviluppi letterari di oggi della dimensione
corporale spingono a pensare che il corpo nella sua complessità, e al
di là delle distinzioni genetiche, rimanga tuttora un'entità in larga parte
ignota. Malgrado ci si illuda di avere ormai avviato un rapporto
irreversibile con il nostro essere corpo, in realtà questo è un territorio
che, a percorrerlo, regala ancora ininterrotte sorprese. In ogni sua
parte esso cela un sorprendente laboratorio di ricerca in grado di
offrire una serie infinita di possibilità sperimentali sconosciute, i cui
risultati hanno sempre una duplice essenza: materiale e spirituale,
che è compito della letteratura tradurre in linguaggio e plasmare
stilisticamente.
l'immaginario
fantastico
L'antropomorfismo dal punto di vista letterario è un'allegoria, una
figura retorica. L'idea di introdurre animali cui attribuire condotte
umane in un'opera letteraria, oppure di raffigurare animali con
somiglianze umane ha un valore simbolico: è una tecnica espressiva
per affrontare in maniera indiretta, ma anche con maggior libertà di
contenuti, un discorso di fondo sull'uomo e calcolata allegoria a
sfondo politico di G. Orwell nella Fattoria degli animali o di stampo
moralistico nella Collina dei conigli di R. Adams. L'identificazione
dell'uomo con la figura animale, come la comprensione della natura
morale degli esseri attraverso l'aspetto fisico, ha dato origine nelle favole
alle divinità di svariate civiltà: l'uomo ha fatto ricorso all'animale per
mezzo di effigi, maschere, totem e leggendarie metamorfosi, per
comunicare con gli altri e con sé stesso. ll Centauro, la Sfinge, Medusa,
Proteo, il Minotauro sottolineano l'incontro magico e naturale tra la
razionalità umana e l'istinto animale. Gli episodi più bizzarri delle
Metamorfosi di Ovidio e dell'Asino d'oro di Apuleio rivelano che, nella
immaginazione degli scrittori, la forma animale è sempre stata una
maschera dietro la quale occultare gli errori, le paure o i desideri proibiti
dell'animo umano. Dal mito greco di Pasifae e il toro sino alle favole
dell'epoca medievale che riprendono il mito di Leda e il cigno, dietro al
racconto fantastico e alla fiaba si nascondevano passioni inconfessabili,
erotismo, amore e morte. La riproduzione simbolica, però, si arricchisce
di significati nuovi quando entrano nel discorso i primi ordini scientifiche
che conferiscono all'antropomorfismo un carattere meno fantasioso e più
definito. Nei trattati di fisiognomia dell'antichità, dallo Pseudo-Aristotele a
Polemone, da Adamanzio allo Pseudo-Apuleio, sino al De humana
physiognomonia di G. Della Porta, del 1586, ogni parte del corpo umano
era paragonata a quella di un animale, quasi gli animali fossero emblemi
viventi delle passioni umane e in essi si potesse già riconoscere
quell'aspetto oscuro della mente di ogni individuo, quell'inconscio portato
definitivamente alla luce da Freud con la psicoanalisi e che spinge
Nietzsche nella Gaia scienza a ribaltare perfino il rapporto: sarebbero gli
animali a vedere nell'uomo un essere a loro uguale che ha perduto in
maniera pericolosa il sano intelletto animale, a vedere cioè in lui l'animale
delirante, l'animale che ride o che piange, l'animale infelice. Mentre le
creature ibride del Bestiaire di Ph. de Thaon, del 1126, lasciano scorgere
una forte critica nei confronti della società del tempo, raccontata sotto
spoglie animalesche, il Roman de Renart, del 1288, precorre le favole di
J. La Fontaine e poi di F. Fénelon e di J.-P. Florian, dove gli animali
personificano vizi e virtù. La forma umana, nell'Ottocento, ritorna a
essere una semplice maschera con le 73 tavole delle Metamorfosi del
giorno e le Animalomanie di Grandville, con i disegni satirici di H.
Daumier e le illustrazioni di S.-G. Gavarni: gli animali divengono
personaggi veri e propri, e la bestialità umana corrompe la vita sociale,
fino al punto di essere il simbolo di un mondo che gira alla rovescia. Dopo
avere permeato il Medioevo e il Rinascimento, dopo essere resuscitato
nelle speculazioni settecentesche e nelle favole del 19° secolo, il
rapporto uomo-animale sembra rivivere, per mezzo della metafora,
nell'era moderna: Gregor Samsa, interprete della Metamorfosi di Kafka,
pur continuando a pensareeasentire come un essere umano, accoglie
la propria metamorfosi in insetto immondo sino alla morte, perché così
vuole il fato. Sembra un precedente per Il racconto della piattola di T.
Landolfi, ma non lo è perché qui lo scrittore ha dato voce all'insetto che,
con tono oracolare, ammonisce gli uomini della loro caducità. La
soggezione inconscia dell'uomo nei riguardi della ferinità ha ancora
sollecitato il Landolfi della Pietra lunare, mentre una delle identificazioni
più diffuse è quella con il lupo, come nel Mal di luna di Pirandello e nei
Dialoghi con Leucò di Cesare Pavese. E tra gli ultimi cercatori
d'avventure intellettuali del nostro tempo non poteva mancare una
raffigurazione dell'umano in un animalesco fantastico: Apollinaire, A.
Savinio, J.L. Borges, A. Masson sono gli ideatori di un surreale e
immaginario bestiario interiore che paragona l'animalità a un vero e
proprio carattere riproducibile in pittura attraverso il ritratto. L'avvento
dell'era tecnologica ha modificato l'archetipo del legame esistente tra i
caratteri delle specie animali e la conformazione fisica umana. Di fronte
ai primi ragni umani apparsi nella Macchina del tempo di H.G. Wells, e
alla descrizione anatomica dell'uomo-crisalide realizzata da R. Bradbury
in Crisalide, a metà Novecento, la trasformazione dell'essere umano in
animale vivente è quasi scomparsa, occultata dalla presenza di moderne
creature che popolano l'immaginario degli scrittori di fantascienza e
suggeriscono una diversa dimensione dell'animale tradizionale. All'inizio
del Terzo millennio, i robot metallici, i mutanti genetici, gli alieni e i
replicanti capaci di assumere a loro piacimento forme batteriche, siano
esse animali oppure umanoidi, rappresentano metaforicamente la
rinnovata paura dell'uomo di smarrire la propria identità smarrendo quegli
istinti che lo accostavano irrazionalmente all'animale.
TESTIMONIAL:
Maria Perrusi (Miss Italia 2009)
CONCEPT E FOTOGRAFIA:
Arcangelo Fazio
CONCEPT E POST
PRODUZIONE
FOTOGRAFICA:
Gianluca Muraca
HAIR DESIGNER:
Giuseppe Fata
MAKE-UP:
Dario Caminiti
PROGETTO GRAFICO:
Enfasi Studio
GIOIELLI:
Gerardo Sacco
TESTE SCULTURE:
Giuseppe Fata
Abbiamo visto Presidente come, dai tempi più antichi, gli uomini nell'affermare che si tratta di un antico simbolo religioso orientale,
hanno sentito l'esigenza di interrogarsi sul modo in cui poteva ma sia che rappresentasse il dio Baal, o il sole, nella sua triplice
essersi formato l'universo, sulla nascita del genere umano e sulle forma di dio della primavera, dell'estate e dell'inverno, sia che
cause dei fenomeni naturali che accompagnavano, ma spesso rappresentasse la luna con le gambe talora sostituite da falci lunari,
anche sconvolgevano, la loro vita e come, non possedendo ancora è inconfutabile però il ritenere che questo particolare figurativo
gli strumenti del pensiero filosofico e scientifico, essi si affidarono rivela degli aspetti tipicamente siciliani. I simboli hanno
alla fantasia, personificarono e divinizzarono le forze benigne e incalcolabile valore tangibile anche nel tempo attuale, perché
maligne da cui si sentivano circondati dando vita a un vasto riescono ad esprimere una sintesi di concetti di valore assoluto,
patrimonio di storie, per loro sacre e veritiere, che sono giunte a generale ed eterno ma, oltre ciò, Medusa simboleggia colei che ti
noi attraverso le più svariate fonti letterarie e artistiche. I miti, ferma e ti domanda "Sei pronto per conoscere ciò che si cela dietro
racconti terribili e meravigliosi, che narrano le origini dell'universo, di me Potresti soffrire e perdere anche ciò che ami. Queste sono
degli uomini e degli dèi e che hanno per protagonisti esseri le conseguenze". Lei è la trasformazione. Attraverso il suo sguardo
soprannaturali, prendono il nome, dal greco "mythos", che ti blocca e ti trasforma. Ti avverte che ti sei spinto troppo oltre, che
originariamente designava la «parola» e in particolare la «parola tutto quello che avverrà sarà pericoloso. Perché la conoscenza è
solenne e sacra di un dio». Il mito non è un racconto del tutto pericolosa per chi non è pronto ad accoglierla. Medusa è donna,
favoloso e inverosimile, ma racchiude una sua «verità», poiché è bellissima e sinuosa. E' colei "che domina". Violentata nel tempio
un modo di conoscenza e di appropriazione della realtà tipico delle di Atena da Poseidone, oltraggiò la Dea nascondendo il suo volto
società primitive, antiche e moderne. Il mito dunque viene dietro l'egida di quest'ultima e Lei la trasformò in un orrendo
interpretato come autentica conoscenza o comunque come una mostro ma tutti sappiamo il mito della Gorgone mortale, colei che
narrazione che possiede elementi di realtà. In questo senso osò sfidare Atena lodandosi dei suoi splendidi capelli. Ma ci siamo
dobbiamo pensare al mito come alla sapienza propria elaborata da mai chiesti il perché la bellissima Atena dopo aver umiliato la
una civiltà, un suo elemento di coesione, di memoria storica. Se fanciulla tramutandola in una "orrenda" creatura continuò a
andiamo ad enucleare il mito nella sua pienezza lo scopriamo come perseguitarla istigando Perseo affinché la uccidesse Sarebbe
una tipica fonte di modelli di comportamento e regole dell'agire e ipotesi ardita il pensare che Medusa possedesse ciò che Atena non
potremmo azzardare nel dire che è nato dal bisogno di spiegare le aveva Atena è bella, di una bellezza classica, ma Medusa lo è di
leggi della vita e della natura ed è stato uno strumento
più, e diversamente, è sensuale. Atena è saggia, Medusa invece è
di conoscenza per i popoli, con finali diversi o con particolare trasgressiva, Atena è "vergine", Medusa invece conosce i segreti
alla scoperta
dell’archetipo femminile.
INTERVISTAESCLUSIVA
discendenza femminile, arroccata e arginata in se stessa che adopera i
suoi poteri "in funzione" della volontà del Padre Zeus. O, almeno, questa
è la rappresentazione di Athena che ci è stata consegnata. Il mito
sembra un modo per spiegare come la mente razionale rigetti
l’esteriorità dell’apparire e "punisca" ogni celebrazione a ciò connessa,
relegando Medusa tra i mostri. Il razionale cerca di difendersi, dapprima
respingendo il lato istintuale, in seguito facendosene scudo; un modo per
usare ciò che non si accetta senza farlo proprio, quasi sia un elemento
estraneo, avulso e non appartenesse al proprio Io profondo. Medusa
non attacca: si difende. Non invoca qualcuno a sé. Il suo compito è
quello di guardare e bloccare. Fissare. Qualcuno o Qualcosa esiliandolo
in un’immobile eternità, in un certo senso immutabilmente uguale a se
stesso. La Signora che misura lo scorrere del tempo lo domina e sa che
affinché ci si possa trasformare bisogna ineluttabilmente che il tempo
passi, che si prenda coscienza di ciò che si è compreso ed in qualche
modo lo si assimili. In uno sguardo, in un istante il tempo si blocca… può
essere un modo per significare “Fermati e prendi coscienza”; sotto il Suo
sguardo si diventa “pietra” solida, si trasforma in certezza ciò che prima
era solo una percezione: “Sii conscia della trasformazione”. Ciò
suggerisce che il recuperare la propria identità femminile è un lavoro di
ascolto e scoperta di ciò che è la natura femminile nella sua essenza.
Inevitabilmente diventa un lavoro “iniziatico” in cui gli archetipi millenari
compenetrano la propria identità. Richiede costanza, pazienza, attesa e
grande duttilità perché porta - senza dubbio-ainnumerevoli
trasformazioni non solo interiori.. La farfalla è un fantastico insetto che ci
insegna che la vita è cambiamento, è trasformazione. Come pensa si
senta un bruco che inizia il suo periodo di trasformazione dentro una
crisalide Ed ancora, quando Medusa ha acquisito la capacità di
GiuseppeFata
Medusa vestite in meravigliosi abiti di Claudia Ferrise, straordinaria
interprete dello stile sartoriale fra le più celebrate nel campo dell’alta
moda. A lei il compito di elevare il corpo femminile a simbolo del
desiderio, fascino e terrore, bellezza e fatalità della figura femminile.
Un interrogativo però rimane ancora aperto, o piuttosto, non
esaustivamente sviscerato nella sua moltitudine di significati
intrinseci; quasi vi fosse la volontà di fornire un elemento
discordante all’interno di uno dei dibattiti maggiormente
significativi della nostra epoca: gli stereotipi ed i pregiudizi legati al
“genere”. Personalmente trovo interessante una ulteriore esegesi,
ovvio che il desistere dai significati tradizionali mi ponga
inevitabilmente alla stregua di eretica e per questo mi auguro di
non essere messa al rogo (sorrido sarcastica), a partire proprio dal
dato di fatto che Medusa, sia che fosse stata stuprata o sacrificata
sull'altare, pone comunque la questione su come la responsabilità
della sua decapitazione (proprio come Ifigenia fu sacrificata ad una
Artemide assetata di sangue), sia stata decretata da un’altra donna,
sebbene Dea: Atena. La preservazione del potere indurrebbe tutti
dunque, uomini e donne, a sopprimere “l’altro/a” quando a questi
si riconoscano capacità tali da poter mettere in discussione la
propria egemonia. Punto. Curioso semmai che in questa lotta alla
leadership l’uccisione sia stata decretata da una donna su un’altra
donna: pura vanità
I miti che riguardano Medusa descrivono la sua bellezza originaria, i suoi
capelli; in una versione, è proprio la sua vanità la causa della
trasformazione in mostro da parte di Athena. In altra versione è una
sacerdotessa di Athena la cui “colpa” consiste nell’essersi fatta sedurre
da Poseidone all’interno del Tempio della Dea. In entrambi i casi, il punto
fantasiosi. In quasi tutte le società e culture è esistita una
narrazione mitologica dell'origine dell'essere umano e
dell'universo, quindi il mito deriva dall'umana necessità di
rispondere alla domanda: "Da dove veniamo"
È legittimo supporre che il mito possieda un'intelaiatura che viene
sempre ripresa e modificata, fino anche ai giorni nostri e che è flessibile
dal momento che ha diversi significati e si apre a plurali interpretazioni,
modificandosi nelle continue riprese. Non a caso Campbell nell’ “Eroe
dai mille volti” scrive: « I miti sono fioriti tra gli uomini in tutti i tempi, in
tutte le regioni della terra, ed al loro vivificante afflato si deve tutto ciò
che l’attività fisica e intellettuale dell’uomo ha prodotto». Il valore del
mito, in quanto mito persiste, infatti il mito viene percepito come mito da
ogni lettore in tutto il mondo; la sostanza del mito non sta nello stile, né
nel modo di narrazione, né nella sintassi, ma nella storia che viene
raccontata del resto non è esagerato affermare che le inestinguibili
energie del cosmo si manifestano nella cultura umana proprio attraverso
il mito. Se cerchiamo di scavare fino in fondo ci rendiamo conto che le
religioni, le filosofie, le arti, le forme sociali dell’uomo primitivo e storico,
le scoperte scientifiche e tecniche, gli stessi sogni che popolano il sonno,
scaturiscono indistintamente dalla fonte magica del mito. Infatti, i simboli
che fanno parte della mitologia non si fabbricano, non si possono
inventare, controllare, o abolire per sempre: sono produzioni spontanee
della psiche e ciascuno ne conserva intatto il potere.
Medusa, in greco antico, significa dominio, talento, fascino e
insieme seduzione e mostruosità della bellezza. Quindi eros e
thanatos, passione e terrore. La paura è una passione e la sua
rappresentazione produce liberazione. Gli studiosi sono concordi
del sesso. Medusa rappresenta l'essere donna che non si piega ai
soprusi dell'uomo, lei gioca e ti istiga, ti provoca e ti ammalia, è la
Signora degli Incantesimi, ti incanta con i suoi serpenti e il suo
sguardo paralizza la virilità maschile. Si legge che una volta Atena
si accostò sulla riva di un lago e iniziò a suonare il flauto,
(strumento d'estasi) e vide il riflesso di Medusa (a simboleggiare
che Ella si cela in ogni donna) e ciò la rese potente ma anche piena
di invidia, tanto da desiderare fortemente di "essere" Lei; motivo
per il quale chiese la sua testa per poi raffigurarla sul suo scudo e
la sua pelle per indossarla in battaglia. Capì che doveva essere
Medusa per sconfiggere e impaurire i nemici, quei nemici che
avevano spodestato l'antica Madre per essere poi "demonizzata" e
ridotta in schiavitù per proliferare e nulla più. Medusa-Atena è la
Dea-Serpente venerata dalle Amazzoni della Lybia, rappresenta i
cicli del tempo e della natura, della morte e della rinascita, è la
creatività e la distruzione al tempo stesso che continuamente si
rigenera e si trasforma. E' il ciclo femminile, è il silenzio della
conoscenza, è il varco per la trasformazione o la trasmutazione
dell'anima dal Nigredo all'Oro. Medusa, dunque Presidente, è tutte
le donne
Athena usa la maschera di Medusa sul suo scudo, simbolo della
presenza di misteri legati al femminile in cui nessuno sguardo estraneo
dovesse posarsi, un modo per indicare un "blocco", un senso figurativo
del "non puoi procedere oltre". Ma potrebbe racchiudere semplicemente
il fatto che un uso esagerato della mente "blocca" la comprensione dei
Misteri Femminili: Athena, d’altro canto, appare completamente
sottomessa all’autorità paterna, è una vergine che rifiuta la sua
pietrificare Dopo aver conosciuto l’abbraccio di Poseidone, signore
delle profondità marine (e dunque inconsce), non è un potere che le
appartiene da sempre. Volendo fare un parallelo - quasi… junghiano - le
appartiene da dopo l’unione del maschile e del femminile. L'inconscio è
costituito da bipolarità, da ambivalenze, da conflitti, forze che si
muovono come cavalli impazziti senza domatore, e ogni tentativo di
maturazione psichica si muove necessariamente verso un confronto,
verso una unione, una commistione e un equilibrio di tali elementi
opposti. Qualsiasi essi siano. La natura riconferma sempre la sua
leadership, non dimentichiamolo…
Le “Teste Sculture – Medusa” il cui tema, come abbiamo visto,
affascinante nel suo richiamo simbolico, offre materia ricca di
suggestioni da cui Claudia Ferrise, stilista che ha voluto al suo
fianco in questa esperienza itinerante, è chiamata a trarre spunto
affinché si rappresenti e magnifichi in passerella il corpo e la
sensualità della donna oltre che quella straordinaria conoscenza e
padronanza delle tecniche stilistiche e manifatturiere che sono
proprie della tradizione sartoriale del sud. Ma come nasce,
Presidente, questo bellissimo progetto Ed ancora, cosa, le ha
consentito di riconoscere da subito in Claudia Ferrise quella stilista
capace di tradurre tutto il carico di significato che desiderava far
“rivivere” in chiave contemporanea della figura di Medusa
Con le “Teste Sculture – Medusa”, figura mitologica, abbiamo voluto
incarnare nelle passerelle, così come esige la modernità, nello stereotipo
di Femme Fatale: ovvero quel femminile tanto seducente ed incantatore
da incutere quasi soggezione e che si contempla attraverso statuarie
bellezze dalle identità celate dietro paramenti simboleggianti la testa di
focale è dato dai capelli di Medusa, che da strumento di fascino
diventano portatori di morte. I capelli, da sempre simbolo della
seduzione femminile, si trasformano in serpenti velenosi, sibilanti ed
infidi; del resto anche Lilith, la cui unica "colpa" sembra sia stata il non
voler soggiacere ad Adamo, aveva nei capelli il potere di sedurre. La
razionalità (rappresentata da Athena) sembra rifiutare e punire con un
marchio di "deformità" (quindi di difformità) l’uso cosciente della
seduzione, quasi l’uso di un simile potere femminile debba condurre
inevitabilmente alla rovina. D’altro canto il sedurre sembra sia l’unico
potere che viene ancora “concesso” (o che non sia stato sottratto…) alle
donne, ma assume comunque una connotazione negativa. Seduzione è
allora sinonimo di inganno: si mostra una maschera che attira ma che
nasconde spesso una realtà diversa, negativa. L’esperienza estetica
della bellezza si intreccia all’esperienza dello sguardo creando, nello
spazio delle complesse dimensioni dell’apprendimento, traiettorie
estremamente suggestive da percorrere. Nel gesto di “prendere” ciò che
è bello (o che appartiene alla bellezza, ivi comprendendo i suoi
contraddittori opposti) si produce un movimento definibile attraverso
curiosità e brama, ma, al contempo si sviluppa anche un senso di timore
e paralisi; quel che attrae può divenire mostruosamente o terribilmente
bello, ovvero, nel lessico proprio dell’eccesso che la bellezza porta con
sé, “troppo bello”. C’è una sorta di insostenibilità che la bellezza crea. Il
troppo bello che diventa mostruoso o terribile genera non solo ossimori,
ma porta anche in campo la dis-misura, lo stupore che cerca subito una
forma di controllo di quel largo smisurato e spaesante che stiamo
intravedendo: si tenta quindi di ridurre quel che ci appare difficile da
gestire. Si fa largo il concetto di mostruoso, che intreccia profondamente
ellezza e timore. Il termine “mostruoso” comprende, nella sua
La moda, come da lei espresso, è estro, creatività, intuito, ma anche
dimensione lessicale e semantica, pregnanti rimandi alla dimensione organizzazione, strategia, management. E queste due componenti,
visiva dello sguardo “invidioso”; il lemma latino monstrum deriva dal apparentemente contrastanti, devono convivere e amalgamarsi per
rafforzativo di monere, che significa avvisare e ammonire.
assicurare il successo di un’idea imprenditoriale. Il mondo della moda è
Il settore dell’alta moda è senza dubbio uno dei più importanti un mondo che vive di tendenze e gusti che cambiano nel giro di una
campi di eccellenza del made in Italy. Il suo peso sulla nostra stagione. È un mondo quindi, in cui lo studio sociologico del
economia è pari a pochi altri ambiti produttivi. Si tratta di un consumatore diventa non solo fondamentale, ma pressoché
sistema particolare e poco studiato; in effetti, per lungo tempo, è irrinunciabile. Diventa sempre più importante trovare figure manageriali
stato appannaggio esclusivo di stilisti e creativi e solo in epoca specializzate nel settore moda, persone in grado di “gestire la creatività”,
recente si è iniziato a guardare ad esso come ad un vero e proprio indirizzandola senza ostacolarla o snaturarla così come pure diventa
settore industriale. Indubbiamente l’oggetto di attività dell’industria imprescindibile condizione il saper innovare e scardinare le regole
della moda, ovvero un prodotto ad alto contenuto creativo, rende le rimanendo però fedeli ai valori della loro marca e rafforzandone il
imprese che operano in questo campo uniche per la necessaria vantaggio competitivo. Resta da sfatare l’idea che la moda sia solo
compresenza al loro interno di quella che è stata definita come una spettacolo ed eventi: essa è un fattore sociale, ambientale ed economico
doppia anima, emozionale, costituita da stilisti e creativi, e che riesce ad unire mondi differenti tra loro quali la creatività e il
razionale in quanto rappresentata da manager che in essa lavorano consumo. In uno scenario così variegato, per vincere la battaglia
e affiancano l’attività dei primi. La moda, infatti, è un insieme di concorrenziale le imprese devono essere in grado di assecondare le
intuito, estro e creatività, ma anche management e organizzazione. richieste dei consumatori cercando di soddisfare nel miglior modo
Si tratta, se vogliamo, di componenti formalmente discordanti ma possibile le loro esigenze. Tali imprese devono, quindi, adattarsi
che devono convivere al fine di raggiungere l’obiettivo,
velocemente al mercato, puntare all’innovazione sia del processo di
assolutamente non trascurabile, della affermazione dell’impresa. La produzione che del prodotto, con una preferenza per la qualità, il servizio
compresenza delle suddette anime è essenziale per la
e la differenziazione. Ed è proprio al marketing che viene assegnato tale
sopravvivenza stessa del settore. Da una parte, infatti, i prodotti ruolo per mantenere il posizionamento acquisito sul mercato, per
realizzati devono essere di moda, se non di alta moda, ovvero rinforzarlo e per sostenere la battaglia concorrenziale. Il capo, una
devono racchiudere al loro interno un’elevata qualità ed un alto creazione di lusso, è prodotto in singola copia o in piccolissima serie. Il
livello stilistico ed innovativo, dall’altra è indispensabile che consumatore di alta moda desidera un abito che sia immagine, lusso,
l’azienda rispetti le regole base per una gestione aziendale efficace status symbol, originalità, personalità, estro, e, soprattutto, il marketing
ed efficiente. Si presenta, quindi, la necessità di effettuare un mix che rappresenta. L’alta moda è uno stile, un design, ma soprattutto è
alla scoperta
dell’archetipo femminile.
INTERVISTAESCLUSIVA
attraversano il Sistema nei trend e nell’identikit del target-moda ne
stanno scotendo l’impalcatura dall’interno; principale conseguenza: il
rafforzamento delle strutture di marketing. Fatto il prodotto bisogna
trovare i consumatori: scoprirli, tentarli, spingerli, innovarli, all’occorrenza
crearli. Il Marketing Moda è una strategia raffinata e molto complessa
non più coerente con la classificazione che vedeva rientrare il “prodottomoda”
nella sfera dei bisogni sociali; un abito o un mocassino non sono
più acquistati per soddisfare una necessità primaria: la moda è il risultato
di un bisogno postmoderno di consumare, prima che oggetti, significati; il
prodotto deve essere in grado di comunicare un “mondo
d’appartenenza”, mantenendo funzionalità ed efficienza. Gli attori del
Sistema devono individuare “desideri”, non più “bisogni.
Cito testualmente, Presidente: “La Camera Regionale della Moda
Calabria da sempre rappresenta i più alti valori della moda e dello
stile italiano con lo scopo di tutelare, coordinare, diffondere,
controllare e potenziare l’immagine della moda calabrese sia in
Italia che all’estero”, non poteva non ricordare degnamente Gianni
Versace che è stato e sarà per sempre uno dei più grandi nomi
della moda italiana nel mondo, imponendosi con la genialità che
sempre lo ha distinto. Reggio è la terra di Gianni Versace e, come
disse lui stesso, è questa terra che gli ha dato le ragioni della sua
grande passione creativa. Il suo grande sogno si è ancor più
caratterizzato per quella sua capacità di attingere dalle radici
storiche della Calabria le suggestioni della sua arte creativa. Quella
di Gianni Versace, prima ancora che fenomeno di moda, va indicata
come espressione artistica di grande livello, capace non solo di
prevenire i tempi ma anzitutto di disegnare il talento del Sud. I
GiuseppeFata
vogliamo far crescere il nostro Paese ci dobbiamo ricompattare e tenere
stretto il nostro prodotto che è di massima eccellenza.
L’importanza dei giovani
Nell'ottica di un percorso che continua a sostenere le nuove generazioni
Il suo sogno nel cassetto...
Voglio realizzare il sogno di tanti giovani creativi. E' insieme che si può
crescere, senza aver paura di fare squadra. In questi anni ho visto tanti
giovani in difficoltà e noi nel nostro piccolo cerchiamo di sostenerli ed
incoraggiarli con il loro sogno.
Lei è un presidente giovanissimo con tante esperienze alle spalle
come si vede in queste vesti
All'inizio non mi vedevo, anche, perché sono un creativo ed amo essere
libero ma ho accettato con l'idea di non essere un presidente legato alla
poltrona ma che ama lavorare per gli altri. Quando sono stato proposto
alla guida della camera ho chiesto sei mesi sperimentali per vedere se il
mio operato potesse funzionare. Devo dire che è stato molto positivo ed
ho avuto grandi apprezzamenti da tutti i componenti della camera e
soprattutto dai giovani creatori in genere. Sono davvero contento di
avere una squadra così forte, composta da grandi professionisti, ognuno
nel proprio ambito. La camera è composta in gran parte da giovani ed
oggi, dopo una fase sperimentale, possiamo dire che siamo una vera e
propria realtà italiana. In questi anni abbiamo fatto tanto e la camera è
stata protagonista in moltissimi eventi regionale, nazionali ed
internazionali.
Alcuni eventi dove collaborate
Annualmente la camera consegna alcuni riconoscimenti. Come "Eventi
d’eccellenza" posso citarne alcuni dove noi siamo presenti perché
compendio tra esigenze diverse; i creativi sono costretti ad
adeguarsi ai limiti posti dai vincoli di bilancio, senza che ciò
sminuisca però il loro estro e la loro capacità innovativa e gli
amministrativi devono anch’essi adattarsi al particolare contesto in
cui operano e alle esigenze, talvolta inusuali, degli stilisti dalla cui
attività dipende, in gran parte, il successo delle imprese. Si
capisce, dunque, come sia fondamentale che il management di
queste aziende cerchi di coniugare ed amalgamare le diverse
istanze presenti al suo interno e che non sono esclusivamente
amministrativo-gestionali: il management della creatività non si
deve limitare a mantenere le competenze creative esistenti, ma ne
deve favorire l’ampliamento e l’arricchimento continuo. Da quanto
fin qui osservato si capisce come il prodotto moda presenti
caratteristiche proprie e sia, dunque, di difficile collocazione
all’interno dei tradizionali schemi economici e produttivi. E’ “un
bene, che sta fra il necessario ed il superfluo, fra l’economia e la
cultura”; la sua definizione appare difficile trattandosi, da una
parte, di una vera e propria opera d’arte, dall’altra, di un prodotto
che, per esigenze di gestione, deve in ogni caso trovare un mercato
di sbocco e di vendita al pari degli altri prodotti. Da quanto fin qui
esposto si può da subito intuire come "il prodotto moda" abbia
caratteristiche peculiari rispetto ad altri prodotti ma come ciò
nonostante non si dissoci dal concetto di azienda. Questa
premessa al fine di chiederle, quanto, a parer suo, il management
riesca oggi a coniugare le diverse istanze prospettate, affinché non
si limiti all'esclusivo mantenimento delle competenze creative
esistenti…
un brand: per posizionarsi sul mercato è quindi necessario un ingente
investimento di capitali nel brand e nel suo marketing, nella creazione di
immagine e di attrattività. L’esclusività del prodotto di un brand di alta
moda non riguarda, pertanto, solo il singolo abito, ma le modalità con cui
esso è presentato, pubblicizzato e venduto. L’efficacia di un’iniziativa
imprenditoriale nel settore dell’alta moda si basa necessariamente
sull’estro e sulle capacità imprenditoriali e manageriali del gruppo che
sta alla base. Nei comportamenti di acquisto del consumatore interviene
la qualità apparente o percepita del bene, ma le positive performance su
ampi orizzonti temporali sono il frutto di fiducia e fidelizzazione che per le
imprese italiane dell’alta moda hanno raggiunto livelli eccellenti. Il
concetto di moda, come stile condiviso da un’ampia comunità di
riferimento, nasce con le aziende che realizzano prêt-àporter, con il
quale si attua il processo di semantizzazione dell’abbigliamento che l’alta
moda aveva reso possibile solo per un segmento ristretto di
consumatori. Le grandi imprese hanno oggi intrapreso la strada delle
estensioni di marca, rendendo alla portata di molti più consumatori alcuni
di quei beni che prima erano privilegio di una elite, si pensi che il costo di
un abito di prêt-à-porter è circa dieci volte inferiore a quello di un abito di
alta moda. Nell’offerta di prêt-à-porter si possono trovare sia collezioni e
capi griffati con il nome di stilisti, che con marchi aziendali. Il prêt-àporter
è progettato dallo stilista, crea line di abbigliamento “di moda”, che
fanno tendenza e che saranno realizzate in serie a prezzi accettabili e
destinati anche ai più giovani, fino ad ora esclusi dall’alta moda. l’Italia è
riuscita ad andare avanti data la forza “stile/qualità” del MADE IN ITALY.
Molti marchi anonimi sono riusciti ad ottenere buoni risultati sul mercato.
Ma i profondi cambiamenti strutturali e le grandi turbolenze che
giovani sono sempre stati una delle maggiori fonti di ispirazione
per Gianni Versace e, nello stesso tempo, lui stesso rappresenta un
punto di riferimento per i giovani stilisti calabresi che vogliono
emergere in questo campo”. Ma cosa, l’ha ha spinta a fondare la
Camera Regionale della Moda Calabria
Senza dubbio la mia passione per la moda e per l'arte che coltivo, in
diversi modi, da quando avevo dodici anni. Terminate le superiori ho
frequentato un'accademia nazionale per sette anni e da lì è iniziato il mio
percorso nel mondo della moda. Un cammino che è cresciuto giorno
dopo giorno e mi ha dato la possibilità di realizzare il mio sogno, facendo
diverse esperienze con grandi nomi dell'Alta Moda. Nel 2007, dopo 20
anni di carriera, ho deciso, con il sostegno di alcuni personaggi che
facevano moda da 50 anni, di proporre il mio progetto: "la nascita della
prima Camera regionale della Moda in Italia".
Concretamente la camera regionale della moda cosa fa
La Camera Regionale della Moda ha il compito di sostenere i giovani
stilisti emergenti, per dare loro la giusta visibilità, attraverso la
realizzazione di prestigiosi eventi che la camera coordina, in Calabria, in
Italia ed all'estero.
Quale è l'obiettivo del progetto
L'idea è nata dalla profonda convinzione che la moda italiana debba
dare spazio ai giovani creativi, facendoli esprimere lavorativamente
senza "sfruttarli " perché è giusto che trovino spazio nel nostro Paese,
visto che l'Italia rappresenta la Moda del Mondo e noi dobbiamo
alimentarla con loro. Bisogna dare la possibilità di realizzare il prodotto in
Italia e non all'estero come, invece, molte case di moda fanno. Se
condividiamo gli stessi obiettivi. Il Premio Mia Martini, ad esempio, che si
svolge a Bagnara Calabra, città natale di Mia Martini, rappresenta una
vetrina importantissima per la musica. Durante l'evento diamo la
possibilità agli stilisti della Camera di presentare le loro collezioni come
ospiti del premio. Ed ancora, il “Premio Moda Cinema Città dei Sassi
di Matera”, lo “SMAC Fashion Word” di Salerno e tanti altri. E' giusto
che questi eventi ci siano perché, se fatti bene, danno l'opportunità di
puntare sui giovani. La Camera Regionale ha rappresentato il Made
in Italy anche ad Oslo, Parigi, Cannes, Canada, ecc... E dunque, che
dire ... siamo davvero soddisfatti di contribuire a promuovere
l'immagine della Calabria nel mondo. Il nostro intento è fare sempre di
più per la nostra Regione, ma non solo … purtroppo la Calabria viene
vista come una terra discriminata, ma non è cosi, è fatta di persone
vere, pulite che lavorano. Noi, in questi anni, abbiamo voluto
riscattare, con il nostro operato la nostra terra, perché siamo noi che
dobbiamo fare crescere il luogo dove viviamo e non gli altri ... mi
riferisco sempre al sistema che ci prende in giro, riempendoci di
illusioni che non portano da nessuna parte! La verità è che l'Italia è
l'Italia e siamo tutti Figli di questo gioiello che ci invidiano in tutto il
mondo. Voglio ricordare che il nome Italia è stato partorito dalla
Calabria…
Lei punta molto su i giovani, ciò è onorevole..
Io punto sui giovani perché sono il futuro del nostro Paese ed essendo
anche io "un presidente giovane" so cosa cercano. Non è
assolutamente vero che i giovani non hanno il senso del fare anzi fanno
molto bene … ma sono le Istituzioni che non ci mettono nelle condizioni
Nella foto: Claudia Ferrise e Giuseppe Fata
Nella foto da sinistra: Maria Perrusi (Miss Italia 2009) Presidente
Ambasciatori della Camera Regionale della Moda Calabria, il
Direttore Responsabile Giovani Fashion Design Claudia Ferrise, il
Presidente Giuseppe fata, il make-up artist Dario Caminiti, l'attrice
Larissa Volpentesta Ambasciatrice della Camera, il Vice
Presidente Delegato ai Rapporti con le Istituzioni e le Relazioni
Internazionali Giuseppe Emilio Bruzzese, il Direttore Responsabile
Giovani Fashion Design Claudia Ferrise ed il neo eletto Direttore
Generale della Camera Regionale della Moda Calabria Alessandra
Giulivo in un momento della presentazione.
La Camera della Moda Calabria è reduce da una fortunatissima iniziativa che si è glorificata il giorno 7 di Gennaio a Palazzo San
Giorgio di Reggio Calabria attraverso uno straordinario consenso di pubblico e di nomi fra i più autorevoli del panorama nazionale: un
calendario del quale possiamo di seguito scorgere le immagini.
La Camera Regionale della Moda Calabria si
propone di: rappresentare i più alti valori
della moda e dello stile italiano e di tutelare,
coordinare, diffondere, controllare e
potenziare l’immagine della moda italiana sia
in Italia che all’estero; coordinare le energie
di persone italiane, ma anche di altre
nazionalità, che possano e vogliano dare un
fattivo contributo allo sviluppo, all’incremento
e alla migliore conoscenza del costume,
dello stile e della moda italiana; collaborare
con organismi pubblici e privati aventi affinità
di interessi e scopi nell’intento di favorire il
processo, l’espansione, la conoscenza, gli
scambi e quanto altro di utilità per il settore;
essere punto di riferimento ed interlocutore
privilegiato per iniziative a carattere
regionale, nazionale ed internazionale che
abbiano a che fare con lo stile, il costume e
la moda. Per raggiungere tali obbiettivi, la
Camera può: promuovere lo sviluppo della
moda mediante l’organizzazione di sfilate e
manifestazioni di moda, in Calabria, in Italia
ed all’estero, di convegni, congressi e mostre
in genere, mediante l’adozione di ogni
iniziativa volta alla migliore conoscenza dei
problemi concernenti i settori interessati;
redigere programmi, relazioni e pubblicazioni
per la promozione della moda; svolgere,
promuovere o dare il proprio patrocinio a
conferenze, convegni e corsi di formazioni
professionali e di perfezionamento per la
preparazione dei giovani all’esercizio di vari
professioni del settore; promuovere o dare il
proprio patrocinio per l’istituzione di un
Museo Permanente della moda nelle città
calabresi e delle altre regioni italiane;
stipulare accordi per programmi
radiotelevisivi con emittenti pubbliche o
private, per comunicazioni sulla stampa, per
servizi di pubblicità e di pubbliche relazioni;
coordinare la collaborazione con la regione,
le province, i comuni, gli enti pubblici e privati
calabresi ed italiani, le associazioni
imprenditoriali, nell’interesse degli associati
ed in particolare con gli enti preposti alla
tutela e alla diffusione dello stile, del costume
e della Moda calabrese ed italiana; creare
relazioni permanenti fra Camera Regionale
della Moda Calabrese e gli istituti scolastici e
le università calabresi, italiani ed esteri, per
promuovere progetti di studio e ricerca sullo
stile, sul costume e sulla moda; promuovere
e svolgere qualsiasi altra attività di
qualsivoglia natura connessa al
raggiungimento delle sue finalità.
noi abbiamo delle qualità che vengono apprezzate più all'estero che in
Italia…
Cosa pensa dell'Italia
Il mio pensiero, al di là del ruolo che occupo, è di un giovane che ama
l'Italia e la bellezza del mondo. Il nostro Paese ha bisogno di essere
"svecchiato" dai sistemi che lo affliggono e bisogna far rifiorire tutte
quelle bellezze che vale la pena mettere in risalto perché ci sono…Io
sono una persona che non ha mai illuso i giovani, se lo facessi sarebbe
come farlo a me stesso.
I suoi programmi futuri ...
Noi facciamo in continuazione programmi… ora siamo pronti con il
nostro prossimo evento che vuole puntare al centro del Mediterraneo e
dare visibilità ai giovani ed al made in Italy.
Una anticipazione dell'evento
Certo... in esclusiva solo per la vostra rivista che ci segue con
attenzione e che ringrazio di vero cuore. L'evento consisterà in una
Mostra Internazionale d'Arte, Costume e Fashion Designer con la
consegna del prestigioso Premio Internazionale "La Muse Venal" .
Come si svolgerà
L'evento si svolgerà a Reggio Calabria che rappresenta il centro del
Mediterraneo. E' un concorso internazionale di fashion designer ... dove i
giovani candidati potranno partecipare contemporaneamente a 5 /6
sezioni. Ogni sezione avrà il proprio vincitore che oltre a ricevere il
prestigioso premio, una statuetta stilizzata realizzata da un grande orafo
di fama internazionale, vinceranno degli Stage presso aziende o
laboratori, un book fotografico di moda con un personaggio famoso e
tanta promozione. Saranno due giornate ricche di eventi: sfilate,
inaugurazione di una mostra Made in Italy, mostra d'arte, incontri con
autori di libri sulla moda, e tante altre cose ancora…
Le va certamente tributato il merito di aver trasformato lo spirito
indispensabile per relazionarsi adeguatamente al mondo
contemporaneo, globalizzato e velocissimo. Una disponibilità ad
aprirsi al nuovo senza preconcetti. I giovani, come lei,rappresentano
le energie vitali, quelle che devono essere spese, non legate alla
tradizione, ma ad uno spirito nuovo d’interpretarla. Penso debba
realizzarsi un’osmosi attenta e generosa e che le nostre idee
abbiamo costantemente bisogno di quell’enzima di freschezza e
fantasia portato dalle nuove generazioni. Mi congratulo pertanto per
il lavoro di squadra ed all'agire consapevole cui assisto guardandola
più da vicino, lungi dall'essere un luogo comune l'affermare che la
moda nella rete delle interdipendenze economiche, comunicative,
sociali e culturali non sia che un punto del sistema. Segni evidenti
che siamo di fronte ad una evoluzione del concetto moda, non più
inteso come imposizione ma come fenomeno socio-sensibile che
che pone l'accento sulle trasformazioni a cui il mondo odierno
sottopone le culture del pianeta nella dialettica tra globale e locale.
gennaio.GIUSEPPE FATA febbraio: ERMANNA SERPE marzo: FRANCO FRANCESCA aprile: GERARDO SACCO maggio: ANTONIO BATTISTINO giugno: MARIO COSTANTINO TRIOLO
storia di copertina
lacameradellamodacalabrese
ATTRAVERSO I SUOI PROTAGONISTI
TESTIMONIAL: MARIA PERRUSI MISS ITALIA 2009
TESTIMONIAL: LARISSA VOLPENTESTAATTRICE
GIOIELLI: GERARDO SACCO
CALZATURE: ORONZO DE MATTEIS
CONCEPT FOTOGRAFO: ARCANGELO FAZIO
CONCEPT E POST - PRODUZIONE FOTOGRAFICA: GIANLUCA MURACA
MAKE - UP: DARIO CAMMINITI
HAIR DESIGNER: GIUSEPPE FATA PINO CERRA
calendario 2013
Luglio: EMILIA VATRANO agosto: RENÈ BRUZZESE settembre: ERASMO FIORENTINO ottobre: BIAGIO CREA novembre: CLAUDIA FERRISE dicembre: MARIKA PECORA
Organigramma 2013
Camera
Regionale
della Moda
Calabria
Presidente
Giuseppe Fata
Vice Presidente
Delegato ai Rapporti con le Istituzioni e le relazioni
Internazionali
Giuseppe Emilio Bruzzese
Direttore Amministrativo
Vincenzo Monea
Segretario Tesoriere
Domenico Monea
Direttore Responsabile Giovani Fashion Designer
Claudia Ferrise
Responsabili Consulenza Giuridica
Avv. Enrico Chindamo - Avv. Domenico Siclari
Direttore Generale Comunicazione ed Eventi
Alessandra Giulivo
Direttore Responsabile Models Fashion Image
Dario Caminiti
Direttore Responsabile Settore Sartoriale
Demetrio Gioia
Presidente Ambasciatori
Camera Regionale della Moda Calabria
Maria Perrusi Miss Italia 2009
Presidente Onorario Ambasciatori
Principessa
Costanza Afan De Rivera Costaguti Florio
Presidente MAESTRI D’ARTE
Camera Regionale della Moda Calabria
Serenella Fraschini
Presidente Onorario Maestri D’Arte
Gerardo Sacco
Presidente TESTIMONIAL
Camera Regionale della Moda Calabria
Francesca Pizzi
E’ una situazione epocale, quella
contemporanea che ci fa capire quanto
sia necessario un passo indietro verso
il concreto, particolarmente dal punto di
vista lavorativo. Il settore artigianale
sembra essere il solo ad offrire
un’alternativa alla crisi che si è
prepotentemente imposta anche nelle
scelte di vita, dove quelle che potevano
essere “certezze” oggi si sono rivelate
pura illusione. Settori della moda che
sono andati sempre più in decadenza
per essersi lasciati ammaliare da quelle
produzioni “usa e getta” che hanno
sacrificato lo stile sartoriale italiano ai
grandi numeri, mortificandolo nel suo
più eloquente significato: quella
tradizione artigianale che ha fatto del
nostro Paese, soprattutto nel settore
della Moda, la Capitale nel Mondo.
Fare lo stilista non è una robetta facile,
ma di sicuro è un bel lavoro, per quelli
come Claudia Ferrise che in un abito ci
cuciono l’anima. La gente è portata a
pensare che nel mondo della moda sia
tutto favoloso, luccicante, spettacolare.
Eforsenonèsemprecosì,oforse
quello che si vede è solo una parte del
lavoro, la punta dell’iceberg; ma quella
parte c’è solo per quegli stilisti che,
come lei, sono ancora capaci di
emozionarsi ed emozionare. Vero è
che l’industria dell’abbigliamento sta
vivendo un rallentamento a causa
dell’economia stagnante, ma ciò
nonostante continua a crescere la
richiesta di progettisti di moda. Questo
dato per nulla trascurabile è quello su
cui dovremmo fermare la nostra
attenzione sviscerandone e
comprendendone il senso più profondo
affinché sia da monito, per coloro che
la moda la producono e non di meno
per noi tutti che la vestiamo, quanto, il
ricercare attraverso un abito tutto il
nostro straordinario patrimonio
culturale, sia indispensabile a far sì che
essa riaffermi e consacri la sua
leadership a livello internazionale.
Perché una cosa è la manovalanza
sartoriale, che i cinesi, più di altri,
riescono a offrire a buon mercato;
un’altra cosa è l’italian concept della
moda, ovvero, l’ispirazione, la
creatività di stilisti talentuosi che
sanno far nascere il bello da semplici
operazioni di accostamento di colori,
FERRISE
CLAUDIA
Stilista e Direttore Responsabile Giovani Fashion Designer
www.donnaimpresa.com 17
tessuti, modelli. La moda è emozione e creatività, non scordiamolo.
Gli abiti, i colori, i tessuti, sono microelementi di un linguaggio che
aiuta le persone a stare meglio, a sentirsi a proprio agio, a dettare
quella parte di sé attraverso ciò che appare, ma anche attraverso ciò
che sentiamo di trasmettere agli altri. Il fashion designer è (o
dovrebbe essere) una persona sensibile, capace di cogliere l’essenza
di una società (dei suoi umori, delle sue tensioni, della sua condizione
storica) e il suo linguaggio, per poi trasformare il tutto in una sorta di
codice comunicazionale. Cosa c’entra tutto questo C’entra nella
misura in cui la moda diventa uno strumento di comunicazione. Ed è
questo il suo significato: rappresentare una specifica visione della vita
o percezione di essa. In una gonna, in una giacca, nei colori di ciò
che indossiamo si concentrano valori profondi. Le vere icone
contemporanee sono tutte quelle persone capaci di rimboccarsi le
maniche e non abbattersi di fronte ad una sorte non particolarmente
propizia, di andare avanti con fierezza certe che valga sempre la
pena fornire il proprio personale contributo all’economia di questo
nostro Paese attraverso quanto di meglio riescono ad esprimere. E le
donne, in primis, grazie alla loro struttura genetica che sembrerebbe
averle privilegiate attraverso il dono della lungimiranza, sono
chiamate a farlo. Ovvio che stereotipare l’universo femminile entro un
concetto di massima non è “cosa buona e giusta” e sebbene anche
Madre Natura sembrerebbe consegnarci alcuni primati, direi che
adagiarsi sugli allori non abbia senso alcuno. E Claudia Ferrise è uno
straordinario esempio di come tutto questo sia vero. Lei è una di
quelle donne che si svegliano al mattino dicendo: "Dio, spero tanto di
non essere rapita dal principe azzurro oggi" conscia che il destino, là
fuori, sta già legiferando la sua quotidianità attraverso il suo repentino
svolgersi. Repentino, ma non inappellabile, Claudia questo lo sa. Ed
anche io. Sarà per questo che la adoro.
Quali sono Claudia gli ingredienti base per una buona
collezione
Indubbiamente è un insieme di più cose. Per cominciare ci
vuole una buona dose di serenità interiore. E’ necessaria
l’armonia dell’essere, la gioia di vivere. Poi è chiaro, che la
voglia di stupire, di sorprendere non devono mancare mai
se vuoi essere sempre al top. Il buon gusto nella scelta dei
tessuti e dei modelli sono altresì elementi indispensabili nel
mio lavoro.
Considerato che ogni donna, fin da bambina, sogna
per il giorno del proprio matrimonio un abito
"speciale", che la faccia sentire "speciale", lei ha
messo a disposizione delle future spose il suo grande
talento e creatività interpretando abiti da sposa come
opere d'arte: per la cura con cui vengono realizzati, i
dettagli preziosi, i tessuti pregiati. Veri e propri
masterpiece.
Per me collezionare un abito importante è innanzitutto una
sfida con me stessa. Devo essere io, per prima, ad esserne
entusiasta. Non potrei mai e poi mai proporre sul mercato
qualcosa che ritengo non abbia un'anima, che non sia
capace di suscitare in chi lo vede un ‘emozione unica.
L’unicità dei pezzi, che devono essere curati nei minimi
dettagli, alla fine garantisce questo risultato. Si può solo
immaginare quanto molteplici siano le prove che
precedono la creazione di un capolavoro: scelte dei colori,
dei tessuti, dei ricami.
Ci parli dei progetti per questo 2013 che è nato
all’insegna di un bellissimo calendario per cui ha
realizzato l’abito di copertina, ciò a conclamare la sua
bravura e a sancire in maniera indissolubile il rapporto
professionale che la lega al Presidente della camera di
Reggio Calabria, Giuseppe Fata, per il quale è
esclusiva interprete, attraverso le sue creazioni, di quel
suggestivo progetto itinerante legato al mito di Minerva
e non omettendo, in ultima nota, di svelarci se, in
particolare c'è un sogno riposto in “quel cassetto” che
si augura si possa realizzare.
Circa i progetti in cantiere per il 2013 nel dettaglio
preferisco non anticiparvi niente, giusto per quel pizzico di
scaramanzia che contraddistingue un po anche questo
mondo. Tuttavia, posso solo dire che sarà ricco di eventi
imperdibili e spettacolari a cominciare proprio dalla
prossima settimana. Di sogni nel cassetto non ne ho. Ho
solo un gran desiderio di continuare a portare avanti con
dignità l’Azienda che rappresento. E voglio farlo, e ci tengo
a sottolinearlo, seguendo, come ho sempre fatto finora, la
strada stracciata da mio papà che l’ha fondata e che
purtroppo è venuto a mancare 10 mesi fa.
Prima di salutarla le apro questo ultimo spazio per un
suo pensiero, qualcosa che sente di voler esternare
ovviamente augurandole il più sincero degli in bocca a
lupo la saluto caramente sperando di poterla
incontrare più assiduamente in un prossimo futuro.
Mi piacerebbe che la piccola imprenditoria e l'artigianato
fossero messi nelle condizioni di poter sopportare meglio
questo periodo di crisi globale e italiana. Il motore
dell'economia nel nostro paese è rappresentato da queste
categorie oggi troppo vessate da un regime fiscale
insostenibile e che c'impone ogni giorno di fare l'impossibile
per mandare avanti le nostre aziende nelle quali, non
bisogna dimenticarlo, lavorano padri e madri di famiglie.
Grazie anche Voi per la disponibilità. Spero di rincontrarvi
presto.
Alla scoperta
dell’archetipo femminile.
CLAUDIAFERRISE
Per capire la natura specifica delle imprese del sistema moda è necessario partire dall’etimologia del termine
e dalle definizioni che di questo concetto sono state date nel corso del tempo.
DIETRO: LE QUINTE DELLA MODA
Le ragazze cominciano a
svolgere la professione di
modella già attorno ai 16 anni
di età, in piena adolescenza,
una fase del ciclo di vita di
grandi trasformazioni che
spinge alla ricerca di nuovi
modelli di riferimento, al
desiderio di rompere con
tutto ciò che infantilizza
(Onnis), di liberarsi
del controllo degli
adulti sulla propria vita
alla ricerca di autonomia
e di una definizione del sé.
Il sentimento di onnipotenza
legato all’età, alla natura di
questa professione,
all’esperienza della nuova
situazione, alla novità del
lavoro, alla libertà, all’aspetto
fisico attraente, alle attenzioni
ricevute, possono far perdere
di vista il senso di realtà e di
umiltà e condurre la ragazza
verso situazioni pericolose ed
abitudini dannose. Ecco
perché è importante che ci sia
molta serietà nelle persone
che svolgono la professione di
manager…ed ecco perché
sono qui a presentare Morel
Bolea fondatore di Kasta
Morrely ( servizio a pagina 72)
La moda:
CHI LA FA, CHI LA INDOSSA, CHI NE PARLA
www.donnaimpresa.com 21
PER QUANTO ATTIENE ALL’ETIMOLOGIA DELLA
PAROLA MODA, LE INTERPRETAZIONI NON SONO
UNIVOCHE; ALCUNI FANNO RISALIRE IL TERMINE AL
FRANCESE MODE E QUINDI AL LATINO MODUS CON IL
SIGNIFICATO DI MODO, FOGGIA, MANIERA. ALTRI,
INVECE, FAREBBERO DERIVARE LA PAROLA DAL
LATINO MOS, ANZICHÉ MODUS, CON UN SIGNIFICATO
DI USANZA, COSTUME, ABITUDINE, REGOLA
PIUTTOSTO CHE DI MODO, MANIERA, NORMA COME
INVECE LA PRIMA INTERPRETAZIONE INDURREBBE A
PENSARE. DIFFERENTI SONO ANCHE LE DEFINIZIONI
CHE SONO STATE DATE DEL CONCETTO MODA.
Si è affermato che “nel linguaggio comune, un fenomeno è
considerato di moda se, nell’istante in cui se ne parla, ha raggiunto un
diffuso apprezzamento da parte di un certo pubblico e in un
determinato contesto che può essere geografico o di tipo
socioculturale”. Tale definizione centra l’attenzione sul fatto che un
prodotto è di moda, quando è gradito da un gruppo abbastanza ampio
di persone in uno specifico contesto. Il fatto che si faccia riferimento al
concetto di fenomeno, sottolinea l’ampiezza e la diffusione del termine
non più associato esclusivamente al settore dell’abbigliamento, come
invece avveniva in passato. Oggi si può a buona ragione affermare
che quasi tutto può essere o non essere di moda, da un’automobile,
ad un vestito, ad una marca di computer. Resta, però, il fatto che solo
nel campo dell’abbigliamento il continuo cambiamento negli stili e nelle
mode è stato riconosciuto e sancito con tanta forza da divenire ormai
un’abitudine irrinunciabile. Il termine moda è definito anche come
“aspetto e comportamento di una comunità sociale secondo il gusto
particolare del momento per lo più a proposito dell’abbigliamento sia
maschile che femminile”, e come “foggia, corrente del vestire e
dell’acconciarsi, legata ad una determinata epoca e al gusto di una
determinata società” e, ancora, “modo, costume passeggero di vivere
e di comportarsi”. Tali definizioni mostrano una caratteristica propria
dei prodotti di moda: la temporaneità e la brevità; le mode sono per
loro natura passeggere, destinate a rinnovarsi nel corso di una
stagione. La stagionalità di queste attività, se, da una parte, le rende
di difficile interpretazione, dall’altra, costituisce uno dei fattori
fondamentali del loro successo; il continuo rinnovarsi di anno in anno,
di stagione in stagione, offre sempre una nuova platea di potenziali
clienti. Ciò si traduce in un notevole vantaggio anche per i nuovi
entranti perché, dal momento che sorgono nuove mode
continuamente, tutti, in teoria, possono concorrere a dettarne una
nuova e, quindi, a giocare un ruolo nelle collezioni di quella stagione.
TRATTARE DELL’EVOLUZIONE DEL FENOMENO MODA È
QUESTIONE LUNGA E COMPLESSA POICHÉ SI PUÒ BEN
AFFERMARE CHE L’ATTENZIONE ALLE DIVERSE
MANIERE E FOGGE NEL VESTIRE RISALE A TEMPI
ANTICHISSIMI ESSENDO QUESTO UN FATTO
INDISSOLUBILMENTE LEGATO ALLA VANITÀ UMANA.
LE PRIME TRACCE DI TALE MANIFESTAZIONE
POSSONO ESSERE RISCONTRATE NELLE ANTICHE
CIVILTÀ MEDITERRANEE; LE EVOLUZIONI STILISTICHE
ERANO, PERÒ, PIUTTOSTO LENTE E CON DIFFERENZE
MINIME TRA INDUMENTI MASCHILI E FEMMINILI. A
QUEI TEMPI LA DISTINZIONE SOCIALE SULLA BASE DEI
CAPI DI ABBIGLIAMENTO INDOSSATI ERA LIMITATA E
SI PREFERIVA RICORRERE ALL’UTILIZZO DI ACCESSORI
ED ORNAMENTI RICCHI E PREZIOSI PER SEGNARE
L’APPARTENENZA AD UNA CASTA PIÙ IMPORTANTE
DELLE ALTRE.
Nell’antico Egitto si cominciò a delineare il gusto per i colori vivaci e le
linee stilizzate: gonnellini per gli uomini e tuniche senza maniche per
le donne sono i modelli più ricorrenti nelle numerose raffigurazioni
giunte fino a noi della vita degli antichi faraoni. Stili e fogge nel vestire
si sono susseguiti, poi, anche nell’antica Grecia e ai tempi dei romani
anche se, per entrambe le civiltà, non si può ancora parlare di nascita
del fenomeno moda; le vesti sono abbastanza semplici e non
presentano particolari cambiamenti di stile nel corso degli anni. La
nascita vera e propria del fenomeno può essere fatta risalire al primo
Rinascimento quando l’attenzione all’abito e alla distinzione sociale
sulla base di esso diventa sistematica. Sarà con l’affermarsi della
nuova classe dei commercianti che sorgeranno nuovi sistemi
vestimentali caratterizzati dalla ricerca di una propria legittimazione
sociale e non più distinti solo sulla base della loro funzione d’uso. La
moda ha così cominciato a significare distinzione e differenziazione tra
classi più o meno benestanti; l’abito non è più solo un elemento di
prima necessità per coprirsi dal caldo, dal freddo e dalle avversità
delle stagioni, ma diventa strumento di ostentazione del proprio
benessere, nonché della propria posizione sociale. Diverse sono le
teorie elaborate nel corso del tempo sulle motivazioni del continuo
susseguirsi di mode diverse nel corso degli anni e delle stagioni.
Un’ipotesi interessante è quella così detta del trickle-down, vale a dire
del “gocciolamento verso il basso” secondo la quale le mode vengono
create perché le classi più abbienti possano così distinguersi dalle
altre. Tale teoria ritiene che le stesse mode, che nascono e si
sviluppano presso le classi più elevate e abbienti della società,
passino, poi, ai livelli inferiori della società, in modo graduale,
diventando così patrimonio di tutti. L’oggetto di moda costituisce,
quindi, un elemento di differenziazione solo nei primi stadi del suo
ciclo di vita; quando raggiunge il suo picco di successo, comincia già a
covare dentro di sé i primi sintomi del suo declino. Tanto più il capo di
abbigliamento o l’accessorio è diventato di moda, tanto più si diffonde
tra i consumatori e tanto meno costituisce elemento di
differenziazione. Nel momento in cui tutti possono disporne cessa
necessariamente di essere alla moda perché ha ormai perso le
caratteristiche di originalità, creatività e unicità che un tale prodotto
deve avere. Ecco allora che, secondo la teoria del trickle-down, prima
che ciò avvenga le classi più benestanti avranno nuovamente trovato
un diverso gusto con il quale identificarsi e distinguersi che col tempo
troverà anch’esso diffusione presso il resto della società. Se è a partire
dal Rinascimento che il fenomeno inizia ad assumere una certa
consistenza, ulteriori sviluppi si sono avuti poi nel corso dei secoli. La
moda si è, infatti, adeguata nel tempo ai filoni culturali e religiosi che di
volta in volta hanno caratterizzato la vita sociale: una moda più
estetica e fastosa ai tempi del Rinascimento, più austera e severa ai
tempi della Riforma e della Controriforma. Dall’epoca di Luigi XIV e,
poi, soprattutto nel diciannovesimo secolo, fulcro dell’alta moda è
Parigi che accoglie alla metà dell’800 Charles Frederick Worth che
può essere considerato il primo couturier indipendente. Si tratta di uno
stilista che non realizza più solo abiti su commissione per le signore
dell’aristocrazia, ma apre una vera e propria boutique. La Francia e,
Le parole
quindi, Parigi restano leader indiscussi del settore per
più di un secolo almeno fino a quando, negli anni
MODA
della.
settanta del secolo scorso, nascono nuovi filoni nel
settore; i profondi cambiamenti avvenuti nel secondo
dopoguerra con l’emersione di nuove classi sociali,
nonché la contestuale emancipazione della donna
nella società e nel mondo del lavoro hanno prodotto
una democratizzazione della moda. E’ di quegli anni
la nascita e la rapida affermazione del prêt-à-porter. In
quel periodo il nostro paese cominciò ad assumere
un peso importante a livello mondiale attraverso le
sfilate fiorentine di Palazzo Pitti e l’indissolubile
legame moda-industria che si viene a creare a
Milano. L’Italia, infatti, decise di concentrare
l’attenzione su di un filone diverso rispetto a quello dei
grandi couturier francesi, volto alla realizzazione di
prodotti ricercati, dotati di elevato contenuto stilistico e
creativo, ma più accessibili sia economicamente che
dal punto di vista della portabilità del capo di
abbigliamento, dedicato, quindi, non solo alle
occasioni mondane, ma anche alle giornate di lavoro.
NELLA SOCIETÀ OCCIDENTALE
CONTEMPORANEA, QUASI NESSUNO PUÒ
ORAMAI SOTTRARSI AI SUOI DETTAMI. E’
LA MODA CHE È RITENUTA COSÌ TANTO
IMPORTANTE DA SUSCITARE
ATTENZIONE, O È TUTTA QUESTA
ATTENZIONE PER LA MODA A RENDERLA
IMPORTANTE
Vero è che la moda influenza la maggior parte delle
relazioni delle persone, con se stesse e con gli altri.
Evidenziamo dunque una rottura con la tradizione e
costante visione al “nuovo”. Walter Benjamin parlerà
di “eterno ritorno del nuovo”. La nuova moda ha una
grande rilevanza nella comprensione della nostra
identità. La parola “moda” deriva dal latino modees
(misura, maniera, forma). Adam Smith affermava che
la moda acquista valenza in ambiti dove il gusto è
fondamentale: abiti, mobili, poesia, architettura, ma
anche della morale. Secondo il grande filosofo Kant,
tutte le mode sono maniera di vivere, poiché
comportano cambiamenti generali nelle abitudini di
vita. Lipovetsky parlò invece di un meccanismo
sociale generale, non limitandosi ai vestiti, ovvero la
moda nell’abbigliamento è una delle tante
manifestazioni della moda. Definizione di “moda”: un Impossibile piacere a tutti e soprattutto a tutte se
oggetto è moda se e solo se funziona come elemento
di distinzione sociale ed è parte di un sistema che lo
non siamo lei. Brillante e arguta, bellissima,
sostituisce con relativa rapidità con qualcosa di instancabile lavoratrice, respira e vive la moda. In
nuovo. Tuttavia possiamo dare esempi di ciò che molti addirittura sostengono che lei “sia” la moda.
chiamiamo “moda” e di ciò che non chiamiamo tale, Ve la presentiamo: il suo nome è
ERIKA
ma non possiamo dare una definizione. Secondo
Thomas Carlyle, lo scopo originario dei vestiti non è il
GOTTARDI
calore o la decenza, bensì l’abbellimento. Gli abiti
dunque sono “chiave di lettura del mondo”, e ciò
funzionerà se l’esteriorità corrisponde all’interiorità.
Esiste un collegamento tra moda ed identità, poiché
noi siamo attraverso la nostra apparenza esteriore.
Director Woman&Bride _ www.womanbride.it
ROMA _ ITALY
www.donnaimpresa.com 23
ERIKA GOTTARDI Direttrice di Woman & Bride, brillante e seguitissima blogger di moda, opinionista web tv, direttrice di
produzione di shooting e campagne moda. La moda è la sua passione. L’eleganza la sua cifra stilistica che si fonda sulla
conoscenza e la ricerca della storia del costume. La nascita dello stile e la sua evoluzione fino alle epoche più recenti,
attraverso lo studio del grandi Maestri della Moda. nella foto con Anton Giulio Grande (a sinistra) e Massimiliano Piccinno
tutto il fashion
minuto per minuto
FUCSIATV
DOPO IL SUCCESSO DELLA VFNO TORNA IL FORMAT
TUTTO IL FASHION MINUTO PER MINUTO, IL DOCU-
REALITY SULLA MODA CHE QUESTA VOLTA SARÀ
AMBIENTATO DURANTE LA SETTIMANA DELL’ALTA
MODA ROMANA.DUE LE PROTAGONISTE, UNA FASHION
EDITOR, ERIKA GOTTARDI, DIRETTRICE DEL MAGAZINE
WOMAN & BRIDE E UNA CONDUTTRICE TELEVISIVA
ESPERTA DI MODA, MARZIA PONZI, VOLTO DELLA WEB
TV FUCSIA TV.
Le telecamere di Fucsia TV le seguiranno in giro per le sfilate, i
backstage, gli eventi e le feste mondane senza tralasciare i momenti
di pausa e relax registrati all’interno di una suite del The First Luxury
Art Hotel in cui alloggeranno per tutta la durata della kermesse. Da qui
le protagoniste partiranno ogni mattina per raccontarci la fashion week
capitolina dall’interno: un inedito dietro le quinte visto dagli occhi di
due speciali “addette ai lavori “che, tra ritmi serrati, continui cambi
d’abito, fugaci pranzi con le amiche e riunioni di lavoro, promettono di
farci respirare l’aria della fashion week romana! Il plot è originale:
seguire le vicende professionali ed umane delle due protagoniste ed,
allo stesso tempo, documentare in maniera minuziosa la settimana
dell’AltaModa con annesse sfilate e presentazioni. Un modo nuovo
anche per avvicinare il pubblico al mondo dell’Alta Moda e del lusso,
facendogli conoscere da vicino i protagonisti, i luoghi e le esperienze
umane che si celano dietro una Maison o un Ufficio Stampa.Le
telecamere saranno onnipresenti e registreranno le intere giornate.
Per questo sarà molto importante anche la parte “privata” del reality,
ovvero i momenti di vita quotidiana delle protagoniste che saranno
“coinquiline” per cinque giorni all’interno di una suite nell’esclusivo The
First Luxury Art Hotel, che fungerà quindi da quartier generale. Qui
saranno “spiate” come in una sorta di Grande Fratello in tutte le loro
azioni: al mattino mentre decidono cosa indossare, nei momenti di
“trucco e parrucco”, nella hall mentre si confrontano sui reciproci
impegni o si interfacciano con i propri collaboratori mentre aspettano
la macchina che le porterà ai vari eventi.Parallelamente alle riprese
per il programma televisivo, il pubblico a casa avrà la possibilità di
seguire, in tempo reale, le vicende delle due protagoniste che
posteranno, con una certa frequenza, resoconti ed impressioni della
loro esperienza attarverso un’apposita pagina Facebook e Twitter, il
che servirà anche per avvincere il maggior pubblico possibile e creare
curiosità ed aspettative nei confronti del programma che andrà in
onda, nei giorni successivi, su Fucsia TV.
LA MODA CHI LA FA, CHI LA INDOSSA
CHI NE PARLA
SENZA FIDUCIA SONO POSSIBILI SOLO FORME MOLTO SEMPLICI DI COOPERAZIONE UMANA, QUELLE CHE
PREVEDONO UNA TRANSAZIONE IMMEDIATA. PERSINO L’AZIONE INDIVIDUALE È TROPPO SUSCETTIBILE DI
DISORDINE E DISTRUZIONE PER POTER ESSERE PIANIFICATA, SENZA FIDUCIA, AL DI LÀ DELL’ISTANTE
PASSEGGERO” AFFERMA N. LUHMANN IN TRUST AND POWER. L. ZUCHER RITIENE CHE LA FIDUCIA SIA UN
ELEMENTO COSÌ IMPORTANTE PER LA COOPERAZIONE IN OGNI FORMA DI SOCIETÀ DA ASSERIRE CHE ESSA SIA
“VITALE PER IL MANTENIMENTO DELLA COOPERAZIONE NELLA SOCIETÀ E NECESSARIA COME TERRENO DI BASE
ANCHE PER LA PIÙ BANALE ATTIVITÀ QUOTIDIANA”. SENZA FIDUCIA NON PUÒ ESISTERE UNA RELAZIONE, DATO
CHE VIENE MENO IL CANALE CHE
COLLEGA TRA LORO LE PERSONE.
LA SFIDA ETICA È APPENA
COMINCIATA, LA RISORSA UMANA
HA RICONQUISTATO IL CENTRO DEL
MONDO DEL LAVORO, DI UN LAVORO
CHE È STRUMENTO PER LA
PERSONA E NON VICEVERSA E LA
COMUNICAZIONE COME CANALE DI
COSTRUZIONE DELLA RELAZIONE
RICHIEDE NUOVI STRUMENTI. LA
PERSONA DEVE RIDIVENTARE
PROTAGONISTA DEL LAVORO: PER
POTER RAGGIUNGERE QUESTO
TRAGUARDO DEVE FARSI OGGETTO
ETICO DEVE SFORZARSI DI FARE
PROPRI E VIVERE QUEI VALORI CHE
LE AZIENDE OGGI PROCLAMANO
COME PROPRIO ELEMENTO
QUALIFICANTE E CHE IN REALTÀ
SONO VECCHI COME IL MONDO:
ONESTÀ, LEALTÀ, MAGNANIMITÀ,
PAZIENZA, FEDELTÀ, CORAGGIO,
FERMEZZA, PRUDENZA, GIUSTIZIA,
LUNGIMIRANZA, SACRIFICIO,
GENEROSITÀ E COSÌ VIA. E’ GRAZIE
A QUESTE QUALITÀ UMANE, A
QUESTE VIRTÙ, CHE L’UOMO SARÀ
IN GRADO DI OFFRIRE VANTAGGIO
COMPETITIVO A SE STESSO, ALLA
PROPRIA AZIENDA.
Questa è la storia del mio rientro nel campo
della moda, dove ho lavoarto e dato molto
nel mio passato quando, dal 1985 al 2002
circa ho lavorato con i marchi più prestigiosi
del made in italy e dall'alta moda: sorelle
Fontana, Lancetti, Biagiotti, Gattinoni e
Gianni Versace, maestri e stili di vita che
hanno frastagliato le mie giornate più o meno
fortunate nel mondo dell'effimero e della
bellezza. Mondo che ho trascurato per un
periodo lungo, fino all'avvento dei social
La fiducia, la comprensione reciprocaeivalori
condivisieicomportamentichelegano fra loro le
persone e le comunità e rendono la cooperazione
possibile.
E' con noi
ARMANDO
TERRIBILI
www.donnaimpresa.com 25
network e dei fashion blog,
frequentati da personaggi a
volte non proprio ben
preparati, non così come
dovevamo esserlo noi in
passarto quando
affrontavamo il discorso
moda. Quindi dopo aver
letto strafalcioni e svarioni
su vari post e editoriali ho
deciso di rimettere in gioco
le mie competenze nel
settore e dire la mia, con
l'occhio puntato
specialmente alle nuove
generazioni di stilisti. Su
facebook ho fondato una
Fashion academy Free, un
accademia virtuale gratuita
dove promuovo giovani
designer e le loro strabilianti
idee, ho varie fashion page
dove mi occupo di
passerelle, red carpet,
profumi, moda maschile, ma
il punto forte sono gli album
di giornali vintage
provenienti dal mio
immenso archivio, dove
ripropongo il meglio della
fotografia di moda e delle
collezioni del passato di
grandi couturier come Dior
Valentino Ferrè o le
immagini delle mitiche top
model che tanto turbarono i
nostri sogni di adolescenti.
Ebbene, le mie dissertazioni
sono state noate da
personaggi più o meno
importanti del settore, Giancarlo Giammetti con il Valentino
Museum e Rita Airaghi della Ferrè Foundation usano le mie
immagini per integrare i loro archivi, il Gianni Versace tribute che
amministro è il più grande blog fotografico mai dedicato alla figura
di uno stilista, Michele Miglionico e Franco Ciambella mi hanno
segnalato a questo gradito premio Città dei Sassi di Matera per la
mia competenza messa a disposizione del vasto pubblico del
Web. Grande onore ed emozione essere considerati dai
professionisti di oggi e di ieri, scoprire ancora l'emozione negli
occhi dei ragazzi che partecipano a questi concorsi di moda con
le valigie piene di abiti e sogni, il tutto sullo sfondo di una città
magica come Matera dal paesaggio naturale ricco di fascino.
Essere premiati non per la mia arte o il mio stile, ma il bagaglio
culturale che mi sono creato mi ha reso più forte nei confronti
anche della quotidianità da affrontare tutti i giorni e mi gratifica e
sprona ad andare avanti a cercare di fare del bello e del
meraviglioso la ragione di vita di sempre più persone.La moda
che sfila in passerella è il risultato di ricerca e dedizione di grandi
professionisti, che spesso inizia molto prima della stagione
presentata, in epoche in cui bisogna creare tendenze, stili e colori
azzeccando ogni volta quelli giusti affinchè diventino appunto... di
moda. Dietro la realizzazione di una sfilata ci sono corse
frenetiche, ricerche spasmodiche, grandi silenzi e piccoli tormenti,
da sinistra nella foto:Michele Miglionico, Barbara Chiappini e Armando Teribili al Premio Moda Città dei Sassi
il tutto per poco più di mezz'ora di spettacolo dove modelle senza
tempo incedono altere con creazioni che sono state sognate,
realizzate, trasformate, ricamate, smontate e ricostruite prima di
ottenere l'idea finale giusta. E stai lì dietro le quinte, a sperare che
l'applauso in platea coincida con l'abito con il quale volevi
trasmettere il tuo messaggio stilistico. Solo allora si può
considerarsi "arrivati", non tanto perchè la bella attrice ha
indossato la tua creazione sul red carpet oppure hai conquistato
la copertina di un magazine famoso, ma quando la "gente"
capisce il messaggio che vuoi trasmettere, perchè per molti stilisti
la moda è l'unica espressione che hanno per manifestare i propri
ideali, non solo di "bello" e "raffinato". Ed arriviamo a coloro che
parlano di moda, non sempre a ragione o con la dovuta
preparazione, personaggi che neanche si rendono conto a volte
con le loro parole di distruggere mesi di lavoro se una collezione
a loro non è piaciuta più per noia che vero disprezzo. Certo,
l'Italia è piena di firme prestigiose che hanno dato lustro a marchi
importanti nel periodo d'oro della moda italiana, ma il problema è
che la classe politica non ha mai appoggiato veramente il sistema
moda come succede in altri pasesi come la Francia o gli Stati
Uniti dove l'industria Moda è un vero business con regole e
investimenti mirati a far crescere le aziende che producono e le
persone che ci lavorano...
LA MODA CHI LA FA, CHI LA INDOSSA
CHI NE PARLA
MARIAPIA
DELLA VALLE
È cambiato tutto. Io la chiamo "la democratizzazione del fashion".
E non è solo un'informazione segreta per quelle centinaia di
giornalisti sparsi nel mondo. Nelle passate stagioni le sfilate sono
state trasmesse online in tempo reale, i blog aprono una finestra
sulle nuove idee.
www.donnaimpresa.com 27
La maggior parte dei blogger
acquistano capi di moda e scrivono
perché animati da una grande
passione. Fra una rosa di candidate
che svolgono questa professione, noi
ne abbiamo scelta una, che incarna
la donna contemporanea: una icona
di stile ma anche tanto studio e
determinazione nel raggiungere i
propri obiettivi. In più, cosa che la
rende irresistibile, è un'instancabile
sognatrice.
Ci parli un po' di lei, racconti al nostro pubblico di lettrici e lettori
chi è Mariapia della Valle.
Non è semplice parlare di sé, anche per chi, come me, gioca con le
parole e le loro mille combinazioni come una bambina gioca con i
dire la sua, costantemente alla ricerca delle emozioni giuste e delle
parole più corrette per raccontarle.
Quali sono, a parer suo, le nuove chance per i fashion designer
portate dalle nuove tecnologie Ci racconti della sua esperienza
maturata attraverso il suo Blog (Modi di Moda) e, non di meno,
relativa ai social network che conferiscono a chiunque la
possibilità di comunicare le proprie idee e visioni da qualsiasi parte
del mondo. Una cosa che5o10anni fa non poteva succedere.
L’avvento delle nuove tecnologie ha cambiato il modo di lavorare di interi
settori: dall’organizzazione del lavoro alla produzione, dalla
comunicazione alla gestione di fattori esterni non c’è nulla che non abbia
risentito dell’evoluzione tecnologica (innovazioni di processo, di prodotto,
informatizzazione, interconnessione, etc.). Uno dei settori che più ha
vissuto questa evoluzione è proprio quello del fashion. Il settore della
moda è particolare, bisogna essere costantemente informati, fare
ricerca, cool hunting. E’ fondamentale, poi, intrattenere relazioni
pubbliche, per fini sia commerciali che artistici. Bisogna essere sempre
presenti, in contatto con colleghi, clienti, professionisti del settore di tutto
potevo scrivere la mia personale opinione su una precisa tendenza, o
meglio su un “modo di moda” da qui nasce il nome del mio blog (Modi di
Moda). La passione si moltiplicava post dopo post, commento dopo
commento, condivisione dopo condivisione. Ora mi sento in colpa
quando, per motivi di lavoro o personali, sono costretta a trascurare “la
mia creatura” che da poco ha compiuto un anno e che dopo soli sette
mesi di vita è entrata nella classifica dei blog più letti d’Italia.
Per lei che cosa c'è di divertente nello scrivere di moda Informare
le persone, o avere il privilegio di andare per feste e vivere una vita
favolosa (sorrido)
Di divertente c’è molto, tanto, anche perché il mio blog è un blog molto
ironico, che prende un po’ in giro quelle esagerazioni che le tendenze e
la moda stessa a volte ci impongono. La moda in realtà è una cosa molto
più seria di quanto pensiamo, ma noi “fashionisti” o esperti del settore,
finiamo sempre per essere bollati come persone superficiali, senza
sapere quanto studio possa esserci nella moda. Io ho studiato materie
economiche e la moda è un fenomeno sì di costume ma alla base c’è
molto presente sui social network, che mi danno la possibilità di essere in
contatto con tutti gli addetti ai lavori del fashion, di essere informata sulle
loro iniziative e nuovi progetti. Il mio blog ha una vita molto attiva sui
social network dove, sia tramite la mia pagina personale sia quella del
blog, aggiorno tutti i follower delle iniziative, eventi o semplicemente del
nuovo post. Ho anche un gruppo di social-opinionisti che “taggo” quando
condivido un nuovo post e, commento dopo commento, nascono delle
vere e proprie discussioni su tematiche come la moda, il costume, le
tendenze, l’amore.
Il settore moda si sta arricchendo di figure professionali simili alla
sua: secondo lei quali sono i nuovi lavori su cui puntare
Il fashion è un settore sempre pieno di fermento e molto recettivo ai
cambiamenti. Non è un caso che ci sia una continua evoluzione delle
figure professionali, bisogna essere in continuo aggiornamento. Non
credo che ci sia un ruolo professionale su cui puntare maggiormente.
Bisogna seguire le proprie predisposizioni e proporsi in modi creativi,
essendo al passo con i tempi. Un fotografo oggi può aprire un blog per
corallini facendone collane e bracciali, in combinazioni e forme sempre
nuove. Sono laureata in Comunicazione Istituzionale e d’Impresa, P.R.,
opinionista televisiva, esperta di eventi non convenzionali e di guerrilla
marketing, giornalista freelance e Fashion Blogger, una delle più lette
d’Italia. Sono alcune delle cose che faccio con passione e
determinazione. Tante, a volte credo troppe, perché il mio perfezionismo
mi porta a chiedere sempre di più a me stessaeachiedermi se faccio
tutto al meglio in cui potrei farlo, ma, fortunatamente, si tende
infinitamente senza arrivarci mai davvero. Vivo a Caserta, anche se
sono spesso in giro per l’Italia. La moda e i progetti che seguo mi
portano su e giù per la nostra bella penisola. Che sia la Milan Fashion
Week, Alta Roma, un concorso per stilisti emergenti o un evento che
reputi interessante, il trolley è sempre a portata di mano e sono
diventata anche abbastanza brava a fare la valigia, cosa non semplice
per noi donne, che vorremmo farci entrare sempre tutto l’armadio. In
definitiva mi descriverei come una persona semplice, sempre pronta a
il mondo. Tutto questo oggi è possibile con un click. I fashion designer
oggi vivono ciò che lei stessa ha definito, proprio con parole che anche
io amo adoperare, la “democratizzazione della moda”, che permette a
chiunque di essere presente, sulla scena e sul mercato. Oggi come oggi
un designer emergente, magari anche giovane e con poco investimento,
può far conoscere al mondo il suo brand. La presenza sui social
network, gestita con sapienza e costanza, può rendere moltissimo in
termini di notorietà, un buon e-commerce può permettere la vendita in
tutto il mondo.
Com'è nata la sua passione per il web applicato al fashion
Nasce in realtà da un’esigenza precisa che è alla base di tutti i blog:
condividere. Iniziai a sentire il bisogno di condividere con gli addetti al
settore e gli appassionati di moda tutte quelle esperienze, quelle novità,
quelle “chicche” che la mia vita da giornalista e responsabile relazioni
esterne di un magazine mi portavano a fare. Il blog mi permetteva di
raccontare aneddoti divertenti che mai avrei potuto inserire in un articolo,
moltissima economia, non capisco perché le persone se ne dimentichino.
La facciata è scintillante, brillante, affascinante … E’ un mondo dorato in
cui però non è facile arrivare, ci vogliono anni di duro lavoro e sacrificio.
Le sfilate e gli eventi sono la cosa più bella ma, anche in questo, sono
una blogger sui generis. Andavo già a tutti questi eventi. Non nascondo
però, che il blog mi ha dato la possibilità di far sapere chi sono, di
mostrare le mie potenzialità.
I social, lo sappiamo, sono "the place to be" sia per l'utente che per
l'azienda: fashion blogger come lei, giornalisti, aziende e designer
hanno pagine in cui dialogano costantemente con i fan ...
Sono totalmente d’accordo con lei. I social network hanno rivoluzionato
la nostra vita e il nostro approccio alla vita e ai contatti. Nel mondo in cui
viviamo tutto ruota attorno al concetto di network, di rete. Avere una
propria rete di contatti e gestirla al meglio fa davvero la differenza. E’
fondamentale essere presenti e connessi con il mondo. Io stessa sono
rendere pubbliche le sue foto, realizzare uno shooting e pubblicarlo su
face book in modo da renderlo visibile a milioni di contatti, cosa
impensabile fino a qualche anno fa. Essere blogger per me è una cosa
molto naturale, che ha unito alcune mie grandi passioni: la scrittura, la
moda e il marketing. Ho fatto delle esperienze che non avrei potuto fare
senza il mio blog. Sono stata una delle blogger protagoniste del progetto
“Golden Curvy” di Golden Lady che mi ha portato in contatto con una
grande azienda, vedere come lavora per poi essere coinvolta in prima
persona dall’azienda nella co-creazione di una linea che tenesse conto
delle esigenze delle donne curvy e plus size. Un’altra esperienza
importante per me è stata tenere un workshop sul blog al Master Web
Communication e Social Media all’Università degli Studi di Parma.
Questa esperienza è stata particolarmente soddisfacente, perché è stato
preso sul serio il fenomeno blogging sia da parte dei docenti che dei
masteristi. Ho raccolto molte curiosità e molto interesse dalla classe, mi
IL CORPO DUNQUE È UN UNIVERSO SIMBOLICO
IMMEDIATAMENTE DISPONIBILE E SPERIMENTABILE
DA PARTE DELL'INDIVIDUO. LA CAPACITÀ DEL CORPO
DI PRODURRE SIGNIFICAZIONE È LEGATA AL SUO
ESSERE CENTRO DI OGNI PRODUZIONE IMMAGINIFICA
DELL'UOMO, CENTRO DEL DESIDERIO E DELLE
PULSIONI, PIÙ O MENO CONTROLLATE
DALL'EDUCAZIONE E DALLA CULTURA
(M.COMBI,1998). IL CORPO È QUINDI SEGNATO,
DISEGNATO, GESTITO E MOSTRATO DALLA CULTURA DI
APPARTENENZA. IN MOLTE SOCIETÀ NON
OCCIDENTALI IL CORPO NON RAPPRESENTA LA
FINITEZZA ANATOMICA, ALTRA RISPETTO AL MONDO
CONTINGENTE, MA È IL CENTRO DI
QUELL'IRRADIAZIONE SIMBOLICA PER CUI IL MONDO
NATURALE E SOCIALE SI MODELLA SULLE
POSSIBILITÀ DEL CORPO, E IL CORPO SI ORIENTA NEL
MONDO TRAMITE QUELLA RETE DI SIMBOLI CON CUI
DISTRIBUISCE LO SPAZIO, IL TEMPO E L'ORDINE DEL
SENSO.
Molti studiosi si sono sforzati di chiarire l'ultimo misterioso haiku del
poeta Junichiro Kawasaki: "Senza rimpianti è la mela, non sa di non
essere pesca". Fu scritto la mattina del 3 novembre 1996, poco prima
che il vecchio poeta e sua moglie assumessero la dose di arsenico
che li avrebbe ammazzati. Kawasaki parlava di sé, parlava di loro,
parlava di noi con la voce di chi guarda la vita dal margine. La
parabola mi è ritornata alla mente leggendo di Bronnie Ware,
l'infermiera australiana trapiantata a Londra che ha raccolto i rimpianti
dei malati terminali che ha assistito e li ha pubblicati in un libro di
successo: The top five regrets of the dying. "I cinque rimpianti di chi
sta per morire" sono non avere vissuto secondo le proprie inclinazioni,
ma secondo le aspettative degli altri (1); avere lavorato troppo (2), non
avere avuto il coraggio di esprimere i propri sentimenti alle persone
care (3); avere perso di vista gli amici (4); non essersi permessi di
essere felici (5). È una la lista che sulle prime può avere effetti
devastanti perché ti costringe a guardare la tua esistenza da fuori,
tutta insieme, e a trarre un bilancio in corsa, probabilmente
catastrofico. La tentazione è precipitarsi a dare le dimissioni o
abbandonare figli e marito per coronare il sogno, mai inseguito
davvero, di diventare cantante.
LA VERITÀ È CHE I RIMPIANTI SONO SEMPRE
ORIGINATI DALLA VITA E NON VICEVERSA. SONO LA
METÀ MANCANTE DI QUELLO CHE SIAMO.
Se l'indagine fosse fatta tra ergastolani, tossici e rockstar maledette in
punto di morte si otterrebbero molto probabilmente opinioni contrarie:
non avere dato retta ai consigli, avere lavorato poco, avere
sovrastimato sentimenti, amici e felicità. Ma la storia personale di
ognuno si presenta sempre al crocevia con la storia profonda degli
uomini. Un contadino lucano del 1700, un gladiatore romano, una
cortigiana assira difficilmente si sarebbero dispiaciuti di non avere
avuto la vita che volevano. Una Storia universale dei rimpianti
racconterebbe, forse, che in punto di morte gli antichi provavano
rimorsi più pratici, legati a episodi specifici, per condotte sbagliate o
occasioni perdute. Non rimpiangevano altre vite per la semplice
ragione che non potevano neppure concepirle attraverso la fantasia. Il
nodo da cui scaturisce la nostra idea di felicità si annida proprio qui.
Oggi, è doloroso il peso delle strade non imboccate, delle scelte non
fatte, delle vite che non abbiamo vissuto perché il Novecento è
fondato sulla vastità della scelta. È questa la sua invenzione più
immensa.
OGNI UOMO È LIBERO DI DIVENTARE QUELLO CHE È
DAVVERO. E ALLORA PERCHÉ GLI SCAFFALI DELLE
NOSTRE VITE NON SONO STIPATI COME QUELLI DEL
SUPERMARKET LA TEORIA DEL MULTIVERSO - GLI
INFINITI UNIVERSI PARALLELI DELLA MECCANICA
QUANTISTICA-ÈLATRADUZIONE SCIENTIFICA DI
QUESTA FANTASMAGORIA CULTURALE ED
ECONOMICA. PER MILLENNI, POI, SI AVEVANO POCHE
ESISTENZE-MODELLO, OGGI OGNUNO È SOTTOPOSTO
A UN BOMBARDAMENTO DI VITE POSSIBILI. DI EROI E
VITE IMITABILI. AVERE UN'UNICA VITA APPARE UNA
LIMITAZIONE. IO SONO L'ARMONIA DI UNA VITA E LA
SUA ELEGANZA RISIEDONO, INVECE, NELL'ADESIONE
PERFETTA A SE STESSI, NELL'ACCETTARE
QUELL'IRRIPETIBILE, DENSO, AGGLOMERATO CARICO
DI MEMORIA E CONFINATO NELLO SPAZIO E NEL
TEMPO IN CUI CONSISTE LA NOSTRA IDENTITÀ
In fondo, è la storia narrata da Martin Buber di rabbi Sussja che in
punto di morte, esclamò: "Dio non mi chiederà perché non sono stato
Mosè, ma perché non sono stato Sussja". Tanto più la vita ci regala
opportunità e attitudini, tanto più difficile è ricordarsi che siamo “umani
troppo umani” e che la misura del nostro valore non coincide con il
nostro successo o il nostro potere. Tanto più condizioniamo la vita
degli altri, tanto più dobbiamo diventare persone migliori, dunque
etiche, vere e modeste, capaci quindi di cavalcare e dominare il nostro
narcisismo, cioè il nostro io. Troppo spesso successi professionali
inducono una crescita a dismisura del nostro io e ci portano a
trascurare il nostro essere “umani troppo umani”eaconsiderare i
valori materiali della società (potere, ricchezza, visibilità) come valori
centrali per la nostra crescita. E dunque il pericolo insito nella fortuna
di avere e sviluppare delle capacità personali è quella di considerarsi
esseri “superiori” e non semplicemente “umani troppo umani”,
perdendo il valore centrale della modestia e della tolleranza verso gli
altri. Avere dei talenti e svilupparli non è indice della nostra superiorità
ma semplicemente della nostra fortuna, e non è indice del nostro
valore come esseri umani ma della responsabilità di diventare migliori
di ciò che siamo per mettere a disposizione noi stessi agli altri. La
parabola dei talenti del Vangelo esprime molto bene questa idea:
avere di più, non vuol dire essere di più ma semplicemente di avere
una responsabilità sempre maggiore verso un utilizzo etico e morale di
ciò che abbiamo. Non che ciò sia facile, ma è necessario perché
possiamo essere qualcosa e non semplicemente possedere tanto.
DUNQUE TANTO PIÙ ABBIAMO POTERE, TANTO
MAGGIORE DEVE ESSERE LA INDIVIDUALE
RESPONSABILITÀ NEL RICORDARCI CHE SIAMO
“UMANI TROPPO UMANI” E METTERE AL SERVIZIO
QUESTO POTERE DEL BENESSERE DI TUTTI.
Il Dalai Lama spiega bene questa idea in “Una
Rivoluzione per la Pace”, titolo che forse non
esprime bene il titolo originale “Ethics for a New
Millennium” cioè “Etica per un Nuovo Millennio”
indicativo della responsabilità di tutti noi verso lo
sviluppo di un mondo migliore. Il valore di una
persona non si misura da quanto guadagna, dal
cose
che
CAMBIANO
potere che ha o da quale ruolo abbia nella società,
bensì da ciò che fa e come vive…. E qui tocchiamo
un punto fondamentale: il come si vive. “Come si
diventa ciò che si è…” cioè la ricerca di noi stessi
che è, a mio modesto parere, legato alla necessità
profonda di ognuno di noi di ritrovare una sintonia e
armonia tra come viviamo e ciò che siamo, cioè alla
necessità di vivere onestamente con noi stessi e
con gli altri, che vuol dire in fin dei conti null’altro che
il credere nel valore assoluto dell’onestà quale asse
portante della nostra vita. Allora perché, pur in
buona fede, siamo troppo spesso maschere di noi
stessi Perché la società ci porta a dover non
essere noi stessi Forse semplicemente perché i
valori che la società sostiene, cioè potere, successo
e ricchezza materiale non sono in comunione con le
aspirazioni più profonde dell’essere umano e
dunque ci obbligano a mascherarci e aver paura di
mostrare noi stessi al confronto con la società
moderna e i suoi falsi miti.
L’INQUIETUDINE E L’ANSIA CHE
ACCOMPAGNA IL NOSTRO VISSUTO
QUOTIDIANO, QUANDO NON SIA LEGATO
A MOTIVAZIONI PATOLOGICHE, PUÒ
ESSERE IL RISULTATO SIA DELLE
ETERNA RINCORSA VERSO L’AVERE
SEMPRE DI PIÙ CHE DELLA DISSINTONIA
TRA CIÒ CHE SIAMO COSTRETTI A
ESSERE E CIÒ CHE SIAMO VERAMENTE.
MA FORTUNATAMENTE QUALCOSA STA
CAMBIANDO … LA SOCIETÀ SI STA
PROGRESSIVAMENTE ORIENTANDO
VERSO LA RICERCA DI UNA BENESSERE
MENTALE E SPIRITUALE SEMPRE MENO
LEGATA ALL’AVERE E SEMPRE PIÙ
ORIENTATA ALL’ESSERE E, DUNQUE NOI
TUTTI, ABBIAMO IL DOVERE DI
GUARDARE NOI STESSI RECUPERANDO I
VALORI DELLA UMILTÀ, CIOÈ DEL
NOSTRO ESSERE “UMANI TROPPO
UMANI” E DELLA NOSTRA ONESTÀ, E
NON DIMENTICARCI MAI CHE LA VITA È
UN PROCESSO CONTINUO DI RICERCA DI
NOI STESSI E DELLA SINTONIA CON I
VALORI PROFONDI CHE APPARTENGONO
ALLA NATURA UMANA.
ROMA _ ITALY
Scrittore, autore del libro: "Diario di una vecchia
checca" edito da Minerva Edizioni (Bologna) è nato
a Taurianova (RC), ma romano d’adozione, è ideatore di
diversi format, tra i quali spiccano “La Fattoria”, “La
capitanessa” e “Forum” ha collaborato per 17 anni con
quest’ultimo e all’età di 28 anni ha ottenuto un contratto al
teatro “Du Campagnol” a Parigi, dove ha tenuto interessanti
seminari su Goldoni e Pirandello.
NINO
SPIRLI
"Ti ringrazio di avermi concesso la mia Meravigliosa Famiglia: mio Padre, che
sicuramente Ti sta accanto, mia Madre, che mi da la forza con la sua forza, le mie
Adorate Sorelle con le loro Famiglie, che mi assicurano l'Affetto, il Coraggio e il
Conforto. Ti ringrazio per avermi regalato l'Amore, e per ben due volte: c'è chi non lo
ha mai conosciuto. E Ti ringrazio per i miei Amici, che mi saldano a Te con la loro
Fedeltà di Sentimento. Per tutti questi regali, Ti sono grato per sempre..."
Liberamente tratto da "Lettera di Nino a Gesù Bambino" dell'anno 2010. Nella foto
Nino con la mamma.
il ruolo del corpo
nel gioco
DELLASEDUZIONE
Non siamo che corpi con pochi diritti e
tanti desideri. Ho sempre pensato che
non solo non è giusto il ragionare
pensando che la società sia
dicotomicamente identificabile ma anche
che questo dualismo tra santi e peccatori,
tra donne e uomini, tra italiani e stranieri,
tra moralismo e libertarismo, tra
strumentalità e passione, tra vittime e
carnefici, tra bene e male, tra giusto e
sbagliato, tra etero e omosessuali, tra noi
e l’altro, non è che un limite entro il quale
espiare l’individuale incapacità di
comprendere che ci sono infinite cose
delle quali non teniamo conto nel nostro
ragionare per ripartizione. Il pensare per
opposizione porta a distinguere e dunque
a regolamentare, a disciplinare. Rifiutare
il dualismo vuol dire non rifiutare le
differenze, non annullare le sfumature,
non prendere posizione. Ed a me, le
differenze piacciono.
Mi piace che individui provenienti da percorsi diversi, nel loro
dirigersi in direzioni anche opposte, abbiano l’occasione di
incontrarsi e sostenersi vicendevolmente nelle loro differenze.
Dalle differenze, e solo da quelle, nascono nuovi mondi.
L’obiettivo primo di ciascuno dovrebbe essere la sua liberazione.
Approfondisco questa tematica con lei, Nino, in quanto
consapevole che, più di altri, possiede l’abilità di riconoscere ed
esplicitare l’ambiguità e la complessità del reale, complice il suo
tormentato vissuto del quale ognuno di noi può nutrirsi attraverso
le pagine del suo libro “Diario di una vecchia checca” edito da
Minerva Edizioni, affinché la sua sofferenza sia da monito al che
non si compiano ancora sciagure a danno dell’individuo. Le dico
questo perché penso che la società contemporanea si barcameni
ancora, a volte, nonostante le conquiste sociali, nello spicciolo
qualunquismo di dividere i comportamenti umani in maschili e
femminili stereotipandoli entro cliché di massima ma soprattutto
non considerando che il genere biologico (maschio o femmina) da
solo, non basta per definire l'appartenenza ad un genere.
Dovremmo cominciare a percepirci diversamente, a porci delle
domande sulla costruzione sociale dell'identità e dei ruoli di
genere smettendola di idolatrare un polo o l'altro in modo così
campanilistico ma in particolare non attribuendo cliché di sorta.
LA MODA CHI LA FA, CHI LA INDOSSA
CHI NE PARLA
Siamo individui, prima ancora che uomini e donne, sebbene anche la struttura molecolare consegni un’identificazione di genere.
Niente di più drammatico, presumo, Nino, il vivere sulla propria pelle, così come è accaduto a lei, il disagio di porsi al cospetto del
mondo in relazione a quello che gli altri si aspettavano da lei, e non sulla base di ciò che intimamente era, conscio che quel misto di
nette opposizioni che popolano le menti puritane dei benpensanti non avrebbero accettato la sua omosessualità se non come
espressione di quelle “torbide mescolanze” da cui l’uomo comune tende a prender le distanze, se non fosse altro, per status.
Smontate alla grande le tentazioni di alcuni terapeuti di promettere impossibili conversioni, la comunità scientifica offre oggi nuove
strade divergendo all’unisono su quanto di più, anche immediatamente scontato, si potesse intuire pur non possedendo nozioni da
Cattedra (Sarà un pure un parallelismo coraggioso, il mio, però mi pone non poche curiosità il fatto che il sostantivo cattedra nella
sua esemplificazione da dizionario indichi anche “trono papale” e/o vescovile ) ovvero che l’omosessualità non è una patologia da
curare, e qualora vi fosse davvero interesse per un obiettivo da raggiungere, quello non può prescindere dal costruire
sull’omosessualità un’apertura «su un orizzonte di valori» di giustizia e di eguaglianza. In ballo dunque c’è oggi per la comunità
scientifica (e non solo) la sfida di liberare e
sostenere l’omosessualità entro un orizzonte
sociale e politico che tuteli la persona e
legittimi la pluralità delle identità sessuali.
L’esclusione è razzismo ...
Ho avuto la grande fortuna, Cara Valeriana, di
nascere in una famiglia, la mia, per la quale la
differenza non era l’eccezione, ma la regola.
Essere differenti, diceva il mio adorato Papà
Mimmo, significa essere vivi. Per lui, come per
me, esistono tante categorie quanti sono i viventi
in quel momento sulla Terra. E, dunque, non
esistono categorie. Le Società Umane, per
esempio, quante sono Una mi sembra poca,
considerando usi, religioni, pensieri politici,
sentimenti, comportamenti personali, e, visto che
ormai è di moda parlarne, necessità sessuali. Ah!
Il sesso! Quante pagine, quante riviste, quanti
speciali tg, quante ciance su una cosa che
dovrebbe rimanere privata … Ma io ho scritto il
DIARIO DI UNA VECCHIA CHECCA che ne ha di
sesso dentro … E, dunque Parlo bene e agisco
male No: il DIARIO nasce proprio per affermare
una cosa importante: volete sapere com’è un
omosessuale Come vive Come mangia e
cosa ... La risposta è una, e spontanea: Un
omosessuale, o, meglio, un omosentimentale è
come è! Come qualsiasi altra persona. Non è un
essere speciale. È solo diverso da un altro
omosessuale, da un altro eterosessuale, da un
altro asessuale e così via per circa sei miliardi di
viventi … Io ho avuto una vita serenamente
drammatica, tragironica, direi: fra gioie, dolori,
violenze, cadute, risalite … Tutte in nome di un
solo credo: vivere libero. Non ho mai dovuto
lottare, per ottenere il rispetto per chi ero, sono e
sarò. Ho lottato per ottenere lavoro, come tutti,
per acquistare una casa, come tutti, per pagare
un bollettino alla posta, come tutti. Ho lottato per
amore, sofferto per amore, pianto per amore, riso
per amore, come tutti. Vivo una vita normalmente
omosentimentale, omosessuale, omomorale …
Come tanti …
Lo sviluppo di una compiuta personalità è
indubbiamente assai più faticosa nella società
di odierna. Una società complessa è molto più
difficile da decifrare; una società fortemente
pluralistica, in cui predomina la varietà dei
modelli, rende più ardua l'identificazione
secondo le proprie caratteristiche e
aspirazioni; una società instabile esige
continui adattamenti e mutazioni; una società
caotica in cui sembra che il fare debba
predominare sul pensare, l'avere debba
prevalere sull'essere, fa apparire la ricerca
della gratificazione personale più importante
Alcuni momenti della
presentazione del libro
al White di Roma
"Diario di una vecchia
checca" vincitore
Premio "Metauros
2013" sezione
narrativa. Nel
prestigioso parterre di
ospiti fra gli altri:
l'Editore Roberto
Mugavero, Luna
Berlusconi, Riccardo
Gubiani, Manuel
Ferrarini, Marina Ripa
di Meana, Rita Dalla
Chiesa, Gianni
Sapone, Marina
Mansanta, Erika
Gottardi, Valeriana
MarianielostilistaGai
Mattiolo.
L'intervista continua a pagina 35 ne "La politica del corpo"
della qualità delle relazioni. Certo, la società di oggi non presenta dell’Uomo Contemporaneo abbia grandi responsabilità. Mi capita
solo elementi di rischio per il processo di formazione della spesso, da credente praticante polemico di ascoltare delle omelie da
personalità, ma presenta anche molti elementi estremamente medioevo. Di parlare con dei preti da inquisizione, e, comunque, di fare
positivi: la riduzione dei forti condizionamenti espressi da un sesso con alcuni di loro che sono in totale ipocrita contrasto con i loro
costume fatto spesso solo da pregiudizi; una maggiore
dogmi. Il popolo italiano, per buona parte, è ancora soggetto alle
spontaneità nei comportamenti non irreggimentati da
indicazioni dei sacerdoti: se incontra quelli illuminati, corre veloce verso
autoritarismi familiari e sociali; una migliore comprensione della la liberazione e la coscienza di sé, se si accompagna a quelli più
vita, delle sue criticità ed incognite; la possibilità, nella dialettica meschini e beceri, continua a marciare, ottuso, verso un baratro
del dialogo culturale, di meglio comprendere il senso della cose e retrogrado e buio, da roghi in piazza e gogne morali.
della vita, vedi anche la particolare attenzione che è stata dedicata Non trova sia riduttivo pensare che ciò che configura la vita d’un
al complesso problema dell'identità di genere nella
uomo, possa sintetizzarsi nell’avvicendarsi più o meno
differenziazione, ma anche nell'integrazione, superando vecchie consapevole di caduta e rinascita, morte e resurrezione, rivolta e
concezioni ideologiche che hanno a lungo tarpato capacità, obbedienza, peccato e redenzione, perdizione e salvezza, perché
inclinazioni, possibilità di partecipazione e sviluppo di metà del tralasciamo tutto quanto sia accaduto, nel frattempo, fra un
mondo. Da questa premessa ci si aspetterebbe che lo squarcio estremo e l’altro E non trova altresì assurdo il pensare che sia
alla barriera del convenzionalismo sia tanto evidente da far spazio l’appartenenza ad un genere a generare comportamenti
anche a quei temi “scottanti” che animano le piazze e le prime tralasciando che nell'anima un uomo sensibile e una donna
pagine dei quotidiani e riviste più autorevoli, eppure…. Eppure sensibile sono le facce di un'identica moneta e viceversa che la
non è così. Ci sono questioni sulle quali si pone ancora un “out meschinità possa, o non possa, appartenere ad entrambi
out” . Lei, Nino, come si spiega il ritardo con cui il nostro Paese, Io mi illumino del mio cammino, comprese le partenze e gli arrivi. Agli
più di altri, si confronta con le sfide del cambiamento Come estremi do l’importanza che hanno, che è pari a quella che ha ogni
assicurare la costruzione di una compiuta identità ad ogni essere passo della mia lunga passeggiata. Del resto, non so da dove sia
umano, ma anche riconoscere le differenti identità che esigono di partito, né dove arriverò, e quando, e se … Celebro ogni accadimento
essere valorizzate e non annientate
di questa mia vita cosciente e spero, un giorno, di raggiungere un
Non vorrei sembrare banale, ma credo che la presenza esagerata sul grado di coscienza maggiore della mia vita impalpabile. E lo auguro ad
territorio di una chiesa cattolica così poco incline ai rapidi cambiamenti ognuno di noi, che è, esattamente, il tutto e il suo contrario…
la politica
del
CORPO
LA MODA È LA SOSTANZA VITALE DELLA NOSTRA
SOCIETÀ, IL LUOGO DI MASSIMA SPERIMENTAZIONE
DELLA NOVITÀ COME ANCHE LO SPECCHIO PASSIVO DI
UNA REALTÀ SOCIALE CHE SI SOMMUOVE
RADICALMENTE. PER QUESTO OCCORRE SEGUIRE LE
LINEE GUIDA DI UNA CONCETTUALIZZAZIONE
“AGONISTICA” CAPACE DI COMPETERE CON LA
COMPLESSITÀ, IL DINAMISMO E LA PLURALITÀ DEI
FENOMENI A ESSA CONNESSI.
Senza in alcun modo chiosare la famosa disputa fra Marx e Prudhon
sulla filosofia della miseria (Prudhon) e la miseria della filosofia (Marx),
il concetto di moda sembra volersi ergere a protagonista indiscusso,
non solo esteriore ma anche interiore, intimo, carica di significati nobili e
preveggenti nella società globale. Quasi per insorgere ad uno
stereotipo ormai sin troppo obsoleto di superficialità e leggerezza, la
moda, rivendica la sua capacità di cavalcare i grandi temi sociali, le
differenza etniche, la salvezza e la sopravvivenza dell’ecosistema, i
valori etici e religiosi, le imperscrutabili profondità dell’anima, i rapporti
con l’altro, il bene e il male, a prendere le distanze insomma dall’essere
percepita mero business. Non è semplice dare risposte significative e
quantomeno “prevedere” se, e quando, tutto ciò sarà possibile tuttavia
se ci dotiamo di “immaginazione sociologica” possiamo tentare un
quadro di riferimento all’interno del quale la moda si possa collocare
diversamente da come è stato fatto sino ad oggi, divenire cioè un
simbolo forte ed anche bonario cui ispirare i propri comportamenti, la
costruzione dell’identità non solo personale ma collettiva. Indossare un
vestito è fondamentalmente un atto di significazione, ciò porta a
rivedere un punto di vista tradizionale, in base a cui l'uomo ha inventato
il vestito sulla base di tre motivazioni: la protezione (contro le
intemperie), il pudore (per nascondere la propria nudità), l'ornamento
(per farsi notare). A prescindere da queste motivazioni, che hanno
comunque una loro validità, l'uomo si è vestito essenzialmente per
esercitare la propria attività significante. In quanto atto di significazione,
il "vestirsi" costituisce dunque un atto profondamente sociale, che ha
senso solo se inserito in una dialettica fra individui all'interno di una
collettività. E dunque, se è vero che l’abbigliamento resta un prodotto
materiale, non possiamo prescindere dal fatto che la moda diventi
prodotto culturale nel momento stesso in cui crea confini simbolici tra
quanto è moda e quanto non lo è, e stabilisce inoltre qual è il gusto
estetico maggiormente accreditato.
PIACEVA MOLTO AD OSCAR WILDE E SAREBBE
SICURAMENTE PIACIUTA A NIETZSCHE CHE, SE FOSSE
STATA PIÙ NOTA, L’AVREBBE CERTAMENTE
CATALOGATA COME FENOMENO OMOLOGANTE MA
ANCHE DISTINTIVO A SECONDA DI CHI LA INTERPRETA
Parliamo di seduzione, che è l’argomento primo sul quale mi
preme indagarla (sorrido). In molti si professano capaci di
insegnare l’arte della seduzione ma essa è un moto così
spontaneo dell’essere umano che non si può codificare né
tantomeno creare ad arte. Accade, e basta. Siamo sedotti e
seduciamo in un modo che non sappiamo spiegare né spiegarci,e
va bene così. Il fascino, in fondo, non è proprio il sentire di essere
trasportati da un vento e vivere quella particolare emozione che
“imbriglia” la mente, senza troppe regole, senza per forza capire
Ah, la seduzione! E chi mai potrà capirne il cammino, le “regole”, se
mai ce ne siano, il fine … Si cade. E basta. Si cade in trappola. Si cade
fra le braccia. Si cade nelle reti. Si cade nel piacere … O, meglio, ci si
abbandona e non si sa perché. La virtù della seduzione sta nel suo
mistero. Uno non bello come me, ha sempre avuto compagni e
compagne bellissimi. E, a loro volta, loro hanno scelto, o subìto, me. È
l’esempio più vicino che mi viene da proporre. Oltre che Esmeralda e
Quasimodo, Bella e Bestia, Callas e Onassis …
Il suo rapporto con la moda …
Amo l’eleganza, i fruscii, le essenze, i colori, i calori. Amo le ribellioni, le
estrosità, i metalli e i minerali preziosi. Almeno, preziosi per me. Amo le
tradizioni e le loro letture moderne. Vesto di lino d’estate, di cachemere
d’inverno. Non indosso scarpe pesanti, mai. Ho una ricca collezione di
ventagli, antichi, vecchi e nuovi. Belli. Le mie mani baciano guanti. Alle
spalle, le inseparabili “sciallesse”. Amo gli stilisti. A loro dobbiamo tante
rivoluzioni sociali. E non solo sociali …
INDOSSANDOLA E DA COME VIENE SPALMATA SULLA
MASSA COME MODELLO PERCHÉ LA MODA È ANCHE
UNA QUESTIONE DI SENSO.
Tra fashion blog, fashion magazine, fashion theory e fashion analysis
essere fuori moda ormai sembra essere condizione impossibile. Come
dire… la moda è di moda e la sua foltissima schiera di adepti e seguaci
trovano ovunque pane per i loro denti e più di ogni altra cosa
suggerimenti per il loro guardaroba. Ma siamo sicuri che il fashion
addicted doc possa limitarsi a comprare il capo all’ultimo grido e ad
abbinarlo poi con l’accessorio giusto di stagione Da anni esiste una
materia perlopiù sconosciuta ai più che, ostentando radici filosofiche e
una paternità addirittura aristotelica, può aiutarci ad analizzare anche il
modo in cui i capi di moda si abbinano tra di loro facendosi portatori di
significati per chi li osserva. Questa materia è la semiotica che, di
sovente relegata al ruolo di noiosa materia per studiosi universitari
occhialuti, in realtà cela ben più di una sorpresa. La semiotica, che
come spiega bene la sua origine greca analizza i segni, si interroga,
esplorandone a fondo le relazioni, sul perché gli elementi assumono un
valore comunicativo quando si trovano ad essere inseriti in una “messa
in comune” di dati. Insomma la semiotica è quella disciplina che ci
aiuta a spiegare (o più opportunamente, a far luce, e non solo ad
accettare come una sorta di evidenza lapalissiana) i motivi per cui un
uomo d’affari con il suo doppiopetto d’ordinanza ben si distinguerà
(leggi: significherà diversamente), infatti, da un rampante PR dei locali
con i jeans lisi e la maglietta all’ultima moda. Ma anche una signora
Semiofashionandthecity
La nostra parrebbe lungi dal divenire
quello che gli americani definiscono
una “società random”, sebbene pure
essa sembrerebbe procedere
caoticamente, senza punti di
riferimento stabili né scopi stabili che
non siano quelli del singolo in
questione: l’uomo politico da una parte
e l’uomo della strada dall’altra che si
ignorano anche comunicando perché
troppo concentrati sulle proprie singole
esigenze e quindi senza costruire alcun
dialogo che sia fecondo per entrambi.
Le esigenze dell’uno sembrerebbero
cozzare, con insistente consuetudine,
contro quelle dell’altro. Il concetto di
Patria mai, come in questo momento,
acquisisce la chiara connotazione di
nebuloso e labile, il sistema di governo
è debole e frammentario, la famiglia
non è più una colonna portante della
società e si relativizza (coesistono tanti
tipi di famiglie con modelli e valori
diversi a seconda delle componenti e
delle dinamiche). Il lavoro che
dovrebbe garantire dignità e stabilità
all’uomo è precario e quindi non
assicura stabilità men che mai, e ciò
nella stragrande maggioranza dei casi
(cosa ancor più grave), dignità. Si
lavora per lo più per il mero denaro e il
lavoro è solo in funzione del profitto,
non della realizzazione di sé. Non
rende liberi, rende schiavi del sistema
plutocratico nel quale si è inseriti. Cosa
c’entra la moda con questa analisi più o
meno volgare della società odierna
Beh, presto detto… se la moda, come
è vero, rappresenta una delle
espressioni prime della società, non
può certo sottrarsi dall’esprimere alla
società una risposta positiva… eppure.
Ecco, è in “quell’eppure” che nasce la
differenza. Essendo essa espressione
della società è sempre più relativa e
precaria, in più, nella moda, ormai non
ci sono più regole: abolite le differenze
fra maschile e femminile, così come fra
estate e inverno, fra una stagione e
l’altra (anche biologica) il che, parrebbe
un danno. Già, parrebbe. Guardando la
moda, la bella moda, personalmente
vivo ancora l’illusione di sognare e di
godere del bello che la moda ci
propone, a prescindere, così come
conservo ancora l’illusione di sognare
una bella Italia.
pronta per una prima a teatro sarà facilmente distinguibile da
un’adolescente in minigonna. Il perché accada questo lo si può
spiegare molto banalmente, sulla scia del pensiero di Barthes (il
patrigno dei fashion studies), in questo significativo passaggio “Il
vestito dà senso al corpo e quindi lo fa esistere: lo valorizza dandolo a
vedere. Il vestito non nasconde, né mostra, allude e valorizza: non
esibisce ma semantizza”. Insomma l’abito, per una volta, fa davvero la
parte del monaco ma questo accade palesemente se, e solo se, chi
osserva e chi indossa possiedono una ben fornita cassetta “di utensili
semiotici” in grado di interpretare i messaggi che vogliamo trasmettere
attraverso quello che indossiamo. Insomma dice bene Ugo Volli, guru
italiano in materia, quando sottolinea che “La semiotica della moda
deve in primo luogo essere una sintattica, nel senso che deve
accertare che esiste una certa sistematicità nell’accostamento
sintagmatico e nella selezione paradigmatica degli oggetti di
abbigliamento”. Non devono spaventare il linguaggio troppo forbito ed
i paroloni tecnici, in quanto il tutto lo si può facilmente riassumere e
tradurre in semplici concetti: per sintattica si intende semplicemente
una sorta di grammatica dell’abbigliamento, le norme che in qualche
misura tutti più o meno coscientemente adottiamo davanti all’armadio
ogni mattina preferendo alcuni capi a scapito di altri; per
“accostamento sintagmatico” si vuol intendere invece che siamo tutti
abituati a vestire la parte superiore e quella inferiore del corpo (non
usciremmo mai con due camicie e le sole mutandine!); per “selezione
paradigmatica”, infine, si intende invece la capacità di non accostare
capi che i dettami della moda e del buon gusto ritiene sconveniente
indossare, finanche talvolta a prescindere dalla situazione e dal luogo
in cui siamo chiamati a rap-presentarci. Insomma la semiotica della
moda vuole semplicemente essere un manuale di istruzioni per
l’abbigliamento quotidiano e, aprendosi a tutti nei suoi più reconditi
angolini in cui è chiamata a presenziare, vuole lasciarsi alle spalle la
sua etichetta di materia esclusivamente accademica per mostrare
come può essere utile (indispensabile forse!) nella battaglia quotidiana
con le scelte di stile.
VISTI DA VICINO: SENSUALITÀ, FASCINO E BELLEZZA.
LA DIFFERENZA STA IN QUELLA FORZA
DELL'IRRAZIONALE CHE SCONVOLGE ED ANNULLA
CERTEZZE, CANONI E CRITERI DI VALUTAZIONE
OGGETTIVA.
La sensualità in una persona può essere considerata lo specchio della
sua personalità, che riflette l'interesse e l'attrazione che gli altri
sentono. L'essere umano è l'animale più sexy della terra, non rispetta
le stagioni dell'amore e può dimostrarsi sensuale e seducente in
qualsiasi momento della vita, a prescindere dalle occasioni. Lo "stile"
nel comunicare la propria sensualità è assolutamente soggettivo. Non
esiste una forma ideale per essere sexy. Il grado di emozione evocato
in una persona da parte di un comportamento sensuale, dipende
esclusivamente dalla complementarietà. Per alcuni individui il termine
sexy si associa principalmente ad elementi esteriori e sessualmente
chiari (obsoleto pensare che a rimanerne intrappolati siano soprattutto
per i maschi); per altri il tono della voce, la gestualità, la saggezza,
l'abbigliamento, oppure una miscela di molti elementi, può far nascere
un desiderio. Non essendoci un modo stereotipato per essere sensuali
conforme a tutte le persone, il "segreto" è essere se stessi, sicuri di sé,
autentici. E' la nostra autostima, la sensazione di adeguatezza nelle
molteplici situazioni della vita che ci rende sensuali agli occhi di chi è
sensibile proprio alle nostre caratteristiche. Ciò che conta è la
sicurezza di se. La sicurezza che aiuta a lasciar diffondere
nell'ambiente che ci circonda il fascino della nostra personalità.
Sguardi, gesti, parole ed anche contatti quando opportuni, sono capaci
di rendere lo stile unico: il modo di accavallare le gambe, di guardare
negli occhi, di avviare una comunicazione, di ascoltare e dimostrare
empatia, di essere leali, di non dare nulla per scontato. Sarebbe un
grave errore orientare le proprie energie per trovare la fiducia in se
stessi allo scopo di soddisfare una estrema ricerca della seduzione. Il
sorriso si tramuterebbe in un ghigno, anche se ben camuffato e gli
occhi perderebbero la loro luce. Concludendo, per essere sexy non
bisogna fare nulla. Non è necessario rifarsi ad atteggiamenti e
comportamenti che, anche se ci piacciono, non ci appartengono.
Bellezza e fascino non sono sinonimi, sebbene anche parrebbero
coincidenti: sono due straordinarie e differenti doti che non sempre
caratterizzano il medesimo individuo; ma, quando sono complementari
in una stessa persona, sicuramente quella lascerà indelebili tracce di
sé negli occhi e nel cuore di chi l'ha incrociata. La bellezza è una
qualità del corpo; è, in un certo senso, oggettivamente valutabile
perché la si misura, pur se inconsapevolmente, su canoni che vengono
da lontano, dai modelli estetici proposti dagli artisti e codificati nelle
immagini pittoriche e scultoree che essi ci hanno lasciato nel tempo:
per la nostra civiltà occidentale i riferimenti remoti possono essere la
Venere di Milo, la Primavera di Botticelli, le Madonne di Raffaello o di
Leonardo, le voluttuose donne di Tiziano ( per citare i più famosi
modelli femminili) o, se parliamo di uomini, valgono gli esempi
dell'Apollo di Delfi o del Davide di Michelangelo. Pur trattandosi di
figure idealizzate che rivelano il "divino" o, comunque, il "sublime",
ancora oggi ci servono come pietra di paragone per le bellezze attuali
benché nessuno, consapevolmente, applichi le regole di Leonardo o
ancor meno quelle di Vitruvio per misurare la perfezione di un corpo o
di un volto. Poiché la bellezza reale è effimera, effimeri ne sono i
canoni di valutazione: oggi è la moda che decreta chi è bello e chi non
lo è e perché. E il fascino Il fascino è qualcosa di indefinibile e
indescrivibile, un' alchimia di elementi che esplodono
contemporaneamente. Non è una qualità del corpo e perciò non è
percepibile solo con gli occhi; l'origine greca e poi latina della parola
"fascino" ci porta all'ambito semantico della magia, dell'ammaliamento,
della forza dell'irrazionale che sconvolge ed annulla certezze, canoni e
criteri di valutazione oggettiva. Se si accompagna alla bellezza, il
fascino la esalta; se è dote di chi non è bello, ne cancella i limiti fisici
mentre la stessa bellezza, priva del fascino, resta, in qualche misura,
imperfetta perché, attraverso gli occhi, non porta molto al cuore o alla
mente. E' una qualità che attiene all'intelligenza più che alla fisicità e si
svela attraverso gesti, atti, modi, sguardi, sorrisi, parole: è
l'espressione di tutta la forza della personalità di cui il corpo è il
contenitore. La famosa Monna Lisa di Leonardo non è certamente una
"bellezza" eppure da secoli ci seduce per quel sorriso e quello sguardo
sul cui ambiguo mistero si elucubrano da sempre le menti autorevoli di
studiosi e pubblico. La base del fascino è la Personalità ecco perché i
bei manichini non hanno fascino neanche se hanno le sembianze di
Davide o di Venere. Anche il mistero è una componente del fascino: un
bellissimo corpo esposto in tutto il suo smagliante splendore è
sicuramente un bel vedere, sicuramente suscita straordinarie
sensazioni, ma sono certamente più intense le emozioni che nascono
dall'immaginare e poi dallo scoprire un bellissimo corpo suggerito, ma
non ostentato. Le civiltà orientali fondano su questa forma di
emozionalità le basi dei loro canoni estetici e sessuali ed è questo uno
dei motivi del fascino che quelle civiltà hanno sempre esercitato su noi
occidentali.
Il “sense and
style”
LO STILE È QUALCOSA DI PERSONALE, UNICO,
RICONOSCIBILE. SEMPRE ALLA MODA PROPRIO
PERCHÉ LA SUPERA MA DELLA QUALE, HA BISOGNO,
NON FOSSE ALTRO CHE PER CONFRONTARSI.
Qualche sera fa, parlando del più e del meno, improvvisamente, sono
stata incalzata da una domanda meno banale di quanto possa
sembrare: che cos’è il senso dello stile Ci sono espressioni oramai
quasi abusate che sembrerebbero acquietare l’ardente desiderio di
una risposta a partire da Vestire Alla Moda, oppure Essere Fashion,
ma anche termini più tecnici come Anticipare la Tendenza, Conoscere il
Mood, o molto più popolari come essere o vestire Trendy, in francese A
la page. Locuzioni vaghe, nonostante anche abbiano a che fare con la
moda in quanto “Divinazione” nei confronti di ciò che è presentato come
“al di sopra”, più in alto, elevato (economicamente, socialmente,
culturalmente, esteticamente), ma non basta. Nell'ambito della moda,
una delle caratteristiche dello stile individuale è la personalizzazione
delle scelte estetiche, nel bene e nel male, quello che ti fa subito dire di
una persona: ecco, è lei! Ci sono persone che “indossano” la propria
Personalità, che “vestono” il proprio stile, che “abitano” il proprio
Carattere proprio come fossero Dentro ad un abito: stanno dentro cioè
al proprio “modo di essere” e lo sanno fare con Consapevolezza, in
francese, con Charme; queste persone sono come tutti noi, ma
sembrano avere una marcia in più: uno stile personale. A volte
bisognerebbe avere il coraggio di dire “meno fashion, più style”, ma il
secondo, ahimè, non si vende e non si compra. L’Italia se lo è
conquistato di diritto. Si tratta di una verità, universalmente riconosciuta,
che gli italiani abbiano un senso innato per lo stile. Sia che si parli di
moda o design, prima o poi si arriva al genio italiano per l’impeccabile
eleganza e il moderno chic. Ma dove arriva tutto questo, questa abilità
apparentemente senza sforzo nel creare un’immagine piena di classe
che produce alcuni dei beni di lusso più ricercati al mondo Ogni
nazione ha il suo marchio distintivo che caratterizza i propri prodotti e li
fa risaltare per le loro caratteristiche esclusive: il Made in Germany per
esempio è sempre stato sinonimo di robustezza ed affidabilità, il Made
in USA è il segno dell’innovazione e l’avanguardia del prodotto; il Made
in Japan simbolizza l’alta tecnologia e la funzionalità; il Made in Italy
esprime, invece, l’eccellenza della creatività e della maestria. Nel
campo della moda, l’Italia si distingue, ponendosi al primo posto per
l’alta qualità dei prodotti tessili e per la perfetta eleganza e raffinatezza
che permeano il prodotto rendendolo superiore, così come per la
garanzia della qualità dei materiali utilizzati nella realizzazione dei beni.
Il mondo intero ammira e confida in un prodotto Made in Italy e molte
persone sono disposte a fare enormi sacrifici pur di essere in grado di
acquistare un articolo di marca italiana da indossare con grande
orgoglio perché quando lo indossano, indossano qualcosa di diverso:
indossano la storia, le tradizioni, la creatività e l’orgoglio di una Patria, la
nostra. Ci sono una serie di informazioni sul nostro Dna che sono state
registrate prima dell’istante in cui siamo nati; dati semplici, basilari, che
descrivono le condizioni del sistema e di parti di che erano lì prima che
ci fossimo noi, così come siamo adesso. Un prima senza di noi,
dunque.
CERCARE UN’IDENTITÀ ANCHE ATTRAVERSO
L’ACQUISTO DI VALORI SIMBOLICI.
Il cliente dell'epoca postmoderna è molto più attento rispetto al passato
all'aspetto simbolico-comunicativa dei beni che acquista perché, come
profetizzò Maslow, una volta soddisfatti i cosiddetti “bisogni primari”,
l'uomo tende a sviluppare i bisogni di appartenenza (affetto e
identificazione) e i bisogni di stima, prestigio e successo che lo portano
al bisogno di realizzazione di sé e le proprie aspettative. Ed è proprio
questo: una volta sviluppati tutti i bisogno materiali, il consumatore
richiede ai prodotti l'appagamento dei desideri immateriali di necessità
estetiche, facendo venire a galla una nuova figura, un consumatore
sempre alla ricerca di esperienze più che di prodotti, di sensazioni e
emozioni, più che reali valori d'uso. Ed è proprio a partire da questo che
si può affermare che tutti i bisogni cedono il passo ai desideri.
IL DESIDERIO DEL LUSSO
Da Maslow a Cenerentola “I sogni son desideri” e il lusso, come poche
altre cose se è sopravvissuto ai secoli, alla storia stessa, è perché si
pone ai vertice del nostro subconscio anelare di innalzarci al di sopra
della cosiddetta “middle class”, utilizzando un'espressione che si avvia
sempre più velocemente ad essere considerata anacronistica, motivo
per cui si può candidamente affermare che, fino a quando esisteranno
gli uomini e la nostra costante tendenza alla supremazia esisterà il
lusso, come simbolo stesso della nostra vanità. Le aziende
appartenenti al settore dei luxury questo lo sanno: ecco perché tendono
a proporre un intero stile di vita, non solo un insieme di beni materiali.
"Il cuore della casa" prende il posto del lettino dello psicanalista o
dello studio del sessuologo e si trasforma nel posto ideale in cui
liberarsi e lasciarsi trasportare in un "gioco seducente" da mettere in
scena in due: vero preludio ai piaceri del cibo e della carne.
La cucina di Masha in onda su canale 10 e 110
Tv Centro Marche
(+1) digitale terrestre: Giovedi fascia oraria 13:30/14:00 Lunedi
11:30/12:00 Mercoledi 03:00/04:00 mascia.luciani@facebook.com
Nelle foto Mascia Luciani con Valeriana Mariani ospite della
fortunatissima trasmissione Tv per la regia di Roberto Rutili
ELEMENTI DI STILE: LA CUCINA DI MASHA
mens sana in corpore sano
Da dieci anni insegna laboratorio di fashion design all'Università degli Studi di
Bari, precedentemente ha lavorato in vari uffici stile di aziende importanti, tra
le quali Fendi per circa 22 anni.
ROBERTO
GUARDUCCI
www.donnaimpresa.com
L’ALTA MODA ED IL LUSSO, OLTRE AD AVERE UN
PESO RILEVANTE NELL’ECONOMIA NAZIONALE,
RAPPRESENTANO UNO DEI POCHISSIMI CAMPI DI
ECCELLENZA DEL MADE IN ITALY NEL MONDO
EPPURE VI È UNA OGGETTIVA DIFFICOLTÀ
NELL'ATTRIBUIRE AL LUSSO UNA PRECISA
ETIMOLOGIA CONSIDERANDO CHE NEL CORSO DEI
SECOLI IL CONCETTO STESSO DI LUSSO SI È
EVOLUTO, PARTENDO DA UN IMMAGINE LEGATA ALLA
VITA PUBBLICA E ARRIVANDO AD ESTRANIARSI DA
ESSA, SEBBENE NE CONSERVI ANCORA UN FORTE
LEGAME, TOCCANDO LA SFERA EMOTIVA E
PSICOLOGICA LEGATA ALLA STESSA
IDENTIFICAZIONE DELL'INDIVIDUO.
Infatti una delle prerogative dei beni di lusso, forse quella più sentita
attualmente, è quella di attribuire uno status sociale di prestigio, vero
o presunto. Escludendo infatti i multimilionari e coloro che possono
disporne senza difficoltà, l'acquisizione di un bene di lusso diventa
un traguardo per coloro i quali necessitano di un'affermazione
sociale. L'obiettivo di una marca è quello di sviluppare una brand
knowledge, ovvero l'insieme di pensieri, sensazioni, immagini,
esperienze e convincimenti legati al brand, traducendosi in maggiore
fedeltà, minore sensibilità alle modifiche di prezzo al rialzo e alle
inflessioni della concorrenza e in una comunicazione maggiormente
incisiva. Il mondo della moda anche nella determinazione
dell'identità di un brand fa eccezione: in quanto una componente
fondamentale è rappresentata dall'identità stilistica cioè dall'insieme
dei codici stilistici permanenti che caratterizzano in modo
continuativo i prodotti di un'impresa e da quello che il fondatore
abbia rappresentato nella storia. Il concetto di coerenza non influisce
però sulla doverosa creatività che deve costantemente mantenere
un brand per potersi evolvere nel tempo. Essere fedeli ai dettami
aziendali per far acquisire maggiore credibilità alla marca non
significa riprodurre ripetitivamente le sue manifestazioni: è ovvio che
non sarebbe stato necessario riproporre all'infinito il celeberrimo
tailleur che Chanel ripropose negli anni '70 per poter assestare
sempre ai vertici l'azienda sul lungo periodo. Un brand deve essere
in sintonia con le attese dei consumatori e con i suoi bisogni e
desideri e dunque evolversi con essi; il passaggio obbligato dalla
direzione creativa di Chanel a Karl Lagerfeld, alla morte della stilista,
non ha disperso il valore della maison. Il vero problema è mantenere
la stabilità del nucleo con l'esigenza di adeguare il linguaggio.
IL LUSSO POSSIEDE GIÀ NEL SUO CORREDO
GENETICO REQUISITI DISTINTIVI TALI DA ESSERE
IRRESISTIBILE: ESSO CI RAPISCE, CI SEDUCE.
A fronte di ciò una delle definizioni più calzanti può essere quella
fornita a seguito di una ricerca di Bernard Dubois e Gilles Laurent,
condotta nei paesi sviluppati sui clienti del lusso e che portò a
coniare il nuovo termine di “escursionisti”, per definire gli
appartenenti alla classe media, che non acquistano
prevalentemente prodotti luxury ma che, quando lo fanno, hanno
aspettative ben precise cioè, si aspettano prodotti di una qualità
eccelsa, superiore a ciò che normalmente acquistano. Non essendo
un'esperienza abituale ma al contrario nuova e speciale il prezzo del
prodotto deve essere decisamente elevato, per sottolinearne
maggiormente il grado di eccezionalità. Dopodiché pretendono
l'esclusività, il prodotto deve essere raro, difficile da ottenere e
possedibile da pochi; il momento dello shopping diviene una vera e
propria esperienza multisensoriale, tutto, dall'arredamento alla
musica di sottofondo, l'atteggiamento del personale è tutto parte
dell'acquisto; si aspettano di venire in contatto con l'intera storia
della casa, entrare in un mondo che è nato nel passato e che quindi
garantisce la durata nel tempo accettando anche l'idea che quello
che stanno facendo sia un acquisto futile o non necessario,
l'importante è il servizio che deve rispettare le attese, dal momento
in cui quella che si compie è un'azione memorabile. Per affrontare il
tema della determinazione del prezzo bisogna seguire il metodo del
valore percepito perché appunto come già ampiamente esplicitato in
precedenza, il valore di un prodotto appartenete ai luxury brand non
è essenzialmente materiale ma il suo valore è alimentato e
aumentato da variabili no prices. Quanto più è elevato il valore
percepito, rispetto alla concorrenza ad esempio, tanto maggiore
potrà essere il prezzo applicato, ovvero maggiori saranno le
opportunità di conquistare più grandi fette di mercato a parità di
prezzo. La determinazione del prezzo di un luxury è quindi
fondamentalmente diversa da quella di tutti gli altri prodotti in quanta
non basata sui costi, ma parte dall'analisi dei bisogni dei clienti e
spesso il prezzo elevato è ritenuto un attributo stesso del prodotto.
IL RELATIVO, IL PRECARIO, IL SENSO. AGGETTIVI
MODERNI, ANZI POST-MODERNI PERCHÉ
ACCOMPAGNERANNO LA NOSTRA VITA SOCIALE
ANCORA PER PARECCHIO.
La moda li incarna tutti. La moda è senso, palpabile, indossabile e in
primis visibile, si pensi al mondo delle sfilate e al ruolo che la vista
dello spettatore ha in esse. Tutto è pensato per appagare quel
senso: le luci, la scenografia, le modelle e gli abiti. Non vengono
toccati in quel momento ma solo guardati con una presa a balzo,
d’effetto quindi relativa, veloce, precaria. La moda è precaria quanto
la società, non persiste lo spazio temporale di un mese perché il
mese successivo è già pronta la nuova stagione, il marketing
impone ritmi velocissimi a cui si sopravvive solo roteando come
trottole in un mondo dai ritmi incalzanti che non si ferma mai. La
moda è relativa: lo stilista produce tenendo conto degli input di
mercato per il mercato, difficilmente oramai per se stesso se non in
sporadiche occasioni in cui è chiamato a dar sfoggio della propria
creatività. Va da se che il vero protagonista è il cliente, il centro del
mercato stesso; sta sulle spalle di noi tutti dunque che la moda non
si spogli del suo valore primo: la bellezza. Perché la bellezza, sotto
l’egida dei grandi numeri, non sia costretta a soccombere.
I protagonisti
della moda
Per diventare uno stilista di successo occorre padroneggiare in
un'ampia gamma di concetti fondamentali non basta ovviamente solo
essere affascinati dall'aspetto creativo della moda. Manipolare trame
e motivi, affidarsi all'estro, avere cura dei dettagli, mettere alla prova
la fantasia, far emergere la personale visione d'insieme e sviluppare
nuove idee grazie ad un processo di ricerca continua diventano
imperativi sebbene pure non sufficienti di chi della moda vuole fare il
proprio strumento di lavoro. Il mondo si evolve tanto velocemente che
per far sentire la propria voce è necessario ormai avere la
padronanza tecnica che questo mondo esige. Coerentemente con
quanto premesso quindi, è assodato che l'insieme delle conoscenze
specifiche alle quali lo stilista deve riferirsi sia piuttosto vasto ed
articolato e non sia soltanto correlato alle conoscenze relative al
disegno, dal momento che egli opera con un alto grado di creatività,
ma sempre a più stretto contatto con la realtà produttiva ed
economica. Inoltre, se lo stilista è non solo responsabile ma anche
proprietario della propria linea, deve possedere nozioni di economia,
di sociologia, di tecnologia industriale, di strategie di presentazione, di
comunicazione e di pubblicità del prodotto moda, dovendo occuparsi
(o comunque essere in grado di delegare con accortezza) anche
della produzione e della distribuzione della propria collezione. Di
moda fra alta sartorialità e nuove tecnologie, di icone di stile e
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di prospettive future parleremo di seguito con alcuni dei nomi che
fanno il lustro del nostro pregevolissimo made in Italy. Ad alcuni di
essi è stato chiesto di raccontarsi … ad altri, di prestarsi a
rispondere alle nostre domande che sono le medesime per tutti.
Lungi dall’esser tacciati di pigrizia (sorridiamo) giustifichiamo che
la scelta di porre i medesimi quesiti ad ognuno nasce dalla volontà
di far meglio emergere le dissimilitudini.
Il primo a risponderci è lo
straordinario Roberto Guarducci che curerà, in qualità di Direttore
Creativo, l'edizione 2013 del "Premio Moda Città dei Sassi".
Roberto, descriva in poche parole il suo stile …
Ho sempre amato proporre attraverso i miei abiti, una immagine di
grande forza evocativa che si potesse esprimere attraverso linee
fluide e ricercate, in modo elegantemente naturale e caratterizzate
da particolarità sofisticate ed intriganti, con tagli sartoriali e
lavorazioni inedite, che tendano a valorizzare al massimo le
personalità che li indosseranno.
La sua icona di moda o fonte di ispirazione
Ritengo che una della grandi personalità femminili che abbiano
maggiormente ispirato e stimolato il mio senso creativo ed
estetico, sia stata l'immagine magnifica della grande attrice e
modella Audrey Hepburn., icona ideale di assoluta e naturale
eleganza esteriore ed interiore e fonte d'ispirazione indiscussa e
continuativa per intere generazioni di creativi.
Le celebs di Hollywood, anche i grandi marchi della moda
stanno iniziando ad interessarsi alla moda che viene dal
basso, si pensa sia una risposta tangibile l'orientarsi in
relazione ai gusti della gente, Lei come vede l'irresistibile
ascesa della moda crowdsourcing, in cui un voto on-line
contribuirebbe al decidere cosa produrre e comprare o
ritenere lo stile e la creatività personali siano ancora i
principali asset che concorrono a determinare l'eccellenza
dell'offerta italiana e creare un forte brand di identity
L'Alta Moda, quella cheèapienotitoloconsiderata la vera moda
con la "M" maiuscola è costituita da un profondo fattore artistico/
creativo e sartoriale di altissimo livello qualitativo, insieme ad un
prêt-à-porter molto vicino all'Haute Couture come tipo di ideazione
e lavorazione, da cui ne deriva l'espressione emozionale e
seduttiva che ne caratterizza il principale fondamento e che
rappresenta in assoluto il "Sogno dell'Immagine della Bellezza per
Eccellenza". Per questo motivo non credo che le tendenze di una
moda che può derivare da altre fonti … possano minimamente
influenzare questo tipo di espressione del vero lusso, al contrario
ritengo invece che questa importante ricerca di mercato possa
essere utile ad alimentare le produzioni di prodotti più commerciali
che rappresentano poi, la stragrande maggioranza delle
produzioni di abbigliamento.
Chi si occupa di marketing non deve più comportarsi da
cacciatore che vuole catturare il cliente, ma deve diventare un
giardiniere che coltiva con Lui un rapporto di fiducia …
Indubbiamente SI! … Il successo, … deriva anche da come viene
gestito il marketing aziendale, che oggi è più che mai un lavoro
manageriale imprescindibile, che deve andare a pari passo con la
creatività oggettiva, indirizzandola e potenziandola nel modo
strategico più corretto. Il rapporto con i clienti deve essere seguito
da canoni di fiducia e di interesse comuni, per poter raggiungere il
traguardo come obbiettivo finale desiderato da entrambi.
Una domanda futuribile: si arriverà un giorno a collezioni
prodotte da algoritmi speciali che tradurranno in abiti i post
dei fan di un marchio sui social network
Amo immaginare l'uomo creativo al centro del proprio essere
pensante e produttivo, come fonte unica di idee e ispirazioni
elaborate esclusivamente dalla sua mente. Certamente le nuove
tecnologie evolutive telematiche e virtuali ne agevoleranno
l'espressione e la diffusione, e forse ogni uno potrà in un prossimo
futuro realizzare con facilità le proprie idee, esprimendosi
emozionalmente anche attraverso i social network! … Perché no
nella foto: lo spettacolare abito bianco
dello stilista Roberto Guarducci presentato
al Premio Moda Citta dei Sassi Matera
edizione 2012. www.premiomoda.it
Riparte per il 2013 il Premio Moda “Città dei
Sassi” che si terrà a Matera il 28 giugno 2013. Il
concorso, nato nel 2008 dalla passione che
caratterizza l’azienda promotrice, Publimusic.com,
ha lo scopo di individuare e premiare stilisti
emergenti e/o professionisti nel campo della moda
femminile. Nella serata dell’evento, davanti a una
Giuria Speciale composta da esperti e
rappresentanti illustri del mondo della moda
italiana, oltre a una seconda giuria composta da
giornalisti, gli stilisti proporranno le proprie
collezioni nella splendida P.zza San Pietro
Caveoso con una scenografia naturale ed
imponente quale è quella della Città dei Sassi di
Matera (Patrimonio Unesco dell’Umanità,
candidata a Capitale Europea della Cultura 2019).
Saranno assegnati:
Il Premio Moda “Città dei Sassi”;
Il Premio della Critica;
Il Premio della Giuria Giornalistica;
Il Premio della Camera della Moda Calabria.
Ai premi già previsti si aggiungerà: lo speciale
“Premio Moda al Cinema”, appositamente ispirato
alla cinematografia e che sarà aggiudicato da
colui il quale avrà, nel corso della sua sfilata,
saputo meglio interpretare il significato e il ruolo
del cinema nella moda. Il Premio Moda “Città dei
Sassi” dedica il suddetto premio, nell’edizione
2013, all’attrice Audrey Hepburn, icona del cinema
e di stile nel mondo, in occasione della
celebrazione dei 20 anni dalla sua scomparsa.
E’ tempo di velocità e di lentezza, di arcaismo e di
fantascienza, di artigianato e di grande serie, di
occidente e di oriente, di purezza e di violenza e in
questo momento enigmatico e problematico dell’Italia
si esprimono realismo, durezza, gioco, simpatia,
memoria, naturalismo, sogno, sensua-lità, eleganza,
ecologia, status, tradizione, tutto elaborato con
materiali, tecniche e grafie sempre più sofisticati. La
moda è arte, è un cuore pulsante che ha reso famoso
il genio italiano nel mondo. E’ un modo di vivere. E’
un’attitudine quotidiana. E’ un pensiero che si veste di
colori, tessuti, tendenze e controtendenze. La moda è
tutto questo, ma è anche molto altro.
Nasce a Milano, 9 maggio 1965 sotto il segno del toro.
Si considera un autodidatta pur avendo imparato molto
dal padre, sarto affermato a Milano.
MICHELE
MIGLIONICO
Ha aperto il suo atelier a Potenza nel 1989. Nel 2000 Miglionico esordisce fuori calendario a Roma nella settimana dell'Alta Moda nei saloni di palazzo Barberini con una
collezione dedicata all’Arma dei Carabinieri. Fa notizia l’abito da gran sera creato per le donne appena ammesse nell’arma. La sua moda si ispira a Valentino e al primo
Yves Saint-Laurent. Nel luglio del 2000 viene accolto nel calendario ufficiale della Camera Nazionale della Moda Italiana. Nel febbraio 2005 lo stilista è invitato, da
AltaRoma in collaborazione con ICE, Regiona Lazio e Ministero delle Attività Produttive, a sfilare a Mosca per rappresentare il “made in Italy” nel mondo accanto ai grandi
nomi della moda italiana: Renato Balestra, Laura Biagiotti, Gattinoni, Gai Mattiolo, Lorenzo Riva, Rocco Barocco, Fausto Sarli. Nel Settembre 2006 Michele Miglionico
rappresenta l’Alta Moda Italiana al 18° International Fashion Festival di Dalian (Cina) e nel marzo dell’anno successivo presenta a Beijing la collezione Couture Primavera-
Estate. Al termine dello show gli viene conferito dalla China Fashion Association il Premio d’Onore. Nell’agosto 2008 Michele Miglionico è chiamato dall’ ICE (Istituto
Commercio Estero) a rappresentare l'Alta Moda Italiana a “Casa Italia” durante i Giochi Olimpici di Beijing. Nell’agosto 2012 ha curato l’immagine di Miss Seychelles
Sherlyn Furneau durante Miss World che si è svolto ad Ordos – Mongolia (Cina). Le sue creazioni hanno calcato le principali passerelle italiane: Roma, Capri, Firenze,
Venezia, Milano, Bari, Matera e internazionali: Parigi, Montecarlo, Madrid, Bruxelles, Anversa, Amsterdam, Mosca, Beijing, Dalian (Cina), Qingdao (Cina), Washington,
Mahè (Seychelles) ed il red carpet della 80^ Edizione degliAcademyAwards di LosAngeles.
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Descriva in poche parole il suo stile …
Ho sempre ricercato sin dall’inizio della mia carriera il mio senso di
eleganza. Una ricerca di un linguaggio sofisticato e mai ostentato. Una
sorta di coincidenza di etica e di estetica. Sono sempre stato percepito
come un designer classico: cerco sempre di “reinventare” con le
collezioni che creo cercando di rimanere fedele e coerente ai miei
canoni estetici. Infatti si può essere innovativi guardando in modo
personale alla tradizione. Il mio rapporto tra passato e futuro, tra
tradizione ed innovazione è molto sottile. In sintesi sono un
tradizionalista dallo spirito moderno.
La sua icona di moda o fonte di ispirazione …
Credo che più che avere una musa ispiratrice oggi sia importante avere
un immaginario lifestyle. Evidenziarlo crea il sogno!
Le celebs di Hollywood, come anche i grandi marchi della moda si
stanno iniziando ad interessare alla moda che viene dal basso, si
pensa sia una risposta tangibile l’orientarsi in relazione ai gusti
della gente, lei come vede l’irresistibile ascesa della moda in
crowdsourcing in cui un voto on-line contribuirebbe al decidere
cosa produrre e comprare o ritiene lo stile e la creatività personali
siano ancora i principali asset che concorrono a determinare
l’eccellenza dell’offerta italiana e di creare un forte brand identity
L’interesse alla moda che viene dal basso è un fenomeno che
caratterizza una gran parte del mondo del prèt à porter. Il web influenza
ed evidenzia tendenze e necessità di una gran fetta di società che è in
continua evoluzione. Ma sarebbe triste dire che il mondo della moda ne
abbia bisogno per tracciare il suo segno di stile. Penso che oggi più che
mai la creatività e lo stile personale siano gli elementi principali per
creare e rafforzare l’identità di uno stilista .E’ anche vero però che il
sistema ha nettamente creato una differenza tra Alta Moda e prèt à
porter. La prima racconta un emozione con il compito di evidenziare la
bellezza delle donne con la creazione di abiti lussuosi ed eccezionali di
alta sartoria … Questa rimane ancora il grande laboratorio dove si
sperimentano tutte le idee evidenziandone l’esclusività. Grazie alle mani
esperte di premiere e di sarte che da un idea disegnata nasce una
collezione. E’ un rito magico. Ed è con la sfilata che tutta la fatica, la
passione e soprattutto l’emozione di questo mestiere meraviglioso si
percepisce tutto. C’è poi Il prèt à porter, soprattutto quello di largo
consumo, destinato al ceto medio, che sta risentendo della crisi in atto. Il
made in italy è un valore che va preservato e quindi l’artigianalità che è
da sempre al centro della filosofia del lavoro italiano. C'è una fame di
innovazione e di coraggio più che mai oggi nel sistema moda che aiuti
ad soddisfare le esigenze del cliente contemporaneo. Penso che siano
queste le qualità giuste che il comparto moda ha per contrastare questa
crisi economica. L’alta moda riguarda più la fantasia e la libertà del
designer, mentre il prèt à porter ricerca un equilibrio tra bellezza e
praticità. E per ottenere questo equilibrio qualche volta ci si deve
avvalere della “consulenza” che la strada può darti. Il web gioca un ruolo
determinante aiutando molto a dare risalto a questa unione sia a livello
comunicativo che commerciale.
Chi si occupa di marketing non deve più comportarsi da cacciatore
che vuole catturare il cliente ma deve diventare un giardiniere che
coltiva con lui un rapporto di fiducia …
Oggi un designer moderno deve anche sapere essere un manager. Non
è più l' epoca in cui gli stilisti possono permettersi di vivere sotto una
campana di vetro senza nessun contatto con la realtà e con l' aspetto
commerciale, soprattutto se vogliono mettersi in proprio. Cerco sempre
di capire cosa veramente una donna vuole, come desidera porsi nel
contesto in cui vive ed opera. Non è sempre facile… richiede tempo e
pazienza ... ma alla fine è come in una bella storia di amore: i due
amanti vivono insieme per sempre …
Una domanda futuribile: si arriverà un giorno a collezioni prodotte
da algoritmi speciali che tradurranno in abiti i post dei fan di un
marchio sui social network
Mi piace pensare alla tecnica, alla sartorialità, alla poesia di questo
mestiere, non ad un cyber spazio dove una macchina o un computer
faccia tutto annullando la creatività dello stilista … E’ realtà che i social
network hanno democratizzato la moda rendendola meno d’elite
avvicinandola al grande pubblico e forse una cyber sfilata, uno show
con qualche nuova tecnica futuristica è già dietro l’angolo, o meglio
dietro un clik …
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Numerosi i
personaggi passati
nel suo atelier: da
esponenti della
politica,
dell’imprenditoria e
dell’aristocrazia, a
celebrità dello
spettacolo. In
particolare Michele
Miglionico ha
vestito: per il cinema
le attrici Ornella
Muti, Maria Grazia
Cucinotta, Florinda
Bolkan, Martine
Brochard, Luisa
Ranieri, Maria
Rosaria Omaggio,
Ramona Badescu,
Vanessa Hessler,
Camilla Sjoberg; per
la musica le cantanti
Serena Autieri e
Yasemin Sannino;
per la televisione le
conduttrici televisive
Roberta Capua,
Lorella Landi, Elisa
Isoardi e Arianna
Ciampoli e Sofia
Bruscoli; per lo sport
l’atleta Azzurra
Laura Vernizzi; per il
giornalismo
televisivo Anna La
Rosa, Maria
Concetta Mattei,
Cinzia Malvini.
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PH: Carbonelli&Seganti
DAI SANDALI ALLA SHIAVA A KLIMT
ROMA _ ITALY
Vittoriana si definisce: “un’artigiana della moda” che sogna di fare
questo lavoro prima ancora di farlo, non dà una definizione della sua
arte, che essendo espressione della sua ecletticità varia
costantemente. Le sue creazioni riescono a lasciarti ogni volta senza
fiato per la loro sobrietà ed eleganza.
VITTORIANA
I suoi abiti hanno fatto innamorare le dive del cinema ed è famosissima per aver creato i sandali alla schiava indossati da Sofia
Loren. Donna eclettica di grandissima personalità ed insospettabile dolcezza. Il garbato riserbo con cui si pone al confronto degli
altri e la sobrietà dei modi lasciano da subito presupporre che la sua amorevolezza bisogna conquistarsela, con pari lealtà di
condotta. Questo almeno, è quello che ho percepito nel momento stesso in cui abbiamo incrociato lo sguardo la prima volta. Un
incontro casuale all’uscita dell’Hotel Parco Dei Principi dopo la suggestiva visione del Capodanno viennese, ospiti comuni
dell’amabile, affascinante, Christian B. Berlakovits, Ambasciatore D’Austria in Italia che quella sera aveva voluto augurare buon
anno ai suoi amici attraverso quanto di più caratteristico rappresenti l’Austria, in tema di folklore. Una sera insolitamente fredda
e piovosa, di quelle a cui i romani non sono troppo abituati, in cui il freddo sconsacra l’audacia delle spalle scoperte anche ad
una come me che sembrerebbe sfidare con testarda consuetudine qualsivoglia condizione atmosferica; una sera di quelle in cui
l’offerta di un passaggio in auto per raggiungere l’hotel nel quale pernottavo assumeva la netta connotazione di un dono divino. Il
sorriso appena accennato e l’atteggiamento quasi materno con cui questa donna guardandomi dritta in volto pronunciava:
“ Possiamo accompagnarti noi in hotel, se ti fa piacere”, riferendosi a lei ed al marito Aurelio Ciarallo che nel mentre si stava
accingendo a prendere l’auto dal parcheggio, palesava la sua preoccupazione nel sapermi in giro a quell’ora … quasi avesse
scoperto quella mia insana fragilità di provare come un senso di smarrimento quando mi trovo da sola lontana da casa. Quei
feeling caratteriali che nascono a pelle da subito o non nascono mai. Il riconoscerci nell’attimo di uno sguardo e di un saluto
appena pronunciato possono essere già da per se stessi il preludio necessario allo stabilirsi di una relazione che è lungi
dall’essere inquadrata come “formale”. Lo status sociale, il nome e cosa facessimo nella vita di tutti i giorni ce lo siamo dette solo
nel momento in cui ci siamo accinte a darci la buonanotte sebbene pure in auto abbiamo avuto modo di parlare di cose di
ordinaria quotidianità. Ed è dunque solo dopo l’indugiare curioso dei miei occhi sul bigliettino da visita che mi stava porgendo mentre eravamo lì a
scambiarci la promessa di rivederci non appena fossi tornata a Roma, che ho preso coscienza di una realtà: ovvero che dietro quella donna
intelligente e minuta che mi trovavo di fronte si celava la grandezza di un mito. Uno stile ricercato il suo reso ancora più unico dalla sua umiltà. La
sua avventura romana cominciò all'inizio degli anni '60, quando giovane e ribelle arrivò da Massa Carrara, dove il padre aveva un'azienda di
marmo e “ la mamma che adorava la musica ed il vestire bene, di quella eleganza sobria fatta di dettagli, ci portava sempre all'opera". Ed è proprio
nella musica che Vittoriana muove i primi passi, ed è negli ambienti musicali che conobbe suo marito Aurelio Ciarallo, giovane clarinettista jazz e
suo attuale compagno di vita che ancora oggi le è vicino in ogni scelta ed iniziativa. “Anche nostro figlio Enrico è musicista nonché produttore –
esordisce fiera - Ma per quel concerne me, per quanto anche amassi la musica, sentivo che quella non era quella la mia strada" . Sperimenta l’arte
della moda, prima negli accessori. Si mette alla prova con alcune creazioni di orecchini ma ciò si compì in una non appagante soddisfazione
personale, menché mai, tanto valeva guardare oltre. E’ nel '69 che sotto l’egida della perseveranza realizza un sandalo con i lacci che cingevano
tutto il polpaccio. “ Al debutto a Palazzo Pitti nessuno se ne accorse - racconta - ci riprovai all'alta moda a Roma nel luglio 1970. Li inserii nella
sfilata al Grand Hotel di Mila Schon che per mia fortuna li fece indossare a una modella d'eccezione: Consuelo O'Connor, direttore di Vogue ma
soprattutto ambasciatrice della moda nostrana negli Stati Uniti da quando era diventata un po' italiana dopo il matrimonio molto glamorous con il
conte Rudi Crespi". Fu la mossa vincente.
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DAI SANDALI ALLA SHIAVA A KLIMT
cinquantanni
INSEGUENDO
UNSOGNO
ROMA _ ITALY
di arte e moda
I piedi femminili da sempre esprimono,
nell’immaginario maschile, fascino e sensualità.
Questa particolarità, talvolta di tipo feticistico, si
realizza soprattutto in ambito sessuale, dove le
estremità rappresentano il potere che la donna è
in grado di manifestare nei confronti dell’uomo.
Dall’aspetto puramente erotico si può poi passare a quello vagamente misterioso, in quanto c’è
chi sostiene di essere in grado di scoprire la personalità di un individuo mediante la lettura della
pianta dei piedi, anziché del palmo della mano. La forma e la posizione delle dita sembrano
infatti in grado di svelare gli aspetti più nascosti del temperamento di una persona. Tutto ciò
diventa poi ancora più intrigante quando questi vengono messi in relazione con il funzionamento
cerebrale. Infatti, se attraverso il piede destro, collegato alla parte sinistra del cervello, si
scoprono dettagli relativi alla concretezza e razionalità della persona, tramite quello sinistro,
collegato all’emisfero destro, emergono gli aspetti più profondi quali la creatività, la sensibilità e
la sensitività. Forse proprio per questi motivi la moda, con le sue trovate sempre più originali,
continua ancora oggi a porre una particolare attenzione alla valorizzazione dei piedi, per
esempio attraverso l’invito ad indossare anelli sulle dita e catenine sulle caviglie, ma soprattutto
continuando a proporre quegli elegantissimi sandali gioiello che donano a chi li indossa un tocco
di accattivante preziosità. Non a caso i sandali hanno rappresentato il primo tipo di calzatura
della storia del mondo, soprattutto quelli “alla schiava”, risalenti a più di 3500 anni fa, e
continuano ancora oggi a fare tendenza con i loro stravaganti ed eleganti intrecci. L’invenzione
di queste calzature la si deve ad un’autentica artista: Vittoriana, colei che approda alla moda
negli anni ’70, quando li idea. Indossati da Diana Vreeland, direttrice di Vogue America, da
Sophia Loren, Brigitte Bardot e da altre dive del momento saltano alla ribalta delle riviste più
autorevoli dell’epoca: “la vera scoperta quest’anno è una stilista di nome Vittoriana, i cui sandali
alla schiava a forma di stivale (gladiator sandals) sono diventati uno status symbol. Vengono
indossati da tutte le signore eleganti quali Consuelo Crespi, editor di American Vogue di Rome,
dalla Principessa Luciana Pignatelli, e da Sophia Loren. Anche Jackie Onassis ne ha ordinate
due paia tramite un’amica romana” (International Herald Tribune, 16 luglio 1970). I sandali,
ritagliati nel cuoio e interamente realizzati a mano, erano stati proposti già alcuni anni prima da
Vittoriana a Valentino, ma nel 1970 raggiungono un successo tale da richiedere un’ampia
gamma di proposte di colori e pellami fino a una versione da sera in pelle dorata con perle
inserite. Vittoriana inizia da sola nel 1962, e poi con l’aiuto di tre artigiane integra la sua
produzione di sandali con una collezione di cinture in pelle e intricati inserti e fibbie di metallo
che fa impazzire i grandi buyers americani. In seguito si dedica alla moda femminile, creando
modelli unici, frutto della sua fantasia, e delle sue visione oniriche. Fin da bambina, infatti, a
Massa dove è nata, insegue un sogno rivelatore che la porta a coltivare la passione per gli abiti,
per la moda, e soprattutto per il colore, dando vita a uno stile personalissimo, che evoca luoghi
fiabeschi e incantati. La sua è una ricerca tecnica continua che si esprime in tessuti sovrapposti,
lavorati, trattati, fino ad ottenere quell’effetto vintage che lei predilige. Da 50 anni, nel suo studio
di moda, Vittoriana disegna, taglia ed elabora ogni creazione, usando i metodi più vari per
trattare le stoffe: bruciature, strappi, pennellate di colori con pigmenti che lei stessa prepara,
ma, soprattutto, anticipa i tempi, ha premonizioni di tendenze che sono nell’aria. I risultati sono
sorprendenti: capi artistici, iperfemminili, raffinati, per donne non omologate e dallo spirito
indipendente e creativo. Una moda non occasionale ed effimera, ma fortemente contaminata
dalla cultura e dall’arte. “Un ordine scomposto che diventa armonia perfetta” come lei ama
definire il suo lavoro. Vittoriana, infatti, oltre ad essere una donna fortemente carismatica, una
artigiana colta, una artista con grandi capacità comunicative, è mecenate di cultura, con gli
incontri di arte, letteratura e musica che organizza sia dentro che fuori il suo atelier. Ne è
testimonianza la sfilata Sognando Klimt, che è stata presentata il 9 ottobre preso l’Ambasciata
d’Austria a Roma, in occasione dei 150 anni dalla nascita del grande artista, in cui sono stati
presentati abiti da sera nei tessuti più impalpabili e in sfumature di colori ispirate ai quadri di
Klimt, fino ai bagliori dell’oro.
«KLIMT mi piace perché dà l’emozione del meglio di una donna, sensuale, avvolgente,
materna. Un po’ come Armani prima maniera, altro che queste stampellone secche secche
con le spalle minime di oggi». Vittoriana parla e si muove con l’entusiasmo di una ragazzina.
La sua avventura romana cominciò negli anni ‘60, quando giovane e ribelle lasciò Massa
Carrara, dove il padre aveva un’azienda di marmo e la mamma «adorava vestirsi bene, era
ricercata nei tratti e ci portava sempre all’opera». Proprio nella musica, Vittoriana muove i
primi passi: «Ho cantato perfino in esperanto. Nell’ambiente musicale conobbi mio marito
Aurelio Ciarallo che faceva il clarinettista jazz e ancora oggi mi è vicino in tutte le mie scelte
e iniziative. Anche nostro figlio Enrico, che ora ha 41 anni, fa il musicista e il produttore. Ma
non era quella la mia strada. Allora provai a fare gli orecchini, un po’ come gli hippy
dell’epoca. Ma anche lì, soldi pochissimi».Finché un’altra idea, stavolta decisiva. « Nel ’69
realizzai dei sandali con i lacci che cingevano tutto il polpaccio. Li portai una prima volta a
Palazzo Pitti ma nessuno se ne accorse. Ci riprovai all’alta moda di Roma nel luglio 1970
inserendoli nella collezione di Mila Schon che li fece indossare alle ragazze che portavano i
suoi abiti». Per fortuna a quella sfilata al Grand Hotel era presente Consuelo O’Connor, la
direttrice di Vogue America diventata un po’ italiana dopo il matrimonio molto glamorous con
il conte Rudi Crespi, che negli anni ’70 e ’80 fu l’ambasciatrice della moda nostrana negli
Stati Uniti. «Li vide e impazzì. La mattina dopo mi telefonò e mi disse che mi aveva fissato
una raffica di appuntamenti con tutti i grandi giornali internazionali». Dopo il successo dei
sandali fu la volta delle cinte, e Vittoriana divenne la fabbricante numero uno per Valentino.
«Ho venduto a lungo con il marchio di altri. Poi ho creato la mia maison e guai a chi mi
propone di fare terzismo. Ho rifiutato offerte milionarie di chi voleva comprarmi l’azienda per
commercializzare i miei prodotti».Negli anni ’80 la scoperta dei vestiti. « Uso la seta, che
compro ovunque capiti, nei mercatini o in qualche negozio improbabile, e poi la tratto come
dico io, la stropiccio, la lavo, la ridipingo, la bruciacchio perfino con le sigarette». Il risultato è
imprevedibilmente originale ed elegante: le creazioni di Vittoriana hanno superato la prova di
tutti questi anni. «Ho le mie sartine di fiducia e un nucleo duro di clienti affezionate. Marella
Agnelli, della quale certo non si può dire che non ha stile, viene da me e ordina lo stesso
vestito in dieci colori diversi. Non ho mai chiuso un bilancio in rosso, certo non ho utili da
favola ma mi basta». Semmai, un cruccio: « Fra non moltissimi anni dovrò andare in
pensione, e non ho ancora trovato nessuno a cui lasciare la mia sartoria che, credo, è un
piccolo gioiello di artigianato artistico».
Franco Ciambella (1966) vede la moda come un
modo di comunicare le elaborazioni emozionali
della mente. Nelle sue collezioni infatti, si
incontrano spesso riferimenti a capi della couture
tradizionali, ma ridefiniti nella forma, nei materiali e
nel colore che si modula in contrasti ipercromatici o
nell’evanescenza di sfumature ton sur ton o in
viraggi di colore inaspettati. Riferimenti che ha
metabolizzato frequentando il corso di moda
all’Isituto Europero di Design a Roma prima e
frequentando alcuni importanti atelier poi come:
Capucci, Lancetti, Sarli e Gattinoni. Dopo aver
aperto il suo primo atelier a Civitavecchia nel 1992,
grazie a Chino Bert (oggi Padre Franco) presenta
nel luglio del 1994 la prima collezione Alta Moda a
Roma ispirata alla figura dell’Angelo alla sola
stampa che ne decreta il successo e lo impone
come il nuovo couturier della scena romana. Da
allora Ciambella presenta ogni stagione le sue
collezioni riscuotendo apprezzamenti sempre
maggiori tra stampa e clienti. Viene invitato a
partecipare anche all’evento “Donna Sotto le
stelle”.“Ho sempre cercato un equilibrio tra l’irreale
e il reale” afferma lo stilista che trae spesso
ispirazione dalla natura come elemento di
completezza, come paesaggio evocativo ideale,
che traduce in forme e lavorazioni spesso modulari
come petali, foglie e rouches. L’aspetto del reale e
della concretezza emergono dalle citazioni colte
delle sue collezioni come nel 1997 quando trae
spunto dalle atmosfere noir per raccontare la
cattiveria insita nell’animo umano o nella collezione
dedicata alle eroine dell’opera lirica che fa sfilare nel
1998. Il progetto moda viene elaborato e costruito
con un alto standard artigianale, la materia tessuto
viene manomessa, trasformata, scomposta,
ricomposta, sgualcita ed elaborata in alternative
texture. Per questo diventa docente moda presso
l’I.E.D. nel 1995 e per altri istituti in Italia; oltre ad
essere consulente di varie aziende del pret è porter
come consulente del corner cerimonia.I capi
trasmettono una disinvoltura scomposta e
ricomposta e una femminilità che evoca un sexy
intellettuale, elegante e romantico con una visione
comune che è rappresentare il sogno e la
spiritualità. La leggerezza è un altro aspetto su cui
si fonda lo stile Ciambella, è fondamento di
un’estetica fragile e costruita allo stesso modo e
che si ritrova nelle sue collezioni Sposa che
presenta a Milano dal 2000 al 2008 e che
distribuisce nelle migliori boutique specializzate
italiane e straniere. Il sogno è rappresentato come
favola, a volte romantica e solare, altre gotica e
vagamente dark o fetish, altre volte i mondi si
incontrano e sono rappresentati per contrasti
estetici inattesi. Nell’ottobre del 2009 presenta a
Parigi la collezione I+D. La sua estetica è molto
personale, emotiva, del tipo che viene
frequentemente definito come classico-moderno,
ma che potrebbe essere meglio definita come
romanticamente modernista.Lo scopo è quello di
rileggere il passato e cucire con il filo dell’estetica
nuovi modi di vivere la moda, celebrando la sartoria
storica e l’espressioni più contemporanee del
design, in chiave onirica e innovativa senza
rimpianti. Molte celebrities hanno indossato i suoi
abiti couture come Milva, Barbara D’Urso, Tosca,
Elena Sofia Ricci e Francesca Inaudi.
Figlio d’arte, muove i primi passi all’interno della sartoria della
madre e della e zia dove tocca tessuti con mano, assiste alle
costruzioni sartoriali e sfoglia le patinate riviste di moda che
diventano il suo rifugio privilegiato. La moda diviene per lui il
modo di intendere il bello, l’emozione, il nuovo: il mondo che ha
sempre sognato e di cui vuole far parte.
FRANCO
CIAMBELLA
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CIVITAVECCHIA _ ITALY
www.francociambella.com
AREZZO _ ITALY
www.marinamansanta.com
“Creare moda significa
vivere e far vivere
l’emozione della bellezza
al cliente, immaginare il
valore percepito del
prodotto e incontrare il
cliente sul suo livello di
aspettative. Non si può
impedire al cliente di
provare le emozioni che
desidera provare: il Bello
è un valore assoluto ed è
un principio primo e
come tale sta sopra
d’ogni differenziazione
umana. Naturalmente
ognuno di noi ha i suoi
prototipi ma ciò
prescinde dal
considerare la moda
sublime espressione
artistica. Arte e Moda,
negli anni hanno saputo
contaminarsi a vicenda,
regalandoci pezzi unici e
opere d’arte celebri in
tutto il mondo”.
Via F. Crispi 12/14 _ Civitavecchia _Roma _ Italy _ www.francociambella.com special thanks Patrizio Fraticelli Relazioni esterne Ciambella S.r.l.
Il desiderio di garantire prestigio al marchio Marina Mansanta
Haute Couture ha spinto la fashion designer di abiti da sposa a
mantenere all’espressione “Alta Moda” il suo originario
significato, recuperando il cliché delle storiche Maison per
offrire alle proprie clienti creazioni uniche, riconoscibili per lo
stile e non per la quantità di copie prodotte.
MARINA
MANSANTA
www.donnaimpresa.com 51
Uscita A1 Valdarno Seconda Strada Poggilupi, 95
Terranova Bracciolini _ Arezzo _ T. e F. 055.9737562
www.marinamansanta.com
Descriva in poche parole il suo stile.. .
Originale, elegante, unico. La mia
missione è creare capi non
convenzionali, questo è ciò che
accomuna in primis, tutte le mie linee.
La sua icona di moda o fonte di
ispirazione
Non ho una particolare icona da cui
prendo spunto, io traggo ispirazione da
tutto, soprattutto dai momenti di vita
privata e quotidiana. Un luogo che
visito, un film che guardo o
un’atmosfera che vivo … ci sono
molteplici cose che possono
trasmetterci emozioni , generare idee,
basta respirarle ed avere un’anima
creativa.
Le celebs di Hollywood, anche i
grandi marchi della moda si stanno
iniziando a interessarsi alla moda
che viene dal basso, si pensa sia una
risposta tangibile l’orientarsi in
relazione ai gusti della gente, lei
come vede l'irresistibile ascesa della
moda in crowdsourcing in cui un
voto on-line contribuirebbe al
decidere cosa produrre e comprare o
ritiene lo stile e la creatività personali
siano ancora i principali asset che
concorrono a determinare
l’eccellenza dell’offerta italiana e di
creare una forte brand identity
Io sostengo che stile e creatività
personali siano ancora i principali asset
che concorrono a determinare
l’eccellenza dell’offerta italiana.
Guardare alla moda che viene dal
basso ...qui si parla solo di una
tendenza attuale...e come tutte le
tendenze ... vanno e vengono, invece
per creare capi atemporali, che non
passano mai uno deve creare un
proprio stile, un proprio modo di vedere
ed elaborare in modo creativo non
un'ispirazione temporanea e a
scadenza....
Chi si occupa di marketing non deve
più comportarsi da cacciatore che
vuole catturare il cliente, ma deve
diventare un giardiniere che coltiva
con lui un rapporto di fiducia …
Ormai il consumatore è consapevole,
non si fa più influenzare come in
passato, dunque non ha più alcun
senso applicare determinate strategie di
marketing, è sicuramente meglio
coltivare con lui un rapporto di fiducia …
Una domanda futuribile: si arriverà
un giorno a collezioni prodotte da
algoritmi speciali che tradurranno in
abiti i post dei fan di un marchio sui
social network
Non credo proprio che si arriverà a
qualcosa del genere ... Anche se
semplificherebbe la carriera di molti ...
mia auguro di no! sarebbe un oltraggio
alla creatività!
Eclettico, innovativo e conservatore gli aggettivi che fanno del nome della maison un vanto ... La "donna
Sapone" è elegante, superba, eccentrica e mai banale. Adora mischiare lo stile di tutti i giorni con influenze
retrò. Questo è il concetto che fa di Gianni Sapone non solo uno stilista ma un artista affermato.
Designer di moda e
costumista teatrale.
Afferma il suo nome
nelle prestigiose
maison di haute
couture europee. Nel
suo curriculum vanta
nomi prestigiosi del
mondo dello
spettacolo a cui
Gianni ha donato la
propria Arte, storiche
Maison per offrire
alle proprie clienti
creazioni uniche,
riconoscibili per lo
stile e non per la
quantità di copie
prodotte.
GIANNI
SAPONE
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Descriva in poche parole il suo stile …
Prendo spunti sempre dal passato da ciò che era maledettamente
femminile ... amo il costume ... ho iniziato la mia carriera venendo dal
teatro ... non potrei mai non mettere un segno di vintage sui miei abiti.
La sua icona di moda o fonte di ispirazione …
La mia icona Sicuramente sarà banale dirlo ma le ormai passate attrici di
hollywood ... da Lana Turner a Rita Haiwort ... ma spesso l'ispirazione può
darla anche una donna per strada, non ho mai avuto limiti ...
Le celebs di Hollywood, come anche i grandi marchi della moda si
stanno iniziando ad interessare alla moda che viene dal basso, si
pensa sia una risposta tangibile l’orientarsi in relazione ai gusti della
gente, lei come vede l’irresistibile ascesa della moda in
crowdsourcing in cui un voto on-line contribuirebbe al decidere cosa
produrre e comprare o ritiene lo stile e la creatività personali siano
ancora i principali asset che concorrono a determinare l’eccellenza
dell’offerta italiana e di creare un forte brand identity
Mio dio no ... la vera moda io la intendo ancora alla vecchia maniera ...
ispirazione, disegno, sartoria, cliente, vi prego non parlatemi di queste
eresie ... la moda per me è arte ... e come tale va trattata.
Chi si occupa di marketing non deve più comportarsi da cacciatore
che vuole catturare il cliente ma deve diventare un giardiniere che
coltiva con lui un rapporto di fiducia …
Io parlo per me ... molte volte mi occupo personalmente della cliente ... più
che un giardiniere devi essere uno psicologo ... devi capire la donna cliente
che hai davanti sennò non riuscirai a consigliarle neanche un tubino nero ...
Una domanda futuribile: si arriverà un giorno a collezioni prodotte da
algoritmi speciali che tradurranno in abiti i post dei fan di un marchio
sui social network
Spero che la moda non arrivi a questo ... è come dire che Leonardo da
Vinci per disegnare la Gioconda si era messo in piazza per decidere con il
popolo ad alzata di mano se fargli i capelli castani oppure biondi (al ritratto)
vi prego ...
GIANNI SAPONE COUTURE www.giannisaponecouture.it
ROMA _ ITALY
PH: Adriana Sapone
nella foto:Tina Arena al Mamaia Summer Festival FashinTV in un momento della sfilata
Uno stile unico, ineguagliabile dove tessuti
pregevoli, colori e modelli si intrecciano per
dare vita ad uno spettacolo di eleganza e
ricercatezza. Un’esecuzione sartoriale di
grande prestigio.La collezione di Tina dal
nome “Luxury”è composta da capi di alta
moda e sposa, nei toni dell’oro, ricamati con
cristalli. Una parte degli abiti è dipinta a mano
nei toni del corallo e del mare. Una
espressione contraddistinta da fascino e
raffinatezza.
TINA
ARENA
Stilista www.tinarena.it
Descriva in poche parole il suo stile …
Colorato, femminile, elegante, eccentrico ma
non troppo, aggiungerei creativo ma questo
termine è un po' inflazionato … Mi piace
spaziare tra le varie linee, spesso presenti nella
stessa collezione, dal lineare all' etereo, dal
ricamatissimo all handmade … sempre con
molta attenzione però al taglio sartoriale e alla
qualità di tessuti e rifiniture.
La sua icona di moda o fonte di ispirazione.. .
La donna è la mia fonte di ispirazione perchè la
donna cambia, si evolve, interpreta, emoziona,
nutre con le sue forme, è complicata ma anche
cosi straordinariamente bella come può essere
la seta, come lo è un abito … Romantica,
aggressiva, sensuale o timida tutto può essere
espresso dall' abito giusto, ideato per chi lo
indossa, esclusivo per linea e tessuti,
caratteristica prioritaria delle mie creazioni.
Amo molto Versace e Valentino pur così
diversi, ma Elie Saab è il massimo …
Le celebs di Hollywood, come anche i
grandi marchi della moda si stanno
iniziando ad interessare alla moda che
viene dal basso, si pensa sia una risposta
tangibile l’orientarsi in relazione ai gusti
della gente, lei come vede l’irresistibile
ascesa della moda in crowdsourcing in cui
un voto on-line contribuirebbe al decidere
cosa produrre e comprare o ritiene lo stile e
la creatività personali siano ancora i
principali asset che concorrono a
determinare l’eccellenza dell’offerta italiana
e di creare un forte brand identity
Dipende dal target a cui ci si vuole rivolgere. La
moda “dettata” dai social network è rivolta a un
pubblico vasto e proprio per questo
massificatrice. Vuoi mettere il piacere di
indossare un abito in camerino seguiti dallo
stilista, coccolati, invogliati, la seta addosso …
L’ eccellenza italiana va difesa, sostenuta, stile
e classe l’hanno resa famosa in tutto il mondo.
L’arte della moda è anche stupire, ”realizzare"
le proposte dei social è un po’ livellare ...
Chi si occupa di marketing non deve più
comportarsi da cacciatore che vuole
catturare il cliente ma deve diventare un
giardiniere che coltiva con lui un rapporto
di fiducia …
Il rapporto col cliente è essenziale, attraverso
lui l'artista puo esprimersi e va dunque
senz'altro curato ma l'occhio al marketing è
essenziale, è un cerchio che si completa, se
non lo curi non avrai clienti da gestire …
Una domanda futuribile: si arriverà un
giorno a collezioni prodotte da algoritmi
speciali che tradurranno in abiti i post dei
fan di un marchio sui social network
Qualcosa di simile esiste ed è utilizzato dai
grandi marchi che utilizzano le ricerche di
mercato per produrre ciò che è più facilmente
fruibile. Penso che forse sarà possibile ma a
danno dell'individualità e, forse anche, della
fantasia …
MESSINA
ITALY
www.donnaimpresa.com 57
Descriva in poche parole il suo stile …
“L'armonia dei contrasti”. Il mio lavoro di eco-designer prende forma
dal mix di elementi diversi , tessuti eco-compatibili, culture e stili,
grazie ai miei numerosi viaggi in paesi differenti. Le mie collezioni
includono diversi capi che possono essere indossati in differenti
modi e possono essere adattati a diverse misure , mescolando
influenze orientali con lo stile europeo. Adoro creare abiti ‘fluidi e
architettonici’ ma sempre eleganti e femminile che sono sia versatili
che indossabili per diverse taglie. Infatti spesso i miei campionari
vengo creati su taglia 44 ( una moda più democratica) Il nostro
Atelier di Benevento e’ la prima casa di moda al mondo a creare abiti
d’alta moda in tessuti ecologici. Grazie al quale da anni siamo
diventati in italia i promotori del Green Fashion e del Matrimoni Etico
non solo per utilizzo di tessuti/materiali ecocompatibili ma anche e
soprattutto per l’approccio più democratico - etico al fashion
system!
La sua icona di moda o fonte di ispirazione
La natura e gli animali con tutte le sue infinite possibilità di colori
,sfumature e forme sono le mie vere ICONE. Nasce per questo
motivo accanto all’alta moda www.francofrancesca.com il marchio
ZOOMORFIC ispirarsi agli animali per vivere secondo natura . Una
collezione abbigliamento e accessori di limited edition in materiali
eco-compatibili!
Le celebs di Hollywood, anche i grandi marchi della moda si
stanno iniziando a interessarsi alla moda che viene dal basso,
si pensa sia una risposta tangibile l’orientarsi in relazione ai
gusti della gente, lei come vede l'irresistibile ascesa della moda
in crowdsourcing in cui un voto online contribuirebbe al
decidere cosa produrre e comprare o ritiene lo stile e la
creatività personali siano ancora i principali asset che
concorrono a determinare l’eccellenza dell’offerta italiana e di
creare una forte brand identity.
La moda è da sempre partita dal basso come fonte di ricerca ed
ispirazione. Nasce sempre da una esigenza di praticità e funzionalità
che si traduce a livello alto in lusso e sfarzo. E poi ritorna al basso
perché e’ diventata icona!!La moda non e’ il prodotto di un singolo
individuo ma dell’insieme delle persone coinvolte nella sua
produzione ed e’ quindi una ‘attività collettiva. Per esempio Un capo
non può diventare alla moda fintanto che non viene indossato da
un’ampia fetta dei membri di una società. Oggi Internet grazie anche
ai social network fornisce un bacino di conoscenza e capitale
intellettuale online che le aziende vogliono conquistare perché vale
la regola che la produttività di molti è maggiore di quella del singolo.
Il crowdsoursing nella moda apri a nuovi orizzonti, per esempio se
pensiamo al contest online tra freelance presenti in rete che
competono allo sviluppo di un prodotto o di un servizio. Diventa un
modo per far crescere il proprio bagaglio di conoscenze e per crearsi
un gruppo di esperti. Tutti i partecipanti si contendono il podio di
vincitori e quindi concorrono al riconoscimento del proprio progetto.
Chi si occupa di marketing non deve più comportarsi da
cacciatore che vuole catturare il cliente, ma deve diventare un
giardiniere che coltiva con lui un rapporto di fiducia…
Oggigiorno siamo confusi dalle continua offerta di prodotti e stili. Il
vero vincitore è il marchio fedele alla propria identità e che
costruisce il proprio successo quotidianamente fidelizzando il
cliente nell’offrire un rapporto sempre più personale. Bisogna essere
sempre presenti!!!! Il pubblico a memoria corta!!!!
Una domanda futuribile: si arriverà un giorno a collezioni
prodotte da algoritmi speciali che tradurranno in abiti i post dei
fan di un marchio sui social network
Anche nella moda il futuro è la tecnologia ed internet per cui è
probabile che si possa costruire un mercato in questa direzione .
Per esempio personalmente grazie ai social network io riesco a
capire quale prodotto/stile piace di più e quindi dove concentrare la
mia produzione ottimizzando tempi e sprechi!! Ma è anche vero che
questo processo è molto HIGH TECH e poco HIGH TOUCH… può
allontanare la pura creatività e diventare un semplice veicolo
commerciale.
BENEVENTO
ITALY
www.francofrancesca.com
L'Armonia Degli Opposti. Le collezioni di Franco prendono
ispirazione dal mix di elementi diversi, tessuti, culture e stili,
proprio per il fatto di vivere e viaggiare in paesi diversi.Esse
comprendono capi che possono essere indossati in diversi
modi e regolati per adattarsi a forme diverse.Nel corso degli
anni, lo stilista ha conquistato l’appelativo di eco-designer per
aver utilizzato sempre piu’ tessuti naturali ed eco compatibili
pur creando abiti fluidi e architettonici, eleganti e femminili.
FRANCO
FRANCESCA
www.donnaimpresa.com 59
LA SPEZIA _ ITALY
Giuseppe D'Urso con le sue creazioni d'alta
moda intende dare vita ai desideri ed ai sogni di
eleganza delle donne. Disegna solo capi unici
che piu' si adattano alla personalita' della cliente
e li realizza con tessuti pregiati e con tecniche
d'alta sartoria artigianale. Dal tailleur adatto a
qualsiasi occasione all'abito da sera e da sposa,
Giuseppe esalta la femminilita' con creazioni
originali e sempre attuali perche' l'alta moda non
si adegua ai tempi, ma alla persona. L’apertura di
un atelier a Firenze, in Vigna Nuova, ha
significato per Giuseppe il contatto con un
ambiente estremamente stimolante che ha
influenzato il suo stile verso la piena
realizzazione di una espressione centrata sulla
figura femminile nelle sue particolarità individuali.
All’epoca è iniziata la collaborazione con una
grande firma della moda italiana. Attualmente la
sua l’attività è basata di nuovo in Liguria, alla
Spezia, dove nel suo atelier riceve le sue clienti,
con le quali crea abiti d’alta moda, quindi unici,
per ogni occasione. Ha vestito alcune delle
partecipanti a “Miss Muretto”, in Alassio, ed ha
sfilato in diverse occasioni con le sue creazioni.
Alcuni suoi modelli d’alta moda compaiono nel
catalogo di “Motexha 2009”, fiera del “made in
Liguria” a Dubai, negli Emirati Arabi Uniti. Ha
partecipato ad importanti appuntamenti, tra cui a
Monaco di Baviera. Nel 2010 ha ottenuto dallo
stilista Andrea Odicini una menzione speciale
all’interno di un concorso per giovani stilisti.
Quest’anno ha partecipato al “Premio Moda Città
dei Sassi” a Matera dove le sue creazioni hanno
ottenuto il 2° premio al concorso ed il premio
della Critica ed a Civitavecchia è stato ospite
dello stilista Franco Ciambella. Nonostante più di
vent’anni di attività, D’Urso ritiene che l’alta moda
non sia mai un’esperienza conclusa ma che sia
piuttosto una ricerca continua, stilistica e
tecnologica.
Giuseppe dopo aver frequentato il Liceo artistico
e la Scuola di moda, apre il suo primo atelier a
Genova il 3 luglio 1991 in Via San Lorenzo. Da
allora ha iniziato a presentare la sua creatività in
molte situazioni, collaborando anche con note
sartorie e soprattutto tramite sfilate d’Alta moda,
tra le quali quelle a Roma dedicate agli stilisti
emergenti. In queste occasioni ha ottenuto
premi e riconoscimenti per la purezza delle linee
dei suoi abiti e l’originalità dei modelli.
GIUSEPPE
D'URSO
www.donnaimpresa.com 61
Sono state due donne a indicargli la strada che lo avrebbe
portato diritto alla scelta della professione della vita. La prof.
Barontini, la sua insegnante di educazione artistica quando
frequentava le scuole medie, e la signora Mirella, una sarta
vecchio stampo, di quelle che sanno fare tutto e che da un
piccolo pezzo di stoffa riescono a tirar fuori un capolavoro di
cucito.
GRAZIANO
AMADORI
LIVORNO
ITALY
Graziano ha 42 anni, è livornese doc, ha già lavorato
negli uffici stile di grandi maison (come Genny e
Roberto Cavalli) e ha già sfilato ad Alta Moda
Roma, il massimo o quasi per un couturier, perchè
dopo Roma c’è solo Parigi. Nella vita il suo
sogno è creare tanti begli abiti, abiti che
possano far sentire bene chi li
indossa.
Lo stilista, che si divide fra l’ufficio di Livorno,
quello di Firenze, lo showroom di Milano (il Vog9
che ha tra i fondatori il livornese Roberto Rosini),
le sarte (Mirella a Livorno e Tiziana a Donoratico)
e gli atelier di ricamo (Montecatini e Rosignano
Solvay), ha trovato anche il tempo di disegnare, da
esterno, alcune linee per l’azienda Kuxo di Navacchio
specializzata negli abitini di alta gamma per neonati, bambini e
adolescenti. Ed è poi l’anima delle linee, sempre stilisticamente parlando,
della griffe Amati che ha il suo quartier generale alla periferia di Firenze.
Graziano ama disegnare. Lo fa con i pastelli per dare le giuste sfumature.
Certo ... fa uso anche del computer per tutte le fasi successive della
lavorazione. " Il figurino - dice - deve crescermi sotto le dita, assumere una
forma tridimensionale con i colori. Poi davanti allo schermo del Pc si
possono fare aggiustamenti e quant’altro è necessario perchè un modello
funzioni".
Descriva in poche parole il suo stile …
Eclettico, contemporaneo, modern couture.
La sua icona di moda o fonte di ispirazione
Strizzando un occhio alle star, preferisco ispirarmi alle esigenze
delle donne contemporanee.
Le celebs di Hollywood, anche i grandi marchi della moda
si stanno iniziando a interessarsi alla moda che viene
dal basso, si pensa sia una risposta tangibile
l’orientarsi in relazione ai gusti della gente, lei come
vede l'irresistibile ascesa della moda in
crowdsourcing in cui un voto online
contribuirebbe al decidere cosa produrre e
comprare o ritiene lo stile e la creatività
personali siano ancora i principali asset che
concorrono a determinare l’eccellenza
dell’offerta italiana e di creare una forte
brand identity.
Parlo per la mia Grif. Penso che
mantenere l'eccellenza Italiana sia
fondamentale per essere interessanti
sul mercato..
Chi si occupa di marketing non
deve più comportarsi da
cacciatore che vuole catturare il
cliente, ma deve diventare un
giardiniere che coltiva con lui un
rapporto di fiducia…
Entrambe le situazioni sono ancora
fondamentali per vendere
abbigliamento.
Una domanda futuribile: si arriverà
un giorno a collezioni prodotte da
algoritmi speciali che tradurranno in
abiti i post dei fan di un marchio sui
social network
Mi auguro di no, che già mi perdo in
tutte queste definizioni
ahahahahah!!!!. Rispondendo
seriamente lo trovo estremamente
interessante e innovativo.
ufficio stampa Studart
Carlotta Malafarina
www.donnaimpresa.com 63
Massimo nasce a Cuneo con un talento e passione per la
danza che lo porterà negli anni a vincere titoli italiani e
stranieri a livelli professionali nel settore del ballo.
Maturando scopre la sua passione per la moda ed apre
due boutique di moda in Italia dove approfondisce la
conoscenza del settore, degli stili e delle tendenze delle
maggiori griffes internazionali. Si trasferisce in Francia per
qualche anno, prima a Nizza poi a Parigi, dove corona il
suo sogno di collaborare con un guru dell’alta moda
parigina in qualità di esperto di ricerca dello stile. La
continua voglia di creatività lo fa giungere in Africa dove
resterà per otto lunghi anni. Qui trova ispirazione
osservando i colori, le abitudini, gli oggetti, i costumi della
popolazione autoctona. Di conseguenza sarà stimolato
nella creazione di gioielli, di abiti e design d’interni.
Conosce Tiziana Luxardo, fotografa di fama
internazionale e Armando Tanzini, noto pittore e scultore
con i quali avrà la possibilità di collaborare. Apre una
boutique a Malindi dove conosce e veste personaggi
famosi come Naomi Campbell. Nel frattempo viene
chiamato per collaborare con lo staff dell’AMNESIA –
SPACE di Ibiza in qualità di ballerino e costume designer.
Decide di rientrare in Italia e matura diverse esperienze
fotograficheper la rivista giapponese Leon (Vogue Japan)
con diversi shots pubblicitari con il noto fotografo di moda
Kinta Kimura. Collabora con l’agenzia di moda e
spettacolo “ Giancarlo Caremoli” tramite la quale gira lo
spot pubblicitario su SKY Uno “ Vuoi ballare con me ” con
Lorella Cuccarini. E’ stato protagonista e stylist dello
shooting: “ NATIVE” che gira l’Italia per la mostra
fotografica di Damiano Dargenio con riferimenti alle
tematiche della natura e dei popoli amerindi di cui crea,
con la stilista Flavia Cavalcanti, i costumi. Attualmente è
stylist di vari personaggi pubblici fra cui le celebri VJ Kris
& Kris ed è per loro che nel 2009 realizza le sue prime
“ SCULPTURE SHOES”. Questa prima esperienza
produttiva è sfociata in una scelta di vita che genera in lui
continui stimoli di ricerca nelle decorazioni, tendenze, stili
personalizzati, accessori, materiali, portandolo a creare la
sua prima collezione di scarpe gioiello nel (2011) in pezzi
unici; che per loro natura non sono quasi mai ripetibili in
maniera identica. I materiali utilizzati sono di notevole
qualità: pellami pregiati, sia in vitello che suede
(scamosciato) di varie tinte, secondo le mode e le
esigenze di ogni compratrice. Le decorazioni spaziano da
swarowsky a pietre dure, piume, borchie, fiori di seta in un
continuum di novità eclettiche sempre al passo con i
tempi ma soprattutto svolte con la cura artigianale,
manualmente ma non perdendo mai di vista l’eleganza e
talvolta anche la stravaganza. Vive e lavora a Milano
dove segue personalmente la realizzazione di ogni
singola sua creazione, cercando di soddisfare le crescenti
richieste da parte dello show-biz (recente e’ la scarpa
creata per Alba Parietti) e non solo...
di Massimiliano Bisazza
PH:Damiano Dargento
Never say maybe
CUTINI
ASSEMBLAGGIO e
MONTAGGIO CALZATURE
Via Castelfidardo 28 _ Fermo _ T. 0734.640785
Massimo, fashion designer, interpreta i passi
delle donne con la creazione di scarpe gioiello
che indossate diventano vere e proprie opere
d'arte.
MASSIMO
DOGLIANI
MILANO
ITALY
www.massimodogliani.com
SANBUCHETO (MC)
ITALY
Marinelli srl Via Fratelli Maggini 189/G Zona ind.le F.lli Guzzini
Un fiore all’occhiello delle
Marche che lavorano e si
fanno conoscere a livello
internazionale. Questo in
sintesi è il percorso della
MF Company, nota azienda
specializzata nella
diffusione di abbigliamento
e calzature, che nel tempo
si è affermata nel panorama
distributivo italiano per la
profonda conoscenza dei
mercati, la completezza dei
servizi offerti e la capacità di
individuare strategie
commerciali mirate alla
crescita dei propri clienti. La
competenza, la credibilità e
il know how di MF
Company, supportate dal
dinamismo e dalla
professionalità del
management, hanno
convinto il leader mondiale
del settore – la Wolverine
World Wide - a scegliere la
società marchigiana per
distribuire in Italia due noti
marchi internazionali: dopo
aver contribuito all’ampio
successo di CATERPILLAR
(abbigliamento, calzature e
accessori) MF Company si
è vista affidare il marchio
CUSHE, calzature di grande
carattere e dal design
innovativo. Una partnership
oramai consolidata e
coronata dal riconoscimento
internazionale ottenuto da
MF Company come miglior
distributore mondiale della
Wolverine.L’azienda
marchigiana attualmente
può contare su un
pacchetto di oltre 1.500
clienti. A fianco delle più
belle vetrine italiane,
quest’anno Mf Company ha
intrapreso la strada del
retail. “I monomarca ci
stanno fornendo già molte
soddisfazioni – commenta
l’amministratore unico
Vittorio Marinelli -
nonostante la crisi di
consumi i nostri store
stanno funzionando molto
bene, tanto che abbiamo
già in progetto
l’ampliamento della nostra
rete dopo i primi test su città
importanti come Roma,
Padova e Trieste”.Avanti
tutta quindi come un vero
Caterpillar, questa in fondo
è la forza che caratterizza
da sempre Mf Company.
BELLE:SCOPERTE
VALERIANAMARIANI
INDOSSA CARLA: EUSEBI
Dalle passerelle della “Sfilata di moda Dei Sarti Piceni” in terra natia e dal
Concorso di Sartoria “Il Manichino d’Oro” organizzato dall’Accademia dei
Sartori, a Roma, dove si aggiudica il 2° premio nell’anno 2011, la
giovanissima Carla ne ha fatta di strada. Ragazza di grandissimo talento
colleziona riconoscimenti e plauso delle giurie per lo stile coevo delle sue
creazioni che non lesinano femminilità. Il 2012, in particolare, si è rivelato
un anno di grandi cambiamenti per Carla, all’attivo servizi fotografici, la
partecipazione allo Smac Fashion Award, alcune importanti sfilate nella
capitale.
Info: carla1902@live.it
www.donnaimpresa.com 67
MONTALTO DELLE MARCHE_ ITALY
Dopo essersi diplomata prima come Geometra e poi come Fashion
Designer a Catania, decide di partire per completare i suoi studi ed
arricchire la sua cultura nel campo della moda in quella che è la
capitale per antonomasia, e cioè Milano. Consegue un ulteriore
diploma di laurea come Fashion Designer presso l'Istituto Europeo di
Design di Milano (IED MODA LAB) e comincia immediatamente ad
inserirsi nel mondo della moda lavorando presso le più prestigiose ditte
e Case di Moda della Lombardia.Dopo 7 anni di esperienza a Milano,
la stilista decide di creare un suo Marchio che si chiama appunto
GRAZIELLA BONACCORSO, una linea di Prêt-à-Porter disegnata e
prodotta in Italia che si distingue per eleganza e raffinatezza. Numerosi
i Premi e riconoscimenti che le sono stati conferiti a partire dalla sua
carriera accademica a partire già dall’anno 2002 dove al prestigioso “IL
MANICHINO D'AUTORE” viene premiata per la migliore
interpretazione culturale. Con le sue creazioni è stata ospite presso
numerosissime manifestazioni di rilievo nazionale ed internazionale,
tra le quali ricordiamo la partecipazione all’ITALIA FASHION EXPO a
DALLAS negli STATI UNITI D'AMERICA nel 2011, evento organizzato
da “ITALIANEXPO.US” in collaborazione con le Camere di Commercio
di Houston e Chicago (IACC) e le selezioni finali di MISS MONDO
ITALIA 2012, in Puglia, dove i suoi abiti sono stati indossati per
l’occasione da Jessica Bellinghieri. ”E’ lavorando che ho capito cosa
significa veramente essere una Stilista a 360 gradi - ci dice Graziella -
Il vero mestiere lo impari facendo tanta gavetta, e cioè lavorando tutti i
GIARRE (CT)
ITALY
E’ una Stilista Siciliana che ha fondato il suo marchio nel Febbraio
2010. Nata a Catania nel 1982, Graziella ha avuto sin da piccola la
passione per la moda, l’arte, l'arredamento, e per tutte quelle cose in
cui vi si possa inserire il termine “creatività”.
GRAZIELLA
BONACCORSO
Ufficio Stile: Via Galileo Galilei 15 Ronco Briantino (Mi) _ www.graziellabonaccorso.com
Sede Legale: Via Mario Rapisardi 29/A Giarre (Ct) _ T.e F.+39 0952889057
giorni presso delle aziende di moda già avviate, poiché sei a contatto
con stilisti, modellisti, sarti,fornitori, clienti,fotografi,ecc... non esiste
nessuna scuola o università che ti insegni il mestiere. E' soltanto
facendo questo tipo di esperienza che impari a capire il mercato della
moda e quello che i clienti cercano, che spesso è ben diverso da ciò
che ci piace disegnare. Credo che realizzare capi scenografici o
appariscenti con i materiali più disparati, e che facciano dire allo
spettatore WOW!! ... sia semplice un po’ per tutti, ma vestire la gente
comune, facendola sentire elegante e raffinata anche con dei capi
semplici e puliti nelle linee e nelle forme, sia una cosa ben diversa, che
richiede innanzitutto buon gusto, ma che si impara solo dopo anni di
esperienza lavorativa, presso delle strutture già consolidate, e ben
organizzate (ma che purtroppo mancano in Sicilia). Inoltre, un altro
parametro essenziale affinché si possa sempre continuare a crescere
in questo settore è capire che bisogna avere tanta costanza, impegno
e umiltà. Niente ti viene regalato, o concesso, tutto quello che ho
creato sino ad oggi, l’ho fatto con grande spirito di sacrificio e spesso
rinunciando a molte cose nella vita, ma io amo il mio lavoro e quindi
non mi è mai pesato tutto questo … è stata dura - conclude - ma non
ho rimpianti. Io credo fermamente che se si abbia voglia di crescere,
rinnovarsi e andare avanti, non bisogna per nessuna ragione al mondo
pensare solo per un istante di essere “arrivati” ma sforzarsi di restare
umili nonostante i successi, di non smarrire il desiderio di conoscere,
di imparare ogni giorno da tutti e da tutto".
BELLE:SCOPERTE
Nasce nel 1971 in provincia di Fermo; lavora
per 10 anni in una azienda di confezioni, poi si
specializza come modellista, designer e
figurinista, frequentando vari corsi nazionali ed
internazionali. Partecipa a vari concorsi
nazionali qualificandosi sempre ai primi posti.
Nel 2006 concretizza il sogno di aprire un
atelier che porta il suo nome. La sua moda si
può definire un connubio tra modernità e
romanticismo.
ELISABETTA
TURTU
L'amore e la passione che mette nel suo lavoro, la porta a sognare, insieme alle sue
innumerevoli clienti, creando per loro abiti da sogno caratterizzati da particolari
sofisticati, dettagli ben studiati, scenografici ed originali, con un tocco di graziosi
interventi romantici.
FERMO_ITALY
www.donnaimpresa.com 69
Nella foto: la modella Sara Ben Zidane indossa un meraviglioso abito rosso rubino di Elisabetta Turtù
Descriva in poche parole il suo stile …
Ecclettico, variegato, concettuale, glamour e
sensuale, ogni donna deve potersi esprimere in
qualsiasi contesto, attraverso il linguaggio
dell’abito o costume che sia.
La sua icona di moda o fonte di ispirazione
L’ispirazione delle mie creazioni nasce e trae linfa
vitale, a partire dal quotidiano, mi piace osservare
tutto ciò che mi circonda, in particolare le donne,
quello che riescono a trasmettere agli altri
attraverso gli occhi, le gesta, le movenze ... ma
una icona che mi ha dato l’input per osare era
una grande donna che mi piace immaginare
ancora fra noi: Moana Pozzi. Personaggio che ha
saputo mostrarsi senza retoriche e che mi ha
incuriosito tanto da approfondire studi che mi
hanno portato alla realizzazione di alcuni costumi
per eventi cinematografici, e questo mi ha
convinta sempre più che ciò che lei esprimeva in
fondo sono desideri che ogni donna almeno una
volta nella vita ha desiderato o immaginato,
anche se nessuna lo ammetterà mai.
Le celebs di Hollywood, anche i grandi marchi
della moda si stanno iniziando a interessarsi
alla moda che viene dal basso, si pensa sia
una risposta tangibile l’orientarsi in relazione
ai gusti della gente, lei come vede
l'irresistibile ascesa della moda in
crowdsourcing in cui un voto on-line
contribuirebbe al decidere cosa produrre e
comprare o ritiene lo stile e la creatività
personali siano ancora i principali asset che
concorrono a determinare l’eccellenza
dell’offerta italiana e di creare una forte brand
identity
Concordo che è giusto interessarsi a produrre per
gente comune, ma questo non deve far perdere
alcuni punti fondamentali dell’eccellenza italiana
che da sempre ci contraddistinguono nel mondo
quali la creatività e lo stile. La mia impressione e
che oggi pur di produrre e di creare business si
stia rischiando di perdere gli assetti di un marchio,
di una identità personale, tutto ciò nel tempo
potrebbe logorare il manifatturiero italiano, anche
se già sono visibili i primi segni.
Chi si occupa di marketing non deve più
comportarsi da cacciatore che vuole catturare
il cliente, ma deve diventare un giardiniere
che coltiva con lui un rapporto di fiducia ...
Concordo, il rapporto deve essere basato sulla
fiducia tra cliente e imprenditore, solo così si
possono conoscere fino in fondo quali sono,
gusti, desideri e stile personale. Il compito
dell’imprenditore è quello dell’osservazione che
servirà nel consigliarlo nell’acquisto o nella
realizzazione di un capo personalizzato.
Una domanda futuribile: si arriverà un giorno
a collezioni prodotte da algoritmi speciali che
tradurranno in abiti i post dei fan di un
marchio sui social network
Ritengo che alcuni spunti possono essere presi in
considerazione dal mondo del web, ma non fino
in fondo, in quando lo stile, la creatività e la
professionalità fanno si che lo stilista si differenzi,
esprimendo la sua unicità in tutto ciò che fa a
partire dal quotidiano; il contrario determinerebbe
il far comprendere al fruitore un messaggio
forviante di quello che è il lavoro dello stilista.
FLORIDIA
ITALY
PH: Ramona De Orlando
Dopo anni di studio e diversi titoli conseguiti al
merito, Lucia è riuscita ad acquisire una grande
padronanza per tutto ciò che riguarda l'arte e la
moda sartoriale: modellista, stilista, costumista,
insegnante di moda, figurinista. Gli elementi
che contraddistinguono i figurini della stilista
sono: creatività, eslusività, ricerca dei tessuti,
innovazione.
LUCIA
CACCAMO
Via Enzo Giudice _ Floridia (Sr) www.studiostilisticocaccamo.it
Da miss alle passerelle internazionali, Naomi vanta un curriculum di tutto rispetto fatto di eventi fra i più prestigiosi. Un anno particolarmente denso di impegni, quello che si è
appena concluso sotto l'egida del suo agente Riccardo Gubiani (titolare della famosa agenzia romana “GR MANAGEMENT” cui Naomi ha affidato la sua immagine dall'inizio
dell'anno 2012), primo fra tutti: il Mamaia Festival, in Romania (17/08/2012) dove ha sfilato, quale unica rappresentante italiana, per il celeberrimo circuito di Fashion TV. A
seguire, nel ruolo di "Testimonial", ha prestato il suo volto per il negozio I’M, a Bergamo e per il noto champagne “L’ORO DI BACCO” a Lipari e Panarea (Sicilia). Innumerevoli
anche gli shooting fotografici per alcune delle Case di moda maggiormente significative del nostro Made in Italy fra le quali spicca la griffe GAI MATTIOLO. In ultima nota non
possiamo non citare il suo intervento, sempre in veste di testimonial, alla presentazione del nuovo libro di NINO SPIRLI’ ex autore del noto programma FORUM di Mediaset e la
partecipazione in qualità di giurata al concorso di Miss Winter Salento organizzato dall’associazione Flashback di Brindisi, svoltosi a Brindisi presso l’hotel Nettuno.
NAOMY:CHITTANI
Modella
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LA MODA INDOSSATA
Nuovi strumenti e canali comunicativi consentono alle aziende di
sintonizzarsi sui desideri dei consumatori in costante ricerca di
esperienze di sensazioni ed emozioni, più che di valori d'uso. Figura in
incessante evoluzione, quella del consumatore moderno, sempre più
attento alle componenti simbolico-comunicative di ciò che acquista;
sempre più esigente e sempre maggiormente spinto all’infedeltà alla
marca, richiede ai prodotti l'appagamento di desideri immateriali, di
bisogni estetici e psicologici. E' chiaro come nel settore del lusso i
bisogni abbiano lasciato completamente spazio alle aspettative di
“rivalsa”, portando alle fruizioni dei beni in senso personale, privato, in
cui è la volontà di realizzare dei desideri che prevale, l'incarnazione di
ideali, la volontà di evolversi parallelamente al proprio senso estetico,
ed è proprio questo che guida l'atto di acquisto. Ne deriva che il lusso
comprenda soprattutto qualità emozionali aggiunte a valori di
ostentazione ed esclusività interni ai beni stessi o, per meglio dire,
qualità che sono state apposte ai beni dai consumatori che, in
un'escalation cronologica, dai tempi delle società di rapina a quella
odierna, porta tutto ciò che è indossato, utilizzato o semplicemente
ostentato da chi detiene il potere ad essere caricato di simboli, il
possesso come espressione di un modus vivendi, che può anche
trascendere dal vero status sociale dei fruitori. Veblen appunto definisce
il lusso diverse volte nel corso della sua opera, ma riassumendo tutto
con una frase “il lusso è volere qualcosa più degli altri, in quanto esso
non sta tanto negli oggetti quanto in quello che essi rappresentino agli
occhi degli altri”
a tu per tu con:
Morel Bolea fondatore di KASTA
MORRELY, una organizzazione di difesa
dei diritti umani attraverso la promozione
di competenze e qualifiche necessarie
per lo sviluppo di una società democratica
sostenibile.
La sua missione è quella di promuovere i valori
europei di democrazia e di civiltà attraverso
programmi e progetti di interesse per la comunità nel
rispetto ed in difesa della cultura e dei valori umani al
livello regionale, nazionale e internazionale, con il
100% partecipazione volontaria, con propri uffici o
filiali in Italia(Roma), Spagna(Madrid), Stati Uniti
d’America(Nuova York), Moldova(Chisinau),
Romania(Iasi, Botosani, Constanza) etc. Per l'attività
internazionale e il contributo riconosciuti al fine dello
sviluppo della cultura europea oltre che in difesa dei
diritti umani, l’Organizzazione Kasta Morrely è
divenuta in 2008 membro dell’Agora del Parlamento
Europeo, partner globale della rete FLARE (Rete
internazionale per la lotta contro la criminalità
organizzata) e LIBERA, Global Human Rights
Defence, membro fondatore della Coalizione Europea
dei Giovani Coinvolti (Coalizione dei Giovani
Coinvolti), ed oltre. Per essere in grado di compiere la
missione per la quale è destinata, Kasta Morrely ha un
Consiglio Conduttore composto da specialisti con
risultati di valore, premi e molte qualificazioni di
interesse per la dinamica dell’organizzazione come:
uditori nel campo della qualità, valutatori di
competenze professionali, trainer of trainers, maestri
di cerimonie, manager progetto, organizzatori di
spettacoli, ispettori risorse umane, manager del
sistema di management sicurezza e salute in lavoro,
psicologi, modelle(i) – specialisti PR, scrittori di
letteratura di specialità, giornalisti, professori
Nella foto da sinistra: Talida Moreli ( Presidente Organization Ong. ). Morel Bolea ( Fondatore Kasta Morrely )
e a destra Diana Alexandroae ( Presidente )
istruttore danza sportiva ed oltre. In qualità di
organizzazione culturale per la difesa dei diritti umani,
Kasta Morrely ONG, dopo numerosi premi e nomine, è
stato poi riconosciuta a livello internazionale come
partner privilegiato nella lotta contro il traffico di
esseri umani finalizzata con la legalizzazione di una
professione, quale è quella della moda, nella quale si
insinuano con insospettabile abilità molti trafficanti di
esseri umani. Il fine della Kasta Morrely ONG è
dunque quello di promuovere i valori europei di
democrazia e di civiltà attraverso programmi e
progetti di interesse per la comunità sviluppandone il
suo patrimonio culturale-educativo umano in attività
di difesa dei diritti a livello regionale, nazionale ed
internazionale, con il 100% partecipazione volontaria,
con propri uffici in filiali dalla Spagna (Madrid) e
Moldova (Chisinau). Su questo, prima ancora che il
chiederle una più esaustiva descrizione delle attività
dell’organizzazione della quale è onorevole
rappresentante e di cui ho sintetizzato le finalità, il
punto sul quale la chiamo a disputare…
E una piacevole sorpresa per me scoprire come è bene
informata sul brand Kasta Morrely. Kasta Morrely, dal
punto di vista associativo, è un concetto rivoluzionario per
il fatto che usa la forza e l’influenza della cultura e delle
arti dello spettacolo per la difesa dei diritti e delle libertà
fondamentali umani. Questo concetto rivoluzionario facilita
il compimento della missione assunta dall’organizzazione
Kasta Morrely di promuovere i valori della civiltà, della
cultura e della democrazia. E un desiderio che si realizza
MOREL
BOLEA
Fondatore del brand internazionale Kasta Morrely
attraverso i programmi ed i progetti di interesse tramite i
loro obiettivi chiari di contribuire allo sviluppo sostenibile
delle comunità.
La sua organizzazione, come abbiamo visto, si
impegna in modo efficace in diverse attività che
offrono una varietà di strumenti politici ed è grazie a
questo impegno civico e le qualifiche dei suoi
specialisti, che i volontari Kasta Morrely hanno vinto
numerosi premi nazionali e internazionali, trofei,
nomination, premi che sono motivanti per la
partecipazione attiva a programmi e progetti di
interesse dei cittadini. Quali, nello specifico
L’esperienza nella difesa dei diritti umani e gli amici
dall’area professionista della moda mi hanno aiutato, dopo
che io avessi sostenuto le aspirazioni di qualche giovane
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volontario appassionato dalle arti dello
spettacolo, a scoprire l’esistenza di deplorevoli
atti consumati a oltraggio degli esseri umani e
che si celano dietro l’egida di agenzie di
modelle(i). Per caso ho scoperto un mondo
parallelo con quello della moda che si serve
dalla credibilità e dall’attrattività di questo per
distruggere vite. Per aiutare il combattimento
di questo flagello ho pertanto coordinato la
creazione e la legalizzazione della scienza
dell’occupazione di modella(o) e
d’organizzatore di spettacoli, svolgendo in tal
senso numerosi progetti Anti Modern Traffic e
scrivendo anche la prima strategia
transfrontaliera di lotta contro il traffico
moderno di esseri umani. Ho goduto del
sostegno e della partecipazione dei
rappresentanti del Consiglio d’Europa, della
Commissione Europea, dell’Ufficio
d’Informazione del Parlamento Europeo,
dell’OSCE (Organizzazione per la Sicurezza e
la Cooperazione in Europa), del governo
locale e degli organismi di specialità dal
Ministero dell’Amministrazione a quello degli
Interni di Romania. I libri e le pubblicazioni che
sono stati pubblicati in relazione a questo
scottante e quanto mai contemporaneo tema,
ci hanno rinforzato l’immagine di competenza
di Kasta Morrely in moda. Le competenze
acquisite ci hanno indubbiamente aiutato
anche alla definizione, per la prima volta nel
mondo, del concetto di Fashion Theater –
marchio registrato Kasta Morrely. Sarebbe
difficoltoso per me oggi il tracciare una
enumerazione dei risultati di valore del brand
Kasta Morrely in quanto ogni anno sono stati
tra 15 e 30 riconoscimenti a cominciare dai
grandi diamanti fin’alle medaglie e diplomi che
ci sono stati attribuiti al merito in una varietà di
campi d’attività culturali e sociali. Posso però
in tal senso menzionare alcuni grandi
traguardi: Miss World, due finaliste Miss
Europe, quattro titoli Miss Europe Junior e
molti altri premi di Miss e Top Model etc. Tutti
rappresentano una motivazione per la
continuazione dell’attività culturale artistica
Kasta Morrely.
In attivo, dunque, un carnet di
specializzazioni internazionali che
sappiamo essere anche patrocinate e
sostenute finanziariamente dalla
Commissione Europea fra le quali
spiccano: "La donna leader - Modello di
successo della lotta contro la
discriminazione e la violenza sulle donne”
e "Giovani di successo"; a lei la parola
Morel …
Sono tantissimi i progetti internazionali svolti
da Kasta Morrely che sono stati considerati
dagli specialisti della Commissione Europea
come “esempio di buone pratiche”, e ciò
indubbiamente mi onora. Le rivelo che il
segreto del successo e dei risultati di valore di
Kasta Morrely si basa essenzialmente sul
concetto "lo spirito volontario è l'attributo della
vocazione di leader" (da me sancito) ed è
proprio su questo principio che ruota tutta
l'attività nazionale ed internazionale
dell'organizzazione volta alla promozione della
cultura e dei valori della democrazia con il
100% partecipazione volontaria. Le numerose
qualificazioni e risultati di valore del Consiglio
Conduttore Kasta Morrely favoriscono la
fruizione alla varietà di opportunità e risorse
gratuite offerte dalla Commissione Europea
anche a sostegno della specializzazione dei
suoi volontari.
Sappiamo di lei che è anche Ambasciatore
at Large O.S.J. KNIGHTS OF MALTA … ce
ne parla
Noi siamo un Ordine Ospitaliero fondato dal
Nostro Diletto Fra Gerardo di Sasso all’incirca
1000 anni fà a Gerusalemme. E’ un grande
onore per me appartenere a questo Sacro
Ordine composto e guidato da persone di
grande valore morale ed umano. La modestia
e l’umiltà sono qualità che contraddistinguono
tutti i membri del Nostro Santo Ordine O.S.J.
Knights of Malta; caratteristiche che sono alla
base di ciascuno e fondamento di quella
volontà millenaria che è alla base del lavoro e
delle attività del Nostro Ordine da sempre
votato al mutuo soccorso e al benessere delle
persone.
Ci parli un po’ di lei e di come nasce questa
sua passione per la moda che ha tradotto
in impegno sociale..
Sono da una famiglia di tecnocrati e persone
di cultura: scrittori, drammaturghi, attori. I miei
genitori mi hanno cresciuto come un uomo di
mondo e per questo la mia infanzia l'ho
trascorsa fra teatro, opera, filarmonica,
università, ricevimenti ed eventi mondani. Ho
avuto l'onore conoscere designer ed
organizzatori di spettacoli veri da cui ho
imparato cosa significa essere professionista
nel campo della moda, un settore che si pone
al vertice della società contemporanea. Vista
l’educazione era normale che restassi
affascinato da questo campo dell'arte e della
bellezza umana. Le mie specializzazioni in
difesa dei diritti umani risalgono agli anni
successivi al 1990: ovvero prima che
raggiungessi la massima esperienza nel
campo della moda; legittimazione
professionale che mi ha consentito di
volgermi al collettivo ideando e creando per la
prima volta nel mondo quello standard
occupazionale di “modella(o)” e quello di
“organizzatore di spettacoli” che fino a quel
momento non erano stati legittimati come
professioni. In ciò ha sicuramente concorso le
innumerevoli qualificazioni e le competenze
acquisite nei progetti per la difesa dei diritti
umani. Se io non mi fossi stato dedicato alla
difesa dei diritti umani sicuramente non avrei
trovato le risorse umane, intellettuali e
finanziarie per specializzarmi anche nella
moda vista come fattore di sviluppo e di
protezione della bellezza e dei suoi valori. Non
posso omettere dunque il ringraziare tutti
coloro che sono venuti da me pregandomi di
aiutarli ad entrare nel campo della moda;
senza di loro non avrei scoperto il traffico
moderno di esseri umani e non avrei avuto
neppure avuto, forse, la forte motivazione di
oi
C’ERAVAMO
redazione
donna
impresa
magazine
Ospiti di FashionTv
Summer Festival Mamaia
Kasta Morrely
Nelle foto Talida Moreli, Morel Bolea e Diana Alexandroae in alcuni momenti delle loro innumerevoli attività. Nella foto in basso da sinistra: Bruno Baldassarri con Marina
Mansanta, Morel Bolea, Gianni Sapone, Riccardo Gubiani, Talida Moreli, Tina Arena, Diana Alexandroae e Daniel Robu al Mamaia Summer Festival Fashion Tv.
contribuire alla legittimazione della professione di
modella(o) e quella di organizzatore di spettacoli come
modalità di lotta contro gli impostori ed i trafficanti di vite
umane.
La aspettiamo in Italia a braccia aperte Morel … il
nostro Paese è lieto di accoglierla …
Vengo in Italia in occasione delle riunioni e delle attività
dell'Ordine Nostro O.S.J. Knights of Malta, ogni volta con
grandissimo piacere. Ho un'opinione molto buona della
élite d'Italia … Per ciò che mi riguarda gli italiani sono un
popolo bello, allegro e straordinariamente accogliente …
di Bruno Romano Baldassarri
COMING: SOON
ev nt
Camera Regionale della Moda
Calabria
domenica 16 giugno Reggio Calabria
“La Muse Venal”
Mostra Internazionale CineArteModa, Concorso
Internazionale Giovani Fashion Designer
Special Aword Cinema “Carlo Rambaldi”
Tre volte Premio Oscar per gli effetti speciali di King Kong di John
Guillermin, E.T. di Steven Spielberge ed Alien di Ridley Scott, è stato uno
dei geni internazionali del cinema, un mago degli effetti speciali ed un
esempio indiscusso della creatività italiana.
“La Muse Venal” Concorso Internazionale Giovani Fashion Designer
Le sezioni del concorso internazionale sono intitolate a personaggi illustri
che, con il loro indiscusso talento e la loro professionalità, si sono imposti,
ognuno nel proprio ambito, a livello nazionale e internazionale, tenendo alto
il nome della Calabria, dell’Italia nel Mondo.
Premio Internazionale “LA MUSE VENAL”realizzata dal Maestro Orafo
GERARDO SACCO
Sede di Rappresentanza Reggio Calabria
Via Sbarre sup n.95 _ T. 096 51721774 _ F. 096 5598297
e-mail: cameraregionale.moda@libero.it
e
nella foto: Riccardo Gubiani e Bruno Romano Baldassarri al Mamaia Summer Festival Fashion TV
Gli si riconoscono grandissime
competenze organizzative e
ragguardevoli capacità
relazionali ma soprattutto, ed in
particolare, straordinarie capacità
di lavorare in team, leadership e
strategia, conoscenza dei
fondamentali della moda intesa
nella sua accezione di oggetto
culturale.
RICCARDO
GUBIANI
Titolare dell'Agenzia GR Management & Rappresentante Kasta Morelly Italia
Sbaglio Riccardo se le dico che la vedo un uomo al
quale piace circondarsi di poche persone, ma
buone Uno di quelli che privilegia i rapporti
genuini, a cui non mi piacciono le cose troppo
artificiose. La vedo gioviale, quel sorriso stampato
in volto di chi sa essere felice godendo di piccole
cose: una chiacchierata fidata, una passeggiata al
mare, una serata di divertimento con gli amici di
sempre…
Non sbagli, io vivo di emozioni vere trasmesse dagli
amici e dalle persone che amo, mi accorgo, molto
spesso, però, che a qualche volto do troppo, ma non
rimpiango nulla, poi per me non esige il tavolo da due
posti, soffrirei di solitudine … mi piacciono le tavolate, lo
stare insieme ... vivere la vita !
Stiamo attraversando un periodo di forte
cambiamento, economico, sociale, di tendenze. Gli
stereotipi che fino a ieri occupavano gran parte della
comunicazione, per diversi motivi, hanno stancato,
o più semplicemente, sono arrivati a fine corsa: tu,
Riccardo, al momento a quale progetto stai
lavorando e in questo 2013 ce n'è uno al quale tieni
in modo particolare
Il progetto del 2013 in realtà è una idea che da 3 anni
sta covando dentro di me … ovvero portare la Moda
nelle piazze italiane, comunicare l'arte della Moda alle
persone comuni e soprattutto fare del Made in Italy, la
mia bandiera il mio modo di vivere. Oltre a questo le
normali manifestazioni ed eventi di moda che da anni
seguo in Italia e all'Estero.
Ormai quasi tutti i fashion brand coinvolgono outfit
blogger in progetti di comunicazione (eventi, video,
campagne pubblicitarie): qual è la tua opinione al
riguardo
Credo che oggi più che mai sia importante parlarne,
comunicare, confrontassi in maniera però leale e
costruttiva. Trovo che ci siano dei Blogger favolosi ma
delle opinioniste che di moda non capiscono un ……
(censura)
Come nasce la tua collaborazione con Fashion Tv
Fashion Tv … per me è una parola magica che quando
sento o vedo scritta mi scalda il cuore. Ci collaboro
ormai da molti anni portando stilisti Made in Italy agli
eventi fatti in Romania e in Austria, è una grande
famiglia formata da grandi persone e veri professionisti,
ma assieme a loro ho avuto il piacere di conoscere e
stimare una struttura non governativa rumena, Kasta
Morrely di cui sono stato nominato, con mio enorme
piacere e soddisfazione, responsabile per l'Italia, sono
veramente delle persone "speciali" per me.
Cosa vorresti che succedesse quest'anno nel
mondo della moda
La domanda è di quelle che ti piacerebbe facesse
sorridere mentre in realtà mi fa molto pensare … per la
moda quest'anno vorrei prima di tutto che le persone
fossero più oneste nel proclamarsi ambasciatori del
Made in Italy ... Se comprate all'estero e vendete con le
vostre etichette … NON SIETE MADE IN ITALY.
Secondo te che cosa di ciò che sta accadendo nel
mondo modificherà la moda nel futuro
Qui la risposta è abbastanza evidente frutto di anni di
politiche sbagliate nell'export … nasceranno dei grandi
gruppi asiatici che compreranno i nostri marchi e nel
tempo approfittando dei loro costi saranno padroni del
mercato … Da qui poi sorge spontanea una domanda: e
la creatività italiana () I nostri giovani stilisti che
credono ancora nella nostra affermazione mondiale
saranno costretti a vedere i loro capi con una bella
etichetta Made in China.
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EVENTI:NOI C'ERAVAMO
di moda
PERRELAZIONARCI
AGLIALTRI
MATERA _ SALERNO
BRONTE _ ROMA _ MILANO
La moda ci consente di porci in relazione agli atri
e quindi di comprendere qualcosa di noi e degli
altri; la rivelazione del sé parte hegelianamente
dal confronto con l’altro. Come dire: Dimmi come
ti vesti e potrò scoprire qualcosa di te, del tuo
carattere, della tua natura.
La moda veste il corpo, la moda usa il corpo come veicolo di trasmissione. La moda senza il
corpo sarebbe finita, non esisterebbe, si sublimerebbe come mera immagine e cadrebbe nel suo
lato esclusivamente fuggitivo senza essere di giovamento alcuno. Diverrebbe pura e semplice
arte ma la moda estende il suo concetto al di là dell’arte, comprende il mercato, comprende l’uso
e il consumo, comprende il corpo. La moda senza corpo finisce perché perde uno dei suoi
connotati essenziali: la corporeità. Un abito acquista vero senso indosso a un corpo perché lo
rappresenta nel suo stile e oppure nello stile altrui (penso a personaggi dello spettacolo e agli
stilisti), imitato da chi indossa l’abito, rivela comunque un senso e tutti i sensi. Parlare di moda
non vuol dire dunque solamente parlare di abiti: la moda è un tema trasversale a molte dottrine,
e dunque ad altrettanti aspetti umani. La sociologia in particolare, si interessa alla moda in
quanto manifestazione del collettivo che definisce i processi di mutamento sociale in un
determinato arco di tempo. Sono tantissimi, oggi giorno, i concorsi di moda che vengono ideati,
noi ve ne presentiamo solo alcuni che a parer nostro sono i più autorevoli nel nostro Paese.
Concorsi che danno la possibilità a giovani talenti di gareggiare con le loro creazioni avendo la
possibilità di vincere dei premi inerenti alla loro formazione, per entrare a far parte del World
Fashion. A partire dal “Premio Moda Città dei Sassi” che Venerdì 28 giugno riaprirà i battenti per
la sua edizione 2013. Il concorso è un evento dedicato interamente agli stilisti e agli artigiani
creatori della moda. Il Premio Moda Città dei Sassi è un concorso internazionale, che nasce nel
2008 dalla passione che caratterizza l’azienda promotrice, la Publimusic.com, ha lo scopo di
individuare e premiare creatori fashion designer per scoprire stilisti emergenti e/o professionisti
nel campo della moda femminile e per valorizzare principalmente il loro talento. Per partecipare
al concorso è prevista un’iscrizione con scadenza 30 Marzo 2013, il bando e tutte le altre
informazioni sono reperibili sul sito www.premiomoda.it . Successivamente alla chiusura dei
termini di iscrizione, una Giuria Tecnica, nominata appositamente, decreterà gli otto stilisti
finalisti che avranno la possibilità di presentare una collezione di creazioni di moda, nello
specifico di Alta Moda Donna, sezione Abbigliamento e Accessori. Nella serata dell’evento,
davanti a una Giuria Speciale composta da esperti e rappresentanti illustri del mondo della moda
italiana, affiancata da una Giuria composta da giornalisti, gli stilisti proporranno le proprie
originali creazioni nella splendida P.zza San Pietro Caveoso con una scenografia naturale ed
imponente quale è quella della Città dei Sassi di Matera (Patrimonio Unesco dell’Umanità,
candidata a Capitale Europea della Cultura 2019). In ultima nota non possiamo non mensionare,
a rigor di cronaca, che la direzione artistica del Premio Città dei Sassi edizione 2013 sarà
affidata ad uno degli stilisti maggiormente rappresentativi del Made in ItalY: Roberto Guarducci,
un grande uomo prima ancora che uno stimatissimo sarto. Cosiccome non possiamo sottrarci
dal ricordare gli stilisti che si sono distinti nel corso degli anni a cominciare dalla vincitrice della
terza edizione: Anna Mattarocci, che aveva presentato una originalissima collezione dark ispirata
alla saga di Star Wars, edizione in cui si era anche distinta, ottenendoo il premio della critica,
una ancora acerba Chiara Banelli che a distanza di soli due anni abbiamo vista premiata a livello
nazionale dalle Associazioni di categoria maggiormente rappresentative del panorama nazionale
ultima delle quali la celeberrima Fidapa, organizzazione al femminile dell'imprenditoria di casa
nostra. così pure non possiamo non citare il vicitore dell'edizione 2012, Erasmo Fiorentino,
ragazzo di grande talento che sappiamo anch'egli essere già fra i nomi di spicco della moda
Madein Italy.
MATERA LUGLIO 2012 "PREMIO MODA
CITTA' DEI SASSI" www.premiomoda.it
nella foto in alto: Valeriana Mariani con il
Presidente di Giuria Franco Ciambella
alcuni scatti del Premio Moda Città dei
Sassi 2012, ideato e magistralmente
organizzato dall’agenzia Publimusic di
Sabrina Gallitto in collaborazione con
il direttore artistico Enzo Centonze
nella foto in alto con il Presidente di
giuria, lo stilista Franco Ciambella. In
basso: il Sindaco di Matera, Salvatore
Adduce con Valeria Mangani
SMAC:FASHION AWARD 2012 Vincitrice Anna Calviello, giovane stilista di Pomarico che ha
portato in passerella la sua collezione “Donna Ricercata“, proponendo un mix di semplicità, raffinatezza e
chiarezza espressiva. Seta e filati, trasparenze e applicazioni luminose per la moda mare. Tubini neri con stampe
retrò per il giorno e abiti da sera alla caviglia con maniche lunghe e trasparenti. Un meritatissimo secondo posto è
stato attribuito alla collezione “Innovazione e tradizione” di Rossella Isoldi, ispirata dalla lavorazione del macramè
e dell’uncinetto. “London Masai” di Martina Laura Anastasi si è invece classificata terza proponendo una fusione
tra motivi british ed etnici. Ovazione di pubblico e plauso alla giovanissima Carla Eusebi che sebbene anche non
abbia ottenuto un riconoscimento formale, si è distinta per originalità: i suoi capi, uno straordinario mix di pelle e
paillettes; un dark grintoso e ricercatissimo pensato per una donna anticonformista che non rinuncia alla propria
femminilità. Tra le proposte legate al concorso, meritevole di lode l’iniziativa messa in cantiere dal Patron
Pasquale Salsano affinchè i vincitori potessero conseguire, unitamente all’ambitissimo riconoscimento, la
partecipazione agli stage formativi messi a disposizione da diverse Case di Moda italiane, nonché la possibilità di
aderire, assieme al Concorso Internazionale Mare di Moda di Cannes, alla Fiera Internazionale del Beachwear
“Mare d’Amare” a Fortezza da Basso di Firenze. La Camera della Moda di Calabria, ospite d’eccezione dello
SMAC ha dato lustro di sé attraverso due performance entrambe di altissima abilità sartoriale quanto
assolutamente suggestive dal punto di vista più prettamente scenografico: l’una ad opera della talentuosissima
Claudia Ferrise che ha rappresentato il mito di Medusa attraverso le Teste Scultura di Giuseppe Fata, l’altra di
eco storica nonchè di presentazione del film “Niccolò Macchiavelli il Principe della Politica”, nelle sale
cinematografiche quest’anno in occasione del 500° anniversario della stesura dell’opera del Macchiavelli stesso,
ad opera di Giuseppe Emilio Bruzzese, vice presidente della Camera Regionale Calabrese. Ospiti d’eccezione
hanno presenziato all’evento che si è tenuto nello splendido Salone dei Marmi, a cominciare da Valeria Mangani,
vicepresidente Altaroma, investita dal ruolo di presidente di giuria la quale ha espresso grande compiacimento
per l’evento che continua ad affermarsi nella roccaforte delle iniziative che contribuiscono in maniera tangibile a
dare lustro e risalto alla creatività italiana e definendo “Assolutamente meritevole di lode l’impegno e la
professionalità del presidente Salsano in questo progetto di scouting”. Di grande importanza anche la
collaborazione con l’Accademia del Lusso di Milano che, in onore dei 150 anni dell’unità d’Italia, ha presentato
una collezione inedita interamente realizzata sull’idea patriottica della bandiera tricolore. Durante la serata hanno
inoltre sfilato le nuove collezioni di Graziano Amadori, sorprendente direttore artistico dello SMAC che ha fatto
sfoggio della sua creatività proponendo una donna che sa esprimere la sua femminilità, e di Franco Francesca,
acclamatissimo per il suo impegno rivolto al sociale e che si traduce nella produzione di una moda
ecosostenibile. Di grande interesse ed originalità la collaborazione con il Laboratorio di Realtà Virtuale
dell’Università di Salerno diretto dalla prof. Genny Tortora, che ha curato la ricostruzione virtuale de “La schiava di
Murecine”, progetto di ricerca realizzato nel 2003, frutto dell’applicazione delle nuove tecnologie alla
valorizzazione dei beni culturali, parentesi introduttiva alla passerella d’Autore curata da Salvatore Ciro Nappo,
consulente archeologo del progetto. Una sorta di omaggio alla moda attuale ed agli stilisti emergenti che hanno
preso parte al concorso. L’entusiasmo papabile già dalla conferenza stampa di apertura aveva lasciato presagire
ad un evento di grande successo, a conferma di ciò le parole di auspicio del Presidente di Casartigiani, Mario
Andresano il quale esordiva "La sartoria italiana è da sempre molto solida e quello che proponiamo a giovani
imprenditori sia d'età, sia d'impresa, è crescere insieme e costruire un futuro diverso recuperando il tempo che
abbiamo perduto. L'interscambio è fondamentale per non restare fermi nelle nostre botteghe”. Tesi
assolutamente condivisibile sulla base della quale Pasquale Salsano aggiunge: "Sappiamo che viviamo un
momento di crisi nazionale. I mezzi che mettiamo in campo non devono essere sprecati. Quello che io cerco di
fare è far si che le risorse dei giovani stilisti trovino un seguito".
www.donnaimpresa.com 79
In alto: i giurati dello SMAC
Fashion Award di Salerno
2012 con il Patron dell'evento
Pasquale Salsano
Sopra Valeriana Mariani
Donna Impresa Magazine con
due membri della giuria: il
Fashion Blogger Armando
Terribili e Mariateresa D'Arco,
Direttore Locale Caserta della
rivista "Slide" www.slideitalia.it
in basso: Valeriana con il Vice-
Presidente di Altaromamoda
Valeria Mangani Presidente di
giuria dello SMAC di Salerno.
production
In alto: il team di stilisti che hanno sfilato allo SMAC FASHION AWARD 2012. Fra le novita' del prossimo
appuntamento anche il moda mare e la riconferma di quanto già intrapreso con successo nella scorsa
edizione dal Patron Pasquale Salsano: ovvero il fornire agli stilisti che aderiranno, la possibilità di
immettersi in un circuito virtuoso di esperienze e promozione che servirà loro ad accrescere non solo il
veicolare del proprio nome bensì anche accrescere il bagaglio di esperienze.
nella foto i presentatori Maria Sirna e Rosario Di Stefano con Valeriana Mariani in un bellissimo abito di Lucia Caccamo e Baldassarri Bruno
Da sinistra:Pasquale Salsano, Valeriana Mariani.
Giuseppe Fata, Claudia Ferrise e G. Emilio Bruzzese
Valeriana Mariani e il Presidente di
Casartigiani Mario Andresano
Nella foto di sinistra un momento della
presentazione del libro "Gianni/Versace:
lo stilista dal cuore elegante" scritto da
Tony di Corcia e pubblicato dalla casa
editrice pugliese Utopia Edizioni. Il
volume racconta, attraverso venticinque
interviste fatte ad altrettanti personaggi
che hanno incontrato, nella loro vita, il
designer scomparso nel luglio del 1997 a
Miami, aneddoti e curiosità legati allo
stilista. "L'intento era quello di omaggiare
tutto ciò che Gianni Versace è stato nella
maniera più rispettosa possibile -ha
esordito Tony di Corcia -, non
soffermandosi tanto sulla sua morte ma
piuttosto su quanto ha fatto nella sua vita:
per questo ho chiesto alle persone che
sono state sue amiche di parlare,
trasmettendo le proprie emozioni al
lettore. Ne sono venuti fuori ritratti eterogenei, ma tutti collegati ad una delle figure più rappresentative
del Novecento e del made in Italy; è inoltre un'immagine rara la foto di copertina che ritrae un Gianni
Versace sorridente, rimasta finora inedita e gentilmente donata dalla sorella Donatella". Lo slash nel
titolo divide, idealmente, i due aspetti della sua personalità, cioè Gianni, l'autenticità dell'uomo
raccontato dai suoi amici, e Versace, lo stilista visto dagli occhi di chi ha lavorato con lui o da chi ha
scelto i suoi abiti. La prefazione è stata affidata al fotografo Oliviero Toscani, mentre i 12 scatti degli
inserti a colori, prevalentemente inediti, sono firmati da Gian Paolo Barbieri. Una vita, quella di di Gianni
Versace che sembra proprio iniziare come una favola e finisce coi toni della tragedia ...
In passerella Maikol Creation
di Grancesca Carroccio
Un momento della sfilata di Chiara Banelli: al centro Valeriana
Mariani, Testimonial dell'8° Moda Show con le indossatrici
Raffaella Fazio ( da destra), Ester Baccini e Alessia Varrica.
8° MEETING MODA - STILISTI IN PASSERELLA Bronte, Eden del
pistacchio, con un frutto dal gusto e dall'aroma universalmente riconosciuti come unici e
particolari in tutto il mondo, si è resa palcoscenico esclusivo di una manifestazione di moda fra
le più suggestive. Il suo ideatore ed organizzatore, Pietro Galvagno, ha espresso il meglio
della moda made in Sicilia e non solo. Chiamate a sfilare, alle luci della ribalta, le creazioni di
due delle designer più talentuose di terra siciliana: Lucia Caccamo (Floridia) e Maikol Creation
di Francesca Carroccio (Bronte). Ospite d’eccezione la griffe Chiara Banelli di Udine, una
stilista che si è portata alla cronaca oltre che per i numerosissimi Riconoscimenti e Premi,
anche per essere stata scelta ad accompagnare l’immagine di Valeriana Mariani, Editore di
Donna Impresa neo-eletta Presidente di “International Association Women Entrepreneurs and
Business Leaders - Employment, Social Affaire & Equal Opportunities ” una associazione
internazionale di donne e che a Bronte era stata chiamata a presenziare in qualità di Madrina,
l’“8° Meeting Moda Stilisti in Passerella”, evento di cui riproponiamo di seguito i momenti più
significativi attraverso una rassegna fotografica. Il progetto ideato e diretto da Pietro Galvagno
per OMEGA PRODUCTION si è avvalso di partner di eccezione, a cominciare da Katia
Augello famosissima make-up artist titolare del Centro Vitakssana di Floridia che ha in attivo
alla carriera una moltitudine di premi nazionali e Donatella Accolla titolare del centro “Ricci e
Capricci”, anch’essa ripetutamente saltata all’attenzione della cronaca nazionale per le sue
performance professionali. L'evento, che si è tenuto Presso il Teatro Comunale di Bronte in
data 8 dicembre e che si è avvalso del prezioso supporto dell’Amministrazione Comunale di
Bronte, nella figura del Senatore Firrarello ed il Vice Sindaco Melo Salvia oltre che delle Forze
dell'Ordine VV.UU.Carabinieri, è stato l’occasione giusta per mettersi a confronto con il mondo
della notorietà, dell'apparire in Passerella, nel Set Cinematografico, nelle Copertine di famose
riviste. Ospiti della serata: attori, fra cui l’affascinante Gaetano Lembo, attrici, coreografi,
fotografi e fotoreporter del calibro del siracusano Gianni Luigi Carnera oltre che di Nunzio
Galvagno, Guido Ciraldo e Matteo Schilirò. Presenti produttori, manager e talent Scout, primi
fra tutti Michele Maccarone e Bruno Baldassarri che, in qualità di Direttore Marketing Italia
della rivista Donna Impresa, ha selezionato fra tutte le bellissime modelle i volti a cui
dedicheremo lo speciale “Belle scoperte” nel prossimo numero e che sono nello specifico:
Raffaella Fazio, Ester Baccini, Alessia Varrica, Morena Catania ragazza di grande talento alla
quale abbiamo anche rilasciato una nostra intervista visibile su you tube. Assenti giustificati a
causa delle condizioni metereologiche che hanno fatto precipitare Bronte dietro un inaspettato
manto di neve: Carmelo Ferrara in rappresentanza per l’IDI (Istituto Diplomatico
Internazionale), Titolare della "Together Eventi" e Patron del Concorso Internazionale di
Bellezza " Miss Regina d'EUropa" oltre che Patron del " Prestige Intarnational Talent" e la
cantautrice siciliana Adriana Spuria. “Il mio grazie a tutti i presenti, ivi comprese la bellissime
ragazze che hanno sfilato coordinate con grande maestria da Letizia Nicolosi - ci dice Il Patron
dell’evento moda Pietro Galvagno - doveroso da parte però omaggiare del mio più sentito
sincero, ringraziamento le persone che mi hanno sostenuto … è grazie a loro innanzi tutto se
tutto quello che abbiamo realizzato si è potuto magnificare. Con ciò mi riferisco al Dott. Guido
Giraldo titolare della omonima Farmacia ricca anche di Prodotti rivitalizzanti naturali e
Galenica varia, a Bronte - continua - a Gianfranco Messina titolare della Gioielleria Longhitano
(Bronte), ad Alfredo Montalto, Alfio Neri e Vito Giuffrida titolari di EUROSPIN "La spesa
intelligente" A.V.A. (Bronte) ed a Sicil Fruit. Non posso esimermi dall’esprimere gratitudine
anche ai presentatori: Maria Sirna e Rosario Di Stefano che hanno eccelso nel ruolo non facile
di interpretare lo spirito gioioso della manifestazione, è anche merito della loro grazia e
simpatia se la scaletta ha acquisito “un’anima”.
Non di meno bravi, il responsabile service
audio-luci Papette Eventi, il Dee Jay Luca di Vincenzo ed ovviamente il corpo di ballo Elisa
Montalto ed Emanuele Castelli TEN DANCE. Ultimi, ma solo in ordine cronologico, il mio
plauso al titolare della storica Caffetteria Luca di Luca Roberto (Bronte) conosciuta in tutto il
mondo per la preparazione artigianale di prelibatezze al pistacchio ed ai proprietari dell’Hotel
Parco dell'Etna Bronte (Ct), in quanto entrambi hanno omaggiato i nostri illustri ospiti
marchigiani di un’accoglienza meritevole di lode ... a me non resta pertanto ora che l’invitare
voi ed i vostri lettori e lettrici al prossimo "Moda Show Stilisti in Passerella” edizione2013”
In alto da sinistra: Valeriana Mariani con il Patron Pietro
Galvagno e Luigi Carnera; di seguito Valeriana con Donatella
Accolla e KatiaAugello. In basso alcuni scatti con i prestigiosi
ospiti presenti all'evento e della sfilata di Lucia Caccamo
Sara Iannone con Maria Giovanna Elmi e Rosanna
Vaudetti. A destra Ugo Mainolfi consigliere AEREC
Gli ospiti giurati di "Donne e vini ... da far girar la testa"
Da sinistra: Valeriana, Luigi Bruno, la soubrette Liliana
Pintilei, Sara Innone e la modella Marzia Saccomandi
Beati fra le donne: il celeberrimo parrucchiere dei VIP
Natalino Candido e lo stilista Luigi Bruno.
Valeriana con Mariapia Lettini
Valeriana Mariani con L'On. Katia Polidori
Valeriana con un calice di rosso "Le Renè" della
Cantina Santa Liberata (Fermo) indossa uno splendido
abito dello stilista partenopeo Luigi Bruno
DONNE E VINI DA FAR GIRAR LA
TESTA “Tenuta Gran Paradiso” –
Palombara Sabina (Roma) 28 settembre
2012. C’è un legame magico che si instaura tra la
bellezza e il fascino dell’arte sartoriale e il nettare degli
dei. Legame suggellato dai profumi del territorio nel
cuore della sabina, la Tenuta Gran Paradiso
dell’imprenditore Claudio Saccomandi ha ospitato la
manifestazione più fashion dell’anno. La splendida
padrona di casa, Sara Iannone, responsabile della Sico,
società immagine e comunicazione, ha riproposto la
fortunata manifestazione realizzata nelle precedenti
edizioni a Porto Rotondo, in Costa Smeralda e che ha
avuto come testimonial Marta Marzotto, Amii Stewart,
Franco e Celestina Taormina e Franco Carraro.
Wine&fashion, queste le punte di diamante del made in
Italy nel mondo. Ventuno le aziende vinicole in gara, una
per ogni Regione d’Italia, al fine di rappresentare tutto il
territorio nazionale. Una autorevole giuria tecnica,
composta dall’onorevole Catia Polidori, Maria Giovanna
Elmi e Rosanna Vaudetti (conduttrici RAI), Simonetta
Travaglini (manager della moda), Ernesto Carpentieri
(presidente AEREC), Ugo Mainolfi, Claudio Arcioni
(presidente dell’Arte dei Vinattieri), Claudio Marini
(direttore di International Post), Antonio Paris (consigliere
regionale), Maria Pia Lettini (immobiliarista), Giancarlo
Panarella (direttore ENOPRESS), Bruno Baldassarri
(direttore marketing “Donna Impresa”), ha decretato la
vittoria dei migliori abbinamenti. Per i vini bianchi: abito
bianco realizzato con tessuti di chiffon e seta con finiture
dorate, elegante e raffinato, indossato splendidamente
dalla modella Klarissa Nuga. L’abito ha saputo cogliere le superlative caratteristiche del Greco di Tufo delle cantine
Terranera della regione Campania. Per i vini rossi: l’intensità, il gusto fruttato e sensuale de Le Renè Rosso Piceno
DOC della regione Marche, è stato esaltato dall’abito rosso realizzato in chiffon, di linea essenziale e decorato con
pietre preziose Swarovski rosse rubino, indossato dall’affascinante Valeriana Mariani direttore del magazine “Donna
Impresa”. Un ricco buffet ha accompagnato la degustazione, con piatti rigorosamente scelti ed abbinati ad ogni
etichetta in base alle caratteristiche organolettiche dei vini. Ricordiamo che la manifestazione ha goduto di partner
prestigiosissimi in campo internazionale oltre che di una grandissima visibilità sui media, ribalta ancor più esaltata dalle
numerose personalità presenti sia in Giuria che tra gli ospiti. La dimora Gran Paradiso, che ha ospitato l’evento, oltre
agli spazi comuni della piscina, del maneggio, dei giardini, dispone di dieci piccoli e confortevoli appartamenti che sono
stati messi a disposizione su prenotazione delle aziende. Luigi Bruno, grande stilista partenopeo, che da oltre
trent’anni dedica la sua straordinaria creatività alla celebrazione della femminilità, in quest’occasione oltre al profumo
di donna ha portato in passerella il profumo di mosto selvatico. La scelta dei colori, dei tessuti e dei ricami sono stati
ispirati dai profumi inebrianti delle vigne e del loro nettare. L’ideazione e la realizzazione delle acconciature delle
modelle sono state affidate per la serata dall’hair stylist Natalino Candido. Elena Presti, grande attrice e ballerina di
origine spagnola, affermata in tutta Europa, si è esibita, accompagnata dal celebre chitarrista Juan Lorenzo, in danze
di flamenco e sevillanas, coinvolgendo gli ospiti presenti.
Ph: Patrizia Santangelo & Fazio Gardini
Valeriana Mariani e Morena Catania in
un momento dell'intervista realizzata
presso l'Hotel Parco dell'Etna a Bronte
COMINGSOON: INTERVIEW
Abbiamo smarrito la consapevolezza degli Antichi di essere un anello che congiunge un
prima e un dopo di umanità. Un mondo di ingiustizie, di soprusi, di sofferenza, di
prevaricazione, in cui si vive come schiacciati da imponenti meccanismi, in cui domina
soltanto il dio denaro, il PIL, la crescita, la ricchezza materiale. Riteniamo tutti di essere
incatenati a queste vite come se un altro mondo non fosse possibile; come se questa
società con le sue regole e la sua organizzazione non potesse esser cambiata nell'interesse
di tutti. Il nostro mondo è quello che gli uomini
sono riusciti fino ad oggi a costruire. E allora ai
giovani ed ai giovani vecchi, non resta forse
altro che cominciare a disobbedire a quei padri
putativi che hanno costruito un mondo
sbagliato che sta distruggendo il loro futuro,
che non lascia spazio alla speranza.
L’alternativa è dunque quella di capovolgere
l’ordine di questo mondo per cominciare a
immaginare un mondo nuovo Ne parliamo
con la manager Elisabetta Parise, Presidente
dell'associazione "Fondazioni Formiche
Giovani" insignita Donna "Acquario 2013
presso Palazzo Ferrjoli da Sara Iannone
presidentessa dell'Alba del Terzo Millennio in
occasione del suo compleanno.
PH: Patrizia Santangelo
OSPITI A CASA DI:ANNA FENDI
con Cecilia Villani (nella foto) e Bianca Maria
Caringi Lucibelli (Roma - Villa Laetitia)
Via G.Agnelli 36/38 _ Fermo (Italy) _ T. 0734.440249 _ info.omegamodel@gmail.com
COMING SOON
Valeriana e Luisa Ferretti
GRAN GALA' DELLA MODA - MALTA L’Organizzazione Internazionale
Commercio Estero - OICE, istituzione del Dipartimento per l’Internazionalizzazione delle
aziende dell’Istituto Diplomatico Internazionale, organizza, partendo da Malta, il primo Gran
Galà della Moda Italiana nel Mondo. L'evento ha la capacità di portare alla ribalta il designer,
fornendo i contatti giusti, farli sedere accanto ai grandi nomi. È a quel punto che il testimone della
cura degli stilisti più promettenti passa a un sistema in grado di accoglierli; un sistema fatto di
istituzioni, investitori, aziende e imprenditori che affiancano alla visibilità un aiuto tangibile nella
produzione per chi abbia il sogno di proseguire con il proprio marchio e non solo di finire in qualche
ufficio stile, anche se di prestigio. I contest sono indispensabili, soprattutto in un ambiente come
quello odierno, in cui la mole di creativi che esce dalle scuole è immensa, ecco perchè O.I.C.E. ha
messo in atto i suoi specifici strumenti promozionali come gli show room permanenti della rete
“ Italia For World” e i “temporay store” che potranno essere utilizzati anche come futura piattaforma
distributiva delle merci per essere vendute direttamente a grossisti ed importatori dell’area
interessata. In un mercato affogato dalle “figure professionali”, il Day Italian’s Talent si distingue per
la capacità di porre l’accento su un singolo designer. Si parla molto di trampolini di lancio: ma in
MALTA
realtà sono rari gli eventi che riescono davvero a fare la differenza. Quello che fa Mauro Broda,
Presidente dell'Istituto e Patron del prestigiosissimo evento è tutt’altro che evanescente: lui è stato il primo ad aver investito tempo, fatica ed energie in
DAY
ITALIAN’S
TALENT
A
un progetto di scouting delle nuove maestranze europee le cui parole d’ordine sembrano essere visibilità, contatti, network: "A Malta sfila un festival
della creatività che non cerca di definire delle figure professionali - ci dice Mauro - bensì di promuoverle nell’importante “bacino del Mediterraneo” che
comprende Europa, Nord Africa e Medio Oriente. Questa è contemporaneamente l’occasione per i buyer provenienti dall’omonimo scacchiere
economico di poter apprezzare i nostri prodotti ... Le leggi del mercato hanno privato la moda del sogno che l’ha resa grande, noi cerchiamo di
ritrovarle". L’evento sarà interamente video-ripreso e trasmesso in diretta Live attraverso la speciale tecnologia SkylineWebcams, visibile in tutto il
mondo dal sito www.SkylineWebcams.com. Info: Segreteria Organizzativa O.I.C.E _ infoidi@tiscali.it _ Tel.3774811001 _ www.idi-international.org
IL PREMIO IMPRESA ROSA D’ABRUZZO va a nove
imprenditrici la cui attività si è distinta in ambito regionale.
Successo di pubblico per la prima edizione della manifestazione
ideata da Luisa Ferretti della L&L Comunicazione che ha portato
venerdì 16 novembre in sala Kursaal le imprenditrici d’Abruzzo
che hanno fatto della propria azienda un’eccellenza del territorio.
Le premiate: Giachetti e Branella, Soydan Munire, Stefania
Pepe, Maria Iannetti e Angela D Eusanio, Eugenia Maria
Mancini, Valentina Muzii, Sara Di Silvestre, Valeria Di Felice,
Nadia Moscardi. Presenti nel tavolo dei relatori: Paolo Gatti,
Assessore del lavoro della Regione Abruzzo; Francesco
Mastromauro, sindaco di Giulianova, Antonella Ballone per
Confindustria Teramo, Giuseppina Bizzarri docente di diritto del
lavoro, Oriana Broccolini psicologa, Ady Melles cuoca e scrittrice,
Fabio Capolla giornalista de Il Tempo, Monia Pecorale segretaria
CGIL Teramo, Alessia De Paulis, delegata Pari opportunità ANCI,
Gabriella Russo Adriatica Consulting e Pietro Rosica, Presidente
Pmi Confindustria di Chieti. In giuria: Guido Campana assessore
alle politiche del lavoro di Teramo, i giornalisti Walter De
Berardinis e Alessandra Angelucci, Manuel De Nicola docente di
economia aziendale per l' Università degli Studi di Teramo,
Massimiliano Santonocito dello Studio Santonocio, Gabriella
Russo dell’Adriatica Consulting, Margherita Di Marco presidente
dell’Associazione Compagnia dei Merli Bianchi, Valeriana
Mariani Presidente di Donna Impresa e Silvana Verdecchia
presidente Coldiretti Teramo. L’evento è stato impreziosito da
una performance teatrale della Compagnia Dei Merli Bianchi. “Il
Premio Impresa Rosa d’Ambruzzo - precisa la Ferretti - è stato
patrocinato da Regione Abruzzo, Provincia di Teramo, Comune
di Giulianova, Confindustria Teramo, Università degli Studi di
Teramo, Comitato per le Pari Opportunità dell’Università degli
Studi di Teramo e sostenuto da numerosi sponsor che ringrazio".
MEDIA KEY: DA 30 ANNI AL SERVIZIO DI CHI COMUNICA
Il parterre degli eventi di Media Key è composto da direttori marketing delle più importanti aziende, operatori della comunicazione, professionisti del settore,
direttori creativi di agenzie di advertising, direttori di testate, giornalisti di autorevoli mensili e quotidiani nazionali, docenti universitari e personaggi famosi dello
spettacolo, dello sport e della politica. Chi sponsorizza gli eventi può disporre di una visibilità a 360 gradi grazie alla diffusione di 10.500 copie mensili di Media
Key e 9.500 di Tv Key agli operatori e ai decision maker delle aziende presenti alla serata di gala, ai 30.000 contatti al mese del nostro sito web e ai 10.000
nominativi della selezionata mailing list cui viene inviata la newsletter: un vero strumento di promozione aziendale e di consolidamento dello status.
OMEGA:MODEL
"La nostra azienda offre molteplici servizi al mercato attuale, nelle più disparate forme, dalla progettazione 3D fino al realizzo completo del
modello fisico su resina, copriamo ogni singola fase, nello specifico: consulenza per realizzazione di prototipi e modelli; studio per
dimensionamento in base ai passaggi del materiale di stampaggio; realizzazione di prototipi con possibilità di piazzare direttamente la forma per
avere l’effetto suola montata; ideazione di disegni in 2D per l’immagine della suola sia su laterale che su battistrada; realizzazione di modelli finiti;
programmazione CAD/CAM per realizzazioni della parte meccanica dello stampo, e molto altro ancora. Diciamo che è nata principalmente per
la produzione di modelli da utilizzare nella costruzione di stampi per fondi di calzatura, ma pian piano ha anche allargato i confini in molteplici
settori, collaborando anche con la realizzazione di programmazione CAD con aziende del settore alimentare, dentale, meccanico."
IULM Milano Media Key press&outdoor Valeriana Mariani premia: Volkswagen Group Italia nuova Audi Q3.
L'evento è stato presentato dagli straordinari Petra Loreggian e Germano Lanzoni
... E PLANARE,
TRASPORTATI
DAL VENTO DELLE
IMMAGINI ...
La pubblicità ha costruito intorno a noi un nuovo
paesaggio: cartelloni e insegne al neon, stampati,
televisione, eccetera. Cosicchè quasi tutto
l'ambiente che ci circonda sembra un paesaggio
creato almeno in parte per vedere di più. E' proprio
questo paesaggio commerciale che attrae la nostra
curiosità, che ci rapisce. Nella città dei grandi
magazzini e delle grandi reti industriali, dei grandi
palazzi e dei grandi monumenti, la percezione
visiva subisce una fortissima fascinazione ... è
come arrivare in un luogo in cui il linguaggio non ha
rapporto con i designati, ma solamente con gli
"espressi", e cioè con il senso.
LUCA: ESPOSITO
N.L.P. & Marketing Management Consultant www.lucaesposito.com
Luca Esposito un talento nella formazione una scoperta nella
fotografia, come nasce la tua professione di fotografo
Nasce dall’esigenza di trasformare un insieme magico di sensazioni,
atteggiamenti, atmosfere che si creano attorno al comportamento
umano in un icona istantanea che potrà rimanere per sempre.
Citi il comportamento umano per i tuoi trascorsi di docente e
trainer nel settore della comunicazione professionale
ovviamente
Diciamo pure che non si può prescindere da quelle esperienze che
con le conoscenze sono oggi il mio attuale bagaglio di competenza
sia nel lavoro che nella vita privata. D'altronde come sappiamo bene il
comportamento è comunicazione.
Complimenti, come sei riuscito in cosi breve tempo a ritagliarti
uno spazio considerevole nel settore della fotografia che come
sappiamo tutti soffre di “distorsioni” di mercato oramai da
moltissimo tempo
Se fai riferimento alla crisi generalizzata presente un po’ in ogni
settore posso risponderti con estrema tranquillità che grazie allo
sviluppo tecnologico mondiale anche in questo momento si è
propagato quanto mai a dismisura grazie ad un informazione globale
le persone hanno maggiori possibilità di scelta e i professionisti hanno
sicuramente ottime opportunità di far conoscere il proprio lavoro. Nel
mio campo tutto questo ha sicuramente evidenziato un considerevole
aumento di persone che scattano fotografie, basterà andare in giro
per la città per vedere ultimissime reflex “portate a spasso” lungo il
corso o nei centri commerciali, sicuramente ha condizionato la
produzione industriale orami totalmente immersa in continui ricicli di
marketing per sfornare prodotti a volte veramente inutili, ha stimolato
l’uscita di nuovi magazine specialistici e l’orami inevitabile esplosione
di gruppi sempre più seguiti nei vari blog e social network.
Appunto, i social Tu da esperto di comunicazione hai trovato
più vantaggi o svantaggi nell’utilizzo dei social network So che
sei molto attivo su Facebook con la tua pagina molto seguita.
Facebook è davvero incredibile! Ti permette di sviluppare un idea in
un tempo che prima era utopia solo pensarci. Collaborazioni
dall’estero in tempo reale, servizi dislocati qui e la per il paese,
feedback immediato sul comportamento insomma direi una vera
nuova realtà a disposizione ed utilizzo di tutti. Se solo penso a quanti
anni spesi in indagini di mercato, test di gradimento, ora se vuoi puoi
avere consenso o no con un click! Fantastico! Ricordo la prima volta
che, leggendo Theodore Levitt in Marketing Myopia, rimanevo
sconvolto come si potesse a volte essere cosi ciechi di fronte a
cambiamenti come quelli odierni; il mondo è cambiato e bisogna
cambiare con lui o ci sarà un inevitabile estinzione delle imprese e
delle professioni. Pensare oggi, di aprire uno studio o un negozio o
una qualsivoglia attività aspettando dietro al bancone l’arrivo della
clientela è praticamente un comportamento anacronistico e destinato
al fallimento. Per renderti una mia esperienza personale ti posso dire
che attualmente i dati statistici della mia pagina aperta solo a giugno
del 2012 sono davvero impressionanti e tutto questo anche grazie
anche alla mia attuale stretta collaborazione attiva con il marchio
Matrix che rappresenta in Italia una realtà di primordine nel settore del
Hair Style.
In una frase: Matrix: imagine al you can be! Ci vuoi parlare
dell’avventura intrapresa anch’essa da pochissimo tempo con
l’importante marca
Direi con estremo piacere, vista la splendida collaborazione che
abbiamo instaurato con tutto il management. Il mio rapporto con loro
è di una collaborazione ufficiale per il Centro Italia che mi ha visto alla
fotografia ufficiale e di scena dell’evento nazionale tenutosi a Riccione
per il lancio del rivoluzionario Colorinsider con un feedback sulle
immagini pazzesco: più di quattro milioni di visualizzazioni da tutto il
mondo con pubblicazioni online dalla Russia, UK, US, Canada,
Ukraina, Bulgaria, Australia. Un vero orgoglio per me che paesi di
tutto il mondo abbiano apprezzato l’ottimo lavoro svolto dal gruppo
italiano e che le mie foto si ritrovino in giro per il mondo.
Cito con piacere le parole del Direttore Generale di Matrix Italia
Luca Nava rilasciate alla nostra redazione: “E' un piacere
collaborare con Luca sia dal punto di vista professionale sia dal
punto di vista umano, un serio professionista, un abile fotografo
ed una persona sempre affidabile". Grandi collaborazioni quindi
Si, sono davvero fortunato di collaborare con professionisti di gran
fama nazionale ed internazionale e spero di continuare in questa
direzione potendo contare su illustri nomi del calibro di Lino Sorrentino
, Giancarlo Baldstein di Roma un vero punto di riferimento della
Capitale, con Officina Dello Stile di Torino con il suo Art Director Marco
Todaro che rappresentano il massimo per quanto riguarda
professionalità ed estro Italia e all’estero nel mondo del hair style, le
attuali collaborazioni con stilisti Italiani come il grande Franco
Ciambella, il marchio Nikon che oramai mi accompagna da moltissimi
anni, la bellissima, bravissima e lasciatemelo dire simpaticissima
attrice americana Demetra Hampton che seguo in teatro in questi
giorni e soprattutto con prestigiosi magazine come il tuo ...
Wow! Ma sbaglio o stai dando delle anticipazioni su una
possibile futura nuova collaborazione
Perché no Mai porsi limiti di collaborazione, il magazine è bello con
ottimi contenuti ed una splendida linea editoriale, quindi tutto è
possibile si vedrà.
Luca ti ringrazio del tempo dedicatoci, saremo sicuramente
curiosi a questo punto di cosa avverrà in futuro e siamo sicuri
di avere prossimamente tue notizie ma chiudiamo con una
frase: Donna Impresa
Per me, ogni donna è un impresa, sia che svolga una professione sia
che gestisca una casa e una famiglia: ogni donna è più di una cosa
contemporaneamente da sempre e tutte insieme rendono questa
nostra società più ricca e piacevole.
GIOVANNI:DI DIO
Photographer _ www.giovannididio.com
Brunch-ography e' un termine coniato da Luca
Esposito che unisce in se due parole Brunch
&Photography. È proprio questa l'idea che ha
avuto Luca nell'aprire questo 2013, un incontro
formativo gratuito aperto a tutti gli appassionati di
fotografia, moda e affini. Un intervento di un ora
dove Luca e molti amici professionisti saranno i
protagonisti di questo passaggio di know-how
professionale. Aneddoti, risposte, tecnica,
conduzione, consigli, attrezzature, saranno gli
oggetti calendarizzati degli interventi con un occhio
pure alla parte fiscale e legale che accompagna
questa professione.
Giovanni Di Dio classe '78 nasce a Benevento “per
gradito sbaglio” da una coppia di giovanissimi fidanzatini
Beneventani ,trasferitasi poi la famiglia a Milano,vive lì
fino all’età di 9 anni. Famiglia di calciatori come il fratello
Palmiro Di Dio “ex difensore di serie A ed attualmente
militante in Svizzera”,il padre Alfredo, lo zio Mario ed il
nonno Giovanni, tutti avrebbero voluto che questo artista
incompreso muovesse i primi passi nel mondo del
pallone, la cosa non avvenne e dopo il canto, il
pianoforte, la passione nello scirvere testi e poesie, la
cultura Hip-Hop con il suo primo gruppo “LA
TRAPPOLA”,poi la “MADE IN SANN-YO”, il suo spirito
artistico approda definitivamente nel mondo fotografico!
La fotografia è sempre stata una sua passione, mai
concretizzata in lavoro fino all'età di 24 anni in cui
vivendo in un periodo negativo dovuto anche alla
separazione dei suoi genitori, troverà nella fotografia la
sua grande valvola di sfogo, inizia a lavorare come
fotografo in Disco, dapprima nella sua cittadina natale
Benevento, “tra l'altro è stato uno dei primi a Benevento
a creare una vera e propria moda della fotografia nei
locali”; successivamente girando i migliori locali d'italia,
senza tralasciare le isole...e di recente anche una tappa
in una discoteca londinese! Malgrado le serate in disco
che lo aiutavano non solo ad accrescere la sua
notorietà, ma soprattutto a racimolare danaro da
investire in attrezzatura fotografica, non ha mai smesso
di studiare e sperimentare nuove tecniche fotografiche,
così tra book a modelle, sfilate di moda, concorsi di
bellezza, presiedendo diverse volte anche in giuria, ha
sviluppato le sue doti artistiche, trasformando questa
grande passione in un lavoro! Specializzato in foto di
moda, ideatore dello "Shooting vip day", ha realizzato
book fotografici per volti noti del mondo dello spettacolo,
diversi dei suoi scatti sono stati pubblicati su riviste
d'interesse nazionale, ha lavorato con Miss Cinema e la
Nazionale italiana attori ed attrici, Miss Mondo Italia
Abruzzo e Miss Ausonia; Ha presieduto anche in giuria
per nominare la più bella del sud Italia, fianco a fianco
con uno dei più grandi registi napoletani,
l’indimenticabile Ninì Grassia. Da un recente sondaggio
è risultato il piu' votato su 64 fotografi internazionali di
moda. Attualmente continua nel suo cammino artistico
cercando di offrire scatti sempre più originali ed è molto
richiesto anche per matrimoni e cerimonie in genere,
appassionato di fotografia sin da piccolo oggi è riuscito
ad affermarsi come valido artista-professionista.
Tutti i fotografi sono forse un
po' voyeristi, perchè amano
l'immagine, specialmente
quando devono inseguirla a
lunga prima di poterla
catturare. Anche in questo
aspetto la fotografia cela un
significato più profondo: la
segreta speranza di catturare
la realtà, ovvero arrestarla in
uno scatto rendendola eterna.
TONY: PH
http://facebook.com/Tony.Photographer.CT
Entusiasmo, emozioni, iniziativa e dinamismo
mi hanno da sempre spinto ad andare avanti
nel lavoro così come nelle mie passioni, una in
particolare la fotografia che cresce giorno dopo
giorno grazie anche ai social network come
facebook. Lì ho creato il mio profilo con il nome
d’arte Tony Ph dove pubblico i miei scatti, ed
inoltre anche una pagina FS@Photoservice
(Fotoamatori Siciliani) con tutti i servizi
realizzati alle fotomodelle. Quello che cerco di
fare è pormi degli obiettivi da raggiungere e
una volta realizzati, vado alla ricerca di un
qualcosa che mi consenta di crescere
GIACOMO:PROPERZI
347 7853738
Factory Agenzia _ M.
_ giacobs@gmail.com
Giacomo Properzi nasce a Porto San Giorgio
nelle Marche ed inizia la sua carriera
professionale a Roma nell’ambito
cinematografico, televisivo e pubblicitario. Come
aiuto regista di affermati professionisti quali
Gabriele Muccino, Antonello Grimaldi, Gianluca
Tavarelli, Michele Placido collabora alla
realizzazione di pellicole importanti come “Liberi”,
“Distretto di polizia”, “Il grande sogno” e molte
altre, affiancando sempre il lavoro di
coordinazione dei grandi maestri con il lavoro sui
nuovi linguaggi dei nuovi registi emergenti.
Contemporaneamente porta avanti la sua antica
passione artistica, infatti con l’incontro nel 2006
con il curatore/artista Raffaele Bedarida, inaugura
l’apertura, a Roma nel meraviglioso scenario del
quartiere di Trastevere, di una galleria d’arte
DAVAR dove vengono proposti e incoraggiati i
nuovi linguaggi di artisti italiani e internazionali. Da
qui il passaggio verso l’ambito artistico nel settore
della moda e pubblicitario è breve e li riprende il
discorso fotografico che affianca alla
sperimentazione video. Dall’incontro con la
stilista/artista Caterina Micheli nasce l’idea di
realizzare Factory una ampia società che appunto
si occupi di realizzazione di pubblicità, moda, night
life, campi che consentono un libera
sperimentazione dei vari linguaggi dalla fotografia
al video passando anche per grafica e pittura. In
collaborazione con molti locali e discoteche viene
portato avanti anche un discorso di scenografia
multimediale e mapping video per rendere sempre
più spettacolari gli eventi proposti dalle varie
organizzazioni di eventi. Dal 2010 Factory lavora
nel centro Italia in collaborazione con le più
importanti aziende di moda in generale soprattutto
nel prolifico territorio marchigiano ma senza
escludere altri settori come quello gastronomico e
del turismo.
GIACOMO: PROPERZI
PAOLO:LO RUSSO
Nato nel 1971 a Bari, sin dall'infanzia mostra un temperamento artistico ed una sensibilità a 360°.
Appassionato di disegno, ballo e canto, nel 1989 si diploma al Liceo Artistico Statale di Bari. Nel
1990 si avvicina alla fotografia in maniera professionale e comincia a frequentare i corsi della
scuola dei F.lli Antonelli a Bari. I suoi studi si proiettano in una continua ricerca della realtà
attraverso immagini che trasmettano forti emozioni e mostrino l'anima di chi guida l'obbiettivo,
rendendo dinamico ciò che è immobile ed esaltando la personalità vera dei soggetti ritratti. Il suo
percorso visivo e la sua capacità di catturare momenti e attimi di vita colpisce al cuore lasciando
tracce di storia, di espressione e di umanità. In ogni singolo scatto i dettagli sono curati tanto da
diventare pura essenza della foto stessa; le luci e le sfumature, poi, fanno di queste foto un gioiello
d'arte. Paolo Lorusso arriva con la sua arte a parlare senza usare parole, a far sorridere,
emozionare e riflettere allo stesso tempo. Free-lance di natura, oggi è apprezzato e stimato
collaboratore esterno di diversi studi fotografici in Puglia, agenzie e riviste di moda internazionali,
enti pubblici e privati. Ha partecipato a molteplici concorsi fotografici nazionali e internazionali
ottenendo ottimi riscontri sulle sue ricerche; ha esposto in diverse collettive a livello nazionale con
l'Associazione Fotografica Rocco Verroca di Casamassima (Ba). Ha partecipato a molteplici
concorsi fotografici nazionali e internazionali ottenendo ottimi riscontri sulle sue ricerche; ha
esposto in diverse collettive a livello nazionale con l'Associazione Fotografica Rocco Verroca di
Casamassima (Ba). Numerose le esperienze consumate sul territorio, tutte egualmente meritevoli
di plauso fino a che, nel 2005 fonda, con Francesco Simone e Luciana Zollo, l'Associazione
Radica Onlus, finalizzata allo sviluppo sullo studio visivo di Territorio-Uomo-Ambiente. Nello stesso
anno, nella Sala Murat di Bari, organizza, allestisce (con l'aiuto dell'Architetto Laia Gagliani di
Milano) e cura artisticamente la collettiva “La Società dei Vizi”. La mostra, sostenuta dal comune di
Bari nella persona dell'allora assessore alla cultura Dott. La Forgia, prende in esame l'uomo ed il
territorio in un confronto immediato ed emotivo di risorse ed aspetti, partendo da una dimensione
dimensione mondiale e nazionale per arrivare alla realtà regionale pugliese. Nel 2008/2009,
l'importante collaborazione con Edizioni Condé Nast per il reportage fotografico dell'evento
fieristico Ia Sposa nelle edizioni di Milano e Roma; le foto dei suoi reportage sono apparse sulle
maggiori testate di settore quali Vogue Sposa e Sposabella. Nel 2010 apre il suo Atelier nel centro
di Bari (via Dante 33) dove espone i suoi lavori e riceve i suoi clienti. Ancora oggi continua la sua
ossessiva ricerca della realtà attraverso forti emozioni, attraverso lo studio sull'uomo e le cose nel
mondo, nel suo mondo. Ancora oggi la sua voglia artistica gira a 360° senza soste. Le sue foto
sono ormai ricercate da diverse testate giornalistiche nazionali ed internazionali e distribuite in
collezioni private in tutto il mondo.
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Valeriana e Luisa Ferretti
GRAN GALA' DELLA MODA - MALTA L’Organizzazione Internazionale
Commercio Estero - OICE, istituzione del Dipartimento per l’Internazionalizzazione delle
aziende dell’Istituto Diplomatico Internazionale, organizza, partendo da Malta, il primo Gran
Galà della Moda Italiana nel Mondo. L'evento ha la capacità di portare alla ribalta il designer,
fornendo i contatti giusti, farli sedere accanto ai grandi nomi. È a quel punto che il testimone della
cura degli stilisti più promettenti passa a un sistema in grado di accoglierli; un sistema fatto di
istituzioni, investitori, aziende e imprenditori che affiancano alla visibilità un aiuto tangibile nella
produzione per chi abbia il sogno di proseguire con il proprio marchio e non solo di finire in qualche
ufficio stile, anche se di prestigio. I contest sono indispensabili, soprattutto in un ambiente come
quello odierno, in cui la mole di creativi che esce dalle scuole è immensa, ecco perchè O.I.C.E. ha
messo in atto i suoi specifici strumenti promozionali come gli show room permanenti della rete
“ Italia For World” e i “temporay store” che potranno essere utilizzati anche come futura piattaforma
distributiva delle merci per essere vendute direttamente a grossisti ed importatori dell’area
interessata. In un mercato affogato dalle “figure professionali”, il Day Italian’s Talent si distingue per
la capacità di porre l’accento su un singolo designer. Si parla molto di trampolini di lancio: ma in
MALTA
realtà sono rari gli eventi che riescono davvero a fare la differenza. Quello che fa Mauro Broda,
Presidente dell'Istituto e Patron del prestigiosissimo evento è tutt’altro che evanescente: lui è stato il primo ad aver investito tempo, fatica ed energie in
DAY
ITALIAN’S
TALENT
A
un progetto di scouting delle nuove maestranze europee le cui parole d’ordine sembrano essere visibilità, contatti, network: "A Malta sfila un festival
della creatività che non cerca di definire delle figure professionali - ci dice Mauro - bensì di promuoverle nell’importante “bacino del Mediterraneo” che
comprende Europa, Nord Africa e Medio Oriente. Questa è contemporaneamente l’occasione per i buyer provenienti dall’omonimo scacchiere
economico di poter apprezzare i nostri prodotti ... Le leggi del mercato hanno privato la moda del sogno che l’ha resa grande, noi cerchiamo di
ritrovarle". L’evento sarà interamente video-ripreso e trasmesso in diretta Live attraverso la speciale tecnologia SkylineWebcams, visibile in tutto il
mondo dal sito www.SkylineWebcams.com. Info: Segreteria Organizzativa O.I.C.E _ infoidi@tiscali.it _ Tel.3774811001 _ www.idi-international.org
IL PREMIO IMPRESA ROSA D’ABRUZZO va a nove
imprenditrici la cui attività si è distinta in ambito regionale.
Successo di pubblico per la prima edizione della manifestazione
ideata da Luisa Ferretti della L&L Comunicazione che ha portato
venerdì 16 novembre in sala Kursaal le imprenditrici d’Abruzzo
che hanno fatto della propria azienda un’eccellenza del territorio.
Le premiate: Giachetti e Branella, Soydan Munire, Stefania
Pepe, Maria Iannetti e Angela D Eusanio, Eugenia Maria
Mancini, Valentina Muzii, Sara Di Silvestre, Valeria Di Felice,
Nadia Moscardi. Presenti nel tavolo dei relatori: Paolo Gatti,
Assessore del lavoro della Regione Abruzzo; Francesco
Mastromauro, sindaco di Giulianova, Antonella Ballone per
Confindustria Teramo, Giuseppina Bizzarri docente di diritto del
lavoro, Oriana Broccolini psicologa, Ady Melles cuoca e scrittrice,
Fabio Capolla giornalista de Il Tempo, Monia Pecorale segretaria
CGIL Teramo, Alessia De Paulis, delegata Pari opportunità ANCI,
Gabriella Russo Adriatica Consulting e Pietro Rosica, Presidente
Pmi Confindustria di Chieti. In giuria: Guido Campana assessore
alle politiche del lavoro di Teramo, i giornalisti Walter De
Berardinis e Alessandra Angelucci, Manuel De Nicola docente di
economia aziendale per l' Università degli Studi di Teramo,
Massimiliano Santonocito dello Studio Santonocio, Gabriella
Russo dell’Adriatica Consulting, Margherita Di Marco presidente
dell’Associazione Compagnia dei Merli Bianchi, Valeriana
Mariani Presidente di Donna Impresa e Silvana Verdecchia
presidente Coldiretti Teramo. L’evento è stato impreziosito da
una performance teatrale della Compagnia Dei Merli Bianchi. “Il
Premio Impresa Rosa d’Ambruzzo - precisa la Ferretti - è stato
patrocinato da Regione Abruzzo, Provincia di Teramo, Comune
di Giulianova, Confindustria Teramo, Università degli Studi di
Teramo, Comitato per le Pari Opportunità dell’Università degli
Studi di Teramo e sostenuto da numerosi sponsor che ringrazio".
MEDIA KEY: DA 30 ANNI AL SERVIZIO DI CHI COMUNICA
Il parterre degli eventi di Media Key è composto da direttori marketing delle più importanti aziende, operatori della comunicazione, professionisti del settore,
direttori creativi di agenzie di advertising, direttori di testate, giornalisti di autorevoli mensili e quotidiani nazionali, docenti universitari e personaggi famosi dello
spettacolo, dello sport e della politica. Chi sponsorizza gli eventi può disporre di una visibilità a 360 gradi grazie alla diffusione di 10.500 copie mensili di Media
Key e 9.500 di Tv Key agli operatori e ai decision maker delle aziende presenti alla serata di gala, ai 30.000 contatti al mese del nostro sito web e ai 10.000
nominativi della selezionata mailing list cui viene inviata la newsletter: un vero strumento di promozione aziendale e di consolidamento dello status.
OMEGA:MODEL
"La nostra azienda offre molteplici servizi al mercato attuale, nelle più disparate forme, dalla progettazione 3D fino al realizzo completo del
modello fisico su resina, copriamo ogni singola fase, nello specifico: consulenza per realizzazione di prototipi e modelli; studio per
dimensionamento in base ai passaggi del materiale di stampaggio; realizzazione di prototipi con possibilità di piazzare direttamente la forma per
avere l’effetto suola montata; ideazione di disegni in 2D per l’immagine della suola sia su laterale che su battistrada; realizzazione di modelli finiti;
programmazione CAD/CAM per realizzazioni della parte meccanica dello stampo, e molto altro ancora. Diciamo che è nata principalmente per
la produzione di modelli da utilizzare nella costruzione di stampi per fondi di calzatura, ma pian piano ha anche allargato i confini in molteplici
settori, collaborando anche con la realizzazione di programmazione CAD con aziende del settore alimentare, dentale, meccanico."
IULM Milano Media Key press&outdoor Valeriana Mariani premia: Volkswagen Group Italia nuova Audi Q3.
L'evento è stato presentato dagli straordinari Petra Loreggian e Germano Lanzoni
VALERIANA: MARIANI
AmministratoreWorldServiceLaComunicazionePensata_PresidenteNazionaleDonnaImpresa
Artigianato
Commercio&Industria_PresidenteInternationalAssociationWomenEntrepreneursandBusinessLeaders
Employment Social Affaire&Equal Opportunities_ EditoreDonnaImpresaMagazine
nella foto: Valeriana indossa un abito della stilista siciliana Graziella Bonaccorso
my name is Joyk ...
La terapia chiamata "Doll Therapy" o “Empathy Doll” consiste nel ricorso all'oggetto bambola che riveste gradualmente un
significato simbolico in grado di aiutare a migliorare il benessere delle persone con problematiche che compaiono
generalmente in età avanzata. Le bambole terapeutiche originali, denominate Joyk, possiedono caratteristiche particolari
che potrebbero non farle apparire come le bambole più belle in vendita, ma che le rendono maggiormente in grado di
suscitare emozioni e che per questo vengono definite anche “bambole empatiche”.
la Verità è al di là delle opposizioni duali
nonsolobambole speciale
Molti studiosi si sono
sforzati di spiegare l'ultimo
misterioso haiku del poeta
Junichiro Kawasaki:
"Senza rimpianti è la mela,
non sa di non essere
pesca". Fu scritto la
mattina del 3 novembre
1996, poco prima che il
vecchio poeta e sua moglie
assumessero la dose di
arsenico che li avrebbe
uccisi. Kawasaki parlava di
sé, parlava di loro, parlava
di noi con la voce di chi
guarda la vita dal margine.
La parabola mi è tornata
alla mente leggendo di
Bronnie Ware, l'infermiera
australiana trapiantata a
Londra che ha raccolto i
rimpianti dei malati
terminali che ha assistito e
li ha pubblicati in un libro di
successo: The top five
regrets of the dying. "I
cinque rimpianti di chi sta
per morire" sono non avere
vissuto secondo le proprie
inclinazioni, ma secondo le
aspettative degli altri (1).
Avere lavorato troppo (2), non avere avuto il
coraggio di esprimere i propri sentimenti alle
persone care (3); avere perso di vista gli amici
(4); non essersi permessi di essere felici (5). È
una la lista che sulle prime può avere effetti
devastanti perché ti costringe a guardare la tua
esistenza da fuori, tutta d’un fiato, e a trarre un
resoconto in corsa, probabilmente catastrofico.
La tentazione è precipitarsi a dare le dimissioni
o abbandonare figli e marito per coronare il
sogno, mai inseguito davvero, di diventare
altro. La verità è che i rimpianti sono sempre
originati dalla vita e mai viceversa. Sono la
metà mancante di quello che siamo. Se
l'indagine fosse fatta tra ergastolani, tossici e
rockstar maledette in punto di morte si
otterrebbero risposte antitetiche: non avere
dato retta ai consigli, avere lavorato poco,
avere sovrastimato sentimenti, amici e felicità.
Ma la storia personale di ognuno si incrocia
sempre alla storia profonda degli uomini. Un
contadino marchigiano del 1700, un gladiatore
romano, una cortigiana assira difficilmente si
sarebbero dispiaciuti di non avere avuto la vita
che volevano. Una Storia universale dei
rimpianti racconterebbe, forse, che in punto di
morte gli antichi provavano rimorsi più pratici,
legati a episodi specifici, per comportamenti
sbagliati o occasioni perdute. Non
rimpiangevano altre vite per la semplice
ragione che non potevano neppure
immaginarle. Il nodo da cui erompe la nostra
idea di felicità si annida qui. Oggi, è doloroso il
peso delle strade non imboccate, delle scelte
non fatte, delle vite che non abbiamo vissuto
perché il Novecento è fondato sulla vastità
della scelta. È questa la sua invenzione più
immensa. Ogni uomo è libero di diventare
quello che è davvero. E allora perché gli
scaffali delle nostre vite non sono stipati come
quelli del supermarket La teoria del
Multiverso - gli infiniti universi paralleli della
meccanicaquantistica-èlatraduzione
scientifica di questa molteplicità culturale ed
economica. Per millenni, poi, si avevano
poche esistenze-modello, oggi ognuno è
sottoposto a un bombardamento di vite
possibili. Di eroi e vite imitabili. Avere un'unica
vita appare una limitazione; Io sono l'armonia
di una vita e la sua eleganza che risiedono,
invece, nell'adesione perfetta a se stessi,
nell'accettare quell'irripetibile agglomerato
carico di memoria e confinato nello spazio e
nel tempo in cui consiste la nostra identità. In
fondo, è la storia narrata da Martin Buber di
rabbi Sussja che in punto di morte, esclamò:
"Dio non mi chiederà perché non sono stato
Mosè, ma perché non sono stato Sussja". O
potremmo dire, con altre parole: il cammino
verso se stessi. Quel cammino nel quale,
riconoscendo lo splendore vitale del proprio
dimorare nel mondo, in quell'istante totale del
qui e ora, si realizza l'estrinsecazione
dell'occasionale come necessario, del relativo
come assoluto, la potente e vibrante verità del
finito abitato da infinita bellezza, l'umile cosa
che rivela il suo amore originario. La goccia del
rubinetto, il passo per strada, una parola
distratta, un rumore nell'aria ... Il resto è solo
infinita distanza tra alto e basso, dualismo.
Devozionismo terrorizzato o disperazione
nichilista. La gioia è originaria. La propria
identità è irripetibile. Non esistono due persone
identiche, anche se i gemelli omozigoti
possono in larga misura essere considerati
come dei soggetti uguali, quasi dei cloni l'uno
dell'altro. La consapevolezza di possedere
un'identità chiara è un elemento di grande
importanza, ma altrettanto importante, se non
di più, è il sentire che la propria identità è forte,
sana, accettabile, buona e di valore. Ognuno
di noi, per potere vivere bene, deve avere
stima della propria identità. A volte abbiamo
bisogno di alcune conferme dall'esterno, da
parte di persone o di oggetti atti a comunicarci
che siamo a posto e che andiamo bene.
Attenzione però che questo bisogno non sfoci
nel cosiddetto "narcisismo", ovvero nella
tendenza ad affidare il nostro valore a oggetti
la cui scelta dipende soprattutto da fattori
socio-culturali. La nostra storia non deve
essere dunque la storia della mela d'autunno
di Junichiro Kawasaki che cade senza
rimpianti perché il desiderio di un'esistenza da
pesca non l'ha mai neppure sfiorata. Il vivere lo
stupore continuo di scoprire tutti i frutti che
sono racchiusi in noi e il desiderio di viverli, lo
sono. Questo, e solo questo.
"Dedicato a tutti quelli che vivono un'esistenza
da mele perché non sanno di essere pesche".
www.donnaimpresa.com 91
MANGA
VALERIA
NI
Vice presidente di Alta Roma
di Maria Pia Della Valle
Quella delle donne non è mai stata una vita facile, fin dalla notte
dei tempi la donna ha dovuto affrontare innumerevoli sfide e una
competizione ad armi impari con l’uomo. Se per la Bibbia la donna
fu la tentatrice dell’uomo, colei che lo spinse al peccato,per tutto il
corso della storia antica la donna è stata relegata a vita domestica
senza possibilità di crescita e di acculturarsi. Per il Medio Evo,
addirittura, le donne, alcune donne, colpevoli solo di essere
capaci in medicamenti omeopatici, furono additate di stregoneria
e di essere amanti di Satana. La storia di genere ci ha insegnato
tanto, molte sono le pagine “nere” nella storiografia in “rosa”, le
donne, però, hanno avuto sempre spalle forti e passo dopo passo
hanno conquistato con fatica e sudore rispetto, diritti e pari dignità
rispetto al “sesso forte”. Esser donna è una sensazione
particolare, non è ovvietà sostenere che una donna, con la sua
sensibilità, il suo senso artistico, il suo istinto possa fare delle cose
speciali. Non è semplice esser donna, tantomeno è facile essere
una donna di successo, riuscire ad emergere e a far sentire la
propria voce. Questo articolo vuole essere un tributo alla donna, al
suo saper essere vincente, in un mondo costruito dalla mano
maschile. Un plauso alle donne, quelle capaci, quelle caparbie,
quelle che da sole hanno costruito qualcosa di unico, quelle che
fanno bene il proprio mestiere, che tutti i giorni si svegliano e
prima di essere manager, docenti o donne in carriera sono
mamme, mogli affettuose e che tutte le sere tornando a casa
chiudono la porta e riabbracciano i loro cari. Queste pagine
celebrano alcune delle donne straordinarie che contribuiscono
ogni giorno a scrivere la storia di genere, impugnando una penna
dall’inchiostro rosa. Parlando di queste figure femminili di ampio
successo e spicco non si può non citare una donna sicuramente
di successo che fa dell’eleganza, della cultura e della ricerca del
bello il suo impegno quotidiano: Valeria Mangani. Vice presidente
di Alta Roma, Consigliera per le Relazioni Esterne del Sindaco di
Roma, Docente di tecnologia dei tessuti alla Sapienza, non ha
dimenticato le donne, dal 2006, infatti, è Presidente
dell’Associazion e “Universo Femminile” che promuove l’immagine
femminile.
Valeria, lei è ciò che istintivamente chiunque
definisce una donna di successo, affermata.
Quanto è difficile affermarsi essendo donna
Com’è riuscita in questa “impresa”
Donna e successo sono un binomio delicato e per
taluni aspetti addirittura controverso, spesso sinonimo
di comportamento “combattivo” , necessario per
mantenere sempre la padronanza di sé in contrasto
ottico e fisico con lo schema sociale classico che
propone la donna dolce, fragile, gentile e remissiva,
bisognosa del consiglio e del supporto maieutico
dell'uomo pigmalione...(il mio 50% e' così). L’esigenza
di sostenere la competizione maschile sul posto di
lavoro e di doversi dimostrare all’altezza del proprio
ruolo, sottopone la donna ad uno stress intenso e
continuativo,spesso difficile da tollerare, che pone in
essere una severa selezione naturale che si realizza
attraverso una serie di meccanismi fisiologico-adattativi
che la rendono più adatta alla situazione (pensate a me
in Campidoglio per esempio ...). A tal proposito mi torna
in mente un calzante aforisma di Sir Charles Darwin
che sosteneva che in natura SOPPRAVIVE IL PIU'
ADATTO (The survival of the fittest). La donna di
successo è una donna che esce dagli schemi e dalle
briglie sociali e ridisegna il suo corredo genetico
adattandosi all'ambiente che la circondaeasuavolta
probabilmente migliorandolo. Come una
gazzella che nella savana fugge alla caccia
ostinata del leone che la insegue, così la
donna di successo diviene tale perchè riesce
a sopravvivere all'ambiente ostile, attingendo
ad energie inattese ed inesplorate sino a
poco prima, esempio calzante per me che
sono nata in Sud Africa. La donna di
successo si è talmente adattata all'ambiente
ostile al punto di guadagnarsi sul campo le
mostrine del comando, a costo di innalzare i
suoi ormoni dello stress, convivendo con
cortisolo e prolattina alle stelle, adattandosi
al fatto che mentre si scappa dall'aggressore
non ci si ferma certo per strada a ristorarsi e
rilassarsi o tanto meno a riprodursi o
dissertar di cinema o filosofia ...Tutto cio' la
rende rigida, fin troppo austera. Anche
l’abbigliamento ne risente: le sue scelte di
stile sono dettate dalla volontà di non
mostrare a colleghi e superiori la sua
femminilità, per non essere predata. Tutto
cio' in natura si definisce mimetismo criptico
difensivo e consiste per l'appunto nel
nascondersi da un predatore confondendosi
cromaticamente nello sfondo ambientale. La
donna di successo è fiera del suo carattere,
che le ha consentito di diventare quello che
e'! La donna di successo non è preda del
leone anzi all'occorrenza diviene predatore
lei stessa a sua volta. Un quinquennio di
attivita' come responsabile delle relazioni
esterne dell'attuale Sindaco di Roma
Capitale, di Vice Presidente di Alta Roma, di
CEO di varie compagnie, mi hanno posto a
contatto e confronto con personaggi di ogni
genere, politici, capi di stato, Presidenti di
multinazionali, premi Nobel, attori, cantanti,
stilisti, Maestri, etc. da loro ho appreso le
mille sfaccettature della diplomazia e delle
relazioni sociali, internazionali,
amministrative e produttive. Tutto ciò ha
fertilizzato il mio humus culturale di schietta
provenienza artistica, innestandovi il seme
della amministrazione chiara, trasparente e
fortemente positiva.
Lei può essere considerata, con un gioco
di parole, una donna che ama le donne,
che non le dimentica. Infatti, nonostante i
suoi numerosi impegni, si dedica molto
all’Associazione “Universo Femminile”
che lei stessa ha fondato. Quali sono gli
obiettivi principali di questo progetto
L'associazione si prefigge di Organizzare di
eventi benefici volti a promuovere le tante
sfaccettature del sociale aventi il mondo
femminile come protagonista.
"Consapevolizzare da Donna" e' la parola
d'ordine, volta ad esaltare una femminilità
attiva e moderna. Consulenza per eventi
culturali nazionali ed internazionali dedicati
all’universo femminile.Realizzare
pubblicazioni e conferenze. Organizzare
eventi umanitari. Partecipare attiva alle
campagne volte alla tutela dell’immagine e
della salute della donna.
L’icona dell’Associazione è quella di uno
specchio, che ricorda una delle
peculiarità classiche del mondo
femminile: La vanità. Lei, che è autrice di
www.donnaimpresa.com 95
vari best seller sulla salute e sulla nutrizione, che
rapporto ha lei con la vanità E con la bellezza
Cos’è la bellezza per lei
La prima strada che si rispecchia è proprio il caso di
dire nella mia associazione e che si apre davanti a
noi è quella della bellezza come ideale. Tra il bello e
il bene esiste un legame misterioso, inafferrabile e
indistruttibile. La "Bellezza", intesa in senso
"schilleriano", è un concetto universale. Ad essa è
affidato il potere di ricomporre in un'unità armonica il
disordine fondamentale della realtà, rendendola
capace, così, di rivelare un senso ultimo al di sopra
del suo stesso caos. La donna incarna il concetto
assoluto di bellezza a 360° dall'interno la bellezza
esplode evanescente e prorompente all'esterno. . In
tal senso condivido l'idea della bellezza di
Dostoevskij che coincide con quella che da Platone
("Il bello è lo splendore del vero"), passando per lo
Pseudo Dionigi Aeropagita ("Dio ci concede di
partecipare alla sua propria Bellezza") si innesta poi
saldamente nella tradizione russa con la nota
raccolta ascetica conosciuta come "Filocalia" e nella
tradizione di Alessandria costruisce una vera e
propria "iconosofia": una grandiosa Teologia della
Bellezza per la quale penetrare l'essenza delle cose
vuol dire essenzialmente contemplarne la bellezza
perfetta.L'universo femminile che io intendo è
contemplazione non solo estatica, ma dinamica delle
bellezza come musa consolatrice del genere umano.
La bellezza salvera' il mondo .... afferma il principe
Miškin nell'Idiota di Dostoevskij .Questa frase è quasi
un'evocazione lontana, manifesto della mia
associazione del mio stile di vita come donna, come
madre, come moglie.... di successo questo è
semplicemente la conseguenza di affrontare la vita
con il cuore e con la mente ben aperti ed in sincronia.
Nella costruzione russa della frase, "Mir spasët
krasotà", l'autore con una anastrofe inverte oggetto e
soggetto, "Il mondo salverà la bellezza", quasi a voler
sottolineare che il punto centrale in tutto ciò di cui si
sta parlando non è soltanto la bellezza, in quanto la
parola stessa "mir", che in russo - fatto curioso - ha
due significati: mondo e pace. L'universalismo della
cultura russa sembra discendere o incarnarsi nella
lingua stessa, laddove l'aspirazione all'armonia
concorde dell'umanità coincide con l'umanità stessa,
il mondo. Il punto centrale è dunque che il mondo
sarà salvato dalla bellezza: una profezia "linguistica"
in questo caso si avvererà e il semplice mondo/mir
diventerà la pace/mir. Interessante no
Come Vice Presidente di Alta Roma più volte ha
parlato del concetto di moda come Arte,
sartorialità, artigianalità, ponendosi l’obiettivo di
liberare questo settore dalla presunta
superficialità che lo attraversa e che spesso crea
pregiudizi. E’ possibile creare un concept di
Fashion più profondo Come
La moda ci racconta le nostre radici, da dove
veniamo e dove stiamo andando è la bussola del
genere umano. E' nata con il genere umano ed
accanto a lui procede non vacua espressione del
nulla e del superfluo, ma espressione del mondo
che cambia. La moda può salvare l'Italia ed il mondo
dalla crisi e lo fara' se sapremo ispirarci fedelmente
ai suoi principi, restaurando fiducia nel ns tessuto
sociale italiano ordito di di artigiani, santi, poeti,
navigatrori ed eroi ... Prendiamo per esempio la
Moda etica ed eco-friendly si stanno imponendo sui
mercati: chi non ne ha ancora capito le potenzialità
commerciali ed indistriali, resta tagliato fuori. Sono
sempre più numerose le aziende (importanti o meno
conosciute) che hanno sintonizzato le loro antenne,
orientando la produzione in base a questa nuova
consapevolezza, puntando sia sulla ricerca di
materiali a basso impatto, riciclati o riciclabili, che
rappresentano un passo importante verso la
salvaguardia dell’ambiente in cui viviamo, sia sul
sostegno a popolazioni disagiate, dando lavoro a chi,
altrimenti, non potrebbe garantire un presente e un
futuro dignitosi alla propria famiglia. Ho promulgato
pionieristicamente da anni questo aspetto sociale e
produttivo della moda. Dai jeans in cotone bio
all’abito nuziale realizzato da artigiani Nepalesi,
passando per scarpe di carta riciclata, capi in fibra di
latte e t-shirt griffate che garantiscono una adeguata
remunerazione ai coltivatori indiani, il futuro è
adesso: perché aspettare La moda come strumento
di miglioramento della qualita' di vita non e'
un'ipotesi, ma solida realta'!
Alta Roma si pone da sempre come promotrice di
giovani talenti con il concorso “Who’s on Next”
ed altre numerose iniziative. Quanto è
importante, nel panorama attuale, puntare sui
nuovi nomi oltre che a quelli altisonanti
l mondo uscira' dalla gravissima crisi economicofinanziaria
scoppiata nel 2008, ma la geografia
economica risulta profondamente sovvertita.
L'economia mondiale riprendera' gradualmente solo
se sapremo fare appello ai nostri talenti vocazionali
più antichi ed autentici..In un mondo sempre più
globalizzato crollano assiomi e certezze infranti dalla
crisi economica internazionale e le cui regole sono in
fase di riscrittura. La vittoria arridera' a chi ha avra'
fiducia nel cambiamento che parte dalla base, dai
giovani. Io questo concetto l'ho sempre sostenuto e
ribadito anche all'Universita' quando insegno.Mai
come in questo momento per sopravviverei vari livelli
istituzionali, civili e imprenditoriali sono chiamati a
complesse sinergie di lavoro di gruppo, mai come in
questo momento dovremo far leva sul team building,
si tratta di un obiettivo focale cruciale per rafforzare
la propensione delle nostre imprese all'export, se
desideriamo favorire la loro crescita dimensionale
(non a caso solo 8 mila imprese fatturano l'80%
dell'export italiano, cui nel complesso concorrono
190 mila aziende), l'innovazione e, dunque, una
maggiore capacità di competere. Who's on next
incarna questo concorso ispirativo che ho voluto
fortemente in Alta Roma e che sta fungendo da
archetipo di riferimento in tutto il mondo. Voglio
sottolineare con fermezza che lo scouting di nuovi
talenti creativi e produttivi sarà foriero della rinascita
nella moda, nell' arte e perchè no, anche della
politica. Chissa' che finalmente la ricetta della ripresa
non venga proprio dalla moda. Forse se qualche
illuminato stylist cominciasse ad amministrare i nostri
miseri bilanci cittadini, regionali e nazionali
potremmo uscire più rapidamente da questi mesti
momernti di crisiPer crescere in un mondo sempre
più competitivo, ogni Paese deve fare leva sui propri
assets. Un Paese come l'Italia dispone di una storia
millenaria, in ogni epoca “fertilizzata” con
l'innovazione tecnologica abbinata ai cosiddetti
“saperi del territorio”. Per accrescere il valore
aggiunto, dobbiamo rilanciare il nostro binomio
tradizione-innovazione, al di là del fattore
competitivo-prezzo che fu il fattore di successo
dell'ormai lontano miracolo economico.
la Verità è al di là delle opposizioni duali
Roberta, lei è una donna che ha creduto e crede molto nella
ricerca, quanto è stato difficile per lei, intraprendere la scalata
nel mondo del Fashion
Se una cosa non la sudi allora non te la meriti e non te la godi! È stato
un percorso di gavetta tutto in salita ma sono stata io a sceglierlo. La
mia famiglia aveva pensato per me una strada diversa. Non era la
mia. Per seguire la mia strada ho rinunciato ad ogni certezza. Ho
abbandonato gli studi di giurisprudenza per quelli artistici. Finiti gli
studi la mia caparbietà mi ha portato a Roma. Ho iniziato osservando
Madame Gattinoni in atelier e cercando di rubare con gli occhi, la
mente e il cuore ogni piccolo gesto delle sue mani. Tutto ciò che
imparavo mi spingeva ad andare oltre. Così mi sono innamorata
sempre più della ricerca. Poi ho capito che la ricerca non può avere
confini. Se è vera è libera. Se ti proponi un obiettivo non voli più.
Volando sono arrivata dalla moda al cibo. Fondamentalmente sono
di Maria Pia Della Valle
ROBERTA
RAZZANO
Ricercatrice e Storica del Costume
Esser donna non è semplice e non lo è ancor meno se
hai un ruolo, un’autorità, se conduci uno studio, se devi
comunicare sapere. Roberta Razzano è l’esempio di
donna che non si ferma mai, continua la sua ricerca in
campi assai diversi. Ricercatrice e docente di Storia del
Costume all’Università San Raffaele di Roma,
Coordinatrice del corso di Moda e Design Industriale
presso la stessa Università, specializzata in tecniche di
tintura tessile con il maestro giapponese, Laozi
Nagayama, la Razzano ha lavorato in molte maison di
moda cominciando il suo percorso dalla maison
Gattinoni. Partendo, poi, dalla sperimentazione di
tinture commestibili, ha allargato la sua esperienza al
mondo della Food Art dell’Associazione “Universo
Femminile” che promuove l’immagine femminile.
una persona che si annoia facilmente a fare sempre le stesse cose.
Ho bisogno di mettermi in gioco e avere stimoli nuovi. Questo è il
segreto. Ecco perché non mi fermo mai!
Dalla moda, dallo studio dei tessuti, all’insegnamento. So che
tiene particolarmente ai suoi ragazzi e che da insegnante cerca
di seguirli non solo teoricamente ma di spingerli a proporsi al
mondo della Moda, segnalando spesso valide opportunità di
visibilità. Quanto è importante credere nelle nuove generazioni
per l’attuale classe dirigente
Insegnare non vuol dire stare si un piedistallo. E’ sentirsi parte di una
comunità, di un mondo di persone unite nel profondo da un sentire
comune. Se dentro senti questo, insegnare fa parte della vita. E’
ovvio e naturale come respirare. Senza dirmelo me l’ha insegnato in
quei mesi di silenziosa dedizione il mio maestro giapponese. In
Oriente la conoscenza si trasmette in modo più diretto e meno
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azionale. E’ una comunicazione da cuore a cuore.
Ha mai letto lo zen e l’arte del tiro con l’arco Per
imparare l’allievo deve abbandonare tutti i suoi
preconcetti, perfino la volontà di riuscire, deve
perdere se stesso in un’armonia superiore con il
suo agire e con il risultato che otterrà. Ecco, è
esattamente cosi! Sinceramente penso che la
classe dirigente sia lontanissima da questo modo
di sentire.
Ci racconta brevemente il suo passaggio dalla
moda al food Cos’è, nello specifico, la food
art E’ qualcosa che và al di là di un semplice
pinzimonio colorato o di un cocktail inusuale ...
Guardandomi indietro adesso, sembra quasi un
cammino segnato, una serie di piccoli passaggi, in
se apparentemente insignificanti che mi hanno
portato ad esplorare un mondo nuovo. Con Laozi
(il mio maestro giapponese) ho imparato a tingere i
tessuti con i pigmenti naturali estratti dalle piante.
Fra quelle piante c’era il tè. Quando ho iniziato a
camminare da sola, da buona napoletana ho
provato a sostituire il tè con il caffè. Poi con il vino,
la curcuma, lo zafferano, i mirtilli, le fragole, la
menta, i pistacchi, il curry, la barbabietola. A volte
quei tessuti li avrei mangiati. Ed è stato grazie al
colore di quei tessuti che Fernanda Gattinoni mi ha
accolto nel suo atelier aprendomi le porte al mondo
dell’alta moda. Poi è stato naturale provare a
comporre usando i cibi stessi invece dei loro
pigmenti. Quando usi ingredienti naturali la
ripetitività è impossibile. E’ ripetitivo il prodotto
industriale, ma un grande chef non prepara mai
due piatti identici. Anche gli abiti che tingevo in alta
moda non erano mai identici. I cosiddetti food
designers cercavano la standardizzazione. Io
cercavo l’unicità. In questo, mi sentivo artista, non
designer. La mia era Food Art. Se dovessi definirla,
direi che: “La food art, è quella tendenza che
nasce in opposizione al food design, ribellandosi
all’appiattimento, alla freddezza ed allo standard
delle consuete creazioni ripetitive di matrice
sostanzialmente industriale.
La sua esperienza nel Food Design è
consolidata, con una collaborazione stabile con
il laboratorio di Fisica Gastronomica
dell’Università di Parma. Come viene vista la
donna in quell’ambito
Essere donna può essere un fardello ma anche
un’opportunità unica. Se riesci ad amarlo, quel tuo
essere donna, allora puoi davvero volare. A questo
punto non devi più chiederti come viene vista una
donna, ma solo come viene vista Roberta. E
quando vola, Roberta la si vede attraverso le sue
creazioni.
Spesso si usano dei termini in modo improprio,
specie nei settori in cui si è specializzata, cosa
ne pensa del proliferare di termini come art,
food, designer, fashion, ecc. che dovrebbero
essere accomunati ad una competenza ma che
spesso si ritrovano a fare solo “immagine”
Il problema non sono le parole. Sono le persone. Ci
si sveglia al mattino e si decide di essere un’artista,
un fashion designer e così via, senza avere
competenze, senza avere studiato, senza esercizio
e spesso anche senso estetico. Sta dominando un
mito stupido di una creatività che prevale sulla
tecnica. Ma da che mondo è mondo la creatività
può essere solo figlia della tecnica. Come diceva
Leo Longanesi: “L’arte è un appello al quale molti
rispondono senza essere chiamati”.
di Maria Pia Della Valle
Essere e apparire o apparire
ed essere Dalla foglia di fico
dell'Eden al pirandelliano
berretto a sonagli che regge
l'economia dei Paesi; “Dal
Celodurismo a Yes We Can
passando per il Vaffa... e la
Rottamazione”.
Mai come oggi il corpo risulta presente con
una tale forza nella scena politica che non
possiamo non considerarlo il nuovo
protagonista a fronte del quale le
polarizzazioni destra e sinistra, vecchio e
nuovo, conservatore e progressista paiono
obsolete e inutilizzabili. Si tratta di un
fenomeno molto interessante, anzitutto
perché diffuso in quanto assaliti dalle
IRENE PIVETTI: LIBRI
immagini dei leader politici nel nostro quotidiano ma anche, ed in particolare, ai fini della
comprensione del come e perché il corpo mediale del leader trionfi indipendentemente
dalle colorazioni politiche o dai programmi elettorali. Sono ormai molti gli studi che
trattano il tema del corpo Politico a partire da quello relativo alla metafora del corpo
(considerata nelle sue implicazioni simboliche e teologico politiche) e al ruolo che essa
svolge sia nell’autorappresentazione del potere, nella definizione di Stato e della
rappresentanza politica, sia in relazione alla dialettica o l’opposizione tra corpo sovrano
e corpo assoggettato che nelle trasformazioni del rituale e del simbolismo politico, e
dell’impatto dei media elettronici sul comportamento sociale, soprattutto in riferimento
alla sostanziale perdita dell’“aura” dei detentori del potere nel processo di
trasformazione a cui è sottoposta la sacralità del “corpo del re”, e quindi del “corpo del
leader”, nell’epoca dei media elettronici attraverso la “messa in scena” di quello che
prima era lo spazio del “retroscena”. In qualche modo, è come se l’ampiamente
discussa perdita di privacy fosse un fenomeno che riguarda i grandi leader almeno
quanto può riguardare le persone comuni. In altre parole, vi sarebbe una sorta di
reciprocità nella perdita della privacy operata dai media, grazie alla quale abbiamo un
qualche accesso all’intimità di chi ci controlla. Con questo non si vuole suggerire che gli
effetti di tale “perdita dell’aura” si giochino soltanto in chiave negativa: spesso i leader
possono utilizzare questa situazione come una risorsa per la loro immagine pubblica,
anche se le possibilità di “manipolazione” delle informazioni sulla loro intimità sono
considerevolmente minori rispetto a un tempo, e vi è una maggiore consapevolezza di
tali strategie da parte del pubblico. E’ In questa prospettiva che abbiamo individuato, ad
emblema dell’oggetto della nostra indagine, un libro che anatomizza le dinamiche del
cedimento della soglia tra scena e retroscena e di come esse, nell’ottica di un
abbassamento dell’eroe politico al nostro livello, comportino una “personalizzazione”
della politica, dove contano più i volti (telegenici) e le parole rispetto ad altri ordini di
considerazioni. Un’analisi asciutta e puntuale che rivela gli aspetti più significativi
dell’attuale comunicazione politica, scritta a quattro mani da Irene Pivetti, figura politica
d’eccezione, a 31 anni la più giovane presidente della Camera dei Deputati della
Repubblica Italiana, e Alessio Roberti, sociologo ed esperto di intelligenza linguistica,
che si è formato con il consulente in comunicazione di Bill Clinton e Barack Obama.
Una prospettiva diversa attraverso cui leggere e ascoltare i messaggi di chi chiede il
nostro voto e, in vista di nuove competizioni elettorali, acquisire un nuovo strumento di
giudizio. Citiamo testualmente “Dalla torre d’avorio del politichese all’impatto emotivo
del turpiloquio, dall’uso sapiente della metafora alla forza trainante dello slogan perfetto,
alcuni politici dimostrano di conoscere a fondo il potere del linguaggio, manifestando
quella che gli autori definiscono intelligenza linguistica”. Nota confortante dell’addotto è
che anche noi cittadini elettori possiamo acquisire questa abilità, diventando noi per
primi linguisticamente intelligenti e imparando così a distinguere tra i discorsi dei politici
e quelli dei politicanti attraverso le parole più ferite, più stanche, più tradite. Piantiamo
dei paletti, come facevano gli antichi quando fondavano una città nuova. Proponiamo
che il 2013 sia l'anno in cui il linguaggio riprenda fiato, con una specie di vaccinazione di
massa dalle manipolazioni e dalle mistificazioni: per la politica un bagno di umiltà, per i
cittadini un recupero di senso critico. Insomma, questo sguardo ironico e disincantato
alle trappole verbali (e non solo) che la politica ci propone ve lo consigliamo davvero
caldamente.. perché, per quanto anche affascinati da una istruttiva metafora in cui è
possibile leggere il dramma dell’uomo, che si muta in rêverie cosciente, nel racconto
“The Happy Hypocrite”, composto da Beerbohm nel 1897, non possiamo sconsacrare il
saggio Orazio: “Naturam expellas furca, tamen usque recurret” (Potrai scacciare la
natura col forcone tuttavia sempre tornerà). A buon intenditor, poche parole. Poche sì,
ma buone.
La seduzione, una moda che non passa mai di
moda
MUSICA
NEXT: EVENT
La seduzione inconscia è un'espressione talmente comune sulla Terra, che la maggior parte dell'umanità è cieca alla sua
esistenza, eccetto forse per il fatto di sentirsi fisicamente e emozionalmente diversi dopo averla subita. Sempre e
continuamente l'uomo è sedotto. Da bambino, attraverso la sorpresa che ogni nuova acquisizione comporta, è la seduzione dei
suoni, dei colori, dei profumi, di ogni cosa che accenda la sua fantasia. Da adolescente sono il potere del sogno e il richiamo
dell'utopia le forze da cui lasciarsi condurre altrove, nella sensazione appagante e onnipotente che sia possibile conquistare il
mondo e realizzare ogni aspirazione. Da adulti, la seduzione assume i mille volti del desiderio: le molteplici figure con le quali
l'uomo popola il suo immaginario per padroneggiare la sua solitudine esistenziale, la sua condizione di individuo che forgia
forme e simboli e che tesse racconti per darsi un'identità e una collocazione, per radicarsi nel mondo. Così è possibile parlare di
seduzione non solo amorosa, ma di una seduzione delle idee, di una seduzione dello spirito, della seduzione del male o delle
immagini. Dovunque si profili una promessa di riparazione, di appagamento, o l'illusione di una ricomposizione delle proprie
tensioni, o anche dovunque si intraveda una possibilità di sentirsi più pienamente partecipi della vita, attraverso la sfida del
perdersi e del ritrovarsi, lì è in atto la seduzione.
IN PRIMO: PIANO
"La musica seduce la nostra sensibilità, ma eccita anche la nostra attività intellettuale, offrendo alla filosofia un campo particolarmente ricco e stimolante
su cui esercitare le proprie riflessioni: come nasce una forma, come nasce un senso, come avviene una costruzione di suoni, che cosa è l’ascolto e la
percezione sonora, che cosa è il
suono stesso. Di questo e altro
parleremo con due straordinarie
interpreti della musica classica
che abbiamo avuto il piacere e
l’onore di ascoltare l’otto marzo
(festa della donna) ospiti
dell’Ambasciatore austriaco a
Roma Christian B. Berlakovits"
Cristina Cavalli è diplomata in
Pianoforte al Conservatorio "G.
Nicolini" di Piacenza e in Musica
da Camera al Conservatorio "B.
Maderna" di Cesena con il
massimo dei voti, nonché alla
prestigiosa Accademia "Incontri
col Maestro" di Imola, affianca al
CRISTINA: CAVALLI
GAIA: VAZZOLER
percorso musicale accademico altre esperienze di approfondimento, seguendo Corsi e Masterclass con importanti personalità del panorama musicale,
tra cui emergono come più significative Sergio Fiorentino, Pier Narciso Masi e Marisa Somma. L’attività solistica e cameristica l’ha portata su importanti
palcoscenici in Italia ed Europa con unanimi consensi di pubblico e di critica. Parallelamente all'attività concertistica tradizionale, collabora costantemente
con il mondo del Teatro e della Danza ideando e realizzando, personalmente ed in collaborazione con altri artisti, spettacoli di accostamento e di sintesi
tra la Musica e le altre arti. Il suo recital "Mediterraneo", un viaggio sonoro lungo le coste del Mar Mediterraneo, ha debuttato a Roma ed è atteso in altri
importanti centri in Italia, Spagna e USA. Gaia Vazzoler diplomata in pianoforte sotto la guida del M° Tiziana Poletta e Carmela Pistillo, si è laureata nel
2000 col massimo dei voti in DAMS presso l’Università RomaTre con il Prof. Mario Bortolotto, discutendo la tesi sperimentale in Storia della Musica
Richard Wagner e il pianoforte, che le è valsa la prestigiosa Borsa di Studio della Richard Wagner Stipendienstiftung di Bayreuth. Ha lavorato come
Musicologa presso l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia per oltre dieci anni, in veste di curatrice di numerose rassegne musicali di guida all’ascolto,
storia della musica e introduzione ai concerti, con esempi dal vivo al pianoforte ed interventi di artisti ospiti. Presentatrice di numerosissimi eventi,
concerti ed incontri musicali, ha presentato il Premio Speciale Via Vittoria conferito al Maestro Ennio Morricone nel 2010 ed al Maestro Luis Bacalov e
Prof. Bruno Cagli nel 2011. Curatrice del progetto Noteinviaggio (programma di viaggi musicali in collaborazione con l’Accademia Nazionale di Santa
Cecilia), ha recentemente pubblicato il saggio Roma di Note, itinerario musicale nella Città Eterna dal passato ad oggi. Collabora regolarmente con
l’Ambasciata d’Austria a Roma, il Rotary Club, l’Inner Wheel, la Reale Accademia di Spagna, il Conservatorio di Santa Cecilia, la Compagnia per la
Musica in Roma, l’A.Gi.Mus. e numerose altre istituzioni culturali, esibendosi come pianista sia in veste di solista che in formazioni da camera, con un
repertorio cha spazia dai grandi autori classici al primo Novecento. Tra gli ultimi impegni si segnala la collaborazione con Radio Vaticana nell’ambito della
trasmissione musicale Diapason, numerose dirette in qualità di musicologa per Radio Capital e la realizzazione del video documentario “Liszt e Roma”in
collaborazione col M° Michele Campanella, presentato in forma di concerto nella Sala della Protomoteca del Campidoglio e trasmesso integralmente da
RaiNews. Attualmente è impegnata in una serie di lezioni-concerto presso la Sala Ciampi di Roma (rassegna “Note e Movimenti”) ed è curatrice del
progetto “Musica in Circolo” per l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia.
VIVA LA VITA: BIANCAMARIA CARINGI LUCIBELLI
Gran Gala delle Margherite Festa di Primavera, una serata di solidarietà.
Una manifestazione annuale che ha contribuito alla realizzazione di numerosi progetti umanitari e che si terrà, come
di consueto, nei saloni dell’Hotel Excelsior di Via Veneto in Roma il 13 Aprile 2013. Saranno presenti, così come
avvenuto per le edizioni precedenti, circa cinquecento persone del mondo dell’imprenditoria, della cultura e dello
spettacolo, allietati da un concerto di “LINO PATRUNO E IL SUO JAZZ SHOW”, con la partecipazione della cantante
Giovanna Berardinelli. Quest’anno, il Gala, ideato ed organizzato da Biancamaria Caringi Lucibelli, va a beneficio
delle finalità statutarie di “VIVA LA VITA” Onlus associazione di familiari e malati di Sclerosi Laterale Amiotrofica che
ha come Presidente Onorario e Testimonial Erminia Manfredi ,moglie del compianto grande attore Nino. "I progetti di
beneficenza hanno uno scopo prettamente umanitario e di servizio, di volta in volta scelti dai vari partner che si
succedono senza vincoli politici,etnici e/o religiosi - spiega Biancamaria in una nota - tutto quello che riesco a
realizzare, con mero spirito di volontariato, lo faccio con il massimo impegno della mia persona, in quanto credo di
sfruttare le mie particolari doti di comunicazione e di comprensione verso il prossimo meno fortunato di noi. Tutti gli
obiettivi vengono realizzati grazie alla fiducia dei tanti sponsor a partire dall’ Hotel Excelsior che ogni anno con spirito
di solidarietà, contribuisce con la professionalità di tutto il personale dirigente e non in maniera ineccepibile alla
buona riuscita della manifestazione nei vari sontuosi saloni messi a disposizione degli illustri invitati".
LORENA: MAGLIOCCO
Autrice Tv e Storica dell'Arte
“Se l’ideale è la tramutazione, non tramuto nulla se non comincio
a mutare me stesso. L’utopia comincia domani, e può anche non
cominciare mai; la tramutazione comincia oggi e non ha mai
fine ”(Norberto Bobbio) . Maria Lorena Magliocco, 31 anni autrice
Tv e storica dell’arte. Oggi attiva concretamente nella vita politica
romana e Presidente dell’associazione Altruisti Nati. Fiera di non
aver apparati cerca nella propria generazione e nel proprio
genere la forza per sovvertire questo mondo, perché si può.
L’abbiamo incontrata per le strade del centro storico di Roma, in
una serata particolarmente fredda e tra le prime cose che ci ha
detto: “Anche se fa freddo, facciamo una passeggiata, adoro
questa città …la sento mia anche se nelle mie vene scorre il
sangue del Salento, terra antica e piena di storia. Fin da subito
ho capito che qui volevo vivere e realizzarmi. Conosco molto
bene questa città, le sue strade, i suoi palazzi, i suoi monumenti
e quei luoghi celati dalle guide turistiche. Roma è come una
grande madre accoglie tutti, ma ripudia nello stesso tempo se non ci sai vivere”.
BEATRICE: DAMIANI
Traduttrice
L’agenzia “Traduzioni e Lingue” ha sede a Riccione, nel cuore della Romagna, e fornisce diversi
servizi linguistici, quali, traduzioni, interpretariato e insegnamento
lingue. L’agenzia collabora esclusivamente con traduttori laureati
e specializzati in varie lingue, garantendo così un servizio di alta
qualità.
Chi si rivolge principalmente all’agenzia ‘Traduzioni e
Lingue’ ... Beatrice
"Aziende, privati, studi legali e professionali e non solo. Offriamo
corsi collettivi, lezioni individuali, a domicilio o presso il nostro
ufficio, corsi aziendali, ripetizioni private e lezioni via Skype. L’uso
di Internet è diventato indispensabile anche nell’insegnamento. In
questo modo il cliente è in grado di mettersi in contatto con noi
comodamente dal luogo in cui si trova, senza doversi spostare e
di conseguenza risparmiando tempo. Cerchiamo di accontentare
il cliente, trovando sempre un modo per rispondere alle sue
esigenze. Oggi più che mai, nell’era di Internet e con il mondo in
continua evoluzione, conoscere almeno una lingua straniera è
diventato indispensabile, per potersi muovere in autonomia e
comunicare più facilmente. Non a caso, i corsi di lingua sono
sempre più numerosi. La nostra agenzia organizza corsi di vari
livelli, dall’elementare all’avanzato, continuamente, in modo che
chi si iscrive ha poi la possibilità di passare al livello superiore e
di continuare a studiare la lingua che ha scelto finché lo desidera.
Chiunque può avvicinarsi a una lingua straniera, per esigenze di
lavoro o per piacere. Le lingue straniere sono ponti che ci
permettono di raggiungere luoghi vicini o lontani, e di comunicare
con le popolazioni di tutto il mondo" www.traduzionielingue.eu
VIRGINIA: BRESCIA
Artista
35 anni, nata a Parma e vive in Sardegna dall'età di quattro. appassionata di musica, strumentista e
cantante, da animatrice liturgica ad esperienze da solista in svariati cori polifonici, artista, smette i
pennelli eicolori, per dedicarsi a una nuova forma di "arte tridimensionale", nella forma del riciclo,
realizza diverse mostre in Sardegna, con un discreto successo di pubblico, incuriosito dalle forme e
dalle composizioni su tela, realizzate con svariati materiali, plastica, legno, ferro, spaghi, carta
cartone ... materiali per lo più recuperati nelle discariche, una sorta di "pulizia dell'ambiente", un'arte
tutta "ecologica", che risponde alla ferma convinzione, che l'arte è ovunque, è in cosa che
sappiamo osservare con occhi diversi. A breve, in Giugno,
presso la LIBRERIA BETTINI, a Cesena, si svolgerà una mostra
personale, sempre all'insegna del Riciclo. Virginia, una donna
forte e passionale, amante dell'eleganza, sensualità, della
musica che l'ha spinta a diverse collaborazioni artistiche, canta e
suona, lasciandosi traportare dalle note, spesso a occhi chiusi,
nel tentativo di trasmettere emozione al pubblico che ascolta, da
sempre sostenitrice dell'interpretazione delle parole di un brano,
la musica "è vita", e bisogna sentirla dentro per poterla far
esplodere nel cuore di chi ascolta, anche a discapito
dell'estensione vocale, spesso motivo di attrazione per il
pubblico.. Appassionata di fotografia, realizza foto
paesaggistiche sul suo piccolo paese Osini, di 800 abitanti, nel
quale vive dal 2008,terra povera economicamente, ma ricca di
attrazioni naturali da mozzare il fiato, e di un paese vecchio, di
pari fascino e bellezza...
ROMA _ ITALY
COMING: SOON
nel prossimo numero
PH: Roberto Baldassarri
Le sue opere siano lungi dall’essere confortevoli
ed “anestetizzanti” oggetti d’arredamento
L’arte è come la primavera, una fase di transizione, un risveglio vero e proprio. E’ una specie di alba dell’anima, un passaggio dal
buio e dal torpore dell’inverno all’energia positiva dell’estate. C’è quella sensazione di spensieratezza, di allegria e di aspettativa
che sottende a tutto; un po’ come quando apri gli occhi mentre stai ancora dormendo e ti accorgi che è una bella giornata, che hai
voglia di uscire, e inizi già a sentire i miti sbuffi di aria sulla pelle. In questa opera, prima di una di una lunga serie di lavori dedicati
alla Valle D’Aosta ed in particolare a Saint Vincent, Paolo ci narra le esuberanze visive, olfattive e tattili di un luogo indimenticato
per suggestione paesaggistica di cui egli è rimasto irrimediabilmente sedotto. Lettere poggiate su una tessera di cartone con la
leggerezza della neve racchiudono la promessa di ritornare. Tezera: E`il nome greco per 4 ma anche per l'elemento del
mosaico.Il lavoro e`un modulare di cartone ondulato dipinto ad acrilico formato da nove tesera (20x20 cm) fermato da un sistema
di listello ad incastro 60x60 cm. Il concetto di questa opera e`ispirato dai grandi pannelli publicitari, dopo un periodo di tempo finita
la loro funzione di comunicazione vengono demontati e rimontati a caso perdendo l`originale forma ma acquistando le nuove
valenze estetiche dettate dal caso. Tale concetto rientra nella ricerca che da alcuni anni sto compiendo nel mondo
dell'archeologia della comunicazione (alfabeti immaginari)in pittura e scultura. La scelta dei colori nella tesera rosso nero e le
lettere scelte richiamano un ipotetico alfabeto (Valle D`Aosta) smembrato e rocostruito in nuove versioni sempre diverse
dimostrando che il concetto di comunicazione non verbale rimane ed acquista nuovi valori. Il cartone ondulato dipinto ad acrilico
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con metodi grafici e`protetto da una vernice, è possibile metterlo sotto tecla di acrilato nel caso di ambienti particolarmente umidi
e fumosi.
Sullo sfondo l'opera (Tezera) del Maestro Paolo Sistilli dedicata alla Valle D'Aosta
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Estoril Viaggi vi consiglia il Saint-Vincent Resort&Casino
Capita a volte di avvertire già alla partenza che si prenderà
parte a qualcosa di unico, di speciale, indimenticabile. E’,
poi, una questione di empatia l’affiatamento che si crea con
le persone, lo stare bene fin da subito. Il giusto feeling che
si instaura, la bellezza di entrare in un mondo per il piacere
di condividere con altri quella quotidianità fatta di luoghi
suggestivi, di parole delicatamente pronunciate, di gesti e di
semplici momenti, veri e propri tesori di cui, poi, non vorrai
più fare a meno. Indimenticabile nelle sue esuberanze
visive, olfattive e tattili il Saint Vincent Resort&Casino. Ogni
luogo sembrerebbe essere stato pensato per stupire, ogni
persona della équipe sembrerebbe essere stata selezionata
sulla base della bellezza del sorriso, ogni oggetto scelto
affinché regali profonde emozioni, ogni allestimento scenico
affidato alla più talentuosa e bizzarra delle registe: la natura
che fa bella mostra dei suoi inimitabili spettacoli attraverso
sconfinati perimetri e tetti di trasparenti cristalli. Che si tratti
di leggere un libro nella hall, piuttosto che sorseggiare un
caffè o gustare un aperitivo, la suggestione è unica nella
sua irripetibilità, ed è così che capita di assistere al
rincorrersi capriccioso dei raggi del sole che fanno capolino
fra le nubi o in sconfinati azzurri, allo scroscio sensuale
della pioggia, al genuino fulgore della neve piuttosto che
all’ansimare poderoso del vento. Una autentica emozione
quando per la prima volta si scorge il proiettarsi dei raggi fra
le innumerevoli opere d’arte di cui si fregiano copiosamente
le pareti dell’intera struttura ma, ancor di più, quando essi si
scagliano fra la pietanze di una tavola riccamente imbandita
quasi a glorificarne la già prorompente bellezza. Ogni
emozione dicono abbia un odore particolare che a noi non
è concesso di scoprire e che la mente abbia la capacità di
allontanare il ricordo, rimuovendolo nell’inconscio … e che il
corpo invece non dimentica … ma chissà perché una
vacanza trascorsa al Resort&Casino di Saint Vincent
dell’inconscio proprio non ne vuole sapere ...
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I LUOGHI DELLA SEDUZIONE
Esperienze emozionali destinate a restare impresse nella memoria, il
fascino del contesto che riporti ogni relazione professionale alla sua
dimensione più confidenziale, l'importanza di unire al business il piacere
anche estetico: tutto questo deve offrire una struttura ricettiva oggi.
Questo spiega la fondamentale importanza per il settore mice delle
location d'elite come dimore storiche, castelli, residenze d'epoca e
venue di charme. Veri e propri tesori, di cui l'Italia è ricchissima, che con
le proprie architetture, i giardini, gli arredi, i pezzi d'arte si fanno custodi
della storia e delle tradizioni più affascinanti. Ve ne presentiamo qui una
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Il fascino delle dimore storiche nella Capitale
In posizione privilegiata nel centro di Roma, vicinissimo alla Stazione
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fascino antico, rappresenta il baricentro ideale per chi ama il confort
unito al fascino della dimora storica. Ubicato nel cuore del centro
cittadino in un antico palazzo nobiliare del 1900 interamente ristrutturato,
dista soli 50 metri da Piazza Barberini ed a soli 5 da Fontana di Trevi e
Piazza di Spagna. L’hotel dispone di 13 camere completamente
attrezzate con TV, telefono, minibar, aria condizionata e bagno completo
con straordinarie cabine e/o vasche Iacuzzi dotate di idromassaggio. La
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Io sono sempre qui
rubrica a cura
Bruno Romano Baldassarri
nella foto con Robert Plant leader Led Zeppelin
traduzione a cura di Beatrice Damiani
rrivare al
Adiciannovesimo
numero ed
essere ancora qui a
raccontarvi la notte,
come cita una nota
pubblicità, non ha
prezzo!. Bene ragazzi
.... pronti per un'altro
viaggio Con chi
Ovviamente in
compagnia di Jack,
vagando sempre in
cerca di news da
proporvi. Un happy-tour
guidato nell'era
postmoderna portando
con noi il rock, l'elettrico
ed il funky/soul. In
questo lungo inverno ...
tutto viene avvolto e
assorbito da una voglia
di trovare piacere
vivendo fin oltre le prime
luci dell’alba! ... ah! si, la
notte ... che tutto cela e
rende diamantino ...
dove la rabbia si
trasforma in voglia di
vivere il buio come
fosse l’ultimo, in un
tourbillon fashion fatto
di luci, colori e note che
fanno da sfondo al
grande palcoscenico
della vita ... e noi...
come le stelle noi ... eroi
di un sogno ... good star
singer
etra x
&deejay
producer
all'interno:
Cristian Marchi (Dee Jay)
Antonio Vandoni (Radio Italia)
Qi Clubbing (Brescia)
MADE (Como)
Le Gall
Novecento (Porto San Giorgio)
winter fashion 2012/2013
byCAPTAINJACK.it
www.donnaimpresa.com
ELLAVITA
103
Atupertucon
voice
Led Zeppelin
Robert
Robert Plant si è sempre dignitosamente negato di imboccare la
via più semplice e pigra, anche se quella dell’esplorazione senza
indugio che ha scelto, si è rivelata essere quella di uno zingaro
errante e senza meta, ma di gran lunga più eccitante. Negli ultimi
anni, le sue lotte post-Zeppelin hanno finalmente iniziato ad avere
un senso. Ha iniziato una collaborazione con Alison Krauss, poi ha
fondato un suo proprio gruppo che ha chiamato “Band of Joy”, con
il quale suona una specie di musica ibrida e il suo etereo e mistico
modo di canticchiare gli dona una gradevole, ma sinistra bellezza.
All’età di 63 anni, sembra avvolto da una costante curiosità che
può nascondersi dietro a un forte senso di umiltà. E’ troppo cortese
per far notare quanto le polverose e attraenti strade secondarie
che ha imboccato lo separino dall’aristocrazia del rock. Qualche
tempo prima che parlassimo, il suo gruppo più recente, il Band of
Joy, appunto, ha suonato nell’ultimo concerto programmato,
almeno per ora. “Così – spiega – sono costretto a tornare
sottoterra e nascondermi di nuovo. Nonostante la difficoltà nel
trovarsi lontano dall’Inghilterra durante la stagione calcistica – ci
dice - i sabato pomeriggio sono un po’ spenti qui, il luogo del suo
ultimo rifugio è Austin, in Texas, la residenza di Patty Griffin, l’altra
vocalist del gruppo Band of Joy (la band della gioia).
Tanto tempo è passato dalla celeberrima "Black Dog",
cosa pensi di aver fatto da allora
Penso di aver stupito me stesso e che questo sia il motivo per
cui lo sto ancora facendo.
Sorprendere te stesso nel trovare che cosa
Trovare un altro modo per migliorare quello che so già fare.
Qualcosa che mi stimoli. Sono sempre su una specie di curva
di apprendimento e cerco di sfruttarla usando anche il mio
talento. Se riesco a sorprendermi continuamente, significa
che sono vigile.
Tanta gente che ha fatto per molto tempo quello che stai
facendo tu, spesso si trovano in una condizione dove
finiscono per non imparare mai
Il fatto è questo: quanto le persone vogliono veramente
imparare Voglio dire, alcuni diventano schiavi delle abitudini
e vi rimangono per sempre. Quello che esordisce come un
grande momento di passione esplosiva, può terminare come
uno spettacolo di cabaret, 25 o 30 anni dopo. Dipende se si
riesce a trovare la giusta dimensione per ampliare se stessi.
Pensa che la differenza stia tra le persone che scelgono
un percorso, piuttosto che un altro
Probabilmente, sta nei circa 12 o 13 cm di giro vita.
La chiave sta nella magrezza
No, dimagrisci perché diventi agile e perché sei alla ricerca di
nuove idee. Se devo giustificare me stesso nell’assurda vita
che sto vivendo, devo dimostrare qualcosa che sia credibile e
che sia in linea con il mio nome, il mio CBE (Plant è stato
nominato Comandante dell’ordine dell’impero britannico nel
2009) e la vice presidenza da una vita (della squadra di calcio
che Plant sovvenziona, i Wolverhampton Wanderers). Allora,
sì, sono sempre a scuola. E’ cruciale che io stia al passo con i
tempi, senza essere trasportato sulla terra dell’eccessiva
confidenza dei cliché e dei riconoscimenti alla carriera.
Sì, è così semplice per le persone prendersela comoda.
Non penso sia così facile. Penso che tra tutti coloro che
hanno raggiunto la propria tranquillità, che indossano le loro
pantofole e i maglioncini senza maniche in stile Fair Isle, già
pronti per il freddo di ottobre, solo alcuni siano in lutto per i
grandi momenti dell’invenzione e dell’esplosione. E ritengo
anche che non si pensi di andare avanti così per sempre.
Sarebbe fantastico se lo fosse, ma non c’è motivo per
giudicare. Sono fortunato perché i miei figli sono cresciuti, li
adoro, sono molto fiero di loro e siamo a stretto contatto,
proprio come dei grandi amici, ma loro non hanno tanto
bisogno di me ora, così posso godermi questo meraviglioso
mondo della musica. L’altro giorno stavo pensando a quanto
sia strana oggi la generazione di cantanti, se così li vogliamo
chiamare, a quanti ne siano rimasti tra quelli che cantano e
attorcigliano il microfono. E non ne sono rimasti molti tra noi.
Nascondo i miei limiti frequentando persone molto talentuose.
L’emozione della collisione tra il ragazzo che attorcigliava il
microfono nel 1966 e quello di oggi è un’avventura fantastica.
Non ne sono rimasti molti tra noi e io ho imparato molto bene
a coprire il passato. (continua ...)
Plant
www.donnaimpresa.com 103
"Ricorda un giorno prima d'oggi, un giorno di quando eri giovane, libero di
giocare insieme col tempo" ... Ah!!!! il tempo!!!! …. passa e lascia dietro di
noi solo ricordi … cantiamo una canzone che ci ronza per la testa …
Startway to heven … Una strada (scala) che ci conduce dritti in paradiso.
Si ….. è proprio vero … Robert ci hai fatto sognare ... con le tue ballate
blues ed il tuo rock violento ... quasi dovesse cadere il mondo e ci
trascinasse con un’urlo (quello di whotta lotta love) nell’oblio eterno. Che
bello ritrovarlo a Milano reduce della presentazione del loro ... “Celebration
Day” ... il lavoro in celluloide di una vita … ma ... In quell’istante ... il mio
cuore inizia a pulsare al ritmo del “drum” dell’indimenticabile John
Bonham e un tam-tam di ricordi entra poderoso nella mia mente, mi
prende per mano e mi trascina indietro nel tempo, dove gli attimi hanno
annullato il tempo ... e dove il tempo è realtà ... Oggi sono qui, a Milano
con Robert … la leggenda del rock!
nella foto da sinistra:
John Paul Jones, Jimmy Page,
Robert Plant e Jason John Bonham
(figlio del leggendario
batterista dei Led Zeppelin)
In che modo
Odio i cliché. E quando sei un cantante rock nel 1966, piuttosto che
blues psichedelico negli anni settanta, dei quali sappiamo tutto, o degli
anni ottanta, nei quali era una lotta sopravvivere, e degli anni novanta,
grande periodo per la sperimentazione, sono ancora molto emozionato
per essere arrivato qui. Queste sono le enormi diagonali all’interno
della musica nella quale sono stato coinvolto.
Cosa stai facendo in questo momento, oltre che presentare in giro
per il mondo “Celebration Day”, ad Austin
Sto cercando di elaborare nuove idee.
Ne stai trovando qualcuna
Certo che sì. Qui è pieno di idee. E’ un vero focolaio di musica e buone
idee. Forse, per via della mia generazione e della mia età, della
resistenza all’esplosione del rock British underground, eravamo dei
ragazzi, e non sapevamo come gestire l’ego e cose del genere e ora,
quando arrivi a un certo punto al di sotto dei tuoi limiti, essere bravi non
significa solo essere veloci. Essere bravi significa dare un contributo a
trecentosessanta gradi al grande mondo della musica. Il record del
gruppo Band of Joy è stato quello di incidere 23 brani in circa dieci
giorni. Alla fine di una serata sai che hai inciso tre o quattro canzoni e
che sono state praticamente completate. Ricordo che a un altro artista
della parte atlantica, famoso negli anni ottanta, che incideva a Sarm
West, (nello studio di registrazione del produttore Trevorn Horn, a
Londra), gli ci sono volute ben tre settimane solo per decidere quale
rullante usare.
E tutti noi tutti ne conosciamo il ritmo.
Immagino di sì. Suona come “Owner of a Lonely Heart.”
Con il passare degli anni, trovi più facile o più difficile rimanere
creativo
Avrete probabilmente notato che negli ultimi due album che ho
composto – quello con Alison e quello che con il mio gruppo, Band of
Joy – non c’è molta originalità. Nel tour che abbiamo appena
completato abbiamo scritto prolificamente durante i soundcheck, così
ho un mucchio di demo in stile trippy psychedelic trance. Penso che sia
perché è un po’ più fiacca rispetto a quella dei Primal Scream, ma ha lo
stesso suono di armoniche di Link Wray. Con Patty, invece, abbiamo
scritto un paio di bei pezzi insieme. Infatti, ci vedremo per provare tra
circa un’ora e mezza. Ora suono molto la chitarra acustica, cosa che
evitavo di fare negli anni settanta. Non riuscivo a guardare una chitarra
senza impallidire, perché mi trovavo con uno dei più spettacolari
suonatori di chitarra degli ultimi anni del ventesimo secolo.
Con il passare degli anni hai ritenuto più importante il fatto di
ascoltare consigli da parte di altre persone o l’hai ignorato
completamente
Chiunque mi ha dispensato consigli. Ognuno aveva qualcosa da dirti.
Molte persone mi hanno detto di fare la cosa più ovvia, man mano che
la mia carriera andava avanti. Questo mi avrebbe fatto sprofondare
nell’abisso.
Intendevano: “Rimetti insieme la tua band”
Penso sia passata l’ora, ormai.
Mentre ti dovresti sentire libero di fare quello che vuoi. In ogni
caso, sembra una parte importante di quello che sei e di chi sei,
ora che non sarebbe il percorso che avresti scelto.
No, infatti. Il punto è: quanto puoi andare lontano con questo E questo
è tutto quello che faccio, sono solo un cantante. Voglio fare un sacco di
cose diverse.
Hai mai pensato seriamente a rinunciare a tutto e diventare un
insegnante
Sì, ci ho pensato. Ho perso mio figlio quando aveva solo cinque anni,
nel 1977. Abbiamo perso il nostro bambino (Karac Plant, il suo figlio
maggiore è morto di infezione virale). La nostra famiglia è sempre stata
molto vicina alla scuola di Rudolf Steiner Waldorf, nella contea del
West Midlands, e mi piaceva il modo in cui tutti operavano. Certo,
come famiglia, non abbiamo ancora superato la sua perdita. Pensavo
ci fosse qualcosa di più onesto e morale che scavare e rinchiudere
l’ego nell’armadio. Perché non importa quello che diciamo, le persone
di spettacolo sono di solito insicure, hanno un carattere instabile, e in
qualche modo vengono compensate da quel poco di gloria, o di
espressione, o qualsiasi cosa essa sia. Pensavo di essermene liberato.
Sì, non pensavo fosse una buona idea. A volte mi sento ancora così. Il
figlio di Alison Kraus, Sam, frequenta una scuola steineriana, nel
Tennessee e sono stato con lei alcuni minuti quando lo siamo andati a
prendere all’uscita; devo ammettere che l’odore di sapone carbonico e
gli schiamazzi di gioia dei ragazzi non mi infastidivano affatto.
Cosa gli avresti insegnato
Sarebbe bello se avessi ancora dei ragazzi, ma ho cinque nipoti che si
meravigliano della mia pazzia. Penso che avrei raccontato loro grandi
storie. Riesco a far addormentare le persone durante un viaggio di
dodici ore su un autobus. Se mi mettessi a parlare dei Black Shield
Irish che camminano a due a due da Cardigan Bay a Hereford per
svaligiare la cattedrale, riuscirei a fare addormentare Patty in pochi
secondi.
Queste non sono le storie selvagge che ho letto!
Robert (Ride) Questo è un periodo diverso, amico. Voglio dire, tutti
siamo a conoscenza di quelle storie e quelle sono solo storie,
leggende.
Dopo tutti questi anni, come hai fatto a mantenere i tuoi capelli in
quel modo
Non lo so. Parlo seriamente. Sono stato sicuramente fortunato. Mia
madre era una zingara e scorreva sangue scuro nelle sue vene; i suoi
capelli erano così spessi che non riusciva a spazzolarseli. Ecco perché
sono stato fortunato e ogni volta che vado a tagliarmeli, i parrucchieri si
rifiutano di farlo.
Ci sono dei momenti in cui, come Sansone, dici: “Tagliatemeli
tutti!”
Ripensando al fatto di essere un insegnante, mi sono reso conto che io
sono un caratterista, ma non sono amareggiato da questo. Ogni volta
che ho dei dubbi, suono qualche canzone di David Crosby. Sai, quella
canzone dal titolo “Almost Cut My Hair”, che fa così: ": "just the other
day...it's getting kind of long, I could have said it was in my way...but I'm
not giving in...I'm going to let my freak flag fly." Ora, quando cammino
in un aeroporto con i miei amici, sono fiero che non sia successo, che
ho lasciato perdere e che mi sento ancora così attaccato a quell’intero
periodo. Non sono un triste e vecchio hippy, ma un felice e vecchio
hippy, credo.
Mantenere alta la bandiera della stravaganza, è ancora un
principio valido per te
Assolutamente sì. Lo è ancor di più. Quando non ci sarà più Murdoch,
chi prenderà il suo posto Una volta la subcultura era enorme e sfidava
la corruzione che prevale, invece, e io mi sentivo così fortunato ad
essere tra quelli che pensavano che la positività potesse derivare da
discorsi scientifici e costruttivi. Voglio dire, per quanto tempo ancora
riusciremo a stare a guardare questo posto che si sta consumando,
quando possiamo vedere chiaramente quali sono le risposte e quello
che sta succedendo Sembra che la novità sia così vivace ora che è
quasi diventata un momento per stare a guardare qualcosa, ma poi ci
si muove verso qualcos’altro. Quindi, sì, è l’unica cosa da fare con i
capelli lunghi Forse sì.
Se un giovanissimo ti incontrasse adesso, cosa lo
sorprenderebbe di te
Dunque, posso stare alzato fino a tardi. Quello che non possiedo in
stile e astuzia, ce l’ho, invece, in gioia ed entusiasmo. Mi piace stare
con le persone che si sentono a proprio agio, quindi, penso che un
giovanissimo penserebbe di me che sono una persona semplice e un
hippy nella sua tarda mezza età.
Cosa gli suggeriresti
Bella domanda. Non essere troppo duro con te stesso. Cogli tutte le
opportunità e i rischi che puoi. Devi buttarti nella mischia ad
avventurarti con la voce, perché essere solo un cantante, non è
abbastanza.
Robert, pensi ci possano essere le condizioni per una "reunion"
o il Celebration Day lo dobbiamo considerare come l'ultimo atto
dei Led Zeppelin
Jimmy (Page) e John Paul Jones, sono tutti e due del segno del
Capricorno (ride divertito ... ). Sono muti come pesci ... non dicono una
sola parola. Loro stanno bene nei loro mondi e lasciano fare tutto il
resto a me. Non sono io come dicono, il cattivo della situazione …
Bisognerebbe chiedere ai capricorni cosa intendono fare … io, per dire,
non ho impegni nel prossimo futuro ...
singer
extra
&deejay
producer
Cristian
Marchi
http://www.cristianmarchi.it
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107
Arte o Mestiere
Un mestiere applicato all’arte
Radio Italia continua ad affermarsi come la radio più ascoltata. Di
certo non è solo il frutto di una presenza pluriennale. Qual è il
segreto e quanto lavoro c’è dietro una programmazione così
amata
Radio Italia non è la radio più ascoltata, ma è tra le primissime ed è il
Network che più guadagna ascolti in questo ultimo anno ed è
certamente leader tra altre radio (imitazioni) di solo musica italiana. Il
segreto di questo successo, oltre alla coerenza e alla peculiarità del
prodotto editoriale, stà nel fatto che da 30 anni è il punto di riferimento
del mercato discografico di musica italiana e una programmazione
curata nei dettagli, che soddisfa un pubblico vastissimo
Con un palinsesto così ampio ai microfoni di radio e video italia si
sono avvicendati grandissimi ospiti dalla musica alla televisione,
dallo spettacolo allo sport. Quale ha lasciato una impronta in più
Nei nostri studi sono venuti tutti i più grandi Artisti degli ultimi 30 anni di
musica italiana, ma quello che ci ha lasciato un’incredibile forza,
sensibilità e genialità è sicuramente Lucio Dalla e questa convinzione ce
l’ho da sempre, non adesso perché non è più tra noi.
Il panorama musicale italiano negli anni passati ha visto la
predominanza di artisti uomini. La tua esperienza, anche nei talent
show che in questi ultimi anni stanno segnando un passaggio
importante per il settore della nuova musica, ti porta a considerare
un cambiamento anche con l’affermazione delle donne in questo
settore
Si, è vero, grazie ai talent negli ultimi anni le donne hanno avuto più
attenzione e più considerazione, era ora…
La musica è mente e cuore. Attraverso il ricordo nasce e rinasce
ogni volta un’emozione. La tua canzone
Dici bene, mente e cuore e forse perché condivido appieno il testo, la
mia canzone preferita è “La costruzione di un amore” di Ivano Fossati
Un viaggio nel tempo tra il retro e il palco: il tuo ricordo più bello ...
Il ricordo che ho più bello del mio lavoro si riferisce a quando ero il
discografico di Pierangelo Bertoli e che, per la sua situazione di
diversamente abile, non era MAI stato invitato ad uno spettacolo in
prima serata in televisione e al Festival di Sanremo del 2008 che ha
fatto insieme ai Tazenda, ho avuto l’onore ed il piacere di accompagnare
Pierangelo sul palco del Teatro Ariston e acclamato e richiamato sul
palco dall’applauso della gente non finiva più, abbiamo fatto una
seconda uscita, trovando tutta la gente del teatro in standing ovation …
Ci siamo poi ritrovati da soli nell’ascensore del teatro abbracciati a
piangere come bambini, felici di aver vissuto un’esperienza del
genere…
intervista a cura di
Beatrice Giasi
nella foto Tony Baldoni con Jovanotti
Antonio
Vandoni
Direttore Artistico musicale di Radio e Video Italia
Pare di scorgere un sorriso sul suo volto ma non ci giureresti. Il suo tono è
affabile, cortese, forse distante ma difficile capirlo dalla sua espressione
apparentemente indolente. Ma bastano pochi minuti di conversazione per
capire che Antonio Vandoni è una persona attenta e scrupolosa che ama il
suo lavoro. Quegli stessi minuti che rivelano anche un altro aspetto. Diverso.
Accattivante. Ma rimettiamo ordine e partiamo dagli “ultimi” 20 anni di carriera:
Attuale Direttore Artistico musicale di Radio e Video Italia. Inizia la sua carriera
musicale negli anni novanta come responsabile della promozione radiofonica
e televisiva, locale ed internazionale per la Dischi Ricordi, (passando dal rock
degli U2, con i quali ha lavorato, alla poesia di Gino Paoli. Dalle note di De
Andrè, alle ballate di Venditti e alla passione della Nannini). Successivamente
diventa responsabile della promozione radiofonica e televisiva locale per la
BMG Ariola. Morandi, Daniele Silvestri, Ramazzotti e molti altri sono gli artisti
che affianca in questo periodo. Un lungo elenco di straordinaria attività perché
Radio Italia e Video Italia oltre alla musica affianca anche eventi ed attività
culturali e sportive di grande rilievo. 30 anni di musica e successi in Italia e
all’estero con una programmazione di certo non facile da gestire. Dal 2002 al
2010 è in giuria al Premio Video Clip Indipendente del Meeting delle Etichette
Indipendenti M.E.I. Numerosi gli interventi nelle maggiori manifestazioni
musicali nazionali ed internazionali. Collabora come consulente musicale e
manager per diversi artisti e band emergenti. Che altro dire Un uomo da
mille volti e risvolti che in queste pagine, tra parole chieste e risposte
proveremo a conoscere un po’ meglio.
Molti considerano importante apparire. Il tuo lavoro invece è quasi
sempre nel retro. Come raccontava qualcuno chi conduce
veramente i giochi risiede effettivamente dietro le quinte…
Io adoro questo lavoro, perché consapevole di non avere un talento ne
vocale, ne musicale, mi piace valorizzare quello degli altri e perché io
sono davvero felice di veder realizzato un sogno e mi rende felice vedere
gli altri felici. I giochi sono interiori, non quelli che appaiono…
Sei indubbiamente un uomo di grande fascino e carisma. Quanto è
importante o influente nel tuo lavoro
Ti ringrazio, ma se fosse così, questo è importante nella vita, non solo nel
lavoro, perché il carisma induce considerazione e rispetto
In questo periodo di grande crisi come risponde il mercato
musicale
Ne soffre, come soffrono tutti i settori, specie quelli voluttuari, ma la
musica ha dalla sua parte che suscita emozioni e che ha un linguaggio
universale, per cui il cuore e il comunicare non andranno mai in crisi, non
sono valori effimeri
Il made in Italy è il nostro più grande tesoro. Credi che anche nella
musica si debba puntare alla valorizzazione del nostro mercato E
soprattutto com’è cambiata la musica, gli artisti e la risposta del
pubblico negli ultimi anni
Dobbiamo tutti renderci sempre più conto del valore del Made in Italy, con
la sensibilità, con l’iniziativa con la disponibilità d’animo che hanno gli
italani. Il music business e i media per fortuna ne tengono sempre più
conto, adesso bisogna che anche le istituzione ne prendano atto e si
adeguino con incentivi ed iniziative
Radio Italia solo musica italiana, l’Art Direct ha lavorato con i più
grandi ma l’uomo Antonio chi amerebbe affiancare nel backstage di
un suo grande evento
Paolo Bonolis
A fronte di questi lunghi anni tra palco e musica torneresti in
cattedra dopo l’esperienza al Master di comunicazione musicale alla
Cattolica di Milano nel 2011 Cosa ti ha trasmesso questa
esperienza con un contatto diretto verso chi ha deciso di
intraprendere questo tuo stesso viaggio
Tornerò all’Università, perché quest’esperienza mi ha dato molto, in
quanto ho trovato molto interesse, tornerò ma davanti alla cattedra, per
condividere più che insegnare agli allievi esperienze di questo magnifico
lavoro.
Professionalità, competenza, abilità, serietà, impegno, ci sarà
qualcosa che manda in confusione l’uomo Vandoni
Nulla, se hai queste doti, unite alla calma, non ti manda in confusione
nulla.
www.donnaimpresa.com 109
In occasione del nuovo film di James Bond (SKYFALL)e delle celebrazioni del 50° anniversario di 007 al
cinema, Bollinger - da sempre lo champagne preferito da James Bond - ha creato un astuccio evento in
edizione limitata a forma di silenziatore Walther PPK e una Bottiglia da collezione: Bollinger 002 for 007. E’il
1956 quando lo Champagne Bollinger incontra per la prima volta James Bond. A far nascere il felice
binomio è lo stesso creatore dell’agente segreto più famoso al mondo, Ian Fleming, nel romanzo Diamonds
are Forever. Da allora, una lunga e felice storia d’amore ha unito l’agente 007 e la popolare Maison
francese di vino, che compare, come lo Champagne preferito da Bond, nei romanzi come nei film: da
Licenza di uccidere, fino a Casino Royale, passando per Vivi e lascia morire e Golden Eye, l’agente 007
sorseggia e ordina solo Bollinger. Champagne Bollinger 002 for 007, distribuita in esclusiva per l’Italia dal
Gruppo Meregalli : Chic, ludica e dall’immagine creativa che richiama il mitico agente segreto, questa
inedita custodia a forma di silenziatore Walther PPK è stata creata appositamente dai designers
dall’agenzia Sparkle. La particolare forma ed il trucco della combinazione delizieranno i fan dell’agente
segreto: l’astuccio si apre infatti solo allineando le cifre 0-0-7 e cliccando poi sul logo della pistola.
All’interno, una bottiglia di Bollinger La Grande Année 2002, il millesimo d’eccezione dell’ultimo decennio,
come afferma Matthieu Kauffmann Chef de Cave della Maison. La bottiglia, vestita in nero brillante ed
argento a caldo, sarà essa stessa oggetto da collezione, per celebrare con massima eleganza i 50 anni di
James Bond al cinema. Il motivo della zigrinatura, tipica del silenziatore, è stata ripresa sia sul cofanetto che
su etichetta e capsula della bottiglia
fashion in
action
coming soon
Riflettori puntati su Napoli per il nuovo Evento dedicato alla Moda
Internazionale targato FashionTv. La città si tinge dei ‘’Colori della
Moda’’, assume un volto inedito divenendo la location prescelta per la
prima "NAPOLI in GLAMOUR’’ , Giugno 2013. GR Management di
Riccardo Gubiani (nella foto) e FTV (fashionTV) si prefiggono di creare
un trait d’union tra il mondo della moda e dell’eccellenza dello stile
italiano e il grande pubblico internazionale. Nel corso delle serate si
alterneranno in passerella più di 30 fashion brand. Per tre serate
consecutive la ‘’passerella’’ diverrà il red carpet d’eccezione per le
‘’ grandi griffe’’ che verranno affiancate da “ nomi emergenti’’ desiderosi di
farsi conoscere ed uniti da un solo intento comune: celebrare ‘’Naples in
Glamour’’. Ad arricchire lo splendido contesto, ospiti ed artisti di fama
internazionale. L’Evento, magistralmente diretto da Alessandro Mazzini,
sarà costellato di momenti di stile che raggiungeranno la loro massima
espressione in un fantastico show. L'ultima serata sarà aperta da uno
show dello Stilista Gai Mattiolo con uno spettacolo indimenticabile.
La conduzione della diretta, trasmessa in 196 Paesi del Mondo, sarà
affidata al duo inedito Janet De Nardis e Livio Beshir.
PH: Liviu Farcas
nella foto da sinistra: la modella Naomi Chittani,
Riccardo Gubiani e Ramona Badescu a Cluj
disco
extra
it's fashiom
ERBUSCO BRESCIA
ITALY
QI CLUBBING
Non chiamatela discoteca. Sarebbe riduttivo. Il QI, semmai, è anche una discoteca, ma in realtà è molto di più. E’ uno
stile, è un modo di interpretare e vivere la notte e il divertimento, è un modo diverso di concepire il gruppo e il concetto
medesimo di ritrovo. Dagli arredi ai suoni, il QI ama distinguersi perché non crede all’omologazione e alle facili
scorciatoie. Trasversale, innovativo e sempre elegante, il locale di Rovato nasce nel dicembre 2001 ed è un grande
cilindro dedicato al Clubbing progetto dall’archistar Beppe Riboli . Lo aprono, carichi di speranze, progetti e visioni
notturne, Luigi “Gino” Liguori e Alda Civelli. La filosofia del locale è immediatamente chiara: ottima musica nell’area
discoteca e gran cibo al ristorante. Trenta spettacoli all’anno, ognuno con diverse repliche, spesso un po' diverse tra loro.
Gli show di QI clubbing sono veri musical e prendono vita su due grandi palchi. QI vive di notte, ma respira per l’intera
settimana ed è anche un vero teatro con costumisti, coreografi, scenografi, artisti del light design ed esperti in grado di
tarare sempre nel modo giusto Respira attraverso il suo corpo di danza, una decina di ballerine, acrobati e performer
che prima degli show provano e riprovano i pezzi.
Via Delle Industrie, 79 www.qiclubbing.com
Il 14 settembre 2012 è partita l'avventura di Made Club. La location è quella della più storica
discoteca comasca ma la direzione è quella del futuro. Il locale simbolo di questa città, con oltre
40 anni di tradizione, si rinnova radicalmente nello stile senza rinunciare allo spirito che ha fatto
divertire tante generazioni. Lo stile del club è semplice, minimale e pure sofisticato. Piuttosto in
contro tendenza rispetto alla moda anni ’80 (led & neon) di questo periodo. Ogni venerdì al Made
balla la Como più adulta e sofisticata, ogni sabato il pubblico è più giovane e scatenato. Il venerdì
si parte di solito con un buffet impreziosito da sushi freschissimo sulle note live di ottime band. Il
sabato invece, sempre nel privé, la musica è elettronica, mentre in main room ogni notte si passa
attraverso tutti i colori del ritmo. E non è tutto ogni notte inizia presto, con un buffet curato e
sempre molto affollato. Se in console in main room si alternano ottimi professionisti come Morris
Corti e Rasky, i dj guest sono di calibro internazionale come Ian Carey oppure splendide dj girl
come Deborah De Luca, Jessie Diamond ed Isa Iaquinta. Molto interessante anche la formula
del 'techno Privè, che va in scena una volta al mese. Qui, nel privè, uno spazio più raccolto
rispetto alla main room ma comunque importante, ogni mese si alternano i dj dell'universo
musicale creato da Sven Vath. Ovvero grandi nome come Tobi Neumann o Onur Ozer. Come se
non bastasse, per rendere l’esperienza ancor più travolgente ogni notte è prevista un’animazione
danzante che sa trasformare ogni notte in un show. Gli artisti della Night Project strabiliano con i
loro balli in costume, dalla classica all’hip/hop-house, le loro acrobazie vi lasceranno senza fiato.
Si muovono a tempo, perfettamente sincronizzati e per questo emozionano.
COMO
ITALY
it's cool
music club como
P.S.Giorgio by night
metti una notte ... con Jack
"Metti una notte sulla east-coast …!" il filo conduttore è la musica e il divertimento … nel bene e nel
male. La notte ci accumuna ed il sottofondo delle nostre serate sono relazioni che si consumano
attraverso costumi, stimoli, prospettive, con una sensibile meditazione e partecipazione esteticamente
avvincente. Un reportage di come si vive una notte ... Ovviamente sulla east-coast! ... Parola di Jack
Febersnc
ASSEMBLAGGIO FONDI E LAVORAZIONE CALZATURE
le
gll a
oui c'est moi
caffè
900
keepcalm
Via Bernini 32 _ Trodica (MC) _ T.0733 564396
PH:
* Caterina Micheli, Stefano Belà
Giacomo Properzi ( Factory)
Nelle foto da sinistra: Bruno Baldassarri,
Chiara Martelli e Augusto 900
Agente
Fineco leasing
"La nostra professionalità e la nostra esperienza sono maturate in circa un trentennio di lavoro nel settore del leasing, ciò ci permette di offrire un
sevizio con grande contenuto professionale, con risposte precise e puntuali. Grazie inoltre al collegamento diretto con la società mandante
Unicredit Fineco Leasing S.p.a. ed alla autonomia gestionale a noi riconosciuta, siamo in grado di risolvere la maggior parte dei problemi che
possono verificarsi dalla stipula fino alla chiusura di ogni contratto di leasing".
soluzioni chiare ... futuro in movimento
trattoria:
DA ANTONIA
via della Stazione, 54/58 _ MARINAPALMENSE (FM)
Un viaggio di sapori e profumi di un tempo, vi trasporterà nel cuore
della tradizione della cucina.
La cucina segue il ritmo delle stagioni e riserva la massima attenzione a una materia prima di assoluta qualità che trasforma in
piatti esteticamente molto belli e curati, ricchi di gusti e di sapori, espressione di matura intelligenza gastronomica. Non vi
aspettate dunque di trovare un locale di lusso e globalizzato, perché la Trattoria da Antonia ha il concetto del pesce appena
pescato, quello che ti invoglia ed emoziona , dal pesce azzurro ai crostacei e ai crudi pesci più tipici in linea con la stagionalità
del mare Adriatico. Una cucina di pesce che rispetta la tradizione della trattoria di pesce tipica.
Studio Leasing
dal 1983 al servizio delle imprese nelle Marche
www.VASTAROLILEASING.IT
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IMMOBILIARE
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NAUTICO
SOCIO AGGREGATO
Associazione Italiana Leasing
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