Carte Bollate - Ristretti.it
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Cultura<br />
LIBRI – Vede la luce la nuova antologia del LietoColle<br />
Poesia vera e non laceranti<br />
versi di sofferenza<br />
È usc<strong>it</strong>a a fine giugno Nel mare dell’indifferenza, la nuova antologia ed<strong>it</strong>a dal LietoColle e col patrocinio di Amnesty<br />
International. Il volume raccoglie il lavoro di un anno svolto dal laboratorio di poesia del carcere di <strong>Bollate</strong>, condotto<br />
da Maddalena Capalbi. Pubblichiamo qui la prefazione di Roberto Vecchioni.<br />
Chi avrà la sensibil<strong>it</strong>à e la bontà<br />
di scorrere questo florilegio<br />
inusuale, forse altro non<br />
s’aspetta che ingenui, laceranti<br />
versi di dolore, bambini allo sbaraglio<br />
senz’altra difesa se non la sincer<strong>it</strong>à,<br />
la confessione.<br />
Errore madornale.<br />
Qui siamo davanti a poeti veri, legati<br />
inconsapevolmente al linguaggio di Caproni,<br />
di Rebora, di Gatto perfino: poeti<br />
che conoscono la forma, sanno il gioco<br />
intelligente dell’ironia e della rabbia e,<br />
portati per mano da educatori abilissimi,<br />
arrivano a spiegarci e spiegarsi la<br />
loro v<strong>it</strong>a, catturandone in una sintesi<br />
alata il senso.<br />
Certo memoria, certo angoscia, dolore,<br />
soprattutto assenza dell’altro, dell’altra,<br />
che sia donna o madre o padre o amico,<br />
certo, ma non solo disperazione, altro<br />
che disperazione.<br />
“Poesia è il mondo, l’uman<strong>it</strong>à, la propria<br />
24 carte<strong>Bollate</strong><br />
v<strong>it</strong>a scavate nella parola” diceva Ungaretti,<br />
e quando io leggo versi come:<br />
“tu mi sfuggi/mentre io/di te trasudo”<br />
“Sei…una poesia/ma le sue parole sono<br />
impossibili/per questo l’ho infilata nel<br />
dizionario”<br />
“Nessun pugnale/scalfirà la nostalgia/<br />
perché io non possa riconoscere/neanche<br />
la mia stessa voce”<br />
“Ti amo come si amano/certe cose/<br />
oscure e segretamente/tra l’ombra e<br />
l’anima”, quando io leggo questo, mi<br />
vien ancora di più da credere che la<br />
poesia sia il fiore spesso incolto che tutti<br />
abbiamo nell’anima, la ver<strong>it</strong>à più vera<br />
che scostiamo, allontaniamo frettolosamente<br />
nel vivere banale e quotidiano,<br />
ma che imperiosamente risorge quando<br />
siamo soli di fronte allo specchio di<br />
noi stessi.<br />
Questa antologia è ben altro che un<br />
tentativo rafforzato di dar voce al dolore:<br />
è una prova grande, immensa che<br />
abbiamo in noi, tutti, una voce nascosta<br />
pronta a uscire per difenderci, per gridare<br />
la v<strong>it</strong>a, quella che veramente è.<br />
Ma ripeto, non in forma dilettantesca,<br />
che sarebbe quasi patetica e da circo,<br />
bensì in forma alta, in una perfetta conoscenza<br />
di metafore e sinestesie che<br />
manco ci aspetteremmo, in una sapiente<br />
progressione emotiva che porta più o<br />
meno tutti a un climax finale da brividi.<br />
Ringrazio chi mi ha dato delle cose così<br />
belle da leggere.<br />
Ringrazio la v<strong>it</strong>a che al di là di errori<br />
momentanei, di cui non sempre si<br />
è proprio così responsabili, concede<br />
all’anima di spiegarsi un’altra volta e<br />
defin<strong>it</strong>iva: “io non son stato, non sono<br />
così”, guardate, leggete chi sono.<br />
E permettetemi di segnalare un capolavoro<br />
(secondo me) “A chi è rimasto” di<br />
Luca Denti, che mi ricorda in tanti versi<br />
il grande De Andrè, e mi da una lezione<br />
di dolcezza e rimpianto che riassume a<br />
livelli altissimi quella di tutti<br />
gli altri.<br />
Non è casuale la c<strong>it</strong>azione<br />
di De Andrè, lui che assolveva<br />
tutti, capiva tutti ed è<br />
stato sempre dalla parte dei<br />
perdenti, degli incompresi,<br />
persino dei ladri e degli assassini.<br />
Io credo fermamente che gli<br />
errori e le colpe non siano<br />
solo nostri, che siamo giustificabili<br />
dalle nostre debolezze,<br />
dalle mancanze d’affetto,<br />
da una società che ci costringe<br />
a essere forti, prevaricatori,<br />
vinc<strong>it</strong>ori.<br />
Credo che nei versi di questa<br />
gente ci sia la v<strong>it</strong>toria che<br />
veramente volevano, ma non<br />
potevano avere.<br />
Nel loro cuore è scr<strong>it</strong>ta una<br />
parola che la società e i padroni<br />
non gli hanno mai lasciato<br />
leggere.<br />
Roberto Ve c c h i o n i