Alvaro Monnini anni settanta
Catalogo della mostra retrospettiva delle opere di Alvaro Monnini degli anni settanta alla Galleria Schubert di Milano marzo 2015
Catalogo della mostra retrospettiva delle opere di Alvaro Monnini degli anni settanta alla Galleria Schubert di Milano marzo 2015
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<strong>Alvaro</strong> <strong>Monnini</strong><br />
Anni <strong>settanta</strong><br />
Galleria Schubert<br />
20129 Milano via Sirtori 11 telefono +39 02 54 10 16 33
<strong>Alvaro</strong> <strong>Monnini</strong><br />
Anni <strong>settanta</strong><br />
Galleria Schubert<br />
marzo 2015
<strong>Alvaro</strong> <strong>Monnini</strong><br />
Ovvero: la fisionomia pittorica della guerra fredda<br />
di Lorenzo Bonini<br />
<strong>Alvaro</strong> <strong>Monnini</strong>, approda alla pittura attraverso una<br />
formazione culturale che parte nel 1935 quando<br />
comincia a frequentare lo studio del pittore e incisore<br />
Emilio Mazzoni Zarini a Firenze, dove è nato il 26 agosto<br />
1922. Nel 1942 consegue il diploma di maturità al<br />
Liceo Artistico, dopodiché, nel 1943 sino al 1945, frequenta<br />
l’Accademia di Belle Arti sempre a Firenze dove<br />
prevalentemente ha vissuto e, sin da giovanissimo, era<br />
andato sviluppando una proprietà creativa attraverso<br />
un'intensa partecipazione agli eventi artistici della<br />
città. Nell’immediato dopoguerra partecipa attivamente<br />
alla vita culturale fiorentina. Le sedi degli<br />
incontri e delle discussioni sono alcuni caffè del centro,<br />
le latterie e soprattutto il retrobottega ritrovo del<br />
colorista pittore Rigacci, dove avvenivano infinite<br />
discussioni socialpolipittoriche.<br />
A questi <strong>anni</strong> giovanili risalgono le sue prime verifiche<br />
e analisi sul dibattito artistico che sta maturando,<br />
assieme all’amico Vinicio Berti e poi Mario Nuti, che lo<br />
condurrà a fondare il gruppo dei pittori astratti di<br />
«Arte oggi», movimento che si inquadra nel panorama<br />
più ampio delle avanguardie italiane e internazionali<br />
3
del dopoguerra come quello romano di « Forma 1» e<br />
milanese «MAC».<br />
Diventa fondamentale per meglio comprendere l’opera<br />
di ricerca di questo nostro importante artista calarsi,<br />
con le dovute considerazioni, in quegli <strong>anni</strong> cinquanta<br />
dove la radicalizzazione della crisi dell'individuo in una<br />
società ritenuta ostile e disgregante, la posizione sempre<br />
più isolata e critica dell'intellettuale di fronte<br />
"all'antideologismo americano" attraverso la campagna<br />
Maccartista e l’invasione dell’Ungheria nel ’56 da<br />
parte russa ne sono le forme più vistose.<br />
Tutto ciò rafforza la scelta di un ripiegamento su se<br />
stessi di molti artisti sensibili, sulla condizione della<br />
vita esistenziale sia a livello nazionale che internazionale,<br />
aprendo un ciclo in cui tutto ciò che era stato<br />
scritto, visto, dipinto e realizzato artisticamente era ora<br />
messo in discussione. Le istanze estetiche sostenute<br />
oltre oceano e in Francia trovano <strong>Alvaro</strong> <strong>Monnini</strong> tra i<br />
primi artisti italiani a saperle ascoltare per poi divulgarle<br />
come le più notevoli e dirompenti scoperte di forme<br />
espressive dal Rinascimento. Un’incondizionata libertà<br />
creativa era la nuova concezione di quell’arte le cui<br />
circostanze sembravano fortuite e scaturite dall'integrazione<br />
tra la materia e l'attività mentale, ma che<br />
erano invece il risultato dell'abolizione dei riferimenti e<br />
di ogni codificazione. <strong>Monnini</strong> attraverso mostre, viaggi,<br />
dibattiti ha saputo conquistare un ruolo centrale nel
fermento culturale e artistico di quel tempo al punto di<br />
rifiutare l’invito alla XXV Biennale di Venezia del 1950,<br />
ponendosi su posizioni sociali e mettendo in pratica<br />
quanto aveva sempre affermato agli artisti, e cioè di:<br />
«Prendere coscienza della loro posizione nella società,<br />
e di lasciare gli studi per scendere tra gli uomini vivi».<br />
Oggigiorno queste scelte (correnti) si sono evolute e<br />
sono state recepite ed elaborate dalle nuove generazioni<br />
ma con ancora il cordone ombelicale non del<br />
tutto spezzato rispetto al linguaggio espressivo libero<br />
maturato negli <strong>anni</strong> cinquanta. Ora forse espresse con<br />
più energia, attraverso la proposta di nuove e inedite<br />
modalità linguistiche, una maggiore drammaticità<br />
gestuale e l’aspirazione di un sempre più intenso coinvolgimento<br />
del fruitore nell'opera. La diretta connessione<br />
tra arte e vita, l'idea del valore dell'esperienza<br />
nella creazione artistica, rappresentano ancora conquiste<br />
fondamentali per chi si trova a operare in questi<br />
<strong>anni</strong>, <strong>anni</strong> caratterizzati da una fluttuante economia e<br />
un diffuso clima di pericolo incombente che acuiscono<br />
l'isolamento dell'artista. In questo clima torna ancora<br />
fondamentale la lezione del contestualista <strong>Alvaro</strong><br />
<strong>Monnini</strong>, Pittore Fiorentino del Secolo Scorso.<br />
Milano 10.02.14
Gli <strong>anni</strong> del colore.<br />
di Claudio <strong>Monnini</strong><br />
Erano <strong>anni</strong> pieni di colore,<br />
in luoghi pieni di colore,<br />
con gente piena di<br />
colore. Erano i primi <strong>anni</strong><br />
'70, ed era Brera.<br />
La vita non era facile,<br />
ma era vera, ed era intrigante,<br />
almeno per un<br />
ragazzino come me. Ma<br />
credo anche per tutti gli<br />
altri, soprattutto per i<br />
personaggi surreali che<br />
abitavano ogni momento<br />
della mia giornata: la folla<br />
di Ensor sulla soglia di<br />
casa. Un mondo pieno di<br />
prospettive e di visioni. E<br />
di artisti che hanno fatto<br />
un pezzo di storia.<br />
Una vita che aveva odori<br />
irruenti e acri, non proprio<br />
sani, e la mia ne era<br />
intrisa; oltre che del fuoco<br />
eterno delle sigarette<br />
di mio padre, dell'odore<br />
di smalti e di acquaragia.<br />
Lo smalto poteva trasformare<br />
interamente la<br />
casa a periodi, rivestiva<br />
le porte e le sedie, era la<br />
Custode del lago di fuoco<br />
1973<br />
cm 70 x100<br />
olio su tela<br />
6
8<br />
pelle che mutava le cose<br />
e le accendeva. Lo smalto<br />
trasformava soprattutto<br />
il bianco delle tele<br />
di <strong>Alvaro</strong> in vivaci sogni<br />
quadridimensionali, e<br />
trasformava lui stesso<br />
nello sciamano, nell'interprete<br />
di questa danza<br />
rivelatrice intorno alle<br />
opere, che cominciavano<br />
ad animarsi e parlargli. I<br />
suoi Golem.<br />
Funzionava così. Un<br />
mandala di tele veniva<br />
disposto a terra. Quattro,<br />
cinque, sei per volta.<br />
Poi lo sciamano, con uno<br />
spruzzatore a bocca tra<br />
le labbra ed un vasetto<br />
d'acqua tra le mani, si<br />
piegava appena sulle ginocchia<br />
e soffiava nuvole<br />
di perle d'acqua verso<br />
l'alto studiandone la caduta.<br />
Piccole gelatine di<br />
acqua pura rotolavano<br />
sulla trama immacolata<br />
di cotone e si fermavano<br />
frementi; solo allora arrivava<br />
il colore, uno stormo<br />
nero, come il getto<br />
di un di pozzo trivellato,<br />
da un altra cannuccia o<br />
Lungo percorso<br />
1973<br />
cm 70 x100<br />
olio su tela
da una bomboletta. E la<br />
prima alchimia prendeva<br />
corpo: lo smalto scivolava<br />
sull'acqua e si depositava<br />
sulla tela. Le gocce<br />
evaporavano di lì a poco<br />
lasciandosi dietro galassie<br />
di luci bianche, manti<br />
di leopardo, pelli di salamandra,<br />
conglomerati<br />
cellulari, scavati nelle<br />
profonde sfumature di<br />
nero.<br />
Da qui in avanti iniziava<br />
la stratificazione, e rapito<br />
guardavo il modo in<br />
cui, aggirandosi intorno<br />
ad ogni singola tela,<br />
fermandosi a pensare e<br />
poi agendo con sicurezza,<br />
poggiava oggetti che<br />
usava come maschere:<br />
coperchi tondi, pezzi di<br />
lamiera, di gomma; geometrie<br />
primarie che<br />
una seconda passata di<br />
spruzzi ritagliava nello<br />
spazio mettendo le galassie<br />
di gocce dietro<br />
un impalcato di finestre.<br />
Tolte le forme la<br />
vernice poteva sbavare,<br />
mischiarsi, veniva organizzata<br />
in campiture o<br />
Per altri spazi<br />
1973<br />
cm 70 x100<br />
olio su tela
trascinata dai denti di<br />
una rasiera. Infine restavano<br />
solo il pennello e<br />
lo smalto bianco a confinare<br />
lo spazio in una<br />
struttura che nella testa<br />
del maestro era sempre<br />
esistita ma solo ora rivelata.<br />
E mentre l'architettura<br />
prendeva questo<br />
corpo muscoloso, e la<br />
profondità di un Piranesi,<br />
avveniva la cosa sbalorditiva.<br />
L'opera prendeva<br />
vita, e i demoni che<br />
abitavano quell'universo<br />
primordiale iniziavano a<br />
muoversi e a guardarti<br />
beffardi, empatici o minacciosi,<br />
antichi e contemporanei.<br />
Con spessa<br />
confidenza. E il tempo ad<br />
abitare il quadro.<br />
<strong>Alvaro</strong> <strong>Monnini</strong>, in realtà,<br />
era più di questo.<br />
Non era il custode inconsapevole<br />
di un mistero,<br />
un selvaggio autodidatta<br />
calato tra noi con la sua<br />
indecifrabile rivelazione.<br />
Era un umanista e uno<br />
scienziato, un antropologo<br />
e un semiologo, uno<br />
studioso, un curioso, un<br />
Ricordando i forni<br />
1973<br />
cm 70 x100<br />
olio su tela
uomo calato nei libri e<br />
nei suoi stessi scritti, un<br />
insegnante e un impareggiabile<br />
comunicatore,<br />
che inventava oggetti,<br />
brevettava metodi di<br />
prospettiva, colorimetri<br />
e libri su Giotto da Bondone,<br />
che si confrontava<br />
con personaggi come<br />
Silvio Ceccato, che era<br />
sempre calato nel dibattito<br />
sulla materia prima<br />
dell'uomo. Lo era con<br />
la ratio dello studioso<br />
e con la sensibilità lirica<br />
propria dell'artista, e<br />
quindi con la capacità di<br />
mettere in vibrazione il<br />
"campo emotivo" di chi<br />
si fermasse a contemplare<br />
un suo quadro. E<br />
di chi, aggiungo, abbia<br />
avuto il piacere e la fortuna<br />
di contemplare la<br />
sua parlata sagace e il<br />
suo sguardo cristallino e<br />
penetrante.<br />
Soprattutto in quegli<br />
<strong>anni</strong> parlava molto delle<br />
istanze interiori dell'artista,<br />
come di un magma<br />
piroclastico, raccontava<br />
della ricerca degli arche-<br />
Conversione all'interno<br />
1973<br />
cm 53 x65<br />
olio su tela
tipi, introitati nel DNA e<br />
assimilati dall'esperienza<br />
umana, segni capaci di<br />
generare reminescenze<br />
emotive; spiegava che<br />
l'arte ha il compito di<br />
raccontare gli epistèmi,<br />
le forme simboliche degli<br />
umani, le strutture del<br />
pensiero, di trasmetterne<br />
l'energia.<br />
L'arte ha per <strong>Alvaro</strong><br />
<strong>Monnini</strong> una responsabilità<br />
storica, contiene<br />
un messaggio e una testimonianza<br />
ad maiora,<br />
è il filo conduttore di una<br />
storia che inizia con l'uomo,<br />
è il mattone per la<br />
costruzione di un universo<br />
estetico e semantico,<br />
il viatico per un viaggio<br />
all'interno.<br />
Bisogna lasciarsi guardare<br />
dai suoi quadri, e con<br />
questa disposizione all'ascolto<br />
assorbirne il calore<br />
e il colore.<br />
Milano, 28/02/2015<br />
1973<br />
cm 50 x70<br />
Tecnica mista su carta<br />
16
1973<br />
cm 50 x70<br />
Tecnica mista su carta
20<br />
1973<br />
cm 50 x70<br />
Tecnica mista su carta
22<br />
1973<br />
cm 50 x70<br />
Tecnica mista su carta
24<br />
1973<br />
cm 50 x70<br />
Tecnica mista su carta
26<br />
1973<br />
cm 50 x70<br />
Tecnica mista su carta
1970 "Demon"<br />
cm 34 x49<br />
Tecnica mista su carta
30<br />
1970 "Frattura"<br />
cm 34 x49<br />
Tecnica mista su carta
32<br />
Cartella di 6 litografie<br />
tirata in 40 esemplari<br />
cm 50x70
Nei giorni dell'«Arte per l'Arte» si comprende come l'artista<br />
rispondese «Lasciateci i nostri segreti». Oggi che gli<br />
aspetti concettuali e valoristici a molti appaiono doverosi<br />
e si sforzano di uscire ed entrare dalla cittadella sacra<br />
del «daimon ti», l'artista racconta volentieri, agli altri,ma<br />
soprattutto, credo, a sé, la trama di una giustificazione,<br />
soprattutto sociale: «Lasciateci dire i nostri segreti». Io,<br />
studioso di uomini, di atteggiamenti e valori di ogni sorta,<br />
insieme a quello estetico, naturalmente ascolto volentieri.<br />
L'atteggiamento estetico - con la sua sola carta costitutiva:<br />
che esso solleciti, od almeno permetta, l'asunzione di una<br />
frammentazione ritmica da parte dell'attenzione - si presta<br />
in effetti a tutti gli usi, ed il racconto dell'artista diventa<br />
prezioso, non tanto come confessione «di una mente e<br />
di un cuore», quanto perché svela i sensibili rapporti che<br />
legano fra loro, quale espressione dell'uomo globale, le<br />
sue molteplici facce.<br />
<strong>Alvaro</strong> <strong>Monnini</strong> dunque racconta.<br />
La partenza e del resto anche l'arrivo, come si saprà, non<br />
sono intimistici. Il primo appello è alla scienza: spazio,<br />
geometria, dimensioni. Essi devono svelare i loro segreti.<br />
Eppure, se a farne la controparte è l'uomo sociale, capisco<br />
come l'artista vi bussi a vuoto. Allora?<br />
Il gioco diventa sottile. Si potrebbe riprendere la strada<br />
del figurativo. Ma si incontra l'ostacolo dell'individuo che<br />
propone si le mille varietà, dell'uomo, dell'animale, dell'albero,<br />
della casa, ma estorte dall'individuale incombente<br />
autoritratto.<br />
Aiuterà un'altra scienza? Questa volta è l'aritmetica, numeri,<br />
grandezze. Una tradizione immensa chiama l'artista<br />
e fra l'altro lo accosta ai maghi, della sezione aurea, dei<br />
rapporti semplici della fisica. <strong>Monnini</strong> vi si prova; e studia
se stesso, le regolarità dei rapporti fra le parti, nei passaggi<br />
dal piccolo al grande, dal bozzetto al quadro.<br />
Del tutto non è soddisfatto. Così giunge alla soluzione attuale.<br />
Come è noto, si distinguono varie vie di comunicazione:<br />
quella fisica bruta (del fuoco che si comunica di<br />
stanza in stanza); quella del puro simbolo convenzionale<br />
(del «pesce» che è anche «poisson», «fish», etc.) quella<br />
estetica, in cui le differenze fisiche sono adoperate come<br />
sollecitatrici dell'assunzione di un ritmo, quella associativa<br />
(la mela che rimanda ad Eva ed Eva che rimanda al<br />
serpente, etc.); e così via. Quella associativa si impone<br />
facilmente quando ciò che viene presentato non ha contorni<br />
precisi, cioè non appartiene né al mondo dei simboli<br />
convenuti, né a quello dei simbolizzati convenuti, ma in<br />
rapporto ad essi anche la più nitida forma è informe.<br />
<strong>Alvaro</strong> <strong>Monnini</strong> ha compiuto la sua scelta, dosando comunicazione<br />
estetica, comunicazione associativa e comunicazione<br />
simbolica. Per quella associativa è difficile non<br />
richiamarsi alle celebri Tavole di Rorschach; la differenza<br />
rimane però duplice. Non solo c'è la volontà estetica, ma<br />
l'associazione è guidata dai titolo delle opere: Pioniere,<br />
Viaggio interno, etc. Sarà comunque il fruitore a scoprire<br />
se stesso, i suoi intimi segreti, dinanzi all'opera, secondo<br />
una cronaca da rinnovarsi ad ogni occasione.<br />
SILVIO CECCATO
Mostre personali<br />
1951 Numero, Bar degli Artisti, Firenze.<br />
1955 Galleria La Cittadella, Ascona. <strong>Alvaro</strong> <strong>Monnini</strong>.<br />
Espone 20 tempere e disegni, Galleria d’arte de’<br />
Tintori, Prato. Circolo della casa della cultura,<br />
Livorno.<br />
1959 Circolo Unione Bari, Bari.<br />
1960 Galleria Michaud, Firenze. Galleria d’Arte Moderna<br />
L’Indiano, Firenze.<br />
1961 Centro delle Arti, Grosseto.<br />
1962 R.C.A. Italiana, Roma.<br />
1970 Mostra del pittore <strong>Alvaro</strong> <strong>Monnini</strong> e Tavola Rotonda<br />
sul tema: “Funzione dell’artista nella società contemporanea”,<br />
Scotland House, Milano. I dèmoni di<br />
<strong>Monnini</strong>, Galleria Schettini, Milano.<br />
1973 Presentazione della cartella di litografie Viaggi<br />
all’interno, Galleria Schubert, Milano.<br />
1974 Galleria Giraldi, Firenze. Galleria Giraldi, Livorno.<br />
49
1975 Galleria Il Gabbiano, La Spezia. Galleria Vismara,<br />
Milano.<br />
1979 <strong>Alvaro</strong> <strong>Monnini</strong>. Opere psicografiche, Galleria<br />
Valentini, Milano .<br />
2013 Galleria Open Art, Prato.<br />
mostre collettive<br />
1947 Collettiva, Empoli. Contenuto e forma della<br />
nuova realtà, Galleria Firenze, Firenze.<br />
1947-1948 Rassegna sindacale toscana delle<br />
arti figurative, Palazzo Strozzi, Firenze.<br />
1948 Rassegna di pittura e scultura italo-francese,<br />
Galleria Firenze, Firenze. Galleria Bergamini,<br />
Milano. Mostra nazionale di pittura e scultura,<br />
Gran Premio Forte dei Marmi. Arte d’Oggi.<br />
V. Berti, B. Brunetti, <strong>Monnini</strong>, Nativi, 4<br />
pittori espongono, Galleria Vigna Nuova,<br />
Firenze. Mostra arti figurative “Premio<br />
Firenze”, Ex-Convento delle Oblate, Firenze.<br />
Sindacato toscano arti decorative,<br />
Palazzo Strozzi, Firenze (18 gennaio – 8<br />
febbraio 1948) Rassegna Nazionale di Arti<br />
figurative, V Quadriennale, Galleria Nazionale<br />
d’Arte Moderna, Roma.
1949 Pitture concrete, Libreria Salto, Milano. 3ª<br />
Mostra Internazionale «Arte d’Oggi», La<br />
Strozzina, Firenze. Mostra nazionale d’arte<br />
contemporanea, Asti.<br />
1950 Fine dell’astrattismo, Galleria Vigna Nuova,<br />
Firenze. I pittori dell’astrattismo classico,<br />
Opera Bevilacqua la Masa, Venezia. Prima<br />
mostra collettiva, Palazzo di parte guelfa,<br />
Firenze. Premio Vittorio Alfieri, Asti.<br />
1951 1ª Mostra d’Arte in vetrina del giornale<br />
Numero, Firenze. 1ª Rassegna pittura fiorentina<br />
contemporanea, Numero, Bar Cennini,<br />
Firenze. Arte astratta e concreta in<br />
Italia 1951, Galleria Age d’Or, Roma. Arte<br />
astratta e concreta in Italia 1951, Art club<br />
centrale, Roma. Arte astratta e concreta in<br />
Italia 1951, Galleria Nazionale d’Arte Moderna,<br />
Roma. Movimento astratto italiano,<br />
Galleria d’Arte Contemporanea, Firenze.<br />
Astrattisti di “arte d’oggi” napoletani, liguri,<br />
toscani, emiliani, veneti, Rassegna della<br />
Pittura Astratta Italiana, IV Mostra, Milano.<br />
Italian Artists of Today, Goteborg, Helsinki,<br />
Oslo, Copenhagen.<br />
1953 Premio Lissone, Lissone.<br />
51
1954 Mostra nazionale arte non-oggettiva, Galleria<br />
Numero, Firenze.<br />
1955 Accrochage di 11 pittori astratti, Galleria Numero,<br />
Firenze. Numero. La Cava. Mostra internazionale<br />
all’aperto di arti plastiche, Monterinaldi, Firenze.<br />
Collezione di Numero, Galleria Numero, Firenze.<br />
Vinicio Berti, Bruno Brunetti, <strong>Alvaro</strong> <strong>Monnini</strong>,<br />
Mario Nigro, Mario Nuti, F. De Szyszlo, Galleria La<br />
strozzina, Palazzo Strozzi, Firenze. Espongono<br />
gli astrattisti di Firenze, Galleria Giraldi, Livorno.<br />
Espongono gli astrattisti di Firenze, Galleria<br />
L’Indiano, Firenze. VI Mostra Nazionale Premio<br />
del Fiorino, Galleria dell’Accademia, Firenze. 7º<br />
Premio Naz. di pittura “Golfo della Spezia”, La<br />
Spezia. Sessanta maestri del prossimo trentennio,<br />
Prato. Premio Lissone, Lissone.<br />
1956 Prima Mostra completa della Collezione “Numero”<br />
di Fiamma Vigo, Museo Civico, Pistoia. Vinicio<br />
Berti, Bruno Brunetti, <strong>Alvaro</strong> <strong>Monnini</strong>, Alberto<br />
Moretti, Gualtiero Nativi, Mario Nuti, Galleria La<br />
Navicella, Viareggio.<br />
1957 70 opere della collezione di Numero, Galleria Numero,<br />
Firenze. Albenzio, Barisani, Biasi, Bozzolini,<br />
Carmi, Frunzo, Giovannoni, Hollesch, Levi, Medici,<br />
Moretti, Mari-Belli, <strong>Monnini</strong>, Nigro, Peschi, Tulli,<br />
Galleria Numero, Firenze. Pittori fiorentini,
Galleria d’Arte Moderna L’Indiano, Firenze. Vinicio<br />
Berti, Bruno Brunetti, <strong>Alvaro</strong> <strong>Monnini</strong>, Alberto<br />
Moretti, Gualtiero Nativi, Mario Nigro, Mario Nuti,<br />
Galleria del Fiore, Milano. VIII Mostra Nazionale<br />
di Arte Contemporanea, Pinacoteca Civica,<br />
Alessandria.<br />
1958 45 artisti astratti, Galleria Numero, Firenze. Opere<br />
della collezione Numero, Galleria Numero, Firenze.<br />
Litografie monotipi bianco-nero, Galleria Numero,<br />
Firenze. Espongono i pittori Vinicio Berti, <strong>Alvaro</strong><br />
<strong>Monnini</strong>, Gualtiero Nativi, Galleria d’Arte Il Metro,<br />
Arezzo. Giovani artisti italiani, La Permanente,<br />
Milano. II Premio nazionale di pittura “Il taccuino<br />
delle arti”, Palazzo Strozzi, Firenze. Istituto di<br />
Storia dell’Arte, Pisa.<br />
1959 40 Astrattisti, Galleria Numero, Firenze. Winkleman<br />
selection of florentine painters 1959, Gallery 4,<br />
Detroit. Winkleman selection of florentine painters<br />
1959, Magazzini Winkleman, Detroit. 4 pittori<br />
fiorentini. Bruno Brunetti, <strong>Alvaro</strong> <strong>Monnini</strong>, Alberto<br />
Moretti, Mario Nuti, Galleria Michaud, Hotel Continental,<br />
Firenze. Iª Mostra di arte toscana, Circolo<br />
degli artisti “Casa di Dante”, Firenze. Review<br />
of the contemporary painting of Florence, Edimburgo.<br />
Galleria C.A. I., Firenze. Quadriennale 1959, Palazzo<br />
della Palazzo Sociale al Valentino, Torino.<br />
The Parker exhibition of contemporary italian
painting, mostra itinerante in America.<br />
1960 Opere della Collezione “Numero”, Galleria Numero,<br />
Firenze. “Presenze”(Mostra internazionale di Arte<br />
Astratta), Galleria Numero e Galleria Numero 2,<br />
Firenze. Mostra Internazionale di Arte Astratta<br />
organizzata dall’Associazione Turistica Pratese<br />
e dalla Galleria Numero di Firenze, Palazzo<br />
Pretorio, Prato. 4 pintores italianos en H, Galeria<br />
de arte “H”, Buenos Aires. Galleria D.L.F., Firenze.<br />
Galleria Numero, Firenze. Maggio di Bari, Bari.<br />
Premio del Fiorino, Firenze. Galleria L’Indiano,<br />
Firenze. Galleria Santa Croce, Firenze. The<br />
Parker exhibition of contemporary italian painting,<br />
mostra itinerante in America.<br />
1961 2 Premio Nazionale di pittura Città di<br />
Fiesole, Scuola Filippo Mangani, Fiesole.<br />
Galleria Numero, Firenze. Maggio di Bari,<br />
Bari. Rassegna Einaudi, Libreria Einaudi,<br />
Roma. Galleria San Marco, Roma.<br />
1961-1962 Premio nazionale di paesaggio “Autostrada<br />
del Sole”, Palazzo delle Esposizioni, Roma.<br />
1962 IV Premio Nazionale “Città di Grosseto” per<br />
la giovane pittura italiana, Palazzo della<br />
Amministrazione Provinciale, Grosseto. La<br />
pittura dei giovani fiorentini nel dopoguerra<br />
54
(1945-1950), Galleria L’Indiano, Firenze.<br />
Pittori d’oggi, Galleria Michaud, Firenze.<br />
1963 IV Rassegna di arti figurative di Roma<br />
e del Lazio, Palazzo delle Esposizioni,<br />
Roma. Mostra Mercato Nazionale d’Arte<br />
Contemporanea, Palazzo Strozzi, Firenze.<br />
Mostra Mercato Nazionale d’Arte Contemporanea,<br />
Galleria L’88, Roma.<br />
1964 XV Mostra Nazionale Premio il Fiorino,<br />
Palazzo Strozzi, Firenze. Concretismo a<br />
Milano, Firenze, Roma, dal 1947 al 1950,<br />
Galleria di Palazzo Libri, Firenze.<br />
1968 Berti, Bozzolini, Brunetti, <strong>Monnini</strong>, Moretti, Nativi,<br />
Nuti, 1947/50, Galleria Flori, Firenze.<br />
1970 Due decenni di eventi artistici in Italia:<br />
1950-1970, Palazzo Pretorio, Prato. 100<br />
pittori italiani, Galleria Schettini, Milano.<br />
1971 Albergo Milano, Bratto della Presolana,<br />
mostra organizzata dalla Galleria Ressi di<br />
Milano. Premio internazionale di pittura e<br />
grafica "Brunellesco", Firenze<br />
1973 Firenze Verifica 1945/1965. XXI Premio del<br />
Fiorino. Biennale Internazionale d’Arte,<br />
55
Fortezza da Basso, Firenze. Caldini, Cioni,<br />
Fusi, Garinei, <strong>Monnini</strong>, Zen, Galleria Giraldi,<br />
Firenze.<br />
1974 Galleria d’Arte Classica, Milano.<br />
1975 «Una firma per tutti», Galleria d’Arte Moderna<br />
L’Incontro, Torino. Vismara Arte,<br />
Milano.<br />
1976 IV Biennale Europea, Maison de la culture<br />
et centre des congrés de Woluwé Saint-<br />
Pierre, Bruxelles. Grafica di maestri contemporanei,<br />
Club d’Arte Gruppo 6, Pachino.<br />
Arte oggi, Gallerie Giraldi, Livorno.<br />
1977 Mostra Brera 3, Galleria Braidense, Milano.<br />
1978 Geometria e percezione, tre proposte di<br />
Kirby, Otero, <strong>Monnini</strong>, Museo Laboratorio,<br />
Castello Sforzesco, Milano.<br />
1981 Astrattismo Classico. Firenze 1947-1950,<br />
Sala d’Arme di Palazzo Vecchio, Firenze.<br />
Astrattismo Classico (Firenze 1947 –<br />
1950), Fondazione dell’Opera Bevilacqua<br />
La Masa, Venezia.<br />
1982 Mac. Movimento Arte Concreta. 33ª Mostra<br />
56
d’Arte Contemporanea, Torre Pellice.<br />
1983 Aniconicità ’50/60, Vismara Arte, Milano.<br />
Biennale 83, Palazzo della Società promotrice<br />
di Belle Arti, Torino. 3ª Biennale<br />
d’Arte Città della Spezia, Palazzo delle<br />
manifestazioni, La Spezia.<br />
1991 Presenze delle avanguardie a Firenze dal<br />
ʼ47 ad oggi, Centro d’Arte Spaziotempo,<br />
Firenze. Arteroma 91. 3º Salone d’Arte<br />
Moderna e Contemporanea, Palazzo dei<br />
Congressi, Roma.<br />
1995 Dieci <strong>anni</strong> di acquisizioni 1984-1994, Gabinetto<br />
Disegni e Stampe degli Uffizi, Firenze.<br />
1996 Cinquant’<strong>anni</strong> di astrattismo nelle collezioni<br />
della civica galleria, Civica Galleria<br />
d’Arte Moderna, Gallarate. Percorsi paralleli.<br />
Opere e artisti 1945-1970, Andito degli<br />
Angiolini, Palazzo Pitti, Firenze.<br />
1997-1998 Correnti astratte in Toscana, 1947-<br />
55, Villa Renatico Martini, Monsummano<br />
Terme.<br />
1998 Da un’esperienza maturata nei primi Anni<br />
57
Cinquanta all’Opificio delle Pietre Dure di<br />
Firenze, “Gruppo Donatello”, Firenze.<br />
2001 Da Art Club al Gruppo degli Otto. La pittura<br />
astratta del secondo dopoguerra in Italia,<br />
Fondazione Carical, Cosenza. Da Art Club<br />
al Gruppo degli Otto. La pittura astratta<br />
del secondo dopoguerra in Italia, Palazzo<br />
dell’Annunziata, Matera. “L’immagine e la<br />
parola”. Piero Santi e l’arte a Firenze dal<br />
1950 al 1975, Galleria d’Arte Moderna e<br />
Contemporanea “Raffaele De Grada”, San<br />
Gimignano.<br />
2001-2002 Astrattismo classico 1947-1950,<br />
Centro D’Arte Arbur, Milano. Arte in Italia<br />
nel secondo dopoguerra tra concretismo<br />
e nuova astrazione. Opere dalle Collezioni<br />
della Civica Galleria d’Arte Moderna di<br />
Gallarate, Civico Museo Parisi Valle.<br />
2002 Astrattismo classico 1947-1950, Galleria<br />
d’Arte Niccoli, Parma. Astrattismo classico<br />
1947-1950, Galleria Open Art, Prato. Continuità.<br />
Arte in Toscana 1945-1967, Palazzo<br />
Strozzi, Firenze.<br />
2007 Kandinsky e l’astrattismo in Italia 1930 –<br />
1950, Palazzo Reale, Milano.<br />
58
2011 "Percorsi Riscoperti dell'Arte Italiana - VAF<br />
Stiftung 1947-2010" M.A.R.T. Trento e<br />
Rovereto.<br />
59