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PhD_Thesis_Mingoia

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Cristo è disceso fino alla carne, fino alla croce e fino alla morte. Risulta<br />

fondamentale, in proposito, come sant’Agostino spieghi che vi è una differenza fra la<br />

discesa di Cristo agli Inferi, di cui è imitazione la discesa all’Inferno, nella Commedia, e<br />

la caduta di Adamo dall’Eden, conseguente alla caduta di Lucifero nel cuore della terra.<br />

Vi è una forte somiglianza tra la valle che Dante designa nel prologo come il<br />

luogo della selva e il commento di Agostino. La valle del pianto appare come la regio<br />

dissimilitudinis, da cui inizia la conversione. Il poeta descrive, infatti, l’angoscia del suo<br />

cuore che ha preso consapevolezza della condizione di male e di indigenza in cui si<br />

trova quella valle (If. I, 14). Nel commento al Salmo 119, che chiama cantico dei<br />

gradini, Agostino spiega come ciò che deve ascendere sia il cuore dell’uomo.<br />

Successivamente, egli fornisce elementi importanti anche per l’interpretazione del<br />

monte del Purgatorio, identificando sia la valle che il monte con Cristo, affrontando la<br />

Passione egli ti si è fatto valle di pianto, mentre, restando quel che sempre era, ti si fece<br />

monte su cui ascendere 14 . Il passo agostiniano illumina riguardo all’itinerarium di<br />

Dante, il quale, come si è detto ormai più volte, invece che scalare direttamente il colle,<br />

scende prima nell’Inferno. La visita del primo regno è il primo segnale della diversità<br />

del viaggio dantesco ossia dell’altro viaggio, guidato da Virgilio. La sua intenzione era,<br />

infatti, di scalare direttamente il colle. Ma l’Ipponatte configura la discesa infernale e<br />

l’ascesa purgatoriale come possibili esclusivamente nell’imitazione di Cristo, in quanto<br />

è a partire dalla Sua discesa e ascesa che è possibile compiere il viaggio che conduce a<br />

Dio. Cristo, dice il passo di Agostino, si è abbassato ed è disceso fino a diventare valle<br />

di pianto e, allo stesso tempo, egli è il monte dell’ascensione. Le immagini scritturali<br />

della valle e del monte, con le quali l’Ipponatte identifica Cristo, hanno una palese<br />

affinità con l’itinerario nei tre regni di Dante che in sostanza si configura come<br />

un’imitatio Christi: ha inizio da Gerusalemme, scende fino al più profondo dell’Inferno,<br />

e passa per luoghi ove è passato il Redentore, di cui restano le tracce nel primo regno, e<br />

ascende al cielo. L’immagine della scala celeste esprime l’idea di ascesa. Nel Medioevo,<br />

in particolare, la scala apparsa a Giacobbe, lungo la quale gli angeli vanno e vengono<br />

dal cielo alla terra, e viceversa, domina lo spazio medievale 15 . L’immagine della scala si<br />

pone all’interno della cosmologia e della topografia spirituale del medioevo, supportata<br />

dalla dottrina della Creazione, secondo cui lo spazio del mondo è inteso in rapporto alla<br />

storia della Caduta e di Lucifero e di Adamo. La conseguenza fu la perdita del luogo<br />

14 AGOSTINO, Enarr. in Psalm 119, 1.<br />

15 Gn. 28, 12.<br />

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