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PhD_Thesis_Mingoia

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Cristo, Seconda Persona della Trinità, ha due nature, umana e divina.<br />

Storicamente rappresenta la strada con cui il divino si rende vicinanza all’umano,<br />

assumendone la natura, nella Persona di Cristo, nelle Sue due nature umana e divina; è<br />

cioè il ponte tra l’uomo e Dio. In termini evangelici, Egli è la Via, la Verità, la Vita 58 .<br />

C’è un altro fattore inerente le rime che appare degno di osservazione; esso si riscontra<br />

quattro volte all’interno dell’opera, ed è il caso di una particolare rima detta univoca.<br />

Nella rima univoca, più spesso chiamata identica, il significante e il significato<br />

coincidono. È un tipo di rima che può sottrarsi all’accusa di trascuratezza o di banalità<br />

soltanto se riceve una forte giustificazione stilistica 59 . Nella Commedia vi sono quattro<br />

casi in cui la parola Cristo si trova in rima, perché Dante non osa accostargli nessuna<br />

parola profana nelle rime successive 60 . Le prime due si trovano nel cielo del Sole e le<br />

altre due, rispettivamente, nel cielo di Marte e nell’Empireo.<br />

Dante attribuisce un grande valore alla parola in rima, e gli studi hanno messo in<br />

rilievo che la maggior parte delle parole in rima sono parole che il poeta impiega allo<br />

scopo di determinare il significato del dettato: la parola usata in rima è usata per la<br />

rima, come affermò Parodi, mentre Rohlfs, più di recente, nota che si trovano in rima<br />

173 delle 204 parole attestate una sola volta nella Commedia 61 . La parola in rima per<br />

Dante ha un grande valore e non è un dato trascurabile che Arianna Punzi osservi come<br />

nei canti corrispondenti in ciascuna cantica siano riscontrabili le medesime serie rimiche.<br />

I casi che Punzi rileva sono novanta. Quello più ricordato è la parola stelle con cui si<br />

conclude ogni cantica. Con le rime, Dante intende segnalare una traccia memoriale,<br />

all’interno della poesia, che il lettore deve percorrere, sollecitando la memoria verbale,<br />

rilevabile a più livelli del testo. Il primo e l’ultimo canto della Commedia hanno in<br />

comune ben sei parole rima: pace, stelle, fioco, amore, cui si aggiungono le rime in –illa<br />

e in –ura. Per esempio, la rima amore, autore, onore (If. I, 83, 85, 87) si ritrova nella<br />

serie fattore, amore e fiore (Pd. XXXIII, 5, 7, 9). Le serie rimiche documentano<br />

un’evoluzione e un accrescimento del significato, e il fatto che si trovino nel canto<br />

iniziale e finale conferisce loro un ruolo più determinante.<br />

58 Gv. 14, 1-6.<br />

59 ANTONIO PINCHERA, La metrica, Mondadori, Milano 1999, p. 236.<br />

60 Pd. XII, 71-75; Pd. XIV, 103-108; Pd. XIX, 104-108; Pd. XXXIII, 83-87.<br />

61 Cfr. ERNESTO GIACOMO PARODI, La rima e i vocaboli in rima nella Divina Commedia, in Lingua<br />

e letteratura. Studi di Teoria linguistica e di Storia dell’italiano antico, a cura di Gianfranco Folena,<br />

Neri Pozza Editore, Venezia 1957, II, pp. 216-217. Cfr. GERAHARD ROHLFS, La lingua di Dante<br />

nelle rime della Vita Nuova, in Studi e ricerche su lingua e dialetti d’Italia, Sansoni, Firenze 1972, p.<br />

134.<br />

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