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GEOmedia 1 2015

La prima rivista italiana di geomatica e geografia intelligente

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Rivista bimestrale - anno XIX - Numero 1/<strong>2015</strong> - Sped. in abb. postale 70% - Filiale di Roma<br />

TERRITORIO CARTOGRAFIA<br />

GIS<br />

CATASTO<br />

3D<br />

INFORMAZIONE GEOGRAFICA<br />

FOTOGRAMMETRIA<br />

URBANISTICA<br />

GNSS<br />

BIM<br />

RILIEVO TOPOGRAFIA<br />

CAD<br />

REMOTE SENSING SPAZIO<br />

EDILIZIA<br />

WEBGIS<br />

UAV<br />

SMART CITY<br />

AMBIENTE<br />

NETWORKS<br />

BENI CULTURALI<br />

LBS<br />

LiDAR<br />

Gen/Feb <strong>2015</strong> anno XIX N°1<br />

La prima rivista italiana di geomatica e geografia intelligente<br />

IL GEOMETRA<br />

DEL MARE<br />

Fotogrammetria<br />

diretta con RPAS<br />

Storymaps<br />

e terremoti<br />

Pianificazione<br />

forestale con UAV


Fotogrammetria<br />

sempre più da vicino<br />

Fino a pochi anni fa sarebbe stato anche soltanto auspicabile che la Fotogrammetria<br />

ritrovasse lo slancio attuale ed uno share così intenso da prestarsi a spots pubblicitari trasmessi<br />

dagli altoparlanti di un supermercato, in uno dei quali è ora fatto cenno easy way all’offerta di<br />

Masters universitari comprensivi di corsi di pilotaggio droni ‘per effettuare rilievi topografici’ .<br />

Da qualche tempo un rinnovato interesse per il rilievo e la conoscenza del territorio si diffonde a<br />

causa dell’abbassamento improvviso dei costi delle riprese aeree e forse mosso dall’attrazione del<br />

nuovo vettore alla portata di tutti. Di seguito solo alcune considerazioni sul costo globale del<br />

rilievo topografico e fotogrammetrico.<br />

Il rilievo fotogrammetrico per la realizzazione di cartografia ha costi infinitamente più bassi<br />

del rilievo topografico diretto e proprio per questo la topografia a terra è oggi utilizzata solo per<br />

rilievi di dettaglio, integrazioni, ricognizioni o appoggio del processo fotogrammetrico.<br />

Il costo della presa incide normalmente fino ad un 20% dell’intero processo di produzione<br />

cartografica ed il risparmio che l’utilizzo dei sistemi SAPR/droni porterebbe non è poi così forte<br />

una volta considerato l’incremento tariffario della restituzione, soprattutto dovuto al maggior<br />

numero di fotogrammi che ne derivano, rispetto alle camere classiche aviotrasportate a parità di<br />

superficie rilevata ed al tempo richiesto in applicazione per costruzione dei tipi e sviluppo grafico.<br />

Ciononostante la facilità d’uso del sistema ed il relativo basso costo iniziale alla portata<br />

d’investimento dei topografi stanno interessando sempre più nuovi utenti all’utilizzo della<br />

visualizzazione di modelli tridimensionali, che già dai primi anni Cinquanta del secolo scorso era la<br />

scoperta avanguardistica di questa tecnologia. La musealità della terra ne era esaltata per la prima<br />

volta raggiunta nella restituzione fotogrammetrica, che l’operatore, seduto allo strumento,<br />

osservava dagli oculari, veri e propri rivelatori - non solo un gioco di parole - di un modello del<br />

terreno tridimensionale, generato dai due fotogrammi stereoscopici montati sul restitutore.<br />

Oggi l’effetto del 3D generato dai modelli assemblati dai vari sistemi ‘software’ attrae centinaia<br />

di nuovi utenti, che si stanno avvicinando in questo modo al concreto mondo del rilievo<br />

fotogrammetrico e della geomatica in genere.<br />

Ciò che si mostra tuttora carente è la solidità dei fondamenti di base indispensabili per sfruttare<br />

appieno le capacità fotogrammetriche di questi sistemi ed evitare di incorrere in errori dimensionali<br />

tipici dei sistemi 3D non fotogrammetrici.<br />

<strong>GEOmedia</strong> uscirà da questo numero in una veste rinnovata con alcune piccole novità inserite nella<br />

versione cartacea e in quella digitale, quest’ultima sempre più ipermediale dal momento che, anche in<br />

copertina, sarà presente una mappa di lettura con ‘link’ diretti agli articoli o a contenuti informativi<br />

espansi sul sito ‘web’, come un ‘magazine’.<br />

Anche all’interno le sorprese non mancano, gli abbonati alla versione digitale potranno esplorare gli<br />

articoli e vedere ove il simbolo della freccia del ‘mouse’ cambierà grafica per puntare a contenuti non<br />

limitati dalla carta ed in teoria collegabili all’intero universo del ‘web’.<br />

Buona lettura,<br />

Renzo Carlucci


IN QUESTO<br />

NUMERO...<br />

FOCUS<br />

REPORTS<br />

FOTOGRAMMETRIA<br />

DIRETTA CON RPAS:<br />

PRIME CONSIDERAZIONI<br />

E POSSIBILI SVILUPPI<br />

FUTURI DI FILIBERTO<br />

CHIABRANDO, ANDREA LINGUA<br />

E MARCO PIRAS<br />

6<br />

LE RUBRICHE<br />

36 MERCATO<br />

47 GI IN EUROPE<br />

48 SMART CITIES<br />

50 AGENDA<br />

12<br />

STORY MAPS E<br />

TERREMOTI, UN<br />

NUOVO STRUMENTODI<br />

INFORMAZIONE PER LA<br />

RIDUZIONE DEL RISCHIO<br />

SISMICO<br />

DI MAURIZIO PIGNONE<br />

SPERIMENTAZIONE<br />

DI RILIEVO UAV A<br />

SUPPORTO DELLA<br />

PIANIFICAZIONE<br />

FORESTALE<br />

DI FEDERICO PRANDI,<br />

DANIELE MAGLIOCCHETTI E<br />

RAFFAELE DE AMICIS<br />

16<br />

In copertina un’immagine di<br />

3 studenti che effettuano un<br />

rilievo nell’ambito del corso<br />

di “Tecnico superiore esperto<br />

in costruzioni in ambito<br />

portuale, costiero, fluviale<br />

e lacustre” comunemente<br />

denominato "Geometra<br />

del mare".<br />

Credits: geometradelmare.it<br />

22<br />

IL NUOVO<br />

SISTEMA PER<br />

L’AGGIORNAMENTO<br />

AUTOMATICO DELLA<br />

CARTOGRAFIA<br />

CATASTALE E DEGLI<br />

ARCHIVI CENSUARI<br />

DI DONATO TUFILLARO<br />

www.rivistageomedia.it<br />

<strong>GEOmedia</strong>, bimestrale, è la prima rivista italiana di geomatica.<br />

Da quasi 20 anni pubblica argomenti collegati alle tecnologie<br />

dei processi di acquisizione, analisi e interpretazione dei dati,<br />

in particolare strumentali, relativi alla superficie terrestre. In<br />

questo settore <strong>GEOmedia</strong> affronta temi culturali e tecnologici<br />

per l’operatività degli addetti ai settori dei sistemi informativi<br />

geografici e del catasto, della fotogrammetria e cartografia,<br />

della geodesia e topografia, del telerilevamento aereo e<br />

spaziale, con un approccio tecnico-scientifico e divulgativo.


28<br />

L’ITSS<br />

“MAJORANA-<br />

GIORGI” DI<br />

GENOVA IN ORBITA<br />

CON I SISTEMI DI<br />

NAVIGAZIONE VIA<br />

SATELLITE DI PRIMO<br />

BARTOLI E MARCO LISI<br />

INSERZIONISTI<br />

aerRobotix 47<br />

CGT 44<br />

Codevintec 52<br />

Crisel 36<br />

EPSILON 43<br />

ESRI 21<br />

Flytop 25<br />

Geogrà 31<br />

Geomax 35<br />

Intergraph 2<br />

Planetek 11<br />

UN INCONTRO<br />

CON MATTIA<br />

CRESPI DOCENTE<br />

DI GEOMATICA<br />

ALLA SAPIENZA<br />

DI ROMA<br />

32<br />

DI RENZO CARLUCCI<br />

ProgeSOFT 48<br />

Sinergis 51<br />

Sistemi Territoriali 45<br />

TECHNOLOGYforALL 41<br />

Teorema 50<br />

Topcon 49<br />

38<br />

LE TECNOLGIE<br />

DI RILIEVO MARINO<br />

E COSTIERO -<br />

COME OTTENERE<br />

SURVEY<br />

PROFESSIONALI, IN<br />

TEMPI MINORI E A<br />

COSTI COMPETITIVI<br />

a cura della redazione<br />

IL GEOMETRA<br />

DEL MARE<br />

DI ELISABETTA PARISE<br />

E DOMENICO SGUERSO<br />

42<br />

una pubblicazione<br />

Science & Technology Communication<br />

Direttore<br />

RENZO CARLUCCI, direttore@rivistageomedia.it<br />

Comitato editoriale<br />

Fabrizio Bernardini, Luigi Colombo, Mattia Crespi, Luigi<br />

Di Prinzio, Michele Dussi, Michele Fasolo, Beniamino<br />

Murgante, Aldo Riggio, Mauro Salvemini, Domenico<br />

Santarsiero, Attilio Selvini, Donato Tufillaro<br />

Direttore Responsabile<br />

FULVIO BERNARDINI, fbernardini@rivistageomedia.it<br />

Redazione<br />

VALERIO CARLUCCI, GIANLUCA PITITTO,<br />

redazione@rivistageomedia.it<br />

Diffusione e Amministrazione<br />

TATIANA IASILLO, diffusione@rivistageomedia.it<br />

Comunicazione e marketing<br />

ALFONSO QUAGLIONE, marketing@rivistageomedia.it<br />

Progetto grafico e impaginazione<br />

DANIELE CARLUCCI, dcarlucci@rivistageomedia.it<br />

MediaGEO soc. coop.<br />

Via Palestro, 95 00185 Roma<br />

Tel. 06.62279612 - Fax. 06.62209510<br />

info@rivistageomedia.it<br />

ISSN 1128-8132<br />

Reg. Trib. di Roma N° 243/2003 del 14.05.03<br />

Stampa: SPADAMEDIA srl<br />

VIA DEL LAVORO 31, 00043 CIAMPINO (ROMA)<br />

Editore: mediaGEO soc. coop.<br />

Condizioni di abbonamento<br />

La quota annuale di abbonamento alla rivista è di € 45,00.<br />

Il prezzo di ciascun fascicolo compreso nell’abbonamento è di € 9,00. Il prezzo di<br />

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revoca, da comunicarsi in forma scritta entro il trimestre seguente alla scadenza<br />

dell’abbonamento, si riserva di inviare il periodico anche per il periodo successivo.<br />

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dell’abbonamento a nessun effetto. I fascicoli non pervenuti possono essere<br />

richiesti dall’abbonato non oltre 20 giorni dopo la ricezione del numero successivo.<br />

Gli articoli firmati impegnano solo la responsabilità dell’autore. È vietata la<br />

riproduzione anche parziale del contenuto di questo numero della Rivista in<br />

qualsiasi forma e con qualsiasi procedimento elettronico o meccanico, ivi inclusi i<br />

sistemi di archiviazione e prelievo dati, senza il consenso scritto dell’editore.<br />

Rivista fondata da Domenico Santarsiero.<br />

Numero chiuso in redazione il 15 marzo <strong>2015</strong>.


FOCUS<br />

Fotogrammetria<br />

diretta con RPAS<br />

Prime considerazioni e<br />

possibili sviluppi futuri<br />

di Filiberto Chiabrando, Andrea Lingua e Marco Piras<br />

In questo lavoro si illustra una ricerca sulle prestazioni dei sistemi mini-RPAS, mediante<br />

alcuni test appositamente realizzati, con particolare attenzione alle applicazioni per la<br />

fotogrammetria diretta su grande scala.<br />

Oggi l’utilizzo di sistemi<br />

RPAS (Remotely<br />

Piloted Aircraft<br />

Systems) o UAV (Unmanned<br />

Aerial Vehicle) per applicazioni<br />

di tipo geomatico è molto vasto,<br />

ben descritto e documentato<br />

nella letteratura scientifica nazionale<br />

ed internazionale (Barazzetti<br />

et al, 2012;. Chiabrando et al,<br />

2012; Haala et al, 2011; Lingua<br />

et al 2008;Remondino et al.,<br />

2011), in cui si valutano potenzialità,<br />

precisioni e possibili<br />

campi di applicazione. Nelle<br />

attività di tipo fotogrammetrico,<br />

gli RPAS vengono solitamente<br />

strumentati con camere digitali<br />

calibrate ad alta risoluzione con<br />

il fine di acquisire immagini per<br />

la generazione di ortofoto, modelli<br />

densi di superficie (Dense<br />

Digital Terrain Model, DDTM,<br />

Dense Digital Surface Model,<br />

DDSM) o modelli 3D, mediante<br />

l’utilizzo di approcci classici<br />

della fotogrammetria, con l’ausilio<br />

di punti a terra, oppure grazie<br />

all’utilizzo di software e algoritmi<br />

legati al mondo della computer<br />

vision quali le procedure di<br />

Structure from Motion (SfM),<br />

che consentono di automatizzare<br />

quasi completamente il processo<br />

di elaborazione.<br />

Tali algoritmi, al fine di ottenere<br />

risultati con una buona valenza<br />

metrica, richiedono un’alta<br />

percentuale di sovrapposizione<br />

(solitamente intorno all’80%),<br />

e un numero minimo di punti<br />

di controllo a terra (Ground<br />

Control Points, GCPs) utili (solitamente<br />

> 5) per orientare un<br />

blocco fotogrammetrico completo.<br />

Grazie a questi minimi requisiti<br />

è possibile ottenere buoni<br />

risultati in tempi rapidi con una<br />

procedura che potremmo definire<br />

semiautomatica. Un obiettivo<br />

è quello di limitare ulteriormente<br />

la componente “manuale”<br />

valutando se è possibile realizzare<br />

la fotogrammetria diretta con<br />

RPAS e quali siano gli attuali<br />

limiti operativi.<br />

Attualmente sul mercato esistono<br />

un gran numero di sensori<br />

di navigazione (GPS / GNSS<br />

e Inertial Measurement Unit,<br />

IMU in versione Micro Electro-<br />

Mechanical Systems, MEMS),<br />

che sono già impiegati a bordo<br />

di UAV, per effettuare il volo in<br />

maniera autonoma.<br />

La soluzione di navigazione<br />

(posizione e assetto, vengono<br />

solitamente memorizzati in un<br />

file GPX) è stimata dal sensore<br />

interno all‘UAV (precisioni<br />

metriche sulla posizione e circa<br />

di ± 2° sugli assetti) può essere<br />

associata alle immagini acquisite<br />

e di conseguenza impiegata per<br />

la georeferenziazione diretta delle<br />

immagini stesse (Blaha et al,<br />

2011;. Coppa et al., 2009).<br />

Alla luce di tali precisioni ne deriva<br />

che i sensori normalmente<br />

installati su piattaforma RPAS<br />

non sono in grado di fornire<br />

dati necessari per applicazioni<br />

fotogrammetriche di alta precisione,<br />

ma per applicazioni<br />

6 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2015</strong>


FOCUS<br />

Fig. 1 - Sistema RPAS impiegato (sinistra) e camera installata (destra).<br />

cartografiche rimane comunque<br />

interessante analizzare le loro<br />

prestazioni stimandone accuratezza/precisione<br />

di posizionamento<br />

e orientamento del sistema<br />

e della camera utilizzata.<br />

Nei test svolti, i dati sono stati<br />

elaborati con il tradizionale<br />

approccio fotogrammetrico<br />

del bundle-block adjustment<br />

(BBA) per stimare la posizione<br />

e l’assetto corretto della camera,<br />

successivamente confrontandola<br />

con la soluzione stimata dall’RPAS.<br />

Per avere un ulteriore<br />

controllo e confronto tra i dati<br />

ottenuti dai sensori e quelli<br />

misurati con altre metodologie<br />

è stato eseguito un test dedicato<br />

nel quale è stata impiegata<br />

una stazione totale motorizzata<br />

automatica (TPS) in grado di<br />

inseguire e rilevare il sistema<br />

RPAS durante il volo al fine di<br />

confrontare le due traiettorie:<br />

RPAS e TPS. Il test è stato svolto<br />

con l’impiego di un particolare<br />

prisma, costruito presso il<br />

laboratorio di fotogrammetria,<br />

Geomatica e GIS e montato<br />

nella parte inferiore dell’RPAS.<br />

L’analisi è stata condotta considerando<br />

il sincronismo delle<br />

misure e un campionamento<br />

della TPS pari a 5Hz, ottenendo<br />

come risultato un’ampia<br />

ridondanza di punti utili per un<br />

accurato controllo.<br />

Come verrà evidenziato nei successivi<br />

paragrafi i primi risultati<br />

ottenuti incoraggiano l’uso dei<br />

sistemi RPAS per applicazioni<br />

geomatiche, in quanto il costo<br />

e la qualità dei prodotti ottenuti<br />

come ormai ben noto sono<br />

molto interessanti sia dal punto<br />

di vista metrico sia per la documentazione<br />

e modellazione del<br />

territorio.<br />

Come verrà analizzato nei<br />

successivi paragrafi, alla luce<br />

dei test eseguiti la qualità del<br />

posizionamento e dell’assetto<br />

dell’RPAS in termini di accuratezza<br />

e precisione consente<br />

di realizzare dei prodotti cartografici<br />

con l’impiego della<br />

fotogrammetria diretta, ma solo<br />

per produrre mappe a media<br />

scala (1: 10000-1: 25000). In<br />

particolare, la maggiore criticità<br />

emerge nell’accuratezza<br />

della stima della posizione della<br />

camera (X, Y, Z). Tale aspetto<br />

potrebbe essere risolto adottando<br />

un ulteriore ricevitore GNSS<br />

doppia frequenza ad uso esclusivo,<br />

senza cambiare la scheda di<br />

navigazione interna.<br />

Di seguito verranno descritte le<br />

principali caratteristiche dell’R-<br />

PAS utilizzato durante le prove,<br />

alcune analisi effettuate ed i<br />

primi risultati ottenuti. Saranno<br />

infine evidenziati i limiti e i<br />

possibili miglioramenti.<br />

Descrizione del<br />

sistema RPAS usato<br />

Il sistema utilizzato consiste in<br />

un mezzo aereo a basso costo a<br />

decollo e atterraggio verticale<br />

(Vertical Take Off and Landing)<br />

di architettura HexaKopter<br />

di produzione Mikrokopter,<br />

venduto dalla casa madre in kit<br />

da assemblare, in questo caso<br />

personalizzato da Restart di<br />

Luca Comolli. Come descritto<br />

dal nome, il velivolo è dotato<br />

di 6 rotori, pesa circa 1.2 kg<br />

comprese le batterie e permette<br />

di sollevare un carico (payload)<br />

massimo di 1 kg. La figura 1<br />

mostra il sistema sopra descritto<br />

evidenziando alcuni dettagli tra<br />

cui la camera digitale utilizzata<br />

per finalità di presa fotogrammetrica<br />

e video. In questa<br />

applicazione è stata utilizzata<br />

la camera Sony Nex 5 con sensore<br />

CMOS di formato 23,5 x<br />

15,6 mm (dimensioni APS-C),<br />

pixel di lato pari a 5 µm per<br />

un totale di 14 Mpixel, ottica<br />

pancake con focale 16 mm.<br />

Durante il volo, lo scatto può<br />

essere controllato in remoto<br />

secondo 3 modalità di cui 2 ad<br />

azionamento manuale mediante<br />

radiocomando (scatto singolo o<br />

sequenza temporizzata regolato<br />

dalla Flight Control, in seguito<br />

FC), la terza automatica con<br />

scatto in corrispondenza di un<br />

evento definito in fase di pianificazione<br />

del volo, per esempio<br />

il passaggio da waypoint regolato<br />

dalla NaviControl (NC).<br />

La camera digitale è montata<br />

su un sostegno servo-assistito<br />

che permette rotazioni controllate<br />

elettronicamente lungo 2<br />

direzioni (attorno agli assi w<br />

e j disponendo la camera ad<br />

asse verticale). I movimenti del<br />

sostegno (e quindi della camera)<br />

sono regolabili manualmente<br />

mediante apposito controllo<br />

sul radiocomando o, automaticamente<br />

(dalla FC) compen-<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2015</strong> 7


FOCUS<br />

sando le rotazioni delle camera<br />

durante il volo per avere l’asse<br />

sempre con la stessa direzione<br />

(per esempio sempre verticale),<br />

Le correzioni imposte al gimbal<br />

sono registrate in un file, rese<br />

così disponibili all’utente.<br />

Questo sistema consente il volo<br />

autonomo, grazie ad un sistema<br />

interno integrato GNSS-IMU,<br />

installato sulla NC, che consente<br />

di inviare informazioni di<br />

posizione e assetto alla scheda<br />

di flight control (FC), che ha<br />

il compito di gestire la potenza<br />

dei singoli motori, al fine di garantire<br />

una buona e stabile navigazione.<br />

Il sistema GNSS installato<br />

a bordo è un u-blox 6H,<br />

connesso ad una antenna patch<br />

di ceramica. Le performance di<br />

questo sensore sono riportate di<br />

seguito (Piras et al., 2010): numero<br />

di canali 50, costellazioni<br />

GPS (L1), SBAS, GLONASS,<br />

GALILEO (Open Service),<br />

time to first fix 26s (cold start)<br />

- 1s (hot start), accuratezza orizzontale<br />

[m] 2.5 – 2 (con SBAS),<br />

Accuratezza heading [°] 0.5 ,<br />

Accuratezza velocità [m/s] 0.1,<br />

Sensitivity -162 dBm.<br />

Il sistema inerziale installato a<br />

bordo non è documentato, ma<br />

da alcuni test eseguiti in laboratorio<br />

si possono valutare le sue<br />

precisioni:<br />

s yaw<br />

= ± 6°, s pitch = ± 3°, St. s roll =<br />

± 3°, s XY = 3 m, s Z = 6 m.<br />

Al sistema integrato GNSS-<br />

IMU può essere impostato un<br />

modello dinamico, in maniera<br />

da applicare un filtro di Kalman<br />

per la stima in tempo reale<br />

della soluzione di navigazione.<br />

Questo aspetto è particolarmente<br />

interessante perché tutte<br />

le informazioni fondamentali<br />

utilizzate per la fotogrammetria<br />

diretta (posizione e assetto)<br />

sono disponibili a ogni epoca.<br />

Sfortunatamente, al momento<br />

non è possibile acquisire i dati<br />

grezzi dei singoli sensori, che<br />

sarebbero molto utili al fine<br />

di migliorare la qualità della<br />

soluzione di navigazione, mediante<br />

una post-elaborazione<br />

e una stima dei bias reali dei<br />

sensori utilizzati Questo sistema<br />

RPAS consente di pianificare<br />

ed eseguire un volo autonomo<br />

caricando un piano di volo sul<br />

quale è possibile indicare i punti<br />

di presa e gli orientamenti della<br />

camera. Da un punto di vista<br />

del controllo del volo nell’ottica<br />

dell’orientamento diretto tale<br />

aspetto è molto importante in<br />

quanto è possibile già stabilire<br />

una soluzione approssimata della<br />

camera prima dell’esecuzione<br />

del volo vero e proprio.<br />

Queste operazioni sono disponibili<br />

per mezzo di un sistema<br />

di comunicazione tra RPAS,<br />

pilota e stazione di controllo a<br />

terra.<br />

Caso studio e<br />

risultati<br />

Ogni sistema RPAS ha caratteristiche<br />

e specifiche diverse<br />

(sensori interni, durata di volo,<br />

caratteristiche camera fotografica<br />

etc..), quindi i test ed i<br />

risultati che verranno presentati<br />

si riferiscono al sistema sopra<br />

descritto ed utilizzato per le acquisizioni.<br />

Prima di passare alle analisi sui<br />

dati estratti dalla piattaforma<br />

analizzata e la qualità della soluzione<br />

di navigazione per fotogrammetria<br />

diretta, è importante<br />

sottolineare che, come noto,<br />

la cartografia numerica ha una<br />

precisione garantita differente<br />

che dipende dalla scala nominale<br />

. Normalmente per valutare<br />

l’accuratezza di una carta viene<br />

preso in considerazione l’errore<br />

di graficismo che è funzione<br />

della scala di rappresentazione<br />

ed è considerato pari a 0,2 mm<br />

per la scala di rappresentazione.<br />

A titolo esemplificativo per<br />

una cartografia in scala 1:1000<br />

Fig. 2 - Screenshoot del risultato ottenuto al<br />

termine del BBA eseguito sull’area della Domus.<br />

è considerata un’accuratezza<br />

pari a s XYZ<br />

=0.2 mm x 1000 =<br />

20 cm.<br />

Il test è stato eseguito sull’area<br />

della Domus dei Putti<br />

Danzanti, uno scavo archeologico<br />

presente nel comune<br />

di Aquileia (UD), all’interno<br />

del quale da diversi anni è attiva<br />

una collaborazione tra il<br />

Politecnico di Torino e l’Università<br />

degli Studi di Trieste per<br />

il rilievo e la documentazione<br />

dell’antica Domus e delle aree<br />

circostanti. In particolare nel<br />

test site preso in considerazione<br />

sono stati eseguiti e pianificati<br />

due voli fotogrammetrici. Il<br />

primo volo si sviluppa sui resti<br />

del cardo, a Est della zona di<br />

scavo, con un’altezza media<br />

di volo pari a circa 14 m che<br />

comporta un abbracciamento<br />

dei fotogrammi di 10 x 15 m 2 .<br />

Il ricoprimento longitudinale è<br />

stato fissato al 75 % garantendo<br />

una base di presa di circa 4 m,<br />

mentre il ricoprimento trasversale<br />

è stato fissato al 30% per<br />

assorbire eventuali errori di inseguimento<br />

delle rotte fissate.<br />

Area s X<br />

[m] s Y<br />

[m] s Z<br />

[m]<br />

Domus GCPs (58) 0.004 0.005 0.012<br />

CPs (20) 0.006 0.009 0.012<br />

Cardo GCPs (30) 0.003 0.002 0.011<br />

CPs (15) 0.010 0.005 0.020<br />

Tab 1 - Residui del BBA sui GCPs e CPs.<br />

8 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2015</strong>


FOCUS<br />

DE [m] DN [m] DH [m] Dw [gon] Df [gon] Dk [gon]<br />

Media 1.377 0.556 –0.338 0.687 0.321 0.575<br />

Sqm 1.781 2.103 4.223 1.888 1.601 4.254<br />

Min –0.078 –2.817 –6.252 –4.827 –3.155 –10.37<br />

Max 3.188 5.211 7.168 5.697 5.091 12.30<br />

Tab. 2 - Differenze tra risultati calcolati con il processo fotogrammetrico e dati acquisiti dal<br />

sensore a bordo del sistema RPAS.<br />

In totale si è prevista l’acquisizione<br />

di 36 fotogrammi. Il<br />

secondo volo ricopre invece l’intera<br />

area interessata dallo scavo<br />

con un’altezza media di volo<br />

pari a 18 m che comporta un<br />

abbracciamento dei fotogrammi<br />

di 18 x 27 m. I ricoprimenti<br />

longitudinali e traversali sono<br />

gli stessi utilizzati per l’esecuzione<br />

del primo volo. Come<br />

obiettivo le acquisizioni eseguite<br />

oltre al controllo dei parametri<br />

relativi ai centri di presa hanno<br />

avuto entrambe quello di<br />

realizzare l’ortofoto delle aree<br />

sorvolate grazie all’utilizzo di un<br />

processo fotogrammetrico che<br />

potremmo definire tradizionale<br />

(con software di fotogrammetria<br />

digitale semi automatico – Leica<br />

Photogrammetric Suite) e un<br />

numero sovrabbondante (78<br />

punti sull’area della Domus e<br />

45 sull’area del Cardo) di punti<br />

materializzati e misurati sul<br />

terreno utilizzati all’interno del<br />

processo di BBA come GCPs<br />

(Ground Control Points) e<br />

come CPs (Check Points). Nella<br />

figura 2 è riportato lo screenshoot<br />

dell’orientamento delle<br />

immagini sull’area del cardo ed<br />

in tabella 1 i residui sui GCPs<br />

e sui CPs. Alla luce dei risultati<br />

ottenuti e grazie all’utilizzo<br />

di un DSM acquisito tramite<br />

strumentazione Laser in una<br />

precedente campagna di rilievo<br />

sono state seguite le ortofoto<br />

delle due aree prese in<br />

considerazione.<br />

Le scale di rappresentazione<br />

sono state rispettivamente<br />

1:100 per l’area<br />

del Cardo ed 1:200 per<br />

quella dell’intera Domus.<br />

Nella figura 3 è riportata<br />

l’ortofoto realizzata<br />

sull’area della Domus dei<br />

Putti Danzanti.<br />

Le successive analisi<br />

hanno consentito una<br />

prima valutazione delle<br />

differenze tra i dati di<br />

posizione (X,Y,Z) ed<br />

assetto (j,w,k) ottenuti<br />

al termine del processo<br />

fotogrammetrico di<br />

triangolazione aerea che sono<br />

stati confrontati con quelli ricavati<br />

dai sensori (GPS e IMU) a<br />

bordo del sistema RPAS.<br />

Nella tabella 2 sono riportati i<br />

risultati ottenuti.<br />

Si può notare che è dunque<br />

ipotizzabile l’esecuzione di<br />

fotogrammetria diretta con i<br />

dati derivanti dai sensori, ma<br />

al momento non è ipotizzabile<br />

ottenere prodotti con la stessa<br />

scala nominale. Osservando i<br />

valori riportati in Tabella 2, le<br />

differenze sugli angoli di assetto<br />

indicano la possibilità di realizzare<br />

cartografia con scala pari a<br />

1:1000-1:2000, mentre le differenze<br />

sulle coordinate dei centri<br />

di presa indicano la possibilità<br />

di arrivare a rappresentazioni<br />

a media scala 1:25000. Valori<br />

troppo elevati anche in funzione<br />

della quota di volo decisamente<br />

bassa (< 20 m) alla quale sono<br />

state acquisite le immagini.<br />

Alla luce dei primi risultati un<br />

ulteriore controllo è stato eseguito<br />

sulla parte che risultava<br />

Fig. 3 - Ortofoto della Domus dei Putti Danzanti<br />

(agg. 2012) scala originale 1:200.<br />

essere la più critica, ricorrendo<br />

all’utilizzo di una stazione totale<br />

motorizzata in grado di seguire<br />

il sistema RPAS sul quale era<br />

stato opportunamente installato<br />

un mini-prisma utile all’inseguimento<br />

ed alla misura della posizione.<br />

Il test è stato eseguito in<br />

campo volo e successivamente<br />

sono stati analizzati e confrontati<br />

i valori ottenuti dai due sistemi.<br />

Nella figura 4 sono riportati<br />

il sistema RPAS utilizzato e il<br />

mini prisma (cerchio rosso) ed<br />

un grafico (planimetria) con la<br />

traiettoria registrata dal sensore<br />

a bordo dell’UAV (verde) e<br />

quella misurati dalla stazione<br />

totale (rosso).<br />

Fig. 4 - RPAS e mini prisma utilizzato<br />

per il tracciamento (sinistra), grafico<br />

con le traiettorie misurate dai sensori<br />

(verde) e dalla stazione totale (rosso)<br />

(destra).<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2015</strong> 9


FOCUS<br />

Gli errori riscontarti nei primi<br />

test hanno indotto a tentare un<br />

post-processing sui dati originali<br />

dei sensori a bordo dell’esacottero,<br />

fornendo quindi una soluzione<br />

finale con l’ausilio di correzioni<br />

EGNOS che hanno consentito di<br />

migliorare la precisione relativa.<br />

Con tale approccio i residui medi<br />

in planimetria si attestano attorno<br />

ad un valore pari a 0.50 m ed<br />

s.q.m pari a 1.80 m. Risulta sempre<br />

peggiore anche se la qualità è<br />

migliorata rispetto ai dati del primo<br />

test la componente verticale<br />

per la quale i residui sono ancora<br />

attorno ai 5 m (l’offset tra sensore<br />

e prisma è naturalmente stato preso<br />

in considerazione).<br />

Conclusioni e<br />

prospettive<br />

Le prove effettuate ci permettono<br />

di affermare che, allo stato attuale,<br />

i sistemi RPAS testati non ci permettono<br />

di eseguire applicazioni<br />

dirette di fotogrammetria alla<br />

grande scala; i parametri registrati<br />

dai sensori a bordo dei sistemi<br />

sperimentati possono essere utilizzati<br />

per applicazioni di fotogrammetria<br />

alla media scala, non interessante<br />

per applicazioni RPAS in<br />

quando il dettaglio presente nelle<br />

immagini acquisite non giustificherebbe<br />

rappresentazioni a scala<br />

1:25000 o minori .<br />

Come si evince dai precedenti<br />

paragrafi il problema principale<br />

non riguarda la stima degli assetti<br />

ma la definizione della posizione<br />

del centro di presa. Tali parametri<br />

stimati attraverso sistemi GNSS<br />

e procedure in tempo reale non<br />

garantiscono le accuratezze richieste<br />

(che per applicazioni alla scala<br />

architettonica dovrebbero essere<br />

dell’ordine di alcuni cm).<br />

L’unica soluzione al momento<br />

ipotizzabile, sulla quale da tempo<br />

il gruppo di ricerca sta eseguendo<br />

test e prove, è quella che riguarda<br />

l’utilizzo di sistemi GNSS doppia<br />

frequenza che consentano di registrare<br />

le osservazioni in tempo<br />

reale. Tali dati opportunamente<br />

elaborati al termine del volo con<br />

tecniche tradizionali potranno<br />

dunque fornire le accuratezze congrue<br />

alla rappresentazione a grandissima<br />

scala. Infine una corretta<br />

integrazione con sistemi IMU<br />

potrebbe consentire il raggiungimento<br />

della fotogrammetria<br />

diretta da piattaforme RPAS. La<br />

tecnologia e le metodologie sono<br />

già oggi disponibili a costi ancora<br />

decisamente elevati ma alla luce<br />

della sempre maggiore richiesta di<br />

tali sistemi associata alla necessità<br />

di avere prodotti e cartografia in<br />

tempo reale porterà sicuramente<br />

nel corso di pochi anni ad un<br />

abbassamento dei prezzi ed alla<br />

conseguente diffusione di massa<br />

di tali sensori avanzati.<br />

BIBLIOGRAFIA<br />

Barazzetti, L., Remondino, F., Scaioni, M., Brumana, R., 2012. Fully automatic UAV<br />

image-based sensor orientation, IAPRS&SIS, Beijing (China).<br />

Bendea, H., Chiabrando, F., Giulio Tonolo, F., Marenchino, D., 2007. Mapping of archaeological<br />

areas using a low-cost UAV. The Augusta Bagiennorum test site. XXI CIPA<br />

International Symposium, Athens, Greece, 1–6 October 2007.<br />

Blaha, M., Eisenbeiss, H., Grimm, D., Limpach, P., 2011. Direct georeferencing of<br />

UAVs. Proceedings of the International Conference on Unmanned Aerial Vehicle in Geomatics<br />

(UAV-g), Zurich, Switzerland, Vol. XXXVIII-1/C22.<br />

Chiabrando, F., Lingua, A., Rinaudo, F., Spano, A., 2012. Archaeological site monitoring:<br />

UAV photogrammetry can be an answer.ISPRS Archives,Vol. XXXIX, no. B5, pp.<br />

583–588.<br />

Coppa, U., Guarnieri, A., Pirotti, F., Vettore, A., 2009. Accuracy enhancement of unmanned<br />

helicopter positioning with low cost system. Applied Geomatics, 1(3), pp. 85–95.<br />

Haala, N., Cramer, M., Weimer, F., Trittler, M., 2011. Performance test on UAV-based<br />

photogrammetric data collection. In: ISPRS Archives, Vol. XXXVIII–1/C22.<br />

Lingua, A., Marenchino, D., Nex, F., 2009. Automatic Digital Surface Model (DSM)<br />

generation procedure from images acquired by Unmanned Aerial Systems. Proceedings of<br />

GeoCad 2009, Alba Iulia, Romania.<br />

Remondino, F., Barazzetti, L., Nex, F., Scaioni, M., Sarazzi, D., 2011. UAV photogrammetry<br />

for mapping and 3d modeling – current status and future perspectives.Proceedings<br />

of the International Conference on Unmanned Aerial Vehicle in Geomatics (UAV-g), Zurich,<br />

Switzerland, Vol. XXXVIII-1/C22.<br />

ABSTRACT<br />

Nowadays, the RPAS (Remotely Piloted Aircraft Systems) or UAV (Unmanned Aerial<br />

Vehicle) are often used, with onboard calibrated digital camera for photogrammetric<br />

purpose such as DTM and DSM, orthophotos and map realization etc., combining the<br />

digital images with a minimum sufficient number of ground control points using semiautomatic<br />

image-matching techniques combined with traditional bundle-block approach<br />

(Barazzetti et al, 2012;. Chiabrando et al, 2012; Haala et al, 2011;. Lingua et al 2008;.<br />

Remondino et al., 2011).<br />

In this case, the RPAS performances allows to obtain high quality product , considering<br />

the pixel size and the accuracy of the DTM/DSM which could be obtained with automatic<br />

procedures.<br />

This is a good condition for semi-automatic procedure using a bundle-block photogrammetric<br />

approach. But is it possible to realize a direct photogrammetry? And what are the<br />

limits?<br />

Several navigation sensors (GPS/GNSS e IMU-MEMS) are embedded onto RPAS in<br />

order to realize an autonomous flight. The quality of these sensors, in term of accuracy,<br />

depends on the model of RPAS and its purpose. The navigation solution (position and<br />

attitude) is estimated by the internal RPAS sensor and can be employed to directly georeferencing<br />

the images, in order to produce an easy and quick description and analysis of<br />

the overlooked area.<br />

In this paper, the authors describes an investigation over the limits of some commercial<br />

RPASs, defining a dedicated procedure to valuate their performance, especially considering<br />

the use of RPAS for direct photogrammetry. The first results encourage the use of<br />

RPAS for geomatic applications, because the cost and the quality of the obtained product<br />

are quite interesting.<br />

PAROLE CHIAVE<br />

Fotogrammetria diretta; GNSS/INS; MEMS; DTM/DSM; UAV<br />

AUTORE<br />

Filiberto Chiabrando<br />

filiberto.chiabrando@polito.it<br />

Andrea Lingua<br />

andrea.lingua@polito.it<br />

Marco Piras<br />

marco.piras@polito.it<br />

Politecnico di Torino<br />

DIATI, C.so Duca degli Abruzzi 24,<br />

Torino<br />

10 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2015</strong>


FOCUS<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2015</strong> 11


REPORTS<br />

Story maps e terremoti<br />

Un nuovo strumento di informazione<br />

per la riduzione del rischio sismico<br />

di Maurizio Pignone<br />

L’articolo descrive<br />

alcune story maps<br />

sviluppate dall’Istituto di<br />

Geofisica e Vulcanologia<br />

come nuovo strumento<br />

di informazione per la<br />

riduzione del rischio<br />

sismico. Realizzate<br />

con software ArcGIS le<br />

story map permettono<br />

di pianificare, fare<br />

previsioni e supportare<br />

le decisioni.<br />

Fig. 1 - La galleria Story maps & terremoti in ArcGIS.com<br />

Le story maps<br />

Una story map è un insieme<br />

integrato di mappe, di contenuti<br />

correlati (legenda, testo,<br />

foto, video ecc) e di funzionalità<br />

di interazione (pan/zoom,<br />

pop-up ecc) che la rendono<br />

un prodotto di informazione<br />

e di comunicazione facilmente<br />

comprensibile e immediato. Si<br />

possono raccontare molti tipi<br />

di storie, si può riassumere una<br />

situazione, tracciare un percorso<br />

e mostrarne il cambiamento<br />

nel tempo.<br />

Alla mappa si possono attribuire<br />

opportune simbologie<br />

per categorie o per classi in<br />

funzione di uno o più attributi,<br />

al fine di evidenziare un particolare<br />

aspetto della mappa e<br />

quindi la possibilità di poter<br />

avere diverse mappe tematiche.<br />

Esse possono aiutare le persone<br />

a pianificare azioni, fare previsioni,<br />

supportare le decisioni:<br />

in realtà possono essere considerate<br />

delle mappe “intelligenti”<br />

con l’obiettivo principale di<br />

comunicare.<br />

Le story maps sono applicazioni<br />

web semplici da realizzare che<br />

consentono di raccontare storie<br />

combinando mappe interattive<br />

con testo, foto, video e altri<br />

contenuti multimediali.<br />

Per poter creare una story map<br />

ci serviamo della tecnologia dei<br />

Sistemi Informativi Geografici<br />

(GIS) che mette a disposizione<br />

una piattaforma per accogliere,<br />

organizzare, condividere e<br />

analizzare le informazioni geografiche<br />

attraverso web maps,<br />

map services, testo e contenuti<br />

12 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2015</strong>


REPORTS<br />

multimediali. Ad esempio la<br />

ESRI ha sviluppato ArcGIS<br />

On Line (www.arcgis.com),<br />

una piattaforma di condivisione<br />

cloud-based e “pronta<br />

all’uso” che consente ad un<br />

utente di costruire un vero e<br />

proprio GIS completo contenente<br />

dati, mappe, applicazioni<br />

con la possibilità di accedere<br />

a una ricca collezione di dati<br />

geografici di base a copertura<br />

mondiale. Con le mappe geografiche<br />

realizzate in ArcGIS<br />

On Line è possibile creare,<br />

tramite opportuni template<br />

disponibili, diverse tipologie di<br />

story maps e pubblicarle su web<br />

gratuitamente.<br />

ESRI pubblica continuamente<br />

story maps create sul suo portale<br />

http://storymaps.arcgis.com di<br />

continuo per libero servizio e<br />

fruizione, in modo da diffondere<br />

il potere dei sistemi GIS,<br />

mettendo a disposizione a tutti<br />

gli utenti una piattaforma di<br />

comunicazione efficace e che<br />

consente di creare Story maps<br />

attraverso esempi, modelli e<br />

documenti pratici<br />

Story maps & Terremoti<br />

L’Istituto Nazionale di Geofisica<br />

e Vulcanologia ha reso<br />

disponibile una galleria di story<br />

maps realizzate negli ultimi<br />

mesi che raccontano vari aspetti<br />

della sismicità e del rischio<br />

sismico del nostro territorio (<br />

http://goo.gl/3V2Okd). La galleria<br />

raccoglie diverse mappe e<br />

applicazioni web per consultare<br />

e visualizzare alcune story maps<br />

create a partire dal 2013 per<br />

sperimentare un nuovo modo<br />

di comunicare ed informare<br />

attraverso l’utilizzo di mappe<br />

interattive.<br />

I temi affrontati nelle story<br />

maps presenti nella galleria<br />

sono diversi: dall’evoluzione<br />

della Rete Sismica Nazionale<br />

alla Carta della sismicità in Italia<br />

dal 2000 al 2012, dalla storia<br />

dei terremoti nel Lazio fino<br />

alla sequenza sismica in Emilia<br />

Romagna nel 2012. Alcune<br />

story maps sono state sviluppate<br />

appositamente per le campagne<br />

informative Io Non Rischio del<br />

2013, sia Terremoto che Maremoto<br />

e per esercitazioni di<br />

protezione civile (TWIST).<br />

Di seguito la descrizione di<br />

alcune delle story maps presenti<br />

nella galleria:<br />

Carta della sismicità in Italia<br />

dal 2000 al 2012<br />

La story map illustra la distribuzione<br />

di circa 50.000 terremoti,<br />

che compongono la nuova<br />

Carta della sismicità in Italia<br />

avvenuti tra il 2000 e il 2012.<br />

Gli eventi sismici, registrati<br />

dalla Rete Sismica Nazionale<br />

dell’INGV, sono classificati e tematizzati<br />

in base alla magnitudo<br />

e alla profondità ipocentrale.<br />

Terremoto Io Non Rischio 2013<br />

In questa story map sono visualizzati<br />

i circa 200 comuni dove<br />

si è svolta l’edizione 2013:<br />

interrogando la mappa è possibile<br />

visualizzare, oltre ad una<br />

serie di altre informazioni, la<br />

storia sismica di quel Comune<br />

attraverso un grafico che mostra<br />

sulle ascisse il tempo in<br />

anni (dal 1000) e in ordinate<br />

le intensità (scala MCS) osservate.<br />

Inoltre nelle altre mappe<br />

vengono illustrati i forti terremoti<br />

del passato, la sismicità<br />

recente e la pericolosità sismica<br />

del territorio nazionale.<br />

L’evoluzione della Rete Sismica<br />

Nazionale<br />

La story map illustra lo sviluppo<br />

della Rete Sismica dell’INGV<br />

in tre intervalli temporali: dal<br />

1954 al 1979, dal 1980 al<br />

2000 e dal 2000 al 2013.<br />

Fig. 2 – Carta della Sismicità in Italia dal 2000 al 2012.<br />

Fig. 3 – Terremoto Io Non Rischio 2013.<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2015</strong> 13


REPORTS<br />

É possibile visualizzare le informazioni<br />

su ogni singola stazione<br />

della Rete.<br />

Terremoti nel Lazio<br />

Questa story map pone lo<br />

sguardo sulla sismicità storica<br />

e recente nel Lazio con informazioni<br />

sui terremoti storici<br />

della regione, le storie sismiche<br />

dei capoluoghi di provincia,<br />

la sismicità recente ed infine<br />

uno sguardo sugli effetti del<br />

terremoto del 6 aprile 2009 a<br />

Roma.<br />

I luoghi di Mercalli<br />

Questa story map è stata creata<br />

per navigare attraverso i luoghi<br />

dove Giuseppe Mercalli ha<br />

vissuto e svolto la sua attività<br />

di sismologo, vulcanologo ed<br />

educatore.<br />

Fig. 4 – Sviluppo della Rete Simica dell’INGV.<br />

Fig. 5 - I terremoti nel Lazio.<br />

In occasione della ricorrenza<br />

dei cento anni dalla sua morte,<br />

l’INGV ha dedicato una serie<br />

di eventi sulla sua figura e<br />

sull’importanza dei suoi studi.<br />

L’applicazione descrive, attraverso<br />

foto e documenti inediti<br />

provenienti dall’archivio storico<br />

dell’Osservatorio Vesuviano,<br />

il percorso e le tappe della sua<br />

ricchissima attività scientifica<br />

attraverso una mappa interattiva<br />

dei luoghi più rappresentativi.<br />

L’integrazione nel BLOG<br />

INGVterremoti<br />

Il BLOG INGVterremoti<br />

(http://ingvterremoti.<br />

wordpress.com) è un canale<br />

innovativo di comunicazione<br />

che dal 2012 rappresenta un<br />

punto di riferimento per l’informazione<br />

sui terremoti prodotta<br />

dall’INGV. Il BLOG fa<br />

parte di una piattaforma chiamata<br />

INGVterremoti presente<br />

sui maggiori social media:<br />

Twitter, Facebook, YOUtube,<br />

IOS, ecc. Il BLOG ha come<br />

scopo principale quello di fare<br />

informazione ad un ampio<br />

pubblico di utenti sulla sismicità<br />

in Italia: la maggior parte<br />

degli articoli sono relativi a<br />

sequenze sismiche o a terremoti<br />

di magnitudo maggiore<br />

o uguale a 4.0 che avvengono<br />

sul territorio italiano, ma vi<br />

sono molti articoli di approfondimento<br />

sulle caratteristiche<br />

di aree interessate da eventi<br />

o sequenze e informazioni<br />

per la riduzione del rischio<br />

sismico. Dal 2012 ad oggi<br />

sono stati pubblicati più di<br />

300 articoli, ha oltre 40.000<br />

followers ed ha avuto più di<br />

11.000.000 visualizzazioni.<br />

Non è stato difficile integrare<br />

le story maps all’interno degli<br />

articoli del BLOG sostituendo<br />

ad una mappa statica una<br />

mappa interattiva o una vera<br />

e propria applicazione che<br />

rendessero più immediata<br />

e completa l’informazione<br />

e la comunicazione,<br />

ad esempio, dei terremoti<br />

del passato o<br />

dell’evoluzione spazio<br />

temporale di una<br />

sequenza sismica. E’<br />

stata creata appositamente<br />

una categoria<br />

chiamata “mappe<br />

interattive – story<br />

maps” per caratterizzare<br />

gli articoli o le<br />

pagine del BLOG che<br />

contengono almeno una<br />

mappa interattiva o una<br />

web-application tematica.<br />

Un esempio di questa integrazione<br />

è sicuramente<br />

l’articolo a cadenza mensile<br />

chiamato “Italia sismica” che<br />

illustra la sismicità in Italia<br />

14 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2015</strong>


REPORTS<br />

nell’ultimo mese partendo<br />

dai dati delle<br />

localizzazioni degli<br />

eventi sismici contenuti<br />

nel database Iside<br />

dell’INGV (http://iside.rm.ingv.it).<br />

Dal mese di gennaio<br />

2014, oltre alle tradizionali<br />

figure, è stata<br />

inserita una mappa interattiva<br />

con i terremoti<br />

del mese, di magnitudo<br />

maggiore o uguale<br />

di 1.5, classificati e<br />

tematizzati in base alla<br />

loro magnitudo. Ogni<br />

terremoto è interrogabile<br />

ed è possibile visualizzare<br />

informazioni<br />

su data, magnitudo e<br />

profondità. La mappa<br />

si arricchisce ogni mese<br />

di un nuovo layer (la<br />

sismicità di quel mese)<br />

così da avere la possibilità<br />

di visualizzare<br />

contemporaneamente<br />

tutti gli eventi sismici<br />

del 2014 e le relative<br />

informazioni.<br />

Fig. 6 – I luoghi di Mercalli.<br />

Fig. 7 - La story map sui terremoti del 2014 in Italia.<br />

RIFERIMENTI<br />

Telling Stories with Maps - A White Paper (http://Story.maps.ESRI.com/downloads/Telling%20Stories%20with%20Maps.pdf)<br />

Storytelling with Maps: Workflows and Best Practices (http://Story maps.ESRI.<br />

com/downloads/Building%20Story%20Maps.pdf<br />

Galleria Story Maps & Terremoti - http://goo.gl/3V2Okd<br />

PAROLE CHIAVE<br />

Story maps; terremoti; rischio sismico<br />

ABSTRACT<br />

The increasing diffusion of story maps as a new communication and information<br />

channel allowed the Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia to experience this<br />

new technique in the field of seismic risk reduction. Starting from the experiences<br />

with the technology of ArcGIS On line for the development of applications on seismicity<br />

in Italy, we moved to the realization of some story maps to tell aspects of our<br />

territory related to seismic and tsunami risk.<br />

In particular, in the context of information campaigns "IO NON RISCHIO" promoted<br />

by the Dipartimento della Protezione Civile, interactive maps have been developed<br />

in support of the volunteers involved in information activities in the squares<br />

of the campaign.<br />

The story maps have been also used as a support for trainings, emergency management,<br />

in daily information on earthquakes together with the communication<br />

channels that INGV has recently developed for the information platform INGVterremoti<br />

(http://ingvterremoti.wordpress.com).<br />

AUTORE<br />

Maurizio Pignone<br />

Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia<br />

maurizio.pignone@ingv.it<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2015</strong> 15


REPORTS<br />

Sperimentazione di rilievo<br />

UAV a supporto della<br />

pianificazione forestale<br />

Federico Prandi, Daniele Magliocchetti e Raffaele De Amicis<br />

L'articolo descrive<br />

i primi risultati del<br />

progetto europeo<br />

SLOPE. Tale programma<br />

vuole ottimizzare le<br />

operazioni di estrazione<br />

del legname in zone<br />

montuose attraverso<br />

l'uso combinato di<br />

tecnologie di rilievo UAV<br />

e laser scanner.<br />

Fig. 1 - Piano di volo per il rilievo UAV di una delle due foreste di test in Val Di Cembra (TN).<br />

Circa il 35% del territorio<br />

Europeo è costituito<br />

da montagne le quali<br />

sono principalmente coperte<br />

da foreste. Le foreste giocano<br />

quindi un ruolo centrale nell’economia<br />

delle zone montuose<br />

considerando le attività legate<br />

al rimboschimento, manutenzione,<br />

estrazione e lavorazione<br />

del legno, produzione di carta e<br />

biomassa.<br />

La gestione di questa risorsa è<br />

però complessa in quanto deve<br />

tenere in considerazione diversi<br />

fattori come: il rispetto delle<br />

diverse successioni temporali<br />

della vegetazione, la limitata<br />

accessibilità e le caratteristiche<br />

idrogeologiche del territorio.<br />

Per queste ragioni il prelievo di<br />

legname in ambiente montano<br />

pone una serie di problemi tecnici<br />

e operazionali; lavorare in<br />

condizioni di pendenza elevata,<br />

e in aree generalmente lontane<br />

da strade accessibili alza i<br />

costi di estrazione della risorsa<br />

rendendo poco competitivo il<br />

prodotto finale rispetto ad altri<br />

simili provenienti da aree pianeggianti.<br />

Il progetto europeo SLOPE<br />

(www.slopeproject.eu) “integrated<br />

proceSsing and controL<br />

systems fOr sustainable forest<br />

Production in mountain arEas”,<br />

finanziato dal 7° programma<br />

quadro all’interno del progamma<br />

di lavoro “Integrated<br />

processing and Control Systems<br />

for Sustainable Production in<br />

Farms and Forests”, ha come<br />

obiettivo quello di ridurre il<br />

sopramenzionato divario competitivo<br />

attraverso lo sviluppo<br />

di una piattaforma hardware e<br />

software volta ad ottimizzare<br />

la produzione di legname in<br />

zone montane. Il progetto è<br />

coordinato dalla Fondazione<br />

Graphitech di Trento e vede la<br />

partecipazione di centri di ricerca<br />

e aziende attive nel settore<br />

forestale e del rilievo.<br />

Uno degli elementi centrali di<br />

questa piattaforma è il Forest<br />

Information System (FIS) che,<br />

integrando informazioni provenienti<br />

da remote sensing,<br />

Unmanned Aerial Vehicles<br />

(UAVs) e Terrstrial Laser<br />

Scanner (TLS) predispone un<br />

16 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2015</strong>


REPORTS<br />

inventario a scala locale della<br />

risorsa disponibile. Queste<br />

informazioni, una volta rese<br />

accessibili, consentiranno una<br />

migliore pianificazione e gestione<br />

della risorsa stessa riducendo<br />

i costi di estrazione e migliorare<br />

la qualità dell’assortimento disponibile.<br />

L’estrazione di legname da foreste<br />

di montagna è generalmente<br />

pianificata durante la stagione<br />

precedente. In montagna generalmente<br />

gli alberi vengono<br />

tagliati ed estratti in piena lunghezza<br />

per poi essere processati<br />

in un luogo: sufficientemente<br />

ampio, per garantire la movimentazione<br />

delle macchine e<br />

l’accatastamento del legname,<br />

e raggiungibile dai mezzi di<br />

trasporto, che dovranno trasportare<br />

i tronchi alla destinazione<br />

finale. In queste condizioni<br />

una migliore pianificazione<br />

delle attività può consentire una<br />

consistente riduzione dei tempi<br />

e quindi dei costi di estrazione.<br />

Infatti, in terreni molto pendenti<br />

il trasporto dell’albero dal<br />

luogo dl taglio al piazzale dove<br />

saranno derivati i tronchi e la<br />

biomassa avviene per mezzo di<br />

teleferiche che richiedono lunghe<br />

operazioni di istallazione<br />

in loco, inoltre l’individuazione<br />

di una adeguata zona di scarico<br />

della teleferica è molto importante.<br />

Nelle pratiche di pianificazione<br />

più evolute, le serie storiche dei<br />

raccolti, aggiornate immagini<br />

da satellite più altre rilevanti<br />

informazioni sono usate per<br />

derivare informazioni generali<br />

sulla foresta.<br />

Il valore aggiunto del progetto<br />

SLOPE per la pianificazione<br />

forestale consiste nell’uso combinato<br />

di UAV e laser scanner<br />

terrestre al fine di generare un<br />

modello digitale della foresta<br />

(MDF) tridimensionale dove<br />

ogni singolo albero è un elemento<br />

grafico tridimensionale<br />

sia un elemento in un geodatabase.<br />

Il MDF servirà come<br />

supporto agli operatori forestali<br />

nella pianificazione e simulazione<br />

delle operazioni in campo,<br />

in particolare potrà supportare<br />

specifiche decisioni logistiche<br />

come l’ottimizzazione del posizionamento<br />

delle teleferiche<br />

nonché per la pre-selezione<br />

delle possibili piante da estrarre.<br />

Il MDF può anche essere usato<br />

per la stima dell’assortimento di<br />

legname disponibili.<br />

UAV per il rilievo forestale<br />

In ambito forestale e di conservazione<br />

dell’ambiente i sistemi<br />

UAV possono essere usati per<br />

molte applicazioni (Horcher e<br />

Visser, 2004):<br />

Indivduazione di incendi;<br />

Monitoraggio di violazioni<br />

ambientali;<br />

Localizzazione di zone di<br />

estrazione;<br />

Monitoraggio dello stato di<br />

salute della foresta.<br />

In agricoltura UAVs possono<br />

essere utilizzati per:<br />

Determinare crescita e qualità;<br />

Agricoltura di precisione<br />

(quantità di pesticidi mirata<br />

per coltura)<br />

Ottimizzazione dei raccolti.<br />

Tutte le menzionate applicazioni<br />

sono caratterizzate da una<br />

relativamente piccola estensione<br />

dell’area di rilievo (meno<br />

di 1500 ha) e dalla necessità<br />

di avere una certa velocità di<br />

elaborazione e disponibilità dei<br />

dati. I requisiti di accuratezza<br />

planimetrica assoluta sono comunque<br />

piuttosto bassi (


REPORTS<br />

analisi visuale delle immagini<br />

richiede la disponibilità di prodotti<br />

quali ortofoto georeferenziate.<br />

Il recente sviluppo di queste<br />

piattaforme in termini di payload<br />

e affidabilità del volo autonomo,<br />

unita alla possibilità di<br />

elaborare in tempi relativamente<br />

brevi le immagini acquisite al<br />

fine di estrarre Modelli Digitali<br />

di Superficie (DSM) e ortofoto<br />

rende gli UAV particolarmente<br />

competitivi per questo tipo di<br />

rilievi.<br />

L’obiettivo del progetto SLOPE<br />

è di sperimentare l’uso dei sistemi<br />

UAV per la localizzazione<br />

delle zone di estrazione e la pianificazione<br />

e il supporto delle<br />

operazioni forestali.<br />

In particolare saranno rilevate<br />

aree individuate per l’estrazione<br />

di legname in zone montuose<br />

con l’obiettivo di generare un<br />

DSM ad alta risoluzione e l’ortofoto.<br />

Inoltre tramite tecnologia<br />

laser scanning terrestre saranno<br />

anche rilevati anche alcune<br />

zone campione della foresta<br />

al fine di ottenere una serie di<br />

informazioni sull’assortimento<br />

al fine della generazione del modello<br />

3D digitale della foresta.<br />

Fig. 3 - Visualizzazione di un GCP su<br />

diverse immagini acquisite.<br />

Rilievo delle aree<br />

campione e generazione<br />

del DSM e ortofoto<br />

Nell’ambito del progetto per<br />

elaborare la metodologia di generazione<br />

del modello digitale<br />

della foresta, sono state acquisite<br />

tramite UAV le immagini<br />

due appezzamenti forestali in<br />

Trentino. Il rilievo è stato eseguito<br />

dal partner di progetto<br />

Coastway (www.coastwaysurveys.ie).<br />

In particolare si tratta<br />

di due aree in Val di Cembra<br />

nel comune di Sover (fig.1). Le<br />

due aree sono caratterizzate rispettivamente<br />

da un estensione<br />

di 18 e 36 ha con un dislivello<br />

di 160 e 450 m. La specie prevalente<br />

è abete rosso con diametri<br />

alla base fino a 800 mm e<br />

altezze variabili fino a 30-40m.<br />

Il rilievo aereo delle due aree<br />

è stato eseguito utilizzando il<br />

sistema ad ala fissa eBEE della<br />

senslfy equipaggiato con camera<br />

Canon S110 IXUS rgb e Canon<br />

S110 NIR per acquisire nel<br />

vicino infrarosso. In entrambe<br />

le aree sono stati posti punti di<br />

controllo a terra rilevati tramite<br />

rilievo GPS speditivo. Il volo<br />

è stato eseguito ad una quota<br />

costante di 150 m con un ricoprimento<br />

longitudinale del 80%<br />

e trasversale dell’70%.<br />

Le immagini ottenute (114 per<br />

il primo sito e 88 per il secondo)<br />

sono state processate con<br />

il software Postflight Terra 3D<br />

per la generazione di DSM e<br />

ortofoto. I DMS ottenuti hanno<br />

un Ground Sample Distance<br />

(GSD) rispettivamente di 10 e<br />

15 cm (fig. 2).<br />

La prima analisi dei dati ottenuti<br />

ha consentito di fare alcune<br />

valutazioni sui risultati ottenuti.<br />

L’elevata risoluzione sia dell’ortofoto<br />

sia del DSM ottenuto<br />

18 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2015</strong>


REPORTS<br />

permette da un lato un accurata<br />

analisi visuale dello stato della<br />

foresta, come ad esempio la valutazione<br />

dei danni provocati da<br />

eventi meteorologici (schianti)<br />

anche in zone altrimenti difficilmente<br />

accessibili, dall’altro<br />

permette la generazione, ove disponibile<br />

il modello digitale del<br />

terreno (DTM), del modello di<br />

elevazione delle chiome (DHM)<br />

informazione molto importante<br />

per la pianificazione delle operazioni<br />

di estrazione e la stima<br />

dell’assortimento disponibile.<br />

Per contro alcune limitazioni<br />

sono emerse: prima fra tutte la<br />

fitta copertura della vegetazione<br />

ha reso difficile predisporre<br />

il posizionamento dei punti a<br />

terra in modo ottimale, essendo<br />

questo limitato necessità della<br />

visibilità dei punti stessi (fig.3).<br />

Inoltre in alcuni casi pur garantendo<br />

la visibilità attraverso le<br />

chiome, queste ultime hanno<br />

degradato la bontà del segnale<br />

GPS abbassando l’accuratezza<br />

dei punti a terra rendendoli di<br />

fatto inutilizzabili ai fini dell’orientamento<br />

assoluto del blocco<br />

fotogrammetrico.<br />

Fig. 4 - Rilievo Laser Scanner Terrestre in un<br />

campione di foresta (a) e relativa nuvola di punti<br />

in cui sono stati identificati gli alberi (b).<br />

Inoltre per quanto riguarda<br />

l’orotfoto alcuni problemi di<br />

blurring sono stati causati dallo<br />

spostamento delle cime degli<br />

alberi dovuto al vento.<br />

Integrazione con dati<br />

Laser scanner terrestri<br />

L’uso pianificato della risorsa<br />

forestale basata sull’inventario è<br />

una procedura chiave sia per lo<br />

sfruttamento economico della<br />

stessa sia per la conservazione<br />

naturalista dell’ecosistma forestale.<br />

La raccolta sul campo<br />

delle informazioni riguardanti<br />

le caratteristiche di un determinato<br />

bosco sono la base per una<br />

pianificazione di questo genere.<br />

L’assortimento di una foresta è<br />

un sistema complesso e i parametri<br />

che lo caratterizzano sono<br />

generalmente molto vari. Al fine<br />

di avere un esaustivo inventario<br />

della foresta è necessario avere<br />

una accurata conoscenza delle<br />

piante presenti. Gli alberi possono<br />

essere definiti con diversi<br />

parametri (diametro alla base,<br />

Altezza, diametro della chioma<br />

ecc.) tuttavia dato l’alto numero<br />

di alberi presenti in una foresta<br />

sarebbe improduttivo misurare<br />

le caratteristiche di ogni singolo<br />

albero, ma in genere vengono<br />

eseguite delle misure a campione.<br />

La metodologia utilizzata in<br />

SLOPE per la raccolta delle<br />

informazioni sul campo deriva<br />

da una tecnica già utilizzata<br />

dal partner Treemetrics (www.<br />

treemetrics.com) e che si basa<br />

sulla misurazione di alcune ben<br />

definite zone campione all’interno<br />

del bosco in esame. Questo<br />

metodo è più efficiente rispetto<br />

alla semplice misurazione di<br />

campioni estratti in maniera<br />

random. Tuttavia questa tecnica<br />

richiede la conoscenza a priori<br />

della foresta per la definizione<br />

di come le diversi possibili campioni<br />

sono distribuiti all’interno<br />

della zona. L’analisi dei dati ad<br />

alta risoluzione, acquisiti tramite<br />

UAV, è un valido supporto<br />

nella definizione a priori della<br />

localizzazione dei diversi campioni.<br />

Le tecniche d’inventario basate<br />

sulla relazione tra altezza e diametro<br />

di base misurati generalmente<br />

sono poco accurate specialmente<br />

per quanto riguarda<br />

la stima del valore commerciale.<br />

Il laser scanner terrestre è uno<br />

strumento non distruttivo che<br />

consente una rapida e precisa<br />

ricostruzione in una nuvola di<br />

punti 3D della scena. Il software<br />

di rilievo forestale sviluppato<br />

da treementrics permette di<br />

estrarre da una nuvola laser la<br />

posizione delle piante e i parametri<br />

dendrometrici (diametri<br />

a varie altezze, asse etc. fig. 4).<br />

Dal modello 3D è possibile<br />

estrarre il DBH e la posizione<br />

relativa della pianta con accuratezza<br />

rispettivamente di 5 e 1.7<br />

cm Simonse et al. (2003).<br />

Una limitazione del laser scanner<br />

terrestre in questo tipo di<br />

applicazioni è legata al fatto che<br />

risulta praticamente impossibile<br />

rilevare l’estremità delle piante<br />

e quindi la loro altezza, al momento<br />

quindi l’altezza viene<br />

misurata con tecniche manuali e<br />

poi associata in post-produzione<br />

al dato estratto dalla nuvola laser.<br />

Questo aumenta i tempi di<br />

rilevo sul campo e può essere,<br />

quindi, in genere soggetto a errori<br />

o omissioni da parte dell’operatore.<br />

Il progetto SLOPE ha integrato<br />

i dati Laser Scanner con il DSM<br />

e il DHM ottenuto dai rilievi<br />

aerei UAV al fine di determinare<br />

in maniera più veloce le altezze<br />

delle piante rilevate. I passi per<br />

ottenere questo risultato sono:<br />

Individuazione delle sommità<br />

piante nel DHM o<br />

nell’ortofoto.<br />

Registrazione delle posizioni<br />

delle piante rilevate tramite<br />

laser scanner con le posizioni<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2015</strong> 19


REPORTS<br />

delle piante individuate dai<br />

dati UAV.<br />

Associazione dell’altezza del<br />

DHM alla pianta modellata<br />

tramite laser scanner.<br />

Un altro possibile miglioramento<br />

analizzato in SLOPE è<br />

la possibilità di estendere per<br />

inferenza le caratteristiche derivate<br />

dai campioni rilevati con<br />

laser scanner all’intero bosco,<br />

utilizzando alcuni parametri<br />

estratti dai dati UAV.<br />

Il modello tridimensionale<br />

della foresta<br />

L’insieme del DHM, delle ortofoto<br />

e dei modelli laser scanner<br />

consentirà la generazione di un<br />

modello digitale tridimensionale<br />

della foresta, in cui ogni albero<br />

sarà caratterizzato da un elemento<br />

geometrico definito in base<br />

ai parametri rilevati (fig. 5).<br />

Naturalmente per gli alberi rilevati<br />

anche da terra i parametri<br />

saranno quelli reali misurati<br />

mentre, per gli alberi non direttamente<br />

rilevati da terra, queste<br />

informazioni saranno ottenute<br />

per generalizzazione delle informazioni<br />

campione.<br />

Il modello digitale della foresta<br />

ottenuto servirà come base per<br />

la pianificazione delle operazioni<br />

e per la stima dell’assortimento<br />

Fig. 5 - Visualizzazione del modello digitale della foresta, nel client 3D.<br />

estraibile durante il raccolto.<br />

La piattaforma SLOPE per la<br />

fruizione delle informazioni è basata<br />

su un sistema di visualizzazione<br />

geografica tridimensionale<br />

(virtual globe) (De Amicis et al<br />

2011) che accede sia alle informazioni<br />

geometriche degli alberi<br />

sia ai dati dell’inventario forestale<br />

(fig 5). Inoltre il sistema consentirà<br />

la visualizzazione di informazioni<br />

georeferenziate quali: strade<br />

di accesso, piazzole di raccolta<br />

del materiale, informazioni catastali<br />

etc.<br />

Conclusioni<br />

Un’ accurata stima delle risorse di<br />

un bosco è di sicuro interesse sia<br />

per i proprietari sia per le aziende<br />

che si occupano di estrazione e<br />

lavorazione del legname. Misure<br />

a campione delle inventario forestale<br />

sono eseguite con tecnologia<br />

Laser Scanner Terrestre e sulla<br />

base di queste sono derivati i<br />

parametri per tutta la zona di<br />

interesse.<br />

Il rapido sviluppo delle tecnologie<br />

UAV/RPAS apre interessanti<br />

scenari sia per la riduzione dei<br />

tempi sia per il miglioramento<br />

nella stima dei parametri dell’inventario<br />

forestale.<br />

L’uso combinato di queste due<br />

tecnologie consentirà la realizzazione<br />

di un modello digitale della<br />

foresta tridimensionale in cui sia<br />

possibile pianificare il raccolto e<br />

simulare le operazioni di campagna,<br />

che specialmente nelle zone<br />

di montagna, richiedo l’impiego<br />

di particolari tecnologie come le<br />

teleferiche.<br />

RINGRAZIAMENTI<br />

Il progetto SLOPE ha ricevuto finanziamenti all’interno del 7 programma quadro<br />

dell’Unione Europea. Gli autori sono i soli responsabili di questo lavoro. L’unione Europea<br />

non è in alcun modo responsabile dell’uso che potrebbe essere fatto delle informazioni<br />

contenute in questo articolo.<br />

Si ringraziano i custodi forestali del comune di Sover (TN) per il supporto durante le<br />

operazioni di rilievo.<br />

BIBLIOGRAFIA<br />

Horcher, A. and Visser R.J.M. (2004): Unmanned Aerial Vehicles: Applications for<br />

Natural Resource Management and Monitoring.- COFE (Council on Forest Engineering)<br />

Annual Meeting 2004, Proceedings.<br />

Simonse M., Aschoff T., Spiecker H. and Thies M., 2003. Automatic determination of<br />

forest inventory parameters using terrestrial laserscanning. In: Proc. of the ScandLaser Scientific<br />

Workshop on Airborne Laser Scanning of Forests, Umea, Sweden, pp. 251–257.<br />

Available online at http://www.natscan.uni-freiburg.de/suite/ pdf/030916_1642_1.pdf.<br />

Last accessed 28 January 2011.<br />

R. de Amicis, G. Conti, S. Piffer and F. Prandi. "SERVICE ORIENTED COMPUT-<br />

ING FOR AMBIENT INTELLIGENCE TO SUPPORT MANAGEMENT OF<br />

TRANSPORT INFRASTRUCTURES", Journal of Ambient Intelligence and Humanized<br />

Computing. 2011<br />

PAROLE CHIAVE<br />

UAV; pianificazione forestale; SLOPE<br />

ABSTRACT<br />

The project SLOPE will integrate information from, UAV and on-field surveying systems,<br />

to support macro and local analysis to characterize the forest resources. Spatial<br />

information will integrate data in a model for optimization of logistics during forest<br />

operations.<br />

AUTORE<br />

Federico Prandi, federico.prandi@graphitech.it,<br />

Raffaele De Amicis, raffaele.de.amicis@graphitech.it<br />

Daniele Magliocchetti, daniele.magliocchetti@graphitech.it<br />

Fondazione Graphitech Trento<br />

20 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2015</strong>


REPORTS<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2015</strong> 21


REPORTS<br />

Il nuovo sistema per l’aggiornamento<br />

automatico della cartografia<br />

catastale e degli archivi censuari<br />

La tassonomia viene generata<br />

sulla base dell’enucleazione<br />

delle operazioni catastali effettuate<br />

dall’atto di aggiornamento<br />

dall’insieme delle possibili operazioni<br />

definite a priori:<br />

Le operazioni catastali elementari<br />

contenute in un atto<br />

di aggiornamento sono messe<br />

direttamente in corrispondenza<br />

con le modalità del trattamento<br />

ed i relativi controlli da operarsi<br />

sull’atto d’aggiornamento.<br />

Al tecnico professionista è demandato<br />

il compito di selezionare,<br />

preventivamente alla predisposizione<br />

dell’atto, una tra le<br />

tre possibili categorie dell’atto:<br />

Ordinaria, Semplificata o<br />

Speciale.<br />

Il nuovo procedimento è già<br />

attivo dal 01/01/<strong>2015</strong> è sta dimostrando<br />

di riuscire a trattare<br />

automaticamente un maggiore<br />

numero di varietà di atti di agdi<br />

Donato Tufillaro<br />

La maturità del processo di<br />

aggiornamento della cartografia<br />

catastale, conseguita durante<br />

un trentennio di esperienza<br />

testimonia la validità delle<br />

applicazioni Geomatiche ed<br />

apre nuove prospettive di<br />

ricerca per un incremento della<br />

qualità nella descrizione del<br />

territorio, utile allo sviluppo<br />

civile della società.<br />

Fig. 1 - Un aggiornamento catastale ante 1988.<br />

Da alcuni anni sono<br />

attive le procedure<br />

per l’automazione del<br />

processo per il trattamento degli<br />

atti geometrici di aggiornamento<br />

del catasto terreni.<br />

Il sistema finora adottato si basa<br />

sulla definizione di una serie di<br />

schemi completi di funzionalità<br />

e controlli, predisposti sulla<br />

base dell’analisi, eseguita a priori,<br />

delle possibili varietà degli<br />

atti di aggiornamento.<br />

Con tale sistema si fa corrispondere<br />

l’atto da predisporre ad<br />

uno degli schemi predefiniti,<br />

ed in questo modo le procedure<br />

per la predisposizione (Pregeo<br />

per Tecnici Esterni) guidano<br />

l’utente alla corretta predisposizione<br />

dell’atto, e le procedure<br />

negli uffici del catasto applicano<br />

in controlli previsti nello schema<br />

e eseguono l’aggiornamento<br />

automatico.<br />

Questo sistema prevede, ovviamente,<br />

il controllo relativo alla<br />

effettiva corrispondenza di un<br />

atto allo schema al quale è stato<br />

attribuito, che è basato su un<br />

confronto- di natura insiemistica<br />

- tra le geometrie dell’estratto<br />

di mappa originale e le<br />

geometrie dell’estratto di mappa<br />

aggiornato che, come è noto<br />

sono due componenti dell’atto<br />

di aggiornamento.<br />

Proprio lo sviluppo di tale<br />

controllo geometrico ha reso<br />

possibile l’implementazione di<br />

un nuovo sistema di aggiornamento<br />

che supera, almeno in<br />

parte, il sistema basato sulla<br />

pre-definizione degli schemi di<br />

aggiornamento.<br />

Il nuovo approccio è basato su<br />

una nuova classificazione tassonomica<br />

degli atti che sostituisce<br />

la vecchia classificazione basata<br />

su 34 schemi.<br />

22 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2015</strong>


REPORTS<br />

giornamento rispetto all’approccio<br />

precedente, conseguendo<br />

una percentuale del 55% dei casi<br />

contro il 35% dei casi riscontrati<br />

col vecchio metodo.<br />

Ora in questa breve nota si vuole<br />

analizzare un aspetto poco<br />

conosciuto contenuto negli atti<br />

di aggiornamento ma che riveste<br />

delle importanti potenzialità.<br />

Struttura degli di<br />

aggiornamento prima<br />

dell’automazione<br />

Fino al 1988 gli atti di aggiornamento<br />

erano predisposti secondo<br />

un metodo basato sull’appoggio<br />

agli elementi cartografici<br />

rintracciati sul territorio. Questo<br />

metodo contempla l’esecuzione<br />

di misure (essenzialmente<br />

distanze) secondo allineamenti<br />

materializzabili sul terreno e rappresentabili<br />

sulla mappa.<br />

Si raffrontano i valori misurati<br />

sul terreno con quelli dedotti<br />

graficamente dalla mappa, le<br />

differenze si ripartiscono lungo<br />

l’allineamento, ed applicando<br />

la ripartizione si inseriscono<br />

i punti rilevati sulla mappa,<br />

formando il disegno delle linee<br />

di aggiornamento. Le quantità<br />

misurate devono essere trascritte<br />

direttamente sulla mappa. Si<br />

osservi come questo metodo<br />

non comporti alcun calcolo<br />

per la riduzione delle distanze<br />

alla superficie di riferimento e<br />

neanche alcuna correzione per<br />

l’introduzione delle misure nel<br />

sistema di rappresentazione:<br />

si applica solo la riduzione in<br />

scala. Naturalmente il metodo è<br />

accettabile per piccole porzioni<br />

di territorio, ed a condizione che<br />

la riforma è ben espressa da questa<br />

singola frase in premessa alle<br />

nuove norme:<br />

“Sulla base delle norme appresso<br />

descritte, il professionista dovrà<br />

considerare l’immobile oggetto della<br />

misurazione, seppure compiutamente<br />

espresso nella forma e nella<br />

superficie, indipendente dall’ambito<br />

cartografico; dovrà comunque<br />

individuare e misurare la maglia<br />

dei punti fiduciali contenente<br />

l’oggetto del rilievo, fornendo solo<br />

le misure direttamente osservate e<br />

considerare i punti medesimi quali<br />

elementi topografici di raccordo<br />

tra i diversi rilievi, ignorandone<br />

cioè anche in questo caso, la loro<br />

posizione cartografica.”<br />

Sostanzialmente si passa da un<br />

rilievo basato sull’appoggio ad<br />

elementi cartografici ad un rilievo<br />

che individui completamente<br />

la geometria dell’aggiornamento<br />

a prescindere dalla sua posizione<br />

sulla cartografia.<br />

Anche per i Punti Fiduciali - che<br />

devono essere riferiti obbligatoriamente<br />

dal rilievo - va ignorata<br />

la posizione cartografica.<br />

Naturalmente, per consentire<br />

l’effettivo aggiornamento della<br />

cartografia che è poi lo scopo del<br />

rilievo, sono stati implementati<br />

nelle procedure dei metodi che<br />

consentono l’aggiornamento.<br />

Nel corso degli anni i metodi<br />

applicati sono stati costantemente<br />

adeguati alle mutate<br />

condizioni – ad esempio la tutta<br />

la cartografia catastale nel corso<br />

dell’ultimo ventennio è disponibile<br />

in formato numerico vettoriale,<br />

mentre nel 1988 era per<br />

la gran parte rappresentata su<br />

carta. Pertanto, trascurando la<br />

storia delle evoluzioni si fa riferimento<br />

alla situazione attuale.<br />

Il procedimento opera sui risultati<br />

dell’elaborazione del libretto<br />

delle misure {R}, costituiti dalle<br />

coordinate piane punti rilevati<br />

espresse nello stesso riferimento<br />

della mappa catastale previa<br />

riduzione alla superficie di rifedpf<br />

demolizione di un fabbricato annesso ad una particella o di porzione di fabbricato<br />

dtf demolizione totale di un fabbricato<br />

amf ampliamento di un fabbricato esistente<br />

ncf inserimento di un nuovo fabbricato<br />

frp frazionamento di particelle<br />

fup fusione di particelle o di derivate di particelle<br />

vrg aggiornamento di linee varie, simboli o testi<br />

sub aggiornamento relativo a subalterni di fabbricati rurali<br />

le correzioni trascurate siano ricomprese<br />

nelle quantità oscurate<br />

dall’errore di graficismo (moltiplicato<br />

per il denominatore del<br />

rapporto di scala). Se si fanno<br />

i calcoli si ottengono porzioni<br />

di territorio che corrispondono<br />

alle dimensioni di un foglio<br />

di mappa catastale sempreché<br />

sia espresso nel sistema di rappresentazione<br />

Cassini Soldner.<br />

Anzi è più corretto dire che le<br />

dimensioni dei fogli di mappa<br />

catastale sono determinate dalla<br />

condizione che l’errore di graficismo<br />

ricomprenda le correzioni<br />

trascurate, in modo che sia possibile<br />

riportare direttamente sui<br />

fogli le misure eseguite sul terreno,<br />

avendo preventivamente<br />

stabilito un limite di estensione<br />

del sistema di coordinate piane<br />

all’interno del quale tale rappresentazione<br />

è praticamente conforme,<br />

e pertanto le trasformate<br />

degli allineamenti individuati<br />

sul terreno sono costituite da linee<br />

rette sul foglio di mappa.<br />

Struttura degli di<br />

aggiornamento dopo<br />

l’automazione<br />

Con la riforma del 1988 viene<br />

introdotto l’obbligo di allegare<br />

all’atto di aggiornamento<br />

il libretto delle misure che ne<br />

costituisce una componente<br />

essenziale, codificato secondo<br />

un formato che consente l’elaborazione<br />

automatica ma che<br />

conservi le caratteristiche di<br />

essere “human readable”. Nel<br />

libretto delle misure devono<br />

essere riferiti almeno tre Punti<br />

Fiduciali individuati sul terreno:<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2015</strong> 23


REPORTS<br />

Fig. 2 - Un<br />

aggiornamento<br />

catastale ai sensi della<br />

circolare2/1988.<br />

rimento e previa introduzione<br />

nel sistema di rappresentazione<br />

della mappa determinate dal<br />

calcolo di compensazione delle<br />

misure e dai relativi identificativi,<br />

e sulle informazioni geometriche<br />

contenute nell’estratto di<br />

mappa vettoriale {E}, costituiti<br />

dalle coordinate piane dei punti<br />

dell’estratto di mappa e dai relativi<br />

identificativi .<br />

In una fase di inquadramento del<br />

rilievo l’operatore agisce interattivamente<br />

su una rappresentazione<br />

videografica che mostra contemporaneamente<br />

i punti del rilievo<br />

e dell’estratto lasciandoli però<br />

logicamente separati. L’operatore<br />

deve indicare la corrispondenza<br />

di uno o più punti del rilievo<br />

{I ∈ R} con gli omologhi punti<br />

dell’estratto {O ∈ E}.<br />

Al termine delle operazioni di<br />

individuazione della corrispondenza<br />

ai punti del rilievo viene<br />

applicata una trasformazione<br />

alle coordinate di tutti i punti<br />

del rilievo; i parametri della<br />

trasformazione (un vettore traslazione,<br />

un vettore rotazione<br />

ed eventualmente uno scalare<br />

che rappresenta la variazione<br />

di scala) sono determinati con<br />

un calcolo ai minimi quadrati a<br />

partire dalle relazioni di corrispondenza<br />

individuate.<br />

Si ottengono cosi i valori trasformati<br />

delle coordinate dei<br />

punti del rilievo {R*}.<br />

La trasformazione di {R} in<br />

{R*} è perfettamente definita<br />

dalle relazioni di omologia , e<br />

dall’algoritmo di calcolo dei parametri<br />

: {R*}=[T]+[S]{R} dove<br />

[T] è una traslazione ed [S] una<br />

matrice di rotazione.<br />

Si ha anche che {R}=[{R*}-{T}]<br />

[S] -1 =[{R*}-{T}][S] T cioè la relazione<br />

è invertibile.<br />

L’informazione sui punti omologhi<br />

è archiviata nell’estratto<br />

di mappa aggiornato con la seguente<br />

codifica:<br />

6|PV|404*|3%|<br />

6|PV|405*|17%|<br />

6|PV|303*|7%|<br />

Alcuni dei punti {R*} dovranno<br />

essere adattati ed elementi geometrici<br />

dell’estratto, o in maniera<br />

automatica impostando il<br />

raggio di un cerchio di cattura,<br />

o anche in maniera interattiva<br />

determinando la coincidenza<br />

con operazioni di trascinamento.<br />

Questa operazione può essere<br />

riguardata come una ulteriore<br />

trasformazione che riguarda<br />

però un sotto insieme dei punti<br />

{R*} e non necessariamente tutti<br />

i punti. L’adattamento è necessario<br />

per attivare le successive<br />

operazioni di segmentazione o<br />

di tassellazione dell’estratto che<br />

sono necessarie per la definizione<br />

delle nuove aree catastali che<br />

conseguono dall’aggiornamento.<br />

L’aspetto interessante è che<br />

il vettore dei punti {I ∈ R}-{O<br />

∈ E} viene archiviato automaticamente<br />

nella componente “<br />

estratto di mappa aggiornato”<br />

dell’atto di aggiornamento.<br />

Tutto il processo di inquadramento/adattamento<br />

può essere<br />

descritto come la somma di un<br />

vettore spostamento comune a<br />

tutti i punti che trasporta {R}<br />

in {R*}, e di una serie di vettori<br />

spostamento semplici che riguardano<br />

un sotto insieme {k ∈<br />

R} che trasportano i punti dalla<br />

posizione {k*} alla posizione definitiva<br />

{k**}; questi spostamenti<br />

possono essere definii come<br />

distorsioni dello spostamento<br />

applicate ai punti del rilievo per<br />

conseguire la corrispondenza<br />

con punti dell’estratto.<br />

Quindi atteso che il rilievo<br />

allegato ad un atto di aggiornamento<br />

determina una rete topografica<br />

indipendente dall’ambito<br />

cartografico come stabilito dalla<br />

normativa, che determina la posizione<br />

e la precisione dei punti<br />

rilevati e dei Punti Fiduciali rilevati<br />

materializzati sul terreno,<br />

con la metodologia adottata per<br />

la predisposizione della propo-<br />

Fig. 3 - Individuazione dei punti<br />

omologhi {I ∈ R}->{O ∈ E}.<br />

24 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2015</strong>


REPORTS<br />

Fig. 4 - Estratto di<br />

mappa aggiornata.<br />

sta di aggiornamento si determina<br />

un collegamento analitico<br />

tra il rilievo e la cartografia.<br />

La trasformazione terreno-><br />

mappa è un processo stocastico<br />

riproducibile ed invertibile per<br />

il fatto che i parametri della<br />

trasformazione son archiviati<br />

nell’atto di aggiornamento.<br />

Conclusioni<br />

Come è noto i Punti Fiduciali<br />

sono individuati con precisione<br />

sulla superficie fisica (sul terreno)<br />

per mezzo delle monografie<br />

ad essi associate, ma la loro posizione<br />

assoluta e la precisione<br />

non sono determinate.<br />

Un eventuale determinazione<br />

della posizione assoluta dei<br />

Punti Fiduciali consentirebbe di<br />

ricalcolare la posizione dei vertici<br />

di ciascun rilievo associato<br />

agli atti di aggiornamento, utilizzando<br />

i libretti delle misure<br />

che sono archiviati nella banca<br />

dati topografica del catasto.<br />

Applicando poi a ciascun estratto<br />

di mappa associato agli atti<br />

di aggiornamento la trasformazione<br />

inversa, archiviata nella<br />

proposta di aggiornamento, si<br />

verrebbe a costituire una relazione<br />

analitica tra alcuni punti<br />

degli estratti e la relativa posizione<br />

sul terreno. Questa caratteristica<br />

applicabile ad una certa<br />

quantità di punti degli estratti<br />

di mappa potrebbe essere archiviata<br />

direttamente nell’ archivio<br />

corrispondente alla cartografia<br />

catastale. Data la grande numerosità<br />

dei punti della mappa<br />

associabili alla posizione sul<br />

terreno con il metodo descritto<br />

esiste, su queste basi, la possibilità<br />

di sviluppare una ricerca<br />

finalizzata al miglioramento<br />

della “qualità metrica” della cartografia<br />

catastale. Va dato atto<br />

agli organi tecnici del Catasto<br />

di aver concepito e sviluppato<br />

un procedimento veramente<br />

innovativo per il trattamento<br />

degli atti di aggiornamento,<br />

coinvolgendo, tra l’altro, le categorie<br />

professionali interessate,<br />

che mostra tutta la sua validità<br />

anche nei confronti di possibili<br />

interessanti sviluppi in ambito<br />

cartografico.<br />

PAROLE CHIAVE<br />

Geomatica; cartografia catastale; aggiornamento<br />

automatico<br />

ABSTRACT<br />

The maturity of the update process of cadastral mapping,<br />

achieved during three decades of experience testifies to the<br />

validity of Geomatics applications and opens up new research<br />

perspectives for an increase in quality in the description of the<br />

territory, which is useful in the development of civil society.<br />

AUTORE<br />

Donato Tufillaro<br />

d.tufillaro@sogei.it<br />

SOGEI - Via Mario Carucci 99 Rome, 00143 Italy<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2015</strong> 25


pasto<br />

figlia di<br />

lungo che le<br />

della Principe<br />

distintame<br />

sviluppan<br />

terreni agr<br />

Space, è<br />

è in grad<br />

In dat<br />

Credits:<br />

di lacrim


Sete Cidades Massif (Isole Azzorre)<br />

L’immagine satellitare che pubblichiamo è stata<br />

acquisita sopra l’isola San Miguel delle Azzorre e mostra<br />

il complesso vulcanico chiamato Sete Cidades Massif.<br />

Il cratere circolare (o caldera) domina l’immagine e misura<br />

circa 5 km di diametro. Il suo interno ospita laghi, coni<br />

vulcanici, volte laviche e crateri poco profondi.<br />

La Lagoa das Sete Cidades – ovvero la Laguna delle Sette<br />

Città – è costituita da due laghi ecologicamente differenti, collegati<br />

tra loro da due stretti passaggi, visibili al centro dell’immagine. A causa<br />

dei colori che riflettono, il lago che si trova a nord è chiamato Lago Blu, mentre<br />

quello a sud è chiamato Lago Verde. Secondo la leggenda la figlia di un re tenuta<br />

protetta riuscì a fuggire sulle colline circostanti, dove incontrò e si innamorò di un giovane<br />

re. Quando il ragazzo chiese la ragazza in sposa al re, questi si rifiutò di concederla e proibì alla<br />

vedere ancora il pastore. I due si incontrarono segretamente un’ultima volta e piansero tanto a<br />

loro lacrime riempirono la valle, formando i due laghi: uno verde come il colore degli occhi<br />

ssa, uno blu come il colore degli occhi del pastore. Nell’area circostante possiamo osservare<br />

nte linee in corrispondenza delle quali la vegetazione cresce lungo corsi d’acqua che si<br />

o in senso radiale dal massiccio circolare. Tra queste linee ci sono appezzamenti di<br />

icoli. Questa immagine, presente anche sulla programmazione video Earth From<br />

stata acquisita dal satellite spagnolo Deimos-2 il 6 Dicembre 2014. Il satellite<br />

o di effettuare osservazioni con risoluzione al suolo fino a 75 cm tramite il<br />

suo sensore ottico per immagini ad alta risoluzione.<br />

a 1 Aprile <strong>2015</strong> la missione Deimos-2 inizierà a contribuire al<br />

Programma Europeo Copernicus.<br />

DEIMOS Imaging - ESA Immagine della settimana: Laguna<br />

e (15 Marzo <strong>2015</strong>). Traduzione a cura di Gianluca Pititto.<br />

http://geoforall.it/kkx46


REPORTS<br />

L’ITSS “Majorana-Giorgi” di<br />

Genova in orbita con i sistemi<br />

di navigazione via satellite<br />

di Primo Bartoli e Marco Lisi<br />

Il presente articolo nasce<br />

da una scommessa: riuscire<br />

a diffondere la cultura<br />

tecnica della navigazione<br />

via satellite (GPS, Glonass<br />

e Galileo) già a livello di<br />

istruzione secondaria.<br />

Una scommessa forse<br />

difficile, ma assolutamente<br />

utile, se non necessaria,<br />

specialmente in un’Europa<br />

che sta investendo da<br />

anni miliardi di euro per<br />

lo sviluppo del sistema di<br />

navigazione globale Galileo.<br />

Come sempre le buone<br />

idee si sviluppano in<br />

piccolo e con una certa<br />

dose di ingenuità, per poi prendere<br />

il volo e diventare professionalmente<br />

serie e feconde.<br />

Gli studenti della classe V sezione<br />

A del corso di Elettronica<br />

e Telecomunicazioni (anno<br />

accademico 2013/2014) presso<br />

l’ Istituto Tecnico Superiore Statale<br />

(ITSS) “Majorana-Giorgi”<br />

avevano letto alcuni articoli di<br />

riviste specializzate sulla possibilità<br />

di realizzare, con un piccolo<br />

investimento economico, una<br />

stazione semiprofessionale di<br />

monitoraggio dei satelliti GNSS<br />

(GPS, GLONASS o Galileo),<br />

col duplice obiettivo di approfondire<br />

le tecniche della navigazione<br />

satellitare e di offrire<br />

un interessante ausilio didattico<br />

per università ed istituti tecnici<br />

professionali.<br />

L’insegnante del laboratorio di<br />

elettronica e telecomunicazioni<br />

dell’istituto, prof. Primo Bartoli,<br />

aderì con entusiasmo all’idea,<br />

contattando l’ing. Marco Lisi<br />

del Direttorato Navigazione<br />

dell’ESA e, al tempo, Consigliere<br />

Speciale della Commissione<br />

Europea per le attività spaziali.<br />

A questo punto le attività sono<br />

partite con un ritmo incalzante<br />

e con grande entusiasmo da parte<br />

degli studenti.<br />

Il primo passo è stato quello<br />

di implementare una semplice<br />

stazione di monitoraggio dei<br />

segnali GNSS multicostellazione,<br />

basata su un ricevitore<br />

commerciale molto economico<br />

28 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2015</strong>


REPORTS<br />

e sull’utilizzo di programmi<br />

software di processamento<br />

disponibili<br />

gratuitamente in rete.<br />

Poi gli studenti, non<br />

paghi, hanno deciso<br />

di sviluppare il loro<br />

stesso software, utilizzando<br />

il programma<br />

LabVIEW della National<br />

Instruments.<br />

E’ doveroso menzionare<br />

il fatto che National Instruments<br />

ha fornito a titolo<br />

totalmente gratuito licenze<br />

per la piattaforma di sviluppo<br />

in LabVIEW nonchè corsi di<br />

formazione per tutti gli studenti<br />

interessati.<br />

E’ stata anche avviata una collaborazione<br />

con la ditta francese<br />

M3Systems (M3S), specializzata<br />

nello sviluppo di ricevitori SDR<br />

(“Software Defined Radio”) per<br />

applicazioni GNSS. Attraverso<br />

la tecnologia SDR è possibile<br />

realizzare ricevitori molto<br />

flessibili, in grado di ricevere<br />

i differenti formati dei segnali<br />

trasmessi dalle varie costellazioni<br />

(GPS, Glonass, Galileo e<br />

Beidou).<br />

Prima di descrivere in maggiore<br />

dettaglio l’attività tecnica svolta<br />

ed i risultati ottenuti, vale la<br />

pena di dare qualche informazione<br />

sull’istituto “Majorana-<br />

Giorgi”.<br />

L’ I.T.S.S Majorana – Giorgi,<br />

già istituto tecnico industriale,<br />

si suddivide in due plessi separati,<br />

uno in via Salvador Allende e<br />

l’ altro in via Timavo a Genova.<br />

Attualmente l’istituto permette<br />

la formazione dei ragazzi nei<br />

settori: elettronica industriale,<br />

informatica, telecomunicazioni,<br />

elettrotecnica e meccanica; sono<br />

presenti corsi anche per tecnico<br />

commerciale ed il liceo delle<br />

scienze applicate.<br />

In entrambe le sedi sono presenti<br />

numerosi laboratori muniti<br />

di strumentazione tecnica per<br />

permettere ai ragazzi di svolgere<br />

Fig. 1 - diagramma grafico del programma LabVIEW<br />

attività pratiche nel proprio<br />

settore.<br />

Sin dal terzo anno di studi viene<br />

data l’ opportunità di entrare<br />

in contatto con il mondo del<br />

lavoro e vengono pertanto organizzati<br />

stage in ogni settore,<br />

facendo così avvicinare i ragazzi<br />

anche ad aziende di rilevanza<br />

nazionale ed internazionale.<br />

Nel corso degli studi, il numero<br />

di progetti e gli stage a cui si<br />

aderisce, sempre su base volontaria<br />

degli alunni, aumenta in<br />

modo da permettere agli studenti<br />

di migliorare le loro conoscenze<br />

e capacità e in modo<br />

da consentire loro di reperire<br />

materiale e documentazione che<br />

producano un arricchimento<br />

delle loro competenze tecniche.<br />

Nell’ ambito di queste attività<br />

sono stati, negli ultimi anni ,<br />

attivati progetti relativi alle nuove<br />

tecnologie nel campo delle<br />

telecomunicazioni.<br />

Ed è proprio nel laboratorio di<br />

elettronica e telecomunicazioni<br />

che il nuovo filone di attività<br />

sui sistemi di navigazione via<br />

satellite si è sviluppato.<br />

Gli studenti dovevano risolvere<br />

un problema apparentemente<br />

semplice, ma anche foriero di<br />

numerosi ed interessanti sviluppi:<br />

ricevere i dati più o meno<br />

grezzi forniti da un ricevitore<br />

GNSS in un formato e secondo<br />

un protocollo standard e<br />

convertirli in informazioni utili<br />

Fig. 2 - schermata LabVIEW di acquisizione dati in formato NMEA.<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2015</strong> 29


REPORTS<br />

Fig. 3 - Immagine ricezione dati.<br />

Fig. 4 - Programma ricezione dati.<br />

Fig. 5 - Altra vista del programma di ricezione dati.<br />

ad un utente, per esempio nella propria<br />

posizione su una mappa di qualsivoglia<br />

formato.<br />

Un tipico ricevitore GNSS commerciale<br />

fornisce i propri dati secondo un formato<br />

ed un protocollo di comunicazione definito<br />

nello standard NMEA. I dati comprendono<br />

innanzi tutto la completa soluzione<br />

PVT (posizione, velocità e tempo), ma<br />

possono anche includere informazioni<br />

dettagliate sui satelliti in vista, ovvero il<br />

contenuto stesso dei messaggi di navigazione.<br />

I ricevitori GNSS semi-professionali<br />

o professionali tendono invece a fornire<br />

i dati di navigazione in formato grezzo,<br />

secondo lo standard RINEX. Ciò permette<br />

un post processamento più sofisticato<br />

dei dati stessi.<br />

Limitandosi al caso di dati NMEA,<br />

gli studenti del prof. Bartoli dovevano<br />

risolvere il problema di acquisire i<br />

dati pre-processati, memorizzarli per<br />

eventuali elaborazioni statistiche, e<br />

convertirli in visualizzazioni utili ad<br />

un eventuale utente, per esempio,<br />

alla posizione in coordinate cartesiane<br />

o polari su una mappa.<br />

La piattaforma di sviluppo software<br />

scelta per realizzare l’interfaccia fra<br />

ricevitore GNSS ed utente è stata<br />

LabVIEW di National Instruments.<br />

LabVIEW è un ambiente di sviluppo<br />

per applicazioni principalmente<br />

orientate all’acquisizione di dati,<br />

alla gestione di strumentazione<br />

elettronica e all’analisi ed elaborazione<br />

dei segnali.<br />

L’ambiente di programmazione<br />

di tipo grafico ad oggetti<br />

(“object oriented language”)<br />

di LabVIEW ha consentito<br />

di:<br />

realizzare il programma,<br />

in forma di diagrammi a<br />

blocchi;<br />

avere un pannello frontale<br />

per il comando necessario al<br />

settaggio del protocollo di comunicazione<br />

con il ricevitore GNSS;<br />

visualizzare la posizione, non in<br />

termini di stringhe e dati NMEA, bensì<br />

all’ interno di un grafico XY, il quale<br />

poi è facilmente sostituibile con mappe<br />

specifiche.<br />

30 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2015</strong>


REPORTS<br />

Le figure 1 e 2 mostrano, rispettivamente,<br />

il diagramma grafico<br />

del programma e la schermata<br />

LabVIEW di acquisizione dati<br />

in formato NMEA.<br />

L’attività svolta, che è peraltro<br />

diventata una tesina di diploma<br />

per molti degli studenti del corso,<br />

ha pienamente confermato<br />

la validità didattica delle tematiche<br />

tecniche e tecnologiche relative<br />

alla navigazione via satellite,<br />

nonché la possibilità di affrontare<br />

tali tematiche con investimenti<br />

realistici, anche tenendo<br />

conto delle ristrette disponibilità<br />

dell’istruzione secondaria in<br />

Italia. E’ nelle intenzioni degli<br />

autori che questo esperimento<br />

didattico e, più in generale, di<br />

diffusione della cultura tecnologica<br />

fra i giovani, continui e<br />

si sviluppi anche nei futuri anni<br />

accademici.<br />

Un particolare ringraziamento a<br />

Raffaele Fiengo e Massimo Rapini<br />

della National Instruments<br />

ed a Marc Pollina, fondatore e<br />

presidente di M3S, per il supporto<br />

generosamente offerto.<br />

Particolari complimenti, inoltre,<br />

agli studenti Simone Burlando,<br />

Manuel Timuneri e Stefano<br />

Lavanna. I primi due, appena<br />

diplomati, hanno già trovato<br />

lavoro in aziende del settore<br />

elettronico nell’area di Genova,<br />

a conferma che la buona cultura<br />

è la migliore medicina contro la<br />

disoccupazione giovanile.<br />

Fig. 6 - Il Prof.<br />

Bartoli con gli<br />

studenti Stefano<br />

Lavanna, Manuel<br />

Timuneri<br />

e Simone<br />

Burlando,<br />

davanti alla<br />

stazione GNSS.<br />

PAROLE CHIAVE<br />

Istruzione secondaria; cultura tecnica; GPS;<br />

Glonass; Galileo; stazione GNSS<br />

ABSTRACT<br />

The article describes an educational experiment: to<br />

spread technical know-how on satellite navigation<br />

(GPS, GLONASS and Galileo) already at secondary<br />

school education level.<br />

The objective might look ambitious and difficult,<br />

but it is absolutely useful, if not necessary, also taking<br />

into account that Europe has been investing for years<br />

billions of Euros for the development of the global<br />

navigation system Galileo.<br />

The experiment was carried on with the students of<br />

the course of Electronics and Telecommunications<br />

(academic year 2013/2014) at the Instituto Tecnico<br />

Superiore Statale (ITSS) “Majorana-Giorgi" of<br />

Genova.<br />

With the support from prof. Primo Bartoli and<br />

from Marco Lisi of the European Space Agency, the<br />

students realized, with a very small economic investment,<br />

a semiprofessional monitoring station for<br />

GNSS satellites (GPS, GLONASS or Galileo), based<br />

on a commercial multi-constellation receiver and on<br />

a software program developed in National Instruments<br />

LabVIEW, with the dual aim to explore the<br />

techniques of satellite navigation and to provide an<br />

attractive teaching aid for universities and secondary<br />

level technical institutes.<br />

AUTORE<br />

Primo Bartoli<br />

primobartoli@virgilio.it<br />

ITSS “Majorana-Giorgi”, Genova<br />

Marco Lisi<br />

marco.lisi@esa.int<br />

European Space Agency,<br />

Nordwijk, Paesi Bassi<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2015</strong> 31


REPORTS<br />

Un incontro con Mattia<br />

Crespi docente di Geomatica<br />

alla Sapienza di Roma<br />

di Renzo Carlucci<br />

Un meeting con Mattia Crespi<br />

per parlare dell'evoluzione della<br />

Geomatica, del nuovo filone<br />

di ricerca relativo ai sensori<br />

consumer e dell’infrastruttura<br />

geografica italiana.<br />

Il Gruppo di ricerca (da sinistra a destra): Mattia<br />

Crespi, Augusto Mazzoni, Elisa Benedetti, Paola<br />

Capaldo, Giorgio Savastano, Roberta Ravanelli, Andrea<br />

Nascetti, Martina Di Rita, Mara Branzanti, Clémence<br />

Dubois (gradita ospite dal Karlsruhe Institute of<br />

Technology); mancano tre persone: Gabriele Colosimo,<br />

momentaneamente “in prestito” a Leica Geosystems<br />

AG presso la sede centrale di Heerbrugg come System<br />

Engineer; Martina Porfiri, che sta svolgendo parte<br />

della sua attività di ricerca di dottorato all’Università<br />

di Rennes-1 in Francia; Francesca Fratarcangeli, che sta<br />

lavorando da casa.<br />

L’<br />

Area di Geodesia e<br />

Geomatica alla Sapienza<br />

di Roma afferisce al<br />

Dipartimento di Ingegneria<br />

Civile, Edile e Ambientale<br />

ed è collocata nella palazzina<br />

di Costruzioni Idrauliche e<br />

Geodesia presso la sede storica<br />

della Facoltà di Ingegneria a San<br />

Pietro in Vincoli.<br />

Al terzo piano, oggi ristretta in<br />

spazi angusti, l’area dedicata alla<br />

ricerca e agli studi dei docenti<br />

è memore delle sue antiche vestigia,<br />

quando occupava l’intero<br />

terzo piano dell’edificio e, nella<br />

Biblioteca dell’allora Istituto di<br />

Geodesia e Topografia, si trovavano<br />

le dispense manoscritte<br />

di personaggi illustri che sono<br />

stati fondatori della moderna<br />

Geodesia e Topografia, a partire<br />

da Giovanni Boaga, che ha dato<br />

il nome alla cartografia ufficiale<br />

italiana nel secolo scorso e che<br />

ancora è ricordato dando il<br />

nome alla Biblioteca Centrale<br />

dell Facoltà di Ingegneria.<br />

Devo dire che con piacere ho<br />

constatato di persona come sia<br />

cambiato, da tempo, l’atmosfera<br />

di questo posto, poco propensa<br />

ad un ambiente giovanile e innovativo<br />

prima, ma espressiva<br />

della sua storia e del suo recente<br />

passato, per passare oggi ad un<br />

ambiente popolato di giovani<br />

ma ancora mentore del suo passato<br />

con la sua mobilia d’epoca<br />

e le teche ricolme di strumenti<br />

topografici per la misura del<br />

territorio.<br />

Un trambusto di giovani dottorandi,<br />

ricercatori, studenti<br />

tutti presi nelle loro attività che<br />

per fortuna in questo settore<br />

non sono solamente realizzate<br />

virtualmente davanti a un computer<br />

ma hanno anche qualche<br />

cosa di reale o meglio “tattile”,<br />

che comunque impegna il corpo<br />

come mettere in postazione<br />

ed usare strumenti di rilievo.<br />

E’ questa l’immagine che mi<br />

si è presentata oggi pomeriggio<br />

andando a trovare Mattia<br />

Crespi nell’Area di Geodesia<br />

e Geomatica della Facoltà di<br />

Ingegneria della Sapienza a<br />

Roma.<br />

32 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2015</strong>


REPORTS<br />

L’evoluzione della<br />

Geomatica<br />

Un veloce scambio di idee per<br />

capire come si stia evolvendo il<br />

nostro settore, spaziando dalla<br />

didattica alla ricerca fino al mercato<br />

industriale, per rendersi<br />

conto velocemente di come sia<br />

difficile in Italia far comprendere<br />

quanto sia necessaria un<br />

forte base di conoscenza del<br />

settore tecnico-scientifico, per<br />

evitare che chiunque, oggi, considerata<br />

l’estrema facilità d’uso<br />

dell’hardware e del software<br />

attuale, possa improvvisarsi in<br />

un mestiere per il quale la solida<br />

formazione metodologica e la<br />

“sensibilità” pratica sono assolutamente<br />

fondamentali.<br />

Da un lato, infatti, è evidente<br />

che le applicazioni nel settore<br />

fotogrammetrico, del laser<br />

scanning e del GPS sono ormai<br />

veramente alla portata di molti,<br />

essendo stato inserito il knowhow<br />

base della geomatica all’interno<br />

dei software di gestione,<br />

che, rodati dai molteplici anni<br />

di esperienza dei produttori, si<br />

rivolgono sempre più a mercati<br />

di massa con utenti non necessariamente<br />

esperti del settore.<br />

Dall’altro bisogna sottolineare<br />

che solo una solida formazione<br />

di base nelle discipline<br />

geomatiche consente di gestire<br />

correttamente quanto messo<br />

a disposizione dall’impetuosa<br />

evoluzione tecnologica e di<br />

dare significato ai risultati che<br />

si ottengono, soprattutto dal<br />

punto di vista dell’accuratezza<br />

che si può ottenere (questo è un<br />

po’ “il pallino” dei Geomatici),<br />

evitando conclusioni fantasiose<br />

con accuratezze irraggiugibili.<br />

La ricerca in corso<br />

Si è poi parlato dell’apertura<br />

del nuovo filone di ricerca relativo<br />

ai sensori consumer per<br />

la realizzazione di rilievi 3D in<br />

real-time basati sulle nuvole di<br />

punti. Un filone di ricerca che<br />

si affianca ai due preesistenti<br />

e consolidati relativi a svariate<br />

applicazioni dei sistemi GNSS<br />

(in particolare il monitoraggio<br />

dinamico con l’approccio<br />

proprietario VADASE e il monitoraggio<br />

di lungo periodo) e<br />

delle immagini satellitari ad alta<br />

risoluzione acquisite da sensori<br />

ottici e radar (SAR) (in particolare<br />

la modellizzazione digitale<br />

del terreno con software proprietario<br />

SISAR e<br />

DAME).<br />

Partiti da primi<br />

tentativi realizzati<br />

nel corso<br />

del 2013 con la<br />

Microsoft Kinect<br />

V1 a luce strutturata,<br />

sono stati<br />

condotti nel 2014<br />

studi approfonditi<br />

anche su una versione<br />

beta della<br />

Microsoft Kinect<br />

V2 a tempo di<br />

volo, ottenuta<br />

in anteprima da<br />

Applicazione del VADASE al terremoto dell’Emilia:<br />

scuotimento presso la stazione permanente di Finale<br />

Emilia stimata con diversi software posti a confronto<br />

con il VADASE.<br />

Microsoft grazie alla partecipazione<br />

con successo al Microsoft<br />

Kinect for Windows V2 Developer<br />

Preview Program e ora disponibile<br />

anche commercialmente da<br />

qualche mese. E’ stato sviluppato<br />

un software che permette<br />

il tracking, in tempo reale, di<br />

opportuni bersagli ed è stata<br />

provata la grande potenzialità di<br />

questi sensori nell’ambito della<br />

Modello digitale di Argenta (FE) da stereocoppia satellitare IKONOS-2<br />

ottenuto con il software proprietario DAME.<br />

Tra le ricerche in corso è da citare senz’altro la partecipazione alla “Roma Ocean World” navigazione in solitario di ECO 40 condotta dallo skipper Matteo Miceli ove<br />

Mattia Crespi, in collaborazione con il Collega e velista Paolo De Girolamo, docente di Costruzioni marittime, cura con il suo gruppo le misure dei movimenti della<br />

barca eseguite tramite tre ricevitori GPS ad altissima precisione (forniti da Leica Geosystems AG, sponsor dell’impresa) installati in punti chiave dell’imbarcazione.<br />

L’imbarcazione a vela ECO40, la Class 40 che l’eco-velista Matteo Miceli sta conducendo in solitario attorno al globo per circa 27.000 miglia nautiche, senza assistenza<br />

e senza scalo, in completa autonomia energetica, idrica e alimentare, è partita il 19 ottobre scorso dal porto di Riva di Traiano, vicino a Civitavecchia. Un<br />

laboratorio navigante affidato a un velista che ha già compiuto traversate in solitario, che funzionerà anche da laboratorio galleggiante per rilevare onde di vento<br />

oceaniche, analizzare le condizioni meteo-oceanografiche incontrate e verificare l’assetto dell’imbarcazione nel tempo.<br />

I dati registrati a bordo verranno analizzati con metodi che consentono di prescindere dall’uso di stazioni GNSS di riferimento mediante l’algoritmo VADASE (Variometric<br />

Approach for Displacements Analysis Stand-Alone Engine). Tale algoritmo, capace di stimare spostamenti accurati in tempo reale a partire da informazioni<br />

su orbite e orologi e da osservazioni raccolte da un ricevitore a frequenza singola o doppia, senza l’ausilio di dati provenienti da una stazione di riferimento, è stato<br />

modificato per estendere la funzionalità alla modalità cinematica implementando il KIN-VADASE. Si consigliano a tal proposito le letture delle Tesi di Laurea di<br />

Valeria Belloni e Chiara Francesca Tagliacozzi, disponibili nella sezione Contributi Scientifici del sito dedicato dalla Sapienza all’impresa (https://web.uniroma1.it/<br />

eco40/), realizzate durante la sua fase preparatoria.<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2015</strong> 33


REPORTS<br />

modellizzazione 3D close-range,<br />

in tempo reale e nel tracking di<br />

oggetti. Sono quindi evidenti le<br />

possibili applicazioni finalizzate<br />

anche al monitoraggio in ambito<br />

ingegneristico e all’indoor<br />

positioning, alla documentazione<br />

del patrimonio culturale e, in<br />

particolare, dei reperti museali,<br />

ma anche quelle in campo forense<br />

o nella gestione della documentazione<br />

a supporto delle<br />

forze dell’ordine per la rapida<br />

documentazione delle scene di<br />

delitti o di incidenti.<br />

Un altro aspetto importante<br />

dell’attività di ricerca nel corso<br />

degli ultimi tre anni è stata la<br />

partecipazione alla competizione<br />

internazionale Google<br />

Summer of Code, promossa da<br />

Google per sviluppare, in ambito<br />

Open Source, applicativi software<br />

nei settori più disparati,<br />

tra i quali quello dell’elaborazione<br />

e gestione delle informazioni<br />

geografiche. A partire dal 2012<br />

la partecipazione è sempre stata<br />

coronata da successo, con<br />

una borsa Google (del valore<br />

di 5000$) nel 2012 e una nel<br />

2013; nel 2014, ben quattro<br />

borse Google, delle circa 1200<br />

messe in palio a livello mondiale<br />

e delle circa 30 arrivate in<br />

Italia, sono arrivate nell’Area di<br />

Geodesia e Geomatica, unica in<br />

Italia a partecipare con successo<br />

alla competizione. In queste<br />

attività sono stati sviluppati<br />

software inerenti il positioning<br />

GNSS (nell’ambito dei cosiddetti<br />

Software Defined Receivers),<br />

la gestione e il trattamento di<br />

immagini satellitari ottiche e<br />

SAR e l’estrazione di informazioni<br />

da dati laser scanner.<br />

L’infrastruttura<br />

geografica italiana<br />

Un argomento di sicuro vivo<br />

interesse è poi stato quello della<br />

ex-Commissione Geodetica<br />

Italiana, per la quale si tentò<br />

tempo fa di colmare il vuoto<br />

della sua abolizione senza successo.<br />

Un argomento ancora<br />

valido, da non lasciare nell’oblio<br />

del caos legislativo del momento,<br />

considerando che il tema<br />

dell’ambiente e del territorio<br />

riesce a ritagliarsi con difficoltà<br />

qualche spazio.<br />

Una carenza di regia caratterizza<br />

fortemente il settore e un<br />

eventuale intervento di governo<br />

si dovrebbe inquadrare non<br />

nascendo da eventi straordinari<br />

o dalla volontà di gruppi di studio<br />

che, a carattere volontario<br />

e quindi saltuario, cercano di<br />

recuperare delle situazioni di<br />

emergenza, che è si presente nel<br />

territorio lacerato, ma anche<br />

nell’attuale sistema delle informazioni<br />

territoriali.<br />

La legislazione italiana tratta i<br />

problemi del rilevamento e della<br />

rappresentazione<br />

del territorio con<br />

una miriade di<br />

leggi che affidano<br />

competenze ad enti e strutture<br />

nazionali e locali, senza una<br />

logica unitaria di efficienza e di<br />

utilità collettiva. In Italia, caso<br />

forse unico al mondo di mancanza<br />

di coordinamento di tale<br />

livello, vi sono cinque organi<br />

cartografici dello Stato, vari servizi<br />

tecnici nazionali in costante<br />

ristrutturazione o abolizione,<br />

venti organi cartografici regionali<br />

e poi una moltitudine di<br />

ministeri, enti, agenzie, istituti<br />

che sarebbe impossibile enumerare<br />

tutti, che raccolgono e<br />

producono dati territoriali in un<br />

contesto di norme e di regole<br />

spesso tra loro contrastanti, con<br />

conseguenti duplicazioni, sovrapposizioni<br />

e sprechi di risorse<br />

pubbliche.<br />

Esce riconfermata ancora ad<br />

oggi la necessità di colmare tale<br />

carenza.<br />

Andando via mi sono imbattuto<br />

in un gruppo di giovani studenti,<br />

dottorandi e ricercatori,<br />

con tanti treppiedi e strumenti<br />

da rilievo che venivano poggiati<br />

in attesa tutti sul pianerottolo<br />

proprio sotto a quel monocomparatore<br />

di Pulfrich, ove ancora<br />

ho visto esposta la mia prima<br />

presa fotogrammetrica effettuata,<br />

nel 1982, sul prospetto principale<br />

dell’Acquario Romano<br />

con lastra di vetro 13x18 cm,<br />

collocato li insieme ai teodoliti<br />

storici in ottone perché troppo<br />

ingombranti oggi nei ridotti<br />

spazi in cui la ricerca geomatica<br />

è stata relegata.<br />

PAROLE CHIAVE<br />

Geomatica; ricerca; istruzione; evoluzione<br />

ABSTRACT<br />

A meeting with Mattia Crespi Mattia Crespi, full professor of Geomatics at La Sapienza<br />

University in Rome, to talk about the evolution of Geomatics, the new line of research in the<br />

field of 3D sensors and the content of the Italian Spatial Data Infrastructure.<br />

Avatar ottenuto tramite Microsoft Kinect v1 e software Kinect Fusion.<br />

AUTORE<br />

Renzo Carlucci<br />

direttore@rivistageomedia.it<br />

Direttore di <strong>GEOmedia</strong><br />

34 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2015</strong>


REPORTS<br />

GEOMAX<br />

works when you do<br />

Anche nelle condizioni atmosferiche più avverse,<br />

GeoMax fornisce le migliori soluzioni<br />

prezzo-prestazioni, works when you do.<br />

info@geomax-positioning.it - www.geomax-positioning.it<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2015</strong> 35


MERCATO<br />

Realizzato il software di monitoraggio per il sistema di<br />

posizionamento Galileo<br />

I ricercatori dell'Università di Pisa hanno realizzato<br />

il software per controllare il buon funzionamento<br />

dei satelliti del sistema di navigazione<br />

Galileo, la versione europea del più noto GPS<br />

statunitense.<br />

Il lavoro, commissionato dall'Agenzia Spaziale<br />

Europea (ESA), è durato per tutto il 2014 ed è<br />

stato svolto nel laboratorio di elaborazione dei<br />

segnali per telecomunicazioni coordinato dal<br />

professore Marco Luise del dipartimento di Ingegneria<br />

dell'Informazione. Dall'inizio del <strong>2015</strong><br />

è quindi partita la raccolta e l'interpretazione<br />

dei dati provenienti dallo spazio da parte dei ricercatori dell'Ateneo pisano e del<br />

Centro ESTEC dell'ESA.<br />

"Grazie al nostro software – ha spiegato Marco Luise – possiamo tenere costantemente<br />

sotto controllo i segnali emessi dai satelliti Galileo monitorandone in tempo<br />

reale l'accuratezza e la stabilità, parametri fondamentali per garantire la precisione<br />

dei navigatori satellitari. La visualizzazione dei dati avviene mediante appositi diagrammi<br />

che misurano i parametri di "qualità" dei satelliti in modo da segnalare<br />

precocemente eventuali malfunzionamenti".<br />

L'Ateneo pisano ha una lunga tradizione di cooperazione con l'ESA nei vari campi<br />

della scienza e dell'ingegneria necessarie allo sviluppo e al completamento della<br />

costellazione di satelliti Galileo, dal lancio e al controllo di un satellite, allo sfruttamento<br />

dei dati prodotti dagli strumenti di bordo.<br />

"Questa campo di ricerca – ha detto Carmine Vitiello, giovane dottorando di 27<br />

anni del dipartimento di Ingegneria dell'Informazione e fra gli sviluppatori del<br />

progetto - mi ha permesso di accrescere le mie competenze sia di carattere teorico<br />

che pratico e mi ha aiutato a progredire al meglio nel mio percorso di studi. L'ESA<br />

si è detta molto soddisfatta del mio lavoro e spero che vi siano opportunità di<br />

questo tipo anche in futuro".<br />

(Fonte: Università di Pisa)<br />

Open Government: presentata un'innovativa proposta da SAS<br />

e Sistemi Territoriali<br />

La soluzione proposta è una suite di prodotti<br />

SAS e prodotti open source, pensata per fornire<br />

una soluzione al momento unica sul mercato<br />

che copra tutte le esigenze di un ente in campo<br />

open data, integrando il prodotto open source<br />

“StatPortal OpenData” con il valore aggiunto<br />

dei prodotti software SAS quali Data Integration,<br />

Data Federation, Data Quality, Text Analysis.<br />

L'annuncio in anteprima del lancio del nuovo<br />

prodotto, pensato per offrire una soluzione<br />

completa agli enti pubblici in chiave di open<br />

government, è stato fatto il 19 Febbraio <strong>2015</strong><br />

a Roma nel corso della conferenza OpenGeoData <strong>2015</strong>, da Stefano Corrado (SAS<br />

Institute S.r.l.) ed Alessandro Greco (Sistemi Territoriali srl).<br />

La suite è stata realizzata da SAS Institute S.r.l., consociata italiana di SAS Institute<br />

Inc., in collaborazione con il proprio partner Sistemi Territoriali s.r.l.<br />

Per maggiori informazioni sulle principali funzionalità della soluzione vi rimandiamo<br />

alla presentazione del prodotto disponibile a questo indirizzo:<br />

http://www.slideshare.net/grecoal/<br />

Per maggiori informazioni è possibile inoltre inviare una email a: a.greco@sister.it<br />

(Fonte: Sistemi Territoriali)<br />

36 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2015</strong>


MERCATO<br />

FOSS4G Europe <strong>2015</strong><br />

La seconda edizione del convegno<br />

FOSS4G (Free and Open Source<br />

Software for Geospatial) Europe si<br />

terrà in Italia, presso il Polo Territoriale<br />

di Como del Politecnico di<br />

Milano, dal 15 al 17 luglio <strong>2015</strong>.<br />

La conferenza riunirà utenti e sviluppatori<br />

di FOSS4G di tutto il<br />

mondo e, con più di 100 presentazioni,<br />

6 track scientifiche e 10<br />

workshop, sarà occasione per rafforzare le interazioni della rete<br />

di esperti europei che da anni si dedicano alle tecnologie free e<br />

open source, condividendo idee per migliorare la disponibilità<br />

dei dati geografici, dei software e delle loro tante applicazioni.<br />

L'appuntamento sarà preceduto da una giornata di workshop (14<br />

luglio) e si concluderà con un code sprint (18 luglio).<br />

Stiamo costruendo il FOSS4G Europe <strong>2015</strong> come un'importante<br />

tappa per la condivisione della conoscenza scientifica e per la diffusione<br />

di nuovi concetti quali quelli di Terra Digitale Partecipata<br />

e di Internet dei Luoghi.<br />

All’incontro parteciperanno prestigiosi relatori che in questi anni<br />

hanno fatto la storia della geomatica, come George Gartner (Presidente<br />

ICA—International Cartographic Association), Alessandro<br />

Annoni (JRC—Joint Research Centre, INSPIRE—Infrastructure<br />

for Spatial Information in Europe e GEOSS—Global Earth<br />

Observation System of Systems), Ki Joune Li (Pusan University,<br />

FOSS4G International, OGC—Open Geospatial Consortium),<br />

Jeff McKenna (Presidente OSGeo—Open Source Geospatial<br />

Foundation), Chen Jun (Presidente ISPRS— International Society<br />

for Photogrammetry and Remote Sensing) e Patrick Hogan<br />

(NASA—National Aeronautics and Space Administration).<br />

Al FOSS4G Europe <strong>2015</strong>, come già sperimentato nella prima<br />

edizione del 2014, ci sarà anche la sfida lanciata dalla NASA per<br />

stimolare la realizzazione di soluzioni sostenibili e al servizio di<br />

enti locali, regionali, nazionali o internazionali per la condivisione<br />

di dati territoriali che aiutino a ridurre i costi e a migliorare<br />

i processi decisionali delle politiche ambientali europee: il NASA<br />

World Wind Europa Challenge, basato sull’omonimo visualizzatore<br />

geospaziale 3D che la NASA sviluppa e distribuisce come<br />

open source.<br />

E poiché il <strong>2015</strong>/16 è l’International Map Year abbiamo pensato<br />

di celebrarlo con un Mapping Party molto articolato durante il<br />

FOSS4G Europe. Una festa aperta a tutti (anche alla cittadinanza<br />

e agli studenti del Polo) in cui raccogliere — e condividere — i<br />

dati geografici, contribuendo alla mappatura digitale del mondo,<br />

libera, collaborativa e basata su una comunità di mappatori volontari<br />

sempre più grande e diffusa. Grazie al progetto Interreg<br />

Italia Svizzera I Cammini della Regina – Percorsi transfrontalieri<br />

legati alla Via Regina che ha come obiettivo quello di riscoprire,<br />

valorizzare e tutelare l'immenso patrimonio culturale degli itinerari<br />

pedonali connessi all'antica Via Regina, dallo scorso anno<br />

sono stati organizzati in città e nei dintorni diverse esperienze di<br />

Mapping Party per pubblicare in tempo reale sul web e rendere<br />

accessibile a tutti gli utenti della rete una carta sempre più dettagliata<br />

di un territorio che per lo scenario naturale, la bellezza del<br />

lago e la signorilità di ville e monumenti storici è una delle mete<br />

del turismo internazionale.<br />

Sono molto orgogliosa che la nostra sede ospiti questa edizione di<br />

FOSS4G Europe in coincidenza dell’International Map Year, perché<br />

è un po’ come se il nostro lavoro, dopo essere stato presentato<br />

in giro per tutto il globo terrestre, ritornasse a casa. Ricordo infatti<br />

che presso il Polo Territoriale di Como del Politecnico di Milano<br />

nel gennaio 2000 si è svolto il Primo Meeting degli utenti italiani<br />

di GRASS (Geographic Resources Analysis Support System). A<br />

seguito di quell’incontro era nato il gruppo informale degli utenti<br />

italiani di GRASS, un network per agevolare lo scambio di informazioni<br />

e di materiale scientifico e didattico tra i diversi gruppi<br />

di lavoro attivi a livello nazionale. Quella che potremmo definire<br />

la culla della rete di conoscenze e delle relazioni non circoscritte<br />

all’Italia che ci hanno portato poi due anni dopo a Trento per<br />

Open Source Free Software GIS—GRASS users conference 2002, il<br />

primo convegno di Open Source GIS a livello internazionale.<br />

Il Laboratorio di Geomatica del Politecnico di Milano era nato a<br />

Como da poco (alla fine degli anni ’90) ed aveva da subito focalizzato<br />

la sua attività sul GPS, di cui si occupava soprattutto il Prof.<br />

Fernando Sansò, e sui sistemi informativi territoriali che in quel<br />

periodo erano un tema nuovo per la ricerca italiana, di cui mi sono<br />

occupata io sin dal 1994. Oggi le tecnologie GIS open source,<br />

oltre ad essere sempre più comuni, utilizzate ed utilizzabili da chiunque,<br />

sono un fenomeno importante e le conferenze scientifiche<br />

globali dedicate, ultimo il FOSS4G di Portland nel 2014, raccolgono<br />

circa un migliaio persone. Noi siamo uno dei nodi della rete<br />

di laboratori che sviluppa questi temi: siamo un piccolo gruppo di<br />

ricercatori molto attivi a livello nazionale e internazionale e alcuni<br />

degli studenti che si sono formati a Como oggi sono diventati<br />

professori in altri paesi, chi in Svizzera, chi in Giappone ad esempio.<br />

Nel nostro percorso di ricerca ci stiamo occupando oggi di<br />

Geoweb 2.0 — quindi di GIS internet partecipati e crowdsourcing,<br />

o meglio geo-crowdsourcing — e di creare e utilizzare degli<br />

strumenti che consentano a più soggetti (enti, agenzie e cittadini)<br />

di diventare fornitori di informazioni geografiche e di contribuire<br />

a modificare o ampliare la mappatura di un mondo multidimensionale<br />

con dati geospaziali personali. Questo significa avvalersi<br />

delle potenzialità che Social Media, nuove applicazioni e la crescente<br />

diffusione di sistemi mobile hanno portato in termini di innovazione<br />

e di partecipazione degli utenti, che sono sempre meno<br />

fruitori passivi dei cambiamenti tecnologici in atto. E iniziative<br />

come i Mapping Party ci dimostrano che la curiosità e l’interesse<br />

per le cartografie dinamiche e interattive, i sistemi di navigazione,<br />

le Smart City, i Big Geo-data, i Servizi basati sulla Localizzazione<br />

si diffondono oltre la comunità di esperti che su questi temi produce<br />

cultura scientifica e prototipizzazioni.<br />

Quindi vi aspettiamo dal 15 al 17 luglio <strong>2015</strong> a Como.<br />

Sul sito http://europe.foss4g.org/<strong>2015</strong>/ trovate i dettagli relativi a<br />

tutte le sessioni.<br />

E per aiutarci a rendere l'edizione <strong>2015</strong> di FOSS4G Europe un<br />

grande successo, è ancora possibile diventare sponsor dell’evento!<br />

Anche per questo trovate tutte le informazioni sul sito.<br />

Un cordiale saluto,<br />

Prof.ssa Maria Antonia Brovelli<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2015</strong> 37


REPORTS<br />

Le tecnologie di rilievo<br />

marino e costiero<br />

Come ottenere survey professionali, in tempi minori e a costi competitivi<br />

a cura della Redazione<br />

In una tranquilla location<br />

sulle rive del Fiume<br />

Tevere, poco distante<br />

dall’aeroporto di Roma<br />

Fiumicino “Leonardo Da<br />

Vinci” il 9 e 10 Ottobre si<br />

è tenuto un workshop dal<br />

titolo “Le tecnologie di<br />

rilievo marino e costiero”.<br />

Sono stati presentati<br />

gli strumenti di<br />

nuova generazione<br />

che trovano applicazione<br />

in ambito marino, dal<br />

più classico dei Side Scan<br />

Sonar - per la caratterizzazione<br />

morfologica del<br />

fondale - al più futuristico<br />

AUV - in grado di realizzare<br />

rilievi dei fondali in<br />

completa autonomia, anche<br />

ad elevate profondità.<br />

Organizzato da Codevintec<br />

– rappresentante in Italia di sistemi<br />

marini ad alta tecnologia -<br />

hanno partecipato professionisti<br />

di diversi ambiti: tra loro, specialisti<br />

e funzionari di ISPRA,<br />

RFI, CNR, Guardia di Finanza,<br />

Thetis, Saipem…<br />

A tenere le presentazioni, i tecnici<br />

delle case madri: Teledyne<br />

Reson, Teledyne Blueview,<br />

Teledyne Gavia ed Edgetech.<br />

Con chiarezza hanno approfondito<br />

gli aspetti tecnici delle strumentazioni<br />

prodotte e si sono<br />

resi disponibili per dettagliate<br />

spiegazioni.<br />

La prima interessante novità<br />

è arrivata subito da Teledyne<br />

Reson: il nuovo T20-P, il<br />

Multibeam di dimensioni contenute<br />

con caratteristiche tecniche<br />

di altissimo livello, che si<br />

posiziona tra i Multibeam portatili<br />

più performanti al mondo.<br />

Si è svolta anche una simpatica<br />

simulazione dei sistemi di<br />

controllo del dragaggio della<br />

Teledyne Reson: un modellino<br />

di escavatore in Lego ha reso<br />

semplice la comprensione delle<br />

enormi potenzialità del software<br />

PDS2000 nel campo dei lavori<br />

marittimi in generale. Questo<br />

modulo software è il cuore<br />

delle soluzioni più avanzate nel<br />

settore Dredging: visualizza in<br />

38 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2015</strong>


tempo reale tutto il processo, e<br />

il modellino lo ha reso visibile<br />

e i partecipanti hanno posto<br />

interessanti domande e richiesto<br />

importanti approfondimenti.<br />

Di seguito Teledyne BlueView<br />

ha presentato gli innovativi<br />

sistemi acustici – una sorta di<br />

scanner 3D subacquei - che<br />

sfruttando la tecnologia acustica<br />

rivoluzionano l’approccio<br />

al rilievo. Consentono la<br />

ricostruzione morfologica ad<br />

altissimo dettaglio di strutture<br />

sommerse, banchine, relitti…<br />

Impressionante e divertente<br />

veder lavorare un BlueView<br />

BV500 nella piscina della<br />

struttura che ha ospitato il<br />

workshop. Ha potuto rilevare i<br />

raggi di una bicicletta immersa<br />

capovolta.<br />

Edgetech ha proposto una<br />

efficace panoramica degli<br />

strumenti sonar – Side Scan<br />

Sonar, SubBottom Profiler,<br />

USBL… - esplorando le diverse<br />

applicazioni di ogni sistema.<br />

Interessante capire – e vedere –<br />

la corrispondenza tra frequenze<br />

di rilievo e risoluzione, e come<br />

scegliere il sistema più corretto<br />

nella configurazione più adatta<br />

alla propria applicazione.<br />

Altri relatori della giornata<br />

sono stati: Andrea Faccioli,<br />

direttore commerciale di<br />

Codevintec, che ha descritto<br />

anche gli altri sistemi che<br />

fanno parte della gamma di<br />

prodotti marini (e non solo) a<br />

disposizione di Autorità portuali,<br />

Enti di ricerca, Pubbliche<br />

Amministrazioni e Società di<br />

servizi.<br />

E Marco Fumanti, direttore tecnico<br />

del settore Codevintec che<br />

si occupa di sistemi marini, che<br />

ha offerto un’ampia panoramica<br />

delle strumentazioni disponibili<br />

e di come le peculiarità e le<br />

caratteristiche tecniche di ogni<br />

strumento si adattino alle diverse<br />

applicazioni.<br />

Ampio spazio è stato dedicato<br />

al software PDS2000 che, in<br />

costante evoluzione, è ora una<br />

potente piattaforma per la navigazione,<br />

l’acquisizione di dati, la<br />

loro elaborazione e restituzione<br />

ma anche per la gestione di sistemi<br />

complessi nell’ambito dei<br />

lavori marittimi.<br />

SOFTWARE IDROGRAFICO REPORTS PDS2000<br />

PDS2000 integra tutte le operazioni in un pacchetto userfriendly,<br />

che guida passo passo l’operatore durante le operazioni.<br />

Pianificazione del survey, acquisizione dei dati, editing,<br />

produzione di carte, calcolo di volume…<br />

Si interfaccia con molti sensori presenti sul mercato, non solo<br />

con l’hardware Reson. Permette la visualizzazione immediata<br />

dei dati e il controllo della loro qualità. Elaborati online, i<br />

dati sono pronti per la cartografia e il calcolo di volumi non<br />

appena terminato il rilievo. E si può fare un tuning fine in<br />

tempo reale con l’editor del 3D Multibeam.<br />

PDS2000 è costituito da diversi moduli che ne garantiscono<br />

l’operatività a 360°. I Moduli rappresentano le diverse funzioni<br />

e permettono all’operatore di gestire un lavoro dalla A alla<br />

Z, partendo dalla progettazione per arrivare ad un prodotto<br />

finale di restituzione grafica dei dati, passando attraverso le<br />

fasi di acquisizione ed elaborazione dei dati:<br />

Survey Preparation<br />

Acquisition/Navigation<br />

Processing Data<br />

Multibeam Calibration<br />

Charting<br />

Modelling/Volume Calculation<br />

PDS2000 Dredging offre una soluzione completa, hardware<br />

+ software per il dragaggio. Tutte le interfacce e i sensori –<br />

inclinometri, sensori di pescaggio, sensori di rotazione multiturn…<br />

- sono progettati per operare efficacemente negli<br />

ambienti più duri.<br />

PDS2000 si interfaccia con:<br />

c Sistemi di posizionamento, bussole, sensori di moto<br />

c Interfaccia PPS<br />

c Dati SSS e snippet da sistemi Multibeam SeaBat<br />

c SVP<br />

c Singlebeam<br />

c Laser Scanner<br />

c Mareografi<br />

c Magnetometri<br />

Perché scegliere un PDS2000 per i propri dati idrografici?<br />

3 Software affidabile e semplice nell’uso<br />

3 Applicazioni in acque superficiali e profonde<br />

3 Calibrazione rapida e verifica dei dati Multibeam e Laser<br />

3 Velocizza i survey, l’elaborazione e la cartografia<br />

3 E’ un software flessibile, pronto ad adattarsi a progetti speciali<br />

3 Copre tutte le applicazioni marine:, NAVIGATION,<br />

HYDROGRAPHIC SURVEY, DREDGING<br />

OPERATIONS, SEARCH & RESCUE<br />

Nel pomeriggio, tutti i partecipanti<br />

hanno potuto apprezzare<br />

la strumentazione<br />

all’opera grazie alla presenza di<br />

una imbarcazione allestita con<br />

un Multibeam Reson T20-P,<br />

un sistema inerziale Applanix<br />

POSMV e un laser scanner<br />

Optech Ilris 3D. Suddivisi a<br />

gruppi hanno seguito Marco<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2015</strong> 39


REPORTS<br />

Fumanti e Lorenzo Minno –<br />

specialista tecnico Codevintec,<br />

esperto operatore marino – ed<br />

hanno effettuato rilievi integrati<br />

sia della parte emersa e che<br />

della parte sommersa del fiume<br />

Tevere. I gruppi a terra, attendendo<br />

il proprio turno, hanno<br />

potuto approfondire a rotazione<br />

gli aspetti tecnici ed operativi<br />

con gli specialisti dei diversi<br />

prodotti.<br />

Andrea Faccioli: “Abbiamo<br />

notato che le belle tecnologie presenti<br />

sul mercato non sono ancora<br />

sfruttate. Volevamo mostrarne<br />

le potenzialità, e far vedere che<br />

queste non sono appannaggio solo<br />

di grandi Enti, con grandi finanziamenti”.<br />

Marco Fumanti: “Per questo<br />

motivo abbiamo voluto presentare<br />

la strumentazione, non<br />

solo raccontandone le eccellenti<br />

caratteristiche tecniche - magari<br />

comprensibili solo ad un pubblico<br />

esperto - ma anche descrivendone<br />

le possibili applicazioni. Parlare<br />

di come queste tecnologie possano<br />

fornire dati utili per una corretta<br />

gestione in ambito scientifico,<br />

portuale, archeologico, di lavori<br />

marittimi e di come sia possibile<br />

- attraverso l’integrazione di diversi<br />

sistemi - soddisfare esigenze<br />

particolari.”<br />

La seconda giornata del workshop<br />

è stata riservata al corso<br />

sul software idrografico<br />

PDS2000. Codevintec - società<br />

certificata dalla stessa Teledyne<br />

Reson per la formazione - ha<br />

impostato il corso in modo che<br />

potesse essere utile ad un pubblico<br />

eterogeneo, con diversi<br />

livelli di conoscenza, in diversi<br />

ambiti di applicazione. Sono<br />

state approfondite tematiche<br />

di ordine generale, che hanno<br />

messo gli utenti nelle condizioni<br />

di sentirsi a proprio agio<br />

nell’ambiente PDS2000. A tutti<br />

i partecipanti è stata consegnata<br />

a titolo gratuito una licenza software<br />

valida tre mesi.<br />

Ancora Marco Fumanti: “Una<br />

sola giornata di corso non è<br />

sufficiente per comprendere ed<br />

approfondire un software come<br />

il PDS2000. Per questo motivo<br />

abbiamo voluto regalare 3 mesi<br />

di licenza software a chi ha partecipato.<br />

Per dare la possibilità di<br />

sperimentarlo e testarne le molteplici<br />

funzioni.”<br />

La risposta del pubblico è stata<br />

entusiastica: un ambiente di lavoro<br />

intenso e stimolante, commenti<br />

più che positivi per un seminario<br />

che voleva raggiungere<br />

sia tecnici che amministrativi.<br />

Nico Van Woerkom – Teledyne<br />

Reson: “We must say it was well<br />

organized and the quality of people<br />

showing up was great for all of<br />

us! We thank Codevintec as well.”<br />

Walter Brambilla – “Ringrazio<br />

per la cortesia e la professionalità<br />

che avete dimostrato in occasione<br />

del workshop e del corso sul<br />

PDS2000 del 9 e 10 Ottobre.”<br />

Nick Lawrence - Edgetech –<br />

“Good to hear there is more positive<br />

feedback from the workshop<br />

– one of the best organised I have<br />

ever attended.”<br />

A disposizione su Slideshare alcune<br />

delle presentazioni tecniche<br />

(tag Codevintec).<br />

Da gennaio sono disponibili<br />

i corsi online in italiano su<br />

PDS2000, sviluppati su moduli<br />

indipendenti per permettere agli<br />

utenti di approfondire solo gli<br />

argomenti di loro interesse.<br />

PAROLE CHIAVE<br />

Tecnologie marine; rilievo costiero; workshop;<br />

laser scanner; side scan; PDS 2000<br />

ABSTRACT<br />

In a quiet location on the banks of the Tiber River,<br />

not far from the airport "Leonardo Da Vinci" of<br />

Rome, on October 9 and 10, was held a workshop<br />

entitled "The marine and coastal survey technologies"<br />

organized by Codevintec.<br />

AUTORE<br />

Redazione mediaGEO<br />

redazionemediageo@gmail.com<br />

40 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2015</strong>


REPORTS<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2015</strong> 41


REPORTS<br />

Il Geometra<br />

del mare<br />

di Elisabetta Panina<br />

e Domenico Sguerso<br />

Prime esperienze del corso<br />

“Tecnico superiore esperto<br />

in costruzioni in ambito<br />

portuale, costiero, fluviale<br />

e lacustre” a Genova,<br />

comunemente denominato<br />

“Geometra del Mare”.<br />

Nell’ottobre del 2013<br />

a Genova si è attivato<br />

il primo corso di<br />

“Tecnico superiore per l’edilizia<br />

in ambito portuale, costiero,<br />

fluviale e lacustre”. Si tratta di<br />

un biennio formativo post diploma<br />

di istruzione secondaria<br />

superiore per Geometri, oggi-<br />

CAT ( Costruzioni, Ambiente e<br />

Territorio), voluto dal Ministero<br />

dell’Istruzione dell’Università<br />

e della Ricerca (MIUR), dalla<br />

Regione Liguria, dal Collegio<br />

Provinciale Geometri di Genova<br />

e dalla Fondazione dell’Accademia<br />

della Marina Mercantile di<br />

Genova, allo scopo di formare<br />

una figura professionale in grado<br />

di gestire in modo qualificato<br />

e competente le principali<br />

attività legate alla gestione dei<br />

territori costieri sia marini che<br />

fluviali e lacustri, alla protezione<br />

e alla messa in sicurezza delle<br />

coste, dei porti e dei manufatti,<br />

realizzare interventi manutentivi<br />

e realizzativi che tengano conto<br />

degli adeguamenti funzionali<br />

e dell’evoluzione del trasporto<br />

marittimo.<br />

Il corso è realizzato dalla<br />

Fondazione dell’Accademia<br />

della Marina Mercantile di<br />

Genova a cui fanno capo i corsi<br />

ITS(Istituto Tecnico Superiore)<br />

per “Tecnico superiore esperto<br />

in costruzioni in ambito portuale,<br />

costiero, fluviale e lacustre”<br />

ossia il GDM, e “Tecnico<br />

superiore per la mobilità delle<br />

persone e delle merci” per la<br />

formazione ad alta specializzazione<br />

tecnologica.<br />

L’ammissione al corso avviene<br />

dopo una selezione scritta e<br />

orale nel mese di settembre,<br />

gli studenti ammessi avranno<br />

in dotazione un computer per<br />

la didattica, indosseranno una<br />

divisa offerta dal Collegio<br />

Provinciale dei Geometri di<br />

Genova e saranno forniti di<br />

buoni pasto gratuiti.<br />

Gli studenti fuori sede potranno<br />

accedere a contributi per la residenzialità<br />

a carico del Collegio<br />

Provinciale dei Geometri di<br />

Genova, mentre il corso è<br />

totalmente gratuito grazie ai finanziamenti<br />

da parte del MIUR<br />

e della Regione Liguria.<br />

Il corso permette di conseguire<br />

un Diploma di tecnico<br />

superiore di 5° livello (Eqf),<br />

riconosciuto in tutta Europa, e<br />

sostituisce il periodo di praticantato<br />

necessario all’ammissione<br />

all’Esame di Stato per<br />

l’Abilitazione alla Professione<br />

di Geometra; fornisce infine<br />

Crediti Universitari (www.geometradelmare.it).<br />

Il percorso formativo è una<br />

proposta alternativa agli studi<br />

universitari come occasione per<br />

avvicinare i ragazzi alle esigenze<br />

del mondo lavorativo coinvolgendo<br />

scuole, associazioni e imprese<br />

del territorio collegando<br />

il momento formativo con il<br />

mondo della professione anche<br />

attraverso stage aziendali e tirocini<br />

formativi.<br />

Secondo un sondaggio eseguito<br />

dal quotidiano “Il Sole 24ore”,<br />

in Italia risulta esserci una forte<br />

esigenza di tecnici ad alto livello<br />

di formazione con specifiche<br />

competenze, esigenza potenzialmente<br />

ricoperta dalla nuova<br />

figura professionale.<br />

L’esperienza europea in questo<br />

42 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2015</strong>


REPORTS<br />

senso è molto positiva: in tutti i paesi della<br />

Comunità è diffusa la pratica scolastica del<br />

tecnico superiore che ha nel proprio curriculum<br />

didattico anche un elevato numero di ore<br />

di stage aziendale professionalizzante, proprio<br />

allo scopo di formare tecnici che abbiano già<br />

al loro attivo un’esperienza lavorativa e nello<br />

stesso tempo siano cresciuti nel percorso educativo<br />

dell’alternanza scuola-lavoro, con gli<br />

efficaci effetti formativi dovuti alla necessaria<br />

applicazione pratica del percorso logico appreso<br />

in aula.<br />

In Italia vi sono 61 ITS articolati su diverse<br />

tematiche, a Genova quello denominato<br />

“Geometra del mare” focalizza l’attenzione sul<br />

territorio costiero, sulla gestione dell’edilizia<br />

e su tutto quanto concerne l’ambito portuale,<br />

costiero fluviale e lacustre.<br />

La nostra nazione ha circa 8.000 km di costa e<br />

finora le competenze per gestire una tematica<br />

così complessa erano articolate su diverse figure<br />

professionali, spesso non in rete e prive di<br />

un coordinamento comune. Il Geometra del<br />

mare (nel seguito GDM) a conoscenza degli<br />

autori è l’unico corso in Italia con tali caratteristiche,<br />

reso possibile dall’esigenza di tale figura<br />

professionale emersa da un’indagine svolta<br />

nel territorio ligure con le Amministrazioni,<br />

le imprese private, le Agenzie pubbliche come<br />

Autorità Portuale, Comuni costieri, Catasto<br />

- Agenzia delle Entrate, settori tecnici che si<br />

occupano di problematiche inerenti vincolo e<br />

dissesto idrogeologico, che hanno espresso parere<br />

positivo all’assunzione dei futuri diplomati.<br />

Il notevole sforzo iniziale è stato portato avanti<br />

dalle strutture promotrici, mentre la progettazione<br />

didattica e formativa è stata coordinata<br />

dall’autrice della presente comunicazione,<br />

coadiuvata da un team di docenti della scuola<br />

secondaria e della Scuola Politenica dell’Università<br />

degli Studi di Genova dei quali una per<br />

tutti la prof.ssa Laura Rebaudengo Landò, con<br />

il prezioso confronto con i professionisti e tecnici<br />

attivi nel settore, che con la presente si ha<br />

il piacere di ringraziare.<br />

La preziosa rete di collaborazioni realizzata in<br />

tale occasione, si rivolge ora alla predisposizione<br />

di esercitazioni congiunte che vedano<br />

impegnati gli studenti in campagne di misura<br />

sempre maggiormente complete e interdisciplinari,<br />

come ad esempio campagne di misura<br />

con strumentazione topografica tradizionale e<br />

satellitare GNSS/GPS applicate a una simulazione<br />

di frazionamento catastale, oppure rilievi<br />

fotogrammetrici e laser scanner congiunti al<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2015</strong> 43


REPORTS<br />

rilievo architettonico e così via.<br />

Il prossimo ciclo si auspica possa<br />

avere anche un poco di fortuna<br />

in più per quanto riguarda<br />

le condizioni meteorologiche,<br />

quest’anno particolarmente<br />

ostili, per poter coronare l’organizzazione<br />

di uscite didattiche<br />

come quella ad esempio per la<br />

sperimentazione di un piccolo<br />

rilievo batimetrico nell’ambito<br />

del corso di rilevamento sottomarino<br />

da parte del docente<br />

Alessandro Nobili, specializzato<br />

in idrografia, grazie alla disponibilità<br />

dei geom. Domenico<br />

Benedetto e Diego Callegari.<br />

Il corso, destinato ai diplomati<br />

CAT (Costruzioni, Ambiente<br />

e Territorio) o Geometra, si<br />

suddivide in quattro semestri,<br />

i primi tre, di 400 ore ciascuno,<br />

principalmente strutturati<br />

con lezioni frontali, laboratori<br />

didattici ed uscite sperimentali<br />

sul campo, mentre il quarto<br />

e ultimo semestre consiste in<br />

600 ore di stage da svolgersi in<br />

azienda o ente/amministrazione<br />

territoriale.<br />

Il piano di studi si articola su<br />

sette grandi aree, dette Unità<br />

Formative (UF): Costruzioni,<br />

Ambiente, Impianti,<br />

Geomatica, Cantiere, Diritto<br />

ed Economia, Lingua Inglese e<br />

disegno tecnico CAD; ciascuna<br />

affronta con diverse materie le<br />

proprie differenti specificità.<br />

Il diplomato GDM alla fine del<br />

percorso scolastico sarà in grado<br />

di collaborare alla realizzazione<br />

e manutenzione di costruzioni<br />

e manufatti in ambito costiero<br />

e sottomarino, eseguire rilievi e<br />

opere di valutazione e prevenzione<br />

del rischio ambientale in<br />

ambito marittimo, costiero e<br />

fluviale per proporre soluzioni<br />

tecnologiche innovative, ecocompatibili<br />

e sostenibili, di processo<br />

e di prodotto.<br />

Il primo semestre è dedicato<br />

alle competenze di base, gli<br />

insegnamenti del corso vertono<br />

principalmente sui fondamenti<br />

delle discipline divise per Unità<br />

Formativa, con l’obiettivo di<br />

far acquisire agli allievi tutte<br />

le informazioni di base e le<br />

specificità degli ambiti di intervento<br />

del GDM. In particolare<br />

la conoscenza dei materiali, le<br />

strumentazioni topografiche<br />

per il rilevamento, la cartografia<br />

e il trattamento delle misure,<br />

44 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2015</strong>


REPORTS<br />

l’idraulica marittima e fluviale,<br />

l’idrologia, la geotecnica e infine<br />

sapersi orientare con sicurezza<br />

nelle normative e nelle leggi<br />

nazionali e internazionali di<br />

settore. Lo studio dell’inglese e<br />

dell’informatica è continuo nei<br />

tre semestri.<br />

Nel secondo semestre gli studenti<br />

affrontano le opere di<br />

difesa fluviali, marittime e portuali,<br />

la manutenzione e restauro<br />

e le costruzioni sostenibili,<br />

relative pertanto all’ambiente<br />

costiero sia antropizzato che naturale.<br />

In pratica devono acquisire<br />

una conoscenza organica e<br />

interdisciplinare delle tematiche<br />

e delle dinamiche ambientali,<br />

con approfondimenti in merito<br />

alla tutela e alla prevenzione dei<br />

rischi nella gestione ambientale<br />

e alla gestione in sicurezza del<br />

cantiere.<br />

Nel terzo semestre l’obiettivo<br />

è insegnare agli allievi quanto<br />

necessario a consolidare le<br />

conoscenze acquisite in precedenza,<br />

con particolare riguardo<br />

alle attività di realizzazione delle<br />

opere, ma anche completare<br />

la loro formazione nel campo<br />

della manutenzione e restauro<br />

e delle costruzioni sostenibili,<br />

così come della valutazione di<br />

impatto, rischio idrogeologico,<br />

trattamenti e depurazione<br />

delle acque, completato dalla<br />

gestione dei beni ambientali e<br />

marittimi, dalla conoscenza degli<br />

iter procedurali e dalle normative<br />

demaniali. Particolare<br />

impegno è dedicato ai diversi<br />

aspetti della Geomatica, rivolti<br />

alle pratiche operative del rilevamento<br />

fluviale ed alle tecniche<br />

GNSS/GPS per il rilievo<br />

marino costiero, al rilievo delle<br />

opere di difesa costiera e delle<br />

infrastrutture portuali mediante<br />

tecniche fotogrammetriche e<br />

laser scanner e loro possibili integrazioni.<br />

Esercitazioni e rilievi<br />

sul campo hanno l’obiettivo di<br />

fare sperimentare agli studenti<br />

strumentazioni e tecniche di<br />

rilevamento sia tradizionali che<br />

di nuova generazione. A tale riguardo<br />

sono state effettuate anche<br />

esperienze presso il Campo<br />

Prova Topografico a norma<br />

ISO 17123, che permette di<br />

verificare la propria strumentazione<br />

topografica (livelli, stazioni<br />

totali e ricevitori satellitari<br />

GNSS), mediante procedure<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2015</strong> 45


REPORTS<br />

certificate che consentono di<br />

effettuare analisi di qualità degli<br />

strumenti stessi (www.dicca.<br />

unige.it/geomatica/campoprova/).<br />

Il campo prova, a conoscenza<br />

degli autori unico così<br />

completo a livello nazionale, è<br />

realizzato e gestito dal Collegio<br />

dei Geometri e Geometri<br />

Laureati della Provincia di<br />

Genova, dal Laboratorio di<br />

Geodesia, Geomatica e Gis del<br />

Dipartimento di Ingegneria<br />

Civile, Chimica e Ambientale<br />

e da Gter srl Innovazione in<br />

Geomatica, Gnss e Gis (nel seguito<br />

Gter srl), spin off dell’Università<br />

degli Studi di Genova.<br />

Per quanto riguarda le tematiche<br />

ambientali infine un particolare<br />

interesse è rivolto alla<br />

gestione degli arenili, alla depurazione<br />

e gestione delle acque<br />

reflue, alla costruzione di manufatti<br />

edilizi e alla gestione del<br />

rischio ambientale; a tale proposito<br />

esiste una collaborazione<br />

molto attiva con il settore che si<br />

occupa del dissesto idrogeologico<br />

della Provincia di Genova<br />

(ora Città Metropolitana).<br />

Ulteriore punto di forza del<br />

corso è l’apprendimento e lo<br />

sviluppo delle capacità di gestire<br />

il lavoro: lavorare in gruppo,<br />

analizzare e sintetizzare informazioni,<br />

risolvere problemi e<br />

comunicare. I ragazzi sono seguiti<br />

da un tutor didattico e da<br />

un tutor dell’Accademia della<br />

Marina Mercantile.<br />

I Docenti del GDM provengono<br />

dall’Università, dal mondo<br />

delle professioni, da Aziende<br />

del settore delle costruzioni e<br />

depurazione in ambito marittimo<br />

(come GLFincosit e Itec), o<br />

dell’innovazione nel campo della<br />

Geomatica (come Gter srl) e<br />

dalle Amministrazioni dei territori<br />

e costieri (Autorità Portuale,<br />

Catasto e Capitanerie di Porto),<br />

cioè da tutti quegli Enti pubblici<br />

e privati che si occupano in<br />

prima persona delle tematiche<br />

costiere, siano esse marittime o<br />

fluviali. L’elevata competenza<br />

del corpo docente, unita a una<br />

collaborazione continua con i<br />

professionisti del settore è uno<br />

dei punti di forza del corso. La<br />

collaborazione con l’Università<br />

degli Studi di Genova è molto<br />

attiva, soprattutto per quanto<br />

riguarda le materie delle UF<br />

relative alle Costruzioni, all’Ambiente<br />

e alla Geomatica.<br />

Alla fine del terzo semestre gli<br />

studenti frequentano uno stage<br />

in azienda che consente loro di<br />

inserirsi nel mondo del lavoro e,<br />

in alcuni casi, di trovare anche<br />

una collocazione lavorativa post<br />

diploma; in questo momento i<br />

19 allievi GDM in stage sono<br />

così distribuiti:<br />

2 allievi in Capitaneria di<br />

Porto di Genova<br />

6 allievi in Autorità Portuale di<br />

Genova<br />

1 allievo in Autorità Portuale<br />

di Savona<br />

1 allievo in Autorità Portuale<br />

di La Spezia<br />

1 allievo al Catasto (oggi<br />

Agenzia delle Entrate –<br />

Servizi Catastali)<br />

1 allievo in Itec engeneering<br />

3 allievi in Provincia di<br />

Genova settore difesa del<br />

suolo<br />

2 allievi in Ente bacini Genova<br />

2 allievi in GLF Grandi lavori<br />

Fincosit<br />

A giugno del <strong>2015</strong> si dovranno<br />

diplomare i primi 19 studenti,<br />

al termine di un percorso totalmente<br />

nuovo che ha visto lavorare<br />

insieme docenti e ragazzi<br />

in un processo comune di impegno,<br />

voglia di fare e desiderio<br />

di creare qualcosa di nuovo, di<br />

utile per sé, per l’ambiente e per<br />

la gestione del territorio.<br />

La partecipazione al corso, per i<br />

diplomati CAT o Geometri che<br />

saranno selezionati nei prossimi<br />

cicli del corso, si ritiene possa<br />

essere una grande opportunità<br />

potendo usufruire di una formazione<br />

di altissimo livello con<br />

buone possibilità di occupazione<br />

al termine del biennio. Ai<br />

giovani che vogliono diventare<br />

Geometri del mare si chiedono<br />

però impegno, motivazione,<br />

voglia di lasciarsi coinvolgere da<br />

una grande passione per l’ambiente<br />

costiero, in cambio di<br />

un’opportunità straordinaria per<br />

crearsi un futuro che auguriamo<br />

possa essere soddisfacente e appagante.<br />

PAROLE CHIAVE<br />

Formazione; geometra; professione; ambiente<br />

costiero<br />

ABSTRACT<br />

The course concern a post graduate diploma for Surveyors<br />

wanted by the Ministry of Education, University<br />

and Research (MIUR), the Ligurian Region,<br />

the Provincial College Surveyors of Genoa and the<br />

Naval Academy of Genoa, in order to train professionals'<br />

figure able to manage in a qualified way the<br />

main activities related to the management of coastal<br />

areas both marine, river and lake, to the protection<br />

and safeguarding of coasts, ports and artifacts and,<br />

again, in order to create maintenance operations and<br />

realization that take account of the adjustments and<br />

functional evolution of maritime transport.<br />

AUTORE<br />

Elisabetta Panina<br />

bettapanina@tiscali.it<br />

Coordinatrice del corso<br />

Domenico Sguerso<br />

domenico.sguerso@unige.it<br />

Laboratorio di Geodesia, Geomatica e GIS<br />

DICCA - Scuola Politecnica - Università degli<br />

Studi di Genova<br />

46 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2015</strong>


GI IN EUROPE<br />

Gli OPEN(GEO)DATA sono<br />

per i cittadini o per chi provvede<br />

servizi ai cittadini?<br />

di Mauro Salvemini<br />

Qualche giorno fa il giornalista Paolo<br />

Mieli evidenziava che l’Italia legifera<br />

con un alto livello di emotività promulgando<br />

leggi sulla scorta di quello<br />

che accade al momento specie se<br />

l’accaduto colpisca l’opinione pubblica<br />

e i principi della nostra società. Con<br />

il debito distinguo, per gli opendata è<br />

successo esattamente questo e oggi se<br />

un’amministrazione non ha un portale<br />

di opendata è out.<br />

Dico subito che non sono per principio<br />

contrario agli opendata, ma ritengo<br />

che vadano posti nella giusta relazione<br />

con quanto il cittadino si aspetta dalla<br />

pubblica amministrazione e soprattutto<br />

che si debba affrontare, ed è già tardi,<br />

un’approfondita discussione scientifica<br />

e tecnica nell’ambito dell’information<br />

science sugli opendata per la pubblica<br />

amministrazione.<br />

Cerco di trattare questi due punti separatamente.<br />

Un tipico servizio che il cittadino<br />

(non solo italiano ma globale) chiede è<br />

quello concernente il turismo culturale<br />

e artistico. E’ ovvio che la maggior<br />

parte dei cittadini non visiti i portali<br />

delle varie regioni (dove a una prima<br />

ricerca ho verificato che esistono già<br />

alcuni opendata sui monumenti), ma<br />

preferiscono ragionevolmente andare<br />

su portali tematici e complessivi.<br />

Se per esempio i cittadini utilizzassero<br />

il portale www.ITALIA.it, troverebbero<br />

su la mappa che contiene PISA (http://<br />

www.italia.it/en/maps.html english<br />

cliccare su Pisa) la descrizione risibile<br />

(tanto per non piangere) che allego<br />

al fondo dell’articolo. La descrizione<br />

dice che “Pisa è una famosa repubblica<br />

marinara fondata nel 1810 e che la cosa<br />

più importante è la fondazione della<br />

Scuola normale di Pisa!” La mappa<br />

poi che appare nel browser porta in<br />

calce crediti nei confronti di società<br />

ed organizzazioni straniere che hanno<br />

fornito la cartografia! E la nostra cartografia,<br />

prodotta da IGM, Ministero<br />

dell'Ambiente, dalle Regioni? Che fine<br />

ha fatto? Lasciamo perdere e torniamo<br />

alle informazioni fuorvianti, sbagliate<br />

ed anche offensive.<br />

Come è possibile ciò? Una spiegazione<br />

plausibile è che il sito www.italia.it non<br />

usa dati provenienti da data base certificati<br />

o almeno verificati (ad esempio da<br />

quelle tonnellate di DB che il MIBAC<br />

ha prodotto sin dal tempo dei progetti<br />

sui “giacimenti culturali”, sotto il governo<br />

Craxi, per continuare poi con le<br />

varie carte tematiche di catalogazione e<br />

del rischio dei beni culturali che tanto<br />

sono costate e forse ancora costano). In<br />

alternativa, si può pensare, forse www.<br />

italia.it usa opendata? Ad una prima<br />

verifica (guardando quanto contenuto<br />

nell’efficiente portale della Regione<br />

Toscana http://goo.gl/BgszB6) sembra<br />

proprio di no. Tralascio di commentare<br />

un'altra prova che ho fatto su www.verybello.it<br />

perché ancora non contiene<br />

mappe.<br />

Se lo stesso cittadino italiano, interessato<br />

a fare del turismo a Pisa andasse<br />

su Google, Wikipedia, ed altri siti saprebbe<br />

tutto! Saprebbe calcolare tutte le<br />

tariffe autostradali ( http://goo.gl/aF-<br />

HyYI), vedrebbe dove e come sono posizionati<br />

i monumenti, etc. etc. sino a<br />

trovare una giovane guida a 10 (http://<br />

www.guidemeright.com ) per visitare la<br />

città: il tutto attraverso siti assolutamente<br />

privati che usano dati che sono<br />

stati pubblicati in rete da altri o che altri<br />

hanno prodotto.<br />

I servizi offerti da questi siti sono apprezzabili,<br />

parlano il linguaggio attuale; ovviamente<br />

sono da verificare se mai contenessero<br />

dei malware, ma oggi chi usa il<br />

web sa leggere tra le righe dei siti mentre<br />

i servizi offerti dai siti istituzionali sopra<br />

citati sono assolutamente primordiali e<br />

fuorvianti. Mi chiedo allora perché mai<br />

le Amministrazioni, che pure pubblicano<br />

gli opendata, poi non li utilizzino in<br />

favore dei cittadini? Che cosa aspettano<br />

che li usino i cittadini? E quali cittadini:<br />

quelli esperti che sanno accedere ai file<br />

e leggere i vari formati di dati? Oppure<br />

gli opendata sono un modo elegante e<br />

trendy di lavarsi le mani dalla responsabilità<br />

di fornire servizi ai cittadini?<br />

Il portale www.italia.it con la “descrizione di Pisa”.<br />

Se opendata significa accesso<br />

a dati delle PA da parte delle<br />

PA attraverso cataloghi e formati<br />

di interscambio questo<br />

già era definito nello standard<br />

di comunicazione della<br />

PA da più di quindici anni.<br />

Che fine ha fatto?<br />

Nell’uso degli opendata<br />

esiste un aspetto che, mi<br />

sembra sinora, non sia stato<br />

analizzato: la presenza di più<br />

informazioni tra loro diverse<br />

sullo stesso tema. Una società privata<br />

che vuole dare informazioni basate<br />

su opendata, ha una grande scelta di<br />

opendata da usare e quali usa? Dichiara<br />

quali usa? L’utente ha delle garanzie<br />

nell’usare i servizi offerti da quella società<br />

privata? Ritengo che questo aspetto<br />

dovrebbe essere approfonditamente<br />

discusso e chiarito.<br />

Passiamo agli aspetti scientifici circa<br />

gli opendata che già nel 2012 furono<br />

chiaramente evidenziati da Alessandro<br />

Fuggetta. http://www.alfonsofuggetta.<br />

org/?p=16891<br />

Io già allora li condivisi ed ora più che<br />

mai sono convinto che è necessario<br />

avviare un dibattito scientifico e tecnico<br />

sul tema, specialmente ora che si<br />

ha una notevole quantità di portali di<br />

opendata da tante amministrazioni.<br />

E’ necessario sapere a che cosa andiamo<br />

incontro, e verificare la fattibilità dei<br />

sistemi della pubblica amministrazione<br />

in grado di usare tali dati per provvedere<br />

direttamente servizi ai cittadini.<br />

E’ ancora rimasta aperta la domanda<br />

di alcuni anni fa: perché si privilegia il<br />

“common coupling” che offre soluzioni<br />

deboli di interazione e pochissime<br />

garanzie da parte della autorità che<br />

pubblica i dati? I linked opendata sono<br />

la soluzione o solo un'altra complicazione?<br />

Non sento parlare di queste<br />

problematiche. Siamo ancora sull’onda<br />

dell’emozione?<br />

La questione posta nel titolo non<br />

ha ancora trovato una risposta dopo<br />

questo breve ragionamento, ma uno<br />

scenario potrebbe essere il seguente:<br />

la pubblica amministrazione libera gli<br />

opendata e poi assolda professionisti<br />

(generalmente non informatici, ma esperti<br />

del dominio di interesse della PA:<br />

urbanistica, scuola, lavoro società, etc.)<br />

che sappiano scoprire e selezionare gli<br />

opendata e che sappiano modificarli<br />

(in barba ai principi di interoperabilità)<br />

per realizzare servizi concreti (da offrire<br />

anche ai cittadini) che la stessa PA non<br />

è in grado di sviluppare da sé.<br />

Questo sistema non era proprio quello<br />

che si doveva raggiungere in Italia con<br />

i metadati ed il sistema di interscambio<br />

nella PA e che ancora oggi a livello<br />

EUROPEO la IDABC sta cercando di<br />

promuovere tra le pubbliche amministrazioni<br />

degli stati membri?<br />

Quale è il modello (di business o di<br />

funzionamento) che sta seguendo la<br />

pubblica amministrazione italiana nella<br />

fornitura di servizi ai cittadini basati sui<br />

dati? e sull’indirizzo geografico dei dati?<br />

Sono per il momento convinto che gli<br />

opendata e soprattutto gli opengeodata<br />

non sono principalmente utilizzati dai<br />

cittadini, ma da coloro i quali sviluppano<br />

servizi per i cittadini e che tra<br />

questi “coloro” c’è o ci dovrebbe essere<br />

anche la pubblica amministrazione. Ma<br />

sono altrettanto convinto che tali open<br />

data non vengono utilizzati (a parte<br />

i casi eccellenti) dalla PA per provvedere<br />

i servizi ai cittadini. La questione<br />

è più complessa della semplice lettura<br />

e condivisione di file e occorre vedere<br />

come evolve, mi auguro comunque che<br />

produca effetti migliori della Legge 7<br />

agosto 1990, n. 241"Nuove norme in<br />

materia di procedimento amministrativo<br />

e di diritto di accesso ai documenti<br />

amministrativi.".<br />

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SMART CITIES<br />

Smart Cities, Dumb Cities<br />

Cittadini intelligenti dialogano sulla città<br />

di Beniamino Murgante e Giuseppe Borruso<br />

Il giorno 13 marzo <strong>2015</strong> è partita da<br />

Trieste il primo di una serie di eventi<br />

promossi da Confindustria Digitale e<br />

dedicati al tema dei ‘Territori Digitali’.<br />

L’occasione era quella di fare il punto<br />

della situazione sul mercato del digitale<br />

in Italia, con la presenza dei grandi<br />

players, del calibro di Microsoft, IBM,<br />

Telecom e Google, solo per citarne<br />

alcuni. L’evento triestino ha visto la<br />

partecipazione del Comune di Trieste<br />

e di AREA Science Park, l’incubatore<br />

tecnologico, nonché il coinvolgimento<br />

di numerosi altre realtà locali, tra cui<br />

l’Università di Trieste, con la presenza<br />

di numerosi studenti. Al di là di considerazioni<br />

sull’iniziativa, in cui il tema<br />

Smart Cities è stato più volte affrontato,<br />

ma tutto sommato nell’ottica abbastanza<br />

‘tradizionale’, ovvero quella di<br />

una fornitura di oggetti o infrastrutture<br />

intelligenti, viste soprattutto dal<br />

lato aziendale, senza entrare nel merito<br />

dell’argomento “città”, l’attenzione da<br />

rivolgere in questo contesto è soprattutto<br />

alla componente pomeridiana<br />

dell’evento: tavoli di lavoro tematici<br />

sono stati organizzati, e dedicati ad argomenti<br />

come mobilità, sanità, innovazione<br />

sociale, turismo, solo per citarne<br />

alcuni, in cui gruppi di persone legate<br />

ai vari settori hanno ragionato assieme<br />

sulle problematiche del territorio, le possibili<br />

soluzioni da percorrere e le azioni<br />

richieste per giungervi, in una sorta di<br />

brain storming collettivo finalizzato alla<br />

redazione di proposte operative. In tale<br />

contesto uno dei tavoli di lavoro è stato<br />

dedicato alla #younginnovation, con un<br />

nutrito gruppo di studenti dei corsi di<br />

laurea magistrali in Scienze Economiche<br />

e Scienze Aziendali dell’Università di<br />

Trieste, che si sono confrontati durante<br />

un intero pomeriggio sui temi del territorio<br />

e dell’innovazione. Stimolati a<br />

ragionare sulla città, sul suo funzionamento<br />

e sulle problematiche e opportunità<br />

urbane, gli studenti hanno sviscerato<br />

i loro punti di vista su temi quali<br />

‘territorio e innovazione’, ‘innovazione e<br />

adeguamento del sistema rispetto ai vecchi<br />

e a i nuovi bisogni’ e ‘innovazione e<br />

creatività in rete. I social networks come<br />

mezzo per il confronto?’.<br />

I ragazzi si sono confrontati sulle<br />

problematiche relative al territorio,<br />

alle necessità e alle modalità con cui<br />

sia possibile innovare e migliorare la<br />

qualità della vita. L'attività prevedeva<br />

il giungere a delle prime conclusioni,<br />

sull'evidenziazione delle problematiche,<br />

la proposta di soluzioni, e le possibili<br />

azioni di supporto con cui coinvolgere il<br />

territorio (enti locali, imprese ecc.).<br />

I primi risultati hanno evidenziato dei<br />

tratti comuni nella percezione della<br />

città, delle sue problematiche e delle<br />

soluzioni. Da una prima analisi risulta<br />

che la componente giovane, almeno studentesca,<br />

composta da persone del posto<br />

e fuori sede, chiede più wi-fi, pubblico<br />

e privato, sistemi più "smart" nel pagamento<br />

del trasporto pubblico locale,<br />

uno sportello lavoro, impostato su logica<br />

di Social network (tipo Linkedin) ma<br />

fortemente radicato sul territorio e, in<br />

generale, forme di aggregazione comune<br />

delle informazioni (più varie) relative<br />

alla città. Quest'ultimo elemento racchiude<br />

in sé elementi di trasparenza nei<br />

processi della pubblica amministrazione<br />

(ad esempio relativi alle procedure per<br />

avviare un'impresa o semplicemente per<br />

concludere determinati iter burocratici),<br />

nonché la creazione di una "interfaccia<br />

della città", una sorta di "city dashboard"<br />

in cui il cittadino o il visitatore<br />

possano essere in grado di derivare, attorno<br />

a sé o in determinati punti della<br />

città, informazioni di carattere turistico<br />

(eventi, punti di interesse, luoghi di svago),<br />

nonché la presenza di uffici e realtà<br />

pubbliche nelle vicinanze (es. Quali uffici<br />

e servizi presenti nel tale edificio?).<br />

I risultati sono stati presentati dagli studenti<br />

di fronte a una platea composta<br />

da esponenti del mondo politico, imprenditoriale<br />

e universitario, mostrando<br />

delle convergenze con attività già in<br />

atto da parte dell'amministrazione locale<br />

nonché dalle società di gestione del<br />

trasporto pubblico e dei servizi. Il lavoro<br />

è in corso, e prevede nuove attività da<br />

svolgere nel contesto universitario nonché<br />

assieme agli enti locali (comune in<br />

primis) per concretizzare proposte di<br />

carattere operativo.<br />

Perché quindi parlarne in un contesto di<br />

Smart cities quale quello della presente<br />

rubrica? Innanzitutto perché l'evento<br />

non era espressamente legato alle "smart<br />

cities" in senso stretto, anche se se ne<br />

è parlato da un punto di vista strettamente<br />

aziendale di "prodotti intelligenti"<br />

nella prima parte della giornata.<br />

I ragazzi partecipanti al tavolo #younginnovation<br />

sono inseriti in un percorso<br />

didattico in cui il tema delle smart cities<br />

viene trattato, ma fino al momento<br />

del confronto e della formulazione delle<br />

proposte il programma d’esame aveva<br />

trattato il tema della ‘città’ in generale,<br />

senza scendere nel dettaglio del dibattito<br />

sulla sua componente ‘intelligente’.<br />

Le soluzioni avanzate hanno senz’altro<br />

toccato la componente tecnologica,<br />

ovvero lo sviluppo di app, smart cards<br />

o altre modalità interattive digitali,<br />

ma molto spesso l’attenzione era più<br />

legata al processo e all’aspetto culturale<br />

dell’interazione con la città rispetto a<br />

quella strettamente tecnologica.<br />

Vi è stato lo spazio pertanto per fare<br />

emergere una vera ‘intelligenza’ della<br />

città, intesa nei termini dei suoi utenti e<br />

delle loro aspettative, spesso dettate dal<br />

buon senso e da un’osservazione ‘libera’,<br />

e dal confronto con le operazioni in atto<br />

da parte dei diversi attori istituzionali,<br />

che, in parte stanno già lavorando in<br />

molte delle direzioni suggerite dai giovani<br />

utenti della città, dall’altra parte da<br />

questi stanno ricevendo nuovi spunti di<br />

riflessione.<br />

Riferimenti<br />

Confindustria Digitale<br />

http://goo.gl/oZmaeQ<br />

http://goo.gl/iJKQDB<br />

Storify #younginnovation.<br />

http://goo.gl/DhAVYq


AGENDA<br />

23-27 marzo <strong>2015</strong><br />

FRINGE <strong>2015</strong> SAR Interferometry<br />

nd Sentinel-1 InSAR Workshop<br />

Frascati<br />

www.geoforall.it/c6kk<br />

24-25 marzo <strong>2015</strong><br />

Munich Satellite Navigation Summit<br />

<strong>2015</strong><br />

Munich (Germany) -<br />

www.geoforall.it/fry3<br />

25-27 marzo <strong>2015</strong><br />

PIA15 - Photogrammetric Image<br />

Analysis<br />

Munich (Germany)<br />

www.geoforall.it/9p8a<br />

25-27 marzo <strong>2015</strong><br />

High-Resolution Earth Imaging for<br />

Geospatial Information (HRIGI)<br />

Munich(Germany)<br />

www.geoforall.it/q99y<br />

30 marzo-1 aprile <strong>2015</strong><br />

JURSE <strong>2015</strong> Joint Urban Remote<br />

Sensing Event<br />

Losanna (Svizzera)<br />

www.geoforall.it/c6pd<br />

7-10 aprile <strong>2015</strong><br />

European Navigation Conference ENC<br />

<strong>2015</strong><br />

Bordeaux (France)<br />

www.geoforall.it/fryu<br />

14-16 aprile <strong>2015</strong><br />

Ocean Business <strong>2015</strong><br />

Southampton (UK)<br />

www.geoforall.it/q9kc<br />

15-16 aprile <strong>2015</strong><br />

Conferenza Esri Italia <strong>2015</strong><br />

Roma<br />

www.geoforall.it/quy6<br />

20-25 aprile <strong>2015</strong><br />

The World Cadastre Summit Congress<br />

and Exhibition<br />

Istanbul (Turkey)<br />

www.geoforall.it/q9wa<br />

28-30 Aprile <strong>2015</strong><br />

GISTAM <strong>2015</strong><br />

Barcellona (Spain)<br />

www.gistam.org<br />

13-14 maggio <strong>2015</strong><br />

Forum TECHNOLOGYforALL <strong>2015</strong><br />

Roma<br />

www.geoforall.it/qch8<br />

17–21 maggio <strong>2015</strong><br />

FIG WORKING WEEK <strong>2015</strong><br />

Sofia (Bulgaria)<br />

www.geoforall.it/fryq<br />

25-29 maggio <strong>2015</strong><br />

INSPIRE-GWF <strong>2015</strong><br />

Lisbona (Portogallo)<br />

www.geoforall.it/kkxpy<br />

1-4 giugno <strong>2015</strong><br />

HxGN LIVE LAS <strong>2015</strong><br />

Las Vegas (USA)<br />

www.geoforall.it/fryr<br />

9-11 Giugno <strong>2015</strong><br />

World Geospatial Developers<br />

Conference<br />

China<br />

www.geoforall.it/hhfa<br />

24-26 giugno <strong>2015</strong><br />

Convegno SIFET<br />

Firenze<br />

www.geoforall.it/kk9kr<br />

22-25 giugno <strong>2015</strong><br />

GEOG-AND-MOD <strong>2015</strong><br />

Canada<br />

http://goo.gl/tVaX1U<br />

7-10 luglio <strong>2015</strong><br />

GI-Forum <strong>2015</strong><br />

Salzburg (Austria)<br />

www.geoforall.it/fryy<br />

14-17 Luglio <strong>2015</strong><br />

FOSS4G Europe Conference<br />

Como<br />

http://europe.foss4g.org/<strong>2015</strong>/<br />

TECHNOLOGYforALL<br />

<strong>2015</strong><br />

Tecnologie per il<br />

Territorio,<br />

le Smart Cities e<br />

i Beni Culturali<br />

Roma<br />

12 - 14 maggio<br />

www.technologyforall.it<br />

12-17 aprile <strong>2015</strong><br />

European Geosciences Union General<br />

Assembly <strong>2015</strong><br />

Vienna (Austria)<br />

http://www.egu<strong>2015</strong>.eu/<br />

27-28 maggio <strong>2015</strong><br />

The GEOSPATIAL Event<br />

Londra<br />

www.geoforall.it/hhac<br />

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