GEOmedia 1 2015
La prima rivista italiana di geomatica e geografia intelligente
La prima rivista italiana di geomatica e geografia intelligente
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Rivista bimestrale - anno XIX - Numero 1/<strong>2015</strong> - Sped. in abb. postale 70% - Filiale di Roma<br />
TERRITORIO CARTOGRAFIA<br />
GIS<br />
CATASTO<br />
3D<br />
INFORMAZIONE GEOGRAFICA<br />
FOTOGRAMMETRIA<br />
URBANISTICA<br />
GNSS<br />
BIM<br />
RILIEVO TOPOGRAFIA<br />
CAD<br />
REMOTE SENSING SPAZIO<br />
EDILIZIA<br />
WEBGIS<br />
UAV<br />
SMART CITY<br />
AMBIENTE<br />
NETWORKS<br />
BENI CULTURALI<br />
LBS<br />
LiDAR<br />
Gen/Feb <strong>2015</strong> anno XIX N°1<br />
La prima rivista italiana di geomatica e geografia intelligente<br />
IL GEOMETRA<br />
DEL MARE<br />
Fotogrammetria<br />
diretta con RPAS<br />
Storymaps<br />
e terremoti<br />
Pianificazione<br />
forestale con UAV
Fotogrammetria<br />
sempre più da vicino<br />
Fino a pochi anni fa sarebbe stato anche soltanto auspicabile che la Fotogrammetria<br />
ritrovasse lo slancio attuale ed uno share così intenso da prestarsi a spots pubblicitari trasmessi<br />
dagli altoparlanti di un supermercato, in uno dei quali è ora fatto cenno easy way all’offerta di<br />
Masters universitari comprensivi di corsi di pilotaggio droni ‘per effettuare rilievi topografici’ .<br />
Da qualche tempo un rinnovato interesse per il rilievo e la conoscenza del territorio si diffonde a<br />
causa dell’abbassamento improvviso dei costi delle riprese aeree e forse mosso dall’attrazione del<br />
nuovo vettore alla portata di tutti. Di seguito solo alcune considerazioni sul costo globale del<br />
rilievo topografico e fotogrammetrico.<br />
Il rilievo fotogrammetrico per la realizzazione di cartografia ha costi infinitamente più bassi<br />
del rilievo topografico diretto e proprio per questo la topografia a terra è oggi utilizzata solo per<br />
rilievi di dettaglio, integrazioni, ricognizioni o appoggio del processo fotogrammetrico.<br />
Il costo della presa incide normalmente fino ad un 20% dell’intero processo di produzione<br />
cartografica ed il risparmio che l’utilizzo dei sistemi SAPR/droni porterebbe non è poi così forte<br />
una volta considerato l’incremento tariffario della restituzione, soprattutto dovuto al maggior<br />
numero di fotogrammi che ne derivano, rispetto alle camere classiche aviotrasportate a parità di<br />
superficie rilevata ed al tempo richiesto in applicazione per costruzione dei tipi e sviluppo grafico.<br />
Ciononostante la facilità d’uso del sistema ed il relativo basso costo iniziale alla portata<br />
d’investimento dei topografi stanno interessando sempre più nuovi utenti all’utilizzo della<br />
visualizzazione di modelli tridimensionali, che già dai primi anni Cinquanta del secolo scorso era la<br />
scoperta avanguardistica di questa tecnologia. La musealità della terra ne era esaltata per la prima<br />
volta raggiunta nella restituzione fotogrammetrica, che l’operatore, seduto allo strumento,<br />
osservava dagli oculari, veri e propri rivelatori - non solo un gioco di parole - di un modello del<br />
terreno tridimensionale, generato dai due fotogrammi stereoscopici montati sul restitutore.<br />
Oggi l’effetto del 3D generato dai modelli assemblati dai vari sistemi ‘software’ attrae centinaia<br />
di nuovi utenti, che si stanno avvicinando in questo modo al concreto mondo del rilievo<br />
fotogrammetrico e della geomatica in genere.<br />
Ciò che si mostra tuttora carente è la solidità dei fondamenti di base indispensabili per sfruttare<br />
appieno le capacità fotogrammetriche di questi sistemi ed evitare di incorrere in errori dimensionali<br />
tipici dei sistemi 3D non fotogrammetrici.<br />
<strong>GEOmedia</strong> uscirà da questo numero in una veste rinnovata con alcune piccole novità inserite nella<br />
versione cartacea e in quella digitale, quest’ultima sempre più ipermediale dal momento che, anche in<br />
copertina, sarà presente una mappa di lettura con ‘link’ diretti agli articoli o a contenuti informativi<br />
espansi sul sito ‘web’, come un ‘magazine’.<br />
Anche all’interno le sorprese non mancano, gli abbonati alla versione digitale potranno esplorare gli<br />
articoli e vedere ove il simbolo della freccia del ‘mouse’ cambierà grafica per puntare a contenuti non<br />
limitati dalla carta ed in teoria collegabili all’intero universo del ‘web’.<br />
Buona lettura,<br />
Renzo Carlucci
IN QUESTO<br />
NUMERO...<br />
FOCUS<br />
REPORTS<br />
FOTOGRAMMETRIA<br />
DIRETTA CON RPAS:<br />
PRIME CONSIDERAZIONI<br />
E POSSIBILI SVILUPPI<br />
FUTURI DI FILIBERTO<br />
CHIABRANDO, ANDREA LINGUA<br />
E MARCO PIRAS<br />
6<br />
LE RUBRICHE<br />
36 MERCATO<br />
47 GI IN EUROPE<br />
48 SMART CITIES<br />
50 AGENDA<br />
12<br />
STORY MAPS E<br />
TERREMOTI, UN<br />
NUOVO STRUMENTODI<br />
INFORMAZIONE PER LA<br />
RIDUZIONE DEL RISCHIO<br />
SISMICO<br />
DI MAURIZIO PIGNONE<br />
SPERIMENTAZIONE<br />
DI RILIEVO UAV A<br />
SUPPORTO DELLA<br />
PIANIFICAZIONE<br />
FORESTALE<br />
DI FEDERICO PRANDI,<br />
DANIELE MAGLIOCCHETTI E<br />
RAFFAELE DE AMICIS<br />
16<br />
In copertina un’immagine di<br />
3 studenti che effettuano un<br />
rilievo nell’ambito del corso<br />
di “Tecnico superiore esperto<br />
in costruzioni in ambito<br />
portuale, costiero, fluviale<br />
e lacustre” comunemente<br />
denominato "Geometra<br />
del mare".<br />
Credits: geometradelmare.it<br />
22<br />
IL NUOVO<br />
SISTEMA PER<br />
L’AGGIORNAMENTO<br />
AUTOMATICO DELLA<br />
CARTOGRAFIA<br />
CATASTALE E DEGLI<br />
ARCHIVI CENSUARI<br />
DI DONATO TUFILLARO<br />
www.rivistageomedia.it<br />
<strong>GEOmedia</strong>, bimestrale, è la prima rivista italiana di geomatica.<br />
Da quasi 20 anni pubblica argomenti collegati alle tecnologie<br />
dei processi di acquisizione, analisi e interpretazione dei dati,<br />
in particolare strumentali, relativi alla superficie terrestre. In<br />
questo settore <strong>GEOmedia</strong> affronta temi culturali e tecnologici<br />
per l’operatività degli addetti ai settori dei sistemi informativi<br />
geografici e del catasto, della fotogrammetria e cartografia,<br />
della geodesia e topografia, del telerilevamento aereo e<br />
spaziale, con un approccio tecnico-scientifico e divulgativo.
28<br />
L’ITSS<br />
“MAJORANA-<br />
GIORGI” DI<br />
GENOVA IN ORBITA<br />
CON I SISTEMI DI<br />
NAVIGAZIONE VIA<br />
SATELLITE DI PRIMO<br />
BARTOLI E MARCO LISI<br />
INSERZIONISTI<br />
aerRobotix 47<br />
CGT 44<br />
Codevintec 52<br />
Crisel 36<br />
EPSILON 43<br />
ESRI 21<br />
Flytop 25<br />
Geogrà 31<br />
Geomax 35<br />
Intergraph 2<br />
Planetek 11<br />
UN INCONTRO<br />
CON MATTIA<br />
CRESPI DOCENTE<br />
DI GEOMATICA<br />
ALLA SAPIENZA<br />
DI ROMA<br />
32<br />
DI RENZO CARLUCCI<br />
ProgeSOFT 48<br />
Sinergis 51<br />
Sistemi Territoriali 45<br />
TECHNOLOGYforALL 41<br />
Teorema 50<br />
Topcon 49<br />
38<br />
LE TECNOLGIE<br />
DI RILIEVO MARINO<br />
E COSTIERO -<br />
COME OTTENERE<br />
SURVEY<br />
PROFESSIONALI, IN<br />
TEMPI MINORI E A<br />
COSTI COMPETITIVI<br />
a cura della redazione<br />
IL GEOMETRA<br />
DEL MARE<br />
DI ELISABETTA PARISE<br />
E DOMENICO SGUERSO<br />
42<br />
una pubblicazione<br />
Science & Technology Communication<br />
Direttore<br />
RENZO CARLUCCI, direttore@rivistageomedia.it<br />
Comitato editoriale<br />
Fabrizio Bernardini, Luigi Colombo, Mattia Crespi, Luigi<br />
Di Prinzio, Michele Dussi, Michele Fasolo, Beniamino<br />
Murgante, Aldo Riggio, Mauro Salvemini, Domenico<br />
Santarsiero, Attilio Selvini, Donato Tufillaro<br />
Direttore Responsabile<br />
FULVIO BERNARDINI, fbernardini@rivistageomedia.it<br />
Redazione<br />
VALERIO CARLUCCI, GIANLUCA PITITTO,<br />
redazione@rivistageomedia.it<br />
Diffusione e Amministrazione<br />
TATIANA IASILLO, diffusione@rivistageomedia.it<br />
Comunicazione e marketing<br />
ALFONSO QUAGLIONE, marketing@rivistageomedia.it<br />
Progetto grafico e impaginazione<br />
DANIELE CARLUCCI, dcarlucci@rivistageomedia.it<br />
MediaGEO soc. coop.<br />
Via Palestro, 95 00185 Roma<br />
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Reg. Trib. di Roma N° 243/2003 del 14.05.03<br />
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qualsiasi forma e con qualsiasi procedimento elettronico o meccanico, ivi inclusi i<br />
sistemi di archiviazione e prelievo dati, senza il consenso scritto dell’editore.<br />
Rivista fondata da Domenico Santarsiero.<br />
Numero chiuso in redazione il 15 marzo <strong>2015</strong>.
FOCUS<br />
Fotogrammetria<br />
diretta con RPAS<br />
Prime considerazioni e<br />
possibili sviluppi futuri<br />
di Filiberto Chiabrando, Andrea Lingua e Marco Piras<br />
In questo lavoro si illustra una ricerca sulle prestazioni dei sistemi mini-RPAS, mediante<br />
alcuni test appositamente realizzati, con particolare attenzione alle applicazioni per la<br />
fotogrammetria diretta su grande scala.<br />
Oggi l’utilizzo di sistemi<br />
RPAS (Remotely<br />
Piloted Aircraft<br />
Systems) o UAV (Unmanned<br />
Aerial Vehicle) per applicazioni<br />
di tipo geomatico è molto vasto,<br />
ben descritto e documentato<br />
nella letteratura scientifica nazionale<br />
ed internazionale (Barazzetti<br />
et al, 2012;. Chiabrando et al,<br />
2012; Haala et al, 2011; Lingua<br />
et al 2008;Remondino et al.,<br />
2011), in cui si valutano potenzialità,<br />
precisioni e possibili<br />
campi di applicazione. Nelle<br />
attività di tipo fotogrammetrico,<br />
gli RPAS vengono solitamente<br />
strumentati con camere digitali<br />
calibrate ad alta risoluzione con<br />
il fine di acquisire immagini per<br />
la generazione di ortofoto, modelli<br />
densi di superficie (Dense<br />
Digital Terrain Model, DDTM,<br />
Dense Digital Surface Model,<br />
DDSM) o modelli 3D, mediante<br />
l’utilizzo di approcci classici<br />
della fotogrammetria, con l’ausilio<br />
di punti a terra, oppure grazie<br />
all’utilizzo di software e algoritmi<br />
legati al mondo della computer<br />
vision quali le procedure di<br />
Structure from Motion (SfM),<br />
che consentono di automatizzare<br />
quasi completamente il processo<br />
di elaborazione.<br />
Tali algoritmi, al fine di ottenere<br />
risultati con una buona valenza<br />
metrica, richiedono un’alta<br />
percentuale di sovrapposizione<br />
(solitamente intorno all’80%),<br />
e un numero minimo di punti<br />
di controllo a terra (Ground<br />
Control Points, GCPs) utili (solitamente<br />
> 5) per orientare un<br />
blocco fotogrammetrico completo.<br />
Grazie a questi minimi requisiti<br />
è possibile ottenere buoni<br />
risultati in tempi rapidi con una<br />
procedura che potremmo definire<br />
semiautomatica. Un obiettivo<br />
è quello di limitare ulteriormente<br />
la componente “manuale”<br />
valutando se è possibile realizzare<br />
la fotogrammetria diretta con<br />
RPAS e quali siano gli attuali<br />
limiti operativi.<br />
Attualmente sul mercato esistono<br />
un gran numero di sensori<br />
di navigazione (GPS / GNSS<br />
e Inertial Measurement Unit,<br />
IMU in versione Micro Electro-<br />
Mechanical Systems, MEMS),<br />
che sono già impiegati a bordo<br />
di UAV, per effettuare il volo in<br />
maniera autonoma.<br />
La soluzione di navigazione<br />
(posizione e assetto, vengono<br />
solitamente memorizzati in un<br />
file GPX) è stimata dal sensore<br />
interno all‘UAV (precisioni<br />
metriche sulla posizione e circa<br />
di ± 2° sugli assetti) può essere<br />
associata alle immagini acquisite<br />
e di conseguenza impiegata per<br />
la georeferenziazione diretta delle<br />
immagini stesse (Blaha et al,<br />
2011;. Coppa et al., 2009).<br />
Alla luce di tali precisioni ne deriva<br />
che i sensori normalmente<br />
installati su piattaforma RPAS<br />
non sono in grado di fornire<br />
dati necessari per applicazioni<br />
fotogrammetriche di alta precisione,<br />
ma per applicazioni<br />
6 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2015</strong>
FOCUS<br />
Fig. 1 - Sistema RPAS impiegato (sinistra) e camera installata (destra).<br />
cartografiche rimane comunque<br />
interessante analizzare le loro<br />
prestazioni stimandone accuratezza/precisione<br />
di posizionamento<br />
e orientamento del sistema<br />
e della camera utilizzata.<br />
Nei test svolti, i dati sono stati<br />
elaborati con il tradizionale<br />
approccio fotogrammetrico<br />
del bundle-block adjustment<br />
(BBA) per stimare la posizione<br />
e l’assetto corretto della camera,<br />
successivamente confrontandola<br />
con la soluzione stimata dall’RPAS.<br />
Per avere un ulteriore<br />
controllo e confronto tra i dati<br />
ottenuti dai sensori e quelli<br />
misurati con altre metodologie<br />
è stato eseguito un test dedicato<br />
nel quale è stata impiegata<br />
una stazione totale motorizzata<br />
automatica (TPS) in grado di<br />
inseguire e rilevare il sistema<br />
RPAS durante il volo al fine di<br />
confrontare le due traiettorie:<br />
RPAS e TPS. Il test è stato svolto<br />
con l’impiego di un particolare<br />
prisma, costruito presso il<br />
laboratorio di fotogrammetria,<br />
Geomatica e GIS e montato<br />
nella parte inferiore dell’RPAS.<br />
L’analisi è stata condotta considerando<br />
il sincronismo delle<br />
misure e un campionamento<br />
della TPS pari a 5Hz, ottenendo<br />
come risultato un’ampia<br />
ridondanza di punti utili per un<br />
accurato controllo.<br />
Come verrà evidenziato nei successivi<br />
paragrafi i primi risultati<br />
ottenuti incoraggiano l’uso dei<br />
sistemi RPAS per applicazioni<br />
geomatiche, in quanto il costo<br />
e la qualità dei prodotti ottenuti<br />
come ormai ben noto sono<br />
molto interessanti sia dal punto<br />
di vista metrico sia per la documentazione<br />
e modellazione del<br />
territorio.<br />
Come verrà analizzato nei<br />
successivi paragrafi, alla luce<br />
dei test eseguiti la qualità del<br />
posizionamento e dell’assetto<br />
dell’RPAS in termini di accuratezza<br />
e precisione consente<br />
di realizzare dei prodotti cartografici<br />
con l’impiego della<br />
fotogrammetria diretta, ma solo<br />
per produrre mappe a media<br />
scala (1: 10000-1: 25000). In<br />
particolare, la maggiore criticità<br />
emerge nell’accuratezza<br />
della stima della posizione della<br />
camera (X, Y, Z). Tale aspetto<br />
potrebbe essere risolto adottando<br />
un ulteriore ricevitore GNSS<br />
doppia frequenza ad uso esclusivo,<br />
senza cambiare la scheda di<br />
navigazione interna.<br />
Di seguito verranno descritte le<br />
principali caratteristiche dell’R-<br />
PAS utilizzato durante le prove,<br />
alcune analisi effettuate ed i<br />
primi risultati ottenuti. Saranno<br />
infine evidenziati i limiti e i<br />
possibili miglioramenti.<br />
Descrizione del<br />
sistema RPAS usato<br />
Il sistema utilizzato consiste in<br />
un mezzo aereo a basso costo a<br />
decollo e atterraggio verticale<br />
(Vertical Take Off and Landing)<br />
di architettura HexaKopter<br />
di produzione Mikrokopter,<br />
venduto dalla casa madre in kit<br />
da assemblare, in questo caso<br />
personalizzato da Restart di<br />
Luca Comolli. Come descritto<br />
dal nome, il velivolo è dotato<br />
di 6 rotori, pesa circa 1.2 kg<br />
comprese le batterie e permette<br />
di sollevare un carico (payload)<br />
massimo di 1 kg. La figura 1<br />
mostra il sistema sopra descritto<br />
evidenziando alcuni dettagli tra<br />
cui la camera digitale utilizzata<br />
per finalità di presa fotogrammetrica<br />
e video. In questa<br />
applicazione è stata utilizzata<br />
la camera Sony Nex 5 con sensore<br />
CMOS di formato 23,5 x<br />
15,6 mm (dimensioni APS-C),<br />
pixel di lato pari a 5 µm per<br />
un totale di 14 Mpixel, ottica<br />
pancake con focale 16 mm.<br />
Durante il volo, lo scatto può<br />
essere controllato in remoto<br />
secondo 3 modalità di cui 2 ad<br />
azionamento manuale mediante<br />
radiocomando (scatto singolo o<br />
sequenza temporizzata regolato<br />
dalla Flight Control, in seguito<br />
FC), la terza automatica con<br />
scatto in corrispondenza di un<br />
evento definito in fase di pianificazione<br />
del volo, per esempio<br />
il passaggio da waypoint regolato<br />
dalla NaviControl (NC).<br />
La camera digitale è montata<br />
su un sostegno servo-assistito<br />
che permette rotazioni controllate<br />
elettronicamente lungo 2<br />
direzioni (attorno agli assi w<br />
e j disponendo la camera ad<br />
asse verticale). I movimenti del<br />
sostegno (e quindi della camera)<br />
sono regolabili manualmente<br />
mediante apposito controllo<br />
sul radiocomando o, automaticamente<br />
(dalla FC) compen-<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2015</strong> 7
FOCUS<br />
sando le rotazioni delle camera<br />
durante il volo per avere l’asse<br />
sempre con la stessa direzione<br />
(per esempio sempre verticale),<br />
Le correzioni imposte al gimbal<br />
sono registrate in un file, rese<br />
così disponibili all’utente.<br />
Questo sistema consente il volo<br />
autonomo, grazie ad un sistema<br />
interno integrato GNSS-IMU,<br />
installato sulla NC, che consente<br />
di inviare informazioni di<br />
posizione e assetto alla scheda<br />
di flight control (FC), che ha<br />
il compito di gestire la potenza<br />
dei singoli motori, al fine di garantire<br />
una buona e stabile navigazione.<br />
Il sistema GNSS installato<br />
a bordo è un u-blox 6H,<br />
connesso ad una antenna patch<br />
di ceramica. Le performance di<br />
questo sensore sono riportate di<br />
seguito (Piras et al., 2010): numero<br />
di canali 50, costellazioni<br />
GPS (L1), SBAS, GLONASS,<br />
GALILEO (Open Service),<br />
time to first fix 26s (cold start)<br />
- 1s (hot start), accuratezza orizzontale<br />
[m] 2.5 – 2 (con SBAS),<br />
Accuratezza heading [°] 0.5 ,<br />
Accuratezza velocità [m/s] 0.1,<br />
Sensitivity -162 dBm.<br />
Il sistema inerziale installato a<br />
bordo non è documentato, ma<br />
da alcuni test eseguiti in laboratorio<br />
si possono valutare le sue<br />
precisioni:<br />
s yaw<br />
= ± 6°, s pitch = ± 3°, St. s roll =<br />
± 3°, s XY = 3 m, s Z = 6 m.<br />
Al sistema integrato GNSS-<br />
IMU può essere impostato un<br />
modello dinamico, in maniera<br />
da applicare un filtro di Kalman<br />
per la stima in tempo reale<br />
della soluzione di navigazione.<br />
Questo aspetto è particolarmente<br />
interessante perché tutte<br />
le informazioni fondamentali<br />
utilizzate per la fotogrammetria<br />
diretta (posizione e assetto)<br />
sono disponibili a ogni epoca.<br />
Sfortunatamente, al momento<br />
non è possibile acquisire i dati<br />
grezzi dei singoli sensori, che<br />
sarebbero molto utili al fine<br />
di migliorare la qualità della<br />
soluzione di navigazione, mediante<br />
una post-elaborazione<br />
e una stima dei bias reali dei<br />
sensori utilizzati Questo sistema<br />
RPAS consente di pianificare<br />
ed eseguire un volo autonomo<br />
caricando un piano di volo sul<br />
quale è possibile indicare i punti<br />
di presa e gli orientamenti della<br />
camera. Da un punto di vista<br />
del controllo del volo nell’ottica<br />
dell’orientamento diretto tale<br />
aspetto è molto importante in<br />
quanto è possibile già stabilire<br />
una soluzione approssimata della<br />
camera prima dell’esecuzione<br />
del volo vero e proprio.<br />
Queste operazioni sono disponibili<br />
per mezzo di un sistema<br />
di comunicazione tra RPAS,<br />
pilota e stazione di controllo a<br />
terra.<br />
Caso studio e<br />
risultati<br />
Ogni sistema RPAS ha caratteristiche<br />
e specifiche diverse<br />
(sensori interni, durata di volo,<br />
caratteristiche camera fotografica<br />
etc..), quindi i test ed i<br />
risultati che verranno presentati<br />
si riferiscono al sistema sopra<br />
descritto ed utilizzato per le acquisizioni.<br />
Prima di passare alle analisi sui<br />
dati estratti dalla piattaforma<br />
analizzata e la qualità della soluzione<br />
di navigazione per fotogrammetria<br />
diretta, è importante<br />
sottolineare che, come noto,<br />
la cartografia numerica ha una<br />
precisione garantita differente<br />
che dipende dalla scala nominale<br />
. Normalmente per valutare<br />
l’accuratezza di una carta viene<br />
preso in considerazione l’errore<br />
di graficismo che è funzione<br />
della scala di rappresentazione<br />
ed è considerato pari a 0,2 mm<br />
per la scala di rappresentazione.<br />
A titolo esemplificativo per<br />
una cartografia in scala 1:1000<br />
Fig. 2 - Screenshoot del risultato ottenuto al<br />
termine del BBA eseguito sull’area della Domus.<br />
è considerata un’accuratezza<br />
pari a s XYZ<br />
=0.2 mm x 1000 =<br />
20 cm.<br />
Il test è stato eseguito sull’area<br />
della Domus dei Putti<br />
Danzanti, uno scavo archeologico<br />
presente nel comune<br />
di Aquileia (UD), all’interno<br />
del quale da diversi anni è attiva<br />
una collaborazione tra il<br />
Politecnico di Torino e l’Università<br />
degli Studi di Trieste per<br />
il rilievo e la documentazione<br />
dell’antica Domus e delle aree<br />
circostanti. In particolare nel<br />
test site preso in considerazione<br />
sono stati eseguiti e pianificati<br />
due voli fotogrammetrici. Il<br />
primo volo si sviluppa sui resti<br />
del cardo, a Est della zona di<br />
scavo, con un’altezza media<br />
di volo pari a circa 14 m che<br />
comporta un abbracciamento<br />
dei fotogrammi di 10 x 15 m 2 .<br />
Il ricoprimento longitudinale è<br />
stato fissato al 75 % garantendo<br />
una base di presa di circa 4 m,<br />
mentre il ricoprimento trasversale<br />
è stato fissato al 30% per<br />
assorbire eventuali errori di inseguimento<br />
delle rotte fissate.<br />
Area s X<br />
[m] s Y<br />
[m] s Z<br />
[m]<br />
Domus GCPs (58) 0.004 0.005 0.012<br />
CPs (20) 0.006 0.009 0.012<br />
Cardo GCPs (30) 0.003 0.002 0.011<br />
CPs (15) 0.010 0.005 0.020<br />
Tab 1 - Residui del BBA sui GCPs e CPs.<br />
8 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2015</strong>
FOCUS<br />
DE [m] DN [m] DH [m] Dw [gon] Df [gon] Dk [gon]<br />
Media 1.377 0.556 –0.338 0.687 0.321 0.575<br />
Sqm 1.781 2.103 4.223 1.888 1.601 4.254<br />
Min –0.078 –2.817 –6.252 –4.827 –3.155 –10.37<br />
Max 3.188 5.211 7.168 5.697 5.091 12.30<br />
Tab. 2 - Differenze tra risultati calcolati con il processo fotogrammetrico e dati acquisiti dal<br />
sensore a bordo del sistema RPAS.<br />
In totale si è prevista l’acquisizione<br />
di 36 fotogrammi. Il<br />
secondo volo ricopre invece l’intera<br />
area interessata dallo scavo<br />
con un’altezza media di volo<br />
pari a 18 m che comporta un<br />
abbracciamento dei fotogrammi<br />
di 18 x 27 m. I ricoprimenti<br />
longitudinali e traversali sono<br />
gli stessi utilizzati per l’esecuzione<br />
del primo volo. Come<br />
obiettivo le acquisizioni eseguite<br />
oltre al controllo dei parametri<br />
relativi ai centri di presa hanno<br />
avuto entrambe quello di<br />
realizzare l’ortofoto delle aree<br />
sorvolate grazie all’utilizzo di un<br />
processo fotogrammetrico che<br />
potremmo definire tradizionale<br />
(con software di fotogrammetria<br />
digitale semi automatico – Leica<br />
Photogrammetric Suite) e un<br />
numero sovrabbondante (78<br />
punti sull’area della Domus e<br />
45 sull’area del Cardo) di punti<br />
materializzati e misurati sul<br />
terreno utilizzati all’interno del<br />
processo di BBA come GCPs<br />
(Ground Control Points) e<br />
come CPs (Check Points). Nella<br />
figura 2 è riportato lo screenshoot<br />
dell’orientamento delle<br />
immagini sull’area del cardo ed<br />
in tabella 1 i residui sui GCPs<br />
e sui CPs. Alla luce dei risultati<br />
ottenuti e grazie all’utilizzo<br />
di un DSM acquisito tramite<br />
strumentazione Laser in una<br />
precedente campagna di rilievo<br />
sono state seguite le ortofoto<br />
delle due aree prese in<br />
considerazione.<br />
Le scale di rappresentazione<br />
sono state rispettivamente<br />
1:100 per l’area<br />
del Cardo ed 1:200 per<br />
quella dell’intera Domus.<br />
Nella figura 3 è riportata<br />
l’ortofoto realizzata<br />
sull’area della Domus dei<br />
Putti Danzanti.<br />
Le successive analisi<br />
hanno consentito una<br />
prima valutazione delle<br />
differenze tra i dati di<br />
posizione (X,Y,Z) ed<br />
assetto (j,w,k) ottenuti<br />
al termine del processo<br />
fotogrammetrico di<br />
triangolazione aerea che sono<br />
stati confrontati con quelli ricavati<br />
dai sensori (GPS e IMU) a<br />
bordo del sistema RPAS.<br />
Nella tabella 2 sono riportati i<br />
risultati ottenuti.<br />
Si può notare che è dunque<br />
ipotizzabile l’esecuzione di<br />
fotogrammetria diretta con i<br />
dati derivanti dai sensori, ma<br />
al momento non è ipotizzabile<br />
ottenere prodotti con la stessa<br />
scala nominale. Osservando i<br />
valori riportati in Tabella 2, le<br />
differenze sugli angoli di assetto<br />
indicano la possibilità di realizzare<br />
cartografia con scala pari a<br />
1:1000-1:2000, mentre le differenze<br />
sulle coordinate dei centri<br />
di presa indicano la possibilità<br />
di arrivare a rappresentazioni<br />
a media scala 1:25000. Valori<br />
troppo elevati anche in funzione<br />
della quota di volo decisamente<br />
bassa (< 20 m) alla quale sono<br />
state acquisite le immagini.<br />
Alla luce dei primi risultati un<br />
ulteriore controllo è stato eseguito<br />
sulla parte che risultava<br />
Fig. 3 - Ortofoto della Domus dei Putti Danzanti<br />
(agg. 2012) scala originale 1:200.<br />
essere la più critica, ricorrendo<br />
all’utilizzo di una stazione totale<br />
motorizzata in grado di seguire<br />
il sistema RPAS sul quale era<br />
stato opportunamente installato<br />
un mini-prisma utile all’inseguimento<br />
ed alla misura della posizione.<br />
Il test è stato eseguito in<br />
campo volo e successivamente<br />
sono stati analizzati e confrontati<br />
i valori ottenuti dai due sistemi.<br />
Nella figura 4 sono riportati<br />
il sistema RPAS utilizzato e il<br />
mini prisma (cerchio rosso) ed<br />
un grafico (planimetria) con la<br />
traiettoria registrata dal sensore<br />
a bordo dell’UAV (verde) e<br />
quella misurati dalla stazione<br />
totale (rosso).<br />
Fig. 4 - RPAS e mini prisma utilizzato<br />
per il tracciamento (sinistra), grafico<br />
con le traiettorie misurate dai sensori<br />
(verde) e dalla stazione totale (rosso)<br />
(destra).<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2015</strong> 9
FOCUS<br />
Gli errori riscontarti nei primi<br />
test hanno indotto a tentare un<br />
post-processing sui dati originali<br />
dei sensori a bordo dell’esacottero,<br />
fornendo quindi una soluzione<br />
finale con l’ausilio di correzioni<br />
EGNOS che hanno consentito di<br />
migliorare la precisione relativa.<br />
Con tale approccio i residui medi<br />
in planimetria si attestano attorno<br />
ad un valore pari a 0.50 m ed<br />
s.q.m pari a 1.80 m. Risulta sempre<br />
peggiore anche se la qualità è<br />
migliorata rispetto ai dati del primo<br />
test la componente verticale<br />
per la quale i residui sono ancora<br />
attorno ai 5 m (l’offset tra sensore<br />
e prisma è naturalmente stato preso<br />
in considerazione).<br />
Conclusioni e<br />
prospettive<br />
Le prove effettuate ci permettono<br />
di affermare che, allo stato attuale,<br />
i sistemi RPAS testati non ci permettono<br />
di eseguire applicazioni<br />
dirette di fotogrammetria alla<br />
grande scala; i parametri registrati<br />
dai sensori a bordo dei sistemi<br />
sperimentati possono essere utilizzati<br />
per applicazioni di fotogrammetria<br />
alla media scala, non interessante<br />
per applicazioni RPAS in<br />
quando il dettaglio presente nelle<br />
immagini acquisite non giustificherebbe<br />
rappresentazioni a scala<br />
1:25000 o minori .<br />
Come si evince dai precedenti<br />
paragrafi il problema principale<br />
non riguarda la stima degli assetti<br />
ma la definizione della posizione<br />
del centro di presa. Tali parametri<br />
stimati attraverso sistemi GNSS<br />
e procedure in tempo reale non<br />
garantiscono le accuratezze richieste<br />
(che per applicazioni alla scala<br />
architettonica dovrebbero essere<br />
dell’ordine di alcuni cm).<br />
L’unica soluzione al momento<br />
ipotizzabile, sulla quale da tempo<br />
il gruppo di ricerca sta eseguendo<br />
test e prove, è quella che riguarda<br />
l’utilizzo di sistemi GNSS doppia<br />
frequenza che consentano di registrare<br />
le osservazioni in tempo<br />
reale. Tali dati opportunamente<br />
elaborati al termine del volo con<br />
tecniche tradizionali potranno<br />
dunque fornire le accuratezze congrue<br />
alla rappresentazione a grandissima<br />
scala. Infine una corretta<br />
integrazione con sistemi IMU<br />
potrebbe consentire il raggiungimento<br />
della fotogrammetria<br />
diretta da piattaforme RPAS. La<br />
tecnologia e le metodologie sono<br />
già oggi disponibili a costi ancora<br />
decisamente elevati ma alla luce<br />
della sempre maggiore richiesta di<br />
tali sistemi associata alla necessità<br />
di avere prodotti e cartografia in<br />
tempo reale porterà sicuramente<br />
nel corso di pochi anni ad un<br />
abbassamento dei prezzi ed alla<br />
conseguente diffusione di massa<br />
di tali sensori avanzati.<br />
BIBLIOGRAFIA<br />
Barazzetti, L., Remondino, F., Scaioni, M., Brumana, R., 2012. Fully automatic UAV<br />
image-based sensor orientation, IAPRS&SIS, Beijing (China).<br />
Bendea, H., Chiabrando, F., Giulio Tonolo, F., Marenchino, D., 2007. Mapping of archaeological<br />
areas using a low-cost UAV. The Augusta Bagiennorum test site. XXI CIPA<br />
International Symposium, Athens, Greece, 1–6 October 2007.<br />
Blaha, M., Eisenbeiss, H., Grimm, D., Limpach, P., 2011. Direct georeferencing of<br />
UAVs. Proceedings of the International Conference on Unmanned Aerial Vehicle in Geomatics<br />
(UAV-g), Zurich, Switzerland, Vol. XXXVIII-1/C22.<br />
Chiabrando, F., Lingua, A., Rinaudo, F., Spano, A., 2012. Archaeological site monitoring:<br />
UAV photogrammetry can be an answer.ISPRS Archives,Vol. XXXIX, no. B5, pp.<br />
583–588.<br />
Coppa, U., Guarnieri, A., Pirotti, F., Vettore, A., 2009. Accuracy enhancement of unmanned<br />
helicopter positioning with low cost system. Applied Geomatics, 1(3), pp. 85–95.<br />
Haala, N., Cramer, M., Weimer, F., Trittler, M., 2011. Performance test on UAV-based<br />
photogrammetric data collection. In: ISPRS Archives, Vol. XXXVIII–1/C22.<br />
Lingua, A., Marenchino, D., Nex, F., 2009. Automatic Digital Surface Model (DSM)<br />
generation procedure from images acquired by Unmanned Aerial Systems. Proceedings of<br />
GeoCad 2009, Alba Iulia, Romania.<br />
Remondino, F., Barazzetti, L., Nex, F., Scaioni, M., Sarazzi, D., 2011. UAV photogrammetry<br />
for mapping and 3d modeling – current status and future perspectives.Proceedings<br />
of the International Conference on Unmanned Aerial Vehicle in Geomatics (UAV-g), Zurich,<br />
Switzerland, Vol. XXXVIII-1/C22.<br />
ABSTRACT<br />
Nowadays, the RPAS (Remotely Piloted Aircraft Systems) or UAV (Unmanned Aerial<br />
Vehicle) are often used, with onboard calibrated digital camera for photogrammetric<br />
purpose such as DTM and DSM, orthophotos and map realization etc., combining the<br />
digital images with a minimum sufficient number of ground control points using semiautomatic<br />
image-matching techniques combined with traditional bundle-block approach<br />
(Barazzetti et al, 2012;. Chiabrando et al, 2012; Haala et al, 2011;. Lingua et al 2008;.<br />
Remondino et al., 2011).<br />
In this case, the RPAS performances allows to obtain high quality product , considering<br />
the pixel size and the accuracy of the DTM/DSM which could be obtained with automatic<br />
procedures.<br />
This is a good condition for semi-automatic procedure using a bundle-block photogrammetric<br />
approach. But is it possible to realize a direct photogrammetry? And what are the<br />
limits?<br />
Several navigation sensors (GPS/GNSS e IMU-MEMS) are embedded onto RPAS in<br />
order to realize an autonomous flight. The quality of these sensors, in term of accuracy,<br />
depends on the model of RPAS and its purpose. The navigation solution (position and<br />
attitude) is estimated by the internal RPAS sensor and can be employed to directly georeferencing<br />
the images, in order to produce an easy and quick description and analysis of<br />
the overlooked area.<br />
In this paper, the authors describes an investigation over the limits of some commercial<br />
RPASs, defining a dedicated procedure to valuate their performance, especially considering<br />
the use of RPAS for direct photogrammetry. The first results encourage the use of<br />
RPAS for geomatic applications, because the cost and the quality of the obtained product<br />
are quite interesting.<br />
PAROLE CHIAVE<br />
Fotogrammetria diretta; GNSS/INS; MEMS; DTM/DSM; UAV<br />
AUTORE<br />
Filiberto Chiabrando<br />
filiberto.chiabrando@polito.it<br />
Andrea Lingua<br />
andrea.lingua@polito.it<br />
Marco Piras<br />
marco.piras@polito.it<br />
Politecnico di Torino<br />
DIATI, C.so Duca degli Abruzzi 24,<br />
Torino<br />
10 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2015</strong>
FOCUS<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2015</strong> 11
REPORTS<br />
Story maps e terremoti<br />
Un nuovo strumento di informazione<br />
per la riduzione del rischio sismico<br />
di Maurizio Pignone<br />
L’articolo descrive<br />
alcune story maps<br />
sviluppate dall’Istituto di<br />
Geofisica e Vulcanologia<br />
come nuovo strumento<br />
di informazione per la<br />
riduzione del rischio<br />
sismico. Realizzate<br />
con software ArcGIS le<br />
story map permettono<br />
di pianificare, fare<br />
previsioni e supportare<br />
le decisioni.<br />
Fig. 1 - La galleria Story maps & terremoti in ArcGIS.com<br />
Le story maps<br />
Una story map è un insieme<br />
integrato di mappe, di contenuti<br />
correlati (legenda, testo,<br />
foto, video ecc) e di funzionalità<br />
di interazione (pan/zoom,<br />
pop-up ecc) che la rendono<br />
un prodotto di informazione<br />
e di comunicazione facilmente<br />
comprensibile e immediato. Si<br />
possono raccontare molti tipi<br />
di storie, si può riassumere una<br />
situazione, tracciare un percorso<br />
e mostrarne il cambiamento<br />
nel tempo.<br />
Alla mappa si possono attribuire<br />
opportune simbologie<br />
per categorie o per classi in<br />
funzione di uno o più attributi,<br />
al fine di evidenziare un particolare<br />
aspetto della mappa e<br />
quindi la possibilità di poter<br />
avere diverse mappe tematiche.<br />
Esse possono aiutare le persone<br />
a pianificare azioni, fare previsioni,<br />
supportare le decisioni:<br />
in realtà possono essere considerate<br />
delle mappe “intelligenti”<br />
con l’obiettivo principale di<br />
comunicare.<br />
Le story maps sono applicazioni<br />
web semplici da realizzare che<br />
consentono di raccontare storie<br />
combinando mappe interattive<br />
con testo, foto, video e altri<br />
contenuti multimediali.<br />
Per poter creare una story map<br />
ci serviamo della tecnologia dei<br />
Sistemi Informativi Geografici<br />
(GIS) che mette a disposizione<br />
una piattaforma per accogliere,<br />
organizzare, condividere e<br />
analizzare le informazioni geografiche<br />
attraverso web maps,<br />
map services, testo e contenuti<br />
12 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2015</strong>
REPORTS<br />
multimediali. Ad esempio la<br />
ESRI ha sviluppato ArcGIS<br />
On Line (www.arcgis.com),<br />
una piattaforma di condivisione<br />
cloud-based e “pronta<br />
all’uso” che consente ad un<br />
utente di costruire un vero e<br />
proprio GIS completo contenente<br />
dati, mappe, applicazioni<br />
con la possibilità di accedere<br />
a una ricca collezione di dati<br />
geografici di base a copertura<br />
mondiale. Con le mappe geografiche<br />
realizzate in ArcGIS<br />
On Line è possibile creare,<br />
tramite opportuni template<br />
disponibili, diverse tipologie di<br />
story maps e pubblicarle su web<br />
gratuitamente.<br />
ESRI pubblica continuamente<br />
story maps create sul suo portale<br />
http://storymaps.arcgis.com di<br />
continuo per libero servizio e<br />
fruizione, in modo da diffondere<br />
il potere dei sistemi GIS,<br />
mettendo a disposizione a tutti<br />
gli utenti una piattaforma di<br />
comunicazione efficace e che<br />
consente di creare Story maps<br />
attraverso esempi, modelli e<br />
documenti pratici<br />
Story maps & Terremoti<br />
L’Istituto Nazionale di Geofisica<br />
e Vulcanologia ha reso<br />
disponibile una galleria di story<br />
maps realizzate negli ultimi<br />
mesi che raccontano vari aspetti<br />
della sismicità e del rischio<br />
sismico del nostro territorio (<br />
http://goo.gl/3V2Okd). La galleria<br />
raccoglie diverse mappe e<br />
applicazioni web per consultare<br />
e visualizzare alcune story maps<br />
create a partire dal 2013 per<br />
sperimentare un nuovo modo<br />
di comunicare ed informare<br />
attraverso l’utilizzo di mappe<br />
interattive.<br />
I temi affrontati nelle story<br />
maps presenti nella galleria<br />
sono diversi: dall’evoluzione<br />
della Rete Sismica Nazionale<br />
alla Carta della sismicità in Italia<br />
dal 2000 al 2012, dalla storia<br />
dei terremoti nel Lazio fino<br />
alla sequenza sismica in Emilia<br />
Romagna nel 2012. Alcune<br />
story maps sono state sviluppate<br />
appositamente per le campagne<br />
informative Io Non Rischio del<br />
2013, sia Terremoto che Maremoto<br />
e per esercitazioni di<br />
protezione civile (TWIST).<br />
Di seguito la descrizione di<br />
alcune delle story maps presenti<br />
nella galleria:<br />
Carta della sismicità in Italia<br />
dal 2000 al 2012<br />
La story map illustra la distribuzione<br />
di circa 50.000 terremoti,<br />
che compongono la nuova<br />
Carta della sismicità in Italia<br />
avvenuti tra il 2000 e il 2012.<br />
Gli eventi sismici, registrati<br />
dalla Rete Sismica Nazionale<br />
dell’INGV, sono classificati e tematizzati<br />
in base alla magnitudo<br />
e alla profondità ipocentrale.<br />
Terremoto Io Non Rischio 2013<br />
In questa story map sono visualizzati<br />
i circa 200 comuni dove<br />
si è svolta l’edizione 2013:<br />
interrogando la mappa è possibile<br />
visualizzare, oltre ad una<br />
serie di altre informazioni, la<br />
storia sismica di quel Comune<br />
attraverso un grafico che mostra<br />
sulle ascisse il tempo in<br />
anni (dal 1000) e in ordinate<br />
le intensità (scala MCS) osservate.<br />
Inoltre nelle altre mappe<br />
vengono illustrati i forti terremoti<br />
del passato, la sismicità<br />
recente e la pericolosità sismica<br />
del territorio nazionale.<br />
L’evoluzione della Rete Sismica<br />
Nazionale<br />
La story map illustra lo sviluppo<br />
della Rete Sismica dell’INGV<br />
in tre intervalli temporali: dal<br />
1954 al 1979, dal 1980 al<br />
2000 e dal 2000 al 2013.<br />
Fig. 2 – Carta della Sismicità in Italia dal 2000 al 2012.<br />
Fig. 3 – Terremoto Io Non Rischio 2013.<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2015</strong> 13
REPORTS<br />
É possibile visualizzare le informazioni<br />
su ogni singola stazione<br />
della Rete.<br />
Terremoti nel Lazio<br />
Questa story map pone lo<br />
sguardo sulla sismicità storica<br />
e recente nel Lazio con informazioni<br />
sui terremoti storici<br />
della regione, le storie sismiche<br />
dei capoluoghi di provincia,<br />
la sismicità recente ed infine<br />
uno sguardo sugli effetti del<br />
terremoto del 6 aprile 2009 a<br />
Roma.<br />
I luoghi di Mercalli<br />
Questa story map è stata creata<br />
per navigare attraverso i luoghi<br />
dove Giuseppe Mercalli ha<br />
vissuto e svolto la sua attività<br />
di sismologo, vulcanologo ed<br />
educatore.<br />
Fig. 4 – Sviluppo della Rete Simica dell’INGV.<br />
Fig. 5 - I terremoti nel Lazio.<br />
In occasione della ricorrenza<br />
dei cento anni dalla sua morte,<br />
l’INGV ha dedicato una serie<br />
di eventi sulla sua figura e<br />
sull’importanza dei suoi studi.<br />
L’applicazione descrive, attraverso<br />
foto e documenti inediti<br />
provenienti dall’archivio storico<br />
dell’Osservatorio Vesuviano,<br />
il percorso e le tappe della sua<br />
ricchissima attività scientifica<br />
attraverso una mappa interattiva<br />
dei luoghi più rappresentativi.<br />
L’integrazione nel BLOG<br />
INGVterremoti<br />
Il BLOG INGVterremoti<br />
(http://ingvterremoti.<br />
wordpress.com) è un canale<br />
innovativo di comunicazione<br />
che dal 2012 rappresenta un<br />
punto di riferimento per l’informazione<br />
sui terremoti prodotta<br />
dall’INGV. Il BLOG fa<br />
parte di una piattaforma chiamata<br />
INGVterremoti presente<br />
sui maggiori social media:<br />
Twitter, Facebook, YOUtube,<br />
IOS, ecc. Il BLOG ha come<br />
scopo principale quello di fare<br />
informazione ad un ampio<br />
pubblico di utenti sulla sismicità<br />
in Italia: la maggior parte<br />
degli articoli sono relativi a<br />
sequenze sismiche o a terremoti<br />
di magnitudo maggiore<br />
o uguale a 4.0 che avvengono<br />
sul territorio italiano, ma vi<br />
sono molti articoli di approfondimento<br />
sulle caratteristiche<br />
di aree interessate da eventi<br />
o sequenze e informazioni<br />
per la riduzione del rischio<br />
sismico. Dal 2012 ad oggi<br />
sono stati pubblicati più di<br />
300 articoli, ha oltre 40.000<br />
followers ed ha avuto più di<br />
11.000.000 visualizzazioni.<br />
Non è stato difficile integrare<br />
le story maps all’interno degli<br />
articoli del BLOG sostituendo<br />
ad una mappa statica una<br />
mappa interattiva o una vera<br />
e propria applicazione che<br />
rendessero più immediata<br />
e completa l’informazione<br />
e la comunicazione,<br />
ad esempio, dei terremoti<br />
del passato o<br />
dell’evoluzione spazio<br />
temporale di una<br />
sequenza sismica. E’<br />
stata creata appositamente<br />
una categoria<br />
chiamata “mappe<br />
interattive – story<br />
maps” per caratterizzare<br />
gli articoli o le<br />
pagine del BLOG che<br />
contengono almeno una<br />
mappa interattiva o una<br />
web-application tematica.<br />
Un esempio di questa integrazione<br />
è sicuramente<br />
l’articolo a cadenza mensile<br />
chiamato “Italia sismica” che<br />
illustra la sismicità in Italia<br />
14 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2015</strong>
REPORTS<br />
nell’ultimo mese partendo<br />
dai dati delle<br />
localizzazioni degli<br />
eventi sismici contenuti<br />
nel database Iside<br />
dell’INGV (http://iside.rm.ingv.it).<br />
Dal mese di gennaio<br />
2014, oltre alle tradizionali<br />
figure, è stata<br />
inserita una mappa interattiva<br />
con i terremoti<br />
del mese, di magnitudo<br />
maggiore o uguale<br />
di 1.5, classificati e<br />
tematizzati in base alla<br />
loro magnitudo. Ogni<br />
terremoto è interrogabile<br />
ed è possibile visualizzare<br />
informazioni<br />
su data, magnitudo e<br />
profondità. La mappa<br />
si arricchisce ogni mese<br />
di un nuovo layer (la<br />
sismicità di quel mese)<br />
così da avere la possibilità<br />
di visualizzare<br />
contemporaneamente<br />
tutti gli eventi sismici<br />
del 2014 e le relative<br />
informazioni.<br />
Fig. 6 – I luoghi di Mercalli.<br />
Fig. 7 - La story map sui terremoti del 2014 in Italia.<br />
RIFERIMENTI<br />
Telling Stories with Maps - A White Paper (http://Story.maps.ESRI.com/downloads/Telling%20Stories%20with%20Maps.pdf)<br />
Storytelling with Maps: Workflows and Best Practices (http://Story maps.ESRI.<br />
com/downloads/Building%20Story%20Maps.pdf<br />
Galleria Story Maps & Terremoti - http://goo.gl/3V2Okd<br />
PAROLE CHIAVE<br />
Story maps; terremoti; rischio sismico<br />
ABSTRACT<br />
The increasing diffusion of story maps as a new communication and information<br />
channel allowed the Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia to experience this<br />
new technique in the field of seismic risk reduction. Starting from the experiences<br />
with the technology of ArcGIS On line for the development of applications on seismicity<br />
in Italy, we moved to the realization of some story maps to tell aspects of our<br />
territory related to seismic and tsunami risk.<br />
In particular, in the context of information campaigns "IO NON RISCHIO" promoted<br />
by the Dipartimento della Protezione Civile, interactive maps have been developed<br />
in support of the volunteers involved in information activities in the squares<br />
of the campaign.<br />
The story maps have been also used as a support for trainings, emergency management,<br />
in daily information on earthquakes together with the communication<br />
channels that INGV has recently developed for the information platform INGVterremoti<br />
(http://ingvterremoti.wordpress.com).<br />
AUTORE<br />
Maurizio Pignone<br />
Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia<br />
maurizio.pignone@ingv.it<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2015</strong> 15
REPORTS<br />
Sperimentazione di rilievo<br />
UAV a supporto della<br />
pianificazione forestale<br />
Federico Prandi, Daniele Magliocchetti e Raffaele De Amicis<br />
L'articolo descrive<br />
i primi risultati del<br />
progetto europeo<br />
SLOPE. Tale programma<br />
vuole ottimizzare le<br />
operazioni di estrazione<br />
del legname in zone<br />
montuose attraverso<br />
l'uso combinato di<br />
tecnologie di rilievo UAV<br />
e laser scanner.<br />
Fig. 1 - Piano di volo per il rilievo UAV di una delle due foreste di test in Val Di Cembra (TN).<br />
Circa il 35% del territorio<br />
Europeo è costituito<br />
da montagne le quali<br />
sono principalmente coperte<br />
da foreste. Le foreste giocano<br />
quindi un ruolo centrale nell’economia<br />
delle zone montuose<br />
considerando le attività legate<br />
al rimboschimento, manutenzione,<br />
estrazione e lavorazione<br />
del legno, produzione di carta e<br />
biomassa.<br />
La gestione di questa risorsa è<br />
però complessa in quanto deve<br />
tenere in considerazione diversi<br />
fattori come: il rispetto delle<br />
diverse successioni temporali<br />
della vegetazione, la limitata<br />
accessibilità e le caratteristiche<br />
idrogeologiche del territorio.<br />
Per queste ragioni il prelievo di<br />
legname in ambiente montano<br />
pone una serie di problemi tecnici<br />
e operazionali; lavorare in<br />
condizioni di pendenza elevata,<br />
e in aree generalmente lontane<br />
da strade accessibili alza i<br />
costi di estrazione della risorsa<br />
rendendo poco competitivo il<br />
prodotto finale rispetto ad altri<br />
simili provenienti da aree pianeggianti.<br />
Il progetto europeo SLOPE<br />
(www.slopeproject.eu) “integrated<br />
proceSsing and controL<br />
systems fOr sustainable forest<br />
Production in mountain arEas”,<br />
finanziato dal 7° programma<br />
quadro all’interno del progamma<br />
di lavoro “Integrated<br />
processing and Control Systems<br />
for Sustainable Production in<br />
Farms and Forests”, ha come<br />
obiettivo quello di ridurre il<br />
sopramenzionato divario competitivo<br />
attraverso lo sviluppo<br />
di una piattaforma hardware e<br />
software volta ad ottimizzare<br />
la produzione di legname in<br />
zone montane. Il progetto è<br />
coordinato dalla Fondazione<br />
Graphitech di Trento e vede la<br />
partecipazione di centri di ricerca<br />
e aziende attive nel settore<br />
forestale e del rilievo.<br />
Uno degli elementi centrali di<br />
questa piattaforma è il Forest<br />
Information System (FIS) che,<br />
integrando informazioni provenienti<br />
da remote sensing,<br />
Unmanned Aerial Vehicles<br />
(UAVs) e Terrstrial Laser<br />
Scanner (TLS) predispone un<br />
16 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2015</strong>
REPORTS<br />
inventario a scala locale della<br />
risorsa disponibile. Queste<br />
informazioni, una volta rese<br />
accessibili, consentiranno una<br />
migliore pianificazione e gestione<br />
della risorsa stessa riducendo<br />
i costi di estrazione e migliorare<br />
la qualità dell’assortimento disponibile.<br />
L’estrazione di legname da foreste<br />
di montagna è generalmente<br />
pianificata durante la stagione<br />
precedente. In montagna generalmente<br />
gli alberi vengono<br />
tagliati ed estratti in piena lunghezza<br />
per poi essere processati<br />
in un luogo: sufficientemente<br />
ampio, per garantire la movimentazione<br />
delle macchine e<br />
l’accatastamento del legname,<br />
e raggiungibile dai mezzi di<br />
trasporto, che dovranno trasportare<br />
i tronchi alla destinazione<br />
finale. In queste condizioni<br />
una migliore pianificazione<br />
delle attività può consentire una<br />
consistente riduzione dei tempi<br />
e quindi dei costi di estrazione.<br />
Infatti, in terreni molto pendenti<br />
il trasporto dell’albero dal<br />
luogo dl taglio al piazzale dove<br />
saranno derivati i tronchi e la<br />
biomassa avviene per mezzo di<br />
teleferiche che richiedono lunghe<br />
operazioni di istallazione<br />
in loco, inoltre l’individuazione<br />
di una adeguata zona di scarico<br />
della teleferica è molto importante.<br />
Nelle pratiche di pianificazione<br />
più evolute, le serie storiche dei<br />
raccolti, aggiornate immagini<br />
da satellite più altre rilevanti<br />
informazioni sono usate per<br />
derivare informazioni generali<br />
sulla foresta.<br />
Il valore aggiunto del progetto<br />
SLOPE per la pianificazione<br />
forestale consiste nell’uso combinato<br />
di UAV e laser scanner<br />
terrestre al fine di generare un<br />
modello digitale della foresta<br />
(MDF) tridimensionale dove<br />
ogni singolo albero è un elemento<br />
grafico tridimensionale<br />
sia un elemento in un geodatabase.<br />
Il MDF servirà come<br />
supporto agli operatori forestali<br />
nella pianificazione e simulazione<br />
delle operazioni in campo,<br />
in particolare potrà supportare<br />
specifiche decisioni logistiche<br />
come l’ottimizzazione del posizionamento<br />
delle teleferiche<br />
nonché per la pre-selezione<br />
delle possibili piante da estrarre.<br />
Il MDF può anche essere usato<br />
per la stima dell’assortimento di<br />
legname disponibili.<br />
UAV per il rilievo forestale<br />
In ambito forestale e di conservazione<br />
dell’ambiente i sistemi<br />
UAV possono essere usati per<br />
molte applicazioni (Horcher e<br />
Visser, 2004):<br />
Indivduazione di incendi;<br />
Monitoraggio di violazioni<br />
ambientali;<br />
Localizzazione di zone di<br />
estrazione;<br />
Monitoraggio dello stato di<br />
salute della foresta.<br />
In agricoltura UAVs possono<br />
essere utilizzati per:<br />
Determinare crescita e qualità;<br />
Agricoltura di precisione<br />
(quantità di pesticidi mirata<br />
per coltura)<br />
Ottimizzazione dei raccolti.<br />
Tutte le menzionate applicazioni<br />
sono caratterizzate da una<br />
relativamente piccola estensione<br />
dell’area di rilievo (meno<br />
di 1500 ha) e dalla necessità<br />
di avere una certa velocità di<br />
elaborazione e disponibilità dei<br />
dati. I requisiti di accuratezza<br />
planimetrica assoluta sono comunque<br />
piuttosto bassi (
REPORTS<br />
analisi visuale delle immagini<br />
richiede la disponibilità di prodotti<br />
quali ortofoto georeferenziate.<br />
Il recente sviluppo di queste<br />
piattaforme in termini di payload<br />
e affidabilità del volo autonomo,<br />
unita alla possibilità di<br />
elaborare in tempi relativamente<br />
brevi le immagini acquisite al<br />
fine di estrarre Modelli Digitali<br />
di Superficie (DSM) e ortofoto<br />
rende gli UAV particolarmente<br />
competitivi per questo tipo di<br />
rilievi.<br />
L’obiettivo del progetto SLOPE<br />
è di sperimentare l’uso dei sistemi<br />
UAV per la localizzazione<br />
delle zone di estrazione e la pianificazione<br />
e il supporto delle<br />
operazioni forestali.<br />
In particolare saranno rilevate<br />
aree individuate per l’estrazione<br />
di legname in zone montuose<br />
con l’obiettivo di generare un<br />
DSM ad alta risoluzione e l’ortofoto.<br />
Inoltre tramite tecnologia<br />
laser scanning terrestre saranno<br />
anche rilevati anche alcune<br />
zone campione della foresta<br />
al fine di ottenere una serie di<br />
informazioni sull’assortimento<br />
al fine della generazione del modello<br />
3D digitale della foresta.<br />
Fig. 3 - Visualizzazione di un GCP su<br />
diverse immagini acquisite.<br />
Rilievo delle aree<br />
campione e generazione<br />
del DSM e ortofoto<br />
Nell’ambito del progetto per<br />
elaborare la metodologia di generazione<br />
del modello digitale<br />
della foresta, sono state acquisite<br />
tramite UAV le immagini<br />
due appezzamenti forestali in<br />
Trentino. Il rilievo è stato eseguito<br />
dal partner di progetto<br />
Coastway (www.coastwaysurveys.ie).<br />
In particolare si tratta<br />
di due aree in Val di Cembra<br />
nel comune di Sover (fig.1). Le<br />
due aree sono caratterizzate rispettivamente<br />
da un estensione<br />
di 18 e 36 ha con un dislivello<br />
di 160 e 450 m. La specie prevalente<br />
è abete rosso con diametri<br />
alla base fino a 800 mm e<br />
altezze variabili fino a 30-40m.<br />
Il rilievo aereo delle due aree<br />
è stato eseguito utilizzando il<br />
sistema ad ala fissa eBEE della<br />
senslfy equipaggiato con camera<br />
Canon S110 IXUS rgb e Canon<br />
S110 NIR per acquisire nel<br />
vicino infrarosso. In entrambe<br />
le aree sono stati posti punti di<br />
controllo a terra rilevati tramite<br />
rilievo GPS speditivo. Il volo<br />
è stato eseguito ad una quota<br />
costante di 150 m con un ricoprimento<br />
longitudinale del 80%<br />
e trasversale dell’70%.<br />
Le immagini ottenute (114 per<br />
il primo sito e 88 per il secondo)<br />
sono state processate con<br />
il software Postflight Terra 3D<br />
per la generazione di DSM e<br />
ortofoto. I DMS ottenuti hanno<br />
un Ground Sample Distance<br />
(GSD) rispettivamente di 10 e<br />
15 cm (fig. 2).<br />
La prima analisi dei dati ottenuti<br />
ha consentito di fare alcune<br />
valutazioni sui risultati ottenuti.<br />
L’elevata risoluzione sia dell’ortofoto<br />
sia del DSM ottenuto<br />
18 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2015</strong>
REPORTS<br />
permette da un lato un accurata<br />
analisi visuale dello stato della<br />
foresta, come ad esempio la valutazione<br />
dei danni provocati da<br />
eventi meteorologici (schianti)<br />
anche in zone altrimenti difficilmente<br />
accessibili, dall’altro<br />
permette la generazione, ove disponibile<br />
il modello digitale del<br />
terreno (DTM), del modello di<br />
elevazione delle chiome (DHM)<br />
informazione molto importante<br />
per la pianificazione delle operazioni<br />
di estrazione e la stima<br />
dell’assortimento disponibile.<br />
Per contro alcune limitazioni<br />
sono emerse: prima fra tutte la<br />
fitta copertura della vegetazione<br />
ha reso difficile predisporre<br />
il posizionamento dei punti a<br />
terra in modo ottimale, essendo<br />
questo limitato necessità della<br />
visibilità dei punti stessi (fig.3).<br />
Inoltre in alcuni casi pur garantendo<br />
la visibilità attraverso le<br />
chiome, queste ultime hanno<br />
degradato la bontà del segnale<br />
GPS abbassando l’accuratezza<br />
dei punti a terra rendendoli di<br />
fatto inutilizzabili ai fini dell’orientamento<br />
assoluto del blocco<br />
fotogrammetrico.<br />
Fig. 4 - Rilievo Laser Scanner Terrestre in un<br />
campione di foresta (a) e relativa nuvola di punti<br />
in cui sono stati identificati gli alberi (b).<br />
Inoltre per quanto riguarda<br />
l’orotfoto alcuni problemi di<br />
blurring sono stati causati dallo<br />
spostamento delle cime degli<br />
alberi dovuto al vento.<br />
Integrazione con dati<br />
Laser scanner terrestri<br />
L’uso pianificato della risorsa<br />
forestale basata sull’inventario è<br />
una procedura chiave sia per lo<br />
sfruttamento economico della<br />
stessa sia per la conservazione<br />
naturalista dell’ecosistma forestale.<br />
La raccolta sul campo<br />
delle informazioni riguardanti<br />
le caratteristiche di un determinato<br />
bosco sono la base per una<br />
pianificazione di questo genere.<br />
L’assortimento di una foresta è<br />
un sistema complesso e i parametri<br />
che lo caratterizzano sono<br />
generalmente molto vari. Al fine<br />
di avere un esaustivo inventario<br />
della foresta è necessario avere<br />
una accurata conoscenza delle<br />
piante presenti. Gli alberi possono<br />
essere definiti con diversi<br />
parametri (diametro alla base,<br />
Altezza, diametro della chioma<br />
ecc.) tuttavia dato l’alto numero<br />
di alberi presenti in una foresta<br />
sarebbe improduttivo misurare<br />
le caratteristiche di ogni singolo<br />
albero, ma in genere vengono<br />
eseguite delle misure a campione.<br />
La metodologia utilizzata in<br />
SLOPE per la raccolta delle<br />
informazioni sul campo deriva<br />
da una tecnica già utilizzata<br />
dal partner Treemetrics (www.<br />
treemetrics.com) e che si basa<br />
sulla misurazione di alcune ben<br />
definite zone campione all’interno<br />
del bosco in esame. Questo<br />
metodo è più efficiente rispetto<br />
alla semplice misurazione di<br />
campioni estratti in maniera<br />
random. Tuttavia questa tecnica<br />
richiede la conoscenza a priori<br />
della foresta per la definizione<br />
di come le diversi possibili campioni<br />
sono distribuiti all’interno<br />
della zona. L’analisi dei dati ad<br />
alta risoluzione, acquisiti tramite<br />
UAV, è un valido supporto<br />
nella definizione a priori della<br />
localizzazione dei diversi campioni.<br />
Le tecniche d’inventario basate<br />
sulla relazione tra altezza e diametro<br />
di base misurati generalmente<br />
sono poco accurate specialmente<br />
per quanto riguarda<br />
la stima del valore commerciale.<br />
Il laser scanner terrestre è uno<br />
strumento non distruttivo che<br />
consente una rapida e precisa<br />
ricostruzione in una nuvola di<br />
punti 3D della scena. Il software<br />
di rilievo forestale sviluppato<br />
da treementrics permette di<br />
estrarre da una nuvola laser la<br />
posizione delle piante e i parametri<br />
dendrometrici (diametri<br />
a varie altezze, asse etc. fig. 4).<br />
Dal modello 3D è possibile<br />
estrarre il DBH e la posizione<br />
relativa della pianta con accuratezza<br />
rispettivamente di 5 e 1.7<br />
cm Simonse et al. (2003).<br />
Una limitazione del laser scanner<br />
terrestre in questo tipo di<br />
applicazioni è legata al fatto che<br />
risulta praticamente impossibile<br />
rilevare l’estremità delle piante<br />
e quindi la loro altezza, al momento<br />
quindi l’altezza viene<br />
misurata con tecniche manuali e<br />
poi associata in post-produzione<br />
al dato estratto dalla nuvola laser.<br />
Questo aumenta i tempi di<br />
rilevo sul campo e può essere,<br />
quindi, in genere soggetto a errori<br />
o omissioni da parte dell’operatore.<br />
Il progetto SLOPE ha integrato<br />
i dati Laser Scanner con il DSM<br />
e il DHM ottenuto dai rilievi<br />
aerei UAV al fine di determinare<br />
in maniera più veloce le altezze<br />
delle piante rilevate. I passi per<br />
ottenere questo risultato sono:<br />
Individuazione delle sommità<br />
piante nel DHM o<br />
nell’ortofoto.<br />
Registrazione delle posizioni<br />
delle piante rilevate tramite<br />
laser scanner con le posizioni<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2015</strong> 19
REPORTS<br />
delle piante individuate dai<br />
dati UAV.<br />
Associazione dell’altezza del<br />
DHM alla pianta modellata<br />
tramite laser scanner.<br />
Un altro possibile miglioramento<br />
analizzato in SLOPE è<br />
la possibilità di estendere per<br />
inferenza le caratteristiche derivate<br />
dai campioni rilevati con<br />
laser scanner all’intero bosco,<br />
utilizzando alcuni parametri<br />
estratti dai dati UAV.<br />
Il modello tridimensionale<br />
della foresta<br />
L’insieme del DHM, delle ortofoto<br />
e dei modelli laser scanner<br />
consentirà la generazione di un<br />
modello digitale tridimensionale<br />
della foresta, in cui ogni albero<br />
sarà caratterizzato da un elemento<br />
geometrico definito in base<br />
ai parametri rilevati (fig. 5).<br />
Naturalmente per gli alberi rilevati<br />
anche da terra i parametri<br />
saranno quelli reali misurati<br />
mentre, per gli alberi non direttamente<br />
rilevati da terra, queste<br />
informazioni saranno ottenute<br />
per generalizzazione delle informazioni<br />
campione.<br />
Il modello digitale della foresta<br />
ottenuto servirà come base per<br />
la pianificazione delle operazioni<br />
e per la stima dell’assortimento<br />
Fig. 5 - Visualizzazione del modello digitale della foresta, nel client 3D.<br />
estraibile durante il raccolto.<br />
La piattaforma SLOPE per la<br />
fruizione delle informazioni è basata<br />
su un sistema di visualizzazione<br />
geografica tridimensionale<br />
(virtual globe) (De Amicis et al<br />
2011) che accede sia alle informazioni<br />
geometriche degli alberi<br />
sia ai dati dell’inventario forestale<br />
(fig 5). Inoltre il sistema consentirà<br />
la visualizzazione di informazioni<br />
georeferenziate quali: strade<br />
di accesso, piazzole di raccolta<br />
del materiale, informazioni catastali<br />
etc.<br />
Conclusioni<br />
Un’ accurata stima delle risorse di<br />
un bosco è di sicuro interesse sia<br />
per i proprietari sia per le aziende<br />
che si occupano di estrazione e<br />
lavorazione del legname. Misure<br />
a campione delle inventario forestale<br />
sono eseguite con tecnologia<br />
Laser Scanner Terrestre e sulla<br />
base di queste sono derivati i<br />
parametri per tutta la zona di<br />
interesse.<br />
Il rapido sviluppo delle tecnologie<br />
UAV/RPAS apre interessanti<br />
scenari sia per la riduzione dei<br />
tempi sia per il miglioramento<br />
nella stima dei parametri dell’inventario<br />
forestale.<br />
L’uso combinato di queste due<br />
tecnologie consentirà la realizzazione<br />
di un modello digitale della<br />
foresta tridimensionale in cui sia<br />
possibile pianificare il raccolto e<br />
simulare le operazioni di campagna,<br />
che specialmente nelle zone<br />
di montagna, richiedo l’impiego<br />
di particolari tecnologie come le<br />
teleferiche.<br />
RINGRAZIAMENTI<br />
Il progetto SLOPE ha ricevuto finanziamenti all’interno del 7 programma quadro<br />
dell’Unione Europea. Gli autori sono i soli responsabili di questo lavoro. L’unione Europea<br />
non è in alcun modo responsabile dell’uso che potrebbe essere fatto delle informazioni<br />
contenute in questo articolo.<br />
Si ringraziano i custodi forestali del comune di Sover (TN) per il supporto durante le<br />
operazioni di rilievo.<br />
BIBLIOGRAFIA<br />
Horcher, A. and Visser R.J.M. (2004): Unmanned Aerial Vehicles: Applications for<br />
Natural Resource Management and Monitoring.- COFE (Council on Forest Engineering)<br />
Annual Meeting 2004, Proceedings.<br />
Simonse M., Aschoff T., Spiecker H. and Thies M., 2003. Automatic determination of<br />
forest inventory parameters using terrestrial laserscanning. In: Proc. of the ScandLaser Scientific<br />
Workshop on Airborne Laser Scanning of Forests, Umea, Sweden, pp. 251–257.<br />
Available online at http://www.natscan.uni-freiburg.de/suite/ pdf/030916_1642_1.pdf.<br />
Last accessed 28 January 2011.<br />
R. de Amicis, G. Conti, S. Piffer and F. Prandi. "SERVICE ORIENTED COMPUT-<br />
ING FOR AMBIENT INTELLIGENCE TO SUPPORT MANAGEMENT OF<br />
TRANSPORT INFRASTRUCTURES", Journal of Ambient Intelligence and Humanized<br />
Computing. 2011<br />
PAROLE CHIAVE<br />
UAV; pianificazione forestale; SLOPE<br />
ABSTRACT<br />
The project SLOPE will integrate information from, UAV and on-field surveying systems,<br />
to support macro and local analysis to characterize the forest resources. Spatial<br />
information will integrate data in a model for optimization of logistics during forest<br />
operations.<br />
AUTORE<br />
Federico Prandi, federico.prandi@graphitech.it,<br />
Raffaele De Amicis, raffaele.de.amicis@graphitech.it<br />
Daniele Magliocchetti, daniele.magliocchetti@graphitech.it<br />
Fondazione Graphitech Trento<br />
20 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2015</strong>
REPORTS<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2015</strong> 21
REPORTS<br />
Il nuovo sistema per l’aggiornamento<br />
automatico della cartografia<br />
catastale e degli archivi censuari<br />
La tassonomia viene generata<br />
sulla base dell’enucleazione<br />
delle operazioni catastali effettuate<br />
dall’atto di aggiornamento<br />
dall’insieme delle possibili operazioni<br />
definite a priori:<br />
Le operazioni catastali elementari<br />
contenute in un atto<br />
di aggiornamento sono messe<br />
direttamente in corrispondenza<br />
con le modalità del trattamento<br />
ed i relativi controlli da operarsi<br />
sull’atto d’aggiornamento.<br />
Al tecnico professionista è demandato<br />
il compito di selezionare,<br />
preventivamente alla predisposizione<br />
dell’atto, una tra le<br />
tre possibili categorie dell’atto:<br />
Ordinaria, Semplificata o<br />
Speciale.<br />
Il nuovo procedimento è già<br />
attivo dal 01/01/<strong>2015</strong> è sta dimostrando<br />
di riuscire a trattare<br />
automaticamente un maggiore<br />
numero di varietà di atti di agdi<br />
Donato Tufillaro<br />
La maturità del processo di<br />
aggiornamento della cartografia<br />
catastale, conseguita durante<br />
un trentennio di esperienza<br />
testimonia la validità delle<br />
applicazioni Geomatiche ed<br />
apre nuove prospettive di<br />
ricerca per un incremento della<br />
qualità nella descrizione del<br />
territorio, utile allo sviluppo<br />
civile della società.<br />
Fig. 1 - Un aggiornamento catastale ante 1988.<br />
Da alcuni anni sono<br />
attive le procedure<br />
per l’automazione del<br />
processo per il trattamento degli<br />
atti geometrici di aggiornamento<br />
del catasto terreni.<br />
Il sistema finora adottato si basa<br />
sulla definizione di una serie di<br />
schemi completi di funzionalità<br />
e controlli, predisposti sulla<br />
base dell’analisi, eseguita a priori,<br />
delle possibili varietà degli<br />
atti di aggiornamento.<br />
Con tale sistema si fa corrispondere<br />
l’atto da predisporre ad<br />
uno degli schemi predefiniti,<br />
ed in questo modo le procedure<br />
per la predisposizione (Pregeo<br />
per Tecnici Esterni) guidano<br />
l’utente alla corretta predisposizione<br />
dell’atto, e le procedure<br />
negli uffici del catasto applicano<br />
in controlli previsti nello schema<br />
e eseguono l’aggiornamento<br />
automatico.<br />
Questo sistema prevede, ovviamente,<br />
il controllo relativo alla<br />
effettiva corrispondenza di un<br />
atto allo schema al quale è stato<br />
attribuito, che è basato su un<br />
confronto- di natura insiemistica<br />
- tra le geometrie dell’estratto<br />
di mappa originale e le<br />
geometrie dell’estratto di mappa<br />
aggiornato che, come è noto<br />
sono due componenti dell’atto<br />
di aggiornamento.<br />
Proprio lo sviluppo di tale<br />
controllo geometrico ha reso<br />
possibile l’implementazione di<br />
un nuovo sistema di aggiornamento<br />
che supera, almeno in<br />
parte, il sistema basato sulla<br />
pre-definizione degli schemi di<br />
aggiornamento.<br />
Il nuovo approccio è basato su<br />
una nuova classificazione tassonomica<br />
degli atti che sostituisce<br />
la vecchia classificazione basata<br />
su 34 schemi.<br />
22 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2015</strong>
REPORTS<br />
giornamento rispetto all’approccio<br />
precedente, conseguendo<br />
una percentuale del 55% dei casi<br />
contro il 35% dei casi riscontrati<br />
col vecchio metodo.<br />
Ora in questa breve nota si vuole<br />
analizzare un aspetto poco<br />
conosciuto contenuto negli atti<br />
di aggiornamento ma che riveste<br />
delle importanti potenzialità.<br />
Struttura degli di<br />
aggiornamento prima<br />
dell’automazione<br />
Fino al 1988 gli atti di aggiornamento<br />
erano predisposti secondo<br />
un metodo basato sull’appoggio<br />
agli elementi cartografici<br />
rintracciati sul territorio. Questo<br />
metodo contempla l’esecuzione<br />
di misure (essenzialmente<br />
distanze) secondo allineamenti<br />
materializzabili sul terreno e rappresentabili<br />
sulla mappa.<br />
Si raffrontano i valori misurati<br />
sul terreno con quelli dedotti<br />
graficamente dalla mappa, le<br />
differenze si ripartiscono lungo<br />
l’allineamento, ed applicando<br />
la ripartizione si inseriscono<br />
i punti rilevati sulla mappa,<br />
formando il disegno delle linee<br />
di aggiornamento. Le quantità<br />
misurate devono essere trascritte<br />
direttamente sulla mappa. Si<br />
osservi come questo metodo<br />
non comporti alcun calcolo<br />
per la riduzione delle distanze<br />
alla superficie di riferimento e<br />
neanche alcuna correzione per<br />
l’introduzione delle misure nel<br />
sistema di rappresentazione:<br />
si applica solo la riduzione in<br />
scala. Naturalmente il metodo è<br />
accettabile per piccole porzioni<br />
di territorio, ed a condizione che<br />
la riforma è ben espressa da questa<br />
singola frase in premessa alle<br />
nuove norme:<br />
“Sulla base delle norme appresso<br />
descritte, il professionista dovrà<br />
considerare l’immobile oggetto della<br />
misurazione, seppure compiutamente<br />
espresso nella forma e nella<br />
superficie, indipendente dall’ambito<br />
cartografico; dovrà comunque<br />
individuare e misurare la maglia<br />
dei punti fiduciali contenente<br />
l’oggetto del rilievo, fornendo solo<br />
le misure direttamente osservate e<br />
considerare i punti medesimi quali<br />
elementi topografici di raccordo<br />
tra i diversi rilievi, ignorandone<br />
cioè anche in questo caso, la loro<br />
posizione cartografica.”<br />
Sostanzialmente si passa da un<br />
rilievo basato sull’appoggio ad<br />
elementi cartografici ad un rilievo<br />
che individui completamente<br />
la geometria dell’aggiornamento<br />
a prescindere dalla sua posizione<br />
sulla cartografia.<br />
Anche per i Punti Fiduciali - che<br />
devono essere riferiti obbligatoriamente<br />
dal rilievo - va ignorata<br />
la posizione cartografica.<br />
Naturalmente, per consentire<br />
l’effettivo aggiornamento della<br />
cartografia che è poi lo scopo del<br />
rilievo, sono stati implementati<br />
nelle procedure dei metodi che<br />
consentono l’aggiornamento.<br />
Nel corso degli anni i metodi<br />
applicati sono stati costantemente<br />
adeguati alle mutate<br />
condizioni – ad esempio la tutta<br />
la cartografia catastale nel corso<br />
dell’ultimo ventennio è disponibile<br />
in formato numerico vettoriale,<br />
mentre nel 1988 era per<br />
la gran parte rappresentata su<br />
carta. Pertanto, trascurando la<br />
storia delle evoluzioni si fa riferimento<br />
alla situazione attuale.<br />
Il procedimento opera sui risultati<br />
dell’elaborazione del libretto<br />
delle misure {R}, costituiti dalle<br />
coordinate piane punti rilevati<br />
espresse nello stesso riferimento<br />
della mappa catastale previa<br />
riduzione alla superficie di rifedpf<br />
demolizione di un fabbricato annesso ad una particella o di porzione di fabbricato<br />
dtf demolizione totale di un fabbricato<br />
amf ampliamento di un fabbricato esistente<br />
ncf inserimento di un nuovo fabbricato<br />
frp frazionamento di particelle<br />
fup fusione di particelle o di derivate di particelle<br />
vrg aggiornamento di linee varie, simboli o testi<br />
sub aggiornamento relativo a subalterni di fabbricati rurali<br />
le correzioni trascurate siano ricomprese<br />
nelle quantità oscurate<br />
dall’errore di graficismo (moltiplicato<br />
per il denominatore del<br />
rapporto di scala). Se si fanno<br />
i calcoli si ottengono porzioni<br />
di territorio che corrispondono<br />
alle dimensioni di un foglio<br />
di mappa catastale sempreché<br />
sia espresso nel sistema di rappresentazione<br />
Cassini Soldner.<br />
Anzi è più corretto dire che le<br />
dimensioni dei fogli di mappa<br />
catastale sono determinate dalla<br />
condizione che l’errore di graficismo<br />
ricomprenda le correzioni<br />
trascurate, in modo che sia possibile<br />
riportare direttamente sui<br />
fogli le misure eseguite sul terreno,<br />
avendo preventivamente<br />
stabilito un limite di estensione<br />
del sistema di coordinate piane<br />
all’interno del quale tale rappresentazione<br />
è praticamente conforme,<br />
e pertanto le trasformate<br />
degli allineamenti individuati<br />
sul terreno sono costituite da linee<br />
rette sul foglio di mappa.<br />
Struttura degli di<br />
aggiornamento dopo<br />
l’automazione<br />
Con la riforma del 1988 viene<br />
introdotto l’obbligo di allegare<br />
all’atto di aggiornamento<br />
il libretto delle misure che ne<br />
costituisce una componente<br />
essenziale, codificato secondo<br />
un formato che consente l’elaborazione<br />
automatica ma che<br />
conservi le caratteristiche di<br />
essere “human readable”. Nel<br />
libretto delle misure devono<br />
essere riferiti almeno tre Punti<br />
Fiduciali individuati sul terreno:<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2015</strong> 23
REPORTS<br />
Fig. 2 - Un<br />
aggiornamento<br />
catastale ai sensi della<br />
circolare2/1988.<br />
rimento e previa introduzione<br />
nel sistema di rappresentazione<br />
della mappa determinate dal<br />
calcolo di compensazione delle<br />
misure e dai relativi identificativi,<br />
e sulle informazioni geometriche<br />
contenute nell’estratto di<br />
mappa vettoriale {E}, costituiti<br />
dalle coordinate piane dei punti<br />
dell’estratto di mappa e dai relativi<br />
identificativi .<br />
In una fase di inquadramento del<br />
rilievo l’operatore agisce interattivamente<br />
su una rappresentazione<br />
videografica che mostra contemporaneamente<br />
i punti del rilievo<br />
e dell’estratto lasciandoli però<br />
logicamente separati. L’operatore<br />
deve indicare la corrispondenza<br />
di uno o più punti del rilievo<br />
{I ∈ R} con gli omologhi punti<br />
dell’estratto {O ∈ E}.<br />
Al termine delle operazioni di<br />
individuazione della corrispondenza<br />
ai punti del rilievo viene<br />
applicata una trasformazione<br />
alle coordinate di tutti i punti<br />
del rilievo; i parametri della<br />
trasformazione (un vettore traslazione,<br />
un vettore rotazione<br />
ed eventualmente uno scalare<br />
che rappresenta la variazione<br />
di scala) sono determinati con<br />
un calcolo ai minimi quadrati a<br />
partire dalle relazioni di corrispondenza<br />
individuate.<br />
Si ottengono cosi i valori trasformati<br />
delle coordinate dei<br />
punti del rilievo {R*}.<br />
La trasformazione di {R} in<br />
{R*} è perfettamente definita<br />
dalle relazioni di omologia , e<br />
dall’algoritmo di calcolo dei parametri<br />
: {R*}=[T]+[S]{R} dove<br />
[T] è una traslazione ed [S] una<br />
matrice di rotazione.<br />
Si ha anche che {R}=[{R*}-{T}]<br />
[S] -1 =[{R*}-{T}][S] T cioè la relazione<br />
è invertibile.<br />
L’informazione sui punti omologhi<br />
è archiviata nell’estratto<br />
di mappa aggiornato con la seguente<br />
codifica:<br />
6|PV|404*|3%|<br />
6|PV|405*|17%|<br />
6|PV|303*|7%|<br />
Alcuni dei punti {R*} dovranno<br />
essere adattati ed elementi geometrici<br />
dell’estratto, o in maniera<br />
automatica impostando il<br />
raggio di un cerchio di cattura,<br />
o anche in maniera interattiva<br />
determinando la coincidenza<br />
con operazioni di trascinamento.<br />
Questa operazione può essere<br />
riguardata come una ulteriore<br />
trasformazione che riguarda<br />
però un sotto insieme dei punti<br />
{R*} e non necessariamente tutti<br />
i punti. L’adattamento è necessario<br />
per attivare le successive<br />
operazioni di segmentazione o<br />
di tassellazione dell’estratto che<br />
sono necessarie per la definizione<br />
delle nuove aree catastali che<br />
conseguono dall’aggiornamento.<br />
L’aspetto interessante è che<br />
il vettore dei punti {I ∈ R}-{O<br />
∈ E} viene archiviato automaticamente<br />
nella componente “<br />
estratto di mappa aggiornato”<br />
dell’atto di aggiornamento.<br />
Tutto il processo di inquadramento/adattamento<br />
può essere<br />
descritto come la somma di un<br />
vettore spostamento comune a<br />
tutti i punti che trasporta {R}<br />
in {R*}, e di una serie di vettori<br />
spostamento semplici che riguardano<br />
un sotto insieme {k ∈<br />
R} che trasportano i punti dalla<br />
posizione {k*} alla posizione definitiva<br />
{k**}; questi spostamenti<br />
possono essere definii come<br />
distorsioni dello spostamento<br />
applicate ai punti del rilievo per<br />
conseguire la corrispondenza<br />
con punti dell’estratto.<br />
Quindi atteso che il rilievo<br />
allegato ad un atto di aggiornamento<br />
determina una rete topografica<br />
indipendente dall’ambito<br />
cartografico come stabilito dalla<br />
normativa, che determina la posizione<br />
e la precisione dei punti<br />
rilevati e dei Punti Fiduciali rilevati<br />
materializzati sul terreno,<br />
con la metodologia adottata per<br />
la predisposizione della propo-<br />
Fig. 3 - Individuazione dei punti<br />
omologhi {I ∈ R}->{O ∈ E}.<br />
24 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2015</strong>
REPORTS<br />
Fig. 4 - Estratto di<br />
mappa aggiornata.<br />
sta di aggiornamento si determina<br />
un collegamento analitico<br />
tra il rilievo e la cartografia.<br />
La trasformazione terreno-><br />
mappa è un processo stocastico<br />
riproducibile ed invertibile per<br />
il fatto che i parametri della<br />
trasformazione son archiviati<br />
nell’atto di aggiornamento.<br />
Conclusioni<br />
Come è noto i Punti Fiduciali<br />
sono individuati con precisione<br />
sulla superficie fisica (sul terreno)<br />
per mezzo delle monografie<br />
ad essi associate, ma la loro posizione<br />
assoluta e la precisione<br />
non sono determinate.<br />
Un eventuale determinazione<br />
della posizione assoluta dei<br />
Punti Fiduciali consentirebbe di<br />
ricalcolare la posizione dei vertici<br />
di ciascun rilievo associato<br />
agli atti di aggiornamento, utilizzando<br />
i libretti delle misure<br />
che sono archiviati nella banca<br />
dati topografica del catasto.<br />
Applicando poi a ciascun estratto<br />
di mappa associato agli atti<br />
di aggiornamento la trasformazione<br />
inversa, archiviata nella<br />
proposta di aggiornamento, si<br />
verrebbe a costituire una relazione<br />
analitica tra alcuni punti<br />
degli estratti e la relativa posizione<br />
sul terreno. Questa caratteristica<br />
applicabile ad una certa<br />
quantità di punti degli estratti<br />
di mappa potrebbe essere archiviata<br />
direttamente nell’ archivio<br />
corrispondente alla cartografia<br />
catastale. Data la grande numerosità<br />
dei punti della mappa<br />
associabili alla posizione sul<br />
terreno con il metodo descritto<br />
esiste, su queste basi, la possibilità<br />
di sviluppare una ricerca<br />
finalizzata al miglioramento<br />
della “qualità metrica” della cartografia<br />
catastale. Va dato atto<br />
agli organi tecnici del Catasto<br />
di aver concepito e sviluppato<br />
un procedimento veramente<br />
innovativo per il trattamento<br />
degli atti di aggiornamento,<br />
coinvolgendo, tra l’altro, le categorie<br />
professionali interessate,<br />
che mostra tutta la sua validità<br />
anche nei confronti di possibili<br />
interessanti sviluppi in ambito<br />
cartografico.<br />
PAROLE CHIAVE<br />
Geomatica; cartografia catastale; aggiornamento<br />
automatico<br />
ABSTRACT<br />
The maturity of the update process of cadastral mapping,<br />
achieved during three decades of experience testifies to the<br />
validity of Geomatics applications and opens up new research<br />
perspectives for an increase in quality in the description of the<br />
territory, which is useful in the development of civil society.<br />
AUTORE<br />
Donato Tufillaro<br />
d.tufillaro@sogei.it<br />
SOGEI - Via Mario Carucci 99 Rome, 00143 Italy<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2015</strong> 25
pasto<br />
figlia di<br />
lungo che le<br />
della Principe<br />
distintame<br />
sviluppan<br />
terreni agr<br />
Space, è<br />
è in grad<br />
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Credits:<br />
di lacrim
Sete Cidades Massif (Isole Azzorre)<br />
L’immagine satellitare che pubblichiamo è stata<br />
acquisita sopra l’isola San Miguel delle Azzorre e mostra<br />
il complesso vulcanico chiamato Sete Cidades Massif.<br />
Il cratere circolare (o caldera) domina l’immagine e misura<br />
circa 5 km di diametro. Il suo interno ospita laghi, coni<br />
vulcanici, volte laviche e crateri poco profondi.<br />
La Lagoa das Sete Cidades – ovvero la Laguna delle Sette<br />
Città – è costituita da due laghi ecologicamente differenti, collegati<br />
tra loro da due stretti passaggi, visibili al centro dell’immagine. A causa<br />
dei colori che riflettono, il lago che si trova a nord è chiamato Lago Blu, mentre<br />
quello a sud è chiamato Lago Verde. Secondo la leggenda la figlia di un re tenuta<br />
protetta riuscì a fuggire sulle colline circostanti, dove incontrò e si innamorò di un giovane<br />
re. Quando il ragazzo chiese la ragazza in sposa al re, questi si rifiutò di concederla e proibì alla<br />
vedere ancora il pastore. I due si incontrarono segretamente un’ultima volta e piansero tanto a<br />
loro lacrime riempirono la valle, formando i due laghi: uno verde come il colore degli occhi<br />
ssa, uno blu come il colore degli occhi del pastore. Nell’area circostante possiamo osservare<br />
nte linee in corrispondenza delle quali la vegetazione cresce lungo corsi d’acqua che si<br />
o in senso radiale dal massiccio circolare. Tra queste linee ci sono appezzamenti di<br />
icoli. Questa immagine, presente anche sulla programmazione video Earth From<br />
stata acquisita dal satellite spagnolo Deimos-2 il 6 Dicembre 2014. Il satellite<br />
o di effettuare osservazioni con risoluzione al suolo fino a 75 cm tramite il<br />
suo sensore ottico per immagini ad alta risoluzione.<br />
a 1 Aprile <strong>2015</strong> la missione Deimos-2 inizierà a contribuire al<br />
Programma Europeo Copernicus.<br />
DEIMOS Imaging - ESA Immagine della settimana: Laguna<br />
e (15 Marzo <strong>2015</strong>). Traduzione a cura di Gianluca Pititto.<br />
http://geoforall.it/kkx46
REPORTS<br />
L’ITSS “Majorana-Giorgi” di<br />
Genova in orbita con i sistemi<br />
di navigazione via satellite<br />
di Primo Bartoli e Marco Lisi<br />
Il presente articolo nasce<br />
da una scommessa: riuscire<br />
a diffondere la cultura<br />
tecnica della navigazione<br />
via satellite (GPS, Glonass<br />
e Galileo) già a livello di<br />
istruzione secondaria.<br />
Una scommessa forse<br />
difficile, ma assolutamente<br />
utile, se non necessaria,<br />
specialmente in un’Europa<br />
che sta investendo da<br />
anni miliardi di euro per<br />
lo sviluppo del sistema di<br />
navigazione globale Galileo.<br />
Come sempre le buone<br />
idee si sviluppano in<br />
piccolo e con una certa<br />
dose di ingenuità, per poi prendere<br />
il volo e diventare professionalmente<br />
serie e feconde.<br />
Gli studenti della classe V sezione<br />
A del corso di Elettronica<br />
e Telecomunicazioni (anno<br />
accademico 2013/2014) presso<br />
l’ Istituto Tecnico Superiore Statale<br />
(ITSS) “Majorana-Giorgi”<br />
avevano letto alcuni articoli di<br />
riviste specializzate sulla possibilità<br />
di realizzare, con un piccolo<br />
investimento economico, una<br />
stazione semiprofessionale di<br />
monitoraggio dei satelliti GNSS<br />
(GPS, GLONASS o Galileo),<br />
col duplice obiettivo di approfondire<br />
le tecniche della navigazione<br />
satellitare e di offrire<br />
un interessante ausilio didattico<br />
per università ed istituti tecnici<br />
professionali.<br />
L’insegnante del laboratorio di<br />
elettronica e telecomunicazioni<br />
dell’istituto, prof. Primo Bartoli,<br />
aderì con entusiasmo all’idea,<br />
contattando l’ing. Marco Lisi<br />
del Direttorato Navigazione<br />
dell’ESA e, al tempo, Consigliere<br />
Speciale della Commissione<br />
Europea per le attività spaziali.<br />
A questo punto le attività sono<br />
partite con un ritmo incalzante<br />
e con grande entusiasmo da parte<br />
degli studenti.<br />
Il primo passo è stato quello<br />
di implementare una semplice<br />
stazione di monitoraggio dei<br />
segnali GNSS multicostellazione,<br />
basata su un ricevitore<br />
commerciale molto economico<br />
28 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2015</strong>
REPORTS<br />
e sull’utilizzo di programmi<br />
software di processamento<br />
disponibili<br />
gratuitamente in rete.<br />
Poi gli studenti, non<br />
paghi, hanno deciso<br />
di sviluppare il loro<br />
stesso software, utilizzando<br />
il programma<br />
LabVIEW della National<br />
Instruments.<br />
E’ doveroso menzionare<br />
il fatto che National Instruments<br />
ha fornito a titolo<br />
totalmente gratuito licenze<br />
per la piattaforma di sviluppo<br />
in LabVIEW nonchè corsi di<br />
formazione per tutti gli studenti<br />
interessati.<br />
E’ stata anche avviata una collaborazione<br />
con la ditta francese<br />
M3Systems (M3S), specializzata<br />
nello sviluppo di ricevitori SDR<br />
(“Software Defined Radio”) per<br />
applicazioni GNSS. Attraverso<br />
la tecnologia SDR è possibile<br />
realizzare ricevitori molto<br />
flessibili, in grado di ricevere<br />
i differenti formati dei segnali<br />
trasmessi dalle varie costellazioni<br />
(GPS, Glonass, Galileo e<br />
Beidou).<br />
Prima di descrivere in maggiore<br />
dettaglio l’attività tecnica svolta<br />
ed i risultati ottenuti, vale la<br />
pena di dare qualche informazione<br />
sull’istituto “Majorana-<br />
Giorgi”.<br />
L’ I.T.S.S Majorana – Giorgi,<br />
già istituto tecnico industriale,<br />
si suddivide in due plessi separati,<br />
uno in via Salvador Allende e<br />
l’ altro in via Timavo a Genova.<br />
Attualmente l’istituto permette<br />
la formazione dei ragazzi nei<br />
settori: elettronica industriale,<br />
informatica, telecomunicazioni,<br />
elettrotecnica e meccanica; sono<br />
presenti corsi anche per tecnico<br />
commerciale ed il liceo delle<br />
scienze applicate.<br />
In entrambe le sedi sono presenti<br />
numerosi laboratori muniti<br />
di strumentazione tecnica per<br />
permettere ai ragazzi di svolgere<br />
Fig. 1 - diagramma grafico del programma LabVIEW<br />
attività pratiche nel proprio<br />
settore.<br />
Sin dal terzo anno di studi viene<br />
data l’ opportunità di entrare<br />
in contatto con il mondo del<br />
lavoro e vengono pertanto organizzati<br />
stage in ogni settore,<br />
facendo così avvicinare i ragazzi<br />
anche ad aziende di rilevanza<br />
nazionale ed internazionale.<br />
Nel corso degli studi, il numero<br />
di progetti e gli stage a cui si<br />
aderisce, sempre su base volontaria<br />
degli alunni, aumenta in<br />
modo da permettere agli studenti<br />
di migliorare le loro conoscenze<br />
e capacità e in modo<br />
da consentire loro di reperire<br />
materiale e documentazione che<br />
producano un arricchimento<br />
delle loro competenze tecniche.<br />
Nell’ ambito di queste attività<br />
sono stati, negli ultimi anni ,<br />
attivati progetti relativi alle nuove<br />
tecnologie nel campo delle<br />
telecomunicazioni.<br />
Ed è proprio nel laboratorio di<br />
elettronica e telecomunicazioni<br />
che il nuovo filone di attività<br />
sui sistemi di navigazione via<br />
satellite si è sviluppato.<br />
Gli studenti dovevano risolvere<br />
un problema apparentemente<br />
semplice, ma anche foriero di<br />
numerosi ed interessanti sviluppi:<br />
ricevere i dati più o meno<br />
grezzi forniti da un ricevitore<br />
GNSS in un formato e secondo<br />
un protocollo standard e<br />
convertirli in informazioni utili<br />
Fig. 2 - schermata LabVIEW di acquisizione dati in formato NMEA.<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2015</strong> 29
REPORTS<br />
Fig. 3 - Immagine ricezione dati.<br />
Fig. 4 - Programma ricezione dati.<br />
Fig. 5 - Altra vista del programma di ricezione dati.<br />
ad un utente, per esempio nella propria<br />
posizione su una mappa di qualsivoglia<br />
formato.<br />
Un tipico ricevitore GNSS commerciale<br />
fornisce i propri dati secondo un formato<br />
ed un protocollo di comunicazione definito<br />
nello standard NMEA. I dati comprendono<br />
innanzi tutto la completa soluzione<br />
PVT (posizione, velocità e tempo), ma<br />
possono anche includere informazioni<br />
dettagliate sui satelliti in vista, ovvero il<br />
contenuto stesso dei messaggi di navigazione.<br />
I ricevitori GNSS semi-professionali<br />
o professionali tendono invece a fornire<br />
i dati di navigazione in formato grezzo,<br />
secondo lo standard RINEX. Ciò permette<br />
un post processamento più sofisticato<br />
dei dati stessi.<br />
Limitandosi al caso di dati NMEA,<br />
gli studenti del prof. Bartoli dovevano<br />
risolvere il problema di acquisire i<br />
dati pre-processati, memorizzarli per<br />
eventuali elaborazioni statistiche, e<br />
convertirli in visualizzazioni utili ad<br />
un eventuale utente, per esempio,<br />
alla posizione in coordinate cartesiane<br />
o polari su una mappa.<br />
La piattaforma di sviluppo software<br />
scelta per realizzare l’interfaccia fra<br />
ricevitore GNSS ed utente è stata<br />
LabVIEW di National Instruments.<br />
LabVIEW è un ambiente di sviluppo<br />
per applicazioni principalmente<br />
orientate all’acquisizione di dati,<br />
alla gestione di strumentazione<br />
elettronica e all’analisi ed elaborazione<br />
dei segnali.<br />
L’ambiente di programmazione<br />
di tipo grafico ad oggetti<br />
(“object oriented language”)<br />
di LabVIEW ha consentito<br />
di:<br />
realizzare il programma,<br />
in forma di diagrammi a<br />
blocchi;<br />
avere un pannello frontale<br />
per il comando necessario al<br />
settaggio del protocollo di comunicazione<br />
con il ricevitore GNSS;<br />
visualizzare la posizione, non in<br />
termini di stringhe e dati NMEA, bensì<br />
all’ interno di un grafico XY, il quale<br />
poi è facilmente sostituibile con mappe<br />
specifiche.<br />
30 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2015</strong>
REPORTS<br />
Le figure 1 e 2 mostrano, rispettivamente,<br />
il diagramma grafico<br />
del programma e la schermata<br />
LabVIEW di acquisizione dati<br />
in formato NMEA.<br />
L’attività svolta, che è peraltro<br />
diventata una tesina di diploma<br />
per molti degli studenti del corso,<br />
ha pienamente confermato<br />
la validità didattica delle tematiche<br />
tecniche e tecnologiche relative<br />
alla navigazione via satellite,<br />
nonché la possibilità di affrontare<br />
tali tematiche con investimenti<br />
realistici, anche tenendo<br />
conto delle ristrette disponibilità<br />
dell’istruzione secondaria in<br />
Italia. E’ nelle intenzioni degli<br />
autori che questo esperimento<br />
didattico e, più in generale, di<br />
diffusione della cultura tecnologica<br />
fra i giovani, continui e<br />
si sviluppi anche nei futuri anni<br />
accademici.<br />
Un particolare ringraziamento a<br />
Raffaele Fiengo e Massimo Rapini<br />
della National Instruments<br />
ed a Marc Pollina, fondatore e<br />
presidente di M3S, per il supporto<br />
generosamente offerto.<br />
Particolari complimenti, inoltre,<br />
agli studenti Simone Burlando,<br />
Manuel Timuneri e Stefano<br />
Lavanna. I primi due, appena<br />
diplomati, hanno già trovato<br />
lavoro in aziende del settore<br />
elettronico nell’area di Genova,<br />
a conferma che la buona cultura<br />
è la migliore medicina contro la<br />
disoccupazione giovanile.<br />
Fig. 6 - Il Prof.<br />
Bartoli con gli<br />
studenti Stefano<br />
Lavanna, Manuel<br />
Timuneri<br />
e Simone<br />
Burlando,<br />
davanti alla<br />
stazione GNSS.<br />
PAROLE CHIAVE<br />
Istruzione secondaria; cultura tecnica; GPS;<br />
Glonass; Galileo; stazione GNSS<br />
ABSTRACT<br />
The article describes an educational experiment: to<br />
spread technical know-how on satellite navigation<br />
(GPS, GLONASS and Galileo) already at secondary<br />
school education level.<br />
The objective might look ambitious and difficult,<br />
but it is absolutely useful, if not necessary, also taking<br />
into account that Europe has been investing for years<br />
billions of Euros for the development of the global<br />
navigation system Galileo.<br />
The experiment was carried on with the students of<br />
the course of Electronics and Telecommunications<br />
(academic year 2013/2014) at the Instituto Tecnico<br />
Superiore Statale (ITSS) “Majorana-Giorgi" of<br />
Genova.<br />
With the support from prof. Primo Bartoli and<br />
from Marco Lisi of the European Space Agency, the<br />
students realized, with a very small economic investment,<br />
a semiprofessional monitoring station for<br />
GNSS satellites (GPS, GLONASS or Galileo), based<br />
on a commercial multi-constellation receiver and on<br />
a software program developed in National Instruments<br />
LabVIEW, with the dual aim to explore the<br />
techniques of satellite navigation and to provide an<br />
attractive teaching aid for universities and secondary<br />
level technical institutes.<br />
AUTORE<br />
Primo Bartoli<br />
primobartoli@virgilio.it<br />
ITSS “Majorana-Giorgi”, Genova<br />
Marco Lisi<br />
marco.lisi@esa.int<br />
European Space Agency,<br />
Nordwijk, Paesi Bassi<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2015</strong> 31
REPORTS<br />
Un incontro con Mattia<br />
Crespi docente di Geomatica<br />
alla Sapienza di Roma<br />
di Renzo Carlucci<br />
Un meeting con Mattia Crespi<br />
per parlare dell'evoluzione della<br />
Geomatica, del nuovo filone<br />
di ricerca relativo ai sensori<br />
consumer e dell’infrastruttura<br />
geografica italiana.<br />
Il Gruppo di ricerca (da sinistra a destra): Mattia<br />
Crespi, Augusto Mazzoni, Elisa Benedetti, Paola<br />
Capaldo, Giorgio Savastano, Roberta Ravanelli, Andrea<br />
Nascetti, Martina Di Rita, Mara Branzanti, Clémence<br />
Dubois (gradita ospite dal Karlsruhe Institute of<br />
Technology); mancano tre persone: Gabriele Colosimo,<br />
momentaneamente “in prestito” a Leica Geosystems<br />
AG presso la sede centrale di Heerbrugg come System<br />
Engineer; Martina Porfiri, che sta svolgendo parte<br />
della sua attività di ricerca di dottorato all’Università<br />
di Rennes-1 in Francia; Francesca Fratarcangeli, che sta<br />
lavorando da casa.<br />
L’<br />
Area di Geodesia e<br />
Geomatica alla Sapienza<br />
di Roma afferisce al<br />
Dipartimento di Ingegneria<br />
Civile, Edile e Ambientale<br />
ed è collocata nella palazzina<br />
di Costruzioni Idrauliche e<br />
Geodesia presso la sede storica<br />
della Facoltà di Ingegneria a San<br />
Pietro in Vincoli.<br />
Al terzo piano, oggi ristretta in<br />
spazi angusti, l’area dedicata alla<br />
ricerca e agli studi dei docenti<br />
è memore delle sue antiche vestigia,<br />
quando occupava l’intero<br />
terzo piano dell’edificio e, nella<br />
Biblioteca dell’allora Istituto di<br />
Geodesia e Topografia, si trovavano<br />
le dispense manoscritte<br />
di personaggi illustri che sono<br />
stati fondatori della moderna<br />
Geodesia e Topografia, a partire<br />
da Giovanni Boaga, che ha dato<br />
il nome alla cartografia ufficiale<br />
italiana nel secolo scorso e che<br />
ancora è ricordato dando il<br />
nome alla Biblioteca Centrale<br />
dell Facoltà di Ingegneria.<br />
Devo dire che con piacere ho<br />
constatato di persona come sia<br />
cambiato, da tempo, l’atmosfera<br />
di questo posto, poco propensa<br />
ad un ambiente giovanile e innovativo<br />
prima, ma espressiva<br />
della sua storia e del suo recente<br />
passato, per passare oggi ad un<br />
ambiente popolato di giovani<br />
ma ancora mentore del suo passato<br />
con la sua mobilia d’epoca<br />
e le teche ricolme di strumenti<br />
topografici per la misura del<br />
territorio.<br />
Un trambusto di giovani dottorandi,<br />
ricercatori, studenti<br />
tutti presi nelle loro attività che<br />
per fortuna in questo settore<br />
non sono solamente realizzate<br />
virtualmente davanti a un computer<br />
ma hanno anche qualche<br />
cosa di reale o meglio “tattile”,<br />
che comunque impegna il corpo<br />
come mettere in postazione<br />
ed usare strumenti di rilievo.<br />
E’ questa l’immagine che mi<br />
si è presentata oggi pomeriggio<br />
andando a trovare Mattia<br />
Crespi nell’Area di Geodesia<br />
e Geomatica della Facoltà di<br />
Ingegneria della Sapienza a<br />
Roma.<br />
32 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2015</strong>
REPORTS<br />
L’evoluzione della<br />
Geomatica<br />
Un veloce scambio di idee per<br />
capire come si stia evolvendo il<br />
nostro settore, spaziando dalla<br />
didattica alla ricerca fino al mercato<br />
industriale, per rendersi<br />
conto velocemente di come sia<br />
difficile in Italia far comprendere<br />
quanto sia necessaria un<br />
forte base di conoscenza del<br />
settore tecnico-scientifico, per<br />
evitare che chiunque, oggi, considerata<br />
l’estrema facilità d’uso<br />
dell’hardware e del software<br />
attuale, possa improvvisarsi in<br />
un mestiere per il quale la solida<br />
formazione metodologica e la<br />
“sensibilità” pratica sono assolutamente<br />
fondamentali.<br />
Da un lato, infatti, è evidente<br />
che le applicazioni nel settore<br />
fotogrammetrico, del laser<br />
scanning e del GPS sono ormai<br />
veramente alla portata di molti,<br />
essendo stato inserito il knowhow<br />
base della geomatica all’interno<br />
dei software di gestione,<br />
che, rodati dai molteplici anni<br />
di esperienza dei produttori, si<br />
rivolgono sempre più a mercati<br />
di massa con utenti non necessariamente<br />
esperti del settore.<br />
Dall’altro bisogna sottolineare<br />
che solo una solida formazione<br />
di base nelle discipline<br />
geomatiche consente di gestire<br />
correttamente quanto messo<br />
a disposizione dall’impetuosa<br />
evoluzione tecnologica e di<br />
dare significato ai risultati che<br />
si ottengono, soprattutto dal<br />
punto di vista dell’accuratezza<br />
che si può ottenere (questo è un<br />
po’ “il pallino” dei Geomatici),<br />
evitando conclusioni fantasiose<br />
con accuratezze irraggiugibili.<br />
La ricerca in corso<br />
Si è poi parlato dell’apertura<br />
del nuovo filone di ricerca relativo<br />
ai sensori consumer per<br />
la realizzazione di rilievi 3D in<br />
real-time basati sulle nuvole di<br />
punti. Un filone di ricerca che<br />
si affianca ai due preesistenti<br />
e consolidati relativi a svariate<br />
applicazioni dei sistemi GNSS<br />
(in particolare il monitoraggio<br />
dinamico con l’approccio<br />
proprietario VADASE e il monitoraggio<br />
di lungo periodo) e<br />
delle immagini satellitari ad alta<br />
risoluzione acquisite da sensori<br />
ottici e radar (SAR) (in particolare<br />
la modellizzazione digitale<br />
del terreno con software proprietario<br />
SISAR e<br />
DAME).<br />
Partiti da primi<br />
tentativi realizzati<br />
nel corso<br />
del 2013 con la<br />
Microsoft Kinect<br />
V1 a luce strutturata,<br />
sono stati<br />
condotti nel 2014<br />
studi approfonditi<br />
anche su una versione<br />
beta della<br />
Microsoft Kinect<br />
V2 a tempo di<br />
volo, ottenuta<br />
in anteprima da<br />
Applicazione del VADASE al terremoto dell’Emilia:<br />
scuotimento presso la stazione permanente di Finale<br />
Emilia stimata con diversi software posti a confronto<br />
con il VADASE.<br />
Microsoft grazie alla partecipazione<br />
con successo al Microsoft<br />
Kinect for Windows V2 Developer<br />
Preview Program e ora disponibile<br />
anche commercialmente da<br />
qualche mese. E’ stato sviluppato<br />
un software che permette<br />
il tracking, in tempo reale, di<br />
opportuni bersagli ed è stata<br />
provata la grande potenzialità di<br />
questi sensori nell’ambito della<br />
Modello digitale di Argenta (FE) da stereocoppia satellitare IKONOS-2<br />
ottenuto con il software proprietario DAME.<br />
Tra le ricerche in corso è da citare senz’altro la partecipazione alla “Roma Ocean World” navigazione in solitario di ECO 40 condotta dallo skipper Matteo Miceli ove<br />
Mattia Crespi, in collaborazione con il Collega e velista Paolo De Girolamo, docente di Costruzioni marittime, cura con il suo gruppo le misure dei movimenti della<br />
barca eseguite tramite tre ricevitori GPS ad altissima precisione (forniti da Leica Geosystems AG, sponsor dell’impresa) installati in punti chiave dell’imbarcazione.<br />
L’imbarcazione a vela ECO40, la Class 40 che l’eco-velista Matteo Miceli sta conducendo in solitario attorno al globo per circa 27.000 miglia nautiche, senza assistenza<br />
e senza scalo, in completa autonomia energetica, idrica e alimentare, è partita il 19 ottobre scorso dal porto di Riva di Traiano, vicino a Civitavecchia. Un<br />
laboratorio navigante affidato a un velista che ha già compiuto traversate in solitario, che funzionerà anche da laboratorio galleggiante per rilevare onde di vento<br />
oceaniche, analizzare le condizioni meteo-oceanografiche incontrate e verificare l’assetto dell’imbarcazione nel tempo.<br />
I dati registrati a bordo verranno analizzati con metodi che consentono di prescindere dall’uso di stazioni GNSS di riferimento mediante l’algoritmo VADASE (Variometric<br />
Approach for Displacements Analysis Stand-Alone Engine). Tale algoritmo, capace di stimare spostamenti accurati in tempo reale a partire da informazioni<br />
su orbite e orologi e da osservazioni raccolte da un ricevitore a frequenza singola o doppia, senza l’ausilio di dati provenienti da una stazione di riferimento, è stato<br />
modificato per estendere la funzionalità alla modalità cinematica implementando il KIN-VADASE. Si consigliano a tal proposito le letture delle Tesi di Laurea di<br />
Valeria Belloni e Chiara Francesca Tagliacozzi, disponibili nella sezione Contributi Scientifici del sito dedicato dalla Sapienza all’impresa (https://web.uniroma1.it/<br />
eco40/), realizzate durante la sua fase preparatoria.<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2015</strong> 33
REPORTS<br />
modellizzazione 3D close-range,<br />
in tempo reale e nel tracking di<br />
oggetti. Sono quindi evidenti le<br />
possibili applicazioni finalizzate<br />
anche al monitoraggio in ambito<br />
ingegneristico e all’indoor<br />
positioning, alla documentazione<br />
del patrimonio culturale e, in<br />
particolare, dei reperti museali,<br />
ma anche quelle in campo forense<br />
o nella gestione della documentazione<br />
a supporto delle<br />
forze dell’ordine per la rapida<br />
documentazione delle scene di<br />
delitti o di incidenti.<br />
Un altro aspetto importante<br />
dell’attività di ricerca nel corso<br />
degli ultimi tre anni è stata la<br />
partecipazione alla competizione<br />
internazionale Google<br />
Summer of Code, promossa da<br />
Google per sviluppare, in ambito<br />
Open Source, applicativi software<br />
nei settori più disparati,<br />
tra i quali quello dell’elaborazione<br />
e gestione delle informazioni<br />
geografiche. A partire dal 2012<br />
la partecipazione è sempre stata<br />
coronata da successo, con<br />
una borsa Google (del valore<br />
di 5000$) nel 2012 e una nel<br />
2013; nel 2014, ben quattro<br />
borse Google, delle circa 1200<br />
messe in palio a livello mondiale<br />
e delle circa 30 arrivate in<br />
Italia, sono arrivate nell’Area di<br />
Geodesia e Geomatica, unica in<br />
Italia a partecipare con successo<br />
alla competizione. In queste<br />
attività sono stati sviluppati<br />
software inerenti il positioning<br />
GNSS (nell’ambito dei cosiddetti<br />
Software Defined Receivers),<br />
la gestione e il trattamento di<br />
immagini satellitari ottiche e<br />
SAR e l’estrazione di informazioni<br />
da dati laser scanner.<br />
L’infrastruttura<br />
geografica italiana<br />
Un argomento di sicuro vivo<br />
interesse è poi stato quello della<br />
ex-Commissione Geodetica<br />
Italiana, per la quale si tentò<br />
tempo fa di colmare il vuoto<br />
della sua abolizione senza successo.<br />
Un argomento ancora<br />
valido, da non lasciare nell’oblio<br />
del caos legislativo del momento,<br />
considerando che il tema<br />
dell’ambiente e del territorio<br />
riesce a ritagliarsi con difficoltà<br />
qualche spazio.<br />
Una carenza di regia caratterizza<br />
fortemente il settore e un<br />
eventuale intervento di governo<br />
si dovrebbe inquadrare non<br />
nascendo da eventi straordinari<br />
o dalla volontà di gruppi di studio<br />
che, a carattere volontario<br />
e quindi saltuario, cercano di<br />
recuperare delle situazioni di<br />
emergenza, che è si presente nel<br />
territorio lacerato, ma anche<br />
nell’attuale sistema delle informazioni<br />
territoriali.<br />
La legislazione italiana tratta i<br />
problemi del rilevamento e della<br />
rappresentazione<br />
del territorio con<br />
una miriade di<br />
leggi che affidano<br />
competenze ad enti e strutture<br />
nazionali e locali, senza una<br />
logica unitaria di efficienza e di<br />
utilità collettiva. In Italia, caso<br />
forse unico al mondo di mancanza<br />
di coordinamento di tale<br />
livello, vi sono cinque organi<br />
cartografici dello Stato, vari servizi<br />
tecnici nazionali in costante<br />
ristrutturazione o abolizione,<br />
venti organi cartografici regionali<br />
e poi una moltitudine di<br />
ministeri, enti, agenzie, istituti<br />
che sarebbe impossibile enumerare<br />
tutti, che raccolgono e<br />
producono dati territoriali in un<br />
contesto di norme e di regole<br />
spesso tra loro contrastanti, con<br />
conseguenti duplicazioni, sovrapposizioni<br />
e sprechi di risorse<br />
pubbliche.<br />
Esce riconfermata ancora ad<br />
oggi la necessità di colmare tale<br />
carenza.<br />
Andando via mi sono imbattuto<br />
in un gruppo di giovani studenti,<br />
dottorandi e ricercatori,<br />
con tanti treppiedi e strumenti<br />
da rilievo che venivano poggiati<br />
in attesa tutti sul pianerottolo<br />
proprio sotto a quel monocomparatore<br />
di Pulfrich, ove ancora<br />
ho visto esposta la mia prima<br />
presa fotogrammetrica effettuata,<br />
nel 1982, sul prospetto principale<br />
dell’Acquario Romano<br />
con lastra di vetro 13x18 cm,<br />
collocato li insieme ai teodoliti<br />
storici in ottone perché troppo<br />
ingombranti oggi nei ridotti<br />
spazi in cui la ricerca geomatica<br />
è stata relegata.<br />
PAROLE CHIAVE<br />
Geomatica; ricerca; istruzione; evoluzione<br />
ABSTRACT<br />
A meeting with Mattia Crespi Mattia Crespi, full professor of Geomatics at La Sapienza<br />
University in Rome, to talk about the evolution of Geomatics, the new line of research in the<br />
field of 3D sensors and the content of the Italian Spatial Data Infrastructure.<br />
Avatar ottenuto tramite Microsoft Kinect v1 e software Kinect Fusion.<br />
AUTORE<br />
Renzo Carlucci<br />
direttore@rivistageomedia.it<br />
Direttore di <strong>GEOmedia</strong><br />
34 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2015</strong>
REPORTS<br />
GEOMAX<br />
works when you do<br />
Anche nelle condizioni atmosferiche più avverse,<br />
GeoMax fornisce le migliori soluzioni<br />
prezzo-prestazioni, works when you do.<br />
info@geomax-positioning.it - www.geomax-positioning.it<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2015</strong> 35
MERCATO<br />
Realizzato il software di monitoraggio per il sistema di<br />
posizionamento Galileo<br />
I ricercatori dell'Università di Pisa hanno realizzato<br />
il software per controllare il buon funzionamento<br />
dei satelliti del sistema di navigazione<br />
Galileo, la versione europea del più noto GPS<br />
statunitense.<br />
Il lavoro, commissionato dall'Agenzia Spaziale<br />
Europea (ESA), è durato per tutto il 2014 ed è<br />
stato svolto nel laboratorio di elaborazione dei<br />
segnali per telecomunicazioni coordinato dal<br />
professore Marco Luise del dipartimento di Ingegneria<br />
dell'Informazione. Dall'inizio del <strong>2015</strong><br />
è quindi partita la raccolta e l'interpretazione<br />
dei dati provenienti dallo spazio da parte dei ricercatori dell'Ateneo pisano e del<br />
Centro ESTEC dell'ESA.<br />
"Grazie al nostro software – ha spiegato Marco Luise – possiamo tenere costantemente<br />
sotto controllo i segnali emessi dai satelliti Galileo monitorandone in tempo<br />
reale l'accuratezza e la stabilità, parametri fondamentali per garantire la precisione<br />
dei navigatori satellitari. La visualizzazione dei dati avviene mediante appositi diagrammi<br />
che misurano i parametri di "qualità" dei satelliti in modo da segnalare<br />
precocemente eventuali malfunzionamenti".<br />
L'Ateneo pisano ha una lunga tradizione di cooperazione con l'ESA nei vari campi<br />
della scienza e dell'ingegneria necessarie allo sviluppo e al completamento della<br />
costellazione di satelliti Galileo, dal lancio e al controllo di un satellite, allo sfruttamento<br />
dei dati prodotti dagli strumenti di bordo.<br />
"Questa campo di ricerca – ha detto Carmine Vitiello, giovane dottorando di 27<br />
anni del dipartimento di Ingegneria dell'Informazione e fra gli sviluppatori del<br />
progetto - mi ha permesso di accrescere le mie competenze sia di carattere teorico<br />
che pratico e mi ha aiutato a progredire al meglio nel mio percorso di studi. L'ESA<br />
si è detta molto soddisfatta del mio lavoro e spero che vi siano opportunità di<br />
questo tipo anche in futuro".<br />
(Fonte: Università di Pisa)<br />
Open Government: presentata un'innovativa proposta da SAS<br />
e Sistemi Territoriali<br />
La soluzione proposta è una suite di prodotti<br />
SAS e prodotti open source, pensata per fornire<br />
una soluzione al momento unica sul mercato<br />
che copra tutte le esigenze di un ente in campo<br />
open data, integrando il prodotto open source<br />
“StatPortal OpenData” con il valore aggiunto<br />
dei prodotti software SAS quali Data Integration,<br />
Data Federation, Data Quality, Text Analysis.<br />
L'annuncio in anteprima del lancio del nuovo<br />
prodotto, pensato per offrire una soluzione<br />
completa agli enti pubblici in chiave di open<br />
government, è stato fatto il 19 Febbraio <strong>2015</strong><br />
a Roma nel corso della conferenza OpenGeoData <strong>2015</strong>, da Stefano Corrado (SAS<br />
Institute S.r.l.) ed Alessandro Greco (Sistemi Territoriali srl).<br />
La suite è stata realizzata da SAS Institute S.r.l., consociata italiana di SAS Institute<br />
Inc., in collaborazione con il proprio partner Sistemi Territoriali s.r.l.<br />
Per maggiori informazioni sulle principali funzionalità della soluzione vi rimandiamo<br />
alla presentazione del prodotto disponibile a questo indirizzo:<br />
http://www.slideshare.net/grecoal/<br />
Per maggiori informazioni è possibile inoltre inviare una email a: a.greco@sister.it<br />
(Fonte: Sistemi Territoriali)<br />
36 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2015</strong>
MERCATO<br />
FOSS4G Europe <strong>2015</strong><br />
La seconda edizione del convegno<br />
FOSS4G (Free and Open Source<br />
Software for Geospatial) Europe si<br />
terrà in Italia, presso il Polo Territoriale<br />
di Como del Politecnico di<br />
Milano, dal 15 al 17 luglio <strong>2015</strong>.<br />
La conferenza riunirà utenti e sviluppatori<br />
di FOSS4G di tutto il<br />
mondo e, con più di 100 presentazioni,<br />
6 track scientifiche e 10<br />
workshop, sarà occasione per rafforzare le interazioni della rete<br />
di esperti europei che da anni si dedicano alle tecnologie free e<br />
open source, condividendo idee per migliorare la disponibilità<br />
dei dati geografici, dei software e delle loro tante applicazioni.<br />
L'appuntamento sarà preceduto da una giornata di workshop (14<br />
luglio) e si concluderà con un code sprint (18 luglio).<br />
Stiamo costruendo il FOSS4G Europe <strong>2015</strong> come un'importante<br />
tappa per la condivisione della conoscenza scientifica e per la diffusione<br />
di nuovi concetti quali quelli di Terra Digitale Partecipata<br />
e di Internet dei Luoghi.<br />
All’incontro parteciperanno prestigiosi relatori che in questi anni<br />
hanno fatto la storia della geomatica, come George Gartner (Presidente<br />
ICA—International Cartographic Association), Alessandro<br />
Annoni (JRC—Joint Research Centre, INSPIRE—Infrastructure<br />
for Spatial Information in Europe e GEOSS—Global Earth<br />
Observation System of Systems), Ki Joune Li (Pusan University,<br />
FOSS4G International, OGC—Open Geospatial Consortium),<br />
Jeff McKenna (Presidente OSGeo—Open Source Geospatial<br />
Foundation), Chen Jun (Presidente ISPRS— International Society<br />
for Photogrammetry and Remote Sensing) e Patrick Hogan<br />
(NASA—National Aeronautics and Space Administration).<br />
Al FOSS4G Europe <strong>2015</strong>, come già sperimentato nella prima<br />
edizione del 2014, ci sarà anche la sfida lanciata dalla NASA per<br />
stimolare la realizzazione di soluzioni sostenibili e al servizio di<br />
enti locali, regionali, nazionali o internazionali per la condivisione<br />
di dati territoriali che aiutino a ridurre i costi e a migliorare<br />
i processi decisionali delle politiche ambientali europee: il NASA<br />
World Wind Europa Challenge, basato sull’omonimo visualizzatore<br />
geospaziale 3D che la NASA sviluppa e distribuisce come<br />
open source.<br />
E poiché il <strong>2015</strong>/16 è l’International Map Year abbiamo pensato<br />
di celebrarlo con un Mapping Party molto articolato durante il<br />
FOSS4G Europe. Una festa aperta a tutti (anche alla cittadinanza<br />
e agli studenti del Polo) in cui raccogliere — e condividere — i<br />
dati geografici, contribuendo alla mappatura digitale del mondo,<br />
libera, collaborativa e basata su una comunità di mappatori volontari<br />
sempre più grande e diffusa. Grazie al progetto Interreg<br />
Italia Svizzera I Cammini della Regina – Percorsi transfrontalieri<br />
legati alla Via Regina che ha come obiettivo quello di riscoprire,<br />
valorizzare e tutelare l'immenso patrimonio culturale degli itinerari<br />
pedonali connessi all'antica Via Regina, dallo scorso anno<br />
sono stati organizzati in città e nei dintorni diverse esperienze di<br />
Mapping Party per pubblicare in tempo reale sul web e rendere<br />
accessibile a tutti gli utenti della rete una carta sempre più dettagliata<br />
di un territorio che per lo scenario naturale, la bellezza del<br />
lago e la signorilità di ville e monumenti storici è una delle mete<br />
del turismo internazionale.<br />
Sono molto orgogliosa che la nostra sede ospiti questa edizione di<br />
FOSS4G Europe in coincidenza dell’International Map Year, perché<br />
è un po’ come se il nostro lavoro, dopo essere stato presentato<br />
in giro per tutto il globo terrestre, ritornasse a casa. Ricordo infatti<br />
che presso il Polo Territoriale di Como del Politecnico di Milano<br />
nel gennaio 2000 si è svolto il Primo Meeting degli utenti italiani<br />
di GRASS (Geographic Resources Analysis Support System). A<br />
seguito di quell’incontro era nato il gruppo informale degli utenti<br />
italiani di GRASS, un network per agevolare lo scambio di informazioni<br />
e di materiale scientifico e didattico tra i diversi gruppi<br />
di lavoro attivi a livello nazionale. Quella che potremmo definire<br />
la culla della rete di conoscenze e delle relazioni non circoscritte<br />
all’Italia che ci hanno portato poi due anni dopo a Trento per<br />
Open Source Free Software GIS—GRASS users conference 2002, il<br />
primo convegno di Open Source GIS a livello internazionale.<br />
Il Laboratorio di Geomatica del Politecnico di Milano era nato a<br />
Como da poco (alla fine degli anni ’90) ed aveva da subito focalizzato<br />
la sua attività sul GPS, di cui si occupava soprattutto il Prof.<br />
Fernando Sansò, e sui sistemi informativi territoriali che in quel<br />
periodo erano un tema nuovo per la ricerca italiana, di cui mi sono<br />
occupata io sin dal 1994. Oggi le tecnologie GIS open source,<br />
oltre ad essere sempre più comuni, utilizzate ed utilizzabili da chiunque,<br />
sono un fenomeno importante e le conferenze scientifiche<br />
globali dedicate, ultimo il FOSS4G di Portland nel 2014, raccolgono<br />
circa un migliaio persone. Noi siamo uno dei nodi della rete<br />
di laboratori che sviluppa questi temi: siamo un piccolo gruppo di<br />
ricercatori molto attivi a livello nazionale e internazionale e alcuni<br />
degli studenti che si sono formati a Como oggi sono diventati<br />
professori in altri paesi, chi in Svizzera, chi in Giappone ad esempio.<br />
Nel nostro percorso di ricerca ci stiamo occupando oggi di<br />
Geoweb 2.0 — quindi di GIS internet partecipati e crowdsourcing,<br />
o meglio geo-crowdsourcing — e di creare e utilizzare degli<br />
strumenti che consentano a più soggetti (enti, agenzie e cittadini)<br />
di diventare fornitori di informazioni geografiche e di contribuire<br />
a modificare o ampliare la mappatura di un mondo multidimensionale<br />
con dati geospaziali personali. Questo significa avvalersi<br />
delle potenzialità che Social Media, nuove applicazioni e la crescente<br />
diffusione di sistemi mobile hanno portato in termini di innovazione<br />
e di partecipazione degli utenti, che sono sempre meno<br />
fruitori passivi dei cambiamenti tecnologici in atto. E iniziative<br />
come i Mapping Party ci dimostrano che la curiosità e l’interesse<br />
per le cartografie dinamiche e interattive, i sistemi di navigazione,<br />
le Smart City, i Big Geo-data, i Servizi basati sulla Localizzazione<br />
si diffondono oltre la comunità di esperti che su questi temi produce<br />
cultura scientifica e prototipizzazioni.<br />
Quindi vi aspettiamo dal 15 al 17 luglio <strong>2015</strong> a Como.<br />
Sul sito http://europe.foss4g.org/<strong>2015</strong>/ trovate i dettagli relativi a<br />
tutte le sessioni.<br />
E per aiutarci a rendere l'edizione <strong>2015</strong> di FOSS4G Europe un<br />
grande successo, è ancora possibile diventare sponsor dell’evento!<br />
Anche per questo trovate tutte le informazioni sul sito.<br />
Un cordiale saluto,<br />
Prof.ssa Maria Antonia Brovelli<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2015</strong> 37
REPORTS<br />
Le tecnologie di rilievo<br />
marino e costiero<br />
Come ottenere survey professionali, in tempi minori e a costi competitivi<br />
a cura della Redazione<br />
In una tranquilla location<br />
sulle rive del Fiume<br />
Tevere, poco distante<br />
dall’aeroporto di Roma<br />
Fiumicino “Leonardo Da<br />
Vinci” il 9 e 10 Ottobre si<br />
è tenuto un workshop dal<br />
titolo “Le tecnologie di<br />
rilievo marino e costiero”.<br />
Sono stati presentati<br />
gli strumenti di<br />
nuova generazione<br />
che trovano applicazione<br />
in ambito marino, dal<br />
più classico dei Side Scan<br />
Sonar - per la caratterizzazione<br />
morfologica del<br />
fondale - al più futuristico<br />
AUV - in grado di realizzare<br />
rilievi dei fondali in<br />
completa autonomia, anche<br />
ad elevate profondità.<br />
Organizzato da Codevintec<br />
– rappresentante in Italia di sistemi<br />
marini ad alta tecnologia -<br />
hanno partecipato professionisti<br />
di diversi ambiti: tra loro, specialisti<br />
e funzionari di ISPRA,<br />
RFI, CNR, Guardia di Finanza,<br />
Thetis, Saipem…<br />
A tenere le presentazioni, i tecnici<br />
delle case madri: Teledyne<br />
Reson, Teledyne Blueview,<br />
Teledyne Gavia ed Edgetech.<br />
Con chiarezza hanno approfondito<br />
gli aspetti tecnici delle strumentazioni<br />
prodotte e si sono<br />
resi disponibili per dettagliate<br />
spiegazioni.<br />
La prima interessante novità<br />
è arrivata subito da Teledyne<br />
Reson: il nuovo T20-P, il<br />
Multibeam di dimensioni contenute<br />
con caratteristiche tecniche<br />
di altissimo livello, che si<br />
posiziona tra i Multibeam portatili<br />
più performanti al mondo.<br />
Si è svolta anche una simpatica<br />
simulazione dei sistemi di<br />
controllo del dragaggio della<br />
Teledyne Reson: un modellino<br />
di escavatore in Lego ha reso<br />
semplice la comprensione delle<br />
enormi potenzialità del software<br />
PDS2000 nel campo dei lavori<br />
marittimi in generale. Questo<br />
modulo software è il cuore<br />
delle soluzioni più avanzate nel<br />
settore Dredging: visualizza in<br />
38 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2015</strong>
tempo reale tutto il processo, e<br />
il modellino lo ha reso visibile<br />
e i partecipanti hanno posto<br />
interessanti domande e richiesto<br />
importanti approfondimenti.<br />
Di seguito Teledyne BlueView<br />
ha presentato gli innovativi<br />
sistemi acustici – una sorta di<br />
scanner 3D subacquei - che<br />
sfruttando la tecnologia acustica<br />
rivoluzionano l’approccio<br />
al rilievo. Consentono la<br />
ricostruzione morfologica ad<br />
altissimo dettaglio di strutture<br />
sommerse, banchine, relitti…<br />
Impressionante e divertente<br />
veder lavorare un BlueView<br />
BV500 nella piscina della<br />
struttura che ha ospitato il<br />
workshop. Ha potuto rilevare i<br />
raggi di una bicicletta immersa<br />
capovolta.<br />
Edgetech ha proposto una<br />
efficace panoramica degli<br />
strumenti sonar – Side Scan<br />
Sonar, SubBottom Profiler,<br />
USBL… - esplorando le diverse<br />
applicazioni di ogni sistema.<br />
Interessante capire – e vedere –<br />
la corrispondenza tra frequenze<br />
di rilievo e risoluzione, e come<br />
scegliere il sistema più corretto<br />
nella configurazione più adatta<br />
alla propria applicazione.<br />
Altri relatori della giornata<br />
sono stati: Andrea Faccioli,<br />
direttore commerciale di<br />
Codevintec, che ha descritto<br />
anche gli altri sistemi che<br />
fanno parte della gamma di<br />
prodotti marini (e non solo) a<br />
disposizione di Autorità portuali,<br />
Enti di ricerca, Pubbliche<br />
Amministrazioni e Società di<br />
servizi.<br />
E Marco Fumanti, direttore tecnico<br />
del settore Codevintec che<br />
si occupa di sistemi marini, che<br />
ha offerto un’ampia panoramica<br />
delle strumentazioni disponibili<br />
e di come le peculiarità e le<br />
caratteristiche tecniche di ogni<br />
strumento si adattino alle diverse<br />
applicazioni.<br />
Ampio spazio è stato dedicato<br />
al software PDS2000 che, in<br />
costante evoluzione, è ora una<br />
potente piattaforma per la navigazione,<br />
l’acquisizione di dati, la<br />
loro elaborazione e restituzione<br />
ma anche per la gestione di sistemi<br />
complessi nell’ambito dei<br />
lavori marittimi.<br />
SOFTWARE IDROGRAFICO REPORTS PDS2000<br />
PDS2000 integra tutte le operazioni in un pacchetto userfriendly,<br />
che guida passo passo l’operatore durante le operazioni.<br />
Pianificazione del survey, acquisizione dei dati, editing,<br />
produzione di carte, calcolo di volume…<br />
Si interfaccia con molti sensori presenti sul mercato, non solo<br />
con l’hardware Reson. Permette la visualizzazione immediata<br />
dei dati e il controllo della loro qualità. Elaborati online, i<br />
dati sono pronti per la cartografia e il calcolo di volumi non<br />
appena terminato il rilievo. E si può fare un tuning fine in<br />
tempo reale con l’editor del 3D Multibeam.<br />
PDS2000 è costituito da diversi moduli che ne garantiscono<br />
l’operatività a 360°. I Moduli rappresentano le diverse funzioni<br />
e permettono all’operatore di gestire un lavoro dalla A alla<br />
Z, partendo dalla progettazione per arrivare ad un prodotto<br />
finale di restituzione grafica dei dati, passando attraverso le<br />
fasi di acquisizione ed elaborazione dei dati:<br />
Survey Preparation<br />
Acquisition/Navigation<br />
Processing Data<br />
Multibeam Calibration<br />
Charting<br />
Modelling/Volume Calculation<br />
PDS2000 Dredging offre una soluzione completa, hardware<br />
+ software per il dragaggio. Tutte le interfacce e i sensori –<br />
inclinometri, sensori di pescaggio, sensori di rotazione multiturn…<br />
- sono progettati per operare efficacemente negli<br />
ambienti più duri.<br />
PDS2000 si interfaccia con:<br />
c Sistemi di posizionamento, bussole, sensori di moto<br />
c Interfaccia PPS<br />
c Dati SSS e snippet da sistemi Multibeam SeaBat<br />
c SVP<br />
c Singlebeam<br />
c Laser Scanner<br />
c Mareografi<br />
c Magnetometri<br />
Perché scegliere un PDS2000 per i propri dati idrografici?<br />
3 Software affidabile e semplice nell’uso<br />
3 Applicazioni in acque superficiali e profonde<br />
3 Calibrazione rapida e verifica dei dati Multibeam e Laser<br />
3 Velocizza i survey, l’elaborazione e la cartografia<br />
3 E’ un software flessibile, pronto ad adattarsi a progetti speciali<br />
3 Copre tutte le applicazioni marine:, NAVIGATION,<br />
HYDROGRAPHIC SURVEY, DREDGING<br />
OPERATIONS, SEARCH & RESCUE<br />
Nel pomeriggio, tutti i partecipanti<br />
hanno potuto apprezzare<br />
la strumentazione<br />
all’opera grazie alla presenza di<br />
una imbarcazione allestita con<br />
un Multibeam Reson T20-P,<br />
un sistema inerziale Applanix<br />
POSMV e un laser scanner<br />
Optech Ilris 3D. Suddivisi a<br />
gruppi hanno seguito Marco<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2015</strong> 39
REPORTS<br />
Fumanti e Lorenzo Minno –<br />
specialista tecnico Codevintec,<br />
esperto operatore marino – ed<br />
hanno effettuato rilievi integrati<br />
sia della parte emersa e che<br />
della parte sommersa del fiume<br />
Tevere. I gruppi a terra, attendendo<br />
il proprio turno, hanno<br />
potuto approfondire a rotazione<br />
gli aspetti tecnici ed operativi<br />
con gli specialisti dei diversi<br />
prodotti.<br />
Andrea Faccioli: “Abbiamo<br />
notato che le belle tecnologie presenti<br />
sul mercato non sono ancora<br />
sfruttate. Volevamo mostrarne<br />
le potenzialità, e far vedere che<br />
queste non sono appannaggio solo<br />
di grandi Enti, con grandi finanziamenti”.<br />
Marco Fumanti: “Per questo<br />
motivo abbiamo voluto presentare<br />
la strumentazione, non<br />
solo raccontandone le eccellenti<br />
caratteristiche tecniche - magari<br />
comprensibili solo ad un pubblico<br />
esperto - ma anche descrivendone<br />
le possibili applicazioni. Parlare<br />
di come queste tecnologie possano<br />
fornire dati utili per una corretta<br />
gestione in ambito scientifico,<br />
portuale, archeologico, di lavori<br />
marittimi e di come sia possibile<br />
- attraverso l’integrazione di diversi<br />
sistemi - soddisfare esigenze<br />
particolari.”<br />
La seconda giornata del workshop<br />
è stata riservata al corso<br />
sul software idrografico<br />
PDS2000. Codevintec - società<br />
certificata dalla stessa Teledyne<br />
Reson per la formazione - ha<br />
impostato il corso in modo che<br />
potesse essere utile ad un pubblico<br />
eterogeneo, con diversi<br />
livelli di conoscenza, in diversi<br />
ambiti di applicazione. Sono<br />
state approfondite tematiche<br />
di ordine generale, che hanno<br />
messo gli utenti nelle condizioni<br />
di sentirsi a proprio agio<br />
nell’ambiente PDS2000. A tutti<br />
i partecipanti è stata consegnata<br />
a titolo gratuito una licenza software<br />
valida tre mesi.<br />
Ancora Marco Fumanti: “Una<br />
sola giornata di corso non è<br />
sufficiente per comprendere ed<br />
approfondire un software come<br />
il PDS2000. Per questo motivo<br />
abbiamo voluto regalare 3 mesi<br />
di licenza software a chi ha partecipato.<br />
Per dare la possibilità di<br />
sperimentarlo e testarne le molteplici<br />
funzioni.”<br />
La risposta del pubblico è stata<br />
entusiastica: un ambiente di lavoro<br />
intenso e stimolante, commenti<br />
più che positivi per un seminario<br />
che voleva raggiungere<br />
sia tecnici che amministrativi.<br />
Nico Van Woerkom – Teledyne<br />
Reson: “We must say it was well<br />
organized and the quality of people<br />
showing up was great for all of<br />
us! We thank Codevintec as well.”<br />
Walter Brambilla – “Ringrazio<br />
per la cortesia e la professionalità<br />
che avete dimostrato in occasione<br />
del workshop e del corso sul<br />
PDS2000 del 9 e 10 Ottobre.”<br />
Nick Lawrence - Edgetech –<br />
“Good to hear there is more positive<br />
feedback from the workshop<br />
– one of the best organised I have<br />
ever attended.”<br />
A disposizione su Slideshare alcune<br />
delle presentazioni tecniche<br />
(tag Codevintec).<br />
Da gennaio sono disponibili<br />
i corsi online in italiano su<br />
PDS2000, sviluppati su moduli<br />
indipendenti per permettere agli<br />
utenti di approfondire solo gli<br />
argomenti di loro interesse.<br />
PAROLE CHIAVE<br />
Tecnologie marine; rilievo costiero; workshop;<br />
laser scanner; side scan; PDS 2000<br />
ABSTRACT<br />
In a quiet location on the banks of the Tiber River,<br />
not far from the airport "Leonardo Da Vinci" of<br />
Rome, on October 9 and 10, was held a workshop<br />
entitled "The marine and coastal survey technologies"<br />
organized by Codevintec.<br />
AUTORE<br />
Redazione mediaGEO<br />
redazionemediageo@gmail.com<br />
40 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2015</strong>
REPORTS<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2015</strong> 41
REPORTS<br />
Il Geometra<br />
del mare<br />
di Elisabetta Panina<br />
e Domenico Sguerso<br />
Prime esperienze del corso<br />
“Tecnico superiore esperto<br />
in costruzioni in ambito<br />
portuale, costiero, fluviale<br />
e lacustre” a Genova,<br />
comunemente denominato<br />
“Geometra del Mare”.<br />
Nell’ottobre del 2013<br />
a Genova si è attivato<br />
il primo corso di<br />
“Tecnico superiore per l’edilizia<br />
in ambito portuale, costiero,<br />
fluviale e lacustre”. Si tratta di<br />
un biennio formativo post diploma<br />
di istruzione secondaria<br />
superiore per Geometri, oggi-<br />
CAT ( Costruzioni, Ambiente e<br />
Territorio), voluto dal Ministero<br />
dell’Istruzione dell’Università<br />
e della Ricerca (MIUR), dalla<br />
Regione Liguria, dal Collegio<br />
Provinciale Geometri di Genova<br />
e dalla Fondazione dell’Accademia<br />
della Marina Mercantile di<br />
Genova, allo scopo di formare<br />
una figura professionale in grado<br />
di gestire in modo qualificato<br />
e competente le principali<br />
attività legate alla gestione dei<br />
territori costieri sia marini che<br />
fluviali e lacustri, alla protezione<br />
e alla messa in sicurezza delle<br />
coste, dei porti e dei manufatti,<br />
realizzare interventi manutentivi<br />
e realizzativi che tengano conto<br />
degli adeguamenti funzionali<br />
e dell’evoluzione del trasporto<br />
marittimo.<br />
Il corso è realizzato dalla<br />
Fondazione dell’Accademia<br />
della Marina Mercantile di<br />
Genova a cui fanno capo i corsi<br />
ITS(Istituto Tecnico Superiore)<br />
per “Tecnico superiore esperto<br />
in costruzioni in ambito portuale,<br />
costiero, fluviale e lacustre”<br />
ossia il GDM, e “Tecnico<br />
superiore per la mobilità delle<br />
persone e delle merci” per la<br />
formazione ad alta specializzazione<br />
tecnologica.<br />
L’ammissione al corso avviene<br />
dopo una selezione scritta e<br />
orale nel mese di settembre,<br />
gli studenti ammessi avranno<br />
in dotazione un computer per<br />
la didattica, indosseranno una<br />
divisa offerta dal Collegio<br />
Provinciale dei Geometri di<br />
Genova e saranno forniti di<br />
buoni pasto gratuiti.<br />
Gli studenti fuori sede potranno<br />
accedere a contributi per la residenzialità<br />
a carico del Collegio<br />
Provinciale dei Geometri di<br />
Genova, mentre il corso è<br />
totalmente gratuito grazie ai finanziamenti<br />
da parte del MIUR<br />
e della Regione Liguria.<br />
Il corso permette di conseguire<br />
un Diploma di tecnico<br />
superiore di 5° livello (Eqf),<br />
riconosciuto in tutta Europa, e<br />
sostituisce il periodo di praticantato<br />
necessario all’ammissione<br />
all’Esame di Stato per<br />
l’Abilitazione alla Professione<br />
di Geometra; fornisce infine<br />
Crediti Universitari (www.geometradelmare.it).<br />
Il percorso formativo è una<br />
proposta alternativa agli studi<br />
universitari come occasione per<br />
avvicinare i ragazzi alle esigenze<br />
del mondo lavorativo coinvolgendo<br />
scuole, associazioni e imprese<br />
del territorio collegando<br />
il momento formativo con il<br />
mondo della professione anche<br />
attraverso stage aziendali e tirocini<br />
formativi.<br />
Secondo un sondaggio eseguito<br />
dal quotidiano “Il Sole 24ore”,<br />
in Italia risulta esserci una forte<br />
esigenza di tecnici ad alto livello<br />
di formazione con specifiche<br />
competenze, esigenza potenzialmente<br />
ricoperta dalla nuova<br />
figura professionale.<br />
L’esperienza europea in questo<br />
42 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2015</strong>
REPORTS<br />
senso è molto positiva: in tutti i paesi della<br />
Comunità è diffusa la pratica scolastica del<br />
tecnico superiore che ha nel proprio curriculum<br />
didattico anche un elevato numero di ore<br />
di stage aziendale professionalizzante, proprio<br />
allo scopo di formare tecnici che abbiano già<br />
al loro attivo un’esperienza lavorativa e nello<br />
stesso tempo siano cresciuti nel percorso educativo<br />
dell’alternanza scuola-lavoro, con gli<br />
efficaci effetti formativi dovuti alla necessaria<br />
applicazione pratica del percorso logico appreso<br />
in aula.<br />
In Italia vi sono 61 ITS articolati su diverse<br />
tematiche, a Genova quello denominato<br />
“Geometra del mare” focalizza l’attenzione sul<br />
territorio costiero, sulla gestione dell’edilizia<br />
e su tutto quanto concerne l’ambito portuale,<br />
costiero fluviale e lacustre.<br />
La nostra nazione ha circa 8.000 km di costa e<br />
finora le competenze per gestire una tematica<br />
così complessa erano articolate su diverse figure<br />
professionali, spesso non in rete e prive di<br />
un coordinamento comune. Il Geometra del<br />
mare (nel seguito GDM) a conoscenza degli<br />
autori è l’unico corso in Italia con tali caratteristiche,<br />
reso possibile dall’esigenza di tale figura<br />
professionale emersa da un’indagine svolta<br />
nel territorio ligure con le Amministrazioni,<br />
le imprese private, le Agenzie pubbliche come<br />
Autorità Portuale, Comuni costieri, Catasto<br />
- Agenzia delle Entrate, settori tecnici che si<br />
occupano di problematiche inerenti vincolo e<br />
dissesto idrogeologico, che hanno espresso parere<br />
positivo all’assunzione dei futuri diplomati.<br />
Il notevole sforzo iniziale è stato portato avanti<br />
dalle strutture promotrici, mentre la progettazione<br />
didattica e formativa è stata coordinata<br />
dall’autrice della presente comunicazione,<br />
coadiuvata da un team di docenti della scuola<br />
secondaria e della Scuola Politenica dell’Università<br />
degli Studi di Genova dei quali una per<br />
tutti la prof.ssa Laura Rebaudengo Landò, con<br />
il prezioso confronto con i professionisti e tecnici<br />
attivi nel settore, che con la presente si ha<br />
il piacere di ringraziare.<br />
La preziosa rete di collaborazioni realizzata in<br />
tale occasione, si rivolge ora alla predisposizione<br />
di esercitazioni congiunte che vedano<br />
impegnati gli studenti in campagne di misura<br />
sempre maggiormente complete e interdisciplinari,<br />
come ad esempio campagne di misura<br />
con strumentazione topografica tradizionale e<br />
satellitare GNSS/GPS applicate a una simulazione<br />
di frazionamento catastale, oppure rilievi<br />
fotogrammetrici e laser scanner congiunti al<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2015</strong> 43
REPORTS<br />
rilievo architettonico e così via.<br />
Il prossimo ciclo si auspica possa<br />
avere anche un poco di fortuna<br />
in più per quanto riguarda<br />
le condizioni meteorologiche,<br />
quest’anno particolarmente<br />
ostili, per poter coronare l’organizzazione<br />
di uscite didattiche<br />
come quella ad esempio per la<br />
sperimentazione di un piccolo<br />
rilievo batimetrico nell’ambito<br />
del corso di rilevamento sottomarino<br />
da parte del docente<br />
Alessandro Nobili, specializzato<br />
in idrografia, grazie alla disponibilità<br />
dei geom. Domenico<br />
Benedetto e Diego Callegari.<br />
Il corso, destinato ai diplomati<br />
CAT (Costruzioni, Ambiente<br />
e Territorio) o Geometra, si<br />
suddivide in quattro semestri,<br />
i primi tre, di 400 ore ciascuno,<br />
principalmente strutturati<br />
con lezioni frontali, laboratori<br />
didattici ed uscite sperimentali<br />
sul campo, mentre il quarto<br />
e ultimo semestre consiste in<br />
600 ore di stage da svolgersi in<br />
azienda o ente/amministrazione<br />
territoriale.<br />
Il piano di studi si articola su<br />
sette grandi aree, dette Unità<br />
Formative (UF): Costruzioni,<br />
Ambiente, Impianti,<br />
Geomatica, Cantiere, Diritto<br />
ed Economia, Lingua Inglese e<br />
disegno tecnico CAD; ciascuna<br />
affronta con diverse materie le<br />
proprie differenti specificità.<br />
Il diplomato GDM alla fine del<br />
percorso scolastico sarà in grado<br />
di collaborare alla realizzazione<br />
e manutenzione di costruzioni<br />
e manufatti in ambito costiero<br />
e sottomarino, eseguire rilievi e<br />
opere di valutazione e prevenzione<br />
del rischio ambientale in<br />
ambito marittimo, costiero e<br />
fluviale per proporre soluzioni<br />
tecnologiche innovative, ecocompatibili<br />
e sostenibili, di processo<br />
e di prodotto.<br />
Il primo semestre è dedicato<br />
alle competenze di base, gli<br />
insegnamenti del corso vertono<br />
principalmente sui fondamenti<br />
delle discipline divise per Unità<br />
Formativa, con l’obiettivo di<br />
far acquisire agli allievi tutte<br />
le informazioni di base e le<br />
specificità degli ambiti di intervento<br />
del GDM. In particolare<br />
la conoscenza dei materiali, le<br />
strumentazioni topografiche<br />
per il rilevamento, la cartografia<br />
e il trattamento delle misure,<br />
44 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2015</strong>
REPORTS<br />
l’idraulica marittima e fluviale,<br />
l’idrologia, la geotecnica e infine<br />
sapersi orientare con sicurezza<br />
nelle normative e nelle leggi<br />
nazionali e internazionali di<br />
settore. Lo studio dell’inglese e<br />
dell’informatica è continuo nei<br />
tre semestri.<br />
Nel secondo semestre gli studenti<br />
affrontano le opere di<br />
difesa fluviali, marittime e portuali,<br />
la manutenzione e restauro<br />
e le costruzioni sostenibili,<br />
relative pertanto all’ambiente<br />
costiero sia antropizzato che naturale.<br />
In pratica devono acquisire<br />
una conoscenza organica e<br />
interdisciplinare delle tematiche<br />
e delle dinamiche ambientali,<br />
con approfondimenti in merito<br />
alla tutela e alla prevenzione dei<br />
rischi nella gestione ambientale<br />
e alla gestione in sicurezza del<br />
cantiere.<br />
Nel terzo semestre l’obiettivo<br />
è insegnare agli allievi quanto<br />
necessario a consolidare le<br />
conoscenze acquisite in precedenza,<br />
con particolare riguardo<br />
alle attività di realizzazione delle<br />
opere, ma anche completare<br />
la loro formazione nel campo<br />
della manutenzione e restauro<br />
e delle costruzioni sostenibili,<br />
così come della valutazione di<br />
impatto, rischio idrogeologico,<br />
trattamenti e depurazione<br />
delle acque, completato dalla<br />
gestione dei beni ambientali e<br />
marittimi, dalla conoscenza degli<br />
iter procedurali e dalle normative<br />
demaniali. Particolare<br />
impegno è dedicato ai diversi<br />
aspetti della Geomatica, rivolti<br />
alle pratiche operative del rilevamento<br />
fluviale ed alle tecniche<br />
GNSS/GPS per il rilievo<br />
marino costiero, al rilievo delle<br />
opere di difesa costiera e delle<br />
infrastrutture portuali mediante<br />
tecniche fotogrammetriche e<br />
laser scanner e loro possibili integrazioni.<br />
Esercitazioni e rilievi<br />
sul campo hanno l’obiettivo di<br />
fare sperimentare agli studenti<br />
strumentazioni e tecniche di<br />
rilevamento sia tradizionali che<br />
di nuova generazione. A tale riguardo<br />
sono state effettuate anche<br />
esperienze presso il Campo<br />
Prova Topografico a norma<br />
ISO 17123, che permette di<br />
verificare la propria strumentazione<br />
topografica (livelli, stazioni<br />
totali e ricevitori satellitari<br />
GNSS), mediante procedure<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2015</strong> 45
REPORTS<br />
certificate che consentono di<br />
effettuare analisi di qualità degli<br />
strumenti stessi (www.dicca.<br />
unige.it/geomatica/campoprova/).<br />
Il campo prova, a conoscenza<br />
degli autori unico così<br />
completo a livello nazionale, è<br />
realizzato e gestito dal Collegio<br />
dei Geometri e Geometri<br />
Laureati della Provincia di<br />
Genova, dal Laboratorio di<br />
Geodesia, Geomatica e Gis del<br />
Dipartimento di Ingegneria<br />
Civile, Chimica e Ambientale<br />
e da Gter srl Innovazione in<br />
Geomatica, Gnss e Gis (nel seguito<br />
Gter srl), spin off dell’Università<br />
degli Studi di Genova.<br />
Per quanto riguarda le tematiche<br />
ambientali infine un particolare<br />
interesse è rivolto alla<br />
gestione degli arenili, alla depurazione<br />
e gestione delle acque<br />
reflue, alla costruzione di manufatti<br />
edilizi e alla gestione del<br />
rischio ambientale; a tale proposito<br />
esiste una collaborazione<br />
molto attiva con il settore che si<br />
occupa del dissesto idrogeologico<br />
della Provincia di Genova<br />
(ora Città Metropolitana).<br />
Ulteriore punto di forza del<br />
corso è l’apprendimento e lo<br />
sviluppo delle capacità di gestire<br />
il lavoro: lavorare in gruppo,<br />
analizzare e sintetizzare informazioni,<br />
risolvere problemi e<br />
comunicare. I ragazzi sono seguiti<br />
da un tutor didattico e da<br />
un tutor dell’Accademia della<br />
Marina Mercantile.<br />
I Docenti del GDM provengono<br />
dall’Università, dal mondo<br />
delle professioni, da Aziende<br />
del settore delle costruzioni e<br />
depurazione in ambito marittimo<br />
(come GLFincosit e Itec), o<br />
dell’innovazione nel campo della<br />
Geomatica (come Gter srl) e<br />
dalle Amministrazioni dei territori<br />
e costieri (Autorità Portuale,<br />
Catasto e Capitanerie di Porto),<br />
cioè da tutti quegli Enti pubblici<br />
e privati che si occupano in<br />
prima persona delle tematiche<br />
costiere, siano esse marittime o<br />
fluviali. L’elevata competenza<br />
del corpo docente, unita a una<br />
collaborazione continua con i<br />
professionisti del settore è uno<br />
dei punti di forza del corso. La<br />
collaborazione con l’Università<br />
degli Studi di Genova è molto<br />
attiva, soprattutto per quanto<br />
riguarda le materie delle UF<br />
relative alle Costruzioni, all’Ambiente<br />
e alla Geomatica.<br />
Alla fine del terzo semestre gli<br />
studenti frequentano uno stage<br />
in azienda che consente loro di<br />
inserirsi nel mondo del lavoro e,<br />
in alcuni casi, di trovare anche<br />
una collocazione lavorativa post<br />
diploma; in questo momento i<br />
19 allievi GDM in stage sono<br />
così distribuiti:<br />
2 allievi in Capitaneria di<br />
Porto di Genova<br />
6 allievi in Autorità Portuale di<br />
Genova<br />
1 allievo in Autorità Portuale<br />
di Savona<br />
1 allievo in Autorità Portuale<br />
di La Spezia<br />
1 allievo al Catasto (oggi<br />
Agenzia delle Entrate –<br />
Servizi Catastali)<br />
1 allievo in Itec engeneering<br />
3 allievi in Provincia di<br />
Genova settore difesa del<br />
suolo<br />
2 allievi in Ente bacini Genova<br />
2 allievi in GLF Grandi lavori<br />
Fincosit<br />
A giugno del <strong>2015</strong> si dovranno<br />
diplomare i primi 19 studenti,<br />
al termine di un percorso totalmente<br />
nuovo che ha visto lavorare<br />
insieme docenti e ragazzi<br />
in un processo comune di impegno,<br />
voglia di fare e desiderio<br />
di creare qualcosa di nuovo, di<br />
utile per sé, per l’ambiente e per<br />
la gestione del territorio.<br />
La partecipazione al corso, per i<br />
diplomati CAT o Geometri che<br />
saranno selezionati nei prossimi<br />
cicli del corso, si ritiene possa<br />
essere una grande opportunità<br />
potendo usufruire di una formazione<br />
di altissimo livello con<br />
buone possibilità di occupazione<br />
al termine del biennio. Ai<br />
giovani che vogliono diventare<br />
Geometri del mare si chiedono<br />
però impegno, motivazione,<br />
voglia di lasciarsi coinvolgere da<br />
una grande passione per l’ambiente<br />
costiero, in cambio di<br />
un’opportunità straordinaria per<br />
crearsi un futuro che auguriamo<br />
possa essere soddisfacente e appagante.<br />
PAROLE CHIAVE<br />
Formazione; geometra; professione; ambiente<br />
costiero<br />
ABSTRACT<br />
The course concern a post graduate diploma for Surveyors<br />
wanted by the Ministry of Education, University<br />
and Research (MIUR), the Ligurian Region,<br />
the Provincial College Surveyors of Genoa and the<br />
Naval Academy of Genoa, in order to train professionals'<br />
figure able to manage in a qualified way the<br />
main activities related to the management of coastal<br />
areas both marine, river and lake, to the protection<br />
and safeguarding of coasts, ports and artifacts and,<br />
again, in order to create maintenance operations and<br />
realization that take account of the adjustments and<br />
functional evolution of maritime transport.<br />
AUTORE<br />
Elisabetta Panina<br />
bettapanina@tiscali.it<br />
Coordinatrice del corso<br />
Domenico Sguerso<br />
domenico.sguerso@unige.it<br />
Laboratorio di Geodesia, Geomatica e GIS<br />
DICCA - Scuola Politecnica - Università degli<br />
Studi di Genova<br />
46 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2015</strong>
GI IN EUROPE<br />
Gli OPEN(GEO)DATA sono<br />
per i cittadini o per chi provvede<br />
servizi ai cittadini?<br />
di Mauro Salvemini<br />
Qualche giorno fa il giornalista Paolo<br />
Mieli evidenziava che l’Italia legifera<br />
con un alto livello di emotività promulgando<br />
leggi sulla scorta di quello<br />
che accade al momento specie se<br />
l’accaduto colpisca l’opinione pubblica<br />
e i principi della nostra società. Con<br />
il debito distinguo, per gli opendata è<br />
successo esattamente questo e oggi se<br />
un’amministrazione non ha un portale<br />
di opendata è out.<br />
Dico subito che non sono per principio<br />
contrario agli opendata, ma ritengo<br />
che vadano posti nella giusta relazione<br />
con quanto il cittadino si aspetta dalla<br />
pubblica amministrazione e soprattutto<br />
che si debba affrontare, ed è già tardi,<br />
un’approfondita discussione scientifica<br />
e tecnica nell’ambito dell’information<br />
science sugli opendata per la pubblica<br />
amministrazione.<br />
Cerco di trattare questi due punti separatamente.<br />
Un tipico servizio che il cittadino<br />
(non solo italiano ma globale) chiede è<br />
quello concernente il turismo culturale<br />
e artistico. E’ ovvio che la maggior<br />
parte dei cittadini non visiti i portali<br />
delle varie regioni (dove a una prima<br />
ricerca ho verificato che esistono già<br />
alcuni opendata sui monumenti), ma<br />
preferiscono ragionevolmente andare<br />
su portali tematici e complessivi.<br />
Se per esempio i cittadini utilizzassero<br />
il portale www.ITALIA.it, troverebbero<br />
su la mappa che contiene PISA (http://<br />
www.italia.it/en/maps.html english<br />
cliccare su Pisa) la descrizione risibile<br />
(tanto per non piangere) che allego<br />
al fondo dell’articolo. La descrizione<br />
dice che “Pisa è una famosa repubblica<br />
marinara fondata nel 1810 e che la cosa<br />
più importante è la fondazione della<br />
Scuola normale di Pisa!” La mappa<br />
poi che appare nel browser porta in<br />
calce crediti nei confronti di società<br />
ed organizzazioni straniere che hanno<br />
fornito la cartografia! E la nostra cartografia,<br />
prodotta da IGM, Ministero<br />
dell'Ambiente, dalle Regioni? Che fine<br />
ha fatto? Lasciamo perdere e torniamo<br />
alle informazioni fuorvianti, sbagliate<br />
ed anche offensive.<br />
Come è possibile ciò? Una spiegazione<br />
plausibile è che il sito www.italia.it non<br />
usa dati provenienti da data base certificati<br />
o almeno verificati (ad esempio da<br />
quelle tonnellate di DB che il MIBAC<br />
ha prodotto sin dal tempo dei progetti<br />
sui “giacimenti culturali”, sotto il governo<br />
Craxi, per continuare poi con le<br />
varie carte tematiche di catalogazione e<br />
del rischio dei beni culturali che tanto<br />
sono costate e forse ancora costano). In<br />
alternativa, si può pensare, forse www.<br />
italia.it usa opendata? Ad una prima<br />
verifica (guardando quanto contenuto<br />
nell’efficiente portale della Regione<br />
Toscana http://goo.gl/BgszB6) sembra<br />
proprio di no. Tralascio di commentare<br />
un'altra prova che ho fatto su www.verybello.it<br />
perché ancora non contiene<br />
mappe.<br />
Se lo stesso cittadino italiano, interessato<br />
a fare del turismo a Pisa andasse<br />
su Google, Wikipedia, ed altri siti saprebbe<br />
tutto! Saprebbe calcolare tutte le<br />
tariffe autostradali ( http://goo.gl/aF-<br />
HyYI), vedrebbe dove e come sono posizionati<br />
i monumenti, etc. etc. sino a<br />
trovare una giovane guida a 10 (http://<br />
www.guidemeright.com ) per visitare la<br />
città: il tutto attraverso siti assolutamente<br />
privati che usano dati che sono<br />
stati pubblicati in rete da altri o che altri<br />
hanno prodotto.<br />
I servizi offerti da questi siti sono apprezzabili,<br />
parlano il linguaggio attuale; ovviamente<br />
sono da verificare se mai contenessero<br />
dei malware, ma oggi chi usa il<br />
web sa leggere tra le righe dei siti mentre<br />
i servizi offerti dai siti istituzionali sopra<br />
citati sono assolutamente primordiali e<br />
fuorvianti. Mi chiedo allora perché mai<br />
le Amministrazioni, che pure pubblicano<br />
gli opendata, poi non li utilizzino in<br />
favore dei cittadini? Che cosa aspettano<br />
che li usino i cittadini? E quali cittadini:<br />
quelli esperti che sanno accedere ai file<br />
e leggere i vari formati di dati? Oppure<br />
gli opendata sono un modo elegante e<br />
trendy di lavarsi le mani dalla responsabilità<br />
di fornire servizi ai cittadini?<br />
Il portale www.italia.it con la “descrizione di Pisa”.<br />
Se opendata significa accesso<br />
a dati delle PA da parte delle<br />
PA attraverso cataloghi e formati<br />
di interscambio questo<br />
già era definito nello standard<br />
di comunicazione della<br />
PA da più di quindici anni.<br />
Che fine ha fatto?<br />
Nell’uso degli opendata<br />
esiste un aspetto che, mi<br />
sembra sinora, non sia stato<br />
analizzato: la presenza di più<br />
informazioni tra loro diverse<br />
sullo stesso tema. Una società privata<br />
che vuole dare informazioni basate<br />
su opendata, ha una grande scelta di<br />
opendata da usare e quali usa? Dichiara<br />
quali usa? L’utente ha delle garanzie<br />
nell’usare i servizi offerti da quella società<br />
privata? Ritengo che questo aspetto<br />
dovrebbe essere approfonditamente<br />
discusso e chiarito.<br />
Passiamo agli aspetti scientifici circa<br />
gli opendata che già nel 2012 furono<br />
chiaramente evidenziati da Alessandro<br />
Fuggetta. http://www.alfonsofuggetta.<br />
org/?p=16891<br />
Io già allora li condivisi ed ora più che<br />
mai sono convinto che è necessario<br />
avviare un dibattito scientifico e tecnico<br />
sul tema, specialmente ora che si<br />
ha una notevole quantità di portali di<br />
opendata da tante amministrazioni.<br />
E’ necessario sapere a che cosa andiamo<br />
incontro, e verificare la fattibilità dei<br />
sistemi della pubblica amministrazione<br />
in grado di usare tali dati per provvedere<br />
direttamente servizi ai cittadini.<br />
E’ ancora rimasta aperta la domanda<br />
di alcuni anni fa: perché si privilegia il<br />
“common coupling” che offre soluzioni<br />
deboli di interazione e pochissime<br />
garanzie da parte della autorità che<br />
pubblica i dati? I linked opendata sono<br />
la soluzione o solo un'altra complicazione?<br />
Non sento parlare di queste<br />
problematiche. Siamo ancora sull’onda<br />
dell’emozione?<br />
La questione posta nel titolo non<br />
ha ancora trovato una risposta dopo<br />
questo breve ragionamento, ma uno<br />
scenario potrebbe essere il seguente:<br />
la pubblica amministrazione libera gli<br />
opendata e poi assolda professionisti<br />
(generalmente non informatici, ma esperti<br />
del dominio di interesse della PA:<br />
urbanistica, scuola, lavoro società, etc.)<br />
che sappiano scoprire e selezionare gli<br />
opendata e che sappiano modificarli<br />
(in barba ai principi di interoperabilità)<br />
per realizzare servizi concreti (da offrire<br />
anche ai cittadini) che la stessa PA non<br />
è in grado di sviluppare da sé.<br />
Questo sistema non era proprio quello<br />
che si doveva raggiungere in Italia con<br />
i metadati ed il sistema di interscambio<br />
nella PA e che ancora oggi a livello<br />
EUROPEO la IDABC sta cercando di<br />
promuovere tra le pubbliche amministrazioni<br />
degli stati membri?<br />
Quale è il modello (di business o di<br />
funzionamento) che sta seguendo la<br />
pubblica amministrazione italiana nella<br />
fornitura di servizi ai cittadini basati sui<br />
dati? e sull’indirizzo geografico dei dati?<br />
Sono per il momento convinto che gli<br />
opendata e soprattutto gli opengeodata<br />
non sono principalmente utilizzati dai<br />
cittadini, ma da coloro i quali sviluppano<br />
servizi per i cittadini e che tra<br />
questi “coloro” c’è o ci dovrebbe essere<br />
anche la pubblica amministrazione. Ma<br />
sono altrettanto convinto che tali open<br />
data non vengono utilizzati (a parte<br />
i casi eccellenti) dalla PA per provvedere<br />
i servizi ai cittadini. La questione<br />
è più complessa della semplice lettura<br />
e condivisione di file e occorre vedere<br />
come evolve, mi auguro comunque che<br />
produca effetti migliori della Legge 7<br />
agosto 1990, n. 241"Nuove norme in<br />
materia di procedimento amministrativo<br />
e di diritto di accesso ai documenti<br />
amministrativi.".<br />
• Rilievi batimetrici automatizzati<br />
• Fotogrammetria delle sponde<br />
• Acquisizione dati e immagini<br />
• Mappatura parametri ambientali<br />
• Attività di ricerca<br />
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SMART CITIES<br />
Smart Cities, Dumb Cities<br />
Cittadini intelligenti dialogano sulla città<br />
di Beniamino Murgante e Giuseppe Borruso<br />
Il giorno 13 marzo <strong>2015</strong> è partita da<br />
Trieste il primo di una serie di eventi<br />
promossi da Confindustria Digitale e<br />
dedicati al tema dei ‘Territori Digitali’.<br />
L’occasione era quella di fare il punto<br />
della situazione sul mercato del digitale<br />
in Italia, con la presenza dei grandi<br />
players, del calibro di Microsoft, IBM,<br />
Telecom e Google, solo per citarne<br />
alcuni. L’evento triestino ha visto la<br />
partecipazione del Comune di Trieste<br />
e di AREA Science Park, l’incubatore<br />
tecnologico, nonché il coinvolgimento<br />
di numerosi altre realtà locali, tra cui<br />
l’Università di Trieste, con la presenza<br />
di numerosi studenti. Al di là di considerazioni<br />
sull’iniziativa, in cui il tema<br />
Smart Cities è stato più volte affrontato,<br />
ma tutto sommato nell’ottica abbastanza<br />
‘tradizionale’, ovvero quella di<br />
una fornitura di oggetti o infrastrutture<br />
intelligenti, viste soprattutto dal<br />
lato aziendale, senza entrare nel merito<br />
dell’argomento “città”, l’attenzione da<br />
rivolgere in questo contesto è soprattutto<br />
alla componente pomeridiana<br />
dell’evento: tavoli di lavoro tematici<br />
sono stati organizzati, e dedicati ad argomenti<br />
come mobilità, sanità, innovazione<br />
sociale, turismo, solo per citarne<br />
alcuni, in cui gruppi di persone legate<br />
ai vari settori hanno ragionato assieme<br />
sulle problematiche del territorio, le possibili<br />
soluzioni da percorrere e le azioni<br />
richieste per giungervi, in una sorta di<br />
brain storming collettivo finalizzato alla<br />
redazione di proposte operative. In tale<br />
contesto uno dei tavoli di lavoro è stato<br />
dedicato alla #younginnovation, con un<br />
nutrito gruppo di studenti dei corsi di<br />
laurea magistrali in Scienze Economiche<br />
e Scienze Aziendali dell’Università di<br />
Trieste, che si sono confrontati durante<br />
un intero pomeriggio sui temi del territorio<br />
e dell’innovazione. Stimolati a<br />
ragionare sulla città, sul suo funzionamento<br />
e sulle problematiche e opportunità<br />
urbane, gli studenti hanno sviscerato<br />
i loro punti di vista su temi quali<br />
‘territorio e innovazione’, ‘innovazione e<br />
adeguamento del sistema rispetto ai vecchi<br />
e a i nuovi bisogni’ e ‘innovazione e<br />
creatività in rete. I social networks come<br />
mezzo per il confronto?’.<br />
I ragazzi si sono confrontati sulle<br />
problematiche relative al territorio,<br />
alle necessità e alle modalità con cui<br />
sia possibile innovare e migliorare la<br />
qualità della vita. L'attività prevedeva<br />
il giungere a delle prime conclusioni,<br />
sull'evidenziazione delle problematiche,<br />
la proposta di soluzioni, e le possibili<br />
azioni di supporto con cui coinvolgere il<br />
territorio (enti locali, imprese ecc.).<br />
I primi risultati hanno evidenziato dei<br />
tratti comuni nella percezione della<br />
città, delle sue problematiche e delle<br />
soluzioni. Da una prima analisi risulta<br />
che la componente giovane, almeno studentesca,<br />
composta da persone del posto<br />
e fuori sede, chiede più wi-fi, pubblico<br />
e privato, sistemi più "smart" nel pagamento<br />
del trasporto pubblico locale,<br />
uno sportello lavoro, impostato su logica<br />
di Social network (tipo Linkedin) ma<br />
fortemente radicato sul territorio e, in<br />
generale, forme di aggregazione comune<br />
delle informazioni (più varie) relative<br />
alla città. Quest'ultimo elemento racchiude<br />
in sé elementi di trasparenza nei<br />
processi della pubblica amministrazione<br />
(ad esempio relativi alle procedure per<br />
avviare un'impresa o semplicemente per<br />
concludere determinati iter burocratici),<br />
nonché la creazione di una "interfaccia<br />
della città", una sorta di "city dashboard"<br />
in cui il cittadino o il visitatore<br />
possano essere in grado di derivare, attorno<br />
a sé o in determinati punti della<br />
città, informazioni di carattere turistico<br />
(eventi, punti di interesse, luoghi di svago),<br />
nonché la presenza di uffici e realtà<br />
pubbliche nelle vicinanze (es. Quali uffici<br />
e servizi presenti nel tale edificio?).<br />
I risultati sono stati presentati dagli studenti<br />
di fronte a una platea composta<br />
da esponenti del mondo politico, imprenditoriale<br />
e universitario, mostrando<br />
delle convergenze con attività già in<br />
atto da parte dell'amministrazione locale<br />
nonché dalle società di gestione del<br />
trasporto pubblico e dei servizi. Il lavoro<br />
è in corso, e prevede nuove attività da<br />
svolgere nel contesto universitario nonché<br />
assieme agli enti locali (comune in<br />
primis) per concretizzare proposte di<br />
carattere operativo.<br />
Perché quindi parlarne in un contesto di<br />
Smart cities quale quello della presente<br />
rubrica? Innanzitutto perché l'evento<br />
non era espressamente legato alle "smart<br />
cities" in senso stretto, anche se se ne<br />
è parlato da un punto di vista strettamente<br />
aziendale di "prodotti intelligenti"<br />
nella prima parte della giornata.<br />
I ragazzi partecipanti al tavolo #younginnovation<br />
sono inseriti in un percorso<br />
didattico in cui il tema delle smart cities<br />
viene trattato, ma fino al momento<br />
del confronto e della formulazione delle<br />
proposte il programma d’esame aveva<br />
trattato il tema della ‘città’ in generale,<br />
senza scendere nel dettaglio del dibattito<br />
sulla sua componente ‘intelligente’.<br />
Le soluzioni avanzate hanno senz’altro<br />
toccato la componente tecnologica,<br />
ovvero lo sviluppo di app, smart cards<br />
o altre modalità interattive digitali,<br />
ma molto spesso l’attenzione era più<br />
legata al processo e all’aspetto culturale<br />
dell’interazione con la città rispetto a<br />
quella strettamente tecnologica.<br />
Vi è stato lo spazio pertanto per fare<br />
emergere una vera ‘intelligenza’ della<br />
città, intesa nei termini dei suoi utenti e<br />
delle loro aspettative, spesso dettate dal<br />
buon senso e da un’osservazione ‘libera’,<br />
e dal confronto con le operazioni in atto<br />
da parte dei diversi attori istituzionali,<br />
che, in parte stanno già lavorando in<br />
molte delle direzioni suggerite dai giovani<br />
utenti della città, dall’altra parte da<br />
questi stanno ricevendo nuovi spunti di<br />
riflessione.<br />
Riferimenti<br />
Confindustria Digitale<br />
http://goo.gl/oZmaeQ<br />
http://goo.gl/iJKQDB<br />
Storify #younginnovation.<br />
http://goo.gl/DhAVYq
AGENDA<br />
23-27 marzo <strong>2015</strong><br />
FRINGE <strong>2015</strong> SAR Interferometry<br />
nd Sentinel-1 InSAR Workshop<br />
Frascati<br />
www.geoforall.it/c6kk<br />
24-25 marzo <strong>2015</strong><br />
Munich Satellite Navigation Summit<br />
<strong>2015</strong><br />
Munich (Germany) -<br />
www.geoforall.it/fry3<br />
25-27 marzo <strong>2015</strong><br />
PIA15 - Photogrammetric Image<br />
Analysis<br />
Munich (Germany)<br />
www.geoforall.it/9p8a<br />
25-27 marzo <strong>2015</strong><br />
High-Resolution Earth Imaging for<br />
Geospatial Information (HRIGI)<br />
Munich(Germany)<br />
www.geoforall.it/q99y<br />
30 marzo-1 aprile <strong>2015</strong><br />
JURSE <strong>2015</strong> Joint Urban Remote<br />
Sensing Event<br />
Losanna (Svizzera)<br />
www.geoforall.it/c6pd<br />
7-10 aprile <strong>2015</strong><br />
European Navigation Conference ENC<br />
<strong>2015</strong><br />
Bordeaux (France)<br />
www.geoforall.it/fryu<br />
14-16 aprile <strong>2015</strong><br />
Ocean Business <strong>2015</strong><br />
Southampton (UK)<br />
www.geoforall.it/q9kc<br />
15-16 aprile <strong>2015</strong><br />
Conferenza Esri Italia <strong>2015</strong><br />
Roma<br />
www.geoforall.it/quy6<br />
20-25 aprile <strong>2015</strong><br />
The World Cadastre Summit Congress<br />
and Exhibition<br />
Istanbul (Turkey)<br />
www.geoforall.it/q9wa<br />
28-30 Aprile <strong>2015</strong><br />
GISTAM <strong>2015</strong><br />
Barcellona (Spain)<br />
www.gistam.org<br />
13-14 maggio <strong>2015</strong><br />
Forum TECHNOLOGYforALL <strong>2015</strong><br />
Roma<br />
www.geoforall.it/qch8<br />
17–21 maggio <strong>2015</strong><br />
FIG WORKING WEEK <strong>2015</strong><br />
Sofia (Bulgaria)<br />
www.geoforall.it/fryq<br />
25-29 maggio <strong>2015</strong><br />
INSPIRE-GWF <strong>2015</strong><br />
Lisbona (Portogallo)<br />
www.geoforall.it/kkxpy<br />
1-4 giugno <strong>2015</strong><br />
HxGN LIVE LAS <strong>2015</strong><br />
Las Vegas (USA)<br />
www.geoforall.it/fryr<br />
9-11 Giugno <strong>2015</strong><br />
World Geospatial Developers<br />
Conference<br />
China<br />
www.geoforall.it/hhfa<br />
24-26 giugno <strong>2015</strong><br />
Convegno SIFET<br />
Firenze<br />
www.geoforall.it/kk9kr<br />
22-25 giugno <strong>2015</strong><br />
GEOG-AND-MOD <strong>2015</strong><br />
Canada<br />
http://goo.gl/tVaX1U<br />
7-10 luglio <strong>2015</strong><br />
GI-Forum <strong>2015</strong><br />
Salzburg (Austria)<br />
www.geoforall.it/fryy<br />
14-17 Luglio <strong>2015</strong><br />
FOSS4G Europe Conference<br />
Como<br />
http://europe.foss4g.org/<strong>2015</strong>/<br />
TECHNOLOGYforALL<br />
<strong>2015</strong><br />
Tecnologie per il<br />
Territorio,<br />
le Smart Cities e<br />
i Beni Culturali<br />
Roma<br />
12 - 14 maggio<br />
www.technologyforall.it<br />
12-17 aprile <strong>2015</strong><br />
European Geosciences Union General<br />
Assembly <strong>2015</strong><br />
Vienna (Austria)<br />
http://www.egu<strong>2015</strong>.eu/<br />
27-28 maggio <strong>2015</strong><br />
The GEOSPATIAL Event<br />
Londra<br />
www.geoforall.it/hhac<br />
TEOREMA srl: SOLUZIONI INNOVATIVE<br />
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