Il manoscritto I.33, manuale medievale di spada e ... - Storia In Rete
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<strong>Il</strong> Manoscritto <strong>I.33</strong><br />
foto: Monica Lai<br />
<strong>Il</strong> più antico<br />
trattato <strong>di</strong><br />
scherma europeo<br />
Una nuova pubblicazione riporta con rigore filologico<br />
sugli scaffali delle librerie un <strong>manoscritto</strong> miniato del Basso<br />
Me<strong>di</strong>oevo. E consente <strong>di</strong> ricostruire la scherma con <strong>spada</strong><br />
e il piccolo scudo chiamato broccardo in uso nel XIV secolo<br />
<strong>di</strong> Andrea Morini<br />
in collaborazione con Giovanni Passaia<br />
Marzo 2012<br />
49 | STORIA IN RETE
<strong>Il</strong>lustrazione del XIV secolo con<br />
uomini armati <strong>di</strong> <strong>spada</strong> e brocchiero<br />
Chiu n que<br />
si interessi<br />
<strong>di</strong><br />
scherma<br />
s t o r i c a<br />
ben conosce<br />
l’importanza<br />
che il <strong>manoscritto</strong><br />
comunemente conosciuto<br />
come <strong>I.33</strong> ricopre all’interno del panorama<br />
trattatistico <strong>me<strong>di</strong>evale</strong> europeo.<br />
Conservato presso il Royal Armouries<br />
Museum <strong>di</strong> Leeds, il «Liber de Arte<br />
Dimicatoria» è il più antico trattato <strong>di</strong><br />
scherma europeo che sia giunto ai nostri<br />
giorni e risale all’incirca al 1320. Come<br />
è noto, descrive in 64 tavole illustrate<br />
quaranta tecniche <strong>di</strong> scherma <strong>di</strong> <strong>spada</strong> e<br />
brocchiero, eseguite da due monaci. Ora<br />
Andrea Morini e Riccardo Ru<strong>di</strong>losso,<br />
istruttori della sede <strong>di</strong> Roma della Sala<br />
d’Arme Achille Marozzo, propongono a<br />
tutti gli appassionati <strong>di</strong> scherma <strong>me<strong>di</strong>evale</strong><br />
e a coloro che già stu<strong>di</strong>ano la scherma<br />
storica in generale, «<strong>Il</strong> Manoscritto<br />
<strong>I.33</strong> – <strong>Il</strong> più antico trattato <strong>di</strong> scherma<br />
europeo», saggio analitico <strong>di</strong> imminente<br />
uscita, per la prima volta, sugli scaffali<br />
italiani. Si tratta della settima pubblicazione<br />
originata dalla sinergia tra la<br />
SAAM, da quin<strong>di</strong>ci anni in prima linea<br />
nella <strong>di</strong>ffusione della scherma storica in<br />
Italia, e la casa e<strong>di</strong>trice <strong>Il</strong> Cerchio, che<br />
vanta più <strong>di</strong> novemila libri specialistici.<br />
Sydney Anglo, nel suo eccellente<br />
«The Martial Arts of Renaissance<br />
Europe», si chiede se l’autore<br />
del Manoscritto <strong>I.33</strong> conoscesse<br />
davvero la materia <strong>di</strong> cui trattava<br />
A fronte <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> accurati e pubblicazioni<br />
in Germania, in Francia e in <strong>In</strong>ghilterra,<br />
in Italia, da sempre feconda<br />
<strong>di</strong> maestri <strong>di</strong> scherma, l’impressione<br />
generale è che l’<strong>I.33</strong> non venga analizzato<br />
scrupolosamente come invece<br />
avviene per trattati schermistici successivi,<br />
soprattutto italiani. L’intento degli<br />
autori è proprio quello <strong>di</strong> contribuire<br />
all’approfon<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> un’opera così<br />
emblematica, me<strong>di</strong>ante la riproduzione<br />
delle immagini, e dei testi con relativa<br />
traduzione, curata da Federica Germana<br />
Giordani (sua è anche l’analisi storica<br />
e linguistica del <strong>manoscritto</strong> in questione).<br />
Altro intento è quello <strong>di</strong> suggerire<br />
un’interpretazione, delle tecniche schermistiche<br />
illustrate, caratterizzata dalla<br />
maggior adesione possibile a ciò che<br />
si evince da immagini e testo. <strong>Il</strong> saggio<br />
si conclude con l’approfon<strong>di</strong>mento<br />
relativo a <strong>di</strong>fferenze e similitu<strong>di</strong>ni con<br />
successive evoluzioni della scherma <strong>di</strong><br />
<strong>spada</strong> e brocchiero descritta in altri trattati<br />
me<strong>di</strong>evali italiani e tedeschi. L’augurio<br />
è che tale «fatica e<strong>di</strong>toriale» venga<br />
considerata per ciò che vuole essere: un<br />
prodotto della passione e dell’esperienza<br />
degli autori, volto a <strong>di</strong>ventare, da un<br />
lato, solida base per ulteriori stu<strong>di</strong> e approfon<strong>di</strong>menti,<br />
dall’altro uno stimolo a<br />
confronti costruttivi con il pubblico cui<br />
questo libro si rivolge.<br />
<strong>Il</strong> ricercatore contemporaneo <strong>di</strong><br />
scherma storica Sydney Anglo, nel<br />
suo eccellente «The Martial Arts of Renaissance<br />
Europe», si chiede se l’autore<br />
dell’<strong>I.33</strong> conoscesse davvero la materia<br />
<strong>di</strong> cui tratta, dal momento che Anglo<br />
ritiene più produttivo l’uso <strong>di</strong> <strong>spada</strong> e<br />
brocchiero secondo gli insegnamenti <strong>di</strong><br />
Hans Talhoffer (circa 1420-1490) o <strong>di</strong><br />
Achille Marozzo (1484-1553), dove le<br />
armi si usano <strong>di</strong>sgiunte, in maniera in<strong>di</strong>pendente<br />
l’una dall’altra. Stu<strong>di</strong> e pratica<br />
portano a rispondere con una certa<br />
sicurezza che l’ignoto autore dell’<strong>I.33</strong><br />
dovesse conoscerla molto bene. Lo stile<br />
schermistico descritto nell’<strong>I.33</strong> è misurato,<br />
raffinato ed estremamente pratico,<br />
e paragonarne l’efficacia a quella <strong>di</strong> meto<strong>di</strong><br />
successivi <strong>di</strong> oltre un secolo e mezzo<br />
ha poco senso. Altri stu<strong>di</strong>osi ritengono<br />
che nell’<strong>I.33</strong> sia rappresentata una<br />
forma lu<strong>di</strong>ca <strong>di</strong> combattimento. Niente,<br />
in realtà, conferma questa ipotesi, ma,<br />
anche volendola con<strong>di</strong>videre, nulla toglie<br />
alla sua efficacia in combattimento.<br />
Nel <strong>manoscritto</strong> l’inizio <strong>di</strong> ogni singola<br />
sequenza è contrassegnato dalla<br />
presenza <strong>di</strong> un simbolo a croce. <strong>In</strong>oltre,<br />
benché molte guar<strong>di</strong>e, controguar<strong>di</strong>e e<br />
tecniche si prestino ad un’analisi approfon<strong>di</strong>ta<br />
delle loro varianti e possibilità<br />
<strong>di</strong> utilizzo, l’interpretazione e la<br />
ricostruzione qui riportate sono relative<br />
esclusivamente a quanto descritto nel<br />
testo o nelle immagini del trattato, fatte<br />
salve alcune osservazioni.<br />
<strong>Il</strong> <strong>manoscritto</strong> <strong>I.33</strong> è molto probabilmente<br />
rivolto a fruitori che già <strong>di</strong>sponessero<br />
almeno delle basi della scherma,<br />
in quanto omette la descrizione<br />
<strong>di</strong> colpi, parate e passeggio. Descrive<br />
• è evidente la tendenza a preoccuparsi<br />
innanzitutto <strong>di</strong> rendere inoffensiva<br />
l’arma dell’avversario, e solo successivamente<br />
viene tirato il colpo <strong>di</strong> risposta<br />
• è estremamente frequente l’uso del<br />
brocchiero per bloccare la mano armata<br />
dell’avversario contro il suo stesso<br />
corpo (questa tecnica viene illustrata<br />
chiaramente anche nel Co<strong>di</strong>ce Manesse)<br />
• il brocchiero viene usato a <strong>di</strong>fesa della<br />
mano armata per estendere la superficie<br />
<strong>di</strong> parata della <strong>spada</strong> soprattutto<br />
durante le uscite e i colpi in tempo (cifra<br />
<strong>di</strong>stintiva, questa, <strong>di</strong> tutta la scherma<br />
<strong>me<strong>di</strong>evale</strong> tedesca)<br />
• sono inoltre molto frequenti i colpi<br />
<strong>di</strong> punta, soprattutto al capo; stupisce<br />
invece la quasi totale assenza dei colesclusivamente<br />
tecniche <strong>di</strong> <strong>spada</strong> e<br />
brocchiero, e, benché lo faccia in 40<br />
sequenze, i principi su cui si basa sono<br />
essenziali e ridondanti:<br />
• vengono favorite le guar<strong>di</strong>e che rappresentano<br />
dei mezzi caricamenti del<br />
colpo, piuttosto che le guar<strong>di</strong>e comuni,<br />
assimilabili invece al caricamento <strong>di</strong> un<br />
colpo<br />
Lo stile schermistico descritto nell’<strong>I.33</strong><br />
è misurato, raffinato ed estremamente<br />
pratico. Alcuni stu<strong>di</strong>osi tuttavia<br />
ritengono che vi sia rappresentata<br />
una forma lu<strong>di</strong>ca <strong>di</strong> combattimento<br />
La Sala d’Arme Achille Marozzo<br />
La Sala d’Arme Achille Marozzo<br />
ha lo scopo <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>are e<br />
<strong>di</strong>ffondere le arti marziali<br />
italiane del me<strong>di</strong>oevo e del rinascimento,<br />
in particolare l’antica<br />
scienza del combattimento con<br />
armi bianche (scherma <strong>me<strong>di</strong>evale</strong><br />
o scherma antica). E’ dunque ban<strong>di</strong>ta<br />
ogni forma <strong>di</strong> contaminazione<br />
con <strong>di</strong>scipline marziali moderne<br />
od orientali e creatività artistica<br />
da parte degli istruttori: umilmente<br />
la Sala si rifà ai testi degli antichi<br />
maestri, <strong>di</strong>scutendoli ed interpretandoli<br />
al meglio delle proprie<br />
possibilità. La missione non è <strong>di</strong><br />
creare uno stile <strong>di</strong> combattimento<br />
nuovo, più o meno liberamente<br />
ispirato alle antiche scuole italiane,<br />
ma la rinascita dello stile<br />
<strong>di</strong> combattimento italiano, così<br />
com’era e come si stu<strong>di</strong>ava nelle<br />
pi alle gambe, dovuta probabilmente<br />
al fatto che, data la ridotta lunghezza<br />
della <strong>spada</strong>, si esporrebbe così la propria<br />
testa. Possiamo inoltre collegare<br />
tale assenza <strong>di</strong> colpi alle gambe alla<br />
singolare posizione <strong>di</strong> guar<strong>di</strong>a adottata<br />
dai contendenti, piuttosto bassa<br />
e con il busto decisamente proteso in<br />
avanti, che effettivamente sottrae il<br />
bersaglio e rende molto rischiosi i colpi<br />
bassi. La scherma illustrata nel <strong>manoscritto</strong><br />
può essere riassunta e schematizzata<br />
in poche azioni e solide regole,<br />
che vengono riba<strong>di</strong>te più volte e<br />
applicate senza sostanziali variazioni.<br />
Andrea Morini<br />
in collaborazione con Giovanni Passaia<br />
gran<strong>di</strong> sale d’arme dell’epoca. <strong>Il</strong><br />
cuore dello stu<strong>di</strong>o è costituito dai<br />
gran<strong>di</strong> trattati <strong>di</strong> scherma italiani<br />
del Quattrocento e del Cinquecento<br />
(soprattutto la prima metà del<br />
Cinquecento, con qualche eccezione<br />
per i trattati posteriori della<br />
Scuola Bolognese, la più tra<strong>di</strong>zionalista<br />
dell’epoca). n<br />
www.achillemarozzo.it<br />
Una illustrazione da<br />
«L’Arte dell’Armi» <strong>di</strong> Achille<br />
Marozzo (1484–1553)<br />
Marzo 2012<br />
Marzo 2012<br />
51 | STORIA IN RETE