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Sentiero dell'acqua ripensata

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Le cascate della Pevereggia<br />

L’acqua che (in)canta<br />

3<br />

Nella cascata l’acqua si presenta come spettacolo. I suoni, il movimento,<br />

i riflessi di luce ci attirano, la forza ci impressiona. Per questo le cascate<br />

sono tra i classici «monumenti naturali». Oggi a questo fascino un po’<br />

romantico se ne affianca, grazie alla scienza, un altro più razionale: quello<br />

dei misteri svelati dalla natura.<br />

L’imponente salto dal quale precipita la cascata corrisponde ad una<br />

grande faglia (cioè ad una frattura delle rocce con scorrimento delle<br />

due parti) che determina l’andamento della Tresa ed è parallela a quelle<br />

che più in alto fissano il corso della Pevereggia e della Lisora.<br />

faglia di Sceretto<br />

faglia di Sessa-Suino<br />

faglia di Galbirona<br />

Astano<br />

faglia di Beredino<br />

La vecchia latteria<br />

L’acqua che aiuta<br />

4<br />

Nell’attività di imprese tradizionali come latterie, cantine ecc. l’acqua<br />

offriva servizi svariati come forza motrice, refrigerante, detergente e così<br />

via, svolgendo il lavoro oggi prestato da apparecchi elettrici (motori,<br />

frigoriferi, lavatrici ecc.) la cui energia proviene pur sempre in larga<br />

misura da quella dell’acqua.<br />

Questa latteria era in effetti il caseificio sociale di Monteggio, in attività<br />

sino ai primi decenni del ’900. Il «mornee» trovava qui il suo omologo<br />

«casee», e come il mulino il caseificio era un importante riferimento<br />

nell’economia locale.<br />

Ogni comunità rurale ne aveva dunque uno. Particolarmente ingegnoso<br />

era il lungo albero che, passando sotto la strada, trasmetteva forza<br />

motrice dalla ruota a pale nel canale all’interno dell’edificio.<br />

vasca<br />

strada comunale<br />

canale di deviazione<br />

ruota di ferro<br />

Pevereggia<br />

La zona protetta delle Bolle<br />

L’acqua che nutre<br />

5<br />

L’acqua che riaffiora in superficie inzuppando il terreno dà vita<br />

a un ambiente naturale particolare: il bosco di ontano nero.<br />

Viste ancora ieri come ambienti malsani e persino come pattumiere, oggi<br />

queste zone umide, sempre più rare, sono considerate preziose anche<br />

perché ospitano molte specie animali e vegetali minacciate e quindi<br />

bisognose di protezione. I Comuni di Sessa e di Monteggio hanno<br />

perciò deciso di proteggere questa zona umida: il visitatore deve<br />

dunque restare sul sentiero segnalato, che gli evita disagi e pericoli e gli<br />

consente di ammirare l’ambiente senza danneggiarlo.<br />

ontaneto<br />

L’acquedotto di Monteggio<br />

L’acqua che disseta<br />

Monteggio<br />

6<br />

L’acqua potabile è una risorsa della quale abbiamo bisogno quotidiano<br />

e assoluto. Fontane, pozzi, acquedotti soddisfano questo bisogno<br />

in modo sempre più nascosto ed efficiente, al punto da farci dimenticare<br />

quanti nel mondo devono ancora lottare per l’acqua.<br />

I continui sforzi delle autorità per garantire alla popolazione dell’intero<br />

territorio un rifornimento sicuro di acqua di buona qualità lasciano<br />

sul terreno solo poche tracce (stazioni di pompaggio, pozzetti<br />

di ispezione, idranti). Tacciono invece sempre più le fontane e i lavatoi<br />

attorno ai quali si riuniva la gente.<br />

<strong>Sentiero</strong> dell’acqua <strong>ripensata</strong><br />

faglia della Tresa<br />

Monteggio<br />

Sessa<br />

canneto<br />

scirpeto<br />

Italiano


La piana di Sessa<br />

L’acqua che crea<br />

Il camino Baglioni<br />

L’acqua che invita<br />

1 Il mulino Trezzini 2<br />

L’acqua che lavora<br />

La piana di Sessa è spettacolo insolito in un paesaggio tanto mosso.<br />

La valle è stata colmata da materiali depositati dall’acqua in un lontano<br />

passato e bonificata a partire dal 1778 con vari interventi che hanno<br />

tra altro cancellato la rete originaria di ruscelli che la percorreva.<br />

La formazione della piana risale al periodo dell’ultima glaciazione,<br />

quando il ghiacciaio dell’Adda, venendo da Ponte Tresa, bloccava<br />

l’antico deflusso della Pevereggia nella Lisora e scaricava i suoi detriti<br />

(con quelli della Lisora) sotto Sessa, mentre il ghiacciaio del Ticino<br />

bloccava la valle all’altro estremo, scaricandovi i propri detriti con quelli<br />

del Rio Colmegnino.<br />

Per i suoi molteplici usi diretti e indiretti (forza motrice), l’acqua ha per<br />

lungo tempo determinato l’ubicazione delle attività produttive (mulini,<br />

magli, opifici) lungo i corsi d’acqua. Oggi questo ruolo è svolto piuttosto<br />

dalle vie di comunicazione. In questo contesto va inserita la visita al<br />

camino Baglioni, parte terminale ancora intatta di un lungo condotto che,<br />

appoggiato al ripido pendio, saliva dalla sottostante «fonderia» costruita<br />

dall’ingegnere varesino Vinasco Baglioni. In questo stabilimento verso<br />

la metà dell’800 il minerale aurifero estratto dalle miniere situate tra<br />

Sessa e Astano veniva arrostito per liberarlo dall’arsenico.<br />

I fumi prodotti venivano incanalati nel lunghissimo condotto per consentire<br />

la sedimentazione del velenoso elemento.<br />

Per lunghi secoli l’acqua è stata la principale forza motrice utilizzata<br />

dall’uomo: la ruota a pale spinta dall’acqua muoveva senza sosta pesanti<br />

macine, magli, catene di secchi e altri congegni così come ancora oggi,<br />

lontano dai nostri occhi, fa girare instancabilmente i generatori<br />

di corrente elettrica.<br />

I Trezzini, mugnai («mornee») di Suino di Sessa, appaiono a metà<br />

dell’800 con questo mulino sull’orlo delle cascate della Pevereggia.<br />

L’attività continua per circa un secolo per cessare subito dopo<br />

la seconda guerra mondiale. Figura centrale e caratteristica per i primi<br />

decenni del ’900 è Bernardino, ricordato con gli inseparabili asini.<br />

Da notare l’ardito canale di adduzione delle acque.<br />

rio Colmegnino<br />

Lisora<br />

canale<br />

saracinesca<br />

ghiacciaio del Ticino<br />

Pevereggia<br />

ghiacciaio<br />

dell’Adda<br />

piano macine<br />

piano ingranaggi<br />

Tresa<br />

Camino Baglioni<br />

Mulino Trezzini<br />

Cascate Pevereggia<br />

Vecchia Latteria<br />

Zona naturale protetta<br />

Acquedotto di Monteggio<br />

cascata principale<br />

Pevereggia<br />

Il sentiero<br />

dell’acqua <strong>ripensata</strong><br />

Per sottolineare l’inizio del nuovo millennio, i Comuni di Sessa<br />

e di Monteggio hanno voluto creare insieme un percorso nuovo inteso<br />

a valorizzare testimonianze storiche ed ambienti naturali e che,<br />

sviluppando un’idea di Guido Cotti, propone altrettante riflessioni sui<br />

rapporti tra l’acqua e l’uomo nel passato e nel presente.<br />

L’acqua viene così <strong>ripensata</strong> nel doppio senso di «pensata ancora<br />

una volta» e di «pensata in modo nuovo». Perché solo conoscenza<br />

e coscienza del passato e dei suoi rapporti col presente consentono<br />

di affrontare in modo costruttivo un futuro che è già cominciato.<br />

Un vasto consenso nell’ambito delle società dei due Comuni ha creato<br />

le premesse finanziarie e tecniche per questa realizzazione.<br />

Natura e storia offrono spunti e tracce, antiche e recenti, tutte da scoprire<br />

in questo angolo di Malcantone. Il sentiero propone riflessioni lungo una<br />

precisa fascia di territorio a cavallo fra i comuni di Sessa e Monteggio.<br />

Dopo le cascate della Pevereggia si affaccia sulla Piana di Sessa.<br />

Da qui si può spaziare a Nord verso Astano con il suo laghetto, a Sud<br />

conlacollinadiMonteggio(Costera),la Valle della Tresa e il suo percorso<br />

fluviale. AOvestlapianacontinuadopola frontiera incontrando la Valle<br />

Dumentina. La valle della Lisora chiude a Est verso Croglio.<br />

Una rete di sentieri invita a nuove scoperte in un più vasto comprensorio.<br />

Dopo il punto 6 del sentiero «dell’acqua <strong>ripensata</strong>» alla fine della strada<br />

forestale indichiamo una variante per il ritorno verso Sessa:<br />

Il percorso punteggiato conduce verso le frazioni di Suino e Bonzaglio.<br />

Di nuovo a Sessa continua verso il villaggio «i Grappoli» per ritrovare<br />

l’inizio del sentiero vero e proprio.<br />

fonderia<br />

fiume Tresa<br />

camere<br />

camino

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