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OBIETTIVI DEL DOCUMENTO<br />
1. Fornire informazioni sull’identificazione e la gestione della persona disfagica.<br />
2. Ridurre l’eterogeneità di comportamenti nella gestione della persona disfagica.<br />
3. Monitorare l’assunzione orale ed assicurare un adeguato livello di idratazione e nutrizione.<br />
4. Conoscere gli interventi da attuare in caso di aspirazione aerea.<br />
5. Formare il care-giver al fine di ridurre la morbilità ad essa associata.<br />
LA DEGLUTIONE: DEFINIZIONE E PROCESSI FISIOLOGICI<br />
La deglutizione è una sequenza motoria complessa dipendente dalla contrazione coordinata di<br />
muscoli della bocca, della lingua, della faringe, della laringe e dell’esofago. La deglutizione è un atto<br />
neuromuscolare altamente integrato regolato da un centro bulbare la cui attività, controllata da centri<br />
corticali, sottocorticali e dalla sensibilità che proviene dagli effettori, è sincrona con quella del centro<br />
del respiro. Essa consente la propulsione dei cibi dalla bocca allo stomaco attraverso le seguenti fasi:<br />
FASE 0 (preparazione extraorale delle sostanze): corrisponde alla preparazione del cibo. Questa fase<br />
termina nel momento in cui il cibo viene posto in bocca.<br />
FASE 1 (preparazione orale delle sostanze da inghiottire): insalivazione e la masticazione che se<br />
eseguite correttamente fanno si che il boccone, d’ora in poi chiamato bolo, risulterà pronto per la<br />
deglutizione. Questa fase avviene sotto il controllo della volontà ed ha una durata variabile secondo il<br />
cibo da inghiottire: minima per i liquidi e massima per cibi solidi e secchi. A questa preparazione<br />
partecipano attivamente ed in coordinazione la chiusura delle labbra, il movimento laterale e rotatorio<br />
della mandibola, il tono buccale e facciale, i movimenti laterali e rotatori della lingua che aiutano a<br />
raccogliere ed a trattenere il cibo sul dorso della lingua.<br />
FASE 2 (stadio orale) spinta del bolo verso l’istmo delle fauci ed elicitazione del riflesso deglutitorio<br />
(volontario). Implica il movimento della lingua con azione propulsiva e il contatto della stessa con<br />
l’arco palatino e l’oro faringe per stimolazione dei recettori della regione oro-faringea e/o base lingua.<br />
Da qui la deglutizione proseguirà autonomamente al di fuori del controllo volontario.<br />
FASE 3 (stadio faringeo): il bolo, in questa fase attraversa l’incrocio della via respiratoria. È evidente<br />
che lo svolgimento corretto di questa fase risulta di fondamentale importanza per evitare situazioni che<br />
possono mettere in pericolo la vita della persona. Questa fase implica la coordinazione di meccanismi<br />
differenti che consentono il transito del bolo, evitando il passaggio di cibi liquidi e solidi nel naso e la<br />
penetrazione e/o aspirazione di cibo rispettivamente in laringe e/o nell’apparato bronco polmonare<br />
(involontaria).<br />
FASE 4 (stadio esofageo): il bolo arriva in esofago attraverso lo sfintere esofageo superiore che si apre<br />
automaticamente e, in un tempo variabile, per mezzo delle onde peristaltiche, percorre tutto l’esofago<br />
fino allo sfintere esofageo inferiore, porta di ingresso allo stomaco.<br />
1
FASE 5 (stadio gastrico): il bolo giunge allo stomaco, termina la deglutizione ed inizia la digestione.<br />
DISFAGIA: DEFINIZIONE E PROCESSI FISIOLOGICI<br />
È un’alterazione della normale progressione del cibo dal cavo orale allo stomaco, causata da una<br />
disfunzione anatomo-funzionale. La disfagia è sintomo di una patologia localizzabile anche a distanza<br />
dagli effettori della deglutizione o sistemica.<br />
Riconosce una patogenesi multifattoriale e deve pertanto essere affrontata con il contributo di più<br />
figure professionali (team multidisciplinare). La disfagia può riguardare l’assunzione di cibi solidi,<br />
liquidi, semiliquidi, semisolidi. Inoltre, può presentare un carattere persistente o saltuario. Tale disturbo<br />
dell’alimentazione può determinare gravi conseguenze sullo stato di salute complessivo della persona,<br />
sia per un ridotto apporto nutrizionale, sia per un elevato rischio di polmoniti ab ingestis. La persona<br />
disfagica, infatti ha bisogno di un tempo più lungo per assumere il pasto; manifesta spesso e in forma<br />
ingravescente affaticabilità; è costretta, inoltre, al continuo cambiamento delle proprie abitudini<br />
alimentari.<br />
Il sintomo può coinvolgere in vario modo gli effettori della deglutizione prevalentemente contenuti nel<br />
distretto cervico-facciale dove svolgono anche altre funzioni: respiratoria, fono-articolatoria, senso<br />
percettiva, practomotoria, edonistica, etc.<br />
La tabella che segue riassume le principali condizioni morbose possibili causa di disfagia e identifica<br />
quelle che possiamo definire “popolazione a rischio” di disfagia:<br />
A. DISFAGIA OROFARINGEA (DISFAGIA ALTA)<br />
• Danno neurogeno: ictus cerebrovascolare, traumi cranio-encefalici e spinali, neoplasie, patologie del<br />
primo motoneurone, patologie del secondo motoneurone, S. Guillain-Barré, m. di Huntington, sclerosi<br />
multipla, poliomielite, encefalopatie metaboliche, morbo di Parkinson, demenza;<br />
• Miopatiche: malattie del connettivo, dermatomiosite, miastenia grave, distrofia miotonica, distrofia<br />
oculofaringea, sarcoidosi, sindromi paraneoplastiche;<br />
• Anossia cerebrale;<br />
• Interventi su tumori delle vie aereo digestive superiori (VADS);<br />
• Involuzione senile;<br />
• Iatrogene: farmaci (chemioterapici, neurolettici, ecc.), terapia radiante, caustici (intenzionale, da<br />
pillole);<br />
• Infettive: difterite, botulismo, malattia di Lyme, sifilide, mucosite (herpes, cytomegalovirus, candida,<br />
ecc.);<br />
• Metaboliche: amiloidosi, s. di Cushing, tireotossicosi;<br />
• Patologia da reflusso gastroesofageo.<br />
B. DISFAGIA ESOFAGEA (DISFAGIA BASSA)<br />
• Cause meccaniche intrinseche ed estrinseche: stenosi peptica, neoplasie, aneurismi vasi torace,<br />
megacuore, cause osteoarticolari;<br />
• Cause neuromuscolari primitive e secondarie: acalasia, spasmo esofageo diffuso, sclerodermia,<br />
collagenopatie;<br />
• Strutturali: barra cricofaringea, diverticolo di Zenker, osteofiti e anomalie scheletriche, malformazioni<br />
congenite (diverticoli, tasche, ecc.).<br />
2
Le turbe della deglutizione più temibili e che si manifestano clinicamente in maniera più subdola sono<br />
verosimilmente quelle che fanno seguito a patologia cerebro vascolare acuta. 75% delle persone<br />
colpite da ictus cerebrale presenta disfagia e nel 91% dei casi essa persiste fino a 3 mesi. Il 43-54% di<br />
queste persone presenta inalazione che si complica nel 40% in broncopolmoniti. La mortalità è dovuta<br />
prevalentemente alle complicanze cardiovascolari e alle polmoniti ab ingestis.<br />
DISFAGIA ICTUS CORRELATA<br />
Alterazioni della deglutizione per tipo di ictus<br />
Tipo di ictus Tipo di lesione Tipo di alterazione<br />
Ictus emisferico Monolaterale sinistro FASE ORALE<br />
Incordinazione labioglosso-mandibolare,<br />
diprassia orale, aumento<br />
tempo di transito orale del<br />
bolo<br />
Ictus emisferico Monolaterale destro FASE FARINGEA Ridotta<br />
escursione verso l’alto della<br />
laringe, ristagno del bolo<br />
verso l’alto, rischio di<br />
inalazione, soprattutto i<br />
liquidi<br />
Ictus emisferico<br />
Lesioni corticali bilaterali TUTTE<br />
FATTORI DI RISCHIO<br />
- Diminuzione delle abilità cognitive: consapevolezza, orientamento, memoria, vigilanza e attenzione;<br />
- Incremento dell’impulsività o agitazione;<br />
- Diminuzione o assenza del riflesso della tosse, mancanza della tosse volontaria;<br />
- L’uso di alcuni farmaci come neurolettici, antidepressivi, anticolinergici e medicinale a base di<br />
fenotiazina;<br />
- Iperestensione del collo o contratture;<br />
- Diminuzione o assenza di forza, movimento e simmetria dei muscoli facciali, lingua e muscoli orali;<br />
- Diminuzione o assenza della sensibilità orale e facciale;<br />
- Precedente intubazione per un lungo periodo;<br />
- Problemi di linguaggio;<br />
- Età avanzata.<br />
3
SEGNI E SINTOMI<br />
Tosse durante o dopo la deglutizione<br />
Assenza di tosse volontaria o del riflesso<br />
Assenza deglutizione volontaria<br />
Eccessiva lentezza nell’assunzione dei cibi<br />
Presenza di residuo di bolo nelle fauci<br />
Perdita di peso o disidratazione<br />
Aumento della TC<br />
Disfonia o voce gorgogliante<br />
Frequenti infezioni polmonari<br />
Schiarimenti di voce frequenti<br />
Lingua protrusa<br />
Scialorrea<br />
Fastidio o dolore alla deglutizione<br />
CONSEGUENZE<br />
Aspirazione di cibi e/o liquidi nelle vie aeree<br />
maggior rischio di infezioni polmonari<br />
Ridotto introito alimentare<br />
malnutrizione e/o disidratazione<br />
Alterazione della qualità di vita<br />
aumento richieste di interventi sanitari<br />
(maggiori costi socio-sanitari)<br />
A PROPOSITO DI ASPIRAZIONE<br />
Può essere silente<br />
tosse post deglutitoria e deglutitoria<br />
al respiro liquido<br />
alla qualità della tosse<br />
altri segnali: lacrime, affaticamento<br />
voce rauca o umida<br />
MANOVRE D’EMERGENZA<br />
La prima difesa è fornita dall’organismo con la tosse; se non è sufficiente:<br />
COSA NON FARE<br />
Non colpire la schiena con le mani<br />
Non dare da bere<br />
Non effettuare la respirazione bocca a bocca<br />
4
Innanzitutto rimozione protesi<br />
MANOVRA 1<br />
Mento verso il petto, braccia abbandonate e bocca aperta; dare dei colpetti con il palmo della<br />
mano tra le scapole<br />
MANOVRA DI HEIMLICH<br />
Si attiva ponendosi alle spalle della ps, cingendolo con le braccia all’altezza dello stomaco e premere<br />
sulla fascia diaframmatica con movimento verso l’alto per favorire l’espulsione del cibo.<br />
Questa manovra può essere effettuata anche se la ps è seduta su sedia a rotella o sdraiata.<br />
A PROPOSITO DI MALNUTRIUZIONE<br />
Stato di alterazione funzionale, strutturale e di sviluppo dell’organismo conseguente alla discrepanza<br />
tra fabbisogni nutrizionali specifici e introito o utilizzazione dell’energia e dei nutrienti, tali da<br />
comportare un eccesso di morbilità e mortilità.<br />
Malnutrizione: calo di peso, muscoli con tono scarso, orbite oculari scavate, lingua arrossata e con<br />
fissurazione, ossa sporgenti.<br />
Disidratazione: disorientamento e confusione, cute secca e esfoliata, sollevabile in pliche cutanee,<br />
lingua secca e difficile da sporgere.<br />
Complicanze malnutrizione<br />
conseguenze<br />
Primarie<br />
secondarie<br />
Guarigione ferite<br />
funz.tà intestinale<br />
funz.tà muscolare<br />
funz.tà ventilatoria<br />
rispostaimmunitaria<br />
rischio infezione<br />
morbilità<br />
uso farmaci<br />
durata degenza<br />
durata riab.ne<br />
qualità di vita<br />
mortalità<br />
costi sanitari<br />
39<br />
DISFAGIA ETA’ CORRELATA: LA PRESBIFAGIA<br />
Per ipertonia muscolare oro-faringea<br />
(linguale, labiale, faringea) e incoordinazione muscolare<br />
Per maggiore rigidità delle medesime<br />
Per turbe della sensibilità oro-faringea-laringea<br />
Per atrofia muscolare e linguale<br />
Per xerostomia<br />
Per edentulia e protesi dentaria inadeguata<br />
5
Per deperimento, demotivazione, clinostatismo<br />
Per disregolazione neurologica centrale<br />
Per fase extraorale meno efficace (per calo vista, olfatto, gusto)<br />
Per ridotta abilità gestuale<br />
Per perdita dell’attenzione<br />
Segni e sintomi<br />
Difficoltà a formare il bolo<br />
Incapacità a trattenerlo nel cavo orale<br />
Scialorrea<br />
(aumento del tempo di deglutizione)<br />
VALUTAZIONE INFERMIERISTICA DELLA DISFAGIA<br />
Tutte le persone con ictus dovrebbero essere sottoposte a screening prima di assumere cibi solidi o<br />
liquidi.<br />
L’infermiere di reparto svolge un ruolo chiave, in quanto identifica segni e sintomi che possono far<br />
sospettar un quadro di disfagia, quindi valuta asimmetria delle rima orale, alterazione della mimica<br />
facciale, perdita di saliva, secchezza delle fauci, voce rauca e presenza dello stimolo della tosse.<br />
La valutazione della disfagia attraverso le prove di deglutizione non deve essere effettuata se il<br />
paziente non è cosciente o vigile, o se presenta dispnea.<br />
Inoltre se la persona presenta paralisi unilaterale è consigliato inclinare e ruotare leggermente la<br />
testa dalla parte colpita.<br />
Per quanto concerne i test di screening più citati in letteratura e che possono essere facilmente<br />
applicabili da infermieri addestrati sono: 1. Test Three-oz Water Swallow Test (WST, Test di<br />
Smithard) il più utilizzato, e le sue due varianti: il WST sensibilizzato con pulsossimetro (reperto<br />
patologico: caduta della saturazione di ossigeno maggiore del 2% dopo la deglutizione di 10 ml di<br />
acqua) e il WST sensibilizzato con auscultazione; 2 il Bedside Swallowing Assessment Scale.<br />
1) Three-oz Water Swallow test: come si esegue.<br />
1 - offrire alla persona, seduta e con la testa in asse, 5 ml di acqua liscia a temperatura ambiente con un<br />
cucchiaio per 3 volte, ad ogni cucchiaio verificare l’avvenuta deglutizione, attendere qualche secondo e<br />
se il paziente presenta tosse severa e voce gorgogliante si sospende il test = Grado 4 – <strong>Disfagia</strong> grave;<br />
2 - se la persona non tossisce si offre acqua direttamente dal bicchiere, si attende qualche secondo, si<br />
fa parlare il paziente per valutare la qualità della voce: in caso di voce rauca e/o gorgogliante e tosse =<br />
Grado 3 – <strong>Disfagia</strong> moderata.<br />
3 - se presenta solo voce rauca e/o gorgogliante = Grado 2 – <strong>Disfagia</strong> lieve;<br />
4 - se precedentemente il test è negativo si procede con 50ml di acqua dal bicchiere. Se anche questo è<br />
negativo = Grado 1 – <strong>Disfagia</strong> assente.<br />
6
ESITO TEST<br />
DIETA<br />
1. ASSENTE corretta deglutizione 1. dieta libera<br />
2. LIEVE voce rauca e/o gorgogliante 2. addensare i liquidi (omogeneizzato, frutta<br />
frullata, yogurt)<br />
3. MODERATA voce rauca e/o<br />
3. addensare i liquidi (gelatina, marmellata)<br />
gorgogliante e tosse<br />
rendere omogenei i cibi<br />
4. GRAVE tosse con cucchiaio 5 ml acqua 4. alimentazione enterale assistita<br />
Dopo aver effettuato la prova di deglutizione con l’acqua, l’infermiere può inoltre avvalersi di<br />
una scala di valutazione più approfontita che consente di identificare i pazienti con disturbi della<br />
deglutizione a rischio di aspirazione tramite un punteggio, la Bedside Swallow Assestment. Se il<br />
punteggio di tale scala è superiore a 24 il paziente è ad alto rischio e deve essere presa in<br />
considerazione la possibilità di una alimentazione artificiale. Viceversa un punteggio più basso di 24<br />
permette l’avvio precoce di una alimentazione per os sicura, senza ulteriori indagini.<br />
2. Bedside Swallow Assessment<br />
Livello di coscienza 1.vigile<br />
2.soporoso risvegliabile<br />
3.non apre gli occhi ma risponde agli stimoli verbali<br />
4. risponde agli stimoli dolorosi<br />
Controllo del tronco e della<br />
testa<br />
1. tronco normale<br />
2. posiz. Tronco non mantenuta<br />
3. controllo solo testa<br />
4. non controllo testa<br />
Respirazione 1. normale 2. patologica<br />
Chiusura delle labbra 1. normale 2. patologica<br />
Movimento del palato 1.simmetrici 2.assimmetrici 3.minimi/assenti<br />
Funzione laringea (aaah/ee) 1. normale 2.ridotta 3.assente<br />
Riflesso della deglutizione 1. presente 2.assente<br />
Riflesso della tosse 1. normale 2. ridotto 3. assente<br />
Stadio 1: assunzione di 5 ml<br />
di acqua in un cucchiaino,<br />
per 3 volte<br />
Rifiuta l’acqua<br />
1. mai o una volta 2.più volte<br />
Movimenti laringei con 1.si 2.no<br />
tentativi di deglutizione<br />
Movimenti ripetitivi 1. mai o una volta 2.più volte<br />
Tosse durante la deglutizione 1.mai o una volta 2.più volte<br />
7
Gorgoglio dopo la 1.si 2.no<br />
deglutizione<br />
Funzione laringea dopo la 1. normale 2. disfonia 3.afonia<br />
deglutizione<br />
Stadio 2: La deglutizione è<br />
normale nel primo stadio, si<br />
somministrano 60 ml di<br />
acqua in un bicchiere<br />
E’ in grado di terminare? 1.si 2.no<br />
Tempo necessario per<br />
terminare in secondi<br />
Numero dei sorsi necessari<br />
Tosse durante o dopo la 1.no 2. si<br />
deglutizione<br />
Gorgoglio durante o dopo la 1. no 2.si<br />
deglutizione<br />
Funzione laringea dopo la 1. normale 2. disfonia 3. afonia<br />
deglutizione<br />
Sensazione di aspirazione 1. no 2. possibile 3.si<br />
GESTIONE DELLA DISFAGIA<br />
NELLA GESTIONE E’ FONDAMENTALE IL COINVOLGIMENTO DELLA FAMIGLIA O<br />
DEL CAREGIVER<br />
Premessa:<br />
È molto importante monitorare la quantità di cibo e di liquidi che il soggetto assume giornalmente, per<br />
assicurare un’adeguata nutrizione ed idratazione.<br />
L’infermiere deve assicurarsi che tutti coloro che danno assistenza (compresi i familiari ed il caregiver)<br />
abbiano le conoscenze e le abilità per alimentare in sicurezza la persona.<br />
È necessario conoscere gli interventi da attuare per ridurre il rischio di aspirazione aerea tenendo a<br />
disposizione il materiale occorrente per eventuali emergenze (aspiratore, sondini, ossigeno).<br />
8
COSA FARE PRIMA DI ALIMENTARE LA PERSONA<br />
Favorire un ambiente tranquillo senza troppe distrazioni;<br />
Controllare che il soggetto sia ben riposato, senza dolore, vigile e<br />
non sotto effetto di farmaci (es. tranquillanti, antiepilettici);<br />
Verificare l’igiene orale e se necessario aspirare eventuali secrezioni (una buona igiene migliora la<br />
salivazione ed esalta il gusto dei cibi)<br />
Per favorire la salivazione in caso di eccessiva secchezza del cavo orale stimolare la secrezione con la<br />
somministrazione di limone;<br />
Controllare la capacità del soggetto nel comunicare la difficoltà di deglutire.<br />
SCELTA DEI CIBI<br />
Premessa: la scelta dei tipi di alimenti è<br />
strettamente correlata al tipo e grado di<br />
disfagia, col fine di ridurre il rischio di<br />
aspirazione.<br />
È importante tenere conto dei gusti e preferenze del soggetto, delle eventuali patologie concomitanti e<br />
del suo stato nutrizionale eventualmente avvalersi di una consulenza del nutrizionista.<br />
Il criterio da considerare nella scelta del cibo è la consistenza o densità per cui i cibi si suddividono in:<br />
Liquidi<br />
Semiliquidi o semisolidi<br />
Solidi<br />
Non richiedono manovre preparatorie da<br />
parte della bocca<br />
Vanno preparati nella bocca ma non<br />
richiedono masticazione, è necessario che<br />
siano omogenei e compatti.<br />
Richiedono una preparazione e<br />
masticazione accurata<br />
Il grado di densità dei liquidi può essere modificato con l’aggiunta di addensanti.<br />
È preferibile scegliere una dieta con calorie e valori nutritivi elevati per compensare la ridotta<br />
assunzione di alimenti.<br />
9
FARE ATTENZIONE A:<br />
► Temperatura del cibo<br />
► Liquidi troppo fluidi<br />
► Cibi con consistenza mista liquida-solida (es. minestra in brodo)<br />
► Cibi troppo friabili o che si frammentano (es. biscotti, riso, pane<br />
secco)<br />
► Cibi che cambiano consistenza in bocca (es. gelati, ghiaccioli)<br />
► Cibi contenenti semi<br />
► Cibi che richiedono una lunga masticazione o che impastano la<br />
bocca ( es. banane, burro)<br />
TIPI DI DIETA<br />
In sintesi:<br />
Nel caso di disfagia per i liquidi -<br />
---------------- ► <br />
Nel caso di disfagia mista --------<br />
--------- ►<br />
Nel caso di disfagia ai solidi ----<br />
------------ ►<br />
Scegliere alimenti di elevata<br />
consistenza, aggiungere addensanti ai liquidi<br />
ed usare acqua gelificata<br />
Scegliere cibi di consistenza morbida, i<br />
liquidi vanno somministrati con cautela e<br />
con eventuale aggiunta di addensante<br />
Diluire i cibi, somministrare preparati<br />
liquidi e utilizzare gli integratori<br />
nutrizionali<br />
10
COME POSIZIONARE LA PERSONA:<br />
Posizionare la persona a letto o mobilizzarla sulla sedia circa venti minuti prima del pasto.<br />
Metterla seduta in posizione eretta con i piedi appoggiati e con eventuali sostegni alla testa e al tronco e<br />
il mento puntato verso il torace.<br />
Se la persona è allettata, posizionarla seduta nel letto con la testa appoggiata ed il collo flesso<br />
(sostenere con una mano la fronte, se la testa è instabile).<br />
In caso di paralisi unilaterale inclinare la testa dalla parte non colpita (per permettere al cibo di dirigersi<br />
verso la parte più’ efficiente) e far ruotare leggermente il capo verso il lato colpito.<br />
COME ALIMENTARE LA PERSONA:<br />
1. Chi aiuta il soggetto a mangiare deve stare seduto al suo stesso livello o più in basso dei suoi occhi.<br />
2. Evitare di far parlare la persona mentre mangia.<br />
3. Se la persona ha una paralisi unilaterale porre il cibo dal lato della bocca non colpita.<br />
4. Dare il tempo necessario alla persona per alimentarsi.<br />
5. Se la persona si affatica facilmente somministrargli sei piccoli pasti al giorno.<br />
6. Incoraggiare la tosse dopo la deglutizione.<br />
7. Se c’è ipersalivazione insegnare alla persona a deglutire la saliva tra un boccone e l’altro.<br />
8. Fare attenzione alla dimensione dei bocconi, evitare l’uso di cannucce o siringhe in quanto creano<br />
difficoltà nel controllo della quantità e del flusso dei liquidi.<br />
9. Non lasciare solo il soggetto quando mangia o beve.<br />
DOPO IL PASTO<br />
Eseguire l’igiene orale e controllare che non ci siano residui di cibo.<br />
Tenere la persona in posizione seduta per altri trenta–sessanta minuti.<br />
Controllare se ci sono segni di aspirazione (rumori respiratori, aumento della temperatura corporea).<br />
11
Monitorare la quantità di alimenti assunti per poter individuare precocemente il rischio di<br />
malnutrizione.<br />
NOTE:<br />
Nel caso che l’alimentazione orale non sia<br />
sufficiente è necessario avvalersi di una<br />
nutrizione enterale o parenterale di<br />
supporto.Se la disfagia persiste ancora<br />
dopo 15 giorni dall’evento e si presume<br />
abbia una durata maggiore di 2 mesi è<br />
consigliabile una nutrizione attraverso la<br />
PEG.<br />
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