4/5-2012 - Parrocchia di Ascona
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LA SAN VINCENZO NEL<br />
LAZIO<br />
■ ROMA - Con i detenuti nella chiesa del carcere <strong>di</strong> Rebibbia<br />
UNA MESSA PARTICOLARE<br />
Siamo stati invitati dal Consiglio<br />
Centrale <strong>di</strong> Roma, con altri confratelli<br />
e consorelle, a partecipare,<br />
nella chiesa del carcere romano <strong>di</strong><br />
Rebibbia, ad una Santa Messa, con i<br />
detenuti. Certo una Messa particolare<br />
da vivere nella sua essenzialità.<br />
Della nostra Conferenza, San Giovanni<br />
Bosco, siamo andati in due: il<br />
confratello Giovanni Francar<strong>di</strong> e la<br />
consorella Anna Maria Festucci.<br />
Al nostro arrivo, nel piazzale antistante<br />
l’ingresso, ci accoglie il sacerdote<br />
cappellano che cura, non solo<br />
pastoralmente, questi nostri fratelli<br />
che stanno vivendo il tempo della separazione<br />
dalla società e dalle loro<br />
famiglie. Tutti insieme ci avviamo<br />
verso il primo cancello, una robusta<br />
struttura in acciaio comandata dall’interno.<br />
In quel luogo i controlli<br />
d’obbligo: borse, cellulari, apparecchi<br />
<strong>di</strong> natura elettronica vengono deposti<br />
in appositi cassette <strong>di</strong> sicurezza;<br />
i documenti <strong>di</strong> identità sostituiti<br />
con appositi cartellini <strong>di</strong> transito.<br />
Poi, l’appello dei presenti e via tra<br />
altri cancelli,corridoi cancellati ai lati,<br />
che sembrano non finire mai. Finalmente<br />
arriviamo al centro della<br />
struttura: nel piazzale antistante la<br />
chiesa. Il sacerdote-cappellano che<br />
ci fa da guida, con estrema gentilezza,<br />
ci illustra come è formato il carcere<br />
con i suoi quattro settori. “vedete<br />
quello è il settore femminile, il<br />
meno numeroso: ci sono le mamme<br />
con il loro bambini, esiste un nido<br />
ma generalmente crescono fino a tre<br />
anni in un ambiente certo non idoneo<br />
alla loro crescita”. Piccoli innocenti,<br />
carcerati, che pagano, per colpa degli<br />
adulti, un prezzo altissimo per la loro<br />
crescita psicofisica. Tratti <strong>di</strong> commozione<br />
ci colgono pensando a quelle<br />
piccole creature.<br />
“Questo è un settore particolarmente<br />
protetto: sono reclusi coloro che hanno<br />
commesso atti <strong>di</strong> terrorismo o <strong>di</strong><br />
mafia: settore definito ad alto isolamento.<br />
Il terzo vede tra le sue mura<br />
detenuti con condanna definitiva dalla<br />
giustizia umana” spiega più avanti<br />
il sacerdote. Due giovani detenuti<br />
sono stati arruolati dal cappellano<br />
nelle funzioni <strong>di</strong> sacrestani. Con<br />
grande cura hanno allestito l’altare,<br />
poi, si sono pro<strong>di</strong>gati nell’accoglienza<br />
degli ospiti in<strong>di</strong>candoci i posti a<br />
noi riservati. Hanno partecipato alla<br />
celebrazione Eucaristica i detenuti<br />
del quarto settore detto del “G8” coloro<br />
che sono in attesa <strong>di</strong> giu<strong>di</strong>zio e<br />
chi è prossimo al ritorno in libertà<br />
per fine pena.<br />
Si è vissuto un clima <strong>di</strong> assoluta serenità<br />
e raccoglimento – “Ero carcerato<br />
e siete venuti a trovarmi (Mt.25)<br />
– che ci ha inondato il cuore <strong>di</strong> gioia.<br />
Tre detenuti si sono avvicendati nelle<br />
letture; ha proclamato il Vangelo e<br />
tenuto l’omelia un sacerdote straniero,<br />
salesiano, dell’Istituto Gerini.<br />
Una voce, nel silenzio della chiesa,<br />
ha pregato: “Signore affido a Te<br />
l’aiuto, affinché, venga riconosciuta<br />
l’innocenza <strong>di</strong> chi patisce ingiustamente<br />
la detenzione; preghiere per le<br />
loro famiglie per il figli lontani in attesa<br />
<strong>di</strong> un abbraccio paterno, e alle<br />
spose che ogni giorno affrontano<br />
mille <strong>di</strong>fficoltà”. Un detenuto <strong>di</strong> origine<br />
slava ha proferito parole accorate<br />
per la sua <strong>di</strong>fficile situazione detentiva,<br />
priva del chiarore <strong>di</strong> una luce<br />
<strong>di</strong> speranza. Giunto il momento<br />
dello scambio del segno della pace,<br />
un girotondo <strong>di</strong> saluti, sorrisi, strette<br />
<strong>di</strong> mano. Un giovane <strong>di</strong> colore dal viso<br />
rubicondo e sorridente mi ha teso<br />
la mano invocando la pace nel mondo.<br />
Una girandola <strong>di</strong> emozioni in un<br />
caleidoscopio <strong>di</strong> situazioni. Un’esperienza<br />
forte da non <strong>di</strong>menticare.<br />
Al termine alcuni si sono prestati a rispondere<br />
alle nostre domande: Dalle<br />
celle sovraffollate: 1.200 posti regolamentari<br />
occupati da quasi1.800 detenuti;<br />
sul vitto la risposta: “ora è meglio<br />
<strong>di</strong> prima”. La cucina occupa 28<br />
28<br />
La San Vincenzo in Italia<br />
aprile-maggio <strong>2012</strong>