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IL MESSAGGERO SARDO 14<br />

OTTOBRE 2002<br />

EMIGRAZIONE<br />

Importanti<br />

indicazioni da un<br />

convegno<br />

organizzato nella<br />

Basilica del<br />

Santo a Padova<br />

dal Messaggero<br />

di S. Antonio con<br />

la partecipazione<br />

del circolo sardo<br />

e del sodalizio<br />

abruzzese e<br />

molisano<br />

IL RUOLO DELL'ASSOCIAZIONISMO<br />

PER FAVORIRE L'INSERIMENTO<br />

E L'INTEGRAZIONE DEGLI EMIGRATI<br />

Il “Messaggero di Sant’Antonio”,<br />

il giornale più attento<br />

ai mutamenti sociali<br />

(e non solo religiosi) delle comunità<br />

emigrate, ha promosso<br />

un interessante e intenso convegno<br />

sul tema “Associazionismo<br />

e Intercultura” che si è<br />

tenuto a Padova, nel Chiostro<br />

della Magnolia della Basilica<br />

del Santo, il 28 settembre. Il<br />

convegno, organizzato dal Sodalizio<br />

Abruzzese Molisano di<br />

Padova in collaborazione con<br />

il Circolo culturale sardo “Eleonora<br />

d’Arborea”, ha posto al<br />

centro del confronto tra studiosi<br />

e rappresentanti delle istituzioni,<br />

il ruolo delle associazioni.<br />

Si sono confrontate esperienze<br />

e proposte ed è stata<br />

confermata la tesi che il patrimonio<br />

di cultura e di identità<br />

di ciascuna comunità, se fatto<br />

interagire nel rispetto dei valori<br />

e delle reciproche tradizioni,<br />

rappresenta un arricchimento<br />

anche per le comunità<br />

di accoglienza.<br />

Al convegno, magistralmente<br />

coordinato da padre Luciano<br />

Segafreddo, inesauribile e<br />

instancabile direttore del<br />

“Messaggero di Sant’Antonio”,<br />

edizione italiana per<br />

l’estero, sono intervenuti tra<br />

gli altri due assessori della<br />

Regione Veneto, Antonio De<br />

Poli, delle Politiche Sociali, e<br />

Raffaele Zanon, dell’ Emigrazione,<br />

il segretario generale<br />

del Consiglio Nazionale degli<br />

Italiani all’Estero, Franco Narducci,<br />

il sociologo Sabino Acquaviva,<br />

il vicedirettore del<br />

Gazzettino, Edoardo Pittalis,<br />

“emigrato” da oltre 20 anni in<br />

Veneto ma sempre profondamente<br />

attaccato alla sua <strong>Sardegna</strong>,<br />

che ha moderato magistralmente<br />

una tavola rotonda<br />

sui problemi e le prospettive<br />

dell’ associazionismo in Italia<br />

e nel Mondo di fronte al cambio<br />

generazionale e alle “nuove<br />

famiglie”, al quale hanno<br />

partecipato il coordinatore<br />

della Fasi per il Nord Est, Gian<br />

Vittorio Masala, la presidente<br />

del circolo “E. D’Arborea”,<br />

Serafina Mascia, il presidente<br />

onorario del Sodalizio Abruzzese<br />

Molisano, Adriano Ciccotosto,<br />

Anita Correli, una<br />

giovane dirigente del circolo<br />

sardo, e Gianni Tosin esperto<br />

di problemi degli emigrati della<br />

Terza Età. I rappresentanti<br />

della Regione <strong>Sardegna</strong> che<br />

avrebbero dovuto partecipare<br />

alla tavola rotonda su come<br />

Regioni e Comuni rispondono<br />

alle attese delle associazioni,<br />

sono stati bloccati - così come<br />

altri ospiti - dallo sciopero dei<br />

controllori di volo che ha paralizzato<br />

il traffico aereo e non<br />

hanno potuto raggiungere per<br />

tempo Padova.<br />

Dal dibattito coordinato da<br />

padre Segafreddo sono emerse<br />

esperienze e testimonianze<br />

confortanti per il futuro dell’associazionismo.<br />

Particolarmente<br />

apprezzata l’opera della<br />

Regione sarda che tra le prime,<br />

fin dagli anni Sessanta –<br />

come ha ricordato Gianni De<br />

Candia, presidente della cooperativa<br />

di giornalisti che da<br />

circa 30 anni realizza “Il Messaggero<br />

Sardo”, mensile che<br />

tiene unita e in contatto la comunità<br />

sarda sparsa in ogni angolo<br />

del mondo – ha varato<br />

una politica di interventi a favore<br />

dell’emigrazione. Politica<br />

e interventi che in questi<br />

anni hanno subito modifiche e<br />

integrazioni, per rispondere<br />

alle esigenze mutate dei sardi<br />

fuori dall’Isola, ma che restano<br />

ancora fondamentali per tenere<br />

vivi i rapporti con i discendenti<br />

delle centinaia di migliaia<br />

di sardi emigrati. Anche<br />

se oggi ci sono regioni che destinano<br />

più risorse a sostegno<br />

dell’emigrazione, la <strong>Sardegna</strong><br />

è tra le più organizzate e strutturate.<br />

La organizzazione dei<br />

suoi circoli e presa ad esempio<br />

dai rappresentanti delle altre<br />

comunità.<br />

Aprendo il convegno Armando<br />

Traini, presidente del<br />

Sodalizio Abruzzese Molisano<br />

di Padova, ha rimarcato che<br />

Padre Segafreddo, Armando Traini e Sabino Acquaviva<br />

solo dall’ associazionismo e<br />

dell’ intercultura potranno venire<br />

i buoni frutti per la valorizzazione<br />

di quell’ esperienza<br />

straordinaria che è l’ emigrazione,<br />

coinvolgendo vecchie e<br />

nuove generazioni in un processo<br />

evolutivo e di integrazione<br />

ricco di creatività e di<br />

benessere.<br />

L’ assessore alla Cultura del<br />

comune di Padova, Giorgio<br />

Castellani, ha espresso apprezzamento<br />

e gratitudine per tutto<br />

quello che “sardi, abruzzesi<br />

e molisani hanno fatto per la<br />

nostra città”. Gente che pur essendo<br />

da considerare padovana<br />

a tutti gli effetti “conserva<br />

immutato l’amore per la propria<br />

terra e per la propria cultura”,<br />

e ha sottolineato che<br />

“Padova ha ricevuto molti benefici<br />

da queste presenze”.<br />

Nel suo intervento Sabino<br />

Acquaviva ha posto l’ accento<br />

sul fatto che sta nascendo una<br />

nuova civiltà, ha parlato della<br />

crisi demografica dell’ Occidente<br />

e ha riaffermato che<br />

“avremo bisogno sempre più<br />

di emigrati”.<br />

Acquaviva ha allargato<br />

l’orizzonte del suo intervento<br />

Servizio e foto dell'inviato Gianni De Candia<br />

al fatto che con la evoluzione<br />

degli Stati Nazione e con la<br />

nascita dell’Unione Europea,<br />

stanno riemergendo le culture<br />

regionali. “Bisogna aiutare le<br />

realtà regionali a salvarsi”, sul<br />

modello della Catalogna, che<br />

ha ricuperato la sua lingua. Per<br />

il sociologo gli Stati Uniti<br />

d’Europa sono il “nostro grande<br />

futuro”, ma - ha avvertito –<br />

anche la riscoperta e la valorizzazione<br />

delle culture regionali<br />

è una grande modernizzazione”.<br />

L’ assessore De Poli ha invitato<br />

a rivisitare ciò che è successo<br />

dal dopoguerra a oggi<br />

per capire cosa sta succedendo<br />

e cosa potrà ancora accadere in<br />

questi fenomeni sociali. Ha ricordato<br />

gli interventi della<br />

Regione a sostegno dell’ associazionismo,<br />

considerato lo<br />

strumento più efficace per l’integrazione<br />

e per evitare le discriminazioni.<br />

Raffaele Zanon è stato ancor<br />

più esplicito. “I popoli – ha<br />

detto - non si fermano. Le migrazioni<br />

ci sono sempre state e<br />

continueranno a esserci”.<br />

Dopo aver sostenuto che il futuro<br />

è l’Europa delle culture,<br />

l’assessore ha sottolineato<br />

l’esigenza di dare un ruolo ai<br />

giovani nell’ associazionismo.<br />

Ha concluso annunciando<br />

le iniziative dei giovani<br />

veneti a favore degli anziani<br />

d’Argentina.<br />

Franco Narducci ha ricordato<br />

a tutti che l’ ”emigrazione è<br />

frutto di condizioni disperate”,<br />

e che i flussi si dirigono dove<br />

ci sono opportunità di lavoro,<br />

“per svolgere mansioni che altri<br />

non vogliono svolgere”.<br />

TAVOLA ROTONDA<br />

La Tavola rotonda, introdotta<br />

da Edoardo Pittalis (pubblichiamo<br />

a parte il suo intervento),<br />

ha messo a confronto esperienze<br />

diverse. Gian Vittorio<br />

Masala ha spiegato che la Regione<br />

sarda riconosce i circoli<br />

e li sostiene nelle loro attività.<br />

Ha raccontato che il flusso più<br />

massiccio dalla <strong>Sardegna</strong> risale<br />

al periodo 1950-70 e concise<br />

con la crisi delle miniere e<br />

delle campagne, ma ha evidenziato<br />

che esiste anche un’emigrazione<br />

intellettuale. “La<br />

<strong>Sardegna</strong> - ha detto – resta<br />

sempre la terra d’origine e di<br />

riferimento culturale anche se<br />

con il passare del tempo anche<br />

i sardi si integrano nelle nuove<br />

realtà”. Masala ha riconosciuto<br />

che la classe politica sarda<br />

ha favorito la costituzione dei<br />

circoli e ha spiegato che ora la<br />

Regione si aspetta che i sardi<br />

emigrati apportino nell’Isola i<br />

loro patrimoni di con conoscenze<br />

e esperienze.<br />

Adriano Ciccotosto, un ex<br />

preside, ha posto l’accento sul<br />

problema scolastico e sulla tutela<br />

delle identità perché ci sia<br />

integrazione ma mai assimilazione.<br />

Serafina Mascia ha parlato<br />

della collaborazione tra le associazioni<br />

come occasione per<br />

mettere a confronto le diverse<br />

esperienze. Ha poi posto l’ accento<br />

sul ruolo della famiglia<br />

e della donna per favorire l’integrazione.<br />

I circoli – ha concluso<br />

– sono nati come luoghi<br />

di rifugio e di difesa ora invece<br />

abbiamo obiettivi nuovi e importanti,<br />

primo fra tutti la salvaguardia<br />

e la promozione<br />

della cultura e dei valori d’origine.<br />

Anita Curreli, unica voce<br />

giovane, ha ricordato che per il<br />

sardo “il mare segna una linea<br />

di demarcazione netta”. Ha poi<br />

ripercorso le tappe della sua<br />

presa di contatto con il circolo<br />

e ha valutato positivamente<br />

l’esperienza fatta in occasione<br />

di alcune iniziative della Regione<br />

sarda che ha favorito il<br />

contatto con altri giovani provenienti<br />

da realtà diverse,<br />

come positivo è stato il giudizio<br />

sui corsi di formazione per<br />

dirigenti di circoli fatti per i<br />

giovani. “Le nostre associazioni<br />

- ha detto – sono punti di<br />

incontro per i giovani perché<br />

portatori del senso di apparte-<br />

Le sorelle Elisa e Anita Curreli<br />

Adriano Ciccotosto, Edoardo Pittalis, Gianvittorio Masala, Serafina, Gianni Tosin

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