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Lupo di mare si nasce o si diventa? Sono<br />
finiti ormai i tempi in cui la conduzione di<br />
un’imbarcazione, a motore o a vela che<br />
sia, era appannaggio di capitani coraggiosi<br />
usciti dai più rinomati istituti nautici.<br />
Lo sviluppo della nautica da diporto,<br />
grazie anche all’evoluzione tecnologica<br />
che ha reso più semplice la conduzione,<br />
ha permesso a chiunque di “salire sul<br />
ponte di comando” e andar per mare.<br />
Ma non ha cancellato il fascino del responsabile<br />
della conduzione della barca:<br />
il comandante, il capo barca, lo skipper.<br />
Andiamo a conoscere meglio questa figura<br />
che ancora oggi rappresenta il<br />
punto di riferimento in barca e che, in<br />
mare, ha il comando assoluto sull’equipaggio<br />
oltre alla responsabilità dell’imbarcazione.<br />
Si tratta di una professione,<br />
di un lavoro, ma anche di una passione<br />
che non s’impara sui banchi di scuola,<br />
ma sul campo, anzi, sul mare, fatta di sacrifici<br />
e di fatica, ma anche di soddisfazioni<br />
e di momenti di relax, dove sono<br />
necessarie competenza, preparazione ed<br />
equilibrio per gestire persone ed emergenze<br />
con calma e fermezza.<br />
Che ci si trovi in regata o, più semplicemente,<br />
in una piacevole crociera tra<br />
amici, una volta a bordo l’equipaggio<br />
deve infatti funzionare come una cosa<br />
sola e le manovre devono essere svolte<br />
nel minor tempo possibile, in tutta sicurezza.<br />
Non vi è quindi spazio per discussioni<br />
e votazioni - quelle lasciamole per<br />
la sera quando si deciderà la destinazione<br />
del giorno dopo, in crociera, oppure<br />
quando si commenterà la regata analizzando<br />
errori e successi - in barca deve valere<br />
la regola del “uno decide, gli altri<br />
agiscono”.<br />
Gioie e dolori, onori e oneri sembrano<br />
parole chiave nella vita dello skipper. Perché<br />
lui è il solo verso cui tutti si gireranno<br />
in attesa di un comando o per chiedere<br />
aiuto, e sarà sempre lui a portare la barca<br />
in porto durante un temporale. Lui s’immergerà<br />
a controllare l’elica o passerà la<br />
notte a controllare se l’ancora tiene durante<br />
una burrasca, oppure, aspetto decisamente<br />
più prosaico, avrà lui l’infelice<br />
compito di sbloccare un bagno intasato.<br />
In regata sarà lo skipper a condurre la<br />
barca alla vittoria, ma anche a prendersi<br />
la responsabilità di una sconfitta e a spiegare<br />
all’armatore cosa non ha funzionato.<br />
Ma sempre e in ogni caso, sarà lui a decidere<br />
in base alla sua esperienza, cosa<br />
deve fare l’equipaggio.<br />
Non si pensi, a questo punto, che la crociera<br />
tanto attesa durante l’inverno potrebbe<br />
trasformarsi in un incubo stile<br />
“galera romana”, il compito dello skipper<br />
è anche quello di facilitare la coesione<br />
tra i membri dell’equipaggio,<br />
istruire e mettere a disposizione la sua<br />
esperienza e, se del caso, cucinare prelibatezze<br />
marinare. E poi, una volta ormeggiata<br />
la barca in una splendida rada,<br />
con il sole che lentamente scende all’orizzonte,<br />
potrà rilassarsi e sfruttare<br />
tutto il suo fascino raccontando di viaggi<br />
in mari lontani o di avventure in terre da<br />
sogno.<br />
Buona fortuna quindi a tutti quelli che intendono<br />
intraprendere questa professione<br />
o, più semplicemente amano andar<br />
per mare, e quando sotto una pioggia incessante,<br />
in calma piatta, alle sette del<br />
mattino vi chiederete “chi me l’ha fatto<br />
fare”… aspettate il primo refolo di vento<br />
e lo scoprirete.<br />
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