You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
…proprio dalla resistenza dei ragazzi contro il «mea culpa» si<br />
può riconoscere che per loro il problema del Terzo Reich è<br />
tuttora altrettanto irrisolto, irritante e tipicamente tedesco,<br />
quanto per tutti coloro che lo hanno vissuto prima di loro. Solo<br />
quando questa emotività sarà cessata sarà possibile ragionare in<br />
modo obiettivo.<br />
Altrove, parlando della sua stessa esperienza, H. L. scrive (assai<br />
plausibilmente):<br />
I professori non evitavano i problemi; al contrario, dimostravano,<br />
documentandoli con giornali dell’epoca, i metodi di propaganda dei nazisti.<br />
Raccontavano come, da giovani, avevano seguito il nuovo movimento senza<br />
critiche e con entusiasmo: delle adunate giovanili, delle organizzazioni sportive<br />
ecc. Noi studenti li attaccavamo vivacemente, a torto, come oggi penso: come<br />
si può accusarli di aver capito la situazione, e previsto l’avvenire, peggio degli<br />
adulti? E noi, alloro posto, avremmo smascherato meglio di loro i metodi<br />
satanici con cui Hitler conquistò la gioventù per la sua guerra?<br />
Si noti: la giustificazione è la stessa addotta dal dottor T. H. di Amburgo, e del<br />
resto nessun testimone del tempo ha negato a Hitler una veramente demoniaca<br />
virtù di persuasore, la stessa che lo favoriva nei suoi contatti politici. La si può<br />
accettare dai giovani, che comprensibilmente cercano di discolpare l’intera<br />
generazione dei loro padri; non dagli anziani compromessi, e falsamente<br />
penitenti, che cercano di circoscrivere la colpa ad un uomo solo.<br />
H. L. mi ha mandato molte altre lettere, suscitando in me reazioni bifide. Mi ha<br />
descritto suo padre, un musicista irrequieto, timido e sensibile, morto quando<br />
lei era bambina: in me cercava un padre? Oscillava fra la serietà documentaria e<br />
la fantasia infantile. Mi ha mandato un caleidoscopio, ed insieme mi ha scritto:<br />
Anche di Lei mi sono costruita una immagine ben definita: è<br />
Lei, sfuggito ad un destino terribile (perdoni il mio ardire), che si<br />
aggira per il nostro paese, ancora straniero, come in un brutto<br />
sogno. E penso che dovrei cucirLe un vestito come quello che<br />
indossano gli eroi nelle leggende, che La protegga contro tutti i<br />
pericoli del mondo.<br />
Non mi ravvisavo in questa immagine, ma non gliel’ho scritto. Le ho risposto<br />
che questi abiti non si possono regalare: ognuno deve tesserli e cucirli per se<br />
stesso. H. L. mi ha spedito i due romanzi di Heinrich Mann del ciclo Enrico IV,<br />
che purtroppo non ho mai trovato tempo di leggere; io le ho fatto avere la<br />
traduzione tedesca di La tregua, che era comparsa nel frattempo. Nel dicembre<br />
1964, da Berlino dove si era trasferita, mi ha mandato un paio di gemelli da<br />
polsino d’oro, che aveva fatti fare da una sua amica orefice. Non ho avuto<br />
cuore di restituirglieli; l’ho ringraziata, ma l’ho pregata di non mandarmi altro.<br />
Spero sinceramente di non avere offesa questa persona intimamente gentile;<br />
118