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I sommersi e i salvati

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vietava alle orchestre ed ai musicisti ebrei di suonare spartiti di autori ariani,<br />

perché questi ne sarebbero stati contaminati. Ma nei Lager di ebrei non c’erano<br />

musicanti ariani, né del resto esistono molte marce militari scritte da<br />

compositori ebrei; perciò, in deroga alle regole di purezza, Auschwitz era<br />

l’unico luogo tedesco in cui musicanti ebrei potessero, anzi dovessero, suonare<br />

musica ariana: necessità non ha legge.<br />

Retaggio di caserma era anche il rito del «rifare il letto». Beninteso,<br />

quest’ultimo termine è ampiamente eufemistico; dove esistevano letti a<br />

castello, ogni cuccetta era costituita da un sottile materasso riempito di trucioli<br />

di legno, da due coperte e da un cuscino di crine, e vi dormivano di regola due<br />

persone. I letti dovevano essere rifatti subito dopo la sveglia, simultaneamente<br />

in tutta la baracca; bisognava quindi che gli inquilini dei piani bassi si<br />

arrangiassero a sistemare materasso e coperte in mezzo ai piedi degli inquilini<br />

dei piani alti, in equilibrio precario sulle sponde di legno, ed intenti allo stesso<br />

lavoro: tutti i letti dovevano essere messi in ordine entro un minuto o due,<br />

perché subito dopo incominciava la distribuzione del pane. Erano momenti di<br />

frenesia: l’atmosfera si riempiva di polvere fino a diventare opaca, di tensione<br />

nervosa e di improperi scambiati in tutte le lingue, perché il «rifare il letto»<br />

(Bettenbauen: era un termine tecnico) era un’operazione sacrale, da eseguirsi<br />

secondo regole ferree. Il materasso, fetido di muffa e cosparso di macchie<br />

sospette, doveva essere sprimacciato: esistevano a tale scopo due scuciture<br />

nella fodera, in cui introdurre le mani. Una delle due coperte doveva essere<br />

rimboccata sul materasso, e l’altra stesa sopra il cuscino in modo da fare uno<br />

scalino netto, a spigoli vivi. A operazione ultimata, il tutto doveva presentarsi<br />

come un parallelepipedo rettangolo a facce ben piane, a cui era sovrapposto il<br />

parallelepipedo più piccolo del cuscino.<br />

Per le SS del campo, e di conseguenza per tutti i capi-baracca, il Beitenbauen<br />

rivestiva un’importanza primaria ed indecifrabile: forse era il simbolo<br />

dell’ordine e della disciplina. Chi faceva male il letto, o dimenticava di farlo,<br />

veniva punito pubblicamente e con ferocia; inol-tre, in ogni baracca esisteva<br />

una coppia di funzionari, i Bettnachzieher («ripassatori dei letti»: termine che non<br />

credo esista nel tedesco normale, e che certo Goethe non avrebbe capito), il<br />

cui compito era di verificare ogni singolo letto, e poi di curarne l’allineamento<br />

trasversale. A tale scopo, erano muniti di uno spago lungo quanto la baracca: lo<br />

tendevano al di sopra dei letti rifatti, e rettificavano al centimetro le eventuali<br />

deviazioni. Più che tormentoso, questo ordine maniacale appariva assurdo e<br />

grottesco: infatti, il materasso spianato con tanta cura non aveva alcuna<br />

consistenza, e a sera, sotto il peso dei corpi, si appiattiva immediatamente fino<br />

alle assicelle che lo sostenevano. Di fatto, si dormiva sul legno.<br />

In confini ben più estesi, si ha l’impressione che per tutta la Germania<br />

hitleriana il codice ed il galateo della caserma dovessero sostituire quelli<br />

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