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ammettere, vivendo in un mondo mostruoso, che i mostri esistono, e che<br />
accanto alla logica di Cartesio esisteva quella delle SS:<br />
E se coloro che si proponevano di annientarlo avessero avuto<br />
ragione, in base al fatto innegabile che erano loro i più forti? In<br />
questo modo la fondamentale tolleranza spirituale e il dubbio<br />
metodico dell’intellettuale diventavano fattori di<br />
autodistruzione. Sì, le SS potevano bene fare quello che<br />
facevano: il diritto naturale non esiste, e le categorie morali<br />
nascono e muoiono come le mode. C’era una Germania che<br />
mandava a morte gli ebrei e gli avversari politici perché riteneva<br />
che solo per questa via avrebbe potuto realizzarsi. Ebbene?<br />
Anche la civiltà greca era fondata sulla schiavitù, ed un esercito<br />
ateniese si era accasermato a Melos come le SS in Ucraina.<br />
Erano state uccise vittime umane in numero inaudito, fin là<br />
dove la luce della storia può illuminare il passato, e comunque,<br />
la perennità del progresso umano non era che un’ingenuità nata<br />
nel XIX secolo. «Links, zwei, drei, vier», l’ordine dei Kapòs per<br />
scandire il passo, era un rituale come tanti altri. A fronte<br />
dell’orrore non c’è molto da opporre: la Via Appia era stata<br />
fiancheggiata da due siepi di schiavi crocifissi, ed a Birkenau si<br />
spandeva il fetore di corpi umani bruciati. In Lager l’intellettuale<br />
non era più dalla parte di Crasso ma in quella di Spartaco: ecco<br />
tutto.<br />
Questa resa davanti all’orrore intrinseco del passato poteva condurre l’uomo<br />
dotto all’abdicazione intellettuale, fornendogli in pari tempo le armi di difesa<br />
del suo compagno incolto: «così è sempre stato, così sarà sempre». Forse la<br />
mia ignoranza della storia mi ha protetto da questa metamorfosi; né d’altra<br />
parte, per mia fortuna, ero esposto ad un altro pericolo a cui giustamente<br />
accenna Améry: per sua natura, l’intellettuale (tedesco, mi permetterei di<br />
aggiungere io al suo enunciato) tende a farsi complice del Potere, e quindi ad<br />
approvarlo. Tende a seguire le orme di Hegel, ed a deificare lo Stato,<br />
qualunque Stato: il solo fatto di esistere ne giustifica l’esistenza. Le cronache<br />
della Germania hitleriana brulicano di casi che confermano questa tendenza: vi<br />
hanno soggiaciuto, confermandola, Heidegger il filosofo, maestro di Sartre;<br />
Stark il fisico, premio Nobel; Faulhaber il cardinale, suprema autorità cattolica<br />
in Germania, ed innumerevoli altri.<br />
Accanto a questa latente propensione dell’intellettuale agnostico, Améry<br />
osserva quanto tutti noi ex prigionieri abbiamo osservato: i non agnostici, i<br />
credenti in qualsiasi credo, hanno retto meglio alla seduzione del Potere,<br />
purché, beninteso, non fossero credenti nel ver-bo nazionalsocialista (la riserva<br />
non è superflua: nei Lager, e contrassegnati pure loro col triangolo rosso dei<br />
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