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Luglio 2008:eco vero imp1.qxd - API Verona

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ECONOMIA VERONESE n.3 - Anno 7 - <strong>Luglio</strong> <strong>2008</strong> - Promossa da Apindustria <strong>Verona</strong> - Apiservizi - via Albere 21/C - Poste Italiane S.p.A. Sped. in abb. post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. - 27/02/2004 n 46) art. , comma 1 DCB VERONA - 2,58 Euro.<br />

Silfa<br />

Tosato Osa Caldaie<br />

Italian Food Trading CPS<br />

Dialogo Italia Castello di Bevilacqua<br />

Incontro con Vincenzo Stingone


SOMMARIO<br />

Anno 7 - Numero 3 - <strong>Luglio</strong> <strong>2008</strong><br />

Rivista promossa da<br />

ASSOCIAZIONE PICCOLE E MEDIE IMPRESE<br />

DELLA PROVINCIA DI VERONA<br />

DIRETTORE RESPONSABILE<br />

Cirillo Aldegheri<br />

EDITORE<br />

<strong>API</strong>SERVIZI S.r.l.<br />

Via Albere 21/C - 37138 <strong>Verona</strong><br />

SEGRETERIA DI REDAZIONE<br />

Tosca Lucchini<br />

Cinzia Trussardi<br />

REDAZIONE<br />

c/o <strong>API</strong>NDUSTRIA <strong>Verona</strong><br />

Via Albere, 21 - 37138 <strong>Verona</strong><br />

Tel. 045 8102001<br />

Fax 045 8101988<br />

<strong>eco</strong>nomia<strong>vero</strong>nese@api<strong>vero</strong>na.net<br />

GRAFICA E STAMPA<br />

Centro Stampa Cerea - <strong>Verona</strong><br />

FOTOGRAFIE<br />

Ennevi<br />

Archivio Apindustria<br />

3<br />

EDITORIALE<br />

PIANURACCOGLIENTE<br />

36<br />

4<br />

SILFA<br />

CPS<br />

38<br />

8<br />

TOSATO<br />

MARIO RIGONI STERN<br />

42<br />

12<br />

OSA CALDAIE<br />

MUSEO CIVICO DI STORIA NATURALE<br />

46<br />

IL PREPOSTO NEL DECRETO LEGISLATIVO 81/<strong>2008</strong><br />

50<br />

16<br />

ITALIAN FOOD TRADING<br />

GIANNI TOMMASI<br />

NUOVO PRESIDENTE <strong>API</strong>VENETO FIDI<br />

52<br />

20<br />

CASTELLO DI BEVILACQUA<br />

DIVIDENDI E PLUSVALENZE NUOVA TASSAZIONE<br />

54<br />

24<br />

VINCENZO STINGONE<br />

DECRETO BIANCHI SICUREZZA STRADALE<br />

58<br />

28<br />

DIALOGO ITALIA<br />

LA DETASSAZIONE DEGLI STRAORDINARI<br />

61<br />

32<br />

<strong>API</strong>GIOVANI... CRESCONO<br />

IL PUNTO<br />

63<br />

INSERZIONISTI<br />

Viani Assicurazioni<br />

Banca di <strong>Verona</strong><br />

Fiorio<br />

Tecnolab<br />

Banco Popolare<br />

Gruppo Bancario<br />

Funivia Malcesine<br />

Monte Baldo<br />

Santo Passaia<br />

Banca IFIS<br />

Consorzio ZAI<br />

Ferrari BK<br />

Gamma Ufficio<br />

Gruppo Argenta<br />

Samo<br />

Albrigi<br />

<strong>Verona</strong> Fiere<br />

Registrazione Tribunale di Vr<br />

Poste Italiane Spa<br />

D.L. 353/2003 (con. in L. 27/02/2004 n°46)<br />

Pubblicità raccolta<br />

n. 1234 del 22 marzo 2000<br />

Spedizione in abbonamento postale<br />

art. 1, comma 1, DCB <strong>Verona</strong><br />

in proprio<br />

<strong>Luglio</strong> <strong>2008</strong>


EDITORIALE<br />

Andiamo avanti… con un cambio euro-dollaro sopra 1,50.<br />

Andiamo avanti… con un prezzo del petrolio che sta volando a 150<br />

dollari al barile.<br />

Andiamo avanti… con un sistema finanziario mondiale che, a<br />

settimane alterne, oscilla paurosamente, distruggendo ricchezza.<br />

Andiamo avanti… con una “politica” di cui non riusciamo più<br />

a comprendere le priorità.<br />

Andiamo avanti… cercando di non pensare al Margine<br />

Operativo Lordo.<br />

Andiamo avanti, nonostante tutto, a fatica, su oggettività<br />

impensabili solo lo scorso anno.<br />

Quello che però più ci inquieta e preoccupa è la mancanza di<br />

una chiave di lettura dell’oggi rispetto al domani.<br />

Ci interroghiamo e ci chiediamo se il modo con cui misuriamo<br />

la realtà esterna è attuale, se i nostri giudizi, le nostre certezze,<br />

le nostre sensazioni e i dubbi sono corretti.<br />

O forse, con altre focali, potremmo decifrare in maniera diversa<br />

gli accadimenti?<br />

Non è che questo status, questi elementi sono già quotidianità<br />

rispetto a un futuro da inventare?<br />

Prendiamoci del tempo, qualche mattina, prima di aprire i cancelli<br />

delle nostre imprese ed essere sommersi dai mille problemi,<br />

e riflettiamo sull’incipit di un intervento del noto <strong>eco</strong>nomista<br />

Enzo Rullani:<br />

«Il futuro non si prevede. Si fa.<br />

Con le nostre scelte di oggi… con le scelte di investimento che,<br />

puntando su questa o quella idea, sono in grado di esplorare lo<br />

spazio delle possibilità in una certa direzione… credendo nella<br />

meta da raggiungere… conoscendo il porto verso cui si vuole<br />

andare, sforzandoci di cogliere, oltre le parole, l’essenza del<br />

nostro essere imprenditori, la prospettiva e la certezza di un<br />

domani per le nostre aziende e non solo».<br />

<strong>Luglio</strong> <strong>2008</strong> 3


PROFILI<br />

SILFA<br />

EFFICIENZA ORGANIZZATIVA<br />

PER SUPERARE<br />

LA GLOBALIZZAZIONE<br />

Percepisci da subito un’aria<br />

diversa all’interno della Silfa:<br />

un clima dove l’efficienza<br />

della produttività è in perfetta simbiosi<br />

con l’armonia familiare.<br />

Un risultato che i fondatori dell’azienda<br />

– Renzo, Gino e Giannino<br />

Barbieri – hanno saputo realizzare<br />

con tenacia e passione, qualità con<br />

cui hanno trasmesso alla s<strong>eco</strong>nda<br />

generazione, oggi in azienda in posizione<br />

di responsabilità, il testimone.<br />

Una pacatezza che viene da lontano,<br />

che si è forgiata nel tempo, da quel<br />

1965 quando i tre fratelli, dopo il tirocinio<br />

professionale in alcune aziende<br />

del comprensorio, decisero di mettersi<br />

in proprio fondando, appunto, la<br />

Silfa. All’inizio, si trattava di una piccola<br />

struttura artigiana dedita alla<br />

lavorazione delle lamiere, campo in<br />

cui seppero affermarsi, presso una<br />

clientela sempre più qualificata e<br />

internazionale, per la qualità e l’affidabilità<br />

delle lavorazioni.<br />

Successi che stimolarono i fratelli<br />

Barbieri a procedere (1981) alla trasformazione<br />

della Silfa in società di<br />

capitali, senza tuttavia privarla di<br />

quella identità familiare che la caratterizza<br />

tutt’ora.<br />

Non si trattò di un semplice maquillage<br />

legale. Era infatti l’inizio di un<br />

processo di specializzazione che<br />

fosse in grado di ampliare le opportunità<br />

di business dell’azienda qualificatasi<br />

nella trasformazione della<br />

lamiera e dell’acciaio inox per conto<br />

terzi, nello stampaggio in lamiera,<br />

nella carpenteria leggera, nella realizzazione<br />

di componenti e accessori per<br />

macchine del trattamento dell’aria e<br />

del movimento terra, nei semilavorati<br />

in genere, nei trattamenti galvanici<br />

elettrolitici (zincatura, nichelatura,<br />

stagnatura) e di verniciatura a polveri.<br />

Attività produttive che necessitavano<br />

di una più mirata competenza, una<br />

organizzazione che sapesse garantire<br />

la stabilità di base, indispensabile al<br />

superamento delle ciclicità congiunturali<br />

e al monitoraggio costante dei<br />

costi di produzione. In sostanza per<br />

4<br />

Economia Veronese


PROFILI<br />

Silfa, i fratelli Barbieri stavano aprendo<br />

una stimolante stagione di cambiamenti.<br />

L’internazionalizzazione era,<br />

in quell’epoca, uno degli imperativi<br />

categorici a cui la PMI, <strong>vero</strong>nese e<br />

italiana, andava adeguando la propria<br />

operatività. Ma lo erano ancor più la<br />

dotazione di tecnologie di produzione<br />

avanzate e il costante aggiornamento<br />

professionale dei dipendenti.<br />

Obiettivi che imponevano un radicale<br />

mutamento delle linee strategiche e<br />

imprenditoriali della Silfa. Una verticalizzazione,<br />

altamente specializzata,<br />

delle linee di prodotto, affiancata da<br />

un processo di innovazione tecnologica<br />

sempre più capillare. Percorso<br />

che prese il via, nel 1987, con l’acquisizione<br />

della Novaplast (attualmente<br />

una realtà con 33 dipendenti e uno<br />

stabilimento coperto di 3.500 mq.),<br />

azienda operante sia nel settore della<br />

meccanica specializzata, con la realizzazione<br />

di stampi, con la torneria di<br />

precisione e con la costruzione di<br />

attrezzature speciali, sia nello stampaggio<br />

di materiale termoplastico e di<br />

finitura del prodotto, tutto indirizzato<br />

a una clientela altamente selezionata.<br />

È il primo passo di quella scelta operativa<br />

che oggi caratterizza la galassia<br />

Silfa. Nel 1989, stimolati dalla sempre<br />

più accentuata segmentazione del<br />

mercato e da una domanda via via più<br />

sofisticata, i fratelli Barbieri costituirono<br />

la Cfb S.r.l. una azienda (oggi<br />

occupa una superficie di 7.000 mq.,<br />

con un organico di 40 dipendenti)<br />

attiva nel segmento della trasformazione<br />

della lamiera e specializzata<br />

nella creazione del prodotto finito.<br />

Unità produttiva, in sostanza, in<br />

grado di curare il ciclo completo di<br />

lavorazione, anche “su misura”,<br />

ov<strong>vero</strong> dalla progettazione all’industrializzazione<br />

del prodotto, al collaudo,<br />

ai trattamenti di finitura, al montaggio<br />

degli accessori, alla logistica e<br />

alla spedizione.<br />

Nasce così, in quel di Casette, comprensorio<br />

comunale di Legnago, un<br />

modello imprenditoriale simile a<br />

quelli che siamo soliti vedere nei<br />

grandi distretti industriali.<br />

<strong>Luglio</strong> <strong>2008</strong> 5


PROFILI<br />

I fratelli Barbieri, infatti, sono intimamente<br />

legati alle loro radici, al territorio<br />

dove ha mosso i “primi passi” la<br />

loro sfida imprenditoriale. Si tratta di<br />

un’area forse marginale, s<strong>eco</strong>ndo i<br />

canoni classici, per lo sviluppo di un’<br />

impresa moderna e globalizzata, ma i<br />

tre imprenditori hanno saputo riversare<br />

un indotto di vitale importanza per<br />

la sopravvivenza e la prosperità della<br />

loro zona. Una scelta che ha attivato<br />

in Silfa, come nelle altre realtà – e<br />

nello specifico in Cfb a Villa<br />

Bartolomea che rappresenta il terminale<br />

logistico del “sistema impresa”<br />

dei fratelli Barbieri – un processo di<br />

innovazione tecnologica delle linee di<br />

produzione altamente computerizzato<br />

a cui presiede uno staff iperprofessionalizzato<br />

a partire dall’ufficio di progettazione<br />

Cad-Cam. Lavorando su<br />

commessa e in prevalenza su disegni<br />

forniti dal committente, Silfa ingegnerizza<br />

l’iter produttivo, traducendo,<br />

per le macchine che verranno attivate,<br />

ogni singolo passaggio per la<br />

più affidabile e garantita riuscita del<br />

prodotto commissionato. «Vede –<br />

evidenzia Renzo Barbieri che è stato<br />

il mio Cicerone alla scoperta del<br />

SILFA S.r.l.<br />

SEDE<br />

Via F.lli Bandiera, 9<br />

37045 Legnago (<strong>Verona</strong>)<br />

Tel. 0442 24144<br />

Fax 0442 21538<br />

PRODUZIONE<br />

Lavorazioni meccaniche, impianti<br />

galvanici, impianti di verniciatura<br />

ANNO DI FONDAZIONE<br />

1965<br />

AMMINISTRATORI<br />

Giannino, Gino, Renzo Barbieri<br />

DIRETTORI<br />

Gian Pietro Paglierini (Silfa e Cfb)<br />

Mosé Barbieri (Novaplast)<br />

DIRETTORE AMMINISTRATIVO E<br />

RISORSE UMANE<br />

Cinzia Barbieri (Silfa e Cfb)<br />

Tecla Barbieri ( Novaplast)<br />

“mondo” Silfa – io e i miei fratelli<br />

siamo orgogliosi di quanto abbiamo<br />

fin qui realizzato.<br />

Una realtà cui, per le esperienze<br />

acquisite e per la corretta interpretazione<br />

delle dinamiche del mercato,<br />

oltre che per le manifeste esigenze<br />

della nostra committenza,<br />

abbiamo voluto dare un indirizzo<br />

tecnologico avanzato in grado di<br />

garantire da un lato l’utilizzo ottimale<br />

delle risorse disponibili e, dall’altro,<br />

il più elevato livello qualitativo<br />

del prodotto finale, in ogni suo<br />

componente». «L’approdo naturale<br />

– continua Barbieri – di tale impegno<br />

è stata la certificazione ISO<br />

9001 delle tre aziende, allo scopo<br />

di garantire alla clientela che ogni<br />

fase del ciclo produttivo avviene<br />

s<strong>eco</strong>ndo gli standard dichiarati».<br />

Una “macchina” complessa che sta<br />

vivendo con equilibrio un passaggio<br />

generazionale che in molte imprese<br />

del nostro Paese si è tradotto in processi<br />

traumatici di adattamento e, in<br />

DIRETTORE COMMERCIALE<br />

Elio Reami (Silfa e Cfb)<br />

Damiano Barbieri (Silfa e Cfb)<br />

RESPONSABILE PRODUZIONE<br />

Sandro Lucarelli (Silfa)<br />

Danilo Giarola (Cfb)<br />

Giampietro Girardi (Novaplast)<br />

SUPERFICIE AZIENDALE<br />

Totale: 19.000 mq<br />

(totale nei 3 stabilimenti 48.000 mq)<br />

Coperta: 8.000 mq<br />

(nei 3 stabilimenti 18.500 mq)<br />

RISORSE UMANE<br />

Addetti alla produzione: 34<br />

(95 comprendendo Cfb e Novaplast)<br />

Impiegati: 6<br />

(18 comprendendo Cfb e Novaplast)<br />

SITO INTERNET<br />

www.silfa.com<br />

a.maistrello@silfa.com<br />

6<br />

Economia Veronese


PROFILI<br />

altre, in un radicale capovolgimento<br />

della mission originaria dell’impresa.<br />

«Non è sicuramente il nostro caso –<br />

aggiunge Renzo Barbieri con l’assenso<br />

dei fratelli Gino e Giannino – per il<br />

semplice motivo che l’inserimento<br />

della nuova generazione è stato realizzato<br />

con la gradualità necessaria<br />

affidando a ciascuno precise responsabilità<br />

ed è avvenuto contestualmente<br />

alla trasformazione tecnologica<br />

dell’intero sistema.<br />

A parte ciò, ognuno, ancorché sotto il<br />

controllo di noi seniores, oltre che<br />

apportare nuove più moderne idee e<br />

obiettivi, ha la consapevolezza di<br />

continuare a privilegiare il lavoro di<br />

squadra e l’identità familiare del<br />

sistema d’impresa nel cui ambito tutti<br />

ricoprono ruoli fondamentali». Un<br />

complesso imprenditoriale in ottimo<br />

stato di salute, che progredisce con un<br />

tasso di crescita a due cifre percentuali<br />

e che sta continuando ad ampliare<br />

la propria committenza (oggi il fatturato<br />

è per il 50% determinato dall’attività<br />

sul mercato interno e per il<br />

restante 50% su quello estero).<br />

«Siamo fermamente convinti – conclude<br />

Renzo Barbieri – che il processo<br />

di sviluppo tecnologico e l’innovazione<br />

rappresentino, unitamente<br />

all’aggiornamento delle professionalità<br />

interne, il percorso obbligato per<br />

le nostre imprese.<br />

È decisamente consistente l’investimento<br />

destinato a questi obiettivi (si è<br />

sull’ordine di 1 milione di euro<br />

all’anno), soprattutto per il mantenimento<br />

e il consolidamento di quella<br />

affidabilità, flessibilità e specializzazione,<br />

che rappresentano il <strong>vero</strong> patrimonio<br />

della nostra realtà».<br />

<strong>Luglio</strong> <strong>2008</strong> 7


PROFILI<br />

TOSATO<br />

COMPLEMENTI<br />

D’ARREDO CHE<br />

NOBILITANO GLI<br />

AMBIENTI<br />

Un’espressione raffinata del<br />

Made in Italy, preziosamente<br />

curata in ogni dettaglio.<br />

Questa, in sintesi, la descrizione<br />

dell’azienda Tosato di Cerea, produttrice<br />

di complementi d’arredo da 25<br />

anni per iniziativa di Tiziano Tosato.<br />

Un’impresa partita da una piccola<br />

bottega artigiana di Sanguinetto, e<br />

che 10 anni fa, grazie allo spirito<br />

imprenditoriale della famiglia Tosato,<br />

ha deciso di fare il grande salto e trasformarsi<br />

in un punto di riferimento<br />

per tutto il settore. Nel 1998, infatti, è<br />

iniziata la produzione completa, dalla<br />

costruzione fino all’imballaggio,<br />

ampliando notevolmente anche il<br />

mercato attraverso una rete vendita<br />

capillare sia in Italia che all’estero.<br />

Tutto questo, unito all’elevata qualità<br />

delle materie prime e della manifattura,<br />

ha portato Tosato a una crescita<br />

costante nel tempo, con obiettivi per<br />

il futuro assai ambiziosi: «La lunga<br />

consuetudine della nostra famiglia<br />

con il legno quasi si perde nella<br />

memoria – spiega Tiziano Tosato<br />

direttore generale – basta pensare<br />

che siamo già arrivati alla terza generazione.<br />

È dunque naturale che altissima<br />

sia la conoscenza delle varie<br />

essenze, selezionate con grande cura<br />

e competenza. legni di eccellenza,<br />

che vengono lavorati con tutta l’attenzione<br />

che meritano s<strong>eco</strong>ndo i<br />

metodi della miglior tradizione artigiana.<br />

Da questa sapiente manualità,<br />

unita alle doti uniche della materia<br />

prima, nasce il valore che fa la differenza».<br />

I complementi d’arredo prodotti<br />

nello stabilimento di Cerea<br />

costituiscono il 60% del fatturato<br />

destinato al mercato italiano, con un<br />

target di vendita medio-alto. «Pur<br />

dedicandosi alla creazione di mobili<br />

in stile tradizionale, l’azienda è parti-<br />

8<br />

Economia Veronese


PROFILI<br />

colarmente attenta all’evoluzione dei<br />

gusti del mercato – prosegue Tiziano<br />

Tosato –. In questa prospettiva è stato<br />

allestito uno studio di progettazione<br />

interno che svolge la funzione di dare<br />

ai prodotti un’impronta estetica personale<br />

e subito riconoscibile.<br />

L’azienda inoltre investe costantemente<br />

nell’innovazione dei reparti di<br />

produzione, in modo da abbinare alla<br />

maestria degli artigiani le migliori<br />

tecnologie messe a disposizione dalla<br />

tecnologia moderna». La<br />

filiera produttiva è interamente<br />

seguita dall’impresa in<br />

tutte le fasi di costruzione di<br />

un mobile, dal taglio dei tronchi,<br />

all’intaglio, fino alla verniciatura<br />

e alla consegna:<br />

«Questo sistema di fabbricazione,<br />

oltre che un cospicuo<br />

abbattimento dei costi, ci permette<br />

di tenere costantemente<br />

sotto controllo il mantenimento<br />

dell’alta qualità dei<br />

lavorati – spiega Alessandro<br />

Tosato, responsabile di produzione –.<br />

Questa è una grossa differenza con<br />

altri gruppi nostri concorrenti e con il<br />

settore in generale. I toni caldi e morbidi<br />

dei vari legni vengono esaltati<br />

dall’inimitabile composizione dell’intarsio,<br />

così caratteristico nella<br />

nostra produzione. Un’autentica arte<br />

che conferisce al mobile massello un<br />

fascino unico e prezioso,<br />

ma che solamente i più abili<br />

artigiani sono in grado di<br />

esercitare, per offrire al pubblico<br />

quanto di meglio è ancora vivo e presente<br />

della scuola mobiliera italiana.<br />

L’impegno proteso all’eccellenza è<br />

rappresentato anche dall’unicità di<br />

ogni complemento. Le fasi di finitura,<br />

laccatura, d<strong>eco</strong>razione, vengono<br />

effettuate a mano per conferire a ogni<br />

complemento di arredo una sua pro-<br />

<strong>Luglio</strong> <strong>2008</strong> 9


PROFILI<br />

pria storia, un suo modo di essere<br />

differente da qualunque altro. Le<br />

fini lavorazioni del laboratorio<br />

includono pratiche artigiane di<br />

altissima tecnica, come ad esempio<br />

l’applicazione su un mobile<br />

di un rivestimento in foglia d’argento<br />

o d’oro». La quota di<br />

esportazione si aggira sul 40% e<br />

tocca ogni angolo del globo, dalla<br />

Corea del Sud, al Canada, passando<br />

per molti Paesi europei. In questi ultimi<br />

anni, Tosato è riuscito anche ad<br />

aggirare la crisi che ha investito il settore,<br />

puntando sulla qualità e sul riconoscimento<br />

del marchio, per cui<br />

molto si è speso in termine di immagine<br />

e pubblicità: «La creazione del<br />

brand e l’identificazione del prodotto<br />

sono state per noi vere e proprie<br />

ancore di salvezza quando la crisi ha<br />

attanagliato il mobile – prosegue<br />

Alessandro Tosato -. Ogni singolo<br />

pezzo che esce dal laboratorio artigiano<br />

Tosato, reca visibile e chiaro il<br />

segno della sua provenienza: la tradizionale<br />

marchiatura a fuoco che ne<br />

garantisce l’autenticità ed è un’ulteriore<br />

riprova del suo pregio. Una<br />

testimonianza di qualità elevata,<br />

riscontrabile in tutti i differenti<br />

particolari di lavorazione,<br />

ma anche tutela per<br />

l’acquirente, perché ogni<br />

mobile e complemento di<br />

arredo marchiato Tosato è<br />

garantito per 12 anni». Se i<br />

legni masselli di qualità superiore<br />

occupano il fulcro della<br />

produzione Tosato, un posto<br />

determinante ricoprono anche gli altri<br />

materiali. Dalle parti in metallo, ai<br />

vetri e cristalli, sino ai tessuti, gli elementi<br />

vengono rigorosamente selezionati<br />

per essere poi lavorati con la<br />

TOSATO S.r.l.<br />

SEDE AMMINISTRATIVA<br />

Via Masaccio, 8 - ZAI<br />

37053 Cerea (<strong>Verona</strong>)<br />

Tel. 0442 83333<br />

Fax 0442 83799<br />

PRODUZIONE<br />

Mobili in legno massello<br />

ANNO DI FONDAZIONE<br />

1983<br />

DIRETTORE GENERALE<br />

Tiziano Tosato<br />

RESPONSABILE<br />

AMMINISTRAZIONE<br />

Maria Ciccomascolo<br />

stessa cura che ad essi veniva rivolta<br />

nei tempi passati. Tutto ciò avviene<br />

sempre sotto l’attenta supervisione<br />

della famiglia Tosato, che solo dopo<br />

averne controllato ogni requisito<br />

decide di proporre il mobile al pubblico.<br />

Tiziano Tosato dal 2002 è<br />

iscritto al consorzio Vero Legno, un<br />

marchio che rappresenta una garanzia<br />

di qualità. Vero Legno promuove<br />

tutte le aziende che, come Tosato, utilizzano<br />

per i propri mobili<br />

esclusivamente legno selezionato<br />

e di qualità confermando<br />

la serietà e la fiducia dei propri<br />

clienti. Obiettivo futuro<br />

sarà la creazione di una nuova<br />

linea produttiva a Casaleone,<br />

sempre nel cuore del distretto<br />

del mobile, uno sforzo in più<br />

per aumentare la disponibilità<br />

verso la clientela: «Abbiamo<br />

una gamma già elevatissima<br />

di prodotti - conclude Tiziano<br />

Tosato -, ma grazie a questo nuovo<br />

investimento potremo aumentare<br />

ulteriormente il catalogo ed offrire<br />

alla clientela un servizio sempre più<br />

efficiente e personalizzato».<br />

RESPONSABILE PRODUZIONE<br />

Alessandro Tosato<br />

RESPONSABILE ESPORTAZIONE<br />

Arianna Tosato<br />

SUPERFICIE AZIENDALE<br />

Totale: 15.000 mq<br />

Coperta: 7.200 mq<br />

RISORSE UMANE<br />

Addetti alla produzione: 34<br />

Impiegati:7<br />

SITO INTERNET<br />

www.tosato.com<br />

info@tosato.com<br />

10<br />

Economia Veronese


PROFILI<br />

OSA CALDAIE<br />

FLESSIBILITÀ<br />

E COMPETENZA<br />

«Passione per il proprio lavoro<br />

perseguendo in primo luogo<br />

la qualità del prodotto, adozione<br />

di mezzi e procedure più avanzate<br />

per fare le cose bene e meglio,<br />

flessibilità e capacità di realizzare<br />

prodotti s<strong>eco</strong>ndo specifiche esigenze<br />

del cliente, valorizzazione delle<br />

risorse umane interne che costituiscono<br />

il bagaglio tecnico e professionale<br />

dell’azienda ».<br />

È così che Stefano Sorio, responsabile<br />

della OSA Caldaie spiega ed<br />

evidenzia l’impegno con cui questa<br />

impresa, ormai “matura cinquantenne”,<br />

pianifica e pensa quotidianamente<br />

il proprio futuro.<br />

Futuro che affonda le sue radici nel<br />

lontano 1960, allorché Alberto<br />

Sorio, decise di “mettere in piedi”<br />

un’officina laboratorio in<br />

cui dar vita alle proprie idee. Nacque<br />

così OSA – Officina Sorio Alberto –,<br />

dove cominciarono a essere costruiti<br />

a livello artigianale caldaie di piccola<br />

potenza, serbatoi, scambiatori di<br />

calore e carpenteria varia nel settore<br />

termomeccanico. In seguito, convinto<br />

assertore della produzione di calore<br />

con il legno, con idee che si riveleranno<br />

lungimiranti nel campo delle<br />

energie rinnovabili, creò una linea di<br />

prodotti di caldaie a legna e policombustibile:<br />

una scelta vincente<br />

per la giovane<br />

azienda,<br />

12<br />

Economia Veronese


PROFILI<br />

che dischiuse le porte a un impegnativo<br />

periodo di lavoro.<br />

Negli anni settanta i risultati raggiunti<br />

rappresentarono per OSA la<br />

base di partenza verso nuove scelte:<br />

l’aggiornamento della gamma e il<br />

raddoppio del comparto produttivo.<br />

Le caldaie vennero realizzate nella<br />

nuova unità di Vago, i serbatoi e gli<br />

scambiatori di calore, invece, continuarono<br />

a essere prodotti nella storica<br />

sede di Alpo.<br />

Successivamente, un progressivo<br />

affinamento tecnico nella produzione<br />

vide affiancarsi, al “repertorio”<br />

delle origini, prodotti più complessi<br />

e sofisticati, quali recipienti a pressione,<br />

degasatori termofisici, scambiatori<br />

di calore per acqua e vapore,<br />

cisterne di grandi capacità, serbatoi<br />

per il trattamento delle acque e condotte<br />

per impianti di bonifica.<br />

Campi di attività nei quali l’azienda,<br />

situata alle porte di <strong>Verona</strong> in una<br />

sede che racconta tutta la sua storia e<br />

al tempo stesso documenta gli alti<br />

livelli di evoluzione tecnologica raggiunti<br />

nella produzione eccelle,<br />

tanto da meritarsi un<br />

posto privilegiato tra<br />

i selezionati fornitori<br />

della<br />

Fincantieri, a<br />

cui fornisce<br />

caldaie a<br />

gasolio speciali,<br />

di<br />

media-grande<br />

potenza.<br />

Tre di queste<br />

sono i generatori di<br />

calore dell’impianto<br />

termico dell’ammiraglia<br />

della Marina Italiana, la portaerei<br />

Cavour, tanto invidiataci dalla marina<br />

internazionale. Un simile traguardo<br />

sottolinea la sicura valenza dell’offerta<br />

e la competenza professionale<br />

di questo fiore all’occhiello dell’imprenditoria<br />

<strong>vero</strong>nese. OSA ha<br />

fornito caldaie anche sui pattugliatori<br />

della Guardia Costiera italiana, su<br />

navi oceanografiche e su alcune fregate<br />

che compongono il parco navale<br />

delle marine della Nato.<br />

Queste prestigiose commesse hanno<br />

contribuito ad affinare le competenze<br />

dell’ufficio di progettazione interno<br />

che è attualmente in grado di studiare<br />

prodotti con caratteristiche particolari<br />

in linea con le esigenze della<br />

clientela. Una clientela sempre più<br />

internazionale, in particolare austriaca,<br />

svizzera, tedesca e belga, che rappresenta<br />

ormai circa il<br />

50% del fatturato di<br />

OSA Caldaie.<br />

OSA ha ottenuto la certificazione<br />

ISO 9001-2000, riconoscimento che<br />

sottolinea la correttezza dei processi<br />

e dell’organizzazione produttiva.<br />

Nell’ottica di perseguire elevati<br />

standard di sicurezza ed efficienza<br />

molti prodotti, oltre a essere testati<br />

all’interno dell’azienda, sono omologati<br />

s<strong>eco</strong>ndo la Direttiva europea<br />

97/23/CE “PED” (recipienti in<br />

pressione) o certificati dall’IMQ<br />

(caldaie).<br />

Per quanto riguarda i recipienti a pressione<br />

OSA Caldaie ha ottenuto recentemente<br />

le certificazioni di garanzia<br />

della qualità totale s<strong>eco</strong>ndo i Moduli<br />

“H” e “H1” della Direttiva “PED”,<br />

che rappresentano i livelli più alti ottenibili<br />

in questo<br />

ambito.<br />

<strong>Luglio</strong> <strong>2008</strong> 13


PROFILI<br />

«Fare di necessità virtù – afferma<br />

Stefano Sorio, che oggi con la sorella<br />

Emanuela gestisce l’azienda – è il<br />

nostro credo.<br />

di <strong>Verona</strong>».<br />

È un modo stringato per evidenziare<br />

come Osa Caldaie, pur nel<br />

costante perfezionamento delle<br />

proprie linee di prodotto, resti intimamente<br />

legata nel suo “carattere”<br />

a quello del suo fondatore: entrambi<br />

sono contraddistinti da un mix di<br />

capacità imprenditoriale e di serietà<br />

organizzativa che ha consentito a<br />

questa impresa di raggiungere<br />

importanti traguardi forieri di quel<br />

prestigio che ne fa una affidabile<br />

realtà imprenditoriale <strong>vero</strong>nese.<br />

«Molta della considerazione che ci<br />

viene dal mercato – conclude<br />

Stefano Sorio – scaturisce dalla<br />

nostra capacità di saper interpretare,<br />

elaborando di conseguenza un<br />

progetto ad hoc, le esigenze del<br />

committente e di saperle realizzare<br />

industrializzando il tutto al meglio,<br />

per contenere il costo finale senza<br />

per questo rinunciare alla qualità e<br />

all’ affidabilità.<br />

Ogni giorno mettiamo a frutto quel<br />

bagaglio di esperienze che da quasi<br />

cinquant’anni rappresenta il <strong>vero</strong><br />

patrimonio dell’ azienda».<br />

Un criterio a cui ispiriamo le strategie<br />

operative, il dialogo interno con i<br />

dipendenti (22 in totale), la loro crescita<br />

professionale, l’introduzione di<br />

macchine a controllo numerico.<br />

Una progressiva evoluzione di processo<br />

per poter competere sul mercato<br />

globale senza perdere i crismi<br />

peculiari della nostra identità, ov<strong>vero</strong><br />

quel patrimonio professionale ed<br />

etico che a nostro padre è valso,<br />

tempo fa, il Premio “Fedeltà al<br />

Lavoro” della Camera di Commercio<br />

OSA CALDAIE S.r.l.<br />

SEDE<br />

Via L. Bassani, 54<br />

37062 Alpo di Villafranca (<strong>Verona</strong>)<br />

Tel. 045 513045<br />

Fax 045 987533<br />

PRODUZIONE<br />

Caldaie, serbatoi, cisterne, bollitori,<br />

scambiatori di calore<br />

ANNO DI FONDAZIONE<br />

1960<br />

AMMINISTRATORE UNICO<br />

Stefano Sorio<br />

DIRETTORE AMMINISTRATIVO<br />

Emanuela Sorio<br />

FATTURATO 2007<br />

3 milioni e 800 mila euro<br />

SUPERFICIE AZIENDALE<br />

Totale: 7.500 mq<br />

Coperta: 3.000 mq<br />

RISORSE UMANE<br />

Addetti alla produzione: 17<br />

Impiegati: 5<br />

SITO INTERNET<br />

www.osacaldaie.it<br />

info@osacaldaie.it<br />

14<br />

Economia Veronese


PROFILI<br />

ITALIAN FOOD<br />

TRADING<br />

IL MADE IN ITALY<br />

IN CUCINA<br />

Italian Food trading è<br />

un’azienda commerciale che<br />

opera in Italia e all’estero<br />

nella distribuzione di specialità<br />

alimentari per la ristorazione e<br />

per la grande distribuzione.<br />

L’impresa è stata fondata nel<br />

2003, opera nelle province del<br />

Nord Italia e in 11 Paesi esteri; ha<br />

sede a Cerea, nel cuore della<br />

bassa <strong>vero</strong>nese, dove ha trovato<br />

gli spazi necessari per svilupparsi<br />

e crescere s<strong>eco</strong>ndo gli obiettivi<br />

riportati nel business plan aziendale.<br />

Attuale presidente e amministratore<br />

delegato è Nicola Bressan,<br />

quarantenne <strong>vero</strong>nese che è stato<br />

tra i fondatori dell’Italian Food<br />

Trading: «Lavorando da più di 20<br />

anni nel settore alimentare, abbiamo<br />

cercato di adeguarci alle<br />

necessità degli operatori, per fornire<br />

un servizio completo che<br />

garantisse qualità e eccellenza dal<br />

produttore al cliente finale. Da<br />

questo proposito è nata la nostra<br />

azienda».<br />

Il fatturato 2007 si aggira sui 10<br />

milioni di euro, composto per il<br />

95% dal comparto “food” e il<br />

rimanente 5% dal “non-food”:<br />

«Linea Pulita è il nuovo progetto<br />

che stiamo portando avanti con<br />

convinzione, cioè la fornitura di<br />

tutti quei prodotti non alimentari<br />

indispensabili negli esercizi di<br />

ristorazione, dai detergenti alle<br />

attrezzature per il personale.<br />

16<br />

Economia Veronese


PROFILI<br />

nazionale e con sempre maggior<br />

successo esportiamo il “Made in<br />

Italy” gastronomico, anche<br />

all’estero, tra cui Inghilterra,<br />

Irlanda, Polonia, Repubblica<br />

Ceca, Grecia, Russia, Spagna,<br />

Svezia, Ungheria, Germania,<br />

Austria».<br />

Altro punto di forza dell’Italian<br />

Food Trading è l’estrema flessibilità<br />

e affidabilità sulla consegna,<br />

gestita in modo tale da soddisfare<br />

Con questo puntiamo ad ampliare<br />

ancora di più il mercato e diventare<br />

il primo punto di riferimento<br />

per gli operatori della ristorazione».<br />

Il core business aziendale resta il<br />

settore dei “freschi di qualità”,<br />

come formaggi e salumi con una<br />

forte connotazione territoriale:<br />

«La selezione dei prodotti da proporre<br />

agli esercizi avviene con la<br />

massima cura, servendosi di partner<br />

che possono garantire certificazioni<br />

di qualità sia sotto<br />

l’aspetto della salubrità, sia sotto<br />

l’aspetto delle proprietà organolettiche<br />

e sensoriali».<br />

La struttura si avvale di 20 dipendenti<br />

e di una rete di vendita composta<br />

da 11 agenti che gestiscono<br />

il mercato locale e 3 agenti che<br />

curano il mercato estero. Le quote<br />

di mercato si aggirano sul 70%<br />

per l’Italia e il 30% sull’Europa:<br />

«La nostra azienda, anche se giovane,<br />

può contare sull’esperienza<br />

pluriennale dei suoi componenti<br />

nel settore alimentare, con particolare<br />

attenzione alla ristorazione<br />

e al dettaglio specializzato.<br />

Siamo ben presenti sul mercato<br />

nel minor tempo possibile qualsiasi<br />

tipo di ordine, dal più piccolo<br />

al più grande, grazie anche<br />

all’ampio parco automezzi.<br />

«Per conservare al meglio la qualità<br />

di alcune tipologie di prodotto<br />

– ha proseguito Bressan – è<br />

necessario adottare sistemi di<br />

condizionamento a basse tempe-<br />

<strong>Luglio</strong> <strong>2008</strong> 17


PROFILI<br />

rature.<br />

Proprio per questo l’azienda si è<br />

dotata di ampie e capienti celle,<br />

all’interno delle quali possono<br />

essere stoccate le scorte alimentari<br />

e offrire il servizio in modo<br />

efficiente e mantenendo il livello<br />

qualitativo iniziale.<br />

Italian Food Trading è una struttura<br />

che vuole essere un interlocutore<br />

privilegiato per i professionisti<br />

attenti al giusto equilibrio<br />

tra qualità e prezzo.<br />

Il talento e le energie di tutti i<br />

nostri collaboratori ci consentono<br />

di essere un punto di riferimento<br />

nel settore, permettendoci di crescere<br />

anno dopo anno, in un’ottica<br />

di miglioramento del lavoro,<br />

fatto principalmente di servizio e<br />

di un dialogo costante con la<br />

clientela, sia nazionale che internazionale».<br />

Italian Food Trading, inoltre,<br />

dispone di un laboratorio per la<br />

lavorazione delle carni, per soddisfare<br />

qualsiasi esigenza di porzionatura,<br />

frollatura e confezionamento.<br />

L’esperienza maturata<br />

permette all’azienda di selezionare<br />

il meglio delle carni certificate<br />

nazionali e internazionali tra cui<br />

Irlanda, Francia, Germania e<br />

Austria.<br />

Per avvicinare i consumatori alla<br />

cultura del mangiare bene e sano,<br />

l’impresa apre le porte al pubblico<br />

e mette in mostra i propri prodotti.<br />

L’Open Day, che quest’anno<br />

avrà come tema principale la<br />

pizza, si terrà a settembre e coinvolgerà<br />

l’area fieristica Ex-<br />

Perfosfati di Cerea: «Un evento<br />

che crea soprattutto cultura – ha<br />

proseguito Bressan – la cultura<br />

della riscoperta dei cibi genuini e<br />

certificati, guidando il consumatore<br />

in una scelta ottimale del<br />

prodotto».<br />

Molteplici, quindi, i motivi per<br />

scegliere Italian Food Trading,<br />

come spiega, in conclusione,<br />

Nicola Bressan: «Perché sceglierci?<br />

Perchè i nostri prodotti provengono<br />

da aziende certificate,<br />

partner affidabili di collaudata e<br />

lunga collaborazione, perchè<br />

offriamo un servizio rapido, praticamente<br />

pronta consegna, perchè<br />

offriamo un’assistenza full<br />

service a 360°, perchè rispettiamo<br />

scrupolosamente tutti gli<br />

standard qualitativi imposti dalla<br />

normativa vigente, con un attento<br />

e accurato controllo interno, perchè<br />

esportiamo con successo da<br />

alcuni anni in vari paesi del<br />

mondo, contribuendo alla diffusione<br />

della tradizione gastronomica<br />

italiana».<br />

ITALIAN FOOD TRADING S.r.l.<br />

SEDE AMMINISTRATIVA<br />

Via Napoli, 27<br />

37053 Cerea (<strong>Verona</strong>)<br />

Tel. 0442 320625<br />

Fax 0442 321133<br />

PRODUZIONE<br />

Commercializzazione prodotti<br />

alimentari e non food<br />

ANNO DI FONDAZIONE<br />

2003<br />

SUPERFICIE AZIENDALE<br />

Parcheggio: 996,50 mq<br />

Magazzino: 1.114,20 mq<br />

RISORSE UMANE<br />

Addetti alla produzione: 21<br />

SITO INTERNET<br />

www.italianfoodtrading.it<br />

info@italianfoodtrading.it<br />

18<br />

Economia Veronese


PROFILI<br />

Nel cuore della pianura, a<br />

cavallo tra la provincia di<br />

<strong>Verona</strong> e di Padova, sorge<br />

lo splendido Castello di Bevilacqua,<br />

edificato nel 1336 a difesa del territorio<br />

scaligero dalle incursioni dei<br />

vicini Carraresi. A oltre 650 anni di<br />

distanza il maniero è ancora nel<br />

pieno del suo splendore e questo si<br />

deve soprattutto al lavoro della<br />

famiglia Iseppi-Cerato, che nel<br />

1999 lo rilevò avviando i lavori di<br />

restauro che l’hanno fatto diventare<br />

uno dei ristoranti più suggestivi del<br />

Veneto. Il primo traguardo è stato<br />

quello di creare al suo interno un<br />

<strong>vero</strong> e proprio ristorante su prenotazione,<br />

che per il grande consenso<br />

ottenuto ha richiesto l’apertura<br />

anche a mezzogiorno per veloci<br />

colazioni d’affari. Dal <strong>2008</strong>, infine,<br />

è stata aperta al pubblico una nuova<br />

sala troni realizzata specificatamente<br />

per le aziende, ospita infatti 250<br />

persone a platea oppure può essere<br />

come ambiente di classe, raffinato e<br />

suggestivo, sono coronati dai numerosi<br />

riconoscimenti ricevuti in<br />

Signoria Scaligera dell’epoca. Fu<br />

concepito come fortezza per difendersi<br />

dalle Signorie confinanti, i<br />

CASTELLO DI BEVILACQUA<br />

UNA LOCATION<br />

PER TUTTE LE ESIGENZE<br />

allestita per banchetti di 150 coperti.<br />

È dotata di ogni moderna e avanzata<br />

tecnologia, per garantire la perfetta<br />

riuscita di meeting e convegni di<br />

alto livello in una location prestigiosa.<br />

Gli innumerevoli sforzi profusi<br />

dalla famiglia Iseppi-Cerato per rendere<br />

il Castello di Bevilacqua il fiore<br />

all’occhiello della pianura <strong>vero</strong>nese<br />

campo istituzionale; tuttavia, l’attenzione<br />

rivolta ai propri ospiti e<br />

quindi il loro conseguente apprezzamento<br />

è la vera e propria gratificazione.<br />

La storia della struttura inizia,<br />

come detto, nel 1336, quando<br />

Guglielmo Bevilacqua ne decise la<br />

costruzione e fu completato dal<br />

figlio Francesco per conto della<br />

Carraresi e gli Estensi. La famiglia<br />

Bevilacqua trae le proprie origini dal<br />

paese di Ala in provincia di Trento e<br />

lo dimostra il disegno di un’ala al<br />

centro dello stemma. Abile commerciante<br />

di legname Guglielmo<br />

Bevilacqua, alla corte del Can<br />

Grande Mastino della Scala, aveva<br />

consolidato la sua passione <strong>eco</strong>no-<br />

20<br />

Economia Veronese


PROFILI<br />

mica all’interno della città scaligera<br />

di <strong>Verona</strong>, tanto da ricevere regolare<br />

investitura di Vassallo del vescovo. Il<br />

figlio Francesco fu protagonista<br />

della politica di difesa del confine<br />

scaligero e di espansione in qualità<br />

di abile ambasciatore ricevendo onorificenza<br />

dai Visconti, dai Carraresi,<br />

dagli Estensi e persino dal papa di<br />

allora, Clemente VI. Il Castello fu<br />

danneggiato all’epoca della cosiddetta<br />

lega di Cambrai e perse il suo<br />

scopo difensivo nel periodo successivo,<br />

in pieno dominio della<br />

Repubblica di Venezia. L’edificio<br />

subì un riammodernamento nel 1532<br />

a opera dell’architetto Sanmicheli<br />

che lo trasformò in villa e lo dotò di<br />

ampi e moderni interni. Nel 1756<br />

Gaetano Ippolito Bevilacqua restaurò<br />

e rimodernò parte dell’interno del<br />

castello, ricavando i grandi saloni<br />

del Primo Piano, ma non passò nemmeno<br />

un s<strong>eco</strong>lo che, in seguito agli<br />

eventi napoleonici, l’edificio venne<br />

dato alle fiamme dall’esercito<br />

austriaco (1848).<br />

<strong>Luglio</strong> <strong>2008</strong> 21


PROFILI<br />

“Feste Medievali”, in cui centinaia<br />

di figuranti colorano le splendide<br />

sale del Castello, che possono contenere<br />

oltre 500 posti per i ricevimenti:<br />

«Nella nostra struttura possiamo<br />

anche ospitare congressi e convegni,<br />

grazie alle sette sale espositive per<br />

una superficie di oltre 1300 mq e un<br />

teatro di 200 posti – ha concluso<br />

Iseppi–. Tutto questo per poter offrire<br />

al cliente un pacchetto completo<br />

di elevata qualità, che possa garantire<br />

la piena soddisfazione di ogni esigenza».<br />

Nel 1900 esso non solo assunse<br />

destinazioni differenti, ma anche<br />

cambiò spesso di proprietà: infatti<br />

passò dai periodi bui della s<strong>eco</strong>nda<br />

guerra mondiale a epoche in cui il<br />

vociare di torme studentesche popolanti<br />

gli antichi ambienti erano<br />

istruite dai padri Salesiani. Il<br />

Castello di Bevilacqua, divenne<br />

anche cantina vitivinicola prima di<br />

cadere definitivamente in disuso.<br />

Oggi il Castello, oltre ai servizi di<br />

ristorazione e di booking, offre ai<br />

visitatori tutta una serie di visite guidate<br />

e di appuntamenti alla scoperta<br />

della storia e dei sapori, come ad<br />

esempio l’iniziativa “Castellani per<br />

un giorno”, che prevede attività di<br />

tiro con l’arco, scrittura gotica e percorsi<br />

di degustazioni.<br />

«Il nostro impegno è quello di offrire<br />

al visitatore un programma completo<br />

che unisca lo svago alla cultura<br />

– ha commentato Roberto Iseppi<br />

–, avvicinando anche i più piccoli<br />

alla riscoperta di tradizioni e cultura».<br />

Molti gli eventi organizzati come<br />

rievocazioni storiche, come le<br />

CASTELLO DI BEVILACQUA S.r.l.<br />

SEDE AMMINISTRATIVA<br />

Via Roma, 2<br />

37040 Bevilacqua (<strong>Verona</strong>)<br />

Tel. 0442 93655<br />

Fax 0442 649420<br />

ATTIVITÀ<br />

Hotel - Ristorante - Sede Congressuale<br />

Sede Museale<br />

ANNO DI FONDAZIONE<br />

2001<br />

RESPONSABILE AMMINISTRATIVO<br />

Roberto Iseppi<br />

RESPONSABILE COMMERCIALE<br />

Sandro Perini<br />

RESPONSABILE PRODUZIONE<br />

Mirco Carturan<br />

RESPONSABILE QUALITÀ<br />

E PERSONALE<br />

Miresi Cerato<br />

FATTURATO 2007<br />

1 milione e 500 mila euro<br />

SUPERFICIE AZIENDALE<br />

Totale: 40.000 mq<br />

Coperta: 7.500 mq<br />

RISORSE UMANE<br />

Addetti alla produzione: 10<br />

Impiegati: 5<br />

SITO INTERNET<br />

www.castellodibevilacqua.com<br />

info@castellodibevilacqua.com<br />

22<br />

Economia Veronese


IL PERSONAGGIO<br />

VINCENZO<br />

STINGONE<br />

IL QUESTORE<br />

DELLA<br />

SICUREZZA<br />

PARTECIPATA<br />

Dinamico, volitivo, cordiale.<br />

Bastano queste tre sintetiche<br />

“pennellate” per una<br />

prima, efficace descrizione del nuovo<br />

Questore di <strong>Verona</strong>, Vincenzo<br />

Stingone. Convinto assertore dell’efficacia<br />

del dialogo, ha fatto di questa<br />

caratteristica la base del suo modo di<br />

operare: quasi una “fede professionale”,<br />

un credo che ha trasmesso anche<br />

a quanti gli sono intorno, collaboratori<br />

e subalterni.<br />

Oggi, con l’approdo <strong>vero</strong>nese,<br />

Stingone si<br />

accinge ad<br />

affrontare<br />

diverse e più<br />

impegnative<br />

sfide. <strong>Verona</strong>, crocevia di importanti<br />

arterie di comunicazione europee e<br />

internazionali, sta vivendo un particolare<br />

periodo di mutamento anche a<br />

causa del massiccio fenomeno dell’immigrazione.<br />

La provincia scaligera<br />

è consapevole dell’importanza che<br />

la risorsa dell’immigrazione ha nella<br />

crescita del proprio benessere <strong>eco</strong>nomico<br />

e sociale, nell’incremento della<br />

redditività delle imprese e in quello<br />

dell’occupazione. Ma, come si sa,<br />

agli aspetti vantaggiosi si accompagnano<br />

spesso anche quelli negativi.<br />

Episodi che <strong>Verona</strong> sta affrontando<br />

con cautela, cercando di isolare i casi<br />

problematici e di valorizzare invece<br />

quelli positivi. Una bella sfida di fronte<br />

alla quale il Questore Stingone si<br />

pone con la stessa determinazione che<br />

ha già saputo dimostrare a Pordenone<br />

e a Parma.<br />

Dr. Stingone, per Lei <strong>Verona</strong> rappresenta<br />

quasi un ritorno alle origini,<br />

visto che è già stato qui nel 2001<br />

come Vice Questore Vicario. Di<br />

quali ulteriori positive esperienze,<br />

utili alla città, ha arricchito il Suo<br />

bagaglio professionale?<br />

Le diverse e molteplici esperienze<br />

Dirigente Superiore del Ministero degli Interni, Stingone, originario di Sirignano (provincia di Avellino), si<br />

è laureato in Giurisprudenza all’Università degli studi di Napoli e si è poi specializzato, all’Università degli<br />

Studi di Modena alla Facoltà di Medicina, in criminologia clinica.<br />

Funzionario (1976) della Questura di Modena, all’inizio alla Squadra Mobile e successivamente,<br />

in pieno clima terroristico, all’Ufficio Politico (Digos), Stingone ha lavorato, sempre a Modena, nell’Ufficio<br />

Immigrazione, nella Divisione di Polizia Amministrativa e in quella Anticrimine.<br />

Trasferito (1998) alla Questura di Treviso è stato nominato vice Questore Vicario. Con tale qualifica, è approdato<br />

(2001) alla Questura di <strong>Verona</strong> e l’anno successivo (2002) con la promozione a dirigente superiore della<br />

Polizia di Stato è stato trasferito, come Questore, a Pordenone, città dove è rimasto per tre anni. Nominato<br />

Questore a Parma (2005) dopo tre anni è rientrato a <strong>Verona</strong> (21 aprile <strong>2008</strong>) con lo stesso incarico.<br />

24<br />

Economia Veronese


IL PERSONAGGIO<br />

maturate nel corso degli ultimi anni<br />

hanno contribuito, in maniera determinante,<br />

alla mia formazione umana<br />

e di funzionario. Queste esperienze<br />

oggi mi consentono di affrontare le<br />

situazioni più disparate e mi hanno<br />

allenato a coltivare intensi e, sovente<br />

indimenticabili, rapporti umani. Un<br />

lungo percorso culturale e professionale<br />

nel quale si sono alternati<br />

momenti belli e meno belli, comunque<br />

stimolanti per continuare a dare il<br />

mio contributo sincero e leale sia alle<br />

istituzioni, alle quali sento di appartenere<br />

e nelle quali ho speso gran parte<br />

della mia esistenza, sia alla società<br />

civile per supportarne le istanze.<br />

La sicurezza é uno dei capisaldi<br />

dell’azione del Governo che nella<br />

sua prima riunione ha varato al<br />

proposito un pacchetto di norme<br />

oggi al vaglio del Parlamento.<br />

Pensa che la cura sia adatta anche<br />

alla situazione di <strong>Verona</strong> e della sua<br />

provincia?<br />

Quello della sicurezza è un problema<br />

che deve stimolare tutti noi – polizia,<br />

istituzioni e cittadinanza – a una serie<br />

di riflessioni e, in primis, a un dialogo<br />

continuo e costante affinché la<br />

giusta ricerca della sicurezza non<br />

approdi a forme patologiche di allarmismo.<br />

Ognuno deve impegnarsi a<br />

fare la propria parte, deve evitare gli<br />

eccessi e, in particolare, deve avere<br />

un approccio diverso con il problema:<br />

nell’analisi bisogna partire dal<br />

rispetto dei diritti-doveri di cui ciascuno<br />

di noi è portatore, comprendendo<br />

che quella della sicurezza è<br />

un’esigenza e non un’emergenza.<br />

Su quest’assioma fonda le proprie<br />

radici il concetto di “sicurezza partecipata”,<br />

terminale di impegni che<br />

sono il risultato di politiche e scelte<br />

tecniche ben precise a carico delle<br />

Forze di Polizia e di tutti i possibili<br />

attori coinvolti e coinvolgibili.<br />

Oggi la cittadinanza <strong>vero</strong>nese, tra<br />

cui non pochi i titolari di imprese di<br />

piccola e media dimensione, è soggetta<br />

a una condizionante pressione<br />

dell’attività delinquenziale (microcriminalità<br />

...), pressione forse<br />

dovuta a un atteggiamento di permissivismo<br />

che poggia le proprie<br />

basi su atteggiamenti e filosofie<br />

contraddittorie. Quali le esigenze<br />

della Polizia per operare con maggiore<br />

efficacia ed efficienza rispetto<br />

al passato?<br />

Sono convinto che la cultura di un<br />

permissivismo dilagante, di un diffuso<br />

senso dell’impunità, rappresenti il<br />

primo passo verso l’illegalità. In questo<br />

sistema di valori precari e mai<br />

definiti le persone più fragili e sole<br />

faticano a controllarsi.<br />

Elemento fondamentale, pertanto, è<br />

la certezza della pena: meglio una<br />

pena vera, immediata, anche se blanda,<br />

che sappia però trasmettere un<br />

chiaro segnale della presenza dello<br />

Stato. Attualmente, l’azione coordinata<br />

delle Forze di Polizia, espressione<br />

di efficienza nell’organizzazione<br />

dei servizi e nell’utilizzo delle risorse,<br />

consente di fronteggiare numerose<br />

situazioni quali l’abusivismo commerciale,<br />

le attività delinquenziali di<br />

qualsivoglia genere e pericolosità. In<br />

questa direzione l’istituzione del poliziotto<br />

di quartiere contribuisce, come<br />

è stato constatato, a un più proficuo e<br />

costruttivo scambio tra la cittadinanza<br />

e le Forze dell’Ordine. Per ottimizzare<br />

i risultati ottenibili, anche sulla<br />

base delle esperienze vissute recentemente,<br />

sarebbe auspicabile organizzare,<br />

e vivere in modo partecipato,<br />

periodici incontri tra i presidenti<br />

delle Circoscrizioni e la Polizia.<br />

Qual è il suo programma di lavoro<br />

per raggiungere un simile obiettivo<br />

oltre ai periodici incontri del<br />

COSP?<br />

Ritengo che le priorità siano la condivisione<br />

dei progetti da parte del territorio,<br />

la sinergia e le risposte ai bisogni<br />

dei cittadini. In quest’ambito, il<br />

poliziotto può e deve poter rappresentare<br />

l’attore principale, quell’anello<br />

di congiunzione tra la città e le regole<br />

della civile convivenza. Oggi è fondamentale<br />

sentirsi sicuri e, in tale<br />

direzione, un modello di sicurezza<br />

condivisa e partecipata va fermamente<br />

ricercato. Anzi è un salto culturale<br />

che i cittadini devono voler compiere.<br />

È questa, ad esempio, la chiave di lettura<br />

del concorso nazionale “Il<br />

Poliziotto un amico in più” dal titolo<br />

“M’importa di... ” e che è stato dedicato<br />

alla sensibilizzazione dei giovani<br />

sul tema della partecipazione e della<br />

non indifferenza, intesa come quell’atteggiamento<br />

di volersi sottrarre<br />

alle proprie responsabilità di fronte<br />

ad atti anche di piccola criminalità.<br />

Gli studenti <strong>vero</strong>nesi si sono distinti<br />

in ben tre categorie e io condivido<br />

con tutto il mio gruppo l’orgoglio per<br />

questo successo. L’elevato numero<br />

dei lavori presentati e quello dei partecipanti<br />

danno buona testimonianza<br />

di come sia scelta valida far passare<br />

attraverso la formazione scolastica, il<br />

percorso educativo e di sensibilizzazione<br />

alla legalità e a una più respon-<br />

<strong>Luglio</strong> <strong>2008</strong> 25


IL PERSONAGGIO<br />

sabile collaborazione con le Forze di<br />

Polizia. Va comunque detto che<br />

<strong>Verona</strong> ha dimostrato e documenta<br />

tutt’oggi una elevata sensibilità<br />

sociale coniugata con la giusta pretesa<br />

di servizi pubblici adeguati alla<br />

sua naturale evoluzione.<br />

<strong>Verona</strong> avverte il bisogno di riannodare<br />

le proprie tradizioni agli<br />

scenari che si configurano con la<br />

presenza di un numero crescente di<br />

immigrati. Lei pensa che l’incontro<br />

e il confronto tra le diverse culture<br />

possano generare un rapporto dove<br />

siano riconosciuti e compresi i diritti<br />

e i doveri di ciascuno?<br />

Reputo che il <strong>vero</strong> problema non sia<br />

collegabile all’interculturalità quanto<br />

al tema, fondante, della legalità, cioè<br />

del rispetto delle leggi da parte di<br />

tutti. Da più di 10 anni l’immigrazione<br />

è il volano di crescita demografica<br />

e il numero complessivo degli stranieri<br />

regolarmente soggiornanti nel territorio<br />

provinciale supera, ad oggi, le<br />

60 mila unità. Un dato destinato a<br />

crescere nel prossimo decennio.<br />

Riconoscere il fenomeno dell’immigrazione,<br />

dunque, come risorsa funzionale<br />

alla crescita culturale, <strong>eco</strong>nomica<br />

e sociale, significa volere e<br />

sapere coniugare iniziative destinate<br />

a sostenere la presenza legale sul territorio<br />

degli stranieri con tutte le attività<br />

collegate, o collegabili, alla<br />

repressione di quella clandestina e<br />

del suo sfruttamento. <strong>Verona</strong> è il centro<br />

di congiunzione di due importanti<br />

assi europei, una città dunque per<br />

nulla esente da fenomeni delittuosi<br />

che vanno contrastati con l’efficacia<br />

e l’impegno delle migliori forze investigative<br />

in nostro possesso, ma<br />

anche con la collaborazione responsabile<br />

e partecipata dell’intera collettività<br />

scaligera. Se si vuole, infatti,<br />

che l’immigrato sia una risorsa non<br />

si può né si deve lasciare spazio al<br />

fenomeno dei clandestini, ov<strong>vero</strong> a<br />

quanti, non avendo l’opportunità di<br />

un lavoro regolare, trovano nell’attività<br />

delinquenziale la risorsa per<br />

sopravvivere. Ebbene queste persone<br />

devono essere allontanate con decisa<br />

fermezza affinché non “inquinino”<br />

coloro che vivono e operano onestamente.<br />

Per questo motivo, anche a<br />

seguito di situazioni registrate sul territorio<br />

provinciale, va ribadita la<br />

necessità di coniugare sempre più<br />

intimamente solidarietà e legalità,<br />

politiche sociali e rispetto delle regole,<br />

il tutto con l’intento di alleviare il<br />

senso di disagio che lo straniero vive<br />

sulla propria pelle al di fuori del territorio<br />

d’origine. Anche a Pordenone<br />

ho incentrato la mia attenzione sul<br />

tema dell’immigrazione, ho organizzato<br />

infatti il convegno “Diversi ma<br />

uguali che ha visto confrontarsi<br />

esperti della materia .È stata questa<br />

l’occasione per rievocare l’eroica<br />

figura di Giovanni Palatucci, questore<br />

di Fiume che operò sino alla morte<br />

(1945) nel campo di sterminio di<br />

Dachau per il salvataggio di migliaia<br />

di ebrei.<br />

Stingone uomo, padre, marito.<br />

Come vive la quotidianità, quali gli<br />

hobby, i gusti musicali e le attività<br />

del tempo libero?<br />

In famiglia sono un uomo come tanti.<br />

Anch’io convivo con il mio “mix” di<br />

ansie e certezze, rinunce e lontananze.<br />

Vede, io e mia moglie siamo<br />

26<br />

Economia Veronese


IL PERSONAGGIO<br />

entrambi servitori dello Stato. Lei è<br />

Vice Prefetto a Modena, dove vive,<br />

con il resto della famiglia: nostra<br />

figlia, da poco avvocato, e nostro<br />

figlio, da poco laureato in Economia<br />

e Commercio.<br />

A me non resta che l’attività, quando<br />

il lavoro lo consente, di pendolare.<br />

A parte ciò condividiamo la frequentazione<br />

di solide amicizie con cui di<br />

tanto in tanto ci dilettiamo alla scoperta<br />

di trattorie dalla cucina tipica.<br />

Con alcuni amici condivido la passione<br />

per lo sport e, nei ritagli di tempo,<br />

mi cimento con loro in tour ciclistici o<br />

in animate partite a tennis. Non trascuro,<br />

se ne ho la possibilità, di dedicami<br />

alla pratica dello sci e spero che<br />

la mia permanenza a <strong>Verona</strong> mi dia<br />

l’opportunità di provare qualche<br />

pista nella zona dei Lessini che, purtroppo,<br />

conosco molto superficialmente<br />

come del resto molta parte<br />

della bella provincia scaligera. Adoro<br />

la lettura, in particolare i classici.<br />

Attualmente sto riassaporando i<br />

Promessi Sposi del Manzoni. Non<br />

disdegno, comunque, i romanzi (quelli<br />

belli!!!) e la saggistica (seria!!!).<br />

Sul fronte musicale, a parte le canzoni<br />

amate dalla mia generazione –<br />

quelle che vanno dagli anni ’60 agli<br />

anni ’80 –, i miei gusti sono incentrati<br />

sul jazz e sul blues, sulle canzoni<br />

napoletane (le radici vanno curate) e,<br />

dopo il lungo tirocinio parmense che<br />

mi ha consentito di “affinare l’orecchio”,<br />

sulla lirica.<br />

Anche sotto l’aspetto musicale quindi<br />

sono arrivato a <strong>Verona</strong>, che ospita<br />

uno dei templi mondiali dell’opera<br />

lirica, l’Arena, con una buona preparazione!<br />

IL POLIZIOTTO UN AMICO IN PIÙ<br />

8ˆ edizione 2007-<strong>2008</strong><br />

È un concorso indetto annualmente dalla Polizia di Stato in collaborazione<br />

con il Ministero della Pubblica Istruzione e dell’Unicef, nell’ambito<br />

del progetto di educazione alla legalità e che quest’anno ha visto<br />

la partecipazione di scuole di ogni ordine e grado di ben 35 province<br />

italiane. Grazie agli incontri effettuati i funzionari della Questura di<br />

<strong>Verona</strong> hanno coinvolto nel progetto numerosi insegnanti con 2500<br />

alunni che hanno presentato ben 481 elaborati. Lavori – 152 realizzati<br />

(5 cartelloni, 3 plastici e 144 disegni) da 11 scuole dell’infanzia; 290<br />

(18 cartelloni, 1 Dvd e 271 disegni) a carico di 13 Istituti comprensivi<br />

di scuole primarie; 39 (5 cartelloni, 16 opere letterarie, 2 Dvd e 12 disegni)<br />

realizzati da Istituti d’istruzione s<strong>eco</strong>ndaria – e che, a livello provinciale,<br />

ha visto l’affermazione della scuola primaria “Ivo Oliveti” di<br />

Buttapietra nella categoria “arti figurative e tecniche”, della scuola primaria<br />

“G. Verdi” di Bolca nella “categoria tecniche multimediali e cine<br />

televisive”, della scuola s<strong>eco</strong>ndaria di primo grado “Renato Simoni” di<br />

Buttapietra nella categoria, riservata alle s<strong>eco</strong>ndarie di primo grado,<br />

“tecniche multimediali e cine televisive”, della scuola s<strong>eco</strong>ndaria di<br />

primo grado “L. Simeoni” di Montorio, vincitrice Noemi Trojan (1a<br />

C), nella categoria “arti figurative e tecniche varie”, della scuola s<strong>eco</strong>ndaria<br />

di primo grado “Carlotta Aschieri” di S. Pietro Incariano, premiato<br />

l’elaborato di Federica Girardi (3a B), nella categoria “opere letterarie”,<br />

della scuola dell’infanzia comunale di <strong>Verona</strong> “dai Libri”.<br />

Lavori che successivamente si sono confrontati a livello nazionale e<br />

che, a seguito dell’accurata selezione operata, hanno visto la nostra<br />

provincia prevalere in ben 3 sezioni con gli elaborati della scuola dell’infanzia<br />

comunale “dai Libri”, della scuola “Ivo Oliveti” di<br />

Buttapietra e della “G. Verdi” di Bolca.<br />

<strong>Luglio</strong> <strong>2008</strong> 27


IMPRESA DONNA<br />

RENATE FRITZ<br />

E DIALOGO ITALIA<br />

PARTNER IDEALI<br />

PER L’IMPRESA MODERNA<br />

La curiosità maggiore di<br />

questo incontro era dettata<br />

dall’l’interesse di fare<br />

la conoscenza di una “wonder<br />

woman”, giunta al vertice di una<br />

impresa dav<strong>vero</strong> innovativa.<br />

Si tratta di una di quelle realtà di<br />

ultimissima generazione, una<br />

azienda di servizi d’avanguardia<br />

in grado di supportare la frenetica,<br />

talvolta dispendiosa, attività delle<br />

imprese, rispondendo alla loro<br />

esigenza di usufruire, per ottimizzare<br />

le scelte produttive, delle più<br />

avanzate e dettagliate ricerche di<br />

mercato e garantendo loro quell’insieme<br />

di strumenti volti a<br />

misurare il grado di soddisfazione<br />

della clientela.<br />

Alla scoperta di questo “mondo” ci<br />

ha fatto da guida proprio Renate<br />

Fritz, direttore di DiaLogo Italia,<br />

filiale della DiaLog GmbH di<br />

Colonia (Germania), operativa dal<br />

2003 nel comprensorio <strong>vero</strong>nese.<br />

«Vede – tiene a precisare Renate,<br />

con un sorriso affabile con cui ci<br />

accompagna durante tutta la chiacchierata<br />

– credere che la nostra<br />

azienda operi primariamente come<br />

28<br />

Economia Veronese


IMPRESA DONNA<br />

call center è fortemente riduttivo.<br />

Infatti la gamma di prestazioni che<br />

siamo in grado di offrire alle imprese<br />

é molto varia e ampia: dal direct<br />

marketing, che spazia dall’attività<br />

di data entry a quella di customer<br />

satisfaction, alle ricerche di mercato,<br />

alle informazioni su prodotti e<br />

servizi, alla gestione di azioni promozionali.<br />

Tanti servizi più che mai<br />

personalizzati e di elevato profilo<br />

professionale di cui ogni impresa<br />

moderna necessita.<br />

Precisazione dettagliata ed espressa<br />

con una fermezza che potrebbe<br />

apparire inusuale in questa donna<br />

manager che però, nonostante l’età,<br />

manifesta una competenza e una<br />

determinazione fuori dal comune.<br />

«Lavorare mi diverte, mi piace –<br />

sottolinea la nostra interlocutrice<br />

che, prima di approdare, in quel di<br />

Colonia, alla DiaLog GmbH, si è<br />

“fatta le ossa” in una agenzia di<br />

pubblicità e di pubbliche relazioni<br />

– anche se non reputo il lavoro<br />

l’unico scopo della mia vita».<br />

L’attaccamento al lavoro e la professionalità<br />

della giovane manager<br />

sono proprio sotto ai nostri occhi:<br />

non è facile infatti gestire 120 collaboratori,<br />

tanti ne conta DiaLogo<br />

Italia S.r.l., azienda che le venne<br />

affidata sin dalla sua costituzione.<br />

Renate Fritz ha saputo sfoderare la<br />

sua vera identità e la sua capacità<br />

nell’ organizzare un sistema con il<br />

piglio di chi non può e non deve<br />

lasciarsi prendere la mano dall’incertezza<br />

e dall’impreparazione<br />

coordinando alla perfezione i suoi<br />

collaboratori impegnati a soddisfare<br />

le esigenze delle aziende in portafoglio.<br />

Annualmente alla Dialogo<br />

Italia, infatti, ricevono oltre 3<br />

milioni di chiamate, rispondono a<br />

centinaia di migliaia di lettere e<br />

inviano più di 1 milione di e-mail.<br />

«All’inizio, quando mi fu offerta<br />

l’opportunità di gestire, in un area<br />

di mercato in fase di profonda evoluzione,<br />

la neonata DiaLogo Italia<br />

– precisa Renate Fritz – dedicavo<br />

addirittura il 100% del mio tempo<br />

al lavoro.<br />

Mi spingevano a farlo la volontà e<br />

la determinazione di vincere una<br />

sfida con me stessa. Volevo dav<strong>vero</strong><br />

dimostrare che i sei anni di esperienza<br />

e professionalizzazione trascorsi<br />

all’interno di Dialog GmbH<br />

non erano stati spesi inutilmente.<br />

Tutt’altro: erano stati per me fondamentali».<br />

Si comprende, a questo punto,<br />

come Renate, nata in Irlanda ma<br />

formatasi in Germania, con una<br />

visione internazionale, anzi globale,<br />

delle problematiche imprenditoriali,<br />

guardi con giustificato compiacimento<br />

al lavoro svolto in questi<br />

cinque anni e, in particolare alla<br />

squadra estremamente coesa, di cui<br />

ha saputo dotare questa impresa, un<br />

Comunication Center fra i più dinamici<br />

e importanti del Nord Est.<br />

«Siamo convinti – continua con<br />

comprensibile orgoglio per i risultati<br />

ottenuti – che clienti snervati<br />

non sono clienti soddisfatti. Un<br />

assioma che uniforma quotidianamente<br />

la nostra azione, dall’approccio<br />

iniziale con il cliente alla<br />

realizzazione delle prestazioni, il<br />

tutto di elevato profilo professionale<br />

e con la garanzia della massima<br />

riservatezza richiesta».<br />

Dunque una iper collaudata organizzazione<br />

operativa che questa<br />

manager ha saputo realizzare con<br />

“teutonica” precisione senza, peraltro,<br />

rinunciare a una vita privata di<br />

relazione che sia in grado di arricchirla<br />

e di stemperare le quotidiane<br />

tossine del lavoro.<br />

Al di fuori di un forte legame con i<br />

vari membri della sua famiglia che<br />

vivacizza con visite periodiche in<br />

Irlanda o a Berlino, dove vive e<br />

lavora uno dei fratelli, il proprio<br />

privato Renate Fritz lo vive sulle<br />

sponde del Lago di Garda, residen-<br />

<strong>Luglio</strong> <strong>2008</strong> 29


IMPRESA DONNA<br />

za abituale, con svariate parentesirelax<br />

(effettua viaggi, gioca a tennis,<br />

fa jogging, ascolta musica, lirica<br />

e pop con una predilezione per<br />

Jovanotti).<br />

Si dedica anche alla cucina sperimentando<br />

nuove ricette e ama frequentare<br />

nuovi ristoranti alla scoperta<br />

di piatti gustosi (il suo piatto<br />

preferito è la tagliata al rosmarino),<br />

da abbinare con vini appropriati<br />

della tradizione veneto-mantovanotrentina.<br />

Non trascura, infine, una<br />

buona lettura passando, di volta in<br />

volta, a s<strong>eco</strong>nda dell’umore e dell’interesse,<br />

da un romanzo della<br />

schiera dei “classici” a un meno<br />

impegnativo giallo.<br />

Una donna dai multiformi interessi<br />

che sa vivere con equilibrio il proprio<br />

impegno professionale e i<br />

doveri del privato.<br />

Un personaggio che, conoscendo<br />

poco la lingua italiana quando arrivò<br />

a <strong>Verona</strong>, ha saputo superare con<br />

tenacia le barriere linguistiche<br />

(oggi parla un italiano pressoché<br />

perfetto) e costruire intorno a sé un<br />

gruppo di lavoro affidabile e una<br />

esistenza di relazione gratificante.<br />

«La scelta di essere, al presente,<br />

single – precisa – è una scelta temporanea,<br />

non definitiva.<br />

Di sicuro dettata da un impegno<br />

che non mi consentiva di dedicare<br />

spazio a coltivare sentimenti che<br />

richiedono particolari attenzioni e<br />

cure.<br />

Nel futuro, l’incontro con la persona<br />

giusta, che sappia condividere lo<br />

stesso tipo di sintonie e di affinità,<br />

potrebbe indurmi a gettare le basi<br />

per una famiglia».<br />

DIALOGO ITALIA S.r.l.<br />

SEDE AMMINISTRATIVA<br />

Via Sommacampagna, 59/C<br />

37137 <strong>Verona</strong><br />

Tel. 045 9691100<br />

Fax 045 9691101<br />

PRODUZIONE<br />

Servizio call center. Marketing diretto<br />

dall’attività di data entry all’attività di<br />

customer satisfaction<br />

ANNO DI FONDAZIONE<br />

2003<br />

AMMINISTRATORE DELEGATO<br />

Bernd Schmitter<br />

DIRETTORE<br />

Renate Fritz<br />

RESPONSABILE RISORSE UMANE<br />

Nicoletta De Agostini<br />

RESPONSABILE PROJECT<br />

MANAGEMENT<br />

Erica De Biasi<br />

RESPONSABILE CALL CENTER<br />

Giordano Turri<br />

RISORSE UMANE<br />

Impiegati: 120<br />

SITO INTERNET<br />

www.jsdialog.com<br />

renate.fritz@jsdialog.com<br />

30<br />

Economia Veronese


ATTUALITÀ<br />

<strong>API</strong>GIOVANI... CRESCONO<br />

Il Gruppo Giovani<br />

Imprenditori di<br />

Apindustria <strong>Verona</strong>,<br />

costituto il 19 maggio del<br />

1988, ha festeggiato il suo ventesimo<br />

anniversario. Vent’anni trascorsi da<br />

protagonista che ha saputo ben interpretare<br />

il ruolo dell’organismo che<br />

esprime maggiormente la volontà di<br />

rinnovamento e di dinamismo delle<br />

piccole e medie imprese. Composta<br />

da aderenti di età compresa tra i 18 e<br />

i 40 anni, la sezione giovani si propone<br />

di dare impulso alla crescita professionale<br />

e culturale degli aderenti<br />

con la promozione di attività dirette a<br />

diffondere la consapevolezza della<br />

funzione sociale ed <strong>eco</strong>nomica della<br />

cultura d’impresa. È su questi principi,<br />

infatti, che si basa l’ideologia dei<br />

giovani imprenditori che hanno come<br />

obiettivo primario quello di favorire<br />

la formazione delle nuove generazioni<br />

imprenditoriali grazie anche alla<br />

individuazione e progettazione di<br />

convegni, seminari, corsi e iniziative<br />

a carattere formativo e che fanno del<br />

bagaglio culturale, della tradizione<br />

imprenditoriale vissuta attraverso<br />

l’esperienza dei padri la propria filosofia<br />

di crescita. Le attività in cui il<br />

gruppo è impegnato sono<br />

molteplici: si va da campagne<br />

di sensibilizzazione<br />

nelle piccole e medie<br />

imprese scaligere in<br />

ambito sociale, alla realizzazione<br />

di progetti<br />

nella scuola in sinergia<br />

con altre organizzazioni<br />

sindacali ed <strong>eco</strong>nomiche<br />

<strong>vero</strong>nesi, alla organizzazione<br />

di stage e corsi per studenti<br />

nelle aziende scaligere. «Essere<br />

imprenditori oggi – sottolinea il presidente<br />

in carica Enrico Sorti –<br />

richiede una complessità di conoscenze<br />

e competenze un<br />

tempo non indispensabili,<br />

proprio per questo per<br />

chi è intraprendente,<br />

dinamico e crede nella<br />

funzione sociale della<br />

libera impresa, l’appartenenza<br />

al Gruppo<br />

Giovani Imprenditori<br />

consente di svolgere un<br />

ruolo trainante nella<br />

società di domani». «Il Gruppo rappresenta,<br />

inoltre, l’ambiente ideale<br />

per stringere amicizie e collaborazioni,<br />

farne parte – continua Storti –<br />

significa crescere come persone, oltre<br />

che come imprenditori, e<br />

significa soprattutto<br />

diventare parte attiva<br />

nello scenario <strong>eco</strong>nomico<br />

e politico-industriale, italiano<br />

ed europeo».<br />

Numerose le occasioni di<br />

incontro e i momenti conviviali<br />

come la Festa<br />

d’Estate, la Regata Velica<br />

o gli Api Hour – il cui slogan è “quando<br />

gli imprenditori si incontrano” –<br />

ma è già in fase di realizzazione<br />

un’altra interessante iniziativa di outdoor<br />

training “Camminando e<br />

Pagaiando… S’impara” una proposta<br />

formativa per l’imprenditore che deve<br />

allenarsi quotidianamente per sviluppare<br />

con sistemi efficaci e innovativi<br />

la sua capacità di trovare soluzioni.<br />

ALBO D’ORO GRUPPO<br />

GIOVANI IMPRENDITORI<br />

1988-1991 Alberto Aldegheri<br />

1991-1994 Alberto Aldegheri<br />

1994-1997 Gianluca Tacchella<br />

1997-2000 Roberto Andreetto<br />

2000-2003 Roberto Andreetto<br />

2003-2006 Renato Della Bella<br />

Enrico Storti<br />

2006 -2009 Enrico Storti<br />

32<br />

Economia Veronese


ATTUALITÀ<br />

In occasione di questo significativo anniversario è stato<br />

istituito un premio per segnalare i giovani <strong>vero</strong>nesi che si sono<br />

particolarmente distinti in ambito <strong>eco</strong>nomico, culturale,<br />

politico, sociale, sportivo e dello spettacolo.<br />

PREMIO<br />

VERONA GIOVANI<br />

DEL GRUPPO<br />

GIOVANI IMPRENDITORI<br />

DI <strong>API</strong>NDUSTRIA VERONA<br />

OPERA DEL MAESTRO DEL FERRO ARTISTICO MARIO BONAMINI<br />

<strong>Verona</strong>, 19 maggio <strong>2008</strong> - I a Edizione<br />

Antico Caffè Dante<br />

Conferito a Flavio Tosi Sindaco di <strong>Verona</strong> per aver saputo<br />

conquistare come giovane la fiducia di molti cittadini, per la<br />

caparbietà e il pragmatismo con cui sta portando avanti le<br />

proprie idee, e perché sta contribuendo in maniera significativa<br />

allo sviluppo della comunità.<br />

<strong>Luglio</strong> <strong>2008</strong> 33


ATTUALITÀ<br />

34<br />

Economia Veronese


ATTUALITÀ<br />

<strong>Luglio</strong> <strong>2008</strong> 35


ATTUALITÀ<br />

PIANURACCOGLIENTE<br />

PER PROMUOVERE IL TERRITORIO<br />

PianurAccogliente: è questo<br />

il nome di una nuova<br />

associazione costituita da<br />

un gruppo di ristoratori e operatori<br />

del settore dell’accoglienza<br />

che attraverso il proprio capitale<br />

sociale e umano hanno inteso<br />

dare vita alla valorizzazione culturale,<br />

gastronomica e ricettiva<br />

della zona nella quale svolgono<br />

la loro attività.<br />

L’idea è innovativa e i soci hanno<br />

voluto creare una cooperazione tra<br />

operatori dello stesso comparto<br />

<strong>eco</strong>nomico, non limitandosi<br />

ad operare all’interno<br />

di un unico comune ma coinvolgendo<br />

più territorialità.<br />

Sette i fondatori dislocati in comuni<br />

diversi della Bassa <strong>vero</strong>nese:<br />

Roberto Iseppi (Il Castello di<br />

Bevilacqua a Bevilacqua), Ivan<br />

Montagnoli (hotel La Pergola a<br />

Legnago), Galliano Pasetto (ristorante<br />

Da Aldo a Cerea), Andrea<br />

Prando (ristorante La Colombaia a<br />

Legnago), Romeo Raimondo<br />

(ristorante la Torre di Cologna<br />

Veneta), Roberto Braga (ristorante<br />

Ilva di Sanguinetto), Monica<br />

Visentin (Villa Gaudio a<br />

Pressana). Individuate le criticità e<br />

potenzialità di sviluppo turistico<br />

36<br />

Economia Veronese


ATTUALITÀ<br />

del vasto comprensorio della<br />

Bassa Veronese, i fondatori del<br />

sodalizio hanno messo a punto le<br />

principali priorità di intervento.<br />

Scopo dell’associazione, infatti, è<br />

quello di progettare, promuovere e<br />

realizzare iniziative anche <strong>eco</strong>nomiche,<br />

finalizzate alla valorizzazione<br />

del patrimonio turistico della<br />

Pianura Veronese.<br />

«Il nostro obiettivo – spiega il presidente<br />

dell’associazione Roberto<br />

Iseppi – è quello di valorizzare la<br />

qualità e la varietà delle offerte<br />

enogastronomiche di un comprensorio<br />

che unisce ai sapori tradizionali<br />

la maestria e la professionalità<br />

della ristorazione e della ricettività.<br />

Dobbiamo coinvolgere l’intero<br />

territorio e creare un tavolo di<br />

lavoro che sia in grado di dare la<br />

giusta visibilità alle numerose ricchezze<br />

architettoniche,<br />

storiche,<br />

artistiche, ambientali,<br />

di cui godiamo».<br />

«Abbiamo cercato – continua<br />

Iseppi – di mettere insieme realtà<br />

<strong>eco</strong>nomiche pubbliche e private e<br />

punto di riferimento non dovrà<br />

essere soltanto la struttura che<br />

accoglie l’ospite o quella nella<br />

quale si svolge un evento, ma tutta<br />

l’associazione con i numerosi servizi<br />

integrati che può offrire».<br />

«Siamo certi – aggiunge il vicepresidente<br />

Galliano Pasetto – che<br />

quanto prima potremo contare<br />

anche su altri soci sia pubblici che<br />

privati interessati a fare sistema<br />

sulla qualità.<br />

A breve, inoltre, chiederemo di<br />

aderire al GAL (Gruppo di Azione<br />

Locale della pianura <strong>vero</strong>nese) per<br />

usufruire dei fondi europei destinati<br />

alle iniziative d’azione locale<br />

per progetti di valorizzazione del<br />

territorio rurale».<br />

Significativi i primi dati presentati<br />

da PianurAccogliente: 150 operatori,<br />

150 mila pasti preparati<br />

all’anno, 20 sale congressi con una<br />

capienza di 1500 utenti, oltre 100<br />

stanze disponibili,18 mila soggiorni,<br />

intorno ai 50 mila visitatori con<br />

un fatturato che ha superato i 9<br />

milioni di euro.<br />

Già archiviate con successo le<br />

prime iniziative: Expò e Notte<br />

Bianca a Cerea preceduta dall’<br />

open garden, una singolare manifestazione<br />

con cene preparate in<br />

accoglienti giardini privati aperti<br />

ai visitatori.<br />

Sono già state fissate in calendario<br />

anche le S-cene di gusto un<br />

tour enogastronomico a tema,<br />

Piazzaimbandita a Legnago e<br />

Dolceinverno a Cologna Veneta.<br />

<strong>Luglio</strong> <strong>2008</strong> 37


QUALITÀ<br />

CPS<br />

IL GHIACCIO SECCO<br />

CHE PULISCE<br />

LA NUOVA SFIDA SI CHIAMA<br />

SISTEMA “ICECLEAN.CPS”<br />

Ghiaccio secco per far tornare<br />

nuovo qualsiasi<br />

materiale. Questa la<br />

nuova sfida della Cps di San<br />

Giovanni Lupatoto, azienda leader<br />

nel settore delle pulizie industriali<br />

che nel 2006 ha importato in Italia<br />

un metodo rivoluzionario già utilizzato<br />

nei paesi scandinavi.<br />

Questa tecnologia<br />

sfrutta il<br />

sistema della sabbiatura,<br />

con una<br />

modifica sostanziale,<br />

infatti invece di<br />

utilizzare la sabbia<br />

come materia<br />

pulente viene<br />

impiegato il ghiaccio<br />

secco (anidride<br />

carbonica, allo stato<br />

solido, in quanto la<br />

sua temperatura è di<br />

-79°). Un metodo<br />

assolutamente innovativo, che permette<br />

l’utilizzo su qualsiasi superficie<br />

delle linee di produzione industriale,<br />

anche in presenza di componentistica<br />

elettrica. Il sistema<br />

sfrutta la forza dell’aria compressa<br />

che spara i granuli di ghiaccio<br />

secco sulla superficie da pulire.<br />

Questo, una volta colpita la superficie,<br />

sublima (passa dallo stato solido<br />

allo stato gassoso) e la forza dell’aria<br />

compressa rimuove lo sporco<br />

senza residui di lavorazione. In<br />

tutta la penisola esistono solo due<br />

aziende in grado di utilizzare questa<br />

tecnologia, chiamata sistema<br />

“Iceclean.cps” e, l’idea di importarla<br />

è partita da una felice intuizione<br />

di Franco Marchesini, titolare<br />

della Cps: «La concorrenza nel settore<br />

delle pulizie industriali è forte,<br />

anche se in molti casi le imprese<br />

non hanno una struttura aziendale<br />

come la nostra. A quel punto, nel<br />

progetto di crescita e innovazione<br />

che deve contraddistinguere un’attività<br />

imprenditoriale, abbiamo<br />

sentito il bisogno di offrire qualcosa<br />

di nuovo alla nostra clientela e<br />

pertanto abbiamo deciso di investire<br />

su questo metodo avveniristico,<br />

già ampiamente utilizzato in molti<br />

stati europei, ma<br />

quasi sconosciuto<br />

nel nostro Paese».<br />

Per poter fare questo,<br />

la Cps ha investito<br />

in modo considerevole<br />

sulla formazione<br />

dei suoi<br />

collaboratori, trasferendoli<br />

per alcuni<br />

periodi all’estero in<br />

modo da recepire al<br />

meglio l’utilizzo di<br />

tutta l’attrezzatura:<br />

«Non si tratta più di<br />

usare le normali<br />

macchine per la pulizia industriale<br />

– ha proseguito Marchesini –, qui<br />

entrano in gioco altre tecnologie<br />

che hanno bisogno di operatori<br />

qualificati. Una garanzia in più sul<br />

servizio che andiamo ad offrire al<br />

cliente». I vantaggi nell’utilizzo di<br />

Iceclean.cps sono molteplici.<br />

38<br />

Economia Veronese


QUALITÀ<br />

Innanzitutto è rispettoso dell’ambiente,<br />

visto che non vengono adoperati<br />

prodotti chimici, non ci sono<br />

rifiuti di lavorazione da smaltire,<br />

infatti non viene impiegata né<br />

acqua, né prodotti chimici, né sabbia.<br />

È un sistema di pulizia a secco<br />

e questo permette innumerevoli<br />

applicazioni. Non utilizzando<br />

acqua o sabbia, infatti, si possono<br />

pulire robot, linee di lavorazione,<br />

stampi, quadri elettrici e motori<br />

elettrici. C’è, poi, un effettivo<br />

risparmio di tempo, visto che in<br />

molte applicazioni non serve più<br />

smontare le apparecchiature, fermare<br />

gli impianti o aspettare il raffreddamento<br />

dei pezzi da pulire<br />

(stampi da forno nell’industria alimentare,<br />

siderurgica, fondiaria,<br />

gomma e plastica). Iceclean.Cps,<br />

inoltre, non danneggia la superficie<br />

da pulire, in quanto il ghiaccio<br />

secco una volta a contatto con la<br />

superficie da pulire vaporizza e<br />

pertanto non crea abrasioni o striature.<br />

«Il processo non ha controindicazioni<br />

e grazie alla nostra struttura<br />

aziendale possiamo assicurare<br />

interventi rapidi e a garanzia di riuscita,<br />

un risparmio di tempo importante<br />

e quindi di denaro», ha spiegato<br />

lo stesso Marchesini. La Cps,<br />

nonostante l’importante quota di<br />

mercato già raggiunta, nasce soltanto<br />

nel 1996 e in breve tempo si è<br />

imposta sul mercato grazie alla<br />

politica incentrata sulla qualità del<br />

servizio e sulla professionalità del<br />

management. Un occhio di riguardo<br />

è stato dato fin dall’inizio al<br />

controllo della qualità, creando uno<br />

staff tecnico che controlla periodicamente<br />

il personale nei vari cantieri<br />

(controllo cantieri) ed effettua<br />

con il cliente un costante controllo<br />

sulla qualità del servizio prestato.<br />

Inoltre per rispondere prontamente<br />

alle varie esigenze di lavori straordinari,<br />

viene messa a disposizione<br />

<strong>Luglio</strong> <strong>2008</strong> 39


QUALITÀ<br />

nautica. Il ghiaccio<br />

secco, infatti, trova<br />

applicazione anche<br />

in questo settore,<br />

soprattutto per<br />

rimuovere dagli<br />

scafi le vecchie<br />

vernici idrorepellenti,<br />

un’operazione<br />

indispensabile<br />

dei clienti una squadra di addetti<br />

particolarmente preparati e attrezzati<br />

per ogni tipo di intervento.<br />

«Passare da un semplice servizio di<br />

pulizia a uno sviluppo imprenditoriale<br />

dell’azienda, ci ha permesso<br />

di ampliare notevolmente il nostro<br />

raggio d’azione, operando non solo<br />

in tutto il nord Italia, ma anche in<br />

alcune zone del centro, particolarmente<br />

con grandi imprese e soprattutto<br />

con multinazionali, molto<br />

attente alla tempistica e alla qualità<br />

della prestazione offerta».<br />

L’azienda guidata da Franco<br />

Marchesini e Loredana Pasquetto<br />

può contare su uno staff di 33 collaboratori,<br />

qualificati e formati per<br />

gestire al meglio ogni soluzione di<br />

intervento: «Il nostro fiore all’occhiello<br />

si basa proprio sulla professionalità<br />

che possiamo garantire.<br />

Al di là delle nuove tecnologie<br />

come Iceclean.Cps, che rappresentano<br />

il futuro, continuiamo a fornire<br />

i consueti servizi di pulizia, con<br />

pacchetti su misura per ogni tipologia<br />

di azienda, sia come interventi<br />

interni che esterni».<br />

La prossima sfida sarà quella della<br />

CPS S.r.l.<br />

SEDE AMMINISTRATIVA<br />

Via Apollo XI, 10<br />

37057 San Giovanni Lupatoto (<strong>Verona</strong>)<br />

Tel. 045 8779117<br />

Fax 045 546416<br />

PRODUZIONE<br />

Pulizie industriali. Trattamento con<br />

ghiaccio secco<br />

ANNO DI FONDAZIONE<br />

1966<br />

RESPONSABILE<br />

AMMINISTRAZIONE<br />

Loredana Pasquetto<br />

per rimettere a nuovo le imbarcazioni:<br />

«Abbiamo constatato che il<br />

settore soffriva di una carenza<br />

strutturale da questo punto di vista<br />

– ha concluso Marchesini –, dato<br />

che servivano tempi molto lunghi<br />

per riuscire a recuperare completamente<br />

la verniciatura dello scafo.<br />

È stato lo stesso comparto a richiedere<br />

questa soluzione, contattandoci<br />

in più occasioni anche durante le<br />

numerose fiere di settore a cui partecipiamo.<br />

Ora apriremo anche in questa direzione,<br />

formando ancora di più i<br />

nostri dipendenti e allargando ulteriormente<br />

il mercato».<br />

RESPONSABILE PRODUZIONE<br />

Josè Delagnese<br />

RESPONSABILE QUALITÀ<br />

Franco Marchesini<br />

SUPERFICIE AZIENDALE<br />

Totale: 250 mq<br />

RISORSE UMANE<br />

Addetti alla produzione: 33<br />

SITO INTERNET<br />

www.cpspulizie.it<br />

info@cpspulizie.it<br />

40<br />

Economia Veronese


TERZA PAGINA<br />

MARIO RIGONI STERN<br />

Il palmares del Dodici<br />

Apostoli — premio<br />

nato per l’impegno dei<br />

fratelli Gioco, titolari dell’omonimo<br />

ristorante in <strong>Verona</strong> e patrocinato<br />

dall’Associazione Piccole e<br />

Medie Industrie di <strong>Verona</strong> dal<br />

1986 al 1989 — si è arricchito<br />

alla 19ˆ edizione del nome di<br />

Mario Rignoni Stern un veneto di<br />

rango, un uomo che ha fatto della<br />

professione giornalistica e dell’attività<br />

letteraria un mezzo per esaltare<br />

il cuore della propria terra.<br />

È proprio alla globalità della sua<br />

opera che gli Apostoli (Gino<br />

Bogoni, Enzo Biagi, Nino Cenni,<br />

Carlo Della Corte, Gilberto<br />

Formenti, Cesare Marchi, Indro<br />

Montanelli, Giulio Nascimbeni,<br />

Geno Pampaloni, Stefano<br />

Reggiani, Nantas Salvataggio,<br />

Gaetano Tumiati) hanno<br />

voluto rendere omaggio<br />

ma prima di tutto all’uomo<br />

nella sua essenza e<br />

alla sua valenza culturale<br />

attraverso cui ha trasmesso<br />

al mondo sensazioni,<br />

sentimenti, insegnamenti<br />

e un ineguagliabile<br />

scorcio di quelle<br />

umane vicende su cui<br />

nasce la vera storia dei<br />

popoli. Questo montanaro<br />

vicentino, anzi di<br />

Asiago come amava precisare,<br />

annotando tutto ciò che<br />

viveva e osservava, ha lasciato un<br />

prezioso patrimonio di romanzi,<br />

cronache e scritti come il<br />

“Sergente nella neve” (1953), “Il<br />

Bosco degli Urogalli” (‘62),<br />

“Quota Albania” (‘71), “Ritorno<br />

sul Don” (‘73), “Uomini Boschi e<br />

Api”(’80), “Storia di Tònle” (‘80),<br />

“L’Anno della Vittoria” (’85) “Il<br />

libro degli Animali” (’92) e l’ultima<br />

fatica “Le vite dell’Altipiano.<br />

Racconti di uomini, boschi e animali”.<br />

Una eredità che è un monito sincero<br />

e accorato contro l’inutilità<br />

di tutte le guerre e un monumento<br />

innalzato per tutti quegli uomini<br />

che hanno vissuto la desolante<br />

ritirata dal fronte russo.<br />

Ma anche un inno sincero all’amicizia,<br />

agli affetti, all’amore per la<br />

terra veneta, all’amore per la natura<br />

e per gli animali, per la storia<br />

della sua gente e per tutto ciò che<br />

esalta la vita.<br />

42<br />

Economia Veronese


TERZA PAGINA<br />

Il 2 giugno del 1989 nell’ “antro” ospitale del ristorante Dodici Apostoli il convivio in onore del premiato, come<br />

tradizione vuole, è stato caratterizzato da un menù elaborato sul vissuto del personaggio, sull’onda di una<br />

emblematica tematica “un rancio per il sergente nella neve”.<br />

<strong>Luglio</strong> <strong>2008</strong> 43


TERZA PAGINA<br />

44<br />

Economia Veronese


TERZA PAGINA<br />

... domando tante volte alla gente:<br />

avete mai assistito a un’alba sulle<br />

montagne?<br />

Salire la montagna quando è ancora<br />

buio e aspettare il sorgere del sole.<br />

É uno spettacolo che nessun altro<br />

mezzo creato dall’uomo vi può dare,<br />

questo spettacolo della natura.<br />

<strong>Luglio</strong> <strong>2008</strong> 45


CULTURA<br />

MUSEO CIVICO DI STORIA<br />

NATURALE<br />

VIAGGIO NEL TEMPO<br />

Lo si capisce fin dal primo<br />

momento, varcato l’antico<br />

arco che immette nelle sale al<br />

pianterreno di palazzo Pompei, in lungadige<br />

Porta Vittoria: qui si avvertono<br />

infatti subito una cura e una passione<br />

capaci di coniugare la precisione della<br />

ricerca scientifica, la pazienza dell’analisi<br />

e della catalogazione al fascino<br />

della meraviglia che parla in modo<br />

diretto anche ai non addetti al settore.<br />

È questa la prima impressione del<br />

visitatore che entra al Museo Civico di<br />

Storia Naturale di <strong>Verona</strong>. Ad accoglierlo,<br />

proprio nel salone a pianterreno,<br />

c’è sempre una mostra. L’ultima,<br />

appena conclusa, inaugurata nell’autunno<br />

scorso, intitolata “Al di là delle<br />

Alpi e del Mediterraneo”, mostrava ad<br />

esempio alcune tra le più insolite collezioni<br />

del museo: materiali extraitaliani<br />

ed extraeuropei, raccolti nel<br />

corso di 500 anni da collezionisti,<br />

naturalisti, esploratori, avventurieri,<br />

missionari, ricercatori e ora presenti<br />

nei depositi del museo. Dunque una<br />

sorta di affascinante viaggio attraverso<br />

il tempo e lo spazio, alla scoperta di<br />

oggetti, piante, animali spesso strani,<br />

rari o curiosi, qualche volta finiti al<br />

46<br />

Economia Veronese


CULTURA<br />

del Cinquecento ad oggi vi sia stata<br />

una continuità di raccolte naturalistiche<br />

esposte al pubblico», spiega<br />

Aspes. «Parallelamente a questa attività<br />

museologica si è sviluppata una<br />

tradizione di studi naturalistici che<br />

vide operare nel territorio <strong>vero</strong>nese<br />

personalità scientifiche di elevato<br />

livello. Il Museo Civico di Storia<br />

Naturale, in cui confluirono le antiche<br />

collezioni naturalistiche <strong>vero</strong>nesi ed il<br />

cui primo nucleo risale al 1853, è<br />

l’erede di questa lunga tradizione».<br />

Ricostruiamo dunque un po’ di storia.<br />

Alla metà del ‘500 Francesco<br />

Calzolari (1521-1600) allestisce un<br />

museo, ritenuto il primo museo naturalistico<br />

conosciuto, per esporre la sua<br />

ricca collezione costituita da piante,<br />

animali, fossili e campioni geologici<br />

provenienti dal Monte Baldo, dove si<br />

recò nel 1554. Pubblica anche un diario<br />

di viaggio in cui descrive accuratamente<br />

il Monte Baldo, già allora ben<br />

noto ai botanici per la sua ricca flora,<br />

ed elenca ben oltre 350 piante rinvenute<br />

in quei luoghi.<br />

Alla fine del ‘600 le collezioni di<br />

Calzolari confluiscono nel museo del<br />

conte Lodovico Moscardo (1611-<br />

1681); esso comprende più di trecento<br />

fra dipinti e incisioni, centinaia di<br />

sculture, bronzi e oggetti provenienti<br />

da scavi, cinquemila tra monete e<br />

medaglie. In piena età illuministica a<br />

<strong>Verona</strong> il gruppo dei Naturalisti<br />

Veronesi si dedica allo studio sistematico<br />

dei pesci di Bolca, conservati in<br />

varie collezioni private. Lo studio<br />

viene affidato a Serafino Volta che nel<br />

1789 inizia ad illustrare in un libro<br />

tutti gli ittioliti di Bolca conservati<br />

nelle varie collezioni private, sorte a<br />

<strong>Verona</strong> nel ‘700. Fra le collezioni<br />

<strong>vero</strong>nesi quella del conte Giovanni<br />

Battista Gazzola (1757-1834), grazie<br />

anche all’acquisizione di raccolte private,<br />

arriva a contenere 1200 esemplari.<br />

Nel suo palazzo oggetti diversi,<br />

pezzi di antiquariato, materiali archeologici<br />

e reperti naturali, sono disposti<br />

in cinque stanze, completate da una<br />

biblioteca e da un gabinetto di macchine.<br />

Nell’ottocento nascono le<br />

società naturalistiche nazionali e si<br />

sviluppano i grandi Musei statali<br />

museo in circostanze da libro d’avventura.<br />

E di questo tipo sono in genere<br />

le mostre presentate: perché è proprio<br />

la storia di questo museo a costituire<br />

un unicum di grande valore,<br />

come spiega l’attuale direttrice<br />

Alessandra Aspes, che alla vita del<br />

museo ha saputo dare nuova vivacità,<br />

aprendolo sempre più alla sua città.<br />

«La città di <strong>Verona</strong> ha una storia particolare<br />

nel campo del naturalismo e<br />

della museologia naturalistica europea.<br />

È, infatti, l’unica città del<br />

Continente in cui dalla s<strong>eco</strong>nda metà<br />

<strong>Luglio</strong> <strong>2008</strong> 47


CULTURA<br />

(Inghilterra, Stati Uniti, Francia). A<br />

<strong>Verona</strong>, alle discipline naturalistiche<br />

classiche quali la botanica, la geologia<br />

e la paleontologia, si affiancano la<br />

zoologia e la paletnologia.<br />

Quest’ultima sorge e si sviluppa sulla<br />

scia dell’entusiasmo suscitato dai<br />

primi ritrovamenti di villaggi palafitticoli<br />

sul Lago di Garda. Edoardo De<br />

Betta (1822-1896) in anni di ricerche<br />

raduna una splendida biblioteca naturalistica<br />

e un personale Museo ricco di<br />

pesci, anfibi e rettili, oggi facente parte<br />

delle collezioni del Museo di <strong>Verona</strong>.<br />

Nel XX s<strong>eco</strong>lo si assiste allo sviluppo<br />

dell’embriologia e della genetica,<br />

mentre le ricerche di tipo morfologico<br />

e sistematico che hanno caratterizzato<br />

tutto l’Ottocento subiscono un brusco<br />

rallentamento. Anche i Musei di<br />

Storia Naturale devono ridurre i loro<br />

progetti di viaggi di studio e raccolte,<br />

mentre si fanno sempre più evidenti i<br />

problemi di conservazione e catalogazione<br />

delle enormi collezioni che si<br />

sono andate formando nei Musei di<br />

tutta Europa. A Vittorio Dal Nero<br />

(1862-1948) spetta il merito di aver<br />

ripreso in mano le diverse collezioni<br />

del Museo e di averne iniziata la sistemazione.<br />

Rimane poi al Museo come<br />

assistente-preparatore, divenendone<br />

alla fine il primo direttore, dopo che la<br />

sezione naturalistica del Museo fu<br />

resa autonoma. La ricostruzione del<br />

Museo di Storia Naturale nel dopoguerra,<br />

sulla base di nuovi e più<br />

moderni intendimenti, permette di<br />

intraprendere nuovi importanti passi:<br />

viene costituita la Società Naturalisti<br />

48<br />

Economia Veronese


CULTURA<br />

Veronesi, viene fondata la rivista del<br />

Museo, si compiono ricerche anche al<br />

di fuori della regione <strong>vero</strong>nese e<br />

d’Italia. Frutto di questa attività è la<br />

rinascita della ricerca naturalistica nel<br />

Museo e nel <strong>vero</strong>nese e il passaggio<br />

da un Museo di interesse provinciale a<br />

istituzione di rinomanza nazionale e<br />

internazionale. Oggi le collezioni del<br />

Museo assommano a più di due milioni<br />

di esemplari, ripartiti nelle quattro<br />

sezioni: Botanica (20%), Geologia e<br />

paleontologia (15%), Preistoria (15%)<br />

e Zoologia (50%). Di fatto il materiale<br />

esposto è soltanto una minima parte<br />

delle collezioni che appartengono al<br />

Museo o che, di proprietà dello Stato,<br />

sono in deposito presso il museo stesso.<br />

Tali collezioni rappresentano un<br />

ingente materiale di studio, al quale<br />

attingono per le loro ricerche sia gli<br />

studiosi italiani che quelli stranieri.<br />

Tra le collezioni di studio, che riguardano<br />

i più vari campi della storia naturale,<br />

sono particolarmente ricche e di<br />

notevole valore l’erbario di felci e<br />

muschi della regione <strong>vero</strong>nese, la collezione<br />

di licheni di Abramo<br />

Massalongo e quella di epatiche di<br />

Caro Massolongo, la collezione dei<br />

fossili di Bolca, quella dei resti fossili<br />

di animali del Quaternario e le collezioni<br />

paleontologiche generali della<br />

regione <strong>vero</strong>nese; le collezioni di<br />

Artropodi della regione mediterranea,<br />

in particolare quella degli insetti italiani,<br />

la collezione dei Crostacei<br />

Anfipodi del Mediterraneo e del Mar<br />

Rosso, la collezione di ragni da tutto il<br />

mondo di Brignoli e quella di serpenti,<br />

lucertole e rane di Edoardo De<br />

Betta, quelle degli Uccelli e dei<br />

Micromammiferi; le collezioni di<br />

preistoria <strong>vero</strong>nese.<br />

<strong>Luglio</strong> <strong>2008</strong> 49


AMBIENTE E SALUTE<br />

tunistici. In tali casi spesso si è<br />

fatto ricorso al concetto di “preposto<br />

di fatto”, inteso quale soggetto<br />

anche non formalmente<br />

investito di ruolo gerarchico nei<br />

confronti di altri, ma che nella<br />

contingenza dell’evento ne assumeva<br />

de facto la titolarità.<br />

Con il D. Lgs. 81/08 il preposto<br />

trova autonoma collocazione nell’organizzazione<br />

aziendale, come<br />

figura in modo chiaro le funzioni<br />

di applicazione, di coordinamento<br />

di controllo e di vigilanza delle<br />

disposizioni aziendali in tema di<br />

sicurezza.<br />

Gli obblighi sono quelli stabiliti<br />

dall’art. 19 riportato in calce; si<br />

tratta di obblighi, per lo più operativi<br />

di sovrintendenza e di controllo,<br />

indicati in modo distinto<br />

rispetto a quelli del datore di<br />

IL PREPOSTO NEL DECRETO<br />

LEGISLATIVO 81/<strong>2008</strong><br />

Nella stesura del D.Lgs. 9<br />

aprile <strong>2008</strong>, n. 81 (noto<br />

come Testo unico sicurezza)<br />

il legislatore ha scelto di<br />

definire il preposto sia in senso<br />

formale precisandone il ruolo<br />

nell’organizzazione aziendale che<br />

sotto il profilo dei relativi compiti<br />

e attribuzioni in materia di<br />

sicurezza e igiene del lavoro.<br />

La figura del preposto nel “sistema<br />

sicurezza” non è una novità;<br />

la declinazione dei suoi compiti<br />

era presente nella disciplina prevenzionistica<br />

già nel D.P.R.<br />

547/55 anche se accomunata al<br />

datore di lavoro e dirigente.<br />

La sua specifica definizione, sia<br />

sotto il profilo dell’identificazione<br />

che dei compiti, veniva svolta<br />

dalla giurisprudenza che ne identificava<br />

il ruolo e le possibili corresponsabilità<br />

negli eventi infor-<br />

risulta dalla definizione ex art 2<br />

c. 1 lettera e) del Testo unico.<br />

Si tratta quindi di una figura che<br />

nel sistema di gestione della sicurezza<br />

in azienda dovrà risultare<br />

nell’organigramma aziendale per<br />

la sicurezza.<br />

Dal punto di vista dei compiti e<br />

delle responsabilità sono stati<br />

accolti i numerosi interventi giurisprudenziali<br />

ormai consolidati:<br />

il legislatore affida ora a tale<br />

lavoro e del dirigente.<br />

Di rilevante novità è l’introduzione<br />

di uno specifico obbligo di<br />

formazione dei preposti s<strong>eco</strong>ndo<br />

quanto previsto dall’art. 37<br />

comma 7 del decreto.<br />

Si tratta evidentemente di una<br />

formazione “di sostanza”, peculiare<br />

per l’azienda e non generica,<br />

in grado di rendere consapevoli e<br />

responsabili i destinatari e alla<br />

quale sarà necessario dedicare un<br />

50<br />

Economia Veronese


AMBIENTE E SALUTE<br />

congruo numero di ore e che<br />

richiederà un periodico aggiornamento.<br />

Anche per i preposti il legislatore<br />

ha previsto specifiche sanzioni<br />

nel caso di inosservanza degli<br />

obblighi indicati all’art. 19 suddetto.<br />

Per quanto riguarda la necessità o<br />

meno del conferimento di incarico<br />

di preposto (ovviamente da<br />

parte del datore di lavoro) formalizzato<br />

per iscritto va precisato<br />

che la normativa non prevede in<br />

modo esplicito un obbligo.<br />

Comunque il ruolo del preposto si<br />

configura nel momento in cui il<br />

datore di lavoro gli attribuisce<br />

potere gerarchico.<br />

Dato che il D.Lgs. 81/08 per la<br />

parte in oggetto è vigente dal 15<br />

maggio <strong>2008</strong> le aziende dovranno<br />

individuare tale figura nella propria<br />

organizzazione, aggiornando<br />

il Documento di valutazione dei<br />

rischi e avviando i soggetti interessati<br />

a specifici percorsi formativi.<br />

Ove adottati, dovranno essere<br />

adeguati anche i modelli organizzativi<br />

affinché prevedano, ove<br />

necessario, la presenza di un preposto<br />

in relazione al compimento<br />

di determinate attività.<br />

Articolo 2 c. 2 - Definizioni<br />

e) «preposto»: persona che, in<br />

ragione delle competenze professionali<br />

e nei limiti di poteri<br />

gerarchici e funzionali adeguati<br />

alla natura dell’incarico<br />

conferitogli, sovrintende alla<br />

attività lavorativa e garantisce<br />

l’attuazione delle direttive<br />

ricevute, controllandone la<br />

corretta esecuzione da parte<br />

dei lavoratori ed esercitando<br />

un funzionale potere di iniziativa;<br />

Articolo 19 - Obblighi del preposto<br />

a) sovrintendere e vigilare sulla<br />

osservanza da parte dei singoli<br />

lavoratori dei loro obblighi<br />

di legge, nonché delle disposizioni<br />

aziendali in materia di<br />

salute e sicurezza sul lavoro e<br />

di uso dei mezzi di protezione<br />

collettivi e dei dispositivi di<br />

protezione individuale messi a<br />

loro disposizione e, in caso di<br />

persistenza della inosservanza,<br />

informare i loro superiori<br />

diretti;<br />

b) verificare affinché soltanto i<br />

lavoratori che hanno ricevuto<br />

adeguate istruzioni accedano<br />

alle zone che li espongono ad<br />

un rischio grave e specifico;<br />

c) richiedere l’osservanza delle<br />

misure per il controllo delle<br />

situazioni di rischio in caso di<br />

emergenza e dare istruzioni<br />

affinché i lavoratori, in caso di<br />

pericolo grave, immediato e<br />

inevitabile, abbandonino il<br />

posto di lavoro o la zona pericolosa;<br />

d) informare il più presto possibile<br />

i lavoratori esposti al<br />

rischio di un pericolo grave e<br />

immediato circa il rischio stesso<br />

e le disposizioni prese o da<br />

prendere in materia di protezione;<br />

e) astenersi, salvo eccezioni debitamente<br />

motivate, dal richiedere<br />

ai lavoratori di riprendere<br />

la loro attività in una situazione<br />

di lavoro in cui persiste un<br />

pericolo grave ed immediato;<br />

f) segnalare tempestivamente al<br />

datore di lavoro o al dirigente<br />

sia le deficienze dei mezzi e<br />

delle attrezzature di lavoro e<br />

dei dispositivi di protezione<br />

individuale, sia ogni altra condizione<br />

di pericolo che si verifichi<br />

durante il lavoro, delle<br />

quali venga a conoscenza sulla<br />

base della formazione ricevuta;g)<br />

frequentare appositi corsi<br />

di formazione s<strong>eco</strong>ndo quanto<br />

previsto dall’articolo 37.<br />

Articolo 56 - Sanzioni per il preposto<br />

1. I preposti sono puniti nei limiti<br />

dell’attività alla quale sono<br />

tenuti in osservanza degli<br />

obblighi generali di cui all’articolo<br />

19:<br />

a) con l’arresto da uno a tre mesi<br />

o con l’ammenda da 500 a<br />

2.000 euro per la violazione<br />

dell’articolo 19, comma 1,<br />

lett. a), e), f);<br />

b) con l’arresto sino a un mese o<br />

con l’ammenda da 300 a 900<br />

euro per la violazione dell’articolo<br />

19, comma 1, lett. b), c),<br />

d);<br />

c) con l’ammenda da 300 a 900<br />

euro per la violazione dell’articolo<br />

19, comma 1, lett. g).<br />

Plinio Menegalli<br />

Medico competente<br />

<strong>Luglio</strong> <strong>2008</strong> 51


<strong>API</strong>VENETOFIDI<br />

GIANNI TOMMASI<br />

È IL NUOVO PRESIDENTE<br />

Il neo costituito consiglio di<br />

amministrazione di Apiveneto<br />

Fidi, il Confidi regionale del<br />

sistema Confapi Veneto, ha eletto<br />

alla presidenza il <strong>vero</strong>nese Gianni<br />

Tommasi, che succede al vicentino<br />

Filippo De Marchi. Gianni<br />

Tommasi, 48 anni, membro della<br />

giunta di presidenza di Apindustria<br />

<strong>Verona</strong>, è socio e amministratore<br />

delegato di Edilpoint S.r.l., operante<br />

nel settore del commercio di<br />

materiali edili, e amministratore<br />

unico di Bit Group S.r.l., società di<br />

consulenza aziendale.<br />

Il passaggio del testimone avviene<br />

in un momento particolarmente<br />

delicato sia per il Confidi, soggetto<br />

a un’evoluzione normativa che lo<br />

porterà a breve a operare sotto la<br />

vigilanza di Banca d’Italia, sia per<br />

le PMI, impegnate nel difficile confronto<br />

con il mercato e nel<br />

SERVIZI <strong>API</strong>VENETO FIDI<br />

- Credito convenzionato d’esercizio<br />

e a m/l termine<br />

- Gestione accentrata delle condizioni<br />

bancarie applicate al<br />

credito convenzionato<br />

- Check up <strong>eco</strong>nomico finanziario<br />

- Analisi dei progetti di investimento<br />

aziendali e planning<br />

finanziario<br />

- Analisi personalizzata delle<br />

diverse tipologie di intervento<br />

finanziario e consulenza operativa<br />

- Analisi della contrattualistica<br />

bancaria e finanziaria<br />

SERVIZI NORD EST<br />

FINANZA S.r.l.<br />

- Gestione diretta di tutte le leggi<br />

agevolative nazionali e regionali<br />

- Progetti di internazionalizzazione<br />

d’impresa<br />

- Assicurazione del credito e<br />

cauzioni<br />

- Finanza strutturata e straordinaria<br />

- Factoring<br />

- Locazione finanziaria (leasing<br />

strumentale, immobiliare,<br />

leasing auto)<br />

- Risk management<br />

- Assistenza professionale nella<br />

gestione dei prodotti finanziari<br />

derivati<br />

52<br />

Economia Veronese


<strong>API</strong>VENETOFIDI<br />

reperimento quotidiano di risorse<br />

finanziarie necessarie al loro sviluppo.<br />

In tale contesto, Apiveneto Fidi<br />

dovrà moltiplicare gli sforzi per<br />

sostenere e affiancare le PMI, rafforzando<br />

il suo ruolo di interlocutore<br />

privilegiato nei confronti del<br />

sistema finanziario e creditizio,<br />

mantenendo e incentivando, nel<br />

contempo, il ruolo di partner ideale<br />

per l’espansione e la crescita delle<br />

aziende.<br />

«L’intento – sottolinea Tommasi – è<br />

quello di proseguire sulla strada già<br />

intrapresa dal presidente uscente De<br />

Marchi, al quale va un forte ringraziamento<br />

per gli importanti risultati<br />

ottenuti anche in considerazione<br />

della trasformazione di Apiveneto<br />

Fidi nella nuova identità di intermediario<br />

finanziario vigilato».<br />

«Saremo sempre disponibili – prosegue<br />

Tommasi – a valutare ogni<br />

progetto di collaborazione che<br />

abbia come obiettivo il rafforzamento<br />

del sistema imprenditoriale<br />

veneto, per offrire alle nostre<br />

imprese un supporto sempre più<br />

incisivo per poter competere con<br />

successo sul mercato globale».<br />

«In quest’ottica, va anche la recente<br />

acquisizione del 100% delle<br />

quote di Nord Est Finanza S.r.l.,<br />

società di mediazione creditizia,<br />

con l’obiettivo di offrire non solo<br />

garanzie ma anche una gamma di<br />

servizi nel settore finanziario studiate<br />

e realizzate a misura delle<br />

PMI».<br />

Apiveneto Fidi rappresenta una<br />

delle principali realtà nazionali del<br />

sistema Confapi nella garanzia alle<br />

imprese. Costituito nel dicembre<br />

2006 dalla fusione dei tre Consorzi<br />

Fidi di Vicenza, <strong>Verona</strong> e Rovigo, il<br />

Confidi ha chiuso il 2007 con un<br />

volume di affidamenti garantiti che<br />

sfiora i 200 milioni di euro, 23 convenzioni<br />

con Istituti di Credito,<br />

1.500 soci e 15 milioni di euro di<br />

mezzi patrimoniali.<br />

Inoltre il Confidi opera su tutto il<br />

territorio regionale con tre sedi operative<br />

a Vicenza, <strong>Verona</strong> e Rovigo e<br />

tre sportelli a Bassano del Grappa,<br />

Padova e Venezia.<br />

<strong>Luglio</strong> <strong>2008</strong> 53


FISCALE<br />

Il trattamento fiscale degli<br />

utili da partecipazione in<br />

società varia a s<strong>eco</strong>nda che<br />

gli utili siano percepiti da persone<br />

fisiche in relazione a partecipazioni<br />

non relative all’impresa<br />

e non qualificate, oppure nell’esercizio<br />

di imprese commerciali<br />

da persone fisiche e da<br />

società.<br />

Nel primo caso i dividendi corrisposti<br />

sono soggetti ad una<br />

ritenuta d’imposta del 12,5% e<br />

utili relativi a partecipazioni<br />

qualificate e non. Recentemente<br />

è stato emanato il decreto di<br />

attuazione della norma contenuta<br />

nella Finanziaria <strong>2008</strong> che, a<br />

fronte della riduzione dell’aliquota<br />

IRES dal 33% al 27,5%,<br />

garantisce l’invarianza del livello<br />

di tassazione dei dividendi e<br />

delle plusvalenze.<br />

Sono quindi state proporzionalmente<br />

rideterminate le percentuali<br />

relative alla tassazione<br />

qualificate non detenute nell’esercizio<br />

d’impresa, nonché da<br />

partecipazioni detenute in regime<br />

d’impresa è prevista una<br />

percentuale di imponibilità pari<br />

al 49,72%.<br />

Per le partecipazioni non qualificate<br />

non possedute in regime<br />

di impresa le disposizioni in<br />

esame non incidono sul trattamento<br />

fiscale per cui continua<br />

ad applicarsi la ritenuta alla<br />

fonte del 12,5%.<br />

DIVIDENDI E PLUSVALENZE<br />

NUOVA TASSAZIONE<br />

l’’aliquota sale al 27% nei confronti<br />

dei soggetti esenti da Ires.<br />

Nel s<strong>eco</strong>ndo caso, la tassazione<br />

dei dividendi deve intendersi<br />

limitata ad una percentuale del<br />

relativo ammontare.<br />

A differenza di quanto previsto<br />

per le persone fisiche che non<br />

operano in regime d’impresa,<br />

questo regime di parziale imponibilità<br />

si rende applicabile agli<br />

degli utili da partecipazione<br />

(art. 47, comma 1 TUIR), plusvalenze<br />

e dividendi (artt. 58,<br />

comma 2, 59 e 68, comma 3<br />

TUIR) che concorrevano alla<br />

formazione del reddito imponibile<br />

limitatamente al 40% del<br />

loro ammontare.<br />

Dividendi<br />

Per gli utili da partecipazioni<br />

Va evidenziato che la disposizione<br />

fa riferimento non alla<br />

percezione degli utili bensì<br />

all’anno di produzione degli<br />

stessi da parte della società partecipata.<br />

Resta perciò inalterata la precedente<br />

percentuale del 40% per<br />

gli utili e proventi equiparati<br />

prodotti sino all’esercizio in<br />

corso al 31 dicembre 2007.<br />

54<br />

Economia Veronese


FISCALE<br />

Nella certificazione relativa ai<br />

dividendi e agli altri proventi<br />

equiparati dovrà essere data<br />

separata indicazione degli utili<br />

che concorrono a formare il reddito<br />

complessivo nella misura<br />

del 40% e degli utili e proventi<br />

equiparati che concorrono a formare<br />

il reddito complessivo<br />

nella nuova misura del 49,72%.<br />

Plusvalenze e minusvalenze<br />

Le plusvalenze e minusvalenze<br />

derivanti dalla cessione di partecipazioni<br />

qualificate effettuate<br />

da persone fisiche residenti non<br />

imprenditori, società semplici e<br />

associazioni artistiche e professionali<br />

nonché da soggetti non<br />

residenti (sempre che le convenzioni<br />

non dispongano diversamente)<br />

sono imponibili nella<br />

misura del 49,72%.<br />

Le plusvalenze e minusvalenze<br />

derivanti dalla cessione di partecipazioni<br />

in soggetti Ires da<br />

parte di imprenditori individuali<br />

e società di persone nell’esercizio<br />

di attività commerciali,<br />

quando sussistono i requisiti di<br />

partecipation exemption sono<br />

esenti al 50,28%.<br />

Per le plusvalenze e le minusvalenze<br />

derivanti da atti di realizzo<br />

posti in essere anteriormente<br />

al 1° gennaio 2009, ma i cui corrispettivi<br />

siano in tutto o in<br />

parte percepiti a d<strong>eco</strong>rrere dalla<br />

stessa data, resta ferma la misura<br />

del 40%.<br />

Presunzione di distribuzione<br />

È prevista, infine, una presunzione<br />

di distribuzioni di utili<br />

per cui i dividendi si considerano<br />

prioritariamente formati con<br />

utili dell’esercizio in corso al 31<br />

dicembre 2007.<br />

Paradisi fiscali<br />

Resta immutata la tassazione al<br />

100% degli utili provenienti da<br />

società residenti in paradisi<br />

fiscali e delle plusvalenze derivanti<br />

dalla cessione di partecipazioni<br />

in tali società.


LEGALE<br />

controllo della velocità fisse e<br />

mobili, tranne quelle per il cosiddetto<br />

rilevamento dinamico, devono<br />

essere preventivamente segnalate<br />

e ben visibili con il ricorso a cartelli<br />

o dispositivi di segnalazione<br />

luminosa.<br />

Quindi, niente più apparecchiature<br />

imboscate sotto un albero o dietro<br />

un cartellone pubblicitario. In particolare<br />

poi, la decurtazione dei<br />

punti per chi supera di 10 km/h ma<br />

non oltre 40 km/h i limiti di velocità,<br />

passa da 2 a 5 punti (invariata la<br />

sanzione di 148 euro).<br />

Chi supera di oltre 40 km/h ma di<br />

non oltre 60 km/h i limiti massimi<br />

di velocità viene punito con una<br />

sanzione da 370 a 1458 euro, la<br />

decurtazione di 10 punti e la<br />

sospensione della patente da 1 a 3<br />

mesi e l’inibizione alla guida del<br />

veicolo dalle 22 alle 7 del mattino<br />

nei 3 mesi successivi alla restituzione<br />

della patente. Il provvedimento<br />

verrà inoltre annotato nella<br />

banca dati del Ministero dei<br />

Trasporti e, nell’eventualità di un<br />

s<strong>eco</strong>nda violazione nell’arco di un<br />

biennio, la sospensione della patente<br />

verrà ad essere ricompressa tra 8<br />

e 18 mesi.<br />

Chi supera di oltre 60 km/h i limiti<br />

di velocità verrà punito con la<br />

multa da 500 a 2000 euro, la decurtazione<br />

di 10 punti e la sospensione<br />

DECRETO BIANCHI<br />

SICUREZZA STRADALE<br />

In data 2 ottobre 2007 è stato<br />

convertito in Legge il Decreto<br />

117/07 consistente in un pacchetto<br />

di provvedimenti introdotti<br />

dal Ministero dei Trasporti allo<br />

scopo di aumentare la sicurezza<br />

sulle strade.<br />

I nuovi articoli della Legge 160/07<br />

oltre a tendere alla sensibilizzazione<br />

degli automobilisti a tenere corretti<br />

comportamenti di guida, inaspriscono<br />

le sanzioni contro chi<br />

commette le infrazioni più gravi e<br />

pericolose; sono infatti severamente<br />

punite la guida in stato di ebbrezza<br />

o sotto l’effetto di stupefacenti,<br />

la violazione dei limiti di velocità e<br />

l’uso dei cellulari durante la guida.<br />

Esaminiamo di seguito le principali<br />

novità della normativa:<br />

ARTICOLO 3) Velocità<br />

Viene introdotta una nuova soglia e<br />

viene rimodulata la decurtazione<br />

dei punti. Tutte le postazioni di<br />

della patente di guida da 6 a 12<br />

mesi.<br />

Se la violazione dei limiti di velocità<br />

viene commessa per 2 volte nell’arco<br />

di un biennio, la patente<br />

verrà revocata.<br />

Se la violazioni dei limiti di velocità,<br />

compresa quella fino a 10 km/h,<br />

sono commesse alla guida di autoveicoli<br />

o motoveicoli utilizzati per<br />

il trasporto di merci pericolose,<br />

autobus e filobus di massa complessiva<br />

a pieno carico superiore a<br />

8 tonnellate, treni costituiti da un<br />

58<br />

Economia Veronese


LEGALE<br />

autoveicolo e un rimorchio, autoveicoli<br />

destinati al trasporto di cose<br />

o altri usi di massa superiore a 3.5<br />

tonnellate o mezzi d’opera che<br />

viaggiano a pieno carico, le sanzioni<br />

amministrative pecuniarie e<br />

accessorie sono raddoppiate.<br />

ARTICOLO 5) Guida in stato di<br />

ebbrezza o sotto l’effetto di stupefacenti<br />

Confermato il reato di guida in<br />

stato di ebbrezza (l’accertamento<br />

non si risolve con una semplice<br />

multa ma si viene giudicati dal<br />

Tribunale nella persona del<br />

Giudice monocratico) e inasprite le<br />

sanzioni. Viene introdotta una<br />

nuova soglia alcolemica e sono<br />

previsti 3 gradi di intensità della<br />

violazione ai quali corrispondono 3<br />

differenti livelli di sanzioni.<br />

Più precisamente: se il tasso alcolemico<br />

accertato è superiore a 0,5 e<br />

non superiore a 0,8 grammi per<br />

litro, l’ammenda è compresa tra<br />

500 e 2000 euro ed è prevista la<br />

sospensione della patente da 3 a 6<br />

mesi; se il tasso alcolemico accertato<br />

è superiore a 0,8 e non superiore<br />

a 1,5 grammi per litro, l’ammenda<br />

è compresa tra 800 e 3200 euro<br />

ed è prevista la sospensione della<br />

patente da 6 mesi ad 1 anno e l’arresto<br />

fino a 3 mesi; se il tasso alcolemico<br />

accertato è superiore a 1,5<br />

grammi per litro, l’ammenda è<br />

compresa tra 1500 e 6000 euro ed è<br />

prevista la sospensione della patente<br />

da 1 a 2 anni e l’arresto fino a 6<br />

mesi.<br />

La patente viene revocata se il<br />

reato è commesso dal conducente<br />

di un autobus o di un veicolo di<br />

massa complessiva piano carico<br />

superiore a 3,5 tonnellate e nel<br />

caso in cui lo stesso reato venga<br />

commesso in un biennio. Se il conducente<br />

in stato di ebbrezza provoca<br />

un incidente stradale, le pene<br />

sono raddoppiate ed è disposto il<br />

fermo amministrativo del veicolo<br />

per 90 giorni.<br />

Rifiuto di sottoporsi all’accertamento<br />

dello stato di ebbrezza<br />

Resta depenalizzato il rifiuto di sot-


LEGALE<br />

toporsi all’accertamento del tasso<br />

alcolemico, per il quale è prevista<br />

la sanzione amministrativa di<br />

255oo euro. Se la violazione è<br />

commessa in occasione di un incidente<br />

stradale, la sanzione è di<br />

3000 euro. In entrambi i casi è prevista<br />

la sanzione accessoria della<br />

sospensione della patente da 6 mesi<br />

a 2 anni e del fermo amministrativo<br />

per 180 giorni, tranne il caso che il<br />

veicolo appartenga a persona estranea<br />

alla violazione.<br />

Nel caso di più violazioni nel corso<br />

di un biennio, è prevista la revoca<br />

della patente.<br />

ARTICOLO 2 Comma 2 Bis)<br />

Neo Patentati<br />

Per quanto concerne i neo patentati<br />

è stata introdotta un’ulteriore limitazione<br />

alla guida, relativa alla<br />

potenza specifica dei veicoli (riferita<br />

alla tara), che non può essere<br />

superiore a 50 kW/t.<br />

Il divieto però è previsto soltanto<br />

per chi consegue la patente B a partire<br />

dal centottantesimo giorno successivo<br />

all’entrata in vigore del<br />

decreto (dal 1 febbraio <strong>2008</strong> compreso).<br />

ARTICOLO 4) Uso dei dispositivi<br />

radiotrasmittenti durante la guida<br />

Divieto per il conducente di far uso<br />

durante la marcia di apparecchi<br />

radiotelefonici, ov<strong>vero</strong> di usare<br />

cuffie sonore, ma consente l’utilizzo<br />

di apparecchi a viva voce o<br />

dotati di auricolare, purché il conducente<br />

non debba usare le mani.<br />

Le multe, in caso di violazione,<br />

sono state aumentate; vanno da 148<br />

a 494 euro, oltre alla sospensione<br />

della patente da 1 a 3 mesi, se la<br />

violazione è ripetuta nel corso del<br />

biennio successivo.<br />

ARTICOLO 1) Guida senza<br />

patente, revocata o non rinnovata<br />

La guida senza patente diventa<br />

reato. Arresto fino ad 1 anno se<br />

recidivo nel biennio, oltre all’ammenda<br />

da 2257 a 9032 euro.<br />

AUTOVETTURE AZIENDALI<br />

Un’auto aziendale può avere un<br />

guidatore abituale, che può essere<br />

un dipendente o un amministratore,<br />

oppure può rimanere a disposizione<br />

dell’impresa per chiunque debba<br />

farne uso.<br />

Ovviamente queste due opzioni<br />

determinano due comportamenti<br />

differenti da parte delle aziende in<br />

materia di contravvenzioni, sinistri<br />

e gestione delle pratiche burocratiche.<br />

Per quanto riguarda le contravvenzioni<br />

stradali precisiamo che, se<br />

l’auto è destinata a un solo guidatore<br />

è facile risalire al responsabile di<br />

una contravvenzione, mentre se è<br />

utilizzata da diversi dipendenti si<br />

incorre spesso in equivoci e contestazioni<br />

che si possono risolvere<br />

solo tenendo una documentazione<br />

dettagliata circa l’utilizzo di ogni<br />

singola auto, anche perché le multe<br />

vengono notificate all’intestatario<br />

con mesi di ritardo.<br />

Le contravvenzioni, ove sia possibile<br />

l’identificazione di colui che<br />

l’ha commessa, dovrebbero essere<br />

pagate dal responsabile della violazione.<br />

Il sistema della decurtazione dei<br />

punti in caso di infrazione è molto<br />

chiaro anche nel caso dei conducenti<br />

di auto aziendali e non dà<br />

alcuna possibilità di sottrarsi alla<br />

responsabilità personale, sempre<br />

che sia possibile addivenire<br />

all’identificazione del conducente.<br />

Il comma 2 dell’art. 126 bis del<br />

Codice della Strada determina un<br />

preciso iter procedimentale per cercare<br />

di giungere all’identificazione<br />

del conducente; l’organo accertatore,<br />

infatti, se il proprietario dell’autoveicolo<br />

risulta essere una persona<br />

giuridica invita il rappresentante<br />

legale, o un suo delegato, a fornire,<br />

entro 30 giorni di tempo, i dati personali<br />

e della patente dell’effettivo<br />

conducente.<br />

In caso di omissione, viene comminata,<br />

nei confronti dell’azienda<br />

intestataria, la sanzione pecuniaria<br />

prevista dall’art.180 comma 8 del<br />

Codice della Strada, senza, ovviamente,<br />

procedere a decurtazione<br />

dei punti nei confronti di chicchessia.<br />

Più complesso il caso in cui il conducente<br />

di un veicolo aziendale sia<br />

coinvolto in un sinistro, perchè<br />

entrano in gioco diversi fattori,<br />

come il D.L. 626 relativo alla sicurezza<br />

sul luogo del lavoro, il rapporto<br />

con la società assicuratrice e<br />

varie questioni di responsabilità<br />

civile e penale.<br />

Per evitare spiacevoli inconvenienti,<br />

suggeriamo alle aziende di<br />

dotarsi di un regolamento interno<br />

relativo ai mezzi aziendali che<br />

responsabilizzi il più possibile i<br />

conducenti su un uso prudente e<br />

corretto del mezzo.<br />

60<br />

Economia Veronese


PREVIDENZA<br />

LA DETASSAZIONE DEGLI<br />

STRAORDINARI<br />

Uno dei provvedimenti <strong>eco</strong>nomici<br />

del nuovo Governo<br />

è stata la cosiddetta “detassazione<br />

degli straordinari”, o, meglio,<br />

per i non addetti ai lavori, la riduzione<br />

delle imposte sulle retribuzioni che<br />

vengono corrisposte ai lavoratori<br />

subordinati quale compenso per l’attività<br />

lavorativa espletata oltre l’orario<br />

normale di lavoro. Le nuove disposizioni<br />

sono contenute in un Decreto<br />

Legge approvato dal Governo il 21<br />

maggio scorso e che il<br />

Parlamento dovrà convertire<br />

in legge entro 60 giorni.<br />

In concreto, il Decreto<br />

in questione prevede che<br />

nel periodo 1 luglio - 31<br />

dicembre <strong>2008</strong> le somme<br />

erogate ai dipendenti<br />

quale compenso per lavoro<br />

straordinario, per lavoro<br />

supplementare, per premi<br />

di produttività e di efficienza organizzativa,<br />

o per premi di redditività legati<br />

all’andamento <strong>eco</strong>nomico dell’impresa,<br />

siano assoggettati soltanto a<br />

una imposta unica del 10 per cento,<br />

sostitutiva sia dell’Irpef che delle<br />

addizionali regionali e comunali.<br />

Nel contempo, peraltro, è stata soppressa<br />

la precedente esclusione dal<br />

reddito di lavoro dipendente delle<br />

somme che il datore di lavoro erogava<br />

alla generalità dei lavoratori in<br />

occasione di festività o di ricorrenze<br />

(di importo non superiore a 258,23<br />

euro), nonché delle somme che lo<br />

stesso datore può erogare per particolari<br />

esigenze personali o famigliari, o<br />

a dipendenti vittime di usura o estorsioni.<br />

Inoltre, va tenuto presente che<br />

sono soggette all’imposizione sostitutiva<br />

del 10 per cento soltanto le<br />

somme erogate per i titoli già ricordati<br />

che non superino i 3.000,00 euro, e<br />

per i lavoratori che nel corso dell’anno<br />

2007 non hanno percepito redditi<br />

di lavoro dipendente superiori a<br />

30.000,00 euro. Trattandosi, come si<br />

può rilevare, di un’imposta sostitutiva<br />

del 10 per cento, è evidente che il<br />

lavoratore non può beneficiare, in<br />

ordine alle somme in questione, delle<br />

detrazioni ordinarie d’imposta.<br />

Questo sta a significare che, in alcune<br />

ipotesi, il nuovo regime fiscale<br />

potrebbe non essere del tutto conveniente<br />

per i dipendenti, come ad<br />

esempio per le somme corrisposte a<br />

titolo di compenso per lavoro supplementare<br />

ai lavoratori part-time, con<br />

un reddito di circa 750 euro mensili.<br />

Per questi motivi infatti, è stato previsto,<br />

in linea generale, che il lavoratore<br />

possa rinunciare espressamente,<br />

per iscritto, all’agevolazione fiscale<br />

sancita dal nuovo decreto e mantenere<br />

così la tassazione ordinaria che,<br />

nell’ipotesi di redditi limitati, può<br />

essere più favorevole per l’interessato<br />

in quanto consente il riconoscimento<br />

delle detrazioni. Inoltre, occorre<br />

ricordare che il limite reddituale<br />

dei 30.000 euro annui,<br />

cui è subordinata la nuova<br />

agevolazione, si riferisce al<br />

reddito di lavoro subordinato<br />

percepito complessivamente<br />

nel 2007. Ne consegue che,<br />

se il sostituto che eroga l’importo<br />

da assoggettare ad<br />

imposta sostitutiva non è lo<br />

stesso che ha rilasciato il<br />

Cud/<strong>2008</strong> dovrà acquisire dal lavoratore<br />

l’attestazione dell’importo del<br />

reddito di lavoro dipendente da questi<br />

conseguito nel 2007. In definitiva, è<br />

da ritenere, in linea generale, che<br />

l’agevolazione fiscale di cui al nuovo<br />

decreto, a parte le eventuali modifiche<br />

che potranno essere apportate dal<br />

Parlamento in sede di conversione in<br />

legge, potrà avere effetti abbastanza<br />

limitati per un risanamento concreto<br />

della nostra <strong>eco</strong>nomia.<br />

Gianluigi Girardi<br />

<strong>Luglio</strong> <strong>2008</strong> 61


IL PUNTO<br />

SULLE IMPRONTE PIÙ CHIAREZZA E MENO POLITICA<br />

Sull’ordinanza di prendere le<br />

impronte digitali ai Rom, compresi<br />

i bambini, in vigore dal<br />

30 maggio scorso, s’è sentito di<br />

tutto e di più. Da una parte del<br />

mondo cattolico e di quello<br />

politico s’è levato un coro di<br />

indignazione, scomodando il<br />

fantasma delle leggi razziali<br />

del ’39 e perfino l’ombra funesta<br />

del nazismo. Ma sono esagerazioni<br />

ideologiche, frutto<br />

della passione polemica che<br />

domanderebbe d’essere lasciata<br />

fuori da queste vicende, in<br />

quanto funzionale alle<br />

cause dei partiti più<br />

che ai soggetti coinvolti<br />

dalle nuove<br />

proposte.<br />

Oltretutto, il<br />

regolamento 380<br />

del 18 aprile<br />

<strong>2008</strong>, approvato<br />

dai Ministri degli<br />

Interni e della<br />

Giustizia europei, prevede<br />

l’obbligo che vengano<br />

prese le impronte digitali a tutti<br />

gli extracomunitari, a partire<br />

dai sei anni, prima del rilascio<br />

del permesso di soggiorno.<br />

Razzista anche l’Europa?<br />

Da che mondo è mondo, a fare<br />

la differenza sono le intenzioni.<br />

Un bacio non sempre è<br />

segno d’amore – Giuda insegna!<br />

– e una gustosa polpetta<br />

non sempre è sgombra da<br />

intenzioni omicide. Giusto per<br />

dire che un provvedimento<br />

come quello in questione<br />

andrebbe valutato per i suoi<br />

obiettivi, prima che per il suo<br />

contorno politico. Non è un<br />

caso che l’Unicef, che da sempre<br />

si interessa di bambini,<br />

abbia dato la propria approvazione.<br />

Così come l’associazione<br />

“Troviamo i bambini”, che<br />

da anni si occupa di quelli<br />

scomparsi. È stata proprio<br />

quest’ultima a pubblicare nei<br />

giorni scorsi un atto di denuncia<br />

contro la politica europea,<br />

indifferente ai drammi dell’infanzia.<br />

Si parla di bambini<br />

scomparsi, venduti, affittati,<br />

portati da uno Stato all’altro<br />

come pacchi. Bambini mutilati<br />

intenzionalmente per muovere<br />

a compassione la gente quando<br />

vengono mandati a mendicare,<br />

picchiati se non raggiungono<br />

il budget previsto dall’accattonaggio,<br />

venduti nell’ambito<br />

della pedofilia e del traffico<br />

d’organi, bambine che, a<br />

Milano, vengono fatte sfilare<br />

nude per essere vendute al<br />

miglior offerente… Uno scenario<br />

agghiacciante, che ha<br />

visto un incremento di casi<br />

anche recentemente.<br />

Entrando nel merito, potremmo<br />

chiederci: quali sono i<br />

principali intenti di un rilevamento<br />

quale quello proposto<br />

dal ministro Maroni? Ritengo<br />

siano tre le ragioni principali.<br />

La prima è quella di avere certezza<br />

anagrafica e parentale di<br />

questi bambini. Qualche tempo<br />

fa a <strong>Verona</strong> era scoppiato il<br />

famoso caso “Gagio”. Si scoprì<br />

che in un vicino<br />

campo Rom alcuni<br />

bambini venivano<br />

impiegati di giorno<br />

per raccogliere<br />

l’elemosina, mentre<br />

la sera venivano<br />

venduti dalle<br />

famiglie a perversi<br />

pedofili della città<br />

scaligera. Il caso<br />

drammatico non era purtroppo<br />

nuovo. Era accaduto<br />

a Torino, a Milano, a<br />

Bergamo, Brescia e infine da<br />

noi. Si sapeva anche che molti<br />

di questi bambini venivano<br />

comprati a mille euro da poverissime<br />

famiglie rumene, portati<br />

in Italia e qui usati per fini<br />

indecenti e illegali. A qualche<br />

politico fu suggerito di interessare<br />

la Procura perché venisse<br />

fatto il Dna ai piccoli e ai loro<br />

sedicenti genitori, ma nel giro<br />

di 12 ore i ragazzi erano già<br />

spariti. Famiglia cristiana<br />

chiede a Berlusconi, per ragio-<br />

<strong>Luglio</strong> <strong>2008</strong> 63


IL PUNTO<br />

ni di coerenza, di prendere le<br />

impronte ai propri nipoti. Ma è<br />

un discorso che non c’entra<br />

nulla. Non c’è bisogno di identificare<br />

chi anagraficamente è<br />

già registrato, ha una famiglia<br />

reale di appartenenza e un<br />

indirizzo civico cui qualsiasi<br />

autorità può fare riferimento<br />

in caso di bisogno. Censire 36<br />

mila bambini Rom, tanti sono<br />

oggi in Italia, vuol dire, prima<br />

di tutto, dare ad ognuno di loro<br />

un quadro anagrafico di riferimento<br />

certo, chiedendo conto<br />

alla famiglia di appartenenza<br />

del loro destino e delle condizioni<br />

di vita che vengono loro<br />

riservate. È nazismo questo?<br />

Una s<strong>eco</strong>nda motivazione a<br />

favore del provvedimento di<br />

riconoscimento è quella sostenuta<br />

dal ministro della<br />

Pubblica Istruzione. Su 36<br />

mila bambini in giro per il<br />

Paese, solo un terzo viene<br />

mandato a scuola. E gli altri<br />

24 mila? Mandati in giro a<br />

rubare e mendicare. Può una<br />

società civile accettare questo?<br />

Sono discriminanti le impronte<br />

o è discriminante il silenzio<br />

ipocrita e demagogico di chi<br />

vorrebbe lasciare le cose come<br />

stanno, perpetuando un’ingiustizia<br />

e una violenza senza<br />

misura? Il gip <strong>vero</strong>nese che<br />

manda liberi i genitori Rom<br />

che minacciano violenze via<br />

telefono ai bambini se non<br />

rubano o non rubano abbastanza,<br />

che insegnano ai minori<br />

la strada della delinquenza,<br />

a che gioco si presta?<br />

Tengo come ultima motivazione<br />

a vantaggio del censimento<br />

quella della legalità. È un dato<br />

di fatto che alcuni bambini<br />

Rom sono stati fermati anche<br />

127 volte ed ogni volta hanno<br />

dato una diversa identità, i<br />

famosi alias. A <strong>Verona</strong> una<br />

giovane ne aveva dati oltre 90.<br />

Questo non è normale in un<br />

Paese che vorrebbe essere civile.<br />

S’è detto: ma allora prendiamo<br />

le impronte anche ai<br />

figli dei mafiosi, dei camorristi,<br />

dei bulletti nostrani… Ma è<br />

un ragionamento che non<br />

tiene, perché se domani un<br />

giovane italiano fa una bravata,<br />

non c’è bisogno del Dna per<br />

sapere chi è, dove sta, chi sono<br />

i suoi genitori, cos’ha fatto<br />

nella vita… Cosa diversa dal<br />

caso di un Rom che viene<br />

lasciato delinquere all’infinito,<br />

senza mai inchiodarlo alle sue<br />

responsabilità, perché ogni<br />

volta si presenta con l’identità<br />

vergine del principiante.<br />

Oltretutto fermarlo in tempo è<br />

anche l’unica possibilità di<br />

recuperarlo, prima che la sua<br />

indole si cronicizzi entro lo<br />

stile del ladro e dell’emarginato.<br />

Vi pare poco?<br />

Tse Tse<br />

64<br />

Economia Veronese

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