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La parola e la cura

Il pregiudizio: l'evitabile e l'inevitabile delle convinzioni consapevoli Numero 1 Anno 2015 La Parola e la cura è una rivista rivolta a tutti i professionisti che utilizzano la parola nel loro lavoro, parla di counselling perché con questo termine indichiamo le comunicazioni professionali caratterizzate da una costante attenzione alla relazione con l'altro, alla qualità dello scambio comunicativo, all'efficacia dei messaggi.

Il pregiudizio: l'evitabile e l'inevitabile delle convinzioni consapevoli
Numero 1 Anno 2015

La Parola e la cura è una rivista rivolta a tutti i professionisti che utilizzano la parola nel loro lavoro, parla di counselling perché con questo termine indichiamo le comunicazioni professionali caratterizzate da una costante attenzione alla relazione con l'altro, alla qualità dello scambio comunicativo, all'efficacia dei messaggi.

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<strong>la</strong> <strong>paro<strong>la</strong></strong> e <strong>la</strong> <strong>cura</strong> <br />

Il pregiudizio: l’evitabile e l’inevitabile delle convinzioni inconsapevoli <br />

Quando il pregiudizio nasce dall’esperienza <br />

Barbara Poggio <br />

Dal 2010 svolgo <strong>la</strong> professione di Assistente Sociale in un territorio montano dove mi occupo di <br />

interventi di aiuto rivolti a famiglie, minori, disabili, anziani e adulti. <br />

Non giudicare è uno dei principi fondamentali del Codice Deontologico dell’Assistente Sociale, <br />

tuttavia il pregiudizio è “parte di ognuno di noi” ed è strettamente corre<strong>la</strong>to al<strong>la</strong> nostra <br />

personale esperienza professionale e di vita. <br />

Pensando al<strong>la</strong> mia esperienza professionale, a come nel tempo il modo di riflettere, analizzare e, <br />

conseguentemente, di approcciarsi all’altro è mutato, posso dire che più si acquisisce esperienza <br />

più è presente il rischio di allontanarsi da questo fondamentale principio. <br />

Inserirsi all’interno di un’organizzazione porta il professionista ad adeguarsi alle tecniche di analisi <br />

e valutazioni sperimentate nel corso del tempo e derivanti dall’esperienza professionale e dal<strong>la</strong> <br />

storia del servizio. Queste sono inevitabilmente impregnate dai pregiudizi derivanti dall’esito dei <br />

percorsi di aiuto intrapresi in quanto essi fanno “parte delle nostre esperienze professionali”. <br />

Nel<strong>la</strong> pratica professionale ho sperimentato il pregiudizio nel<strong>la</strong> “non disponibilità al<strong>la</strong> <br />

col<strong>la</strong>borazione” da parte dei servizi specialistici quali Centro di Salute Mentale e/o Ser.T nelle <br />

prese in carico di famiglie multiproblematiche con minori. In tali situazioni -­‐ dove il Servizio Sociale <br />

ha in carico <strong>la</strong> famiglia e il minore e il CSM e/o Ser.T i <br />

genitori o il genitore -­‐ si rischia l’immobilismo proprio per <br />

il timore che il Servizio Specialistico non voglia attivare <strong>la</strong> <br />

presa in carico, qualora le situazioni siano ancora <br />

sconosciute, oppure non voglia dare avvio a degli <br />

interventi congiunti. <br />

Nel<strong>la</strong> mia esperienza professionale ho potuto notare <br />

come gli operatori del Servizio Sociale percepiscano <br />

quotidianamente un atteggiamento di “scarico delle <br />

situazioni” da parte di un Servizio nei confronti dell’altro. <br />

Questi timori legati al pregiudizio nel<strong>la</strong> “non disponibilità <br />

al<strong>la</strong> col<strong>la</strong>borazione” crea delle difficoltà nello stabilire una <br />

re<strong>la</strong>zione utile e costruttiva sia con gli operatori, a diverso <br />

titolo coinvolti nelle situazioni, sia con le stesse persone <br />

destinatarie dell’intervento di aiuto. <br />

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