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La parola e la cura

Il pregiudizio: l'evitabile e l'inevitabile delle convinzioni consapevoli Numero 1 Anno 2015 La Parola e la cura è una rivista rivolta a tutti i professionisti che utilizzano la parola nel loro lavoro, parla di counselling perché con questo termine indichiamo le comunicazioni professionali caratterizzate da una costante attenzione alla relazione con l'altro, alla qualità dello scambio comunicativo, all'efficacia dei messaggi.

Il pregiudizio: l'evitabile e l'inevitabile delle convinzioni consapevoli
Numero 1 Anno 2015

La Parola e la cura è una rivista rivolta a tutti i professionisti che utilizzano la parola nel loro lavoro, parla di counselling perché con questo termine indichiamo le comunicazioni professionali caratterizzate da una costante attenzione alla relazione con l'altro, alla qualità dello scambio comunicativo, all'efficacia dei messaggi.

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<strong>la</strong> <strong>paro<strong>la</strong></strong> e <strong>la</strong> <strong>cura</strong> <br />

Il pregiudizio: l’evitabile e l’inevitabile delle convinzioni inconsapevoli <br />

EDITORIALE <br />

(G. B.) <br />

Le immagini mostrano <strong>la</strong> copertina di un settimanale tedesco e <strong>la</strong> prima pagina di un quotidiano <br />

italiano: autentico trionfo dello stereotipo, del pregiudizio… “Gli italiani sono mafiosi”… “I tedeschi <br />

sono nazisti”… <br />

A parte l’orrida indegna scelta di specu<strong>la</strong>re sui morti, di mafia o di campi si sterminio, resta il fatto <br />

che quando si parte da una arbitraria generalizzazione (“Le donne sono”…”I Rom sono”… “I <br />

musulmani sono”… “Tutti gli altri sono”…), ciò che segue è forzatamente frutto di pregiudizio. <br />

Nessun soggetto, individuale o collettivo “è” sempre, in ogni contesto, una volta per tutte: <strong>la</strong> <br />

so<strong>la</strong> caratteristica di affermazioni come “io sono”, “noi siamo” è <br />

l’impalpabile effimera inconsistenza. <br />

Generalizzare è certo un’operazione utile, purché ne sia sempre <br />

chiara <strong>la</strong> provvisorietà e l’incertezza… È lecito supporre che tutti i <br />

cigni siano bianchi, pur di ammettere che è possibile che esista in <br />

qualche luogo un cigno nero, che da solo basta a far crol<strong>la</strong>re quel<strong>la</strong> <br />

ipotesi. <br />

In realtà, il ricercatore, l’esploratore curioso va in cerca del cigno <br />

nero, di ciò che può smentire <strong>la</strong> sua ipotesi: è ben così che <br />

aumentano le conoscenze. Chi invece va in cerca solo di conferme <br />

al<strong>la</strong> propria ipotesi ne troverà senza dubbio quante ne vuole e si <br />

rinchiuderà gradualmente nel suo bozzolo di certezze. A quel punto <br />

inizierà a combattere chi propone altri e diversi percorsi: nascita del pregiudizio. <br />

C<strong>la</strong>ssificare, catalogare elementi è un modo di dare ordine a ciò che ordinato non è. Significa di <br />

fatto tracciare una mappa alquanto rozza del<strong>la</strong> realtà, che può servire ad esempio a distinguere tra <br />

un coccodrillo e un tronco sommerso: cosa senza dubbio utilissima in determinate occasioni. Si <br />

tratta tuttavia di una mappatura grezza, artificiale, limitativa: <strong>la</strong> realtà comprende molto altro <br />

oltre ai tronchi e ai coccodrilli, e nessuna mappa può essere tanto esaustiva da raffigurare <br />

l’intero territorio, a meno di non coincidere con <br />

esso, come nell’inutile cartografia di Borges: <br />

“In quell'Impero, l'arte del<strong>la</strong> cartografia giunse a <br />

una tal perfezione che <strong>la</strong> mappa di una so<strong>la</strong> <br />

provincia occupava tutta una città, e <strong>la</strong> mappa <br />

dell'impero tutta una provincia. Col tempo, queste <br />

mappe smisurate non bastarono più. I Collegi dei <br />

cartografi fecero una mappa dell'impero che aveva <br />

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