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Orizzonte Magazine n° 5 Maggio 2015

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Mensile di<br />

attualità e cultura<br />

Anno 2 N. 5<br />

<strong>Maggio</strong> <strong>2015</strong><br />

L’isola Tiberina<br />

tra mito e realtà<br />

UN SOUL MAN MADE IN PUGLIA<br />

Intervista col cantante Savio Vurchio<br />

mostra a pavia della<br />

JOHANNESBURG ART GALLERY<br />

Esposti oltre sessanta capolavori esposti<br />

La pareidiolia<br />

Le immagini illusorie<br />

orizzonte food<br />

Fave freche sott’olio<br />

I grandi della fotografia: MINOR MARTIN White


2 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong><br />

<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 3


IN PRIMO PIANO<br />

6 L’Isola Tiberina<br />

tra mito e realtà.<br />

16 Un soul man made in Puglia<br />

Intervista col cantante<br />

Savio Vurchio.<br />

cultura<br />

10 Mostra a Pavia della<br />

Johannesburg Art Gallery.<br />

24 Dalla rivista Ouroboros<br />

Gli allucinogeni<br />

nelle tradizioni iniziatiche.<br />

30 I grandi della fotografia:<br />

Minor Martin White.<br />

notizie e curiosità<br />

14 Nuovi Volti all’<strong>Orizzonte</strong><br />

Casting e selezioni <strong>2015</strong>.<br />

20 Pareidolia:<br />

le immagini illusorie.<br />

rubriche<br />

34 Gli antichi mestieri:<br />

l’arte del fabbro.<br />

39 Fotografando<br />

43 <strong>Orizzonte</strong> Food<br />

Fave fresche sott’olio.<br />

48 Marmirolo<br />

e il luccio in salsa di Pozzolo.<br />

50 Lo sapevate che<br />

La cicoria selvatica.<br />

53 Oroscopo del mese.<br />

Tutti i diritti sono riservati. Nessuna<br />

parte della pubblicazione può essere<br />

riprodotta, rielaborata o diffusa senza<br />

espressa autorizzazione. della Direzione.<br />

Le opinioni espresse negli articoli<br />

impegnano solo gli autori e non coinvolgono<br />

né rappresentano il pensiero<br />

della Direzione.<br />

EDITORIALE<br />

I nostri lettori ci sollecitano e <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong><br />

di maggio finalmente vede la luce; con forte ritardo, in<br />

verità, ma l’universo <strong>Orizzonte</strong> cresce a vista d’occhio<br />

e non è facile tenere il passo con gli avvenimenti. Ci<br />

faremo perdonare e recupereremo il ritardo.<br />

Intanto è nata una nuova testata, Fashion & Models,<br />

dedicata al mondo della moda e dintorni, che già dalla<br />

sua prima uscita ha fatto registrare lusnghieri consensi;<br />

è in fase di uscita anche la rivista Ouroboros, il trimestrale<br />

di studi tradizionali entrato a far parte da diversi<br />

mesi del settore stampa di <strong>Orizzonte</strong> Group.<br />

Si è poi concluso il Corso di Portamento riservato<br />

ai Nuovi Volti 2014 ed è in fase di avanzata preparazione<br />

lo shooting finale, previsto con una formula<br />

assolutamente nuova e accattivante. Frattanto partirà<br />

nei prossimi giorni il casting per i Nuovi Volti <strong>2015</strong>,<br />

che si preannuncia laborioso per la qualità e l’elevato<br />

numero di partecipanti.<br />

Intanto cresce la Rete <strong>Orizzonte</strong>: quattro regioni<br />

sono già state coperte con la costituzione di responsabili<br />

regionali, mentre per altre quattro i rapporti sono<br />

in fase conclusiva. L’obiettivo è naturalmente quello di<br />

costituire un network nazionale rivolto al mondo della<br />

moda, della comunicazione e dello shopping.<br />

Un bel po’ di attività per poco più di un anno di vita!<br />

Franco Ardito<br />

Gli articoli sulle Aspiranti Modelle<br />

continuano su<br />

<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong><br />

Mensile di attualità e cultura<br />

Anno 2 n. 5 - <strong>Maggio</strong> <strong>2015</strong><br />

Reg. trib. di Bari <strong>n°</strong> 19/2014<br />

Franco Ardito<br />

Direttore Responsabile<br />

Angelo Ferri<br />

Direttore Editoriale<br />

Redazione<br />

via dei Mille, 50/A - 70126 Bari (BA)<br />

tel.: 080 9697552<br />

e-mail: direzione@orizzontemagazine.it<br />

www.orizzontemagazine.it<br />

La collaborazione avviene su invito.<br />

Articoli e materiali non si restituiscono.<br />

La Direzione si riserva di adattare<br />

testi, illustrazioni e fotografie alle<br />

esigenze della pubblicazione.<br />

Articoli e immagini vanno inviati per<br />

e-mail a:articoli@orizzontemagazine.<br />

it Gli articoli dovranno pervenire in<br />

formato doc o docx e le immagini in<br />

formato jpeg, con una risoluzione<br />

non inferiore a 300 ppi.<br />

4 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong><br />

<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 5


di Maurizio Chionno<br />

L’ISOLA TIBERINA<br />

TRA MITO E REALTA’<br />

di Sabrina Rosa<br />

P<br />

er chi arriva da Viale<br />

Trastevere, l’isola<br />

Tiberina appare a<br />

destra della propria<br />

visuale, al centro del Tevere, con<br />

tutta la sua imponenza e suggestività,<br />

a dividere in due il letto del<br />

fiume, che da una parte continua<br />

così la sua corsa placida e tranquilla<br />

e dall’altra, invece, procede<br />

prepotente ed arrogante, trascinando<br />

con sé tutto ciò che incontra<br />

nel proprio incedere.<br />

L’ospedale Fatebenefratelli, che<br />

domina la punta estrema dell’area,<br />

appollaiato su quegli argini,<br />

che tante volte hanno destato<br />

preoccupazione quando la pioggia<br />

veniva giù insistentemente,<br />

troneggia e sembra un po’ farla<br />

da padrone. Ma poi, avvicinandosi<br />

sempre più fino ad entrare all’interno<br />

dell’isola stessa, si scoprono<br />

meraviglie spesso dimenticate<br />

anche dai cittadini romani.<br />

Rispetto all’origine dell’isola Tiberina<br />

sono molteplici le leggende<br />

nate nel corso dei secoli. Qualcuno,<br />

infatti, l’ha voluta sorta da un<br />

accumulo di covoni di grano, che<br />

sarebbero stati gettati in questa<br />

sede, in occasione della cacciata<br />

dei Tarquini, dagli stessi Romani,<br />

per festeggiare la liberazione dalla<br />

tirannia di Tarquinio Il Superbo.<br />

Un’immagine probabilmente suggestiva,<br />

ma che poco o nulla ha<br />

a che fare con la possibile realtà,<br />

così come hanno dimostrato<br />

alcuni studi condotti nell’Ottocento,<br />

quando, in occasione di<br />

un lavoro di restauro della zona,<br />

è stata piuttosto evidenziata una<br />

probabile origine vulcanica dell’isola.<br />

Così, su un primordiale accumulo<br />

di roccia vulcanica, si sarebbero<br />

poi depositati altri massi,<br />

altra terra e quant’altro ancora le<br />

continue alluvioni hanno portato<br />

in questa parte di Tevere, dove,<br />

ancora oggi, la corrente dell’acqua<br />

è forte e decisa.<br />

Un’altra leggenda, narrata da Livio,<br />

ancora identifica l’isola Tiberina<br />

con la sede del dio della<br />

medicina Esculapio (l’Asclepio<br />

greco). Infatti, secondo un mito,<br />

6 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong><br />

<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 7


nel 291 a. C. una nave avrebbe<br />

abbandonato Roma, a seguito<br />

di un’imponente epidemia che<br />

aveva colpito la popolazione,<br />

alla volta di Epidauro, per chiedere<br />

proprio al dio Esculapio di<br />

far sparire la pestilenza. Mentre,<br />

però, si stavano svolgendo i riti<br />

propiziatori, sarebbe apparso dal<br />

tempio della divinità un enorme<br />

serpente, che avrebbe raggiunto<br />

immediatamente la nave romana<br />

e, con questa, avrebbe viaggiato<br />

fino a Roma. Navigando il Tevere,<br />

in prossimità dell’isola Tiberina, il<br />

serpente si sarebbe gettato nelle<br />

acque e avrebbe nuotato fino<br />

alla terraferma, indicando così<br />

quale sua sede preferita proprio<br />

quest’isola, dove i Romani eressero,<br />

nel 289 a.C. un tempio a lui<br />

dedicato.<br />

Il tempio, sui cui resti oggi sorge<br />

la chiesa di San Bartolomeo, era a<br />

tutti gli effetti un ospedale, come<br />

testimoniano ex voto e iscrizioni<br />

di epoca romana lasciati in sede<br />

da persone curate e guarite al<br />

suo interno. L’acqua, vicina grazie<br />

alla presenza del Tevere, ha da<br />

sempre rappresentato un elemento<br />

fondamentale nel funzionamento<br />

di questo nosocomio,<br />

come ricorda Pompeo Festo, così<br />

nel corso dei secoli non si è più<br />

persa la tradizione di avere uno<br />

spazio dedicato alla cura dei malati<br />

proprio sull’isola.<br />

Isola che presenta, dall’alto, una<br />

forma di nave trireme, dotata di<br />

poppa e di prua; per questo suo<br />

particolare aspetto si decise di<br />

dotarla anche di un albero maestro,<br />

che inizialmente era rappresentato<br />

da un obelisco, sostituito<br />

poi, successivamente all’avvento<br />

del Cristianesimo, da una colonna<br />

con una croce. Su quest’ultima, fino<br />

al 1870, veniva appesa una tabella<br />

che riportava i nomi di coloro<br />

che non prendevano parte alla<br />

Messa pasquale; tale tradizione le<br />

valse il nome di “colonna infame”.<br />

Oggi all’isola Tiberina è possibile<br />

accedere attraverso due ponti,<br />

un tempo di legno: a sinistra si<br />

trova il ponte più antico, il Ponte<br />

Fabricio, preceduto dalla Torre<br />

Caetani, detto anche Ponte dei<br />

Giudei a causa della sua vicinanza<br />

geografica con la zona del Ghetto.<br />

A questo ponte è legata una<br />

leggenda sanguinosa che vede<br />

nelle doppie Erme della struttura<br />

le teste dei quattro architetti, ai<br />

quali Papa Sisto V aveva affidato<br />

i lavori di restauro della zona e<br />

che, alla fine della loro missione,<br />

sarebbero stati decapitati, perché<br />

entrati in contrasto con il Pontefice.<br />

Si tratta ovviamente di una<br />

leggenda, nata verosimilmente<br />

dalla nomea di “tagliatore di teste”<br />

legata alla figura di questo<br />

Papa, anche perché le teste visibili<br />

sono in realtà otto, .<br />

A destra c’è, invece, Ponte Cestio,<br />

fatto edificare da Lucio Cestio<br />

nel 46 a. C.e distrutto in più<br />

occasioni dalla piena del fiume.<br />

Una volta arrivati sull’isola è possibile<br />

visitare la chiesa di San Bartolomeo,<br />

dalla facciata barocca,<br />

costruita intorno all’anno Mille<br />

per volere di Ottone III e inizialmente<br />

dedicata a S. Adalberto.<br />

Accanto ad essa si può vedere<br />

anche un’altra struttura religiosa,<br />

la chiesa di San Giovanni Calabita,<br />

sulla cui facciata è presente una<br />

copia dell’affresco della Madonna<br />

della Lampada, così chiamata perché,<br />

in occasioni di una delle numerose<br />

piene del fiume, la lampada<br />

cadde in acqua, ma continuò a<br />

rimanere accesa.<br />

La tradizione del legame dell’isola<br />

Tiberina con la medicina, così come<br />

precedentemente ricordato,<br />

viene mantenuta dalla presenza<br />

dell’ospedale Fatebenefratelli, che<br />

nasce in epoca medioevale come<br />

xenodochio specializzato nell’accoglienza<br />

di poveri, malati e pellegrini,<br />

e che oggi è, a tutti gli effetti,<br />

una vera e propria struttura ospedaliera,<br />

gestita dai frati della congregazione<br />

di San Giovanni di Dio.<br />

Un’ultima curiosità per chi decidesse<br />

di visitare quest’area tra le<br />

due rive del Tevere: qui è ancora<br />

possibile mangiare nella Trattoria<br />

della Sora Lella, famosa sorella di<br />

Aldo Fabrizi, che da sempre ha<br />

vissuto con intensità la sua passione<br />

per la cucina romana.<br />

Da giugno a settembre l’isola<br />

Tiberina diventa una delle aree<br />

portanti dell’Estate Romana. Infatti<br />

accoglie non solo manifestazioni<br />

ed eventi legati al mondo<br />

del cinema, ma ospita ogni sera,<br />

lungo le sue strade e sulle sponde<br />

del lungofiume, locali e spazi<br />

attrezzati per concerti, spettacoli<br />

teatrali e molto altro ancora.<br />

Tutta l’area si illumina allora ogni<br />

sera di colori e suoni diversi, regalando,<br />

a chi si trova ad ammirarla<br />

dall’alto di Ponte Garibaldi,<br />

uno spettacolo davvero suggestivo,<br />

che consente di definirne<br />

margini e contorni in tutto il loro<br />

splendore.<br />

I resti delle antiche colonne riportano<br />

improvvisamente indietro<br />

di secoli il meravigliato spettatore,<br />

a quando Roma era uno<br />

degli epicentri della civiltà mondiale.<br />

Per un istante ci si sente,<br />

così, parte di una storia eterna,<br />

che ha visto questa città protagonista.<br />

Poi la magia scompare, i<br />

rumori delle auto e dei clacson<br />

tornano a dominare la scena, lo<br />

stridio del tram n.8, che corre sui<br />

binari, interrompe bruscamente il<br />

sogno di un’epoca passata, che ha<br />

perso gran parte dei propri fasti<br />

nei secoli.<br />

Rimane il Tevere, col dolce cullare<br />

delle sue acque, che nell’oscurità<br />

delle prime luci della sera<br />

non sembrano poi neanche così<br />

torbide, a riproporre un pizzico<br />

di quella antica magia che è ancora<br />

possibile scorgere in qualche<br />

angolo di questa città.<br />

8 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong><br />

<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 9


Jean Baptiste Camille Corot, Paesaggio.<br />

Olio su tela, cm 15,2 x 18,2<br />

mostra a pavia della<br />

JOHANNESBURG ART GALLERY<br />

esposti OLTRE SESSANTA CAPOLAVORI<br />

di Fabrizio Capra<br />

Ora o mai più…<br />

Fino al 19 giugno le<br />

Scuderie del Castello<br />

Visconteo di Pavia<br />

ospitano la mostra “Capolavori<br />

della Johannesburg Art Gallery. Da<br />

Degas a Picasso” le cui opere, terminata<br />

l’esposizione pavese, torneranno<br />

nella loro sede storica in<br />

Sud Africa.<br />

La mostra è ideata, prodotta,<br />

organizzata da ViDi, in collaborazione<br />

con il Comune di Pavia<br />

e la Johannesburg Art Gallery,<br />

ed è realizzata con la consulenza<br />

scientifica di Simona Bartolena.<br />

Le “Scuderie” ospitano oltre sessanta<br />

capolavori - olii, acquerelli e<br />

grafiche - realizzati dai più famosi<br />

protagonisti della scena artistica internazionale<br />

del XIX e XX secolo:<br />

Edgar Degas, Jean Baptiste Corot,<br />

Paul Gauguin, Vincent Van Gogh,<br />

Pablo Picasso, Paul Signac, Alma-<br />

Tadema, Andy Warhol, Dante<br />

Gabriel Rossetti, Antonio Mancini,<br />

Francis Bacon, Roy Lichtenstein,<br />

Toulouse Lautrec e molti altri.<br />

La mostra rappresenta un’occasione<br />

unica per vedere da vicino<br />

queste opere, normalmente<br />

ospitate dalla galleria sudafricana,<br />

aperta al pubblico dal 1910 e che<br />

custodisce una collezione di altissima<br />

qualità.<br />

Il percorso si presenta diviso in<br />

sezioni cronologiche e tematiche,<br />

per condurre i visitatori in un<br />

viaggio nella storia dell’arte, dalla<br />

metà del XIX secolo fino al secondo<br />

‘900, attraverso le opere<br />

di artisti che spaziano dall’Europa<br />

agli Stati Uniti, al Sud Africa; un<br />

itinerario che si muove tra momenti<br />

storici, luoghi e linguaggi<br />

artistici diversi.<br />

S’inizia con “Lady Philips”, dipinto<br />

di Antonio Mancini che ritrae colei<br />

che, all’età di 46 anni, fortemente<br />

volle la Gallery sudafricana.<br />

A seguire, la prima sezione è<br />

dedicata ai maestri inglesi del XIX<br />

secolo: dal periodo romantico<br />

rappresentato dall’acquerello di<br />

Turner “Hammerstein sotto Andernach”<br />

(1817) fino al periodo<br />

vittoriano, con capolavori del<br />

calibro di “Regina Cordium” (1860)<br />

di Dante Gabriel Rossetti e “La<br />

morte del primogenito” (1858) di<br />

Sir Lawrence Alma-Tadema.<br />

Nella seconda sala il visitatore vede<br />

proposta un’interessante panoramica<br />

sulla scena francese: dai lavori<br />

di Courbet e Corot alle ballerine<br />

di Degas, mentre a raccontare il<br />

passaggio tra ‘800 e ’900 si ammirano<br />

opere che portano la firma<br />

di grandi nomi della scena europea,<br />

da Signac a Toulouse-Lautrec, da<br />

Bonnard a Cézanne, Gauguin<br />

e Van Gogh.<br />

Protagoniste della sezione dedicata<br />

al XX secolo sono le opere<br />

che vanno dalle Avanguardie storiche<br />

- Picasso e Modigliani - fino<br />

agli ultimi decenni del ‘900 - Bacon,<br />

Wharol, Lichtenstein.<br />

Infine la mostra si chiude con un<br />

omaggio alla scena artistica sudafricana<br />

del Novecento, una realtà<br />

artistica poco conosciuta e perciò<br />

un’occasione rara per scoprire<br />

opere d’importanti artisti quali<br />

Irma Stern, Maggie Laubser, George<br />

Pemba, Selby Mvusi e Maude<br />

Sumner.<br />

Gli ampi spazi, la giusta disposizione<br />

delle opere, la loro<br />

illuminazione, le sobrie descrizioni<br />

che introducono argomenti e<br />

quadri, l’allestimento ben curato<br />

sono gli ingredienti giusti che consentono<br />

di apprezzare al meglio i<br />

lavori esposti.<br />

La mostra in corso presso le<br />

Scuderie del Castello Visconteo<br />

di Pavia rappresenta uno spaccato<br />

particolarmente interessante<br />

della pittura tra il XIX e il XX secolo,<br />

che rende la manifestazione<br />

un imperdibile appuntamento<br />

culturale. Al fine di approfondire<br />

le tematiche della mostra, durante<br />

tutto il periodo dell’esposizione<br />

vengono organizzate attività<br />

didattiche e visite guidate sia per<br />

bambini che per adulti.<br />

10 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong><br />

<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 11


Johannesburg Art Gallery<br />

Principale protagonista della nascita e della<br />

formazione della collezione museale fu Lady<br />

Florence Phillips, moglie del magnate dell’industria<br />

mineraria Sir Lionel Phillips. Donna<br />

dal grande fascino, a sua volta collezionista,<br />

convinta che la sua città dovesse avere un<br />

museo d’arte, persuase il marito e alcuni magnati<br />

dell’industria a investire nel progetto.<br />

Determinata a portare avanti la sua idea,<br />

Lady Phillips vendette un diamante azzurro<br />

regalatole dal marito per acquistare i primi<br />

lavori. Hugh Lane, altra grande personalità<br />

della scena culturale anglosassone, la aiutò<br />

nell’impresa, suggerendole possibili acquisizioni.<br />

Sin dalla sua apertura il museo presenta una<br />

selezione di opere di straordinaria qualità e<br />

modernità, un nucleo arricchitosi poi negli<br />

anni grazie a nuove acquisizioni e donazioni.<br />

Nelle foto (da sinistra a destra e dall’alto in basso):<br />

Antonio Mancini, Lady Phillips, 1909. Olio su tela, cm 90,1 x 76,5<br />

Lawrence Alma-Tadema, La morte del Primogenito, 1858.<br />

Olio su tela, cm 68,4 x 86,8<br />

Dante Gabriel Rossetti, Regina Cordium, 1860. Olio su tela, cm 25,4 x 20,3<br />

Paul Cézanne, Bagnanti, 1898. Litografia a colori, cm 42,5 x 64,5<br />

Pierre Bonnard, Tramonto primaverile, 1909. Olio su tela, cm 59,2 x 62,2<br />

Gustave Courbet, La scogliera a Etretat, 1869. Olio su tela, cm 63 x 76<br />

Maurice De Vlaminck, Inondazioni, 1935. Olio su tela, cm 73,3 x 92,2<br />

© Maurice De Vlaminck by SIAE <strong>2015</strong><br />

Jean Baptiste Camille Corot, Paesaggio. Olio su tela, cm 15,2 x 18,2<br />

Tutte le opere provengono dalla Johannesburg Art Gallery di Johannesburg<br />

Scheda tecnica della mostra<br />

Titolo: Capolavori della Johannesburg Art<br />

Gallery - Da Degas a Picasso<br />

fino al 19 luglio <strong>2015</strong><br />

Sede: Scuderie del Castello Visconteo - Viale<br />

XI Febbraio 35 - Pavia<br />

Orari: dal lunedì al venerdì 10,00-19,00 -<br />

giovedì 10,00-22,00 - sabato, domenica e festivi<br />

10,00-20,00 (la biglietteria chiude un’ora<br />

prima).<br />

Prezzi: (audioguida compresa nel prezzo)<br />

intero euro 12,00 - ridotto euro 10,00 (over<br />

65 anni, ragazzi dai 13 a 18 anni, gruppi min<br />

15 max 30 persone, soci Touring Club Italiano<br />

muniti di tessera in corso di validità, iscritti FAI<br />

muniti di tessera in corso di validità) - ridotto<br />

speciale euro 9,00 (studenti dell’Università<br />

di Pavia muniti della propria Ateneo Card<br />

o del documento d’iscrizione all’Università,<br />

possessori della My Museum Card) - scuole e<br />

bambini dai sei anni euro 5,00 - con il biglietto<br />

della mostra ingresso ridotto ai Musei Civici<br />

di Pavia<br />

Prevendita biglietti: www.vivaticket.it<br />

Ideazione, produzione e organizzazione: Vi-<br />

Di, in collaborazione con: Comune di Pavia,<br />

Associazione Pavia Città Internazionale dei<br />

Saperi e Johannesburg Art Gallery<br />

Patrocinio del Consolato Generale del Sudafrica<br />

- Milano<br />

Consulenza scientifica di Simona Bartolena<br />

Catalogo: Skira<br />

Laboratori gratuiti per famiglie: sul sito il programma<br />

e il calendario completo<br />

Informazioni e prenotazioni: www.scuderiepavia.com<br />

- info@scuderiepavia.com -<br />

038233676 - 0236638601<br />

12 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong><br />

<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 13


CASTING E SELEZIONI <strong>2015</strong><br />

www.orizzontemodelagency.it<br />

<strong>Orizzonte</strong> Model Agency, struttura<br />

professionale rivolta al mondo<br />

della moda, riparte con le<br />

selezioni per arricchire il proprio<br />

catalogo professionale e coprire<br />

le diverse esigenze del settore.<br />

Dopo l’ottimo risultato riscontrato<br />

lo scorso anno, promuove<br />

nuovamente il suo progetto<br />

NUOVI VOLTI ALL’O-<br />

RIZZONTE, nato<br />

nei primi mesi<br />

del 2014 e rivolto<br />

a ragazze e ragazzi<br />

che vogliono affacciarsi<br />

al mondo della<br />

moda come indossatrici,<br />

fotomodelle/i,<br />

ragazze/i immagine per<br />

pubblicità, cataloghi e<br />

progetti fotografici.<br />

Nella prima edizione<br />

del 2014 sono stati<br />

selezionati otto<br />

nuovi volti, (Erika<br />

da Silva, Miriana<br />

Giustolisi,<br />

Hugo Ferreira,<br />

Valentina Mecca,<br />

Eleonora<br />

Marziello, Lorenzo<br />

Laraspata,<br />

Maria Colucci e<br />

Gema Bercelò)<br />

che, prima<br />

di essere proposti ad aziende e<br />

case di moda, parteciperanno<br />

gratuitamente a un Corso di Portamento<br />

da noi organizzato presso<br />

la nostra sede.<br />

Il Corso, che per i non selezionati<br />

o per altri partecipanti è a pagamento,<br />

ha lo scopo di completare<br />

la formazione dei partecipanti<br />

per metterli in grado di presentarsi<br />

alle aziende col massimo<br />

della qualità e professionalità.<br />

La seconda edizione di NUOVI<br />

VOLTI ALL’ORIZZONTE seguirà<br />

le stesse procedure del precedente:<br />

tutti coloro che vorranno<br />

partecipare alle selezioni dovranno<br />

registrarsi sul sito www.orizzontemagazine.it/partecipa,<br />

compilando tutti i campi<br />

obbligatori. Verranno<br />

quindi contattati per<br />

un incontro conoscitivo<br />

e per gli<br />

scatti di prova<br />

in sede o in<br />

esterna.<br />

14 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong><br />

<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 15


glia” e con una voce “nera” merita<br />

quindi grandissima attenzione.<br />

Proprio per questo abbiamo voluto<br />

incontrare Savio Vurchio,<br />

un’autentica voce soul di origini<br />

andriesi, che si è reso disponibile<br />

ad una chiacchierata amichevole.<br />

Lo scopo è quello di conoscere<br />

un po’ meglio un musicista che,<br />

iniziando il suo percorso musicale<br />

dalla Puglia, è riuscito a raggiungere<br />

importanti traguardi internazionali.<br />

UN SOUL MAN<br />

MADE IN PUGLIA<br />

- Chi è realmente Savio Vurchio?<br />

Me lo sto ancora chiedendo… potrei<br />

dire che sono sempre alla ricerca<br />

di capire realmente chi sono;<br />

comunque sono un cantante “soul”<br />

e sento di avere tante anime musicali<br />

che in realtà, a 46 anni, cerco<br />

costantemente di farle confluire in<br />

un’unica direzione.<br />

co e convinto a cantare. Erano gli<br />

anni ’90; da quella sera è iniziata<br />

la mia carriera di cantante. La mia<br />

esibizione, infatti, ebbe successo e il<br />

proprietario del locale mi chiese immediatamente<br />

di fare serate come<br />

cantante.<br />

A quel tempo non immaginavo che<br />

nel giro di 5 anni avrei partecipato<br />

al programma televisivo di Canale<br />

5 “Re per una notte”, iniziando di<br />

fatto la mia carriera di cantante<br />

professionista.<br />

Da allora concerti, serate ed eventi<br />

mi hanno portato a collaborare<br />

con orchestre e band di importanza<br />

internazionale, ad esibirmi con artisti<br />

del calibro di Tullio de Piscopo,<br />

Mark Murphy, Tony Esposito, Luiz<br />

Enriques, Dionne Warwick, Tania<br />

Intervista col Cantante Savio Vurchio<br />

di Sabino Martemucci<br />

C<br />

he soul, r&b, funk e<br />

jazz non siano generi<br />

prettamente provenienti<br />

dal bel paese<br />

è noto in tutto il mondo; questi<br />

stili musicali trovano protagonisti<br />

grandissimi artisti che hanno<br />

scritto la storia della musica e<br />

che hanno una estrazione e discendenza<br />

americana, inglese e<br />

africana.<br />

Beh, non è molto comune trovare<br />

in Italia, e in particolare in<br />

Puglia, artisti che si contraddidi<br />

Fabrizio Capra<br />

stinguono in questi stili e ne siano<br />

rappresentanti eccelsi nel<br />

panorama internazionale; quando<br />

questo accade fa un certo effetto,<br />

desta interesse e curiosità ma<br />

soprattutto inorgoglisce il nostro<br />

“tacco d’Italia”.<br />

Quindi vediamo la Puglia diventare<br />

una regione conosciuta non<br />

solo per le bellezze monumentali,<br />

paesaggistiche e turistiche, ma<br />

anche una culla culturale e musicale<br />

che si mette in evidenza nel<br />

mondo. Un artista “made in Pu-<br />

- Come ha iniziato ad amare la<br />

musica?<br />

La musica è stata sempre presente<br />

nella mia famiglia, e lo è tuttora,<br />

dato che in famiglia ci sono altri<br />

musicisti. Per quanto ricordo la passione<br />

mi è sbocciata a 5 anni, quando<br />

ricevetti dai miei genitori uno dei<br />

regali più belli della mia vita: una<br />

batteria.<br />

- E il suo percorso in seguito?<br />

Ho iniziato suonando la batteria e<br />

le percussioni; in seguito il mio interesse<br />

si è orientato verso i ritmi sud<br />

americani. Fino a quando una sera,<br />

cenando in un locale col gruppo<br />

che si esibiva quella sera, tutti amici<br />

naturalmente, fui trascinato sul pal-<br />

16 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong><br />

<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 17


Michel e molti altri big del panorama<br />

musicale internazionale.<br />

Ho partecipato a “The Voice”, il format<br />

musicale in onda sulla RAI; ho<br />

conosciuto, diventandone amico, artisti<br />

come Mario Biondi, Piero Pelù,<br />

Roy Paci…<br />

Attualmente, fra concerti e serate,<br />

ho un’intensa attività artistica, anche<br />

se a volte mi piace partecipare<br />

come special guest a qualche matrimonio,<br />

non tanto per l’aspetto<br />

economico quanto per la popolarità<br />

e per l’affetto che se ne ricava, da<br />

parte di chi ti chiama a sottolineare<br />

uno dei giorni più belli della sua<br />

vita. Questa per me è una grande<br />

soddisfazione.<br />

- Cosa le suscita la sua arte?<br />

L’emozione per la musica, la collaborazione<br />

con i colleghi, la fusione<br />

dei generi musicali, l’aria che si<br />

respira quando si vivono pezzi di<br />

vita con gente che la pensa come<br />

te, che ti stima e ti apprezza per<br />

quelle emozioni che contribuisci a<br />

sprigionare in certi momenti.<br />

- Cosa pensa della situazione musicale<br />

in italia?<br />

Direi che in Italia, purtroppo, non<br />

c’è una vera e propria “situazione”<br />

musicale; nel pop, per esempio, tra i<br />

cantanti più conosciuti, quelli di moda,<br />

i più commerciali e quelli che<br />

provengono dai talent non vedo una<br />

grande differenza musicale; li vedo<br />

tutti uguali, senza personalità.<br />

- E della situazione musicale in<br />

Puglia?<br />

In Puglia ci sono grandissimi talenti;<br />

sarà per il clima, sarà un fatto genetico,<br />

sarà la posizione geografica<br />

che si affaccia sulle diverse culture<br />

del mediterraneo… Sono convinto<br />

che tutto questo influisca molto<br />

sulla nostra anima, sulla nostra<br />

musicalità e sulla voglia di aprirci al<br />

mondo e ad un linguaggio musicale<br />

che unisca le diverse culture.<br />

- Quali sono i suoi artisti preferiti<br />

e quelli a cui si ispira?<br />

Al primo posto metterei chi mi ha<br />

ispirato maggiormente e tuttora<br />

continua a farlo, il grande Pino Daniele.<br />

Il suo genere musicale è un<br />

mix perfetto di tradizione napoletana,<br />

blues, funky e ritmi sudamericani,<br />

un genere semplicemente meraviglioso<br />

e originale che ha ispirato<br />

molti altri musicisti.<br />

Fra i miei miti, comunque, ci sono<br />

anche Steve Wonder, Luther<br />

Vandross, Donny Hataway e i<br />

vari gruppi inglesi, dai Beatles ai<br />

Queen, senza dimenticare la grande<br />

scuola dei cantautori genovesi,<br />

primo fra tutti il grandissimo Fabrizio<br />

de Andrè.<br />

- Quali sono i suoi progetti futuri?<br />

Sto impostando un progetto sui<br />

“classici napoletani”, dalle villanelle<br />

del ‘600 alle canzoni dei giorni nostri;<br />

uno spettacolo musical/teatrale<br />

che comporterà diverse collaborazioni<br />

con artisti importanti, di generi<br />

differenti, che saranno invitati<br />

ad intervenire in questa situazione.<br />

Un altro importante progetto e<br />

il tributo a Burt Bacharach, e poi<br />

collaborazioni con Tony Esposito,<br />

Mario Biondi… insomma ci sono<br />

diverse idee che fermentano.<br />

- Per concludere, a chi dedica le<br />

sue emozioni?<br />

Cerco sempre di condividerle con<br />

il pubblico che mi ascolta; nei talent<br />

insegnano che non bisogna mai<br />

chiudere gli occhi, io a volte lo faccio,<br />

mi assento ed egoisticamente<br />

queste emozioni prendono il sopravvento,<br />

allora le dedico anche a<br />

me stesso.<br />

Sant’agostino diceva ”chi canta prega<br />

sempre due volte”; fra qualche<br />

anno potrei magari aspirare lla carriera<br />

ecclesiastica…<br />

Su questa battuta si conclude<br />

l’intervista; quello che ne è<br />

emerso è il ritratto auentico, informale,<br />

lontano dalle oleografie<br />

e dai riflettori, di un soul man<br />

dalla voce “nera”, partito dalla<br />

Puglia verso importanti traguardi<br />

internazionali.<br />

18 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong><br />

<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 19


pareidolia:<br />

le immagini illusorie<br />

di Donato Raspatelli<br />

I<br />

n questi mesi passati insieme<br />

sulle pagine di questa<br />

rivista, abbiamo analizzato<br />

alcune indagini svolte sul<br />

campo, esaminando le situazioni<br />

che si sono verificate; abbiamo<br />

così potuto individuare un fattore<br />

specifico: la cosiddetta “anomalia”,<br />

ovvero un evento straordinario<br />

e spesso inspiegabile.<br />

Oggi analizzeremo un’altra situazione<br />

da tener presente quando<br />

s’intende effettuare un’analisi precisa<br />

e con metodo scientifico di<br />

un’indagine paranormale. Parliamo<br />

dei fattori ingannevoli.<br />

Il nostro cervello analizza continuamente<br />

enormi quantità di dati<br />

che gli giungono attraverso le percezioni<br />

sensoriali; in questa analisi<br />

può talvolta interpretare erroneamente<br />

alcuni dati, traendoci in<br />

inganno e mostrandoci immagini<br />

che non esistono, costruite attraverso<br />

l’immaginazione.<br />

Questo fattore visivo si chiama<br />

Pareidolia e rappresenta uno degli<br />

errori più comuni che il ricercatore<br />

del paranormale deve assolutamente<br />

evitare.<br />

La Pareidolia (dal greco παρa<br />

- parà - “simile” e eiδωλον - èidolon<br />

- “immagine”) è un meccanismo<br />

subcosciente del cervello<br />

che ci induce a trovare forme e<br />

figure a noi note in immagini disordinate,<br />

macchie e colori percepiti<br />

dall’occhio.<br />

In particolare questo processo<br />

porta ad individuare in queste macchie<br />

volti umani o figure di animali;<br />

l’esempio più classico è quello di<br />

riconoscere e associare alle nuvole<br />

immagini e forme conosciute.<br />

Naturalmente questo meccanismo<br />

può essere largamente<br />

fuorviante per chi, alla ricerca di<br />

fenomeni di natura paranormale,<br />

rischia di scorgere nelle immagini,<br />

già poco definite perchè ottenute<br />

al buio, sagome antropomorfe<br />

che in realtà non esistono.<br />

D’altra parte il fenomeno è di difficile<br />

lettura, in quanto appartiene al<br />

nostro essere profondo; secondo<br />

diversi e accreditati studi pare infatti<br />

che la pareidolia fosse necessaria<br />

all’uomo primitivo per individuare<br />

le sagome di aggressori nascosti, e<br />

comunque di pericoli, anche in si-<br />

20 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong><br />

<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 21


tuazioni al limite della visibilità.<br />

Noi ricercatori del paranormale<br />

spesso riferiamo alla pareidolia<br />

la spiegazione dei fenomeni visivi<br />

inusuali ai quali siamo sottoposti<br />

in sessione di analisi dei dati. Numerose<br />

segnalazioni di foto sono<br />

spesso lampanti pareidolismi, ma<br />

altre volte capitano immagini capaci<br />

di insinuare il dubbio.<br />

E’ il caso della strana storia della<br />

casa di Bélmez, nella provincia<br />

spagnola di Jaén, la cui proprietaria<br />

contattò il SEIP (la società<br />

spagnola per gli accertamenti sul<br />

paranormale) per indagare sullo<br />

strano fenomeno che aveva luogo<br />

in casa sua.<br />

Sul pavimento dell’abitazione i ricercatori<br />

rinvennero dei volti che,<br />

stando alla loro analisi, non erano<br />

stati disegnati da mano umana.<br />

Quando la proprietaria provò a<br />

coprirli con uno strato di cemento,<br />

i volti incredibilmente ricomparvero.<br />

Il fenomeno fece molto<br />

scalpore e i media ne fecero subito<br />

un caso, attirando l’attenzione<br />

del pubblico, alcuni gridarono al<br />

falso, ma ancora oggi il caso della<br />

casa di Bélmez rimane irrisolto e<br />

confuso. Tuttavia ancor oggi nessuno<br />

è in grado di dire con certezza<br />

se quei volti fossero solo<br />

macchie pareidoliche o davvero<br />

uno dei fenomeni paranormali<br />

più inspiegabili di sempre.<br />

Studio Vangi<br />

commercialisti in Modugno<br />

via S. Teresa, 14 - 70026 Modugno (BA)<br />

www.studiovangi.it<br />

22 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong><br />

<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 23


articolo tratto<br />

dalla rivista “ouroboros”<br />

gli allucinogeni<br />

nelle tradizioni<br />

iniziatiche<br />

sione e ai denari profusi da Wasson<br />

che molti aspetti di questo<br />

argomento oggi non sono più un<br />

mistero. Gordon Wasson era un<br />

ricco banchiere americano, etnomicologo<br />

per passione.<br />

Le sue prime ricerche iniziarono<br />

in collaborazione con la moglie,<br />

una pediatra di origine russa, durante<br />

il loro viaggio di nozze nel<br />

1927. Si trattava di studi comparativi<br />

tra l’uso dei funghi nella tradizione<br />

russa e in quella americana<br />

(Mushrooms, Russia and History).<br />

Successivamente Wasson proseguì<br />

gli studi in Messico, dove riuscì<br />

eccezionalmente ad essere il<br />

primo occidentale ammesso ad<br />

assistere ad una cerimonia sacra<br />

segreta in Sierra Mazateca. Fu così<br />

che, nel 1957, descrisse per la<br />

prima volta, in uno storico articolo<br />

sulla rivista Life, le antichissime<br />

cerimonie in cui veniva consumata<br />

Psylocibe, il fungo sacro (Seeking<br />

the Magic Mushroom).<br />

“Fu come se i muri della nostra casa<br />

si fossero dissolti e il mio spirito<br />

volato in alto, e io mi trovavo sospeso<br />

a mezz’aria. Sentii che ora stavo<br />

vedendo… Vedevo gli archetipi, le<br />

idee platoniche che sono alla base<br />

delle imperfette immagini della redi<br />

Paolo Maggi<br />

Nell’immagine:<br />

Hieronymus Bosch:<br />

Trittico delle tentazioni - Il mago.<br />

L<br />

uso di sostanze psicoattive<br />

e allucinogene<br />

di origine vegetale nelle<br />

tradizioni iniziatiche<br />

dell’antichità è antichissimo, ma è<br />

anche diffuso in aree geografiche<br />

a volte lontanissime tra loro e<br />

senza apparenti contatti culturali<br />

come dimostrano i ritrovamenti<br />

di statuette maya e azteche raffiguranti<br />

figure totemiche, umane<br />

o animali, sormontate da un’ampia<br />

cappella di fungo, risalenti in<br />

alcuni casi a 3000 anni fa. Le stesse<br />

inquietanti raffigurazioni di uomini<br />

dalla testa a forma di fungo<br />

rilevate nel parco della Valcamonica,<br />

e collocabili tra il 3500 a.C. e<br />

il Medioevo, potrebbero essere la<br />

rappresentazione di danze rituali<br />

eseguite sotto l’effetto di sostanze<br />

psicotrope.<br />

Pochissime sono le notizie che si<br />

riescono a ricavare dai documenti<br />

storici, per cui questo argomento<br />

è stato, per molti secoli, avvolto in<br />

una nube di mistero. I primi studi<br />

sistematici sull’uso delle sostanze<br />

psicotrope nelle cerimonie sacre<br />

furono compiuti da Wasson, Hine<br />

e Hofmann, solo nella prima metà<br />

dello scorso secolo. Per la verità è<br />

stato soprattutto grazie alla pas-<br />

24 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong><br />

<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 25


altà di ogni giorno”. Così Wasson<br />

descriveva la sua esperienza con<br />

lo Psylocibe durante la cerimonia<br />

sacra.<br />

Wasson, con l’aiuto del botanico<br />

Roger Heim, raccolse ed identificò<br />

varie specie della famiglia<br />

delle Strophariaceae e del genere<br />

Psilocybe. Identificò inoltre la<br />

Salvia divinorum, pianta psicoattiva<br />

che cresce nelle foreste della<br />

Sierra Mazateca, capace di generare<br />

effetti dissociativi e potente<br />

induttore di visioni ed altri effetti<br />

allucinogeni. Due specie di funghi,<br />

Psilocybe wassonii heim e Psilocybe<br />

wassonorum guzman, furono così<br />

denominati in onore di Wasson,<br />

Heim e Gastón Guzmán, altro<br />

protagonista degli studi condotti<br />

durante la spedizione del 1957.<br />

Wasson inoltre riuscì ad ottenere<br />

la collaborazione scientifica<br />

del farmacologo Albert Hofmann<br />

che, negli anni ’40 aveva sintetizzato<br />

l’LSD, la dietilamide<br />

dell’acido lisergico, il più<br />

potente allucinogeno<br />

conosciuto.<br />

Hofmann studiò<br />

le piante<br />

utilizzate e<br />

scoprì che<br />

contenevano<br />

sostanze attive, la<br />

psilocibina e la psilocina,<br />

alcaloidi, dalla struttura<br />

chimica e dagli effetti sul<br />

sistema nervoso analoghi a quelli<br />

dell’LDS.<br />

Successivamente Wasson iniziò<br />

a studiare documenti relativi al<br />

mitico soma, la bevanda sacra dei<br />

sacerdoti vedici. Egli ipotizzò che<br />

il soma e l’haoma, analoga bevanda<br />

della tradizione iranica, contenessero<br />

il velenosissimo fungo<br />

Amanita<br />

muscaria<br />

che, se assunto in piccole dosi,<br />

non uccide, ma possiede effetti<br />

allucinogeni. Lo studio fu pubblicato<br />

nel 1967 (Soma: Divine<br />

Mushroom of Immortality). Analogamente,<br />

nell’articolo The Road to<br />

Eleusis: Unveiling the Secret of the<br />

Mysteries (1978), scritto in collaborazione<br />

con Albert Hofmann e<br />

Carl A. P. Ruck, professore di studi<br />

sacri all’università di Boston,<br />

egli propose che lo<br />

stesso kykeon, la bevanda<br />

sacra offerta agli iniziati<br />

nel corso dei Misteri Eleusini<br />

(gli antichi culti greci in<br />

onore di Demetra e Persefone)<br />

preparata con acqua,<br />

farina d’orzo e menta,<br />

potesse contenere piccole<br />

dosi di ergot. L’ergot, o Claviceps<br />

purpurea, è un fungo<br />

microscopico che cresce sulla<br />

segale e altre graminacee.<br />

Come vedremo oltre, alcuni<br />

alcaloidi da esso prodotti,<br />

strutturalmente analoghi all’LSD,<br />

hanno proprietà allucinogene.<br />

Ma molte altre sono le tradizioni<br />

iniziatiche che hanno<br />

fatto uso di sostanze psicoattive<br />

di origine vegetale:<br />

l’Amanita muscaria era<br />

verosimilmente utilizzata<br />

anche dagli sciamani<br />

siberiani e dai<br />

vichinghi durante<br />

le loro cerimonie<br />

sacre. Bevande a base<br />

di Amanita erano probabilmente<br />

giunte sino alle popolazioni<br />

nordiche dall’Oriente. Tra<br />

le piante sacre troviamo anche la<br />

coca, nello stesso sudamerica, ma<br />

anche altre piante allucinogene<br />

come il pituri in Australia, il katt in<br />

Africa, il kawa in Oceania. E non<br />

bisogna dimenticarsi la Cannabis<br />

Indica, da cui si ottiene la marijuana<br />

e l’hashish, usata già nell’Egitto<br />

dei Faraoni, nella Cina del II<br />

millennio a. C., nell’India vedica,<br />

fra gli Assiri e, naturalmente, nella<br />

setta iniziatica degli Hashishim,<br />

guidata dal mitico Vecchio della<br />

Montagna, lo sceicco Hassan ben<br />

Sabbah.<br />

Si tratta per lo più, come abbiamo<br />

visto, di molecole che hanno<br />

una struttura analoga a quella<br />

dell’LSD. Gli effetti di tali sostanze<br />

possono essere di due tipi: da<br />

una parte allucinazioni visive, uditive<br />

e olfattive, visioni colorate<br />

e geometriche, sovreccitazione,<br />

distorsione della percezione, dilatazione<br />

della coscienza. Dall’altra,<br />

queste sostanze conferiscono un<br />

incremento apparentemente sovrannaturale<br />

della forza fisica, ma<br />

anche della vista, dell’udito, della<br />

resistenza al freddo, al calore alla<br />

fame, alla sete, al sonno e alla fatica;<br />

insomma, tutto ciò che può<br />

conferire l’illusione di un potere<br />

sovrannaturale o, in alcuni casi, di<br />

potersi trasformare in un essere<br />

diverso, come un’aquila o un lupo.<br />

Nel luglio del 2006 Roland Griffiths,<br />

un ricercatore della Johns<br />

Hopkins University di Baltimora,<br />

ha pubblicato su una rivista internazionale<br />

di psicofarmacologia i<br />

risultati di un suo studio condotto<br />

sulla somministrazione, in volontari<br />

sani, di psilocibina, l’alcaloide allucinogeno<br />

contenuto nel peyote:<br />

Pagina a fianco: Antico<br />

bicchiere maya dedicato<br />

alla bufotenina.<br />

Sotto: Statuette maya<br />

che riproducono il<br />

fungo Psylocibe.<br />

essi riferivano di avvertire, dopo<br />

l’assunzione della sostanza contenuta<br />

nella carne degli dei una sensazione<br />

di pace, una felicità intensa<br />

e un senso di unità con l’intero<br />

universo. Questa sensazione pare<br />

sia dovuta al fatto che gli alcaloidi<br />

psicoattivi hanno un’azione simile<br />

a quella della serotonina, il neurorecettore<br />

che media le vie del piacere.<br />

Il beneficio psichico ricavato<br />

dall’assunzione della psilocibina<br />

durava vari giorni e non sembrava<br />

indurre dipendenza, pertanto, i<br />

26 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong><br />

<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 27


icercatori ne ipotizzavano un uso<br />

terapeutico, a dosaggi controllati,<br />

soprattutto nel trattamento della<br />

tossicodipendenza e della dipendenza<br />

da alcool.<br />

Abbiamo visto come l’uso delle<br />

piante sacre interessi l’Oriente,<br />

l’estremo Nord dell’Europa, le<br />

Americhe dell’era precolombiana,<br />

mentre le tradizioni iniziatiche<br />

europee sono state lambite, ma<br />

mai influenzate in modo significativo<br />

dall’uso rituale di sostanze<br />

allucinogene. Certamente questo<br />

è stato in parte dovuto alla violenta<br />

censura da sempre operata<br />

dalla chiesa cattolica contro l’uso<br />

dei frutti del Giardino Magico e,<br />

forse, alle stesse peculiarità delle<br />

tradizioni iniziatiche occidentali,<br />

che si caratterizzano generalmente<br />

come un percorso interiore,<br />

un lungo processo dinamico di<br />

esplorazione e perfezionamento<br />

dell’io. In quest’ottica, l’utilizzo di<br />

una sostanza che possa determinare<br />

o agevolare il raggiungimento<br />

della conoscenza iniziatica<br />

sembra essere un’inaccettabile<br />

scorciatoia.<br />

Ma le eccezioni non sono mancate.<br />

L’uso infatti di sostanze allucinogene<br />

è stato in Europa<br />

strettamente connesso ai culti<br />

stregoneschi e demoniaci. Giambattista<br />

della Porta, nel suo Magia<br />

Naturalis, scritto nel 1589, ci<br />

racconta come le streghe usassero<br />

sostanze psicotrope con cui<br />

si ungevano ritualmente il corpo,<br />

come la mandragola, la belladonna,<br />

il giusquiamo, la cicuta e persino<br />

la bufotenina, ricavata dalle<br />

ghiandole della più comune specie<br />

di rospo, il bufo vulgaris. L’uso<br />

di queste sostanze determinava<br />

visioni erotico-magiche durante i<br />

sabba, ma anche l’illusione di poter<br />

volare o trasformarsi in uomini-lupo<br />

e in altre bestie infernali.<br />

Ma non è improbabile che alcuni<br />

presunti episodi di possessione<br />

diabolica registrati nella storia,<br />

siano stati dovuti all’ingestione di<br />

cibi a base di cereali contaminati<br />

dalla Claviceps purpurea da parte<br />

di vittime inconsapevoli. Il fungo<br />

contiene infatti molti alcaloidi del<br />

gruppo delle ergotine (tra cui lo<br />

stesso acido lisergico) che, oltre<br />

ad avere effetto vasocostrittore,<br />

determinano alterazioni del sistema<br />

nervoso centrale, agendo sui<br />

recettori della serotonina. La malattia<br />

dovuta ad intossicazione da<br />

ergot poteva infatti presentarsi in<br />

due forme: l’ergotismo convulsivo,<br />

caratterizzato da sintomi neuroconvulsivi<br />

di natura epilettica, e<br />

l’ergotismo gangrenoso, caratterizzato<br />

dalla cancrena delle estremità<br />

che poteva giungere fino alla<br />

loro mummificazione.<br />

Tra gli effetti di questa intossicazione<br />

vi erano però anche le allucinazioni.<br />

Spesso i soggetti colpiti<br />

dalla variante allucinatoria dell’ergotismo<br />

erano ritenuti degli indemoniati<br />

o dei soggetti con poteri<br />

diabolici. In particolare, diversi<br />

studiosi sono convinti che il responsabile<br />

dei presunti fenomeni<br />

di stregoneria registrati a fine<br />

seicento a Salem, negli USA, sia<br />

stato il consumo alimentare della<br />

segale cornuta, i cui alcaloidi sono<br />

peraltro resistenti anche alle alte<br />

temperature dei forni di cottura<br />

del pane. Sta di fatto che, forse<br />

a causa di una banale intossicazione,<br />

in quella cittadina ben 20<br />

persone furono condannate per<br />

stregoneria e giustiziate.<br />

Altre incursioni dei Cibi Divini nella<br />

cultura iniziatica occidentale avvengono<br />

in epoche assai più recenti:<br />

nel 1844 Thèophile Gautier fonda<br />

l’esclusivo club letterario degli<br />

Haschischins, ispirandosi all’antica<br />

tradizione degli adepti del Vecchio<br />

della Montagna. All’interno del circolo,<br />

costituito da molti cultori di<br />

esoterismo, si celebrano convegni<br />

rituali a base di cannabis e oppio.<br />

Frequentatori di questo salotto sono,<br />

fra gli altri, Victor Hugo, Gèrard<br />

de Nerval, Eugène Delacroix, Alexandre<br />

Dumas padre, Honorè de<br />

Balzac, Charles Baudelaire e altre<br />

celebrità. Nel 1904 sorge in Germania<br />

l’Ordo Templi Orientis, setta<br />

magico-iniziatica che utilizza sistematicamente<br />

durante i suoi riti sostanze<br />

allucinogene. La setta si diffonde<br />

in Europa e in America e il<br />

suo esponente più conosciuto sarà<br />

Aleister Crowley, esploratore, poeta<br />

e magista inglese che, nel 1922,<br />

ne diverrà Gran Maestro. Poco ci<br />

meraviglia il fatto che Crowley, alcuni<br />

anni dopo, svilupperà seri problemi<br />

di tossicodipendenza. Anche<br />

in Italia, nello stesso periodo c’è chi<br />

rivolge le sue attenzioni ai frutti del<br />

Giardino Magico: si tratta di Julius<br />

Evola e del Gruppo di UR, una<br />

congrega di esoteristi. Evola, nel<br />

suo saggio Sulle droghe, considera<br />

l’etere e la mescalina come acque<br />

alchemiche che avrebbero un effetto<br />

corrosivo ed eliminerebbero,<br />

secondo lui, le incrostazioni che si<br />

formano attorno all’Io. Si tratta comunque<br />

di esperienze, che hanno<br />

avuto vita breve e scarso seguito.<br />

Bibliografia:<br />

Furst, Peter T. Flesh of the Gods:<br />

The Ritual Use of Hallucinogens.<br />

1972.<br />

Riedlinger, Thomas J. The<br />

Sacred Mushroom Seeker: Essays<br />

for R. Gordon Wasson. Portland:<br />

Dioscorides Press, 1990.<br />

Wasson, R. Gordon, Stella<br />

Kramrisch, Jonathan Ott, and<br />

Carl A. P. Ruck. Persephone’s<br />

Quest: Entheogens and the<br />

Origins of Religion. New Haven:<br />

Yale University Press, 1986.<br />

Wasson, R. Gordon. The Last<br />

Meal of the Buddha. Journal of<br />

the American Oriental Society,<br />

Vol. 102, No. 4. (Oct. - Dec.,<br />

1982). p 591-603.<br />

Wasson, R. Gordon. The<br />

Wondrous Mushroom: Mycolatry<br />

in Mesoamerica. New York:<br />

McGraw-Hill, 1980.<br />

Wasson, R. Gordon, et al. The<br />

Road to Eleusis: Unveiling the<br />

Secret of the Mysteries. New<br />

York: Harcourt, 1978.<br />

Wasson, R. Gordon. Maria Sabina<br />

and Her Mazatec Mushroom<br />

Velada. New York: Harcourt,<br />

1976.<br />

Wasson, R. Gordon. Soma:<br />

Divine Mushroom of Immortality.<br />

1968.<br />

Wasson, Valentina Pavlovna,<br />

and R. Gordon Wasson.<br />

Mushrooms, Russia and History.<br />

1957.<br />

Wasson, R. Gordon. Seeking<br />

the Magic Mushroom Life magazine,<br />

May 13, 1957<br />

28 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong><br />

<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 29


i grandi<br />

della fotografia<br />

MINOR MARTIN white<br />

di Angelo Ferri<br />

M<br />

inor Martin White<br />

nasce il 9 luglio del<br />

1908 a Minneapolis<br />

nel Minnesota. Figlio<br />

unico, intorno al 1915 riceve come<br />

regalo dal nonno George<br />

Martin una macchina fotografica<br />

Brownie e, trasferitosi nel 1924 in<br />

California, riceve in eredità anche<br />

il suo archivio di diapositive e fotografie<br />

di viaggi. Il fotografo, che<br />

si laurea nel 1933 in letteratura<br />

inglese e botanica all’University<br />

of Minnesota, proprio grazie alla<br />

botanica si avvicinò alla fotomicrofotografia:<br />

“negli anni trenta e<br />

quaranta vedevamo strane forme<br />

nell’arte moderna; a allora non potevo<br />

fare a meno di dirmi che avevo<br />

già visto tutto questo al microscopio”<br />

(Minor White). Apprende<br />

così le basi della tecnica fotografica<br />

riproducendo in diapositiva<br />

degli elementi come le alghe. La<br />

scrittura é l’altra sua vera passione<br />

tanto che, nel 1931, inizia il<br />

suo diario di vita, la sua raccolta<br />

di pensieri e poesie “Memorable<br />

Fancies”. Solo però nel 1937 comincia<br />

a fare della fotografia una<br />

professione. Risalgono infatti a<br />

questo periodo le prime stampe<br />

di paesaggi e ritratti di amici<br />

prodotte durante un viaggio nel<br />

nord Minnesota (Lake Superior)<br />

scattate con una fotocamera Argus<br />

C3, 35mm.<br />

Lavorando come portiere di notte<br />

al Beverly Hotel di Portland si iscrive<br />

all’Oregon Camera Club e nel<br />

1938, grazie alle immagini scattate<br />

per il centro di Portland, comincia<br />

la sua attività di insegnante di fotografia<br />

al TMCA. Dalle immagini<br />

degli edifici storici di Portland scattate<br />

nel 1939, passando per la realizzazione<br />

di immagini pubblicitarie,<br />

l’interesse per la musica e il teatro,<br />

si conferma e sottolinea l’aspetto<br />

poliedrico e interdisciplinare di<br />

Minor White e, dal punto di vista<br />

formale, la sua adesione al grande<br />

formato e alla fotografia diretta,<br />

che lo portarono a delineare quella<br />

che oggi definiamo fotografia<br />

soggettiva di stampo californiano.<br />

Scrive regolarmente di pittura,<br />

recensisce mostre, tiene una<br />

sua rubrica presso la radio locale<br />

nell’est Oregon e insegna, dal<br />

1940, a La Grande Art Center, un<br />

piccolo centro WPA della zona.<br />

Risalgono a questo periodo<br />

due momenti centrali della vita<br />

del fotografo: il suo primo articolo<br />

sulla fotografia “Quando la<br />

fotografia è creativa?” pubblicato<br />

su American Photography (gennaio<br />

1943) e la prima sequenza<br />

fotografica, una narrazione di<br />

un viaggio sugli sci dell’YMCA al<br />

Mount Saint Helens.<br />

Tra il 1942 e il 1945 entra a far<br />

parte dell’Army Intelligence Corps.<br />

Sotto le armi si dedica nuovamente<br />

alla scrittura, dando vita a tre<br />

cicli di poesie: “Elegies”, “Free Verse<br />

for the Freedom of Speech” e “Minor<br />

Testament”, brani che saranno<br />

associati successivamente alla serie<br />

fotografica, la prima in forma non<br />

narrativa, “Amputations” (1947).<br />

Raggiunta New York, dove grazie<br />

a Beaumount e Nancy Newhall<br />

poté lavorare al MoMA, nel 1946<br />

incontra personalmente Stieglitz,<br />

e scrive, grazie al contributo di<br />

Meyer Schapiro, i suoi primi tre<br />

testi sul metodo per l’osservazione<br />

dell’immagine fotografica. Nello<br />

stesso anno approda finalmente<br />

alla CSFA, dove inizia ad insegnare<br />

assistendo Ansel Adams e, dall’addio<br />

di quest’ultimo alla scuola, nel<br />

1947, prende le redini del dipartimento<br />

di fotografia.<br />

Il primo portfolio dell’artista, che<br />

comprende immagini scattate fra<br />

il 1947 e 1971, “Jupiter Portfolio”,<br />

verrà pubblicato solo nel 1975 e<br />

solo nel 1948 White comincia a<br />

produrre immagini fotografiche<br />

con soggetti umani: parliamo della<br />

serie “The Temptation of Saint Anthony<br />

Is Mirrorr” e “Fifth Sequence /<br />

Portrait of Young Man as Actor”.<br />

Nasce la questione che accompagnò<br />

il fotografo per tutto l’arco<br />

della sua vita: creare una didattica<br />

per la fotografia che non fosse da<br />

meno se paragonata agli insegnamenti<br />

delle altre discipline artistiche.<br />

Partendo dalla CSFA, dal<br />

1950 comincia a delinearsi quello<br />

che sarà il vero e proprio programma<br />

del corso di fotografia.<br />

Esso viene suddiviso in tre anni<br />

accademici, più un quarto opzionale.<br />

Ogni anno ha dei corsi ben<br />

definiti che si sviluppano dalla<br />

30 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong><br />

<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 31


tecnica alle teorie estetiche, il cui<br />

aspetto fondamentale é l’unione<br />

della tecnica fotografica con l’interpretazione.<br />

La scuola serale<br />

diviene di competenza di White<br />

che fa studiare ai suoi allievi anche<br />

critica, estetica e testi di Bolevslasky,<br />

Bailey, ed Ouspensky.<br />

E’ nel fermento degli inizi degli anni<br />

cinquanta che il fotografo comincia<br />

a discutere, grazie ad Ansel Adams,<br />

Melton Ferris, Dorothea Lange,<br />

Ernst Louie, Barbara Morgan, Beaumont<br />

e Nancy Newhall, Dody<br />

Warren, sulla nascita di una rivista<br />

che parli di fotografia. Nasce così,<br />

nel 1952, quella che sarà la rivista<br />

che segnerà la fotografia contemporanea:<br />

Aperture. White ne è editore<br />

e manager e, l’anno successivo,<br />

cura la mostra “Come leggere una<br />

fotografia” per il San Francisco Museum<br />

of Art Extension Division.<br />

Sono numerose le mostre tenute<br />

da White; tra le altre “Song<br />

Without Words“ del 1948, “Focus<br />

Unlimited” del 1951, “Perceptions”<br />

del 1954, “Sequence 13” del 1959,<br />

fino alla “Sequence 1970”.<br />

White va via dalla CSFA nel 1953,<br />

dopo sette anni, in coincidenza<br />

con la concentrazione del nuovo<br />

direttore Mundt verso una didattica<br />

improntata sulle arti più commerciali.<br />

Si traferisce a Rochester,<br />

presso l’Istitute of Technology,<br />

dove rimane tre anni, e dove cura<br />

diverse mostre, tra cui una retrospettiva<br />

su Alfred Eisenstaedt. Qui<br />

a Rochester la sua propensione<br />

all’insegnamento diventa sempre<br />

più preminente rispetto al lavoro<br />

di fotografo; crea dei veri e propri<br />

workshop all’interno di casa sua,<br />

che diventeranno una costante<br />

per tutti gli anni successivi, e comincia<br />

a designare i suoi “successori<br />

artistici”: Paul Caponigro, Michael<br />

Hoffman, Herbert Hamilton.<br />

Pur ritirandosi dalla CSFA è da<br />

ricordare l’indissolubile legame<br />

intellettuale con Ansel Adams<br />

ed Edward Weston che, per<br />

quest’ultimo, culminerà nell’immagine<br />

scattata in suo onore “For<br />

Edward Weston” (1958) e nello<br />

scritto “Exposure With the Zone<br />

System” del 1956, pubblicato nel<br />

1973 con il titolo “Visualization<br />

Manual”, che rappresenta l’ideale<br />

completamento del sistema zonale<br />

creato da Ansel Adams.<br />

Misticismo e religione sono entrambi<br />

presenti nella complessa<br />

figura del fotografo: dall’adesione,<br />

durante gli anni della guerra, alla<br />

Chiesa Cattolica Romana, abbandonata<br />

nel 1950, all’interesse per<br />

la dottrina di Gurdjieff. Questi interessi<br />

diventano parte integrante<br />

dell’insegnamento, tanto che<br />

nell’articolo “Some Methods for Experiencing<br />

Photographs” White sottolinea<br />

come le teorie di Gurdjieff<br />

sulla conoscenza e la comprensione<br />

di sé siano diventate parte<br />

integrante del processo di insegnamento<br />

per i suoi allievi.<br />

Seguiranno “The Way Through<br />

Camera Work”, che rappresenta<br />

il manifesto teorico della filosofia<br />

di White, fino ai testi “Canons of<br />

Camerawork” del 1960, “Conscious<br />

Photography” e “Creative Audience”,<br />

terminando con la nascita nel 1965<br />

della rivista da lui diretta Parabola<br />

/ Myth and the Quest for Meaning.<br />

Non sono da meno le mostre<br />

che evocano più che il sentimento<br />

religioso, la spiritualità, come<br />

il ciclo delle quattro mostre proposte<br />

all’Hayden Gallery al MIT,<br />

“Light 7” (1968), “Be-ing Without<br />

Clothes” (1970), “Octave of Prayer”<br />

(1972) e “Celebration” (1974).<br />

Successivamente, dal 1965 al 1968,<br />

dà vita al MIT ad un programma<br />

didattico composto da cinque corsi<br />

e uno spazio espositivo permanente,<br />

dove cura “Exhibition One”<br />

(1965), mostra in cui vengono presentati<br />

i lavori di 22 fotografi dell’area<br />

di Boston. Fondamentale è in<br />

questo periodo la conferenza che<br />

tiene alla Society for Photographic<br />

Education a Chicago: “Is There a<br />

Place for a Functional Criticism in<br />

Camera Image Making?”. Inoltre la<br />

danza e il movimento, teorizzato<br />

anche da Gurdjieff, diventano soggetti<br />

delle sue successive opere<br />

come “Slow Dance” (1965).<br />

Se nel 1962 realizza la sua prima<br />

autobiografia in immagini “Sequence<br />

13 / Return to the Bud” in<br />

cui le fotografie sono rigorosamente<br />

accompagnate da testi, nel<br />

1968 il testamento visivo di White<br />

è terminato; “Mirrors Messages<br />

Manifestations”: 243 fotografie<br />

corredate da testi tratti dal suo<br />

diario “Memorable Fancies” e da<br />

una ricca biobibliografia a cura<br />

del suo ex allievo e assistente Peter<br />

Bunnell.<br />

Nel mese di gennaio del 1970<br />

una mostra, a cura di Michael<br />

Hoffman, al Philadelphia Museum<br />

of Art, “Towards These…The Circle,<br />

The Square, The Triangle…A<br />

Life in Photography on a Theme”,<br />

racchiude 200 immagini tratte<br />

proprio da “Mirrors Messages Manifestations”.<br />

Segue la collaborazione<br />

con l’università di Princeton<br />

che acquisterà anche la sua opera<br />

in sequenza “Sound of One Hand”.<br />

Gli interessi verso la multidisciplinarietà<br />

lo portano a organizzare<br />

numerose conferenze, fra cui il<br />

primo Hotchkiss Workshop in Creative<br />

Photography alla Hotchkiss<br />

School di Lakeville, nel Connecticut,<br />

e alla fondazione, a Boston,<br />

di Imageworks, una scuola di fotografia<br />

e nuovi media.<br />

Le ultime sequenze della sua vita,<br />

“Sequence 1968” e “Sequence<br />

1970”, appaiono particolari per la<br />

tecnica utilizzata: la sovrapposizione<br />

di due negativi oppure la doppia<br />

stampa. L’avvento del colore<br />

nella sua fotografia è destinato a<br />

non completarsi del tutto poiché<br />

“Portfolio Chromatikos” non verrà<br />

mai terminato; negli ultimi anni,<br />

invece, la Polaroid SX-70 sarà la<br />

vera protagonista. L’ultima opera<br />

prima della sua morte è il volume<br />

di ritratti “Lives I’ve Never Lived:<br />

A portrait of Minor White” (1976).<br />

Lascia il suo archivio personale,<br />

documenti, libri e la collezione di<br />

fotografie in eredità alla Princeton<br />

University.<br />

32 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong><br />

<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 33


gli antichi mestieri:<br />

l’arte del FABBRO<br />

di Filippo Latella<br />

A<br />

volte basta un piccolo<br />

spazio per una grande<br />

arte. Un tavolo,<br />

una saldatrice, il martello,<br />

la levigatrice, il flessibile.<br />

Intorno, scaffali su scaffali, stracolmi<br />

di ogni strumento e supporto.<br />

Tutto utile, anzi indispensabile,<br />

alla vena creativa di ogni fabbro.<br />

Sì, perché è proprio questa l’arte<br />

protagonista del nostro secondo<br />

appuntamento.<br />

Quello del fabbro è un mestiere<br />

antichissimo: sembra risalga<br />

addirittura al Neolitico, quando<br />

l’uomo imparò a fondere il rame,<br />

dando così inizio, nel 6000 a.C.,<br />

all’età dei metalli.<br />

Chi non ama i lavori in ferro battuto,<br />

sinonimo di eleganza e tradizione?<br />

Il fabbro lavora il metallo<br />

creando manufatti artistici, ringhiere,<br />

cancelli, corrimano, porte,<br />

scale, serrature. Oggetti di uso<br />

comune, quotidiano. Nonostante<br />

questo, quello del fabbro è un<br />

mestiere in difficoltà. Per fortuna,<br />

però, c’è ancora chi sceglie di dar<br />

seguito alle tradizioni di famiglia.<br />

A Reggio Calabria, da più di sessanta<br />

anni, c’è una bottega, la<br />

ArtLamp, dove la conoscenza artigiana<br />

viene trasmessa da padre<br />

in figlio, di generazione in generazione.<br />

A raccontarci i segreti<br />

del mestiere Giovanni Nocera,<br />

34 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong><br />

<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 35


fabbro “figlio d’arte”.<br />

- Quando nasce ArtLamp?<br />

Nacque nel lontano 1952 per volontà<br />

di mio padre, Domenico Nocera.<br />

Ebbe l’idea di aprire un’attività<br />

indipendente, nella quale avrebbe<br />

lavorato come artigiano del ferro<br />

battuto e come restauratore di oggetti<br />

antichi, sulla scorta della sua<br />

esperienza nel settore.<br />

- Oltre 60 anni di attività, un bel<br />

traguardo…<br />

È stata la passione per la manodopera<br />

a permettere questa longevità.<br />

Negli anni ’90, l’attività passò<br />

a me e grazie al lungo studio, all’esperienza<br />

accumulata presso alcuni<br />

artigiani fiorentini, con modestia e<br />

dedizione sono riuscito a migliorare<br />

le abilità artistiche ereditate.<br />

Ancora adesso, nonostante l’età<br />

avanzata, Domenico Nocera<br />

ogni tanto torna al suo vecchio<br />

negozio. Per lui è un po’ come rivivere<br />

il passato. Osserva le mani<br />

del figlio lavorare il ferro proprio<br />

come lui gli ha insegnato ma con<br />

qualcosa in più…<br />

- La sua è un’arte antica che ha<br />

dovuto misurarsi con il progresso<br />

tecnologico. Come lo ha affrontato?<br />

Nonostante i notevoli cambiamenti,<br />

tuttora si svolgono lavori di restauro<br />

e produzione con tecniche conservative,<br />

forgia e martello ne sono i<br />

protagonisti. I prodotti sono rifiniti<br />

e pitturati esclusivamente a mano,<br />

con sfumature che rasentano l’origi-<br />

nalità del reale.<br />

- Questo non limita la produzione?<br />

Assolutamente no. I clienti possono<br />

anche presentarci le idee più<br />

stravaganti, magari seguendo un<br />

disegno o una foto, noi cerchiamo<br />

sempre di soddisfarli.<br />

Tra le sue creazioni, infatti, eleganti<br />

gabbie per uccelli, lampadari in stile<br />

old english ma anche i più tradizionali<br />

complementi d’arredo, dai<br />

portafotografie all’arte sacra.<br />

ArtLamp vive il presente proiettandosi<br />

nel futuro. Infatti, Giovanni<br />

ha già un promettente allievo<br />

che terrà in vita la tradizioni di<br />

fabbri ferrai della famiglia Nocera.<br />

“Giandomenico, mio figlio, è diventato<br />

il mio nuovo allievo. Sono felice<br />

che anche lui si sia innamorato di<br />

questa arte. Sarà lui a prendere l’eredità<br />

di questa bottega che il nonno,<br />

con passione, avviò.<br />

Metterò nelle sue mani la mia<br />

esperienza, come mio padre fece<br />

con me tanto tempo fa.”<br />

Metterò nelle<br />

sue mani la mia<br />

esperienza,<br />

come mio padre<br />

fece con me tanto<br />

tempo fa.”<br />

36 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong><br />

<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 37


L’ABBONAMENTO SOSTENITORE AD<br />

ORIZZONTE MAGAZINE<br />

PERMETTE DI RICEVERE A CASA<br />

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E DI PUBBLICIZZARE LA PROPRIA ATTIVITÀ<br />

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direzione@orizzontemagazine.it<br />

www.orizzontemagazine.it<br />

tel: 080 9698663<br />

Foto di Davide Bellaggi<br />

1 a Classificata Selezione generale<br />

Gennaio-Aprile <strong>2015</strong><br />

38 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong><br />

Ogni mese la Redazione selezionerà una serie di immagini che saranno pubblicate su<br />

<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong>, sul sito web e sulla pagina Facebook della rivista.<br />

Le foto dovranno essere in formato jpeg e senza watermark o scritte;<br />

vanno inviate alla casella e-mail: orizzontemagazineit@gmail.com<br />

corredate di nome e cognome dell’autore e di una breve didascalia.<br />

<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 39


ANTONELLA SCALISI<br />

1°<br />

antonello diana<br />

2°<br />

ROBERTA GIANNITTO<br />

3°<br />

ERIKA ANTARES<br />

5°<br />

MARCO VITIELLO<br />

4°<br />

FABIO SANFILIPPO<br />

7°<br />

NICO QUARANTA<br />

8°<br />

10°<br />

DOMENICO LUCCHESE<br />

6°<br />

ELISABETTA MATTIOLI<br />

9°<br />

40 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong><br />

<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 41


42 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> Fave<br />

fresche sott’olio<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong><br />

• 43


fave fresche<br />

sott’olio<br />

tate di una potenza misteriosa e<br />

cosmica, sede di esseri soprannaturali<br />

in grado di influenzare negativamente<br />

o positivamente la<br />

vita degli uomini.<br />

Le fave erano inoltre ritenute un<br />

cibo sacro agli dei dell’oltretomba<br />

ma anche un cibo caro ai morti, e<br />

quindi connesso con la decomposizione<br />

e l’impurità. Consumare<br />

le fave significava perciò mettere<br />

in moto contro di sé forze misteriose<br />

e infere, foriere di avversità<br />

e sventure.<br />

Un altro motivo del divieto pitagorico<br />

nei confronti delle fave<br />

potrebbe consistere nel fatto che<br />

erano considerate tossiche e in<br />

grado di provocare il “favismo”,<br />

un’anemia emolitica acuta a quel<br />

tempo particolarmente diffusa<br />

nel crotonese.<br />

In epoche più vicine a noi, tuttavia,<br />

questo legume ha sempre rappresentato<br />

un gustoso cibo contadino,<br />

ricco di proteine, sali e fibre<br />

ma essenzialmente colmo dei sapori<br />

e profumi della cucina popo-<br />

di Ornella Mirelli<br />

Nell’antichità le fave non<br />

godevano di buona<br />

fama; i Greci le consideravano<br />

un simbolo<br />

legato alla morte, perché il loro<br />

fiore era bianco con macchie nere,<br />

disposte in maniera tale da<br />

rappresentare la lettera Tau (la<br />

prima lettera della parola Tanatos,<br />

morte); inoltre le fave hanno<br />

gambi cavi, e questo insospettiva<br />

gli antichi, facendo loro credere<br />

che le anime dei defunti potessero<br />

risalire dall’oltretomba attraverso<br />

le piante.<br />

Pitagora aveva una profonda avversione<br />

per le fave, tanto che<br />

prescriveva ai suoi discepoli di<br />

evitarne addirittura il contatto;<br />

secondo la leggenda, egli stesso,<br />

inseguito dagli scherani del suo<br />

nemico Cilone di Crotone, pre-<br />

ferì farsi raggiungere e uccidere<br />

piuttosto che mettersi in salvo in<br />

un campo di fave.<br />

Probabilmente questo tabù derivava<br />

dal fatto che le fave erano<br />

considerate piante magiche, do-<br />

Continua la collaborazione<br />

di <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> con<br />

Ammodomio, uno fra i più seguiti<br />

blog di cucina del web.<br />

Ammodomio è all’indirizzo<br />

www.ammodomio.blogspot.it<br />

44 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong><br />

<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 45


E quando la stagione<br />

sta per finire è<br />

possibile conservarle<br />

sott’olio, per utilizzarle<br />

come sfiziosissimo<br />

ingrediente per<br />

i piatti estivi o come<br />

contorno di carni lesse<br />

o arrosto.<br />

Fave fresche sott’olio<br />

Ingredienti<br />

1/2 kg di fave già sgusciate<br />

1,5 l di acqua (circa)<br />

1 litro circa di aceto di<br />

vino bianco<br />

un paio di cucchiai di<br />

sale grosso<br />

aglio<br />

mentuccia<br />

olio extravergine di<br />

oliva<br />

lare. Le varie preparazioni, prima<br />

fra tutte il “macco” abbinato alle<br />

verdure lesse e condito con olio<br />

extra vergine d’oliva, rappresentano<br />

la più autentica espressione<br />

della cucina tradizionale.<br />

Un discorso a parte meritano poi<br />

46 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong><br />

le fave fresche, accompagnate dal<br />

pecorino “con la lacrima” e da<br />

una pagnotta casereccia, oppure<br />

in insalata, o ancora cotte con<br />

cipolla e pancetta, con lo stesso<br />

procedimento che di solito si usa<br />

per i piselli.<br />

Sbucciare le fave,<br />

sbollentarle in acqua,<br />

aceto e sale;<br />

scolarle, lasciarle<br />

freddare e asciugare,<br />

tamponandole con<br />

un canovaccio pulito.<br />

Invasare le fave<br />

nei barattoli di vetro<br />

sterilizzati, coprirle<br />

completamente di olio extravergine,<br />

dopo aver aggiunto per<br />

ogni barattolo, uno spicchio di<br />

aglio intero, se piace, e qualche<br />

foglia di mentuccia. Chiudere i<br />

vasi e deporli in dispensa al buio<br />

fino all’utilizzo.<br />

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economica e semplicissima da usare.<br />

Per informazioni telefonare al n. 080 9697552 <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 47


SULLE STRADE DELLE<br />

DE.CO. MANTOVANE<br />

MARMIROLO<br />

E IL LUCCIO IN SALSA DI POZZOLO<br />

di Fabrizio Capra<br />

I<br />

l nostro viaggio tra le<br />

De.Co. mantovane questo<br />

mese fa tappa a Marmirolo<br />

dove andiamo a<br />

scoprire la sua specialità a denominazione<br />

d’origine: il Luccio in<br />

salsa.<br />

Questo piatto è originario di<br />

Pozzolo, frazione di Marmirolo<br />

situata sul Mincio. Il Luccio (Esox<br />

lucius) è un pesce comune nelle<br />

acque dolci del mantovano, dal<br />

caratteristico corpo allungato,<br />

capo appuntito, fianchi argentei e<br />

di color verde sul dorso. Questo<br />

piatto è tradizionale della cucina<br />

pozzolese e a lui viene dedicata<br />

la tradizionale “Sagra del Luccio in<br />

Salsa” in programma a settembre,<br />

in occasione della festività della<br />

Beata Vergine Maria.<br />

La carne del luccio si presenta<br />

dal gusto delicato, dovuto al fatto<br />

che si nutre solo di pesce.<br />

Si tratta dell’unica De.Co. a base<br />

di pesce della provincia e attesta il<br />

legame di origine storico e culturale<br />

con il territorio del comune.<br />

Ingredienti per quattro persone:<br />

un luccio da circa 1 kg,<br />

100 gr di capperi,<br />

olio di oliva quanto basta per coprire<br />

il luccio,<br />

3-5 acciughe,<br />

un mazzetto di prezzemolo,<br />

un bicchiere di aceto,<br />

buccia di limone non trattato e succo<br />

di limone,<br />

una carota,<br />

un gambo di sedano,<br />

una cipolla,<br />

un finocchio,<br />

uno spicchio d’aglio,<br />

sale e pepe q.b.<br />

Preparazione<br />

Cuocete il luccio in acqua salata,<br />

con carota tagliata a pezzetti,<br />

buccia di limone, sedano, cipolla e<br />

finocchio.<br />

Spegnete e lasciate raffreddare<br />

il pesce nell’acqua quando dalla<br />

pelle e dagli occhi si vedrà che il<br />

pesce è cotto.<br />

Versate nel frattempo in un tegame<br />

l’olio d’oliva ed unite le acciughe<br />

pestate, mescolando sul fuoco<br />

per sciogliere.<br />

Unite il prezzemolo e l’aglio pestati<br />

finissimi, mescolate ancora<br />

ed alla fine aggiungere l’aceto ed i<br />

capperi e fate bollire.<br />

Pulite delicatamente il luccio da<br />

ogni lisca, cercando però di non<br />

sbriciolarlo: è necessario rimuovere<br />

la pelle, testa e coda, poi<br />

tagliate il luccio dalla parte del<br />

dorso, nel senso della lunghezza,<br />

staccate la carne dalla lisca principale,<br />

avendo cura di rimuovere le<br />

numerose lische biforcute. Dalla<br />

stessa apertura togliete le interiora,<br />

poi lavate il pesce e fatelo<br />

scolare un momento.<br />

Ponetelo a strati in una terrina,<br />

aggiungete ad ogni strato sale<br />

e pepe, succo di limone e salsa<br />

quanto serve per coprirlo.<br />

Mescolate con cautela (per non<br />

romperlo in pezzi troppo piccoli)<br />

e lasciate riposare ed insaporire<br />

per almeno un paio di giorni (senza<br />

metterlo in frigorifero) prima<br />

di servirlo.<br />

Marmirolo è situato nella pianura<br />

mantovana. Viene menzionato<br />

per la prima volta in un documento<br />

del 970. Antico possedimento<br />

dei Canossa, nel 1055 passò a<br />

Mantova a seguito di un diploma<br />

imperiale. La storia di Marmirolo<br />

è legata a quella della dinastia<br />

Gonzaga.<br />

Da vedere:<br />

la Torre ricostruita nel settecento;<br />

la Chiesa parrocchiale dei SS Filippo<br />

e Giacomo, datata 1748;<br />

la Palazzina Gonzaghesca di Bosco<br />

Fontana, storico edificio.<br />

48 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong><br />

<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 49


famiglia Asteraceae.<br />

Nome SCENTIFICO:<br />

Cichorium intybus<br />

Per il nome generico<br />

di questa pianta è difficile<br />

trovare un’etimologia.<br />

di Angelo Ferri<br />

lo<br />

sapevate<br />

che<br />

Cichorium intybus<br />

(Cicoria Selvatica)<br />

Si chiama cicoria selvatica perché<br />

1.<br />

è diversa dalla specie coltivata derivante<br />

da un tipo mediterraneo<br />

da cui poi sono state selezionate<br />

e derivano le insalate indivie, le<br />

cicorie arricciate e tutte le scarole. L’unica cosa che<br />

la cicoria selvatica e la cicoria coltivata hanno conservato<br />

in comune è il sapore amaro, un po’ di più<br />

in quella selvatica, che però è anche ciò che le rende<br />

particolari e apprezzate.<br />

Come si riconosce? La cicoria selvatica (può essere<br />

chiamata anche cicoria comune) ha una radice grossa<br />

a fittone, i gambi ruvidi, le foglie lunghe e frastagliate<br />

e durante la fioritura (da luglio a settembre) butta dei<br />

fiorellini di azzurro intenso.<br />

Quando si raccoglie? Dipende se si vogliono usare le<br />

radici, le foglie o i semi. Le radici di cicoria selvatica<br />

si raccolgono come detto in autunno, le foglie (compresi<br />

i fiori) poco prima della fioritura a inizio luglio e<br />

i semi a fine settembre.<br />

La cicoria selvatica cresce nei luoghi<br />

asciutti e, un po’ come l’or-<br />

2.<br />

tica, sul ciglio delle strade, vicino<br />

ai muretti, nei terreni incolti e sui<br />

terrapieni. Con le radici di cicoria<br />

selvatica, che si raccolgono in autunno, si può preparare<br />

anche quel surrogato del caffè che i nostri<br />

nonni conoscono bene (un caffè dal colore molto<br />

scuro) perché si usava quando non c’era altro.<br />

Come si usa? Le radici di cicoria selvatica per fare il caffè di<br />

cicoria si fanno essiccare al sole, o in un forno di essiccazione,<br />

dopo averle tagliate per la lunga; poi si possono macinare.<br />

Delle foglie abbiamo già detto, i<br />

3.<br />

semi si possono usare subito per<br />

la preparazione di infusi e decotti,<br />

oppure conservare in un sacchetto<br />

di carta (anche per anni) per fare<br />

una piccola piantagione di cicoria selvatica in un terreno<br />

asciutto e profondo (si può seminare tutto l’anno).<br />

Quali proprietà? Per gli antichi, che<br />

4.<br />

la conoscevano bene, la cicoria selvatica<br />

aveva poteri curativi per il fegato<br />

e la cistifellea ed era un tonico<br />

per l’apparato digerente. Con radici,<br />

foglie, fiori e semi di cicoria selvatica si possono preparare<br />

infusi e decotti, ma anche impacchi contro le affezioni<br />

della pelle come foruncoli ed eczemi che possono dipendere<br />

da un cattivo funzionamento del fegato.<br />

Le radici di cicoria, che ne rappresentano la parte<br />

più utilizzata a scopo medicinale, contengono sia<br />

sostanze zuccherine che sostanze amare, oltre ad<br />

alcuni derivati dell’acido caffeico. Per quanto riguarda<br />

i sali minerali, la cicoria contiene potassio, calcio<br />

e ferro. Il sapore amaro della cicoria è dovuto alla<br />

presenza di acido cicorico. Per quanto riguarda le<br />

vitamine, la cicoria contiene vitamina C, vitamina B,<br />

e le vitamine P e K. Come nel caso di altre erbe<br />

amare utilizzate per il consumo alimentare, proprio<br />

per via del suo sapore ben distinto e delle sostanze<br />

in essa contenute, alla cicoria vengono attribuite<br />

proprietà depurative e disintossicanti, con particolare<br />

riferimento alle radici, che sarebbero in grado di<br />

stimolare l’attività del fegato e dei reni.<br />

FAVE NETTE E CICORIE SELVA-<br />

5.<br />

TICHE.<br />

Ingredienti (4 persone):<br />

300 gr. di fave secche;<br />

600 gr.di cicoria;<br />

olio extra-vergine di oliva;<br />

sale;<br />

pepe;<br />

fette di pane casereccio;<br />

peperoncino.<br />

Da servire in terrine di coccio: due mestoli di crema<br />

di fave, per ciascun commensale, al centro le cicorie<br />

(una bella quantità), condire con un filo d’olio d’oliva<br />

e accompagnare la zuppa con crostini di pane<br />

tostato.<br />

Procedimento:<br />

Le fave devono essere messe in ammollo, in acqua<br />

fredda, per un tempo minimo di 12 ore.<br />

Poco prima di iniziare la cottura, rigorosamente a<br />

fuoco lento, fate colare le fave.<br />

Si potranno definire cotte quando, girandole con un<br />

cucchiaio di legno, le fave si sfalderanno fino a diventare<br />

un purè, a quel punto potete condirle con due<br />

cucchiai di olio d’oliva.<br />

Per quanto riguarda le cicorie, pulitele ben bene,<br />

sciacquatele più volte e lessatele in acqua salata.<br />

Potete “ripassare” le cicorie in padella con aglio, olio<br />

e un pizzico di peperoncino piccante.<br />

Un’altra chicca che arricchisce la ricetta è tostare<br />

quattro fette di pane casereccio sulla piastra.<br />

50 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong><br />

<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 51


OROSCOPO<br />

MAGGIO <strong>2015</strong><br />

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52 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong><br />

<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 53


ARIETE TORO GEMELLI BILANCIA SCORPIONE SAGITTARIO<br />

In questo mese non potete fare a<br />

meno di prendere in mano ogni<br />

situazione che vi si porrà dinnanzi<br />

e fare di tutto per mettervi al<br />

centro dell’attenzione. In ambito<br />

lavorativo potrebbe essere una<br />

marcia in più mentre in ambito<br />

sentimentale potrebbe essere un<br />

deterrente! In salute non si otterranno<br />

grandi risultati con diete e<br />

quant’altro, ciò non significa che<br />

non dobbiate dedicare del tempo<br />

alla vostra bellezza. Soprattutto le<br />

donne non potranno trascurarsi<br />

a meno poi di non lamentarsi del<br />

fatto che i propri mariti o fidanzati<br />

guardino altrove.<br />

Sarete molto più riflessivi del solito<br />

e non lascerete nulla al caso.<br />

Questa è un’ottima notizia in<br />

quanto non potrete proprio permettervi<br />

di sbagliare, mentre la<br />

vostra attenzione sarà completamente<br />

catturata dalle questioni<br />

amorose. In ambito professionale<br />

sarà più tranquillo nel senso<br />

che qui riuscirete di più ad applicare<br />

la vostra razionalità e la vostra<br />

vena riflessiva, poiché sapete<br />

bene che non può essere questo<br />

lo spazio dedicato alle passioni.<br />

Tutta la vostra attenzione dovrà<br />

essere dedicata ai progetti più<br />

urgenti.<br />

Sarebbe ottimo in questo mese<br />

cercare di concentrarsi il più<br />

possibile ed abbandonare tutte<br />

le questioni più superficiali, .<br />

Tuttavia c’è anchee da dire che<br />

tutto quello che farete vi verrà<br />

ricompensato due volte, dal punto<br />

di vista sociale e dal punto di<br />

vista affettivo. La vostrasalute cagionevole<br />

al momento si è messa<br />

da parte per lasciare spazioa<br />

delle rocce! Supererete tutti gli<br />

acciacchi con grande stoicismo<br />

se li avvertirete, altrimenti vivrete<br />

una bella stagione!<br />

Sarete un pochino insistenti in<br />

questo mese di <strong>Maggio</strong> e questo<br />

potrebbe andare a vostro discapito<br />

in quanto non è di certo il<br />

modo migliore per farsi amare,<br />

anche dai colleghi e non soltanto<br />

dal partner che anch’esso potrebbe<br />

avere i suoi deliri! Urano<br />

farà la sua parte così come in<br />

amore, anche in ambito professionale<br />

potrebbero esserci delle<br />

novità entusiasmanti per un<br />

certo verso. Per l’altro, la cattiva<br />

notizia sarà che vi dovrete impegnare<br />

più del doppio per ottenere<br />

qualcosa di davvero unico ed<br />

inimitabile.<br />

Un mese all’insegna della grande<br />

agitazione, in quanto molti pianeti<br />

sono dissonanti e non vi lasciano vivere<br />

in tranquillità questo periodo<br />

così strano per il vostro equilibrio.<br />

Non siate troppo duri con voi stessi<br />

e non pretendete però neppure<br />

dagli altri troppo, almeno fino alla<br />

metà del mese! dovreste pensare<br />

più alla vostra salute, piuttosto che<br />

a quella degli altri, in quanto non ci<br />

sono di certo le basi per escludere<br />

a priori qualche ricaduta di influenza<br />

o di allergia se non vi riguarderete<br />

a dovere.<br />

Questo si rivelerà un periodo piuttosto<br />

sereno e senza grandi scossoni.<br />

Non preoccupatevi di nulla e<br />

soprattutto cercate di continuare a<br />

comportarvi come avete sempre<br />

fatto sia nella vita affettiva che in<br />

quella professionale, senza complicare<br />

troppo le situazioni che non vi<br />

sono chiare! Le vostre pretese nei<br />

confronti del vostro corpo sono<br />

sicurmanete dettate da una certa<br />

vanità che ha assolutamente un<br />

suo perché e che non può di certo<br />

essere ignorata.<br />

CANCRO LEONE VERGINE CAPRICORNO ACQUARIO PESCI<br />

In questo mese avrete la possibilità<br />

di realizzare un vostro progetto<br />

che si era fermato a causa delle<br />

vostre insicurezze. Evidentemente<br />

avrete ritrovato la forza di volontà<br />

e soprattutto qualcuno in grado di<br />

credere in voi. Vedrete che piano<br />

piano troverete finalmente un po’<br />

di coraggio e troverete la via della<br />

riscossa! Per la vostra salute la dieta<br />

sarà senz’altro importante ma<br />

non è l’unica strada da percorrere.<br />

Infatti dovreste avere il coraggio<br />

di vedere i vostri esami e tenerli<br />

sotto controllo, per vedere dove<br />

sbagliate. In realtà lo capirete anche<br />

benissimo da soli!<br />

Sicuramente un mese da vivere<br />

quello dedicato a <strong>Maggio</strong>. Non<br />

abbiate timore di osare ma soprattutto<br />

cercate di sfruttare al<br />

meglio tutta l’energia che avete<br />

incanalato in questi ultimi tempi.<br />

E’ proprio giunto il momento di<br />

farla esplodere! Le vostre giornate<br />

trascorreranno nella consapevolezza<br />

di dovervi impegnare a<br />

fondo per ottenere dei risultati,<br />

ma questo è del tutto normale.<br />

Ciò che non lo sarebbe è di delegare<br />

in continuazione agli altri<br />

le vostre responsabilità poiché a<br />

questo punto non sareste più voi<br />

gli artefici dei vostri progetti.<br />

Qualcosa vi manca nella vita affettiva<br />

e trascorrerete questo<br />

mese a cercare disperatamente<br />

di dare un senso al vostro rapporto,<br />

sempre che ne abbiate<br />

uno. Sicuramente Venere cercherà<br />

di darvi una mano ma anche<br />

voi dovete metterci del vostro!<br />

I litigi per futili motivi non servono<br />

a nulla, quindi perché non<br />

tentare di riequilibrare gli animi<br />

e trovare un punto di incontro<br />

tra voi e la persona che vi sta accanto<br />

che sicuramente ha tanto<br />

sofferto a causa del vostro umore<br />

alquanto leggendario e ballerino?<br />

Abbandonate la malinconia.<br />

Per evitare cambiamenti troppo<br />

grandi cercate di prendere le<br />

distanze da certe situazioni pericolose,<br />

mentre se quello che<br />

state cercando è proprio una<br />

rottura, allora la avrete senza<br />

dubbio ed anche senza possibilità<br />

che mai un giorno di possa<br />

rinsaldare! Sapete di avere un<br />

carattere molto generoso, ma<br />

sapete anche che non siete poi<br />

così semplici da affrontare e da<br />

accettare nei momenti “no”. Vi<br />

chiudete troppo in voi stessi,<br />

credendo di non aver bisogno di<br />

niente e di nessuno e non permettete<br />

all’altro di entrare.<br />

La prima parte del mese sarà estremamente<br />

interessante, pieno di<br />

novità e stimolante da ogni punto<br />

di vista per i vostri progetti, quindi<br />

se dovete mettere in piedi qualcosa,<br />

questo nascerà sotto i migliori<br />

auspici. Tuttavia affrettatevi, poiché<br />

questo stato di grazia non durerà<br />

per sempre! Terrete molto alla<br />

vostra reputazione di questi tempi,<br />

ma soprattutto terrete all’opinione<br />

che gli altri, chi non vi conosce, si<br />

formerà su di voi. Avete capito che<br />

nascondersi non paga e soprattutto<br />

non è la miglior soluzione per<br />

mettere a tacere tutti i litigi altrui.<br />

Avrete delle belle sensazioni in<br />

questo periodo, quindi sarete<br />

più portati a fare le cose, ad inventare,<br />

a creare, desiderare e<br />

mostrare il vostro affetto. Senza<br />

dubbio le nuvole in amore<br />

si stanno dissolvando e potete<br />

puntare più in alto. Tutti gioveranno<br />

di questo clima propizio!<br />

Non essendo ancora passato il<br />

periodo critico, è possibile che ci<br />

siano diverse discordanze tra la<br />

vostra salute ed il vostro fisico,<br />

quindi se all’apparenza risulterete<br />

sempre in forma e perfetti,<br />

dentro potreste avere qualcosa<br />

che non va.<br />

54 • <strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong><br />

<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 55


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