LE IDEE DELL'ASTRONOMIA
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Terra piatta (ma cosa fa il sole di notte?) 23<br />
ni luoghi sacri interrompono lo spazio profano, sono quegli spazi che i<br />
miti hanno identificato come diversi, in cui bisogna comportarsi in maniera<br />
diversa come presso una fonte, su una montagna, in un boschetto.<br />
Il tempo nel mito, è simile a quello delle fiabe che cominciano con “c’era<br />
una volta”, così i miti cominciano con “in origine” oppure in essi il tempo<br />
ha un carattere ciclico: una volta accaduto l’evento questo si ripete sempre,<br />
in primavera, per esempio, nei miti che riguardano la rinascita della<br />
natura. Sono esattamente questi i parametri che rendono conto dei miti<br />
rappresentati dalle costellazioni. Andromeda, l’archetipo della moglie perfetta;<br />
Ercole, l’eroe invincibile che deve superare una serie di prove; la nave<br />
Argo e il suo equipaggio, che sono ancora oggi saldamente presenti nella<br />
letteratura e nel cinema, tòpos della missione impossibile, o della “sporca<br />
dozzina”. Evidentemente cambiano i dettagli, ma queste immagini hanno<br />
una presa fortissima su di noi, e tutte le volte che la storia di un personaggio,<br />
un evento reale sono trasposti al cinema vengono “drammatizzati”<br />
ricorrendo appunto a tratti propri dei miti più arcaici.<br />
Protagonista di questo periodo troviamo l’aedo, il cantore professionista<br />
nella civiltà greca arcaica. Egli era una figura sacra, una sorta di profeta,<br />
tradizionalmente ritratto come cieco in quanto, essendo tale, non veniva<br />
distratto da niente e da nessuno e, affinando le capacità sensibili, poteva<br />
entrare in contatto direttamente con la divinità. La sapienza che possedeva<br />
rendeva superflua la capacità di vedere, era un “invasato”, un ispirato,<br />
e le Muse parlavano attraverso di lui. Ci sono ancora tracce di questo atteggiamento<br />
nella convenzionale invocazione alle Muse nel proemio delle<br />
opere letterarie. Ad un livello di originalità minore si poneva il rapsodo,<br />
che, a differenza dell’aedo, ripeteva semplicemente ciò che gli era stato<br />
trasmesso dalle generazioni precedenti. Orfeo, il cantore la cui lira è stata<br />
collocata in cielo dalle Muse nell’omonima costellazione, sarà sempre ricordato<br />
per il suo disperato tentativo di riportare in vita l’amata Euridice<br />
nel suo viaggio nell’Ade, denso di significati archetipici.<br />
Le opere di Omero, l’Iliade e l’Odissea (IX–VIII secolo a.C.), come d’altra<br />
parte le opere di Esiodo (VIII–VII secolo a.C.) derivano molto probabilmente<br />
da questa epica tramandata oralmente. Nella tradizione narrativa<br />
orale i testi non vengono trasmessi in maniera esatta e sempre uguale a<br />
se stessa, ma passano da una generazione all’altra attraverso l’opera degli<br />
aedi. Solo in epoca più tarda queste opere saranno messe in forma scritta.<br />
Nella Teogonia di Esiodo, probabilmente scritto intorno al 700 a.C, si<br />
narrano la storia e la genealogia degli dei ripercorrendo in 1022 esametri<br />
gli avvenimenti mitologici dal caos iniziale fino al momento in cui Zeus<br />
diviene re degli dei. L’importanza di questa opera consiste nella sua eredità.<br />
Esiodo lascia all’attività speculativa delle epoche successive l’idea della<br />
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