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Bilancio 2014

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Biblioteche in dono<br />

Venezia, Manifattura<br />

di Geminiano Cozzi<br />

Piattino stemmato, porcellana<br />

1765-70<br />

donazione Giampaolo Lukacs<br />

Le donazioni fanno capo<br />

prevalentemente a singole persone e<br />

a case editrici locali; tra le donazioni<br />

private vogliamo ricordare:<br />

La donazione F. Baratto Trentin:<br />

un corpus di 366 volumi in lingua<br />

francese, donati dagli eredi della<br />

professoressa Franca Baratto Trentin,<br />

docente di Italiano alla Sorbona di<br />

Parigi fino al 1966, poi lettrice di<br />

Lingua e Letteratura francese a Ca’<br />

Foscari, dal 1996 al 2000 Presidente<br />

dell’Istituto veneziano per la storia<br />

della resistenza e della società<br />

contemporanea, relativi ad autori a<br />

lei particolarmente cari, che ben si<br />

inserisce nel complessivo fondo in<br />

lingua francese già presente nelle<br />

collezioni della Fondazione Querini<br />

Stampalia.<br />

La donazione Daniela Declich:<br />

un piccolo, ma interessante, nucleo<br />

costituito da volumi inerenti i temi<br />

legati alla tradizione del teatro dei<br />

burattini, delle marionette e dei pupi.<br />

La donazione eredi Bianchini:<br />

un contributo con cui, anche nel<br />

corso del <strong>2014</strong>, gli eredi Bianchini<br />

hanno continuato ad incrementare il<br />

fondo antico della Biblioteca, con la<br />

donazione di 16 opere edite tra il 18.<br />

e 19. secolo.<br />

Il piattino faceva parte di un servizio<br />

che comprendeva probabilmente<br />

tazze da tè e da caffè: infatti un altro<br />

piattino con relativa tazza da tè e una<br />

zuccheriera, decorati nella medesima<br />

maniera, erano conservati in una<br />

raccolta privata al Castello di Azzate,<br />

che si affaccia sul lago di Varese, e<br />

pubblicati da Giuseppe Morazzoni<br />

nel suo volume Le porcellane italiane,<br />

pubblicato a Milano nel 1960.<br />

La decorazione del piattino in<br />

porcellana bianca è composta da<br />

uno stemma coronato e delimitato<br />

da cartiglio rosso ferro entro cui<br />

sono racchiuse due strisce bianche<br />

e due rosse. Il bordo presenta un<br />

fregio dorato, mentre fiorellini sparsi<br />

policromi e una piccola farfalla<br />

completano l’ornato.<br />

Lo stemma è eseguito con notevole<br />

accuratezza ed è abbinato a una<br />

decorazione floreale, definita<br />

negli inventari della manifattura “a<br />

fioretto”, in cui fiori diversi riuniti in<br />

un mazzetto si alternano a minuti<br />

ramoscelli sparsi.<br />

La tipologia decorativa e la cromia<br />

dello stemma sono tipici dei primi<br />

dieci anni della produzione della<br />

fabbrica veneziana.<br />

Il manufatto, marcato sul retro con<br />

la tipica ancora rossa della fabbrica<br />

veneziana, è stato donato al Museo<br />

della Fondazione dall’antiquario<br />

romano Giampaolo Lukacs.<br />

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