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LA TRADIZIONEIn un mondo che ormai è sempre più proteso inavanti, al futuro, alla tecnologia ed al cambiamento dei costumi,spesso si sente il bisogno di ritornare alle origini, non perconservare una memoria storica che potrebbe tornarci utile pernon commettere gli errori già fatti in passato e neanche per controllare se le comodità odierne siano effettivamenteutili o se siano solo un inutile spreco di denaro in bisogni indotti e assolutamente non necessari, maper scherzare i nostri antenati e il loro ridicolo modo di vestirsi e di esprimersi.DEGLI EDITORIALIEditorialeRipercorriamo, con questo spirito nella mente, i secoli passati nella ricerca degli editoriali storici. Il primo che troviamo,nell’antichità, è un editoriale scritto dallo storico ERODOTO, da cui la parola editoriale prende il nome (dal gr. “erodotoriale”, poisemplificato in “editoriale”), per un rotocalco (dal gr. “erodotocalco”, poi semplificato in “rotocalco”) che trattava di erotismo (dal gr. “erodotismo”, poi semplificatoin “erotismo”).Altro celebre editoriale fu quello di PLAUTO: un’accusa violentissima dai tratti vagamente terroristici contro un notoesponente della politica locale che, con la scusa di fare una battuta di spirito, spesso picchiava lo sfortunato autore latinodicendo ai suoi amici di saper “suonare il Plauto”.Ovviamente questi furono casi sporadici: nel medioevo non si scrissero affatto editoriali, se escludiamo il caso di SIR HORSD’OEUVRE, che fece compilare da un amanuense un libro di cucina in dodici volumi, scritti a distanza di due anni l’unodall’altro, tutti quanti muniti di editoriali sulle novità culinarie provenienti dai paesi più esotici allora conosciuti.La stampa a caratteri mobili di Gutenberg purtroppo fu un periodo felice per l’editoria in genere, e in particolareper la produzione insensata di libri di ogni tipo. Lo stesso GUTENBERG, per provare la sua macchina, decise di scrivereun editoriale, lasciando perdere altre manifestazioni da bassa stamperia quali il colophon, l’occhiello e la captatio benevolentiae.La caratteristica che finora aveva sempre contraddistinto gli editoriali era il fatto di essere pubblicati all’inizio del periodicodi riferimento. Il primo autore che ruppe, di fatto, questa tradizione, fu TRISTAN TZARA, leader del movimento dada,che scrisse un editoriale di 10 pagine sparpagliate in una stanza dipinta di viola, piena di attaccapanni e conmolti animali lasciati liberi (per cui la lettura dell’editoriale poteva anche essere pericolosa).La grande diffusione degli editoriali coincise con il boom industriale degli anni ’60.La crescente produzione di pubblicazioni produsse quello che noi oggi conosciamo come“editoriale”, ossia una paginetta scritta generalmente dal direttore, in cui, sotto trattivagamente politici, si polemizza contro qualsiasi cosa o chiunque.Purtroppo, in una rivista con molte figure, spesso l’editoriale viene ignorato e dimenticato,per cui è spesso uso dover infiorettare la scrittura con riferimenti al sesso ed allaNUDITÀ FEMMINILE.Proseguendo la nostra analisi, è necessario fare beneattenzione alla crescente mancanza di spazio dovuto allascarsa applicazione della collaborazione fra scrittore e graficoimpaginatoreche spesso, ma non sempre, sacrifica lo spazio dedicato all’editorialea favore di disegni accattivanti (quel bastardo che non mi lascia mai lo spazio per esprimermi ma io prima o poi gliela faccio pagare perché non ne posf.lli MattioliMirabolante Almanacco dei f.lli MattioliAnno II n.2quasi periodico circa semestraleVolete inviare scritti, disegni, commenti, danaro? Spedite a: f.lli Mattioli via Carducci, 10 - 40033 Casalecchio di Reno (BO)o inviate un’e-mail a: fra_matto@inwind.it - Visitate il sito http://digilander.libero.it/calendario - Grazie per la collaborazione a:CONSULENTI LINGUISTICI: Marco Alì & amici (Crippa), famiglia Secondulfo, Silvia Brunati. STAGISTA PROVOCANTE: Silvia Samory. SPECIAL GUEST: Nikola Obrazov.© 2003 Emiliano & Francesco Mattioli. Per questa edizione: © 2003 Black Velvet.Nessuna parte di questa pubblicazione può essere riprodotta senza l’autorizzazione scritta dell’editore o degli autori. - Black Velvet Editricev. A. del Verrocchio, 4 - 40138 Bologna e-mail: o.martini@libero.it - Prestampa: Fotolito Erregi - v. del Chiù, 74 - 40131 BolognaStampa: Industrie Grafiche Labanti e Nanni - v. Segantini, 32 - 40133 Bologna ISBN: 88-87827-14-1
Speciale:Capitan MaccaroniIl mistero dell’uomo in canottieraMolti autori ricordano conaffetto le avventure diCapitan Maccaroni! Abordo pagina pubblichiamo leloro personali interpretazionidi questo storico personaggio.Quando, nel 1998, ci venne in mente di riproporre le avventure diCapitan Maccaroni, di lui non sapevamo praticamente niente. I nostriricordi si limitavano a un paio di albetti a “strisce” che avevamo trovatoda piccoli in soffitta, in un baule contenente vecchi fumetti di nostropadre. Si trattava in effetti, come riuscimmo a verificare dopo un pomeriggio diricerche tra polvere e ragnatele, di una pubblicazione del 1956, in bianco e nero,con episodi autoconclusivi di 16 pagine, edita dalla Edizioni S. Cirillo di Napoli.I titoli erano “Capitan Maccaroni contro i Marziani” e “Pomeriggio di legnate perCapitan Maccaroni”. A rileggerli dopo tanti anni ci parvero veramente scadenti, siacome trama che come disegno, però le caratteristiche del protagonista, che tantoci esaltavano da bambini, c’erano tutte. Burbero, scontroso, iracondo, facile al turpiloquo,ghiotto di spaghetti e dalla mano pesante, baffoni, ciuffo, canottiera, ciabatteinfradito e, come unica prova della sua appartenenza alla categoria dei supereroi,un mantello rosso annodato al collo. Le storie, a giudicare dal dialetto parlato,sembravano ambientate in una vaga periferia napoletana.Andrea AccardiCarlo AmbrosiniPer curiosità cominciammo a chiedere in giro se qualcuno avesse mai sentitonominare quel fumetto. Inizialmente nessuno sembrava ricordarsi nulla, ma inseguito trovammo diversi amici e colleghi, soprattutto disegnatori, che ne avevanoqualche divertito ricordo.6
SpecialeDopo qualche mese, un amico ci portò ciò che aveva trovato nella sua casa di Bari:un albo del 1964, più grande e con qualche pagina a colori, dal titolo “CapitanMaccaroni spacca quasi tutto” (Quirino edizioni, Roma). Qui, probabilmente per esigenzedi produzione, la storia si era trasferita nei dintorni di Roma, mentreMaccaroni continuava a parlare in un misto di italiano e napoletano. Compareanche il suo apecar, con la scritta “forza maggica” sul fianco. In assenza di una spiegazionecerta, e ritenendoimprobabile che il supereroenapoletano tifasse per laRoma, avevamo ipotizzatoche l’apecar fosse rubato.La nostra eccitazione per lascoperta era destinata, neimesi seguenti, a raffreddarsicompletamente: a parte qualchericordo vago e i tre albiche avevamo, sembravaimpossibile procurarsi informazionisu questo dimenticatosupereroe. Nessuna tracciain biblioteche o su internet,nessuno che avesse nuoveinformazioni da fornirci, faccestupite quando provavamo achiedere in fumetterie o libreriedell’usato: niente di niente.Sospendemmo le ricercheper parecchio tempo.Nel gennaio del ’99, un incredibile ritrovamento riaccese il nostro interesse: rovistandotra bancarelle di roba vecchia ci capitò tra le mani una collezione incompletadel Muscoloso, un giornale degli anni ’30 pubblicato a Napoli contenente,oltre alla cronaca locale, un’appendice di racconti a puntate e qualche disegnoumoristico. In bella vista, in fondo alla pagina finale, si trovavano le strisce quotidianedi un personaggio chiamato “Il Capitano Maccarone, il primo supereroe completamenteautarchico”. Non era esattamente uguale a Maccaroni, ma molte caratteristicheerano comuni: anziché indossare ciabatte infradito, camminava a piediscalzi; anziché un’apecar, portava con sé un asino; non aveva mantello ma conservavala canottiera e, soprattutto, rimaneva inalterato il carattere sgarbato e prontoall’ira. Strana, per l’epoca, la presenza dei fumetti assieme al testo.Andrea BorgioliGiuseppe CamuncoliOnofrio Catacchio
SpecialeAlberto CorradiCarmine di GiandomenicoChi era dunque Capitan Maccaroni? Come era nato questo personaggio bizzarroche aveva attraversato silenziosamente la storia del fumetto italiano? E soprattutto,chi l’aveva creato e disegnato per tutto questo tempo? In nessun albo, né inalcuna striscia, era riportato il nome degli autori e le case editrici erano scomparsesenza lasciare tracce di sé. Eppure più si ricercava, più comparivano diverse versionidello stesso personaggio, alimentando sempre più le nostre curiosità.Una possibile soluzione ci si presentò poco tempo dopo, ancora una volta sulle paginedi un vecchio giornale degli anni ’30: L’Impero Categorico di Terni. Nel numerodel 13 aprile 1934, a fianco dei fumetti di “Arturo Picchiaduro”, appare in un riquadroqualcosa che per certi versi non può non ricordarci il nostro Capitano: la pubblicitàdella “Pasta sopraffina del Capitano Maccherone”. Altre differenze compaiono inquesta rappresentazione: il capello è azzimato e i baffi sottili e ben curati, il vestitoè ben più elegantedella solita canottiera,al dito spicca un anello;non si può comunquenon riconoscerecolui che poi è diventatoil protagonistadelle storie che stavamoricercando.Così dunque avevamotrovato una soluzione.Capitan Maccaroniera nato come pubblicitàdi una marca dipasta, per poi diventareprotagonista diuna striscia quotidianae, nel dopoguerra,apparire qua e là invarie edizioni, ognivolta leggermentediverso, aggiornato aitempi che correvano.Ma la nostra ricercaera lungi dall’esserecompiuta e altre sorpreseci attendevano.Riccardo Gaspericontinua a pag.17...8
Ho fameHo TANTA fameAARRGH... HO FAME!!!Ma perché non ho compratoda mangiare?muoio...ce li avevo i soldi...Cari Lettori,nelle pagine seguenti troverete la prima parte di un’opera altamente culturale che certamente renderà lustro aquesto nostro Almanacco. Si tratta nientedimeno che dellaEnciclopedia Universale a fascicoli dei f.lli Mattioli!Se gradirete questa presentazione, potrete acquistare l’intera opera comodamente a fascicoli da casa vostra!PIANO DELL’OPERA:Le pagine seguenti costituiscono il primo fascicolo da inserire nel primo volume, che ha per titolo “StoriaUniversale”. Il volume due (“Arte & Cultura”) e il volume tre (“Viaggi, Esplorazioni & Conquiste delProgresso”) verranno pubblicati a fascicoli anche loro. Seguirà il comodo raccoglitore. Con il numero di aprileverrà allegato il primo CD-Rom (“Geografia Generale & Diritto Civile”). Seguiranno altri 11 volumi, altri 13raccoglitori e altri 8 CD-Rom. Infine, in omaggio una bella bicicletta! Se sei interessato, riempi il coupon inbasso e invialo in busta chiusa a: F.LLI MATTIOLI v. Carducci, 10 - 40033 Casalecchio di Reno (BO).NOTA: il piano dell’opera potrebbe subire leggere variazioni in fase di pubblicazione.NOTA 2: il prodotto potrebbe non corrispondere affatto alla foto.Nome: Cognome: Indirizzo:Possedete un opossum? (S/N) Vi piacerebbe? (S/N) Sicuri? (S/N)Sì! Voglio assolutamente ricevere a casadella pubblicità sulla vostra enciclopedia. Anzi,mandatemi pure pubblicità su qualsiasi cosa, inbarba a qualsiasi legge della privacy, e mi impegnoad acquistare almeno una pentola.No! Non mi interessa niente della vostra stupidaenciclopedia. In realtà non so neanche perchévi spedisco questo coupon, l’unica cosa di cui sonocerto è che non voglio ricevere assolutamente nientea casa mia!PromozioneAlmanacco!!!
1. ORIGINI DEL MONDOStoriaIl mondo ha avuto origine da una massa globosa dimelma calda. Da questa roba chiamata scientificamente“brodo primordiale” ha avuto origine la vita.Ancora adesso non si sa che razza di ristoranti ci fosserosulla Terra per servire una porcheria simile.Universale2. APPARIZIONE DELL’UOMOPrima di tutto ci furono dei pesci, quando si rupperole palle di essere pesci diventarono anfibi, poi rettili,ed infine uomini. L’uomo apparve sulla terra circa duemilioni di anni fa.3. ETÀ DELLA PIETRA, DEL BRONZO, DEL FERROdalleoriginidel mondoL’età della pietra durò un sacco, da quel periodo derivanopopoli quali i sassoni. Le altre due età sono inrealtà convenzionali nel senso che nel periodo delbronzo e del ferro non è che si smise di usare la pietra,anzi.allastoriacontemporanea1.2.fig. 1: Un sasso.fig. 2: Altri sassi.Secondo i piùrecenti studi, gliantichi utilizzavanomolto probabilmentequesti oggettiper sbatterli controaltre cose.
2ENCICLOPEDIA UNIVERSALE DEI F.LLI MATTIOLIVOL. I4. GLI ITTITIGli Ittiti erano un popolo che abitò il medio orientemolto molto tempo fa. Confinavano con altri duepopoli molto antichi, i Medi e i Sumeri. Si vestivanotutti quanti in maniera molto semplice, così perdistinguersi dovevano basarsi sull’altezza: gli Ittitierano molto alti, i Sumeri erano molto bassi e i Mediinvece erano medi.Il loro re si chiamava Hattusilis I, seguito daHattusilis XII e Hattusilis XIV. Hattusilis IX deciseinvece che era ora di cominciare a far di conto in modoordinato e di smetterla di assegnare numeri a casaccioai nuovi re e cambiò il proprio nome in Hattusilis IV.Purtroppo il suo successore era un gran burlone e sifece chiamare di nuovo Hattusilis XVIII.L’amministrazione era divisa in regioni, che a lorovolta si dividevano in distretti, che si dividevano incittà, che si dividevano in borgate semplici e composite:le semplici si dividevano in sezioni e dipartimenti,mentre le composite si dividevano sempre in sezionie dipartimenti e anche in zone di tipo uno, zone ditipo due e zone di tipo quattro. Le zone di tipo unoerano pressoché identiche, come gestione, ai dipartimenti,mentre le zone di tipo due erano composte dadue zone di tipo uno. Le zone di tipo quattro esistevanosolo sulla carta (o per meglio dire sull’argilla).L’esercito era molto ben addestrato, i carri ittiti eranosvelti e pesantemente armati. Questi sono stati moltoimportanti, ancora adesso ci sono modi di dire chericordano l’efficacia militare del carro ittita (celebre lafrase “Questo Fokker è indistruttibile come un carroittita” di Manfred Von Richtofen, altrimenti notocome il Barone Rosso).Gli Ittiti sparirono improvvisamente. Un giorno deciserodi andare tutti in villeggiatura e partirono tuttiquanti per Riccione. Si trovarono così bene che nontornarono mai più.Tutto quello che sappiamo, ed è poco, riguardo agliIttiti, lo dobbiamo allo storico greco Erodoto, a cuilasciamo la conclusione di questo breve ma esaustivoarticolo: “Gli Ittiti? Boh? Cioè forse sì… gli Ittiti,erano… un popolo di pescatori, sicuro… è palese chepescassero, però facevano anche un mucchio di altrecose, tipo giocare a tirarsi la terra addosso, e così via.”5. GLI ASSIRO-BABILONESIGli Assiro-Babilonesi erano rinomati per la torre diBabele.La leggenda biblica vuole che la torre di Babele, talmentealta da sfidare il potere divino, fu distrutta daun incidente (doloso) dopo di che tutti i popoli delmondo cominciarono a parlare in lingue diverse creandogrande confusione, almeno fino all’arrivo degliinterpreti.In realtà gli assiri e i babilonesi non si capivano già daPRIMA!Infatti la torre non doveva essere una torre, ma uncerto edificio che sarebbe poi stato dato alla conservazionedelle galline. Per un errore di traduzione dall’assiroal babilonese, il progetto si trasformò, non sisa ancora perché, in una torre alta centoquarantottopiani. Ovviamente, quando il re si accorse che si stavaUn carro ittita.Ricostruzionedel MuseoAntropologico diBusto Arsizio.
STORIA UNIVERSALE: DALLE ORIGINI DEL MONDO ALLA STORIA CONTEMPORANEA3costruendo un grattacielo al posto di un pollaio divennefurioso. Fece distruggere la torre e condannò amorte il geometra.Ovviamente, per un errore di traduzione, la torre fudipinta di rosa e fu fatto a pezzi un venditore di fichi.6. LA CADUTA DELLA CITTÀ DI TROIALa cosa curiosa della città di Troia è che fu costruitasottoterra. La tesi, dell’esimio prof. Gogoff, è stataconfermata dal fatto che, per portare alla luce le rovinedella città, si è dovuto scavare a lungo.La città di Troia è comunque molto famosa per esserecitata in un bestseller (dove però compare con il nomedi Ilio) e per un famoso cavallo, addirittura più famosodi Varenne.fisse nella loro maestosa grandezza. Non c’è Statuadella Libertà o Torre Eiffel che tenga: le piramidi sonoIL monumento.Ogni paese dovrebbe averne almeno una.9. ATLANTIDEIl continente scomparso! Citato solo sporadicamenteda Platone (le cui forti sbronze sono ricordate daErodoto) è ormai certo che sia esistito veramente. Dapochissimo è stato infatti ritrovato il diario di uno deiconsiglieri del re d’Atlantide. Si tratta di un rotolo dipergamena piegato e ottimamente conservato, scrittoin tre lingue: in lingua madre atlantidea, in grecoantico ed in inglese.7. I FENICII Fenici erano un popolo di mercanti, adoravano lacompravendita e la contrattazione. Ma se avete studiatosui libri di scuola sapete esattamente di cosa stoparlando.8. GLI EGIZIANIGli Egiziani sono una delle civiltà che più è duratanella storia dell’uomo. Avevano delle caste socialimolto selettive (molto più di un club esclusivo, percapirci) e la loro vita era scandita da riti ed eventi religiosi.I monumenti più famosi degli egiziani sono sicuramentele piramidi. Costruite per conservare il corpoimbalsamato dei faraoni famosi, rimangono ancora lì2.Le strade di Atlantide erano lastricate di argento, l’interoregno emanava buon odore, l’esercito era dotatodi pesanti armamenti e macchine da guerra sofisticate,la frutta cadeva dagli alberi e rotolava da sola sulletavole, i polli si buttavano nelle fiamme di propriaspontanea volontà dopo essersi spennati da soli.L’isola di Atlantide, riporta lo scritto, era al largodello stretto di Gibilterra (le fantomatiche “colonned’Ercole”) e giaceva bellamente nel centro dell’oceano,lo stesso oceano che poi inghiottì nelle sue acquel’intero continente. Che cosa sarà successo? Un complotto?Un cataclisma? Avranno sbattuto contro uniceberg?Non si saprà mai, il nostro documento storico nonriporta i motivi del disastro: le ultime parole dellapergamena riportano solo: “Cazzo! Stiamo sprofondando.”.1.fig. 1: Anubi. Questo popolare peronaggio deifumetti egiziani, con testa di cane, si ritiene abbiaispirato l’odierno Pippo.fig. 2: Un rarissimo reperto atlantideo conservato alMuseo Antropologico di Busto Arsizio.
4ENCICLOPEDIA UNIVERSALE DEI F.LLI MATTIOLIVOL. I1.SemicerchiFrecce10. TUTTO IL RESTO FINO A NAPOLEONEVisto che non c’è rimasto molto spazio, occorre sintetizzaremolto la narrazione degli eventi. Dopo gliAssiro-Babilonesi si susseguirono altri popoli, fra iquali spiccano i Greci e i Romani. Ai primi si devel’invenzione della democrazia, del teatro e di un saccodi altre cose belle e buone, ai secondi invece si devel’invenzione di un sacco di armi. Vinsero i Romani.Poi arrivarono i barbari, poi altri barbari, poi altri barbariancora. Alla fine i barbari presero coscienza diessere barbari e quindi cominciarono a farsi chiamarecon nomi altisonanti quali Franchi, Germani, Angli ecosì via.Nel frattempo qualcuno scoprì la polvere da sparo, inrealtà era già stata inventata dai cinesi che la usavanoper i fuochi artificiali. Si deve al monaco BertoldSchwarz l’introduzione della polvere da sparo inEuropa: durante un viaggio in Cina nascose nel suobastone un tric trac e lo portò a casa sua a Friburgo.Poi ci fu un periodo chiamato Rinascimento, moltointeressante da un lato, ma noiosissimo.Infine arrivò Napoleone, che cominciò a fare il castigamattia destra e a manca. Finì male.Napoleone, oltre che essere un grande condottiero, eraanche un grande matematico. A lui si deve l’invenzionedel Compact Disc.11. PRIMA E SECONDA GUERRA MONDIALELa prima guerra mondiale scoppiò nel 1914 per deimotivi molto complessi. Talmente complessi che,quattro anni dopo, nessuno si ricordava più esattamenteperché si stesse combattendo. Celebre fu la letteradi Otto Von Bismark al kaiser Guglielmo II intitolata“Che cazzo facciamo ora?”.La seconda guerra mondiale venne dopo la prima.2.12. L’ERA CONTEMPORANEAPer era contemporanea gli storici indicano il periodopresente. E’ inutile parlarne qui: acquistate un quotidianoe leggetevi le notizie.fig. 1: Cartina dell’Europa ai tempi di CarloXVII (famoso burattinaio tirolese).fig. 2: Otto von Bismarck.
LE AVVENTURE DELUN FOTOFUMETTO IN COMET-O-SCOPECapitano! Abbiamo quasifinito i cristalli di Prilite!Che cazzo dici?!?2 a puntata:Dopo una fuga rocambolesca, i nostririescono a decollare dal pianeta Trull.Sorge però un altro problema e l’ingegnerBongo è costretto a chiamare ilcapitano...Porca puttana! A questopunto ’fanculo la missione...Computer! Dimmidove trovo dellaPrilite qui vicino!E’ così, Capitano... ne abbiamosolo per 2 anni luce!Ai suoi ordini! Ci sarebbe a 320anni luce un delizioso pianetinocon il cielo color pervinca...E basta, cazzo!Ho detto quivicino!Ah, ehm... ci sarebbe il pianetaSquirt... è proprio davanti a noi...BAM!SKRANNG!!!Bell’atterraggio del cazzo,tenente. Complimenti!E che ci voleva! Ma perchédevo sempre lavorare condegli imbecilli?Capitano... ecco... il problemaè che io con queste bendenon ci vedo niente...mi scusi...Fa chiamareKowalski, chescendiamo!Poche balle,Kowalski!Stai semprea lamentarti!15
Sono tutti uguali ’sti pianeti del cazzo! Dividiamocie vediamo di trovare in fretta la Prilite!Agli ordini, Capitano!IL TENENTE COMETTROVA SUBITO CIO’CHE CERCA...Ah, ecco laPrilite! Ora lacarico sullanave...ANCHE IL CAPITANOTROVA CIO’ CHE CERCA!Ma quella è un’alienaDONNA! Ehi, bella,non ci siamo già visti?KOWALSKI, INVECE...Dove siete finiti? Ehilà! Ehilà!Non fate scherzi, non vi vedo!Yullurully!!!QUALCHE ORA DOPO...Ah, eccola,Capitano! Hogià caricatola Prilite e...Ma... non abbiamodimenticato qualcosa?Capitano... Tenente...dove siete?Ehilà?Ehilà?Allora partiamoin fretta! C’è uncornuto d’unalieno chem’insegue!BROOOM!!!16continua...
Speciale Capitan Maccaroni (seconda parte)L’occasione per verificare la nostra teoria venne quando due amici ci invitarono aNapoli per qualche giorno. Accettando l’invito ci proponevamo, durante la visitaalla città, di consultare le biblioteche e le bancarelle alla ricerca di altri albi diCapitan Maccaroni che ancora mancassero alla nostra collezione. Rimanemmoancora una volta delusi: sembrava che, anche nella sua città natale, del Capitanonon fosse rimasta traccia. Perdemmo diversi giorni in futili ricerche, senza incontrarealtro se non sguardi ironici e qualche risatina alle nostre spalle. Decidemmo,come ultima speranza, di visitare qualche libreria fuori città e ci trovammo infine,seguendo diverse indicazioni, nella piccola biblioteca di Paternopoli. Qui,domandando di Capitan Maccaroni, ottenemmo insperatamente una rispostaaffermativa. In archivio era presente un volume dal titolo Il Capitano Maccarone,eroe dell’aria, che l’anziano bibliotecario si mise a cercare. Quello che riportò, dopoun paio d’ore di ricerca, non era certo quello che ci aspettavamo, e ancora unavolta ci sentimmo come se avessimo sfiorato la soluzione di un enigma senza peròpoterla afferrare. Si trattava infatti non di un fumetto, ma di un libro rilegato risalente,in prima edizione, addirittura al 1921! La ristampa che avevamo tra le maniera del ’34, con una sovracopertina illustrata che ritraeva il nostro Capitano, consguardo burbero verso l’orizzonte, mentre circonda un’avvenente fanciulla con unbraccio. Dietro di lui, nel cielo rosato, volano bizzarri aeroplani. Un’altra mutazione:qui torna la canottiera ma il Capitano è tale in quanto graduato dell’aviazione,e fuma il sigaro. Inoltre, grande rivelazione, lo scontroso Maccarone è, oltreche forzuto, anche pilota e per di più sciupafemmine. Una sola pecca ha turbatoil nostro glorioso ritrovamento: il libro era purtroppo mancante di una buonametà, smarrita chissà dove nel corso degli anni. Non sapremo probabilmente maicome finiva questa avventura nei cieli del Capitano Maccarone.Massimo GiaconIgortMichele Petrucci
SpecialeRatigherAvevamo una traccia nuova da seguire. L’autore del libro, come riportato nellacopertina, si chiamava Salvatore Pasquale Gargiulo. Ovviamente la nostra ricercadi possibili discendenti dello scrittore si arenò di fronte alla quantità di Gargiuloabitanti a Napoli e dintorni, inoltre non potevamo approfittare in eterno dellapazienza dei nostri pur gentilissimi ospiti. Sospendemmo quindi a malincuore lericerche e partimmo verso casa. Pensavamo comunque di fermarci qualche giornoa Roma, città in cui erano stati pubblicati gli ultimi fumetti di CapitanMaccaroni di cui avevamo notizia. Giunti nella capitale, però, eravamo troppostanchi e privi di mezzi per intraprendere nuove ricerche, e decidemmo di trascorrereil tempo in passeggiate oziose.L’ultimo giorno ci venne in aiuto il fato, nella persona di Italo Costantino, barbierenell’Aventino. Mentre uno di noi approfittava del tempo da perdere per farsirassettare i capelli, infatti, l’altro sfogliava con disattenzione le riviste, per lo piùpoco serie, ammucchiate sul tavolino quando, fra un Corna Vissute e un CronacaVera, gli cadde l’occhio su un personaggio che non tardò a riconoscere. Appariva,assieme ad altri bizzarri supereroi italiani, in un albo in quadricromia dal titolo“Mozzarella in alto mare”, numero 1 di una miniserie di 6 intitolata “GAP (GruppoAffiatato e Pimpante): La minaccia filamentosa”, Ed. Caruso, 1982. CapitanMaccaroni, di nuovo in mantello e canottiera, era impegnato assieme ai suoi compagnia sventare il piano diabolico di un improbabile villain che viveva sempreimmerso in una vasca da bagno. Interrogando il barbiere sulle origini di quelfumetto, scoprimmo di trovarci di fronte a una delle persone che avevamo cercatoda mesi: Italo Costantino infatti altri non era se non lo scrittore dei testi diCapitan Maccaroni, dal ’56 al ’65!Piero RuggeriMassimo Semerano18
SpecialePassammo le ultime ore a Roma nella sua bottega, raccontandogli la nostra ricercae ascoltando le sue rivelazioni. Molte cose erano ignote anche a lui, come l’esistenzadel libro del ’21 o della pasta del Capitano Maccherone, ma da lui ottenemmoaltre preziose informazioni. Nel dopoguerra, lui e un disegnatore di nomeCorrado Cocozza, decisero di riproporre a una casa editrice le strisce che avevanoletto in gioventù sul Muscoloso. Realizzarono in tutto 12 albetti a strisce e inseguito si trasferirono a Roma e passarono a un formato più grande, per inseguirele nuove mode del fumetto. Non furono mai pagati e la pubblicazione ebbe terminea causa di una scazzottata con l’editore che si risolse per quest’ultimo in unpaio di mesi di ospedale. L’anno dopo (era il 1966), Cocozza tornò a Napoli e ItaloCostantino non ne seppe più niente. Continuò a seguire però le avventure diCapitan Maccaroni quando, negli anni ’80, qualcuno ricominciò a stamparle perqualche tempo. Girarono anche un film, ci rivelò con nostro stupore, negli anni’50, che però fu distribuito molto poco. Il titolo del film era “Capitan Maccaroniil magnifico”.Italo ci svelò alcuni deisegreti che ci tormentavanoda mesi. Capitan Maccaroniè sposato con una certaCarmela, ha un figlio e ognitanto va a Napoli a trovaresua madre, una grassa signorache quando lo vede si permettedi trattarlo come unapezza da piede. Nessuno l’hamai battuto in una scazzottata,ma si trova spesso aterra a causa del vino scadente.L’unica cosa che può farlopiangere è una canzonestrappalacrime napoletana.Italo, evidentemente commosso,ci salutò con questeparole: “Mo’ levateve darcazzo che c’ho da lavorà!”Al termine delle nostre ricerche, molti interrogativi rimangono sull’origine diquesto bizzarro e multiforme personaggio. Diventa sempre più difficile, data lacarenza di testimonianze, spingersi indietro alla ricerca di possibili antenati, e perforza di cose si è costretti ad entrare nel campo delle supposizioni. Il CapitànMaccarò, che si esibiva nel 1899 al Circo Betrano, Silvio Amedeo Macaroni, che fucapitano durante la spedizione dei Mille, o perfino il Maccaruone, citato nelFavolello di Brunetto Latini, potrebbero forse avere a che fare con l’origine delnostro eroe, ma probabilmente non potremo mai verificarlo. Quello che abbiamoscoperto però è stato sufficiente per spingerci a disegnare nuove storie, nel tentativodi mantenere in vita la memoria di questo personaggio fino al nuovo millennio.Buon divertimento con le nuove avventure di Capitan Maccaroni!f.lli MattioliGiovanni SimoncelliAlessandro VittiGiuseppe Zironi19
Yari Lanzoni:12 esami in 12 mesi*con il MetodoMnemonicof.lli Mattioli!Telefonate subito al: 340/3357677(chiedere di Peppino)* Si tratta sempre dello stesso esame, ripetuto senza successo per 12 volte. Del resto siete propriosicuri di voler lasciare l’università? Pensate davvero di trovare lavoro? Poveri sciocchi! C’èuna sola soluzione: il METODO MNEMONICO dei f.lli Mattioli! Esso prevede l’affiancamento di unTUTOR che abiterà a casa vostra e vi impedirà in ogni modo di concentrarvi nello studio.
AMENITÀCOSERUBRICHEAlmanaccoPASSATEMPIQUESTO & QUELLORVIZ?NOTIZIEdei f.lli MattioliCucinaL’ingrediente consigliatoIl pongo, spesso relegato ai giochi dei fanciulli, è in realtà un buon sistema perdecorare piatti che comunque sarebbero una delusione.Portate in tavola piatti decorati col pongo! Stupite i vostri amici con manie diprotagonismo che mal si addicono ad un cuoco professionista! Rispondete di sìagli astanti schifati dai vostri piatti quando vi chiederanno “Ma è pongo quello?”La ricetta da provareSpaghetti al polpo caldoRicetta per 4 persone650 gr. di spaghetti500 gr. di polpoSale Q.B.Prendete gli spaghetti, infilateli in una pentola di acqua salata e portate il tuttoin ebollizione. Mentre imprecate perché gli spaghetti si dovrebbero mettere dopoche l’acqua bolle, cominciate a impastare la farina con due chiare d’uovo.Mentre dite parolacce perché nella lista degli ingredienti non c’è la farina né leuova, e magari è pure domenica e i negozi sono chiusi e siete dovuti andare alsupermercato che sta a dieci chilometri da qui per prendere queste cose, metteteil polpo in una teglia imburrata.Dopo essere tornati a prendere pure il burro nel supermercato vi rendete conto chenel frattempo la persona cui avevate affidato la custodia della pentola di spaghettiè andata a farsi una gita, per cui ora sono diventati parte integrante dell’acciaio.Inoltre vi accorgete che l’impasto di farina e uova non serve a niente in questaricetta.La cena è rovinata, avrete pure dello scatolame con dentro del cibo, no? Usatequello.LA PALLACANESTRO–CURIOSITA’La pallacanestro è, perquanto possa sembrareimpossibile, l’unico sport almondo in cui, con una palla,si deve centrare un canestroposto ad una certa altezza,sito alle estremità di uncampo rettangolare su cui igiocatori (che sono cinque persquadra) si devono muoverepalleggiando oppure passandosila palla e in cui ognicentro vale 1 o 2 o 3 punti aseconda delle situazioni edella distanza.21
AlmanaccoLa Posta di Suor PistoneCara sorella Pistone, sono una giovane mamma di 32 anni che ha dei problemicol proprio marito. Ultimamente è molto nervoso, forse per dei problemi allavoro che io non conosco, e ogni tanto mi risponde con violenza tanto che mifa paura. Come devo fare per far tornare mio marito come prima?Carissima lettrice. Chiaramente tuo marito non tornerà mai più come prima, per cui tiragli uncalcio nelle palle e scappa con un altro più gentile.!Il sole è giallo.L’ANGOLODELLE COSEOVVIELe nove di mattina sonofacilmente distinguibilidalle nove di sera.Gli specchi non sono fatti diseta.La marmotta non vive nellospazio.La carta vetrata è un cattivofertilizzante.L’Angolo dell’Alta FinanzaEuro – I rincari sono reali o sono solo semplici scossoni dell’inflazione?Intervento dell’ornitologo Giacomo SandersL’Euro ha fatto crescere i prezzi, non c’è dubbio. Se prima per un flacone diTeroxabozin (serve per curare la squamazione dei bargigli dei tacchini) spendevomolto, adesso spendo addirittura troppo, per cui il veterinario è costretto a fareprezzi più alti.E’ una catena che si morde la coda, se invece che due passaggi ne abbiamo moltidi più, una ventina ad esempio, è chiaro che un arrotondamento minimo sullematerie prime ha un effetto di eco enorme sul prodotto finito.Ma, in quanto studioso di volatili, non sono sicuro di aver fatto un’analisi completadel problema. Continuo a chiedermi come mai hanno contattato me perscrivere su un tema così estraneo (di solito mi occupo delle malattie dei tacchini).La scusa che mi hanno dato per venire qui è che bastava avere un titolo che finissein “ologo” per impressionare i lettori. Nell’articolo poi, mi hanno assicurato,potevo scrivere quello che volevo, tanto la gente legge solo i titoli.DENDROCRONOLOGIA: LA SCIENZA CHE LEGGE L’ETA’ DELL’ALBEROUna patata: età un anno.La dendrocronologia è quella brancadella botanica che permette dileggere l’età di un tronco attraversola lettura degli anelli di crescitadegli alberi. Abbiamo intervistatoper voi il prof. Luca Sallustio.Prof. Sallustio, ci dica, perchéquesta disciplina si chiama“dendrocronologia”, da cosaderiva questo nome?Beh, visto che gli anelli non si vedonoda fuori, per studiarli occorre guardaredendro, da cui “dendrocronologia”.Grazie professore, la salutiamo...Arrivederci!22
AlmanaccoEnigmisticaIl Merlo DislessicoQuale oggetto sta cercando di indicarci il merlo dislessico?SZVOBO TENEG IOLOBFATEV ORANO FRAMIT!Soluzione: il merlo dislessico sta dicendo cazzate.La Posta dei Lettori...Cari amici lettori, per questo numerosiamo letteralmente sommersi dallaposta! Diamo quindi subito spazio adamici e parenti.Carissima redazione del MirabolanteAlmanacco, sono una vostra fedele lettrice(vi seguo fin dal numero 1)e mi chiamo Silvietta. Viscrivo con le lacrime agliocchi e colma di gratitudine,per ringraziarvi delle splendideavventure del “TenenteComet”. Non ho mai lettonulla di più commovente e dipiù profondo, con il vostroimpegno il genere della fantascienzasi è arricchito diuna nota umana e filosofica di grande profondità.Grazie ancora. Mi aspetto grandicose da voi.P.S. Allego una mia modesta opera, nellasperanza che mi pubblichiate.Silvietta ’77Cara Silvietta, sono lettere come la tuache ci danno la forza di continuare!Silvietta ’77Carissimi F.lli Mattioli, il vostro calendariomi è piaciuto tantissimo, è molto divertenteed istruttivo, e dato che mi durerà unanno intero, si può dire che non è nemmenotanto caro. Vi faccio tutti i miei complimentiper la fantasia dei testi e l’accuratezzadelle illustrazioni. Bravi!!! Solo un piccoloappunto: QUANDO VILAUREATE???????QUANDO VI SISTEMA-TE??????? QUANDO VITOGLIETE DAI COGLIO-NI????????In attesa di una Vostra COR-TESE risposta, vi salutala vostra aff.maMAMMACiao, mamma!Anche per questo numero abbiamofinito, ma non temete: risponderemo atutti!Scrivete a:f.lli Mattioliv. Carducci, 1040033 Casalecchio di Reno (BO)o inviate un’e-mail a:fra_matto@inwind.it23Oroscopodi Giovanni La Motail profeta di Rieti°**********attenzionemalemediobeneottimoARIETE: Amore, lavoro,salute: andrà tutto *.TORO: All’inizio vi sembreràche vada tutto *, poi peggioreràa tal punto che quelloche vi è successo finora visembrerà sia andato ***.GEMELLI: °! Qualcuno diràche cucinate *, anche se a voivi sembrerà tutto ****.ACQUARIO: Grossi problemiin famiglia, non lasciatevimettere i piedi in testa. Se viinsultano voi mostrate ilvostro dito **.PESCI: Per un pesce la vita èsempre molto dura.
GIGI LA PICCOLA OLOTURIA“Il genio! Quella scintilla che rende un’opera unica ed inimitabile, inattaccabiledalla critica e dagli anni che passano! Ebbene signori, in Gigi la piccolaOloturia il genio è totalmente assente!”(Science – Dicembre 2002)24
ISTRUZIONI PER IL MONTAGGIORisulta quantomai opportuno ricordare LA SCOPERTA DELL’AMERICA nel momento in cui ricorre ilsuo 510° anniversario e mezzo! Noi vogliamo farlo con un diorama basato sulle recenti scoperte del prof.Augusto Spazzola: Colombo non era partito con tre caravelle, come tutti credono, bensì con quattro. Laquarta caravella fu affondata da una piovra gigante.DIFFICOLTÀ: MATERIALE OCCORRENTE:1) Forbici o taglierino2) Un po’ di pazienza!Prima di cominciare, prendi visione delleistruzioni generali qui a lato:LINEA CONTINUAsignificaTAGLIALINEA TRATTEGGIATAsignificaPIEGA A MONTERitagliare tutti gli oggetti seguendo la lineacontinua. Perché sia possibile farli stare inpiedi, è necessario piegare all’indietro la linguetta,lungo la linea tratteggiata, e utilizzarlacome base. Disponete poi a piacere gli elementisu uno sfondo appropriato (ad es. unacartolina con una foto del mare), in modo daottenere una riproduzione realistica dello storicoavvenimento.Qui a lato trovate lo schema che è servito perrealizzare la foto in basso.Buon divertimento!I F.LLI MATTIOLI DECLINANO OGNI RESPONSABILITÀ IN CASO DI:1) Danneggiamento parziale o totale e irreversibile di questa rivista.2) Danneggiamento parziale o totale e irreversibile di chi prova a costruire questo ritaglino.3) Disastro ecobiologico di scala planetaria.
IL RITAGLINO!#2. La Scopertadell’America...un istruttivo diorama!(all ’ interno le istruzioni per il montaggio)