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Opinioni e commenti6 SABATO 8 SETTEMBRE 2012Grazie dai SabbioniCaro direttore,il 24 marzo 2012 il suo giornalepubblicava un articolino nella postadel direttore, intitolato “Tantebuche in via Camporelle”, in cuiun gruppo di anziani dei Sabbionichiedeva che alcune buche lungola strada che va al cimitero fosseromesse in sicurezza per chi quellastrada percorreva in bicicletta perrecarsi al luogo di culto.Bene, oggi 8 agosto 2012, tuttiquesti sabbionesi ringraziano chi,alla viabilità o comunque alla giuntacomunale, se ne sia fatto carico.Da pochi giorni tutto il tratto divia Camporelle interessato è statoasfaltato con cura.Grazie! Grazie davvero: tuttala nostra riconoscenza. E grazieanche a <strong>Il</strong> <strong>Nuovo</strong> <strong>Torrazzo</strong>, nostroautorevole tramite.MMItalia immobile...Tornano da una breve vacanzain Italia ed è la prima parola chemi buttano addosso, con un sorrisoagrodolce: “Ma sapessi che belsole che ho trovato in Italia... erasolo il sole, però.” Con questo, sidovrà capire tutto. Marisa, invece,di ritorno a Londra, ti investe: “Lìda noi la musica è sempre la stessa,non cambia nulla!” Un’altrasimpatica ragazza di Piacenza,nella città del Tamigi da quattroanni, è stata laggiù dai suoi. “Hodato un saluto alla mamma, poidopo solo tre giorni sono scappatavia.” Continuava a dire loro:“Ma qui è sempre tutto uguale,non si muove niente...” Tornanoi giovani e fanno la faccia dichi ha incontrato un mondo chenon cammina. Ingessato. Antico.Anche se le insegne, a volte, sonomodernissime.Un missionario venuto dal Brasile,mi confessava: “Sai, la nostradiocesi è proprio immobile!” Unaltro giorno incrociavo un vescovoemerito, dallo sguardo sereno,il profilo ascetico, il tratto dolcissimo.“Siamo senza uomini divisione, sai...” ti fa con una malinconiainteriore che commuove,“uomini che sappiano guardareavanti, all’orizzonte... È la solitagestione.” Sembra il tramonto diun mondo. Forse il contraccolpodi un’era. Cullata per decenni dalbenessere, da televisioni che imperanocon pseudo-valori, da unavoglia folle di divertirsi e di starebene, dalla sfilata delle veline...“panem et circenses”: il mangiaree il divertimento hanno assorbitoun interesse ossessionante. “L’uomoè ciò in cui crede” (Cechov).E ci si chiede come mai la nostraterra abbia questo destino oscuro,quasi come in una tragedia greca,di rendere infelice la sua parte migliore,i suoi giovani, la sua gioventù.Di vederseli sfuggire di mano,sfiduciati, con un male nascosto.Proprio come la marea di italianidi sessant’anni fa. Emigranti. Partitialla disperata. Un pezzo di storiache per noi non è mai entratonella storia. Quasi un braccio amputatodi un corpo.Ma la loro lezione resta, tuttavia.Quella di non saper scommetteresull’avvenire, sulla ricerca, suigiovani. Di non decidersi a partireinsieme per una lunga marcia controi mali profondi della nostraterra. Di non vedere la casa chebrucia, mentre egoismo sociale e isuoi eroi negativi imperano. Dovecorruzione, evasione e illegalitàrendono irrespirabile l’aria, gliorizzonti dei nostri giovani.Non si ha la fortuna di avereuomini di visione e di entusiasmo,che sanno intravedere un avveniregrande. Solamente dei gestori. Gestireil presente, semmai sensibilial tornaconto, al potere, alla condiscendenzadella propria cerchia.Nell’incapacità di portarsi suprapartes, superando uno spirito feudaleche separa i bianchi dai neri, iLa penna ai lettori<strong>Il</strong> matrimonio è solo il matrimonioNella notte tra venerdì 26 e sabato 27 luglio, al termine di unaseduta durata più di 11 ore, il Consiglio comunale di Milano haapprovato l’istituzione del registro delle unioni civili. Si trattadell’ennesimo tentativo volto a equiparare le convivenze alla famiglia,e questo emerge molto chiaramente dal fatto che i promotoridi tali iniziative (lobby gay) ne hanno sempre affermato la naturasimbolica di vessillo ideologico.Le istituzioni milanesi non sono state dissuase dai loro propositinemmeno dal completo insuccesso a cui tali provvedimenti sonoandati incontro nelle (poche) città che li hanno adottati: nei circa82 comuni in cui il registro è stato introdotto poche centinaia dicoppie vi hanno aderito, alla luce di tali dati si comprende cometali iniziative abbiano una natura puramente ideologica e propagandistica.Inoltre quando la Curia milanese ha giustamente affermato cheil registro è solo una mera operazione d’immagine, richiamandoPisapia ad agire concretamente a favore della famiglia, la reazioneè stata a dir poco violenta: il sindaco ha risposto che ciascunaistituzione deve rispettare il proprio ruolo, intimando alla Curiadi non intromettersi nelle questioni diverse da quelle di culto. Sitratta di un attacco inaudito alla libertà di espressione che spettaalla Chiesa così come ad ogni altro soggetto, soprattutto quandosono in gioco i temi etici. Pisapia ha mostrato un’intolleranza preoccupante,rivelando un volto molto diverso da quello dialoganteemerso durante l’Incontro mondiale delle famiglie.La veridicità dei pericoli derivanti dall’introduzione del registro,tra cui spiccava il rischio di un riconoscimento delle unionipoligamiche (visto che il testo inizialmente riguardava le unionitra “insieme di persone”) è dimostrata dal fatto che la formulazioneoriginaria è stata sostituita da “due persone maggiorenni”.È chiaro che il registro rappresenta un grimaldello volto a scardinarel’unica famiglia possibile, quella fondata sul matrimoniotra un uomo e una donna. La Costituzione, infatti, all’art.29 riconoscei diritti della famiglia come “società naturale fondata sulmatrimonio”; indipendentemente da cosa si intenda per naturale(basti dire che un bambino può nascere solo dall’unione tra unuomo e una donna), è evidente che l’equiparazione tra la famigliae le coppie di fatto non è possibile poiché palesemente incostituzionale(si noti, inoltre, che il Codice civile parla esplicitamentedi diritti e doveri del marito e della moglie). Le coppie di fatto(men che meno quelle gay per evidenti ragioni naturali, storichee giuridiche) non potranno mai essere considerate famiglie, proprioperché queste ultime sono solo quelle nate dal matrimonio traun uomo e una donna: sarebbe profondamente iniquo attribuireai conviventi more uxorio, che non si sono assunti alcuna responsabilità,gli stessi diritti che spettano ai coniugi, che si sono impegnatireciprocamente.Le istituzioni politiche, invece di impegnarsi in iniziative lontanissimedai bisogni reali dei cittadini, dovrebbero attivarsi efficacementeper tutelare e sostenere le centinaia di migliaia di famiglieche stanno soffrendo per la crisi economica. Come ricordavaCicerone, la famiglia è il nucleo originario e fondante dello Stato,senza la quale cesserebbe di esistere. Di questa verità tutti dovrebberoessere consapevoli, anche coloro che vorrebbero eliminare ilconcetto stesso di famiglia per creare una categoria magmatica incui far convergere ogni tipo di convivenza e unione. Al contrario,la famiglia si fonda su un impegno forte, su un progetto di vita chesolo il matrimonio è in grado di garantire.Al di là di ogni ipocrisia, è palese che il registro delle unioni civiliha per destinatari le coppie gay che insistono nel volere ottenerediritti (ma nessun dovere) che non possono spettare loro poichéin alcun modo potranno mai configurarsi come famiglia. Di frontea questa pericolosa deriva ideologica, non resta che ringraziare laChiesa per la sua azione fondamentale e insostituibile a difesa deivalori autentici (tra cui spicca il sacramento del matrimonio), nonostantegli attacchi, le ingiurie e le violenze che subisce.Tutti, e in particolare i cattolici, hanno il dovere di impegnarsi,nei diversi ambiti in cui operano, nella tutela e nella promozionedell’unica vera e autentica famiglia, come con parole ispiratee profonde ha affermato Benedetto XVI, soprattutto nelle omeliee nei discorsi tenuti in occasione del Family 2012, durante il qualeè emerso chiaramente che la larghissima maggioranza della popolazione,e in particolare i più giovani, considerano il matrimonioe la famiglia valori imprescindibili da difendere da ogni attaccolaicista, con buona pace di coloro che ne vuol minare l’essenzasvuotandoli di significato.Marco Rapettiguelfi dai ghibellini, il nostro mondoin corporazioni.Così, vista dall’estero, la nostraterra: un mondo antico che perdei suoi giovani, che fatica a sentirsipatria comune, incapace di spiritogeneroso, lungimirante, nell’integrarelo straniero. Ricordava CharlieChaplin: “Non troverai mai gliarcobaleni, se continui a guardarein basso!” Ovvero, al nostro spazioche rinchiude, al nostro feudo. <strong>Il</strong>senso del tempo, invece, ricordache si sta costruendo insieme a piùmani una storia nuova, un’avventuraoriginale e collettiva, con altri.Un fatto nuovo si osserva, ultimamente,nel successo di London2012: i giovani inglesi. L’Olimpiadeè stato un motore, uno stimolopotente per la gioventù inglese ditutte le razze nel coltivare lo sport.Dappertutto un logo ne indicava ilsenso: Inspired generation. Un motorenella vita di milioni di giovanistranieri di ogni origine che vivonoin Gran Bretagna. Ispirati, invitaticome per un grande ideale, a coltivareil corpo, il talento, il confrontoe il “to be proud” (essere fieri). Già✍le migliaia di giovani volontari aiGiochi si rivelavano un challengeparticolarmente riuscito, dandoslancio all’emulazione, alla sfidadel vivere-insieme, all’essere “fieridi sè” come lo sono gli atleti-medaglia-d’oroinglesi. Questi nonriceveranno 140 mila euro di compenso,come i loro colleghi italiani.Solo il sorriso della regina. Sarannounicamente fieri, in fondo, delleloro abilità, in un mondo dai tantivolti, dalle tante culture differenti.Renato Ziliomissionario a Londra·COSÌ NON VA · COSÌ NON VA · COSÌ NON VA · COSÌ NON VA ·I giardini pubblici di Porta Serio sono pericolosi. Lo avevamogià scritto, lo ha detto anche il consigliere comunale AntonioAgazzi in un documento presentato al sindaco. È di questigiorni un’aggressione a un passante. Pare che tutto sia notoalle forze dell’ordine, ma da più parti si reclama un interventorisolutore.Invitiamo i lettori a inviarci foto e brevi didascalie per evidenziare disagi o disservizi incittà e nei paesi, non per spirito polemico, ma come servizio utile a migliorare l’ambientein cui viviamo.Boschiroli e la cittadellaSignor Direttore,ho letto con grande attenzionel’intervento, molto articolato,dell’avv. Boschiroli sulle prospettive,non del tutto rosee, per le nostrecittà che <strong>Il</strong> <strong>Nuovo</strong> <strong>Torrazzo</strong> pubblicail 1° settembre u.s. Tra le criticitàpaventate “c’è anche la continuitàdell’Azienda Ospedaliera”.Al riguardo, mi permetto di osservareche il progetto “Cittadelladell’Anziano”, che la FondazioneBenefattori Cremaschi Onlus conconvinzione e motivatamente avevaproposto e portato avanti, potevacostituire anche un significativocontributo per garantire il mantenimentodell’autonomia della nostrastruttura Ospedaliera.Un complesso moderno, efficiente,veramente a misura di anziano,contiguo all’ospedale e conquesto in strettissima sinergia diservizi, avrebbe potuto giocare unruolo non indifferente non solo adifesa ma anche in una prospettivadi crescita della nostra AziendaOspedaliera e avrebbe favorito, perquanto riguarda l’assistenza ospedalierae quella socio-sanitaria,quel rilancio delle prospettive disviluppo e di benessere per la nostracittà che, giustamente, l’avv.Boschiroli auspica.Ma, in questa chiave, anche altreconsiderazioni vanno richiamateper sottolineare la validità delprogetto “Cittadella”. È noto chei recenti indirizzi in materia di assistenzaospedaliera riservano agliOspedali funzioni sempre più miratealla cura degli “acuti-acuti”,indirizzando verso altre strutture lecompetenze assistenziali per le fasisub-acute o “di cure intermedie”che dir si voglia. La “Cittadelladell’Anziano”, per la sua collocazionee per l’estensione degli spazidisponibili, avrebbe potuto dareuna forte risposta anche a questaesigenza che, nel tempo si faràsempre più pressante.Ma oggi questa possibilità, tramontatoquel progetto, non risultapiù percorribile per i vincoli strutturalie di carenza di spazi disponibiliche il vecchio complesso di viaKennedy presenta tali da non consentiresufficienti e razionali ampliamenti.Le difficoltà che stannoincontrando, sotto questo aspetto,i lavori di ristrutturazione per lamessa a norma richiesta dalla Regionedel “Kennedy” la diconolunga in proposito e confermano iltimore che si tratti solo di metteredelle toppe a un vestito vecchio eliso. E così, le “cure intermedie”dovranno inesorabilmente essereorientate, verso altre direzionicon un ulteriore impoverimento(e svuotamento) del ruolo e dellapresenza di Crema nel contesto delsuo territorio.Rimane, quindi, francamente incomprensibile,e in netta contraddizionecon i timori oggi espressi,l’ostinata contrarietà a suo tempomanifestata dell’avv. Boschiroli, edal movimento che egli rappresenta,nei confronti della realizzazionedella “Cittadella dell’Anziano”che ha contribuito in misura nonsecondaria al suo affossamento.Forse un momento di riflessionein più, scevro da pregiudizi, ieri,avrebbe permesso, oggi, una qualchepreoccupazione in meno.Franco ConzVicepresidente FondazioneBenefattori Cremaschi OnlusNegozioCREMONAVENDITA STRAORDINARIAPER TRASFERIMENTO LOCALISCONTI dal20% 50%alda C.so Garibaldi, 84CI TRASFERIAMO NEI NUOVI LOCALIal civico 25 di C.so Garibaldi, CremonaTELEFONO: 0372 414786Abiti dasposa-sposoe cerimoniaCrema (Ombriano) - Viale Europa 127 C (1° piano) - Tel. 0373.230443