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Acta Ordinis 2010 N.1 - OFM

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E SECRETARIATUPRO FORMATIONE ET STUDIIS1. Festa della Pontificia Università Antonianume del Gran Cancelliere.............................................792. Visitas fraternas del Secretario general parala Formación y los Estudios ....................................86E SECRETARIATU PROEVANGELIZATIONE ET MISSIONE1. Seminario sulla presenza francescanain Amazzonia...........................................................892. Assemblea annuale della FondazioneRussia/Kazakhstan..................................................90E POSTULATIONE GENERALI1. Venerabilibus Servis Dei Felici EchevarríaGorostiaga, Presbytero professo ex OrdineFratrum Minorum, et VI Sociis eiusdem <strong>Ordinis</strong>Beatorum martyrum honores decernuntur.........912. Validitas iuridica Inquisitionum dioecesanarumin Causa SD Reginae Mariae Vattalil declaratur.....................................................................933. Facultas Transumptum Inquisitionis supermiro in Causa B. Mariae Franciscae Schervieraperiendi..................................................................944. Tertius peritus in Causa super miro intercessioniB. Iacobi Illyrici De Bitecto tributo nominatur....................................................................945. Validitas iuridica Inquisitionis dioecesanae inCausa SD Fausti Gei declaratur...............................946. Tertius peritus in Causa super miro Ven. SDMariae Clarae Seraphinae a Iesu Farolfi tributonominatur............................................................957. Validitas iuridica Inquisitionis dioecesanaesuper miro in Causa SD Mariae Teresiae Casinideclaratur.............................................................958. Validitas iuridica Inquisitionum dioecesanarumin Causa SD Tullii Maruzzo et AloisiiObdulii Arroyo declaratur.......................................95EX OFFICIO OFS1. Lettera della Conferenzadella Famiglia Francescana.....................................972. Argentina – Capitolo nazionale elettivo..................973. Panama – Capitolo nazionale elettivo.....................984. Italia – Incontro con i nuoviMinistri provinciali e Custodi <strong>OFM</strong>........................985. Cile – III Incontro Sudamericanodella Gioventù francescana .....................................986. Italia (Assisi) – Corso per gli AssistentiOFS-GiFra d’Italia..................................................997. Croazia - Corso di formazioneper gli Assistenti OFS e GiFra ................................998. Spagna – Incontro delle Commissionidella Famigli francescana per la GMG 2011 ..........99EX OFFICIO PRO “IUSTITIA. PACEATQUE INTEGRITATE CREATI”1. Reunión del Consejo Internacional de JPIC..........1012. IV Congresso europeo degli Animatori <strong>OFM</strong>di Giustizia, Pace e Integrità del Creato.................108STATISTICAORDINIS FRATRUM MINORUM(31 Decembris 2009)I. Relatio de statu personali et locali <strong>Ordinis</strong>.............. 93II. Fratres omnes unicuique Provinciae velCust. Aut. adscripti .............................................. 121III. Fratres et domus secundum regiones..................... 125IV. Status domum et presentia fratrum insingulis nationibus................................................. 128V. Provinciae vel Cust. Aut. juxtanumerum fratrum et novitiorum............................ 131VI. Incrementum vel decrementum numeri fratrum.... 133VII. Inter 2007 et 2006 comparatio.............................. 137VIII. Alumni cursus Philosophiae,Theologiae et ad Gradus Academicos................... 140AD CHRONICAM ORDINIS1. De itineribus Ministri Generalis............................1431. Visita alla Provincia croata dei santiCirillo e Metodio.............................................1432. Partecipazione all’incontro delleScuole Francescane in Germania....................1433. Visita a la Provincia “Nuestra Señorade Guadalupe”.................................................1444. Visita a Estambul............................................1465. Visita-peregrinación a la Bética......................1476. Visita in Ucraina.............................................1487. Celebrazione del 5° centenario dellaapparizione della Madonna dei Miracoli.........1498. Visita in Albania, Montenegro e Kosovo........1509. Partecipazione al Capitolo delle Stuoiedelle Province francofone...............................15110. Visita al CONO SUR......................................1512. Incontro del Ministro e Definitorio generalecon i nuovi Ministri proviniali e Custodi...............1533. IX Assemblea UFME............................................1554. Assembléia da Conferência brasileira...................1665. Assemblea della Conferenza bolivariana..............1676. 750 ième anniversaire des Constitutionsde Narbonne (1260-<strong>2010</strong>).....................................1687. Associazione Internazionale EditoriFrancescani (EFRA)..............................................1688. La riscoperta della vita eremiticae la famiglia francescana.......................................1699. Terremoto en Haití................................................17010. Terremoto en Chile................................................17311. <strong>OFM</strong>, un progetto per il prossimo sessennio.........17412. Notitiæ particulares...............................................177BIBLIOGRAPHIALibri.............................................................................179NECROLOGIA1. Mons. José Antonio Peteiro Freire <strong>OFM</strong>...............1812. Anno 2009 mortui sunt..........................................1833. Anno <strong>2010</strong> mortui sunt..........................................185


EX ACTIS SUMMI PONTIFICIS1. Discorso all’Udienza del mercoledìCittà del Vaticano, Aula Paolo VI, 13.01.<strong>2010</strong>UNA CHIESA POVERA E FEDELERENDE CREDIBILE IL VANGELOCari fratelli e sorelle,all’inizio del nuovo anno guardiamo allastoria del Cristianesimo, per vedere comesi sviluppa una storia e come può essere rinnovata.In essa possiamo vedere che sono isanti, guidati dalla luce di Dio, gli autenticiriformatori della vita della Chiesa e della società.Maestri con la parola e testimoni conl’esempio, essi sanno promuovere un rinnovamentoecclesiale stabile e profondo, perchéessi stessi sono profondamente rinnovati, sonoin contatto con la vera novità: la presenza diDio nel mondo. Tale consolante realtà, che inogni generazione cioè nascono santi e portanola creatività del rinnovamento, accompagnacostantemente la storia della Chiesa in mezzoalle tristezze e agli aspetti negativi del suocammino. Vediamo, infatti, secolo per secolo,nascere anche le forze della riforma e delrinnovamento, perché la novità di Dio è inesorabilee dà sempre nuova forza per andareavanti. Così accadde anche nel secolo tredicesimo,con la nascita e lo straordinario sviluppodegli Ordini Mendicanti: un modello di granderinnovamento in una nuova epoca storica. Essifurono chiamati così per la loro caratteristicadi «mendicare», di ricorrere, cioè, umilmenteal sostegno economico della gente per vivere ilvoto di povertà e svolgere la propria missioneevangelizzatrice. Degli Ordini Mendicanti chesorsero in quel periodo, i più noti e i più importantisono i Frati Minori e i Frati Predicatori,conosciuti come Francescani e Domenicani.Essi sono così chiamati dal nome dei loro Fondatori,rispettivamente Francesco d’Assisi eDomenico di Guzman. Questi due grandi santiebbero la capacità di leggere con intelligenza«i segni dei tempi», intuendo le sfide che dovevaaffrontare la Chiesa del loro tempo.Una prima sfida era rappresentatadall’espansione di vari gruppi e movimenti difedeli che, sebbene ispirati da un legittimo de-siderio di autentica vita cristiana, si ponevanospesso al di fuori della comunione ecclesiale.Erano in profonda opposizione alla Chiesa riccae bella che si era sviluppata proprio con lafioritura del monachesimo. In recenti Catechesimi sono soffermato sulla comunità monasticadi Cluny, che aveva sempre più attiratogiovani e quindi forze vitali, come pure beni ericchezze. Si era così sviluppata, logicamente,in un primo momento, una Chiesa ricca di proprietàe anche immobile. Contro questa Chiesasi contrappose l’idea che Cristo venne in terrapovero e che la vera Chiesa avrebbe dovuto essereproprio la Chiesa dei poveri; il desideriodi una vera autenticità cristiana si oppose cosìalla realtà della Chiesa empirica. Si tratta deicosiddetti movimenti pauperistici del Medioevo.Essi contestavano aspramente il modo divivere dei sacerdoti e dei monaci del tempo,accusati di aver tradito il Vangelo e di non praticarela povertà come i primi cristiani, e questimovimenti contrapposero al ministero dei Vescoviuna propria «gerarchia parallela». Inoltre,per giustificare le proprie scelte, diffuserodottrine incompatibili con la fede cattolica. Adesempio, il movimento dei Catari o Albigesiripropose antiche eresie, come la svalutazionee il disprezzo del mondo materiale – l’opposizionecontro la ricchezza diventa velocementeopposizione contro la realtà materiale in quantotale – la negazione della libera volontà, epoi il dualismo, l’esistenza di un secondo principiodel male equiparato a Dio. Questi movimentiebbero successo, specie in Francia e inItalia, non solo per la solida organizzazione,ma anche perché denunciavano un disordinereale nella Chiesa, causato dal comportamentopoco esemplare di vari esponenti del clero.I Francescani e i Domenicani, sulla sciadei loro Fondatori, mostrarono, invece, cheera possibile vivere la povertà evangelica, laverità del Vangelo come tale, senza separarsidalla Chiesa; mostrarono che la Chiesa rimaneil vero, autentico luogo del Vangelo edella Scrittura. Anzi, Domenico e Francescotrassero proprio dall’intima comunione con laChiesa e con il Papato la forza della loro testimonianza.Con una scelta del tutto originalenella storia della vita consacrata, i Membri di


EX ACTIS SUMMI PONTIFICIS 5riuniti in fraterna assemblea liturgica, nellafesta della conversione dell’apostolo Paolo,concludiamo oggi l’annuale Settimana dipreghiera per l’unità dei cristiani. Vorrei salutarevoi tutti con affetto e, in particolare, ilCardinale Walter Kasper, Presidente del PontificioConsiglio per la Promozione dell’Unitàdei Cristiani, Mons. Francesco Monterisi, conl’Abate e la Comunità dei monaci, che ci ospitano.Rivolgo, altresì, il mio cordiale pensieroai Signori Cardinali presenti, ai Vescovi ed atutti i rappresentanti delle Chiese e delle Comunitàecclesiali della Città, qui convenuti.Non sono passati molti mesi da quando si èconcluso l’Anno dedicato a San Paolo, che ciha offerto la possibilità di approfondire la suastraordinaria opera di predicatore del Vangelo,e, come ci ha ricordato il tema della Settimanadi preghiera per l’unità dei cristiani – «Di questovoi siete testimoni» (Lc 24,48) –, la nostrachiamata ad essere missionari del Vangelo.Paolo, pur serbando viva ed intensa memoriadel proprio passato di persecutore dei cristiani,non esita a chiamarsi Apostolo. A fondamentodi tale titolo, vi è per lui l’incontro con il Risortosulla via di Damasco, che diventa anchel’inizio di un’instancabile attività missionaria,in cui spenderà ogni sua energia per annunciarea tutte le genti quel Cristo che aveva personalmenteincontrato. Così Paolo, da persecutoredella Chiesa, diventerà egli stesso vittimadi persecuzione a causa del Vangelo a cui davatestimonianza: «Cinque volte dai Giudei ho ricevutoi quaranta colpi meno uno; tre volte sonostato battuto con le verghe, una volta sonostato lapidato... Viaggi innumerevoli, pericolidi fiumi, pericoli di briganti, pericoli dai mieiconnazionali, pericoli dai pagani, pericoli nellacittà, pericoli nel deserto, pericoli sul mare,pericoli da parte di falsi fratelli; disagi e fatiche,veglie senza numero, fame e sete, frequentidigiuni, freddo e nudità. Oltre a tuttoquesto, il mio assillo quotidiano, la preoccupamentedisponibili per le esigenze della ChiesaUniversale. Questa flessibilità rese possibilel’invio dei frati più adatti per lo svolgimentodi specifiche missioni e gli Ordini Mendicantiraggiunsero l’Africa settentrionale, il MedioOriente, il Nord Europa. Con questa flessibilitàil dinamismo missionario venne rinnovato.Un’altra grande sfida era rappresentata dalletrasformazioni culturali in atto in quel periodo.Nuove questioni rendevano vivace la discussionenelle università, che sono nate alla fine delXII secolo. Minori e Predicatori non esitaronoad assumere anche questo impegno e, comestudenti e professori, entrarono nelle universitàpiù famose del tempo, eressero centri di studi,produssero testi di grande valore, diedero vita avere e proprie scuole di pensiero, furono protagonistidella teologia scolastica nel suo periodomigliore, incisero significativamente nello sviluppodel pensiero. I più grandi pensatori, sanTommaso d’Aquino e san Bonaventura, eranomendicanti, operando proprio con questo dinamismodella nuova evangelizzazione, che harinnovato anche il coraggio del pensiero, deldialogo tra ragione e fede. Anche oggi c’è una“carità della e nella verità”, una “carità intellettuale”da esercitare, per illuminare le intelligenzee coniugare la fede con la cultura. L’impegnoprofuso dai Francescani e dai Domenicani nelleuniversità medievali è un invito, cari fedeli, arendersi presenti nei luoghi di elaborazione delsapere, per proporre, con rispetto e convinzione,la luce del Vangelo sulle questioni fondamentaliche interessano l’uomo, la sua dignità,il suo destino eterno. Pensando al ruolo deiFrancescani e Domenicani nel Medioevo, alrinnovamento spirituale che suscitarono, al soffiodi vita nuova che comunicarono nel mondo,un monaco disse: «In quel tempo il mondo invecchiava.Due Ordini sorsero nella Chiesa, dicui rinnovarono la giovinezza come quella diun’aquila» (Burchard d’Ursperg, Chronicon).Cari fratelli e sorelle, invochiamo proprioall’inizio di quest’anno lo Spirito Santo, eternagiovinezza della Chiesa: egli faccia sentire adognuno l’urgenza di offrire una testimonianzacoerente e coraggiosa del Vangelo, affinchénon manchino mai santi, che facciano risplenderela Chiesa come sposa sempre pura e bella,senza macchia e senza ruga, capace di attrarreirresistibilmente il mondo verso Cristo, verso lasua salvezza.Benedetto XVI[L’Osservatore Romano, 14 gennaio <strong>2010</strong>)2. Omelia a conclusione della Settimana dipreghiera per l’Unità dei CristianiRoma, Basilica di San Paolo fuori le Mura,25.01.<strong>2010</strong>CRISTIANI UNITIPER DARE CREDIBILITÀALL’ANNUNCIO DEL VANGELOCari fratelli e sorelle,


6 AN. CXXIX – IANUARII-APRILIS <strong>2010</strong> – N. 1zione per tutte le Chiese» (2Cor 11,24-25.26-28). La testimonianza di Paolo raggiungerà ilculmine nel suo martirio quando, proprio nonlontano da qui, darà prova della sua fede nelCristo che vince la morte.La dinamica presente nell’esperienza di Paoloè la stessa che troviamo nella pagina delVangelo che abbiamo appena ascoltato. I discepolidi Emmaus, dopo aver riconosciuto ilSignore risorto, tornano a Gerusalemme e trovanogli Undici riuniti insieme con gli altri. IlCristo risorto appare loro, li conforta, vince illoro timore, i loro dubbi, si fa loro commensalee apre il loro cuore all’intelligenza delleScritture, ricordando quanto doveva accaderee che costituirà il nucleo centrale dell’annunciocristiano. Gesù afferma: «Così sta scritto:il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzogiorno, e nel suo nome saranno predicati a tuttii popoli la conversione e il perdono dei peccati,cominciando da Gerusalemme» (Lc 24,46-47). Questi sono gli eventi dei quali renderannotestimonianza innanzitutto i discepoli dellaprima ora e, in seguito, i credenti in Cristo diogni tempo e di ogni luogo. È importante, però,sottolineare che questa testimonianza, alloracome oggi, nasce dall’incontro col Risorto,si nutre del rapporto costante con Lui, è animatadall’amore profondo verso di Lui. Solo chiha fatto esperienza di sentire il Cristo presentee vivo – «Guardate le mie mani e i miei piedi:sono proprio io!» (Lc 24,39) –, di sedersia mensa con Lui, di ascoltarlo perché facciaardere il cuore, può essere Suo testimone! Perquesto, Gesù promette ai discepoli e a ciascunodi noi una potente assistenza dall’alto, unanuova presenza, quella dello Spirito Santo, donodel Cristo risorto, che ci guida alla veritàtutta intera: «Ed ecco, io mando su di voi coluiche il Padre mio ha promesso» (Lc 24,49). GliUndici spenderanno tutta la vita per annunciarela buona notizia della morte e risurrezionedel Signore e quasi tutti sigilleranno la loro testimonianzacon il sangue del martirio, semefecondo che ha prodotto un raccolto abbondante.La scelta del tema della Settimana di preghieraper l’unità dei cristiani di quest’anno,l’invito, cioè, ad una testimonianza comunedel Cristo risorto secondo il mandato che Egliha affidato ai discepoli, è legata al ricordo delcentesimo anniversario della Conferenza missionariadi Edimburgo in Scozia, che vieneconsiderato da molti come un evento determinanteper la nascita del movimento ecumenicomoderno. Nell’estate del 1910, nella capitalescozzese si incontrarono oltre mille missionari,appartenenti a diversi rami del Protestantesimoe dell’Anglicanesimo, a cui si unì unospite ortodosso, per riflettere insieme sullanecessità di giungere all’unità per annunciarecredibilmente il Vangelo di Gesù Cristo. Infatti,è proprio il desiderio di annunciare agli altriil Cristo e di portare al mondo il suo messaggiodi riconciliazione che fa sperimentare la contraddizionedella divisione dei cristiani. Comepotranno, infatti, gli increduli accogliere l’annunciodel Vangelo se i cristiani, sebbene si richiaminotutti al medesimo Cristo, sono in disaccordotra loro? Del resto, come sappiamo,lo stesso Maestro, al termine dell’Ultima Cena,aveva pregato il Padre per i suoi discepoli:«Che tutti siano una sola cosa perché il mondocreda» (Gv 17,21). La comunione e l’unità deidiscepoli di Cristo è, dunque, condizione particolarmenteimportante per una maggiore credibilitàed efficacia della loro testimonianza.Ad un secolo di distanza dall’evento diEdimburgo, l’intuizione di quei coraggiosiprecursori è ancora attualissima. In un mondosegnato dall’indifferenza religiosa, e persinoda una crescente avversione nei confronti dellafede cristiana, è necessaria una nuova, intensa,attività di evangelizzazione, non solo tra i popoliche non hanno mai conosciuto il Vangelo,ma anche in quelli in cui il Cristianesimo si èdiffuso e fa parte della loro storia. Non mancano,purtroppo, questioni che ci separano gliuni dagli altri e che speriamo possano esseresuperate attraverso la preghiera e il dialogo,ma c’è un contenuto centrale del messaggiodi Cristo che possiamo annunciare assieme: lapaternità di Dio, la vittoria di Cristo sul peccatoe sulla morte con la sua croce e risurrezione,la fiducia nell’azione trasformatricedello Spirito. Mentre siamo in cammino versola piena comunione, siamo chiamati ad offrireuna testimonianza comune di fronte alle sfidesempre più complesse del nostro tempo, qualila secolarizzazione e l’indifferenza, il relativismoe l’edonismo, i delicati temi etici riguardantiil principio e la fine della vita, i limitidella scienza e della tecnologia, il dialogo conle altre tradizioni religiose. Vi sono poi ulterioricampi nei quali dobbiamo sin da ora dareuna comune testimonianza: la salvaguardia delCreato, la promozione del bene comune e dellapace, la difesa della centralità della personaumana, l’impegno per sconfiggere le miseriedel nostro tempo, quali la fame, l’indigenza,


EX ACTIS SUMMI PONTIFICIS 7l’analfabetismo, la non equa distribuzione deibeni.L’impegno per l’unità dei cristiani non ècompito solo di alcuni, né attività accessoriaper la vita della Chiesa. Ciascuno è chiamatoa dare il suo apporto per compiere quei passiche portino verso la comunione piena tra tutti idiscepoli di Cristo, senza mai dimenticare cheessa è innanzitutto dono di Dio da invocarecostantemente. Infatti, la forza che promuovel’unità e la missione sgorga dall’incontrofecondo e appassionante col Risorto, comeavvenne per San Paolo sulla via di Damascoe per gli Undici e gli altri discepoli riuniti aGerusalemme. La Vergine Maria, Madre dellaChiesa, faccia sì che quanto prima possa realizzarsiil desiderio del Suo Figlio: «Che tuttisiano una sola cosa perché il mondo creda»(Gv 17,21).Benedetto XVI[L’Osservatore Romano, 27 gennaio <strong>2010</strong>, p. 7]3. Discorso all’Udienza Generale del mercoledìCittà del Vaticano, Aula Paolo VI, 27.01.<strong>2010</strong>IL VERO FRANCESCO STORICOÈ IL FRANCESCO DELLA CHIESACari fratelli e sorelle,in una recente catechesi, ho già illustratoil ruolo provvidenziale che l’Ordine dei FratiMinori e l’Ordine dei Frati Predicatori, fondatirispettivamente da san Francesco d’Assisi eda san Domenico da Guzman, ebbero nel rinnovamentodella Chiesa del loro tempo. Oggivorrei presentarvi la figura di Francesco, unautentico “gigante” della santità, che continuaad affascinare moltissime persone di ogni età edi ogni religione.«Nacque al mondo un sole». Con queste parole,nella Divina Commedia (Paradiso, CantoXI), il sommo poeta italiano Dante Alighieriallude alla nascita di Francesco, avvenuta allafine del 1181 o agli inizi del 1182, ad Assisi.Appartenente a una ricca famiglia – il padreera commerciante di stoffe –, Francesco trascorseun’adolescenza e una giovinezza spensierate,coltivando gli ideali cavallereschi deltempo. A vent’anni prese parte ad una campagnamilitare, e fu fatto prigioniero. Si ammalòe fu liberato. Dopo il ritorno ad Assisi,cominciò in lui un lento processo di conversionespirituale, che lo portò ad abbandonaregradualmente lo stile di vita mondano, cheaveva praticato fino allora. Risalgono a questoperiodo i celebri episodi dell’incontro conil lebbroso, a cui Francesco, sceso da cavallo,donò il bacio della pace, e del messaggiodel Crocifisso nella chiesetta di San Damiano.Per tre volte il Cristo in croce si animò, e glidisse: «Va’, Francesco, e ripara la mia Chiesain rovina». Questo semplice avvenimento dellaparola del Signore udita nella chiesa di S.Damiano nasconde un simbolismo profondo.Immediatamente san Francesco è chiamato ariparare questa chiesetta, ma lo stato rovinosodi questo edificio è simbolo della situazionedrammatica e inquietante della Chiesa stessain quel tempo, con una fede superficiale chenon forma e non trasforma la vita, con un cleropoco zelante, con il raffreddarsi dell’amore;una distruzione interiore della Chiesa checomporta anche una decomposizione dell’unità,con la nascita di movimenti ereticali. Tuttavia,in questa Chiesa in rovina sta nel centroil Crocifisso e parla: chiama al rinnovamento,chiama Francesco ad un lavoro manuale perriparare concretamente la chiesetta di san Damiano,simbolo della chiamata più profonda arinnovare la Chiesa stessa di Cristo, con la suaradicalità di fede e con il suo entusiasmo diamore per Cristo. Questo avvenimento, accadutoprobabilmente nel 1205, fa pensare ad unaltro avvenimento simile verificatosi nel 1207:il sogno del Papa Innocenzo III. Questi vede insogno che la Basilica di San Giovanni in Laterano,la chiesa madre di tutte le chiese, stacrollando e un religioso piccolo e insignificantepuntella con le sue spalle la chiesa affinchénon cada. È interessante notare, da una parte,che non è il Papa che dà l’aiuto affinché lachiesa non crolli, ma un piccolo e insignificantereligioso, che il Papa riconosce in Francescoche Gli fa visita. Innocenzo III era un Papa potente,di grande cultura teologica, come puredi grande potere politico, tuttavia non è lui arinnovare la Chiesa, ma il piccolo e insignificantereligioso: è san Francesco, chiamato daDio. Dall’altra parte, però, è importante notareche san Francesco non rinnova la Chiesa senzao contro il Papa, ma solo in comunione conlui. Le due realtà vanno insieme: il Successoredi Pietro, i Vescovi, la Chiesa fondata sulla


8 AN. CXXIX – IANUARII-APRILIS <strong>2010</strong> – N. 1successione degli Apostoli e il carisma nuovoche lo Spirito Santo crea in questo momentoper rinnovare la Chiesa. Insieme cresce il verorinnovamento.Ritorniamo alla vita di san Francesco. Poichéil padre Bernardone gli rimproverava troppagenerosità verso i poveri, Francesco, dinanzial Vescovo di Assisi, con un gesto simbolicosi spogliò dei suoi abiti, intendendo così rinunciareall’eredità paterna: come nel momentodella creazione, Francesco non ha niente, masolo la vita che gli ha donato Dio, alle cui maniegli si consegna. Poi visse come un eremita,fino a quando, nel 1208, ebbe luogo un altroavvenimento fondamentale nell’itinerario dellasua conversione. Ascoltando un brano delVangelo di Matteo – il discorso di Gesù agliapostoli inviati in missione –, Francesco sisentì chiamato a vivere nella povertà e a dedicarsialla predicazione. Altri compagni siassociarono a lui, e nel 1209 si recò a Roma,per sottoporre al Papa Innocenzo III il progettodi una nuova forma di vita cristiana. Ricevetteun’accoglienza paterna da quel grande Pontefice,che, illuminato dal Signore, intuì l’originedivina del movimento suscitato da Francesco.Il Poverello di Assisi aveva compreso che ognicarisma donato dallo Spirito Santo va posto aservizio del Corpo di Cristo, che è la Chiesa;pertanto agì sempre in piena comunione conl’autorità ecclesiastica. Nella vita dei santi nonc’è contrasto tra carisma profetico e carisma digoverno e, se qualche tensione viene a crearsi,essi sanno attendere con pazienza i tempi delloSpirito Santo.In realtà, alcuni storici nell’Ottocento e anchenel secolo scorso hanno cercato di creare dietroil Francesco della tradizione, un cosiddettoFrancesco storico, così come si cerca di crearedietro il Gesù dei Vangeli, un cosiddetto Gesùstorico. Tale Francesco storico non sarebbestato un uomo di Chiesa, ma un uomo collegatoimmediatamente solo a Cristo, un uomo chevoleva creare un rinnovamento del popolo diDio, senza forme canoniche e senza gerarchia.La verità è che san Francesco ha avuto realmenteuna relazione immediatissima con Gesùe con la parola di Dio, che voleva seguire sineglossa, così com’è, in tutta la sua radicalità everità. È anche vero che inizialmente non aveval’intenzione di creare un Ordine con le formecanoniche necessarie, ma, semplicemente,con la parola di Dio e la presenza del Signore,egli voleva rinnovare il popolo di Dio, convocarlodi nuovo all’ascolto della parola e all’ob-bedienza verbale con Cristo. Inoltre, sapevache Cristo non è mai “mio”, ma è sempre “nostro”,che il Cristo non posso averlo “io” e ricostruire“io” contro la Chiesa, la sua volontà eil suo insegnamento, ma solo nella comunionedella Chiesa costruita sulla successione degliApostoli si rinnova anche l’obbedienza allaparola di Dio.È anche vero che non aveva intenzione di creareun nuovo ordine, ma solamente rinnovareil popolo di Dio per il Signore che viene. Macapì con sofferenza e con dolore che tutto deveavere il suo ordine, che anche il diritto dellaChiesa è necessario per dar forma al rinnovamentoe così realmente si inserì in modo totale,col cuore, nella comunione della Chiesa, conil Papa e con i Vescovi. Sapeva sempre che ilcentro della Chiesa è l’Eucaristia, dove il Corpodi Cristo e il suo Sangue diventano presenti.Tramite il Sacerdozio, l’Eucaristia è la Chiesa.Dove Sacerdozio e Cristo e comunione dellaChiesa vanno insieme, solo qui abita anchela parola di Dio. Il vero Francesco storico èil Francesco della Chiesa e proprio in questomodo parla anche ai non credenti, ai credentidi altre confessioni e religioni.Francesco e i suoi frati, sempre più numerosi,si stabilirono alla Porziuncola, o chiesa diSanta Maria degli Angeli, luogo sacro per eccellenzadella spiritualità francescana. AncheChiara, una giovane donna di Assisi, di nobilefamiglia, si mise alla scuola di Francesco. Ebbecosì origine il Secondo Ordine francescano,quello delle Clarisse, un’altra esperienza destinataa produrre frutti insigni di santità nellaChiesa.Anche il successore di Innocenzo III, il PapaOnorio III, con la sua bolla Cum dilecti del1218 sostenne il singolare sviluppo dei primiFrati Minori, che andavano aprendo le loromissioni in diversi paesi dell’Europa, e persinoin Marocco. Nel 1219 Francesco ottenneil permesso di recarsi a parlare, in Egitto,con il sultano musulmano Melek-el-Kâmel,per predicare anche lì il Vangelo di Gesù. Desiderosottolineare questo episodio della vitadi san Francesco, che ha una grande attualità.In un’epoca in cui era in atto uno scontro trail Cristianesimo e l’Islam, Francesco, armatovolutamente solo della sua fede e della sua mitezzapersonale, percorse con efficacia la viadel dialogo. Le cronache ci parlano di un’accoglienzabenevola e cordiale ricevuta dal sultanomusulmano. È un modello al quale ancheoggi dovrebbero ispirarsi i rapporti tra cristiani


EX ACTIS SUMMI PONTIFICIS 9e musulmani: promuovere un dialogo nella verità,nel rispetto reciproco e nella mutua comprensione(cfr Nostra Aetate, 3). Sembra poiche nel 1220 Francesco abbia visitato la TerraSanta, gettando così un seme, che avrebbe portatomolto frutto: i suoi figli spirituali, infatti,fecero dei Luoghi in cui visse Gesù un ambitoprivilegiato della loro missione. Con gratitudinepenso oggi ai grandi meriti della Custodiafrancescana di Terra Santa.Rientrato in Italia, Francesco consegnò il governodell’Ordine al suo vicario, fra PietroCattani, mentre il Papa affidò alla protezionedel Cardinal Ugolino, il futuro Sommo PonteficeGregorio IX, l’Ordine, che raccoglievasempre più aderenti. Da parte sua il Fondatore,tutto dedito alla predicazione che svolgeva congrande successo, redasse una Regola, poi approvatadal Papa.Nel 1224, nell’eremo della Verna, Francescovede il Crocifisso nella forma di un serafinoe dall’incontro con il serafino crocifisso, ricevettele stimmate; egli diventa così uno colCristo crocifisso: un dono, quindi, che esprimela sua intima identificazione col Signore.La morte di Francesco – il suo transitus – avvennela sera del 3 ottobre 1226, alla Porziuncola.Dopo aver benedetto i suoi figli spirituali,egli morì, disteso sulla nuda terra. Due annipiù tardi il Papa Gregorio IX lo iscrisse nell’albodei santi. Poco tempo dopo, una grande basilicain suo onore veniva innalzata ad Assisi,meta ancor oggi di moltissimi pellegrini, chepossono venerare la tomba del santo e goderela visione degli affreschi di Giotto, pittoreche ha illustrato in modo magnifico la vita diFrancesco.È stato detto che Francesco rappresenta unalter Christus, era veramente un’icona vivadi Cristo. Egli fu chiamato anche “il fratellodi Gesù”. In effetti, questo era il suo ideale:essere come Gesù; contemplare il Cristo delVangelo, amarlo intensamente, imitarne levirtù. In particolare, egli ha voluto dare unvalore fondamentale alla povertà interiore edesteriore, insegnandola anche ai suoi figli spirituali.La prima beatitudine del Discorso dellaMontagna – Beati i poveri in spirito perché diessi è il regno dei cieli (Mt 5,3) – ha trovatouna luminosa realizzazione nella vita e nelleparole di san Francesco. Davvero, cari amici,i santi sono i migliori interpreti della Bibbia;essi, incarnando nella loro vita la Parola diDio, la rendono più che mai attraente, così cheparla realmente con noi. La testimonianza diFrancesco, che ha amato la povertà per seguireCristo con dedizione e libertà totali, continuaad essere anche per noi un invito a coltivare lapovertà interiore per crescere nella fiducia inDio, unendo anche uno stile di vita sobrio e undistacco dai beni materiali.In Francesco l’amore per Cristo si espressein modo speciale nell’adorazione del SantissimoSacramento dell’Eucaristia. Nelle Fontifrancescane si leggono espressioni commoventi,come questa: «Tutta l’umanità trepidi,l’universo intero tremi e il cielo esulti, quandosull’altare, nella mano del sacerdote, è presenteCristo, il Figlio del Dio vivo. O ammirabilealtezza e stupenda degnazione! O umiltà sublime!O sublimità umile, che il Signore dell’universo,Dio e Figlio di Dio, si umili a tal puntoda nascondersi per la nostra salvezza, sottopoca apparenza di pane» (Francesco di Assisi,Lettera a tutto l’Ordine, 26-27).In quest’anno sacerdotale, mi piace pure ricordareuna raccomandazione rivolta da Francescoai sacerdoti: «ogniqualvolta vorrannocelebrare la messa, puri e con purezza, compianocon riverenza il vero sacrificio del santissimoCorpo e Sangue del Signore nostroGesù Cristo» (Francesco di Assisi, Lettera atutto l’Ordine, 14). Francesco mostrava sempreuna grande deferenza verso i sacerdoti, eraccomandava di rispettarli sempre, anche nelcaso in cui fossero personalmente poco degni.Portava come motivazione di questo profondorispetto il fatto che essi hanno ricevuto il donodi consacrare l’Eucaristia. Cari fratelli nel sacerdozio,non dimentichiamo mai questo insegnamento:la santità dell’Eucaristia ci chiededi essere puri, di vivere in modo coerente conil Mistero che celebriamo.Dall’amore per Cristo nasce l’amore verso lepersone e anche verso tutte le creature di Dio.Ecco un altro tratto caratteristico della spiritualitàdi Francesco: il senso della fraternitàuniversale e l’amore per il creato, che gliispirò il celebre Cantico delle creature. È unmessaggio molto attuale. Come ho ricordatonella mia recente Enciclica Caritas in veritate,è sostenibile solo uno sviluppo che rispetti lacreazione e che non danneggi l’ambiente (cfrnn. 48-52), e nel Messaggio per la GiornataMondiale della Pace di quest’anno ho sottolineatoche anche la costruzione di una pacesolida è legata al rispetto del creato. Francescoci ricorda che nella creazione si dispiega la sapienzae la benevolenza del Creatore. La naturaè da lui intesa proprio come un linguaggio


10 AN. CXXIX – IANUARII-APRILIS <strong>2010</strong> – N. 1nel quale Dio parla con noi, nel quale la realtàdiventa trasparente e possiamo noi parlare diDio e con Dio.Cari amici, Francesco è stato un grande santoe un uomo gioioso. La sua semplicità, la suaumiltà, la sua fede, il suo amore per Cristo,la sua bontà verso ogni uomo e ogni donnal’hanno reso lieto in ogni situazione. Infatti,tra la santità e la gioia sussiste un intimo eindissolubile rapporto. Uno scrittore franceseha detto che al mondo vi è una sola tristezza:quella di non essere santi, cioè di non esserevicini a Dio. Guardando alla testimonianza disan Francesco, comprendiamo che è questo ilsegreto della vera felicità: diventare santi, vicinia Dio!Ci ottenga la Vergine, teneramente amata daFrancesco, questo dono. Ci affidiamo a Leicon le parole stesse del Poverello di Assisi:«Santa Maria Vergine, nel mondo tra le donnenon è nata alcuna simile a te, figlia e ancelladell’altissimo sommo Re, il Padre celeste,Madre del santissimo Signor nostro Gesù Cristo,sposa dello Spirito Santo; prega per noi...presso il tuo santissimo diletto Figlio, Signoree Maestro» (Francesco di Assisi, Ufficio dellaPassione, Antifona, 1-6).Benedetto XVI[L’Osservatore Romano, 28 gennaio <strong>2010</strong>, p. 8]4. Omelia in occasione della XIV Giornatadella Vita ConsacrataBasilica di S. Pietro, 01.02.<strong>2010</strong>LA VITA CONSACRATA SCUOLADI MISERICORDIA E GRATUITÀCari fratelli e sorelle!Nella festa della Presentazione di Gesù alTempio celebriamo un mistero della vita diCristo, legato al precetto della legge mosaicache prescriveva ai genitori, quaranta giornidopo la nascita del primogenito, di salireal Tempio di Gerusalemme per offrire il lorofiglio al Signore e per la purificazione ritualedella madre (cfr Es 13,1-2.11-16; Lv 12,1-8).Anche Maria e Giuseppe compiono questo rito,offrendo – secondo la legge – una coppiadi tortore o di colombi. Leggendo le cose piùin profondità, comprendiamo che in quel momentoè Dio stesso a presentare il suo FiglioUnigenito agli uomini, mediante le parole delvecchio Simeone e della profetessa Anna. Simeone,infatti, proclama Gesù come “salvezza”dell’umanità, come “luce” di tutti i popolie “segno di contraddizione”, perché svelerà ipensieri dei cuori (cfr Lc 2,29-35). In Orientequesta festa veniva chiamata Hypapante, festadell’incontro: infatti, Simeone ed Anna,che incontrano Gesù nel Tempio e riconosconoin Lui il Messia tanto atteso, rappresentanol’umanità che incontra il suo Signore nellaChiesa. Successivamente questa festa si esteseanche in Occidente, sviluppando soprattuttoil simbolo della luce, e la processione con lecandele, che diede origine al termine “Candelora”.Con questo segno visibile si vuole significareche la Chiesa incontra nella fede Coluiche è “la luce degli uomini” e lo accoglie contutto lo slancio della sua fede per portare questa“luce” al mondo.In concomitanza con questa festa liturgica,il Venerabile Giovanni Paolo II, a partire dal1997, volle che fosse celebrata in tutta la Chiesauna speciale Giornata della Vita Consacrata.Infatti, l’oblazione del Figlio di Dio – simboleggiatadalla sua presentazione al Tempio – è modelloper ogni uomo e donna che consacra tuttala propria vita al Signore. Triplice è lo scopo diquesta Giornata: innanzitutto lodare e ringraziareil Signore per il dono della vita consacrata; insecondo luogo, promuoverne la conoscenza e lastima da parte di tutto il Popolo di Dio; infine,invitare quanti hanno dedicato pienamente lapropria vita alla causa del Vangelo a celebrarele meraviglie che il Signore ha operato in loro.Nel ringraziarvi per essere convenuti così numerosi,in questa giornata a voi particolarmentededicata, desidero salutare con grande affettociascuno di voi: religiosi, religiose e personeconsacrate, esprimendovi cordiale vicinanza evivo apprezzamento per il bene che realizzate aservizio del Popolo di Dio.La breve lettura tratta dalla Lettera agliEbrei, che poco fa è stata proclamata, uniscebene i motivi che stanno all’origine di questasignificativa e bella ricorrenza e ci offre alcunispunti di riflessione. Questo testo – si tratta didue versetti, ma molto densi – apre la secondaparte della Lettera agli Ebrei, introducendoil tema centrale di Cristo sommo sacerdote.Veramente bisognerebbe considerare anche ilversetto immediatamente precedente, che dice:“Dunque, poiché abbiamo un sommo sacerdotegrande, che è passato attraverso i cieli,


EX ACTIS SUMMI PONTIFICIS 11Gesù il Figlio di Dio, manteniamo ferma laprofessione della fede” (Eb 4,14). Questo versettomostra Gesù che ascende al Padre; quellosuccessivo lo presenta mentre discende versogli uomini. Cristo è presentato come il Mediatore:è vero Dio e vero uomo, perciò appartienerealmente al mondo divino e a quello umano.In realtà, è proprio e solamente a partire daquesta fede, da questa professione di fede inGesù Cristo, il Mediatore unico e definitivo,che nella Chiesa ha senso una vita consacrata,una vita consacrata a Dio mediante Cristo.Ha senso solo se Lui è veramente mediatoretra Dio e noi, altrimenti si tratterebbe solo diuna forma di sublimazione o di evasione. SeCristo non fosse veramente Dio, e non fosse,al tempo stesso, pienamente uomo, verrebbemeno il fondamento della vita cristiana inquanto tale, ma, in modo del tutto particolare,verrebbe meno il fondamento di ogni consacrazionecristiana dell’uomo e della donna. Lavita consacrata, infatti, testimonia ed esprimein modo “forte” proprio il cercarsi reciprocodi Dio e dell’uomo, l’amore che li attrae; lapersona consacrata, per il fatto stesso di esserci,rappresenta come un “ponte” verso Dio pertutti coloro che la incontrano, un richiamo, unrinvio. E tutto questo in forza della mediazionedi Gesù Cristo, il Consacrato del Padre. Il fondamentoè Lui! Lui, che ha condiviso la nostrafragilità, perché noi potessimo partecipare dellasua natura divina.Il nostro testo insiste, più che sulla fede,sulla “fiducia” con cui possiamo accostarci al“trono della grazia”, dal momento che il nostrosommo sacerdote è stato Lui stesso “messoalla prova in ogni cosa come noi”. Possiamoaccostarci per “ricevere misericordia”, “trovaregrazia”, e per “essere aiutati al momentoopportuno”. Mi sembra che queste parole contenganouna grande verità e insieme un grandeconforto per noi che abbiamo ricevuto il donoe l’impegno di una speciale consacrazionenella Chiesa. Penso in particolare a voi, caresorelle e fratelli. Voi vi siete accostati con pienafiducia al “trono della grazia” che è Cristo,alla sua Croce, al suo Cuore, alla sua divinapresenza nell’Eucaristia. Ognuno di voi si èavvicinato a Lui come alla fonte dell’Amorepuro e fedele, un Amore così grande e bello dameritare tutto, anzi, più del nostro tutto, perchénon basta una vita intera a ricambiare ciòche Cristo è e ciò che ha fatto per noi. Ma voivi siete accostati, e ogni giorno vi accostate aLui, anche per essere aiutati al momento opportunoe nell’ora della prova.Le persone consacrate sono chiamate inmodo particolare ad essere testimoni di questamisericordia del Signore, nella quale l’uomotrova la propria salvezza. Esse tengono vival’esperienza del perdono di Dio, perché hannola consapevolezza di essere persone salvate, diessere grandi quando si riconoscono piccole,di sentirsi rinnovate ed avvolte dalla santità diDio quando riconoscono il proprio peccato.Per questo, anche per l’uomo di oggi, la vitaconsacrata rimane una scuola privilegiata della“compunzione del cuore”, del riconoscimentoumile della propria miseria, ma, parimenti, rimaneuna scuola della fiducia nella misericordiadi Dio, nel suo amore che mai abbandona.In realtà, più ci si avvicina a Dio, più si è vicinia Lui, più si è utili agli altri. Le persone consacratesperimentano la grazia, la misericordiae il perdono di Dio non solo per sé, ma ancheper i fratelli, essendo chiamate a portare nelcuore e nella preghiera le angosce e le attesedegli uomini, specie di quelli che sono lontanida Dio. In particolare, le comunità che vivononella clausura, con il loro specifico impegnodi fedeltà nello “stare con il Signore”, nello“stare sotto la croce”, svolgono sovente questoruolo vicario, unite al Cristo della Passione,prendendo su di sé le sofferenze e le provedegli altri ed offrendo con gioia ogni cosa perla salvezza del mondo.Infine, cari amici, vogliamo elevare al Signoreun inno di ringraziamento e di lode perla stessa vita consacrata. Se essa non ci fosse,quanto sarebbe più povero il mondo! Al di làdelle superficiali valutazioni di funzionalità,la vita consacrata è importante proprio per ilsuo essere segno di gratuità e d’amore, e ciòtanto più in una società che rischia di esseresoffocata nel vortice dell’effimero e dell’utile(cfr Esort. ap. post-sinod. Vita consecrata,105). La vita consacrata, invece, testimonia lasovrabbondanza d’amore che spinge a “perdere”la propria vita, come risposta alla sovrabbondanzadi amore del Signore, che per primoha “perduto” la sua vita per noi. In questo momentopenso alle persone consacrate che sentonoil peso della fatica quotidiana scarsa digratificazioni umane, penso ai religiosi e allereligiose anziani, ammalati, a quanti si sentonoin difficoltà nel loro apostolato… Nessunodi essi è inutile, perché il Signore li associa al“trono della grazia”. Sono invece un dono preziosoper la Chiesa e per il mondo, assetato diDio e della sua Parola.


12 AN. CXXIX – IANUARII-APRILIS <strong>2010</strong> – N. 1Pieni di fiducia e di riconoscenza, rinnoviamodunque anche noi il gesto dell’offertatotale di noi stessi presentandoci al Tempio.L’Anno Sacerdotale sia un’ulteriore occasione,per i religiosi presbiteri, ad intensificare ilcammino di santificazione e, per tutti i consacratie le consacrate, uno stimolo ad accompagnaree sostenere il loro ministero confervente preghiera. Quest’anno di grazia avràun momento culminante a Roma, il prossimogiugno, nell’incontro internazionale dei sacerdoti,al quale invito quanti esercitano il SacroMinistero. Ci accostiamo al Dio tre volte Santo,per offrire la nostra vita e la nostra missione,personale e comunitaria, di uomini e donneconsacrati al Regno di Dio. Compiamo questogesto interiore in intima comunione spiritualecon la Vergine Maria: mentre la contempliamonell’atto di presentare Gesù Bambino al Tempio,la veneriamo quale prima e perfetta consacrata,portata da quel Dio che porta in braccio;Vergine, povera e obbediente, tutta dedita anoi, perché tutta di Dio. Alla sua scuola, e colsuo materno aiuto, rinnoviamo il nostro “eccomi”e il nostro “fiat”. Amen.Benedetto xvi[L’Osservatore Romano, 4 febbraio <strong>2010</strong>, p. 8]5. Discorso all’Udienza Generale del mercoledìCittà del Vaticano, Aula Paolo VI, 10.02.<strong>2010</strong>SANT’ANTONIO DI PADOVAL’Importanza dell’umanesimonato dalla fede cristianaPer l’economia un’eticaamica della personaCari fratelli e sorelle,due settimane fa ho presentato la figura disan Francesco di Assisi. Questa mattina vorreiparlare di un altro santo appartenente allaprima generazione dei Frati Minori: Antoniodi Padova o, come viene anche chiamato, daLisbona, riferendosi alla sua città natale. Sitratta di uno dei santi più popolari in tutta laChiesa Cattolica, venerato non solo a Padova,dove è stata innalzata una splendida Basilicache raccoglie le sue spoglie mortali, ma in tuttoil mondo. Sono care ai fedeli le immaginie le statue che lo rappresentano con il giglio,simbolo della sua purezza, o con il BambinoGesù tra le braccia, a ricordo di una miracolosaapparizione menzionata da alcune fontiletterarie.Antonio ha contribuito in modo significativoallo sviluppo della spiritualità francescana,con le sue spiccate doti di intelligenza, di equilibrio,di zelo apostolico e, principalmente, difervore mistico.Nacque a Lisbona da una nobile famiglia,intorno al 1195, e fu battezzato con il nome diFernando. Entrò fra i Canonici che seguivanola regola monastica di sant’Agostino, dapprimanel monastero di San Vincenzo a Lisbonae, successivamente, in quello della Santa Crocea Coimbra, rinomato centro culturale delPortogallo. Si dedicò con interesse e sollecitudineallo studio della Bibbia e dei Padri dellaChiesa, acquisendo quella scienza teologicache mise a frutto nell’attività di insegnamentoe di predicazione. A Coimbra avvenne l’episodioche impresse una svolta decisiva nella suavita: qui, nel 1220 furono esposte le reliquiedei primi cinque missionari francescani, che sierano recati in Marocco, dove avevano incontratoil martirio. La loro vicenda fece nascerenel giovane Fernando il desiderio di imitarlie di avanzare nel cammino della perfezionecristiana: egli chiese allora di lasciare i Canoniciagostiniani e di diventare Frate Minore.La sua domanda fu accolta e, preso il nomedi Antonio, anch’egli partì per il Marocco, mala Provvidenza divina dispose altrimenti. Inseguito a una malattia, fu costretto a rientrarein Italia e, nel 1221, partecipò al famoso “Capitolodelle stuoie” ad Assisi, dove incontròanche san Francesco. Successivamente, visseper qualche tempo nel totale nascondimento inun convento presso Forlì, nel nord dell’Italia,dove il Signore lo chiamò a un’altra missione.Invitato, per circostanze del tutto casuali,a predicare in occasione di un’ordinazione sacerdotale,mostrò di essere dotato di tale scienzaed eloquenza, che i Superiori lo destinaronoalla predicazione. Iniziò così in Italia e inFrancia, un’attività apostolica tanto intensa edefficace da indurre non poche persone che sierano staccate dalla Chiesa a ritornare sui propripassi. Antonio fu anche tra i primi maestridi teologia dei Frati Minori, se non proprio ilprimo. Iniziò il suo insegnamento a Bologna,con la benedizione di san Francesco, il quale,


EX ACTIS SUMMI PONTIFICIS 13riconoscendo le virtù di Antonio, gli inviò unabreve lettera, che si apriva con queste parole:“Mi piace che insegni teologia ai frati”. Antoniopose le basi della teologia francescana che,coltivata da altre insigni figure di pensatori,avrebbe conosciuto il suo apice con san Bonaventurada Bagnoregio e il beato Duns Scoto.Diventato Superiore provinciale dei FratiMinori dell’Italia settentrionale, continuò ilministero della predicazione, alternandolo conle mansioni di governo. Concluso l’incarico diProvinciale, si ritirò vicino a Padova, dove giàaltre volte si era recato. Dopo appena un anno,morì alle porte della Città, il 13 giugno 1231.Padova, che lo aveva accolto con affetto e venerazionein vita, gli tributò per sempre onoree devozione. Lo stesso Papa Gregorio IX, chedopo averlo ascoltato predicare lo aveva definito“Arca del Testamento”, lo canonizzò solo unanno dopo la morte nel 1232, anche in seguitoai miracoli avvenuti per la sua intercessione.Nell’ultimo periodo di vita, Antonio miseper iscritto due cicli di “Sermoni”, intitolatirispettivamente “Sermoni domenicali” e “Sermonisui Santi”, destinati ai predicatori e agliinsegnanti degli studi teologici dell’Ordinefrancescano. In questi Sermoni egli commentai testi della Scrittura presentati dalla Liturgia,utilizzando l’interpretazione patristico-medievaledei quattro sensi, quello letterale o storico,quello allegorico o cristologico, quellotropologico o morale, e quello anagogico, cheorienta verso la vita eterna. Oggi si riscopreche questi sensi sono dimensioni dell’unicosenso della Sacra Scrittura e che è giusto interpretarela Sacra Scrittura cercando le quattrodimensioni della sua parola. Questi Sermonidi sant’Antonio sono testi teologico-omiletici,che riecheggiano la predicazione viva, in cuiAntonio propone un vero e proprio itinerariodi vita cristiana. È tanta la ricchezza di insegnamentispirituali contenuta nei “Sermoni”,che il Venerabile Papa Pio XII, nel 1946,proclamò Antonio Dottore della Chiesa, attribuendogliil titolo di “Dottore evangelico”,perché da tali scritti emerge la freschezza e labellezza del Vangelo; ancora oggi li possiamoleggere con grande profitto spirituale.In questi Sermoni sant’Antonio parla dellapreghiera come di un rapporto di amore, chespinge l’uomo a colloquiare dolcemente conil Signore, creando una gioia ineffabile, chesoavemente avvolge l’anima in orazione. Antonioci ricorda che la preghiera ha bisogno diun’atmosfera di silenzio che non coincide conil distacco dal rumore esterno, ma è esperienzainteriore, che mira a rimuovere le distrazioniprovocate dalle preoccupazioni dell’anima,creando il silenzio nell’anima stessa. Secondol’insegnamento di questo insigne Dottore francescano,la preghiera è articolata in quattro atteggiamenti,indispensabili, che, nel latino diAntonio, sono definiti così: obsecratio, oratio,postulatio, gratiarum actio. Potremmo tradurlinel modo seguente: aprire fiduciosamente ilproprio cuore a Dio; questo è il primo passodel pregare, non semplicemente cogliere unaparola, ma aprire il cuore alla presenza di Dio;poi colloquiare affettuosamente con Lui, vedendolopresente con me; e poi – cosa moltonaturale - presentargli i nostri bisogni; infinelodarlo e ringraziarlo.In questo insegnamento di sant’Antoniosulla preghiera cogliamo uno dei tratti specificidella teologia francescana, di cui egli è statol’iniziatore, cioè il ruolo assegnato all’amoredivino, che entra nella sfera degli affetti, dellavolontà, del cuore, e che è anche la sorgenteda cui sgorga una conoscenza spirituale, chesorpassa ogni conoscenza. Infatti, amando, conosciamo.Scrive ancora Antonio: “La carità è l’animadella fede, la rende viva; senza l’amore, la fedemuore” (Sermones Dominicales et Festivi, II,Messaggero, Padova 1979, p. 37).Soltanto un’anima che prega può compiereprogressi nella vita spirituale: è questol’oggetto privilegiato della predicazione disant’Antonio. Egli conosce bene i difetti dellanatura umana, la nostra tendenza a caderenel peccato, per cui esorta continuamente acombattere l’inclinazione all’avidità, all’orgoglio,all’impurità, e a praticare invece le virtùdella povertà e della generosità, dell’umiltà edell’obbedienza, della castità e della purezza.Agli inizi del XIII secolo, nel contesto della rinascitadelle città e del fiorire del commercio,cresceva il numero di persone insensibili allenecessità dei poveri. Per tale motivo, Antoniopiù volte invita i fedeli a pensare alla vera ricchezza,quella del cuore, che rendendo buoni emisericordiosi, fa accumulare tesori per il Cielo.“O ricchi - così egli esorta - fatevi amici… ipoveri, accoglieteli nelle vostre case: sarannopoi essi, i poveri, ad accogliervi negli eternitabernacoli, dove c’è la bellezza della pace,la fiducia della sicurezza, e l’opulenta quietedell’eterna sazietà” (Ibid., p. 29).Non è forse questo, cari amici, un insegnamentomolto importante anche oggi, quando


14 AN. CXXIX – IANUARII-APRILIS <strong>2010</strong> – N. 1la crisi finanziaria e i gravi squilibri economiciimpoveriscono non poche persone, e creanocondizioni di miseria? Nella mia Enciclica Caritasin veritate ricordo: “L’economia ha bisognodell’etica per il suo corretto funzionamento,non di un’etica qualsiasi, bensì di un’eticaamica della persona” (n. 45).Antonio, alla scuola di Francesco, mettesempre Cristo al centro della vita e del pensiero,dell’azione e della predicazione. È questoun altro tratto tipico della teologia francescana:il cristocentrismo. Volentieri essa contempla,e invita a contemplare, i misteri dell’umanitàdel Signore, l’uomo Gesù, in modo particolare,il mistero della Natività, Dio che si èfatto Bambino, si è dato nelle nostre mani: unmistero che suscita sentimenti di amore e digratitudine verso la bontà divina.Da una parte la Natività, un punto centraledell’amore di Cristo per l’umanità, ma anchela visione del Crocifisso ispira ad Antoniopensieri di riconoscenza verso Dio e di stimaper la dignità della persona umana, così chetutti, credenti e non credenti, possano trovarenel Crocifisso e nella sua immagine un significatoche arricchisce la vita. Scrive sant’Antonio:“Cristo, che è la tua vita, sta appeso davantia te, perché tu guardi nella croce comein uno specchio. Lì potrai conoscere quantomortali furono le tue ferite, che nessuna medicinaavrebbe potuto sanare, se non quella delsangue del Figlio di Dio. Se guarderai bene,potrai renderti conto di quanto grandi siano latua dignità umana e il tuo valore... In nessunaltro luogo l’uomo può meglio rendersi contodi quanto egli valga, che guardandosi nellospecchio della croce” (Sermones Dominicaleset Festivi, III, pp. 213-214).Meditando queste parole possiamo capiremeglio l’importanza dell’immagine delCrocifisso per la nostra cultura, per il nostroumanesimo nato dalla fede cristiana. Proprioguardando il Crocifisso vediamo, come dicesant’Antonio, quanto grande è la dignità umanae il valore dell’uomo. In nessun altro puntosi può capire quanto valga l’uomo, proprioperché Dio ci rende così importanti, ci vedecosì importanti, da essere, per Lui, degni dellasua sofferenza; così tutta la dignità umana apparenello specchio del Crocifisso e lo sguardoverso di Lui è sempre fonte del riconoscimentodella dignità umana.Cari amici, possa Antonio di Padova, tantovenerato dai fedeli, intercedere per la Chiesaintera, e soprattutto per coloro che si dedicanoalla predicazione; preghiamo il Signoreaffinché ci aiuti ad imparare un poco di questaarte da sant’Antonio. I predicatori, traendoispirazione dal suo esempio, abbiano curadi unire solida e sana dottrina, pietà sincera efervorosa, incisività nella comunicazione. Inquest’anno sacerdotale, preghiamo perché isacerdoti e i diaconi svolgano con sollecitudinequesto ministero di annuncio e di attualizzazionedella Parola di Dio ai fedeli, soprattuttoattraverso le omelie liturgiche. Siano esse unapresentazione efficace dell’eterna bellezza diCristo, proprio come Antonio raccomandava:“Se predichi Gesù, egli scioglie i cuori duri; selo invochi, addolcisci le amare tentazioni; selo pensi, ti illumina il cuore; se lo leggi, egliti sazia la mente” (Sermones Dominicales etFestivi, III, p. 59).Benedetto XVI[L’Osservatore Romano, 11 febbraio <strong>2010</strong>, p. 8]6. Messaggio per la XLVII Giornata Mondialedi Preghiera per le Vocazioni <strong>2010</strong>25 aprile <strong>2010</strong> - IV Domenica di PasquaLA TESTIMONIANZASUSCITA VOCAZIONIVenerati Fratelli nell’Episcopatoe nel Sacerdozio,cari fratelli e sorelle!La 47 a Giornata Mondiale di Preghiera perle Vocazioni, che si celebrerà la IV domenicadi Pasqua – domenica del “Buon Pastore” – il25 aprile <strong>2010</strong>, mi offre l’opportunità di proporrealla vostra riflessione un tema che bensi intona con l’Anno Sacerdotale: La testimonianzasuscita vocazioni. La fecondità dellaproposta vocazionale, infatti, dipende primariamentedall’azione gratuita di Dio, ma, comeconferma l’esperienza pastorale, è favoritaanche dalla qualità e dalla ricchezza della testimonianzapersonale e comunitaria di quantihanno già risposto alla chiamata del Signorenel ministero sacerdotale e nella vita consacrata,poiché la loro testimonianza può suscitarein altri il desiderio di corrispondere, a loro volta,con generosità all’appello di Cristo. Questotema è dunque strettamente legato alla vita ealla missione dei sacerdoti e dei consacrati.


EX ACTIS SUMMI PONTIFICIS 15Pertanto, vorrei invitare tutti coloro che il Signoreha chiamato a lavorare nella sua vignaa rinnovare la loro fedele risposta, soprattuttoin quest’Anno Sacerdotale, che ho indetto inoccasione del 150° anniversario della morte disan Giovanni Maria Vianney, il Curato d’Ars,modello sempre attuale di presbitero e di parroco.Già nell’Antico Testamento i profeti eranoconsapevoli di essere chiamati con la loroesistenza a testimoniare ciò che annunciavano,pronti ad affrontare anche l’incomprensione, ilrifiuto, la persecuzione. Il compito affidato loroda Dio li coinvolgeva completamente, comeun “fuoco ardente” nel cuore, che non si puòcontenere (cfr Ger 20,9), e perciò erano prontia consegnare al Signore non solo la voce, maogni elemento della loro esistenza. Nella pienezzadei tempi, sarà Gesù, l’inviato del Padre(cfr Gv 5,36), a testimoniare con la sua missionel’amore di Dio verso tutti gli uomini, senza distinzione,con particolare attenzione agli ultimi,ai peccatori, agli emarginati, ai poveri. Egli è ilsommo Testimone di Dio e del suo anelito per lasalvezza di tutti. All’alba dei tempi nuovi, GiovanniBattista, con una vita interamente spesaper preparare la strada a Cristo, testimonia chenel Figlio di Maria di Nazaret si adempiono lepromesse di Dio. Quando lo vede venire al fiumeGiordano, dove stava battezzando, lo indicaai suoi discepoli come “l’agnello di Dio, coluiche toglie il peccato del mondo” (Gv 1,29). Lasua testimonianza è tanto feconda, che due deisuoi discepoli “sentendolo parlare così, seguironoGesù” (Gv 1,37).Anche la vocazione di Pietro, secondoquanto scrive l’evangelista Giovanni, passa attraversola testimonianza del fratello Andrea,il quale, dopo aver incontrato il Maestro e averrisposto al suo invito a rimanere con Lui, senteil bisogno di comunicargli subito ciò che hascoperto nel suo “dimorare” con il Signore:“Abbiamo trovato il Messia - che si traduceCristo - e lo condusse da Gesù” (Gv 1,41-42).Così avvenne per Natanaele, Bartolomeo, graziealla testimonianza di un altro discepolo,Filippo, il quale gli comunica con gioia la suagrande scoperta: “Abbiamo trovato colui delquale hanno scritto Mosè, nella Legge, e i Profeti:Gesù, il figlio di Giuseppe, di Nazaret”(Gv 1,45). L’iniziativa libera e gratuita di Dioincontra e interpella la responsabilità umanadi quanti accolgono il suo invito a diventarestrumenti, con la propria testimonianza, dellachiamata divina. Questo accade anche ogginella Chiesa: Iddio si serve della testimonianzadi sacerdoti, fedeli alla loro missione, per suscitarenuove vocazioni sacerdotali e religioseal servizio del Popolo di Dio. Per questa ragionedesidero richiamare tre aspetti della vitadel presbitero, che mi sembrano essenziali perun’efficace testimonianza sacerdotale.Elemento fondamentale e riconoscibile diogni vocazione al sacerdozio e alla consacrazioneè l’amicizia con Cristo. Gesù viveva incostante unione con il Padre, ed è questo chesuscitava nei discepoli il desiderio di viverela stessa esperienza, imparando da Lui la comunionee il dialogo incessante con Dio. Seil sacerdote è l’ “uomo di Dio”, che appartienea Dio e che aiuta a conoscerlo e ad amarlo,non può non coltivare una profonda intimitàcon Lui, rimanere nel suo amore, dando spazioall’ascolto della sua Parola. La preghieraè la prima testimonianza che suscita vocazioni.Come l’apostolo Andrea, che comunica alfratello di aver conosciuto il Maestro, ugualmentechi vuol essere discepolo e testimonedi Cristo deve averlo “visto” personalmente,deve averlo conosciuto, deve aver imparato adamarlo e a stare con Lui.Altro aspetto della consacrazione sacerdotalee della vita religiosa è il dono totale di sé aDio. Scrive l’apostolo Giovanni: “In questo abbiamoconosciuto l’amore, nel fatto che egli hadato la sua vita per noi; quindi anche noi dobbiamodare la vita per i fratelli” (1Gv 3,16). Conqueste parole, egli invita i discepoli ad entrarenella stessa logica di Gesù che, in tutta la suaesistenza, ha compiuto la volontà del Padre finoal dono supremo di sé sulla croce. Si manifestaqui la misericordia di Dio in tutta la sua pienezza;amore misericordioso che ha sconfitto le tenebredel male, del peccato e della morte. L’immaginedi Gesù che nell’Ultima Cena si alza datavola, depone le vesti, prende un asciugamano,se lo cinge ai fianchi e si china a lavare i piediagli Apostoli, esprime il senso del servizio e deldono manifestati nell’intera sua esistenza, inobbedienza alla volontà del Padre (cfr Gv 13,3-15). Alla sequela di Gesù, ogni chiamato allavita di speciale consacrazione deve sforzarsi ditestimoniare il dono totale di sé a Dio. Da quiscaturisce la capacità di darsi poi a coloro che laProvvidenza gli affida nel ministero pastorale,con dedizione piena, continua e fedele, e con lagioia di farsi compagno di viaggio di tanti fratelli,affinché si aprano all’incontro con Cristo ela sua Parola divenga luce per il loro cammino.La storia di ogni vocazione si intreccia quasi


16 AN. CXXIX – IANUARII-APRILIS <strong>2010</strong> – N. 1sempre con la testimonianza di un sacerdote chevive con gioia il dono di se stesso ai fratelli peril Regno dei Cieli. Questo perché la vicinanza ela parola di un prete sono capaci di far sorgereinterrogativi e di condurre a decisioni anche definitive(cfr Giovanni Paolo II, Esort. ap. postsinod.Pastores dabo vobis, 39).Infine, un terzo aspetto che non può non caratterizzareil sacerdote e la persona consacrataè il vivere la comunione. Gesù ha indicato comesegno distintivo di chi vuol essere suo discepolola profonda comunione nell’amore: “Daquesto tutti sapranno che siete miei discepoli:se avete amore gli uni per gli altri” (Gv 13,35).In modo particolare, il sacerdote dev’essere uomodi comunione, aperto a tutti, capace di farcamminare unito l’intero gregge che la bontàdel Signore gli ha affidato, aiutando a superaredivisioni, a ricucire strappi, ad appianare contrastie incomprensioni, a perdonare le offese.Nel luglio 2005, incontrando il Clero di Aosta,ebbi a dire che se i giovani vedono sacerdotiisolati e tristi, non si sentono certo incoraggiatia seguirne l’esempio. Essi restano dubbiosi sesono condotti a considerare che questo è il futurodi un prete. È importante invece realizzarela comunione di vita, che mostri loro la bellezzadell’essere sacerdote. Allora, il giovane dirà:“questo può essere un futuro anche per me,così si può vivere” (Insegnamenti I, [2005],354). Il Concilio Vaticano II, riferendosi allatestimonianza che suscita vocazioni, sottolineal’esempio di carità e di fraterna collaborazioneche devono offrire i sacerdoti (cfr Decreto Optatamtotius, 2).Mi piace ricordare quanto scrisse il miovenerato Predecessore Giovanni Paolo II: “Lavita stessa dei presbiteri, la loro dedizione incondizionataal gregge di Dio, la loro testimonianzadi amorevole servizio al Signore e allasua Chiesa – una testimonianza segnata dallascelta della croce accolta nella speranza e nellagioia pasquale –, la loro concordia fraterna e illoro zelo per l’evangelizzazione del mondo sonoil primo e il più persuasivo fattore di feconditàvocazionale” (Pastores dabo vobis, 41).Si potrebbe dire che le vocazioni sacerdotalinascono dal contatto con i sacerdoti, quasi comeun prezioso patrimonio comunicato con laparola, con l’esempio e con l’intera esistenza.Questo vale anche per la vita consacrata.L’esistenza stessa dei religiosi e delle religioseparla dell’amore di Cristo, quando essi lo seguonoin piena fedeltà al Vangelo e con gioiane assumono i criteri di giudizio e di comportamento.Diventano “segno di contraddizione”per il mondo, la cui logica spesso è ispirata dalmaterialismo, dall’egoismo e dall’individualismo.La loro fedeltà e la forza della loro testimonianza,poiché si lasciano conquistare daDio rinunciando a se stessi, continuano a suscitarenell’animo di molti giovani il desideriodi seguire, a loro volta, Cristo per sempre, inmodo generoso e totale. Imitare Cristo casto,povero e obbediente, e identificarsi con Lui:ecco l’ideale della vita consacrata, testimonianzadel primato assoluto di Dio nella vita enella storia degli uomini.Ogni presbitero, ogni consacrato e ogniconsacrata, fedeli alla loro vocazione, trasmettonola gioia di servire Cristo, e invitanotutti i cristiani a rispondere all’universale chiamataalla santità. Pertanto, per promuovere levocazioni specifiche al ministero sacerdotaleed alla vita consacrata, per rendere più forte eincisivo l’annuncio vocazionale, è indispensabilel’esempio di quanti hanno già detto il proprio“si” a Dio e al progetto di vita che Egli hasu ciascuno. La testimonianza personale, fattadi scelte esistenziali e concrete, incoraggerà igiovani a prendere decisioni impegnative, aloro volta, che investono il proprio futuro. Peraiutarli è necessaria quell’arte dell’incontro edel dialogo capace di illuminarli e accompagnarli,attraverso soprattutto quell’esemplaritàdell’esistenza vissuta come vocazione. Così hafatto il Santo Curato d’Ars, il quale, semprea contatto con i suoi parrocchiani, “insegnavasoprattutto con la testimonianza di vita. Dalsuo esempio, i fedeli imparavano a pregare”(Lettera per l’Indizione dell’Anno Sacerdotale,16 giugno 2009).Possa ancora una volta questa GiornataMondiale offrire una preziosa occasione amolti giovani per riflettere sulla propria vocazione,aderendovi con semplicità, fiducia epiena disponibilità. La Vergine Maria, Madredella Chiesa, custodisca ogni più piccolo germedi vocazione nel cuore di coloro che il Signorechiama a seguirlo più da vicino; facciasì che diventi albero rigoglioso, carico di fruttiper il bene della Chiesa e dell’intera umanità.Per questo prego, mentre imparto a tutti la BenedizioneApostolica.Dal Vaticano, 13 novembre 2009Benedetto XVI[L’Osservatore Romano, 17 febbraio <strong>2010</strong>]


EX ACTIS SUMMI PONTIFICIS 177. Discorso all’Udienza Generale del mercoledìCittà del Vaticano, Aula Paolo VI, 3 marzo <strong>2010</strong>SAN BONAVENTURAUN MAESTRODELLA CONOSCENZA DI CRISTOCari fratelli e sorelle,quest’oggi vorrei parlare di san Bonaventurada Bagnoregio. Vi confido che, nel proporviquesto argomento, avverto una certa nostalgia,perché ripenso alle ricerche che, da giovanestudioso, ho condotto proprio su questo autore,a me particolarmente caro. La sua conoscenzaha inciso non poco nella mia formazione. Conmolta gioia qualche mese fa mi sono recato inpellegrinaggio al suo luogo natio, Bagnoregio,una cittadina italiana, nel Lazio, che ne custodiscecon venerazione la memoria.Nato probabilmente nel 1217 e morto nel1274, egli visse nel XIII secolo, un’epoca incui la fede cristiana, penetrata profondamentenella cultura e nella società dell’Europa, ispiròimperiture opere nel campo della letteratura,delle arti visive, della filosofia e della teologia.Tra le grandi figure cristiane che contribuironoalla composizione di questa armonia tra fedee cultura si staglia appunto Bonaventura, uomodi azione e di contemplazione, di profondapietà e di prudenza nel governo.Si chiamava Giovanni da Fidanza. Un episodioche accadde quando era ancora ragazzosegnò profondamente la sua vita, come eglistesso racconta. Era stato colpito da una gravemalattia e neppure suo padre, che era medico,sperava ormai di salvarlo dalla morte. Suamadre, allora, ricorse all’intercessione di sanFrancesco d’Assisi, da poco canonizzato. EGiovanni guarì.La figura del Poverello di Assisi gli divenneancora più familiare qualche anno dopo,quando si trovava a Parigi, dove si era recatoper i suoi studi. Aveva ottenuto il diploma diMaestro d’Arti, che potremmo paragonare aquello di un prestigioso Liceo dei nostri tempi.A quel punto, come tanti giovani del passato eanche di oggi, Giovanni si pose una domandacruciale: «Che cosa devo fare della mia vita?».Affascinato dalla testimonianza di fervore eradicalità evangelica dei Frati Minori, che eranogiunti a Parigi nel 1219, Giovanni bussòalle porte del Convento francescano di quellacittà, e chiese di essere accolto nella grandefamiglia dei discepoli di san Francesco. Moltianni dopo, egli spiegò le ragioni della suascelta: in san Francesco e nel movimento dalui iniziato ravvisava l’azione di Cristo. Scrivevacosì in una lettera indirizzata ad un altrofrate: «Confesso davanti a Dio che la ragioneche mi ha fatto amare di più la vita del beatoFrancesco è che essa assomiglia agli inizi ealla crescita della Chiesa. La Chiesa cominciòcon semplici pescatori, e si arricchì in seguitodi dottori molto illustri e sapienti; la religionedel beato Francesco non è stata stabilita dallaprudenza degli uomini, ma da Cristo» (Epistulade tribus quaestionibus ad magistruminnominatum, in Opere di San Bonaventura.Introduzione generale, Roma 1990, p. 29).Pertanto, intorno all’anno 1243 Giovannivestì il saio francescano e assunse il nomedi Bonaventura. Venne subito indirizzatoagli studi, e frequentò la Facoltà di Teologiadell’Università di Parigi, seguendo un insiemedi corsi molto impegnativi. Conseguì i vari titolirichiesti dalla carriera accademica, quellidi “baccelliere biblico” e di “baccelliere sentenziario”.Così Bonaventura studiò a fondo laSacra Scrittura, le Sentenze di Pietro Lombardo,il manuale di teologia di quel tempo, e i piùimportanti autori di teologia e, a contatto con imaestri e gli studenti che affluivano a Parigi datutta l’Europa, maturò una propria riflessionepersonale e una sensibilità spirituale di grandevalore che, nel corso degli anni successivi,seppe trasfondere nelle sue opere e nei suoisermoni, diventando così uno dei teologi piùimportanti della storia della Chiesa. È significativoricordare il titolo della tesi che egli difeseper essere abilitato all’insegnamento dellateologia, la licentia ubique docendi, come sidiceva allora. La sua dissertazione aveva cometitolo Questioni sulla conoscenza di Cristo.Questo argomento mostra il ruolo centrale cheCristo ebbe sempre nella vita e nell’insegnamentodi Bonaventura. Possiamo dire senz’altroche tutto il suo pensiero fu profondamentecristocentrico.In quegli anni a Parigi, la città di adozionedi Bonaventura, divampava una violenta polemicacontro i Frati Minori di san Francescod’Assisi e i Frati Predicatori di san Domenicodi Guzman. Si contestava il loro diritto di insegnarenell’Università, e si metteva in dubbiopersino l’autenticità della loro vita consacrata.Certamente, i cambiamenti introdotti dagliOrdini Mendicanti nel modo di intendere lavita religiosa, di cui ho parlato nelle cateche-


18 AN. CXXIX – IANUARII-APRILIS <strong>2010</strong> – N. 1si precedenti, erano talmente innovativi chenon tutti riuscivano a comprenderli. Si aggiungevanopoi, come qualche volta accade anchetra persone sinceramente religiose, motivi didebolezza umana, come l’invidia e la gelosia.Bonaventura, anche se circondato dall’opposizionedegli altri maestri universitari, avevagià iniziato a insegnare presso la cattedra di teologiadei Francescani e, per rispondere a chicontestava gli Ordini Mendicanti, compose unoscritto intitolato La perfezione evangelica. Inquesto scritto dimostra come gli Ordini Mendicanti,in specie i Frati Minori, praticando i votidi povertà, di castità e di obbedienza, seguivanoi consigli del Vangelo stesso. Al di là di questecircostanze storiche, l’insegnamento fornito daBonaventura in questa sua opera e nella sua vitarimane sempre attuale: la Chiesa è resa piùluminosa e bella dalla fedeltà alla vocazione diquei suoi figli e di quelle sue figlie che non solomettono in pratica i precetti evangelici ma, perla grazia di Dio, sono chiamati ad osservarne iconsigli e testimoniano così, con il loro stile divita povero, casto e obbediente, che il Vangeloè sorgente di gioia e di perfezione.Il conflitto fu acquietato, almeno per uncerto tempo, e, per intervento personale delPapa Alessandro IV, nel 1257, Bonaventurafu riconosciuto ufficialmente come dottore emaestro dell’Università parigina. Tuttavia eglidovette rinunciare a questo prestigioso incarico,perché in quello stesso anno il Capitolo generaledell’Ordine lo elesse Ministro generale.Svolse questo incarico per diciassette annicon saggezza e dedizione, visitando le province,scrivendo ai fratelli, intervenendo talvoltacon una certa severità per eliminare abusi.Quando Bonaventura iniziò questo servizio,l’Ordine dei Frati Minori si era sviluppato inmodo prodigioso: erano più di 30.000 i Fratisparsi in tutto l’Occidente con presenze missionarienell’Africa del Nord, in Medio Oriente,e anche a Pechino. Occorreva consolidarequesta espansione e soprattutto conferirle, inpiena fedeltà al carisma di Francesco, unitàdi azione e di spirito. Infatti, tra i seguaci delsanto di Assisi si registravano diversi modidi interpretarne il messaggio ed esisteva realmenteil rischio di una frattura interna. Perevitare questo pericolo, il Capitolo generaledell’Ordine a Narbona, nel 1260, accettò eratificò un testo proposto da Bonaventura, incui si raccoglievano e si unificavano le normeche regolavano la vita quotidiana dei FratiMinori. Bonaventura intuiva, tuttavia, che ledisposizioni legislative, per quanto ispirate asaggezza e moderazione, non erano sufficientiad assicurare la comunione dello spirito e deicuori. Bisognava condividere gli stessi idealie le stesse motivazioni. Per questo motivo,Bonaventura volle presentare l’autentico carismadi Francesco, la sua vita ed il suo insegnamento.Raccolse, perciò, con grande zelodocumenti riguardanti il Poverello e ascoltòcon attenzione i ricordi di coloro che avevanoconosciuto direttamente Francesco. Ne nacqueuna biografia, storicamente ben fondata,del santo di Assisi, intitolata Legenda Maior,redatta anche in forma più succinta, e chiamataperciò Legenda minor. La parola latina, a differenzadi quella italiana, non indica un fruttodella fantasia, ma, al contrario, “Legenda” significaun testo autorevole, “da leggersi” ufficialmente.Infatti, il Capitolo generale dei FratiMinori del 1263, riunitosi a Pisa, riconobbenella biografia di san Bonaventura il ritrattopiù fedele del Fondatore e questa divenne, così,la biografia ufficiale del Santo.Qual è l’immagine di san Francesco cheemerge dal cuore e dalla penna del suo figliodevoto e successore, san Bonaventura? Il puntoessenziale: Francesco è un alter Christus,un uomo che ha cercato appassionatamenteCristo. Nell’amore che spinge all’imitazione,egli si è conformato interamente a Lui. Bonaventuraadditava questo ideale vivo a tutti i seguacidi Francesco. Questo ideale, valido perogni cristiano, ieri, oggi, sempre, è stato indicatocome programma anche per la Chiesa delTerzo Millennio dal mio Predecessore, il VenerabileGiovanni Paolo II. Tale programma,egli scriveva nella Lettera Novo Millennioineunte, si incentra «in Cristo stesso, da conoscere,amare, imitare, per vivere in lui la vitatrinitaria, e trasformare con lui la storia fino alsuo compimento nella Gerusalemme celeste»(n. 29).Nel 1273 la vita di san Bonaventura conobbeun altro cambiamento. Il Papa Gregorio Xlo volle consacrare Vescovo e nominare Cardinale.Gli chiese anche di preparare un importantissimoevento ecclesiale: il II ConcilioEcumenico di Lione, che aveva come scopo ilristabilimento della comunione tra la ChiesaLatina e quella Greca. Egli si dedicò a questocompito con diligenza, ma non riuscì a vederela conclusione di quell’assise ecumenica,perché morì durante il suo svolgimento. Unanonimo notaio pontificio compose un elogiodi Bonaventura, che ci offre un ritratto con-


EX ACTIS SUMMI PONTIFICIS 19clusivo di questo grande santo ed eccellenteteologo: «Uomo buono, affabile, pio e misericordioso,colmo di virtù, amato da Dio e dagliuomini... Dio infatti gli aveva donato una talegrazia, che tutti coloro che lo vedevano eranopervasi da un amore che il cuore non potevacelare» (cfr J. G. Bougerol, Bonaventura, inA. Vauchez (a cura), Storia dei santi e dellasantità cristiana. Vol. VI. L’epoca del rinnovamentoevangelico, Milano 1991, p. 91).Raccogliamo l’eredità di questo santo Dottoredella Chiesa, che ci ricorda il senso dellanostra vita con le seguenti parole: «Sullaterra… possiamo contemplare l’immensitàdivina mediante il ragionamento e l’ammirazione;nella patria celeste, invece, mediantela visione, quando saremo fatti simili a Dio,e mediante l’estasi ... entreremo nel gaudio diDio» (La conoscenza di Cristo, q. 6, conclusione,in Opere di San Bonaventura. OpuscoliTeologici, 1, Roma 1993, p. 187).Benedetto XVI[L’Osservatore Romano, 4 marzo <strong>2010</strong>, p. 1]8. Discorso all’Udienza Generale del mercoledìCittà del Vaticano, Aula Paolo VI, 10.03.<strong>2010</strong>LA CHIESA PROGREDISCETRA NOVITÀ E CONTINUITÀCari fratelli e sorelle,la scorsa settimana ho parlato della vita edella personalità di san Bonaventura da Bagnoregio.Questa mattina vorrei proseguirnela presentazione, soffermandomi su una partedella sua opera letteraria e della sua dottrina.Come già dicevo, san Bonaventura, tra i varimeriti, ha avuto quello di interpretare autenticamentee fedelmente la figura di san Francescod’Assisi, da lui venerato e studiato congrande amore. In particolar modo, ai tempi disan Bonaventura una corrente di Frati minori,detti “spirituali”, sosteneva che con san Francescoera stata inaugurata una fase totalmentenuova della storia, sarebbe apparso il “Vangeloeterno”, del quale parla l’Apocalisse,che sostituiva il Nuovo Testamento. Questogruppo affermava che la Chiesa aveva ormaiesaurito il proprio ruolo storico, e al suo postosubentrava una comunità carismatica di uominiliberi guidati interiormente dallo Spirito,cioè i “Francescani spirituali”. Alla base delleidee di tale gruppo vi erano gli scritti di unabate cistercense, Gioacchino da Fiore, mortonel 1202. Nelle sue opere, egli affermava unritmo trinitario della storia. Considerava l’AnticoTestamento come età del Padre, seguitadal tempo del Figlio, il tempo della Chiesa. Visarebbe stata ancora da aspettare la terza età,quella dello Spirito Santo. Tutta la storia andavacosì interpretata come una storia di progresso:dalla severità dell’Antico Testamentoalla relativa libertà del tempo del Figlio, nellaChiesa, fino alla piena libertà dei Figli di Dio,nel periodo dello Spirito Santo, che sarebbestato anche, finalmente, il periodo della pacetra gli uomini, della riconciliazione dei popolie delle religioni. Gioacchino da Fiore avevasuscitato la speranza che l’inizio del nuovotempo sarebbe venuto da un nuovo monachesimo.Così è comprensibile che un gruppo diFrancescani pensasse di riconoscere in sanFrancesco d’Assisi l’iniziatore del tempo nuovoe nel suo Ordine la comunità del periodonuovo – la comunità del tempo dello SpiritoSanto, che lasciava dietro di sé la Chiesa gerarchica,per iniziare la nuova Chiesa dello Spirito,non più legata alle vecchie strutture.Vi era dunque il rischio di un gravissimofraintendimento del messaggio di san Francesco,della sua umile fedeltà al Vangelo e allaChiesa, e tale equivoco comportava una visioneerronea del Cristianesimo nel suo insieme.San Bonaventura, che nel 1257 divenneMinistro Generale dell’Ordine Francescano,si trovò di fronte ad una grave tensioneall’interno del suo stesso Ordine a causa appuntodi chi sosteneva la menzionata correntedei “Francescani spirituali”, che si rifaceva aGioacchino da Fiore. Proprio per risponderea questo gruppo e ridare unità all’Ordine, sanBonaventura studiò con cura gli scritti autenticidi Gioacchino da Fiore e quelli a lui attribuitie, tenendo conto della necessità di presentarecorrettamente la figura e il messaggio del suoamato san Francesco, volle esporre una giustavisione della teologia della storia. San Bonaventuraaffrontò il problema proprio nell’ultimasua opera, una raccolta di conferenze aimonaci dello studio parigino, rimasta incompiutae giuntaci attraverso le trascrizioni degliuditori, intitolata Hexaëmeron, cioè una spiegazioneallegorica dei sei giorni della creazione.I Padri della Chiesa consideravano i sei osette giorni del racconto sulla creazione come


EX ACTIS SUMMI PONTIFICIS 21la Chiesa senza la nuova spiritualità dei Cistercensi,dei Francescani e Domenicani, dellaspiritualità di santa Teresa d’Avila e di sanGiovanni della Croce, e così via? Anche oggivale questa affermazione: “Opera Christi nondeficiunt, sed proficiunt”, vanno avanti. SanBonaventura ci insegna l’insieme del necessariodiscernimento, anche severo, del realismosobrio e dell’apertura a nuovi carismi donatida Cristo, nello Spirito Santo, alla sua Chiesa.E mentre si ripete questa idea del declino, c’èanche l’altra idea, questo “utopismo spiritualistico”,che si ripete. Sappiamo, infatti, comedopo il Concilio Vaticano II alcuni erano convintiche tutto fosse nuovo, che ci fosse un’altraChiesa, che la Chiesa pre-conciliare fossefinita e ne avremmo avuta un’altra, totalmente“altra”. Un utopismo anarchico! E grazie a Dioi timonieri saggi della barca di Pietro, Papa PaoloVI e Papa Giovanni Paolo II, da una partehanno difeso la novità del Concilio e dall’altra,nello stesso tempo, hanno difeso l’unicità e lacontinuità della Chiesa, che è sempre Chiesadi peccatori e sempre luogo di Grazia.In questo senso, san Bonaventura, comeMinistro Generale dei Francescani, prese unalinea di governo nella quale era ben chiaro cheil nuovo Ordine non poteva, come comunità,vivere alla stessa “altezza escatologica” di sanFrancesco, nel quale egli vede anticipato ilmondo futuro, ma – guidato, allo stesso tempo,da sano realismo e dal coraggio spirituale –doveva avvicinarsi il più possibile alla realizzazionemassima del Sermone della montagna,che per san Francesco fu la regola, pur tenendoconto dei limiti dell’uomo, segnato dal peccatooriginale.Vediamo così che per san Bonaventura governarenon era semplicemente un fare, maera soprattutto pensare e pregare. Alla basedel suo governo troviamo sempre la preghierae il pensiero; tutte le sue decisioni risultanodalla riflessione, dal pensiero illuminato dallapreghiera. Il suo contatto intimo con Cristo haaccompagnato sempre il suo lavoro di MinistroGenerale e perciò ha composto una seriedi scritti teologico-mistici, che esprimonol’animo del suo governo e manifestano l’intenzionedi guidare interiormente l’Ordine, digovernare, cioè, non solo mediante comandi estrutture, ma guidando e illuminando le anime,orientando a Cristo.Di questi suoi scritti, che sono l’anima delsuo governo e che mostrano la strada da percorreresia al singolo che alla comunità, vorreimenzionarne solo uno, il suo capolavoro, l’Itinerariummentis in Deum, che è un “manuale”di contemplazione mistica. Questo libro fuconcepito in un luogo di profonda spiritualità:il monte della Verna, dove san Francesco avevaricevuto le stigmate. Nell’introduzione l’autoreillustra le circostanze che diedero originea questo suo scritto: “Mentre meditavo sullepossibilità dell’anima di ascendere a Dio, misi presentò, tra l’altro, quell’evento mirabileoccorso in quel luogo al beato Francesco, cioèla visione del Serafino alato in forma di Crocifisso.E su ciò meditando, subito mi avvidi chetale visione mi offriva l’estasi contemplativadel medesimo padre Francesco e insieme la viache ad esso conduce” (Itinerario della mentein Dio, Prologo, 2, in Opere di San Bonaventura.Opuscoli Teologici /1, Roma 1993, p. 499).Le sei ali del Serafino diventano così il simbolodi sei tappe che conducono progressivamentel’uomo dalla conoscenza di Dio attraversol’osservazione del mondo e delle creature eattraverso l’esplorazione dell’anima stessa conle sue facoltà, fino all’unione appagante con laTrinità per mezzo di Cristo, a imitazione di sanFrancesco d’Assisi. Le ultime parole dell’Itinerariumdi san Bonaventura, che rispondono alladomanda su come si possa raggiungere questacomunione mistica con Dio, andrebbero fattescendere nel profondo del cuore: “Se ora bramisapere come ciò avvenga, (la comunione misticacon Dio) interroga la grazia, non la dottrina;il desiderio, non l’intelletto; il gemito della preghiera,non lo studio della lettera; lo sposo, nonil maestro; Dio, non l’uomo; la caligine, non lachiarezza; non la luce, ma il fuoco che tutto infiammae trasporta in Dio con le forti unzioni egli ardentissimi affetti ... Entriamo dunque nellacaligine, tacitiamo gli affanni, le passioni e i fantasmi;passiamo con Cristo Crocifisso da questomondo al Padre, affinché, dopo averlo visto, diciamocon Filippo: ciò mi basta” (ibid., VII, 6).Cari amici, accogliamo l’invito rivoltoci dasan Bonaventura, il Dottore Serafico, e mettiamocialla scuola del Maestro divino: ascoltiamola sua Parola di vita e di verità, che risuonanell’intimo della nostra anima. Purifichiamo inostri pensieri e le nostre azioni, affinché Eglipossa abitare in noi, e noi possiamo intenderela sua Voce divina, che ci attrae verso la verafelicità.Benedetto XVI[L’Osservatore Romano, 11 marzo <strong>2010</strong>, p. 8]


22 AN. CXXIX – IANUARII-APRILIS <strong>2010</strong> – N. 19. Discorso all’Udienza Generale del mercoledìCittà del Vaticano, Aula Paolo VI, 17.03.<strong>2010</strong>L’AMORE VEDEDOVE LA RAGIONE NON VEDECari fratelli e sorelle,questa mattina, continuando la riflessionedi mercoledì scorso, vorrei approfondirecon voi altri aspetti della dottrina di sanBonaventura da Bagnoregio. Egli è un eminenteteologo, che merita di essere messoaccanto ad un altro grandissimo pensatore,suo contemporaneo, san Tommaso d’Aquino.Entrambi hanno scrutato i misteri dellaRivelazione, valorizzando le risorse dellaragione umana, in quel fecondo dialogo trafede e ragione che caratterizza il Medioevocristiano, facendone un’epoca di grande vivacitàintellettuale, oltre che di fede e di rinnovamentoecclesiale, spesso non sufficientementeevidenziata. Altre analogie li accomunano:sia Bonaventura, francescano, siaTommaso, domenicano, appartenevano agliOrdini Mendicanti che, con la loro freschezzaspirituale, come ho ricordato in precedenticatechesi, rinnovarono, nel secolo XIII, laChiesa intera e attirarono tanti seguaci. Tuttie due servirono la Chiesa con diligenza, conpassione e con amore, al punto che furonoinvitati a partecipare al Concilio Ecumenicodi Lione nel 1274, lo stesso anno in cui morirono:Tommaso mentre si recava a Lione,Bonaventura durante lo svolgimento del medesimoConcilio. Anche in Piazza San Pietrole statue dei due Santi sono parallele, collocateproprio all’inizio del Colonnato partendodalla facciata della Basilica Vaticana: unanel Braccio di sinistra e l’altra nel Braccio didestra. Nonostante tutti questi aspetti, possiamocogliere nei due grandi Santi due diversiapprocci alla ricerca filosofica e teologica,che mostrano l’originalità e la profonditàdi pensiero dell’uno e dell’altro. Vorreiaccennare ad alcune di queste differenze.Una prima differenza concerne il concettodi teologia. Ambedue i dottori si chiedono sela teologia sia una scienza pratica o una scienzateorica, speculativa. San Tommaso riflettesu due possibili risposte contrastanti. La primadice: la teologia è riflessione sulla fede escopo della fede è che l’uomo diventi buono,viva secondo la volontà di Dio. Quindi, loscopo della teologia dovrebbe essere quello diguidare sulla via giusta, buona; di conseguenzaessa, in fondo, è una scienza pratica. L’altraposizione dice: la teologia cerca di conoscereDio. Noi siamo opera di Dio; Dio sta al di sopradel nostro fare. Dio opera in noi l’agire giusto.Quindi si tratta sostanzialmente non del nostrofare, ma del conoscere Dio, non del nostrooperare. La conclusione di san Tommaso è: lateologia implica ambedue gli aspetti: è teorica,cerca di conoscere Dio sempre di più, ed èpratica: cerca di orientare la nostra vita al bene.Ma c’è un primato della conoscenza: dobbiamosoprattutto conoscere Dio, poi segue l’agire secondoDio (Summa Theologiae Ia, q. 1, art. 4).Questo primato della conoscenza in confrontocon la prassi è significativo per l’orientamentofondamentale di san Tommaso.La risposta di san Bonaventura è molto simile,ma gli accenti sono diversi. San Bonaventuraconosce gli stessi argomenti nell’unae nell’altra direzione, come san Tommaso, maper rispondere alla domanda se la teologia siauna scienza pratica o teorica, san Bonaventurafa una triplice distinzione – allarga, quindi,l’alternativa tra teorico (primato della conoscenza)e pratico (primato della prassi), aggiungendoun terzo atteggiamento, che chiama“sapienziale” e affermando che la sapienzaabbraccia ambedue gli aspetti. E poi continua:la sapienza cerca la contemplazione (come lapiù alta forma della conoscenza) e ha comeintenzione “ut boni fiamus” - che diventiamobuoni, soprattutto questo: divenire buoni (cfrBreviloquium, Prologus, 5). Poi aggiunge: “Lafede è nell’intelletto, in modo tale che provocal’affetto. Ad esempio: conoscere che Cristo èmorto “per noi” non rimane conoscenza, madiventa necessariamente affetto, amore” (Proemiumin I Sent., q. 3).Nella stessa linea si muove la sua difesadella teologia, cioè della riflessione razionalee metodica della fede. San Bonaventura elencaalcuni argomenti contro il fare teologia, forsediffusi anche in una parte dei frati francescanie presenti anche nel nostro tempo: la ragionesvuoterebbe la fede, sarebbe un atteggiamentoviolento nei confronti della parola di Dio,dobbiamo ascoltare e non analizzare la paroladi Dio (cfr Lettera di san Francesco d’Assisia sant’Antonio di Padova). A questi argomenticontro la teologia, che dimostrano i pericoliesistenti nella teologia stessa, il Santo risponde:è vero che c’è un modo arrogante di fare teologia,una superbia della ragione, che si pone


EX ACTIS SUMMI PONTIFICIS 23al di sopra della parola di Dio. Ma la vera teologia,il lavoro razionale della vera e della buonateologia ha un’altra origine, non la superbiadella ragione. Chi ama vuol conoscere sempremeglio e sempre più l’amato; la vera teologianon impegna la ragione e la sua ricerca motivatadalla superbia, “sed propter amorem eiuscui assentit” – “motivata dall’amore di Colui,al quale ha dato il suo consenso” (Proemium inI Sent., q. 2), e vuol meglio conoscere l’amato:questa è l’intenzione fondamentale della teologia.Per san Bonaventura è quindi determinantealla fine il primato dell’amore.Di conseguenza, san Tommaso e san Bonaventuradefiniscono in modo diverso la destinazioneultima dell’uomo, la sua piena felicità:per san Tommaso il fine supremo, al quale sidirige il nostro desiderio è: vedere Dio. In questosemplice atto del vedere Dio trovano soluzionetutti i problemi: siamo felici, nient’altroè necessario.Per san Bonaventura il destino ultimodell’uomo è invece: amare Dio, l’incontrarsied unirsi del suo e del nostro amore. Questa èper lui la definizione più adeguata della nostrafelicità.In tale linea, potremmo anche dire che lacategoria più alta per san Tommaso è il vero,mentre per san Bonaventura è il bene. Sarebbesbagliato vedere in queste due risposte unacontraddizione. Per ambedue il vero è anche ilbene, ed il bene è anche il vero; vedere Dio èamare ed amare è vedere. Si tratta quindi di accentidiversi di una visione fondamentalmentecomune. Ambedue gli accenti hanno formatotradizioni diverse e spiritualità diverse e cosìhanno mostrato la fecondità della fede, unanella diversità delle sue espressioni.Ritorniamo a san Bonaventura. E’ evidenteche l’accento specifico della sua teologia,del quale ho dato solo un esempio, si spiegaa partire dal carisma francescano: il Poverellodi Assisi, al di là dei dibattiti intellettuali delsuo tempo, aveva mostrato con tutta la sua vitail primato dell’amore; era un’icona vivente einnamorata di Cristo e così ha reso presente,nel suo tempo, la figura del Signore – ha convintoi suoi contemporanei non con le parole,ma con la sua vita. In tutte le opere di san Bonaventura,proprio anche le opere scientifiche,di scuola, si vede e si trova questa ispirazionefrancescana; si nota, cioè, che egli pensapartendo dall’incontro col Poverello d’Assisi.Ma per capire l’elaborazione concreta deltema “primato dell’amore”, dobbiamo tenerepresente ancora un’altra fonte: gli scritti delcosiddetto Pseudo-Dionigi, un teologo siriacodel VI secolo, che si è nascosto sotto lo pseudonimodi Dionigi l’Areopagita, accennando,con questo nome, ad una figura degli Atti degliApostoli (cfr 17,34). Questo teologo avevacreato una teologia liturgica e una teologia mistica,ed aveva ampiamente parlato dei diversiordini degli angeli. I suoi scritti furono tradottiin latino nel IX secolo; al tempo di san Bonaventura– siamo nel XIII secolo – appariva unanuova tradizione, che provocò l’interesse delSanto e degli altri teologi del suo secolo. Duecose attiravano in modo particolare l’attenzionedi san Bonaventura:1. Lo Pseudo-Dionigi parla di nove ordinidegli angeli, i cui nomi aveva trovato nellaScrittura e poi aveva sistemato a suo modo,dagli angeli semplici fino ai serafini. San Bonaventurainterpreta questi ordini degli angelicome gradini nell’avvicinamento della creaturaa Dio. Così essi possono rappresentare ilcammino umano, la salita verso la comunionecon Dio. Per san Bonaventura non c’è alcundubbio: san Francesco d’Assisi appartenevaall’ordine serafico, al supremo ordine, al corodei serafini, cioè: era puro fuoco di amore.E così avrebbero dovuto essere i francescani.Ma san Bonaventura sapeva bene che questoultimo grado di avvicinamento a Dio non puòessere inserito in un ordinamento giuridico,ma è sempre un dono particolare di Dio. Perquesto la struttura dell’Ordine francescano èpiù modesta, più realista, ma deve, però, aiutarei membri ad avvicinarsi sempre più adun’esistenza serafica di puro amore. Mercoledìscorso ho parlato su questa sintesi tra realismosobrio e radicalità evangelica nel pensieroe nell’agire di san Bonaventura.2. San Bonaventura, però, ha trovato negliscritti dello Preuso-Dionigi un altro elemento,per lui ancora più importante. Mentre persant’Agostino l’intellectus, il vedere con laragione ed il cuore, è l’ultima categoria dellaconoscenza, lo Pseudo-Dionigi fa ancora unaltro passo: nella salita verso Dio si può arrivaread un punto in cui la ragione non vedepiù. Ma nella notte dell’intelletto l’amore vedeancora – vede quanto rimane inaccessibile perla ragione. L’amore si estende oltre la ragione,vede di più, entra più profondamente nel misterodi Dio. San Bonaventura fu affascinatoda questa visione, che s’incontrava con la suaspiritualità francescana. Proprio nella notteoscura della Croce appare tutta la grandezza


24 AN. CXXIX – IANUARII-APRILIS <strong>2010</strong> – N. 1dell’amore divino; dove la ragione non vedepiù, vede l’amore. Le parole conclusive del suo“Itinerario della mente in Dio”, ad una letturasuperficiale, possono apparire come espressioneesagerata di una devozione senza contenuto;lette, invece, alla luce della teologia della Crocedi san Bonaventura, esse sono un’espressionelimpida e realistica della spiritualità francescana:“Se ora brami sapere come ciò avvenga (cioèla salita verso Dio), interroga la grazia, non ladottrina; il desiderio, non l’intelletto; il gemitodella preghiera, non lo studio della lettera; …non la luce, ma il fuoco che tutto infiamma etrasporta in Dio” (VII, 6). Tutto questo non èanti-intellettuale e non è anti-razionale: supponeil cammino della ragione, ma lo trascendenell’amore del Cristo crocifisso. Con questatrasformazione della mistica dello Pseudo-Dionigi,san Bonaventura si pone agli inizi di unagrande corrente mistica, che ha molto elevatoe purificato la mente umana: è un vertice nellastoria dello spirito umano.Questa teologia della Croce, nata dall’incontrotra la teologia dello Pseudo-Dionigi e laspiritualità francescana, non ci deve far dimenticareche san Bonaventura condivide con sanFrancesco d’Assisi anche l’amore per il creato,la gioia per la bellezza della creazione di Dio.Cito su questo punto una frase del primo capitolodell’”Itinerario”: “Colui… che non vedegli splendori innumerevoli delle creature, è cieco;colui che non si sveglia per le tante voci, èsordo; colui che per tutte queste meraviglie nonloda Dio, è muto; colui che da tanti segni nonsi innalza al primo principio, è stolto” (I, 15).Tutta la creazione parla ad alta voce di Dio, delDio buono e bello; del suo amore.Tutta la nostra vita è quindi per san Bonaventuraun “itinerario”, un pellegrinaggio – unasalita verso Dio. Ma con le nostre sole forze nonpossiamo salire verso l’altezza di Dio. Dio stessodeve aiutarci, deve “tirarci” in alto. Perciò ènecessaria la preghiera. La preghiera - così diceil Santo - è la madre e l’origine della elevazione- “sursum actio”, azione che ci porta in alto- dice Bonaventura. Concludo perciò con lapreghiera, con la quale comincia il suo “Itinerario”:“Preghiamo dunque e diciamo al SignoreDio nostro: ‘Conducimi, Signore, nella tua via eio camminerò nella tua verità. Si rallegri il miocuore nel temere il tuo nome’ “ (I, 1).Benedetto XVI[L’Osservatore Romano, 18 marzo <strong>2010</strong>, p. 8]10. Intervention de le Card. Franc Rodéà l’occasion de la commémoration du750 ème anniversaire de la célébration duChapitre de NarbonneNarbonne, le 10 avril <strong>2010</strong>LES CONSTITUTIONS DANS LAVIE RELIGIEUSE AUJOURD’HUI«… il apparaît aujourd’hui nécessairepour tous les Instituts de renouveler leurconsidération de la Règle, parce que, danscette dernière et dans les constitutions, unitinéraire est tracé pour la sequela Christi,correspondant à un charisme propre authentifiépar l’Eglise».(Jean-Paul II, Vita Consecrata, 37)IntroductionChers frères et sœurs, je vous partage majoie de me trouver parmi vous, à l’occasionde la commémoration du 750 ème anniversairede la célébration du Chapitre général deNarbonne de 1260. Au cours de celui-ci, lesnormes préparées lors du Chapitre général de1239 furent réorganisées et complétées, sousla ferme direction de Saint Bonaventure. Ellesfurent fixées dans un corps organique de loisqui prit le nom de Constitutiones Narbonensi.Plusieurs fois mises à jour et enrichies d’autresstatuts et actes capitulaires, les ConstitutionsNarbonnaises ont marqué les différentesétapes du développement que connut l’Ordrefranciscain, spécialement dans les premierssiècles de sa longue histoire.La célébration de ce jour ne constitue passeulement un événement commémoratif d’unevaleur historique et spirituelle indéniable pourl’Ordre des Frères Mineurs Conventuels. Ellese présente, pour nous tous, comme une occasionpropice pour réfléchir sur l’importance etla valeur des Règles et des Constitutions 1 dansla vie de chaque Institut et, de façon plus générale,pour la vie religieuse aujourd’hui.Dans le contexte actuel, dans lequel la vieconsacrée, en particulier en Occident, montredes signes de fragilité qui ne sont pas dus seulementau vieillissement et à la diminution desvocations, il «apparaît aujourd’hui nécessairepour tous les Instituts de renouveler la considérationde la Règle». Il ne peut y avoir, en


EX ACTIS SUMMI PONTIFICIS 25fait, un authentique renouvellement de la vieet de l’apostolat des Instituts sans passer parune attention renouvelée aux Constitutions.Outre la garantie d’un itinéraire particulier desequela Christi, «correspondant à un charismepropre authentifié par l’Eglise», seules lesConstitutions peuvent «donner aux personnesconsacrées des critères sûrs pour chercher lesformes appropriées d’un témoignage qui répondeaux exigences de l’époque sans s’éloignerde l’inspiration initiale» 2 .L’Eglise demande constamment aux consacrésde se laisser saisir, avec un élan toujoursnouveau, par leur mission propre de sainteté etde témoignage, afin que l’amour de Dieu soitrendu visible pour le monde. Cette invitationse transforme en un puissant appel à vivre lesConstitutions avec une plus grande conscienceet fidélité, de façon à «retrouver avec couragel’esprit entreprenant, l’inventivité et la saintetédes fondateurs et fondatrices, en réponseaux signes des temps qui apparaissent dans lemonde actuel» 3 .Nous savons comment s’est approfondie, àpartir du Concile Vatican II, la conviction ducaractère de médiation des Constitutions au regardde l’Evangile, norme fondamentale de lavie religieuse 4 . Il faut cependant se demanderdans quelle mesure cette conviction est enracinéeaujourd’hui dans le cœur des consacrés.Sont-ils réellement convaincu que les Constitutionssont une voie évangélique privilégiéeà travers laquelle ils rencontrent le Christ etqu’ils lui sont fidèles en suivant l’intuition particulièredonnée par l’Esprit aux Fondateurs?Il s’agit d’une question fondamentale ettoute autre qu’attendue. Dans les meilleursdes cas, quand elles ne sont pas carrémentl’objet d’un préjugé antijuridique diffus, lesnormes constitutionnelles trouvent considérationsurtout du point de vue sociologique. LesConstitutions, dans la pratique, sont souventconsidérées davantage comme des principesfondamentaux de référence, de défense etd’appui pour le groupe, pour l’individu et pourles supérieurs, dans leurs rapports mutuels,que comme normes de nature spirituelle. A denombreuses occasions, la référence contraignanteaux règles communes n’est acceptéeque pour assurer un fonctionnement correct etordonné de la vie du groupe.Dans un tel contexte, il est plus que jamaisnécessaire de réaffirmer l’importance, la valeuret la centralité des Constitutions pour lavie des Instituts et des personnes consacrées.Importance, valeur et centralité desConstitutions dans la vie des InstitutsLes Constitutions, comme nous le savons,ont une valeur et une signification fondamentalesdans la vie des Instituts, parce qu’ellestrouvent leur source dans l’inspiration quel’Esprit Saint a confié aux fondateurs et quel’Eglise a reconnu comme authentique.A l’origine de chaque Institut, en fait, nousavons un charisme initial, c’est-à-dire l’irruptionde l’Esprit sur un homme ou une femme,qui constitue le point de départ, la «parole»particulière avec laquelle ses disciples devrontvivre 5 . Au fur et à mesure que le fondateur oula fondatrice vivent ce don spirituel par lequelils ont été porté et dans la manière par laquelleils le cultivent, se dessineront quelquesconstantes de doctrine, de vie, d’action qui, àun moment déterminé, seront mises par écritpar les fondateurs eux-mêmes ou par d’autres.Il s’agit de la Règle, des Constitutions.A partir du moment où ces écrits sont approuvéspar l’Eglise, ils deviennent normes devie et critères sûrs d’action pour les membresde l’Institut. Ceux-ci ont ainsi leur paroleécrite, à laquelle, en tant qu’expression ducharisme et sauvegarde du patrimoine spirituelauthentique, ils devront sans cesse revenirpour trouver, dans chaque situation, la volontéde Dieu et leur propre chemin de sainteté.Cette expression écrite du don spirituel(Règle, Constitutions), en indiquant une relationavec quelque chose de fondamental,se rend dans une certaine mesure indépendantede la personne concrète et de la figurecharismatique du fondateur, pour manifesterle dessein permanent de Dieu sur un institutreligieux. Cela ne signifie pas nécessairementpour autant que le texte constitutionnel ou lecode fondamental d’un Institut, avec le passagedu temps, ne doive pas être relu et traduiten de nouvelles formulations.Pour les membres des instituts de vie consacrée,la centralité et la valeur des Constitutionsréside en outre dans le fait qu’elles représententpour eux le chemin concret vers la sainteté etla perfection de la charité auquel doit tendrechaque chrétien. Les religieux et religieuses, enrépondant à l’appel de Dieu à travers le chemintracé pour eux par les Constitutions, s’efforcentd’imiter de plus près dans l’Eglise «cette formede vie que le Fils de Dieu a prise en venant aumonde pour faire la volonté du Père et qu’il aproposée aux disciples qui le suivaient» 6 .


26 AN. CXXIX – IANUARII-APRILIS <strong>2010</strong> – N. 1Quand un religieux fait aujourd’hui sa profession,il dit expressément qu’il veut vivreselon les Constitutions, lesquelles deviennentpour lui un chemin évangélique. Elles sont, end’autres mots, l’application de l’Evangile danssa propre vie de tous les jours.L’Eglise, quand elle exerce sa fonctionpropre de discernement des charismes etqu’elle approuve les Constitutions 7 , engage sapropre autorité comme interprète de l’Evangile.Les Constitutions, bien évidemment, nesupplantent pas l’Evangile, mais conduisent àlui et aident à comprendre ses exigences. Ellessont l’expression de la façon particulière aveclaquelle les fondateurs, sous l’impulsion del’Esprit Saint, le lurent. Aucun fondateur nes’est contenté de transmettre à ses disciplesune copie de l’Evangile. Même quand un fondateurs’est limité à choisir un certain nombrede passages évangéliques, comme cela fut lecas pour St François d’Assise, nous sommesface à l’Evangile relu à partir d’une inspirationparticulière de l’Esprit, correspondantà quelques préoccupations ou inquiétudesconcrètes.Comme l’expose clairement le documentVita consecrata 8 , tous les Instituts ont quelquechose en commun, mais chacun l’incarne etle vit de façon spécifique. Les Constitutions,en tant qu’elles expriment des charismes divers,doivent refléter avec clarté les traits etattitudes de Jésus face à son Père, face auxhommes et face à ce que les consacrés sont appelés,par un don spécial de l’Esprit, à formeren eux-mêmes pour imiter leur fondateur. Ence sens, les Constitutions sont quasi une exégèsevivante de l’Evangile et une incarnationdu Christ.Les Constitutions expriment leur valeurdans la mesure où elles sont capables de refléteravec clarté la spiritualité de l’Institut, inspiréepar l’Esprit au fondateur comme cheminvalide de configuration au Christ pour lui etses disciples. Une fois approuvées par l’Eglise,elles sont pratiquement élevées à la catégoriede guide spirituel pour tous les membres del’Institut.Entendues comme guide d’identificationspirituelle, les Constitutions deviennent dansla vie de chacun des membres un guide sûrpour l’oraison. Elles se font rappel de ce que lereligieux est et est appelé à être. Et, si être religieuxporte «les traits caractéristiques de Jésus,chaste, pauvre et obéissant» 9 , c’est-à-direle fait d’assumer un style de vie caractérisé parla chasteté, la pauvreté, l’obéissance, par la viefraternelle et la mission, il en résulte que toutcela doit précisément constituer l’objet du dialogueavec Dieu. Par conséquent, si c’est dansla prière que le religieux réaffirme sa volontédécidée que Dieu soit réellement le Seigneurde toute son existence, dans toutes ses dimensions,les Constitutions deviennent le meilleurguide pour ce dialogue et cette rencontre avecDieu.Ces traits, qui révèlent l’importance, la valeuret la centralité des Constitutions pour lavie de chaque consacré, constituent autant dedéfis pour les Instituts d’aujourd’hui et en particulierpour les personnes qui y assument uneresponsabilité de gouvernement. Pour y faireface, il est plus que jamais essentiel d’intensifierles efforts de formation afin de remettre aucentre l’étude approfondie du texte des Constitutions.Celle-ci a en effet trop souvent étéabandonnée après la grande saison du renouveauconciliaire achevé avec la promulgationdu Code de Droit canonique, qui avait vu tousles Instituts, des grands Ordres aux Congrégationsplus petites, des Instituts les plus anciensaux plus récents, affronter un chemin de révision,fatigant mais providentiel.Révision des Constitutions à partir du renouveauconciliaire et dans le magistère récentLe Concile Vatican II a rénové le conceptde Constitutions, abandonnant un mode assezpartiel et d’ailleurs relativement récent de lescomprendre, pour retourner à leur significationpremière. Avant le Concile Vatican II, enfait, les textes constitutionnels apparaissaientsurtout comme une structure juridique bienprécise, un code minutieux. Même en conservantcertains éléments retenus importants dela tradition de l’Institut, ils ne tendaient passuffisamment à mettre en évidence la naturethéologique du charisme, trop souvent quasicaché sous l’expression réductrice de la «fin»de l’institution.Le virage provoqué par le Concile VaticanII, avec la volonté expresse de renouveau de lavie religieuse, a touché directement la réélaborationdes textes constitutionnels 10 . Le décretPerfectae caritatis, après avoir défini les principesgénéraux de l’important devoir du renouveauet avoir demandé que la vie, la prière,l’activité, le gouvernement des Instituts soientadaptés aux besoins de l’apostolat, à la cultureet aux circonstances, ainsi qu’à la situation


EX ACTIS SUMMI PONTIFICIS 27réelle des membres, affirmait: «Il faut doncréviser de façon appropriée les constitutions,les “directoires”, les coutumiers, les livresde prières, de cérémonies et autres recueilsdu même genre, supprimant ce qui est désuetet se conformant aux documents de ce saintConcile». A ce propos, le décret conciliaireprévenait ensuite avec sagesse: «Cependant,l’on se souviendra que l’espoir d’une rénovationdoit être mis dans une observance plusconsciencieuse de la règle et des constitutions,plutôt que dans la multiplicité des lois» 11 .Des directives plus détaillées à propos dutravail de révision furent données ensuite parPaul VI dans le motu proprio Ecclesiae sanctaede 1966 12 . Tant le décret Perfectae caritatisque le motu proprio Ecclesiae sanctae, nonseulement recommandaient mais obligeaientles Instituts religieux à célébrer un Chapitregénéral spécial, précédé d’une ample et libreconsultation de tous leurs membres, en vue dela réélaboration des textes constitutionnels selonles critères indiqués. Le document Ecclesiaesanctae soulignait que le devoir des Chapitresgénéraux ne se limitait pas à formulerdes lois, mais devait tendre à imprimer un élande vie spirituelle et apostolique 13 .Les travaux se sont déroulés non sans incertitudes.Il s’agissait, en fait, des «premièresarmes» dans la possession de la doctrine conciliaireet de l’étude du patrimoine spirituel del’Institut. Ce fut une saison pleine d’effervescence,de lumières et d’ombres, avec quelquesexagérations 14 . En particulier, le patrimoinespirituel de l’Institut (sources du Fondateur,Règles et Constitutions antiques, écrits variés,etc) fut amplement étudié par les membres desInstituts. Bien qu’elle n’ait pas toujours étéaccomplie avec les instruments ou méthodesappropriés, cette étude fut très utile à chaquefamille religieuse.Plusieurs instituts qui étaient encore engagésdans le travail de révision pendant lapériode post-conciliaire, sachant que seraitprochainement promulgué le nouveau Codede Droit canonique, retardèrent la demanded’approbation de leurs Constitutions. Ils souhaitaienten effet tenir compte des changementsrequis par la nouvelle législation ecclésiale.Au cours de l’année pendant laquelle futpromulgué le Code, la Sacrée Congrégationpour les Religieux et les Instituts séculiers, affirmait,dans le document Essential elements,que de nombreux Instituts, qui vivaient la périoded’expérimentation extraordinaire prévuepar Ecclesiae sanctae étaient «entrés dans unenouvelle phase de leur histoire» 15 .De son côté, le Code de Droit canonique,promulgué en 1983, considère les Constitutionscomme expression de la sequela Christipropre à chacun des instituts religieux. Recueillantles indications conciliaires, bienqu’en n’utilisant pas le terme charisme, le Codefixe les éléments qui devront nécessairements’y trouver de façon explicite : la pensée desfondateurs concernant la nature, le but, l’espritet le caractère de l’institut, ainsi que ses sainestraditions 16 ; les règles fondamentales relativesau gouvernement, à la discipline, à l’incorporationet à la formation des membres, ainsi quel’objet propre des liens sacrés 17 ; les élémentsspirituels et juridiques pour le développementrégulier de l’institut, sans toutefois multiplierles normes sans nécessité 18 .Après une maturation longue, parfois aride,constellée de tentations et d’incertitudes, laquasi totalité des Instituts, avec la promulgationdu nouveau Code de Droit canonique,arrivèrent à l’élaboration des derniers textesconstitutionnels rénovés ou «définitifs» 19d’une nouvelle législation de vie: les Constitutions.Le travail de révision des Constitutions,dans le contexte plus ample du renouveau dela vie religieuse voulu par le Concile VaticanII, montre clairement que les Constitutions oule code fondamental ne sont pas considéréscomme un ensemble de normes minutieuses,mais plutôt comme un livre de vie dans lequelsont contenues les attitudes que les religieuxet religieuses doivent traduire dans leur proprevie et leur travail de chaque jour.Les nouvelles Constitutions élaborées aprèsle Concile et celles qui prennent forme aujourd’huinous présentent une norme qui prendsa source dans une solide base biblico-théologiqueet une compréhension approfondie ducharisme de fondation et de la vie elle-même.Il en résulte une loi écrite, non de façon fixeet immuable comme sur des tables de pierre,mais dans la chair du cœur, au service de la vieet donc ouverte aux possibilités d’adaptationet aux progrès.L’engagement pour une référence renouveléeaux Constitutions: quelques points d’attentionpour aujourd’huiDans les textes actuels des Constitutions,le progrès théologique est sensible. Il est le


28 AN. CXXIX – IANUARII-APRILIS <strong>2010</strong> – N. 1fruit d’une vingtaine d’années de réflexion etd’expérience (des années ‘70 aux années ‘90),enrichies par une meilleure conscience et assimilationdu charisme originaire des Instituts. Ilfaut cependant déplorer une évolution propreà ces dernières décennies et caractérisée parune «certaine marginalisation» subie par lesConstitutions par rapport à d’autres thèmes ouprojets.Après les années ‘90, une fois reçue l’approbationecclésiale des Constitutions, il sembleque l’intérêt des Instituts se soit porté versd’autres expériences. Pour divers motifs qu’iln’est pas possible d’examiner ici, dans beaucoupd’instituts, tant masculins que féminins,spécialement dans ceux dédiés à la vie apostolique,il a été donné beaucoup d’importanceà l’élaboration de Projets communautaires oupastoraux, autour desquels ont travaillé lesChapitres généraux et les communautés particulières.Il s’agit souvent de Projets répondantà des défis actuels, tels l’engagementpour la justice sociale, pour la paix, pour lasauvegarde de la création, etc. Mais il peutaussi s’agir de questions relatives à la réductionnumérique des membres et au manque devocations, impliquant la nécessité de procéderà des interventions de «restructuration», appeléesle plus souvent projets de revitalisation oude requalification. Les termes «refondation»ou «renouveau radical» sont également utilisés.Les commissions d’experts produisent desétudes denses et développées qui absorbentbeaucoup de temps et de ressources humaines.Cependant, ces travaux conduisent rarementau renouveau que l’institut avait en vue. Onperçoit de façon toujours plus diffuse une fatiguede définitions et de programmations 20 .Ayant bien présente la qualité et la consistancede ces problématiques, je tiens à rappelerencore une fois que ces défis «peuvent constituerun puissant appel à approfondir le vécude la vie consacrée, dont le témoignage est aujourd’huiplus nécessaire que jamais. Il est opportunde rappeler que les saints fondateurs etfondatrices ont su répondre par une créativitécharismatique authentique aux défis et aux difficultésde leur temps» 21 .Dans ce contexte de fidélité créative en vued’un renouveau qui reste fidèle à l’inspirationoriginaire, il faut veiller, comme cela a été rappelé,à demeurer en référence aux Règles et auxConstitutions et à fixer des critères sûrs pour rechercherles formes adéquates d’un témoignagecapable de répondre aux exigences actuelles.La première attention à mettre en acte estdonc celle de la fidélité aux Constitutions,parce qu’en elles se trouve le charisme reconnuauthentique par l’Eglise. «Les consacréstrouveront dans les Constitutions l’inspirationet les moyens de promouvoir, tant individuellementque communautairement, la maturitéspirituelle et le service apostolique. En observantleurs propres Constitutions, ils persévèrerontdans la communion avec l’Egliseet offriront au monde un témoignage de vieévangélique» 22 . Cette fidélité passe par l’acceptationdes normes constitutionnelles dansleur totalité. Le religieux ne peut les interpréteren prenant ce qui lui plaît et rejetant ce quipeut être moins conforme à ses propres goûts.La gangrène de l’individualisme et d’une libertémal comprise, si fortement présente àl’intérieur de notre société, s’en prend nonseulement aux consciences personnelles maiségalement aux communautés et Instituts. Cetteévolution impose de façon d’autant plus impérieuseune réflexion sur le sens authentiquedes Constitutions et sur leur valeur fondatricepour la vie d’un Institut. La culture actuelleoccidentale ou postmoderne se caractérise parle culte du pluralisme. Chacun a son propremode de vivre, ses propres modèles de pensée,des systèmes personnels d’orientation, desmodalités d’action différentes. A bien y regarder,ces attitudes ne pas toujours très éloignéesde ce qui se vit dans les Instituts religieux.Dans la vie consacrée, en fait, il n’est pas sidifficile de trouver des situations, égalementdiffuses, dans lesquelles la Règle et les Constitutionssont considérées comme suspectes, sipas carrément rejetées, au motif qu’elles méconnaîtraientles personnalités individuelles etles point de vue particuliers.En second lieu, dans le domaine de la formationpermanente, il serait opportun de promouvoirune lecture continue et une étude approfondiedes Constitutions. Celles-ci ne sontpas un livre quelconque qui, bien qu’important,finit toujours par être oublié sur les étagèresd’une bibliothèque. Elles sont un livreà tenir avec soi, à lire toujours, parce qu’enelles se trouve non une histoire déjà connuemais un projet de vie, un appel divin, qui commencechaque matin et dont la pleine réalisationexige un chemin de fidélité à Dieu etaux hommes dans le cours de toute la journée.Dans la mesure où elles sont lues et étudiéescontinuellement, le religieux pourra y trouverune nouveauté quotidienne qui stimulera une


EX ACTIS SUMMI PONTIFICIS 29croissance permanente, tant pour son activitéque pour son être même.Il est important, par ailleurs, que la lecturepersonnelle et communautaire des Constitutionsse fasse à la lumière des signes des tempset des changements à l’oeuvre dans l’Eglise etdans le monde. De là la nécessité de ne pasexclure la possibilité de leur mise à jour. Lavie consacrée est chaque jour confrontée àdes changements toujours plus rapides. Lesnouveaux défis du monde actuel exigent queles membres des Instituts s’impliquent davantageet qu’ils recherchent de nouvelles modalitéspour affronter les problèmes, à travers ledialogue avec les supérieurs responsables et lacommunauté. «Les Instituts doivent apprendrel’art de discerner les modalités adéquates pourgarder et rendre actuel, dans les diverses situationshistoriques et culturelles, le patrimoineecclésial propre et pour évaluer la nécessité demodifier les normes juridiques face aux problèmesnombreux et urgents qui semblent parfoisaccabler la vie consacrée» 23 . Donc, chaqueInstitut peut, selon les besoins et en suivant laprocédure prévue, revoir et adapter les normesconstitutionnelles, ainsi que les normes particulières,pourvu que soit conservées une compréhensiondroite et adéquate du charisme defondation ainsi que les exigences propres deslieux et des temps. Il peut arriver en fait que desConstitutions peu claires ou rédigées sans unesuffisante épaisseur théologique et juridiquesoient causes d’incertitude lorsqu’elles sontconfrontées aux influences extérieures et à lamultiplication et à la complexité des exigencesapostoliques. «L’Eglise souligne surtout unélément important: les normes contenues dansles Constitutions des Instituts de vie consacréedoivent viser toujours la fidélité au patrimoinede l’Institut; elles doivent en outre être revuesopportunément selon les exigences de l’Eglise,universelle et locale, et de la société dans laquelleles Instituts sont appelés à vivre» 24 .ConclusionEn conclusion, les Constitutions, aujourd’huicomme par le passé, sont faites pourêtre observées dans une fidélité persévérante.Tout religieux, selon sa propre mesure, est garantdu charisme du Fondateur, du patrimoinede l’Institut. La force de la Règle et des Constitutionsn’est pas dans leur beauté littéraire,même si celle-ci ne doit pas être négligée, maisdans la façon dont elles sont traduites dans lavie de chaque membre et dans celle du Corpstout entier, c’est-à-dire de l’Institut.Les Constitutions indiquent à chaque consacrécomment se configurer au mode de vie duChrist et annoncer son Evangile dans la fidélitéau charisme de l’Institut. Sur ce chemin,elles constituent pour lui un guide sûr vers lasainteté et une aide appropriée pour vivre lavocation reçue de Dieu. Les assumer avec foi,en approfondir constamment le contenu et lavaleur, tant au niveau personnel que communautaire,les observer avec fidélité et liberté decœur, tel est l’engagement quotidien auquelchaque consacré ne peut se soustraire.Sans une telle conscience, une telle intimeconviction, le risque est grand de manquer àla parole donnée, mais également de vider deson sens l’adhésion à un projet communautairepartagé et à un chemin commun de sainteté.Cette conviction nous conduit, à la suitede l’œuvre engagée par le Concile Vatican IIen termes de renouveau de la vie religieuse,à réaffirmer la valeur permanente et centraledes Règles et Constitutions. Celles-ci sont lelieu, idéal et réel en même temps, dans lequelest exprimé le charisme originaire d’un Institutafin de conduire au renouveau radical de la viede ses membres.Qu’il me soit permis d’achever cet exposéavec les paroles que Saint François lui-mêmea laissé à l’Ordre tout entier:«Ecoutez, fils du Seigneur, mes frères;prêtez l’oreille à mes paroles;tendez l’oreille de votre cœuret obéissez à la voix du Fils de Dieu.Gardez de tout votre cœur sescommandementset accomplissez parfaitement ses conseils.Proclamez qu’il est bon;tout ce que vous faites,faites-le à sa louange.Car s’il vous a envoyé dansle monde entier,c’est pour que, de parole et d’action,vous rendiez témoignage à sa paroleet que vous fassiez savoir à tousqu’il n’y a de tout-puissant que lui.Persévérez dans la discipline etdans la sainte obéissance;ce que vous lui avez promis,observez-le avec fidélité et générosité» 25 .Cardinal Franc Rodé, C.M.Préfet de la Congrégationpour les IVC et les SVA


30 AN. CXXIX – IANUARII-APRILIS <strong>2010</strong> – N. 11 Tout en étant conscient des différences existantentre Règle et Constitutions, au cours de cetteprésente intervention, nous emploierons par commoditél’expression Constitutions, ainsi que l’indiquele Code en vigueur. Le terme et la notionde Règle se réfère de façon plus particulière à lavie monastique, née en Orient à la fin du IIIèmesiècle. Quand les Pères de l’Eglise de l’Empireromain d’Occident en parlent dans leurs écrits, ilsutilisent à ce sujet le terme regula, tant au singulierqu’au pluriel, sans que pour eux cela traduisenécessairement le terme canón. Jean Cassien,dans ses Institutiones, au début du Vème siècle,utilise le terme regula, dans le sens de « mode devie des moines ». Pendant les premiers siècles, telest le sens qui prévaudra: regula signifie « idéal devie », sans en donner de définition particulière. Cen’est que dans un second temps, avec la référenceaux paroles et écrits laissés à leurs disciples parles maîtres spirituels du monachisme antique, quele mot regula en viendra à définir non tant l’idéalde vie du moine que l’ensemble des normes, spirituellesou pratiques, relatives aux obligations de lavie monastique. Le canon 13 du Concile de LatranIV (1215), en obligeant tous les nouveaux Ordresfondés au cours du XIIème siècle à prendre unedes quatre Règles approuvées, ajoutera la Règlede Saint François à celles de Saint Basile, SaintAugustin et Saint Benoît. Le mot Constitutionesest emprunté au langage du droit romain et entrédans l’usage ecclésiastique comme synonyme deloi générale écrite en référence à des limites sectoriellesdéfinies, comme les diocèses, les institutsreligieux, les chapitres, etc. Il entre dans l’usageà partir des XIIème et XIIIème siècles, avec unesignification qui ira en se technicisant toujoursplus. Si, dans les Ordres antiques (bénédictins, augustins,franciscains, etc), Règle et Constitutionssont profondément distincts, dans ceux qui sontnés après le Concile de Latran IV et spécialementà l’époque moderne, les Constitutions comprennentle droit constitutif et spécifique de l’Institut.Dans les plus récents d’entre eux, en particulierdans les Instituts religieux apostoliques (XIXème,XXème siècles), le terme «Constitutions» devientd’usage universel et indique la législation proprede l’Institut. Le terme «Règle», quant à lui, estréservé à la législation fondamentale des Ordresantiques (ainsi en est-il dans le Code de 1917). LeCode en vigueur, pour sa part, emploie les termes«code fondamental ou constitutions» (c. 587).Dans l’usage actuel, les deux termes sont parfoisutilisés ensemble: «Règle et Constitutions . Dansce cas, Règle indique le plus souvent ou un texteécrit du fondateur qui est conservé à la lettre ouune des grandes Règles antiques (par exemple, laRègle de Saint François), assumée et accueilliecomme telle par l’Eglise et considérée comme immuable,alors que les Constitutions indiquent undocument qui contient les normes fondamentalesrelatives à la vie, au gouvernement et à la disciplinedes membres, en dépendance de la Règle.2 Jean-Paul II, exhortation apostolique Vita consecrata,25 mars 1996, 37.3 Ibid.4 Saint François était profondément convaincude cette vérité: «(…) le Très-Haut lui-même merévéla que je devais vivre selon le Saint Evangile»,2° Testament ( 1226), 14: Les écrits deSaint François et de Sainte Claire, Ed. franciscaines,Paris, 1979. Comment ne pas se rappelerle trouble vécu par François à la fin de sa vie, à lapensée d’écrire une Règle pour son Ordre, analogueà celles en vigueur dans les autres Ordres? Ilest écrit qu’il aurait dit: “Fratelli, fratelli miei, Diomi ha chiamato a camminare la via della semplicitàe me l’ha mostrata. Non voglio quindi che minominiate altre regole, né quella di S. Agostino,né quella di S. Bernardo o di S. Benedetto. Il Signoremi ha rivelato essere suo volere che io fossipazzo nel mondo”. Legenda perugina, 114: FF1673.5 «Vivre selon le Saint Evangile» fut le charismeparticulier révélé par le Seigneur à François. Cetteintuition fut au fondement de son choix de vie etde celui de ses compagnons. Dans l’Evangile,François a trouvé l’inspiration, l’orientation etle sens, mais, de façon particulière, il a rencontréDieu lui-même qui l’appelait à une «sequela» radicale.Se réjouissant de sa découverte, Françoisa proposé à ses frères l’Evangile comme normeessentielle de la fraternité et chemin qui conduit àla vie.6 Concile Vatican II, constitution dogmatique Lumengentium, 21 novembre 1964, 44.7 L’approbation des Constitutions et des modificationsqui y ont légitiment introduites est de lacompétence de l’Evêque pour les Instituts de vieconsacrée de droit diocésain (c. 595, §1) et duSaint Siège pour les Instituts de droit pontifical (c.587, §2 ; voyez également Jean-Paul II, constitutionapostolique Pastor bonus, 28 juin 1988, art.105-106).8 Jean-Paul II, exhortation apostolique Vita consecrata,5-12.9 Jean-Paul II, exhortation apostolique Vita consecrata,1.10 Sur ce thème, nous renvoyons à l’excellent articlede M. Dortel-Claudot, «Révisions des Constitutionsdans les Instituts de vie consacrée», in R. Latourelle(éd.), Vatican II. Bilan et perspectivesvingt-cinq ans après (1962-1987), Montréal, Ed.Bellarmin, Paris, Ed. du Cerf, coll. « RecherchesNouvelle Série », n° 15-17, 1988, vol. II. L’auteury procède à une analyse soignée des travaux de révisiondes Constitutions dans les Instituts au coursde la période 1966-1987.11 Concile Vatican II, décret Perfectae caritatis, 28octobre 1965, 3c et 4d.12 Paul VI, lettre apostolique établissant les règlesd’application de certains décrets du Concile VaticanII Ecclesiae sanctae, 6 août 1966. La secondepartie (II), reprenant certains points du décretconciliaire, consacre quelques articles au travailde révision des Constitutions. Les numéros 12-14en particulier soulignent que, pour chaque Institut,les lois générales doivent embrasser les principesévangéliques et théologiques et les normes


EX ACTIS SUMMI PONTIFICIS 31juridiques nécessaires pour définir clairement lecaractère, les fins et les moyens. Les directives deES ont été en partie reprises dans le nouveau CIC,dans les divers paragraphes du c. 587. La décisionconciliaire de revoir les constitutions était le résultatd’une réflexion entreprise bien avant VaticanII. Dès 1950 en effet avait été soulignée l’urgentenécessité d’adapter le droit particulier des institutsreligieux aux exigences du monde actuel (M.Dortel-Claudot, «Revisione delle Costituzioni»,op.cit., 1141).13 Paul VI, lettre apostolique Ecclesiae sanctae, II,6. Sur la consultation, cf. II, 4.14 Cf. Paul VI, exhortation apostolique Evangelicatestificatio, 29 juin 1971, n. 5. Tout en indiquantque certains éléments relatifs aux aspects extérieursrecommandés par les fondateurs pouvaientfaire l’objet de modifications, le Pontife déploraitle fait que le changement expérimenté à cetteépoque dans les nouveaux types de Constitutionset de Règles était parfois trop hardi.15 Sacrée Congrégation pour les Religieux et lesInstituts Séculiers, lettre The renewal of religiouslife, 8 juin 1983, 2.16 Cf. c. 578.17 Cf. c. 587, §1.18 Cf. c. 587, §3.19 La promulgation du texte définitif des Constitutions,en tant que nouvelles lois de vie, fut précédé,dans presque tous les Instituts de diversesélaborations et approbations «ad experimentum».20 Cf. M. E. Posada, “Costituzioni. Attenzioni carismatiche”,in Sequela Christi 32/II (2006), 198-200.21 Congrégation pour les Instituts de Vie consacréeet les Sociétés de Vie apostolique, instructionEn contemplant le visage, Repartir duChrist : un engagement renouvelé de la vie consacréeau troisième millénaire, 19 mai 2002, 13.22 IX Assemblée générale du Synode des Evêquesde 1994, Propositio 26.23 Y. Sugawara, « Il ruolo delle Costituzioni negliIstituti di vita consacrata (c. 587)”, in Periodica98 (2009), 689.24 Ibid. 687.25 Saint François, «Lettre à tout l’Ordre», 5-10, Lesécrits de Saint François et de Sainte Claire, Ed.franciscaines, Paris, 1979, p. 85.


EX ACTIS MINISTRI GENERALIS1. Sussidio del Definitorio generale <strong>OFM</strong>per il MoratoriumUNA SOSTAPER DISCERNERETenendo presente la nostra realtà, i suggerimentidella Chiesa, gli ultimi documentidell’Ordine e i segni dei tempi, le Entitàdell’Ordine, negli anni <strong>2010</strong>-2012, intraprendanoun processo di riflessione e di discernimento– a partire dalle domande: Dove citroviamo? Dove vogliamo andare? Dove cispinge lo Spirito? – per giungere così a scelteconcrete in un futuro prossimo.(cf. CapGen 2009, Mandato, 10)PRESENTAZIONECarissimi fratelli,il Signore vi dia pace!Proponendo questo breve sussidio, vi invitofraternamente ad accogliere seriamente quantodeciso dal Capitolo generale di Pentecoste2009 a proposito del moratorium. Dalle risposteche daremo, infatti, alle domande contenutenel sussidio dipenderanno in gran parte ilnostro presente e il nostro futuro come portatoridel dono del Vangelo.Sono convinto che il moratorium sia unmomento di grazia che il Signore ci offre perguardare il passato con gratitudine, vivere ilpresente con passione e abbracciare il futurocon speranza; anche un tempo forte che abbiamoa disposizione per rivedere la nostra vitae missione e ripartire così con nuovo slancioverso nuovi cammini di presenza e di testimonianza(cf. PdV 10).Abbiamo il coraggio di sostare e di guardarein profondità la nostra vita e la nostramissione! Non possiamo essere vittime di unverbalismo facile e di un attivismo privo di riflessione.Che il Signore, per intercessione di MariaImmacolata e del serafico padre san Francesco,ci dia lucidità e audacia per conoscere ecompiere la sua santa volontà.Il Signore vi benedica e custodisca sempre.Vostro Ministro e servoRoma, 1 gennaio <strong>2010</strong>Fr. José Rodriguez Carballo, ofmMinistro generaleMOTIVAZIONIIl Capitolo di Pentecoste 2009 ha voluto chesi intraprendesse un processo di discernimentopersonale e fraterno. Si avverte l’urgenza dileggere e interpretare i segni dei tempi e deiluoghi alla luce del Vangelo e del nostro carisma;di ritrovare il legame tra vita interiore,vita fraterna, vita di minorità e vita di missioneevangelizzatrice; di ri-orientare la nostra vita edare risposte alle domande del nostro tempo.Come strumento per il discernimento il Capitologenerale ha indicato un tempo di moratoriumper tutte le Entità dell’Ordine, da realizzarsitra il <strong>2010</strong> e il 2012.INDICAZIONI METODOLOGICHETenendo presente la metodologia di Emmaus(cf. Spc nn. 40-47.49), si suggerisce peril moratorium di fare un percorso che facciariferimento ai seguenti momenti: vedere, giudicaree agire (cf. CapGen 1985, Documento,17-18).Spetta al Ministro provinciale o al Custodecon il suo Definitorio – in collaborazione colModeratore della Formazione permanente edeventualmente con aiuti esterni – organizzare,accompagnare l’itinerario del moratorium e,alla fine, raccogliere il tutto in una sintesi dainviare alla Curia generale.Le Province e Custodie che hanno già fattorecentemente un itinerario simile sono pregatedi rifare tale itinerario, per abituarsi ad un continuoascolto, al discernimento e alla ricerca dinuove risposte e nuove opzioni.Lo schema delle domande e dei riferimenti


34 AN. CXXIX – IANUARII-APRILIS <strong>2010</strong> – N. 1ai testi è orientativo. Pertanto, con creatività sipuò ampliare l’analisi, la riflessione e la sceltadei testi.1. VEDERE - Dove ci troviamo?1. Dove ci troviamo nella vita di fede e dipreghiera?a. Verificare e identificare i segni di vigore odi crisi nella fede, nell’esperienza di Dio,nella vita evangelica, nella professione deiconsigli evangelici.b. Verificare la fedeltà creativa e l’assiduitàrispetto ai mezzi o alle pratiche che nutronoil rapporto con la Trinità, la sequela diGesù secondo l’esempio del nostro padresan Francesco, la profonda esperienza spirituale(la regolarità nella meditazione, lapratica della lettura orante della Parola, lapartecipazione agli esercizi spirituali, nuoveforme di orazione e devozione…).2. Dove ci troviamo nella vita di comunionein Fraternità e Minorità?a. Verificare e identificare i segni della qualitàdi vita fraterna e della sua visibilità…b. Verificare l’assiduità nell’utilizzo deglistrumenti della vita fraterna (capitolo locale,progetto di vita fraterna e missione, progettoe itinerario operativo di formazionepermanente…).c. Verificare lo stile di vita povero, semplice,non consumistico, rispettoso dell’ambientee solidale.d. Analizzare l’armonia e la coerenza tra inostri valori carismatici fondamentali e lestrutture, le attività, le presenze, lo stile divita; tra le forze della Fraternità e l’insiemedelle sue attività, strutture e incarichi…3. Dove ci troviamo nella Chiesa?a. Verificare il contributo specifico e creativocome Frati Minori alla vita e alla missioneevangelizzatrice della Chiesa locale.b. Analizzare se le nostre presenze, le nostreattività, le nostre strutture sono conformial modo francescano di evangelizzare nellaChiesa locale e nella missione ad gentes.4. Dove ci troviamo nel mondo?Analizzare e verificare se le nostre presenze,la nostra testimonianza in mezzo alla gente,il nostro rapporto con i poveri, la nostra sensibilitàverso i segni dei tempi e dei luoghi, il nostroimpegno per la missione evangelizzatrice,per la giustizia, la pace e l’integrità del creatosono secondo la nostra vocazione francescanae se sono significativi per il mondo attuale.2. GIUDICARE - dove ci spinge lo Spirito?1. Dove ci spinge lo Spirito nella vita di fedee di preghiera?a. Fare lettura orante di Gv15,1-11 e cogliereciò che lo Spirito ci chiede.b. Leggere e approfondire il cap. I della Rb e ilcap. I e II delle CCGG;c. Leggere e approfondire i nostri documenti:Sdp (nn. 22-27), Spc (nn.10-25), PdV (nn.5-10).2. Dove ci spinge lo Spirito nella vita di comunionein Fraternità e Minorità?a. Fare lettura orante di Fl 2,1-16 e cogliereciò che lo Spirito ci chiede.b. Leggere e approfondire il cap. IV, V, VI eX della Rb e cap. III delle CCGG.c. Leggere e approfondire i nostri documenti:Sdp (nn. 42-45), Spc (nn. 26-32), PdV (nn.26-28, 31).3. Dove ci spinge lo Spirito nella presenza enel servizio alla Chiesa?a. Fare lettura orante di Lc 10,1-9 e cogliereciò che lo Spirito chiede.b. Leggere e approfondire il cap. IX e XII dellaRb e cap. V delle CCGG.c. Leggere e approfondire i documenti: Spc(nn. 33-38), PdV (nn. 11-12; 17-21; 25), VC(nn. 29-34), RdC (nn. 5-10), EN (n. 78), RM(n. 69).4. Dove ci spinge lo Spirito nel mondo mediantei segni dei tempi e dei luoghi?a. Fare lettura orante di Mt 5,1-16 e cogliereciò che lo Spirito ci chiede.b. Leggere e approfondire il cap. III e V dellaRb e il cap. IV delle CCGG.c. Leggere e approfondire i nostri documenti:Sdp (nn.28-41), Spc (nn.4-6), PdV (nn. 13-16; 22-24; 29-30).d. Fare una lettura dei segni dei tempi che ciinterpellano nel nostro stile di vita, nellenostre presenze e nel nostro servizio.3. AGIRE - dove vogliamo andare?Tenendo presente potenzialità e debolezze,in ascolto di ciò che lo Spirito ci chiede medianteil Vangelo, l’Ordine, la Chiesa e i segnidei tempi, ci domandiamo:dove vogliamo andare e quale scelta concretavogliamo fare?1. Per una vita autentica di fede e di preghiera?


EX ACTIS MINISTRI GENERALIS 352. Per una vita significativa di comunione inFraternità e Minorità?3. Per un dinamismo missionario ed evangelizzatore?4. Per una presenza profetica nel mondo?Nota: fare una sola scelta in ogni ambito.SCADENZA PER L’INVIODELLA SINTESI FINALEI Ministri provinciali o Custodi sono pregatidi inviare alla Segreteria della Curiagenerale <strong>OFM</strong> una sintesi dell’itinerario, didue o tre pagine, entro il mese di novembredel 2012.Abbreviazioni:Lc= Vangelo secondo Luca; Gv= Vangelo secondoGiovanni; Fl= Lettera ai Filippesi; Rb= Regola bollata;CCGG= Costituzioni generali; Sdp= Il Signore ti diapace; Spc= Il Signore ci parla lungo il cammino; PdV=Portatori del dono del Vangelo; VC= Vita Consecrata;RdC= Ripartire da Cristo; EN= Evangelii Nuntiandi;RM= Redemptoris Missio.2. Omelia per la Festa dell’EpifaniaRoma, Basilica dell’Aracoeli, 06.01.<strong>2010</strong>CERCARE PER TROVARE,TROVARE PER ADORARE EDESSERE EPIFANIA DEL SIGNOREEminenza, fratelli e sorelle,amici tutti in Cristo Gesù:Il Signore vi dia pace!Pochi giorni fa, con il cuore pieno di gioia,anche noi, come nel primo Natale i pastori,abbiamo ascoltato questa grande e bella Notizia:“Oggi nella città di Davide vi è nato unsalvatore, che è il Cristo Signore” (Lc 2,10). E,come loro, ci siamo messi in cammino, senzaindugio, per contemplare, pieni di stupore, ilFiglio di Dio deposto in una mangiatoia (Lc2,16). La logica umana lasciava il posto allalogica dell’amore di Dio senza limiti, che,nella persona del Bambino di Betlemme, si fadono senza condizioni: il Verbo che stava findall’eternità accanto a Dio, ed era Dio, e per ilquale tutto era stato fatto (Gv 1,1-2), “quandovenne la pienezza del tempo”, venne nel mondo,“nato da donna, nato sotto la legge, per riscattarecoloro che erano sotto la legge” (Gal4,4). “E il Verbo si fece carne e venne ad abitarein mezzo a noi” (Gv 1,14). Questo è il miracolodel Natale: Dio abbraccia fino alle ultimeconseguenze l’umana fragilità. Colui chenon conosce peccato, Dio lo ha fatto peccatoper noi, e “pur essendo di natura divina, nonconsiderò un tesoro geloso la sua uguaglianzacon Dio; ma spogliò se stesso, assumendola condizione di servo e divenendo simile agliuomini, apparso in forma umana” (Fil 2,6-7).In Lui, nel quale “abita tutta la pienezza delladivinità” (Col 1,18), d’ora in poi abita anchela pienezza dell’umanità. E Dio che “avevagià parlato nei tempi antichi molte volte e indiversi modi ai padri per mezzo dei profeti, ultimamente,ha parlato a noi per mezzo del Figlio”(Eb 1,1-2), reso in tutto simile a noi, suoifratelli (Eb 2,17). Finalmente si è manifestatala bontà di Dio, salvatore nostro, e il suo amoreper gli uomini (Tt 3,4). La ricerca dell’uomoda parte di Dio che era iniziata nel momentodel peccato: “Adamo, dove sei?”(Gn 3,9), finalmentesi fa realtà: Dio incontra l’uomo nelFiglio fatto uomo. L’altissimo si curva versol’uomo, per elevare l’uomo verso di Lui. Coluiche abita nei cieli si fa concittadino degli uomini.L’umanità è stata veramente “ricercata”dal Signore, e non sarà mai più “abbandonata”(cf. Is 62,12).Ma questo abbraccio di Dio con l’umanitàha vocazione di reciprocità. La mano di Diotesa verso l’uomo cerca la mano dell’uomo tesaverso Dio. Dio che ci ha creati senza di noi,non ci salverà senza la nostra libera adesionealla sua opera di salvezza. In questo senso ilNatale è una forte chiamata ad accogliere ilSalvatore. “Egli era nel mondo, e il mondo fufatto per mezzo di lui, eppure il mondo non loriconobbe. Venne fra la sua gente, ma i suoinon l’hanno accolto. A quanti però l’hanno accolto,ha dato potere di diventare figli di Dio”(Gv 1,10-12). Ogni uomo si trova di fronte aquesta grande scelta: accogliere o rifiutare ilSignore che viene e si fa presente in mezzo anoi in segni poveri e semplici. Ecco i segni:un bambino, avvolto in fasce e deposto in unamangiatoia (Lc 2,12). Colui che era stato annunciatocome “Consigliere ammirabile, Diopotente, Padre per sempre, Principe della Pace”,colui che dovrà sedersi sul trono di Davideper consolidare e rafforzare il suo regno,e il cui dominio sarà grande (cf. Is 9,6-7), oraappare nella persona di un bambino per il qualenon c’era posto nell’albergo (cf. Lc 2,7).Di fronte a questa manifestazione della graziadi Dio (Tt 2,11), quale è la nostra rispo-


36 AN. CXXIX – IANUARII-APRILIS <strong>2010</strong> – N. 1sta? Per aiutarci a dare una risposta positiva, inquesto tempo di Natale, la parola di Dio ci presental’esempio dei pastori e dei magi. I primi,considerati ufficialmente peccatori, nella loropovertà sanno accogliere la manifestazione diDio nella piccolezza dei segni (cf. Lc 1,15-20).I secondi, i magi, uomini saggi, mettono la lorointelligenza a servizio della ricerca del “redei Giudei che è nato” (Mt 2,1).L’atteggiamento dei pastori e dei magi contrastaapertamente con l’atteggiamento di Erode,dei sommi sacerdoti e gli scribi del popolo.Erode era troppo distratto nel cercare i modi dipiacere agli ebrei che non lo accettano perchéera straniero e vassallo dei romani. Era “re diGiudea”, della terra che possiede, ma non è “redei giudei”, delle persone che vi abitano. Perquesto si turba, ha paura che un ebreo vengaa togliergli il potere (Mt 2,3). D’altra parte, isacerdoti e gli scribi erano troppo sicuri delleloro certezze sul Messia. Questi sapevanodove doveva nascere il Messia, ma non eranodisposti a porsi di nuovo la domanda “dove?”,né a mettersi in cammino per trovare il Messia.Interrogano le Scritture, ma non si lasciano interrogareda esse. Anzi, coscientemente o no,pongono il loro sapere a servizio di chi cerca ilneonato “Re dei giudei” per ucciderlo.Questi atteggiamenti impediscono di trovareil Signore e riconoscerlo nel Bambino.Invece i pastori videro e tornano “glorificandoe lodando il Signore per tutto quello cheavevano udito e visto” (Lc 2,20). I Magi, daparte loro, videro il Bambino “e prostrati loadorano” (Mt 2,11). Finito il cammino esteriore,con l’adorazione comincia quello interiore.Tre volte si dice nel testo del Vangelo appenaascoltato “adorare” (Mt 2,2.8.11). L’adorazioneè il dono di sé a colui che già si è donato.L’adorazione è la risposta del credente allamanifestazione (=epifania) del Signore, luceper le genti, che viene a salvare tutta l’umanità,rappresentata nel racconto evangelicodai Magi. I Magi riconoscono nel Bambino ilMessia di Israele e per questo gli aprono i lorotesori (Mt 2,11). Per Matteo il tesoro è il cuoredell’uomo. I Magi aprono il loro cuore e offronociò che contiene: l’oro, ricchezza visibile,rappresenta ciò che uno ha; l’incenso, invisibilecome Dio, rappresenta ciò che uno desidera;la mirra, unguento che cura le ferite e preservadalla corruzione, rappresenta ciò che uno è. Inquesto modo i Magi offrono i loro averi, i lorodesideri e le loro penurie. E Dio entra nel cuoredei Magi, e nel cuore di coloro che apronoil loro cuore al Signore. D’ora in poi qui, nelcuore dell’uomo, è il “dove”si trova o si rifiutail Signore. In questo senso grande è la nostravocazione: la carne del nostro cuore diventamadre del Signore Gesù. Dando ciò che sono,i Magi ricevono colui che è, e diventano essistessi simili a lui: “A quanti però lo hanno accolto,ha dato potere di diventare figli di Dio”(Gv 1,12). Dio nasce nell’uomo, e l’uomo inDio. Qui si compie il cammino.Cari pellegrini saliti a questa Basilica checustodisce come pregiato tesoro l’Effigie delBambino Gesù, o Bambino di Aracoeli, l’Epifaniaè “il natale dell’anima”: la nascita delcredente in Dio e di Dio nel credente. Ma persperimentare questa nascita è necessario cercarlo,con cuore sincero, con cuore da piccoli,come lo cercarono i Magi. Chi vuole trovare“il Re dei Giudei che è nato”, deve, inoltre, farein prima persona l’itinerario dei Magi, conla fatica di un cammino nella notte, anche nellanotte dello spirito, pieno di fascino ma anchedi paure, di desideri e di dubbi, di speranze e diincertezze, sotto la guida di una nobile stella,la fede e la ragione, che però appare e scompare.Dio si manifesta nell’ordinarietà della vita:“trovarono il bambino con Maria sua madre”.Tutto sembra insignificante, ma loro “prostratisilo adorarono”. Il mistero di Gesù apparenella piccolezza. Solo chi diventa piccolo lopuò riconoscere.È questa la fatica di ogni credente: cercarechi è già presente in mezzo a noi, anzi, in noi,ma sempre attraverso segni insignificanti. Èl’amore per la verità che ci pone in cammino.S. Agostino dice che “l’anima è più presentedove ama che nel corpo dove abita”. Quellodei Magi è il cammino dell’amore che, attraversola ricerca e la rivelazione, la gioia el’adorazione, giunge al dono di sé.Cari fratelli e sorelle, la celebrazionedell’Epifania di Cristo non può essere trattatacome una pia leggenda, utile per fare un po’di festa straordinaria, più commerciale che religiosa.Il Signore si manifesta, noi lo riconosciamo,gli offriamo i nostri doni, raccolti nelcuore, e diventiamo epifania di Cristo. Ecco ilsenso profondo dell’Epifania: essere collaboratoried interpreti della continua Epifania delSignore, con le nostre parole e la nostra vita. Èquesto un impegno fondamentale del battezzato:riconoscere Cristo, vivere in Cristo, presentareCristo al mondo.S. Leone Magno (Papa 440-461), nellesue omelie ai fedeli di Roma in occasione


EX ACTIS MINISTRI GENERALIS 37dell’Epifania, ci invita a riconoscere “nei Magiadoratori di Cristo, le primizie della nostravocazione e della nostra fede e celebriamo concuore pieno di gioia gli inizi di questa beatasperanza. Poiché, da quel momento, abbiamocominciato ad entrare nell’eredità celeste…”.Allo stesso tempo ci invita ad essere noi stessidelle stelle che, attraverso una vita santa, mostravanola via che porta al Signore (cf. Sermo3). E ancora: “Che le lampade delle vostreanime siano sempre ardenti, che nulla di tenebrosoresti nei vostri cuori; infatti, come dicel’Apostolo, voi foste prima tenebre, ma oggivoi siete luce del Signore, camminate come figlidella luce. Possa compiersi in voi il misteroche, sotto il velo del simbolo, è cominciato neitre Magi, che la vostra luce brilli davanti agliuomini affinché vedano le vostre opere buonee glorifichino il Padre vostro che sta nei cieli”(Sermo 5).La Chiesa di Dio fa sue oggi le parole diSan Leone, esortando tutti, sacerdoti, religiosie laici, ad essere ricercatori di Cristo, a lasciarsiilluminare e a spandere la luce di Cristo.Cerchiamo, adoriamo, siamo epifania del Signorein mezzo alle tenebre del mondo. E allorasarà Natale, sarà una permanente Epifania.Fr. José Rodríguez Carballo, ofmMinistro generale3. Saluto in occasione del 60° di sacerdoziodi Fr. Bonaventura DudaZagreb, Croazia, 08.01.<strong>2010</strong>Carissimo Fr. Bonaventura,Eminenza ed Eccellenze Reverendissime,Rappresentanti del Governodella Rep. della Croazia,Carissimi Fratelli dellaProvincia dei SS. Cirillo e Metodio,Carissimi Fratelli di tutte altre Provincee di tutta la Famiglia francescana.Carissimi amici di Fr. Bonaventura:il Signore vi dia pace!Con grande gioia e amore fraterno vi salutotutti, e in modo particolare saluto il nostrocarissimo Fr. Bonaventura Duda, che celebrail suo sessantesimo anniversario del suo sacerdozio.Auguri di cuore caro Fr. Bonaventura!È una bellissima coincidenza, anzi di più,è una disposizione della Provvidenza divina,che lei, Fr. Bonaventura, celebri questo suogrande anniversario, proprio nell’anno in cuila Chiesa, per desiderio del Santo Padre BenedettoXVI, dedica un intero anno ai sacerdoti,e quindi al Sacerdozio. Per questo motivo lanostra gioia è ancora più grande.In unione con tutti voi qui presenti e in modoparticolare con tutti i Frati della Provinciadei SS. Cirillo e Metodio e di tutto il nostro Ordine,che qui rappresento come Ministro generale,voglio dire con tutto il mio cuore: Grazie!In primo luogo grazie a Dio per la vita, lavocazione e la missione di Fr. Bonaventura.Grazie per la sua famiglia e per tutti coloro chesono stati nella sua vita testimoni di fede e diamore verso Cristo e la sua Chiesa. Grazie allaProvincia che lo ha accolto, formato, e seguitocon grande amore nel suo cammino e nella suala missione. Con Fr. Bonaventura, e con le moltepliciattività da lui svolte in tutti questi anni,la Provincia dei SS Cirillo e Metodio ha donatoalla Chiesa e al popolo croato un amabile fratello,che con gioia, generosità e competenza hasvolto un ruolo significativo di teologo, biblistae professore, e anche di pubblicista, traduttoreed predicatore della Parola di Dio.Grazie a lei, Fr. Bonaventura, per la sua testimonianzadi vita francescana e sacerdotale,vissuta con grande amore verso Dio e versoil prossimo, specialmente verso i fratelli piùbisognosi.Grazie per il suo attento e prezioso servizioalla Parola di Dio, soprattutto per la preziosatraduzione della Bibbia in lingua croata, cheha raggiunto oggi circa 15 edizioni! Un lavorodi grande impegno teologico e spirituale, cheha raccolto attorno a lei un gruppo di esperticollaboratori.Grazie per le circa 40 generazioni di studentie chierici che lei ha accompagnato contanta dedizione e competenza durante gli annidel suo servizio come professore.In modo tutto particolare grazie per l’impegnonella riforma postconciliare che lei ha seguitocon tanto amore e convinzione, non soltantoqui nell’area di lingua croata, ma anchea livello di tutto il nostro Ordine. Voglio ricordarein questo momento, con stima particolare,che lei, insieme ai rappresentanti delle Provincedella Conferenza Sudslavica, ha partecipatoanche alla preparazione del Capitolo generalepostconciliare, presentando la Propositio proaccommodata renovatione <strong>Ordinis</strong> (1966).Poi, durante la visita del Ministro generale diallora, Fr. Costantino Koser, ha realizzato icolloqui: La nostra vita religiosa ha un futuro


38 AN. CXXIX – IANUARII-APRILIS <strong>2010</strong> – N. 1(1971). In tal modo ha promosso attivamentela conoscenza e l’accoglienza delle nostre Costituzionigenerali postconciliari.Ci sarebbero tanti altri aspetti della sua vitadei quali sarebbe necessario ringraziare pubblicamente.Vogliamo però lasciarli nel silenziodel nostro cuore per renderli più preziosi eaffidarli al nostro Dio e Padre, che ci ha amatocosì tanto, di darci il suo unico Figlio GesùCristo, con il quale ha rallegrato l’umanità.A conclusione di questo mio saluto, caroFr. Bonaventura, voglio augurarLe con tutto ilmio cuore ogni bene nel Signore e che la suavita e il suo esempio continuino ad essere unasfida; però anche una continua fonte di ispirazioneper tutti noi e per le generazioni cheverranno.Con affetto fraterno e riconoscenzaFr. José Rodríguez Carballo, <strong>OFM</strong>Ministro generale4. Omelia all’inizio dell’incontro con inuovi Ministri provincialiRoma, S. Maria Mediatrice, 18.01.<strong>2010</strong>VINO NUOVOIN OTRI NUOVI1Sam 15,16-23; Sal 49; Mc 2,28-22Cari fratelli Ministri:il Signore vi dia la pace!Iniziamo l’incontro dei nuovi Ministri provincialiascoltando la Parola di Dio che la Chiesapropone alla nostra considerazione oggi. Èuna Parola esigente che è stata proclamata conla vocazione di essere ascoltata e di essere messain pratica a partire dalla nostra condizione diMinistri e servi, sicuramente dei fratelli che cisono stati affidati, ma in primo luogo Ministri eservi della Parola, attraverso la quale il Signoreci manifesta qual è la sua volontà.Partiamo dal Vangelo proclamato (cf. Mc2,18-22). Il testo ha due parti. Nella prima siparla del banchetto nuziale e della presenzadello sposo. Con Gesù, Dio sposa definitivamentel’umanità (cf. Os 2,13-25), iniziando,così, un tempo di profonda gioia. Senza escluderel’ascesi, come mezzo per l’incontro conlo sposo, chi aderisce alla persona di Gesù nonsi muoverà più portando segni di lutto, neglistretti spazi del legalismo, ma sul terreno dellavita, dell’amore e della gioia. L’accusa cheGesù lancia ai discepoli di Giovanni e ai fariseiè di non entrare nel tempo caratterizzato dallapresenza dello sposo. Essi non si rendono contodel qui, dell’ora. Piangono e sospirano perun’assenza e non si rifugiano nella presenza.La presenza dello sposo, di Gesù, determina ilcomportamento degli amici. Cristo inaugura lastagione della gioia, anche se non definitiva.Con la parabola del rattoppo nuovo su unvestito vecchio, e del vino nuovo in otri vecchi,deteriorati, incapaci di tenere il vino nuovo,Gesù afferma chiaramente che egli è lanovità, una novità radicale che non può esserecompatibile con ciò che è vecchio. In un’altrapagina del Vangelo Gesù lo dice apertamentecon l’espressione: “avete inteso che fu detto…ma io vi dico” (cf. Mt 5,21-22). È l’ora delladecisione, è il tempo delle scelte radicali. Nonsi può più “negoziare”, non si può più perderetempo nel cercare di garantire una convivenzache di per sé è impossibile: o uno si fermaal vecchio – prescrizioni antico testamentarie,secondo le quali la legge ha il primato –, o unosceglie il nuovo – il messaggio evangelico –dove la persona di Gesù ed il suo messaggiod’amore occupano il centro. Non c’è terminemedio: o si sceglie il nuovo con tutte le conseguenzeo si sceglie il vecchio. In questo ultimocaso, anche con rattoppi nuovi che possanoservire per tranquillizzare la coscienza, significarovinare il vino nuovo.Fino a qui il Vangelo. Cerchiamo di applicarequesto testo alla nostra vita e missione comeMinistri e servi della Fraternità. Nel nostro casogli otri sono le strutture, il vino è il carisma.Il vino è buono, le strutture non sempre sonole più adeguate. Viviamo in un momento cosìdelicato che non bastano più i rattoppi. Il vecchionon può permettersi il lusso di utilizzarequalche ritaglio di novità per coprire le rughe eassicurarsi un po’ di sopravvivenza. Non possiamotruccare le strutture vecchie, deteriorate,per assicurare alcuni anni di vita in più, perchéquella non sarebbe vita.Corriamo il rischio dei discepoli di Giovannie dei farisei: fare lutto per qualcosa che nonesiste più, senza renderci conto della novità chesta germogliando intorno a noi. È lo stesso casodella Maddalena: le lacrime per un “morto”le impediscono di vedere il Risorto che le staa fianco. È il momento di accogliere la novitàche è Cristo, e, presi per mano da lui, ricreare,rifare, rinnovare. Essere discepolo di Gesùnon significa accettare il nuovo in piccole dosi,


EX ACTIS MINISTRI GENERALIS 39ma farsi nuovo. Non basta sostituire etichette,bisogna controllare la qualità del prodotto.Non basta chiamare l’imbianchino per “tappare”le crepe delle nostre strutture, causate dal“terremoto” che ci ha sorpreso in piena notte,mentre accarezzavamo amorosamente il nostrosonno. È necessario controllare a fondo la soliditàe l’utilità di certe “pareti”. Però non bastanemmeno rinnovare le strutture, è necessariorinnovare noi stessi, rifondarci interiormente ein profondità. Esiste qualcosa di peggiore checucire un rattoppo di panno nuovo su un vestitovecchio. È il mettere un vestito nuovo all’uomovecchio. In definitiva si tratta di una conversionedel cuore e della mente che ci porti ad abbracciareil Vangelo come “regola e vita”, e allostesso tempo di adeguare le strutture perché, inquesti tempi di cambi vertiginosi, non guastinoil vino nuovo: “Convertitevi, ossia, credete alVangelo” (Mc 1,15); “vino nuovo in otri nuovi”(Mc 2,22). Non basta cambiare la “pettinatura”,è necessario cambiare la testa, oltre a cambiareil cuore.Cari Ministri: la missione che ci è stata affidatain questi tempi “delicati e duri” (VC 13),è tremendamente delicata e molte volte dura.Delicata, poiché, per quanto difficile sia, nonpossiamo abdicare dalla responsabilità che ilSignore e i fratelli hanno posto nelle nostremani: scrutare con cura i segni dei tempi e interpretarlialla luce del Vangelo e del nostrocarisma, dando una risposta adeguata a partida entrambi (cf. SdP 6). Dura, perché comporta,a partire da un’ermeneutica della continuitàcon la grazia delle nostre origini, rompere contante strutture che siamo andati costruendolungo questi 800 anni di storia, e che, invecedi manifestare la novità che è Cristo e la bontàdel nostro vino, il carisma, agli uomini e alledonne di oggi, le oscurano e, a volte, le rendonoinvisibili o le distorcono. L’ho detto moltevolte e lo ripeto anche oggi: a situazioni edomande nuove, nuove risposte. Gesù lo dicemolto meglio nella pagina del Vangelo che abbiamoascoltato: “Vino nuovo in otri nuovi”.Missione delicata e dura perché non sempre ifrati e quelli che ci stanno vicini la capiranno,e, cosa ancora peggiore, non sempre avremo lacertezza assoluta di fare centro. Ecco, allora, lanecessità di aggrapparci alla Parola del Signore,di fare del Vangelo il criterio primo e ultimodel nostro essere e agire. Come ci ricordava laprima lettura: si tratta di obbedire in ogni momentoalla Parola del Signore, perché esserledocili vale più del grasso degli arieti (cf. 1Sam15,22). Non possiamo gettare dietro le spallela Parola del Signore (Sal 49,17), agendo secondoil nostro arbitrio o sdraiarci al “sole chepiù riscalda”. In questi tempi di ricerca del sensoprofondo della nostra vita – mendicanti disenso siamo –, l’ascolto obbediente della Parolacolmerà gli aneliti più profondi del nostrocuore, e ci mostrerà la strada per risponderealle sfide di oggi, mantenendoci fedeli – fedeltàcreativa (cf. VC 37) –, alla forma di vita chel’Altissimo rivelò al fratello e padre san Francesco(cf. Test 14). E anche se riconosciamoche la nostra missione è delicata e dura, nonperdiamo per questo l’allegria, la gioia che civiene dal saperci in compagnia dello sposo, diCristo Signore. Il vero discepolo, il vero FrateMinore è chi, anche nel momento della provae del silenzio di Dio, partecipa alla gioia dellafesta messianica.Torniamo allora all’inizio di tutto: “Convertitevi,ossia: credete al Vangelo”, comeci veniva ricordato nell’antifona al Vangelo.Camminiamo, a partire dal Vangelo, con luciditàe audacia, mantenendo gli occhi fissi sulfuturo verso il quale ci spinge lo Spirito delSignore perché continui a fare con noi cosegrandi (cf. VC 110). “Non abbiate paura”, ciripete oggi il Signore.Signore: liberaci dal Vangelo facile, conosciutoe ovvio; dal Vangelo ridotto nelle sueesigenze più radicali; dal Vangelo di chi nonha più fame né sete; dal Vangelo di chi si sentein regola; liberaci dal nostro vangelo.Signore: rendici docili e obbedienti alla tuaParola, come la Vergine fatta chiesa. Donacila grazia, Signore, di assumere il tuo Vangelocome cammino, regola e vita nel nostro esseree agire. Amen.Fr. José Rodríguez Carballo, ofmMinistro generale5. Informe al encuentro de los nuevos Ministrosprovinciales y CustodesEL MINISTRO SACADO DE ENTRELOS HERMANOSPARA SERVIR A LOS HERMANOSRefundación de la autoridadHermanos entre hermanos, eso somos losMinistros y todos aquellos que han sido lla-


40 AN. CXXIX – IANUARII-APRILIS <strong>2010</strong> – N. 1mados a ejercer el ministerio de la autoridad.Hermanos sacados de entre los hermanos paraser puestos al servicio de sus hermanos (cf.Heb 5, 1). Hermanos cuya misión no es unamera función de liderazgo o de gobierno, sinoun verdadero ministerio que el Señor nosconfió para favorecer el crecimiento integralde los hermanos, fortalecer la comunión entreellos y desarrollar la misión apostólica propiade nuestra Orden, y, todo ello, edificando unaverdadera comunión de vida en fraternidad(VFC 48).Esta sumaria presentación de la figura delMinistro ya nos sitúa dentro de una corrientede ideas que nos ayudarán a una adecuadacomprensión de nuestro delicado ministerioy de nuestra misión en favor de los hermanosque nos han sido confiados.Entre los muchos aspectos que se podríanseñalar al hablar de las características que ilustranel ministerio del Ministro, me parece muyoportuno subrayar los siguientes:1. Hermano que escucha, dialoga y obedeceDos actitudes han de caracterizar a quienejerce el servicio de la autoridad: la escucha/diálogo y la obediencia.La escucha y el diálogo son elementos necesariospara la búsqueda común de la voluntadde Dios, para crear corresponsabilidad yparticipación activa de todos en las decisionesrelacionadas con la fraternidad, y al mismotiempo para responder adecuadamente a lasexigencias del crecimiento de cada uno, pasandode una mera observancia, a una vidamás atenta a las necesidades de cada uno (cf.VC 43. 47; PdE 50).Por otra parte, el superior es llamado a obedecer.Teniendo presente cuanto afirman las SagradasEscrituras sobre el origen de la autoridad–ésta viene siempre de Dios, es él quien elige yllama-, el elegido, quien ejerce el servicio de laautoridad, es siervo y amigo, y, en cuanto tal,es el primer obediente al cual le es confiado unservicio de mediación entre Dios que envía yel hombre al cual es enviado. Quien ejerce elservicio de la autoridad es un intermediario, unportavoz que se mueve constantemente entreDios y aquellos que le han sido confiados. Estocomporta un subir y bajar constante, sin perderel contacto con aquel que reside en “lo alto” ycon aquellos que residen “abajo”.El superior, más que ningún otro, nada debeanteponer a la obediencia a Dios, quien manifiestasu voluntad en particular en las Escrituras/Evangelio;sin olvidar la obedienciaque debe a los que le han sido confiados, puestambién a través de los hermanos se manifiestala voluntad del Señor. Para quien ha recibidoel ministerio de la autoridad son muy válidasaquellas palabras del Eclesiástico: “Túno hagas nunca nada sin aconsejarte” (Sir 32,19).Esta doble obediencia evitará que el superiorse piense y entienda a sí mismo, -o lopiensen y entiendan los demás-, como centrode la fraternidad, local, provincial o universal.En el centro está Cristo y sólo Cristo. Evitarátambién que quien ha sido llamado a ejercereste servicio, tan delicado como necesario, abdiquede su autoridad, pues debe obedecer alEvangelio.1. 1. Hermano que escucha y obedece al EvangelioFrancisco hablando del ingreso en la Fraternidadusa las siguientes expresiones: “seanrecibidos a la obediencia” (2R II, 11) o “losque han prometido obediencia” (2R II, 14).De este modo, la obediencia se convierte en el“espacio” en que el que será recibido el profeso.Por tal motivo, profesar significa entrar enuna relación obediencial, en la cual vive y semueve todo Hermano Menor.Esta relación obediencial se manifiesta enla obediencia a los “prelados”, “ministros”o “superiores” (cf. Adm 3); en la obedienciade los hermanos entre sí (cf. 1R IV, 13-15), yen la obediencia a la “vida y regla”, que es elEvangelio (cf. 2R I, 1). Ésta última obliga atodos, también a los que ejercen el servicio dela autoridad.El núcleo esencial de nuestra profesión esel Evangelio: “Puesto que el Señor me dioesta gracia de seguir más de cerca el Evangelioy las huellas de nuestro Señor Jesucristo”(CCGG 5, 2). La Regla que hemos profesadoes “forma vitae” de los Hermanos Menores encuanto expresa el Evangelio. Las demás instancias,incluida nuestra Regla y la autoridadde los superiores, reciben su autoridad delEvangelio; o mejor, de aquel de quien da testimonioel Evangelio: Jesucristo.Por este motivo, para Francisco, el Evangelioes la autoridad suprema dentro de la Fraternidadfranciscana. A ella han de obedecerMinistros y súbditos. El Evangelio, o si se prefierela Palabra, ha de informar la vida enterade los hermanos y de todos los hermanos. No


EX ACTIS MINISTRI GENERALIS 41por casualidad el hermano profesa vivir, como“regla y vida”, “el santo Evangelio de nuestroSeñor Jesucristo” (1R I). Tampoco es pura casualidadel que la misma Regla se cierre conuna referencia explícita a guardar “el santoEvangelio de nuestro señor Jesucristo que firmementeprometimos” (2R XII, 4).En este contexto se entiende muy bien cómoFrancisco hubiese deseado poner en laRegla que el Ministro general de la Fraternidadfuese el Espíritu Santo (cf. 2Cel 193). Y,siempre dentro de este contexto se entiende,también, el que ponga a Dios y a “su santa yveraz voluntad” (cf. OrSD), como el primer ydeterminante elemento de dicha Fraternidad:“Ahora bien, después que hemos abandonadoel mundo, ninguna otra cosa hemos de hacersino seguir la voluntad del Señor y agradarle”(1R XXII, 9).En esta obediencia a Dios, a Jesucristo yal Evangelio, nacida del amor a aquel a quienconfiesa como “el bien, todo bien, sumo bien”(AlD 3), todos los hermanos, “sin excepción”,somos iguales, es decir: Hermanos menores(cf. 1R VI, 3), y de ella ninguno puede sentirsedispensado ni dispensar. Si queremos ser hijosdel Padre, Ministros y súbditos hemos de cumplirsus mandatos, y si queremos ser hermanosde Jesucristo, igualmente todos hemos decumplir su voluntad: “Atengámonos [todos],pues, a las palabras, vida y doctrina y al santoEvangelio de quien se dignó rogar por nosotrosa su Padre y manifestarnos su nombre”(1R XXII, 41).1.2. Hermano que escucha y obedece a loshermanosLa autoridad no se puede ejercer sino através de una actitud constante de escucha alos hermanos. Ésa es una de las principalesmanifestaciones del servicio de la autoridad.Los hermanos sufren de soledad. Con frecuencia,demasiada frecuencia, no se sientenescuchados, o simplemente no tienen a quienconfiar sus sueños o sus problemas. Hay demasiadasoledad no habitada en nuestras casas.Y esto no se puede entender ni justificaren quienes hemos abrazado la fraternidad.Escuchar ha de ser, mis queridos Ministros,una de vuestras preocupaciones fundamentales.Muchas cosas podréis y deberéis delegar,sobre todo de tipo administrativo. Laescucha no admite delegación. No paséis el80% de vuestro tiempo en asuntos burocráticosy un 20% (a veces puede que menostodavía) para los hermanos. En todo caso invertidlas proporciones.2. Hermano puesto al servicio del Evangelio,de los hermanos y de nuestro carismaEl ejercicio de la autoridad ha de tener comoprincipio inspiracional el servicio. “La autoridades siempre evangélicamente un servicio”(VFC 49). Así se desprende de algunostextos evangélicos. “Entre ellos hubo tambiénun altercado sobre quién parecía ser el mayor.Él les dijo: los reyes de las naciones la gobiernancomo señores absolutos, y los que ejercenla autoridad sobre ellos se hacen llamar bienhechores;pero no así vosotros, sino que el mayorentre vosotros sea como el menor, y el quemanda como el que sirve” (Lc 22, 24-26), y “elque quiera ser el primero entre vosotros, seráesclavo vuestro” (Mt 20, 27). Todos hemos deser como niños, si queremos entrar en el Reinode Dios (cf. Mc 10, 15).Es significativo que Jesús para expresar cómoha de entenderse la autoridad y el poderen la comunidad cristiana usa un vocabularioparadójico: niño, siervo, esclavo. Por otra parteJesús mismo se nos presenta como iconode la autoridad como servicio: “No vine a serservido sino a servir”(Mt 20, 28). Él, “Señory Maestro”, lavando los pies a sus discípulosse ha comportado como siervo y nos ha dadoejemplo para que también nosotros hagamoscomo él ha hecho (cf. Jn 13, 15). Todos, peroespecialmente los Ministros estamos llamadosa reproducir la imagen de Jesús siervo (cf. Rm8, 29), lavando los pies de sus hermanos (1RVI, 4) y sin tener nunca poder o dominio sobrelos ellos (cf. 1R V, 9-12).Este icono del lavatorio de los pies es el quedebe tener siempre delante de sí el Ministro,tanto para no caer en la tentación de gloriarsede su “prelacía”, como para no alterarse cuandose la quiten: “Los que han sido constituidossobre otros, gloríense de tal prelacía tanto comosi estuviesen encargados del oficio de lavarlos pies a los hermanos. Y cuanto más se alterenpor quitárseles la prelacía que el oficio delavar los pies, tanto más atesoran en sus bolsaspara peligro del alma” (Adm 4, 2-3).En el ejercicio de la autoridad como servicio,el Ministro nunca utilizará el poder que leviene de su condición de Ministro en beneficiopropio. En todo momento se sentirá al serviciode los hermanos, al servicio del Evangelio y alservicio del carisma.


42 AN. CXXIX – IANUARII-APRILIS <strong>2010</strong> – N. 12.1. Estar al servicio de los hermanosTeniendo en cuenta nuestras fuentes inspiracionales,para el Ministro, estar al serviciode los hermanos comporta:• Amarlos, nutrirlos y cuidarlos, más que unamadre ama, nutre y cuida de su hijo (cf. Jn21, 15-17; 2R VI, 7), y proveer, “con cuidadosolícito y “como vean que aconseja lanecesidad”, a las necesidades de los hermanos(2R IV, 2-3).• Sentirse cercano a ellos y manifestarles dichacercanía en todo momento: cuando “estásano y puede corresponderle y cuandoestá enfermo y no puede corresponderle”(Adm 24).• Usar misericordia con el hermano que peca(cf. CtaM 9, 11), sin alterarse o turbarsepor su pecado (1R V, 7; cf. Adm 11): “másbien ayuden espiritualmente, como mejorpuedan, al que pecó, ya que no necesitan demédico los sanos, sino los enfermos (cf. Mt20, 25-26)(1R V, 8).• Ver en los miembros de la Fraternidad aun hermano y entablar con él relaciones deigualdad, de fraternidad y de amistad, sindesear, en ningún modo, ser consideradomás que los otros (cf. Adm 19), sino másbien rebajarse (cf. Fil 2, 6-11).• Corregir a los hermanos (cf. 2R X, 1ss) eimponerles “penitencia con misericordia”cuando pecaren (2R VII, 1ss), y comportarsecon dichos hermanos “como mejor le parezcaque conviene según Dios” (1R V, 6).• Distribuir a los hermanos en las provinciasy otros lugares, visitarlos frecuentemente yamonestarlos y animarlos espiritualmente(1R IV, 2).• “La autoridad está siempre al servicio delprogreso espiritual de cada uno” de los hermanosque el Señor le ha confiado (cf. VFC49). Esto significa velar para que ningunose pierda por su culpa (cf. 1R IV, 6). En estecontexto siento el deber de recordar que elsilencio ante el pecado del hermano puedeser causa de que llegue a perderse. Esto haceque “su misión prioritaria consiste en laanimación espiritual, comunitaria y apostólicade su comunidad” (VFC 50).En definitiva, para un Ministro estar al serviciode los hermanos es poner la persona delhermano y su fidelidad a la vocación a la queha sido llamado en el centro de sus preocupaciones,proveyendo “tal como querría que sehiciese con él si se encontrase en caso semejante”(cf. 1R VI, 2-3).Pero este estar al servicio de los hermanosimplica construir fraternidad. “La autoridad[…] está puesta también al servicio de la fraternidad,de su edificación y de la consecución desus fines espirituales y apostólicos” (VFC 48).Mientras se ocupa de asegurar un itinerario espiritualde la persona de cada hermano, ha detrabajar incansablemente por la edificación de lavida fraterna en comunidad (cf. VFC 48. 49). Lamisión prioritaria de un Ministro consiste prioritariamenteen “la animación espiritual, comunitariay apostólica de su comunidad” (VFC 50).Ello significa, entre otras cosas, que el superiorha de ponerse al servicio de la comuniónentre los hermanos, lo que a su vez comporta:• La creación de relaciones interpersonalesprofundas, auténticas y gozosas entre loshermanos, fruto de una vida fraterna queconvierte la comunidad en una “Scholaamoris... donde se aprende a amar Dios y alos hermanos (cf. CVF 25).• Empeñarse en primera persona en que loshermanos estén dispuestos a “llevar losunos las cargas de los otros” (Gál 6, 2) y encultivar algunas cualidades requeridas entoda relación humana, tales como: “educación,amabilidad, sinceridad, control de sí,delicadeza, sentido del humor, espíritu departicipación..., la alegre sencillez, la sinceridady confianza mutuas, la capacidad dediálogo, la adhesión sincera a una benéficadisciplina comunitaria” (CVF 26), recordandosiempre que la comunión se estableceal precio de la reconciliación (cf. PC 15),que comporta morir a uno mismo “para querenazca la vida fraterna” (CVF 25), y quees necesario “un camino de liberación interior”(CVF 21).• Trabajar, incansablemente, en curar las“heridas” causadas por experiencias negativasen la vida comunitaria, en crear puentesentre los hermanos que llevan una vida independiente,al margen de la fraternidad, aestrechar relaciones entre los hermanos queviven bajo un mismo techo, a crear fraternidadentre los hermanos que viven en unamisma comunidad.Esta delicada misión el Ministro sólo la podráejercer si se esfuerza constantemente en viviren estrecha comunión con los hermanos aél confiados. Es verdad que muchas veces nostocará ejercer el servicio de la autoridad en soledady a veces en solitario. De hecho hay situacionesque difícilmente podremos compartircon otros. A veces también tendremos que to-


EX ACTIS MINISTRI GENERALIS 43mar decisiones contra el parecer de la mayoría.Pero esto no puede llevarnos a ejercer la autoridadal margen de los otros, por encima o ignorandoa los demás. Nuestra fuerza, tambiéncomo Ministros y no sólo como Hermanos Menores,reside en la comunión con los demás. Lafuerza la recibimos los unos de los otros.Esto quiere decir, hemos de subrayarlo unavez más, que como Ministros hemos de favorecerla participación activa de los hermanos yde las fraternidades no sólo en la ejecución decuanto se ordena, sino también en todo el procesode discernimiento, dando espacio a la subsidiaridad,ayudando a cada hermano a asumir supropia responsabilidad. El monopolio o el excesivopoder puede atrofiar el talento de los otros.Si queremos crear comunión hemos de enterrarintereses personales y ponernos en caminopara responder a la “forma vitae” quehemos abrazado. En este contexto, una de lasmisiones fundamentales del ministro es la derecordar constantemente que en el corazón denuestra fraternidad está Dios, como “principiointegrador” de nuestras vidas (PdE 12, cf. 11),y que en su origen está el Evangelio (cf. PdE6)., primer don a los hermanos (cf. PdE 5),que a su vez están llamados a restituir (cf. PdE3), “recorriendo los caminos del mundo comohermanos menores evangelizadores con el corazónvuelto hacia el Señor” (PdE 10). Todoello ayudará a crear fraternidades proféticas,fraternidades signo (cf. PdE 8)Finalmente los Ministros, si de verdad queremosser creadores de comunión, hemos derecordar siempre que hemos sido elegidos parauna misión en favor de todos los hermanos yactuar en consecuencia. Esto quiere decir queel Ministro no puede sentirse enviado sólo aalgunos o, lo que sería peor, al servicio de algunos.Menos aún sentirse condicionado porun determinado grupo. El Ministro ha de seruna persona libre. Aun cuando fuese elegidosólo por un determinado grupo de hermanos,una vez elegido el Ministro ha de ponerse alservicio de todos. Si a alguno ha de prestarmás atención es al hermano “herido”, comoel buen samaritano, o al hermano “perdido”,como el buen pastor. Y si con alguno ha detener “acepción de personas” ha de ser con elhermano enfermo y con el que no le puede repagaro con el hermano pecador, como queríael propio San Francisco.Recordemos siempre: Por vocación todoHermano Menor está llamado a vivir una auténticavida de fraternidad en comunidad; pormisión, el Ministro, además, está llamado acrear comunión.2.2. Estar al servicio del EvangelioPara un Ministro, estar al servicio del evangeliosignifica, como ya hemos indicado,aceptarlo como autoridad suprema en la propiavida y en la vida de los demás.Estar al servicio del Evangelio es ponerlocomo base del proyecto de vida personal e institucional.Para los hermanos el Evangelio hade ser su pan, su acción y su verdad cotidianos.El Ministro ha de velar para que esto sedé realmente.Estar al servicio del Evangelio significa parael Ministro hacer constante “memoria” delas opciones evangélicas de vida que los hermanosaceptaron por la profesión. El Ministroha de considerarse llamado a ser memoria vivadel Evangelio con su vida y con su palabra. A élcorresponde recordar la Palabra y aplicarla a lassituaciones concretas, según la visión de Franciscoy el espíritu de nuestra Orden (cf. VFC 48).Finalmente, para el Ministro, estar al serviciodel Evangelio es aceptarlo como códigointerpretativo de su vida y misión y de la viday misión de los hermanos. El Evangelio es lapersona con la que se han de confrontar todasnuestras opciones de vida y misión.En definitiva, el Ministro ha de ser el hombrede la Palabra, del Evangelio, el portavoz yel heraldo de la voluntad divina. Para ello élmismo he de nutrirse del Evangelio, pues sóloasí podrá repartirlo a los demás. El primercompromiso de un superior es el de conocer lasEscrituras y dejarse conquistar el corazón y lamente por ellas. Quien ejerce el ministerio dela autoridad ha de frecuentar cotidianamente laPalabra (AyO 7c). Si una de sus misiones principaleses la de “promover la vida espiritual” desus hermanos, la autoridad debe cultivarle en símisma. Al mismo tiempo ha de poner todo suesfuerzo a fin que los hermanos que le han sidoconfiados frecuenten y se nutran diariamentede la Palabra. A él corresponde hacer que loshermanos pasen del Evangelio a la vida y de lavida al Evangelio. Para todo ello ha de trabajarincansablemente para que en todas las fraternidadesse introduzca encuentros periódicos dedicadosa la lectura orante de la Palabra” (Capítulogeneral 2009, Mandatos capitulares 12).2.3. Estar al servicio del carismaPara un Ministro estar al servicio de nuestrocarisma significa, ante todo, conocerlo lo más


44 AN. CXXIX – IANUARII-APRILIS <strong>2010</strong> – N. 1profundamente posible, para poder así personificarloen su propia vida y, luego, interpretarloen función de la vida de la fraternidad. ElMinistro es “custodio del carisma” en su Provinciao en la Orden. Es una responsabilidadque no puede delegar en nadie.Para un Ministro estar al servicio del carismasignifica conocer y conservar fielmente elespíritu de Francisco, porque sólo así puedepermanecer clara nuestra identidad de Hermanosmenores (cf. Perfectae caritatis, n. 2).Pero, al mismo tiempo, puesto que todo carismaes una realidad viva y dinámica, para elMinistro estar al servicio del carisma significatrabajar en la fiel trasmisión del mismo (objetivoúltimo de la formación), en el desarrollocoherente del mismo, releerlo para ir más alláde sus formulaciones históricas y contingentes.Esto se hará principalmente a través de laformación inicial y permanente.A nosotros son aplicables también aquellaspalabras de Juan Pablo II a los religiosos: “Notenéis sólo una gran historia que recordar y quecontar, sino una historia que construir” (VC 110).Esto significa asumir en primera persona la tareade gobernar creativamente, con visión de futuroy, en la medida de lo posible, anticipando los desafíos.Significa entrar de lleno en el proceso de“refundación” de nuestra vida y misión.Para llevar a cabo esta difícil tarea es necesarioque el Ministro, como punto de partida,ayude a los hermanos a profundizar en la historiade la Orden, y, al mismo tiempo, ayude aconocer los desafíos de la Iglesia y de la vidareligiosa hoy. Es igualmente necesario que elMinistro ayude a los hermanos a inculturar elcarisma franciscano equilibrando la estimapor la propia cultura, con la apertura y aceptaciónde otras culturas en las que se expresanuestro carisma.Finalmente, el Ministro, por estar al serviciodel carisma, ha de preocuparse por transmitirlofielmente. Este es el gran desafío de laformación: ¿cómo transmitir el carisma? Éstaes una de sus fundamentales responsabilidadesque el Ministro tampoco puede delegar. Porotra parte la formación es el mejor medio paraasimilar y desarrollar el carisma.3. Hermano en discernimiento constante queprovoca procesos de discernimientoEl Ministro no es sólo ni fundamentalmenteel encargado de administrar un patrimoniomaterial y físico ya heredado, que ya posee opuede ser incrementado por parte de la Provincia.El Ministro está llamado principalmentea acompañar, facilitar y garantizar procesosde discernimiento y de cambio. Como el administradorfiel y prudente del que habla elevangelio, el Ministro ha de saber discernir lascondiciones oportunas (cf. Lc 12, 42).Estos procesos, que deberían conducir a loshermanos a quedarse “con lo bueno” (cf. 1Tes5, 21), a asumir todo lo que viene del Espíritu,y rechazar lo que le es contrario (cf. VC 73),han de comenzar con una lectura atenta y unainterpretación a la luz del evangelio de los signosde los tiempos (cf. Sdp 6) y deben ser hechosen una doble perspectiva: “Por una parte,tomar conciencia de los esquemas personalesy sociales que se oponen a la vida, para denunciarlosy contribuir a su superación; y, porotra, abrir los ojos de la fe y de la esperanzapara detectar, en medio de las crisis, los sueñosemergentes de la humanidad, abrirles cauce ennuestra propia vida y anticipar así el Reinoproclamado y vivido por Jesucristo (Sdp 7).En estos procesos tal vez la aportación técnicano es lo más importante que puede hacerun Ministro provincial. No se puede pedir quetodos los Ministros sean técnicos. Para elloestán las comisiones técnicas, compuestas porhermanos y por otras personas, que pueden hacermejor esta aportación. Su aportación máspreciosa será la de iniciar procesos de discernimiento(donde sea necesario), de favorecerlos(donde ya se iniciaron) y, en todas partes,prestar atención a la metodología seguida parallevarlos a término, a fin que sea conformeal carisma franciscano, tal como son propuestoshoy por la Iglesia (CCGG) y tal como noslo exigen las circunstancias del momento actualque estamos viviendo.En este aspecto, el papel más importantedel Ministro será el de garantizar la metodologíacorrecta para que las opciones a las queel proceso conduce estén en coherencia con la“forma viate” abrazada por la profesión, y garantizarque quienes participan en el procesode discernimiento tengan las justas disposicionesen términos de libertad y de abnegaciónpersonal, al mismo tiempo que familiaridad,con las intuiciones esenciales de la Orden y laatención a los signos de los tiempos.4. Dos ejemplos, dos iconos y un texto sobreejercicio de la autoridad en clave evangélicay franciscanaEntre los muchos ejemplos e iconos quepodríamos escoger para mejor comprender el


EX ACTIS MINISTRI GENERALIS 45ejercicio de la autoridad en clave evangélica yfranciscana me han parecido significativos dosejemplos: el de Salomón y el del administradorfiel y prudente; y dos iconos: el de Emaúsy el del buen pastor.4.1. Salomón y el administrador fiel y prudente:Prototipos del hombre de gobiernoSalomón, además de ser el rey que agradóal Señor (cf. 1R 3, 10), pasó a la historia comoel prototipo del hombre sabio (cf. 1R 5, 14). Alinicio de su servicio Salomón pidió al Señorun corazón dócil y el don de la Sabiduría, encuanto arte para discernir y gobernar con justicia(cf. 1R 3, 14-15; 2Cro 1, 3-13; Sab 7-9). Suoración fue escuchada y el Señor le concedió“un corazón sabio e inteligente” (1R 3, 12). Encualquier caso sabemos que al final de sus díasel corazón del rey sabio “no fue por entero deYahvé su Dios” (1R 11, 4), por este motivoDios le retirará el reino y se lo dará a un siervosuyo (cf. 1R 11, 11).Otro ejemplo muy apropiado para ilustrar elministerio del Ministro es el del “administradorfiel y prudente que el Señor pondrá al frente desu servidumbre para darles a su tiempo la raciónoportuna” (Lc 12, 42). “Fiel” y “prudente” sondos términos que indican la capacidad de discernimientopara dar a cada uno la ración que lepertenece en el tiempo más apropiado.Como Salomón y el administrador fiel yprudente, también nosotros, Ministros y Custodios,hemos de pedir al Señor que nos concedael don de una mirada profunda y contemplativasobre la realidad, en escucha de la Palabradel Señor, consientes que “un rey [Ministro]sabio es la salvación de un pueblo” (Sab 6, 24).Como Salomón muchos de nosotros nos sentiremosinexpertos y sin la preparación adecuadapara animar y gobernar al pueblo que nos hasido confiado, grande o pequeño. Necesitamosun corazón dócil a la voluntad del Señor.Por otra parte, el ministerio del Ministro odel Custodio es exigente. Para desempeñarlose necesita una gran capacidad y disponibilidadpara la escucha profunda, cordial y franca.Escucha del Señor y de su Espíritu que hablaen la Escritura, en la Iglesia, en el carisma denuestra Orden, en las justas aspiraciones de loshermanos y en los signos de los tiempos. Escuchaacompañada de mirada contemplativa, conla mochila siempre pronta para cargarla sobrela espalda y encaminarse por las vías siemprenuevas que el Señor querrá trazar para nosotros.Escucha de los hermanos, de sus aspiracionesy de sus miedos. Escucha de la realidadque nos rodea y de las indicaciones que vienende la Iglesia y de la Orden. Salomón y el siervofiel y solícito son, sin duda alguna, un buenejemplo a seguir.4.2. Emaús y el buen pastor: dos iconos, dosespejos en el ejercicio de la autoridadLos discípulos de Emaús están desanimados:“Nosotros pensábamos..., pero...” (Lc 24,24). En esta situación Jesús se pone al mismonivel, da las respuestas oportunas a sus preguntas,intenta razonarles y... el milagro serealiza. Aquellos hombres desanimados e incréduloscreen, recuperan la alegría de volvera la comunidad de la cual se habían alejado.Toda una pedagogía para quienes hemos sidollamados a desempeñar el ministerio de laautoridad. Frente a tantos hermanos nuestroscansados, apáticos y sin esperanza alguna, elMinistro o Custodio debe ponerse a caminarcon ellos, compartir las dificultades propias detrayecto de camino que están haciendo y aceptarel reto de proponer interrogantes y el retode escuchar preguntas no fáciles de responder.Por otra parte, la parábola del buen pastor (cf.Ez 34, 1ss; Jr 23, 1-6; Jn 10, 1-18) nos presentala imagen perfecta del modo de realizar el ministeriode la autoridad. El buen pastor saca a pastara las ovejas a prados con pastos abundantes, velapor su rebaño para que no le hagan daño las bestiasdel campo, cuida de la oveja herida y va enbusca de la perdida. Entre el pastor y sus ovejashay una profunda relación: el pastor conoce acada una por su nombre y las ovejas reconoceny escuchan su voz, y luego le siguen.Todo un ejemplo para nosotros, Ministrosy Custodios. Como el buen pastor también nosotroshemos de “amar” y “nutrir” a los hermanosque el Señor nos ha confiado, hemosde vigilar para que no sean presa fácil de lasalimañas, hemos de ir en busca del hermano“herido” o “perdido”, y, siempre, debemosmantener una relación interpersonal profundaentre unos y otros.4.3. Un texto fundamental a tener siempre presente:La carta a un MinistroEsta carta (cf. CtaM) es como el “breviario”del Ministro en su relación con los hermanosque le han sido confiados, particularmente conlos que han “pecado”. En la citada carta la responsabilidadde un Ministro se presenta pesadaprecisamente porque se refiere a los otros.Ellos son, sin embargo, la prueba del amor y


46 AN. CXXIX – IANUARII-APRILIS <strong>2010</strong> – N. 1de la obediencia hacia Dios. Según la carta,para Francisco, las relaciones humanas han deestructurarse sobre el amor gratuito y sobre lamás grande misericordia. Sólo desde el conocimientode las propias limitaciones y desdeun gran amor se puede llegar no sólo a perdonara quien se reconoce culpable, sino inclusoa ofrecer misericordia a quien no la pida. Estetexto ha de ser completado con otros, tales como:Adm 11, 1R V; 2R X.Los textos e iconos bíblico/franciscanosayudan a interpretar el servicio de la autoridaden clave ministerial, y a su vez indican elcamino a seguir a fin de conformar la vida alEvangelio y al carisma franciscano, de quieneshan sido llamados a ejercer el ministerio de laautoridad. Tal vez pareciera que estos textose iconos no presentan una imagen demasiadorealista del servicio de la autoridad, pero de loque sí estoy seguro es que, teniéndolos presentesdía tras día, ayudarán a que el servicio de laautoridad se parezca más al modo como Jesúsmismo ejerció su autoridad.5. Tensiones que se deben gestionar adecuadamenteen el ejercicio de la autoridad5.1. Animación y gobiernoA los Ministros se nos pide ser animadoresde los hermanos: “Su misión principal [la de laautoridad] consiste, pues, en la animación espiritual,comunitaria y apostólica de su comunidad”(VFC 50a). Esto exige estar cercanos ycompartir la vida de los hermanos, escucharles,ofrecerles motivos de esperanza y hacerles memoriade nuestra vida franciscana”(Definitoriogeneral, Carta San Francisco, 2003). Pero almismo tiempo se nos pide que gobernemos, locual exige que tomemos “las decisiones necesariasen orden al bien de la vida fraterna y dela misión”. Y que, una vez tomadas, con constanciay fortaleza, pongamos todos los medios“para que lo decidido no se quede sólo en letramuerta” (VFC 50c). El Ministro o Custodio nopuede renunciar ni a la animación ni a gobernar;no puede renunciar a la escucha y al diálogoy, al mismo tiempo, a tomar decisiones.Recordando siempre que la primera forma deanimar es gobernar, al Ministro corresponderáen cada momento administrar esta necesariatensión entre animación y gobierno.5.2. Autoridad y obedienciaAutoridad y obediencia no se pueden separar.Por la profesión el Hermano menor seentrega de modo total y definitivo al Señor ya los hermanos. Esta es la perspectiva exactaque ilumina tanto el servicio de la autoridadcomo la promesa de obediencia. Para evitarposibles conflictos que podrían nacer del binomioautoridad/obediencia hay que superarlas categorías de superior-súbdito, dependencia-independenciay pasar a la dimensión dela reciprocidad, de la interdependencia, de lacorresponsabilidad. Autoridad y obedienciatienen pleno sentido si están al servicio de lamisma causa y de los mismos valores carismáticos.La “forma vitae” es el horizonte que todos,Ministros y los otros hermanos, debemosmirar y a la luz de la cual debemos mirarnos anosotros mismos.5.3. Autoridad “instituida” y autoridad “moral”El Ministro, por el hecho de haber sidoelegido o nombrado, es una autoridad “instituida”.A este tipo de autoridad es al que nosreferimos cuando decimos: “esta persona tienela autoridad”. Normalmente esta autoridad essinónimo de poder, aunque se trate de un poderlegítimo. La autoridad “moral”, en cambio, sebasa en las cualidades de la persona: inteligencia,sabiduría, experiencia, competencia... queson reconocidas a una persona y que hacen quele venga reconocida una cierta autoridad. Es loque indicamos con la expresión: “esta personatiene autoridad”. Ciertamente que entre nosotroshay que hablar de una autoridad “instituida”.Es una autoridad legítima y necesaria. Perosi quiere responder al sentido etimológicodel término (augeo = hacer salir, promover...)debería ir acompañada de la autoridad moral ypersonal o, cuando menos, debería dar al poderla orientación del servicio y revestir dichopoder con una gran carga de humanidad, sinrecurrir a la fuerza o a la coerción, sino másbien a la persuasión. Hoy que el clima democráticoha favorecido la corresponsabilidad yla participación de todos en la toma de decisiones,ya no se puede invocar sólo la autoridad“instituida”, sino que se ha de trabajar para queésta vaya de la mano de la autoridad moral opersonal y que siempre sea ejercida en climade libertad y responsabilidad, favoreciendo lacreatividad.6. Conclusiones6.1. Si el Ministro debe obedecer al Evangelio,bien podemos deducir que:


EX ACTIS MINISTRI GENERALIS 47• Quien ha recibido del Señor, a través de loshermanos, el ministerio de la autoridad nopuede ejercerlo despótica o arbitrariamente.El ejercicio de la autoridad está supeditadoa la autoridad suprema de la Orden: Dios,Jesucristo, el Evangelio, la voluntad del Señor,que tanto súbditos como Ministros hande discernir cuidadosamente y fielmenteobservar. Si los Ministros actuásemos arbitrariamenteo procediésemos “indiscretamente”,anteponiendo nuestra voluntad ala del Señor, rendiremos cuenta de ello alSeñor (cf. 1R XVI, 4).• El ejercicio de la autoridad tampoco puededejar de ejercerse por miedo a posibles conflictosque pudiesen resultar de dicho ejercicio.También aquí se podría aplicar las palabrasde Pedro: “Juzgad si es justo delantede Dios obedeceros a vosotros más que aDios. No podemos dejar de hablar de lo quehemos visto y oído” (Hch 4, 19-20). El queha recibido el ministerio de la autoridad hade recordar que la obediencia al Evangelio,que también él prometió guardar fielmente,le obliga a intervenir cuando la fidelidad almismo Evangelio está en juego. El Ministrono puede, en ese caso, “mirar a otro lado”con la disculpa de no ver, porque “si algunose pierde por su culpa” de ello “ha de darcuanta al Señor Jesucristo en el día del juicio”(1R IV, 6).6.2. Si “la autoridad es don y no privilegio”(Sdp 31), y si el Ministro está al serviciode los hermanos, del Evangelio y del carisma,podemos concluir que:• Ejercer el ministerio de la autoridad en clavede servicio sólo se podrá lograr en la medidaen que los Ministros intentemos ser:animadores espirituales, lo que comportauna fuerte pasión por Dios; con una miradaconstante hacia el mundo, como lugar enel que se realiza la historia de la salvaciónaquí y ahora (pasión por el mundo); paratomar decisiones concretas en consonanciacon nuestra “forma vitae” (pasión pornuestro carisma). Estos han de ser los tresgrandes amores del Ministro o de cualquierhermano llamado a ejercer el ministerio dela autoridad.• Ejercer la autoridad en clave de servicioexige que el Ministro respete siempre tresautoridades que tienen la última palabra: ElEspíritu de Jesús, autoridad máxima de laFraternidad; el Evangelio, regla y vida delos hermanos; y los elementos fundamentales–prioridades- de nuestra “forma vitae”.Estas tres autoridades nunca se puedencuestionar, hasta tal punto que si se llegasea no respetarlas se debería deponer al Ministro(cf. 2R VIII, 4).• Asumir y ejercer el ministerio de la autoridadcomo servicio significa que el Ministroacepte de buen grado el ser “lugar” de encuentrode los hermanos entre sí y de éstoscon el Evangelio y los valores de nuestrocarisma. En este sentido muy bien podemosdecir que el Ministro es siervo de comunión.Esto lleva consigo el que el Ministroame y se deje amar, exija y se deje exigir,en definitiva, que no deje de “ser misericordiosoy digno de confianza” (Heb 2, 17).6.3. En cuanto acompañante, facilitador ygarante de los procesos de discernimientoy de cambio, el Ministro:• Ha de vigilar para que se den todas las condicionespara un discernimiento adecuadoy de este modo se pueda afirmar que lasdecisiones tomadas son realmente las queDios desea para la Provincia, las casas y loshermanos en este momento dado, y pueda,con su autoridad, aceptar el resultado delproceso de discernimiento o de ayudar aquienes lo han realizado a tener en cuentaotros elementos fundamentales que faltany, como consecuencia, hacerlo iniciar denuevo.• El Ministro sólo podrán acompañar, facilitary garantizar los procesos de discernimientoy de cambio en la medidaen que ellos mismos se encuentren enproceso de discernimiento, pues sólo asípodrán ser “signos de vida legibles” paralos demás hermanos y para el mundomismo (cf. Sdp 7).6.4. Partiendo de los ejemplos y de los iconosbíblicos que hemos presentado, el Ministro:• Ha de ser una persona de oración, pues delSeñor y sólo de él podrá recibir un corazóndócil y el don de la Sabiduría (Salomón),así como el don del discernimiento (administradorfiel y prudente).• Ha de ser una persona atenta a las necesidadesde los hermanos (buen pastor) y al mismotiempo ha de provocarlas e interrogarlaspara llamarlas a una respuesta reflexiva(Emaús).


48 AN. CXXIX – IANUARII-APRILIS <strong>2010</strong> – N. 16.5. En cuanto tendrá que saber administraralgunas tensiones, el Ministro o Custodio:• Ha de ser una persona abierta, flexible, conmucha capaz de reflexión y de autoevaluación.Ser Ministro o Custodio no es tarea fácil enestos días. Pero desde mi experiencia puedodecir que resulta menos difícil cuando se sabenconjugar verbos como: Ver (capacidad deanálisis), escuchar (a Dios, a los hermanos, alos signos de los tiempos), interpretar (frutode la reflexión y de la oración) y actuar, condecisión, pero siempre movidos por el amor.Fr. José Rodríguez Carballo, ofmMinistro general6. Omelia a conclusione dell’incontro con iMinistri provinciali e CustodiRoma, chiesa S. Maria Mediatrice, 29.01.<strong>2010</strong>ABBIATE FIDUCIA! IL SEMEGERMOGLIERÀ E CRESCERÀ1Sm 11,1-4.5-10.13-17; Sal 50; Mc 4, 26-34Cari fratelli Ministri e Custodi:il Signore vi dia la pace!Nell’antifona al Vangelo, la Chiesa ci invitavacon le parole dell’Apostolo Giacomo:“Accogliete docilmente la parola che è stataseminata in voi” (Gc 1,21). Abbiamo ascoltatocon attenzione la Parola, ora, con un cuoreaperto, vogliamo accoglierla in modo tale chesia “luce sul nostro cammino” (Sal 119,105).Nel capitolo IV del suo Vangelo, Marcocolloca tre parabole chiamate comunemente di“contrasto”: quella del seminatore, quella delseme che cresce da solo, e quella del granellodi senape. Le tre sono collegate tra loro da unaimmagine comune, il seme, e servono per illustrarela stessa realtà, quella del regno di Dio,considerato da tre punti di vista distinti. C’è unaltro elemento comune alle tre parabole: tutteci proiettano non verso il futuro, ma verso ilpresente. Il regno di Dio è qui, anche se nascosto(seme interrato) o come una presenza quasiinvisibile (granello di senape). In ogni caso èin atto. Quello che oggi non si vede o è quasiimpercettibile, domani crescerà e si farà benvisibile (in questo consiste proprio il contrasto).Bisogna avere fede sugli inizi, il risultatoè già contemplato negli inizi, anche se sonosolo in germe. Non possiamo fermarci alle apparenze,ci dicono le tre parabole.Nel testo del Vangelo di oggi possiamo distingueredue protagonisti chiaramente indicati:l’uomo che semina, e la semente che cresce.L’uomo semina con la fiducia che il suo lavoronon sarà infecondo. Ciò che da senso al lavorodell’agricoltore, tante volte pieno di fatica, èla fiducia nella forza del seme e nella bontàdel terreno. Dopo la semina non si può fare altroche aspettare e mantenere viva la fiducia.Dall’altra parte c’è il seme debole, poiché èminuto, ma, allo stesso, pieno di vita, capacedi rompere il terreno, uscire alla luce del sole,e crescere, fino a produrre frutto o dare rifugio,sotto i suoi rami, agli uccelli del cielo. Alcuniparlano di “debolezza e forza della semente.Vulnerabilità e potenza”. Io preferisco parlarein altri termini: “la debolezza è la forza del seme.La vulnerabilità è la sua potenza”.Seminatore e seme, apparentemente sono idue unici protagonisti delle parabole del Vangelodi oggi. C’è, però, un altro protagonista,anzi è l’unico e vero protagonista: colui che facrescere il seme. Usando un genere letterarioproprio della letteratura biblica, anche senzanominarlo, l’autore sta indicando che si trattadi Dio. Gli ascoltatori, tutti familiari alla letteraturarabbinica, lo capivano molto bene. Inquesto modo entrambe le parabole affermano lapriorità assoluta di Dio, e pongono sotto scaccoqualsiasi pretesa di efficientismo religiosoo pastorale che possa farci pensare che ciò chefa crescere il seme, regno di Dio, è la propriaattività, il saper fare l’agricoltore, ragionandosecondo i criteri del mondo che regolano le relazionidi produzione. Le parabole ascoltate simuovono in un’altra direzione: dopo la faticadella semina non c’è altro da fare che mantenereviva la speranza e aspettare: “State tranquilli”,sembra dire oggi il Signore anche a noi,come ai suoi giorni disse al popolo di Israele: iosono YHWE, colui che agisce (cf. Es 14,14). Inquesto contesto, un famoso maestro dello spiritodirebbe: “Agisci come se tutto dipendesse date, sapendo che in realtà tutto dipende da Dio”.Quando avremo fatto quello che dovevamo fare,diremo: “Siamo servi inutili” (Lc 17,10).Cari fratelli Ministri: non credo di forzare iltesto se dico che la lettura evangelica di oggici offre alcuni punti molto importanti da tenerepresenti nel nostro ministero di animazione deifratelli. A noi tocca seminare, annunciare, animare,con la fiducia che il seme germoglierà,non tanto per la bravura del seminatore, ma perla forza del seme e “dell’impulso” che gli dacolui che lo fa crescere: Dio. Il nostro lavoro è


EX ACTIS MINISTRI GENERALIS 49umile e contemporaneamente grande. Umile,perché la crescita non dipende da noi. Grande,perché chi fa crescere il seme conta sul lavorodel seminatore, su di noi. Siamo semplicimediatori, ma, per volontà del Signore stesso,siamo mediatori necessari. Anche se è Dio afare crescere il seme, senza la semina, il semenon può crescere: umile e contemporaneamentegrande è il nostro ministero di seminare, annunciaree animare i fratelli.Allo sforzo della semina deve seguire la pazienzae la fiducia. Pazienza perché cambiare ilcuore, trasformare la persona (obiettivi ultimidella nostra animazione) esige tempo. Lo sappiamoper esperienza personale. Pazienza, perchéil “tempo” di Dio non è il nostro, così comenon coincide sempre il tempo dei fratelli con ilnostro. Pazienza e fiducia. Fiducia nel seme. Ilseme che dobbiamo “interrare” nel cuore deifratelli perché porti frutto – il Vangelo e i valorifrancescani – è buono. Usando l’immagine delvino, possiamo ben dire che le nostre cantinesono piene di buon vino. Non abbiamo motiviper pensare che il seme non produca buoni frutti.Fiducia, soprattutto, in colui che fa crescere ilseme e lo rende capace di dare frutti. Se non c’èmotivo per non fidarsi della bontà del seme, ancormeno c’è per non fidarsi dell’opera del Signore.Egli è il primo ad essere interessato cheil seme porti frutto. E, in fine, fiducia nella buonaaccoglienza che i frati faranno al seme. Conpazienza e fiducia, e con la grazia del Signore,anche i terreni più impervi e meno “coltivati” siapriranno alla semina.Fratelli Ministri: lavorate senza sosta. Inogni tempo, come l’Apostolo, seminate il semedel Vangelo e dei valori francescani nelcuore dei fratelli che il Signore vi ha affidato.Però sempre con pazienza e fiducia. Stiamoin buone mani, le mani del Signore. Siate uominidi speranza e seminate sempre speranza.La parabola del granello di senape ce lo indicain maniera chiara. La senape ha un sememinuscolo, ma con il tempo cresce e diventaun arbusto considerevole, capace di accoglieretra i suoi rami gli uccelli del cielo. E se qualchevolta trovate qualche fratello con il cuoreindurito o che, come Davide, secondo quandoci narrava la prima lettura, ha ceduto allatentazione o ha peccato “quanto più potevapeccare”, che questo fratello non se ne vadadalla vostra presenza senza aver contemplatonel vostro volto, il volto di colui che è “ricco dimisericordia” , perché è amore (1Gv 4,8). Perquesto, se vi chiede perdono, perdonatelo e senon lo chiede, offritegli voi stessi misericordia(cf. LMin), perché se il Signore ha perdonato aDavide il suo peccato (cf. 1Sm 11,1ss), e Gesùla donna adultera (cf. Gv 8,11), chi siamo noiper condannare i nostri fratelli? E se il dubbio,di fronte al peccato del fratello, sfiora il nostrocuore, ricordiamo il principio sia evangelicoche francescano: trattate gli altri come voleteche gli altri trattino voi nella stessa situazione(cf. Mt 7,12). Il perdono e la misericordia, insiemealla chiarezza –“nemmeno io ti condanno.Va, e non peccare più” (Gv 8,11)-, spianerannole asperità del cammino, abbasserannomonti e colli, e renderanno diritto quanto è tortuoso(cf. Lc 3,4-6), e allora, il cuore di pietrasi cambierà in cuore di carne, come annunciòil profeta (cf. Ez 11,19).Andate allora, fratelli Ministri:– Seminate nel cuore di tutti i fratelli, quellicon il cuore indurito e quelli con il cuoreben disposto, il seme del Vangelo, nostra“regola e vita”.– Seminate speranza dove c’è disperazione,gioia dove c’è tristezza, passione dove c’èstanchezza o abitudine, voglia di vivere dovec’è rassegnazione.– Andate, e con l’olio della misericordia ed ilvino dell’amore, sanate le ferite di chi giaceai lati della strada.– Andate, salutate tutti i fratelli da parte delMinistro, del Definitorio e di questa fraternitàdella curia.– Andate, mettevi in cammino, perché è lungoil cammino dove il Signore ci viene incontroe ci mostra le esigenze della nostravocazione.– Andate, e con la benedizione del Signoree la mia obbedienza, fate come meglio visembra per essere graditi al Signore Dio.Andate e, se è bene per la vostra consolazione,o se lo ritenete necessario e voletevenire da me, venite fratelli (cf. LfL 3-4).Fr. José Rodríguez Carballo, ofmMinistro generale7. Conclusione dell’incontro con i Ministriprovinciali e Custodi: un ricordoRoma, Curia generale <strong>OFM</strong>, 29.01.<strong>2010</strong>DECALOGO DEL MINISTROCari fratelli Ministri e Custodi: alla fine delnostro incontro, e tenendo presenti alcune co-


50 AN. CXXIX – IANUARII-APRILIS <strong>2010</strong> – N. 1se che maggiormente sono risuonate durante ilnostro incontro, permettetemi che vi forra unsemplice “decalogo” del Ministro.1. Siate uomini di Dio, dedicando ampitempi alla preghiera, domandando costantementeal Signore il dono della saggezza perdiscernere in ogni occasione secondo Dio. Ricordate:il gregge non è vostro, ma del Signore.Egli ve lo ha affidato. Si rende necessariostare sempre in contatto con Lui per pascere ilgregge secondo Dio (cf. 1Pt 5,14).2. Siate uomini di ascolto e di dialogo, perché,come indica lo stesso termine “autorità”,siete chiamati a far crescere, a promuoverela dignità della persona. Ascoltare è uno deiministeri più importanti e guaritori che possonoe debbono esercitare i Ministri. Dialogare,dall’altra parte, è lasciarsi “attraversaredalla parola dell’altro”, cercare di mettersinella situazione del fratello. Né l’ascolto né ildialogo sono strategie per imporre quello cheuno crede o pensa. Sono mezzi necessari percercare insieme il meglio, anche sapendo chel’ultima parola ce l’ha il Ministro (cf. VC 43).Spingete i frati ad assumere responsabilità erispettatele ed esigetele una volta assunte (cf.Il servizio dell’autorità =SA 25a). Promovete,in ogni momento, una spiritualità di comunione.3. Sentitevi in cammino, mendicanti di senso,e compagni di cammino dei fratelli che ilSignore vi ha affidato; stando loro vicini inogni momento e pro-vocandoli per passaredal buono al meglio, come Gesù fece con i discepolidi Emmaus (cf. Lc 24,13ss). Garantitealle vostre Fraternità tempi e qualità di preghierae anche di discernimento. Mettete le vostreEntità in atteggiamento di discernimentopermanente e di verifica constante della vita emissione. Lucidi, ma anche audaci evangelicamenteparlando.4. Siate liberi, servendo tutti, senza lasciarvimanipolare da alcun gruppo di pressione,tenendo sempre il Vangelo, la Regola ed il benedei fratelli come “regola” del vostro comportamento.Fatevi, come Paolo “tutto a tutti”.Niente e nessuno vi tolgano la libertà di agiresecondo Dio.5. Siate misericordiosi, come ci chiede lostesso san Francesco nella Lettera a un Ministro(7-10), senza abdicare dal vostro serviziodell’autorità (cf. VC 43), ricordando, principalmentecon la testimonianza della vostra vita,le esigenze del Vangelo e della nostra formadi vita. Non siate mai “tiranni”, nemmenospiritualmente (cf. 2Cor 2,24). Sviluppate unapedagogia del perdono. In ogni momento siatestrumenti dell’amore di Dio che accoglie, corregge,e dà sempre una nuova opportunità a chisbaglia o pecca (cf. SAd).6. Siate appassionati della vita e missionefrancescana. Trasmettete, sempre, questa passioneai fratelli. Seminate con entusiasmo, comese tutto dipendesse da voi, sapendo che chifa crescere il seme è Lui (cf. Mc 4,26ss).7. Siate sentinelle del mattino. Tenete gliocchi sul futuro, anticipate il futuro. Per questoaffrontate il ridimensionamento delle Entitàin funzione della missione e del futuro,verso il quale vi spinge lo Spirito. Ricordateche, se è vero che abbiamo una grande storiada ricordare e trasmettere, è anche veroche abbiamo una grande storia davanti chedobbiamo costruire (cf. VC 110). Affrontateil ridimensionamento di presenze e anche diEntità come un momento di grazia pasquale,per cercare di ridarci significato in modo piùsemplice e vulnerabile, ma anche più profeticoe certamente più da minori (cf. Portatoridel dono del Vangelo =PdV 31). Con senso difuturo promuovete sempre una missione condivisacon i laici (Cf. PdV 25).8. Siate custodi di speranza e animatori,senza tralasciare il governo, infondendo animoe speranza nel cuore dei fratelli, particolarmentenei momenti difficili. Siate modelli delgregge, “con la parola, il comportamento, lacarità, la fede, la purezza…” (1Tim 4,12). Nonsiate semplici gestori della routine. Non rassegnatevimai alla mediocrità. Fate memoria costantedelle esigenze radicali del Vangelo cheabbiamo promesso di “osservare fedelmente”(Rb 1,1), e della Regola, midollo del Vangelo,che abbiamo professato.9. Siate accompagnatori dei fratelli nelcammino di Formazione Permanente. Questocompito appare, oggi, come uno dei più urgentiper la nostra vita e missione. Senza FP lanostra vita si incamminerà verso un impoverimentodesolante. Senza FP non è possibile unafedeltà creativa, come ci chiede la Chiesa ed ilmondo (cf. VC 37). D’altre parte, senza FP nonci può essere un’adeguata formazione iniziale.10. Lavorate instancabilmente per l’interprovincialità,futuro della nostra Fraternitàuniversale. Nessuna Entità, per ricca che sembri,può prescindere dagli altri. Superate lamentalità provincialista e, in ogni momento,promuovete l’interprovincialità ed il senso diappartenenza all’Ordine (cf. PdV, 31).


EX ACTIS MINISTRI GENERALIS 51Ricorda1. L’autorità è prima di tutto autorità spirituale,posta al servizio di un progetto evangelicodi vita che i fratelli devono coltivare e al qualedevono lavorare, in primo luogo i ministri.2. L’autorità in chiave evangelica e francescanasi esercita attraverso l’obbedienza ed ilservizio: obbedienza al Vangelo, servizio aifratelli e al carisma.3. L’autorità in chiave evangelica e francescanacrea comunione e corresponsabilità.Per questo il Ministro non può agire da solo.Anche se tocca a lui, in molti casi, la decisioneultima, deve sempre essere disposto ad ascoltaree collaborare, principalmente con il suoDefinitorio. Solo con questi atteggiamenti puògestire adeguatamente il cambiamento; cambiamentoche comporta non solo passare da unpunto ad un altro, ma anche stabilire processi,e soprattutto, avere un’idea del futuro.4. L’autorità non può mai essere esercitataper un meschino desiderio di guadagni, ma colcuore (cf.1Pt 5,14). Questo comporta disinteresse,prontezza, serenità, gratuità. Le deformazioniprodotte dall’ambizione, la vanità e losfruttamento dell’altro, sono sempre una fortetentazione.5. Siete Ministri 24 ore al giorno. L’animazionespirituale richiede “una presenza costante,capace di animare e proporre, di ricordarela ragione d’essere della vita consacrata, diaiutare le persone che devono rispondere confedeltà sempre rinnovata alla chiamata delloSpirito” (Benedetto XVI, 22/V/2006).6. Esercitare l’autorità in chiave evangelicae francescana non è facile. Lo scoraggiamentoed il disincanto di fronte a resistenze osituazioni che possano sembrare irrisolvibilipossono far si che si presenti la tentazione dilasciar perdere e lasciare che se la sbrighi ilsuccessore. Di fronte a questa o a tentazioni similidobbiamo ricordare che essere “Ministro”non è un privilegio, ma un servizio. Allo stessotempo dobbiamo pregare insistentemente:“non lasciarci cadere in tentazione” (Mt 6,13).Fratelli, ascoltiamo quello che il Signore,con le parole di Paolo, dice a tutti e a ciascunodi noi:“Siate lieti nella speranza, forti nella tribolazione,perseveranti nella preghiera, sollecitiper le necessità dei fratelli”(Rm 12,12-13)Fr. José Rodríguez Carballo, ofmMinistro generale8. Linee guida di animazione per il sessennio<strong>2010</strong>-2015RIPARTIREDAL VANGELOPRESENTAZIONECari fratelli e sorelle,il Signore vi dia pace!Terminate le celebrazioni della grazia delleorigini, noi fratelli e sorelle siamo chiamati adare continuità a quanto abbiamo celebrato inquesti anni di grazia, che ci hanno portato allacelebrazione dell’VIII centenario della fondazionedell’Ordine dei Frati Minori.Fin dai suoi primi incontri il Definitorio generale,eletto nel Capitolo di Pentecoste 2009,ha pensato di offrire alcuni orientamenti generaliper l’animazione della vita dei Frati neiprossimi sei anni, in continuità con il progettoLa grazia delle origini, e tenendo semprepresente le Priorità. Frutto della riflessionecompiuta è il documento che oggi vi presento:Ripartire dal Vangelo. Linee guida di animazioneper il sessennio <strong>2010</strong>-2015.Il Progetto contempla tre momenti o tappe:vivere il dono del Vangelo (anni <strong>2010</strong>-2011),restituire il dono del Vangelo (anni 2012-2013) e rifondare le nostre presenze (2014-2015). Ogni momento ruota attorno ai seguentinuclei principali: il Vangelo come punto dipartenza, la nostra missione evangelizzatrice,in dialogo con il mondo, rifondare e rinnovarele nostre strutture.Il Vangelo come punto di partenzaIl punto di partenza e il centro del suddettoprogetto di animazione sono il Vangelo, dacui il titolo: Ripartire dal Vangelo. Da più ditrent’anni, e cioè dal Vaticano II, la nostra vitae missione sono stati oggetto di analisi finoalla sazietà. Senza dubbio dobbiamo continuarea fare queste analisi, se non vogliamoperdere il treno della storia. I tempi delicati efaticosi che stiamo attraversando (cf. VC 13),i cambiamenti continui e rapidi ai quali siamosottomessi, ci obbligano a questo. Però nonpossiamo fermarci alle analisi delle cause checi hanno portato alla situazione attuale, né aglistudi scientifici di un passato irrimediabilmenteandato. Non basta nemmeno determinareuna serie di strategie orientate a configurare un


EX ACTIS MINISTRI GENERALIS 53volte lo Spirito del Signore ci spingerà ad andarefino ai confini del mondo. È la missionead gentes, espressione piena della missione intergentes, che “mette in singolare evidenza ilmomento iniziale della fede” (PdV 18), e allaquale l’Ordine non può rinunciare, poiché inessa si gioca la fedeltà ad una delle sue caratteristichefondanti (cf. Rb 12). E tutto questo inFraternità, prima forma di evangelizzazione,consapevoli che “nessun progetto di evangelizzazioneè iniziativa o patrimonio personaledi nessuno: è sempre la Fraternità che evangelizza”(PdV 27). Si rende urgente la creazionedi Fraternità profetiche, di Fraternità segno(PdV 8).In docilità allo Spirito, unendo le caratteristichedella missione inter gentes e della missionead gentes, leggendo i segni dei luoghi, ea partire dalla nostra condizione di minori tra iminori della terra, a qualsiasi altro luogo dobbiamopreferire di abitare le frontiere, lasciandocisedurre dai chiostri dimenticati e inumani(cf. Sdp 37). Per questo il documento del Capitolo2009 ci invita a decentrarci e ad esseremeno autoreferenziali (cf. PdV 14). S’impone,cari fratelli e sorelle, che allarghiamo lo spaziodelle nostre tende (cf. Is 54,2) dell’immobilismoe dello stallo che minacciano di paralizzareil nostro dinamismo evangelizzatore (cf.PdV 12).Cari fratelli e sorelle: molte volte abbiamomanifestato la preoccupazione per la distanzache solitamente esiste tra ciò che diciamo opredichiamo e la nostra vita reale. Non possiamocontinuare costatando semplicementeil fatto. È ora di testimoniare il Vangelo, dauna profonda esperienza di fede, in fraternitàe minorità, e inseriti nella realtà. È ora di metterciin movimento, di attraversare le frontiereantropologiche e geografiche, di percorrere icammini del mondo, essendo meno campanilisti,meno provincialisti. Il mondo ha piùbisogno che mai del Vangelo. Non possiamodefraudarlo! È ora di partire!In dialogo con il mondo“Andate per il mondo intero” (Mc 16,15).Gesù, inviato dal Padre, invia anche noi suoidiscepoli. Il campo della missione dei FratiMinori è inter gentes, ossia nelle piazze enelle strade, nei luoghi dove gli uomini e ledonne s’incontrano, vivono, lavorano, soffronoe godono. Non possiamo accontentarci soloaspettando coloro che vengono. È necessariometterci in cammino. È necessario andare incontroagli uomini e alle donne per annunciareloro il Vangelo, con fantasia e creatività evangeliche,benché ciò non sia privo di difficoltà.Il mondo è il nostro chiostro, ripetiamocon un certo orgoglio. Tuttavia, se vogliamoche sia una piattaforma valida per restituire ildono del Vangelo dobbiamo amarlo, sentiresimpatia ed entrare in dialogo con esso, “gettandouno sguardo positivo sui contesti e sulleculture in cui siamo immersi, scoprendovi leinedite opportunità di grazia che il Signore cioffre” (PdV 15). La cultura secolarizzata nondeve essere vista solo come una minaccia, maanche come una nuova e affascinante opportunitàper annunciare il Vangelo, come una sfidateologica e pastorale. Il mondo così non è soloun campo di battaglia, ma soprattutto un luogopreparato per seminare il buon seme. Nonpossiamo evangelizzare ciò che non amiamo.Perché non assumere la secolarizzazione comeuno dei segni dei tempi da leggere e interpretarealla luce del Vangelo? Il nostro è il tempoche Dio ci offre per annunciare la BuonaNotizia. Il Frate Minore non può rinunciare aproporre, con la vita e con la parola, la forzaliberatrice del Vangelo. È possibile individuare,tra le realtà negative e di crisi, i sogniemergenti degli uomini e delle donne per aprirecanali nella loro vita e anticipare il Regnoproclamato e vissuto da Gesù.Essere missionario nel mondo significa, anche,dialogare con la cultura del frammento,rivedere il linguaggio che utilizziamo, andarefino alla periferia e aprirsi ai nuovi aeropaghi.Questo è il senso profondo del ridimensionamentodel quale parliamo tanto. Questo nonconsiste solo nel chiudere le presenze e le opere.A volte non c’è che da chiudere per aprirci aquesti nuovi aeropaghi.Rifondare e rinnovare le nostre presenzeTutto questo processo si situa in quell’atteggiamentoal quale ci invitava già il documentofinale del Capitolo generale straordinariodel 2006: entrare in un processo costante didiscernimento (cf. Spc 35), rivedere seriamentela nostra missione e osare per sperimentarecammini inediti di presenza e testimonianza(cf. Spc 33).Da questo discernimento e da tale revisionenessuna Entità e nessun Frate può considerarsiesente. È urgente fare una sosta nel camminoper discernere dove stiamo, verso dove andia-


54 AN. CXXIX – IANUARII-APRILIS <strong>2010</strong> – N. 1mo, verso dove ci spinge lo Spirito e verso dovevogliamo andare. Questo è ciò che precisamentesi propone il moratorium deciso nell’ultimoCapitolo generale (cf. Mandato 10).Data la situazione attuale, in molti casi,questo discernimento porterà necessariamenteal ridimensionamento, processo doloroso,certamente, ma che può essere vissuto comeun momento di grazia pasquale per tentare diridarci un significato in una maniera più profetica(cf. PdV 31).Tutto ciò comporta una rivitalizzazione endogena,una conversione profonda al Vangeloe alla forma di vita che abbiamo abbracciatocon la professione. Solo così potremo inventarestrutture adeguate alle situazioni attuali, cheda una fedeltà dinamica alle origini ci permettanodi essere provocatori, di porre interrogativiagli uomini e alle donne di oggi, e fare unaproposta vocazionale convincente.Di fronte a queste esigenze, e se il carismadi Francesco appartiene alla Chiesa e al mondo,e non solo a noi, non possiamo permettereche questo muoia. Molte strutture dovrannomorire, incluse alcune Entità, però ciò che nonpossiamo permettere è che muoia il carisma,anzi di più, dobbiamo rivitalizzarlo. Questa èla nostra responsabilità nel momento attuale,ad esso tende precisamente il ridimensionamento.Appello finaleMiei cari fratelli e sorelle, davanti a noi sipresenta una grande opportunità che è nellostesso tempo una grande responsabilità: ravvivarela nostra vita evangelica. Questo puòessere il frutto più bello della grazia delle originiche insieme abbiamo vissuto in questi anni.Chiamati a ravvivare in noi l’impulso delleorigini, lasciamoci impregnare dal Vangeloe saremo trasformati in uomini nuovi, liberi,evangelici, autentici servi della Parola nell’impegnodell’evangelizzazione. In continuitàcon l’esperienza di Francesco anche oggi noiaccogliamo e conserviamo nel cuore il Vangelo,perché sia sempre lampada per i nostripassi, luce sul nostro cammino (cf. Sal 118,105), in modo tale che le nostre opzioni concreterispondano alle esigenze del Vangelo cheabbiamo promesso di osservare fedelmente.Cari fratelli e sorelle, io, vostro Ministro eservo, in profonda comunione con i fratelli delDefinitorio, vi supplico, nella carità che è Dio(cf. 1Gv 4,16), che accogliate con benevolenzale mie parole e poniate in pratica quanto chiedequesto progetto di animazione che vi proponiamocome Definitorio generale per questianni <strong>2010</strong>-2015.“E tutti quelli e quelle che con benevolenzale accoglieranno […], li benedica il Padre e ilFiglio e lo Spirito Santo. Amen” (2Lf 88).Roma, 2 febbraio <strong>2010</strong>.Festa della Presentazione del SignoreFr. José Rodriguez Carballo, ofmMinistro generale <strong>OFM</strong>IL PROGETTOCelebrando la grazia delle origini siamo riandatia san Francesco, ed egli ci ha rinviati aGesù Cristo e al suo Vangelo. La Protoregolaconteneva poche frasi evangeliche che esprimevanole esigenze radicali della “sequelaChristi”. Per seguire con rinnovata fedeltà ilnostro Padre san Francesco, ripartiamo anchenoi dal Vangelo, per viverlo con lui incarnandonel nostro tempo le Priorità del nostro carisma.Il Vangelo è la nostra regola e vita (cf. Rb1,1). Esso è il nucleo essenziale della nostraprofessione (cf. CCGG 5,2). Ciò esige di faredel Vangelo la norma suprema della nostravita (personale e fraterna), mettere al centro lapersona di Gesù, lasciare che sia il Vangelo ailluminare e guidare le nostre decisioni, i nostriprogetti, lasciarci coinvolgere nell’avventuradi Dio, fidarci, rischiare, aprirci alle Sueesigenze, a quelle più radicali.Ripartire dal nocciolo da cui è fiorito il carismafrancescano, il Vangelo appunto, significariandare all’intuizione carismatica di Francesco,prima che si mescolasse con l’istituzionee poi con tante strutture materiali (cf. 1Cel 84).Noi studiamo e insegniamo la Parola di Dioagli altri, ma spesso non la facciamo entraredentro il nostro cuore, non ci lasciamo abitaredalla Parola, e non la viviamo con coerenzae autenticità. Abbiamo bisogno di passare ancoradall’intelletto al cuore, dalla conoscenzaall’adesione personale, da una fede conosciutaad una fede vissuta, per fare unità nella nostravita. Abbiamo bisogno di riascoltare con rinnovatoimpegno, l’invito di Gesù: “convertitevi,cioè, credete al Vangelo” (Mc 1, 15).Noi ci ritroviamo anche spesso a dover“mantenere” tante strutture che abbiamo ere-


EX ACTIS MINISTRI GENERALIS 55ditato e a svolgere la nostra missione evangelizzatricecon tantissime, a volte troppe, attivitàche ci affaticano fisicamente e spiritualmente.Abbiamo bisogno di rimettere la personae lo spirito al primo posto, e di passare daun’evangelizzazione affidata all’attivismo aduna evangelizzazione caratterizzata da nuovepresenze autenticamente evangeliche.Il nostro progetto è di ripartire dal Cristo edal suo Vangelo, per vivere e operare semprealla luce del Vangelo e riproporre alla Chiesae al mondo la fecondità di Cristo.Tanta gente, che vive una grave crisi di valorie ha perso i riferimenti spirituali, attendeda noi anzitutto una testimonianza autenticamenteevangelica, e ci chiede di essere nelmondo una presenza tangibile di Dio, del suoAmore, che interroga il mondo stesso.L’itinerarioLe tappe del cammino che vogliamo percorrereinsieme sono tre e le esprimiamo in questomodo: 1. Viviamo il dono del Vangelo, per rinnovarela nostra qualità di vita; 2. Restituiamoil dono del Vangelo al mondo con gesti concretie con creatività per rianimare la nostra missioneevangelizzatrice; 3. Rifondiamo le nostre presenzee strutture per essere più leggeri, liberi,significativi e profetici.Il dinamismo è suggerito dai verbi: viviamo– restituiamo – rifondiamo. Il nucleo centraleè sempre il Vangelo vivente che è la personadi Gesù, Parola fatta carne, e che vorremmo“rendere oggi vivente” in noi, nella nostra missione,e persino nelle nostre strutture.Indicazione metodologicaLe tre tappe tematiche sono contenute neldocumento del Capitolo di Pentecoste 2009,hanno una loro logica e consequenzialità interna,e crediamo possono fare da guida essenzialee concreta per un cammino di rinnovamentoe di nuova «fedeltà creativa» delle Fraternità edelle Entità dell’Ordine.Ogni tema dovrebbe essere considerato evissuto nella “tensione” missionaria e nellaapertura al mondo, secondo l’indicazione delCapitolo (cf. Mandati 1).I temi sono proposti per un cammino biennale,lasciando la libertà alle Province e Custodiedi organizzare i loro programmi. Le Entitàpossono anche prevedere un programma annuale,utilizzando in tal caso i sotto-temi interni.Per ogni tema viene riproposta la ISPIRA-ZIONE fondamentale, che rappresenta l’idealeverso cui tendere, con testi del Vangelo privilegiatida san Francesco, delle due Regole, delleCostituzioni generali e del documento finaledel Capitolo di Pentecoste 2009 Portatori deldono del Vangelo; si indicano alcune MEDIA-ZIONI, ossia programmi o attività che sonoindicati dai Mandati del Capitolo generale opromossi dai vari Segretariati e Uffici generalidi animazione, e che si considerano comestrumenti di animazione; vengono indicate alcunePROPOSTE CONCRETE (scelte, impegni,);e infine si suggeriscono alcuni GESTI ESEGNI che possono essere di aiuto per calarenella vita il tema approfondito. Tali Propostesono varie per dare ad ogni Entità la possibilitàdi scelta secondo i luoghi e le culture.Per gli approfondimenti in Fraternità dei temi“ispirazionali” in particolare consigliamodi usare la METODOLOGIA DI EMMAUS,con i momenti seguenti: riunirsi; parlare di ciòche si è vissuto in riferimento al tema; rileggerele esperienze alla luce della Parola e dellaRegola; pregare e lodare Dio per i doni ricevuti;celebrare la comunione fraterna; tornare aifratelli e alle sorelle che sono nel mondo con lanuova buona notizia (cf. Spc 45).Anni<strong>2010</strong>-2011VIVIAMO IL DONODEL VANGELO«Li chiamò perché stessero con Lui e permandarli a predicare» (Mc 3,14).«Teniamo ferme le parole, la vita e l’insegnamentoe il santo Vangelo di Colui che si èdegnato di pregare per noi il Padre suo e manifestarciil nome di lui» (Rnb 22,41).Ripartire dal Vangelo,come Discepoli e Testimoni,in ascolto del mondo di oggiISPIRAZIONETutto ha origine da Dio e ogni realtà apparecome dono di Dio; il dono più grande cheabbiamo ricevuto è «il Vangelo di Gesù CristoFiglio di Dio, dono che cambiò la vita di Francescod’Assisi e che cambia quella di ciascunodi noi» (PdV 5). «Il Poverello comprese sestesso interamente alla luce del Vangelo», ha


56 AN. CXXIX – IANUARII-APRILIS <strong>2010</strong> – N. 1ricordato il Papa Benedetto XVI.Tale forma di vita evangelica è la sequelaradicale di Gesù, come è stata presentata dasan Francesco e approvata oralmente dal PapaInnocenzo III nella Protoregola, e contenutanella Regola non bollata (cf. Rnb 1,1-5 = Mt19,21; 16,24; 19,29).Abbiamo viva la coscienza che la nostravocazione, la nostra professione è di essereveri discepoli di Gesù (cf. Rnb 1,1; Rb 1,1) e divivere il Vangelo «secondo la forma osservatae proposta da san Francesco» (CCGG 1,1)?Vivere il Vangelo in maniera “spiritualmenteletterale” significa ripartire dalla radiceevangelica che fa ritrovare l’unità fondamentaledelle nostre Priorità:• la dimensione contemplativa si alimenta deldono della fede (CCGG 90) e della letturae meditazione regolare del santo Vangelo(CCGG 22,1);• la comunione di vita in Fraternità nasce dal«dono donato da Dio» (CCGG 40) che èogni fratello e si esprime nello stile «evangelico»(CCGG 38) di vita;• la vita in minorità, povertà e solidarietàesprime l’essere «pellegrini e forestieri inquesto mondo» (CCGG 64);• la missione del Frate Minore non è che annunciareil Vangelo (CCGG 83,1; 88) attraversola testimonianza e la parola;• «compito primario della formazione èesporre e sperimentare il modo francescanodi vivere il Vangelo» (CCGG 127,4);• gli studi devono preparare «ad annunciare ilVangelo» (CCGG 162).L’accoglienza e l’osservanza del Vangelohanno reso Francesco e i suoi compagni «capacidi scelte che rendono concrete le lorointuizioni», specialmente riguardo all’uso deldenaro, all’«andare a cavallo», alla rinunciadei privilegi, alla fiducia nella Provvidenza,alla cura di una «Fraternità profetica», alla capacitàdi «leggere i segni dei tempi e incarnareil Vangelo in maniera concreta e comprensibilealla cultura del proprio tempo» (PdV 8).Ancora, a partire dal dono del Vangelo, apartire dalla “logica del dono”, Francesco hasviluppato una notevole «fantasia evangelica»(PdV 9) che lo ha portato a divenire l’annunciatoredel Vangelo di pace.Seguire Gesù comporta condividere con Luil’annuncio del Regno, come fu rivelato a sanFrancesco alla Porziuncola, attraverso il Vangelodell’invio dei discepoli, che è stato inseritonella Protoregola, ed è presente nella Regolanon bollata (cf. Rnb 14,1-4 = Lc 9,4-5; 10,5-7).San Francesco comprese che non potevaessere vero discepolo se non diventava anchetestimone di Gesù, e questa “rivelazione” locolmò talmente di gioia che esclamò: «Questovoglio, questo chiedo, questo bramo di farecon tutto il cuore» (1Cel 22). Per Francesco,la vocazione evangelica è strettamente legataall’evangelizzazione, la quale diventa espressionedi un incontro con il Cristo e con la suaParola (cf. 3Comp 13; 1Cel 22). Per Francesco,vocazione e missione coincidono (cf.LegM 4,2). Così «fin dai primi giorni la Fraternitàsi scopre chiamata ad annunciare quelloche vive» (PdV 7).Ed oggi, come ieri, tutti i Frati Minori «sonomandati affinché proclamino il Vangelo intutto il mondo ad ogni creatura» (CCGG 83,1),tutti «partecipino al mandato di evangelizzazionedella Chiesa intera» (CCGG 83,2), e tutti,«dovunque si trovino e qualunque attivitàesercitino, si dedichino al ministero dell’evangelizzazione»(CCGG 84).La vita come discepoli e testimoni è itineranzae simpatia per il mondo, che riconosciamocome il nostro chiostro, ed è anche condivisionecon la vita dei poveri e di quelli che sitrovano lungo la strada (cf. PdV 7).Sappiamo ascoltare gli interrogativi dellagente e farci anche noi mendicanti di senso (cf.Spc 6)? Siamo disposti ad accompagnare questomondo nel cammino verso la salvezza (cf.PdV 29)?MEDIAZIONI* Una sosta per discernere:Moratorium, n°1(vedere-dove ci troviamo?: analizzare lanostra qualità di vita, le sue potenzialità e debolezze,la nostra identità evangelica e doveci troviamo nella Chiesa e nel mondo – Anno<strong>2010</strong>);Moratorium, n° 2(giudicare-dove ci spinge lo Spirito? – Anno2011).* Aprire una “scuola di preghiera” in unaFraternità della Provincia o della Conferenza(Mandati 9).* Iniziative di animazione dei Segretariati perla Formazione e gli Studi, per le Missioni el’Evangelizzazione, e dell’Ufficio JPIC.PROPOSTE CONCRETE* Favorire l’incontro con il Vangelo e la personadi Gesù attraverso la lettura orante


EX ACTIS MINISTRI GENERALIS 57della Parola, personalmente e comunitariamente,in maniera frequente e regolare(Mandati 12; CCGG 22).* Condividere con i laici, con la FamigliaFrancescana e con i cristiani di altre Chieseincontri di formazione biblica, gruppi biblici,lettura orante della Parola.* Curare e/o rivedere la qualità della vita individualee comunitaria secondo le esigenzeradicali della “sequela Christi”; ad esempio:la sobrietà nel vestire e nel mangiare,la proprietà e l’uso privato o comunitariodegli autoveicoli e di altri mezzi tecnologici,la destinazione dei locali non utilizzati,qualche progetto di solidarietà con i laici infavore di persone emarginate o per le missioni,ecc.GESTI E SEGNI* Fare una celebrazione della riconciliazionein Fraternità per purificare e rinnovare lacomunione fraterna, in occasione del Perdonodi Assisi <strong>2010</strong>.* Celebrare in un modo particolare il 25° anniversariodello Spirito di Assisi il 27 ottobre2011, magari facendolo precedere da unTriduo (Mandati 29).* Far conoscere la Terra Santa, come il luogodell’incarnazione del Vangelo, anche attraversoil DVD della Custodia.Anni2012-2013RESTITUIAMOIL DONO DEL VANGELO«Andate in tutto il mondo e proclamate ilVangelo a ogni creatura» (Mc 16,15).«Quello che abbiamo veduto e udito, noilo annunciamo anche a voi, perché anche voisiate in comunione con noi» (1Gv 1,3).Andare al mondo(inter gentes e ad gentes),in Fraternità e Minorità,per vivere la nostra missione evangelizzatriceISPIRAZIONESan Francesco ci insegna (cf. Rnb 17,17;23,8) che «nulla ci appartiene, tutto è dono ricevuto,destinato ad essere condiviso e restituito»(Spc 19). Il primo grande dono è il Vangelo,che siamo chiamati a restituire con la vita(cf. PdV 10; 11). Noi Frati Minori ci sentiamochiamati a vivere nella logica del dono che hala sua fonte nell’Eucaristia (cf. Am 1; LOrd 28-29; Spc 22), e a considerare la nostra missioneevangelizzatrice come restituzione agli altridel dono del Vangelo ricevuto.Riconosciamo che il nostro primo impegnoè di imparare ad ascoltare la parola di Gesù e arestituirla agli uomini e alle donne di oggi (cf.PdV 10)?La prima forma di evangelizzazione è lacomunione di vita in Fraternità (cf. CCGG87,2).«È sempre la Fraternità che evangelizza»(PdV 27). Anche se l’attività è svolta daun singolo Frate, questi opera in nome e permandato della Fraternità.Perché questo possa avverarsi nella realtàconcreta e quotidiana è necessario che si elaboriun progetto fraterno di vita e missione inmodo da «integrare la missione evangelizzatricenel contesto della nostra vita e di stabilirvipriorità che guidino le nostre decisioni»(PdV 28).Noi andiamo per il mondo come fratelli ecome minori, «come servi e soggetti a tutti, pacificie umili di cuore» (CCGG 64).Le nostre relazioni fraterne si qualificanoper la semplicità, il farsi “più piccoli” diqualsiasi persona che si possa incontrare (cf.CCGG 67)?Il nostro porci in relazione come minori favoriscel’epifania dell’altro e la dignità di ognipersona umana (cf. CCGG 68,1)?La nostra minorità vissuta ci porta a farescelte coraggiose e ci conduce laddove vivonotanti migranti (cf. PdV 23)?Una Fraternità evangelica che vuol portareagli altri il dono del Vangelo ricevuto devesaper leggere i segni dei tempi per cogliernel’attualità e l’urgenza, e per condividere inprofondità la vita dei popoli, con tutta la lorocomplessità (cf. PdV 14).Sappiamo ancora «abitare le frontiere» geografichee antropologiche del nostro tempo(cf. PdV 22)? Vivendo in spazi comuni, dovecoabitano culture e religioni diverse, sappiamoformarci per il dialogo e restituire il Vangeloin questi stessi ambiti (cf. PdV 24)?San Francesco ci ha indicato due modi dievangelizzare: la testimonianza silenziosa (cf.Rnb 16,6; CCGG 90-99) e l’annuncio esplicito(cf. Rnb 16,7; CCGG 100-110). In queste dueforme si intrecciano «le caratteristiche dellamissione inter gentes con quelle della missionead gentes, in una sintesi che è resa possibile dalladocilità allo Spirito del Signore» (PdV 20).


58 AN. CXXIX – IANUARII-APRILIS <strong>2010</strong> – N. 1Anzitutto i Frati vivono tra le gente [intergentes] e si fanno soggetti a tutti confessando diessere cristiani, abbracciando «la vita e la condizionesociale dei piccoli, vivendo sempre tra[inter] di loro come minori» (CCGG 66,1).La missione inter gentes è un cammino direstituzione del dono del Vangelo: ha il suoparadigma nel Verbo incarnato, comporta diincarnare noi stessi nel nostro tempo e indica«un modo di renderci presenti là dove il Signoreci invia» (PdV 13).Per vivere e svolgere la nostra missione trala gente, sappiamo decentrarci da noi stessi(cf. PdV 14)? Sappiamo praticare il dialogoa vari livelli (cf. PdV 15)? Sappiamo inculturarcidi continuo imparando «il linguaggio delmondo e i suoi codici di comunicazione perrendere intelligibile il messaggio» (PdV 16)?«La missione inter gentes trova la sua pienaespressione e, in certo modo, il suo compimentonella missione ad gentes» (PdV 18;19) che comporta fare il primo annuncio (Kerigma),chiamare alla conversione, far nascerela Chiesa o sostenere e sviluppare le Chieseancora fragili e incomplete (cf. CCGG 117,2),proporre e impiantare il carisma francescano.La missione ad gentes non nasce da unainiziativa umana ma dall’ispirazione divina(cf. Rb 12,1), sospinge i Frati ad attraversarei confini sia geografici che antropologici,ad «abitare le frontiere», ad esercitare la nostraitineranza (cf. PdV 22), ad essere solidalicon i sofferenti e gli emarginati (cf. PdV 23),a «condividere lo spazio comune» divenutoplurale (cf. PdV 24), a «condividere la nostramissione con i laici come un atto di autenticarestituzione del Vangelo, dono di Dio per tuttala sua Chiesa» (PdV 25).Sapremo ritrovare «la forza e l’ardore missionarioche talvolta sembra venire meno» (PdV20), rinnovando la docilità allo Spirito e l’accoglienzadell’ispirazione del Signore?MEDIAZIONI* Una sosta per discernere:Moratorium, n° 3(agire-dove vogliamo andare? Opzioni daprendere per il futuro prossimo - Anno 2012).* Sostenere e animare il servizio per il dialogoecumenico, interreligioso e interculturale(Mandati 28).* Far entrare la Provincia «in una culturadel progetto di vita e missione» (PdV 28)accompagnando «ogni Fraternità localenell’elaborazione del progetto di vita fraternaalla luce delle linee emanate da questoCapitolo» (Mandati 7).* Animazione e iniziative dei Segretariati generaliper la Formazione e gli Studi, per leMissioni e l’Evangelizzazione, e dell’Ufficiodi JPIC.* Consiglio Plenario dell’Ordine (Mandati 46).PROPOSTE CONCRETE* Promuovere la formazione alla missioneevangelizzatrice, a livello sia teorico siaesperienziale (Mandati 17), con « esperienzeformative missionarie» (Mandati 18),coltivando la sensibilità sociale e la letturaattenta dei segni dei tempi e dei luoghi (cf.PdV 29).* Verificare come stiamo percorrendo i camminidi restituzione del dono del Vangeloindicati dal Capitolo generale 2009 (cf.PdV 12-16).* Rendere più “missionaria” la pastorale parrocchialee la pastorale educativa (Mandati13; 19), utilizzando i rispettivi sussididell’Ordine.* Rendere presenti nella nostra vita di orazionee devozione, come pure nella vita quotidianae nell’esercizio dei nostri ministeri ivalori della giustizia, della pace e dell’integritàdel creato, che sono radicati nel Vangelo(cf. PdV 30)GESTI E SEGNI* Assicurare che almeno una Fraternitànell’Entità risponda alle esigenze dellanuova evangelizzazione, secondo il Mandato13.* Assumere il mese di ottobre come un tempoforte di celebrazioni, formazione e impegnoper la missione.* Impegnarsi nella restituzione del Vangeloattraverso un gesto di solidarietà versole missioni dell’Ordine, con un contributoeconomico e/o di personale.* La Fraternità promuova un incontro interreligiosoo interculturale con gli immigratiche si trovano nel territorio.Anni2014-2015RIFONDIAMOLE NOSTRE PRESENZE«Allarga lo spazio della tua tenda» (Is54,2).


EX ACTIS MINISTRI GENERALIS 59«La condussero [la Povertà] su di un collee le mostrarono tutt’intorno la terra fin dovegiungeva lo sguardo, dicendo: questo, signora,è il nostro chiostro» (SCom 63): il nostrochiostro è il mondo!Rivedere e rinnovarele nostre persone,Fraternità, attività e strutture,e sviluppare la collaborazionee il ridimensionamentoISPIRAZIONELa nostra opzione fondamentale è di vivereil dono del Vangelo secondo la forma propostada Francesco e di restituirlo al mondo, comefratelli e minori, immersi in un’epoca di rapidicambiamenti, che offrono paradigmi, categoriee sfide inedite. Tale coscienza ci chiede undiscernimento permanente, una seria revisionedelle nostre scelte pratiche, e soprattutto «ilcoraggio di iniziare cammini inediti di presenzae di testimonianza» (Spc 33).Una valutazione costante della nostra vitaci è richiesta anche dai sintomi di malessereche si registrano nelle nostre Fraternità. Lastanchezza e rassegnazione in non pochi Fratiche frenano la fantasia e l’entusiasmo di altri;l’affaticamento fisico e spirituale dovuto alletroppe attività che molti Frati s’impongono disvolgere; il debole senso di appartenenza allaFraternità locale come a quella provinciale euniversale, che rende individualisti e/o provincialisti;la chiusura nel locale che impediscel’apertura alla collaborazione anche interprovincialee indebolisce la significatività e qualitàdella vita; le molteplici fragilità vocazionalie la sempre più frequente crisi di fede, la qualenon guida più le scelte e i comportamenti deiFrati. Questi e altri segni simili ci dicono lanecessità di purificare, rivitalizzare, rinnovarele nostre presenze con tutto quello che essecomportano.Si tratta di “rifondare” la nostra vita sulfondamento del Vangelo. Una “rifondazione”,però, che non si limita alle strutture, ma chevuol partire dalle persone, ossia dai Frati e dallenostre Fraternità. Non serve ristrutturare leopere o le Province se non si rifonda la nostraqualità di vita evangelica e la nostra missioneevangelizzatrice; è però importante rivedere lenostre strutture perché esse siano sempre e soloal servizio della vita e della missione.È giunto il momento di ricominciare, di ripartiredall’entusiasmo degli inizi, dalla radicedel nostro carisma che è il Vangelo, dallapersona di Gesù che un giorno ci ha chiamatoe sedotto.È giunto il momento di “rifondare” la nostraumanità nei suoi aspetti più positivi e nellerelazioni interpersonali; “rifondare” la nostrafede perché sia sempre più un incontro personalecon il Cristo e un’esperienza dell’amoredel Padre; “rifondare” e rinnovare la nostraprofessione di vita evangelica e francescana.È giunto il momento di riqualificare le nostreFraternità, che hanno bisogno di una curaparticolare (cf. Spc 27) e di «un accompagnamentoe una cura materna non solo nella formazioneiniziale, ma per tutta la vita» (Spc 32).C’è bisogno anche di ridisegnare le nostreattività e presenze, consapevoli che la personadi ogni Frate Minore viene prima di qualsiasi attivitàe prima dei luoghi, e che si deve sempreprivilegiare l’essere al fare, la vita all’attività.Non si può continuare ad assicurare gli impegniche venivano coperti in passato con il doppio delpersonale attuale.È quindi urgente ridurre le attività e le opereper rafforzare la qualità di vita. È indispensabilefare un discernimento approfondito sullepriorità dei vari tipi di attività (parrocchie,santuari, scuole, giovani, nuove forme e nuoveemergenze) e sulle priorità dei tipi di presenze(Fraternità di formazione, di evangelizzazionetradizionale, di nuova evangelizzazione).Ridisegnare le attività è necessario per rivitalizzarela risposta vocazionale e il progettoevangelico di vita e missione.Anche le Entità dell’Ordine hanno bisognodi essere rinnovate e ristrutturate perché sianodi sostegno e non di ostacolo per la fedeltà“gioiosa e creativa“ di ogni Frate minore. «Lestrutture sono necessarie, ma devono essere alservizio della vita. […] Le nostre strutture devonoprovenire dall’interno del nostro propriocarisma di Fraternità-in-missione evangelizzatricee contemplativa» (CPO 2001, Fraternitàin missione in un mondo che cambia: documentofinale, principi ispirazionali 3).La ristrutturazione comporta necessariamenteun cambiamento. Ma oggi, «nel nostroOrdine questo cambiamento è una realtà chesi fa ogni volta più visibile e che può rappresentareuna inedita opportunità per superare lamentalità provincialista e incrementare la interprovincialitàe il senso di appartenenza alleConferenze e all’Ordine» (PdV 31).Il cammino di collaborazione interprovinciale,attraverso il quale passa il futuro


60 AN. CXXIX – IANUARII-APRILIS <strong>2010</strong> – N. 12011– Congresso dei Formatori dell’America Meridionale(Maestri dei Professi Temporanei,dei Postulanti o Animatori Vocazionali).– Congresso dei Formatori dell’Africa (Maedell’Ordine,può portare al «”ridimensionamento”delle persone e delle Entità che spessocomporta chiusure e fusioni per le une e lealtre», ma ciò «è parte delle revisioni e ristrutturazioni»(PdV 31).Tale processo di rifondazione delle strutturepuò essere anche doloroso, siamo tuttaviachiamati a scoprire in esso «un momento digrazia pasquale per tentare di ridarci significato,in una maniera più semplice e più vulnerabile,ma anche più profetica e certo maggiormenteda minori, là dove siamo già presenti»(PdV 31).Le nostre ristrutturazioni interne devonoessere ispirate anche dalle provocazioni o urgenzeche ci arrivano dal mondo di oggi, alquale l’Ordine vuole porre più attenzione (cf.PdV 14), e dalla lettura dei «segni dei tempi edei luoghi» (cf. PdV 29).D’altronde, anche le missioni “ad gentes”richiedono «la collaborazione tra le diverseEntità, in una prospettiva di scambio reciprocotra le Entità più giovani e quelle di più anticatradizione» (PdV 21).MEDIAZIONI* Collaborare per lo studio interdisciplinaresulla situazione e sul governo dell’Ordine(Mandati 14; 45).* Chiarire «obiettivi, metodi e tipologie» invista di un ridimensionamento e di una ristrutturazionedelle attività e delle presenze(Mandati 47).* Mettere in atto gli strumenti indicati nel PdV21 per sviluppare la collaborazione interprovinciale.PROPOSTE CONCRETE* Favorire la collaborazione, anche economica,tra le Province, nelle Conferenze e alivello di Ordine.* Aprire e/o sostenere le case di formazioneinternazionali e interculturali (Mandati 37).* Attuare le indicazioni concrete sull’interdipendenzae sull’internazionalità e interculturalitàproposte dal Capitolo spiritualestraordinario del 2006 (Spc 57).* Ridisegnare le attività nelle Entità e darenuova destinazione a tante nostre strutture.GESTI E SEGNI* Iniziare e/o sviluppare progetti di evangelizzazionee missione interprovinciali(Mandati 30).* Rafforzare la collaborazione con i laicinelle attività e opere di evangelizzazione(Mandati 31).* Curare la formazione alla trasparenza, allasolidarietà e all’eticità «per quanto concernel’economia, alla luce della nostra spiritualitàfrancescana» (Mandati 54).* Celebrare un Capitolo delle stuoie interprovincialecon la partecipazione della FamigliaFrancescana e dei laici sul tema dellanostra presenza nel mondo di oggi.ALTRE ATTIVITÀCOMPLEMENTARIDI ANIMAZIONEAttività periodiche– contro annuale del Definitorio generale coni neo-Provinciali (gennaio), con i Presidentidelle Conferenze (maggio) e con i Visitatorigenerali (novembre).– Incontri del Definitorio generale con leConferenze.– Incontri delle Conferenze (biennali).– Sostegno e sviluppo delle presenze missionariein Terra Santa, Marocco, Africa,Amazzonia, Asia, Europa occidentale eorientale (Mandati 21-27).– Corsi sul dialogo ecumenico e interreligiosoa Istanbul (ottobre di ogni anno).– Master per la formazione dei formatoripresso la PUA (annuale).– Corso di GPIC presso la PUA (annuale).– Master di evangelizzazione dell’ITF di Petrópolisin Brasile.– Corsi di formazione missionaria a Bruxelles.<strong>2010</strong>– Capitolo delle Stuoie per le Case dipendentidal Ministro generale.– Congresso dei Formatori dell’Asia (Maestridei Professi Temporanei, dei Postulantio Animatori Vocazionali).– Incontro degli animatori GPIC dell’Africa.– Incontro degli animatori GPIC europei inPolonia.– IV° Congresso internazionale degli educatorifrancescani in America Latina.


EX ACTIS MINISTRI GENERALIS 61stri dei Professi Temporanei, dei Postulantio Animatori Vocazionali).– II° incontro delle Presidenti delle SuoreConcezioniste (Toledo).– II° incontro dei Vescovi, Arcivescovi eCardinali <strong>OFM</strong>.– III° incontro dei Vicariati apostolici affidatiall’Ordine.– Partecipazione della Famiglia Francescanaalla GMG (Spagna).– Incontro per il 25° anniversario dello Spiritodi Assisi (27 ottobre 2011).2012– Centenario dell’origine dell’Ordine di santaChiara (2012).– Congresso dei Formatori dell’Europa Occidentale(Maestri dei Professi Temporanei,dei Postulanti o Animatori Vocazionali).– Congresso dei Formatori dell’America Settentrionale(Maestri dei Professi Temporanei,dei Postulanti o Animatori Vocazionali).– Congresso dei Formatori dell’EuropaOrientale (Maestri dei Professi Temporanei,dei Postulanti o Animatori Vocazionali).– II° incontro delle Presidenti delle SuoreClarisse (Assisi).– Incontro internazionale degli Assistentidelle Federazioni delle Clarisse e delleConcezioniste (Assisi).– IV° Capitolo internazionale delle Stuoie deiFrati “under Ten”.2013– Consiglio plenario dell’Ordine.– Congresso internazionale dei Segretari provincialiper la Formazione e gli Studi - Assisi– I° incontro internazionale degli Archivistidell’Ordine.– Assemblea internazionale della GiFra.2014– Congresso internazionale sulla missioneevangelizzatrice.– Sussidio di formazione permanente sul capitoloV delle CCGG: “Per questo Dio vimandò nel mondo”.2015– Capitolo generale <strong>OFM</strong>.AbbreviazioniCCGG Costituzioni generaliCPO Consiglio Plenario dell’Ordine1Cel Vita prima di Tommaso da Celano3Comp Leggenda dei Tre CompagniLegM Leggenda Maggiore di san BonaventuraPdV Portatori del dono del VangeloRb Regola bollataRnb Regola non bollataSCom Sacrum CommerciumSdp Il Signore ti dia paceSpc Il Signore ci parla lungo il cammino9. Carta a los Ministros y Custodios de laConferencia brasilianaQueridos Ministros:Paz y Bien.Por medio de Fr. Nestor os envío este saludo,muestra de mi cercanía y agradecimientopor vuestra labor de animación a favor de loshermanos que os han sido confiados. Sentirosacompañados en todo momento por el Ministroy por el Definitorio. Vuestras alegrías sonlas nuestras, vuestros sufrimientos los nuestros.A cada uno de vosotros os digo, comodecía san Francisco a sus hermanos: “Confíaen el Señor y él cuidará de ti”.Por otra parte deseo aprovechar esta ocasiónpara subrayar algunos puntos que consideroimportantes a tener presentes en la animaciónde nuestros hermanos en estos momentos.1. La prioridad de la personaComo bien sabéis “autoridad” significa“hacer crecer”. Quienes ejercen el servicio dela autoridad deben promover la dignidad de lapersona, prestando atención a cada hermano ya su camino de crecimiento humano, espiritualy vocacional, haciendo a cada uno el don de lapropia estima, nutriendo un sincero afecto paracon todos. La persona de nuestros hermanosmerece vuestra atención principal y constante.Antes de cualquier actividad o proyecto, antesde los lugares de presencia, antes de cualquierotra cosa poned a los hermanos.La estructura fundamental de nuestra Ordenes la persona del hermano en relación, comonos recordó el Consejo Plenario de la Orden enGuadalajara (México) en el 2001. No se puedensacrificar las personas por mantener las muchas–a veces demasiadas-, actividades que tenemos.Corremos el riesgo de perder al hermano y tenerque sacrificar luego la estructura.


62 AN. CXXIX – IANUARII-APRILIS <strong>2010</strong> – N. 1En el corazón de nuestro servicio estáacompañar, cuidar y sostener la persona denuestros hermanos. Esto exige dedicarlestiempo, a veces mucho tiempo. Escuchadles,estadles cercanos. Las cuestiones burocráticaslas podréis delegar. El acompañamiento de loshermanos –particularmente de los hermanosen dificultad-, es indelegable, es vuestra principalresponsabilidad.2. Calidad evangélica de vida y misiónCreo que ya pasó el tiempo del mito de lacalidad y de los números. Lo que el Señor nospide, lo que la Iglesia necesita y lo que da significadoa nuestra vida y misión es la calidadevangélica capaz de irradiar el gozo de vivir deCristo Señor y de atraer a los otros a la Palabray a su Persona.En este contexto, el Capítulo ha pedido laelaboración del Proyecto fraterno de vida ymisión. Es este un compromiso de todo Ministro:acompañar la elaboración de dicho Proyecto(cf. PdE 7. 27- 28). No abdiquéis, queridosMinistros, de este servicio a los hermanos.Ese proyecto ha de garantizar a los hermanosy a la fraternidad la centralidad de Diosen la vida de cada día (cf. PdE 12); una vidafraterna en la que haya comunión, intercomunicacióny calidad y verdad en las relacionesde los hermanos entre sí (cf. PdE 27); una vidade minoridad, solidaridad y pobreza que pasapor preferir habitar en la frontera (cf. PdE23), la atención a los excluidos de la sociedad(cf. Mandato 43), y en el campo de la economíapor la transparencia y la solidaridad (cf.Mandato 51); por una formación que prioricela formación permanente, como humus dela fidelidad creativa y de la formación inicial(cf. Mandato 11, 33), y que tenga en cuenta losprincipios de la Ratio (cf. Mandato 34); y poruna evangelización que tenga en cuenta, entreotros aspectos que aparecen en el documentoPortadores del don del Evangelio, las exigenciasque presenta el Mandato 13 del últimoCapítulo general.3. Discernir para optarDiscernir es una necesidad en esta sociedadque cambia rápidamente, si no queremos perderel tren de la historia. Ya el Capítulo del2003 nos invitaba a ello (cf. Shc 7). Se hacenecesario examinarlo todo y quedarnos con lobueno (1Ts 5, 21), distinguir lo que viene delEspíritu y lo que le es contrario (cf. VC 73).Para ello, entre otras cosas, hemos de saberleer los signos de los tiempos y de los lugarespara dar una respuesta desde el Evangelio, enel seno de la fraternidad (cf. Shc 6).4. El moratoriumUno de los medios para el discernimientoes el moratorium. En mi informe al Capítulo2009 proponía un tiempo de moratorium paratoda la Orden. Después de una seria reflexión,el Capítulo acogió dicha propuesta, tal comoaparece en el mandato n. 10. El moratoriumes definido como “un proceso de reflexión ydiscernimiento”.Un proceso que, en principio,durará tres años: <strong>2010</strong>-2012, y que debeinvolucrar “a todas las Entidades de la Orden”.Comporta un alto en el camino “activo”:“tiempo de reflexión y discernimiento”, a partidde preguntas como: ¿dónde nos encontramos?¿Hacia dónde queremos ir? ¿Hacia dóndenos empuja el Espíritu? No quiere ser unareflexión teórica: debe partir de nuestra realidadconcreta –“debilidades y posibilidades”-,y debe aterrizar en opciones concretas que sedeben emprender en un futuro próximo.El moratorium, como yo mismo digo enla presentación del “subsidio” preparado porel Definitorio general, es proceso que exigevalentía: valentía para evaluar nuestra viday misión, como ya pidió el Capítulo generalextraordinario del 2006 (cf. Shc 33. 35). Valentíapara dejar de seguir con “remiendos”,“improvisaciones” o con un activismo faltode reflexión, que tanto daño hacen a nuestramisión evangelizadora. Valentía para emprenderopciones concretas y no quedarnos en unverbalismo fácil. Personalmente creo que esimprescindible hacer ese alto en el camino siqueremos actuar las tres propuestas que hiceen el proyecto La gracia de los orígenes, queguió toda la preparación y celebración del VIIICentenario de la Fundación de nuestra Orden,y que entonces sinteticé en tres movimientos:centrarse, concentrarse y descentrarse.El subsidio que preparó el Definitorio generalpara ayudar a los hermanos en este “períodode reflexión y discernimiento”, contemplatres momentos cada uno de ellos dinamizadospor las tres preguntas a las que anteriormenteme referí, y por otras preguntas al internode cada momento que intentan ayudaros a latoma de conciencia acerca de dónde estamosy sobre las “opciones” a tomar. Todo ello sembradode citas bíblicas y de nuestras fuentes.La metodología sugerida es “La metodologíade Emaús” y sus promotores y acompañantes


EX ACTIS MINISTRI GENERALIS 63han de ser, sobre todo, los Ministros provincialesy Custodios, con los responsables de laformación permanente.Os pido que en vuestra animación deis muchaimportancia al moratorium e impliquéis eneste tiempo de reflexión y de discernimiento atodos los hermanos de vuestra Entidad.5. Caminar desde el EvangelioÉste es el proyecto de animación del Definitoriopara el sexenio <strong>2010</strong>-2015. Lo que sepretende con este proyecto de animación esdar mayor calidad evangélica a nuestra vida ymisión, y, al mismo tiempo, vivificar y recalificarnuestro carisma. El proyecto contemplatres etapas: vivir el don del Evangelio, restituirel don del Evangelio y refundar nuestraspresencias. Desde el Evangelio como centroy punto de partida en nuestra vida y misión,queremos ser sus testigos en diálogo con elmundo, refundando nuestras presencias paraque respondan mejor a las exigencias del momento.Se parte siempre de una inspiración yse termina señalando gestos y signos muy concretos.También aquí os pido, queridos hermanosMinistros, un compromiso serio para que envuestras Entidades se vea la forma cómo vivireste proyecto y cómo hacer que aterrice en accionesmuy concretas.6. El redimensionamientoLo dicho anteriormente tiene mucho quever con el redimensionamiento de las presenciase incluso de las entidades. El redimensionamientosuele ser doloroso, como nos recuerdael documento del último Capítulo generalPortadores del Evangelio (=PdE n. 31), peroha de ser visto como una “gracia pascual” quenos ha de llevar a re-significarnos de un modomás simple y vulnerable, pero también másprofético y ciertamente más propio de nuestracondición de menores.No tengáis miedo al redimensionamiento,siempre que sea en función de la revitalizacióndel carisma. Si no lo hacéis vosotros hoy,tendrán que hacerlo quienes os sucedan. Y entoncestal vez sea demasiado tarde. Recordadsiempre este principio: las estructuras al serviciode la vida, no la vida al servicio de lasestructuras.7. Tres subrayadosPara concluir os pido que prestéis atencióna tres aspectos. Siempre en el campo dela evangelización os pido que prestáis muchaatención a formar a los hermanos en ese campo,valorizando y aprovechando las oportunidadesque ofrece el Master en Evangelizaciónde Petrópolis. También os pido que sin descuidarlos proyectos misioneros de la Orden,tan necesitados de personal –particularmenteMarruecos y Tierra Santa, os pido que seáisgenerosos con el proyecto Amazonas, tan vinculadoa vuestra Conferencia. En el campo dela formación os pido que prestéis mucha atenciónal acompañamiento y a la formación deformadores, aprovechando la oportunidad queofrece a la Orden el Master de formadores enla PUA.Queridos Ministros: No es poco lo que ospido, porque no ha sido poco lo que nosotrosmismos nos hemos pedido en el último Capítulogeneral. Por otra parte esto es lo mínimo siqueremos que nuestra vida sea realmente significativay tenga futuro.Con afecto os abrazo y bendigo a todos:“Que el Señor os bendiga y os guarde siempre”.Roma, 4 de febrero de <strong>2010</strong>Fr. José Rodríguez Carballo, ofmMinistro general10. Carta a los Ministros y Custodios de laConferencia BolivarianaQueridos Ministros:Paz y Bien.Por medio de Fr. Nestor os envío este saludo,muestra de mi cercanía y agradecimientopor vuestra labor de animación a favor de loshermanos. Sé muy bien que muchas veces noresulta fácil. El desánimo y el desencanto antelas resistencias de algunas personas o de unacomunidad, o frente a ciertas cuestiones queparecen irresolubles pueden llevaros a pensarque todo esfuerzo es inútil o que las cosas yalas arreglará el tiempo, o quienes os sucedan envuestro servicio. Ante tales tentaciones, el Ministrogeneral y todo el Definitorio os alientana dar lo mejor de vosotros mismos a los hermanosque el Señor os ha confiado. Por otra parte,y esto es lo más importante, el Señor que os hallamado a ejercer este ministerio está con vosotrosy os dará la fuerza para cumplirlo segúnsus designios. Hoy, igual que ayer, el ejerciciode la autoridad encuentra grandes dificultades


64 AN. CXXIX – IANUARII-APRILIS <strong>2010</strong> – N. 1que sólo pueden afrontarse con la gracia queviene del Señor, siendo conscientes, con humildady fortaleza, de haber sido enviados porÉl, y contar, por eso mismo, con su ayuda. Acada uno de vosotros os digo, como decía sanFrancisco a sus hermanos: “Confía en el Señory él cuidará de ti”.Deseo, también, aprovechar esta ocasiónpara subrayar algunos puntos que consideroimportantes a tener presentes en la animaciónde nuestros hermanos en estos momentos.1. La prioridad de la personaQuienes ejercen el servicio de la autoridaddeben promover la dignidad de la personaprestando atención a cada hermano y a sucamino de crecimiento humano, espiritual yvocacional, haciendo a cada uno el don de lapropia estima, nutriendo un sincero afecto paracon todos. La persona de nuestros hermanosmerece vuestra atención principal y constante.Antes de cualquier actividad o proyecto, antesde los lugares de presencia, antes de cualquierotra cosa, por encima de todo, despuésde Dios, habéis de poner a los hermanos.La estructura fundamental de nuestra Ordenes la persona del hermano en relación,como nos recordó el Consejo Plenario de laOrden en Guadalajara (México) en el 2001.No se pueden sacrificar las personas por mantenerlas muchas –a veces demasiadas-, actividadesque tenemos. Corremos el riesgo deperder al hermano y tener que sacrificar luegola estructura. En el corazón de nuestro servicioestá acompañar, cuidar y sostener la personade nuestros hermanos. Esto exige dedicarlestiempo –a veces mucho tiempo-.Escuchadles, estadles cercanos. Las cuestionesburocráticas las podréis delegar. Elacompañamiento de los hermanos –particularmentede los hermanos en dificultad-, es indelegable,es vuestra principal responsabilidad.2. El redimensionamientoLo dicho anteriormente tiene mucho quever con el redimensionamiento de las presenciase incluso de las entidades. El redimensionamientosuele ser doloroso, como nos recuerdael documento del último Capítulo generalPortadores del Evangelio (=PdE n. 31), peroha de ser visto como una “gracia pascual” quenos ha de llevar a re-significarnos de un modomás simple y vulnerable, pero también másprofético y ciertamente más propio de nuestracondición de menores.No tengáis miedo al redimensionamiento,siempre que sea en función de la revitalizacióndel carisma. Si no lo hacéis vosotros hoy,tendrán que hacerlo quienes os sucedan. Y entoncestal vez sea demasiado tarde. Recordadsiempre este principio: las estructuras al serviciode la vida, no la vida al servicio de lasestructuras.3. La calidad evangélica de vidaÉste ha de ser el objetivo de toda vuestraanimación y gobierno. Pasar de lo buenoa lo mejor. Esta calidad pasa, necesariamente,por potenciar las Prioridades de la forma devida franciscana. Entre otros aspectos os invitoa prestar atención a cuanto nos pide el últimoCapítulo general:a. En relación con el espíritu de oración y devoción,se debe garantizar a las fraternidadesel tiempo y la calidad de la oración, velandosobre la fidelidad cotidiana a la misma,así como el contacto con la Palabra quetiene el poder de edificar a cada uno de loshermanos y a las fraternidades, e indicar lossenderos de la misión. En este sentido tenedpresente el mandato capitular n. 12 sobre lalectura orante de la Palabra, y trabajad pordar cumplimento al mandato 9, en lo quese refiere a las casas “escuelas de oración”.Y en toda vuestra animación tened presentela centralidad de Dios, tal y como nos pideel Capítulo general 2009 en su documentofinal (cf. PdE 12).b. En cuanto a la vida fraterna os recuerdoque ésta se ha de edificar sobre el fundamentodel Evangelio (PdE 6), para poderanunciar lo que se vive (cf. PdE 7), y queuno de los aspectos principales de vuestramisión es la de prestar “una exquisita atencióna la vida fraterna”, buscando los mediosoportunos para “recrear la comunión,la intercomunicación y la calidad y verdaden las relaciones de los hermanos entre sí”(PdE 27). Forma parte de vuestra misión,también “acompañar a cada fraternidad enla elaboración del proyecto de vida fraternaa la luz de las líneas guías emanadas” por elúltimo Capítulo general (Mandato 7). Paraello no podéis ahorrar esfuerzos a fin que“las fraternidades y las entidades entren enuna cultura del proyecto fraterno de vida ymisión” (PdE 28).c. Por lo que se refiere a la minoridad, solidaridady pobreza, como nos recuerda tambiénel último Capítulo, no descuidéis la


EX ACTIS MINISTRI GENERALIS 65llamada a “habitar las fronteras”, a ejemplodel Verbo que “en virtud de la encarnaciónse pone del lado de la periferia, de la vulnerabilidad,de la pobreza” (PdE 23) ¿Dóndeestamos? ¿Con quién estamos? ¿Haciadónde nos empuja el Espíritu? También ospido que prestéis especial atención a los excluidosde la sociedad, comprometiéndoosen la defensa y promoción de los derechoshumanos (Mandato 43), y que en el campode la economía no descuidéis el uso éticode vuestros recursos económicos (Mandato43), y no falte nunca la transparencia y lasolidaridad económicas (Mandato 51).d. Por lo que a la formación se refiere en estesexenio hemos de dar prioridad a la formaciónpermanente, exigencia de toda fidelidadcreativa y “humus” de la formacióninicial (cf. Mandato 11, 33). Os pido queverifiquéis la formación inicial a la luz dela Ratio (cf. Mandato 34) y que estudiéis,a nivel de Entidades y de Conferencia, ladelicada y dolorosa cuestión de los abandonos(cf. Mandato 48). Algo nos está fallando.Son demasiado los que entran y salen.Hemos de reflexionar seriamente sobre esteparticular.e. En el campo de la evangelización ésta hade responder a los criterios que claramenteseñala el mandato capitular n. 13. Pido queen cada Entidad, en estrecha relación con laSecretaría de Misiones y Evangelización sehaga una seria evaluación de los criteriosque se señalan en el mandato señalado y entodo el documento Portadores del don delEvangelio, prestando particular atención alos mandatos 19 y 20. En el campo de lamisión ad gentes, pido generosidad paracolaborar en los proyectos misioneros dela Orden, particularmente en Tierra Santa,Marruecos y Amazonas (cfr. Mandato 21.22. 24).Queridos Ministros: Sé que os pido mucho,pero eso es lo que nosotros mismos hemosaprobado en el último Capítulo y eso, estoyconvencido, es cuanto estamos llamados a hacersi queremos que nuestra vida sea significativay tenga futuro. Como ayuda a todo ello ospido que tengáis muy presente en vuestra tareade animación y gobierno dos subsidios recientementeaprobados por el Definitorio generalpara ayudar a los hermanos a dar cumplimientoa cuanto nos pide el Capítulo: Moratorium,un alto en el camino para discernir, y Caminardesde el Evangelio, orientaciones generalesde animación para el sexenio <strong>2010</strong>-2015.FraternalmenteProt. 100607Roma, 6 de febrero de <strong>2010</strong>Fr. José Rodríguez CarballoMinistro general11. Omelia in occasione dei 500 annidell’apparizione della Madonna dei MiracoliMotta di Livenza, 09.03.<strong>2010</strong>Carissimi fratelli e sorelle,il Signore riempia i vostri cuoridella sua pace!Convenuti di “buon mattino” per celebrarei misteri della nostra redenzione – l’Eucaristia,è infatti, la memoria della passione,morte e risurrezione del Signore –, vogliamoin questa giornata di festa ricordare quanto èaccaduto 500 anni fa, il 9 marzo 1510. Raccontanole cronache del tempo che GiovanniCigana si dirigeva «di buon mattino», come disolito, verso Oderzo per recarsi nel suo campoa Redigole. Nell’andare, Giovanni era solitofermarsi davanti al Capitello della Madonna,tuttora esistente a pochi metri dal luogo doveci troviamo, per pregare.Dopo aver sostato in preghiera e nel riprendereil cammino, quel mattino del 9 marzo videsul ciglio della strada una giovane fanciulla,che lo salutò, dicendo: Buon dì e Buon anno!Allora il nuovo anno iniziava il 25 marzo, festadell’Annunciazione e grande festa nellaRepubblica Serenissima di Venezia. Dopo ilsaluto la Vergine chiese a Giovanni Cigana:digiunare tre sabati in riparazione dei moltipeccati che si commettevono contro il suo Figlio;costruire in quel luogo una chiesa affinchéla gente vi potesse pregare.Di fronte alle perplessità di Giovanni laMadonna lo rassicurò che lei stessa avrebbepreparato gli animi, anche con il supporto dialcuni segni, per convincere la gente del paesead accogliere quanto richiesto.Subito la gente cominciò a recarsi sul luogodell’apparizione per pregare. Venne costruitodapprima un riparo con delle tavole e poi si decisedi costruirvi una chiesa, come chiesto dallaMadonna. Infatti, il Consiglio del Podestàdi Motta decise di intraprendere la costruzione


66 AN. CXXIX – IANUARII-APRILIS <strong>2010</strong> – N. 1della chiesa e di affidarla alle cure dei FratiMinori della vicina Treviso, che si sarebberooccupati, in modo particolare, delle confessioni.Da allora, cioè dal 1510, i Frati Minoricustodiscono il Santuario ed accolgono coloroche desiderano celebrare il dono del perdonoattraverso il sacramento della Riconciliazione.L’evento dell’Apparizione della Madonnaebbe immediatamente grande risonanzanel territorio e subito si attivarono sia i fedeliche la Chiesa locale e istituzionale. Il processodi discernimento, durato appena un anno,riguardo a quanto avvenuto e alla richiesta dicostruire la chiesa, culminò con un “Breve”di Papa Giulio II, che approvò la costruzionedella nuova chiesa, riconoscendo, in questomodo, l’attendibilità delle apparizioni. Tra idevoti cominciano a verificarsi grazie, guarigionie miracoli. Lo stesso Podestà di Motta,Venier, a seguito di una prodigiosa guarigionein famiglia, offrì una preziosa icona della Madonnaalla chiesa in costruzione. Sarà la primaimmagine della Madonna ad essere veneratanella nuova chiesa.Quello che caratterizza questo santuariodella Madonna dei miracoli è la grande devozionedel territorio, devozione che si tramandadai padri a figli, di generazione in generazione.Fin dagli inizi il Santuario è stato e continuaad essere un riferimento sicuro per conservaree trasmettere la devozione mariana, facendolapercepire come parte vitale della propriafede, della famiglia, del territorio, della storialocale, della tradizione popolare. Tutto questoha trovato conferma nella recente “PeregrinatioMariae”, che, in preparazione ai 500 annidell’Apparizione, ha portato la Madonna deiMiracoli in tutte le parrocchie della Diocesi,riscuotendo grande successo, suscitando straordinariemanifestazioni di accoglienza e diaffetto da parte di tutti, coinvolgendo anche inon praticanti.Si potrebbe dire che quanto allora chiese laMadonna non sia per nulla attuale. Difatti, oggimolti potrebbero pensare che le chiese sianoanche troppe e parlare di digiuno e di penitenzanon sia un linguaggio di moda. Affermare,dunque, che il messaggio della Madonnaa Giovanni Cigana non abbia niente da spartirecon noi, potrebbe sembrare giusto, mentreinvece sarebbe il frutto di una lettura superficialedi quell’avvenimento. Ma il messaggioche fin dagli inizi ha caratterizzato il santuariodella Madonna dei Miracoli è stato: preghierae penitenza, preghiera e conversione. Un messaggio,questo, che si ripete in tutte le grandiapparizioni della Madre del Signore, come adesempio, quelle di Guadalupe (Messico), Lourdese Fatima.Dopo Auschwitz, e tanti altri inferni terrenicreati dall’uomo per l’uomo, è emerso l’interrogativonon soltanto dell’efficacia della preghiera,ma anche circa la possibilità stessa dellapreghiera. Invece, prendendo su serio il fattoche molti, anche ad Auschwitz, siano morti pregando,possiamo ben dire che la preghiera nonsolo sia possibile, ma che sia il cammino delcredente verso il suo Dio. La preghiera è un colloquiofamiliare fra Dio e l’uomo, fatto di ascoltodella Parola divina contenuta nelle Scrittura;è, anche, una risposta umana, espressione dellaresponsabilità nella costruzione di un mondosecondo il progetto di Dio, cammino e spazioattraverso i quali si arriva alla purificazione delleimmagini di Dio. Un Dio che è invisibile esilenzioso, ma la cui invisibilità e il cui silenziosono quelli del Padre: non è l’assente, ma il Presenteche cela la sua presenza dietro il silenzioe il nascondimento; è il Padre che, grazie al suosilenzio, fa della sua presenza un appello, unachiamata, una vocazione.A Motta di Livenza, in quel giorno del 9marzo 1510, “di buon mattino”, tutto accadenel contesto della preghiera fiduciosa da partedel contadino Giovanni, e tutto conduce allapreghiera, come si evidenzia dalla richiestadella Madonna. Una preghiera, come quelladi Giovanni, che tiene conto delle difficoltàproprie della vita, una preghiera che è dialogonel quale entra tutto l’uomo: l’uomo è attesa,domanda, desiderio, relazione… e la preghieraconosce le sue molteplici modulazioni: ringraziamento,invocazione, intercessione, richiesta…,preghiera accolta perché fatta con cuoresemplice e aperto per compiere la volontàdel Signore. Una preghiera che trova in Mariaun’avvocata particolare: conosce le nostrefragilità e i nostri bisogni e ci vieni incontro,come nel caso delle nozze di Cana o come nelcaso di Giovanni Cigana. E noi sappiamo ciòche Lei si attende dei suoi figli: digiuno, conversione.A Motta de Livenza la Madonna parla diqualcosa di grave e di triste, come infatti sonoi numerosi peccati che offendono il Signore.Ecco il perché dell’invito alla conversione,cuore della predicazione dei profeti, da Oseafino a Giovanni Battista (cf. Mc 3, 2), cuore,anche, del grido con cui Gesù ha dato inizio alsuo ministero di predicazione: «Convertitevi


EX ACTIS MINISTRI GENERALIS 67e credete al Vangelo!» (Mc 1,15), «convertiteviperché il Regno dei cieli è vicino» (Mt4,17). Conversione è quanto Maria chiede quia Motta di Livenza e la conversione, ritornoal Signore, come indica la parola biblica, èun’esigenza di tutti e ciascuno di noi, affinchéla nostra vita risponda ogni giorno meglio allanostra condizione di cristiani.La conversione attesta la perenne giovinezzadel cristiano che si definisce, proprio, comecolui che sempre dice: «oggi ricomincio».Nella vita cristiana, afferma san Gregorio diNissa, si procede «da inizio ad inizio, attraversoinizi che non hanno mai fine». Sì, tuttiabbiamo bisogno di conversione, ci ricordala Madonna a Motta e ce lo ricorda, anche, laChiesa in questo tempo di Quaresima: «Convertitie credi al Vangelo», abbiamo ascoltatomentre ci imponevano la cenere all’inizio diquesto tempo di grazia. Tutti, infatti, abbiamobisogno di discernere gli idoli che si presentanonel nostro orizzonte e di lottare controdi essi per manifestare la signoria di Dio sullarealtà e sulla nostra vita; sempre dobbiamorompere con il peccato nelle sue più diversemanifestazioni, per fa sì che Dio sia l’unicoDio nella nostra vita. E quando il peccato entranella nostra vita, ricordiamoci che abbiamoun sacramento attraverso il quale otteniamo ilperdono da parte di Dio.Cari fratelli e sorelle, devoti della Madonnadei Miracoli, l’incontro di Giovanni Ciganacon la Madonna, ha cambiato la giornata diquel contadino. Un gesto abituale, quello dellapreghiera davanti al capitello con l’immaginedella Madonna, che diventa un evento di graziaper sé, per la sua famiglia, per la città, per ilterritorio, per secoli e secoli. Un uomo sempliceche si è lasciato incontrare dalla Madonna.Anche noi siamo venuti da vicino e da lontano,di “buon mattino”, per incontrarci con la Madonnae, attraverso di lei, con il Signore.Come Giovanni anche noi portiamo nelnostro cuore tante ansie: problemi personalie familiari, preoccupazione per il lavoro chenon c’è o che rischia di perdersi, la crisi economicache sta toccando profondamente anchel’esemplare e benestante Nord-Est dell’Italia.In questi momenti pregare può sembrare inutile,invece quello che ci insegna Giovanni Ciganaè che con la preghiera tutto è reso più facile,tutto diventa sopportabile, ogni domandatrova una risposta.Di “buon mattino” Giovanni Cigana eraabituato a sostare in preghiera. La VergineSanta sceglie quel momento per farsi presentee affidargli una missione. La preghiera, particolarmentela preghiera in famiglia, fa di ognigiorno un giorno speciale, ogni giorno comenuovo e straordinario. La preghiera ci rinnovanell’intimo, perché porta un tratto di cielosulla terra, proprio come è avvenuto in questoluogo 500 anni fa. Di “buon mattino”, GiovanniCigana riceve dalla Madonna il compito dicoinvolgere la gente del paese e convincerli aimpegnarsi per qualcosa di buono e grande attraversola penitenza e la preghiera. Ecco, anchenoi, venuti in questo luogo santo “di buonmattino”, siamo chiamati a coinvolgere glialtri nell’adempiere il volere della Madonna,che non è altro che il volere del Signore. Lei,infatti, ci ripete: «Fate quello che lui vi dirà».Avremo il coraggio di coinvolgere tutti in questoprogetto? Accetteremo di essere ambasciatoridel messaggio della Madonna?Non siamo soli: la Madonna ci accompagnae ci precede. A noi spetta di essere disponibili,dicendo come ha detto Lei: «Avvenga in mesecondo la tua parola».Fr. José Rodríguez Carballo, ofmMinistro generale12. Carta con ocasión de la Pascua <strong>2010</strong>¡SALVEMOS AL HOMBRE,SALVEMOS LA CREACIÓN¡Queridos hermanos:¡El Señor os dé la paz!Es Pascua, la fiesta de la vida. Es Pascua,el triunfo sobre la muerte y el pecado. Es Pascua,gozo indecible para todos aquellos quecreemos en Cristo Resucitado nuestra justicia,esperanza para quienes lloran ante la muerte,la desolación y la miseria. Es Pascua, invitacióna la solidaridad sin fronteras: solidaridadcon los hombres y mujeres nuestros hermanosy hermanas, solidaridad con nuestra hermanala madre tierra (cf. Cant 9).En ocasión de la fiesta de Pascua <strong>2010</strong> deseocompartir con vosotros, mis queridos hermanosy hermanas, algunas reflexiones sobredos temas estrechamente unidos: el tema de lapobreza y el tema de la integridad de la creación.Estos temas, tan familiares a la espiritualidadfranciscana, están en consonancia conlos objetivos primero y séptimo del desarrollodel Milenio, y con la invitación del SantoPadre, quien acaba de hacer un llamamiento a


68 AN. CXXIX – IANUARII-APRILIS <strong>2010</strong> – N. 1“renovar la alianza” entre el ser humano y elmedio ambiente, en su mensaje de la JornadaMundial de la Paz, cuyo título es bien significativoal respecto: “Si quieres promover lapaz, protege la creación”. Como franciscanoshemos de recordar siempre la relación entre elhombre y la tierra, y la necesidad de asegurarla sostenibilidad ambiental.Del lado de los pobresTodavía están muy vivos, y esperamos queno caigan en el olvido, las imágenes desoladorasque hemos visto en ocasión del terremotoque ha desolado recientemente a los habitantesde Haití: muerte, destrucción, miseria portodas partes. Atrás quedan otras imágenestambién desoladoras en Asia con motivo deltsunami que dejó sumidos en la miseria a tantagente de aquel continente. Si los miles demuertos a causa de los fenómenos naturalestocan muy de cerca nuestra sensibilidad, nomenos nos ha de impresionar la miseria en queviven tantos hermanos nuestros.A raíz de lo que hemos visto y oído nos preguntamos:¿Por qué el mundo puede permitiralgo así? ¿Por qué mientras unos despilfarran–tal vez nos tengamos que contar nosotrosmismos entre ellos-, a otros les falta lo másnecesario para subsistir? ¿Cómo es posibleque nuestra sociedad consumista permanezcaimpasible ante situaciones semejantes? Nosparece algo increíble, pero lo que hemos vistonos muestra que, por increíble que parezca, lamiseria y el hambre son realidades escandalosamentepresentes en nuestro mundo: hombresy mujeres, niños y mayores que carecen de algotan fundamental como es un bocado de pano un vaso de agua potable para subsistir, o deunas medicinas básicas para no morirse de unasimple fiebre. Situaciones infrahumanas comolas que hemos visto en Haití, y que a diariopodemos ver en otros continentes, son unaagresión a la dignidad de la persona. Y lo peores que todo esto tiene causas que son de todosconocidas: acaparamiento sin escrúpulos de lariqueza en manos de unos pocos, corrupciónde muchos, desinterés e irresponsabilidad decasi todos.Sólo algunos datos: 2.800 millones de personas(el 40% de la población mundial) viveen regiones con diferentes niveles de escasezde agua. 1.800 millones de personas tienen escasezgrave. 1.000 millones de personas pasanhambre. El 32% de la población en los paísesdel Sur vive con menos de un dólar diario, y anivel mundial las personas que subsisten conesa cifra aumentó, de 1.200 millones en 1987a 1.500 millones en la actualidad. Si la tendenciacontinúa, esta cifra alcanzará los 1.900 millonespara el año 2015. Cada día mueren enel mundo 28.000 niños como consecuencia dela pobreza. El 20% más rico de la poblaciónmundial controla el 85% de la riqueza mundial,mientras que el 20% más pobre sólo el1, 5%.¿Podemos nosotros Hermanos Menores omiembros de la Familia franciscana quedarnosimpasibles ante estos datos? Quienes hemoselegido voluntariamente la pobreza y lasolidaridad con los últimos y menores de latierra, ya no podemos quedarnos en el simplelamento o en simples acusaciones, y, menosaún, cruzarnos de brazos. A nosotros se nospide mucho más. Se nos pide estar al lado delos que sufren la pobreza y el hambre, de losque lloran a sus muertos, reconociendo, amandoy sirviendo el rostro de Cristo allí donde sehace presente: en las nuevas pobrezas materiales,morales y espirituales que la sociedadcontemporánea produce. El grito de Jesús en lacruz que escuchamos con renovada intensidadel día de Viernes Santo revela cómo ha asumidosobre sí el mal para redimirlo. Nuestravocación sigue siendo la de Jesús y, como Él,estamos llamados a asumir el dolor y el pecadodel mundo consumiéndonos en el amor (cf.Caminar desde Cristo 27). Haciendo propia lamisión de Jesús (cf. Lc 4, 16-19) no podemosdejar de asumir el anuncio del Evangelio a todoslos hombres y mujeres, para su salvaciónintegral, prestando particular atención a los“pobres” en las múltiples dimensiones de lapobreza. Como nos recuerda Juan Pablo II enVita Consecrata, “la opción por los pobres esinherente a la dinámica misma del amor vividosegún Cristo” (VC 82). Los franciscanos hemosde sentirnos particularmente implicadosen ello de una manera singular.En este contexto deseo expresar mi apreciopor los esfuerzos que muchos hermanos,en todos los continentes, llevan a cabo con elfin de auxiliar el dolor y la pobreza de los másdébiles y marginados de la sociedad, con vistaa la promoción de una convivencia más justay solidaria. Gracias hermanos por manifestarvuestra solidaridad con los más necesitados,desde vuestra condición de menores. Graciaspor ser menores entre los menores.El Compendio de Doctrina social de la


EX ACTIS MINISTRI GENERALIS 69Iglesia afirma: “Es necesario abandonar la lógicadel mero consumo”. El mismo Compendionos invita también a renovar “la conciencia dela interdependencia que une entre sí a todos loshabitantes de la tierra”. Frente al drama de lapobreza y la miseria en que viven tantos hermanosnuestros, en medio de una crisis económicaque afecta a millones de habitantes se nos pideun profundo sentido de solidaridad con todoslos que sufren; se nos pide tomar conciencia delsufrimiento de las personas más afectadas poresta situación; se nos pide revisar nuestro estilode vida, muchas veces marcado por el consumismo,para que sea humilde y austero, tantopersonal como fraterno; se nos pide superarla cerrazón en el individualismo y la atenciónexclusiva a los propios intereses, perjudicialespara toda convivencia humana. Desde nuestracondición de menores entre los menores, senos pide sentirnos interpelados y solidarios, iluminarla realidad desde el Evangelio, y aportarnuestra propia contribución para que todo serhumano tenga una vida social digna, haciendomemoria de un Dios que es Padre de todos, defendiendola vida y una vida digna.En este contexto pido a todas nuestras Entidadesque reflexionen sobre esta situación yal mismo tiempo que hagan signos y gestosconcretos, cada uno según sus posibilidades,para mostrar nuestra solidaridad con los másnecesitados. Recuerdo que en la Curia generaltenemos el Fondo de solidaridad “San Francisco”que se nutre de ofertas voluntarias ycon las cuales salimos al paso de los necesitados,dentro y fuera de la Orden, como ahora enel caso de Haití. Es bueno recordar siempre loque dice Jesús mismo en el Evangelio: “Cuantohicisteis a uno de estos hermanos míos máspequeños, a mí me lo hicisteis” (Mt 25, 40).En defensa de la creaciónEn el Magisterio de Benedicto XVI uno delos temas recurrentes es la llamada de atenciónsobre la situación de nuestro planeta y la necesidadde defender la creación y de cuidar elmedio ambiente. Hoy más que nunca somosconscientes que el tema de la pobreza y delhambre en el mundo se ha de afrontar desde laperspectiva del uso que estamos haciendo delos recursos de nuestro planeta. Un uso que,según el mensaje que nos llega desde diversasinstancias, es sencillamente insostenible,pues con él estamos alterando gravemente elequilibrio del ecosistema y del clima, que sonun bien común, un don de Dios para todos, yque todos estamos llamados a proteger para lasgeneraciones presentes y venideras. La crisisecológica se convierte en un problema de ordenético y moral.La deforestación, la desnaturalización delos alimentos, la industrialización sin control,el desarrollo de las técnicas aplicadas y la explotaciónirracional de los recursos humanos,entre otros factores, están rompiendo el equilibrioorgánico de la tierra. En ambientes especializadosya circula la terrible palabra de terricidio.El hombre está alterando de tal manerala “casa común” que, si no reaccionamos ya,cada vez será más difícil conseguir alimentos,cada vez aumentarán más las enfermedades relacionadascon el agua y la falta de saneamiento,cada vez habrá más migraciones forzosasy será mayor el número de refugiados, y cadavez será mayor el riesgo de conflictos armadospor la posesión de los recursos naturales.En toda esta carrera de destrucción de la naturalezalos pobres son las primeras víctimas.En efecto, según Alerta internacional hoy díahay 46 países (todos ellos en el Sur del planeta)con una población conjunta de 2.700 millonesde habitantes, en los que los efectos del cambioclimático, al interactuar con problemaseconómicos, sociales y políticos, provocaránun elevado riesgo de conflictos violentos.Ante estos datos es necesario, queridos hermanosy hermanas, que tomemos concienciade esta situación y que nos planteemos quéimpacto tiene en el medio ambiente el uso denuestros recursos. Puede que parezca cosa depoco, y que el uso de nuestros propios recursosno cambiará el camino que se ha iniciado decontaminación y de destrucción de la creación.Aún cuando esto fuera así, que no lo es, cuidandoel impacto de nuestros recursos estaríamosdenunciando una situación que no se puede sostenerpor mucho tiempo, y sería una respuestaconcreta al drama causado por el desequilibriode la creación.Nuestras Constituciones generales recogenla preocupación de la Orden por la salvaguardade la creación. El artículo 71 es muy explícitoal respecto. El sentimiento de respecto hacia lahermana tierra nos impide ser neutrales antesu deterioro a causa de la mano del hombre.Hacer fraterna y útil la creación, como nos pidenlas Constituciones, implica informarnos yafrontar la situación con todos los medios operativosa nuestro alcance; implica asumir, desdela ética de la responsabilidad, la defensa de


70 AN. CXXIX – IANUARII-APRILIS <strong>2010</strong> – N. 1la creación; implica, unidos a la creación, vitaly afectivamente, celebrar asombrados, comohizo Francisco, la maravillosa obra del Creador.Desde una visión franciscana, la creaciónes más que un recurso a explotar o simplementeadmirar. Para el creyente y para un franciscano,la creación es “signo” y “sacramento”del Creador.La salvaguarda de la creación nos está pidiendotambién, queridos hermanos y hermanas,el uso moderado y sobrio de los recursosnaturales, el saber gozar de las pequeñas cosasde cada día, evitando lo superfluo y el derroche.Si el consumismo actual se ha convertidoen un estilo de vida y en sed insaciable de devorartodo –cosas, personas, valores, tiempo,imágenes-, es urgente lograr una ascesis de vidacomo forma de libertad y responsabilidad.“El ascetismo franciscano es la consecuenciade la perfecta alegría. Quien está alegre, celebra.Quien celebra, comparte. Quien comparte,hace justicia al Creador y es cortés con todala creación” (Peregrinos y extranjeros en estemundo, pg. 64).Propongo que cada fraternidad haga unaevaluación de cómo vive esta dimensión de laespiritualidad franciscana del respeto por la naturaleza.También propongo que cada fraternidadcelebre el Día de la Tierra (22 de abril) y elDía Mundial del Medio Ambiente (5 de junio),en estrecha colaboración con los laicos, de talmodo que se cree conciencia de la responsabilidadde todos en el cuidado de la creación.Queridos hermanos y hermanas: Es Pascua,salgamos de nuestros sepulcros y, con la fuerzade Cristo Resucitado, anunciemos el evangeliode la vida al mundo entero. Es Pascua,“para devolver al hombre el rostro del Padre,Jesús debió no sólo asumir el rostro del hombre,sino cargarse incluso del ‘rostro’ del pecado”(Novo millennio ineunte, 25). Luchemoscontra el pecado y sus funestas consecuenciasen la vida de los hombres y en su relación conla creación. De este modo salvaremos al hombre,salvaremos la creación, nos salvaremos anosotros mismos.Es Pascua, alegrémonos y gocémonos en elSeñor. Es Pascua, Cristo ha resucitado, aleluya,aleluya.Vuestro hermano y siervo19 de marzo de <strong>2010</strong>Solemnidad de San JoséProt. 100652Fr. José Rodríguez Carballo, ofmMinistro general <strong>OFM</strong>


E SECRETARIA GENERALI1. Capitulum Prov. S. Mariæ Reginæ Sinarumin TaivaniaIn the Provincial Chapter of our Provinceof Our Lady of China, regularly celebratedaccording to the norms of Canon Law, in theHouse of Taishan, Taipei County, Taiwan, underthe presidency of the Visitator General, YuSoo Il Br. Xavier, <strong>OFM</strong>, the following wereelected on the 14 th of January <strong>2010</strong>:for the office of Minister Provincial,Pegoraro Br. Claudiofor the office of Vicar Provincial,Cheng Tsai Br. Thaddeus Kaofor the office of Provincial Definitors,Chi Shing Br. Joseph HaSung Hoon Br. Michael WooSzu Chuan Br. Bonaventura LinWei Lit Br. William Ng.The General Definitorium, during its sessionof the 15 th January <strong>2010</strong>, carefully examinedand approved the election.Prot. 100545/S016-102. Capitulum Intermedium Prov. S. Crucisin BrasiliaEl Capítulo Provincial ordinario de la Provinciade la Santa Cruz, en Brasil, celebradoritualmente conforme a Derecho en la Casa del“Seminario Seráfico Santo Antonio”, en SantosDumont, presidido por el Ministro Provincial,Carvalho Neto Fr. Francisco, el día 19de octubre de 2009, eligiópara el oficio de los Definidores Provinciales,Da Silva Fr. Alexsandro RufinoDe Assis Fr. Pedro JoséDo Nascimento Fr. Vicente PauloFarias de Souza Fr. Hilton.El Definitorio General, en la Sesión del 19de enero de <strong>2010</strong>, examinó las <strong>Acta</strong>s auténticasy aprobó estas elecciones.Prot. 100551/S019-103. Capitulum Intermedium Prov. S. Casimiriin LithuaniaIn the Provincial Chapter of our Province ofSt Casimir in Lithuania, regularly celebratedaccording to the norms of Canon Law and heldon the 15 th January <strong>2010</strong>, in the House of Kretinga,presided over by the Minister Provincial,Kungys Br. Astijus, the following wereelected:for the office of Provincial Definitors,Dobrovolskas Br. AndriusMalakauskis Br. AlgirdasMizgiris Br. RamünasPeškaitis Br. Arünas.The General Definitory, during its sessionof the 19 th January <strong>2010</strong>, carefully examinedand approved the election.Prot. 100555/S021-104. Capitulum Intermedium Prov. SS. PetriBaptistæ in PhilippinisIn the Provincial Chapter of our Provinceof San Pedro Bautista in the Philippines, regularlycelebrated according to the norms ofCanon Law and held on the 9 th January <strong>2010</strong>,in the House of Our Lady Queen of the AngelsSeminary, Quezon City, presided over by theMinister Provincial, Obico Br. Balthazar A.,the following were elected:for the office of Provincial Definitors,Almazan Br. Cielito R.Galoy Br. Reu Jose C.Marfil Br. Alberto R.Redoblado Br. Lino Gregorio V.The General Definitory, during its sessionof the 19 th January <strong>2010</strong>, carefully examinedand approved the election.Prot. 100542/S014-105. Electio extra Capitulum Cust. S. Francisciin IndonesiaThe General Definitory, during its sessionof the 16 th February <strong>2010</strong>, examined and approvedthe Acts of the extra-capitular electionby the Custodial Council of the Custody


72 AN. CXXIX – IANUARII-APRILIS <strong>2010</strong> – N. 1of St Francis, Herald of Peace, in Irian Jaya,Indonesia, held during an ordinary session inJayapura, on the 19 th of January <strong>2010</strong>, underthe presidency of Ngaa Br. Gabriel, Custosof the said Custody, and ratified, in accordancewith the prescriptions of art. 189 of the GeneralStatutes of the Order the election to theoffice of Custodial Councillor of the Custodyof St Francis, Herald of Peace, in Irian Jaya,Indonesia, of Mil Br. Amatus.Given in Rome, at the General Curia of theOrder of Friars Minor, on the 16 th February<strong>2010</strong>.Prot. 100615/S53-106. Statutorum Generalium promulgatioCuria Generalis<strong>Ordinis</strong> Fratrum MinorumProt. N. 100402DecretumLegislatio <strong>Ordinis</strong>, quin verbum faciamusde Regula bullata, quatenus eiusdem fundamentum,actu iam duas collectiones iuridicasdistinctas prae se fert (cf. CIC 587), nempeConstitutiones generales, quae una cum Regulacodicem fundamentalem nostrae legislationisconstituunt, et Statuta generalia, quaeceteras normas colligunt, uti ipsarum Constitutionumgeneralium complementum.Equidem Statuta generalia, a Capitulo generalian. 2009 Assisii celebrato, haud paucisemendationibus et addictionibus introductis,rite approbata fuerunt. Necessaria revisioneperacta, deque consensu Definitorii generalis,facultatibus nobis ex officio competentibusutentes, praesentis decreti vigoreSTATUTA GENERALIApromulgamus et promulgata declaramusedicimus vero ac iubemus ut praescripta universa,quae in his Statutis continentur, vim legispro toto Ordine sortiantur a die 19 martii<strong>2010</strong>.Maria, Mater misericordiae atque pauperumadvocata, quae Portiunculae pro famulosuo atque Patre nostro Francisco impetravit“ut ipse spiritum veritatis evangelicae conciperetac pareret” (S. Bonav., Legenda Maior,III, 7), renovatam voluntatem <strong>Ordinis</strong> fideliterin eodem spiritu perseverandi corroboret, nosqueadiuvet ut in observatione Sancti Evangeliiproficiamus atque mundo, Ecclesiae acRegno ministremus.Datum Romae, ex Aedibus Curiae generalis<strong>Ordinis</strong>,die 8 decembris 2009Fr. Ioseph Rodríguez Carballo, ofmMinister generalisFr. Aidan McGrath, ofmSecretarius generalis7. Immutatio Art. 168 Constitutionum Generalium1. Textum articuli 168 Constitutionum GeneraliumOrdo Fratrum Minorum constituitur fratribusqui, Provinciis, Custodiis et Fundationibusa Ministro Generali dependentibus incorporati,gubernantur ad normam iuris universaliset proprii ab ipso Ministro Generali cum suoDefinitorio.2. Congregationis RescriptumCongregazioneper gli Istituti di Vita Consacratae le Società di Vita ApostolicaProt. n. M. 64-1/2003Beatissimo Padre,il Ministro Generaledell’Ordine dei Frati Minori,a nome del Capitolo Generale,chiede a Vostra Santitàl’approvazione delle modifiche dell’art. 168delle Costituzioni Generali del suo Istituto.La Congregazione per gli Istituti di vitaconsacrata e le Società di vita apostolica, esaminatele modifiche proposte, con il presenteRescritto le approva e le conferma secondo iltesto redatto in lingua latina, presentato con loscritto dell’8 dicembre 2009, di cui è conservatacopia nel proprio Archivio.Nonostante qualsiasi disposizione in contrario.Città del Vaticano, 14 dicembre 2009.Franc Card. Rodé, CMPrefettoP. Sebastiano Paciolla, O.Cist.Sottosegretario


E SECRETARIA GENERALI 733. Decretum Ministri generalisCapitulum generale <strong>Ordinis</strong> Fratrum MinorumAssisii anno 2009 celebratum immutavittextum Articuli 168 Constitutionum Generalium.Congregatio pro Institutis vitae consecrataeet Societatibus vitae apostolicae, litteris diei14 decembris 2009 dictam adprobavit immutationem(Prot. N. M. 64-1/2003).Nos itaque obtento voto Definitorii generalisin Congressu diei 11 novembris 2009,facultatibus nobis ex officio competentibus,praesentis Decreti vigore,PROMULGAMUSET PROMULGATUM DECLARAMUStextum emendatum Articuli 168 ConstitutionumGeneralium et iubemus ut praescriptaeiusdem Articuli vim obligandi sortiantur a die19 martii <strong>2010</strong>.Romae, die 2 februarii <strong>2010</strong>In festo Praesentationis DominiFr. Ioseph Rodríguez Carballo, ofmMinister GeneralisFr. Aidan McGratha Secretis <strong>Ordinis</strong>Prot. 1006218. Fundationis “B. Egidio” electioIl Definitorio Generale, nella Sessione del16 marzo <strong>2010</strong>, ha considerato attentamentela relazione del Ministro Generale sullo statodella nuova Fondazione B. Egidio, dipendentedal Ministro Generale, e tenendo conto del votoconsultivo dei membri della suddetta Fondazione,ha eletto:Presidente della Fondazione:Bini Fr. GiacomoConsigliere per Istanbul:Tierrablanca Fr. RubénConsigliere per Palestrina:Pozzerle Fr. Jacopo.Per virtù di questo decreto confermo e dichiaroconfermate queste elezioni.Dalla Curia Generale dell’Ordine dei FratiMinori, in Roma, il 18 marzo <strong>2010</strong>Fr. José Rodríguez Carballo ofmMinistro generaleFr. Aidan McGrath ofmSegretario generaleProt. 1007819. Capitulum Prov. S. Pauli Apostoli in ColumbiaEl Capítulo Provincial de la Provincia deSan Pablo, en Colombia, se celebró legítimamenteconforme a Derecho, en la Casa de Acogidade la Veracruz, en Santa Rosa de Cabal yfue presidido por el Visitador General, PalmaHenríquez Fr. Ernesto. Quedaron elegidos:para el Oficio de Ministro Provincial:Santos Ballesteros Fr. Edgarpara el Oficio de Vicario Provincial:Álvarez Carbonell Fr. Carlos Eduardopara el Oficio de Definidores ProvincialesÁngel Gutiérrez Fr. Francisco LuisCaro Pinzón Fr. José de JesúsGómez Vargas Fr. FranciscoRendón Herrera Fr. Juan Jairo.El Definitorio General, en la Sesión del día18 de marzo de <strong>2010</strong>, examinó las <strong>Acta</strong>s auténticasde estas elecciones y las aprobó.Prot. 10079310. Electio Cust. Protomartyrum <strong>Ordinis</strong> inMarokioNella sessione dell’8 marzo <strong>2010</strong>, il DefinitorioGenerale ha dato il suo consenso allafondazione della Custodia dei Protomartiridell’Ordine in Marocco, dipendente dal MinistroGenerale.In accordo con l’Art. 215 §2 degli SSGG2003, nella sessione del 18 marzo <strong>2010</strong>, il DefinitorioGenerale, tenendo conto delle indicazionidel voto consultivo, ha elettoall’ufficio di Custode:Mokry Fr. Robertall’ufficio di Vicario:Corullón Fernández Fr. Manuelall’ufficio di Consiglieri:Alcalde Contreras Fr. AntonioPagliarini Fr. PietroPavlovic Fr. Ivica.Per virtù di questo decreto confermo e dichiaroconfermate queste elezioni.Dalla Curia Generale dei Frati Minori, inRoma, 18 marzo <strong>2010</strong>Fr. José Rodríguez Carballo ofmMinistro generaleFr. Aidan McGrath ofmSegretario generaleProt. 100782


74 AN. CXXIX – IANUARII-APRILIS <strong>2010</strong> – N. 111. Unio Provinciarum GermaniæDecretumDefinitorium Generale <strong>Ordinis</strong> FratrumMinorum, in sessione diei 11 martii <strong>2010</strong> ritecongregata, sub praesidentia Fr. José RodríguezCarballo, totius <strong>Ordinis</strong> Fratrum MinorumMinistri Generalis, ad normam art. 170 §1CCGG decrevit, ut1. Quattuor Provinciae <strong>Ordinis</strong> Fratrum Minorumin Germania, sc.: Provincia BavariaS. Antonii Paduensis cum sede Monacensi(München), Provincia Colonia SS. TriumRegum cum sede Duesseldorpiensi (Düsseldorf),Provincia Saxonia S. Crucis cumsede Hannoverensi (Hannover), ProvinciaThuringia S. Elisabethae cum sede Fuldensi(Fulda) die 01 iulii <strong>2010</strong> in unam Provinciam<strong>Ordinis</strong> Fratrum Minorum coniungantur.2. Praefatarum Provinciarum <strong>Ordinis</strong> FratrumMinorum in Germania tres, sc. ProvinciaColonia SS. Trium Regum, Provincia SaxoniaS. Crucis, Provincia Thuringia S.Elisabethae a die 01 iulii <strong>2010</strong> suppressaehabeantur.3. Provincia Bavaria S. Antonii Paduensis adie 01 iulii <strong>2010</strong> nomen novum “ProvinciaFranciscana Germanica S. Elisabethae” velbreviter “Germania” gerat.4. Iura et omnes obligationes trium Provinciarum,sc. Provinciae Coloniae SS. TriumRegum, Provinciae Saxoniae S. Crucis,Provinciae Thuringiae S. Elisabethae a die01 iulii <strong>2010</strong> in Provinciam FranciscanamGermanicam S. Elisabethae transferantur.5. Fratres trium Provinciarum, sc. ProvinciaeColoniae SS. Trium Regum, ProvinciaeSaxoniae S. Crucis, Provinciae ThuringiaeS. Elisabethae a die 01 iulii <strong>2010</strong> omnibuscum iuribus et officiis Provinciae FranciscanaeGermanicae S. Elisabethae adscribantur.Auctoritate e potestate mihi concessaad normas can. 581 et 585 C.I.C.et art. 170 Constitutionum Generalium<strong>Ordinis</strong> Fratrum Minorumvigore huius Decreticonfirmamus et declaramus1. Quattuor Provincias <strong>Ordinis</strong> Fratrum Minorumin Germania, sc. Provinciam BavariamS. Antonii Paduensis cum sede Monacensi(München), Provinciam Coloniam SS.Trium Regum cum sede Duesseldorpiensi(Düsseldorf), Provinciam Saxoniam S.Crucis cum sede Hannoverensi (Hannover),Provinciam Thuringiam S. Elisabethae cumsede Fuldensi (Fulda) die 01 iulii <strong>2010</strong> inunam Provinciam <strong>Ordinis</strong> Fratrum Minorumconiunctas.2. Tres Provincias <strong>Ordinis</strong> Fratrum Minorumin Germania, sc. Provinciam Coloniam SS.Trium Regum, Provinciam Saxoniam S.Crucis, Provinciam Thuringiam S. Elisabethaea die 01 iulii <strong>2010</strong> suppressas.3. Provinciam Bavariam S. Antonii Paduensisa die 01 iulii <strong>2010</strong> nomen novum “ProvinciaFranciscana Germanica S. Elisabethae”vel breviter “Germania” gerere.4. Iura et omnes obligationes trium Provinciarum,sc. Provinciae Coloniae SS. TriumRegum, Provinciae Saxoniae S. Crucis,Provinciae Thuringiae S. Elisabethae a die01 iulii <strong>2010</strong> in Provinciam FranciscanamGermanicam S. Elisabethae transferri.5. Fratres trium Provinciarum, sc.: ProvinciaeColoniae SS. Trium Regum, ProvinciaeSaxoniae S. Crucis, Provinciae ThuringiaeS. Elisabethae a die 01 iulii <strong>2010</strong> omnibuscum iuribus et officiis Provinciae FranciscanaeGermanicae S. Elisabethae adscriptos.Datum Romae,ex Aedibus Curiae Generalisdie 19 mensis martii anno <strong>2010</strong>Fr. José Rodríguez Carballo ofmMinister GeneralisFr. Aidan McGrath ofma SecretisProt. 10074412. Visitatores generales– Cavalli Fr. Giampaolo, Prov. Venetæ S.Antonii Patavini, in Italia, pro FraternitateCollegii S. Antonii, in Urbe: 20.01.<strong>2010</strong>;prot. 100572.– Marchal Fr. Roger, Definitor generalis,pro Fraternitate “Notre Dame des Nationes,in Belgio, dep. a Ministro generale:20.01.<strong>2010</strong>; prot. 100573.


E SECRETARIA GENERALI 7513. Notitiæ particulares1. Delegati Generali– Zegarra Fr. Guido, della Provincia dei DodiciApostoli in Perù, è stato nominato DelegatoGenerale per la Custodia di Nostra Signoradella Speranza dei Caraibi, dipendentedalla Prov. Francescana di Arantzazu in Spagna:21.01.<strong>2010</strong>; prot. 100326/364-10.– Amaral Fr. Bernardo Amaral, della CustodiaAutonoma di S. Chiara in Mazambico,è stato nominato Delegato Generaleper la Provincia di S. Benedetto l’Africanonella Rep. Democratica del Congo:05.02.<strong>2010</strong>; prot. 100620.– Dzierenga Fr. Richard, della Provincia delVerbo Incarnato in Togo, è stato nominatoDelegato Generale Asssitente per la Provinciadi S. Benedetto l’Africano nella Rep.Democratica del Congo: 16.02.<strong>2010</strong>; Prot.100620.2. Fondazione “B. Egidio d’Assisi”– È stata eretta la Fondazione “Beato Egidiod’Assisi” per il Dialogo e la Missione, dipendentedal Ministro generale. Della nuovaFondazione fanno parte le Fraternità diPalestrina e di Istanbul: 20.01.<strong>2010</strong>; prot.100529.3. Commissioni– Commissione per i Ricorsi al MinistroGenerale (20.01.<strong>2010</strong>; prot. 100574): Mc-Grath Fr. Aidan (Presidente), Etzi Fr.Priamo, Horta Espinoza Fr. Jorge, MalaquíasJunior Fr. Moacyr.– Commissione definitoriale per l’adempimentodel Mandato n. 47 del Capitologenerale 2009, riguardo al ridimensionamentoe alla ristrutturazione delle Province(20.01.<strong>2010</strong>; prot. 100580): BrocanelliFr. Vincenzo, Bunader Fr. Julio César,Felipe Fr. Vicente, Zungu Fr. Vincent.– Commissione per il Servizio del Dialogo(20.01.<strong>2010</strong>; prot. 100571): Marchal Fr.Roger (Presidente), Schwerz Fr. Nestor(Vice-Presidente), Cepeda Fr. Alvaro, GiraldoFr. Roberto, Manns Fr. Frédéric,Robert Fr. Pascal, Shim Fr. Silvester, TedoldiFr. Massimo, Tierrablanca Fr. Rubén,Yates Fr. Philippe.– Commissione per la revisione delle strutturedelle Entità (20.01.<strong>2010</strong>; prot. 100578):Siekierka Fr. Ernest (Presidente), Etzi Fr.Priamo, Walter Fr. Francis.– Commissione per lo studio delle strutturedel CISA (20.01.<strong>2010</strong>; prot. 100581): BrocanelliFr. Vincenzo, Definitore Generale(Presidente); Lati Fr. Giancarlo, EconomoGenerale; Rodriguez López Fr. Vidal,Segretario Generale per la Formazione egli Studi; Freyer Fr. Johannes Baptist,Rettore della PUA; Campagna Fr. Fernando,Guardiano del Collegio InternazionaleSant’Antonio; Allimant Fr. Raúl, Guardianodella Fraternità P. G. M. Allegra;Balajić Fr. Siniša, Rettore della FraternitàP. G. M. Allegra; Baù Fr. Antonio, Rettoredella Basilica di San Antonio.– Commissione per uno Studio sulle strutturedel Governo dell’Ordine in conformitàal Mandato n. 45 del Capitolo Generale2009: (20.01.<strong>2010</strong>; prot. 100579): Bini Fr.Giacomo, Arregui Fr. José Maria, KristiyantoFr. Antonius Eddy, Felice Fr. John,Girardi Fr. Oscar, Ottenbreit Fr. Stefano,Palma Fr. Ernesto, Papež Fr. Viktor,Varnai Fr. Jakab.– Commissione per lo Studio interdisciplinaredella situazione dell’Ordine in conformitàal Mandato n. 14 del Capitolo Generale2009 (20.01.<strong>2010</strong>; prot. 100583): SchalückFr. Hermann, Ayestarán Fr. Sabino, BowaFr. Grégoire, Carrero Fr. Darío, CostaFr. Marcio, Karris Fr. Robert, NguyenFr. Ambrogio Van Si, Stys Fr. Zenon, VaianiFr. Cesare.– Consiglio per gli affari economici(20.01.<strong>2010</strong>; prot. 100577): Perry Fr.Michael, Vicario Generale (Presidente);Bunader Fr. Julio César, Definitore generale;Brocanelli Fr. Vincenzo, Definitoregenerale; Marchal Fr. Roger, Definitoregenerale; Lati Fr. Giancarlo, Economogenerale.– Consiglio d’Amministrazione del FondoGiubileo (20.01.<strong>2010</strong>; prot. 100576): Ó La-


76 AN. CXXIX – IANUARII-APRILIS <strong>2010</strong> – N. 1oide Fr. Caoimhín, Patton Fr. Francesco,Rodriguez Fr. Jorge Gustavo.– Commissione per la Contemplazione(16.03.<strong>2010</strong>; prot. 100575): Bunader Fr.Julio César (Presidente), Baisas Fr. Bienvenido,Barelli Fr. Eugenio, Cirino Fr.Andre, Nogemane Fr. Vumile, SchlegelFr. Helmut, Teixeira Fr. Celso, VaranathFr. Scaria, Vovk Fr. Mihael.– Commissione per la Pastorale Educativa(12.03.<strong>2010</strong>; prot. 100582): EcheverryHincapié Fr. Joaquin Arturo, Herrera Fr.Antonio, Ferry Suharto Fr. Thomas, FarrisFr. William, Amato Fr. Ariel, SpenglerFr. Jaime, Schorr Fr. Peter, Do CasalMartins Fr. José.


E PROCURA GENERALIProrogatur ad quinquennium indultum PænitentiariæApostolicæ1. Petitio Ministri GeneralisIl Ministro generaledell’Ordine dei Frati MinoriProt. N. 100619Beatissime Pater,minister Generalis <strong>Ordinis</strong> Fratrum Minorum,a Sanctitate tua humiliter petit prorogationemRescipti N. 59/05, die 8 februarii 2005,quo quædam facultates ipsi concedebantur,communicandæ cum aliquis sacerdotibus sui<strong>Ordinis</strong>.Et Deus, etc.Romæ, die 2 Februarii <strong>2010</strong>Fr. José Rodríguez Carballo, <strong>OFM</strong>Minister Generalis2. Pænitentiariæ Apostolicæ Rescriptum– Rescipti communicatioPenitenzieria ApostolicaProt. N. 82/10/bis9 febbraio <strong>2010</strong>Reverendo Padre Menegatti,in allegato Le rimetto il Rescritto di prorogaad aliud quinquennium per le richieste facoltàquinquennales. Noterà che non si parlapiù della sospensione a divinis in quanto questacensura, non ostacolando il ricevimento deisacramenti, non rientra più, nella nuova legislazione,nel Foro interno per l’assoluzione.È stata aggiunto un “promemoria” per ricordare,a coloro che assolvono dalla censuraper l’aborto effectu secuto, che la dispensadall’irregolarità ad ordines recipiendos etexercendos (can. 1041/ 4°, e can. 1044 §1, 3°)rimane riservata a questa Penitenzieria Apostolica.Con devoti e religiosi ossequi, anche al PadreGenerale, mi professodevotissimo nel Signore Gesù† Fortunato BaldelliPenitenziere Maggiore† Gianfranco Girotti, <strong>OFM</strong>Conv.Reggente__________________________Fr. Valentino Menegatti, <strong>OFM</strong>Sostituto Procuratore GeneraleVia S. Maria Mediatrice, 2500165 ROMA– RescriptumPenitenzieria ApostolicaProt. n. 82/10Paenitentiaria Apostolica ReverendissimoMinistro Generali <strong>Ordinis</strong> Fratrum Minorum,Apostolica Auctorítate, ad aliud quinquenniumprorogat, iuxta preces, sequentes facultatesquas ipse pro suo prudenti iudicio poterit subdelegareRectoribus domorum religiosamm etaliquibus sacerdotibus sui <strong>Ordinis</strong>, scientia etprudentia conspicuis, dummodo sint omnes adaudiendas christifidelium confessiones legitimeadprobati:1. absolvendi paenitentes ab omnibus censuris,id est excommunicationibus et interdictis,non declaratis nec Apostolicae Sedireservatis;2. dispensandi, iusta exsistente causa, omnia votaprivata, commutando, si casus ferat, in aliquapietatis vel paenitentiae opera, dummododispensatio ne laedat ius aliis quaesitum.Quod attinet ad dispensationem ab irregularitate,quae viros afficit propter formalemcooperationem in aborto procurando, si casusferat, recurrendum erit ad PaenitentiariamApostolicam.His facultatibus praefati sacerdotes uti possunttantum in actu sacramentalis confessioniset pro foro conscientiae.Datum Romae, ex aedibus Paenitentiariae,die 9 februarii <strong>2010</strong>.† Fortunatus BaldelliPaenitentiarius Maior† Ioannes Franciscus Girotti, <strong>OFM</strong>Conv.Regens


78 AN. CXXIX – IANUARII-APRILIS <strong>2010</strong> – N. 13. Executio Rescripti ex parte Ministri Generalis<strong>Ordinis</strong>DecretumPraesentis Decreti vigore Confessariis <strong>Ordinis</strong>nostri, ab Ordinario loci legitime approbatis,vi Rescripti Paenitentiariae Apostolicaediei 9 februarii <strong>2010</strong> facultates in eodemRescripto concessas usque ad diem 9 februarii2015, subdelegamus, servatis de irue servandis.Datum Romae, ex Aedibus Curiae Generalis<strong>Ordinis</strong>,die 19 mensis martii anno <strong>2010</strong>.Fr. José Rodríguez Carballo, ofmMinister GeneralisFr. Aidan McGrath, ofma SecretisProt. 1006194. Decreti communicatioAi Ministri Provinciali,ai Custodi,ai Presidenti delle Federazionidell’Ordine dei Frati Minori.Gent.mo Fratello,con la presente Le inviamo copia del Decretoemesso dal Ministro Generale il 19 marzo<strong>2010</strong> (Prot. N° 100619).Il Ministro Generale ha deciso di subdelegaread quinquennium (fino al 9 febbraio2015) ad ogni frate dell’Ordine che abbia ricevutodall’Ordinario diocesano la facoltà diconfessare, le facoltà a lui concesse dalla PenitenzieriaApostolica, mediante il RescrittoProt. N° 82/10, emesso il giorno 9 febbraio<strong>2010</strong>, del quale alleghiamo copia.Affidiamo a Lei il compito di trasmetterecopia del presente decreto a tutti i frati dellaSua entità che esercitano legittimamente il ministerodella confessione.La salutiamo fraternamente.Roma, 13 aprile <strong>2010</strong>Fr. Michael A. Perry, OfmVicarioe Procuratore generaleFr. Aidan McGrath, OfmSegretario generaleProt. N° 100619


E SECRETARIATUPRO FORMATIONE ET STUDIIS1. Festa della Pontificia Università Antonianume del Gran Cancelliere1. CronacaVenerdì, 15 gennaio, si è celebrata la Festadell’Università e del Gran Cancelliere,quest’anno <strong>2010</strong> anticipata di un giorno, essendola data scelta per l’Atto Accademico il16 gennaio, ossia la festa liturgica dei ProtomartiriFrancescani, significativamente sceltadal venerabile Pio XII nel 1946 per firmare laLettera apostolica Exulta, Lusitania felix; o felixPadua, gaude con cui iscrisse sant’Antonionell’albo dei dottori della Chiesa universalecon il titolo di Doctor evangelicus.In questo contesto si è svolta una giornatadi studio sulla Chiesa in Cina, per celebrare ilVII Centenario dell’ordinazione episcopale diFr. Giovanni da Montecorvino, primo vescovoin terra di Cina, in quanto nominato arcivescovodi Khambaliq – attuale Beijiing, ossia Pechino– e Patriarca dell’Estremo Oriente. Larecita in cinese, da parte dello studente cineseFr. Didacus ofm, della preghiera per la beatificazionedi Giovanni da Montecorvino hadato inizio all’incontro in cui sono intervenutiil prof. Francesco D’Arelli, con la relazioneAlla corte dei Mongoli: cristianità e francescaninella Cina dei secoli XII-XIV, e il prof.p. Wilhelm K. Müller, svd, il quale ha trattatoil tema: Viva è la Parola di Dio ed efficace:attualità della Chiesa in Cina. Al termine Fr.José Rodríguez Carballo, Ministro generale eGrande Cancelliere della Pontificia UniversitàAntonianum, ha presentato il ruolo dei francescaninell’evangelizzazione della Cina.Il prof. D’Arelli ha iniziato il suo interventoricordando l’importanza di Sinica Franciscana,una collana indispensabile per chiunquevoglia studiare la storia del cristianesimo e inparticolare del francescanesimo in Cina; tuttaviaper gli inizi di tale avventura ha indicatocome un’ottima sintesi il libro di Pacifico Sella,Il Vangelo in Oriente. Giovanni da Montecorvino,frate minore e primo Vescovo in terradi Cina (1307-1328) (Edizioni Porziuncola,Assisi 2008). Proprio da questi studi emergeche la storia della evangelizzazione della Cinae dell’Asia in generale è stata sempre avvincente,affascinante a motivo anche dei problemi,persecuzioni e tensioni che ha dovutoaffrontare.L’impulso alla presenza francescana nelcontinente asiatico è stato dato dallo stessosan Francesco, a cui segue Giovanni da Piandel Carpine, inviato come legato presso i tartari,i quali, sotto la guida di Gengis Khan,erano giunti fino a Kiev, ma anche ai confinidella Polonia e persino della penisola italiana.Il papa Nicolò IV inviò Giovanni da Pian delCarpine presso i Tartari per farne conoscenza,proporre la conversione al cristianesimo echiedere la pace. Il Gran Khan rispose con unalettera ancora conservata oggi in cui introduceuno dei problemi ancora oggi presenti nel rapportocon i popoli dell’Estremo Oriente, ossial’idea di un primato sul resto del mondo.I primi segni del cristianesimo in Cina sonodel secolo VII con la presenza di cristiani siroorientali,comunemente denominati nestoriani,ricordati anche da una stele ritrovata. Nellefonti cinesi non c’è abbondanza di notizie suicristiani, che sono unificati sotto una unicadefinizione, senza distinguere tra nestoriani ocattolici romani.Giovanni da Montecorvino scrisse al Papache i cristiani erano accusati di essere deimaghi, capaci di corrompere gli uomini e farimpazzire la gente. Tali accuse vengono rilanciateanche a distanza di secoli, compresi i nostrigiorni.Accanto ai Frati Minori vi sono i mercantiveneziani che sono compagni e finanziatori diqueste missioni francescane. Come evidenziatonel libro di Pacifico Sella, Giovanni daMontecorvino è il primo vescovo in terra diCina. Le persone convertite in quel periodo inmaggioranza non erano cinesi perché il potereera in mano ai Mongoli, detti pure Tartari,tuttavia egli presenta un metodo di evangelizzazionepopolare con immagini cristiane accompagnateda didascalie.Il P. Wilhelm K. Müller, della Congregazionedei Verbiti, ha ricordato che alla fine delsecolo XIX i verbiti giunti in Cina trovaronoin un villaggio dei cristiani che si vantavano diessere discendenti dell’evangelizzazione fatta


80 AN. CXXIX – IANUARII-APRILIS <strong>2010</strong> – N. 1secoli prima da Giovanni da Montecorvino.Quindi possiamo affermare che viva ed efficaceè la Parola di Dio, come dimostra anchela vicenda del venerabile Fr. Gabriele Allegrache fondò l’attuale studio biblico di HongKong.La Cina sta vivendo oggi un momento dievoluzione in cui le situazioni cambiano a secondadei luoghi, dei tempi e dei modi di vederela realtà.Attualmente la Chiesa e la religione sonodiventate realtà accettabili in Cina, con studiosi,pubblicazioni, istituti e professori che si occupanodel cristianesimo. La Cina non è mai statacosì aperta al cristianesimo come oggi, come dimostranodiverse attività educative e i seminaripresenti nel territorio. In questa realtà emergono,tuttavia, dei problemi quali la formazionedei giovani, soprattutto preti, religiosi e suore;infatti l’ateismo e il materialismo sono presentiovunque e anche nei giovani cattolici. Mancala profondità della spiritualità, così come sisente la mancanza di generazioni di sacerdoti e,pertanto, quando si deve scegliere dei candidatiall’episcopato o sono troppo anziani o troppogiovani. Per questo si cerca di inviare i giovanisacerdoti a formarsi a Roma o altrove. Si percepisceanche un calo delle vocazioni, dovuto allapolitica del figlio unico. Altra questione apertaè la separazione della Chiesa: infatti anche setutti sono fedeli al Papa e ai dogmi della fede,c’è la presenza opprimente dell’AssociazionePatriottica che crea problemi. Davanti a tuttociò si può dire che c’è speranza per la Cina e perla Chiesa in Cina.Al termine Fr. José Rodríguez Carballo haricordato che la missione francescana è stataun continuo espandersi: dall’Umbria alla presenzatra i saraceni, in India, in Cina. Ripercorrendole tappe principali della presenza francescanain Cina, le sintetizza in cinque momenti:le vie umane percorse dai missionari, accantoa mercanti ed esploratori; la promozione umanae culturale con attenzione alla lingua e allacultura cinese, alla cura dei lebbrosi, dellebambine e degli orfani, l’annuncio esplicitodel Vangelo, le diffusione del libro sacro, attraversotraduzioni – come mostra la vicendadel venerabile Gabriele Allegra –, la testimonianzadel martirio. L’evangelizzazione dellaCina presenta anche delle sfide, quali l’inculturazionecon la conseguente implantatio <strong>Ordinis</strong>,la creazione di strumenti di collaborazionee di riconciliazione, prima di tutto nellaChiesa in Cina, seguendo le indicazioni dellaLettera di Benedetto XVI, l’attività sociale, lacollaborazione con le altre realtà francescane,quali le Suore Francescane Missionarie di Mariae l’Ordine Francescano Secolare.Concludendo ha affermato che se bello è ilpatrimonio francescano in Cina, altrettanto èla responsabilità missionaria per l’Ordine.La giornata si è conclusa con l’assegnazionedel Premio San Francesco rispettivamentea Benedik H. Mertens per il suo volume Solitudoseraphica e a Luca Parisoli per l’operaLa Summa fratris Alexandri e la nascita dellafilosofia politica francescana.Fr. Fulvio, Guardiano della fraternità diMontecorvino Rovella (Salerno), paese nataledi frate Giovanni, ha fatto dono all’UniversitàAntonianum di un quadro raffigurante il missionariofrancescano, mentre l’icona di Giovannida Montecorvino, frate minore e primovescovo in terra di Cina, dipinta da Fr. AntonioBaù, ofm, ha presieduto l’intero incontro.Fr. Pietro Messa2. Discorso del Ministro generale e GranCancelliereRoma, Aula S. Antonio (PUA), 15.01.<strong>2010</strong>I FRATI MINORIIN CINASono ancora ben presenti in noi i momentidi riappropriazione della “grazia delle origini”che abbiamo appena celebrato in occasionedell’VIII centenario dell’approvazione dellaprima “forma vitae” di san Francesco da partedel Papa Innocenzo III. Agli inizi, Francescoebbe la rivelazione fondamentale che per esserefedele discepolo del Signore doveva vivereil Vangelo integralmente e poi andare adannunciarlo alla gente del suo tempo. Come ciha ricordato il Capitolo generale di Pentecostedel 2009, «Francesco e i suoi fratelli della primaora furono particolarmente colpiti dai testievangelici dell’invio in missione dei discepoli,che ispirarono il loro andare per il mondosprovvisti di quanto poteva dar loro sicurezza»1 .La chiamata ad essere annunciatori edevangelizzatori, Francesco e i suoi Frati lacompresero come un atto dovuto di restituzioneal Signore del dono del Vangelo ricevuto.L’ultimo Capitolo di Pentecoste descrive iFrati Minori come coloro che sanno «impararead ascoltare la parola di Gesù e a restituirlaagli uomini e alle donne di oggi, nello spiri-


E SECRETARIATU PRO FORMATIONE ET STUDIIS 81to del Vangelo, camminando per le strade delmondo come Frati Minori evangelizzatori conil cuore rivolto al Signore» 2 .Un’esemplare espressione storica di taleispirazione carismatica sono state le primemissioni francescane che, iniziate con Francescostesso, si sono estese prima dall’Umbriaall’Italia, poi all’Europa del nord, per oltrepassarele frontiere della cristianità medioevale,sia culturalmente con l’andata verso i Musulmani,sia geograficamente con l’arrivo di Fratidella seconda generazione in India e in Cina.Ed è proprio di quest’ultima missione che noifacciamo memoria celebrando il VII centenariodell’ordinazione di fra Giovanni da Montecorvinoa Vescovo di Pechino e Patriarca ditutto l’Oriente, avvenuta tra il 1309 e il 1310.Le prime missioni francescane in Cina, e inparticolare la figura di fra Giovanni da Montecorvino,sono state recentemente oggetto dinuove ricerche 3 ed oggi ne abbiamo ascoltatouna pregevole e approfondita presentazionedal parte del Prof. Francesco D’Arelli (cheringrazio vivamente, anche a nome del Definitoriogenerale). Le missioni in Cina hannocontinuato nei secoli successivi, tra interruzioni,persecuzioni e nuovi inizi, fino alla costituzionedella Chiesa gerarchica. Chiesa cheè tuttora viva e che sta riscoprendo la propriaidentità e la sua grande attualità, come ci haegregiamente mostrato il confratello Verbita,Prof. W.K. Müller.Nella Chiesa di oggi che è in Cina ben vivaè ancora la presenza dei Frati Minori, una presenzache è iniziata appunto nel XIII secolo eche ha continuato, con alterne vicende, lungo isecoli fino ad arrivare ai nostri giorni.Vorrei cogliere questa occasione per ripercorrererapidamente le tappe essenziali diquesta storia francescana in Cina, ritrovarnei caratteri peculiari e così raccogliere alcunesfide per il prossimo futuro.Le missioni francescane in CinaPossiamo ricostruire le missioni francescanein Cina in 5 periodi, ognuno dei quali presentaalcuni aspetti particolari.Nel primo periodo, che va dal 1245 – annodella partenza da Lione di fra Giovanni da Piandel Carpine – fin verso il 1370, quando la dinastiamongola Yuan terminò e con essa l’imperodei Tartari in Cina, i Frati Minori venneroinviati in estremo Oriente come Ambasciatoridi pace e Ambasciatori della fede. Ciò rientravanella politica dei Papi di fronte al pericoloincombente dei Mongoli che si erano affacciatiai confini dell’Europa cristiana, minacciandodi conquistarla. Nello stesso tempo i Fratiavevano una missione “esplorativa” riservatadi raccogliere il massimo d’informazioni suicapi, sulle loro intenzioni reali e sul loro mododi fare la guerra. Tali compiti affidati ai Francescaninon impedirono loro di essere ancheannunciatori del Vangelo, secondo la Regoladi san Francesco. Di particolare rilievo ful’opera educativa di fra Giovanni da Montecorvinoe il suo sforzo di inculturare la liturgiatraducendo il Salterio e il Nuovo Testamentonella lingua dei Tartari, che erano i dominatoridel momento. Secondo un calcolo, forse da verificareulteriormente, sarebbero andati in Cinain questo periodo circa 242 Frati Minori, trai quali vi furono 3 Arcivescovi e 11 Vescovi.La prima missione francescana era statapossibile per il fatto che la dinastia mongolaYuan era interessata al fatto religioso e trattavatutte le religioni come altrettante possibilitàdi successo. La presa del potere da parte delladinastia cinese dei Ming (1368-1644) cambiòcompletamente la politica religiosa. I Mongolifurono cacciati perché “stranieri”, oltre che peraver disprezzato il popolo cinese sottomesso eaver avuto una collusione con i Lama tibetani.Così la religione cristiana introdotta dai Francescanivenne rifiutata soprattutto in quantodottrina straniera. La nuova dinastia cinese alpotere restaurò l’ortodossa visione confucianae promosse un tempo di primavera culturale.Per la diffusione del cristianesimo, però, bisogneràattendere due secoli prima che la fedecristiana potesse essere nuovamente propostanell’Impero Celeste. Solo il clima successivodi “rinascenza” intellettuale poté favorire l’incontrodell’umanesimo cinese con l’umanesimooccidentale attraverso i missionari gesuiti,in particolare Matteo Ricci.«È sotto il regno dell’imperatore Wan Li(1573-1620) che il cristianesimo, cacciatodalla Cina dopo la caduta dei Mongoli, vi penetròdi nuovo con i Portoghesi» 4 . All’iniziodel XVII secolo vari francescani tentarono dientrare in Cina, ma vennero sempre respinti.Con la nuova dinastia al potere dei Qing(1644-1912), che veniva dalla Manciuria, gliImperatori considerati come dei “Dèspoti illuminati”,tolleravano i missionari. Così nellaseconda metà del XVII secolo le condizioniper le missioni divennero favorevoli. Nelfrattempo la Santa Sede tentava di sganciarel’attività missionaria dall’attività commercialee coloniale dei portoghesi e degli spagnoli,


82 AN. CXXIX – IANUARII-APRILIS <strong>2010</strong> – N. 1e nel 1662 costituì la Sacra Congregazione diPropaganda Fide, per coordinare le missionianche in Cina e iniziare l’avvio della gerarchiacattolica.Questo si può considerare il secondo periododelle missioni francescane in Cina. Venneroaperte diverse postazioni missionarie specialmenteal sud, e poi venne nominato ancheun Prefetto Apostolico per le missioni francescanenella persona di fra Antonio Caballerode Santa Maria (1643) rimpiazzato dopo la suascomparsa nel 1675 da fra Agostino de SanPascual. Finalmente, nel 1690 fra Bernardinodella Chiesa venne nominato vescovo di Pechino.Il periodo si caratterizza per due aspettimolto diversi tra loro. Il primo fu il problemadell’inculturazione, che venne concretizzatonella famosa controversia dei riti cinesi. L’altroinvece toccava la vita stessa dei missionarie dei cattolici cinesi, i quali dovettero affrontarecon eroico coraggio diverse persecuzioni.Il cambiamento nella politica religiosa vennein seguito al decreto del Papa Benedetto XIVche nel 1742 condannava definitivamente i riticinesi. Ciò fece passare la Chiesa cattolica agliocchi dell’assolutismo imperiale come una sèttasovversiva, e con questo si apriva un’èra dipersecuzioni che avrà ondate successive nellaseconda metà del XVIII secolo fino ai primidecenni del secolo XIX, con variazioni localisecondo le Province. Da ricordare che solo nel1939 il Papa Pio XII riconoscerà il caratterecivile, e non religioso, dei riti cinesi condannati.Gli imperatori proscrissero il cristianesimoperché temevano di veder passare i loro sudditidivenuti cristiani sotto una giurisdizionestraniera, e ciò rappresentava un pericolo cheminacciava la Cina. I missionari francescani,insieme ai domenicani, combattevano le pratichemagiche e superstiziose che chiamavanoidolatria, e per questo s’impegnavano moltonella evangelizzazione delle popolazioni menocolte, nella diffusione delle pratiche dellapietà cristiana, e così favorirono la nascita diun’autentica forma di santità cinese, semplicee solida, a volte anche eroica fino al martirio.Il terzo periodo è quello dell’epoca del neocolonialismoottocentesco. Le missioni cristianeritrovarono la libertà perduta grazie allascandalosa guerra dell’oppio (1840-1847) trala Cina e l’Inghilterra, grazie ai “Trattati ineguali”che vennero stipulati separatamente tra11 Stati d’Europa e dell’America con la Cinae nei quali spesso si inserivano garanzie perla protezione dei missionari. Così la secondametà del secolo XIX vide una rinascita anchedelle missioni francescane in Cina. NumerosiFrati Minori dall’Europa partirono per diffondereil Vangelo in Cina, dove si dedicaronocon grande generosità anche ad opere umanitariecome l’educazione dei giovani, gli istitutiper salvare ed educare le ragazze abbandonatee sfruttate, gli orfanotrofi per i neonati abbandonati,l’educazione contro l’uso eccessivodell’oppio, la cura dei malati.Però la protezione diplomatica dei missionarifaceva passare la Chiesa per uno strumentoal servizio dell’espansionismo occidentale.I partigiani del movimento anti-cristiano attizzaronol’odio contro gli stranieri tra la popolazionee provocarono sommosse, omicidi,distruzioni in varie parti della Cina. Il culminedella xenofobia anti-occidentale si ebbe con larivolta dei Boxers nel 1900, i quali ucciserocentinaia di cristiani, religiosi e francescani –canonizzati nel 2000 da Giovanni Paolo II - algrido: «Proteggiamo il Paese, distruggiamo glistranieri!».Nonostante le ripetute e ricorrenti persecuzioni,agli inizi del secolo XX i Frati Minoriavevano la cura di 10 Vicariati apostolici cheandavano dal nord al sud della Cina, con moltissimecomunità cristiane e tante postazionimissionarie 5 .La rivolta di Wuchang nel 1911 portò allafine della dinastia Qing e alla proclamazionedella Repubblica di Cina. Questo può essereconsiderato il quarto periodo delle missionifrancescane con la massima fioritura e con lapartecipazione di un gran numero di missionariprovenienti da 25 Province dell’Ordine.I Frati Minori erano presenti e avevano la responsabilitàdei Vicariati Apostolici nelle Provincedello Shandon (con 6 missioni particolari),Shaanxi (con 6 missioni), Shanxi (con 5missioni), Hubei (con 7 missioni), Hunan (con5 missioni) 6 . Al Concilio plenario celebrato aShanghai nel 1924 vi parteciparono 25 FratiMinori, tra Vicari Apostolici e Superiori dimissioni 7 . Di particolare importanza in questoperiodo è stata l’opera del Venerabile fraGabriele Maria Allegra (1907-1976), il qualeera andato in Cina “per tradurre la S. Scrittura”che cominciò nel 1935 e terminò l’AnticoTestamento, da solo, nel 1944, e poi continuòcon lo Studium Biblicum che egli stesso fondòa Pechino.Tale fioritura missionaria, che vedeva tral’altro l’apertura di nuovi lebbrosari, non sisvolse senza difficoltà. Le lotte tra i vari comandantimilitari all’interno della giovane


E SECRETARIATU PRO FORMATIONE ET STUDIIS 83Repubblica e la diffusione del brigantaggio,uniti ad un persistente spirito anti-occidentale,provocarono sofferenze, uccisioni e distruzioni.Durante la seconda guerra mondiale (1939-1945) che vide il Giappone invadere la Cina,vennero coinvolte anche le missioni cattoliche,per cui «alcuni confratelli furono uccisi,altri imprigionati, molti insieme ai Vescovi ealle Suore, quali cittadini stranieri, consegnatialla pubblica vigilanza in domicilio coatto» 8 .Questo fu il periodo della nascita della Chiesacattolica in Cina che ebbe il suo atto ufficialenella costituzione della Gerarchia episcopalecinese per disposizione di Pio XII nel 1946.La Costituzione Apostolica del Papa affidava«all’Ordine Serafico cinque Archidiocesi,tredici Diocesi e nove Prefetture Apostoliche.Nel 1948 vi erano in Cina 706 frati minori, deiquali 150 indigeni, e 28 conventi oltre le Casedi Missione e alle Residenze dei Vescovi» 9 .L’ultimo periodo è quello della RepubblicaPopolare Cinese (dal 1949 ad oggi). Conla presa del potere del regime marxista-maoista,le missioni cattoliche furono fatte oggettodell’ira antistraniera e denunciate come strumentidell’imperialismo occidentale. In nomedel patriottismo, le autorità pretesero chevenissero rotti tutti i legami con l’esterno e ilgoverno comunista usò tutti i mezzi per staccarei cattolici cinesi dalla Chiesa universale.Progressivamente tutti i missionari stranierivennero espulsi e si instaurò un sistema di persecuzionesistematica contro i cattolici (vescovi,sacerdoti, religiosi e laici) che non ottemperasseroalle disposizioni governative. Gli annipiù difficili furono quelli della RivoluzioneCulturale, dal 1966 al 1976, con il tentativoideologico di distruggere tutto ciò che venivadalla tradizione cinese. È seguito un periododi progressiva, anche se timida, apertura cheha permesso di ricostituire anche la presenzafrancescana in Cina. Secondo il Necrologiodei Frati cinesi, dal 1200 al 1977 si registrano1.162 Frati Minori vissuti in Cina 10 .Le caratteristiche principaliL’evangelizzazione in genere, e quellafrancescana in particolare, in Cina ha attraversatoperiodi e condizioni diverse lungo isecoli. Alcuni caratteri generali, tuttavia, siapure vissuti storicamente in maniera diversa,hanno come accompagnato questa lunga esofferta storia, e sono adeguati per restituircile caratteristiche delle missioni cattoliche efrancescane in Cina.Le vie umane della missioneUn primo aspetto che risalta è quellodell’utilizzo da parte dei missionari delle “vieumane”, che si presentavano loro e che divenivanoi canali attraverso i quali entrare ed operare.Sin dall’inizio, fra Giovanni da Pian delCarpine e poi fra Giovanni da Montecorvino,e con loro altri francescani, potettero arrivarenell’estremo oriente, alla corte dei Mongoli,grazie all’incarico ricevuto dai Papi di Ambasciatoridi pace. Il loro itinerario seguiva ilcammino dei mercanti, soprattutto i veneziani.Potettero restare e agire in Cina fino a quandoi Mongoli dominatori, che li avevano accolti,restarono al potere.Cambiato il regime con l’avvento delladinastia Ming, il dominatore straniero vennecacciato e con esso anche i missionari stranieri.Questi potettero rientrare in Cina grazieagli esploratori e colonizzatori portoghesi chenell’epoca delle grandi scoperte (sec. XVI) arrivaronofino all’estremo oriente. Con l’arrivodei portoghesi e degli spagnoli fu introdottoil sistema del “protettorato” che condizionavamoltissimo la libertà dei missionari e dellaChiesa, tanto che i missionari che partivanoper il lontano Oriente dovevano prima prestaregiuramento nella capitale portoghese! Se siaggiungono i saccheggi e i massacri ai qualisi lasciarono andare gli europei, si può capireperché anche i missionari europei venisserorifiutati come “diavoli stranieri”. Altri favoriebbero i missionari nel periodo del neo-colonialismodi fine Ottocento dagli Stati europeie parallelamente ci fu un’altra ondata di persecuzioniper cacciare gli stranieri e la loro religione.Tutta questa storia può aiutare a capirein parte il principio anche attuale dell’autonomiacinese e del rifiuto di tutto ciò che vienedall’esterno, compresa la Chiesa cattolica diRoma 11 .La promozione umana e culturaleUna volta arrivati nel territorio, i missionarisi concentravano sullo svolgimento della loromissione. Nei rapporti con le autorità e con leélites culturali, non pochi Francescani si dedicaronoalla lingua cinese, redigendo ancheDizionari e Grammatiche adatte agli europei,come quelle del sinologo fra Basilio Brollo daGemona nel XVII secolo 12 e di mons. EligioCosi nel XIX secolo, oppure la scuola di linguacinese aperta a Pechino nel XX secolo, e ancoradiversi scritti francescani sulla cultura cinese.In favore della gente delle campagne e deipiccoli villaggi, dove prevalentemente opera-


84 AN. CXXIX – IANUARII-APRILIS <strong>2010</strong> – N. 1vano di Francescani, vennero costituite molteopere di carattere umanitario e caritativo. Bastipensare alla cura dei lebbrosi e di altri malati,all’accoglienza degli orfani e delle bambinesfruttate, al recupero dei neonati abbandonatio «esposti», alle scuole per educare i ragazzipoveri. Una cura particolare venne riservata aiceti popolari che usavano l’oppio che mietevanumerose vittime 13 . Le attività in favore deipoveri e della dignità umana hanno sempre accompagnatol’opera di evangelizzazione.L’annuncio esplicito del VangeloL’attività principale era comunque la diffusionedel Vangelo, far conoscere la personadi Gesù Cristo, provocare e accompagnare leconversioni al cristianesimo e offrire la graziadi Dio con l’amministrazione dei Sacramenti.Presso le popolazioni delle campagne in particolare,i missionari francescani diffondevanouna spiritualità devota affidata alle pratichedelle devozioni cristiane, perché potesserorimpiazzare le pratiche di carattere superstiziosoe per dare ai cristiani una formazioneche fosse semplice e solida nello stesso tempo.Questa opera specificamente missionaria vennesvolta sempre, anche nei periodi difficili,ma soprattutto nei tempi di pace o di maggiortranquillità socio-politica.Scriveva dalla Cina fra Alfonso Maria DiDonato nel 1845 al Ministro generale: «Leconversioni tra i gentili sono frequenti, massimenelle donne; e ogni anno non battezziamomeno di un duecento adulti; i fanciulli poi battezzatiin punto di morte sono sempre un tre oquattro mila» 14 .Insieme al primo annuncio del Vangelo, imissionari francescani lavoravano anche perfondare la Chiesa locale con l’apertura dei seminariper la formazione del clero indigeno.Questi due scopi fondamentali delle missioniad gentes sono stati sempre praticati. Il contributodei Francescani si è espresso poi con lacura di diversi Vicariati Apostolici e PrefettureApostoliche.La diffusione del Libro sacroLa parola ha un ruolo molto importante nellacultura cinese e nell’annuncio missionario.Giovanni da Montecorvino aveva già tradottonella lingua dei dominatori Tartari il Salterio eil Nuovo Testamento. Altre parziali traduzionivennero fatte lungo i secoli. Nel secolo scorsofra Gabriele M. Allegra (1907-1976) decise ditradurre tutta la Bibbia in cinese dai testi originali.Egli cominciò il suo lavoro nel 1935 e terminòl’Antico Testamento, da solo, nel 1944.Fu un lavoro da pioniere, che lo portò nel 1945a fondare lo Studium Biblicum a Pechino, trasferitopoi a Hong Kong nel 1948, assiemealla Domus Franciscana, che era la scuola dilingua per i nuovi missionari. Tutta la Bibbiain cinese venne pubblicata in un solo volumenel 1968 e nel 1975 – un anno prima della suamorte – usciva l’ormai famoso Dizionario Biblicocinese.Per Padre Allegra il Vangelo era il suo programmadi vita e di missione. Lo confidavaegli stesso ad un confratello con queste parole:«Predicate il Vangelo. Vivete il Vangelo. Soffriteper il Vangelo». La traduzione della Bibbiadel Padre Allegra è quella ancora preferitae usata nei Seminari, e lo Studium Biblicum diHong Kong ha il compito di continuare a rendereaccessibile al popolo cinese il Libro sacrodella Bibbia, a promuoverne la diffusione e adoffrire strumenti biblici per la formazione deicristiani, dei religiosi e dei sacerdoti.La testimonianza del martirioLa lunga e sofferta storia della Chiesa edel francescanesimo in Cina è ricca in modospeciale della testimonianza dei martiri, chehanno imporporato ogni periodo storico e ogniregione.Dai martiri del primo periodo (fra Giacomoda Padova e fra Pietro da Siena nel 1321)a quelli dei secoli XVI (fra Pietro Alfaro nel1580 e fra Antonio Caballero di S. Maria),XVII, XVIII, fino ai martiri del 1900 a causadella rivoluzione dei Boxers, e ad altri cadutisotto la persecuzione del regime maoista.Ma della storia dei martiri francescani inCina fanno parte anche tanti altri frati, rimastisenza nome, che hanno dato la loro vita acausa degli stenti o delle sofferenze di variogenere o del carcere, dove vennero rinchiusicome in una tomba. 15 Scriveva fra Bernardinoda Portogruaro ai missionari in Cina: «Noi siamolieti di poterci santamente gloriare in GesùCristo anche di voi, a’ quali, se mancò l’occasione,non manca certo la volontà ed il meritodel martirio, dappoiché allo spargimento nonimpetrato del sangue sostituite un martirio incruento,ma quotidiano di stenti, di desolantiangustie» 16 .Tante eroiche testimonianze di dedizione efedeltà che ci hanno lasciato missionari e cristianicinesi – come si espresse il Papa – «sonoun esempio di coraggio e di coerenza per tuttinoi e fanno onore al nobile popolo cinese». 17


E SECRETARIATU PRO FORMATIONE ET STUDIIS 85Alcune sfideGli aspetti della storia francescana in Cina,di cui siamo gli eredi e i discepoli, non li horichiamati per suscitare in noi sentimenti divana gloria o di vacuo compiacimento, ma perrinnovare in ciascuno l’impegno a costruirenoi stessi la nostra storia francescana nel presentee nel futuro.Già nel 1982 – quando la società cinesecominciava ad aprirsi all’Occidente – l’Ordinesi è interessato in maniera esplicita allanostra presenza francescana, nominando una“Commissione per la Cina”. Questa elaboravaalcune linee di condotta in favore dei frati cheerano nella Cina continentale, nel senso di unsostegno a vari livelli. Intanto continuava lapubblicazione di Sinica Franciscana, la qualecontribuiva a diffondere la memoria delle missionifrancescane in Cina.Nel 1989, la lettera del Ministro generale,fra John Vaughn, indirizzata a tutto l’Ordine,rinnovava la solidarietà della fraternità universalecon i confratelli che vivevano e operavanonella Cina continentale ed elevava la casadi Hong Kong sede della Procura e del ChinaDesk dell’Ordine. I Frati hanno avuto anchel’incoraggiamento personale dei successiviMinistri generali che hanno voluto incontrarlinei luoghi della loro vita quotidiana.La società cinese sta vivendo un periodostorico di transizione verso una collaborazionesempre più ampia con il mondo occidentale,specialmente a livello economico. I giovaninon hanno più gli ideali marxisti propagatial tempo di Mao e la corsa al benessere nonoffre altri ideali sostitutivi. Anche in Cina,la gioventù appare vuota di valori, e tra i piùsensibili appare la ricerca di una nuova spiritualitàche possa dare un senso alla loro vita.In questo senso, il cristianesimo, in quantoreligione straniera, appare a molta gente (adifferenza della considerazione delle autorità)come quella che può offrire qualcosa di nuovoe di più rispetto alle religioni o ideologie giàconosciute o sperimentate in Cina. E questospiega in parte la relativa crescita dei cristianinel continente, e la partecipazione anche deibuddisti alle celebrazioni più importanti dellaChiesa cattolica.In questo contesto, la sfida per la Chiesacinese e per noi Francescani è come essere diaiuto alla società in questo tempo di transizione.Un primo impegno dovrà essere quellodell’inculturazione. I padri sinodali dell’assembleaspeciale per l’Asia hanno voluto incoraggiareun nuovo processo d’inculturazioneampio e profondo, ed «hanno identificato alcunearee bisognose di particolare attenzione:la riflessione teologica, la liturgia, la formazionedei sacerdoti e dei religiosi, la catechesie la spiritualità». 18Per noi francescani, la prima forma di inculturazioneè la implantatio <strong>Ordinis</strong> in Cina.Formare veri Frati minori autoctoni vuol direincarnare il nostro carisma nella religiositàe cultura cinesi, e di conseguenza offrire allaChiesa un modello vissuto d’inculturazione.Una seconda sfida soprattutto per noi, chesiamo figli del Santo della riconciliazione edella pace, è quella di contribuire in manieraimportante alla comunione interna all’unicaChiesa che è in Cina. Noi dobbiamo essere iprimi a seguire fedelmente le indicazioni cheil Papa Benedetto XVI ha dato nella Letteraai Vescovi e fedeli cattolici cinesi (27 maggio2007) in favore della comunione disciplinaree sacramentale, in modo che tutto sia «vissutonella comunione e nella comprensione fraterna,evitando giudizi e condanne reciproche»(n. 7).Un altro impegno costante, che continua lalunga tradizione missionaria, sarà anche quellodelle opere sociali e della promozione umana.Oggi ancora l’evangelizzazione in Cina passaattraverso le attività sociali e caritative, dovela testimonianza silenziosa ma viva di tanti religiosisi fa messaggio eloquente dei valori delVangelo di Gesù Cristo.Infine, non possiamo dimenticare l’ampiaFamiglia francescana già presente nelle suevarie diramazioni religiose, apostoliche e secolari.Una recente indagine interna ha rivelatola presenza in Cina di varie Congregazionifrancescane femminili e di almeno 4.000membri dell’Ordine Francescano Secolare. Ilnostro impegno primario sarà quello di accompagnaree formare tanti fratelli e sorelle nellostesso carisma di Francesco d’Assisi, e – doveè possibile – lavorare insieme per la costruzionedel Regno di Dio e della dignità della personaumana.A modo di conclusioneDire vocazione francescana significa direimpegno per uscire da sé, volontà di «decentrarsida noi stessi […], essere meno autoreferenziali»19 . Dire vocazione francescana emettersi in cammino, per le strade del mondo,per annunciare il Vangelo, come fratelli e minori,e sempre con il cuore rivolto al Signo-


86 AN. CXXIX – IANUARII-APRILIS <strong>2010</strong> – N. 1re 20 . Dio ci chiama e ci invia 21 . «Il Vangelo èun dono destinato ad essere condiviso» 22 . Èl’ora di rispondere, con fantasia e creatività 23 ,a questa esigenza della nostra vocazione. Come?Donandosi completamente alla causa delVangelo, vivendo «la logica del dono come alternativaalla logica del prezzo, del guadagno,dell’utilità e del potere» 24 . Dove? Nei luoghidi frontiera, come la Cina, nei nostri paesi tradizionalmentecristiani, ma anche ad gentes,dove si deve impiantare ancora o rafforzare lapresenza della Chiesa e dell’Ordine. L’Ordine,il primo Ordine propriamente missionariodella Chiesa, non può rinunciare a obbedire ilmandato di Gesù: «Andate dunque e ammaestratetutte le nazioni, battezzandole nel nomedel Padre e del Figlio e dello Spirito Santo,insegnando loro ad osservare tutto ciò che viho comandato» (Mt 28, 19-20). In questa obbedienzaci giochiamo la fedeltà alla nostravocazione e missione di portatori del dono delVangelo.Fr. José Rodriguez Carballo, ofmMinistro generale eGran Cancelliere1 Documento del Capitolo generale 2009, Portatoridel dono del Vangelo, 19.2 Portatori del dono del Vangelo, 103 Cfr. A. Camps-P. McCloskey, The Friars Minorin China 1294-1955, Rome 1995; Pacifico Sella,Aspetti storici della missione di Giovanni da Montecorvinonel Cathay, in “Antonianum”, 2002,fasc. 3, p.475-502; ID. Il Vangelo in Oriente. Giovannida Montecorvino, frate minore e primo Vescovoin terra di Cina (1307-1328), Assisi 2008;P. Messa-P. Sella-F. Antonelli-F. D’Arelli-G.Buffon-S. Zavarella, I Francescani e la Cina. 800anni di storia, Assisi 2001.4 É. Ducornet, L’Église et la Chine, Paris 2003, 30.5 Cf. Atlas des Missions Franciscaines en Chine,Paris 1915.6 Cf. A. Camps-P. McCloskey, The Friars Minor inChina 1294-1955, Rome 1995, 290.7 Cf. ivi, p. 45.8 S. Zavarella in I Francescani e la Cina 800 anni distoria, Assisi 2001, 124.9 Zavarella, op.cit., p. 125.10 Cf. Necrologium Fratrum Minorum in Sinis,Hong Kong 1978.11 Cf. la situazione delle missioni in Cina verso lametà dell’Ottocento da una lettera, mai arrivata,del Papa Pio IX all’Imperatore, spiegata da G.Buffon in: «G. Cubeddu, “Con la maggior fiduciaprego la tua Maestà…”, in 30 giorni, 2009, n. 6/7.12 Cf. S. Polmonari, Padre Basilio Brollo da Gemonain dialogo con la cultura cinese, in “FrateFrancesco”, novembre 2009, n. 2, p. 437-482.13 Cf. G. Buffon in I Francescani e la Cina, cit.,p.84-91.14 Relazione in G. Buffon, op.cit., p. 95.15 Cf. S. Zavarella, Missione e Martirio. Missionarifrancescani martiri in Cina, Roma 2000.16 Testo in G. Buffon, op.cit., p. 91.17 Giovanni Paolo II, Omelia per la canonizzazionedei 120 martiri cinesi, 1 ottobre 2000.18 Ecclesia in Asia 21.19 Cf. Portatori del dono del Vangelo, 14.20 Cf. Idem, 10.21 Cf. Tre Compagni 36.22 Portatori del dono del Vangelo 11.23 Cf. Idem 9.10.24 Cf. Idem 9.2. Visitas fraternas del Secretario generalpara la Formación y los EstudiosEn las últimas semanas el secretario generalpara la formación y los estudios, Fr. VidalRodríguez ha visitado algunas casas de formaciónde la Orden en diversas Entidades, celebrandodiversos encuentros fraternos tanto conlos formadores como con los hermanos en formación.BoliviaEn la Provincia Misionera de S. Antonio enBolivia, ha visitado el Convento de S. Franciscode Sta. Cruz de la Sierra, Casa de formaciónde los profesos simples, estudiantesde filosofía; y el Convento de S. Francisco deCochabamba, Casa de formación de los profesossimples, estudiantes de teología. Tambiénse ha entrevistado con el secretario provincialde formación y estudios, y el moderador de laformación permanente.En Bolivia, en el Convento de S. José deTarata, Cochabamba; Fr. Vidal Rodríguez haparticipado en el Consejo Internacional de Justicia,Paz e integridad de la creación, con unaconferencia abordando el tema: “Formar parala minoridad”.ArgentinaEn Buenos Aires, Argentina, ha visitado lasCasas de formación de los profesos simples dedos Provincias, el Santuario de S. Antonio, dela Provincia de la Asunción de la BVM del Ríode la Plata, y la Fraternidad de S. Cayetano dela Teja de la Provincia de S. Francisco Solano.También ha visitado el Instituto TeológicoFranciscano “Fray Luis de Bolaños”, enel Santuario de S. Antonio en Buenos Aires;entrevistándose con el Presidente del Instituto.Dicho centro está afiliado a la Pontificia UniversidadAntonianum de Roma, y es donde los


E SECRETARIATU PRO FORMATIONE ET STUDIIS 87profesos simples de Argentina cursan sus estudiosde filosofía y teología.EgiptoEn la Alejandría, Egipto, en el Convento deSta. Catalina de Alejandría, ha encontrado lamayor parte de los formadores y formandosde la Provincia de la Sagrada Familia de Egipto,los cuales participaban en un congreso deformación permanente de dicha Entidad, estavez sobre el tema del dialogo intereligioso.En dicho congreso, en el cual participaba casitoda la Provincia, y algunos miembros dela Comisión para el Servicio del Dialogo dela Orden, Fr. Vidal Rodríguez, ha tenido unaconferencia abordando el tema “Formar parala misión”. También pudo visitar el SeminarioFranciscano Oriental en Ghizah, casa de formaciónde los profesos temporales y centro deestudios superiores del bienio de filosofía.


E SECRETARIATU PROEVANGELIZATIONE ET MISSIONE1. Seminario sulla presenza francescana inAmazzoniaIquitos, Perù, 15-19.02.<strong>2010</strong>“La presenza francescana in Amazzonia”è stato il tema del Seminario organizzatodall’UCLAF e svoltosi dal 15 al 19 febbraio<strong>2010</strong> a Iquitos, Perù, la perla della selva amazzonica,una città con più di 500 mila abitantie circondata da tre fiumi, Amazonas, Itaya eNanay. Ci si arriva, in aereo, da Lima oppurevia fluviale con diversi tipi d’imbarcazioni.Al seminario hanno partecipato 36 persone: 3Vescovi francescani (Mons. Alberto Campos,Mons. Juan Oliver, Mons. Manuel Eguiguren),4 Ministri provinciali (tra i quali 3 Presidentidi Conferenza) e un Custode, 3 Rappresentantidella Curia Generale (Fr. Arturo Rios, Animatoregenerale per l’Evangelizzazione, Fr. JosephRozansky, direttore generale per Giustizia/pace/integrità del Creato – GPIC - e il Definitoregenerale Fr. Nestor Inacio Schwerz), unFrate degli Stati Uniti, 5 Suore francescane,i Segretari per le Missioni e per l’Evangelizzazionee per la Formazione e gli Studi delleConferenze, gli animatori di GPIC e 2 Fratidisponibili per la missione in Amazzonia. Gliobiettivi del Seminario erano di conoscere megliola realtà amazzonica, fare memoria dellapresenza francescana nell’Amazzonia sindal secolo XVI e del camino recente con unanuova sensibilità, trovare criteri e elementi peril Progetto integrale di missione francescananell’Amazzonia continentale secondo il mandaton. 24 del Capitolo generale 2009.Dopo l’apertura del Seminario e la presentazionedei Partecipanti si è fatto brevememoria del cammino recente di una nuovasensibilità nell’Ordine riguardo al tema dellapresenza francescana in Amazzonia. In questamemoria, si è risaliti sino al secolo XVI.Molti missionari francescani hanno dato lorovita nella missione evangelizzatrice presso ipopoli nativi. In tempi più recenti sono arrivatealtre famiglie del carisma francescano, siamaschili, sia femminili. La Chiesa, mediantela Propaganda Fide, ha affidato dei Vicariatie delle Prelature ai Frati. In ogni modo è statasempre una presenza abbastanza fragile, nonarticolata, con missionari stranieri e poche vocazioninative. Negli ultimi anni la presenzafrancescana in Amazzonia è entrata nell’agendadel nostro Ordine. In diversi eventi, il temadell’Amazzonia è stato presente: Congressodi GPIC nel 2006 a Uberlandia, nei ConsigliInternazionali di Evangelizzazione a SantoDomingo nel 2006 e a Manila nel 2008, nelCongresso Panamericano su GPIC in Cile nel2007, in un Seminario sulla presenza francescanain Amazzonia a Manaus nel 2008, nelCongresso Missionario a Cordoba in Argentinanel 2008, nei due Incontri con i Vicariatiaffidati all’Ordine in Curia Generale a Roma,nell’Assemblea di UCLAF ed infine nel Capitologenerale del 2009 nel quale si è votato ilmandato.Fray Tomàs Martin, missionario spagnoloda 30 anni in questa realtà, ci ha aiutato conuna bella relazione, portando molti elementidi riflessione e di esperienza personale. Unagiornata è stata riservata per fare visita a dellecomunità (“Caserìos”) lungo il fiume Amazonas.C’è stata la condivisione di esperienzeda parte di diversi missionari che vivono edoperano nella realtà amazzonica. Il breve documentofinale contiene una breve descrizionedella realtà amazzonica, gli aspetti rilevantiche sottolineano l’importanza della missionefrancescana in questo contesto, dei principiteologici e pastorali, alcune caratteristicheauspicabili per la presenza francescana in taleregione e alcune conclusioni:* sensibilizzare ed animare i missionari e lemissionarie francescani già inseriti nellarealtà amazzonica e al servizio dei fratelli,delle sorelle e delle Entità della FamigliaFrancescana dell’America Latina in vistadi un più vivo interesse e impegno per lamissione in Amazzonia e con la possibilitàdi nuove vocazioni missionarie. Tale iniziativaservirebbe per creare una visionecomune di presenza e di impegno in Amazzonia;anche per facilitare una rete di solidarietà,di informazioni, di condivisionedi esperienze, di forme di collaborazione.Per facilitare tale processo sarebbe opportunoorganizzare un Congresso sul temadella presenza francescana in Amazzonia,


90 AN. CXXIX – IANUARII-APRILIS <strong>2010</strong> – N. 1coinvolgendo le presenze già esistenti e leEntità francescane in America Latina, prevedendoun curato camino di preparazione.* Programmare percorsi formativi, sia per imissionari presenti nella regione amazzonicache per le diverse Entità <strong>OFM</strong> e della FamigliaFrancescana, a livello di Formazioneiniziale e permanente. Per preparare unaproposta formativa si potrebbe coinvolgerel’UCLAF, il Master in Evangelizzazione aPetropolis, Brasile, il centro di formazionemissionaria a Cochabamba, Bolivia, e altreIstituzioni.* Creare una o più nuove Fraternità nella regioneamazzonica, con le caratteristiche giàindicate nel I Seminario a Manaus, ma inparticolare che sia “INTER” (interprovinciale,internazionale, aperta a diverse formedi collaborazione), capace di assumere unprogetto integrale che sia una nuova formadi evangelizzazione, difesa della giustiziaambientale, opzione per i popoli nativi e peri poveri.* Rafforzare le presenze già esistenti inAmazzonia, in particolare mediante la Custodia“S. Benedito”, i diversi Vicariati affidatial nostro Ordine.Il prossimo momento importante per riprendereil tema e approfondirlo sarà l’Assembleadell’UCLAF nel mese di agosto inParaguai. Successivamente sarà tema di studiodel Definitorio generale per offrire degli orientamentigenerali su questo progetto che è partedi un mandato del Capitolo generale 2009 (cf.Portatori del dono del Vangelo, Mandato 24).Fr. Nestor Inacio Schwerz ofm2. Assemblea annuale della FondazioneRussia/KazakhstanSan Pietroburgo, Russia, 25-30.04.<strong>2010</strong>Nei giorni 25-30 aprile, i 21 frati della FondazioneRussia-Kazakhstan si sono trovati aSan Pietroburgo per la loro Assemblea annuale.Ad essi si sono uniti il Ministro generale,il Definitore Fr. Ernest Siekierka (che è ancheil Delegato generale per la Fondazione) e Fr.Massimo Tedoldi, Segretario generale per leMissioni e l’Evangelizzazione.Il primo frutto dell’Assemblea è stata lagioia dell’incontro fraterno, tenendo contoche i frati si vedono solo una volta all’anno,a motivo delle enormi distanze tra un conventoe l’altro. I ventuno frati vivono in cinquecase: San Pietroburgo, Novosibirsk, Ussurisk(in Russia), Almaty e Taldikorgan (in Kazakhstan).Il volto della Fraternità è internazionale:due frati russi, cinque italiani, cinque polacchi,quattro coreani, tre americani, due slovacchi.Il Ministro, dopo aver sottolineato il grandevalore della Fondazione come Fraternitàinternazionale inserita in questi due Paesi, haesortato i frati ad approfondire i seguenti temi:– la vita fraterna, con il progetto di vita e missioneda rivedere ogni anno;– il rapporto con le istituzioni della Curia,con il Ministro, anzitutto, dal momento chela Fondazione dipende direttamente da lui,con il Delegato generale e con il Segretariogenerale per le Missioni e l’Evangelizzazione;– la relazione intercorrente tra il Progetto generalee i Progetti particolari di ogni Fraternitàlocale: scuola di Novosibirsk, centridi accoglienza per bambini di strada (SanPietroburgo), per i portatori di handicap(Talgar), ambulatorio (Almaty). A questoproposito la grande sfida è quella di faradottare ciascun progetto dall’intera Fondazione;– la necessità di una più efficace animazionevocazionale e di una successiva buonaformazione. A questo proposito, tenendoconto che vi è un solo professo temporaneo,l’orientamento è quello di affidarlo adun’altra Entità, così che la formazione siapiù completa.L’Assemblea ha inoltre riflettuto sulla preparazioneal prossimo Capitolo elettivo del2011, per il quale il Ministro generale ha garantitouna stretta vicinanza da parte del Governocentrale dell’Ordine, nominando anzituttoil Visitatore già con la prossima estate.L’Assemblea, oltre a dedicarsi allo studiodei vari problemi della Fondazione, ha vissutomomenti di grande fraternità: il pregare insieme(sempre in lingua russa, con qualche eccezionein lingua latina), il mangiare insieme inSeminario – dove era la sede dell’Assemblea– ed anche nel Convento locale, e perfino losplendido giro per la stupenda città di San Pietroburgo,navigando per le decine di canali.Fr. Massimo Tedoldi


E POSTULATIONE GENERALI1. Venerabilibus Servis Dei Felici EchevarríaGorostiaga, Presbytero professo exOrdine Fratrum Minorum, et VI Sociiseiusdem <strong>Ordinis</strong> Beatorum martyrumhonores decernunturBENEDICTUS PP. xviAd perpetuam rei memoriam.« Et illi quidem ibant gaudentes a conspectuconcilii, quoniam digni habiti sunt pro nomineIesu contumeliam pati » (Act 5,41).Apostoli Christum resurrectum nuntiantesinnumeris vexationibus subiecti sunt, cumgaudio acceptis propter Domini amorem. Similissors per saecula Redemptoris multis asseclisattigit qui iniurias et adversitates mundipati maluerunt ne Divino cum Magistro fidelitatisvinculum negarent. Inter quos profectorecensendi sunt Venerabiles Servi Dei FelixEchevarría Gorostiaga et VI Socii, cuncti sodales<strong>Ordinis</strong> Fratrum Minorum. Cum enimpersecutio contra Ecclesiam in Hispania grassareturannis mcmxxxvi-mcmxxxix, ipsi coactisunt deserere conventum suum in loco Fuenteovejuna,in dioecesi Cordubensi, et incarceratisunt. Renuerunt blasphemias contra nomenDei proferre et hac de causa passionum et vexationumomne genus passi sunt. Martyriumsubierunt inter dies xxi et xxii mensis Septembrisanno mcmxxxvi in loco Azuaga, dioecesisPacensis. Antequam morti occumberent,tortoribus ignoverunt hymnosque cecineruntChristo Regi.Ipsi sunt:1. Felix Echevarría Gorostiaga, presbyter.Natus est die XV mensis Iulii anno mdcccxciiiin oppido Ceánuri, dioecesis Victoriensis.Perpetuam professionem religiosam nuncupavitanno mcmxii et ordinationem presbyteralemsuscepit mense Iulio anno mcmxvi. Desideriumhabuit Evangelii nuntiandi in terris missionis,quod tamen exsequi non potuit. Rectoris autemfunctus est munere collegii seraphici, docentisac deinde guardiani conventus in locoFuenteovejuna.2. Aloisius Echevarría Gorostiaga, presbyter,frater Servi Dei Felicis. Natus est inoppido Ceánuri die xxvi mensis Augusti annomdcccxcv. Professionem religiosam perpetuamnuncupavit mense Septembri annomcmxvi et mense Maio anno mcmxx factus estsacerdos. Ministeriurn suum exercuit in TerraSancta deindeque in Hispania. Cum exardesceretpersecutio contra religionem catholicam,ipse Malacam refugit ac deinde in locumFuenteovejuna.3. Iosephus Azurmendi Larrínaga, presbyter.Natus est die xviii mensis Augusti annomdccclxx in loco Durango, dioecesis Victoriensis.Professionem religiosam perpetuamnuncupavit anno mdcccxci et mense Maiomdcccxcvi presbyter est ordinatus. Magisternovitiorum fuit in Terra Sancta, ac deinde inHispaniam reversus est atque translatus inconventum loci Fuenteovejuna.4. Franciscus Carlés González, presbyter.Natus est die xiv mensis Ianuarii anno mdcccxcivin San Julián de Requeijo, archidioecesisCompostellanae. Perpetuam professionem religiosamnuncupavit anno mcmxiii et mense Iunioanno mcmxvii presbyter est ordinatus, ministeriumsuum exercuit in Syria deindeque inTerra Sancta. Reversus in Hispaniam, missusest in conventum loci Fuenteovejuna.5. Antonius Sáez de Ibarra López, religiosus.Natus est die xxv mensis Martii anno mcmxivin oppido Hijona, dioecesis Victoriensis.Novitiatum coepit mense Ianuario anno mcmxxxi,sed ob grassantem persecutionem contrareligionem catholicam eum complere nonvaluit. Concessa dispensatione a Sancta Sede,insequenti anno professionem religiosam temporariamnuncupavit. Demum missus est inlocum Fuenteovejuna.6. Michaël Zarragua Iturrízaga, religiosus.Natus est die xi mensis Aprilis anno mdccclxxin loco Yurreta, dioecesis Victoriensis. Perpetuamprofessionem religiosam nuncupavit annomdcccxciii. Deinde Marochii varia officiaconcredita sunt ei. Reversus in Hispaniam, primuminfirmis adstitit, ac deinde aedituus fuitin loco Fuenteovejuna.7. Simon Miguel Rodríguez, religiosus.Natus est die xxiii mensis Novembris annomcmxii in oppido Villalcampo, dioecesis Zamorensis.Mense Ianuario anno mcmxxviii


92 AN. CXXIX – IANUARII-APRILIS <strong>2010</strong> – N. 1franciscalem induit habitum. Perpetuam professionemreligiosam nuncupavit mense Iunioanno mcmxxxv. Destinatus est in locum Fuenteovejuna,ubi munere coqui fungebatur.Populus Dei universos eos veros fidei martyresconsideravit. Huiusmodi per annos confirmatafama permovit Episcopum Pacensemut Causam beatificationis seu declarationismartyrii incoharet, per Processus Ordinariicelebrationem anno mcmlxiv habitam, cuiusvaliditas iuridica approbata est per decretumdie xix mensis Iunii anno mcmxcii emissum.Peractis rite omnibus iure statutis, CongressusPeculiaris Consultorum Theologorum die xviimensis Februarii anno mmiv, et Patres Cardinaleset Episcopi, in Sessione Ordinaria congregatidie xvii mensis Maii anno mmv, agnoveruntmortem horum Venerabilium ServorumDei verum fuisse martyrium. Deinde Nos Ipsidie xxviii mensis Aprilis anno mmvi praecepimusCongregationi de Causis Sanctorum utpromulgaret Decretum de martyrio, ac deindestatuimus ut sollemnis ritus eorum beatificationisRomae die xxviii mensis Octobris annimmvii celebraretur.Hodie igitur Romae, in Foro ante BasilicamSancti Petri, ingenti adstante catholicorum Pastorumet Christifidelium multitudine ex Hispaniaaliisve nationibus, de mandato NostroIosephus S.R.E. Cardinalis Saraiva Martins,Congregationis de Causis Sanctorum Praefectus,textum Litterarum Apostolicarum legit,quibus Nos in Beatorum numerum adscribimusVenerabiles Servos Dei Felicem EchevarríaGorostiaga et vi Socios, <strong>Ordinis</strong> FratrumMinorum sodales.Nos, vota Fratrum Nostrorum Aloisii MartínezSistach, Archiepiscopi Barcinonensis,Francisci Gil Hellín, Archiepiscopi Burgensis,Antonii S.R.E. Cardinalis Cañizares Llovera,Archiepiscopi Toletani, Iosephi MariaeYanguas Sanz, Episcopi Conchensis, AntoniiAngeli Algora Hernando, Episcopi CivitatisRegalensis, Iacobi García Aracil, ArchiepiscopiEmeritensis Augustani-Pacensis, AntoniiMariae S.R.E. Cardinalis Rouco Varela, ArchiepiscopiMatritensis, Caroli Osoro Sierra,Archiepiscopi Ovetensis, Caroli S.R.E. CardinalisAmigo Vallejo, O.F.M., ArchiepiscopiHispalensis, Raimundi del Hoyo López, EpiscopiGiennensis, Vincentii Jiménez Zamora,Episcopi Santanderiensis, Ioannis AntoniiReig Pla, Episcopi Carthaginensis in Hispania,Caroli Soler Perdigó, Episcopi Gerundensis,Antonii Dorado Soto, Episcopi Malacitani,atque Cyriaci Benavente Mateos, Episcopi Albasitensis,necnon plurimorum aliorum Fratrumin Episcopatu multorumque christifideliumexplentes, de Congregationis de CausisSanctorum consulto, auctoritate Nostra Apostolicafacultatem facimus ut Venerabiles ServiDei:Lucas a Sancto Ioseph Tristany Pujol, presbyterprofessus <strong>Ordinis</strong> Fratrum DiscalceatorumBeatae Mariae Virginis de Monte Carmelo;Leonardus Iosephus Aragonés Mateu, religiosusprofessus Instituti Fratrum ScholarumChristianarum, Apollonia Lizarraga a SanctissimoSacramento, religiosa professa et moderatrixgeneralis Congregationis Carmelitanaruma Caritate, necnon lxi Socii et Sociae;Bernardus Fábrega Julià, religiosus professusInstituti Fratrum Maristarum a Scholis;Víctor Chumillas Fernández, presbyter professus<strong>Ordinis</strong> Fratrum Minorum, et xxi Sociieiusdem <strong>Ordinis</strong>;Antherus Mateo García, paterfamilias, exTertio Ordine Sancti Dominici, et xi Socii exSecundo et Tertio Ordine Sancti Dominici;Crux Laplana y Laguna, Episcopus Conchensis,et Ferdinandus Español Berdié, presbyter;Narcissus de Esténaga Echevarría, EpiscopusCluniensis, et x Socii;Liberius González Nombela, presbyter, etxii Socii ex clero archidioecesis Toletanae;Eusebius a Iesu Infante Fernández Arenillas,presbyter professus <strong>Ordinis</strong> Fratrum DiscalceatorumBeatae Mariae Virginis de MonteCarmelo, et xv Socii eiusdem <strong>Ordinis</strong>;Felix Echevarría Gorostiaga, presbyter professus<strong>Ordinis</strong> Fratrum Minorum, et vi Sociieiusdem <strong>Ordinis</strong>;Theodosius Raphaël, religiosus professusInstituti Fratrum Scholarum Christianarum, etiii Socii ex eodem Instituto;Bonaventura García Paredes, presbyterprofessus <strong>Ordinis</strong> Fratrum Praedicatorum, MichaëlLéibar Garay, presbyter professus SocietatisMariae, et xl Socii;Simon Reynés Solivellas et v Socii, professiex Congregatione Missionariorum a Ss.Cordibus Iesu et Mariae necnon ex CongregationeSororum Franciscalium Filiarum Misericordiae,et Prudentia Canyelles i Ginestá,laica;Caelestinus Iosephus Alonso Villar et ixSocii, ex Ordine Fratrum Praedicatorum;Angelus Maria Prat Hostench et xvi Socii,


E POSTULATIONE GENERALI 93ex Ordine Fratrum Beatae Mariae Virginis deMonte Carmelo;Henricus Sáiz Aparicio et lxii Socii, ex SocietateSancti Francisci Salesii;Marianus a Sancto Ioseph AltolaguirreyAltolaguirre et ix Socii, ex Ordine SanctissimaeTrinitatis;Euphrasius a Iesu Infante Barredo Fernández,presbyter professus <strong>Ordinis</strong> Fratrum DiscalceatorumBeatae Mariae Virginis de MonteCarmelo;Laurentinus Alonso Fuente, Vergilius LacunzaUnzu et xliv Socii ex Instituto FratrumMaristarum a Scholis;Henricus Izquierdo Palacios, presbyter, etxiii Socii, ex Ordine Fratrum Praedicatorum;Ovidius Bertrandus Anuncibay Letona,Hermenegildus Laurentius Sáez Manzanares,Lucianus Paulus García García, StanislausVíctor Cordero Fernández et Laurentius IacobusMartínez de la Pera y Alava, religiosi professiInstituti Fratrum Scholarum Christianarum,atque Iosephus Maria Cánovas Martínez,presbyter dioecesanus;Maria a Monte Carmelo, Rosa et MagdalenaFradera Ferragutcasas, sorores professaeCongregationis Filiamm Sanctissimi et ImmaculatiCordis Mariae;Avellinus Rodríguez Alonso, presbyterprofessus ex Ordine Fratrum Sancti Augustini,et xcvii Socii eiusdem <strong>Ordinis</strong>. necnon vi Sociiex clero dioecesano;Emmanuela a Corde Iesu Arriola Urangaet xxii Sociae, ex Congregatione AncillarumAdoratricum Sanctissimi Sacramenti et Caritatis;qui in Hispania vicesimo saeculo sanguinemsuum effuderunt testimonium perhibentesde Evangelio Iesu Christi, Beati nomine inposterum appellentur, eorumque festum diesexta Novembris in locis et modis iure statutisquotannis celebrari possit. In nomine Patris etFilii et Spiritus Sancti.Sicut ergo sanctus Franciscus Assisiensis,postquam notitiam accepit de martyrio sanctorumBerardi eiusque Sociorum, gavisus est sequinque veros fratres minores habere, ita Nosuniversa cum Ecclesia magnopere laetamur deheroica horum Christi militum usque ad sanguiniseffusionem concertatione atque eorumsimul aeternam gloriam cum omni caelestiexercitu iubilantes celebramus.Quod autem his Litteris Nostris decrevimus,volumus et nunc et in posterum tempusvim habere, contrariis rebus quibuslibet nonobstantibus.Datum Romae, apud Sanctum Petrum, subanulo Piscatoris, die xxviii mensis Octobris,anno mmvii, Pontificatus Nostri tertio.De mandato Sumnti PontificisTharsicius Card. BertoneSecretarius Status2. Validitas iuridica Inquisitionum dioecesanarumin Causa SD Reginae MariaeVattalil declaraturCongregazionedelle Cause dei SantiProt. N. 2553-4/09INDOREN. Beatificationis seu DeclarationisMartyrii Servae Dei Reginae Mariae Vattalil(In saeculo: Mariae) Sororis professaeCongregationis Sororum Clarissarum Franciscanarumin odium Fidei, uti fertur, interfectae.In Ordinario Congressu, die 27 mensisNovembris huius anni 2009 celebrato, haecCongregatio de Causis Sanctorum sequensdubium disceptavit, nimirum: “An constetde validitate Inquisitionum Dioecesanarum,Principalis apud Curiam ecclesiasticam Indorensem,et Rogatorialis in Curia Ernakulamensi-Angamaliensi,peractarum, super vitaet martyrio necnon fama martyrii Servae DeiReginae Mariae Vattalil (in saeculo: Mariae),Sororis professae Congregationis SororumClarissarum Franciscanarum, in odium Fidei,uti fertur, interfectae: testes sint rite rectequeexaminati et iura producta legitime compulsatain casu et ad effectum de quo agitur”.Haec Congregatio, attento voto ex officioredacto reque diligenter perpensa, rescripsit:Affirmative, seu constare de validitate praefatarumInquisitionum in casu et ad effectumde quo agitur, indulta tamen sanatione superaliquibus iuridicis defectibus et, praesertim,ob defectum votorum scriptorum censorumtheologorum.Contrariis non obstantibus quibuslibet.Datum Romae, ex aedibus eiusdem Congregationis,die 27 mensis Novembris A.D.2009.


94 AN. CXXIX – IANUARII-APRILIS <strong>2010</strong> – N. 1† Angelus Amato, S.D.B.Archiepiscopus tit. SilensisPraefectus† Michaël Di RubertoArchiepiscopus tit. Biccarensisa Secretis3. Facultas Transumptum Inquisitionis supermiro in Causa B. Mariae FranciscaeSchervier aperiendiCongregazionedelle Cause dei SantiProt.N. 35-59/10AQUISGRANEN. SEU COLONIEN. CanonizationisBeatae Mariae Franciscae SchervierVirginis Tertii <strong>Ordinis</strong> Sancti FrancisciFundatricis Sororum Pauperum Sancti Francisci.Rev.mus P. Ioannes Iosephus Califano, PostulatorGeneralis <strong>Ordinis</strong> Fratrum Minorum,ab hac Congregatione de Causis Sanctorumpetit ut Transumptum Inquisitionis Dioecesanae,apud Curiam ecclesiasticam Cincinnatensemperactae, super asserta mira sanationedominiThomae Siemers, intercessioni BeataeMariae Franciscae Schervier, Virginis,Tertii <strong>Ordinis</strong>Sancti Francisci et FundatricisSororum Pauperum Sancti Francisci, tributa,clausum sigillisque munitum in actis eiusdemCongregationis, aperiri possit.Haec porro Congregatio, attentis expositis,pro gratia iuxta preces benigne annuit: servatisde cetero omnibus de iure servandis. Contrariisnon obstantibus quibuslibet.Datum Romae, ex aedibus eiusdem Congregationis,die 2 mensis Ianuarii A.D. <strong>2010</strong>.† Angelus Amato, S.D.B.Archiepiscopus tit. SilensisPraefectus† Michaël Di RubertoArchiepiscopus tit. Biccarensisa Secretis4. Tertius peritus in Causa super miro intercessioniB. Iacobi Illyrici De Bitectotributo nominaturCongregazionedelle Cause dei SantiProt. N. 1716-20/10BAREN.-BITUNTINA CanonizationisBeati Iacobi Illyrici de Bitecto Laici professiEx Ordine Fratrum Minorum.Instante Rev.mo P. Ioanne Iosepho Califano,Postulatore Generali <strong>Ordinis</strong> FratrumMinorum, haec Congregatio de Causis Sanctorum,attentis peculiaribus in supplici libelloexpositis adiunctis, benigne indulget ut assertamira sanatio pueri Vincentii Marcario, intercessioniBeati Iacobi Illyrici De Bitecto, Laiciprofessi eiusdem <strong>Ordinis</strong>, tributa, examini tertiiperiti ex officio subici possit.Contrariis non obstantibus quibuslibet.Datum Romae, ex aedibus eiusdem Congregationis,die 14 mensis Ianuarii A.D. <strong>2010</strong>.† Angelus Amato, S.D.B.Archiepiscopus tit. SilensisPraefectus† Michaël Di RubertoArchiepiscopus tit. Biccarensisa Secretis5. Validitas iuridica Inquisitionis dioecesanaein Causa SD Fausti Gei declaraturCongregazionedelle Cause dei SantiProt. N. 2674-4/08BRIXIEN. Beatificationis et CanonizationisServi Dei Fausti Gei Christifidelis Laici ex Associatione“Operoriorum Silentium a Cruce”.In Ordinario Congressu, die 26 mensis Ianuariihuius anni <strong>2010</strong> celebrato, haec Congregatiode Causis Sanctorum sequens dubium disceptavit,nimirum: “An constet de validitateInquisitionis Dioecesanae, apud Curiam ecclesiasticamBrixiensem peractae, super vitaet virtutibus necnon fama sanctitatis et signorumServi Dei Fausti Gei, Christifidelis Laici,ex Associatione “Operariorum Silentium aCruce”: testes sint rite recteque examinati etiura producta legitime compulsata in casu et adeffectum de quo agitur”.


E POSTULATIONE GENERALI 95Haec Congregatio, attento voto ex officioredacto reque diligenter perpensa, rescripsit:Affirmative, seu constare de validitate praefataeInquisitionis Dioecesanae in casu et ad effectumde quo agitur, sanatis de iure sanandis.Contrariis non obstantibus quibuslibet.Datum Romae, ex aedibus eiusdem Congregationis,die 26 mensis Ianuarii A.D. <strong>2010</strong>.† Angelus Amato, S.D.B.Archiepiscopus tit. SilensisPraefectus† Michaël Di RubertoArchiepiscopus tit. Biccarensisa Secretis6. Tertius peritus in Causa super miro Ven.SD Mariae Clarae Seraphinae a Iesu Farolfitributo nominaturCongregazionedelle Cause dei SantiProt. N. 1168-25/10FOROLIVIEN.-BRITTINORIEN. Beatificationiset Canonizationis Venerabilis ServaeDei Mariae Clarae Seraphinae a Iesu FarolfiFundatricis Sororum Clarissarum FranciscaliumMissionariarum a Ss.mo Sacramento.lnstante Rev.mo P. Ioanne Iosepho Califano,Postulatore Generali <strong>Ordinis</strong> FratrumMinorum, haec Congregatio de Causis Sanctorum,attentis peculiaribus in supplici libelloexpositis adiunctis, benigne indulget ut assertamira sanatio Rev.dae Sor. Stephaniae Pattery,intercessioni Venerabilis Servae Dei MariaeClarae Seraphinae a Iesu Farolfi, FundatricisSororum Clarissarum Franciscalium Missionariaruma Ss.mo Sacramento, tributa, examinitertii periti ex officio subici possit. Contrariisnon obstantibus quibuslibet.Datum Romae, ex aedibus eiusdem Congregationis,die 28 mensis Ianuarii A.D. <strong>2010</strong>.† Angelus Amato, S.D.B.Archiepiscopus tit. SilensisPraefectus† Michaël Di RubertoArchiepiscopus tit. Biccarensisa Secretis7. Validitas iuridica Inquisitionis dioecesanaesuper miro in Causa SD Mariae TeresiaeCasini declaraturCongregazionedelle Cause dei SantiProt. N. 633-37/09TUSCULANA Beatificationis et CanonizationisServae Dei Mariae Teresiae CasiniFundatricis Oblatarum Ss. Cordis Iesu.In Ordinario Congressu, die 5 mensis Februariihuius anni <strong>2010</strong> celebrato, haec Congregatiode Causis Sanctorum sequens dubiumdisceptavit, nimirum: “An constet de validitateInquisitionis Dioecesanae, apud Curiam ecclesiasticamYoungtoniensem peractae, superasserta mira sanatione domini Iacobi RonaldiSebest, intercessioni Venerabilis Servae DeiMariae Teresiae Casini, Fundatricis OblatarumSs. Cordis Iesu, tributa: testes sint rite rectequeexaminati et iura producta legitime compulsatain casu et ad effectum de quo agitur”.Haec Congregatio, attento voto ex officioredacto reque diligenter perpensa, rescripsit:Affirmative, seu constare de validitate praefataeInquisitionis Dioecesanae in casu et ad effectumde quo agitur, sanatis de iure sanandis.Contrariis non obstantibus quibuslibet.Datum Romae, ex aedibus eiusdem Congregationis,die 5 mensis Februarii A.D. <strong>2010</strong>.† Angelus Amato, S.D.B.Archiepiscopus tit. SilensisPraefectus† Michaël Di RubertoArchiepiscopus tit. Biccarensisa Secretis8. Validitas iuridica Inquisitionum dioecesanarumin Causa SD Tullii Maruzzo etAloisii Obdulii Arroyo declaraturCongregazionedelle Cause dei SantiProt. N. 2692-4/09VICARIATUS APOSTOLICI IZABALEN.Beatificationis seu Declarationis MartyriiServorum Dei Tullii Maruzzo, Sacerdotis


96 AN. CXXIX – IANUARII-APRILIS <strong>2010</strong> – N. 1professi <strong>Ordinis</strong> Fratrum Minorum et AloisiiObdulii Arroyo, Christifidelis Laici in odiumFidei, uti fertur, interfectorum.In Ordinario Congressu, die 12 mensis Februariihuius anni <strong>2010</strong> celebrato, haec Congregatiode Causis Sanctorum sequens dubiumdisceptavit, nimirum: “An constet de validitateInquisitionum Dioecesanarum, Principalisapud Curiam ecclesiasticam Vicariatus ApostoliciIzabalensis, et Rogatorialium variis inCuriis, peractarum, super vita et martyrio necnonfama martyrii Servorum Dei Tullii Maruzzo,Sacerdotis professi <strong>Ordinis</strong> Fratrum Minorum,et Aloisii Obdulii Arroyo, ChristifidelisLaici, in odium Fidei, uti fertur, interfectorum:testes sint rite recteque examinati et iura productalegitime compulsata in casu et ad effectumde quo agitur”.Haec Congregatio, attento voto ex officioredacto reque diligenter perpensa, rescripsit:Affirmative, seu constare de validitate earundemInquisitionum Dioecesanarum in casuet ad effectum de quo agitur, sanatis de iuresanandis; Negative, seu non constare de validitateInquisitionum Rogatorialium Milvaukiensiset Torontinae, sed depositiones testiumvim documentorum habeant. Contrariis nonobstantibus quibuslibet.Datum Romae, ex aedibus eiusdem Congregationis,die 12 mensis Februarii A.D.<strong>2010</strong>.† Angelus Amato, S.D.B.Archiepiscopus tit. SilensisPraefectus† Michaël Di RubertoArchiepiscopus tit. Biccarensisa Secretis


EX OFFICIO OFSEX OFFICIO OFS1. Lettera della Conferenza della FamigliaFrancescanaRoma, 2 febbraio <strong>2010</strong>,Presentazione del SignoreFesta delle luciCarissimi Fratelli e Sorelle,Pace e bene!Nell’anno 1984, Papa Giovanni Paolo IIdiede inizio alla celebrazione della GiornataMondiale della Gioventù (GMG) che si celebraogni anno nella Domenica della Passionedel Signore, cioè la Domenica delle Palme,in tutte le Diocesi del mondo. Ogni tre anni,questa giornata viene celebrata a livello internazionalecon la partecipazione di giovani provenientidal mondo intero, in una delle grandicittà del mondo. L’ultimo incontro si è svoltonel 2008 a Sydney, in Australia, e la cittàdi Madrid ha l’onore di ospitare la prossimaGiornata Mondiale della Gioventù nel 2011.Alla GMG partecipano sempre numerosigiovani della Gioventù Francescana (OFS/GiFra), giovani frati del Primo Ordine e delTerzo Ordine Regolare, giovani suore di varieCongregazioni e Istituti francescani e, insiemea loro, tanti altri giovani legati in diversi modialla nostra Famiglia.Per questo motivo, la Conferenza della FamigliaFrancescana desidera che, per la primavolta, in occasione della GMG di Madrid, tuttii giovani francescani (laici e secolari, religiosie religiose) che interverranno, partecipino insieme,in rappresentanza della Famiglia Francescana,a tutti i momenti comuni della GMG,e in modo particolare, agli incontri appositamentepredisposti dalla Famiglia Francescanaper condividere e testimoniare il carisma delcomune serafico padre San Francesco.Dal momento che tutto ciò richiede una adeguataorganizzazione da iniziare con congruo anticipo,affidiamo la responsabilità di coordinarequesto evento alla Presidenza del Consiglio Internazionaledell’Ordine Francescano Secolare(CIOFS), attraverso la Commissione della GioventùFrancescana e la Conferenza degli Assistentigenerali dell’OFS-GiFra. Per svolgerequesto servizio, essi potranno contare sulla preziosacollaborazione di una Commissione dellaFamiglia Francescana di Spagna, appositamentecostituita per la preparazione e programmazionedi questi eventi durante la GMG.Vi invitiamo fraternamente a cominciare ipreparativi nei vostri paesi e nei vostri Ordini,Congregazioni e Istituti, per una partecipazionecomune, numerosa e ben organizzata. Inseguito riceverete informazioni più precise daparte dei responsabili dell’organizzazione.Esprimendo la nostra speranza e gioianell’attesa di questo evento e ringraziando tuttiper l’impegno che profonderanno per la suarealizzazione, imploriamo la benedizione delSignore e l’intercessione dei nostri protettoricelesti san Francesco, santa Chiara, santa Elisabettad’Ungheria e san Ludovico.FraternamenteFr. James F. Puglisi, S.A.Presidente CFI–TOR ePresidente della CFFFr. José Rodriguez Carballo, <strong>OFM</strong>Ministro generaleFr. Marco Tasca, <strong>OFM</strong>ConvMinistro generaleFr. Mauro Jöhri, <strong>OFM</strong>CapMinistro generaleFr. Michael Higgins, TORMinistro generaleEncarnación del Pozo, OFSMinistra generaleNota:Per ulteriori informazioni:1. Commissione Internazionale FamigliaFrancescana per la GMG 2011E-mail: gmg2011ff@gmail.com2. Commissione Famiglia Francescana diSpagna per la GMG 2011E-mail: ffmadrid2011@gmail.com2. Argentina – Capitolo nazionale elettivoNei giorni 13-15 gennaio si è tenuto nellalocalità di San Antonio di Arredondo, Córdoba,il X Capitolo nazionale elettivo dell’OFS


98 AN. CXXIX – IANUARII-APRILIS <strong>2010</strong> – N. 1di Argentina. Hanno presieduto il CapitoloMaría Aparecida Crepaldi, OFS, Consiglieredella Presidenza CIOFS per la lingua portoghese,e Fr. Jorge Gustavo Rodríguez Paniagua,<strong>OFM</strong>, Ministro Provinciale – Provincia“San Miguel Arcángel”– delegato della CAS.Erano presenti i due Assistenti Nazionali: Fr.Gerónimo Martina, <strong>OFM</strong>, e Fr. Luis Furgoni,<strong>OFM</strong>Conv. La maturità dei capitolari è statala nota caratteristica dell’atto elettivo che siè svolto con molta serenità e trasparenza. Illavoro portato avanti dal Consiglio uscente èstato notevole. Si è informata l’Assemblea chel’Argentina sarà la sede del prossimo CongressoLatino Americano OFS-GiFra 2012. Invitatospeciale è stato Mons. Andrés Stanovnik,<strong>OFM</strong>Cap., Arcivescovo di Corrientes, il qualeha presieduto la Santa Messa e ha pure presentatoil tema centrale del Capitolo: “Il servizioa partire dalla vita evangelica”. È stata rielettaMinistra nazionale e Consigliere internazionaledell’OFS dell’Argentina la Sig.ra SilviaNoemí Diana. Dopo il Capitolo elettivo si ètenuto (fino alla Domenica 17 gennaio) il XX-XI Capitolo fraterno nazionale al quale hannopreso parte circa 200 francescani secolari.3. Panama – Capitolo nazionale elettivoIl Capitolo nazionale elettivo dell’OFS diPanama, ha avuto luogo nei giorni 15-17 gennaionella “Casa de la Renovación Carismática”,nella località di San Carlos, a 2 ore dallacittà di Panama. Il Capitolo è stato presiedutoda María Consuelo Núñez, Consigliere dellaPresidenza CIOFS per la lingua spagnola, e Fr.Antonio Reyes, <strong>OFM</strong> (Assistente dell’OFS delVenezuela), delegato della CAS. Fr. Antonioha presentato il tema: “Senso di appartenenzaall’Ordine”. Fr. Luis Saldaña, DefinitoreProvinciale <strong>OFM</strong> di Panama, è stato presentedurante tutto il Capitolo. Diógenes Sanchez èstato eletto Ministro nazionale e Consigliereinternazionale. Si è costatato con ammirazioneche la GiFra ha buoni rapporti con le FraternitàOFS del Panama e ci si auspica che in un futuroprossimo possa stabilire dei rapporti con laGiFra internazionale.4. Italia – Incontro con i nuovi Ministriprovinciali e Custodi <strong>OFM</strong>Nei giorni 18-29 gennaio <strong>2010</strong> nella Curiagenerale dei Frati Minori si è svolto l’incontrodei neo eletti Ministri Provinciali e Custodicon il Ministro e il Definitorio generale. Comeè ormai consuetudine ci si incontra con i Responsabilidei vari Uffici della Curia. Il giovedì28 gennaio i Ministri e i Custodi hannovisitato gli Uffici della Curia, tra i quali anchel’ufficio dell’Assistente generale OFS-GiFra.L’incontro è stato fatto in tre gruppi linguisticicon una ampia presentazione del lavorodell’Ufficio, sottolineando la responsabilità eil ruolo dei Ministri provinciali e dei Custodi,in quanto primi responsabili per l’assistenzaspirituale e pastorale all’OFS-GiFra. Dopo lapresentazione c’è stato anche un momento dicondivisione, di dialogo con la possibilità perdomande ed ulteriori chiarimenti.5. Cile – III Incontro Sudamericano dellaGioventù francescanaPer 5 giorni (20-24 gennaio), circa 200 giovaniappartenenti alla Gioventù Francescana(GiFra), si sono dati appuntamento nella cittàdi Santiago del Cile. Oltre ai giovani del paeseospitante, hanno partecipato circa 40 giovaniprovenienti da Bolivia, Brasile, Colombia,Ecuador, Paraguay, e Perù. Il tema di questoincontro è stato: “Ho scelto la Santa Povertàcome mia Signora”, che è servito di base perla riflessione, la condivisione e l’esperienza difraternità.Nello sviluppo dell’incontro sono emerse lagioia, la preghiera, la condivisione e la crescitaper tutti i gifrini e gli Assistenti che li accompagnavano.Ogni giorno si è riflettuto su untema particolare che ha aiutato ad approfondireil tema centrale. Gli espositori sono statiSr. Paulina Etcheverry, FMIC; Fr. ManuelAlvarado, <strong>OFM</strong>; Héctor Fernández Cubillos eFr. Francisco Salgado, <strong>OFM</strong>, che hanno contribuitocosì alla formazione dei giovani partecipanti.Ha partecipato all’Incontro anche AndersonMoura, OFS/GiFra del Brasile, membrodel Coordinamento Internazionale della GiFraper il Sudamerica, in rappresentanza di AnaFruk, OFS/GiFra, Coordinatrice Internazionaledella GiFra e Consigliera di Presidenzadel CIOFS. Era presente anche Ingrid Palacios,Ministra nazionale e Consigliera Internazionaledell’OFS del Cile. Si ringrazia per losforzo sia gli organizzatori di questo incontroche l’Equipe della Presidenza Nazionale dellaGiFra del Cile, María Paz Díaz Valenzuela el’Assistente Nazionale, Fr. Omar Luna, <strong>OFM</strong>;un grazie particolare va alla Provincia della


EX OFFICIO OFS 99Santissima Trinità del Cile <strong>OFM</strong>, alla FamigliaFrancescana del Cile, a Missionszentraleder Franziskaner, così come a tutti quelli chehanno fatto molti chilometri per partecipare.L’Incontro ha avuto la messa di chiusura il24 gennaio, nella Chiesa del convento di SanFrancisco de Alameda, casa madre della Provincia<strong>OFM</strong>, celebrata dal Vicario Provinciale,Fr. Jorge Concha. Con gioia è stato accoltol’annuncio che il prossimo Incontro Sudamericanodella Gioventù Francescana si terrà inColombia nel mese di gennaio del 2012.6. Italia (Assisi) – Corso per gli AssistentiOFS-GiFra d’ItaliaL’XI corso per Assistenti OFS-GiFra haavuto luogo ad Assisi presso il “Centro di SpiritualitàBarbara Micarelli” nei giorni 25-29Gennaio <strong>2010</strong>. Fr. Amanuel Mesgun <strong>OFM</strong>-Cap, Assistente generale OFS, ha rappresentatola CAS. I temi svolti in questa riunione sonostati: “Regola e Vangelo: per una vocazionecristiana vissuta nel mondo” (Fr. MassimoFusarelli, <strong>OFM</strong>), “La grazia delle origini comerisveglio penitenziale” (Fr. Lino Temperini,TOR), “La grazia delle origini all’originedella reciprocità vitale” (Fr. Felice Cangelosi,<strong>OFM</strong>Cap). Nell’ultimo giorno gli Assistentinazionali hanno avuto una tavola rotonda conFabio Fazio, Presidente nazionale della GiFrae Valentina Giunchedi, Vicepresidente.7. Croazia - Corso di formazione per gliAssistenti OFS e GiFraDal 23 al 25 febbraio <strong>2010</strong>, presso la Casadell’incontro “Tabor” a Samobor, vicino aZagabria, si è svolto il quarto corso di formazioneper gli Assistenti spirituali OFS-GiFradella Croazia, Bosnia/Erzegovina. Il Corso èstato organizzato dalle Conferenza degli Assistentinazionali dell’OFS-GiFra della Croazia,Bosnia/Erzegovina. Al Corso sono statipresenti circa 60 Assistenti spirituali ed alcunifrancescani secolari. Questo quarto corso diformazione si è centrato sul tema del ruolo degliAssistenti spirituali nella formazione inizialee permanente dell’OFS ed anche il lororuolo nella formazione della GiFra. Al Corsoha partecipato anche Fr. Ivan Matić, <strong>OFM</strong>,Assistente generale OFS-GiFra, presentandola relazione: “Il ruolo e i compiti dell’Assistentenella formazione nella Fraternità dellaGioventù francescana”.8. Spagna – Incontro delle Commissionidella Famigli francescana per la GMG2011Sabato, 13 marzo <strong>2010</strong>, presso la Casa interprovinciale“Cardinal Cisneros” dei FratiMinori a Madrid, si sono incontrati i membridelle due Commissioni della Famiglia Francescana,quella internazionale e quella di Spagna,in vista della preparazione del programma, chesi svolgerà durante le giornate della prossimaGMG 2011 di Madrid. È la prima volta che siprende questa iniziativa in preparazione dellaGMG e che vedrà insieme, nei vari eventi, igiovani della Famiglia Francescana presentinella GMG.Infatti, la Conferenza della Famiglia Francescanaha affidato il coordinamento di taleiniziativa, unica per tutta la Famiglia Francescana,alla Presidenza del Consiglio internazionaledell’OFS (CIOFS), che opereràattraverso una Commissione internazionale,composta dai membri di una CommissioneGioventù Francescana e dei quattro Assistentigenerali dell’OFS-GiFra, in collaborazionecon la Commissione della Famiglia francescanadi Spagna e che dovrà stilare un programmaunico da proporre a tutta la Famiglia Francescanae ai partecipanti della GMG 2011 diMadrid.I membri delle due Commissioni, in lineadi massima, hanno condiviso alcune propostee hanno indicato delle iniziative da attuare nelprossimo cammino, come, ad es.: inviare unalettera a tutti i membri della Famiglia Francescana,dando informazioni sulle iniziative incantiere e chiedendo anche una fattiva collaborazione.Inoltre si preparerà anche una bozzadel programma da proporre all’organizzazionecentrale della GMG, per avere quanto necessariosull’organizzazione e sui i luoghi da usaredurante lo svolgimento del programma dellaFamiglia Francescana. Una volto fatto e approvatoil programma sarà inviato ai membridella Famiglia Francescana e anche pubblicatosu Internet. Per quanto riguarda la iscrizionedi quelli che vorranno partecipare alla GMG,questa sarà possibile attraverso la pagina ufficialedella GMG 2011: www.jmj2011madrid.com, a partire dal 1 luglio <strong>2010</strong>. Su stessa paginasi potranno trovare anche tutte altre informazioniriguardo all GMG 2011.


EX OFFICIO PRO “IUSTITIA. PACEATQUE INTEGRITATE CREATI”1. Reunión del Consejo Internacional deJPICTarata-Cochabamba, Bolivia, 21-27.02.<strong>2010</strong>IntroducciónEL Consejo Internacional de Justicia, Paz eIntegridad de la Creación celebró su encuentrobianual en Tarata-Cochabamba, Bolivia, en laCasa de espiritualidad San Francisco, del 21 al27 de febrero de <strong>2010</strong>. Participaron en el encuentro12 coordinadores de las 13 Conferencias<strong>OFM</strong>; el Comité de Animación de JPIC;el director de la Oficina de JPIC de Roma; elDefinidor general enlace entre el Definitorio yla Oficina de JPIC; el Secretario general parala Formación y los Estudios; y el Animadorgeneral de la Evangelización. También participaronel Ministro Provincial y el Animadorde JPIC de la Provincia Misionera de San Antoniode Bolivia.Los principales objetivos del encuentrofueron revisar el trabajo de la Oficina de JPICde Roma y el trabajo de las Conferencias; estudiarlos Mandatos del Capítulo General 2009para proponer modos posibles de implementarestos Mandatos, y promover la colaboracióncon las Secretarías general para la Formacióny los Estudios y para las Misiones y la Evangelización.La metodología del encuentro incluyó treselementos: una mirada a la realidad; presentacionessobre los Mandatos del Capítulo general2009, reflexión en pequeños grupos ysíntesis de esa reflexión; y preparación de undocumento final para ser dado a conocer a todala Orden para ayudar en la implementación delos Mandatos del Capítulo.A. Nuestra mirada a la realidad incluyó tresaspectos:1. Primero: Antes del Encuentro se envió uncuestionario a los coordinadores de todaslas Conferencias; las respuestas se entregarona todos los participantes y eso les dabauna idea de lo que se está haciendo respectoa JPIC en toda la Orden.2. Segundo: Hubo dos conferencias sobre larealidad socio-política y sobre la realidadeclesial de Bolivia. La primera la dio JuanCarlos Velázquez Silvestre, Secretario generalde la Comisión Episcopal de PastoralSocial y Cáritas de Bolivia; la segunda ladio Fr. Manuel Eguiguren, Obispo eméritodel Beni (Bolivia) y actual Animador deJPIC de la Provincia franciscana de Bolivia.3. Tercero: Los frailes de Bolivia organizaronuna serie de visitas que permitieron a losparticipantes conocer directamente algunosaspectos de la realidad, y entablar relacióncon varias organizaciones que promuevenel bienestar de la gente, especialmente mediantesistemas alternativos de inversión yde desarrollo humano.B. El trabajo del encuentro se desarrolló pormedio de una serie de charlas o presentacionesde temas, reflexión en grupos ypreparación de una síntesis de lo tratadoen los grupos.1. Las charlas fueron sobre los siguientes temas:a. JPIC en la Evangelización a la luz delDocumento y de los Mandatos del Capítulogeneral 2009 (Fr. Arturo Ríos, Animadorgeneral para la Evangelización).b. Promover en la formación inicial y permanentelos valores de nuestra espiritualidadfranciscana destacados porJPIC (PdE, Mandato 43.1), con especialatención a la Ratio Formationis (Fr. VidalRodríguez, Secretario general para laFormación y los Estudios).c. Examinar el impacto de nuestro estilode vida sobre la creación especialmenteen lo que se refiere al cambio climático(PdE. Mandato 43.2).d. Promover la no-violencia en nuestras vidas,con especial énfasis en la resoluciónde conflictos (PdE, Mandato 43.3).e. Considerar y promover el uso ético delos recursos en la vida de los hermanos,en sus ministerios y en la sociedad (PdE,Mandato 43.5).f. Sugerencias para la Animación de JPICen las Entidades y en las Conferencias.2. A cada presentación del tema le siguió unareflexión en tres grupos lingüísticos. A los


102 AN. CXXIX – IANUARII-APRILIS <strong>2010</strong> – N. 1participantes se les pedía que indicaran modosconcretos para implementar cada Mandato.Los secretarios de los grupos debíanpreparar un resumen de los puntos más importantesde cada sesión.3. Con los informes de los secretarios de lostres grupos se hacía una síntesis de cadauno de los temas. Estas síntesis se tradujerona las tres lenguas usadas en el encuentro(italiano, español e inglés), se dieron a losparticipantes y, por fin, de leyeron en unasesión plenaria en la que se discutieron yse dieron sugerencias de cambios y correcciones.Todo este material se le entregó alComité de Animación.4. También se presentaron otros cuatro temasy se dialogó sobre ellos en asamblea, perono se hicieron grupos ni síntesis de lo dialogadosobre ellos:a. Promover la justicia ambiental para ponerde relieve la relación entre los temassociales y los ecológicos (PdE, Mandato43.2).b. Dedicar especial atención a los excluidosde nuestra sociedad, según las situacionesde cada Entidad, comprometiéndoseparticularmente en la defensay promoción de los derechos humanos(PdE, Mandato 43,4).c. Proyecto Amazonía (PdE, Mandato 24).d. Celebración del 25 aniversario del “espíritude Asís” (PdE, Mandato 29).C. El Comité de Animación recibió el encargode revisar las síntesis y de preparareste documento final del encuentro delConsejo Internacional y de difundirlo. Estedocumento tiene dos objetivos:1. Animar a todos los frailes, especialmentea los Animadores de JPIC, a conocer yestudiar los mandatos del Capítulo general2009.2. Proponer ideas concretas de cómo los mandatospueden ser llevados a la práctica en lavida y en la misión de los hermanos (A cadaAnimador y a cada Entidad se les invitaa usar este material de acuerdo a su propiarealidad y a sus propias necesidades).La Oficina de JPIC de Roma y el Comitéde Animación continuarán proporcionandomaterial para ayudar a conseguir estos objetivos.Pero la responsabilidad de implementarlos Mandatos del Capítulo es de todas las Entidadesy de todos nosotros, puesto que JPICes parte del ADN de nuestro ser Franciscanos.Esperamos que este documento nos ayude enla tarea de construir el Reino de Dios, Reino dejusticia, paz, verdad y amor.El encuentro del Consejo Internacional sedesarrolló en un clima verdaderamente fraterno.Nuestras celebraciones litúrgicas y lúdicasayudaron a ello. Los participantes están muyagradecidos a la Provincia Misionera de SanAntonio de Bolivia. La hospitalidad de todoslos frailes, particularmente del Ministro Provincial,Fr. Martín Sappl, ha hecho que nuestrapermanencia en Bolivia haya sido verdaderamentegozosa. La estancia en el Centrode Espiritualidad “San Francisco”, hace pocorenovado, fue cálida y acogedora, y el personaldel Centro contribuyó a hacer que los díastranscurridos allí fueran agradables y fructíferos.Que el espíritu que hemos vivido aquí enBolivia sea fuente de inspiración para nosotrosy para todos los frailes mientras continuamoscon nuestra vida y nuestro trabajo siguiendolas huellas de nuestro hermano Francisco.I. JPIC en la evangelizaciónIntroducción: El Animador General paraEvangelización, Hermano Arturo Ríos, presentóla ponencia: Cómo promover los valoresde JPIC en la Evangelización, a partir deldocumento final y los mandatos del CapítuloGeneral 2009¨ Se formaron grupos para reflexionarsobre la ponencia, y la síntesis de lasreflexiones es la siguiente:1. Los valores de JPIC, que forman parte delADN de nuestro ser franciscano, se haránrealidad en nuestra vida y misión si vivimosla minoridad y si realizamos una evangelizaciónintegral (cf. CCGG caps. IV y V).2. La misión, que lleva consigo el trabajo afavor de los valores de la justicia, la paz yel cuidado de la creación, supone “empatíacon el mundo y es consecuencia y prolongacióndel misterio de la encarnación”(PdE 13).3. Tanto JPIC como Evangelización han depromover una experiencia apasionada deJesús y de su Reino. Seguimiento de Cristopobre y crucificado, presente en los pobres,excluidos y crucificados de nuestro mundo.Nota característica de nuestra evangelizaciónfranciscana será, pues, la “cercanía alos más pobres, a los que más sufren, a losexcluidos” (PdE, Mandato 13).4. Tanto JPIC como Evangelización han depromover una espiritualidad atenta a la vi-


EX OFFICIO PRO JUSTITIA, PACE ATQUE INTEGRITATE CREATI 103da de nuestros pueblos y lo que la afecta. LaEvangelización, hecha desde la minoridad,asume una espiritualidad atenta a los valoresde la justicia, la paz y la integridad dela creación, y nos hace puentes de diálogo,de encuentro, de reconciliación y, por tanto,más proféticos (cf. PdE 30).5. Tanto el trabajo en favor de la justicia, la pazy la integridad de la creación como la tareaevangelizadora comienzan por el testimoniode vida en el que la diversas dimensiones denuestro carisma (cf. CCGG 1.2) estén presentesy haya entre ellas una dinámica circularde retroalimentación (cf. PdE 28).6. Tanto Evangelización como JPIC han depromover la simpatía por el mundo (cf. PdE7 y 15) y la sensibilidad social (cf. PdE 29),y pueden colaborar para ayudar a los hermanosa practicar el análisis creyente de larealidad, que es imprescindible para unaevangelización concreta, porque nos ayudaa escuchar las voces que nos lanza el Espírituy que piden respuesta (“la interculturalidad,la reivindicación y defensa de los derechoshumanos, la emergencia y visibilización deminorías de todo tipo; la crisis del modeloeconómico neoliberal...el ecocidio despiadadoo los fenómenos migratorios” (cf. PdE14). Para eso se podrían preparar algunosinstrumentos teológicos-espirituales.7. Tanto JPIC como Evangelización debenanimar y ayudar a los hermanos a “cruzarlas fronteras“ económicas, sociales, culturalesy religiosas (cf. PdE 22-24).8. Tanto JPIC como Evangelización han depromover la “misión compartida” con loslaicos. Es necesario compartir con ellosnuestra espiritualidad y discernir con elloslas respuestas a dar a los retos de nuestrasociedad, para un mejor diálogo Iglesiamundo(cf. PdE 25).9. La aportación que JPIC puede dar a la Evangelizaciónes la que Pablo VI le encomendócuando instituyó la Comisión Pontificia deJusticia y Paz: Ayudar a la Iglesia a tenerlos ojos abiertos a la realidad del mundo,el corazón sensible y la mano pronta parahacer realidad el Proyecto de Dios sobresu creación.10. Para que los valores de JPIC formen partede la misión hay que superar la distanciaentre los planes pastorales y la realidad dela gente. No hay que permitir que los cambioshistóricos provoquen una respuesta derepliegue y miedo.11. Cuando en las Provincias se elaboran losProyectos de Evangelización hay que estaratentos a que la espiritualidad de la encarnacióny la dimensión social (cf. CCGG93-98) no vengan olvidadas sino que estosProyectos tienen que intentar dar tambiénrespuestas a las pobrezas, injusticias, exclusiones,conflictos y violencias del propioterritorio y a las causas que las provocan.12. Evangelización y JPIC se encuentran en lapromoción de la pastoral social. Sería convenienteque juntas promovieran en nuestrasEntidades y Conferencias un mayorconocimiento de la Doctrina social de laIglesia (cf. CCGG 96).13. Tanto JPIC como Evangelización han deinvitar y ayudar a preguntarse a los hermanosque realizan diferentes ministerios enqué medida tienen presente en su trabajo todoel capítulo de la minoridad y, por tanto,cómo integran en sus ministerios los valoresde JPIC.14. Desde JPIC podríamos hacer sugerenciasmuy concretas a las parroquias, colegios,santuarios y otros ministerios de las Entidadessobre cómo promover en la vida y en lamisión los valores de la justicia, la defensade los derechos humanos, la paz, el cuidadode la creación. (cf. EEGG 39.1).II. Formación para la minoridad –Formación para los valores de JPICIntroducción: El Secretario General de Formación/Estudios,Hermano Vidal Rodríguez,presentó su ponencia sobre el mandato 43.1,que pide la promoción, en la formación inicialy permanente, de los valores de nuestra espiritualidadfranciscana destacados por JPIC.La ponencia se tituló: ¨Cómo la Ratio FormationisFranciscanae incorpora los valores deJPIC en la Formación Inicial y Permanente.¨Se dividió en grupos pequeños para reflexionarsobre la pregunta ¨¿a partir de la animaciónde JPIC, qué debe hacer la Formaciónpara educar en la minoridad?¨ La síntesis delas reflexiones es la siguiente:1. Promover una mayor cercanía a la gente,estando entre ella de modo sencillo y humilde,en la escucha y la acogida. Profundizarla experiencia del encuentro con Cristoen la escucha del pueblo y en el encuentroy escucha de los pobres. Dejarnos convertiry “evangelizar” por los pobres (cf. CCGG66,1; 96,2; 97,1; RFF 25). La formación,


104 AN. CXXIX – IANUARII-APRILIS <strong>2010</strong> – N. 1dice la Ratio, “tiene lugar en la fraternidady en el mundo real” (RFF 43).2. Retomar la metodología del Camino deEmaús. Partir de la vida - que es no sólolugar aplicativo de la Palabra sino lugar revelativode la misma – (cf. El Señor nos hablaen el camino, nn. 10 y 11), y compartirnuestra fe desde la experiencia vital de loshermanos.3. Recuperar la experiencia como criterio formativo.La formación ha de ser encarnada,experiencial (cf. RFF 47 y 56), práctica (cf.RFF 48) e inculturada (cf. RFF 49). Esoexige mayor presencia entre los excluidos(cf. RFF 133). Se deberían promover, portanto, Fraternidades “insertas” (cf. PdE,Mandato 20).4. Formar en una espiritualidad bíblica encarnaday liberadora que ayude a contemplarla presencia de Cristo en los pobres (cf.RFF 68) y la acción de Dios en los acontecimientos,en la historia (cf. RFF 32 y 111).Como hay una iniciación a la práctica de laLectio Divina, debería existir también unainiciación a la escucha de Dios en la realidadde la historia.5. Formar en un equilibrado juicio crítico delos acontecimientos (cf. RFF 32) y en lautilización critica de los medios de comunicación.Proporcionar información seria delos problemas y desafíos actuales. Educaren la lectura creyente de la realidad social,económica y política, analizando las causasde los problemas (RFF 240 a). Utilizar elmétodo Ver, Juzgar, Actuar, Evaluar y Celebrar.Formar en el discernimiento de lossignos de los tiempos (cf. RFF 106, 1c),para eso, si hace falta, podemos, y tal vezdebemos, ayudarnos de especialistas. Serámuy útil en este sentido intensificar la formaciónen la Doctrina Social de la Iglesia(cf. CCGG 96).6. Para promover la formación a la vida fraternaes muy importante formar en la comunicación,en la escucha recíproca (cf. RFF70), en la gestión no-violenta y constructivade los conflictos.7. La formación debe ayudar a liberar nuestrasrelaciones fraternas, eclesiales y socialesdel dominio y del abuso de poder.8. Promover la escucha de los laicos sobrecómo experimentan nuestras presencias ennuestras fraternidades y en los barrios dondevivimos.9. Como “Peregrinos y extranjeros en estemundo” es un subsidio para la Formaciónpermanente sobre el Capítulo IV de lasConstituciones Generales, pensamos quela Secretaría General para la Formación ylos Estudios debería apoyar la traducción aotras lenguas y la promoción de su estudioen todas las Entidades de la Orden.10. Es importante que en la formación delos formadores la dimensión de la minoridady de los valores de JPIC tengan la mismarelevancia que las otras dimensiones denuestra forma vitae. También en el “Master”para Formadores que se realiza en elAntonianum de Roma.11. Que los estudios teológicos franciscanosincluyan los contenidos que les asignala RFF 227.III. Examinar el impacto de nuestro estilo devida sobre la creaciónIntroducción: El Hno. Vicente Felipe presentóuna ponencia sobre el Mandato capitular43.2: ¨Examinar el impacto de nuestroestilo de vida sobre la creación, especialmentelo que se refiere al cambio climático¨.Se formaron grupos para reflexionar sobre laponencia, y la síntesis de las reflexiones es lasiguiente:A. ¿Qué podemos hacer en las Entidades yConferencias para ayudar a cumplir estemandato capitular?Premisa: En nuestras fraternidades necesitamospromover una mayor conciencia de lagravedad del problema ecológico y de cuál esnuestra responsabilidad.Modos para hacerlo:1. Crear y/o potenciar en las Entidades y/oConferencias un equipo de Animadores,frailes y laicos, que pueda despertar y sensibilizaren una pastoral ecológica que articulela problemática ecológica con la opciónde fe.2. Dar a conocer los textos del Magisterio sobreestos temas.3. Incluir esta problemática en los temas deFormación permanente mediante jornadasde estudio. Incluirla también en los programasde la formación inicial.4. Tratar estos temas en algún capítulo local.La fraternidad podría estudiar cuál es su“huella ecológica” y, a partir de ahí, verqué opciones y comportamientos concretospuede tomar.


EX OFFICIO PRO JUSTITIA, PACE ATQUE INTEGRITATE CREATI 1055. Tratar este tema en algún encuentro de losGuardianes y de los Ecónomos.6. Aprovechar las Jornadas eclesiales o socialesde carácter nacional o internacional(Día de la Tierra, Día del Medio Ambienteu otros, según los países) para vivirlas en latriple dimensión de la oración, de la sensibilizacióny profundización cultural, y de latoma de compromisos concretos de vida.7. Motivar y sensibilizar a los hermanos quetrabajan en las parroquias y en los colegiospara que estos temas estén presentes en suactividad pastoral y educativa. Para ello,los Animadores de JPIC les enviarán sugerenciasy materiales concretos.8. Que cada Conferencia promueva instanciasy espacios de formación en estos valores delos frailes y laicos.9. Para profundizar en su riqueza teológica yespiritual, se pueden organizar EjerciciosEspirituales sobre estos temas.10. Usar audiovisuales adecuados para sensibilizarsobre estos temas.11. Unir los compromisos personales y la acciónpolítica, necesaria para actuar con eficaciaen las causas que provocan la contaminacióny el cambio climático.B. Comentarios sobre el subsidio preparadopor la Oficina de JPIC de Roma, El cuidadode la creación en la vida cotidiana:1. Puede ser muy útil para la sensibilización ypara ayudarnos a revisar nuestra vida puesconecta los problemas globales con las accioneslocales.2. Cada tema es independiente y se puede tratarpor separado.3. Los temas son cortos pero profundos.4. Los temas deberían ser adaptados en las diferentesregiones del mundo.5. Algún tema más podría ser útil para todoscomo, por ejemplo, la reforestación.6. Los temas se podrían ampliar incluyendoexperiencias concretas.7. Para promover su uso los Animadores deJPIC podrían hablar con el Definitorio dela Entidad; visitar las fraternidades; hablarcon los Guardianes para que sea utilizadoen los capítulos locales; presentárseloal Moderador de la Formación permanentey a los formadores de la formacióninicial; presentárselo a los responsablesde los colegios, parroquias y otras áreaspastorales.IV. Promover la no-violencia activa en nuestrasvidasIntroducción: El Hno. Gianfrancesco Sistopresentó una ponencia sobre el Mandato capitular43.3: ¨promover la no-violencia activa ennuestra vida, con particular énfasis en la resoluciónde conflictos¨. Hubo reunión en grupospequeños para reflexionar sobre la ponencia,y la síntesis de las reflexiones es la siguiente:¿Qué podemos hacer para ayudarnos a nosotrosmismos y a nuestros frailes a afrontarlos conflictos de modo no-violento, es decir,constructivo, en nuestra vida y en nuestros ministerios?¿Qué medios sugerimos?A. Reflexiones iniciales:Para ayudar a nuestros hermanos a comprenderla necesidad que tenemos de profundizareste tema, podemos partir de los dos aspectossiguientes:1. Nuestra espiritualidad y nuestras CCGGnos piden que los frailes seamos pacíficosy artífices de paz (cf. CCGG 64; 68; 69,2;98,2).2. Los conflictos forman parte de nuestra vidacotidiana en nuestras fraternidades, ennuestros ministerios y en nuestra sociedady no podemos desentendernos de ellos, ignorarloso taparlos, lo cual resulta negativo,sino que necesitamos aprender a gestionarlosde modo constructivo, para que podamoscrecer y madurar personal y comunitariamente.3. Si pensamos en las raíces de la violencia ennosotros y en nuestras comunidades (lo quenos impide dialogar y afrontar los conflictos)descubrimos lo siguiente:a. El miedo; temor a herir a los otros o anosotros mismos.b. El deseo de vivir tranquilos.c. Las diferencias culturales e ideológicas.d. Las diferentes historias y antecedentespersonales.e. Determinadas ideas sobre “jerarquía” y“obediencia”. La concepción de la autoridady el modo como se ejerce el poder.f. Pensar que las cosas se arreglan sólo conla oración.Medios:1. Ayudar a entender y a experimentar que losconflictos no son malos en sí mismos sinoque son parte natural de la vida y que nospueden hacer crecer personal y comunita-


106 AN. CXXIX – IANUARII-APRILIS <strong>2010</strong> – N. 1riamente si los sabemos gestionar en formaadecuada.2. Presentar JPIC como una espiritualidad delas bienaventuranzas y de la no-violenciaque puede ayudarnos a afrontar en modopositivo los conflictos personales, comunitariosy sociales.3. Promover un aprendizaje en la resoluciónde conflictos para abordar las relacionesconflictivas dentro de nuestras fraternidadeslocales y provinciales.a. Hablar con el gobierno de la Entidady con el Moderador de la FormaciónPermanente para proponerles la organizaciónde talleres sobre gestión constructivade los conflictos para todos loshermanos pero principalmente para losimplicados en tareas de animación.b. Las fraternidades pueden servirse de susencuentros locales para evaluar las dinámicasfraternas (escucha del otro, nivelde comunicación, relaciones de poder,posibles conflictos....) con el objetivo demejorar la calidad de la vida y la autenticidadde las relaciones.c. Dialogar con los formadores de la formacióninicial para buscar el modo deincluir este tema en los programas formativos.4. Implementar la acción de mediadores o facilitadores,incluso externos, que puedanayudar a las fraternidades en la resoluciónde conflictos.5. A nivel social:a. Sensibilizarnos antes los diversos conflictos:socio-económicos, culturales,políticos y eclesiales y aprender a analizarlos.b. Formarnos para poder colaborar en laresolución de conflictos. Colaborar tambiénen la formación de mediadores comunitarios.c. Buscar oportunidades de intervenciónen defensa de los derechos humanos, colaborandocon los laicos, con organizacionesde DD.HH. y, especialmente conFranciscans International.V. El uso ético de los recursos económicos ynaturalesIntroducción: El Hno. Ignacio Harding presentóuna ponencia sobre el Mandato capitular43.5: ¨considerar y promover el uso ético delos recursos económicos y naturales en la vidade los hermanos, en su ministerio y en la sociedad”.Se hicieron grupos para reflexionarsobre la ponencia, y la síntesis de las reflexioneses la siguiente:[Este Mandato tiene relación con el Mandato51 (sobre la transparencia económica) y con elMandato 54 (sobre la formación en el campoeconómico, “con particular atención a la transparencia,solidaridad y ética, y a la luz de nuestraespiritualidad franciscana”).]A. Edificios vacíos y espacios no utilizadosConstatamos que algunos conventos queya no usamos los frailes los tenemos alquilados,otros son cedidos para iniciativas benéficas,otros no cumplen su finalidad originaria yotros todavía están vacíos.Cuando dejamos un edificio, habria que tenersiempre presente (junto a las necesidadeseconómicas de la Entidad) la lógica del don yla restitución, contemplando la posibilidad deceder el edificio para una finalidad social.Hay Entidades que ya están destinando espaciosvacíos a una función social.B. Sobre el uso y la inversión ética del dineroConstatamos que hay notables diferenciassobre este tema entre unas Conferencias yotras:1. En algunas Entidades hay poca o nula informacióna los frailes sobre la situaciónfinanciera de las mismas, mientras que enotras Entidades hay gran transparencia.2. En algunas Entidades están utilizando diversosmodos de inversión ética o de inversióncon finalidad social. Es decir, nopensando sólo en la rentabilidad y en la seguridadde las inversiones sino también ensu función social. Pero otras muchas Entidadestodavía desconocen este tema.3. Una tarea de las Comisiones de JPIC de lasConferencias sería proporcionar informacióna las Entidades de las instituciones financierasverdaderamente éticas y de otrasposibilidades de inversión social. Advertimosque no es exactamente lo mismo unainversión ética que una inversión solidaria.4. Proponemos que toda la Orden prioricealgún sistema de inversiones socialmenteresponsables (lógicamente, después de unaadecuada información) y que JPIC ayude arealizar esta propuesta.


EX OFFICIO PRO JUSTITIA, PACE ATQUE INTEGRITATE CREATI 107C. Medios para promover las inversioneséticas1. Material sencillo preparado con la ayuda dealgún experto:a. Reflexión general sobre dinero y espiritualidad.b. Principios fundamentales de la DSI aplicadosa la economía.c. Información básica sobre inversionessocialmente responsables.2. Ese material podría ser usado en la formacióninicial y la formación permanente (cf.Capitulo general <strong>OFM</strong> 2009, Mandato 54).3. En reuniones con los frailes:a. Partiendo de las Constituciones generalesy los Mandatos del Capitulo general.b. Mostrando la dimensión espiritual yfranciscana de la economía.4. Hablar con el gobierno de la propia Entidady con el Ecónomo.5. Promover un encuentro de Ecónomos de laConferencia sobre este tema (algunas Conferenciasya lo han hecho).D. Promover la transparencia1. Promover la información abierta y frecuentea las fraternidades. Eso mismo hay quehacerlo en los Capítulos provinciales y custodiales.2. Promover en todas las Entidades auditoriasexternas o algún otro medio de supervisión.Algunas Entidades ya lo están haciendo.3. Promover el trato justo a los empleados (cf.CCGG 80, 2). Que los frailes de la Entidadtengan también información de esto.VI. Animación de las ConferenciasIntroducción: El Hno. Vicente Felipe presentóuna ponencia sobre la animación deJPIC en las Conferencias. Se hicieron grupospequeños para reflexionar sobre la ponencia,y la síntesis de las reflexiones es la siguiente:1. Los aspectos más positivos en la experienciade los Coordinadores de JPIC de lasConferencias.a. La participación en los encuentros de JPICprogramados por al Conferencia, de loscuales uno al año es con la Familia Franciscanao con otros religiosos.b. Participar en los encuentros continentales einternacionales de JPIC, aunque la participaciónde los Animadores no sea total.c. Los talleres anuales sobre temas de JPICpara la Familia Franciscana de la Conferencia.d. La experiencia anual de acoger y formar alos nuevos Animadores.e. La asistencia a encuentros de la Conferenciade Provinciales y Custodios.f. Encuentros conjuntos de Provinciales yCustodios y de Animadores de JPIC.g. La relación con la Familia Franciscana ycon los laicos.h. El interés de muchos laicos en nuestro trabajode JPIC.i. Las visitas a las Entidades (a los Animadores,Provinciales y Custodios, frailes) delcoordinador de JPIC de la Conferencia.j. El contacto con los frailes preguntándolesqué puede hacer JPIC para ayudarles.k. La elaboración de materiales de JPIC paraanimar los diferentes ministerios.l. La participación en el curso de JPIC de Roma.m. Haber hecho un programa de animación dela Conferencia.n. La integración entre JPIC, Formación yEvangelización, participando unos en losencuentros de los otros.o. La existencia de Estatutos en la Conferencia.p. Centro por una cultura de paz, en Split(Croacia).q. La Oficina JPIC de Nairobi para África2. Aspectos en los que se debería trabajarmás como Coordinadores de las Conferenciasa. Mejorar y profundizar la comunicación conlos Animadores.b. Promover la elaboración del plan de animaciónen las Conferencias y en cada entidad,y su evaluación.c. Pedir a los Provinciales y Custodios quenombren Animadores idóneos, estables ycon tiempo para trabajar.d. Reforzar las instancias de formación de losAnimadores de todas las Entidades. Un modoes insistir en la participación en el cursode JPIC del Antonianum.e. Implicar a los Provinciales y Custodios nosólo informándoles del trabajo realizado oque se va a realizar sino pidiéndoles sugerenciaspara el programa de animación.f. Mejorar la colaboración con la Secretaríapara la Formación y los Estudios y con laSecretaría para las Misiones y la Evangelización.


108 AN. CXXIX – IANUARII-APRILIS <strong>2010</strong> – N. 13. Sugerencias para mejorar la propuesta dela Oficina de JPIC de cómo hacer un programade animación para la Conferenciaa. Programa de animación presentado a losProvinciales y Custodios con presupuestoincluido, del que se haga anualmente evaluación.b. Al hacer el programa de animación de laEntidad se ha de tener en cuenta el contextosocio-económico.c. Que cada Conferencia proponga algunasfechas significativas para JPIC para que secelebren en las fraternidades locales.d. En cada Entidad se reconozcan las diversasexperiencias de los hermanos para dar visibilidadal compromiso que están viviendoen el espíritu de los valores de JPIC.e. Visita del coordinador de la Conferencia alas Provincias.4. ¿Cómo conseguir que los valores de JPICsean parte de la vida y misión de todos loshermanos?a. Es importante partir de que los valores deJPIC surgen del mensaje bíblico, de la EnseñanzaSocial de la Iglesia, de nuestra espiritualidfranciscana y de los Documentosde la Orden.b. Los Animadores de JPIC deben promoverque la dimensión de la minoridad y losvalores de JPIC se tengan en cuenta en laelaboración del proyecto de vida y misiónde las fraternidades locales y de la Entidadhaciendo propuestas concretas.c. Los Animadores de JPIC han de trabajarjuntos con los Formadores:• Para que los valores de JPIC que estánmuy presentes en la Ratio Formationis deforma trasversal sean tenidos en cuentaen todas las etapas de la formación.• Para cuidar de que la formación tengaun carácter encarnado, experiencial, integral(hacer propuestas para cada etapade la formación).• Para que el subsidio sobre el Cap. IV delas CC.GG. “Peregrinos y extranjeros eneste mundo” sea traducido y usado en laformación permanente.d. Promover la relación entre JPIC y Evangelización.5. ¿Cómo presentar y animar JPIC de modoque no se produzcan resistencias y que loshermanos no lo perciban como algo “extra”u opcional?a. Partir de nuestra espiritualidad franciscana,de las Constituciones Generales (especialmentelos caps. IV y V) y del Documentodel Capítulo General 2009 “Portadores deldon del Evangelio”.b. Equilibrio en el trabajo de JPIC para nohacer de esos valores una lectura parcial oerrónea (por ejemplo, excesiva identificacióncon la política partidista).c. Promover toda la dimensión de minoridadque es un modo de ser, de vivir y de actuar.Y situar JPIC dentro de ella.6. Desafíosa. Lograr la participación de todos los Animadoresen los encuentros de las Comisionesde JPIC de las Conferencias.b. Transmitir la espiritualidad de JPIC a losfrailes para que los hermanos menores podamosseguir siendo significativos en la sociedad.c. La comunicación con otras Entidades debidoa las dificultades de la lengua.d. La formación de los Animadores.e. Que el Animador pueda tener tiempo suficientepara su tarea de animación.f. Que los Animadores tengan continuidad ensu servicio.g. Que cuando hay un cambio de Animador,el que termina informe al que le sucede deltrabajo realizado.h. Lograr el apoyo y la colaboración de los Provincialesy Custodios y de los formadores.i. La comunicación entre los miembros de laComisión de JPIC de la Conferencia.j. Que los Coordinadores de las Conferenciasno se eternicen para que JPIC no sea identificadacon ellos.2. IV Congresso europeo degli Animatori<strong>OFM</strong> di Giustizia, Pace e Integrità delCreatoMonte Sant’Anna(Gora Św. Anny), Polonia, 25-30.04.<strong>2010</strong>1. Cronaca ed indicazioniNei giorni 25-30 aprile <strong>2010</strong> a MonteSant’Anna (Gora Św. Anny), in Polonia, siè svolto il IV Congresso degli Animatori diGPIC d’Europa. È stato il primo Congressocelebrato nell’Europa dell’Est e già per questosignificativo per il progetto di un’Europa unitae solidale. I tre precedenti Congressi erano


EX OFFICIO PRO JUSTITIA, PACE ATQUE INTEGRITATE CREATI 109avvenuti ad Assisi (2002), Santiago di Compostela(2004) e Francoforte (2007).Hanno partecipato 35 Animatori delle cinqueConferenze <strong>OFM</strong> di Europa, oltre a Fr.Joe Rozansky, Direttore dell’Ufficio di GPICdi Roma, e Fr. Vicente Felipe, Definitore generaleche è il collegamento tra GPIC e il Definitoriogenerale.Questo IV Congresso ha avuto come obiettivofondamentale la formazione degli Animatoridi GPIC in modo che possano svolgereadeguatamente la loro missione nelle rispettiveProvince. Con l’aiuto dell’Ufficio di GPICdella Curia generale sono stati approfonditi iseguenti temi: L’identità di GPIC (Fr. VicenteFelipe); Il ruolo dell’Animatore (Fr. Joe Rozansky);Come predisporre un Programma dilavoro GPIC nella Provincia (Fr. FranciscoO’Conaire). Ci sono state anche delle comunicazionisu alcune esperienze di animazionedi GPIC che si stanno realizzando in qualchenostra Entità.Mercoledì, 28 aprile, si è visitato il campodi concentramento di Auschwitz.Per una parte del Congresso erano presenti anche6 Ministri provinciali. Negli ultimi due giorniè intervenuto il Ministro generale, Fr. José R.Carballo, accompagnato dal Definitore generaleper le Conferenze slaviche, Fr. Ernest Siekierka.La presenza del Ministro ha segnato il momentocentrale del Congresso e la sua relazione,Giustizia, pace e integrità del creato e progettodi vita e missione in chiave francescana,è stata per tutti noi una lezione forte e piena difuturo, degna conclusione di un lavoro fraterno,intenso, gioioso.Qui riportiamo le indicazioni principali checi siamo date per il nostro impegno di animatoridi GPIC in Europa.Suggerimenti1. Compito dell’animatore è di coscientizzarei Frati circa i valori di GPIC. Sono valoritrasversali che hanno a che fare con il DNAdella nostra vita e missione. Ci sono resistenzeal riguardo: bisogna partire da qui.2. Dobbiamo interrogarci sul nostro stile divita per raggiungere una coerenza tra i valoriche professiamo e le nostre azioni. Farequesto soprattutto nella linea della minoritàper una conversione permanente.3. I nostri valori vanno amati e affermati nonsolo nella realtà ad extra, ma ancora primaanche nella nostra vita ad intra. In particolareva curata la gestione costruttiva deiconflitti.4. Elaborare ogni anno un piano di lavoro a livelloprovinciale e di Conferenza, coinvolgendoil Definitorio sia nella elaborazioneche nella realizzazione del medesimo. Deveinserirsi nel cammino complessivo dellaProvincia o Conferenza.5. Coinvolgere il più possibile nel nostro lavoroi Ministri e i Definitori.6. Creare una équipe che lavori con l’Animatore.Di essa facciano parte Frati (inspecie quelli coinvolti nella formazione enell’evangelizzazione) e laici (in particolarel’OFS).7. Farsi presenti, nei tempi previsti, alle riunionidel Definitorio e agli incontri deiGuardiani sia per la preparazione che per laverifica del piano di lavoro.8. Dare all’Animatore il tempo e i mezzi necessariper il suo lavoro.9. Sin dagli inizi compiere l’analisi del territorioin cui l’Entità vive. Educare, construmenti adatti, alla lettura dei “segni deitempi” e alla dimensione politica delle varierealtà e situazioni (risalire alle cause).10. Valorizzare le date importanti e le Giornatenazionali di singolare rilievo per noi.Curare occasioni di preghiera e momenticulturali.11. Trovare modi concreti per curare di piùl’informazione e la comunicazione (conl’Ufficio di Roma e tra noi).12. L’Animatore dovrebbe sostenere i Fratiimpegnati nella frontiera sia quanti operanonei luoghi di frattura che quanti sono lasciatiai margini della vita della Provincia.13. I nuovi Animatori devono partecipareal corso base di GPIC previsto ogni annopresso la PUA di Roma.14. Approfondire la conoscenza del capitoloIV delle CCGG usando soprattutto il SussidoPellegrini e forestieri in questo mondo,favorendone la traduzione nelle diverselingue.PropostaA partire dal messaggio dell’UFME ai Fratidi Europa, ogni Conferenza studi un progettospecifico che si possa proporre, come GPIC,per realizzare in Europa quanto rientra nei nostriambiti. Lo studio abbia un tempo determinato,dopo che venga approfondito dai Coordinatoridi GPIC delle Conferenze.Fr. Vicente Felipe, ofm


110 AN. CXXIX – IANUARII-APRILIS <strong>2010</strong> – N. 12. Relación del Ministro generalJUSTICIA, PAZ E INTEGRIDAD DE LACREACIÓN YPROYECTO DE VIDA Y MISIÓNEN CLAVE FRANCISCANAEl mundo es la casa donde nosotros estamosllamados a vivir una profunda comuniónfraterna tanto con los hombres y mujeres denuestro tiempo, como con la misma creación.Es una casa, sin embargo, que hay que cuidarlay construirla con esmero, de tal forma que setransforme en hogar de la fraternidad universal,donde todos los hombres y mujeres tengancabida y donde entre el hombre y la creaciónse den relaciones fraternas, marcadas por unprofundo respeto.El Capítulo general del 2003, colocando“la predicación de la reconciliación, la paz yla justicia, y el respeto hacia la creación” entrelos elementos esenciales de nuestra formade vida junto al espíritu de oración y devoción,la comunión de vida en fraternidad, la penitenciay la minoridad, y el anuncio del evangelio,(cf. Constituciones Generales <strong>OFM</strong>, CCGG,1,2), ha dado un paso importante en la consideraciónde los valores de justicia, paz e integridadde la creación (=JPIC) como valoresque forman parte de lo que bien podríamos llamarnuestro ADN.En mi intervención en este IV CongresoEuropeo los Animadores de JPIC deseo subrayaralgunas convicciones personales y algunosprincipios que puedan orientarnos en la vivenciade los valores que están a la base de nuestrocompromiso a favor de la JPIC.La JPIC, valores de cepa evangélicaAnte todo deseo subrayar cuanto afirma eldocumento final del Capítulo general 2009,Portadores del don del Evangelio (=PdE).Leemos en el citado documento: “Los valoresde la justicia, paz y la integridad de la creación,que son valores de cepa evangélica, debenhacerse naturalmente presentes en nuestravida de oración y devoción, al igual que enla vida cotidiana en el ejercicio de nuestrosministerios” (PdE 30). En este texto aparecendos afirmaciones que me parece importantesubrayar: los valores de JPIC hunden sus raícesen el Evangelio, y, precisamente por ello,han de vivirse no como algo extraordinario,sino que han de ser “discernidos en nuestrapráctica cotidiana” en el contexto de la “lecturaorante de la Palabra”, de modo que seanvividos como algo natural en nuestra vida, comoparte integrante de nuestra espiritualidad,si queremos que ésta sea verdadero alimentode nuestra vida y misión (PdE 30).Lo dicho me lleva a afirmar un segundoprincipio/convicción: Estos valores han deformar parte de la formación permanente y dela formación inicial. Nuestra Ratio FormationisFrancescanae (=RFF) es una muestra importantede esta convicción y profundamentecoherente con este principio al hacer constantementereferencias a la necesidad de formaren dichos valores. Personalmente estoy plenamenteconvencido que los valores de JPICsólo pueden entrar en nuestra vida y misión através de la formación, con una atención particular:estos valores no se pueden reducir asimples declaraciones de principios, menosaún pueden ser propuestos desde la ideología omoda dominantes. No bastan cursos llenos debuenos contenidos. Han de ser vividos comoexigencias de nuestra vida y misión.Un tercer principio/convicción es que estosvalores de JPIC están estrechamente vinculadosentre sí y animados por una actitud de minoridad,como manifestación de nuestro vivirsin propio. No se puede vivir plenamente unosin vivir igualmente los otros, y no se puedeser artífices de justicia y paz, o salvaguardarla creación, sin sentirse y actuar como menores.Esta exigencia comporta abandonar todapretensión de dominio o de prepotencia sobrelos demás y sobre la creación, sin que ello signifiqueser pasivos ante todo lo que va en contrade dichos valores. Nuestras Constitucionesgenerales son claras al respecto al pedirnos ser“artífices de justicia, heraldos y operadoresde paz, venciendo el mal y obrando el bien”(CCGG 68,2).La experiencia y el Magisterio de estos últimosaños nos hacen ver que en la mayoríade los casos, la causa de la injusticia y de laviolencia está en la pobreza, y que a su vez lapobreza en otros muchos casos está causadapor la injusticia. Es como un círculo vicioso:la pobreza engendra violencia, y la falta de justiciacausa la pobreza y la violencia. Por ello,para combatir éstas, es necesario combatir lainjusticia, y viceversa. Como dice el salmista“justicia y paz se besan” (Sal 85,10).Promoviendo la paz, los hermanos de todoslos tiempos se han opuesto al mal de la guerray a las distintas formas de explotación del


EX OFFICIO PRO JUSTITIA, PACE ATQUE INTEGRITATE CREATI 111hombre y de la naturaleza por el mismo hombre,así como a la marginación, destrucción yopresión (cf. CCGG 68,1), y han promovido lareconciliación (cf. CCGG 70). En plena continuidadcon este modo de actuar se ha de situartambién hoy nuestra actuación a favor de laJPIC.Sentados estos principios, paso subrayaralgunos aspectos de la JPIC desde una visiónfranciscana. Para ello tendré presente nuestrocuerpo legislativo y también el documento finaldel Capítulo de Pentecostés 2009, Portadoresdel don del Evangelio.Heraldos de la de la paz desde la no-violenciaLos hermanos estamos llamados a combatirla violencia desde la no-violencia, usando delos medios a disposición de los más débiles.Así lo expresan claramente nuestras Constitucionesgenerales cuando afirman: “En ladefensa de los derechos de los oprimidos, renunciandoa cualquier tipo de acción violenta,recurran a los medios que están a disposiciónde los más débiles” (CCGG 69). Por su parte elCapítulo general 2009 invita a todas las Entidadesde la Orden a “promover la no-violenciaactiva en nuestras vidas, con particular énfasisen la resolución de conflictos” (Mandatoscapitulares 43c).¿Qué entendemos por no-violencia? ¿Quéqueremos descartar cuando hablamos de noviolencia?La no-violencia no es una resignación anteel mal, sino una no colaboración activa con elmal (ahimsa de Gandhi), que tiene su aspectopropositivo proyectual en la fuerza de la verdad(satiagraha de Gandhi). Los satiagrahi deGandhi son los dispuestos a hacer la verdad,a confesar la verdad, y no sólo a decirla. Enla tradición cristiana son los testigos, los mártires,todos aquellos que pagan con su vida eltestimonio de la verdad. El primero de todosellos es Jesús mismo. La no-violencia tiene unprecio, sin excluir el precio de la propia vida.Podemos decir, por tanto, que la no-violenciaes una no colaboración con la violencia ycon proyectos de muerte, y que, con la fuerzade la verdad, crea proyectos buenos. La no-violenciaes al mismo tiempo resistencia y proyecto,dos aspectos que están contemplados en labienaventuranza que declara felices a “los quetrabajan por la paz”, y que sin forzar el textobíblico se podría traducir: “bienaventurados losque construyen la paz, haciendo la verdad”. Nohay espacio para la pasividad, se trata de actuar,denunciando toda clase de guerra o de carrerade armamentos, como grave ofensa a los pobres.No se ahorra esfuerzo alguno en la construccióndel reino (cf. CCGG 69,2).La no-violencia es, también, atención a todaslas formas de vida humana y a la creación,comenzando por las ya presentes, pero tambiénpensando a las que vendrán o no vendrán porqueestán seriamente amenazadas. Esto exigeescucha atenta de la débil voz de cuantos notienen voz y de la misma creación, tomando enserio su condición y su situación de amenaza.Esta atenta atención supone un conocimientoreal de estas situaciones amenazantes, formacióne información, pues sólo así se podrá deciruna palabra con autoridad en defensa de lahumanidad y de la creación misma.La no-violencia es disponibilidad a cambiaruno mismo mientras trabaja por cambiar la sociedad.En este sentido, la no-violencia significasuperar el complejo de primogenitura deCaín que reivindica para sí mismo, como intentaronhacer también los discípulos de Jesús,un peligroso ser el primero, y a veces el único,sin tener en cuenta a los demás, y sin tener encuenta que la creación le ha sido confiada paracuidarla, no para usarla a su antojo. Este complejode primogenitura en relación con unomismo se expresa en el orgullo; en relacióncon los demás en la superioridad; en relacióncon la naturaleza en la sumisión desordenaday caprichosa; y en relación con los pueblos enel dominio. Este complejo pone en peligro lanaturaleza y la humanidad y no dan paz.La no-violencia significa, finalmente, recuperarla conciencia de fraternidad universal,preocupándose a nivel existencial de que sehaga justicia a cuantos son tratados injustamente,y de que se respete la creación según eldesignio del Creador, de tal modo que aquellaesté al servicio del hombre, y no se rebele contraél a causa de la falta de respeto que sufrepor parte del mismo hombre.Opción por los pobresLa reflexión sobre el voto de pobreza y lasexigencias de la nueva evangelización han llevadoa la vida consagrada y, con ella, a la vidafranciscana, a tomar conciencia de la necesidadde una opción privilegiada por los pobres.Esta opción es indicada ya por el Vaticano II yasumida poco a poco por muchas iglesias localesy por la vida religiosa en general. Las asambleas


112 AN. CXXIX – IANUARII-APRILIS <strong>2010</strong> – N. 1de obispos de Medellín (1968) y de Puebla (1979)proclamaron esta opción como prioritaria para laIglesia. En nuestro caso es algo que se viene repitiendodesde el Vaticano II, que encuentra sulugar en las Constituciones Generales renovadas,y que se proclamó abiertamente en el ConsejoPlenario de Bahía en 1985.En perfecta continuidad con toda la reflexiónprecedente se sitúan algunas afirmacionesdel documento Portadores del don delEvangelio, tales como: “No podemos vivir deespaldas al devenir del mundo”, “no se puedeelaborar un proyecto fraterno de vida y misiónevangelizadora sin conciencia social” (PdE29), “la espiritualidad que alimenta nuestravida y misión evangelizadora nunca es ajenaa la vida de nuestros pueblos y lo que la afecta”(PdE 30). En este contexto también hemosde situar cuanto pide el Capítulo general 2009en uno de sus mandatos en el que se nos pide“dedicar especial atención a los excluidos denuestra sociedad […], comprometiéndose particularmenteen la defensa y promoción de losderechos humanos” (Mandato capitular 43d).No podemos cerrar los ojos a la realidadde la pobreza que afecta a tantos millones deseres humanos. Ello comporta: conocer la verdadde la pobreza entendida en todas sus dimensiones:la pobreza, la extrema pobreza, laopresión, las víctimas, la exclusión, con sus secuelasde violencia y desagregación; conocerel misterio de la pobreza. Cuando nos sumergimosen el mundo de la pobreza (suburbanao rural), no todo es explicable y descriptible.Nos encontramos con la cultura de la pobreza,los valores vividos por los pobres -capacidadde resistencia, de solidaridad, de esperanzay de celebración (ese misterio tremendo quesignifica siempre la esperanza y la alegría delos pobres)-, está también la experiencia delEvangelio y la vivencia de Dios entre los pobres,y tantos otros misterios que se encierranen el mundo de los pobres, y que nunca llegaremosa entender plenamente.Después de conocer la realidad de la pobreza,en toda su extensión y misterio, es necesarioemprender una profunda reflexión teológicasobre la pobreza como pecado, y, sobretodo, la estructura social de la pobreza comopecado social, del cual todos y personalmentede alguna manera somos responsables.Hablando de pecado quiero hacer una anotaciónque me parece importante. Cuando, eneste contexto hablo de pecado pienso, ante todo,al rechazo radical del amor a Dios: de sureino y de su gracia, dentro de nuestra historia,y no tanto a las trasgresiones de la ley. La respuestacristiana, de hecho, a veces nos puedellevar a transgredir la ley, aunque sea constitucional(cf. el respeto de la vida en todas susdimensiones). El pecado del que hablamos esfundamentalmente pecado social (lo que noexcluye la responsabilidad individual), pueses el rechazo colectivo y estructural del amorde Dios y del reino de Dios. La pobreza, sobretodo cuando es extrema y lleva a una exclusióntotal del sistema, se convierte en la expresiónvisible del rechazo de Dios.Podemos decir, entonces, que la opción porlos pobres no es una opción contra nadie, sinocontra la pobreza que contradice el proyectode Dios. Y podemos decir, igualmente, queoptar por los pobres es optar por el Dios amor,por el Dios familia, y por el reino de Dios quees justicia y paz. Por todo ello, para nosotros laopción por los pobres es sinónimo de conversiónal Dios amor y a los valores del reino. Porotra parte, si bien es verdad que se trata de unaopción no exclusiva y, menos aún, excluyente,ya que todos son destinatarios de la evangelización,sin embargo, ésta debe hacerse desdelos pobres, “nuestros maestros” (CCGG 93,1),en los cuales la imagen de Dios es vituperada(cf. Documento de Puebla 1142). Es ese cambiode perspectiva otra dimensión importantede la conversión pastoral a la que estamos llamados.Otro aspecto importante en lo relacionadocon la opción por los pobres es que para nosotrosfranciscanos la opción por los pobresno es tanto una opción social (aunque tengarepercusiones sociales), sino una opción cristológica,como lo afirma el documento finaldel Capítulo general 2009, Portadores del dondel Evangelio: “En virtud de su encarnación,el Verbo se pone del lado de la periferia, de lavulnerabilidad, de la pobreza” (PdE 23). Poniéndonosdel lado de los pobres, y sobretodoal lado de los pobres, estamos llamados a reconoceren ellos a Cristo pobre y crucificado,al cual quiso seguir siempre el Seráfico PadreSan Francisco, pues son “sacramento del Hijode Dios que fue pobre y huésped” (PdE 23)¿No es esta, acaso, una actualización del abrazode Francisco a Cristo pobre y crucificado enel abrazo al leproso?En esta opción –que no es un optional paracuantos hemos prometido seguir más de cercaa Jesucristo (cf. CCGG 5,2)-, hemos de distinguirinserción en medios pobres, de opción


EX OFFICIO PRO JUSTITIA, PACE ATQUE INTEGRITATE CREATI 113por los pobres. No todos se sentirán llamados avivir en zonas marginales, a habitar las fronteraso los claustros inhumanos (cf PdE, 22ss; ElSeñor os dé la paz, 37), pero todos han de sentirsellamados a estar del lado de los pobres, loque supone, entre otros aspectos, el esforzarnosen ver la realidad desde los pobres, paraoptar en su favor (cf. CCGG 97, 1).Ello no quiere decir que no se ha de teneren cuenta el lugar desde el que evangelizamos.A la lectura de los signos de los tiempos hemosde acompañar la lectura de los signos delos lugares. Aunque el mensaje pueda ser elmismo, el testimonio y la credibilidad serán,seguramente, diversos.Consciente de ello, ya al Capítulo generalde Madrid del 1973, en su documentofinal, La vocación de la Orden hoy (=VOh),nos invitó a “ver cómo podemos mantener loesencial de nuestra opción de pobreza”, enuna situación socio-económica diferente ala de la época de san Francisco. Los modosconcretos a través de los cuales se manifiestanuestra condición de pobres cambia y se actualiza,según los tiempos, los lugares y las regiones,lo esencial permanece. De ahí que, comoafirma dicho Capítulo hemos de estar atentoshoy, como lo estuvieron los hermanos de ayer,a la tentación del acomodarnos: “En el pasadola Orden […], ha reaccionado, con máso menos vigor, contra la natural tendencia aacomodarse. Hoy somos solicitados a expresarla misma exigencia”. “Teniendo en cuantalas situaciones locales, es necesario continuarla búsqueda para vivir como los pequeños dehoy” (VOh 22).Este mismo principio, y para ser contestatariosen “relación con la sociedad de produccióny de consumo” (VOh 23), es lo quemovió a los últimos Capítulos generales a insistiren la necesidad de “habitar las fisuras deun mundo fragmentado” (PdE 22), potenciarpresencias evangélicas en medio de los quea causa de la miseria y violencia deben dejarsus países de origen (cf. PdE 23), a reafirmarnuestra vocación a ser “menores entre los menores”(……..), y a dejarnos interpelar por lossignos de los tiempos y de los lugares (cf. PdE299). Esto es lo que llevó también a inserir enla RFF un artículo que habla de la inserción oencarnación “en las situaciones concretas delpueblo en que vivimos”, para descubrir en ellas“los distintos rostros de Cristo” (cf. RFF 33).¿Por qué esta insistencia? No cabe la menorduda que la inserción hace más fácil el quepodamos participar más de cerca en “los gozosy las esperanzas, las tristezas y las angustias”de nuestros hermanos los hombres (cf. GS 1),de que propicia una real “comunión fraternacon todos los menores de la tierra” (CCGG97,2), y de que sería “un signo de restituciónparticularmente elocuente en este mundo dondesólo el flujo del dinero, bienes y servicio encuentranlibre tránsito, no así las personas, ymucho menos los pobres” (PdE 23). La inserciónnos acerca a la realidad y este acercamiento,siempre que sea iluminado por la fe, comoya nos pedía el Capítulo general del 2006, nosposibilitará el dar respuestas evangélicas a lossignos de los tiempos y de los lugares, a travésde los cuales el Espíritu nos sigue hablando ypidiendo una respuesta (cf. PdE 14).Cuando la Orden nos invita a una real yseria inserción no lo hace para propiciar unahuída hacia delante o para probar una aventuramás. La inserción, hecha desde una clara visiónde fe, es una un modo de dar continuidada la opción que el Verbo hizo asumiendo laencarnación y a la opción que hizo Franciscohaciéndose menor. Desde esa perspectiva, lainserción supone una renovación profunda dela vida consagrada con una renovada vida deoración y de fraternidad.Constructores de un mundo más justoLa opción por los pobres está íntimamenteunida al compromiso por la justicia. La solidaridadcon los últimos, por motivos siempreevangélicos, lleva a desvelar la trama de la injusticiaen que viven nuestras sociedades, y lascausas sociales de los desequilibrios socialesque afectan a tantos hermanos nuestros. Desdeuna reflexión atenta, la pobreza y la injusticiaaparecen como la consecuencia de decisionesque, en el campo del tener, miran exclusivamenteal provecho económico, marginando, deeste modo, a los más pobres; en el campo delpoder, marginan a las mayorías, que no participanen las decisiones; y en el campo del saber,les vienen cerradas las puertas a los más.El grito de los pobres y de los excluidos debeencontrar un eco particular en la vida consagraday muy especialmente en la vida franciscana,llevándolas a separarse totalmente de cualquierforma de injusticia, “despertando las concienciasfrente al drama de la miseria y las exigenciasde justicia social del Evangelio y de laIglesia misma” (cf Evangelica testificatio 18),y asumiendo la llamada “a construir puentes de


114 AN. CXXIX – IANUARII-APRILIS <strong>2010</strong> – N. 1diálogo, de encuentro, de reconciliación y depaz, y a ser mensajeros de la cultura de la vidaen todo el arco de su desarrollo”, para ser así“custodios de la esperanza” (PdE 30).Contrariamente a muchos de los discursosque escuchamos a diario, vivimos en unasituación universal en la que unas minoríasconcentran sólo en sí mismas la búsqueda yla reclamación de la justicia. Esto lleva, comoconsecuencia, a que el abismo entre nortey sur sea cada vez mayor, las condiciones depobreza de muchos se agraven, y las bolsas depobreza se agranden constantemente. Comoya denunció Juan Pablo II, a la abundancia y,muchas veces, despilfarro de bienes que se viveen los países ricos, corresponde un inadmisibleretraso en los países del sur, donde vivela mayor parte de la población (cf. SolicitudoRei Socialis 14).Una constante, tanto en el Antiguo como enel Nuevo Testamento, es que Dios despiertalas conciencias de los creyentes a partir de lospobres, de aquellos que sufren las consecuenciasde la injusticia y, como consecuencia, dela pobreza. Desde Abraham a nuestros días,Dios escucha los gritos de los pobres (cf. Ex3,7.10); pide justicia para ellos (cf. Is 58,6-7),y los defiende (cf. Is 11,1-9); anuncia especialmentea ellos la Buena Noticia (cf. Lc 4,16-19),para hacerla comprensible por medio de ellos atodos (cf. 1Co 1,16-32). La conciencia cristiana,escuchando la voz de los pobres, escuchael grito de un hijo de Dios y de un hermano enel cual la imagen del Creador es oscurecida.Actualmente, el grito de los pobres, unidoa una visión crítica de la sociedad ha hechocomprender, a la luz de la fe, la existencia deun pecado social en las estructuras que son frutode la libre organización del hombre. En esasse hace visible el pecado individual, fuente yraíz de la injusticia (cf. Benedicto xvi, Mensajede Cuaresma <strong>2010</strong>).Los consagrados y, en nuestro caso losfranciscanos, hemos de comprometernos portrabajar a favor de la justicia a partir de nuestraidentidad de hermanos y de “menores entrelos menores de la tierra”. Desde esa perspectiva,nuestro testimonio a favor de la justiciacomienza por una seria revisión del estilo devida, tanto individual como fraterno, si noqueremos caer en una pura ideología y, porlo tanto, manipulación de aquellos a quienesdecimos querer defender ¿Cómo anunciar lajusticia y denunciar la injusticia si entre nosotrosno se da la primera y se combate la segunda?Si por la profesión somos todos iguales,con los mismos derecho y deberes (cf. CCGG3,1), ¿cómo justificar algunas situaciones dedesigualdad en nuestras fraternidades? ¿Cómocombatir la injusticia si entre nosotros se dael despilfarro consumista que nos lleva a vivirde espaldas a situaciones de pobreza que estánmuy cerca de nosotros?Sólo si estamos dispuestos a revisar en profundidadnuestro estilo de vida podemos defendera los que sufren tremendas injusticias, alos que viven en la miseria y son marginados,a los que no ven respetados los derechos humanosfundamentales de la propia dignidad depersonas como son: los prófugos, los perseguidospolíticos, y todos los que son privados dela libertad.Al mismo tiempo que revisamos nuestroestilo de vida estamos llamados a hacer todolo posible para que los pobres tomen concienciade su dignidad y luchen para que les searespetada. En este sentido un compromisoimportante ha de ser la formación de quienessufren las consecuencias de la injusticia, puessólo así podrán ser plenamente conscientes desu dignidad humana, la defiendan y la haganvaler (cf. CCGG 97,2). Finalmente, a través delas obras sociales, actualizadas de acuerdo conlas exigencias actuales, manifestamos una realsolidaridad con todos aquellos que están pasandonecesidad material y espiritual (cf. VOh24), anunciamos la Buena Noticia del reinocon el testimonio y la promoción en la líneade la justicia.Custodios de la creaciónPara muchos, creyentes y no creyentes, ypara la misma Iglesia, Francisco de Asís esejemplo de respeto al máximo de la creación,convirtiéndose así en un ecologista “ante literam”.Pero hemos de decir, inmediatamente,que el Pobrecillo de Dios no es un ecologistacualquiera y que por tanto no puede ser invocadocomo patrono de cualquier ecologista.Francisco es un ecologista creyente y su ecologíaes profundamente teológica. La creaciónle recordaba al Señor, su Creador. Al mismotiempo era bien consciente de la responsabilidadde “cuidar” y “custodiar” la creación,como se cuida y custodia algo sumamenteprecioso, dada por el Creador al hombre. Algoprecioso o muy precioso es la creación paraFrancisco por ser “signo”, “sacramento” delCreador (cf. CtC).


EX OFFICIO PRO JUSTITIA, PACE ATQUE INTEGRITATE CREATI 115Hoy la creación está seriamente amenazada,y porque así lo siente ella misma, se rebelacontra el hombre. La frecuencia y magnitudde algunos fenómenos naturales que estamosviviendo así lo demuestran. Entre el hombrey la creación disminuye dramáticamente laarmonía querida por el Creador y cantada porFrancisco en su Cántico de las criaturas. Elaumento del anhídrido carbónico, CO2, el másalto en los últimos 800.000 años, hace que lastemperaturas aumenten y que el planeta tierrasufra un calentamiento que pone en peligro losglaciares, hace que asistamos a un aumentoconsiderable del agua del mar en 3, 3mm poraño, y que la desertización esté alcanzando agrandes regiones de la tierra, dejando de serun jardín con “diversos frutos y coloridas floresy hierbas”, como salió de las manos delCreador. El agua hoy en amplias regiones denuestro planeta ya no se puede decir “pura ycasta”, pues esta contaminada por el uso indiscriminadode sustancias tóxicas de descargaindustrial, que dificulta la vida de los sereshumanos y de muchas especies animales. Elaire ya no siempre es medio de “sustento” paralas criaturas a causa de su gran contaminaciónpor el smog. El fuego no siempre resulta “belloy alegre”, pues con frecuencia devasta grandesreservas naturales. La conducta irresponsabledel hombre y avidez de la sociedad industrialy de consumo están destruyendo el ambiente yponiendo en serio peligro la supervivencia dela humanidad.En esta situación ¿qué hacer? NuestrasConstituciones Generales nos piden que “siguiendolas huellas de san Francisco, muestrenlos hermanos hacia la naturaleza, amenazadaen todas partes, un sentimiento derespeto, de modo que la tornen totalmente fraternay útil a todos los hombres para gloria delCreador” (CCGG 71). El texto muestra muybien cual ha de ser la actitud del Hermano Menorhacia la creación e invita a tener respetohacia ella.Teniendo presente la gran tradición filosóficay teológica que arranca del mismo sanFrancisco, en cuanto Hermanos Menores, hemosde extender “nuestra simpatía y atenciónfraterna” a la creación (cf. VOh 25) y tener unaconducta humana y reverencial, de comunióny de hermandad con la creación. La creaciónes un don que hemos recibido gratuitamentedel amor de Dios para humanizarla a travésde un dominio que la vuelva fraterna y esté alservicio de todos. De este modo mostraremoscuál es la razón última de nuestra actitud derespeto hacia la creación: ésta tiene un origende Amor, que le da el pleno sentido: todo hasido creado por él y para él (cf. VOh 25)Hacia un proyecto de vida y misióncoherente con los valores de JPICEn más de una ocasión he hecho referenciaa la necesidad de revisar nuestro estilo de vidapara que sea coherente con los valores que estamosllamados a defender en relación con laJPIC, y haga creíble nuestra predicación paralos hombres de nuestro tiempo. Si queremosque nuestras denuncias no se queden en simplesproclamas, lo dicho nos obliga a vivir cada díacon mayor coherencia con los valores de JPIC.En esto, como en todos los aspectos que hacenreferencia a nuestra forma de vida, hemos desuperar cualquier tipo de dicotomía o de divorcioentre lo que decimos y lo que hacemos.Los Hermanos Menores, mientras denunciamostodo lo que pueda herir la paz y laconvivencia pacífica con la creación, estamosllamados a una seria reflexión sobre nuestravida cotidiana pues puede que ésta, conscienteo inconscientemente, nos esté alejando de laJPIC que predicamos.Esto está pidiendo de nosotros un proyectode vida, personal y fraterno, que bien podríamosllamar ecológico, basado en una antropologíarelacional y una ética de la sencillez, de lamoderación y de la frugalidad, como respuestaa la explotación y dilapidación del medio ambiente.Esto postula respeto de los recursos naturalesy saber gozar de las cosas pequeñas decada día, evitando lo superfluo y el derroche.Si el consumismo actual se ha convertido enun estilo de vida y en sed insaciable de devorartodo, se hace urgente lograr una ascesis de lavida, como forma de libertad y de responsabilidad.La austeridad y frugalidad son tambiénexigencias de nuestro compromiso de vivir“sin nada propio”, y compromisos de un estilohumanizante y restaurador.En nuestra relación con los demás y con lamisma creación, nuestro estilo de vida debeestar marcado por la minoridad, presentándonos,en todo momento, como individuos y comofraternidad, como pequeños, como siervos,a los que nadie teme porque no buscan dominarni imponerse a los otros, sino que buscanen todo momento servirlos (cf. Mt 20,28). Todoello exige de nosotros espíritu de infancia,pequeñez y sencillez (cf. VOh 19).


116 AN. CXXIX – IANUARII-APRILIS <strong>2010</strong> – N. 1Un proyecto de vida y misión en estas clavesexige también el que continuemos en labúsqueda que nos lleve a vivir como infantes,pequeños y menores hoy, compartiendo la situaciónde las víctimas de la violencia, de lospobres y de la injusticia, sin aceptar todas lassituaciones que mantienen a nuestros hermanosen tales condiciones, pues queremos ser,junto a ellos, fermento de una sociedad nueva(cf. Rm 11,12).Todo ello será posible si estos valores delos que estamos hablando entran de lleno en laformación permanente e inicial de los hermanos.Así lo da a entender nuestra RFF cuandoafirma: “La formación a la vida evangélica delHermano Menor –al espíritu de oración y devoción,a la vida de comunión en fraternidad,a la penitencia y minoridad, a la pobreza y solidaridad,a la evangelización y misión, a laacción de reconciliación, la paz y la justicia-,es un camino orgánico, gradual y coherente,que se desarrolla a nivel personal y comunitario,durante toda la vida” (RFF 62).Entre los valores que hacen relación a JPICy que considero transversales en todo el procesoformativo me urge señalar los siguientes:educación/formación a la cultura de la vida, ala paz, a la no-violencia, a un desarrollo quesea verdadero progreso humano y no enriquecimientode unos pocos; a una economíade justicia: economía solidaria; a la soluciónno-violenta de los conflictos; a la aceptacióndel otro, al pluriculturalismo, a la defensa dela naturaleza (cf. RFF 227; Ratio Studiorum<strong>OFM</strong> 60.142.148). La vivencia progresiva deestos valores ha de considerarse como criterioa la hora del discernimiento vocacional (cf.RFF 215).En la formación que recibimos y damos sejuega la transmisión de una cultura de las bienaventuranzas,o de una cultura de las opresiones,la transmisión de un espíritu universal yfraterno, o un espíritu de geto y particularístico.Nuestra espiritualidad franciscana ofreceuna excelente plataforma para una formaciónen un espíritu universal, basada en la solidaridadalargada con la humanidad y con la creación,bases para la paz desde la no-violencia.ConclusiónEn el contexto de la celebración del IVCongreso Europeo de Animadores de JPIC nodudo en afirmar que el mejor servicio que unAnimador de JPIC puede prestar a los valoresde JPIC y a los hermanos de una Entidad esla de ayudar a éstos a que tomen concienciade cuanto acabamos de afirmar: los valores deJPIC forman parte de nuestra forma vida, hande vivirse en su conjunto y siempre desde laminoridad, recordando que hemos de comenzara trabajar por nosotros mismos. Sólo asíseremos “testigos” y no sólo “maestros”, sóloasí seremos verdaderos artífices de la justicia,la paz y la salvaguardia de la creación, “venciendoel mal y obrando el bien” (CCGG 68,1;cf. 68,2).Fr. José Rodríguez Carballo, ofmMinistro general


Statistica<strong>Ordinis</strong> Fratrum MinorumStatus die 31 Decembris 2009Iuxta statistica a Ministris Provincialibus transmissas.Curata a fr. L. Perugini <strong>OFM</strong> et fr. John Abela <strong>OFM</strong>I. Relatio de statu personali et locali totius ordinisI. De Statu Personali1. Sollemniter Professia) Cardinalesa) Archiepiscopia) Episcopi61790Summa 113b) Sacerdotesc) Diaconi permanentesd) Fratres cum optione clericalie) Fratres laiciSumma professorum sollemnium9861735252125126972. Professi temporariia) Fratres cum optione clericalib) Fratres sine optione clericalic) Fratres sine optioneSumma professorum temporarium9402052851430c) Novitii 398Summa totalis omnium fratrum cum novitiis14525II. Distributio Fratrum Provinciae juxta residentiam1. In territorio Provinciae2. Extra territorium Provinciaea) In Custodiisb) In aliis locis125784601478Summa omnium fratrum cum novitiis 14525PostulantesTertiarii seu oblati perpetui58930


118 AN. CXXIX – IANUARII-APRILIS <strong>2010</strong> – N. 1III. Incrementum et decrementum Provinciae1. Admissi (hoc anno)a) Ad novitiatumb) Ad professionem temporariamc) Ad professionem sollemnemFratres laiciFratres cum optione clericalid) Ad sacros ordinesAd diaconatum permanentemAd presbyteratum42839567181121512. Extra claustra commorantes hoc anno gratiam obtinuerunta) Sacerdotes et diaconib) Fratres laici98143. Egressi (hoc anno)a) Novitiib) Professi temporariic) Professi sollemnesFrattres laiciFratres cum optione clericaliDiaconi permanentesSacerdotes saecularizati, qui indultum obtinueruntSacerdotes qui officium reliqueruntSumma fratrum egressorum71141178230232924. Defuncti (hoc anno)a) Novitiib) Professi temporariic) Professi sollemnesFrattres laiciiFratres cum optione clericaliDiaconiSacerdotesSumma fratrum defunctorum014920271323


STATISTICA ORDINIS FRATRUM MINORUM 119IV. De statu locali - Domus1. Domusa) In territorio Provinciaeb) Extra territorium Provinciae1614177Summa 17912. Domus filialesa) In territorio Provinciaeb) Extra territorium Provinciae52583Summa 608Summa omnium domorum 2399V. Numerus paroeciarum Ordini concreditarum1. In territorio Provinciaea) Apud nostras domosb) A domibus remotae1105581Summa16862. Extra territorium Provinciaea) Apud nostras domosb) A domibus remotae124182Summa 306Summa omnium paroeciarium 1992


120 AN. CXXIX – IANUARII-APRILIS <strong>2010</strong> – N. 1Ep = Cardinalis + Archiepiscopi + Episcopi; Sac = Sacerdotes; DP = Diaconi Permanenti;PS CL = Prof. Sol. cum optione clericale; PS Lc = Prof. Sol. Laici; PT Lc = Prof. Temp. Laici;PT Cl = Prof. Temp. cum optione clericali; PT So = Prof. Temp. sine optione clericali;Nov = Novitii; Pos = Postulantes; Obl = Oblati; SPS = summa Prof. Sol.;SPT = summa Prof. Temp.; Tot = summa Fratrum;Sum = summa Fratrum cum Novitiis; Dom = DomusPhil = Alumni cursus Philosophiae; Theo = Alumni cursus Theologiae;Grad = Alumni ad Grados Academicos


STATISTICA ORDINIS FRATRUM MINORUM 121II. Fratres omnes unicuique Provinciae vel Cust. Aut. adscriptiNatio1 AegyptusS. Familiae2 AequatoriaS. Francisci de Quito3 Africa (Kenia) et MadigascariaS. Francisci4 Africa MeridionalisN.rae Dominae Reginae Pacis5 AlbaniaAnnuntiationis B.V.M.6 America Centralis/PanamaDominae Nostrae de Guadalupe7 ArgentinaFluvii Platensis Assumptionis B.V.MS. MichaelisS. Francisci Solano8 AustraliaSancti Spiritus9 Austria/ItaliaS. Leopoldi Prov.10 BelgiumS. Joseph Sponsi B.V.M.11 BoliviaS. Antonii / Missionaria12 Bosnia-HerzegoviaS. Crucis / Bosnae ArgentinaeAssumptionis BVM / Herzegoviae13 BrasiliaSS. Nominis JesuS. Antonii PataviniS. Francisci AssisiensisImmaculatae Conceptionis B.V.M.S. Benedicti de AmazoniaN.rae Dominae Septem GaudiorumAssumptionis B.V.M. (Bacabal)S. Crucis14 Britannia MagnaImmaculatae Conceptionis B.V.M.15 CanadaS. Joseph Sponsi B.V.M.Christi Regis16 Ceca RespublicaS. Venceslai / Bohemiae-Moraviae17 ChiliaSs.mae Trinitatis18 ColumbiaS. FideiS. Pauli ApostoliSollemniter ProfessiProfessi TemporariiEp Sac DP Cl Lc SPS Cl Lc So SPT Nov Sum Pos Obl2 72 1 11 10 96 8 3 11 107 107 77 0 12 29 125 10 8 7 25 6 156 1267 0 5 12 84 28 4 32 23 139 143 44 1 2 5 55 6 1 7 62 32 20 1 23 3 3 26 33 138 3 11 35 190 34 3 37 7 234 3545 1 11 578 8 0 65 12 28 0 10 402 2 4242 2 2 5 515 5 5 61 31 75 0 3 29 108 4 1 5 5 118 21 107 5 4 40 157 2 1 3 1 161 2 193 0 15 108108 210 104 3 9 14 140 16 1 17 4 161 91 294 8 6 309 39 1 40 5 354 5184 1 7 5 197 13 1 14 5 216 41 31 0 2 6 40 5 3 1 9 5 54 43 79 0 10 36 128 11 3 14 14 156 44 66 0 7 11 8815 15 6 109 39 256 25 55 34537 37 19 401 623 4 7 34 6 6 4 44 321 0 1 7 29 8 1 2 11 40 21 38 0 1 9 49 12 2 14 63 65 74 7 11 97 16 2 18 5 120 846 1 5 52 0 1 1 0 53 1 062 0 24 868623 2 14 394 4 43 235 1 1 7 44 2 1 3 0 47 1 172 1 5 25 1038 8 111 12 148 0 4 29 183 30 30 8 221 2041 0 5 16 62 5 4 9 18 80 4


122 AN. CXXIX – IANUARII-APRILIS <strong>2010</strong> – N. 1II. Fratres omnes unicuique Provinciae vel Cust. Aut. adscriptiNatio19 Congensis Resp.Dem.S. Benedicti Africani20 CoreaSs. Martyrum Coreanorum21 CroatiaSs. Cyrilli et Methodii / CroatiaeS. Hieronymi / DalmatiaeSs.mi Redemptoris / Dalmatia22 GalliaB. Pacifici / Gallia Occidentalis23 Gallia-BelgiumTrium Sociorum / Gallia Orient.-Belg.24 GermaniaS. Antonii Patavini / BavariaeS. Crucis / SaxoniaeS. ElisabethSs. Trium Regum / Coloniae25 HiberniaHiberniae26 HispaniaBaeticaDe Arantzazu franciscanaCarthaginensisS. Gregorii Magni / CastellanaS. Salvatoris a Horta / CataloniaeN.rae Dominae a Regula / GranatensisS. Iacobi a CompostellaS. Joseph / Valentiae et Aragoniae27 HungariaMagna Domina Hungarorum28 IaponiaSs. Martyrum Iaponensium29 IndiaS. Thomae Apostoli / Indiae30 IndonesiaS. Michaelis ArchangeliS. Francisci Cust. Aut.31 IsraelCustodia Terrae SanctaeSollemniter ProfessiProfessi TemporariiEp Sac DP Cl Lc SPS Cl Lc So SPT Nov Sum Pos Obl1 128 25 12 166 51 7 58 13 237 1369 0 7 52 128 12 2 14 10 152 201 151 6 26 184 22 2 24 6 214 859 0 1 1 61 4 4 2 67 2232 11 5 248 16 1 17 1 266 92 96 2 1 32 1333 3 1361 70 28 9999 452 1 23 76 1 1 2 79 295 1 24 1204 4 1 125 3 172 20 92 3 2 5 1 98 153 20 73 1 3 4 771 108 0 4 22 135 8 1 9 1 145 469 2 2 27 100 2 2 102 1191 0 8 36 23511 11 3 249 5 253 1 2 9 651 66 11 55 1 12 69 1 2 3 72 334 3 1 5 4343 11 67 1 3 14 86 1 1 2 88 43 81 1 19 104 2 1 3 2 109 111 69 1 12 83 1 1 2 2 87 2 12 86 1 2 13 104 6 1 7 4 115 665 1 2 11 79 1 1 80 1121 18 8 147 30 1 31 10 188 101 73 0 2 23 99 47 7 54 17 170 302 23 9 11 45 25 5 30 9 84 71 119 2 19 31 172 1 1 5 178 5


STATISTICA ORDINIS FRATRUM MINORUM 123II. Fratres omnes unicuique Provinciae vel Cust. Aut. adscriptiNatio32 ItaliaS. Antonii Patavini / VenetaeS. Bernardini Senensis / AprutiorumS. Michaelis Archangeli / ApuliaeChristi Regis / BononiensisSs. VII Martyrum / CalabriaeSs.mi Cordis Mariae / LiguriaeAssumptionis B.V.M. / LyciensisS. Caroli Borromaei / MediolanensisSs.mi Cordis Iesu / NeapolitanaS. Bonaventurae / PedemontanaS. Iacobi de Marchia / PicenaSs. Petri et Pauli / RomanaImmac. Concept. / Salernitano-LucanaS. M. Gratiarum / Samnito-HirpinaS. Mariae Gratiarum / SardiniaeSeraphica S. Francisci AssisiensisSs.mi Nominis Iesu / SiciliaeS. Vigilii / TridentinaTusciae S. Francisci Stigmat. Prov.Entitates Ministri Generalis33 LituaniaS. Casimiri34 MelitaS. Pauli Apostoli35 MexicumS. EvangeliiSs. Francisci et Jacobi JaliscoSs. Petri et Pauli de MichoacanB. Junipero SerraS. Philippi de Iesu36 MozambicumS. Clarae Cust. Aut.37 NederlandiaSs. Martyrum Gorcomiensium38 PakistaniaS. Ioannis Baptistae39 Papua Nova GuineaS. Francisci Assisiensis40 PeruviaS. Francisci SolanoSs. XII Apostolorum41 PhilippinaeS. Petri BaptistaeCustodia S. Antonii PataviniSollemniter ProfessiProfessi TemporariiEp Sac DP Cl Lc SPS Cl Lc So SPT Nov Sum Pos Obl1 255 3 11 65 335 7 5 12 5 352 4 153 0 9 62 1 1 2 6494 5 10 109 10 10 5 124 5 281 3 18 1021 1 103 21 44 1 2 484 4 2 54 2 159 8 6767 11 61 0 3 12 77 2 2 79 31 100 3 0 37 1419 9 2 152 11 108 3 1 20 133 10 5 15 2 150 1 147 1 1 11 603 3 6386 1 3 10 100 7 7 107 1101 5 12 11813 13 2 133 31 110 5 14 130 9 1 10 4 144 371 2 3 76 4 4 5 85 329 0 1 3 331 34163 0 16 12 191 3 34 37 7 235 1196 1 6 15 11815 15 4 137 5 11 64 1 8 74 2 2 76 25 96 1 1 12 1158 8 3 126 11 1 1 5 6 2 41 37 3 2 433 46 32 59 1 3 65 2 2 2 69 3 0116 0 6 35 157 22 1 5 28 5 190 6 12 244 2 20 75 343 65 7 72 24 439 461 180 1 10 27 219 32 2 34 7 260 1036 0 4 13 53 7 10 17 11 81 1122 0 4 18 44 13 3 16 2 62 93 33 5 3 44 16 1 17 2 63 41 118 1 27 147 1 1 1481 24 7 32 6 6 3 41 31 14 1 10 26 3 3 6 2 34 42 65 3 4 12 86 18 9 27 4 117 62 53 5 25 17 10220 20 2 124 476 7 9 92 7 7 5 104 337 1 6 11 55 1 1 5 61 10


124 AN. CXXIX – IANUARII-APRILIS <strong>2010</strong> – N. 1II. Fratres omnes unicuique Provinciae vel Cust. Aut. adscriptiNatio42 PoloniaAssumptionis B.V.M.S. HedvigisImmaculatae Conceptionis B.V.M.S. Mariae AngelorumS. Francisci Assisiensis43 PortugalliaSs. Martyrum Marochiensium44 RomaniaS. Stephani Regis / Transilvaniae45 SlovakiaSs.mi Salvatoris / Slovakiae46 SloveniaS. Crucis / Slovenia47 Taivania (Formosa)B.V.M. Reginae Sinarum48 TogumVerbi Incarnati Prov.49 UcrainaS.Michael Archangeli50 USA (Fed Civ Am Sept)Assumptionis B.V.M.S. BarbaraeSs.mi Cordis IesuImmaculatae Conceptionis B.V.M.Ss.mi Nominis IesuNostrae Dominae de GuadalupeS. Ioannis Baptistae51 VietnamiaS. Francisci in VietnamSollemniter ProfessiProfessi TemporariiEp Sac DP Cl Lc SPS Cl Lc So SPT Nov Sum Pos Obl206 1 9 31 247 37 9 46 10 303 11139 0 35 174 20 4 24 2 200 6263 0 7 42 312 17 6 0 23 9 344 8184 0 17 25 226 23 9 32 2 260 12142 2 9 18 171 20 5 25 3 199 31 109 1 28 139 2 2 3 14430 0 10 40 6 4 0 10 2 52 2 243 3 14 60 12 5 17 3 80 280 0 1 10 91 6 6 97 3 237 5 42 1 5 6 48 443 1 27 7129 29 7 107 133 47 5 4 59 14 1 15 2 76 32 88 1 2 37 130 1 1 131127 0 6 54 187 4 4 1 9 3 199 5170 1 5 58 2345 5 4 243 33 110 2 3 22 140 5 5 1451 274 3 3 64 345 8 4 12 2 359 339 16 55 4 3 7 62 3110 1 53 164 4 2 6 2 172 392 0 19 36 147 23 26 49 11 207 20 1


STATISTICA ORDINIS FRATRUM MINORUM 125III. Fratres et domuus secundum regionesIII. Fratres et domuus secundum regionesAfrica et Oriens Propinquus Dom Epis Sac DP Cl Lc So Tot Nov Sum PosAfrica Aegyptus et Oriens Propinquus Dom 34 Epis2 Sac 64 DP1Cl 15 Lc12 So Tot 94 Nov Sum 94 Pos10Aegyptus Africa Media/Respublica 34 2 645 1 15 12 945 94510Africa Media/Respublica Meridionalis 15 3 52 5 1 8 6 70 5 70 5 3Africa AngolaMeridionalis 155 3 52 11 1 8 63 2 70 16 1 70 17 3Angola Beninum 51 111 32 2 163 1 1733Beninum Burkina Faso 1 12 2 34 34Burkina BurundiaFaso 13 25 2 47 47Burundia Congus-Brazapolis 3 11 5 11 21 23 7 23 7Congus-Brazapolis Congus/Respublica (ex Zaire) 31 1 114 11 64 21 1 200 23 13 213 23 13Congus/Respublica Costa Eburnea (ex Zaire) 314 1 114 12 64 21 10 15 200 38 13 213 38 13Costa DzibutiEburnea 4 1 12 101 15 382 382Dzibuti Guinea Bissaviensis 8 1 22 11 15 38 2 38 2 4Guinea IordaniaBissaviensis 82 224 11 51 385 3854Iordania Israel 28 2 148 4 1 28 37 1 1 215 5 5 220 5 3Israel Kenia 283 148 22 1 286372 1 215 30 5 220 30 3Kenia Libanum 3 225 6 21 306 306Libanum Libya 32 2 10 5 1 12 6 12 6Libya Madagascaria 24 2 10 19 13 7 12 39 17 12 56 9Madagascaria Malavium 41 193 13 72 395 17 5659Malavium Marochium 14 1 14 3 1 24 20 5 20 5Marochium Mauritius 42 1 149 1 41 20 10 20 10Mauritius Mozambicum 10 2 3 38 9 18 14 10 63 2 10 65 4Mozambicum Namibia 101 3 385 18 41 636 2 6564Namibia Ruanda 12 5 1 12 68 68Ruanda Sudania 21 54 12 85 85Sudania Syria 19 1 16 4 1 1 18 5 18 5Syria Tanzania 92 1 16 11 1 18 11 18 11 5Tanzania Togum 29 11 25 1 11 14 11 51 7 11 58 13 5Togum Turcia 91 255 1 11 14 515 7 58513Turcia Ugandia 12 57 2 59 7 16 5Ugandia Zambia 21 72 20 2 22 9 7 16 22Zambia Zimbabue 12 29 2062 22 17 22 17 2Zimbabue Summa 191 2 15 660 9 3 204 6 143 2 32 1057 17 52 1109 17 69 2Summa 191 15 660 3 204 143 32 1057 52 1109 69America LatinaDom Epis Sac DP Cl Lc So Tot Nov Sum PosAmerica Aequatoria LatinaDom 27 Epis7 Sac 74 DP Cl 22 Lc36 So 7 Tot 146 Nov6 Sum 152 Pos12Aequatoria Argentina 27 42 72 134 74 2 22336 28 15 7 146 184 65 152 189 124Argentina Bolivia 42 31 13 2 134 116 2525 3 28 18 15 184 177 54 189 181 49Bolivia Brasilia 159 31 13 24 116 611 51122 25 156 18 53 177 967 54 4 1021 181 35 9Brasilia Chilia 159 21 24 611 68 11225156 23 538 967 105 54 1021 105 351Chilia Columbia 21 49 2 175 68 1 48 5 23 49 89 105 283 8 105 291 24 1Columbia Costarica 495 2 175 11 481494 9 283 16 8 291 16 24Costarica Cuba 54 11 1 4 16 11 16 11Cuba Dominiciana Respublica 42 116 2 2 11 10 2 11 12Dominiciana Guaiana Respublica 2 62 2 2 102 2 122Guaiana Guatimala 16 56 2 1 15 18 90 2 7 97 2Guatimala 16 56 1 15 18 90 7 97


126 AN. CXXIX – IANUARII-APRILIS <strong>2010</strong> – N. 1III. Fratres et domuus secundum regionesAmerica LatinaDom Epis Sac DP Cl Lc So Tot Nov Sum PosHaitia 4 7 4 3 14 14 5Honduria 12 3 18 7 28 28 23Jamaica 2 1 2 3 3Mexicum 143 2 539 3 161 179 5 889 49 938 82Nicaragua 9 2 25 14 32 32 7Panama/America Centralis 5 14 1 7 3 25 25Paraguaia 4 13 8 2 4 27 27 2Peruvia 45 7 119 8 45 39 20 238 6 244 9Portorico 3 1 9 4 14 14 3Salvatoria 14 3 39 18 2 62 62Venetiola 7 22 2 6 30 2 32 10America SeptentrionalisSumma 604 66 2070 23 486 581 127 3353 143 3496 226Dom Epis Sac DP Cl Lc So Tot Nov Sum PosCanada 27 106 5 36 4 151 151 2USA (Fed Civ Am Sept) 198 2 966 8 51 312 9 1348 11 1359 17Asia et OceaniaSumma 225 2 1072 8 56 348 13 1499 11 1510 19Dom Epis Sac DP Cl Lc So Tot Nov Sum PosAustralia 22 1 78 19 98 98 1Cazastania 1 7 4 12 12Corea 19 60 18 51 129 10 139 20Iaponia 53 84 1 3 9 97 97 1India 31 106 48 8 162 10 172 10Indonesia 20 3 75 82 45 205 23 228 25Malaesia 2 5 2 7 7Myanmar 1 4 4 1 5 2Nova Zelandia 2 4 3 7 7Pakistania 5 1 24 7 9 41 3 44 3Papua Nova Guinea 7 1 16 4 13 34 2 36 4Philippinae 32 99 1 22 20 142 10 152 13Sinae 5 1 6 6Singapura 3 6 6 4 16 5 21 1Sri Lanka 2 2 4 4Taivania 7 40 8 5 53 53 4Thailandia 4 7 1 1 5 14 1 15 2Timoria Or. 2 8 1 0 9 9 12Vietnamia 18 83 42 61 186 11 197 20Europa OccidentalisSumma 228 7 713 2 234 260 10 1226 76 1302 118Dom Epis Sac DP Cl Lc So Tot Nov Sum PosAustria 25 1 114 3 6 23 1 148 148Belgium 14 117 18 135 135Britannia Magna 9 51 1 2 5 1 60 0 60 3Cyprus Insula 4 7 7 7Gallia 23 2 153 2 1 55 3 216 216Germania 62 403 1 7 100 4 515 4 519 4Graecia 2 1 1 1


STATISTICA ORDINIS FRATRUM MINORUM 127III. Fratres et domuus secundum regionesEuropa OccidentalisDom Epis Sac DP Cl Lc So Tot Nov Sum PosHelvetia 15 32 29 43 43 2Hibernia 17 1 86 18 105 105Hispania 110 5 529 9 10 122 3 678 4 682 13Italia 352 3 1774 12 122 306 91 2308 41 2349 41Melita 7 47 3 3 53 2 55 3Nederlandia 11 1 114 1 26 142 142Norvegia 1 5 1 6 6Portugallia 17 1 101 3 27 132 6 138Suetia 6 6 6Europa OrientalisSumma 669 14 3540 31 154 713 103 4555 57 4612 66Dom Epis Sac DP Cl Lc So Tot Nov Sum PosAlbania 7 4 25 3 1 33 33 3Bielorussia 3 6 6 6Bosnia-Herzegovia 112 334 67 13 414 10 424 9Ceca Respublica 8 41 1 3 8 53 53 1Croatia 179 381 1 55 33 470 9 479 19Estonia 1 1 1Hungaria 12 1 79 1 8 14 103 4 107 6Kosovo 1 4 4 4Lituania 5 25 3 2 30 3 33 3Nigromontium 2 6 6 6Polonia 99 701 3 157 163 1024 25 1049 40Romania 8 27 6 13 46 2 48 2Russia 4 9 4 13 13Serbia 1 5 5 5Slovakia 7 38 15 17 70 3 73 2Slovenia 14 67 7 10 84 84 3Ucraina 20 4 57 7 7 75 3 78 3Summa 482 9 1806 6 331 285 2437 59 2496 91Dom Epis Sac DP Cl Lc So Tot Nov Sum PosSumma


128 AN. CXXIX – IANUARII-APRILIS <strong>2010</strong> – N. 1IV. Status domorum et presentia fratrum in singulis nationibusIV. Status domorum et presentia fratrum in singulis nationibusNatioNatioDom Epis Sac DP Cl Lc So Tot Nov Sum PosDom Epis Sac DP Cl Lc So Tot Nov Sum PosAegyptus 34 2 64 1 15 12 94 94 10Aequatoria Aegyptus 27 34 72 74 64 1 22 15 36 12 7 146 94 6 152 94 12 10Africa Aequatoria Media/Respublica 27 7 74 5 22 36 7 146 5 6 152 5 12Africa Meridionalis Media/Respublica 15 3 525 1 8 6 705 7053Albania Africa Meridionalis 15 7 43 25 52 1 3816 33 70 33 703Angola Albania 57 4 11 25 3 31 2 16 33 1 17 333Argentina Angola 425 2 134 11 2 3 283 152 184 16 51 189 17 43Australia Argentina 22 42 12 134 78 2 3 19 28 15 184 98 5 189 98 14Austria Australia 25 22 1 114 78 3 6 23 19 1 148 98 148 98 1Belgium Austria 14 25 1 117 114 3 6 18 23 1 135 148 135 148Beninum Belgium 14 1 117 1 18 2 135 3 135 3Bielorussia Beninum 31 61 2 63 63Bolivia Bielorussia 313 13 1166 5 25 18 1776 4 18169Bosnia-Herzegovia Bolivia 112 31 13 334 116 5 67 25 13 18 414 177 104 424 1819Brasilia Bosnia-Herzegovia 159 112 24 611 334 1 122 67 156 13 53 967 414 54 10 1021 424 359Britannia Brasilia Magna 159 9 24 611 51 1 122 2 156 5 53 1 967 60 54 0 1021 60 35 3Burkina Britannia Faso Magna 19 51 2 1 2 25 1 60 4 0 60 4 3Burundia Burkina Faso 31 52 2 74 74Canada Burundia 273 1065 5 362 4 1517 15172Cazastania Canada 27 1 106 7 5 36 4 4 151 12 151 12 2Ceca Cazastania Respublica 8 1 417 1 3 84 53 12 53 12 1Chilia Ceca Respublica 218 68 41 1 53238 8 105 53 105 531Columbia Chilia 49 21 2 175 68 1 48549 23 98 283 105 8 291 105 241Congus-Brazapolis Columbia 49 2 175 11 11 48 49 1 9 283 23 8 291 23 24Congus/Respublica Congus-Brazapolis (ex Zaire) 31 1 114 64 11 211 200 23 13 213 23 13Corea Congus/Respublica (ex Zaire) 19 31 1 114 60 18 64 51 21 129 200 10 13 139 213 20 13Costa CoreaEburnea 19 4 1 12 60 18 10 51 15 129 38 10 139 38 20Costarica Eburnea 54 1 11 12 1 10 4 15 16 38 16 38Croatia Costarica 1795 381 11 1 551334 470 16 9 479 16 19Cuba Croatia 179 4 381 11 1 55 33 470 11 9 479 11 19Cyprus Cuba Insula 4 11 7 11 7 11 7Dominiciana Cyprus InsulaRespublica 24 67 2 2 107 2 127Dzibuti Dominiciana Respublica 2 1 6 12 2 10 2 2 12 2Estonia Dzibuti 1 1 1 12 12Gallia Estonia 23 2 1531 2 1 55 3 2161 2161Germania Gallia 62 23 2 403 153 1271100 55 43 515 216 4 519 216 4Graecia Germania 62 2 403 1 1 7 100 4 515 1 4 519 1 4Guaiana Graecia 2 21 21 21Guatimala Guaiana 16 562 1 15 18 902 7 972Guinea Guatimala Bissaviensis 16 8 22 56 1 11 15 18 5 38 90 7 38 97 4Haitia Guinea Bissaviensis 48 22 7 11 4 35 14 38 14 38 54Helvetia Haitia 154 327 2 4 93 43 14 43 14 25Hibernia Helvetia 17 15 1 86 32 2 189 105 43 105 43 2Hispania Hibernia 110 17 51 529 86 9 10 122 18 3 678 105 4 682 105 13Honduria Hispania 110 12 35 529 18 9 10 122 7 3 678 28 4 682 28 23 13Honduria 12 3 18 7 28 28 23


STATISTICA ORDINIS FRATRUM MINORUM 129NatioDom Epis Sac DP Cl Lc So Tot Nov Sum PosHungaria 12 1 79 1 8 14 103 4 107 6Iaponia 53 84 1 3 9 97 97 1India 31 106 48 8 162 10 172 10Indonesia 20 3 75 82 45 205 23 228 25Iordania 2 4 1 5 5Israel 28 148 1 28 37 1 215 5 220 3Italia 352 3 1774 12 122 306 91 2308 41 2349 41Jamaica 2 1 2 3 3Kenia 3 22 6 2 30 30Kosovo 1 4 4 4Libanum 3 5 1 6 6Libya 2 2 10 12 12Lituania 5 25 3 2 30 3 33 3Madagascaria 4 19 13 7 39 17 56 9Malaesia 2 5 2 7 7Malavium 1 3 2 5 5Marochium 4 1 14 1 4 20 20Mauritius 2 9 1 10 10Melita 7 47 3 3 53 2 55 3Mexicum 143 2 539 3 161 179 5 889 49 938 82Mozambicum 10 3 38 18 4 63 2 65 4Myanmar 1 4 4 1 5 2Namibia 1 5 1 6 6Nederlandia 11 1 114 1 26 142 142Nicaragua 9 2 25 14 32 32 7Nigromontium 2 6 6 6Norvegia 1 5 1 6 6Nova Zelandia 2 4 3 7 7Pakistania 5 1 24 7 9 41 3 44 3Panama/America Centralis 5 14 1 7 3 25 25Papua Nova Guinea 7 1 16 4 13 34 2 36 4Paraguaia 4 13 8 2 4 27 27 2Peruvia 45 7 119 8 45 39 20 238 6 244 9Philippinae 32 99 1 22 20 142 10 152 13Polonia 99 701 3 157 163 1024 25 1049 40Portorico 3 1 9 4 14 14 3Portugallia 17 1 101 3 27 132 6 138Romania 8 27 6 13 46 2 48 2Ruanda 2 5 1 2 8 8Russia 4 9 4 13 13Salvatoria 14 3 39 18 2 62 62Serbia 1 5 5 5Sinae 5 1 6 6Singapura 3 6 6 4 16 5 21 1Slovakia 7 38 15 17 70 3 73 2Slovenia 14 67 7 10 84 84 3Sri Lanka 2 2 4 4Sudania 1 4 15 5Suetia 6 6 6


130 AN. CXXIX – IANUARII-APRILIS <strong>2010</strong> – N. 1NatioDom Epis Sac DP Cl Lc So Tot Nov Sum PosSyria 9 1 16 1 18 18Taivania 7 40 8 5 53 53 4Tanzania 2 11 11 11 5Thailandia 4 7 1 1 5 14 1 15 2Timoria Or. 2 8 1 0 9 9 12Togum 9 25 1 11 14 51 7 58 13Turcia 1 5 5 5Ucraina 20 4 57 7 7 75 3 78 3Ugandia 2 7 2 9 7 16USA (Fed Civ Am Sept) 198 2 966 8 51 312 9 1348 11 1359 17Venetiola 7 22 2 6 30 2 32 10Vietnamia 18 83 42 61 186 11 197 20Zambia 1 2 2022 22Zimbabue 2 9 6 2 17 17 2Summa 2399 113 9861 73 1465 2330 285 14127 398 14525 589Summa Omnium Fratrum <strong>OFM</strong>:Summa Omnium Fratrum <strong>OFM</strong> cum Novitiis:1412714525


STATISTICA ORDINIS FRATRUM MINORUM 131V. Provinciae et Cust. Aut. juxta numerum fratrum et novitiorumProvincia ID NatioTot Prof Sol Temp Nov1 Ss. Francisci et Jacobi Jalisco 070 Mexicum439 415 343 72 242 Immaculatae Conceptionis B.V.M. 013 Brasilia401 382 345 37 193 Ss.mi Nominis Iesu 087 USA (Fed Civ Am Sept)359 357 345 12 24 S. Crucis / Bosnae Argentinae 062 Bosnia-Herzegovia354 349 309 40 55 S. Antonii Patavini / Venetae 061 Italia352 347 335 12 56 Immaculatae Conceptionis B.V.M. 078 Polonia344 335 312 23 97 Assumptionis B.V.M. 076 Polonia303 293 247 46 108 Ss.mi Redemptoris / Dalmatia 065 Croatia266 265 248 17 19 Ss. Petri et Pauli de Michoacan 071 Mexicum260 253 219 34 710 S. Mariae Angelorum 079 Polonia260 258 226 32 211 De Arantzazu franciscana 030 Hispania249 246 235 11 312 Ss.mi Cordis Iesu 084 USA (Fed Civ Am Sept)243 239 234 5 413 S. Benedicti Africani 111 Congensis Resp.Dem.237 224 166 58 1314 Seraphica S. Francisci Assisiensis 057 Italia235 228 191 37 715 Dominae Nostrae de Guadalupe 091 America Centralis/Panama 234 227 190 37 716 S. Fidei 018 Columbia221 213 183 30 817 Assumptionis BVM / Herzegoviae 066 Bosnia-Herzegovia216 211 197 14 518 Ss. Cyrilli et Methodii / Croatiae 063 Croatia214 208 184 24 619 S. Francisci in Vietnam 089 Vietnamia207 196 147 49 1120 S. Hedvigis 077 Polonia200 198 174 24 221 S. Barbarae 083 USA (Fed Civ Am Sept)199 196 187 9 322 S. Francisci Assisiensis 097 Polonia199 196 171 25 323 S. Evangelii 069 Mexicum190 185 157 28 524 S. Thomae Apostoli / Indiae 040 India188 178 147 31 1025 Custodia Terrae Sanctae 090 Israel178 173 172 1 526 S. Ioannis Baptistae 086 USA (Fed Civ Am Sept)172 170 164 6 227 S. Michaelis Archangeli 041 Indonesia170 153 99 54 1728 S. Antonii / Missionaria 098 Bolivia161 157 140 17 429 S. Leopoldi Prov. 115 Austria/Italia161 160 157 3 130 S. Francisci de Quito 001 Aequatoria156 150 125 25 631 S. Antonii Patavini 010 Brasilia156 142 128 14 1432 S. Caroli Borromaei / Mediolanensis 049 Italia152 150 141 9 233 Ss. Martyrum Coreanorum 093 Corea152 142 128 14 1034 Ss.mi Cordis Iesu / Neapolitana 050 Italia150 148 133 15 235 Ss. Martyrum Gorcomiensium 072 Nederlandia148 148 147 136 Hiberniae 028 Hibernia145 144 135 9 137 Immaculatae Conceptionis B.V.M. 085 USA (Fed Civ Am Sept)145 145 140 538 Immac. Concept. / Salernitano- 054 Italia144 140 130 10 439 Ss. Martyrum Marochiensium 080 Portugallia144 141 139 2 340 S. Francisci 106 Africa (Kenia) et Madigascaria 139 116 84 32 2341 Ss.mi Nominis Iesu / Siciliae 058 Italia137 133 118 15 442 B. Pacifici / Gallia Occidentalis 099 Gallia136 136 133 343 Ss. Petri et Pauli / Romana 053 Italia133 131 118 13 244 Assumptionis B.V.M. 082 USA (Fed Civ Am Sept)131 131 130 145 Tusciae S. Francisci Stigmat. Prov. 060 Italia126 123 115 8 346 S. Crucis / Saxoniae 026 Germania125 124 120 4 147 S. Michaelis Archangeli / Apuliae 043 Italia124 119 109 10 548 Ss. XII Apostolorum 074 Peruvia124 122 102 20 249 S. Crucis 011 Brasilia120 115 97 18 550 Sancti Spiritus 005 Australia118 113 108 5 551 S. Francisci Solano 073 Peruvia117 113 86 27 452 Magna Domina Hungarorum 114 Hungaria115 111 104 7 453 Ss.mae Trinitatis 017 Chilia111 111 103 854 S. Francisci Assisiensis 012 Brasilia109 103 88 15 6


132 AN. CXXIX – IANUARII-APRILIS <strong>2010</strong> – N. 1V. Provinciae et Cust. Aut. juxta numerum fratrum et novitiorumProvinciaID NatioTot Prof Sol Temp Nov55 S. Iacobi a Compostella 035 Hispania109 107 104 3 256 S. Joseph Sponsi B.V.M. 008 Belgium108 108 10857 S. Iacobi de Marchia / Picena 052 Italia107 107 100 758 S. Familiae 105 Aegyptus107 107 96 1159 Verbi Incarnati Prov. 113 Togum107 100 71 29 760 S. Petri Baptistae 075 Philippinae104 99 92 7 561 Christi Regis / Bononiensis 045 Italia103 103 102 162 Baetica 029 Hispania102 102 100 263 Trium Sociorum / Gallia Orient.-Belg. 100 Gallia-Belgium99 99 9964 S. Elisabeth 027 Germania98 97 92 5 165 S. Crucis / Slovenia 067 Slovenia97 97 91 666 N.rae Dominae a Regula / 034 Hispania88 88 86 267 S. Joseph / Valentiae et Aragoniae 036 Hispania87 85 83 2 268 S. Joseph Sponsi B.V.M. 014 Canada86 86 8669 S. M. Gratiarum / Samnito-Hirpina 055 Italia85 80 76 4 570 S. Francisci Cust. Aut. A08 Indonesia84 75 45 30 971 B. Junipero Serra 101 Mexicum81 70 53 17 1172 Ss.mi Salvatoris / Slovakiae 016 Slovakia80 77 60 17 373 Ss. Martyrum Iaponensium 039 Iaponia80 80 79 174 S. Pauli Apostoli 094 Columbia80 80 62 1875 S. Antonii Patavini / Bavariae 024 Germania79 77 76 1 276 Assumptionis B.V.M. / Lyciensis 048 Italia79 79 77 277 Ss. Trium Regum / Coloniae 025 Germania77 77 73 478 S. Vigilii / Tridentina 059 Italia76 76 74 279 S.Michael Archangeli 104 Ucraina76 74 59 15 280 S. Gregorii Magni / Castellana 032 Hispania72 72 69 381 S. Pauli Apostoli 068 Melita69 67 65 2 282 Ss.mi Cordis Mariae / Liguriae 047 Italia67 67 6783 S. Hieronymi / Dalmatiae 064 Croatia67 65 61 4 284 Carthaginensis 031 Hispania66 65 65185 Fluvii Platensis Assumptionis B.V.M 004 Argentina65 65 57 8 086 S. Bernardini Senensis / Aprutiorum 042 Italia64 64 62 287 S. Bonaventurae / Pedemontana 051 Italia63 63 60 388 Assumptionis B.V.M. (Bacabal) 109 Brasilia63 63 49 1489 S. Clarae Cust. Aut. A06 Mozambicum63 61 44 17 290 N.rae Dominae Reginae Pacis 102 Africa Meridionalis62 62 55 791 Nostrae Dominae de Guadalupe 088 USA (Fed Civ Am Sept)62 62 55 792 S. Philippi de Iesu 112 Mexicum62 60 44 16 293 S. Francisci Solano 107 Argentina61 56 51 5 594 Custodia S. Antonii Patavini A07 Philippinae61 56 55 1 595 SS. Nominis Jesu 108 Brasilia54 49 40 9 596 Ss. VII Martyrum / Calabriae 046 Italia54 52 48 4 297 Immaculatae Conceptionis B.V.M. 003 Britannia Magna53 53 52 1 098 S. Stephani Regis / Transilvaniae 081 Romania52 50 40 10 299 B.V.M. Reginae Sinarum 095 Taivania (Formosa)48 48 42 6100 S. Venceslai / Bohemiae-Moraviae 015 Ceca Respublica47 47 44 3 0101 S. Casimiri 110 Lituania46 43 433102 S. Benedicti de Amazonia A05 Brasilia44 40 34 6 4103 S. Salvatoris a Horta / Cataloniae 033 Hispania43 43 43104 Christi Regis 096 Canada43 43 39 4105 S. Michaelis 092 Argentina42 42 40 2V. Provinciae et Cust. Aut. juxta numerum fratrum et novitiorum106 S. Ioannis Baptistae A03 Pakistania41 38 32 6 3107 N.rae Dominae Septem Gaudiorum A01 Brasilia40 40 29 11108 Provincia S. Mariae Gratiarum / Sardiniae ID056Natio ItaliaTot 34 Prof 33 Sol 33 Temp Nov1110 Annuntiationis B.V.M. A04 002 Albania26 26 23 3111 Entitates Ministri Generalis S01 Italia9 7 1 6 214525 14127 12697 1430 398


STATISTICA ORDINIS FRATRUM MINORUM 133VI. Incrementum vel decrementum numeri fratrumVI. Incrementum vel decrementum numeri fratrumAdmissiEgressiDefunctiSummaNatio NovAdmissiPtm Sol Nov Egressi Ptm Sol NovDefunctiPtm Sol Egr Summa Def Exc Tot1. Natio AegyptusNov Ptm Sol Nov Ptm Sol Nov Ptm Sol Egr Def Exc Tot Sum1. S. Aegyptus Familiae 6 4 7 1 21 3 1 107 1072. Aequatoria S. Familiae 6 4 7 1 21 3 1 107 1072. S. Aequatoria Francisci de Quito 6 25 2 4 2 6 2 2 156 1503.3.Africa S. Francisci (Kenia) de et Quito MadigascariaS. Africa Francisci (Kenia) et Madigascaria6172510244 2 6 2 2 1561391501164. Africa S. Francisci Meridionalis17 10 4 139 1164. N.rae Africa Dominae Meridionalis Reginae Pacis3 1 2 3 2 1 62 625.5.Albania N.rae Dominae Reginae PacisAnnuntiationis Albania B.V.M.3 112 312 1 622662266.6.America Annuntiationis Centralis/Panama B.V.M.Dominae America Centralis/PanamaNostrae de Guadalupe 8 7 4 1 111 215 2 226234262277.7.Argentina Dominae Nostrae de GuadalupeFluvii Argentina Platensis Assumptionis B.V.M817 41111 112152212 2346522765S. Fluvii Michaelis Platensis Assumptionis B.V.M 1 1 1 1 1 1 1 121 42 65 42 65S. Francisci MichaelisSolano 58. Australia S. Francisci Solano 58. Sancti Australia Spiritus 59. Austria/Italia Sancti Spiritus 59. S. Austria/Italia Leopoldi Prov. 110. Belgium S. Leopoldi Prov. 110. S. Belgium Joseph Sponsi B.V.M.11. Bolivia S. Joseph Sponsi B.V.M.11. S. Bolivia Antonii / Missionaria 1012. Bosnia-HerzegoviaS. Antonii / Missionaria 1012. S. Bosnia-HerzegoviaCrucis / Bosnae Argentinae 5Assumptionis S. Crucis / Bosnae BVM / Argentinae Herzegoviae 513. Brasilia Assumptionis BVM / Herzegoviae 513. SS. Brasilia Nominis Jesu 5S. SS. Antonii Nominis Patavini Jesu 155S. Francisci Antonii Patavini Assisiensis 15 8Immaculatae S. Francisci Assisiensis Conceptionis B.V.M. 228S. Immaculatae Benedicti de Conceptionis Amazonia B.V.M. 22 4N.rae S. Benedicti Dominae de Septem Amazonia Gaudiorum4Assumptionis N.rae Dominae B.V.M. Septem (Bacabal) Gaudiorum 1S. Assumptionis Crucis B.V.M. (Bacabal) 5114. Britannia S. CrucisMagna514. Immaculatae Britannia Magna Conceptionis B.V.M. 015. Canada Immaculatae Conceptionis B.V.M. 015. S. Canada Joseph Sponsi B.V.M.Christi S. Joseph Regis Sponsi B.V.M.16. Ceca Christi Respublica Regis16. S. Ceca Venceslai Respublica / Bohemiae-Moraviae17. Chilia S. Venceslai / Bohemiae-Moraviae17. Ss.mae Chilia Trinitatis18. Columbia Ss.mae Trinitatis18. S. Columbia Fidei 14S. Pauli FideiApostoli1419. Congensis S. Pauli Apostoli Resp.Dem.19. S. Congensis Benedicti Resp.Dem. Africani 19S. Benedicti Africani 19Sum21 1 1 1 1 61 42 56 422 61 562 4 5 5 118 1132 4 5 5 118 1132 2 2 161 1602 2 2 161 16015 15 108 10815 15 108 1087 3 6 53 11 3 161 1577 3 6 53 11 3 161 15717 5 1 3 2 9 6 9 354 34917 3 35 1 3 2 39 6 39 216 354 211 3493 3 3 3 216 2112 3 1 454 4952 4 1 3 1 2 4 2 156 54 142 4965 4 21 632 1042 2 109 156 103 14286 15 32 6102 10 9 102 2 401 109 382 10318 15 1 23 610 2910 401 44 382 401 1 12 1 121 40 44 404 1 11 411 63 40 63 4054 5 1 711 41 10441 120 63 115 635 5 1 7 1 4 10 4 120 1150 3 3 53 530 3 3 53 531 4 1 4 86 864 1 1 14 1 14 43 86 43 864 1 1 1 1 43 432 1 3 1 3 47 472 1 3 1 3 47 471 3 2 1 2 3 2 111 1111 3 2 1 2 3 2 111 11113 3 6 48 12 8 1 221 21313 4 13 6 2438 12 2 38 1 221 80 213 804 1 2 3 2 3 80 8017 16 2 4 1 7237 22417 16 2 4 1 7237 224


134 AN. CXXIX – IANUARII-APRILIS <strong>2010</strong> – N. 1AdmissiEgressiDefunctiSummaNatio Nov Ptm Sol Nov Ptm Sol Nov Ptm Sol Egr Def Exc Tot Sum20. CoreaSs. Martyrum Coreanorum 621. CroatiaSs. Cyrilli et Methodii / Croatiae 6S. Hieronymi / Dalmatiae 2Ss.mi Redemptoris / Dalmatia 122. GalliaB. Pacifici / Gallia Occidentalis23. Gallia-BelgiumTrium Sociorum / Gallia Orient.-Belg.24. GermaniaS. Antonii Patavini / Bavariae 225.S. Crucis / Saxoniae 1S. Elisabeth 1Ss. Trium Regum / ColoniaeHelvetia26. HiberniaHiberniae 127. HispaniaBaeticaDe Arantzazu franciscana 1CarthaginensisS. Gregorii Magni / CastellanaS. Salvatoris a Horta / CataloniaeN.rae Dominae a Regula / GranatensisS. Iacobi a Compostella 2S. Joseph / Valentiae et Aragoniae 228. HungariaMagna Domina Hungarorum 429. IaponiaSs. Martyrum Iaponensium30. IndiaS. Thomae Apostoli / Indiae 1331. IndonesiaS. Michaelis Archangeli 17S. Francisci Cust. Aut. 932. IsraelCustodia Terrae Sanctae 53 5 4 17 1 152 14224 5 1 3 2 3 1 214 2081 3 2 3 1 67 657 6 1 35 4 5 266 2659 1 9 136 1364 4 99 991 1 2 2 2 79 771 7 7 125 1244 3 3 98 971 1 77 774 1 1 1 1 2 145 1441 3 1 13 2 3 102 1022 1 1 8 1 8 249 2461 1 1 1 66 651 1 72 7243 431 88 881 1 8 1 8 109 1072 2 87 851 115 1111 1 80 804 7 3 63 9 3 188 17813 4 9 13 2 2 24 2 170 1538 5 84 754 2 4 6 5 6 1 178 173


STATISTICA ORDINIS FRATRUM MINORUM 135AdmissiEgressiDefunctiSummaNatio Nov Ptm Sol Nov Ptm Sol Nov Ptm Sol Egr Def Exc Tot33. ItaliaS. Antonii Patavini / Venetae 6S. Bernardini Senensis / AprutiorumS. Michaelis Archangeli / Apuliae 5Christi Regis / BononiensisSs. VII Martyrum / Calabriae 2Ss.mi Cordis Mariae / LiguriaeAssumptionis B.V.M. / LyciensisS. Caroli Borromaei / Mediolanensis 2Ss.mi Cordis Iesu / Neapolitana 2S. Bonaventurae / PedemontanaS. Iacobi de Marchia / PicenaSs. Petri et Pauli / Romana 2Immac. Concept. / Salernitano-Lucana 4S. M. Gratiarum / Samnito-Hirpina 5S. Mariae Gratiarum / Sardiniae 1Seraphica S. Francisci Assisiensis 7Ss.mi Nominis Iesu / Siciliae 4S. Vigilii / TridentinaTusciae S. Francisci Stigmat. Prov. 3Entitates Ministri Generalis34. LituaniaS. Casimiri 335. MelitaS. Pauli Apostoli 236. MexicumS. Evangelii 5Ss. Francisci et Jacobi Jalisco 25Ss. Petri et Pauli de Michoacan 8B. Junipero Serra 12S. Philippi de Iesu 237. MozambicumS. Clarae Cust. Aut. 238. NederlandiaSs. Martyrum Gorcomiensium39. PakistaniaS. Ioannis Baptistae 340. Papua Nova GuineaS. Francisci Assisiensis 241. PeruviaS. Francisci Solano 6Ss. XII Apostolorum 642. PhilippinaeS. Petri Baptistae 7Custodia S. Antonii Patavini 643. PoloniaAssumptionis B.V.M. 10S. Hedvigis 2Immaculatae Conceptionis B.V.M. 9S. Mariae Angelorum 3S. Francisci Assisiensis 3Sum2 1 1 15 1 15 352 3472 3 2 2 64 642 3 2 2 124 1191 7 7 103 1031 1 1 1 1 54 521 2 2 2 67 672 3 1 3 1 79 794 2 1 6 1 6 152 1503 3 2 3 2 3 150 1481 1 1 3 1 3 63 633 3 3 3 107 1073 2 7 2 7 1 133 1312 5 1 3 1 3 144 1402 2 1 2 2 2 1 85 804 4 34 337 4 4 5 4 235 2281 6 1 1 3 1 137 1332 1 4 4 76 763 1 1 1 126 1232 246 430 0 0 0 0 0 69 676 3 1 2 4 2 190 18515 11 1 11 1 5 14 5 1 439 4154 1 1 6 2 6 1 260 2535 3 1 12 2 2 81 702 4 2 4 1 62 602 63 611 13 1 13 148 1481 141 381 2 1 334 324 2 2 4 1 2 7 2 117 1132 10 4 51 9 1 124 1227 3 2 11 3 1 104 992 1 161 5614 6 3 2 6 2 1 303 2934 1 1200 1985 3 5 2 4 13 4 4 344 3357 10 1 11 3 1 1 260 2588 4 3 3 199 1967


136 AN. CXXIX – IANUARII-APRILIS <strong>2010</strong> – N. 1AdmissiEgressiDefunctiSummaNatio Nov Ptm Sol Nov Ptm Sol Nov Ptm Sol Egr Def Exc Tot44. PortugalliaSs. Martyrum Marochiensium45. RomaniaS. Stephani Regis / Transilvaniae 246. SlovakiaSs.mi Salvatoris / Slovakiae 347. SloveniaS. Crucis / Slovenia48. Taivania (Formosa)B.V.M. Reginae Sinarum49. TogumVerbi Incarnati Prov. 750. UcrainaS.Michael Archangeli 251. USA (Fed Civ Am Sept)Assumptionis B.V.M.S. Barbarae 3Ss.mi Cordis Iesu 4Immaculatae Conceptionis B.V.M.Ss.mi Nominis Iesu 3Nostrae Dominae de GuadalupeS. Ioannis Baptistae 252. VietnamiaS. Francisci in Vietnam 8Sum3 0 1 3 1 3 144 1411 1 152 502 2 1 2 1 2 80 773 1 2 2 97 974 1 1 48 485 4 107 1004 1 1 76 741 5 1 5 1 131 1313 4 5 5 199 1961 1 1 17 2 7 243 2395 3 3 3 145 1451 4 2 29 5 9 1 359 3571 162 625 6 2 6 2 172 1706 10 2 1 1 3 1 207 196


STATISTICA ORDINIS FRATRUM MINORUM 137VII. Inter 2009 et 2008 comparatioProvincia Natio 2009 2008 Diff115 S. Leopoldi Prov.Austria/Italia161 136 25091 Dominae Nostrae de Guadalupe America Centralis/Panama234 215 19106 S. FrancisciAfrica (Kenia) et Madigascaria139 123 16101 B. Junipero SerraMexicum81 71 10111 S. Benedicti AfricaniCongensis Resp.Dem.237 227 10113 Verbi Incarnati Prov.Togum107 97 10A08 S. Francisci Cust. Aut.Indonesia84 74 10071 Ss. Petri et Pauli de Michoacan Mexicum260 251 9S01 Entitates Ministri GeneralisItalia9 9089 S. Francisci in VietnamVietnamia207 200 7002 Annuntiationis B.V.M.Albania26 20 6010 S. Antonii PataviniBrasilia156 150 6107 S. Francisci SolanoArgentina61 56 5018 S. FideiColumbia221 217 4043 S. Michaelis Archangeli / Apuliae Italia124 120 4110 S. CasimiriLituania46 42 4013 Immaculatae Conceptionis B.V.M. Brasilia401 398 3060 Tusciae S. Francisci Stigmat. Prov. Italia126 123 3070 Ss. Francisci et Jacobi Jalisco Mexicum439 436 3A06 S. Clarae Cust. Aut.Mozambicum63 60 3036 S. Joseph / Valentiae et Aragoniae Hispania87 85 2055 S. M. Gratiarum / Samnito-Hirpina Italia85 83 2066 Assumptionis BVM / Herzegoviae Bosnia-Herzegovia216 214 2068 S. Pauli ApostoliMelita69 67 2077 S. HedvigisPolonia200 198 2081 S. Stephani Regis / Transilvaniae Romania52 50 2A05 S. Benedicti de AmazoniaBrasilia44 42 2114 Magna Domina HungarorumHungaria115 113 2005 Sancti SpiritusAustralia118 117 1024 S. Antonii Patavini / Bavariae Germania79 78 1033 S. Salvatoris a Horta / Cataloniae Hispania43 42 1062 S. Crucis / Bosnae Argentinae Bosnia-Herzegovia354 353 1075 S. Petri BaptistaePhilippinae104 103 1076 Assumptionis B.V.M.Polonia303 302 1088 Nostrae Dominae de Guadalupe USA (Fed Civ Am Sept)62 61 1025 Ss. Trium Regum / ColoniaeGermania77 76 1A03 S. Ioannis BaptistaePakistania41 40 1108 SS. Nominis JesuBrasilia54 54 0001 S. Francisci de QuitoAequatoria156 156 0016 Ss.mi Salvatoris / SlovakiaeSlovakia80 80 0


138 AN. CXXIX – IANUARII-APRILIS <strong>2010</strong> – N. 1VII. Inter 2009 et 2008 comparatioProvincia Natio 2009 2008 Diff031 CarthaginensisHispania66 66 0032 S. Gregorii Magni / Castellana Hispania72 72 0034 N.rae Dominae a Regula /Hispania88 88 0046 Ss. VII Martyrum / CalabriaeItalia54 54 0051 S. Bonaventurae / Pedemontana Italia63 63 0054 Immac. Concept. / Salernitano- Italia144 144 0063 Ss. Cyrilli et Methodii / Croatiae Croatia214 214 0104 S.Michael ArchangeliUcraina76 76 0028 HiberniaeHibernia145 146 -1057 Seraphica S. Francisci Assisiensis Italia235 236 -1058 Ss.mi Nominis Iesu / SiciliaeItalia137 138 -1079 S. Mariae AngelorumPolonia260 261 -1080 Ss. Martyrum Marochiensium Portugallia144 145 -1093 Ss. Martyrum CoreanorumCorea152 153 -1097 S. Francisci AssisiensisPolonia199 200 -1A01 N.rae Dominae Septem Gaudiorum Brasilia40 41 -1039 Ss. Martyrum IaponensiumIaponia80 82 -2064 S. Hieronymi / DalmatiaeCroatia67 69 -2083 S. BarbaraeUSA (Fed Civ Am Sept)199 201 -2096 Christi RegisCanada43 45 -2105 S. FamiliaeAegyptus107 109 -2092 S. MichaelisArgentina42 44 -2003 Immaculatae Conceptionis B.V.M. Britannia Magna53 56 -3027 S. ElisabethGermania98 101 -3056 S. Mariae Gratiarum / Sardiniae Italia34 37 -3059 S. Vigilii / TridentinaItalia76 79 -3067 S. Crucis / SloveniaSlovenia97 100 -3069 S. EvangeliiMexicum190 193 -3073 S. Francisci SolanoPeruvia117 120 -3084 Ss.mi Cordis IesuUSA (Fed Civ Am Sept)243 246 -3095 B.V.M. Reginae SinarumTaivania (Formosa)48 51 -3A04 S. Francisci AssisiensisPapua Nova Guinea34 37 -3004 Fluvii Platensis Assumptionis B.V. Argentina65 69 -4015 S. Venceslai / Bohemiae-Moraviae Ceca Respublica47 51 -4085 Immaculatae Conceptionis B.V.M. USA (Fed Civ Am Sept)145 149 -4094 S. Pauli ApostoliColumbia80 84 -4100 Trium Sociorum / Gallia Orient.- Gallia-Belgium99 103 -4014 S. Joseph Sponsi B.V.M.Canada86 91 -5040 S. Thomae Apostoli / IndiaeIndia188 193 -5042 S. Bernardini Senensis /Italia64 69 -5


STATISTICA ORDINIS FRATRUM MINORUM 139VII. Inter 2009 et 2008 comparatioProvincia Natio 2009 2008 Diff048 Assumptionis B.V.M. / Lyciensis Italia79 84 -5052 S. Iacobi de Marchia / Picena Italia107 112 -5090 Custodia Terrae SanctaeIsrael178 183 -5109 Assumptionis B.V.M. (Bacabal) Brasilia63 68 -5029 BaeticaHispania102 108 -6047 Ss.mi Cordis Mariae / Liguriae Italia67 73 -6049 S. Caroli Borromaei /Italia152 158 -6086 S. Ioannis BaptistaeUSA (Fed Civ Am Sept)172 178 -6A07 Custodia S. Antonii PataviniPhilippinae61 67 -6030 De Arantzazu franciscanaHispania249 256 -7035 S. Iacobi a CompostellaHispania109 116 -7045 Christi Regis / BononiensisItalia103 110 -7078 Immaculatae Conceptionis B.V.M. Polonia344 351 -7017 Ss.mae TrinitatisChilia111 119 -8053 Ss. Petri et Pauli / RomanaItalia133 142 -9065 Ss.mi Redemptoris / Dalmatia Croatia266 275 -9098 S. Antonii / MissionariaBolivia161 170 -9112 S. Philippi de IesuMexicum62 71 -9026 S. Crucis / SaxoniaeGermania125 135 -10041 S. Michaelis ArchangeliIndonesia170 180 -10082 Assumptionis B.V.M.USA (Fed Civ Am Sept)131 141 -10087 Ss.mi Nominis IesuUSA (Fed Civ Am Sept)359 369 -10011 S. CrucisBrasilia120 130 -10061 S. Antonii Patavini / Venetae Italia352 363 -11102 N.rae Dominae Reginae Pacis Africa Meridionalis62 73 -11099 B. Pacifici / Gallia Occidentalis Gallia136 147 -11012 S. Francisci AssisiensisBrasilia109 122 -13050 Ss.mi Cordis Iesu / Neapolitana Italia150 164 -14008 S. Joseph Sponsi B.V.M.Belgium108 123 -15072 Ss. Martyrum Gorcomiensium Nederlandia148 163 -15074 Ss. XII ApostolorumPeruvia124 142 -1814525 14724 -199


140 AN. CXXIX – IANUARII-APRILIS <strong>2010</strong> – N. 1VIII. Alumni cursus Philosophiae, Theologiae et ad Gradus AcademicosVIII. Alumni cursus Philosophiae, Theologiae et ad Gradus AcademicosProvincia NatioPhil Theo. Grad. Tot.Provincia NatioPhil Theo. Grad. Tot.115 S. Leopoldi Prov. Austria/Italia5 3 8115 S. Leopoldi Prov. Austria/Italia5 3 8091 Dominae Nostrae de Guadalupe America Centralis/Panama 34 26 2 62091 Dominae Nostrae de Guadalupe America Centralis/Panama 34 26 2 62106 S. Francisci Africa (Kenia) et Madigascaria 22 10 6 38106 S. Francisci Africa (Kenia) et Madigascaria 22 10 6 38101 B. Junipero Serra Mexicum4 4 1 9101 B. Junipero Serra Mexicum4 4 1 9111 S. Benedicti Africani Congensis Resp.Dem.3 9 2 14111 S. Benedicti Africani Congensis Resp.Dem.3 9 2 14113 Verbi Incarnati Prov. Togum13 7 5 25113 Verbi Incarnati Prov. Togum13 7 5 25A08 S. Francisci Cust. Aut. Indonesia34 34 33 101A08 S. Francisci Cust. Aut. Indonesia34 34 33 101071 Ss. Petri et Pauli de Michoacan Mexicum21 13 51 85071 Ss. Petri et Pauli de Michoacan Mexicum21 13 51 85S01 Entitates Ministri GeneralisItaliaS01 Entitates Ministri GeneralisItalia089 S. Francisci in Vietnam Vietnamia20 28 5 53089 S. Francisci in Vietnam Vietnamia20 28 5 53002 Annuntiationis B.V.M. Albania0 3 0 3002 Annuntiationis B.V.M. Albania0 3 0 3010 S. Antonii Patavini Brasilia6 12 3 21010 S. Antonii Patavini Brasilia6 12 3 21107 S. Francisci Solano Argentina2 2 1 5107 S. Francisci Solano Argentina2 2 1 5018 S. Fidei Columbia19 15 11 45018 S. Fidei Columbia19 15 11 45043 S. Michaelis Archangeli / Apuliae Italia0 13 11 24043 S. Michaelis Archangeli / Apuliae Italia0 13 11 24110 S. Casimiri Lituania0 0110 S. Casimiri Lituania0 0 0013 Immaculatae Conceptionis B.V.M. Brasilia21 32 14 67013 Immaculatae Conceptionis B.V.M. Brasilia21 32 14 67060 Tusciae S. Francisci Stigmat. Prov. Italia3 5 3 11060 Tusciae S. Francisci Stigmat. Prov. Italia3 5 3 11070 Ss. Francisci et Jacobi Jalisco Mexicum38 44 13 95070 Ss. Francisci et Jacobi Jalisco Mexicum38 44 13 95A06 S. Clarae Cust. Aut. Mozambicum2 10 2 14A06 S. Clarae Cust. Aut. Mozambicum2 10 2 14036 S. Joseph / Valentiae et Aragoniae Hispania1 12036 S. Joseph / Valentiae et Aragoniae Hispania1 12055 S. M. Gratiarum / Samnito-Hirpina Italia3 2 1 6055 S. M. Gratiarum / Samnito-Hirpina Italia3 2 1 6066 Assumptionis BVM / Herzegoviae Bosnia-Herzegovia8 7 2 17066 Assumptionis BVM / Herzegoviae Bosnia-Herzegovia8 7 2 17068 S. Pauli Apostoli Melita2 0 2068 S. Pauli Apostoli Melita2 0 2077 S. Hedvigis Polonia4 16 1 21077 S. Hedvigis Polonia4 16 1 21081 S. Stephani Regis / Transilvaniae Romania3 37081 S. Stephani Regis / Transilvaniae Romania3 3 1 7A05 S. Benedicti de Amazonia Brasilia5 5 2 12A05 S. Benedicti de Amazonia Brasilia5 5 2 12114 Magna Domina Hungarorum Hungaria4 3 12114 Magna Domina Hungarorum Hungaria5 4 3 12005 Sancti Spiritus Australia3 2 9005 Sancti Spiritus Australia3 4 2 9024 S. Antonii Patavini / Bavariae Germania0 02024 S. Antonii Patavini / Bavariae Germania0 0 2 2033 S. Salvatoris a Horta / Cataloniae Hispania1 1033 S. Salvatoris a Horta / Cataloniae Hispania0 0 1 1062 S. Crucis / Bosnae Argentinae Bosnia-Herzegovia19 27 8 54062 S. Crucis / Bosnae Argentinae Bosnia-Herzegovia19 27 8 54075 S. Petri Baptistae Philippinae0 0 0 0075 S. Petri Baptistae Philippinae0 0 0 0076 Assumptionis B.V.M. Polonia22 21 13 56076 Assumptionis B.V.M. Polonia22 21 13 56088 Nostrae Dominae de Guadalupe USA (Fed Civ Am Sept)1 4 1 6088 Nostrae Dominae de Guadalupe USA (Fed Civ Am Sept)1 4 1 6025 Ss. Trium Regum / Coloniae Germania0 1 0 1025 Ss. Trium Regum / Coloniae Germania0 1 0 1A03 S. Ioannis Baptistae Pakistania1 A03 S. Ioannis Baptistae Pakistania1 1108 SS. Nominis Jesu Brasilia6 3 1 10108 SS. Nominis Jesu Brasilia6 3 1 10001 S. Francisci de Quito Aequatoria18 10 11 39001 S. Francisci de Quito Aequatoria18 10 11 39016 Ss.mi Salvatoris / Slovakiae Slovakia3 8 0 11016 Ss.mi Salvatoris / Slovakiae Slovakia3 8 0 11031 Carthaginensis Hispania0 0 5 5031 Carthaginensis Hispania0 0 5 5032 S. Gregorii Magni / Castellana Hispania2 2032 S. Gregorii Magni / Castellana Hispania2 2034 N.rae Dominae a Regula / Hispania1 1 2 4034 N.rae Dominae a Regula / Hispania1 1 2 4046 Ss. VII Martyrum / Calabriae Italia3 4 8046 Ss. VII Martyrum / Calabriae Italia1 3 4 8051 S. Bonaventurae Pedemontana Italia2 0 2051 S. Bonaventurae / Pedemontana Italia2 0 2054 Immac. Concept. / Salernitano-Lucana Italia7 5 14054 Immac. Concept. / Salernitano-Lucana Italia2 7 5 14063 Ss. Cyrilli et Methodii / Croatiae Croatia15 15 1 31063 Ss. Cyrilli et Methodii / Croatiae Croatia15 15 1 31104 S.Michael Archangeli Ucraina9 10 3 22104 S.Michael Archangeli Ucraina9 10 3 22028 Hiberniae Hibernia5 5 4 14028 Hiberniae Hibernia5 5 4 14057 Seraphica S. Francisci Assisiensis Italia19 15 18 52057 Seraphica S. Francisci Assisiensis Italia19 15 18 52058 Ss.mi Nominis Iesu / Siciliae Italia4 9 6 19058 Ss.mi Nominis Iesu / Siciliae Italia4 9 6 19


STATISTICA ORDINIS FRATRUM MINORUM 141VIII. Alumni cursus Philosophiae, Theologiae et ad Gradus AcademicosProvincia079080093097A01039064083096105092003027056059067069073084095A04004015085094100014040042048052090109029047049086A07030035045078017053065098112026041082087NatioPhil.Theo.Grad.S. Mariae Angelorum Polonia4 22 8 34Ss. Martyrum Marochiensium Portugallia0 1 2 3Ss. Martyrum Coreanorum Corea20 12 7 39S. Francisci Assisiensis Polonia12 17 5 34N.rae Dominae Septem Gaudiorum Brasilia3 8 0 11Ss. Martyrum Iaponensium Iaponia1 1 0 2S. Hieronymi / Dalmatiae Croatia2 3 0 5S. Barbarae USA (Fed Civ Am Sept)3 5 2 10Christi Regis Canada0 5 0 5S. Familiae Aegyptus9 12 5 26S. Michaelis Argentina0 0 2 2Immaculatae Conceptionis B.V.M. Britannia Magna1 0 1S. Elisabeth Germania2 0 2S. Mariae Gratiarum / Sardiniae Italia0 0 0 0S. Vigilii / Tridentina Italia0 3 1 4S. Crucis / Slovenia Slovenia2 46S. Evangelii Mexicum0 2 2S. Francisci Solano Peruvia19 8 27 54Ss.mi Cordis Iesu USA (Fed Civ Am Sept)2 4 0 6B.V.M. Reginae Sinarum Taivania (Formosa)1 5 2 8S. Francisci Assisiensis Papua Nova Guinea2 1 0 3Fluvii Platensis Assumptionis B.V.M Argentina3 3 1 7S. Venceslai / Bohemiae-Moraviae Ceca Respublica1 1 2Immaculatae Conceptionis B.V.M. USA (Fed Civ Am Sept)0 0 0 0S. Pauli Apostoli Columbia10 9 5 24Trium Sociorum / Gallia Orient.-Belg. Gallia-Belgium0 0 0 0S. Joseph Sponsi B.V.M. Canada0 0 0 0S. Thomae Apostoli / Indiae India22 23 4 49S. Bernardini Senensis / Aprutiorum Italia0 2 0 2Assumptionis B.V.M. / Lyciensis Italia1 2 8 11S. Iacobi de Marchia / Picena Italia3 5 7 15Custodia Terrae Sanctae Israel2 14 5 21Assumptionis B.V.M. (Bacabal) Brasilia8 7 4 19Baetica Hispania1 12Ss.mi Cordis Mariae / LiguriaeItaliaS. Caroli Borromaei / Mediolanensis Italia1 4 2 7S. Ioannis Baptistae USA (Fed Civ Am Sept)2 2 1 5Custodia S. Antonii Patavini Philippinae0 0 0 0De Arantzazu franciscana Hispania11 0 11S. Iacobi a Compostella Hispania0 2 0 2Christi Regis / Bononiensis Italia0 1 2 3Immaculatae Conceptionis B.V.M. Polonia14 10 6 30Ss.mae Trinitatis Chilia1 1Ss. Petri et Pauli / Romana Italia4 8 1 13Ss.mi Redemptoris / Dalmatia Croatia8 1624S. Antonii / Missionaria Bolivia0 2 1 3S. Philippi de Iesu Mexicum7 5 0 12S. Crucis / Saxoniae Germania1 0 0 1S. Michaelis Archangeli Indonesia40 15 9 64Assumptionis B.V.M. USA (Fed Civ Am Sept)0 1 0 1Ss.mi Nominis Iesu USA (Fed Civ Am Sept)3 6 4 13Tot


142 AN. CXXIX – IANUARII-APRILIS <strong>2010</strong> – N. 1VIII. Alumni cursus Philosophiae, Theologiae et ad Gradus AcademicosProvincia011061102099012050008072074NatioPhil.Theo.Grad.S. Crucis Brasilia9 5 2 16S. Antonii Patavini / Venetae Italia5 8 5 18N.rae Dominae Reginae Pacis Africa Meridionalis5 3 3 11B. Pacifici / Gallia Occidentalis Gallia3 0 3S. Francisci Assisiensis Brasilia15 8 2 25Ss.mi Cordis Iesu / Neapolitana Italia7 8 5 20S. Joseph Sponsi B.V.M. Belgium0 0 0 0Ss. Martyrum Gorcomiensium Nederlandia0 0 0 0Ss. XII Apostolorum Peruvia22 12 2 36Tot690 753 407 1850


AD CHRONICAM ORDINIS1. De itineribus Ministri Generalis1. Visita alla Provincia croata dei santi Cirilloe Metodio in occasione del 60° di sacerdoziodi Fr. Bonaventura DudaZagreb, 08-09.01.<strong>2010</strong>Nei giorni 8-10 gennaio <strong>2010</strong> Fr. José RodríguesCarballo, Ministro generale, accompagnatoda Fr. Ernesto Siekierka, Definitore generale,e da Fr. Ivan Matić, Assistente generaleOFS-GiFra, ha visitato la Provincia croata deisanti Cirillo e Metodio in occasione della celebrazionedel 60° anniversario di sacerdoziodi Fr. Bonaventura Duda, uno dei Frati più conosciutidi Croazia. Prima della celebrazione,il Ministro generale si è incontrato con i Fratistudenti, i Novizi, i Postulanti e Aspiranti econ il Definitorio provinciale. Inoltre, Fr. Joséha incontrato anche le sorelle Clarisse di Zagabria,i Ministri provinciali della ConferenzaSud slavica, i Frati del convento S. Francescodi Zagabria e numerosi altri Frati, convenutinella Capitale per l’occasione.La celebrazione del 60° di sacerdozio di Fr.Bonaventura Duda si è svolta in tre momenti.Il primo è avvenuto, la sera del 9 gennaio, nelcelebre teatro “Komedija” di Zagabria, con unsolenne saggio celebrativo, durante il quale sonostate illustrate la vita, la missione e l’operadi Fr. Duda. Inoltre, il Ministro della Cultura,a nome del Presidente della Repubblica croata,ha conferito a Fr. Bonaventura la più altaonorificenza statale: la medaglia “Reda DaniceHrvatske” per l’alto contributo dato dal Dudaalla cultura croata, mentre i Rappresentantidella Città di Zagabria gli hanno consegnatola medaglia della Città per avere contribuitocon la sua attività culturale alla promozionedel pensiero teologico croato. Dopo il conferimentodelle onorificenze ha preso la parolail Ministro generale, il quale, tratteggiandobrevemente la figura e l’attività di Fr. Bonaventura,ha evidenziato l’eminente servizio dalui svolto, nei 60 anni di ministero sacerdotale,nella Provincia minoritica, nella Chiesa e nelpopolo croato come teologo, biblista, professore,pubblicista, traduttore e predicatore dellaParola di Dio.Il secondo momento è consistito nello scoprimento,presso l’ingresso del convento diS. Francesco, di una scultura, raffigurante laBibbia, in ricordo della prima traduzione dellaBibbia in lingua croata, chiamata “Bibbia Zagabriensis”,fatta da Fr. Bonaventura e da altrisui collaboratori.Il terzo momento celebrativo si è svoltonella domenica del 10 gennaio con una solenneConcelebrazione eucaristica, presiedutadall’Arcivescovo di Zagabria, il cardinaleJosip Bozanić. Dopo l’omelia il Cardinale haconsegnato a Fr. Bonaventura l’onorificenza“Pro Ecclesia et Pontifice”, con la quale PapaBenedetto XVI ha voluto onorare il festeggiato.Dopo la comunione, in un momento moltoemozionante, Fr. Bonaventura ha rinnovato lasua professione francescana nelle mani del Ministrogenerale, che, come segno di gratitudineda parte dell’Ordine per la sua testimonianzae per la sua attività, gli ha donato la medagliadell’VIII centenario della nascita dell’Ordinedei Frati Minori.Fr. Ivan Matić2. Partecipazione all’incontro delle ScuoleFrancescane in GermaniaHofheim, Germania, 3-5.02.<strong>2010</strong>Fr. José Rodríguez Carballo, Ministro generale,e Fr. Roger Marchal, Definitore generale,hanno partecipato al 1° Congresso deiCentri Educativi Francescani della COTAF(Kongress franziskaner Schule), che si è tenuto,dal 3 al 5 febbraio <strong>2010</strong>, presso il conventodi Hofheim (Francoforte) in Germania.Hanno partecipato trenta Educatori in rappresentanzadi dieci Scuole dell’Ordine e delleSuore Francescane, situate in Germania, Austria,Ungheria e anche in Bosnia (Visoko).Fra gli altri, sono intervenuti: Fr. JohannesBaptist Freier, ofm, Rettore Magnificodella PUA, che ha sviluppato il tema: “La pedagogiafrancescana in un mondo che cambia”;Fr. Udo Schmaelzle, ofm, della scuoladi Grosskrotzenburg, con una relazione su: “Il


144 AN. CXXIX – IANUARII-APRILIS <strong>2010</strong> – N. 1Signore vi mostrerà che cosa dovrete fare”:Convergenza e divergenza di una Pedagogiafrancescana nel sviluppo della scuola”. SuorMaria Basina Kloos, Superiora generale delleSuore Francescane di Waldbreitbach BMVA,nella sua relazione ha parlato della “Responsabilitàdegli insegnanti nel fare emergere ladimensione teologica- spirituale”.Il Ministro Generale, Fr. José, nel suo intervento(“Educazione per una vita in pienezza”),parlando delle sfide della scuola francescana,ha sottolineato il bisogno di: “un chiaro progettocattolico e francescano, una educazionefrancescana e cattolica, assicurando un sanoe necessario pluralismo, una collaborazionee una sinergia tra tutti i impegnati, una sintesitra fede e cultura, allo scopo di lavorareall’unicità della persona con un riferimentoesplicito al Vangelo…”.Il Congresso si è concluso il 5 mattina conla Celebrazione eucaristica, presieduta dal Ministroin inglese e tedesco.Fr. Roger Marchal, ofm3. Visita a la Provincia “Nuestra Señora deGuadalupe” en Centroamérica y PanamáGuatemala y Nicaragua, 7 al 14 de febrero <strong>2010</strong>Durante los días 7 al 14 de febrero de <strong>2010</strong>,el hermano Ministro general Fr. José RodríguezCarballo, con Fr. Julio Cesar Bunader,Definidor general, visitaron la Provincia Franciscana“Nuestra Señora de Guadalupe” enCentroamérica y Panamá, presente en Guatemala,El Salvador, Nicaragua, Costa Rica,Honduras, Panamá y Haití. El Ministro ProvincialFr. Saul Flores Interiano, con los hermanosDefinidores provinciales y fraternidad“San Buenaventura” de la ciudad de Guatemala,dan la fraterna bienvenida.El día lunes 8 se dio inicio a la visita con lasLaudes en la Capilla privada de la Fraternidad“San Buenaventura”. Fr. Saúl Orlando FloresInteriano, Ministro provincial y Fr. MiguelLenihan, Guardián de la Fraternidad, dan graciasa Dios por la presencia de los hermanosFr. José, Ministro general y Fr. Julio. El díaestuvo dedicado al diálogo del Ministro Generalcon el Ministro Provincial Fr. Saúl OrlandoFlores Interiano y el Definitorio Provincial.Los hermanos Definidores provinciales yanimadores de las zonas, presentaron la viday misión de las distintas fraternidades, paraluego profundizar algunos temas prioritariospara el servicio de animación de la Provincia,privilegiándose los contenidos del MensajeFinal y de los mandatos del Capítulo general2009, “Portadores del don del Evangelio”. Elencuentro se vio enriquecido con la presenciade los hermanos Fr. Sergio Fallas y Fr. LuisEnrique Saldaña, Definidores provinciales,quienes llegaron procedentes de Haití, luegode la visita a la Fundación “La Santa Cruz” enPuerto Príncipe.El almuerzo fue un tiempo especial de encuentros.Estuvieron presentes el Señor NuncioApostólico de Su Santidad en Guatemala,Mons. Paul Richard Gallager, el ConsejeroMons. Jain Méndez; los hermanos de la Fundaciónde Cartagena y de la Fundación de laInmaculada Concepción de New York. En climafraterno el hermano Ministro General mantuvouna reunión con los hermanos de las fundacionespresentes en el territorio de la Provincia.La jornada de encuentros culminó con lacelebración Eucarística presidida por Fr. José,Ministro general, en la Capilla de la Enfermeríaprovincial de la fraternidad San Buenaventuray la visita a los hermanos enfermos.El día martes 9, se organizó el Capítulo deEsteras en Monte San Francisco, Puerta Parada,Guatemala, con los hermanos pertenecientesa las regiones de Guatemala y El Salvador.Se inició con la bienvenida y presentación delas fraternidades por regiones; posteriormentela exposición del Ministro general, presentandolos aspectos centrales para la vida de loshermanos menores indicados en el documento“Portadores del don del Evangelio”; luego deun intercambio en grupos se propuso el diálogoabierto con el Ministro general. En un segundomomento se trataron los Mandatos para las Entidadesdel Capítulo general 2009, presentadospor Fr. Julio, Definidor general, contenido quese profundizó en Asamblea. Para finalizar, Fr.Edwin y Fr. Sergio, compartieron la situaciónde los hermanos y del pueblo sufriente de Haití.Durante la permanencia en el lugar, el MinistroGeneral recibió la visita de los Obisposfranciscanos Mons. Elías Rauda, Obispo de laDiócesis de San Vicente y Mons. Luis Morao,Obispo de la Diócesis de Chalatenango, ambasen El Salvador. En diálogo fraterno recorrieronel “Monte San Francisco” y llegaronFraternidad del Noviciado, para saludar a loshermanos Novicios. El Capítulo de Esterasculminó con la celebración Eucarística, presididapor el Ministro general. Posteriormente


AD CHRONICAM ORDINIS 145se compartió la cena al compás de los Mariachis“Los Monarcas”.El día miércoles 10 fue un día especial,dedicado para conocer y visitar el Parque Arqueológico“Tikal”. Viajaron desde Guatemalahacia la Ciudad de Flores, en el Departamentode El Petén, el hermano Fr. José, MinistroGeneral, Fr. Julio, Fr. Saúl y Fr. Edwin,jornada de visita en los lugares denominadosdel “Mundo Maya”.Los días jueves 11 y la mañana del día viernes12, se programaron las actividades en Managua,Nicaragua. Los hermanos esperaban enel Convento “San José”, ciudad de Diriamba,Carazo, reunidos en Capítulo de Esteras, provenientesde las regiones de Honduras, Nicaragua,Costa Rica y Panamá. Con la alegría delencuentro fraterno, se dio la bienvenida y lapresentación de los hermanos por fraternidadesy regiones. El hermano Ministro generalFr. José, presentó los temas prioritarios para lavida y misión de los hermanos, para luego darespacio a la reflexión en grupos y el diálogoen asamblea. La sesión plenaria finalizó con laexposición de Fr. Luis Enrique Saldaña sobrela situación de la fundación en Haití. Para celebrarel encuentro fraterno, el Ministro generalpresidió la Eucaristía en la Iglesia conventualcon al presencia de la comunidad y de la familiafranciscana en sus diversas expresiones.Para finalizar se ofreció la cena en un climade fiesta al compás de la Marimba y un grupoFolklórico.El día viernes 12, el Ministro General conFr. Julio y Fr. Saúl, se dirigieron al Monasteriode las Hermanas Clarisas, de la Fundaciónen Managua (dependientes del Monasterio deCiudad Darío). Estaban presentes la Presidentade la Federación “Santa Clara de Asís”, SorClara Floridea proveniente del Monasterio“Santa María de los Ángeles”, Cartago, CostaRica; la presencia de Hermanas del Monasterio“Santa Clara” en Ciudad Darío, Matagalpay del Monasterio “Nuestra Señora de los Ángeles”en Granada, ambos de Nicaragua. Conla visita fraterna a las hermanas, dejaron Managuapara regresar a la fraternidad “San Buenaventura”en Guatemala.La tarde del viernes el hermano Ministrogeneral Fr. José Rodríguez Carballo, concedióla entrevista a los medios de comunicacióncatólicos: Canal Jesús TV y el Periódico “LaMisión”. Los hermanos visitaron el CentroHistórico de la Ciudad de Guatemala, Iglesiay Fraternidad del convento “San Francisco”,aceptando luego la invitación del Señor NuncioApostólico en la Nunciatura Apostólica.El día sábado 13 se programó una Asambleade Formadores y Formandos en el MonteSan Francisco. El programa inicio con el saludoy bienvenida al hermano Ministro generaly Definidor general; seguidamente presentaronel proyecto provincial de formación y susetapas. Posteriormente el Ministro General Fr.José compartió en asamblea los aspectos esencialespara la formación inicial y la progresivaformación según sus etapas.Antes de regresar a la Curia Provincial, elMinistro General visita a las Hermanas Clarisasen el Monasterio “Santa Clara” en MonteSan Francisco. Estuvieron presentes las hermanasdel Monasterio, del Monasterio “NuestraSeñora de la Sabiduría de la Virgen deGuadalupe” de Huehuetenango, Guatemala;las Hermanas Clarisas de la Fundación “SantaMaría de las Huertas” en San Pedro las Huertas,Antigua Guatemala, Sacatepéquez; una representaciónde las Hermanas Clarisas de VidaActiva presentes en El Salvador y Guatemala;y una Hermana del Monasterio “Santa Maríade los Ángeles”, Granada, Nicaragua.Un momento especial se vivió en la AntiguaGuatemala, lugar donde se organizó lacelebración de la Eucaristía presidida por elMinistro general y concelebrada por varioshermanos en el Templo de “San Francisco, ElGrande”, “Santuario del Santo Hermano Pedro”en, Sacatepéquez. Terminada la celebraciónel Ministro General, acompañado por loshermanos presentes, realizó un momento deoración y veneración de los restos del SantoHermano Pedro; posteriormente una oraciónen la Tumba del Siervo de Dios “Fr. AugustoRamírez Monasterio” y la bendición de lasnuevas instalaciones.La fraternidad de “San Francisco, El Grande”ofreció al Ministro General junto a loshermanos una cena fraterna en el renovadoclaustro conventual; luego del intercambio desaludos, los hermanos visitaron las Obras Socialesdel Santo Hermano Pedro, oportunidadpara visitar las salas y saludar a los hermanosy hermanas que desempeñan su servicio en beneficiode los enfermos y huérfanos.El día domingo 14, en el Convento “SanBuenaventura” de Guatemala, el Ministro Generalcon el Ministro Provincial y el hermanoFr. Gerardo Moore, se encontraron con la FamiliaFranciscana en el Centro de Espiritualidad“Hermano Sol, Hermana Luna”. La visita


146 AN. CXXIX – IANUARII-APRILIS <strong>2010</strong> – N. 1finalizó con la celebración Eucarística, en laIglesia “Inmaculado Corazón de María”, sedede la Curia provincial, presidida por el Ministrogeneral, con la masiva presencia de la comunidadparroquial y familia franciscana, motivopara agradecer al Buen Dios todo lo vividoy compartido en las tierras de Centroamérica yPanamá. El hermano Ministro provincial, Fr.Saúl Orlando Flores Interiano, agradeció la visitarealizada a la Provincia, tanto del Ministrogeneral como del Definidor general.Al medio día se compartió el almuerzocon los Hermanos de la Fraternidad anfitriona“San Buenaventura” y de las Fraternidadesde “Santa Elisa”, “San Francisco” (Zona 1,Ciudad Capital), y “Dios con Nosotros” (Mezquital).El hermano Guardián de la Fraternidad,Fr. Miguel Lenihan agradece la estadíadel hermano Ministro general y del Definidorgeneral; de la misma manera el hermano MinistroFr. José Rodríguez Carballo agradecióal Ministro Provincial y en su nombre a todoslos hermanos por cada gesto y la preparaciónde los encuentros, impartiendo para todos labendición de Dios bajo la intercesión de SanFrancisco de Asís.Fr. Julio César Bunader, ofm4. Visita a EstambulEstambul, 16 al 19 de febrero de <strong>2010</strong>El Ministro general, Fr. José RodríguezCarballo, acompañado por su secretario personal,Fr. Francisco J. Arellano Suárez, visitaronla Fraternidad de Santa María Draperis, en Estambul,dependiente del Ministro general, enlos días del 16 al 19 de febrero.El día 16 en la noche llegaron al aeropuertointernacional Atatürk, donde le esperaban elguardián y el ecónomo de la casa para darles laacogida, y posteriormente marcharon a la Fraternidad,donde encontraron a toda la comunidady compartieron la cena y la recreacióncon los hermanos. En estos momentos la Fraternidadestá compuesta por cuatro hermanos:Fr. Rubén Tierrablanca, de origen mexicano,que hace el servicio de guardián, Fr. GwenoléJeusset, de origen francés, que hace de vicariode la casa, Fr. Eleuthère Baharanyi Makuta,de origen congolés, que hace de ecónomo, yFr. Domenico Ko, de origen coreano, que enestos momentos está estudiando en Roma, ennuestra Universidad, y que por ese motivo, erasustituido por otro hermano coreano, Fr. AntimoKim.En estos días el Ministro general realizóla visita canónica a la Fraternidad. Por ello seencontró personalmente con cada uno de loshermanos y posteriormente con toda la Fraternidaden Capítulo local. Así mismo revisó loslibros de la casa y sus dependencias. El Ministroexhortó a los hermanos a continuar intensificando,con creatividad y audacia, el objetivomarcado para esta Fraternidad, esto es, eldiálogo interreligioso y ecuménico. Animó acuidar con belleza y pasión la oración personaly comunitaria, y los encuentros fraternos,especialmente el Capítulo de la Fraternidad.Al concluir el encuentro fraterno, leyó el nuevoDecreto, con el que queda erigida la nuevaFundación San Egidio de Asís. En estos momentosesta fundación queda formada por estaFraternidad de Estambul y por la Fraternidadde Palestrina (Roma), y es fundación dependientedel Ministro general.El día 17, miércoles de ceniza, el Ministro,acompañado por Fr. Rubén Tierrablanca, porFr. Antimo Kim y por Fr. Francisco J. Arellano,visitaron al Vicario Apostólico de Estambul,S. E. R. Mons. Louis Pelâtre. El obispo subrayóla importancia de esta comunidad parala Iglesia local, y para el diálogo interreligiosoy ecuménico, y el papel que los hermanosestán realizando en la pastoral para atender ala pequeña comunidad cristiana. Actualmentelos hermanos atienden dos parroquias en ladiócesis. Mons. Louis resaltó cómo los religiososestán realizando un papel de frontera enla evangelización ad gentes e inter gentes, yagradeció al Ministro general que la Orden tuviesehermanos en esta porción de Iglesia. Enla tarde participaron en la celebración de la eucaristía,y en la imposición de las cenizas, en laCatedral, junto a toda la comunidad cristianacatólicay todos los sacerdotes y religiosos dela diócesis.Al finalizar la visita, el Ministro general,Fr. Rubén, Fr. Francisco Javier y Fr. Gwenolé,visitaron Perge, antigua capital de Panfilia yvisitada en dos ocasiones por san Pablo y sanBernabé, su compañero, en su primer viajemisionero, antes de dirigirse a Attalia (actualAntalya). De paso también visitaron Aspendosy Side.En la noche del día 18, para terminar la visita,cenaron en la Fraternidad, junto con loshermanos y un matrimonio misioneros en Tur-


AD CHRONICAM ORDINIS 147quía junto a la frontera con Irak (Kurdistán).Este matrimonio italiano, vendiendo todas susposesiones y dejándolo todo en su país, se marcharona esta zona por vocación, junto con suhija, para vivir entre estas gentes. Allá ayudana la promoción humana y social, pero sobretodo a compartir la vida pobre y simple de estepueblo, y a crear comunión con las demás confesionescristianas, pues no hay más presenciacatólica que ellos tres. En esta misma noche, elMinistro continuó hablando con los hermanosde la Fraternidad que pedían hablar con él, endiálogo personal.En la mañana del 19, el Ministro general ysu secretario, regresaron a Roma.En alabanza de Cristo y del pobrecillo Francisco.Amén.Fr. Francisco J. Arellano Suárez, ofm5. Visita-peregrinación a la Bética con motivodel 4º centenario de la muerte de s. FranciscoSolanoLos pasados día 25 y 26 de febrero, el Ministrogeneral, Fr. José Rodríguez Carballo,junto con su secretario personal, Fr. FranciscoJ. Arellano Suárez, visitaron la Provincia Béticacon ocasión del 4º centenario de la muertede S. Francisco Solano, santo de esta ProvinciaFranciscana.El día 25 llegaron a Sevilla al mediodía,procedentes de Roma. Allí le esperaban elMinistro provincial de la Bética Franciscana,Fr. Joaquín Domínguez Serna y el Secretarioprovincial, Fr. Manuel Domínguez Lama.Después de la comida se marcharon al Conventosevillano de Ntra. Sra. de Loreto, casamadre de la Provincia y lugar en el que seformó el santo montillano. En un primer momento,después de saludar a la Fraternidad, elMinistro general recibió a una representaciónde las parroquias y de los pueblos de Umbretey Espartinas, y éstos le entregaron un donativopara los damnificados del terremoto de Haití.El Ministro general explicó, con detalle ycuidado, cuál es la situación de la población ycuáles son sus necesidades más urgentes; cómola Orden está respondiendo con verdaderosgestos de generosidad y solidaridad; qué se harácon los donativos; y sobre todo el papel quelos hermanos franciscanos están jugando juntoal pueblo en Haití. Así mismo agradeció estegesto de solidaridad de ambas parroquias yconcedió a los alcaldes de ambas poblacionesla medalla del octavo centenario de la fundaciónde la Orden.Posteriormente visitaron la imagen deNtra. Sra. de Loreto e invocaron la intercesiónde María para la Provincia y para laOrden. A continuación hicieron un recorridopor las dependencias del Convento, reciénrestaurado, hasta llegar a la celda restauradaen donde vivió nuestro hermano FranciscoSolano, según la tradición de los hermanosmayores de la Provincia. Allá, junto a toda laFraternidad de Loreto, bendijeron la celda ytuvieron un momento celebrativo. El Ministro,aprovechando la ocasión, exhortó a loshermanos a no apagar el fuego evangelizadory misionero. A la noche cenaron y descansaronen el Convento de San Buenaventura,compartiendo con la Fraternidad el gozo desentirse hermanos y la andadura de la Ordenen este tiempo próximo.La mañana siguiente, lluviosa hasta la hartura,marcharon a Lucena (Córdoba), en dondelos hermanos de la Provincia Bética habíansido convocados para celebrar el día dela Provincia. Asistió la mitad de la Provinciay el encuentro, después de una breve oración,giró en torno a la presentación del documentocapitular “Restituir el don del Evangelio”, porparte del Ministro general. Los hermanos escucharoncon atención las palabras de Fr. José,y una vez terminada la presentación se abrióun tiempo de preguntas, en las que se insistióen la revitalización del carisma en la Provinciay en la Orden y el valor de un testimonioevangelizador y misionero de calidad y significatividad.Por la tarde, el Ministro y los hermanos dela Provincia Bética se trasladaron a Montilla,lugar que vio nacer a san Francisco Solano, yvisitó la Fraternidad de Hermanas Clarisas, lascuales lo recibieron como a un padre. El Ministroles animó a tomar en serio y con pasión estetiempo que precede al aniversario de la Fundaciónde las Clarisas (2012) para seguir siendoprofecía evangélica, ahondando aún más en loque significa ser en la Iglesia y en el mundoHermanas Pobres. Las Hermanas prestaronal Ministro general el bastón-reliquia de sanFrancisco Solano, que ellas conservan, para laprocesión eucarística. Allí saludó también alpadre D. Jesús Corredor, sacerdote diocesanoy párroco de la Parroquia de san Francisco Solano,que le acompañó hasta la misma.A continuación el Ministro, junto con su


148 AN. CXXIX – IANUARII-APRILIS <strong>2010</strong> – N. 1secretario, el párroco, el Provincial y otroshermanos se trasladaron hasta la Iglesia delConvento de las Concepcionistas, pues desdeallí comenzaba la procesión eucarística, hastala parroquia de san Francisco Solano, por lascalles aledañas a la misma. La parroquia estáasentada en la que fue casa, en donde nació“el Santo”. Para la celebración eucarísticafue convocada la Familia Franciscana. Se hicieronpresente en la misma: los HermanosFranciscanos de la Provincia Bética y unarepresentación de la Provincia hermana deGranada, los Hermanos Capuchinos, las HermanasClarisas, las Hermanas Concepcionistas,la OFS regional y algunas fraternidades,algunas Cofradías y Hermandades Franciscanasde la zona, miembros del Colegio de Sta.Mª de Guadalupe de Córdoba, otros miembrosde movimientos franciscanos, y losmiembros de la comunidad parroquial. Concelebrabannumerosos hermanos, el Párrocoy el Sr. Vicario general de Pastoral, D. JoaquínAlberto Nieva García, que representabaal Sr. Arzobispo de Sevilla y AdministradorApostólico de Córdoba, S. E. R. Mons. JuanJosé Asenjo Pelgrina. El Ministro, después dehacer una breve semblanza de san FranciscoSolano, exhortó a los presentes a ir como losprimeros discípulos inter gentes y ad gentes,sin obstáculos en los pies y con el ardor de losprimeros misioneros de la Orden, para anunciaral mundo la Buena Noticia de Jesús deNazaret. Al final entregó al Sr. Vicario general,al Sr. Párroco y a la Sra. Alcaldesa de laciudad, unas medallas del octavo Centenariode la Fundación de nuestra Orden.Al finalizar la eucaristía tuvo una ruedade prensa con los medios de comunicacióny después visitó el Monasterio de las ConcepcionistasFranciscanas. Allá fue muy bienacogido y animó a las Hermanas a seguir insistiendoen su identidad. Les expuso ademásel vínculo de unión que siempre unió a las dosÓrdenes: el misterio de María Inmaculada. Yles anunció que el próximo año se celebraráel segundo Congreso de Madres PresidentasOIC, en Toledo, con ocasión del quinto centenariode la Bula Ad statum Prosperum (1511-2011). Posteriormente volvieron a Sevilla,donde descansaron y a la mañana siguienteregresaron a Roma.En alabanza de Cristo y del pobrecillo Francisco.Amén.Fr. Francisco J. Arellano Suárez6. Visita in UcrainaZhytomyr, Ucraina, 28.02-05.03.<strong>2010</strong>Dal 28 febbraio al 5 marzo <strong>2010</strong> il Ministrogenerale, Fr. José Rodríguez Carballo,accompagnato dal Definitore generale, Fr.Ernest K. Siekierka, ha visitato i Frati delledue Entità presenti in Ucraina, la Provinciadi San Michele Arcangelo (28 febbraio-3marzo) e la Fondazione Bizantina di Tutti iSanti dell’Ordine Serafico, dipendente dallaProvincia dell’Assunzione della BVM in Polonia(3-5 marzo).1. Provincia di San Michele ArcangeloDopo essere stata Custodia dipendente dallaProvincia dell’Immacolata BMV in Polonia,la Provincia di San Michele Arcangelo èstata eretta nel 2004. Attualmente la Provinciaha 16 Case in Ucraina ed una in Bielorussiae conta 59 Frati professi solenni, 14 professitemporanei (studiano a Kalwaria Zebrzydowskain Polonia ed alcuni a Verona in Italia), 2novizi e 3 postulanti.L’incontro del Ministro generale con i Fratiè avvenuto presso il Centro della Caritas Diocesanaa Sarichana, vicino a Zhytomyr, dove èla sede della Provincia. Vi hanno partecipatoil Definitorio provinciale, i Formandi e tuttigli altri membri della Provincia. L’incontroha avuto come tema centrale il Documento delCapitolo generale del 2009, Portatori del donodel Vangelo. Nella chiesa di S. Giovanni daDukla a Zhytomyr la sera del 2 di marzo è statacelebrata l’Eucaristia, presieduta dal Ministrogenerale, con grande partecipazione di Frati,fedeli e membri dell’OFS. Il giorno seguenteFr. José e Fr. Ernest, accompagnati da Fr. DobroslavKopysterynskyi, Ministro provinciale,sono partiti per visitare i Frati della FondazioneBizantina. Lungo il tragitto hanno fatto unbreve sosta in alcuni conventi della Provincia:Chudniv, Baranivka, Polonne, Shepetivka,Zbarazh.2. Fondazione Bizantina di Tutti i Santidell’Ordine SeraficoÈ l’unica Entità dell’Ordine di rito grecocattolico. Tale presenza peculiare è sorta nel1994 per volontà dell’allora Ministro generale,Fr. Hermann Schalück. Inizialmente eraun’Entità interprovinciale dipendente dallaCuria generale. Dopo qualche anno è passatasotto la giurisdizione della Provincia dell’Assunzionedella BVM in Polonia. La fondazio-


AD CHRONICAM ORDINIS 149ne è composta da 3 Fraternità con 23 Frati:17 professi solenni, 3 professi temporanei e3 novizi. Tra i professi solenni, oltre ai Fratidell’Ucraina, ci sono anche Frati di quattroProvince polacche (Assunzione BVM,Sant’Edvige, Immacolata Concezione BVM,San Francesco). Prossimamente si aprirà unaquarta Fraternità. Agli inizi la formazione sisvolgeva in Polonia nella Provincia dell’Assunzionedella BVM, da qualche anno avvienein Ucraina. I Vescovi locali guardano consimpatia e stima la presenza del nostro Ordinee chiedono altri Frati per vari servizi pastoralinelle loro Diocesi. Una sfida importante per iFrati della Fondazione è la cura della liturgiabizantina. Infatti, sono impegnati nella pastoralesia ordinaria che straordinaria su tutto ilterritorio della Chiesa bizantina in Ucraina.Recentemente, il guardiano di Tarnopil, Fr.Justynian Horodechnyi, è stato nominato Vicariovescovile per la vita religiosa.La visita del Ministro e del Definitore generalealla Fondazione può essere definitastorica, poiché è stata la prima. Accolto congrande ospitalità e secondo la tradizione ecclesialebizantina, il Ministro generale ha incontratoa Tarnopil prima tutti i Frati dellaFondazione, poi i professi solenni e infine iprofessi semplici. Nei vari incontri si è parlatodell’identità francescana secondo il ritobizantino e anche di un possibile sviluppodella spiritualità francescana fra i fedeli di ritogreco-cattolico. Inoltre i Frati della Fondazionehanno presentato alcuni problemi chedevono affrontare nel processo di sviluppodella loro Entità e, nello stesso tempo, hannomanifestato la loro disponibilità per unamaggiore caratterizzazione francescana delrito bizantino. Il momento saliente della visitaè stato la celebrazione solenne dell’Eucaristianel rito bizantino, presieduta dal Vescovolocale, Mons. Bazyli Semeniuk, con lapartecipazione del clero locale, di circa 2000fedeli e di un gruppo consistente dell’OFS.Alla visita erano presenti anche il Ministroprovinciale, Fr. Ezdrasz Biesok, e il Vicarioprovinciale, Fr. Antonin Brząkalik, della Provinciadell’Assunzione della BVM in Polonia.Prima di partire, il Ministro generale habenedetto una statua di san Francesco d’Assisi,posta di fronte alla chiesa a Tarnopil aricordo dell’ottavo centenario dell’Ordine deiFrati Minori.7. Celebrazione del 5° centenario dell’apparizionedella Madonna dei MiracoliMotta di Livenza, Italia, 09.03.<strong>2010</strong>Nel Santuario mariano di Motta di Livenza,alle ore 6,00 del 9 marzo <strong>2010</strong>, ossia “dibuon mattino” quando secondo la tradizioneapparve la Madonna, il Ministro generale Fr.José Rodríguez Carballo ha presieduto unasolenne celebrazione eucaristica di ringraziamento.La Basilica della Madonna dei Miracoliè stata eretta sul luogo dove, il 9 marzo1510, la Madonna apparve al contadino GiovanniCigana mentre andava al lavoro nel suocampo. Le autorità civili locali chiamaronoallora i Frati Minori a custodire il Santuario ea porsi a disposizione dei fedeli specialmenteper il sacramento della riconciliazione e dellaconsolazione. Da allora, per cinque secoli,i Frati Minori della Provincia Veneta hannosempre servito fedelmente il popolo dei numerosissimifedeli che ogni giorno vanno alSantuario per venerare e pregare la Madonna.Durante la celebrazione, il Ministro generaleha riconfermato ai Frati locali il mandato delservizio del Santuario e del sacramento dellariconciliazione.La presenza del Ministro generale ha volutoessere anche un omaggio al servizio fedelee ininterrotto dei Frati. All’Eucaristia hannopartecipato tutto il Definitorio provinciale,molti Frati venuti prestissimo da altre Fraternitàdella Provincia, molti sacerdoti diocesanied una moltitudine di fedeli.La celebrazione commemorativa era statapreparata da tutta una serie di iniziativeche avevano coinvolto anche le parrocchiee le cittadine vicine, ed aveva avuto la suaespressione di maggior devozione nella veglianotturna ininterrotta, che è stata assicuratada gruppi di fedeli venuti in pellegrinaggiodurante la notte che ha preceduto l’Eucaristiamattutina. Così, “di buon mattino”, il 9 marzo,la folla traboccava dalla grande Basilicafino ad occupare la piazza antistante. Anchequesto è stato opera della Madonna dei Miracoli.Al termine della celebrazione, il Ministrogenerale ha benedetto una lapide commemorativadel V° centenario accanto alla piccolacappella che fu costruita sul luogo dove avvennel’apparizione della Madonna.Fr. Ernest SiekierkaFr. Vincenzo Brocanelli


150 AN. CXXIX – IANUARII-APRILIS <strong>2010</strong> – N. 18. Visita in Albania, Montenegro e KosovoIl Ministro generale, Fr. José R. Carballo,nei giorni 20-25 marzo <strong>2010</strong> ha visitato laProvincia francescana di Albania e i Frati cheassistono spiritualmente gli Albanesi che vivonoin Montenegro e in Kosovo. Nella sua visitaera accompagnato da Fr. Vincenzo Brocanelli,Definitore generale per la COMPI, Conferenzache comprende le Province che sono in Italia ela Provincia in Albania.All’arrivo a Tirana il Ministro generale e ilDefinitore sono stati accolti dal Ministro Provinciale,Fr. Gazmend Tinaj, che li ha portatial convento di Lezhë, dove ha incontrato la primaFraternità. Continuando poi il viaggio versoScutari, hanno potuto visitare l’antico Castellodove gli Albanesi resistettero ai Turchi.A Scutari hanno subito fatto visita alle SorelleClarisse, che hanno il monastero in unaparte di un grande fabbricato dove si trovavanoanche le prigioni durante il periodo comunista.La vista delle prigioni ha molto impressionato,poiché in questo luogo di torture e di grandisofferenze sono passate molte persone, anchealcuni Frati. Tale luogo è diventato come unMemoriale dei Martiri di Albania e le Clarisselo custodiscono, accogliendo le persone che vifanno visita e ascoltando le loro confidenze esofferenze. Le Sorelle Clarisse hanno anchecompilato una Via Crucis, che pregano con lagente ogni mercoledì, con le testimonianze deiFrati e Sacerdoti Martiri in Albania.Il giorno seguente, domenica 21 marzo, ilMinistro generale ha partecipato alla celebrazioneeucaristica, presieduta dal Provincialein lingua albanese, offrendo una ricca omelianella chiesa di S. Francesco a Scutari e un’altranella chiesa parrocchiale S. Pietro e Paoloa Bajzë. La partecipazione della gente è stataovunque molto numerosa e attenta.Poi la visita ha continuato nel convento diTuz, nella Repubblica del Montenegro, dovealcuni Frati di origine albanese, ma appartenentialla Provincia croata di Zara, assistonogli albanesi che in quella regione sono quasitutti cattolici. A Tuz si è avuto un fraterno incontrocon i Frati sulla loro situazione attualee sul futuro della loro Fraternità. Sono stati poivisitati il nuovo centro per i bambini e il centropastorale ancora in costruzione.Nella stessa giornata il viaggio è continuatoin Kosovo, nella Fraternità di Gjakovë, dove iFrati tengono la parrocchia più grande per glialbanesi cattolici. Questa Fraternità appartienealla Provincia della Bosnia. Però, i Frati chesono sia in Kosovo sia in Montenegro, sonotutti al servizio degli albanesi, un popolo cheoltrepassa i confini geografici dell’attuale Albaniae si trova anche nei Paesi limitrofi.Anche a Gjakovë, il lunedì 22 marzo, si èavuto un incontro con i Frati, presente pure ilMinistro provinciale di Sarajevo con un Definitore,e si è riflettuto sul cammino dell’Ordine,sulla situazione della Fraternità e sul suofuturo. Poi si è avuta una celebrazione eucaristicanella nuova e grande chiesa della parrocchia,con la partecipazione di circa un migliaiodi fedeli, nonostante il giorno di lavoro e dimercato. Nel pomeriggio, il Ministro generalee il Definitore generale, accompagnati dalMinistro provinciale di Albania, sono tornati aScutari passando per Tirana. In serata si sonoincontrati con le Suore francescane dell’Immacolata,che sono molto vicine ai Frati.Il martedì 23 marzo la visita ha continuatonel Santuario di S. Antonio a Laç. QuestoSantuario, che si trova non lontano da Tirana,è situato su una montagna isolata ed è frequentatissimodal popolo, non solo cattolico, finoa diventare ormai il centro spirituale dell’Albania.Specialmente nel giorno di martedì viarriva sempre una grande folla di persone diogni età e religione. In quel martedì 23 marzo,alla celebrazione eucaristica nella piazzaaccanto al piccolo Santuario vi era una folla dicirca due mila persone, arrivate da ogni luogospontaneamente, che ha partecipato con compostezzae devozione. Anche a loro il Ministrogenerale ha rivolto parole di incoraggiamentoe di impegno di vita cristiana. E il Santuario haora un sito web: zanischenndou.org.Nel pomeriggio, la piccola delegazioneformata dal Ministro generale, dal Definitoregenerale e dal Ministro provinciale, è stataricevuta dal Primo Ministro del Governo albanese,il quale ha riconosciuto tra l’altro ilgrande ruolo che hanno avuto i Frati Minorinello sviluppo della cultura (lingua e letteratura)albanese. L’incontro è stato poi trasmessoin serata nel notiziario della Radio e della Televisionenazionale.Tornati a Scutari, in serata vi è stata unarappresentazione artistica nel Teatro del conventoorganizzata dall’Associazione Illiricum,che è sostenuta dai Frati. Sono stati presentaticanti eseguiti dai giovani e testi di poesia scrittidai Frati e declamati con passione, nei qualisi faceva memoria di alcuni aspetti significatividella storia del popolo albanese e della testi-


AD CHRONICAM ORDINIS 151monianza dei Frati martiri durante il periodocomunista.La giornata si è conclusa con l’invitodell’Arcivescovo francescano di Scutari, Mons.Angelo Massafra, il quale festeggiava il suocompleanno con il clero della Diocesi. È statoun momento conviviale molto fraterno, duranteil quale si è potuto conoscere il Presbiterio dellaDiocesi e le varie iniziative pastorali.La giornata del 24 marzo è stata dedicatainteramente ai Frati della Provincia. Al mattinovi è stata una concelebrazione con tutti iFrati, presieduta dal Ministro generale. Poi unaassemblea durante la quale sono stati presentatiil documento finale del Capitolo di Pentecoste2009 e i sussidi del Definitorio generalesul Moratorium e sul progetto di animazionedell’Ordine, cui ha fatto seguito il dialogo. Nelpomeriggio il Ministro generale ha accolto eascoltato i Frati che lo hanno richiesto in unincontro individuale. In serata si è partecipatoad un Concerto in Chiesa offerto in occasionedella visita. La giornata si è conclusa con l’incontrocon il Console italiano a Scutari che hainvitato i visitatori a cena nella sua residenza.L’ultimo giorno della visita, il 25 marzo, èstato un momento di festa per tutta la Provinciache ha come Patrona appunto la “Annunciazionedella B.V. Maria”. Nel Chiesa francescanadi Lezhë è stata celebrata una solenneEucaristia, presieduta dal Nunzio Apostolicoaccompagnato da due Vescovi, e con la Partecipazionedi quasi tutti i Frati della Provincia,compresi coloro che sono nel Montenegro e ilProvincia della Provincia di Zara. Il Ministrogenerale ha dato una omelia molto apprezzata.La festa ha avuto il suo momento conviviale inuna Ristorante dove il proprietario ha offertogratuitamente il banchetto.Dopo un pomeriggio distensivo e di visitaalla città di Tirana, capitale dell’Albania, ilMinistro generale e il definitore generale sonotornati a Roma il giorno dopo, 26 marzo, dibuon mattino.Fr. Vincenzo Brocanelli9. Partecipazione al Capitolo delle Stuoie delleProvince francofoneParigi, Francia, 06-10.04.<strong>2010</strong>Dal 6 al 10 aprile <strong>2010</strong> si è tenuto, presso ilConvento di Orsay (Parigi), il Capitolo delleStuoie delle Province francofone del B. Pacificoe dei Tre Compagni. Questa Assemblea,preceduta dalla celebrazione dei due Capitoliprovinciali, si prefiggeva di avere la possibilitàdi una più profonda conoscenza e migliorecondivisione in vista di una futura unione delledue Province. Dopo le relazioni sull’attualerealtà delle Province dei due rispettivi Ministriprovinciali, Fr. Benoît Dubigeon e Fr. DominiqueJoly, ogni Frate nei gruppi e in Assembleaha avuto l’opportunità di comunicare leproprie gioie, paure e speranze per il futuro. Iltutto in un contesto fraterno, privo di tensionie di amarezze.Nei giorni 7 ed 8 aprile il Ministro generale,Fr. José R. Carballo, e Fr. Roger Marchal, Definitoregenerale, si sono uniti alle discussionipermettendo così ai partecipanti di collocare ilprocesso di unione nella storia delle due Province,nate dall’unione del 1996, e nella direzioneverso cui si stanno muovendo varie Entitàeuropee dell’Ordine. Le testimonianze suirecenti cammini dei Frati Cappuccini e delleSuore Francescane Missionarie di Maria hannopermesso, infine, di arricchire ed allargarequesta esperienza di condivisione.Fr. Fabien Guilloux10. Visita al CONO SURChile y Argentina, 11-21.04.<strong>2010</strong>Los días 11 al 21 de abril el hermano Ministrogeneral Fr. José Rodríguez Carballoacompañado del Definidor general Fr. JulioCésar Bunader, visitaron cuatro entidades delCono Sur: Provincia Santísima Trinidad deChile; Provincia San Francisco Solano, ProvinciaSan Miguel y Provincia de la Asunciónde Argentina. Mantuvieron un encuentro extraordinariocon los hermanos Ministros y Definidores,Custodio y Consejo de las Entidadespertenecientes a la Conferencia del ConoSur. La visita a la Custodia Fray Luis Bolañosdel Paraguay se ha previsto para el próximomes de agosto, días previos a la reunión de laUCLAF.La visita inició en Chile con la ProvinciaSsma. Trinidad, llegando el día 11 de abril ala ciudad de Santiago de Chile. El mismo domingose organizó el viaje a la ciudad de Limache,acompañados por el hermano MinistroProvincial Fr. Rogelio Wouters con el objetivode celebrar la Misa en una de las comunidadesque sufrieron los efectos del terremoto. Luego


152 AN. CXXIX – IANUARII-APRILIS <strong>2010</strong> – N. 1de visitar el lugar y observar los daños estructuralesdel templo parroquial de la parroquiaSsma. Trinidad, compartimos la Eucaristía conla presencia de los fieles reunidos en oraciónpara pedir a Dios por los damnificados por elterremoto. Luego del agasajo al ritmo del cantoy baile de la “cueca Chilena”, se continuó elviaje de regreso a Santiago de Chile, visitandoen el camino las fraternidades de Valparaíso ydel Totoral (eremitorio de la Provincia).El día 12 de abril nos encontramos en elConvento San Francisco de Alameda, con unaagenda que inició con las reuniones del Ministrogeneral con el Definitorio Provincial, luegoun tiempo con los hermanos en formación inicialy hermanos profesos solmenes Under ten.En horario de la tarde se convocaron en asamblealos hermanos de la Provincia, motivadospor el hermano Ministro general a partir deldocumento final 2009 “Portadores del don delEvangelio” y de los recientes instrumentos deanimación del Definitorio general. El encuentrofinalizó con la Eucaristía presidida por Fr.José, Ministro general, junto a la FraternidadProvincial, la familia franciscana de Chile conla presencia de un grupo de Hermanas de SantaClara, oportunidad que favoreció la emisiónde la Profesión solemne Fr. Andrés AzocarMardonez, ofm y el posterior ágape fraternopor el neo profeso solemne.Luego de pasar la Cordillera en un vueloque nos permitió admirar la magnitud de LosAndes, el día 13 de abril llegamos al aeropuertode la ciudad de Mendoza, Argentina, dondenos esperaba el Ministro Provincial Fr. CarlosPaz para iniciar nuestro viaje hacia SanJuan, lugar donde se encontraban reunimoslos hermanos de la Provincia San FranciscoSolano. Fueron varios los momentos compartidoscon los hermanos en jornadas de trabajoy reflexión, iniciando con la bienvenida y presentaciónde la Fraternidad Provincial. Luegodel dialogo abierto, siguió la ponencia de Fr.José, Ministro general, sobre el documento final2009 “Portadores del don del Evangelio”,resaltando entre otros temas, la espiritualidaddel don y la restitución, la calidad de vidaEvangélica, la formación inicial y permanente.Un momento especial de reflexión ha sidoel trabajo de la Provincia, según las diversaszonas, sobre las prácticas pastorales y la misión,en preparación al próximo Capitulo Provincialintermedio. Otros encuentros significativosfueron los del Ministro general con loshermanos en formación inicial y Under ten,con los guardianes y ecónomos, con los secretariadosy el Definitorio provincial. Durantela tarde del día miércoles 14 se organizarondiversos eventos en la Parroquia San Franciscode Asís, con la presencia de las autoridadesciviles, el gobernador y vice-gobernador,la comunidad parroquial, educativa, familiafranciscana y amigos. La convocatoria significóun momento de gran jubilo por la visita delMinistro general, manifestado en el compartirla Eucaristía y en la cena de bienvenida de lacomunidad de San Juan a todos los hermanosfranciscanos. Luego de una breve visita al ColegioSan Francisco de Asís, el día 15 de abrilel Ministro General presidio la Misa de despediday de “envío” de la misión en la ciudad queiniciaban los hermanos, jóvenes y familias.Luego del almuerzo y gracias a la gentileza delas autoridades civiles, dejamos la ciudad en elavión del gobierno para dirigirnos a Rosario.El día jueves 15 de abril, al medio día, nosesperaba el Ministro Provincial Fr. GustavoRodríguez en el Aeropuerto de Rosario paratrasladarnos a la localidad de San Lorenzo,Santa Fe, e iniciar la visita a los hermanos dela Provincia San Miguel. Los hermanos estabanreunidos en el Convento de San Lorenzopara celebrar su Capitulo de las Esteras, con elfin de profundizar el don de la vocación, revisarlas presencias y la misión evangelizadora.Luego de la bienvenida y presentación de larealidad provincial, se dedico un tiempo prolongadoal dialogo fraterno con el Ministro general,presentando luego lo vivido en la Misacompartida y culminar la jornada en dialogocon los hermanos jóvenes.El día viernes 16 inició con la ponencia deFr. José, Ministro general, sobre la “lecturaorante de la Palabra”, temática que favorecióel dialogo sobre las vivencias personales yfraternas. El momento de la tarde se dinamizócon la presentación de algunos puntos deldocumento final 2009 “Portadores del don delEvangelio” para profundizar el caminar desdeel Evangelio como hermanos y menores. Parafinalizar la visita se organizó la celebración dela Misa en la Parroquia San Carlos, presididapor el hermano Ministro General, Fr. JoséRodríguez Carballo, ofm, privilegiando larenovación de la Profesión de los HermanosMenores. Se hicieron presente la comunidadparroquial y educativa de San Lorenzo y de laciudad de Rosario, hermanos/as de la familiafranciscana, con quienes se organizó un tiempode dialogo abierto y cena fraterna, para


AD CHRONICAM ORDINIS 153compartir las tareas e inquietudes con el hermanoMinistro general.El día 17 de abril por la mañana nos dirigimosa San Antonio de Arredondo, ciudad deCórdoba, para encontrarnos en la ResidenciaFranciscana con los hermanos Ministros-Definitorios,Custodio-Consejo de la Conferenciadel Cono Sur. La jornada se desarrolló durantela tarde del día sábado 17 y la mañana del díadomingo 18, con el objetivo de compartir elservicio de animación de las Entidades del ConoSur. En clima orante y fraterno el hermanoMinistro general Fr. José, resaltó la oportunidadde profundizar, con lucidez y audacia, sobrela necesidad de revitalizar nuestra calidadde vida Evangélica, como hermanos menoresen cada entidad y en el Cono Sur. La dinámicapropuesta favoreció el dialogo a partir de lasfortalezas-debilidades y del camino de cadaentidad. De esta manera se dieron los pasospara compartir nuevas instancias de reflexiónque favorezcan la colaboración y faciliten losprocesos de un posible redimensionamiento enel Cono Sur a la luz de los mandatos del CapituloGeneral 2009.Durante la jornada de la tarde nos trasladamosa la ciudad de Córdoba, donde el Ministrogeneral Fr. José Rodríguez Carballo, ofm, fuerecibido por la Madre generala Hna. RaquelViviana Buso y demás hermanas, en la CasaGeneral de las Hermanas Terciarias MisionerasFranciscanas. En dicha oportunidad compartióun espacio con las hermanas enfermas,luego con el Consejo general con quienes sedirigió a orar en la capilla de la Beata Maríadel Transito (Cabanillas) de Jesús Sacramentado,implorando la intercesión por la Ordeny la Congregación. Luego de un momento dereflexión compartido en escucha reciproca,nos trasladamos al Convento San Jorge de laciudad de Córdoba, para celebrar la Misa conla fraternidad local, la comunidad que frecuentala iglesia, miembros de la familia franciscanay de la comunidad educativa del CEF SanBuenaventura.En la Residencia Franciscana de San Antoniode Arredondo, el día lunes 19 de abril, seinició el encuentro con los hermanos de la Provinciade la Asunción. El Ministro ProvincialFr. José Enid Gutiérrez dio la bienvenida e invitóa los hermanos a la adoración Eucarística,para luego seguir en asamblea la presentaciónde la vida y misión de los hermanos. El primermomento de la tarde fue animado con la ponenciadel Ministro General a partir del Texto“Portadores del don del Evangelio”, con particularénfasis en la Misión Evangelizadora. Unespacio en pequeños grupos fue el encuentrodel Ministro general con los hermanos en formacióninicial y postulantes, como tambiéncon el Definitorio provincial. La mañana deldía martes 20 se presentaron y profundizaronlos temas a partir de los subsidios del DefinitorioGeneral “Un alto en el camino para discernir”y “Caminar desde el Evangelio”, loscuales motivaron el dialogo sobre los aspectosy temas en sintonía con la preparación de loshermanos al próximo Capitulo Provincial.La tarde del martes 20 de abril nos trasladamosa la Curia Provincial de la ciudad deBuenos Aires. El día miércoles 21 estuvo destinadopara visitar las hermanas Clarisas delMonasterio Santa Clara ubicado en la localidadde Moreno, Buenos Aires, quienes nosrecibieron con la cercanía y calidez de hermanas,para luego seguir a la ciudad de Luján,Buenos Aires, al Santuario Mariano de Ntra.Sra. de Luján, Patrona de Argentina, donde Fr.José Rodríguez Carballo, Ministro General,Fr. José Enid Gutiérrez, Ministro Provincial,Fr. Juan Buttarazzi, Secretario de Provincia yFr. Julio César Bunader, Definidor General,celebraron la Misa en acción de gracias a Diospor lo vivido e implorando a Sta. María de Lujánsu maternal protección.Fr. Julio César Bunader, ofm2. Incontro del Ministro e Definitorio generalecon i nuovi Ministri proviniali eCustodiRoma, Curia generale, 18-29.01.<strong>2010</strong>L’incontro del Ministro e Definitorio generalecon i nuovi Ministri e Custodi, elettinel 2009, è avvenuto presso la Curia generale<strong>OFM</strong> dal 18 al 29 gennaio <strong>2010</strong>.PartecipantiDefinitorio generaleFr. José Rodríguez Carballo ofm (Min.gen.), Fr. Michael Anthony Perry, ofm (Vic.gen.), Fr. Vincenzo Brocanelli, ofm (Def.gen.), Fr. Vicente-Emilio Felipe Tapia, ofm(Def. gen.), Fr. Nestor Inácio Schwerz, ofm(Def. gen.), Fr. Francis William Walter, ofm(Def. gen.), Fr. Roger Marchal, ofm (Def.gen.), Fr. Ernest Karol Siekierka, ofm (Def.gen.), Fr. Paskalis Bruno Syukur, ofm (Def.


154 AN. CXXIX – IANUARII-APRILIS <strong>2010</strong> – N. 1gen.), Fr. Julio César Bunader, ofm (Def.gen.), Fr. Vincent Mduduzi Zungu, ofm (Def.gen.), Fr. Aidan McGrath, ofm (Seg. gen.)Ministri e CustodiFr. Mario Liroy Ortoga Abarca, ProvinciaS. Francisci De Quito in Aequatoria; Fr.Makhomba Augustine Khanyile, ProvinciaNostrae Dominae Reginae Pacis in Africa Meridionali;Fr. Gazmend Tinaj, Provincia AnnuntiationisBMV in Albania; Fr. Lovro Gavran,Provincia Bosnae Arg. S. Crucis in Bosnia-Hercegovia;Fr. Fidêncio Vanboemmel,Provincia Immaculatae Conceptionis BMV inBrasilia; Fr. Jeroným František Jurka, ProvinciaBohemiae et Moraviae S. Venceslai in CechaRepublica; Fr. Francisco Ki, Provincia Ss.Martyrum Coreanorum in Corea; Fr. ŽeljkoTolić, Provincia Ss. Redemptoris in Croatia;Fr. Dominique Joly, Provincia Trium Sociorumin Francogallia et Belgio; Fr. RaphaelFässler, Custodia Christi Regis (Dep. ab Austria)in Helvetia; Fr. Juan Telesforo ZuriarrainUrretabizkaia, Provincia Franciscana deArantzazu in Hispania; Fr. José Maria SainzGiménez, Provincia Castellana S. GregoriiMagni in Hispania; Fr. Babu Jose Pamplany,Provincia S. Thomae Apostoli in India; Fr.Mario Vaccari, Provincia Liguriae Ss. CordisBVM in Italia; Fr. Paolo Fantaccini, ProvinciaTusciae S. Francisci Stigmatizzati in Italia; Fr.Iñaki Galarraga, Custodia Franciscana ParaquariaeLuis Bolaños (Dep. a Prov. Franc. deArantzazu) in Paraguaia; Fr. Filemon T. Janka,Provincia S. Francisci Assisiensis in Polonia;Fr. Wacław Chomik, Provincia S. Hedvigisin Polonia; Fr. Szabolcs Orbán, ProvinciaS. Stephani Regis-Transilvaniae in Romania;Fr. Joseph Song Kailu, Custodia Fengxiang inSina; Fr. John Hardin, Provincia S. Barbaraein USA; Fr. William Spencer, Provincia Ss.Cordis Iesu in USA.AgendaL’incontro è iniziato il 18 gennaio con laCelebrazione eucaristica, presieduta dal Ministrogenerale, Fr. José R. Carballo. È proseguitonell’Aula “Duns Scoto” con il saluto delMinistro e la presentazione dei partecipanti.Con il lavoro in gruppi linguistici – basato sulladomanda: quali sono le gioie, le difficoltà ele speranze nel servizio di animazione del Ministroprovinciale o Custode? – si è conclusa lamattinata. Nel pomeriggio, dopo la relazionein Assemblea di quanto emerso nel lavoro digruppo, c’è stato l’intervento di Fr. J. Abela, ilquale ha illustrato la struttura della Curia generale.Il secondo giorno, 19 gennaio, è stato dedicatointeramente alla relazione del Ministrogenerale: prima nell’ascolto della relazione,poi nell’approfondimento della medesima neigruppi linguistici ed, infine, nell’esposizionein Aula delle sintesi dei vari gruppi di lavoro.Nel terzo giorno, 20 gennaio, che ha avutocome idea guida l’animazione nell’Ordine,ci sono state due relazioni. Al mattino, Fr. P.Syukur, Definitore generale, ha presentato ilDocumento del Capitolo: «Portatori del donodel Vangelo» e nel pomeriggio, Fr. V. Brocanelli,Definitore generale, ha esposto le lineeguida per il sessennio, contenute nel Documento«Ripartire dal Vangelo».La mattinata del quarto giorno, 21 gennaio,è stata dedicata all’ascolto della relazionedell’Arcivescovo Mons. A. Gardin, <strong>OFM</strong>Conved ex Segretario della CIVCSVA, il quale haparlato su «Autorità ed obbedienza». Nel pomeriggioi Definitori generali, Fr. R. Marchale Fr. N. Schwerz, hanno presentato rispettivamentei «Mandati del Capitolo generale 2009»e il Sussidio del Definitorio, «Moratorium».Il quinto giorno, 22 gennaio, è stato dedicatoalla missione evangelizzatrice dell’Ordinecon il contributo dei Segretariati generali perla Evangelizzazione e la Missione e per la Formazionee gli Studi. Nel pomeriggio si sonoalternati i lavori nei gruppi e in Assemblea.I giorni 23 e 24 gennaio sono stati dedicatiai luoghi delle nostre origini con il pellegrinaggioalla Verna (23 gennaio) e ad Assisi (24gennaio).Dopo la pausa spirituale i lavori sono ripresiil 25 gennaio con lo studio di alcuni aspettiparticolari del servizio di animazione: l’accompagnamentodei Frati in difficoltà, Fr. A.Boschetto (Responsabile della Comunità diaccoglienza per sacerdoti e religiosi in difficoltàa Vittorio Veneto); il ridimensionamentodelle presenze, Ministro generale dei Salesiani;l’economia ed alcuni criteri di animazione,Fr. G. Lati (Economo generale).Martedì, 26 gennaio, si è cercato di offriredel materiale utile per rispondere ad alcunesfide, come gli abbandoni nella Chiesa (SottoSegretario della Congregazione per il Clero) enell’Ordine (Fr. V. Menegatti, Segretario dellaProcura generale); il Ministro provinciale e ilsuo Definitorio alla luce della nuova legislazione(Fr. A. McGrath, Segretario generale).


AD CHRONICAM ORDINIS 155I giorni 27 e 28 gennaio sono stati dedicatiallo studio personale e agli incontri: con il Ministrogenerale (27 gennaio) e con il personaledei vari Segretariati e Uffici della Curia generale(28 gennaio).Il 29 gennaio è stato l’ultimo giorno dell’incontro.Durante la mattinata si è cercato, soprattuttoattraverso il lavoro nei gruppi linguistici,di individuare alcune linee fondamentaliper l’animazione. Nel pomeriggio c’è statauna valutazione, fatta in Assemblea, di questigiorni vissuti insieme nella riflessione, nellostudio, nella preghiera ed in fraternità. Il tuttosi è concluso con la Concelebrazione eucaristica,presieduta dal Ministro generale.Fr. Luigi Perugini3. IX Assemblea UFMEBruxelles, 02-06.02.<strong>2010</strong>1. CronacaLa IX Assemblea dell’Unione delle Conferenzedell’Europa (UFME) si è svolta a Bruxelles,dal 2 al 6 febbraio <strong>2010</strong>, nel conventodei Frati Minori, con la partecipazione di 62Ministri provinciali e alcuni Vicari provinciali,e dei quattro Definitori generali per leConferenze europee. Il tema centrale è statoil Mandato 26 del Capitolo generale 2009 sullaelaborazione di un “Progetto Europa”, cosìespresso: «Europa-domus pacis: un apportofrancescano per l’Europa dei valori».I partecipanti hanno seguito alcune riflessionidi informazione e formazione sul contestoeuropeo: I problemi di essere uomo nellanuova Europa (Antonio Gutierrez), L’antropologiafrancescana ieri, oggi e per domani(Bernard Forthomme), Il mondo e l’Europanel 2025, una sfida per i Frati Minori (VascoCal), Il Francescanesimo internazionale e lasua azione in Europa e nel mondo. Il Ministrogenerale, Fr. José R. Carballo, ha partecipatonei primi giorni dell’Assemblea e ha offertoil suo contributo per il Progetto Europa presentandoin particolare la nuova Fondazione“Beato Egidio di Assisi” come segno di rifondazionedella nostra vita e la proposta di aprireuna presenza interprovinciale e internazionalelungi il Cammino di Santiago.Una giornata è stata dedicata alla visita alleIstituzioni europee presenti nella città di Bruxelles(Parlamento e Commissione) durante laquale alcuni funzionari hanno presentato la situazioneattuale dell’Unione Europea, il multiculturalismoe multilinguismo nell’interazioneeuropea e l’attualità di san Francesco d’Assisi.I lavori dell’Assemblea hanno continuatocon approfondimenti in gruppi linguistici e perConferenze, da cui sono emerse alcune Proposteche poi sono state approvate al terminedella riunione.I Ministri hanno avuto anche l’opportunitàdi conoscere direttamente la Fraternità internazionale“Notre Dame des Nations” cheaccoglie e forma i missionari dei tre Ordinifrancescani.L’Assemblea ha anche indirizzato un Messaggioalle Istituzioni dell’Unione Europea peresprimere la gratitudine e nello stesso tempole preoccupazioni dei Francescani, e un altroMessaggio ai tutti i Frati Minori che sono inEuropa per condividere l’esperienza, le riflessionie gli impegni presi a Bruxelles.Al termine è stato rinnovato il Consigliopermanente dell’UFME che ora risulta cosìcomposto:Presidente: Fr. Vitor Melicias (Portogallo);Vice-Presidente: Fr. Ivan Sesar (Croazia);Consiglieri: Fr. Gabriele Trivellin (Italia), Fr.Filemon Janka (Polonia), Fr. Bob Van Laer(Belgio), Fr. Anthony McNeill (Scozia).La prossima Assemblea UFME è previstaper ottobre 2011.2. Omelia del Ministro generale nella IX Assembleadell’UFMEBruxelles, Belgio, 02.02.<strong>2010</strong>Cari fratelli Ministri:il Signore vi dia la pace!“Ecce quam bonum et quam jucundum habitarefratres in unum”. Mi rallegra, miei carifratelli, condividere con voi questi giorni diincontro e riflessione della nona Assembleagenerale dell’UFME (Unione dei Frati Minorid’Europa). Da quando è stata istituita neglianni 80 a Verona, l’UFME ha celebrato ottoAssemblee generali: Vaalbeek, Santiago, Varsavia,Lourdes, Trogir, Kalvaria, Sarajevo, eora Bruxelles.Ho avuto la grazia di partecipare a tutte,come Ministro e Presidente dell’UFME, comeDefinitore generale e come Ministro generale.Posso dire, allora, che conosco questa“creatura” fin dal suo concepimento e che l’hoaccompagnata nella sua crescita fino ad oggi.Una crescita non priva di sofferenze, poichécome ogni realtà umana va avanti con le sue


156 AN. CXXIX – IANUARII-APRILIS <strong>2010</strong> – N. 1luci e le sue ombre, in mezzo a sfide e opportunità.Visto che l’ho vista nascere e l’ho accompagnatain tutti questi anni, confesso chela amo e, la considero necessaria per il futurodel francescanesimo in Europa, dal momentoche oggi più che mai ne vedo la necessità.Dato che la società europea si è organizzatafino a formare una “unione”, “L’Unione Europea”,noi francescani di questo continente nonpossiamo affrontare separati il futuro. L’UF-ME, nacque con la volontà di crescere insiemee di rispondere insieme, come Frati Minori, allesfide che ci lancia l’Europa. Quando in Europasono caduti tanti muri, noi francescani europeinon possiamo non sentirci chiamati ad attraversareogni tipo di “frontiere” che potrebberosepararci: frontiere culturali e frontiere antropologiche.Tra noi la diversità è forte, ma questanon può mai essere vista come una minaccia,ma come una manifestazione ed epifania diDio sempre fecondo. Il nostro presente e, piùancora, il nostro futuro stanno nel camminareinsieme, nel pensare presenze e opere insieme,nell’unire le nostre energie fino a creare unasinergia tale che ci permetta di riqualificare,rinnovare e rilanciare la nostra vita evangelica,rendendola significativa, ossia comprensibile eprovocativa per l’uomo d’oggi. Oltre alle attivitàche realizziamo insieme – penso all’incontrodei giovani <strong>OFM</strong> di Budapest e Firenze, comeai due meeting dei giovani francescani celebratiad Assisi e a Santiago – dobbiamo darci la manoper costruire insieme un futuro per il francescanesimoeuropeo.Diciamo che il nostro continente è profondamentesecolarizzato, ed è vero. Ciò non èsolo una difficoltà, è anche un’opportunità cheabbiamo di fronte per rinnovare l’ardore missionarioe seminare la Parola di Dio in questeterre di antica tradizione cristiana. L’Europa habisogno di uomini che diano il proprio tempo,amore e l’intera vita al Signore e al Vangelo.L’Europa ha bisogno di frati che traggano forzadalle proprie povertà e debolezze, ma sempreaperti alla grazia del Signore. L’Europa habisogno di Frati Minori appassionati di Cristoe dell’umanità “affamata” del pane del Vangelo.L’Europa ha bisogno di apostoli che nonagiscano come “solisti”, come individui isolatie come Entità “isole”, ma come “corale”, nel“noi” dell’UFME. Dobbiamo saper coniugare“l’io” dentro il “noi”, e armonizzare le esigenzedelle persone – che sono sempre esseri inrelazione – e delle Entità – sempre appartenentialla Fraternità universale – con le esigenzedell’Ordine in Europa. In altre parole, “l’io”di ogni frate ed il “mio” di ogni Entità non puòessere compreso isolatamente, ma dentro al“noi”. L’Europa ha bisogno di un segno forte,di una fraternità che superi le frontiere dellastessa Unione Europea. L’Europa ha bisognodi missionari ed evangelizzatori che rendanoporose le nostre differenze per permettere ilflusso dell’intercomunione e dell’intercomunicazione.Celebriamo oggi la nostra giornata, la Giornatadella Vita Consacrata. In questo giornoringraziamo Dio per la nostra vocazione diconsacrati. E mentre preghiamo per le vocazionialla vita consacrata, in modo particolareper le Province dell’Europa, rinnoviamo, dalpiù profondo del nostro cuore, il nostro donarciper Cristo, a fondo perduto. Quando la culturaambientale non aiuta a fare scelte definitive ea prendersi impegni per tutta la vita, e quandola sistemazione nel provvisorio e nell’effimerorende difficile imbarcare la propria esistenzain un donarsi senza ritorno, noi, partendo dallafede e fiducia in Colui che rimane semprefedele, rinnoviamo la nostra consacrazione aColui che ci si presenta come il tutto: il bene, ilsommo bene, la bellezza, la ricchezza a sazietà.Dalla nostra povertà, ci apriamo al misterodi Dio perché egli “invada” la nostra esistenza,prendendo possesso personale e amichevole dicoloro dei quali Egli era già signore come creatore.“Se la tua vita è Cristo, manifestalo”, recitaun verso che considero molto appropriatoper noi, Frati Minori d’Europa, in quest’ora digrazia che stiamo vivendo. Nella celebrazionedella festa della luce si manifesta la nostravocazione e missione: essere luce nelle tenebre,comunicare con la nostra vita e le nostreparole colui che è “luce per illuminare tutte lenazioni”, come confessa il vecchio Simeone;parlando del “bambino”, come faceva Anna,a quanti hanno fame della pienezza, fame diDio. “Non sono più io che vivo, ma Cristo vivein me” (Gal 2,20). La vita di Paolo, la vitadi Francesco, la vita di tanti nostri fratelli, fututta per Cristo e Cristo fu il loro vivere, riempiendola loro esistenza di senso e significato.Tutto un programma di vita per noi consacratiin questo terzo millennio, se vogliamo che lanostra vita sia piena di senso per noi stessi esia significativa per gli altri: vivere per Cristo,vivere di Cristo.Con la presentazione di Gesù al tempio,si compie il tempo predetto da Daniele, che


AD CHRONICAM ORDINIS 157segna il passaggio dalla promessa/attesa allarealizzazione/compimento (cf. Dn 9,24). Laprima venuta di Gesù a Gerusalemme segnail passaggio dall’economia dell’attesa all’economiadel compimento. Cristo è la salvezza attesaannunciata dai profeti, attesa dalla gente.Egli soddisfa le aspettative che, come Simeoneed Anna, aprono il loro cuore al Salvatore.Cristo è anche oggi l’unico che può soddisfaretanta sete e fame di senso. Avendo saziato noistessi la sede all’unica fonte che può saziarla,lasciamo la brocca, come la samaritana, e annunciamo,con fantasia e creatività colui che ilPadre ci ha donato per mezzo di Maria.Fr. José Rodríguez Carballo, ofmMinistro generale3. Relazione del Ministro generale alla IX Assembleadell’UFMEBruxelles, 03.02.<strong>2010</strong>PORTATORI DEL DONODEL VANGELO IN EUROPAMiei cari Fratelli Ministri provinciali d’Europa,con il padre san Francesco e a suo Nomesaluto tutti e ciascuno di voi e, attraverso divoi, saluto tutti i fratelli che vivono e lavoranonel nostro amato continente europeo. A tutti: IlSignore doni la sua pace!In questo mio intervento vorrei partire dallasituazione religiosa europea e dalla situazionedella vita francescana in Europa, per dare spazioad alcune proposte all’interno del ProgettoEuropa, approvato dal Capitolo di Pentecostedel 2009 (CapGen/2009, Mandati 26-27).Tensione tra il nichilismo e le radici cristianeViviamo in un’Europa che, essendosi liberatadalla camicia di forza delle ideologiee della politica dei blocchi, deve confrontarsicon altre minacce che, più che nel passato,mettono in pericolo l’identità stessa dell’uomo.Con la caduta dell’emblematico muro diBerlino si sono aperti spazi di libertà e di recuperoreligioso, ma si sono aperti anche spaziper il nichilismo allo stato puro.L’assolutizzazione della tecnica convertel’uomo in un mero “prodotto” storico e culturale(artificiale). L’uomo non è un “progetto”,ma viene “progettato”; l’uomo non ha doveri,ha solo diritti. Nasce così l’assolutismodel “proibito proibire” e si genera con forza la“questione antropologica” poiché è necessarioriaffermare che l’uomo “non è un prodotto”.Il fenomeno non è nuovo. Già in passato cisono state correnti filosofiche che lo affermavano.La novità consiste nel fatto che oggi citroviamo di fronte ad una cultura ampiamentediffusa.In questo contesto, si fa sentire in varie eripetute occasioni la voce della Chiesa che,principalmente attraverso Papa BenedettoXVI, sottolinea con forza l’importanza dellareligione quale costruttrice della vera libertà edell’autentico progresso umano.Nel Magistero del Papa, il cristianesimo, ein particolare il cattolicesimo, non è una setta,e la sua peculiarità è quella di stare dentrola storia per incontrare tutti. Non è un fattoprivato o un fenomeno individuale, bensì unapresenza comunitaria, una religione del popolo,che prende sul serio tutti gli aspetti dell’uomoe vuole la salvezza di tutti. Non è nemmenoun’ideologia, ma l’annuncio della veritàtrascendente. Non è in possesso di una veritàimmanente, ma è al servizio della Verità. Rivendicandoalla fede cristiana un carattere radicalmentenon ideologico, l’attuale Ponteficepuò rivendicare il suo ruolo pubblico.In questa situazione, se vogliamo trovareun cammino per il futuro, ragione e fede devonoincontrarsi. Dove ragione e fede si separano,entrambi si ammalano. La ragione senza lafede si raffredda e perde i suoi criteri, rischiando– come la definisce Lewis – “l’abolizionedell’uomo”. La fede senza la ragione è fucinadi una religiosità malaticcia e di fondamentalismidi ogni tipo che finiscono per annientareanche l’uomo.Questa è la tensione nella quale ci muoviamoall’interno di questa “vecchia” Europa,dalle profonde radici cristiane, oggi, però,profondamente “toccata” dal secolarismo piùaggressivo, dal laicismo e nella contrapposizione,se non addirittura frontale opposizione,tra cattolici e laici. Agli occhi di un attentoosservatore non sfuggono segni di speranzae nemmeno ombre che oscurano il futuro delnostro continente, dovute alla “profonda crisidi valori” in cui ci troviamo (cf. Ecclesia inEuropa = EiE 108).L’Europa ci chiamaDi fronte a questa situazione che fa dellanostra Europa un paese di missione e, in mol-


158 AN. CXXIX – IANUARII-APRILIS <strong>2010</strong> – N. 1ti casi, di «missione ad gentes» (cf. EiE 46),per la Chiesa una cosa è chiara: l’Europa deveritrovare la sua anima, l’Europa ha bisognodi essere evangelizzata. Un’evangelizzazioneche «in varie parti d’Europa» comporterà «unprimo annuncio del Vangelo» (EiE 46), e che«in tutto il mondo» comporta «un nuovo annuncioanche ai battezzati» (EiE 47).Questo compito è «un impegno e una responsabilitàdi tutti» (EiE 33). Gli 8.000 Fratiminori che vivono e lavorano in Europa nonpossono restare al margine o “a guardare daspettatori”. L’Europa ci chiama e si aspettache ci sentiamo protagonisti/fermento nell’incantevolecompito dell’evangelizzazione dellacultura e dell’inculturazione del Vangelonel nostro vecchio continente (cf. EiE 58-65);l’Europa ci chiama e si aspetta che noi rispondiamoannunciando il vangelo della speranza,il vangelo della riconciliazione; l’Europa cichiama e si aspetta da noi un progetto alternativoa quello offerto dalla nostra società.In questo servizio di evangelizzazione nonpartiamo da zero. Nella società in cui dovettevivere, Francesco propose un progetto di vitaalternativo a quello che dominava allora. Inuna società molto religiosa che, però, si trovavamolto lontana dal vivere i valori evangelici,Francesco visse e propose un progettoalternativo di vita e missione, testimoniandoun Dio vicino, un Dio di amore, un Dio di misericordia,perdono e riconciliazione; in unasocietà profondamente divisa visse e proposeun progetto di vita in fraternità, dove tutti sisentissero fratelli e uguali; in una società violentavisse e propose un progetto di pace e diriconciliazione; in una società ferita dalle disuguaglianzevisse e propose un progetto di vitain minorità, dove tutti si sentissero «servi» ditutti, compresi i «nemici» di allora, i «saracenie gli altri infedeli».Sono trascorsi ottocento anni da quando ilPenitente di Assisi, Francesco di Bernardone,rispose con creatività e fantasia evangelica aisegni dei tempi e dei luoghi, come diremmooggi. L’amore che mise in cammino i discepolidi Gesù e li portò ad annunciare «al mondointero» e ad «ogni creatura» ci spinge adannunciare a tutti «che non c’è nessun altroonnipotente eccetto lui» (LOrd 9). L’amoreche spinse Francesco sulle strade dell’Europaci sta chiamando ad uscire dalle nostre paure(motivate spesso dalla nostra poca fede),dai nostri chiostri ristretti (il provincialismo,la comodità del proprio lavoro, l’imborghesimento)per gridare che «l’amore non è amato»e perché «in parole ed opere» lo testimonianocome «unico Dio, il bene, tutto il bene, il sommobene, la bellezza, la sicurezza..., la nostragioia, la nostra speranza e allegria, la nostraricchezza a sufficienza» (LodAl 1ss).Il Progetto EuropaPer rispondere a questa chiamata dell’Europal’Ordine, nell’ultimo Capitolo di Pentecoste,ha approvato, come già abbiamo detto,il cosiddetto Progetto Europa, che nascecon una duplice vocazione: «dar vita a nuoveforme di evangelizzazione» (CapGen/2009,Mandati 26), condividendo in questo modola preoccupazione della Chiesa per le sorti delVangelo nel mondo occidentale e specialmentein Europa (cf. EiE 61), e, allo stesso tempo,rivitalizzare e rilanciare il francescano in questocontinente dalle profonde radici cristianee francescane, come si deduce dal Documentodel Capitolo generale 2009, Portatori deldono del Vangelo (PdV). Il Progetto Europaprevede, inoltre, il rafforzamento della presenzafrancescana nella Chiesa greco-cattolica inUcraina.Ma, mentre resta da percorrere un camminoper delineare e concretizzare il progetto,determinare gli obiettivi e le metodologie, itempi e le verifiche, identificare i compiti e leresponsabilità – cammino che deve essere percorsocongiuntamente dal Definitorio generalee dall’Unione dei Frati Minori d’Europa(UFME), passando attraverso le Province e leConferenze europee – non esito ad affermareche si tratta di un cammino provvidenziale perassicurare in futuro una presenza francescanain Europa che sia evangelicamente significativae, in questo modo, stimolare un camminodi rinnovamento del modello attuale di vitaconsacrata, meno preoccupato delle opere edevangelicamente più centrato sull’essenziale,più aperto alle necessità degli uomini e delledonne del nostro continente, oltre che più profetico.D’altra parte, mi risulta molto chiaro cheil Progetto Europa non può essere ridotto adun semplice ridimensionamento delle opere odelle presenze già esistenti, né all’accoglienzadi fratelli da altri continenti. Senza scartareil fatto che alcuni fratelli, mossi dallo Spirito,vengano in Europa quale terra di missione adgentes, il Progetto Europa si riferisce, innanzitutto,alla rivitalizzazione endogena dei fratel-


AD CHRONICAM ORDINIS 159li dell’Europa. Questo progetto, inoltre, devesottolineare il ruolo che i laici sono chiamati aportare avanti nella trasmissione del carisma edei valori francescani. La missione condivisacon i laici è, oggi, un’esigenza più forte chemai, che germoglia da una corretta concezionedella Chiesa stessa e «come un atto di autenticarestituzione del Vangelo» (PdV, 25).Alcune esigenze del Progetto EuropaRifondare la nostra vita, per rifondare lanostra missione evangelizzatriceIl primo obiettivo del Progetto Europa, inbase alla decisione capitolare, è «dare vita anuove forme di evangelizzazione» che ci portinoad essere portatori del dono del Vangelonella società secolarizzata europea. Poichél’evangelizzazione significa testimonianza ela missione è inseparabile dalla vita, le nuoveforme di evangelizzazione e di missione devononecessariamente partire da una rifondazionedella nostra vita, la quale è possibile se,come Francesco, ci lasciamo cambiare e trasformaredal Vangelo (cf. PdV 5), coscienti delfatto che solo una vita «segnata dal dinamismodel Vangelo» si trasforma «in passione incontenibileper il Regno» (PdV 28).In questa prospettiva il documento capitolaregiustamente dice: «Affermiamo laconvinzione che tra le priorità e la missioneevangelizzatrice deve stabilirsi una dinamicacircolare di alimentazione reciproca, all’internodella quale si iscrivano i nostri progetti. Inquesta ampia prospettiva, l’evangelizzazionesi presenta come l’orizzonte di tutto il camminodi conversione del Frate Minore e, quindi,della formazione permanente. La missioneevangelizzatrice non è semplicemente la dimensione‘esterna’ della nostra vita. Di fattola stessa vita consacrata, sotto l’azione delloSpirito Santo []diventa missione, come lo èstata tutta la vita di Gesù» (PdV 28; cf. VC 72).«Vino nuovo in otri nuovi» (Mt 9,17). Inquesto momento difficile ma anche pieno dipotenzialità che l’Europa sta attraversando,per i francescani europei è urgente porsi in unatteggiamento di discernimento permanente edi verifica costante della propria vita, che sfociin una vera rifondazione (cf. Il Signore ci parlalungo il cammino = Spc 35).Gli ultimi documenti dell’Ordine, specialmenteil documento finale del Capitolo generale2009, ci offrono alcuni elementi importantie imprescindibili nel momento in cui dobbiamopensare alla rifondazione della nostra vita.Tra gli altri si possono segnalare i seguenti:– Collocare Dio al centro, come principiointegratore della nostra esistenza (cf. PdV12); comporta un’autentica esperienzadi Dio, l’unica capace di metterci in movimento(cf. PdV 11) e di permetterci, apartire dall’audacia evangelica, di «iniziarecammini inediti di presenza e di testimonianza»(Spc 33); comporta, inoltre,un’esperienza di fede che sia «vera sorgente[] della nostra testimonianza al mondo»(Spc 18). Si tratta, in definitiva, di fare dellasantità in fraternità l’impegno di tutti edi ciascuno dei francescani d’Europa (cf. IlSignore ti dia pace = Sdp 42-45).– Creare Fraternità profetiche radicate nelVangelo (cf. PdV 6); Fraternità umane ricreate«dalla comunione, la muta comunicazione,il calore e la verità nelle relazionireciproche» (PdV 27); «Fraternità-segnoche sa leggere i segni dei tempi e incarnareil Vangelo in maniera concreta e comprensibilealla cultura del proprio tempo»(PdV 8).– Rivedere la formazione, iniziale e permanente,alla luce dell’evangelizzazione edella missione (cf. CapGen/2009, Mandati17) in Europa. Per questo si rende necessarioe urgente investire in una formazioneeuropea, come obiettivo strategico, chefavorisca la crescita di una coscienza europeae la responsabilità per l’evangelizzazioneeuropea, dotando i nostri giovani diun’identità forte e evangelizzata.– Verificare la stessa missione evangelizzatrice.Essa, come afferma il Capitolo generale2009, deve essere «sostenuta da unaforte esperienza di Dio», fatta «in Fraternitàe con la testimonianza della vita fraterna»,poiché «nessun progetto di evangelizzazioneè iniziativa né patrimonio personale dinessuno; è sempre la fraternità che evangelizza»(PdV 27); deve fare in modo di avereun «carattere di inter gentes, di itineranza,di presenza in zone sconosciute, difficili,rischiose e di vicinanza ai più poveri», facendonostra la sorte dei nostri popoli, affinchéil Vangelo sia «oggi più che mai generatoredi speranza» (PdV 4), senza girarele spalle «al divenire del mondo» (PdV 29);lasciandoci sedurre dai «chiostri dimenticatie disumani» (Sdp 37), abbracciandocon maggior decisione l’essere in frontieradella vita religiosa e abitando la marginali-


160 AN. CXXIX – IANUARII-APRILIS <strong>2010</strong> – N. 1tà, come essenza della nostra identità francescana(cf. PdV 23), optando di abitare lezone di frontiera (cf. PdV 22-24); e aperta“alla partecipazione attiva dei laici e dellaFamiglia Francescana” (cf. CapGen/2009,Mandati 13).Il compito che ci attende non è semprefacile, tuttavia è urgente. Tutti i frati devonocondividere lo sforzo, ma sono i Ministriquelli che devono provocare e accompagnare,in prima persona, questi processi di rinnovamentoprofondo e di rifondazione dellavita dei fratelli, ricordando sempre che questonon è un compito ma, innanzitutto, è unascelta di vita.In questo senso si rende urgente approfondirela nostra identità, come ci ha chiesto l’ultimoCapitolo di Pentecoste (CapGen/2009, Mandato,2). Senza rafforzare la nostra identità nonsaremo mai significativi. Non basta pensare adun ridimensionamento. Se vogliamo che questasia un’occasione per cercare di ri-significarciin un modo più semplice e vulnerabile, ma anchepiù profetico e certamente minoritico (cf.PdV 31), dobbiamo pensare alla rifondazionedella vita in tutte le sue dimensioni.Questo, secondo me, è il compito più urgenteche attende le Province d’Europa. Primadi pensare agli aspetti organizzativi, i fratid’Europa devono preoccuparsi di rivitalizzareevangelicamente le presenze francescane.Da qui potranno nascere progetti specifici neiquali si garantisce l’identità francescana e unanuova cultura vocazionale.A partire da questi presupposti, si può anchepensare a frati che vengano in Europa,come in precedenza – e ancora oggi – gli europeiandavano in altri paesi. Però tenendopresente che non si tratta semplicemente di unrafforzamento numerico per salvare l’esistentema per elaborare e gestire nuovi progettiche rispondano meglio alla situazione attualedell’Europa e, carismaticamente parlando,siano più significativi. In questo senso ritengomolto azzeccato quanto dice il documentodel Capitolo 2009: «Prima di preoccuparci diadeguare le nostre strutture dovremmo cominciarea leggere con attenzione i segni deitempi e dei luoghi, e lasciarci interpellare daessi» (PdV 29). Bisogna, inoltre, considerareche per coloro che si sentono chiamati a lavorarein Europa un lavoro prioritario è quellodell’inculturazione, che comporta la conoscenzadelle condizioni, delle problematiche,della mentalità e delle lingue.Ridimensionamento delle presenzeStante l’attuale situazione dell’Europa, siimpone un ridimensionamento delle presenze edelle attività. Si tratta di un processo senza alcundubbio “doloroso”. Ma, se vogliamo che ilridimensionamento serva per «ridarci significatoin una maniera più semplice e più vulnerabile,ma anche più profetica e certo maggiormenteda minori», siamo chiamati a scoprirlo come«un momento di grazia pasquale» (PdV 31).Il ridimensionamento non si può fare tenendopresenti solo le esigenze strutturali e pastoralidelle Entità, ma seguendo le indicazionidelle priorità dell’Ordine e della nostra formavitae. Dall’altra parte, parlando di ridimensionamento,non si deve pensare semplicementealle chiusure. Il ridimensionamento deve esserecondotto sulla base di un serio discernimentoche distingua ciò è valido da ciò che non lo èalla luce dei criteri sopra segnalati. Le presenzevanno selezionate, ridimensionate, chiuse ocreate in base a questo orientamento strategico:hanno futuro solo le presenze o fraternitàcon una chiara e seria vita spirituale e un’allettantevita francescana al servizio dell’evangelizzazione,in comunione con la Chiesa locale.L’internazionalità e l’interprovincialitàIn base al mandato capitolare, il ProgettoEuropa deve essere caratterizzato dall’internazionalitàe dall’interprovincialità. Questoci impone di uscire dai nostri ridotti limiti geograficio culturali, o, se vogliamo e per usareespressioni del documento finale del Capitolo2009, ci sta chiedendo di decentrarci ed esseremeno autoreferenziali (cf. PdV 14). Inaltre parole, ci viene chiesta una maggior collaborazionetra le Entità d’Europa. Il Capitologenerale del 2003 ha parlato di “collaborazioneinterprovinciale” come cammino di futurodell’Ordine (cf. Sdp, Proposte 16). Talvolta, amaggior ragione, questo si può dire per l’Europa:il futuro del francescanesimo in Europadipende dalla collaborazione interprovinciale.Se vogliamo affrontare «con maggior dinamismola nostra missionarietà», dobbiamo farloa partire da questa collaborazione strutturale.Sono molti i fattori che esigono di entrare inuna cultura di solidarietà al servizio di un futurocomune, tra gli altri la diminuzione numericadelle vocazioni che si sta verificando in tuttal’Europa, sebbene a velocità diverse. Senzanegare né sminuire i frutti che questa cultura


AD CHRONICAM ORDINIS 161di solidarietà sta già portando – la fraternità diPalestrina, di Istanbul, di Bruxelles, così comela Fondazione in Russia/Kazakhstan, e quattrodelle fraternità di Roma, solo per nominarequelle presenze in Europa che dipendonodirettamente dal Ministro generale – la culturadella solidarietà deve trovare sempre più spazionelle Entità, nelle Conferenze e nella Fraternitàuniversale. Però, oltre al fattore sopra indicatodella diminuzione delle vocazioni, la collaborazioneè conseguenza della nostra vocazionead essere signum fraternitatis, all’interno di unaspiritualità di comunione. Una collaborazioneche non implichi solo le Province, ma anche leConferenze e l’insieme delle Conferenze di unostesso continente, come l’UFME.Attualmente dobbiamo confessare apertamenteche, mentre il mondo si sta convertendoin un “villaggio”, il pericolo di progettaree di occuparci e di preoccuparci per i “nostriluoghi” è ancora troppo forte. È il tempo diampliare lo spazio della nostra tenda (cf. Is54,2), di attraversare le frontiere (cf. PdV 22),di «rendere porosi i nostri confini per permettereil flusso della intercomunione e la intercomunicazione»(PdV 22), e di passare dallacollaborazione all’interazione.Nuove forme di evangelizzazioneNon si tratta semplicemente di predicare ilVangelo. Tantomeno dobbiamo accontentarcidi predicarlo dai pulpiti delle nostre chiese,semivuote e in molti casi piene di anziani, sebbeneanche questo sia necessario. Adesso è arrivatoil momento di uscire nelle strade, nellepiazze e sulle vie calpestate dagli uomini e dalledonne di oggi, nostri fratelli, riconoscerci insiemea loro mendicanti di senso, condividendo leloro stesse domande e la ricerca del senso dellastoria, dell’esistenza e della vita (cf. Spc 6).È già suonata l’ora di lasciarci trasformaredal Vangelo (cf. PdV 5) e, in tal modo, testimoniarlo,comportandoci come se fossimouomini del secolo futuro, come dice il Celanodi san Francesco. È l’occasione di accoglierecon gioia la nostra povertà e con la nostra vocedebole ma forte del Vangelo, «situandoci nelcontesto della vita, delle necessità, delle domandee delle sfide dei nostri popoli», annunciareloro la Buona Notizia del Regno, «germedi un mondo nuovo di giustizia, di pace e difraternità [...], oggi più che mai generatore disperanza» (PdV 4). È l’ora di aprirci alle nuoveforme di evangelizzazione.Qualsiasi forma di nuova evangelizzazionedeve partire da una vita di Fraternità in cui sida il primato alla vita di preghiera e all’ascoltodella Parola, in cui si coltivano relazioni autentichee profonde. Queste nuove forme dievangelizzazione devono anche essere caratterizzateda scelte concrete nel campo della minorità:stile di vita semplice e sobrio, tradottoin scelte concrete, itineranza come dimensioneintegrante del nostro carisma, in una vulnerabilitàche si affida alla Provvidenza, condivisionedella vita con la gente, particolarmentecon i poveri e gli emarginati.E a partire dalla fraternità e dalla minoritàla prima cosa che ci viene chiesto è esseretestimoni del Vangelo, essere vangeli viventi,come lo fu Francesco nel suo tempo, a partiredalla logica del dono e della gratuità (cf.PdV 9). L’unica ragione che ci deve portaread essere portatori del dono del Vangelo è lasovrabbondanza dell’Amore sperimentato el’esperienza del Vangelo come dono che è darestituire. Ci vengono chieste anche fantasiae creatività evangeliche. La fantasia evangelicae la creatività ci suggeriranno i modi piùadeguati per restituire il Vangelo all’Europa,«come frati minori evangelizzatori con il cuorerivolto al Signore» (PdV 20).Un segno di rifondazione della nostra vita edella ricerca di nuove forme di evangelizzazioneLa Fondazione “Beato Egidio di Assisi”Su richiesta delle Fraternità di Palestrina edi Istanbul, direttamente dipendenti dal Ministrogenerale, nel tempo forte di gennaio il Definitoriogenerale ha approvato la Fondazione“Beato Egidio di Assisi”, dipendente dal Ministrogenerale. Questa Fondazione è un’Entitàinternazionale e interculturale per il dialogoe la missione, particolarmente in Europa, percui la si può considerare parte del Progetto Europa.La Fondazione non è circoscritta ad unterritorio. Gli obiettivi della Fondazione sono:--Vivere e promuovere il valore delle relazionifraterne come elemento costituivo e checaratterizza tutti gli aspetti della nostra vita:preghiera, lavoro e missione.--Lo spirito missionario, soprattutto “intergentes” in diversi paesi, cercando «camminiinediti di presenza e testimonianza» (Spc33).--Favorire il dialogo ecumenico e interreligioso.


162 AN. CXXIX – IANUARII-APRILIS <strong>2010</strong> – N. 1Lo stile di vita nelle Fraternità della Fondazionesarà progettato secondo le Costituzionigenerali in ciò che si riferisce alla preghiera,al dialogo, al lavoro manuale, allo studio, allamissione, sottolineando le scelte profetiche disemplicità e povertà.Secondo l’articolo 168 delle nostre Costituzionigenerali votato nel Capitolo di Pentecoste2009 e approvato dalla Congregazione pergli Istituti di Vita Consacrata e per le Societàdi Vita Apostolica, il Ministro generale puòincardinare nella Fondazione o accogliere perdeterminati periodi Frati delle diverse Entità,come pure accogliere candidati all’Ordine.Personalmente considero l’erezione di questaFondazione come un piccolo segno delcammino che tutti siamo chiamati a compieree come la messa in pratica, sebbene ancora ingerme, degli obiettivi del Progetto Europa: rifondazionedella nostra vita e ricerca di nuoveforme di evangelizzazione.Una proposta per continuare a camminareFaccio una proposta, già condivisa con iDefinitori generali per l’Europa, che mi sembraimportante in questo momento e che ritengosi possa realizzare con un po’ di generositàe con passione per l’evangelizzazione dei giovanieuropei. Questa proposta, che si può iscriveremolto bene tra le nuove forme di evangelizzazioneper l’Europa, almeno parzialmente,viene dalla base: da tanti fratelli che hannofatto esperienza del Cammino di Santiago eche saranno disposti a parteciparvi, come mihanno manifestato personalmente o per lettera.Presenza interprovinciale e internazionalelungo il Cammino di SantiagoIl Cammino di Santiago è oggigiorno unadelle principali piattaforme in Europa perl’evangelizzazione dei giovani e di tanti altripellegrini. Ogni anno migliaia di giovani a piedi,a cavallo, in bicicletta e con altri mezzi dilocomozione arrivano alla medievale Finisterrae:«la casa del Signor Santiago» .La nostra Provincia francescana di Santiagonove anni fa ha aperto una fraternità lungoil “Cammino di Santiago” e tre anni fa hainiziato l’accoglienza dei pellegrini nel nostroconvento di San Francesco a Santiago. Questeiniziative sono buone e, secondo me, devonoessere potenziate.Credo, senza dubbio, che i Frati minorid’Europa non possono smettere di leggere,interpretare e rispondere a partire dalla nostraspiritualità francescana quello che non esito aincludere tra i segni dei tempi in Europa. Sonochiamate in causa, innanzitutto, la Provinciafrancescana di Santiago e la CONFRES; mail resto delle Entità e delle Conferenze europeenon possono perdere questa opportunità.I giovani arrivano da tutta l’Europa. Abbiamobisogno di frati, possibilmente giovani, chesappiano accoglierli nelle diverse lingue delnostro continente.Propongo che venga costituita, in un luogoadeguato del Cammino, una presenza interprovincialee internazionale per accogliere eaccompagnare i giovani, specialmente quelliche sono alla ricerca o presentano un’inquietudinevocazionale, nel loro pellegrinaggio allatomba dell’Apostolo Giacomo. Una volta aSantiago, saranno accolti dalla struttura costituitadalla Fraternità di Santiago. Al momentoquesta presenza lungo il Cammino potrebbeessere aperta durante i mesi estivi, da giugnoa settembre.L’apertura di questa presenza presupponeuna rete di collaborazione formata dal Ministrogenerale e dal suo Definitorio, dalla Provinciafrancescana di Santiago, dalla CON-FRES e dalle Province dell’UFME.La presenza dovrebbe essere sostenuta dafratelli che chiedono di far parte di essa conil beneplacito dei loro Ministri provinciali. Larichiesta deve essere fatta al Ministro generaleche, in stretta collaborazione con un Delegatonominato “ad hoc” dalla Provincia di Santiagoper accompagnare da vicino questa presenzae con i Definitori europei, organizzerà le presenze.Invito tutte le Entità coinvolte in questaproposta a studiarla nella cornice delle nuoveforme di evangelizzazione in Europa, e a parteciparvicon qualche fratello.Chiamati per chiamare«La coltivazione delle vocazioni è un problemavitale per il futuro della fede cristianain Europa e si ripercuote sul progresso spiritualedei suoi popoli; è un passo obbligato peruna Chiesa che desidera annunciare, celebraree servire il Vangelo della speranza» (EiE 39).Queste parole sono letteralmente applicabilial nostro Ordine, specialmente in Europa,come già ho avuto modo di dire in precedentiAssemblee dell’UFME. Oggi voglio semplicementesegnalare l’urgenza di un impegnoconcreto da parte di tutti per un’adeguata pa-


AD CHRONICAM ORDINIS 163storale vocazionale. La cura pastorale dellevocazioni, a partire da una cura adeguata dellanostra vita in tutti i suoi aspetti, deve essereconsiderata come uno degli obiettivi prioritaridi questi anni in tutte le Province e Conferenzeeuropee. Ci serve più fantasia evangelica ecreatività per proporre ai giovani, con rispettoma anche con coraggio, il “vangelo della vocazione”.Dobbiamo anche dedicare più mezzie persone per l’evangelizzazione dei giovani.Non possiamo rassegnarci. «Sebbene siagrande il fascino di Francesco e Chiara di Assisisui giovani» (Giovanni Paolo ii, Messaggioal Capitolo generale 2003, n. 5); e, d’altra parte,«non è vero che la gioventù pensa soprattuttoal consumismo e al piacere... La gioventùdesidera grandi cose, desidera il bene» (Benedettoxvi, Discorso ai pellegrini tedeschi, 25aprile 2005; cf. EiE 39). Se questo è vero, eio lo credo, dobbiamo domandarci: «Cosa cimanca per una proposta vocazionale adeguataai giovani di oggi?». La migliore struttura sucui possiamo investire oggi è l’evangelizzazionedella gioventù. Da ciò dipende il nostropresente e, soprattutto, il nostro futuro.ConclusioneFratelli Ministri: il Capitolo generale ci haaffidato questo “mandato” del Progetto Europa,nel suo duplice versante: l’Europa secolarizzatacentrale e occidentale e la nostrapresenza nell’Ucraina bizantina. Oggi lo restituiscoa tutti voi con una proposta davveroconcreta nel campo della nuova evangelizzazione,una nuova presenza sul Cammino diSantiago, senza dimenticare la chiamata che civiene rivolta di rafforzare la nostra presenzanella Chiesa greco-cattolica in Ucraina.Mentre chiedo all’UFME che, in collaborazionecon il Governo generale, continui adapprofondire gli obiettivi e i mezzi per portareavanti il Progetto Europa, chiedo generosità eapertura di mente e di cuore per l’approvazionedella proposta fatta e per sostenere con personalela nuova Fondazione “Beato Egidio”.«Voi non solo avete una storia gloriosa daricordare e da raccontare, ma anche una grandestoria da costruire!». Con lucidità e audacia,puntiamo gli occhi al futuro, verso cui loSpirito ci spinge per continuare a fare grandicose (cf. VC 110).Fr. José Rodríguez Carballo, ofmMinistro generale4. Messaggio ai Frati Minori d’EuropaCarissimi fratelli,«Il Signore vi dia Pace».1. Come Ministri Provinciali dell’Unionedei Frati Minori d’Europa, ci siamo incontratiqui a Bruxelles, sede delle istituzioni europee.È stata un’esperienza gioiosa di incontro trafratelli, di lode a Dio risuonata attraverso lelingue dei nostri popoli, di dialogo e di ascoltoper conoscere le storie gli uni degli altrie condividere con gli uomini e le donne delnostro tempo «le gioie e le speranze, i sognie le angosce ». Abbiamo potuto accogliere latestimonianza dei nostri fratelli di Ucraina eBielorussia, che ci hanno parlato dello sviluppodel nostro Ordine sulla frontiera orientaledell’Europa. Abbiamo ascoltato voci qualificatedella società e delle istituzioni comunitariee raccolto il loro appello a portare i valoritipici della nostra spiritualità, per dare un’animaal cammino di costruzione della casa comuneeuropea, per offrire un modello di fraternitàe solidarietà alle relazioni tra i popoli, perumanizzare le dinamiche dell’economia, perseminare l’apertura a Dio dentro un processoche sarebbe fallimentare se si ispirasse solo aragioni politiche ed economiche.2. In un contesto europeo che vive in varimodi la secolarizzazione e il rapporto con i valoritrascendenti, noi Frati Minori desideriamoessere, come san Francesco d’Assisi, annunciatoridel vangelo, testimoni che una spiritualitàautentica può offrire un supplementod’anima e di fraternità al nostro continente,che è chiamato a riscoprire nuovamente i suoivalori comuni e le ragioni della propria unità.3. Nel mezzo dell’attuale crisi finanziariaed economica, che ha lasciato tante persone efamiglie in condizione precaria per la perditadel lavoro, della casa, dei propri risparmi, noiFrati Minori, ci impegniamo come san francescod’Assisi, a essere ancor più solidali efraterni, a servizio di quell’Europa che vuoleessere vicina alle persone e alle famiglie chesoffrono le situazioni più angoscianti.4. Il nostro continente conosce sempre piùcommistioni interculturali e coabitazioni interreligiosea volte molto delicate. Noi, Frati Minorie frati del popolo, vogliamo intensificare,come san Francesco d’Assisi, le nostre iniziativedi accoglienza dei migranti, di rispetto e didialogo per aiutare le diverse comunità locali,regionali e nazionali, a tessere legami di frater-


164 AN. CXXIX – IANUARII-APRILIS <strong>2010</strong> – N. 1nità, a servizio di una giustizia più grande e diuna vera pace.5. Sosteniamo gli impegni coraggiosi chel’Europa desidera intensificare per servire lanostra «casa comune» internazionale; pensiamoparticolarmente alle persone e ai paesideturpati da una visione utilitarista e materialista;pensiamo anche a tutti coloro che contribuisconoallo sviluppo con il loro lavoro e laloro creatività. Noi, Frati Minori, poiché crediamoche tutte le creature portano in se stessel’impronta dell’unico Creatore, vogliamo,come san Francesco d’Assisi, che il rispettoper la Creazione si estenda a tutte le creature,particolarmente le più umili e le più fragili.Desideriamo impegnarci tutti assieme per unaforma di vita più semplice e più fraterna, affinché,nella condivisione gioiosa con i più umili,dentro uno sviluppo integrale, noi possiamofavorire l’equilibrio armonioso tra la centralitàdella persona umana, uno sviluppo sostenibilee il rispetto di tutto il creato.6. Tenendo conto delle differenze presentiall’interno dei popoli e dei Paesi nei qualinoi stessi viviamo la nostra vocazione di FratiMinori, desideriamo invitare tutti voi, cari fratelliin Europa, a cooperare attivamente, conconvinzione e disponibilità personale agli impegniche insieme ci siamo dati nel corso diquesta assemblea, per cominciare a realizzarequel « Progetto Europa » che il Capitolo generale2009 ci ha affidato, nell’VIII centenariodella nascita del nostro Ordine.7. Siamo e saremo chiamati sempre piùa proporre soprattutto il segno della fraternità.Essa è la sorella minore della libertà edell’uguaglianza, l’unica capace di far sì che lalibertà diventi responsabilità per l’altro anzichéarbitrio, l’unica capace di far sì che l’uguaglianzadiventi comunione delle differenze anzichéuniformità. Se – anche grazie alla nostrapresenza e testimonianza – la fraternità sapràprendere per mano la libertà e l’uguaglianza,perchè camminino assieme, allora la nostraEuropa potrà diventare davvero, per tutti isuoi abitanti, presenti e futuri, «Domus Pacis»la Casa della Pace, e per il mondo intero «SignumPacis» il segno di come possiamo – daveri fratelli – vivere in pace.I vostri fratelli, Ministri provinciali d’Europariuniti nella IX Assemblea dell’UFMEFra Vitor MeliciasPresidente del’UFME5. Messaggio alle Istituzioni dell’Unione EuropeaBruselas, 6 de febrero de <strong>2010</strong>Excelencias,Nosotros, Ministros provinciales de los8.000 Hermanos Menores (Franciscanos) queviven y trabajan en Europa, deseamos expresarun vivo agradecimiento por la jornada de encuentrosy reflexión, dentro de las Institucionesde la Unión Europea, que hemos tenido elgrato privilegio de vivir el pasado 4 de febrero.Como Hermanos Menores, que viven enmedio de la gente y comparten los gozos ylas esperanzas, los sueños y las angustias delos hombres y mujeres de nuestro tiempo, nossentimos particularmente solidarios con todoslos que experimentan las consecuencias de laactual crisis social, de valores y económicofinanciera;nos sentimos comprometidos en lalucha contra la pobreza y en el diálogo interreligiosoe intercultural para favorecer la paz;deseamos empeñarnos en una forma de vidasimple y fraterna que proponga el equilibrioarmonioso en la centralidad de la persona humana,un desarrollo sostenible y el cuidado detoda la creación; en el respeto de las conviccionesde cada uno, deseamos compartir losvalores evangélicos que sostienen nuestra vidasituar nuestro compromiso en el mundo en elhorizonte de la transcendencia.Con este breve escrito de agradecimientodeseamos también sostener el reconocimientode las raíces cristianas de Europa, no como unelemento de contraposición, sino para facilitar,en la construcción de la identidad europea,la asunción de los elementos que cualifican denuestra historia. Deseamos, al mismo tiempo,augurar que la Unión Europea se ensanchesiempre más, hasta abarcar a los países candidatoscuyos pueblos forman parte de ella porterritorio, por cultura y porque comparten losmismos valores fundamentales.Como Hermanos Menores, deseamos contribuira la causa europea, sobre todo a travésdel valor y del signo de la fraternidad. Ellaes la «hermana menor» de la libertad y de laigualdad, la única capaz de hacer que la libertadllegue a convertirse en responsabilidad haciael otro, y la igualdad llegue a ser comuniónde las diferencias. Si la fraternidad sabrá tomarla libertad y la igualdad, para caminar juntas,entonces nuestra Europa podrá llegar a ser, deverdad, para todos sus habitantes, la casa de lapaz y, para el mundo entero, el signo de cómo


AD CHRONICAM ORDINIS 165la humanidad pueda vivir en paz.Como Hermanos Menores deseamos, finalmente,sosteneros en vuestro empeño en laconstrucción de la casa común europea, mediantenuestra oración y nuestra acción, enmedio del pueblo, y saludaros con el saludoevangélico tan querido a San Francisco deAsís: «El Señor os dé su paz».Bruselas, IX Asamblea de la Unión de FrailesMenores de Europa.6. Proposte finaliFr. Vitor MeliciasProposta 1– L’UFME, in collaborazione con la Curiagenerale, assuma l’animazione e il coordinamentodel “Progetto Europa” previsto daimandati del Documento del Capitolo generale2009 (nn. 26 e 27).– L’UFME collabori alla costituzione di unaFfraternità “temporanea” lungo il camminodi Santiago, come uno strumento di evangelizzazionefrancescana in Europa.– La Provincia di Santiago de Compostelaelabori e presenti un progetto per il Camminodi Santiago, da proporre alle Province<strong>OFM</strong> d’Europa affinché lo sostengano.Proposta 2– L’assemblea sostenga il 3° Incontro Euro-FraMe, in Polonia, e le altre iniziative dellacommissione Giovani UFME.Proposta 3– L’Assemblea assuma iniziative adatte acelebrare lo “Spirito di Assisi” secondo ilmandato n. 29 del Capitolo generale 2009,legandolo alla X Assemblea UFME del2011.– In vista del 25° anniversario dello “Spiritodi Assisi”, ogni Conferenza promuovaeventi in luoghi significativi di frattura e diriconciliazione.– Siamo favorevoli all’organizzazione di unagiornata di preghiera nello “Spirito di Assisi”,preparando anche del materiale ad hoc.Proposta 4– Chiediamo che si continui nell’impegno dicostruire relazioni con le istituzioni europeein vista di una cooperazione ed eventualepartecipazione diretta con Entità o iniziativedegli organismi dell’Unione Europea.– A tal fine chiediamo che si continui nellaricerca di un frate competente al quale saràdemandato di essere rappresentante permanentedell’UFME presso le istituzioni europeedi Bruxelles.– L’eventuale Frate rappresentante dell’UF-ME presso le istituzioni europee potrebbefar parte della Fraternità di “Notre Damedes Nations”.Proposta 5– Chiediamo che si prosegua il processo percostituire l’UFME come Associazione didiritto europeo o nazionale, con riconoscimentodella personalità giuridica, per poteroperare efficacemente presso le istituzionidell’Unione Europea.Proposta 6– In prospettiva vocazionale, proponiamoche la Fraternità di “Notre Dame des Nations”di Bruxellles sviluppi programmi diformazione missionaria, anche per giovanilaici, proponendo esperienze missionarie inluoghi francescani all’estero.Proposta 7– Siamo favorevoli alla proposta di invitaretutti i membri della Famiglia Francescanaad un pellegrinaggio francescano a Lourdes.L’assemblea affida al Consiglio permanentedi studiare le possibilità e modalitàper realizzare tale progetto.Proposta 8– Riaffermiamo le decisioni prese nell’Assembleadi Lourdes per quello che concernelo studio delle lingue.Proposta 9– Proponiamo che nell’ambito del Progettodi evangelizzazione dell’Europa si tengaconto dei bisogni delle giovani Entità dellaFondazione bizantina della Provincia diUcraina. Oltre all’aiuto di personale proponiamoche si crei un fondo economico peraiutare lo sviluppo delle Entità francescanein Ucraina.Proposta 10– Proponiamo che i Ministri e le Conferenzeinformino i Frati d’Europa sui progettidell’UFME, sensibilizzandoli in modo particolaresui progetti che coinvolgono la loroConferenza.


166 AN. CXXIX – IANUARII-APRILIS <strong>2010</strong> – N. 1Proposta 11– La prossima Assemblea UFME si terrà aFatima in Portogallo nell’ottobre 2011.4. Assembléia da Conferência brasileiraUberlândia, 01-05.03.<strong>2010</strong>A Conferência dos Frades Menores do Brasil(CFMB) esteve reunida em assembléia dodia 1° a 5 de março de <strong>2010</strong> em Uberlândia,Minas Gerais. Participaram todos os ministrosprovinciais, os custódios, os presidentesdas Fundações, os Secretários interprovinciaisde Missões/Evangelização e de Formação/Estudos. Além disso, foram convidados doisFrades ligados ao projeto missionário na Amazôniae o Ministro nacional da Ordem FranciscanaSecular (OFS) para uma participaçãoparcial. Foi reservado todo o primeiro dia parao estudo do documento do Capítulo geralde 2009, Portadores do Dom do Evangelho.Meio dia foi dedicado ao estudo da primeiraparte do documento, aquela inspiracional, e ooutro meio dia foi ocupado pelo Definidor geralFrei Nestor Inácio Schwerz para apresentaro projeto de animação do Definitório geralpara o sexênio, o subsídio do Moratorium, asdecisões do Capítulo geral cuja execução competeà Conferência e às Entidades. Após essaapresentação, houve debate e reflexão conjuntaentre os presentes. Foi enfatizado pelosministros e custódios o fator decisivo de umaboa motivação junto aos frades para a devidarecepção dessas orientações do Governo geral.Houve troca de sugestões de como isso poderáser feito, a começar pelo próprio Definitórioprovincial e custodial. Também se insistiu naimportância de fazer ver que o Moratoriumnão é um projeto separado em relação ao daanimação no sexênio. Está dentro e é um dosmomentos fortes. O Ministro geral Frei JoséCarballo havia escrito e enviado uma carta aosministros da Conferência para esta ocasião.Esta foi lida, apreciada e fotocopiada para cadaum dos presentes. Os Secretários interprovinciaisde Formação/Estudos e de Missões/Evangelização apresentaram seus respectivosrelatórios sobre atividades realizadas e aquelasplanejadas para execução em futuro próximo.O ministro nacional da OFS, Sr. AntônioBenedito de Jesus da Silva Bittencourt, veiopartilhar dados e informações sobre a presençados franciscanos seculares no Brasil, sobresua caminhada atual e seus projetos, bem comopropor formas de colaboração na formaçãoe na missão. Disse que a OFS precisa da primeiraOrdem para qualificar a formação nasdiferentes Fraternidades. E ao mesmo tempo aOFS está disposta a colaborar em projetos demissão da Família Franciscana. A presença doMinistro foi muito apreciada e houve um bommomento de diálogo.Após essas reflexões e partilhas, os ministrose custódios retomaram diversos temas emandatos para dar um encaminhamento prático:a) Amazônia: a Conferência já tem seu projetointerprovincial de presença na Amazônia,mais precisamente em Roraima, desde 1993.A Fraternidade atual está bem. O bispo localexpressa profundo reconhecimento pelo queos frades fizeram e estão fazendo na sua Diocese.O povo aprecia a presença franciscana.Atualmente se pensa em investir na animaçãovocacional e abrir possibilidade de colaboraçãocom leigos. Para o mês de setembropróximo está prevista a abertura de uma novaFraternidade interprovincial, missionáriana Amazônia, mais exatamente na periferiade Manaus, no bairro pobre de Mauazinho, amaior cidade na região. Trata-se de um gestoda Conferência pelo VIII Centenário das origensdo carisma franciscano. Além disso, outrasEntidades da Conferência tem presença naAmazônia: a Custódia das Sete Alegrias temuma Fraternidade em Querência, na Diocesedo bispo franciscano D. Leonardo Steiner. AProvíncia Santo Antônio tem presença entreos índios Tiriós, tendo recebido reforço de umfrade da Província da Imaculada de S. Paulo.A Custódia S. Benedito está toda ela inseridana Amazônia e fez ultimamente opções renovadasde presença. Na Conferência se manifestaum particular interesse pelo desenrolardo projeto integral de presença franciscana naAmazônia, conforme decisão capitular da Ordeme prioridade da UCLAF.b. Outros mandatos capitulares* Formação dos guardiães: a Conferência játem um curso para Formadores, Moderadoresda Formação Permanente, para Guardiãese outros responsáveis nas Entidades.Decidiu-se reforçar esse Curso, valorizá-lomais, orientá-lo segundo o espírito da decisãocapitular. Além disso, cada Entidadeficou de dar particular atenção à formaçãodos guardiães.* Fraternidade terapêutica para frades emdificuldades: decidiu-se fazer primeiro um


AD CHRONICAM ORDINIS 167levantamento de quantos frades em dificuldadeshá nas Entidades e com qual tipo deproblema e ver que centros terapêuticos jáexistem nas diferentes regiões do país paratais casos. Na próxima reunião isso seráretomado para ver possibilidades concretasem relação a esse tema.* Máster em Evangelização no ITF de Petrópolis:foi relida a carta enviada a propósitopelo Ministro geral e pelos Definidores pelaAmérica Latina e se assumiu o compromissode dar todo o apoio a esse projeto ede divulgá-lo mais amplamente na FamíliaFranciscana nas diferentes regiões.* Projetos de colaboração interprovincialna missão local: há um particular interesseem reforçar a presença no santuário deCanindé, Ceará, com ajudas das diferentesEntidades. Foi feito um primeiro levantamentodas necessidades e possibilidades.Cada ministro ficou responsável de levaresse tema para seus definitórios provinciaise estudar mais concretamente as possibilidadesde se envolver no projeto.* Formação dos ecônomos: decidiu-se organizarum primeiro encontro entre os ecônomosdas Entidades em âmbito de Conferênciapara ampla partilha, para entre-ajuda emvários aspectos, para algum estudo e aprofundamento.Isso ficou sob a responsabilidadedo ministro Frei Francisco Carvalho,de Belo Horizonte, que já marcou data paratal evento. Depois se poderá pensar em umsegundo momento com a possível presençado ecônomo geral da Ordem.No âmbito da Formação inicial e permanente,a Conferência, através de seu Secretariadointerprovincial de Formação, oferece: a)um itinerário formativo, chamado “Reviver odom da Vocação”, para os Frades de 25 anosde Vida Religiosa, com um roteiro de visitas alugares franciscanos na Itália e a santuários naTerra Santa; b) um itinerário formativo comexperiências missionárias para Frades de 7 a10 anos de profissão solene; c) retiros de preparaçãopara a Profissão solene dos frades deprofissão temporária; d) um Curso para Formadores,Moderadores de Formação Permanentee Guardiães.No âmbito de missões e evangelização, aConferência se compromete de modo particularpela missão na Amazônia, procurando envolveras várias Entidades, e programou umconjunto de encontros regionais e nacionaispara jovens em vista da pastoral juvenil maisativa. O Serviço de Justiça/Paz/Integridade daCriação está comprometido com o projeto integralda Amazônia e decidiu se envolver maisdiretamente na formação através do Curso emPetrópolis sobre essa temática, tornando presentesas decisões capitulares de 2009.Finalmente aconteceu um rico momento departilha entre os ministros sobre a vida internadas Entidades. Em louvor de Cristo, amém!Fr. Nestor Inacio Schwerz ofm5. Assemblea della Conferenza bolivarianaLima, Perù, 24-27.03.<strong>2010</strong>Dal 24 al 27 marzo <strong>2010</strong>, a Lima, si è svoltal’assemblea della Conferenza Bolivariana.Hanno partecipato i Ministri provinciali, i Custodied i Responsabili delle Entità per l’animazionenei settori della missione/evangelizzazione,formazione/studi, GPIC.. Il presidente,Fr. Mauro Vallejo, ha tenuto la sua relazionesulle diverse attività dell’ultimo anno con unresoconto sulle spese e la situazione economicaattuale della Conferenza. Anche i Segretariinterprovinciali per le missioni/evangelizzazione,Fr. Alirio Urbina, e per la Formazione/Studi, Fr. Daniel Castillo, hanno presentatole loro relazioni sulle attività corrispondenti.Il Ministro generale aveva inviato una letteraai ministri della Conferenza, che è stata letta,apprezzata e moltiplicata per ciascuno. Il Definitoregenerale, Fr. Nestor Inacio Schwerz,ha presentato le linee-guida del Definitorio generalesull’animazione dell’Ordine per il sessennio,il sussidio per il moratorium, i diversimandati capitolari riguardanti la Conferenza ele Entità. Nel dialogo e nella riflessione insiemesi è convenuto che è fondamentale creareuna buona motivazione nei Frati nel presentarele linee-guida di animazione e il moratorium.Non basta inviare il materiale alle Fraternitàoppure solo dare una informazione generale.Inoltre si è suggerito che è opportuno fare memoriadel camino recente di riflessione e proposte,avvenuto in America Latina nelle assembleedell’UCLAF e nei diversi Congressi,in particolare quello missionario di Cordoba,in vista di un collegamento con il documentoed i mandati del Capitolo generale 2009.Dopo aver condiviso il Seminario di Iquitossulla presenza francescana in Amazzonia, si èriflettuto, in particolare sulla necessità di crearesensibilità tra i Frati, di coinvolgere la Fa-


168 AN. CXXIX – IANUARII-APRILIS <strong>2010</strong> – N. 1miglia Francescana, i laici e di assicurare unabuona preparazione a coloro che vi prenderannoparte. Sull’agenda era prevista anche unaverifica degli Statuti peculiari dell’UCLAF.Tutti erano concordi nell’esaminare le propostedi cambiamenti suggerite dai Presidentidelle quattro Conferenze. Si è poi conclusoche verranno rivisti durante la prossima Assemblea.Un’intera giornata è stata dedicata aduna gita alle isole di Paracas, luogo ecologicoe di riproduzione di diverse specie di animali,uccelli e pesci. Il giorno successivo, attraversolavori in gruppi specifici e nelle plenarie, sonostate approvate le seguenti proposte per il camminodella Conferenza:a. Nella prossima Assemblea della Conferenza,che si terrà a Quito dal 2 al 5 marzo 2011,si farà la revisione degli Statuti della Conferenza,si riprenderà il tema dell’Amazzonia,si elaborerà un piano di azione peril triennio seguente e si faranno le elezioniper il Presidente ed per altri servizi.b. In ogni Entità si farà un processo di sensibilizzazionesul progetto Amazzonia e dal14 al 17 febbraio 2011 in Bolivia si terràun incontro sullo stesso tema, a livello diConferenza, con il coordinamento del Segretariatointerprovinciale per le Missioni el’Evangelizzazione e con la partecipazionedei Rappresentanti della Famiglia Francescanae dei laici.c. Nella Conferenza si porterà avanti, sotto ilcoordinamento del Segretario interprovincialeper l’Evangelizzazione, Fr. Alirio Urbina,il progetto di una pagina web (www.conferenciabolivarianafranciscana.org).Dal 16 al 21 agosto, a Quito (Ecuador), ilSegretariato interprovinciale per la Formazionee gli Studi coordinerà un Corso per iFormatori della Conferenza incentrato suglistessi temi del Congresso continentale per iFormatori, proposto dal SGFS per 2011. TaleCorso prevede la condivisione di ciò chesi fa nelle varie Entità riguardo a questi temie si farà un approfondimento in vista dellapreparazione del Congresso continentale.e. Per l’Assemblea della Conferenza del 2011si è suggerito anche di promuovere due incontriformativi: per i professi temporanei,con un’esperienza missionaria concretanell’Amazzonia peruviana; con gli economidelle Entità, possibilmente con la presenzadell’Economo generale.Fr. Nestor Inacio Schwerz ofm6. 750 ième anniversaire des Constitutions deNarbonne (1260-<strong>2010</strong>)Ce 10 avril <strong>2010</strong>, une session d’étudesconsacrée au 750 ième anniversaire des Constitutionsde Narbonne (1260-<strong>2010</strong>) s’est dérouléeà Narbonne (France). On y a commémoréle 750 ième anniversaire de la célébrationdu Chapitre général de Narbonne en 1260.Pendant ce Chapitre, les normes préparées auChapitre général de 1239, furent réorganiséeset complétées sous la ferme direction de saintBonaventure. Elles furent fixées dans un corpsorganique de lois qui reçurent le nom de ConstitutionesNarbonensi. Plusieurs fois mises àjour et enrichies par d’autres Statuts et Actescapitulaires, les Constitutions de Narbonne ontmarqué les diverses étapes vécues par l’Ordrefranciscain, surtout au cours des premierssiècles de sa longue histoire.Les intervenants: Fr. J. B. Auberger <strong>OFM</strong>;Fr. A. Menard <strong>OFM</strong> Cap; Fr. L. Bertazzo<strong>OFM</strong> Conv; Mgr A. Planet, évêque de Carcassonne-Narbonneet le Cardinal Préfet de laCongrégation pour les Instituts de vie consacréeet les Sociétés de Vie apostolique, FrancRodé, qui a souligné que les Constitutionssont un livre à tenir avec soi, à relire sans cesseparce que chez elles, ce n’est pas une histoiredéjà connue que l’on trouve, mais un projet devie, un appel divin, qui renaît chaque matin,et dont la pleine réalisation exige un cheminde fidélité à Dieu et aux hommes durant toutle cheminement. En effet, c’est en observantleurs Constitutions que les religieux persévèrentdans la communion avec l’Église et offrentau monde un témoignage de vie évangélique.7. Associazione Internazionale EditoriFrancescani (EFRA)Nata nel 1995 ad opera di Fr. ClarêncioNeotti e di Fr. Aristide Cabassi, l’Associazioneha come scopo di riunire le Case EditriciFrancescane sparse per il mondo, per coordinarnel’attività editoriale con scambi di conoscenzee di opere. Attualmente fanno partedell’Associazione circa 10 Case editrici francescane,quasi tutte appartenenti all’<strong>OFM</strong> (unaall’<strong>OFM</strong>conv., Ed. Messaggero di Padova).Uno Statuto regola i rapporti di collaborazione,traduzione, editoria. Lo Statuto definitivoè stato approvato dal Definitorio Generale


AD CHRONICAM ORDINIS 169il 13 marzo 2009, con decreto del Ministro generale(19 marzo 2009).Scopo principale dell’Associazione è laconoscenza reciproca, la collaborazione, loscambio di pubblicazioni e anche il sostegnofinanziario per le Case in difficoltà. Ogni dueanni ci si riunisce per l’Assemblea generaleper valutare i piani redazionali, editoriali e lepubblicazioni e per organizzare lavori comuni,da pubblicare in diverse lingue.Accanto al lavoro tipico della Casa editricea “stampo” francescano, da qualche annol’Associazione si è assunta il compito di sopperirealle lacune “culturali” purtroppo presentisu vasta scala nell’Ordine. Sono nati cosìgruppi di ricerca, sostenuti dalle Case editrici,e pubblicazioni altamente scientifiche nelcampo degli studi francescani e non (manualedi storia del “Francescanesimo”, Edizionicritiche degli Scritti di san Francesco e santaChiara ecc. e pure sussidi didattici e catechistici,traduzioni di opere di autori francescanidai più antichi ai più recenti e anche traduzionidi Bibbie ecc.).Con l’approvazione del nuovo Statuto, daparte del Governo dell’Ordine, l’EFRA vuolesollecitare l’adesione all’Associazione di tuttele Case editrici e/o Entità editoriali pertinential nostro Ordine, agli Ordini francescani,al Movimento Francescano. Invitiamo, anchetramite questo mezzo che raggiunge tutte leFraternità e tutte le Case editrici, a contattarciall’indirizzo elettronico efra@ofm.org perpoter stabilire rapporti e cominciare una collaborazioneeditoriale (Fr. Aristide Cabassi,Presidente; Fr. Miran Spelic, Segretario).8. La riscoperta della vita eremitica e la famigliafrancescana. Atti della Giornatadi studio in occasione di venticinque annidi presenza del Romitorio delle Stigmate(La Verna, 27 settembre 2008), Firenze2009 = Studi Francescani 106/2 (2009).PresentazioneDa quando nel settembre 1224 frate Francescod’Assisi salì sul monte della Verna perprepararsi alla festa di san Michele arcangelo,questo luogo è diventato sinonimo di vita contemplativaed eremitica. Non desta perciò meravigliache proprio sulla Verna si sia ritiratoBonaventura da Bagnoregio, ministro generaledei frati Minori da soli due anni, e vi abbiascritto l’Itinerarium mentis in Deum, una dellesue opere principali, in cui ispirandosi allestimmate impresse nel corpo di san Francesco,traccia un cammino di vita speculativa e spirituale.Alla Verna sorse ben presto un conventoe vicino alla cappella delle Stimmate furonocostruite delle celle abitate da frati dediti inmodo particolare alla vita eremitica. Nacquecosì il romitorio delle Stimmate.La storia di questa istituzione, proprio perla sua vicinanza al santuario della stimmatizzazionedi Francesco, ha risentito del suoinflusso, come pure di quello della Provinciatoscana dei frati Minori, di cui fa parte, edella Chiesa intera. Non sorprende pertantoche negli anni immediatamente successivi alConcilio Vaticano II anche il romitorio delleStimmate abbia attraversato momenti di crisie sia stato oggetto di vivaci discussioni circa ilsuo futuro, venendo meno un certo tipo di vitareligiosa condotta fino ad allora. Dopo diversitentativi di adattamento alle direttive del Concilio,finalmente nel 1983 la vita eremitica nelromitorio delle Stimmate entrava in una nuovafase.Trascorsi venticinque anni dall’inizio diquesta esperienza, non si è voluto passare insordina tale anniversario, anche perché nelfervore post conciliare sono sorte parecchieiniziative e forme di vita più o meno simili,ma spesso hanno avuto breve durata e non sisono consolidate. Nella preparazione del programmaper ricordare questa ricorrenza, inun primo momento si è pensato di concentrarel’attenzione sulla funzione e l’importanzadell’eremitismo nella vita di san Francesco enella storia dell’Ordine dei Minori. Immediatamenteperò ci si è accorti che questo argomentoera già stato discusso in altre occasioni,e che sarebbe stato più interessante rivisitare lastoria recente del romitorio delle Stimmate: siè così optato per questo secondo tema.Scelto l’oggetto da trattare e la prospettivad’approccio, durante la programmazione è risultatoevidente che il discorso sulla rinascitadel romitorio delle Stimmate dal 1983 in poinon poteva prescindere dalla sua contestualizzazionedel processo di aggiornamento dellavita religiosa, soprattutto francescana, avvenutodopo il Concilio Vaticano II: si tratta ormaidi una pagina di storia del francescanesimo daapprofondire, anche se si deve prendere attoche in questo ambito esistono finora soltantopochi studi pionieristici che aprono nuove pistedi riflessione e di ricerca. Certamente non


170 AN. CXXIX – IANUARII-APRILIS <strong>2010</strong> – N. 1si può sottovalutare la complessità del periodopostconciliare, né trascurare le diverse ermeneutichecon cui il Concilio è stato attuato erecepito, cioè come rottura o continuità con ilpassato, e il fatto che spesso l’invito a tornareal carisma del fondatore è divenuto un’assolutizzazionedel fondamento, con il risultato diun certo fondamentalismo che in qualche modosi avvicina a quello che gli storici definisconol’idolo o il mito delle origini. Inoltre intutto ciò un’attenzione particolare va posta allevarie nozioni di carisma e tradizione, alla dialetticaintuizione-istituzione, considerando anchecerti punti di vista emersi negli ultimi anniche tendono ad attenuare la contrapposizionetra l’aspetto carismatico e quello istituzionale.Alla luce di queste valutazioni, si è decisodi organizzare alla Verna una giornata di studiosul tema «La riscoperta della vita eremiticae la famiglia francescana» in collaborazionecon l’Istituto Francescano di Spiritualità dellaPontifica Università Antonianum di Roma.Dato il rilievo avuto dall’ecclesiologia di comunionenel periodo postconciliare, in aperturadei lavori Paolo Martinelli ha esaminato lavita eremitica in connessione con la spiritualitàdi comunione e gli stati di vita del cristiano.Successivamente Vittorina Marini ha puntualizzatola considerazione della vita eremiticadegli ordini religiosi nei documenti del magisterodal Vaticano II al 2004.Passando all’ambito propriamente francescano,Andrea Arvalli si è soffermato ad analizzarei documento postconsiliari delle famigliefrancescane relativi alla vita eremitica. Ilcampo d’indagine si è poi ristretto ad un argomentoben preciso, cioè all’eremo della Verna:Valentino Benedetto Ghiglia ha illustratoi documento e le decisioni della Provincia toscanadei frati Minori dal 1972 al 2007 riguardoa questa istituzione contemplativa, mentreEugenio Barelli ha esposto le linee teologicospiritualidei venticinque anni di esperienzaeremitica presso la cappella delle Stimmate.Nella sintesi finale, Chiara Cristina Mondonicoha cercato di comprendere la vita eremiticain relazione al carisma degli ordini francescani,soprattutto delle Clarisse.La tematica affrontata nella giornata di studioha richiesto ai relatori un lavoro di scavoarchivistico non indifferente, volto alla ricercae all’interpretazione di documenti quali decisionicapitolari, lettere dei ministri provinciali,atti definitoriali, cronache conventuali, relazionidi visite canoniche e così via.La presenza assidua e l’attenzione viva deipartecipanti, tra cui monsignor GianfrancoAgostino Gardin, segretario della Congregazioneper gli Istituti di Vita consacrata e le Societàdi Vita Apstolica, hanno evidenziato un crescenteinteresse per la storia recente del francescanesimo,anche se la documentazione reperitapresenta qualche difficoltà ermeneutica.L’incontro svoltosi alla Verna il 27 settembre2008 ha visto interagire l’esperienza deifrati che vivono nel romitorio delle Stimmatee la riflessione teologica di un centro di studicome l’Istituto Francescano di Spiritualità dellaPontificia Università Antonianum: fatto giàin se stesso eloquente, in quanto superamentodi quella spaccatura tra spiritualità e teologiadefinita da Hans Urs von Balthasar come unadelle problematiche principali della teologiacontemporanea.La lettura ponderata delle relazioni qui pubblicatenon costituisce solo un’occasione perapprofondire ulteriormente il tema della vitaeremitica e le ragioni del perdurare nel tempodel romitorio delle Stimmate, ma anche unostimolo e un metodo per studiare e capire altriaspetti della storia postconciliare del francescanesimo,quali ad esempio l’animazionevocazionale, la formazione, la relazione con ilsociale, il lavoro e la gestione dell’economia.9. Terremoto en HaitíPietro Messa, ofm1. Carta del Ministro general a los Frailes enHaitíRoma, 29 de enero de <strong>2010</strong>Prot. MG 25/<strong>2010</strong>Muy estimados hermanos:¡El Señor os dé la paz!No pudiendo visitaros personalmente enestos momentos, como hubiera sido mi deseo,he pedido a Fr. Massimo Tedoldi, Secretariogeneral para las Misiones y la Evangelización,lo haga en mi nombre. A través de él deseohaceros llegar mi abrazo fraterno y el abrazoy cercanía de todos los hermanos de la Orden.Todos los días oro por vosotros, y por vosotrosdoy gracias al Padre de las misericordias porhaberos salvado la vida y porque os está dandoun corazón lleno de compasión hacia los que


AD CHRONICAM ORDINIS 171más sufren. Sé, de hecho, que os estáis prodigandoen la asistencia a los hermanos y hermanasde ese amado país. Gracias hermanospor ser instrumentos de la compasión del BuenDios y por actualizar, de ese modo, el abrazode Francisco al leproso. Por la fe sabemos quedando de comer a los hambrientos, curando alos heridos, consolando a los tristes, socorriendoa los necesitados es a Cristo a quien damosde comer, es a Cristo a quien curamos, es aCristo a quien consolamos, es a Cristo a quiensocorremos.El Papa Juan Pablo II nos definió a los franciscanoscomo “frailes del pueblo”. Vosotrosestáis mostrando que así es: con vuestra cercaníaa los más pobres de entre los pobres, convuestra dedicación sin pausa a quienes os necesitan,y necesitan de vuestra palabra de consuelo,de vuestros cuidados fraternos y “maternos”,de vuestra sonrisa, aun cuando os sangreel corazón viendo tanta desolación, destruccióny muerte. El Ministro general se siente orgullosode hermanos así. Seguro que san Franciscotambién. Gracias por este ejemplo.Pienso, sin embargo en vosotros. Situacionescomo las que estáis viviendo pueden llevarosal stress y al agotamiento. Sé que algunosya lo estáis viviendo. “Por la caridad que esDios”, os ruego que toméis tiempo tambiénpara vosotros: tiempo para descansar, tiempopara orar, tiempo para compartir en fraternidadlas angustias y las esperanzas. La Orden osnecesita sanos, y el pueblo de Haití también.Por el amor de Dios os ruego, “besándoos lospies”, que os cuidéis.Con Fr. Massimo Tedoldi os mandamosuna muestra de solidaridad. Próximamentevisitando vuestra Provincia, yo mismo llevaréotras ayudas. Éstas son fruto de la generosidadde tantos hermanos franciscanos y tanta gentede buena voluntad que ha escuchado nuestrapetición de solidaridad y el grito de tantos desesperadosde ese amado y probado pueblo. Nolas recibáis como limosna por parte nuestra,aunque sí limosna del “gran limosnero”, comollamaba el Padre san Francisco al BondadosoSeñor. Por parte nuestra es una justa restitución,pues todo viene de Dios, y todo es de todos,particularmente de los más necesitados.Os bendigo de corazón y bendigo a toda esapoblación con la bendición del Seráfico Padresan Francisco: “El Señor os bendiga y os proteja,vuelva su mirada a vosotros y os concedasu misericordia y su paz. El Señor os bendigahermanos”.Conmigo os saludan y abrazan los hermanosdel Definitorio general, los hermanos Ministrosprovinciales y Custodios que participanen el encuentro anual de nuevos Ministrosy Custodios, los hermanos de la fraternidad dela Curia general, y, sin duda, tantos y tantoshermanos y hermanas que desde todo el mundose hacen presentes, particularmente en estosdías, con sus oraciones y sus aportacioneseconómicas. En nombre de todos ellos, vuestroMinistro y siervoFr. José Rodríguez Carballo, ofmMinistro general2. Visita del Delegato del Ministro generalead HaitiLa mia visita in Haiti, quale delegato delMinistro generale, si svolge dal 30 gennaio al7 febbraio <strong>2010</strong>. Con me vengono anche il Vicarioprovinciale e due Definitori della Provinciacentroamericana. Visito i tre conventi, tuttisituati in città.Il piccolo convento di Saint Alexandre ècome appoggiato alla chiesa. L’una e l’altrorisparmiati dal terremoto. Attorno, già da pochimetri, è la catastrofe. Le due statue dellaVergine e di san Giuseppe, dietro l’altare, sonoleggermente inclinate e guardano sbigottiteil nuovo look della chiesa: a destra, su scaffalie sedie, sta una nutrita batteria di medicinali,con uno studiolo medico improvvisato nelconfessionale a muro. A sinistra, velata datendoni di fortuna, una saletta per le visite deimalati. Al centro, un centinaio di persone attendonoil proprio turno. Fra Victor è il gransacerdote dispensiere di sacramenti naturali. Ilsuo bel faccione, incorniciato dall’abbondantepelo, ispira mitezza a chi gli si avvicina peresporgli i propri malanni, o semplicemente permostrare arti schiacciati e sanguinanti.Nei corridoi che separano la battutissimastrada antistante e il rapido corso d’acqua chedelimita gli spazi conventuali, è un via vai digente, soprattutto piccoli, che qui hanno trovatoun piatto e un nido per dormire. Nel minuscoloconvento le tende sono sparse un po’dappertutto, nel piccolo spiazzo davanti allacucina, altre sopra la scala, altre ancora sulterrazzo. Dal terrazzo guardo il disastro attorno.“La vedi la colata bianca su quella collina?– mi dice Omar – c’era un palazzo di seipiani…”. “Di là, vicino a quel torrione stava


172 AN. CXXIX – IANUARII-APRILIS <strong>2010</strong> – N. 1la casa dei Monfortani. È crollata”. Omar è ilguardiano del convento e maestro dei postulanti.È entusiasta dei suoi giovani, per comehanno reagito al terremoto. Sprizza vitalità datutti i pori, Fr. Omar. Il terremoto gli aziona unvulcano di idee: per i bambini della strada, perle famiglie senza casa, per i poveri. Vorrebbeuna casa più grande, la misura del suo abbracciogli sta stretta qui.Dopo aver visto la città, nel pomeriggio,Fr. Colombamo mi invita a visitare il chiostrodove lui ama fare la sua contemplazione quotidiana.È il chiostro della miseria: una sorta dimercato-dor mitorio, dove la gente vende unamagra mercanzia e al contempo mangia, vive edorme. Negli stes si mi nispazi, sovraffollati dibambini e di vecchi e ancor di più da nugoli disporche mosche e rivoli di li quami innominabili,perfino la luce non osa entrare e nel semibuiosembra di trovarci in un am biente irreale.Da molte parti, chi da cassoni bisunti, chi datendaggi strappati, è un invocativo con ti nuo:“Columbano…, Columba…, mon père…”.Ognuno vuol dare la mano al frate, par la re unpoco con lui; i bambini gli si stringono attorno.A tutti fra Colombano apre il suo tesoro:un sor riso incantevole, una luce che provieneda lontano, dall’alto. Qui tra i rifiuti, casa deidisperati ho vi sto la Trinità, perché ho visto lacarità: aveva il volto di fra Colombano. Stavaaccarezzando la mi se ria incarnata, quando unraggio di luce lo rendeva come un faro splendente,bello come un an ge lo.Visito le altre due fraternità. Il miracolodell’esser tutti vivi (dieci frati e undici giovaniin formazione) è vissuto come il privilegio diconsacrarsi buoni samaritani di tanti sventurati.Il convento-parrocchia di Crois-les-missionsè stato il più colpito, ma il piazzale trala chiesa senza più facciata e il convento inagibileè meta di numerosi malati che cercanoil frate infermiere Jean Louis. La media giornalieradi malati visitati è oltre la cinquantina.Da parte sua, il parroco ascolta, consola. Fr.Dempsey, oltre che pastore di questa parrocchia,è anche il Presidente della Fondazione diHaiti, nata alcuni anni fa in dipendenza dallaProvincia Centroamericana.Il terzo convento è Lilavois, l’unico ad averresistito alla violenza viscerale del terremoto.Situata in un luogo pianeggiante, attorniatadalla vegetazione tropicale con abbondantifiori e frutti, questa casa serve da logistica. Quigiungono i camion partiti da Santo Domingo,con cibo e medicine. Da qui si organizza la distribuzione.Questo lavoro è garantito dai giovaniin formazione che hanno qui la loro sede.Mentre lascio questa città, cimitero pieno divita, guardo la cattedrale. Le due pareti sembranobraccia mutilate e denudate che s’innalzanoverso il cielo azzurro, in preghiera.Attorno è l’andirivieni dei volontari, angeliche annunziano il Cristo risorto. Vedo fremitidi speranza, germogli di risurrezione. Parto,mentre tengo stretto il piede dell’Immacolata,già abitatrice gloriosa della Cattedrale distrutta,e con questa frantumata. Ho deciso diportarla con me, come terremotata Madonnapellegrina, ora umile questuante per i suoi figlihaitiani.Fr. Massimo Tedolti3. Carta a los Hermanos de toda la OrdenHaití, 7 de febrero de <strong>2010</strong>Queridos hermanos de toda la Orden:Mientras dejamos Haití, queremos participarlesnuestros sentimientos, lo que hemos vistoy vivido en estos días:- Agradecemos al Señor, al que hemosencontrado vivo entre la mortandadde Puerto Príncipe. Está vivo en lossobrevivientes, en los heridos y enfermos,en tantísimos pobres. Es la vida de losdifuntos. Junto a las fosas comunes hemosido a rezar; allí llevamos la oración deustedes, como también llevamos su afectoy solidaridad a los vivos.- Agradecemos a los hermanos que viven enlas tres Fraternidades de Puerto Príncipe.Nuestro corazón está lleno de alegríay admiración por haber constatado concuanta pasión viven ellos el amor fraterno:las iglesias y conventos son dispensariospara los enfermos, comedores para los quetienen hambre, dormitorios para quienesperdieron la casa. Ellos caminan por lossenderos de la destrucción y de la miseriapara buscar a los cristos pobres y ayudarlesa no perder la esperanza en el Dios de lavida. El pueblo haitiano que lleva innata lafuerza de la supervivencia, confía muchoen la ayuda de los frailes.- También les agradecemos a ustedes,queridos hermanos de toda la Orden, porla cercanía que han mostrado al pueblo


AD CHRONICAM ORDINIS 173haitiano. Aquí, de parte de ustedes, hemosabierto las manos para ellos; ahora lasabrimos para ustedes, ofreciéndoles lagratitud de los hermanos y de la gente deHaití. Agradecemos a los hermanos deSanto Domingo que preparan los camionescon el alimento y el material sanitario parallevar a la vecina Haití. En Santo Domingo,de hecho, abrimos la cuenta para que todoel dinero reunido hasta hoy sea destinadopara la supervivencia de la gente.Deseamos mantenerles informados sobre la situaciónde los hermanos, incluso en el aspectoeconómico.Continuemos orando por el pueblo y los hermanosde Haití.GraciasFr. Massimo Tedoldi ofmSegretario general para las Misionesy la EvangelizaciónDelegado por el Ministro generalFr. Edwin Alvarado SeguraVicario provincialProvincia N.S. de Guadalupe(Centro América y Panama)Fr. Luis Enrique SaldañaDefinidor provincialFr. Sergio Fallas MoraDefinidor provincial10. Terremoto en Chile1. Carta del Ministro General a los Hermanosde la Provincia de la Santísima Trinidad deChileRoma, 1 de marzo de <strong>2010</strong>Prot. MG 62/10Queridos hermanos:¡El Señor os dé la paz!Con profunda consternación sigo las noticiasque llegan de ese amado País, después delterrible terremoto que asoló a vuestra tierra.Las imágenes son de desolación y muerte. Unodifícilmente da crédito a lo que se puede ver.Antes mismo de viajar a Ucrania para visitara los hermanos de aquel País, deseo, con estasletras, manifestaros mi cercanía y mi profundasolidaridad, cercanía y solidaridad que sontambién la de los hermanos de toda la Orden.Por una conversación telefónica que hemantenido con el Guardián de vuestra Curiaprovincial he sabido que todos los hermanosestáis bien. Me alegro mucho de ello y no cesode dar gracias al Señor de la vida por esa buenanoticia. Pero todo eso no puede hacernos olvidarel dolor de tantos hermanos y hermanasque perdieron sus seres queridos y sus bienes,y que están traumatizados por lo que han vivido.Estoy muy unido a todos ellos, particularmentea los que han perdido a sus seres queridos.Hacedles llegar mi cercanía fraterna y lacercanía de toda la Orden.Hermanos: este es un momento de graciapara poder manifestar lo que somos: frailes delpueblo. Continuad al lado de vuestro/nuestropueblo. Ese pueblo que tanto os/nos ama y os/nos quiere por ser franciscanos. Estad cercanos,sobre todo, a los más pobres, a los másprobados por el sufrimiento. Ellos están al ladonuestro en todo momento. Nosotros, quesiempre hemos estado al lado del pueblo deChile no podemos menos de intensificar esacercanía en estos momentos.Contad con mi oración y mi afecto de hermano.Os bendice en el Seráfico PadreFr. José Rodríguez Carballo, ofmMinistro general <strong>OFM</strong>_____________________Ministro provincial y Hermanos de la ProvinciaProvincia de la Santísima TrinidadCHILE2. Carta del Ministro provincialMuy queridos Hermanos:les agradezco muy sinceramente por sucom-pasión con el pueblo de Chile y nosotros.Conforta realmente el sentir fraterno de Uds.Así nos sentimos hermanos. Bueno: no tengoque añadir datos sobre el espantoso sufrimientode tantos hermanos y hermanas chilenosque lloran sus muertos, que perdieron absolutamentetodo y ahora necesitan agua, comida,techo. En algunas lugares los vecinos se ayudancon ejemplar solidaridad. Una vergüenzanos produce el saqueo, vergüenza que ponemás humildes a los que nos creímos un paísmuy civilizado. Bueno: todos los hermanos,después del susto, estamos bien. Algunos sedesanimaron un poco al ver los destrozos desu querido templo y sienten la angustia e im-


174 AN. CXXIX – IANUARII-APRILIS <strong>2010</strong> – N. 1potencia del no saber “y ahora, ¿qué?” Las casasde Santiago se llenaron de polvo al caer elestuco de los muros y grietas en las esquinasde las piezas, sobre todo Alameda y Capillade Ossa, La Casa de Angol estaría inhabitable,En El Totoral el muro exterior de la cocina ycomedor podría caerse hacia fuera. Los templosde Limache, San Antonio (Santiago), Parral,Chillán y Angol están muy dañados. Hastaalgunos piensan que habría que demoler a dos.Nuestro antiguo templo de San Francisco de laAlameda estaba lleno de polvo por el estucoque se desprendió y pedazos de cornisas de yesocomo por la tierra que al parecer se acumulóen el entretecho y ahora encontró un escapeen la parte entre el cielo y el muro; tambiénse cayó una lápida de mármol. En Concepciónla casa es de construcción firme y el temploun hangar revestido, al parecer no hubo mayordaño. Mañana iré a ver a todos los hermanosafectados del sur. Lo curioso (siempre pasancosas curiosas en estas situaciones) es que enValparaíso no pasó nada de consideración ni ala torre (que estaba en eminente peligro de caersin temblor) ni a la casa. Les agradezco, hermanos,por su fraterna preocupación, sigamosrogando por los que perdieron algún familiar ytodos los que están sufriendo. Paz y Bien.3. Efectos del terremotoFr. RogelioMinistro Prov. ChileTodos los hermanos están bien físicamente.En cuanto al estado de las casas y templos, comoalgo preliminar podemos informar cuantosigue:Limache: El templo tiene daños de consideraciónen su estructura y es probable quetenga que ser demolido por el peligro dederrumbe debido a las réplicas. La casa nosufrió mucho.Valparaíso: Los daños en el pórtico de entraday en la torre son los mismos que se detectaronantes del terremoto y necesitan, de todasmaneras, una intervención urgente.San Francisco de Alameda (Santiago) El conventoquedó con algunas fisuras importantespor la caída de estuco en las habitacionesde los hermanos. El templo resistióbien; sin embargo, hay algunas grietas ypor precaución no se está ocupando por elmomento en espera de un estudio sobre suestructura.Recoleta Franciscana (Santiago): Tal vez fueuna de las casas que menos sufrió los embatesde la naturaleza. En el templo cayeronalgunos trozos de los adornos de los arcospero sin mayores consecuencias.Patronato de San Antonio de Padua (Santiago):El templo presenta serios daños estructuralespor lo cual no es posible, por seguridad,hacer uso de él. La casa pastoral tambiénpresenta serios daños estructurales enla escalera principal y en el segundo piso.Casa de Formación San Felipe de Jesús (Santiago:En el templo hubo desprendimientode algunas planchas del cielo raso pero sinmayores consecuencias.La casa, sufrió dañosen los estucos del primer y segundo pisoy algunas grietas de cuidado.La Cisterna (Santiago): No hubo daños deconsideración.San Francisco de Mostazal: El templo presentaalgunas grietas de cuidado. En la casa delos hermanos hay algunos daños estructuralesy una buena parte del muro perimetralque rodea la parroquia y la Casa de Ejerciciosse derrumbó.Parral: La torre del templo tiene fisuras serias; seperdió la mayoría de las imágenes y se descolgaronalgunos focos de luz. En la casa callóuna pandereta que hace de cerco y perdierontoda la loza y algunos electrodomésticos.Chillán: El templo presenta un daño estructuralmuy severo y habrá que estudiar su posibledemolición. La parte antigua de la casatambién sufrió daños de consideración.Concepción: Hubo grandes daños materialessobre todo en el templo y capillas. La casade los hermanos resistió bien.Angol: Tanto el la iglesia como la casa de loshermanos resultaron con mucho daño estructural,según la opinión técnica, la casatiene que ser demolida.Temuco: El templo se encuentra con grietasen algunas de sus paredes interiores, campanarioy cúpula. Además se rompieron variasimágenes.11. <strong>OFM</strong>, un progetto per il prossimo sessennioRIPARTIRE DAL VANGELOUn “Progetto” distribuito in se anni per«accendere nell’Ordine un fuoco nuovo einiettare linfa nuova»: un fuoco che «può ve-


AD CHRONICAM ORDINIS 175nire solo da un ritorno al Vangelo». È giunto iltempo in cui occorrono “strategie di futuro”,in cui bisogna pensare al futuro, preparandolocon lucidità e audacia.L’imperativo che i frati minori si sono dati,una volta terminate le celebrazioni dell’VIIIcentenario della fondazione dell’Ordine, è Ripartiredal Vangelo¸così come dal Vangelo erapartito san Francesco. Lo scrive fr. José RodríguezCarballo, ministro generale, presentandole linee guida di animazione per il prossimosessennio <strong>2010</strong>-2015. Sono linee definiteall’interno di un “Progetto” suddiviso in trefasi biennali ben caratterizzati e così ripartito:vivere il dono del Vangelo (<strong>2010</strong>-2011); restituireil dono del Vangelo (2012-2013), rifondarele nostre presenze (2014-2015). Ognunodi questi momenti si muove attorno ai seguentinuclei principali: il Vangelo come punto dipartenza; la nostra missione evangelizzatrice,in dialogo con il mondo; rifondare e rinnovarele nostre strutture.Il punto da cui tutto prende luce e forza èquindi il Vangelo, con lo sguardo rivolto alfuturo. Per realizzare il Progetto occorronopertanto “strategie di futuro”. Bisogna, sottolineafr. Carballo, «accendere un fuoco nuovoe iniettare linfa nuova». E questo fuoco nuovo«può venire solo da un ritorno al Vangelo».Pertanto Perciò «non basta determinare unaserie di strategie orientate a configurare un futuroancora incerto. Tutto questo potrebbe esserepericoloso se ci portasse a pensare che ilrinnovamento o la rifondazione profonda dellanostra vita e missione è un compito e non unamaniera di vivere. È evidente che dobbiamopensare al futuro e prepararlo con lucidità e audacia».Non è sufficiente nemmeno «una meradichiarazione di buone intenzioni». Si trattapiuttosto di accogliere «la sfida di essere e agirecome persone evangeliche… di accogliere ilmessaggio di Gesù nella sua totalità, e fare diGesù la ragione di ciò che siamo e facciamo».In altre parole, «se veramente vogliamo esseresignificativi e rivitalizzare il nostro carisma, èdi ricominciare dal Vangelo e lasciarci “abitare”da esso. Solo così potremo garantire ilfuturo verso il quale ci spinge lo Spirito».Testimoni autentici del VangeloEssere “abitati” dal Vangelo è la condizioneper diventare testimoni autentici di Gesù:«Non si tratta infatti semplicemente di predicareil Vangelo, ma di essere testimoni di Gesù».Il cammino da percorrere, scrive fr. Carballo,comporta tre tappe: accogliere il Vangelo comeBuona Notizia, lasciare che il Vangelo cambi lanostra vita, come cambiò quella di Francesco, eandare per il mondo, in fraternità e minorità conil cuore rivolto al Signore, restituendo, con latestimonianza della vita e l’annuncio esplicito,il dono ricevuto del Vangelo. Nessuna di questetappe può essere ignorata.Tale testimonianza «comporta una profondaesperienza di Dio». Per questa ragione il capitolodella Pentecoste del 2009 aveva raccomandato:«l’evangelizzazione sia sostenuta dauna forte esperienza di Dio». Infatti, osservafr. Carballo, «non si può annunciare la Parolasenza un incontro reale con essa. Non si puòevangelizzare senza un incontro personale conCristo e il suo Vangelo. Il missionario, l’evangelizzatoredeve essere, come Paolo, una personaraggiunta, trasformata e motivata per ilCristo e per il Vangelo».Ma come e dove testimoniare e restituire ilVangelo? «in comunione - risponde fra Carballo- con gli uomini e le donne del nostrotempo, in atteggiamento di dare e ricevere,incarnando il messaggio sempre nuovo delVangelo nei diversi contesti in cui viviamo,adeguando il nostro linguaggio ai codici comunicatividel mondo, per rendere intelligibileil messaggio evangelico a quanti ci ascoltano,a partire dalla logica del dono, con fantasia ecreatività, e attraversando le frontiere per andareincontro all’altro, pur nella sua diversità».Purtroppo, osserva, c’è una distanza chesolitamente esiste tra ciò che diciamo o predichiamoe la nostra vita reale. Ma «non possiamocontinuare costatando semplicementeil fatto. È ora di testimoniare il Vangelo, dauna profonda esperienza di fede, in fraternitàe minorità, e inseriti nella realtà. È ora di metterciin movimento, di attraversare le frontiereantropologiche e geografiche, di percorrere icammini del mondo, essendo meno campanilisti,meno provincialisti. Il mondo ha piùbisogno che mai del Vangelo. Non possiamodefraudarlo! È ora di partire!».Il mondo è il nostro chiostroIl “Progetto” di questo sessennio delineachiaramente il campo della missione dei fratiminori: «è la missione ad gentes, espressionepiena della missione inter gentes, che mette insingolare evidenza il momento iniziale della


176 AN. CXXIX – IANUARII-APRILIS <strong>2010</strong> – N. 1fede, e alla quale l’Ordine non può rinunciare,poiché in essa si gioca la fedeltà a una delle suecaratteristiche fondanti… unendo le caratteristichedella missione inter gentes e della missionead gentes, leggendo i segni dei luoghi, ea partire dalla nostra condizione di minori tra iminori della terra, a qualsiasi altro luogo dobbiamopreferire di abitare le frontiere, lasciandocisedurre dai chiostri dimenticati e inumani.Per questo il documento del capitolo 2009 ci invitaa decentrarci e ad essere meno autoreferenziali.S’impone che allarghiamo lo spazio dellenostre tende (cf. Is 54,2) dell’immobilismo edello stallo che minacciano di paralizzare il nostrodinamismo evangelizzatore».«Ripetiamo con un certo orgoglio, scrivefra Carballo, che Il mondo è il nostro chiostro.Tuttavia, se vogliamo che sia una piattaformavalida per restituire il dono del Vangelo dobbiamoamarlo, sentire simpatia ed entrare indialogo con esso, gettando uno sguardo positivosui contesti e sulle culture in cui siamoimmersi, scoprendovi le inedite opportunità digrazia che il Signore ci offre. La cultura secolarizzatanon deve essere vista solo come unaminaccia, ma anche come una nuova e affascinanteopportunità per annunciare il Vangelo,come una sfida teologica e pastorale. Il mondocosì non è solo un campo di battaglia, masoprattutto un luogo preparato per seminare ilbuon seme. Non possiamo evangelizzare ciòche non amiamo. Perché non assumere la secolarizzazionecome uno dei segni dei tempida leggere e interpretare alla luce del Vangelo?Il nostro è il tempo che Dio ci offre per annunciarela Buona Notizia. Il frate minore non puòrinunciare a proporre, con la vita e con la parola,la forza liberatrice del Vangelo. È possibileindividuare, tra le realtà negative e di crisi, isogni emergenti degli uomini e delle donneper aprire canali nella loro vita e anticipare ilRegno proclamato e vissuto da Gesù».Ma «essere missionario nel mondo significa,anche, dialogare con la cultura del frammento,rivedere il linguaggio che utilizziamo,andare fino alla periferia e aprirsi ai nuoviaeropaghi. Questo è il senso profondo del ridimensionamentodel quale parliamo tanto.Questo non consiste solo nel chiudere le presenzee le opere. A volte non c’è che da chiudereper aprirci a questi nuovi aeropaghi».Ma, osserva, «bisogna sempre tenere presenteche la Fraternità è la prima forma di evangelizzazione.Pertanto bisogna essere consapevoli«che nessun progetto di evangelizzazione èiniziativa o patrimonio personale di nessuno: èsempre la Fraternità che evangelizza». Di conseguenza,«si rende urgente la creazione di Fraternitàprofetiche, di Fraternità segno».Una sosta per discernereTutto ciò, come aveva esortato anche il capitolodel 2006, invita «a entrare in un processocostante di discernimento, rivedere seriamentela nostra missione e osare di sperimentarecammini inediti di presenza e testimonianza».Bisognerà chiedersi «dove siamo, verso doveandiamo, verso dove ci spinge lo Spirito e versodove vogliamo andare».La risposta a queste domande comporterànecessariamente un “ridimensionamento”:«processo doloroso, certamente - sottolineafra Carballo - ma che può essere vissuto comeun momento di grazia pasquale per tentaredi ridarci un significato in una maniera profetica».Richiede «un conversione profonda alVangelo e alla forma di vita che abbiamo abbracciatocon la professione: Solo così potremoinventare strutture adeguate alle situazioniattuali, che da una fedeltà dinamica alle originici permettano di essere provocatori, di porreinterrogativi agli uomini e alle donne di oggi,e fare una proposta vocazionale convincente».Certamente, «molte strutture dovranno morire,però ciò che non possiamo permettere èche muoia il carisma, anzi di più, dobbiamorivitalizzarlo. Questa è la nostra responsabilitànel momento attuale, ad esso tende precisamenteil ridimensionamento».Fra Carballo, prima di passare a presentarele varie fasi del “Progetto”, l’itinerario dacompiere e le indicazioni metodologiche datenere presenti conclude: «Chiamati a ravvivarein noi l’impulso delle origini, lasciamociimpregnare dal Vangelo e saremo trasformatiin uomini nuovi, liberi, evangelici, autenticiservi della Parola nell’impegno dell’evangelizzazione.In continuità con l’esperienza diFrancesco anche oggi noi accogliamo e conserviamonel cuore il Vangelo, perché sia semprelampada per i nostri passi, luce sul nostrocammino (cf. Sal 118, 105), in modo tale chele nostre opzioni concrete rispondano alle esigenzedel Vangelo che abbiamo promesso diosservare fedelmente».Antonio Dall’Osto[Testimoni, n. 6 (<strong>2010</strong>) pp. 10-12]


AD CHRONICAM ORDINIS 17712. Notitiæ particulares– Il Santo Padre Benedetto XVI ha accettatola rinuncia al governo pastorale della prelaturadi Jesús María (Messico), presentatada S.E. Mons. José Antonio Pérez Sánchez,<strong>OFM</strong>, in conformità al can. 401 § 2 del Codicedi Diritto Canonico.[L’Osservatore Romano, 28 febbraio <strong>2010</strong>]– Fr. José de Jesús González Hernández,<strong>OFM</strong>, è stato nominato da Benedetto XVIVescovo Prelato di Jesús María (Messico),finora Rettore e Parroco della chiesa Cattedraledi Inhambane (Mozambico).[L’Osservatore Romano, 28 febbraio <strong>2010</strong>]Breve nota biograficaFr. José de Jesús González Hernández ènato il 25 dicembre 1964 a Etzatlán, Stato diJalisco. Dopo gli studi primari e secondari eil Postulandato Francescano nella Provincia di“San Francisco e Santiago”, ha emesso la professionetemporanea il 15 agosto 1987. Dopoaver studiato filosofia a Zapopan e teologia nelSeminario Internazionale Francescano di Gerusalemme,ha emesso la professione solenneil 18 ottobre 1992 ed è stato ordinato sacerdoteil 24 giugno 1994 a Gerusalemme.Dal 1994 al 1997 è stato Parroco della Missionedi Huazamota nello Stato di Durango;dal 1997 al 2000, Guardiano e Parroco dellaMissione “Santa María, nello Stato di Jalisco,dove è stato Direttore del Collegio per fanciulliindigeni.Dal 2000 al 2005 è vissuto all’estero: inTerra Santa, come confessore e guida dei pellegrinidurante l’Anno Giubilare del 2000;in Svezia, per un triennio, come Guardiano eParroco della Missione Cattolica per i fedeliispanici; a Bruxelles (Belgio) nella Fraternità“Notre Dame des Nations” per prepararsi allamissione in Africa. Dal 2006 ad oggi: in Mozambico,come Rettore e Parroco della ChiesaCattedrale di Inhambane.


BIBLIOGRAPHIALibri– Bracci Silvano, Camilla Battista da Varanoprincipessa clarissa e santa, EditriceVELAR, Gorle (Bergamo) <strong>2010</strong>, pp. 48– Buffon Giuseppe, Protagonisti della storia.Con san Francesco per andare, incontrare,edificare e testimoniare, Edizioni Porziuncola,Cento Culturale Aracoeli, S. Mariadegli Angeli-Assisi 2009, pp. 48.– Cacciotti Alvaro-Melli Maria (a cura di),La grazia del lavoro. Atti del VII Convegnostorico di Greccio, Greccio, 8-9 maggio2009, Edizioni Biblioteca Francescana,Milano <strong>2010</strong>, pp. 198.– Dalarun Jacques (sous la direction de),François d’Assise. Écrits, Vies, témoignages.Édition du VIII Centenaire, Éditionsfranciscaines et Éditions du Cerf, Paris<strong>2010</strong>, pp. 3418.– D’Angelo Giacinto (a cura di), Bio-Bibliografiedei Frati (1942-<strong>2010</strong>), TipografiaBoccia, Nocera Superiore <strong>2010</strong>, pp. 207.– Durrer Marcel, Chemin de Résurrection.Prédelle au Chemin de Croix, Éditionsfranciscaines, Paris <strong>2010</strong>, pp. 95.– Guida Marco, Una leggenda in cerca diautore: la Vita di santa Chiara d’Assisi.Studio delle fonti e sinossi intertestuale,prefazione di Jacques Dalarun (SubsidiaHagiographica, 60), Ed. Société des Bollandistes,Bruxelles <strong>2010</strong>.– Mandolini Giancarlo, Padre Alfredo BertaMorganti frate minore e sacerdote per laChiesa e nella Chiesa. Nel centenario dellasua ordinazione sacerdotale, FalconaraMarittima 2009, pp. 45.– Mandolini Giancarlo, In cammino da 50anni. Storia e vita della comunità 1960-<strong>2010</strong>. Parrocchia San Francesco d’Assisi-Jesi,Stamperia Annesio Nobili, Pesaro<strong>2010</strong>, pp. 102.– Ramón Rovegno Juan, La Casa de FrayPedro de Bardeci. El Convento de SanFrancisco - Santiago de Chile. Ensayo cronológico1554-2004, J.M. Impresor, Santiago2009, pp. 130– Ris Gerard, De zegen van Aäron, Een woordvoor onderweg, Valkhof Pers, Nijmegen2009, 80 pagina’s.– Schneider Herbert (Hrsg.), Einzigkeit undLiebe nach Johannes Duns Scotus. Beiträgeauf der Tagung der Johannes-Duns-Skotus-Akademievom 5.-8. November 2008in Köln zum 700. Todestag von JohannesDuns Scotus, B. Kühlen Verlag, Mönchengladbach2009, pp. 238.– Segreteria Unione Conferenze MinistriProvinciali Francescani d’Italia (a curadi), Ottocento anni fa. Capitolo Internazionaledelle Stuoie. Assisi-Roma, 15-18aprile 2009, NCT Global Media Editore,Graphic Masters snc, stampato “pro manuscripto”-edizione fuori commercio, Perugia2009, pp. 237.– Sonzogni Vito, Giordania. Terrasanta dimeditazione. Progetto del Parco del Battesimo,Corponove Editrice, Bergamo 2009,pp. 213.– Verheij Sigismund, Naar het land van delevenden. Regel van Franciscus van Assisivoor de minderbroeders, Valkhof Pers, Nijmegen2007, 206 pagina’s.– Verheij Sigismund, “Ins Land der Lebenden”.Die Regel des Franziskus von Assisifür die Minderbrüder, Fachstelle FranziskanischeForschung, Münster 2009, pp.192.


NECROLOGIA1. Mons. José Antonio Peteiro Freire <strong>OFM</strong>Mezonzo, Spagna, 20.07.1936Noia, Spagna, 25.03.<strong>2010</strong>El pasado día 25 de marzo, fiesta de laAnunciación del Señor, falleció en el conventofranciscano de Noya, en la provincia deCoruña (España) Mons. José Antonio PeteiroFreire, Arzobispo emérito de esta Iglesia deTánger (Marruecos), miembro de la Provinciade Santiago (España).Datos biográficosJosé Antonio Peteiro Freire nació en Mezonzo,parroquia de la archidiócesis de Santiago,en el municipio de Vilasantar, provincia deCoruña, el 20 de julio de 1936.Ingresó en el Seminario franciscano deHerbón en 1949. Vistió el hábito franciscanoel 20 de agosto de 1954. Hizo el noviciado enel convento de San Francisco de Santiago. Allíemitió la profesión simple el 21 de agosto de1955. Estudió Filosofía en el convento de SanDiego de Canedo, en Ponteareas (dos cursos),y en el convento de Santiago (un curso). EstudióTeología en la Universidad Pontificia deSalamanca, donde se licenció en 1962. En esemismo año, el 5 de agosto, recibió la ordenaciónsacerdotal.Desde 1962 a 1964 estudió Pedagogía enRoma. Desde 1964 a 1966 amplió sus estudiosde Teología en Munich (Alemania). En 1967,en Lyon (Francia), presentó y defendió la tesisdoctoral.Desde 1967 fue profesor de Teología Dogmática,primero en el Estudio Franciscano deSantiago, y, desde 1969 a 1983, en el Centrode Estudios de la Iglesia en la misma ciudad,hoy Instituto Teológico Compostelano. Allíenseñó Teología Dogmática e Historia de laSalvación. Durante varios años enseñó Deontologíamédica en la Facultad de Medicina dela Universidad Compostelana.En 1971, fundó, junto con otros religiososde la fraternidad franciscana de Santiago, elCentro Cultural Juan XXIII, obra de promociónsocial, y un Albergue para transeúntes.En ese mismo año fue nombrado miembrodel Presbiterio de la Diócesis de Santiago, enrepresentación de los religiosos de la zona deSantiago.Fue uno de los promotores del ConcilioPastoral de Galicia, que se celebró de 1973 a1979. Durante los trabajos de este Concilio Fr.Antonio Peteiro fue miembro de la ComisiónCoordinadora, en representación de los religiosos.Fue Presidente de la Unión Diocesana deReligiosos y Representante de los religiososen el Consejo Presbiteral de Santiago.Participó en el V Congreso FranciscanoHispano-Portugués de Lectores y Educadores,celebrado en Valencia del 27 al 30 de diciembrede 1974, con motivo del VII Centenario dela muerte de San Buenaventura. Allí presentóuna ponencia sobre Los religiosos en la Iglesiasegún San Buenaventura.Del 21 al 31 de marzo de 1976, en preparaciónpara la Pascua, tuvo las ConferenciasCuaresmales en distintas parroquias de la Archidiócesisde Tánger.En 1978 fue nombrado redactor de la revistaVerdad y Vida.Del 11 al 13 de octubre de 1980 participócomo ponente en la Asamblea de Obispos ySuperiores Mayores religiosos de Galicia, quese celebró en el monasterio de Poyo.En 1981 fue nombrado Asistente provincialde la Orden Franciscana Seglar, cargo que desempeñóhasta 1983.Fue ordenado Obispo el 24 de septiembrede 1983.Publicaciones– El Superior Religioso según San Buenaventura,Liceo Franciscano (1962).– Integración de los religiosos en la pastoralen Galicia, Liceo Franciscano 76-77 (1973)– Los religiosos en la evangelización de Galicia.Situación actual y pautas para el futuro,Confer 14 (1975) 709-736.– Pecado y hombre actual (Estella 1973).– Los religiosos en la Iglesia según San Buenaventura,Verdad y Vida 32 (1974) 479-507.– Fallos y problemas de la Iglesia en Galicia,Liceo Franciscano 27 (1975) 3-68.– La vida en penitencia según San Francisco


182 AN. CXXIX – IANUARII-APRILIS <strong>2010</strong> – N. 1de Asís, Verdad y Vida 41 (1983) 365-392.– Cristianos y musulmanes, testigos del únicoDios, Secretariado de la Comisión Episcopalde Relaciones Interconfesionales,enero-abril, 1983, 24-31.– El diálogo islamo-cristiano veinte años despuésdel Vaticano II, Renovación Ecuménica18 (1986) 18-21.El almaLo que trajo a Marruecos el Arzobispo JoséAntonio Peteiro Freire fue su alma de creyentey franciscano.El Espíritu de Jesús lo animó, lo guió e hizode él un hombre de Dios y de los hombres, unhombre de corazón abierto y rodillas dobladasante el Señor y ante los pobres, un luchadorincansable, tenaz hasta la terquedad en la tareade buscar cobijo para los sin techo, pan paraal hambriento, e impulso carismático para loscansinos andares de las instituciones a las quetambién él pertenecía. Nadie le temió, muchoslo ignoraron, algunos lo menospreciaron, a todosofreció lo que tenía: propuestas de accióninspiradas por la fe, el buen testimonio de suvida, solidaridad y colaboración con todos,apego al evangelio de Jesús, amor a los pobres,amor a la Iglesia.Ni en Santiago ni en Tánger he encontradonada que lleve su nombre, salvo ahora unasala, sólo una humilde sala, en el Albergue detranseúntes que él fundó en el convento compostelanode San Francisco.Pero ese nombre, Antonio, lo oímos todavíahoy, aquí en Tánger, pronunciado y deformadoen boca de los pobres, que preguntan poralguien que se ocupó de ellos, los cuidó hastadonde supo y pudo llegar, los amó, y dejó ala Iglesia de Tánger en herencia maravillosadiversas instituciones nacidas para atender alos necesitados.No llevan su nombre, pero llevan dentro sualma, la Asociación Lerchundi, la FundaciónLerchundi, los Centros Culturales Lerchundi,el Hogar Lerchundi, el Centro para Niños DiscapacitadosCENDIS, la escuela para sordomudosEFFETAH.Intuyó que los grandes enemigos del mundoislámico y del mundo cristiano eran los integristas,los fundamentalistas, los amigos delodio, de la violencia, del fanatismo, y luchócon todas sus fuerzas por el entendimiento entretodos, el diálogo con todos, la aceptaciónde todos, el abrazo a todos.Este hombre, como hombre de Dios queera, desentonaba en todas partes. Éste era unprofeta de verdad, y continuó siendo profetacuando la enfermedad lo postró en el más absolutosilencio: silencio de Dios, silencio delhombre, silencio que era para todos admonicióny vocación, silencio que anticipaba dolorosamenteel que la Iglesia entera está viviendoen una penosa y luminosa noche oscura;silencio elocuente, pues, ausentes las palabras,sólo hablan las vidas, las vidas entregadas delos siervos de Dios, las vidas de los testigosde Jesús –eso que nuestro hermano Antoniofue, un testigo de Jesús-, las vidas de quienesacogieron el evangelio de la gracia, hombresy mujeres que siguen de cerca a Cristo pobrey crucificado, lejos de verbos autosuficientes,soberbias teológicas, clamores interesados,mentiras existenciales, ideologías venenosas,idolatrías tranquilizadoras.Su IglesiaEsta Iglesia, a la que Mons. José AntonioPeteiro sirvió, nació como Prefectura Apostólicade Marruecos en 1877. Fue su primerPrefecto el M. R. P. José Antonio Lerchundi.En 1908, el papa Pío X elevó la PrefecturaApostólica de Marruecos a Vicariato Apostólico.Fue su primer titular el arzobispo Mons.Francisco María Cervera, Vicario Apostólicode Marruecos con sede en Tánger.En 1920, la Santa Sede nombró Vicario Delegadopara la zona de Marruecos bajo protectoradofrancés al P. Lucien Dané. Tres añosdespués, el papa Pío XI creó dos VicariatosApostólicos: uno con sede en Rabat, para lazona del protectorado francés; y otro en Tánger,para la zona del protectorado español y lazona internacional de Tánger.Por decretos del 14 de septiembre de 1955 y14 de noviembre de 1956, el papa Pío XII elevórespectivamente los Vicariatos Apostólicosde Rabat y de Tánger a sedes arzobispales, ambasdependientes de la Santa Sede.Ésta de Tánger es la Iglesia a la que entregósu vida de obispo Mons. José Antonio PeteiroFreire, y con la que salió al encuentro del mundomusulmán, que es en estas tierras el mundoque lo acogió a él, el que, de muchas maneras,lo enriqueció con esa riqueza evangélica –digobien, evangélica- que traen al corazón de uncreyente los pobres de Jesús, los pobres en lafe, los marginados del mundo.Los hipócritas se escandalizan de vosotros,de esta Iglesia pequeña y sierva de los peque-


NECROLOGIA 183ños. Los hipócritas no han leído el evangelio:“¿Con qué compararé el Reino de Dios?Se parece a la levadura que metió una mujeren medio quintal de harina y todo acabó porfermentar”. Esta Iglesia, insignificante granode mostaza, representa en esta tierra deMarruecos a Cristo siervo de todos, solidariocon todos, salvador de todos. Iglesia pequeña,hermosa, testigo de la caridad que es Diosen un mundo necesitado de amor cristiano.Mons. José Antonio Peteiro volvió decididamentecorazón y manos de esta Iglesia haciael mundo musulmán, hacia los sectores másdesprotegidos de ese mundo: las mujeres, losdiscapacitados, los enfermos, los presos, lospobres. Echó sobre sus hombros el peso dequienes no podían llevar pesos, compartiópan con quienes no podían tenerlo, y buscóhasta donde las fuerzas le llegaron recursoshumanos para dar brazos y corazón en Marruecosa la caridad cristiana.Esta Iglesia se encuentra ahora en situaciónde máxima tensión espiritual para hacer frentea los problemas de la inmigración. No soy capazde imaginar lo que habría hecho mi hermanoAntonio para defender a hombres, mujeresy niños que nada tienen: ni recursos, ni papelesni derechos.ConclusiónQueridos: Sólo me queda recordaros nuestravocación. Fuimos llamados a seguir a Cristopobre y crucificado.Éste que vivimos es para todos nosotrostiempo de pasión y de esperanza. Somos deCristo. Nada queremos si no es ser de Cristo,si no es seguirle de cerca, si no es amar comoél nos amó.Mons. José Antonio os diría: “Es tiempo deser testigos de Jesús”.Yo doy gracias al Señor por la inmensamies que, con vuestra entrega, veo recogida enlos graneros del cielo.† Fr. Santiago Agrelo Martínez, ofmArzobispo de Tánger2. Anno 2009 mortui sunt* 1 marzo 2009: Misztal Fr. Bonwentura,Wacław, nato a Przybysławice, della Prov.Immaculatæ Conceptionis BMV, Polonia.È morto a Rożniate all’età di anni 77, di vitafrancescana 58 e di sacerdozio 50.* 2 marzo 2009: Pietrzyk Fr. Urban, Edwin,nato a Mydlniki, della Prov. ImmaculatæConceptionis BMV, Polonia. È morto a Trnawaall’età di anni 83, di vita francescana60 e di sacerdozio 54.* 31 marzo 2009: Iñurritegi Urzelai Fr.Gregorio, nato a Oñati, della Prov. Franciscanæde Arantzazu, Spagna. Conseguita laLicenza in Teologia presso l’Antonianum(1949) ed ottenuto il titolo di Lettore Generalein Pedagogia a Grottaferrata (1951),si è dedicato alla formazione e all’insegnamentonel Seminario Minore di Forua, nelNoviziato di Zarautz ed, infine, nel CollegioAntoniano di Zarautz. È morto a Zarautzall’età di anni 85, di vita francescana68 e di sacerdozio 61.* 17 maggio 2009: Banach Fr. Jan Kapistran,Aleksander, nato a Kondraty, dellaProv. Immaculatæ Conceptionis BMV, Polonia.È morto a Rzeszów all’età di anni 78,di vita francescana 59 e di sacerdozio 51.* 4 luglio 2009: Ladron de Guevara Velezde Mendizabal Fr. Jose Angel Jose, natoa Odroñana, della Prov. Franciscanæ deArantzazu, Spagna. Amabile e servizievole,è stato attivo fino all’ultimo mese di vita.Visse per tre anni a Cuba e più tardi feceparte del Gruppo Missionario per l’America.È stato Guardiano in numerose Case,Cappellano delle Monache e Religiosefrancescane. È morto a Valladolid all’età dianni 96, di vita francescana 80 e di sacerdozio73.* 17 luglio 2009: Ajura-Auzokoa DuñabeitiaFr. Cruz, nato a Muxika, della Prov.Franciscanæ de Arantzazu, Spagna. È vissutoper 40 anni nella Case della Custodiadel Caribe. Affabile e disponibile verso tutti,specilamente verso gli infermi, i defuntie i loro familiari. È morto a nell’Infermeriadi Bermeo all’età di anni 74, di vita francescana59 e di sacerdozio 52.* 20 luglio 2009: Izzinosa Fr. Lino, nato aMassafra, della Prov. Lyciensis AssumptionisBMV, Italia. Frate umile e gioviale, trascorsela sua lunga vita in diversi conventidella Provincia come Taranto, Squinzano,e Brindisi dove, dimorandovi per circa 34anni, ebbe modo di esprimere nella sem-


184 AN. CXXIX – IANUARII-APRILIS <strong>2010</strong> – N. 1plicità del tratto e con grande umiltà tuttala sua piena maturità umana. Il suo sorrisoera simbolo della sua squisita persona e lasintesi della vita consacrata, realizzata nelservizio di cuoco per i Frati e punto di riferimentoper i laici, non rifiutando invitia manifestazioni ricreative come partite dicalcio nello stadio della città di Brindisi. Èmorto nell’Infermeria provinciale di Leveranoall’età di anni 93 e di vita francescana66.* 25 luglio 2009: Zubiaurre Azkoitia Fr.Pedro Jose, nato a Urrestilla, della Prov.Franciscanæ de Arantzazu, Spagna. Fratedi grande sensibilità e sapienza, di profondareligiosità, coltivò per tutta la vita l’ortodi Forua, traendovi gran parte del sostentamentoper i fratini e la Fraternità. È mortonell’Infermeria di Bermeo all’età di anni 80e di vita francescana 56.* 14 agosto 2009: Spirito Fr. Pasquale,Cosimo, nato a Francavilla Fontana, dellaProv. Lyciensis Assumptionis BMV, Italia.Lasciò un buon ricordo presso le famigliedi Manduria, dove dimorò per ben 50 annipresso il convento Sant’Antonio con l’ufficiodi questuante del Seminario serafico.Verso i ragazzi nutrì sentimenti di padre,fratello e amico, venendo incontro, concarità alle loro esigenze. Visse gli ultimianni a Francavilla, presso il convento santaMaria della Croce, a lui molto caro perla devozione che nutriva verso la Madre diDio. È morto nel Convento “S. Croce” diFrancavilla Fontana all’età di anni 88 e divita francescana 65.* 26 agosto 2009: Urso Fr. Ferdinando, Eligio,nato a Ceglie Messapico, della Prov.Lyciensis Assumptionis BMV, Italia. Perdiversi anni si dedicò all’animazione delle“Settimane liturgiche” in varie parti d’Italia.Fu a lungo parroco della parrocchia rurale“Santa Maria del Monte Carmelo”di Ostuni.Ebbe grande zelo nella cura pastorale deiparrocchiani, visitandoli periodicamentenelle campagne e costruendo luoghi di cultonelle varie contrade. Si recò in America,Belgio e Svizzera per visitare i suoi fedeliemigrati in questi paesi. Trascorse, nella sofferenza,l’ultimo periodo della sua vita pressol’infermeria assistito amorevolmente daiFrati. È morto nell’Infermeria provinciale diLeverano all’età di anni 82, di vita francescana59 e di sacerdozio56.* 24 settembre 2009: Buśko Fr. Beniamin,Wiesław, nato a Szczebrzeszyn, della Prov.Immaculatæ Conceptionis BMV, Polonia.È morto a Alwernia all’età di anni 47, divita francescana 27 e di sacerdozio 21.* 22 ottobre 2009: Guelfi Fr. Benedetto,Elbo, nato a Lassa Carrara, della Prov. LiguriæSs. Cordis Mariæ, Italia. Per tanti anniCappellano di Ospedale; per 11 custodedella casa natale di san Leonardo da PortoMaurizio. È morto a Recco all’età di anni91, di vita francescana 74 e di sacerdozio67.* 30 novembre 2009: Aranzabe IruretagoienaFr. Jesus Maria, nato ad Alkiza, dellaProv. Franciscanæ de Atantzazu, Spagna.Licenziato in Filologia Greco-Latina, è statoprofessore nello Studio di Filosofia inOlite e, poi, nel Collegio Antoniano di Zarautz.È stato anche Parroco. Si distinse perla sua dedizione alle Sorelle Clarisse e Concezioniste,alle quali ha dato corsi di formazione.È morto nell’Infermeria di Bermeoall’età di anni 83, di vita francescana 67 edi sacerdozio 59.* 2 dicembre 2009: Pinna Fr. Girolamo, natoa Senis, della Prov. Sardiniæ S. Mariæ Gratiarum,Italia. Laureatosi in Teologia Dogmaticaal Pontificio Ateneo Antoniano nel1943, è stato docente nello studio teologicoprovinciale dal 1943 al 1960. Maestro deichierici (1943-45), Commissario di TerraSanta (1946-53), predicatore instancabileha percorso tutta la Sardegna prestando lasua preziosa collaborazione al clero diocesano.Intelligente e arguto, ci lascia in ereditàdiversi studi e ricerche storiche. Mortonell’Ospedale di Alghero, in seguito ad alcunecomplicazioni seguite ad una fratturadel femore nel convento di Ittiri, dove era difamiglia. È morto nell’Ospedale di Algheroall’età di anni 95, di vita francescana 79 e disacerdozio 71.* 3 dicembre 2009: Pani Fr. Saturnino, natoa S. Vito, della Prov. Sardiniæ S. MariæGratiarum, Italia. Conseguita la laureain Teologia morale nel Pontificio AteneoAntoniano nel 1948, ha insegnato morale


NECROLOGIA 185e spiritualità nel nostro studio teologico(1948-60), nella facoltà teologica della Sardegna(1972-74) e nello studio teologico diS. Salvatore a Gerusalemme (1975-1979).Dal 1970 al 2002, salvo gli anni trascorsiin Terra Santa, è stato difensore del vincolopresso il tribunale ecclesiastico regionale.Maestro dei chierici (1948-52), più volteDefinitore, Custode provinciale (1966-72),ha vissuto circa 50 anni nel convento di S.Rosalia, dove ha curato la devozione a S.Salvatore ed è stato confessore di generazionidi fedeli. È morto nell’Infermeria provincialedi Quartu all’età di anni 90, di vitafrancescana 73 e di sacerdozio 65.* 17 dicembre 2009: Mercado Jiménez Fr.José, nato a Jalostotitlán, della Prov. Francisciet Iacobi, Messico. Di animo forte egioviale, fu il primo missionario della Prelaturadi Nayar, Vicario, Professore nelCollegio Serafico di San Augustín, Segretariodella Provincia, Guardiano, Economo.È morto a Guadalajara all’età di anni 92, divita francescana 74 e di sacerdozio 68.* 20 dicembre 2009: Nocco Fr. Alessandro,nato ad Aitzo, della Prov. Sardiniæ S. MariæGratiarum, Italia. Più volte Guardiano,maestro dei chierici, rettore del seminario,animatore vocazionale e giovanile e soprattuttoparroco. Ha trascorso 50 anni della suavita a Quartu, dove ha fondato e retto la parrocchiadi S. Maria degli Angeli dal 1968 al1999. Il suo nome resta legato al quartieredi Flumini di Quartu, dove ha lavorato nonsolo per dotare la parrocchia delle strutturepastorali, ma si è impegnato con tenacia pergarantire a quella comunità in forte crescitademografica i servizi sociali, quali le scuole,le farmacia, le poste, le infrastrutturestradali e i mezzi pubblici. È morto nell’Infermeriaprovinciale all’età di anni 93, divita francescana 76 e di sacerdozio 69.* 26 dicembre 2009: Kurowski Fr. Clement,Wallace, nato a Chicago, della Prov. AssumptionisBMV, USA. Ha dedicato 25 annidel suo ministero sacerdotale all’educazionenella Archbishop Ryan High Schoolin Philadelphia. Il resto lo ha dedicato allapastorale parrocchiale nell’Arcidiocesi diPhiladelphia. È morto a Philadelphia all’etàdi anni 83, di vita francescana 63 e di sacerdozio56.* 29 dicembre 2009: Breckensiek Fr. Marne,Eugene, nato a Batesville, Indiana, dellaProv. S. Ioannis Baptistæ, USA. Quasi tuttala sua vita sacerdotale l’ha dedicata allapastorale parrocchiale, per 29 anni in unasola Parrocchia: Sacred Heart nel centrodi Peoria, Illinois. È stato un pastore moltogeneroso, con un’attenzione particolareper i poveri, specialmente per i senza tetto.Nell’evangelizzazione e nelle Comunicazioniè stato un pioniere. È morto a SaintMargaret Hall, Cincinnati, all’età di anni 71,di vita francescana 52 e di sacerdozio 44.3. Anno <strong>2010</strong> mortui sunt* 2 gennaio <strong>2010</strong>: Bergamasco Fr. Ireneo,Giovanni, nato a Medeuzza di S. Giovannial Natisono (UD), della Prov. VenetæS. Antonii Patavini, Italia. Nel 1950 iniziòla sua opera missionaria in Argentina e treanni dopo, il 29 settembre 1953, giunse inEl Salvador, che da allora divenne sua patriae il popolo salvadoregno la sua nuovagrande famiglia. Per essa spese le sue energie,si fece carico delle necessità spiritualie materiali di questa gente, impegnatonell’apostolato e in opere di carità cristianae sociale. Si è preso cura di alcune strutturenecessarie alla vita della comunità cristiana,ma le attenzioni principali e i frutti piùsignificativi riguardano le persone e la curadel loro bene spirituale: ministero liturgicoe sacramentale, catechesi, formazione deicatechisti, gruppi di preghiera. Un lavoropastorale molto impegnativo e consistente.È morto nell’Ospedale di S. Salvador, ElSalvador, all’età di anni 87, di vita francescana71 e di sacerdozio 64.* 5 gennaio <strong>2010</strong>: Chico Mañero Fr. Victoriano,nato a Roa de Duero, della Prov.Castellaæ S. Gregorii Magni, Spagna. Nel1959 si recò nelle Filippine. Completati glistudi di Filosofia e Lettere a Calbayog, hainsegnato a Daraga e Tabaco. Tornato inSpagna nel 1967, ha lavorato in parrocchiae nell’animazione della gioventù. È statoEconomo, Coadiutore. Guardiano, Segretariodella CONFER. È morto a Guadalajaraall’età di anni 76, di vita francescana 58 e disacerdozio 50.* 8 gennaio <strong>2010</strong>: Blondé Fr. Dominique,Pierre, nato a Strasbourg, della Prov. Trium


186 AN. CXXIX – IANUARII-APRILIS <strong>2010</strong> – N. 1Sociorum, Francia/Belgio. Frate semplice,coraggioso, servizievole, disponibile. Èstato veramente a servizio dei suoi Confratellie di tutti coloro che ha incontratonella sua attività pastorale: gli studentidei nostri collegi, i pellegrini del Santuariodi Bonne-Fontaine; più recentemente,i parrocchiani, i membri della FamigliaFrancescana, specialmente nella regionedi Metz. Di temperamento un po’ esitante,si è formato per essere all’altezza delservizio che gli veniva chiesto. È morto aBesançon all’età di anni 80, di vita francescana60 e di sacerdozio 52.* 9 gennaio <strong>2010</strong>: Zampiccini Fr. Eugenio,Icaro, nato a Napoli, della Prov. NeapolitanæSs. Cordis Iesu, Italia. È stato l’ultimodei terziari oblati della nostra Provincia.Durante il tempo della sua vita francescanadimorò presso i conventi di S. Maria delPresepe e di S. Maria dell’Arco in Napoli,svolgendo prevalentemente l’ufficio di sacrestano.Dal settembre del 2007, a causadell’avanzare dell’età e del peggioramentodelle condizioni di salute, fu trasferitopresso l’Infermeria Provinciale da dove èandato incontro a sorella morte, assistitoamorevolmente dalle Suore FrancescaneElisabettine Bigie. È morto nell’Infermeriaprovinciale “La Palma” in Napoli all’età dianni 88 e di vita francescana 57.* 9 gennaio <strong>2010</strong>: Gobbato Fr. Albano,Giuseppe Erminio, nato a Burano, Venezia,della Prov. Calabriæ Ss. Septem Martyrum,Italia. Ordinato presbitero, presta il suoservizio nei conventi di Petilia Policastro,Catanzaro, Terranova da Sibari, Cosenza,Stalettì, Crotone e Cutro dove “spende” instancabilegli ultimi 12 anni della sua vitareligiosa e sacerdotale, distinguendosi perla dedizione al sacramento della Riconciliazione.In seguito ad un malore durante laCelebrazione eucaristica, viene ricoveratoprima nell’ospedale di Crotone e subito trasferitoin quello di Catanzaro dove, dopo tregiorni in sala di rianimazione, rende la suavita a Dio. È morto nell’Ospedale Pugliesedi Catanzaro all’età di anni 88, di vita francescana69 e di sacerdozio 60.* 11 gennaio <strong>2010</strong>: Currao Fr. Severino,Domenico Giovanni, nato a Pannaconi diCessaniti, della Prov. Calabriæ Ss. SeptemMartyrum, Italia. Ha prestato il suo serviziodi frate e sacerdote nei conventi di Tropea,Pietrafitta, Catanzaro, Crotone, espletandodiverse mansioni: rettore del collegio Serafico,Assistente regionale OFS, incaricatoper l’opera vocazionale e promotore provincialedelle missioni. Più volte guardianoe definitore provinciale. Al mattino di giorni5 gennaio u. s. è stato colpito da ischemiacelebrale e da allora le sue condizioni di salutesi sono progressivamente aggravate. Èmorto a Tropea all’età di anni 88, di vitafrancescana 70 e di sacerdozio 62.* 12 gennaio <strong>2010</strong>: Benković Fr. Theodore/Boško, Anthony, nato a Steelton, USA,della Cust. “Holy Family”, USA, dipendentedalla Prov. Assumptionis BMV, Bosnia/Erzegovina. Ha lavorato soprattutto nellaPastorale parrocchiale. È morto presso laSt. Theresa Home della Franciscan Sistersin Lemont, USA, all’età di anni 94, di vitafrancescana 75 e di sacerdozio 69.* 13 gennaio <strong>2010</strong>: Bustamante Lozano Fr.José María, nato a Jumilla, della Prov. Carthaginensis,Spagna. È morto nell’Ospedaledi Alicante all’età di anni 71, di vitafrancescana 50 e di sacerdozio 43.* 13 gennaio <strong>2010</strong>: Stislow Fr. Louis, nato aChicago, della Prov. Assumptionis BMV,USA. Quasi tutto il suo ministero sacerdotalel’ha dedicato all’educazione: ha fattoparte dell’équipe della Archbishop RuanHigh Scool, in Philadelphia; ha insegnatoin varie Scuole del centro-ovest; è statoCappellano della St. Mary’s PreparatorySchool di Livonia nel Michigan. È morto aWauwatosa, Wisconsin, all’età di anni 76,di vita francescana 56 e di sacerdozio 48.* 14 gennaio <strong>2010</strong>: Peters Fr. Ludwin, Gerardus,nato a Rotterdam, della Prov. Ss.Martyrum Gorcomiensium, Olanda. Ha dedicatotempo ed energie alla pastorale. Halavorato per 14 anni in Svezia. È morto aWarmond all’età di anni 84, di vita francescana65 e di sacerdozio 58.* 15 gennaio <strong>2010</strong>: Tranchida Fr. Blaise,nato a Brooklyn, NY, della Prov. ImmaculatæConceptionis BMV, USA. È mortoall’età di anni 87, di vita francescana 66 e disacerdozio 60.


NECROLOGIA 187* 15 gennaio <strong>2010</strong>: Tocchi Fr. Achille, Alvaro,nato a Bibbiena, della Prov. TusciæS. Francisci Stigmatizati, Italia. È mortopresso l’Ospedale “Le Scotte” di Sienaall’età di anni 73 e di vita francescana 49come Terziario.* 19 gennaio <strong>2010</strong>: Boers Fr. Walter,Eduard, nato a Bislich-Rees, della Prov.Coloniæ Ss. Trium Regum, Germania. Altermine dell’ultima Guerra, è stato in prigionee subito dopo a Mönchengladbach doveha terminato i suoi studi teologici. Nel 1947è stato trasferito ad Essen con il compitodella pastorale giovanile. Dal 1966 al 1990è stato confessore nel convento di Friedrich-Erbert-Straße in Essen. Dopo la chiusura diquesto convento, dal 2004, è stato cappellanonella Casa per anziani ad Essen, dedicandosianche alla pastorale del confessionale.È morto ad Essen all’età di anni 96, di vitafrancescana 75 e di sacerdozio 67.* 19 gennaio <strong>2010</strong>: Calmarini Fr. Raffaelangelo,Giuseppe, nato a Bacelega, dellaProv. Liguriæ Ss. Cordis Mariæ, Italia.All’età di anni 24 partì per la Cirenaica dove,in due periodi, rimase per 26 anni. Rientratoin Provincia, fu chiamata a svolgereil suo ministero in diversi conventi, tra cuila casa natale di S. Leonardo. Ad Albengarimase per 12 anni fino al suo ricoveronell’Infermeria di Recco. Uomo semplice,povero, gioviale, amabile, è morto a Reccoall’età di anni 94, di vita francescana 78 e disacerdozio 71.* 21 gennaio <strong>2010</strong>: Ooms Fr. Herwig, Jan-Frans, nato a Turnhout, della Prov. S.Ioseph Sponsi BMV, Belgio. Fu bibliotecario.In questo ambito ha avuto un ruoloimportante a livello nazionale ed internazionale.Dal 1963 al 1970 è stato a Quaracchi.Nel 1965 ha fondato l’Associazione deiBibliotecari Religiosi Scientifici. Un FrateMinore che si mise a servizio del Confratelli,della Chiesa e della società. È morto aSint-Truiden all’età di anni 95, di vita francescana73 e di sacerdozio 67.* 22 gennaio <strong>2010</strong>: Gazich Fr. Antonio, natoa St. Louis, USA, della Prov. BononiensisChristi Regis, Italia. Si è dedicato soprattuttoall’attività missionaria e all’evangelizzazione.Le attività più significative sonostate: Missionario in Cina per 13 anni(1935-1948); Procuratore provinciale delleMissioni per la Provincia marchigiana dal1950 al 1953; membro della “Fraternitas”istituita dal Card. Lercaro per 14 anni, cappellanoospedaliero negli ultimi anni dellasua vita. Dal 1967 apparteneva alla Provinciadi Cristo Re in Emilia-Romagna. Èmorto a Bologna all’età di anni 98, di vitafrancescana 72 e di sacerdozio 65.* 24 gennaio <strong>2010</strong>: Volcan Fr. Celso,Pio, nato a Tesero, della Prov. Venetæ S.Antonii Patavini, Italia. Dopo aver conseguitola licenza in Diritto Canonico,prestò servizio in varie case della Provincia,impegnato in particolare nell’insegnamentoe nella formazione. Per unsessennio fu Maestro dei chierici, perun breve periodo Guardiano e poi per unbiennio Segretario provinciale. Nel 1960iniziò una lunga avventura fuori Provincia.Dimorò a Napoli, prima a serviziodel Collegio dei Frati Bigi, e poi addettoalla Basilica di S. Chiara. Nel 1964 fuchiamato in Curia generale, dove per 14anni mise la sua esperienza di canonista aservizio della Procura generale dell’Ordine.Concluso questo ufficio nel 1982,con il consenso dei Superiori, si fermò aRoma presso la Clinica S. Carlo dove giàda 12 anni operava come cappellano dellesuore di Nancy e cappellano dell’ospedale.Per qualche tempo fu anche consultoredella Congregazione per i Religiosi egli Istituti Secolari. Nel 1998 fu inseritonella Fraternità di Peschiera dove, finchéla salute gliene ha dato la possibilità, hadonato il suo tempo e le sue capacità aservizio del Santuario mariano soprattuttonella disponibilità all’ascolto e alleconfessioni. È morto nel Convento SacroCuore di Saccolongo all’età di anni 95, divita francescana 77 e di sacerdozio 69.* 24 gennaio <strong>2010</strong>: O’Dwyer Fr. Noel, natoa Newcastle Tipperary della Prov. ImmaculatæConceptionis BMV, Gran Bretagna. Èmorto presso la St. Francis Nursing Homein Glashow, Scozia, all’età di anni 85, divita francescana 63 e di sacerdozio 57.* 26 gennaio <strong>2010</strong>: Laumanns Fr. Cosmas,nato a Bochum, della Prov. Saxoniæ S.Crucis, Germania. Dopo l’ordinazione sa-


188 AN. CXXIX – IANUARII-APRILIS <strong>2010</strong> – N. 1cerdotale, ha svolto un ampio servizio pastorale.È stato anche predicatore di Esercizispirituali; per tale motivo è stato invari Centri di spiritualità, come, ad es.:, inquelli di Franziskushaus in Werl, nel Evangelisieringszentrumin Maihingen, nel KlosterHülfensberg e nel Franziskanerklosterdi Waeendorf. Dal 2008 al <strong>2010</strong> è stato aDortmund, dedicandosi alla predicazionee alla cura dei Frati ammalati. È morto aSießen all’età di anni 72, di vita francescana46 e di sacerdozio 39.* 27 gennaio <strong>2010</strong>: Dudiño Fr. Luís Avelino,nato a Córdoba, della Prov. Fluvii PlatensisAssumptionis BMV, Argentina. È mortonella Casa S. Francisco de Asís in La Riojaall’età di anni 79, di vita francescana 61 e disacerdozio 53.* 27 gennaio <strong>2010</strong>: Peger Fr. Plabo Nicolás,nato a Viale-Entre Ríos, della Prov. FluviiPlatensis Assumptionis BMV, Argentina.È morto nella Casa S. Jorge in Córdobaall’età di anni 72, di vita francescana 54 edi sacerdozio 47.* 28 gennaio <strong>2010</strong>: Diaz Alba Fr. Gabriel dela Inmaculada, nato a Toca, della Prov. S.Fidei, Colombia. Per 55 anni missionario inGiappone, dove è morto all’età di anni 91,di vita francescana 63 e di sacerdozio 56.* 28 gennaio <strong>2010</strong>: Reverter i Pesudo Fr. JoanBaptista, nato a Vila Real, della Prov.Catalauniæ S. Salvatoris ab Horta, Spagna.Ottenuto il titolo di Maetsro Nacional y deEnseñanza Primaria, ha insegnato per più di10 anni nei Collegi di Vila Real e Sabadell.È stato Guardiano, Vicario, Economo in variConventi. Ha esercitato il ministero pastoralesoprattutto nel Santuario di S. PasqualeBaylón e nella Parrocchia francescana S.Francesco di Assisi di Vila Real. È morto nelConvento di Vila Real all’età di anni 81, divita francescana 65 e di sacerdozio 57.* 5 febbraio <strong>2010</strong>: Desideri Fr. Giovanni,nato ad Ascoli Piceno, della Prov. PicenæS. Iacobi de Marchia, Italia. Frate Minoresemplice e gioviale, operoso ed impegnatoparticolarmente nella vita del SantuarioS. Pasquale Baylon di Ostra Vetere. Moltoamato dai fedeli per l’amministrazionedei Sacramenti, per la devozione a san Pasqualee il servizio della questua. È mortonell’Infermeria provinciale di Grottammareall’età di anni 95, di vita francescana 77 e disacerdozio 71.* 8 febbraio <strong>2010</strong>: Marra Fr. Silvestro, Gaetano,nato a San Giovanni in Fiore, dellaProv. Calabriæ Ss. Septem Martyrum, Italia.Dopo iterati tentativi di cure mediche erelativi ricoveri presso Ospedali e Cliniche,sorella morte l’ha liberato da anni di atrocisofferenze nel corpo e da inquietudini diun animo quanto mai sensibile. È morto nelConvento “S. Umile” in Bisignano all’età dianni 70, di vita francescana 51 e di sacerdozio43.* 8 febbraio <strong>2010</strong>: Marquenie Fr. Xavier,Propser, nato a Lokeren, della Prov. S. IosephSponsi BMV, Belgio. Per trent’anni èstato Cooperatore del Commissario di TerraSanta. Prima e dopo fu Sagrestano, Portinaioe Questuante di vari Conventi. È morto a Gentall’età di anni 95 e di vita framcescana 77.* 9 febbraio <strong>2010</strong>: De Maya Moya Fr. JuanMiguel, nato a Cehegín, della Prov. Carthaginensis,Spagna. È morto nell’Ospedale diAlmería all’età di anni 64, di vita francescana44 e di sacerdozio 35.* 9 febbraio <strong>2010</strong>: Hobson Fr. Walter, natoa Crewe Cheshire, della Prov. ImmaculatæConceptionis BMV, Gran Bretagna. È mortoall’età di anni 91, di vita francescana 72 edi sacerdozio 65.* 9 febbraio <strong>2010</strong>: Scheffer Fr. Eberhard,Menden, della Prov. Saxoniæ S, Crucis,Germania. Subito dopo l’ordinazione sacerdotaleè stato chiamato al servizio militare,che ha svolto in Russia e Romania. Nel1944 è stato imprigionato e nel 1945, a causadel suo stato di salute è ritornato in patria.Nel 1952 si è laureato in Sacra Liturgiapresso l’Università di Münster. Dal 1952 al1970 è stato Maestro dei Novizi e Professoredi Liturgia, Nel 1979 è stato nominatoGuardiano di Dorsten; nel 1983 è stato trasferitoa Paderborn, dove si è dedicato alconfessionale e all’assistenza delle Religiose.Nel 2008 è andato nell’Infermeria provincialedi Dortmund. È morto a Dortmundall’età di anni 95, di vita francescana 76 e disacerdozio 68.


NECROLOGIA 189* 15 febbraio <strong>2010</strong>: Duran Fr. ConradmCarlos, nato a Guayaquil, Ecuador, dellaProv. S. Barbaræ, USA. È morto a Quito,Ecuador, all’età di anni 86 e di vita francescana68.* 17 febbraio <strong>2010</strong>: Winnett Fr. Berard,Brian, nato ad Euroa, della Prov. SanctiSpiritus, Australia. È morto a Sydneyall’età di anni 92, di vita francescana 67 edi sacerdozio 61.* 22 febbraio <strong>2010</strong>: Bermúdez Gonzáles Fr.Jesús Antonio, nato a Fresno, della Prov. S.Fidei, Colombia. È morto a Itagüí all’età dianni 82, di vita francescana 60 e di sacerdozio52.* 23 febbraio <strong>2010</strong>: Schmitz Fr. Paulo Avelinode Assis, Cláudio, nato ad Angelina,SC, della Prov. Immaculatæ ConceptionisBMV, Brasile. Dedicò la sua vita all’Evangelizzazioneattraverso l’insegnamento e ladivulgazione della Bibbia. Ha pubblicatopiù di 35 libri di Pastorale biblica. Ha tradottola Bibbia in portoghese per un’edizionemolto popolare nel Brasile. Ha fondatoil Centro Biblico Cattolico a São Paulo. Èmorto a São Paulo all’età di anni 77, di vitafrancescana 70 e di sacerdozio 64.* 23 febbraio <strong>2010</strong>: O’Brien Fr. Joachim,Bernard, nato ad Elsternwick, della Prov.Sancti Spiritus. Australia. È morto a BoxHill all’età di anni 95, di vita francescana69 e di sacerdozio 63.* 24 febbraio <strong>2010</strong>: Kager Fr. Fulgence,Wilhelmus, nato a Bergen, della Prov. Ss.Martyrum Gorcomiensium, Olanda. È statomissionario in Pakistan dal 1946 al 1980. Èmorto ad Helmond all’età di anni 91, di vitafrancescana 71 e di sacerdozio 64.* 24 febbraio <strong>2010</strong>: Zán Fr. Peter, Ján, natoa Kamenná Poruba, Slovacchia, della Prov.Ss. Salvatoris, Slovacchia. Per 10 anni èstato Commissario di Terra Santa. È mortoa Bratislava all’età di anni 56, di vita francescana35 e di sacerdozio 29.* 28 febbraio <strong>2010</strong>: Donnini Fr. Ambrogio,Alfredo, nato a Santa Maria degli Angeli,della Prov. Seraphicæ S. Francisci Assisiensis,Italia. Con grande capacità didattica hainsegnato, per vari anni e in molte scuole,la Matematica e la Fisica. Probabilmente, laparticolarità dello studio stesso ha caratterizzatola sua personalità: particolarmenteautonomo e introverso. Nell’arco della suavita ha pubblicato moltissime opere e articoli,e non solo nell’ambito della Matematicae della Fisica, ha ricoperto diversi ufficied è stato in vari Conventi della Provincia.Negli ultimi due anni ha vissuto la sua gravee progressiva malattia con grande fede e pazienza.È morto nell’Infermeria provincialedi S. Maria degli Angeli all’età di anni 86, divita francescana 70 e di sacerdozio 62.* 28 febbraio <strong>2010</strong>: Castiello Fr. Luigi, natoa Napoli, della Prov. Neapolitanæ Ss. CordisIesu, Italia. Uomo buono e moralmenteretto, è stato Docente di Teologia Moralepresso la Pontificia Facoltà Teologicadell’Italia Meridionale, presso lo StudioFrancescano Interfamiliare e in diversi Istitutidi Scienze Religiose della Campania.Dall’ottobre del 2007 godeva dell’indultodi esclaustrazione “per un triennio” ed erastato accolto da Mons. Beniamino De Palmanella Diocesi di Nola. Era AmministratoreParrocchiale presso la Parrocchia di S.Giovanni Battista in Faibano, frazione diMarigliano (NA), dove, colpito da infartocardiaco, è morto all’età di anni 50, di vitafrancescana 28 e di sacerdozio 24.* 28 febbraio <strong>2010</strong>: Roberts Fr. Leslie,John, a Sydney, della Prov. ImmaculatæConceptionis BMV, Gran Bretagna. È mortoall’età di anni 73, di vita francescana 50 edi sacerdozio 44.* 2 marzo <strong>2010</strong>: Hudson Fr. Gerald, nato aSouthwick, della Prov. Ss. Nominis Iesu,USA. Dal 1988 al 1995, è stato nella missionedella Provincia a Kingston, Giamaica.Dal 1995 al 2002, è stato Collaboratorenella Parrocchia del Ss.mo Nome di Gesùsulla West 96th Street ed ha insegnato lalingua inglese presso la Chiesa episcopaleSan Michele Chiesa episcopale nella cittàdi New York. Dal 2002 al 2004, ha collaboratonella Parrocchia San Francesco d’Assisia Raleigh, NC, dal 2004 al 2006, nellaparrocchia St. Mary a Anderson, SC. Dal15 settembre 2006, risiedeva nella ParrocchiaS. Antonio da Padova in Camden. Èmorto presso la St. Anthony of Padua Fria-


190 AN. CXXIX – IANUARII-APRILIS <strong>2010</strong> – N. 1ry, Camden, all’età di anni 67 e di vita francescana23.* 2 marzo <strong>2010</strong>: Reali Fr. Ludovico, Giuseppe,nato a Ferentino, Italia, della Cust. TerræSanctæ, Israele. È morto a Gerusalemmeall’età di anni 87, di vita francescana 65 e disacerdozio 61.* 3 marzo <strong>2010</strong>: Di Genova Fr. Mario, natoa Casacalenda, della Prov. Apuliæ S. MichaëlisArchangeli, Italia. È morto nel CentroHospice di Larino all’età di anni 65, divita francescana 48 e di sacerdozio 40.* 3 marzo <strong>2010</strong>: Sheehan Fr. Thomas, nato aLancaster, NY, della Prov. Ss. Nomisi Iesu,USA. Era sacerdote diocesano e come taleha lavorato nella Diocesi di Buffalo, nellapastorale parrocchiale e nell’insegnamento.Il 31 maggio del 1986 è entrato nell’Ordinedei Frati Minori. Dopo la professione temporaneaha lavorato nella Parrocchia SanFrancesco d’Assisi di Beach Haven, NewJersey, nell’Ospedale St. Joseph di Tampa,in Florida, e nella Parrocchia S. Camillo aSilver Spring, Maryland. Il 16 giugno 1990ha emesso la professione solenne. Dal 1990al 1993, ha prestato servizio come Vicarioparrocchiale nella chiesa S. Francesco d’Assisidella città di New York. Per poter aiutarei suoi genitori in difficoltà, nel 1993 fu trasferitonel Seminario Cristo Re in East Aurora,NY, dove è stato Direttore spirituale ecollaboratore in vari Parrocchie della zona.A motivo della salute nel 2006 ha lasciatoil ministero attivo e si è preso cura della suavecchia madre. È morto presso il St. JosephHospital, Buffalo, all’età di anni 75, di vitafrancescana 22 e di sacerdozio 49.* 5 marzo <strong>2010</strong>: Gomiero Fr. Albino, nato aScandolara di Zero Branco, della Prov. VenetæS. Antonii Patavini, Italia. La sua vocazioneassunse subito una fisionomia speciale:quella di esercitare l’ufficio di cappellanomilitare durante la seconda guerra mondiale,tempo di lutti e di tragedie. Nel 1944 fudestinato a Pola come vicario parrocchialee catechista nelle scuole pubbliche. Il 6 novembre1947 fu arrestato assieme agli altrireligiosi del convento di S. Antonio di Pola,processato e condannato a 16 anni di lavoriforzati. Fu liberato nell’ottobre 1949, manel frattempo era giunta notizia della suauccisione violenta ed erano state celebratele esequie. Di questo periodo egli ha volutoaffidare la memoria nel libro: Nelle arene diNerone: diario di galera. Nel 1950 partì perl’Argentina, prima rettore del collegio seraficoe poi parroco. Fu un periodo avventurosotra gli indios, così descritto: «cavalcateinterminabili, attraversate insidiose di fiumie di foreste, caldo estenuante, costruzioni dichiese, insistenti e ripetute istruzioni, assiduaamministrazione dei sacramenti, formazionedei seminaristi…». Tornato in Provincianel 1958 gli fu subito affidato un altrocampo di missione, quello dell’assistenzapastorale degli italiani immigrati in Belgio.Dopo 11 anni di Belgio fu inviato in terradi Guatemala, dove giunse ai primi di marzodel 1969 e vi rimase fino al 1995, svolgendocon grande dedizione il suo servizio pastoralee ministeriale in varie parrocchie. Problemidi salute lo hanno costretto a ritornare inpatria e a fermarsi in Provincia, prima nellafraternità di Treviso e, negli ultimi anni nellacasa S. Cuore di Saccolongo, dove è mortoall’età di anni 94, di vita francescana 76 e disacerdozio 68.* 10 marzo <strong>2010</strong>: Tabarelli Fr. Lanfranco,nato a Faver, della Prov. Tridentinæ S. Vigilii.Italia. Dopo gli studi nei Collegi serafici,ha prestato per alcuni anni servizio pastoralenel Trentino. Nel 1978 ha chiesto di recarsiin missione. È arrivato nel Burundi con ildesiderio di servire la gente e di annunciareil Regno e così ha fatto fino al 1985 quandonon gli è stato rinnovato il visto ed allora haoptato per il Madagascar, Antsirabè, a serviziodella Provincia di S. Francesco, Qui èrimasto entusiasta, sempre vicinissimo allagente, ai più semplici e più poveri, servendole popolazioni della zona del Bemaha finoalla sua improvvisa morte, avvenuta a Soavantaninaall’età di anni 66, di vita francescana48 e di sacerdozio 39.* 11 marzo <strong>2010</strong>: Stefani Fr. Silvano, MarioEzio, nato a Matino (LE), della Prov.Mediolanensis S. Caroli Borromæi, Italia.In vari conventi della Provincia fu Assistentedell’OFS, Assistente dell’Oratorio,Parroco e Guardiano. Dal 1973 al 1982 èstato Commissario di Terra Santa a Milano,in via Gherardini, continuando anche neglianni successivi la sua attività di guida dipellegrinaggi in Terra Santa. È morto a Mi-


NECROLOGIA 191lano all’età di anni 83, di vita francescana63 e di sacerdozio 56.* 11 marzo <strong>2010</strong>: Sunar Suryo Pranata Fr.Robertus, nato a Sleman, della Prov. S.Michaëlis Archangeli, Indonesia. È mortoall’età di anni 43, di vita francescana 22 edi sacerdozio 15.* 13 marzo <strong>2010</strong>: Fierli Fr. Ezio, nato a Sinalunga,della Prov. Tusciæ S. Francisci Stigmatizati,Italia. Per oltre 50 anni ha vissutoin Turchia, dove ha ricoperto vari incarichi,tra i quali quello di Superiore della Missione.Rientrato in Provincia per motivi di salute,è stato accolto nell’Infermeria provincialedi Fiesole, dove è morto all’età di anni 90,di vita francescana 74 e di sacerdozio 64.* 13 marzo <strong>2010</strong>: Oliva i Aguilera Fr. Francesc,nato a Barcellona, della Prov. CatalauniæS. Salvatoris ab Horta, Spagna. Dopol’ordinazione sacerdotale ha insegnatoper 8 anni nel Collegio serafico di Balaguer,è stato Guardiano, Vicario ed Economoin vari conventi. È stato anche Definitoreprovinciale. Ha esercitato il suo ministerosoprattutto nella predicazione di EserciziSpirituali per i Religiosi e nel confessionale.Fu un Frate intelligente, metodico, riservatoe comprensivo, spirituale ed austero.È morto nel Convento de Sant Antoni dePàdua de Barcelona all’età di anni 87, di vitafrancescana 70 e di sacerdozio 63.* 13 marzo <strong>2010</strong>: Hurley Fr. Daniel, Richard,nato ad Alabany, della Prov. Ss.Nominis Iesu, USA. Dal 1945 al 1955 èstato nella St. Anthony Friary, Butler, NJ,dove ha insegnato ed ha collaborato in Parrocchia.Nel 1946 ha conseguito il masterin lingua inglese presso la St. BonaventureUniversity. Nel 1948 è stato nominato Maestrodei Chierici. Nel 1955 è stato assegnatoalla St. Bonaventure University, dove hainsegnato inglese per un anno, poi ha ripresol’insegnamento di Filosofia e Storia. Nel1961 è stato Procuratore presso Holy NameCollege di Washington, DC, e, tre anni dopo,è tornato ad insegnare Filosofia pressoil Siena College di Loudonville, NY. Nel1969 è andato a lavorare nella St. Stephen’sParish in Croghan, NY; si è preso la curadelle chiese di St. Vincent’s in Belfort e St.Anthony a Indian River; infine, è ritornatopresso la St. Bonaventure University. AllaSt. Bonaventure University, ha svolto, oltrel’insegnamento, anche altre mansioni, comequelle di Direttore residenziale, Decano,Coordinatore degli studenti, Consigliereaccademico. Inoltre è stato per 30 anniCappellano nazionale del National AlumniBoard. Nel 1990 ha lasciato l’insegnamentoe si è ritirato presso il Mount Irenaeus, inWest Clarksville, NY, Centro affiliato allaSt. Bonaventure University. È morto adOlean, NY, all’età di anni 90, di vita francescana68 e di sacerdozio 64.* 14 marzo <strong>2010</strong>: Tommasi Fr. Cherubino,Caterino, nato a Recoaro, della Prov. VenetæS. Antonii Patavini, Italia. Dei suoi80 di vita religiosa, i primi 40 li passò invari conventi della Provincia, tra cui Venezia,Vittorio Veneto, Monselice, Cormons,Chiampo, Motta di Livenza, a Napoli e per 6anni (1954-60) in Argentina, missionario inaiuto alla Custodia di S. Michele Arcangelo.Fu maestro dei giovani in formazione (per 8anni maestro dei novizi dei “Frati Bigi” nelnapoletano, e per 3 anni maestro dei chiericia Motta di Livenza). Ricoprì per circa 12anni l’ufficio di guardiano in vari conventi eebbe la grazia di essere l’ultimo guardianoe confessore di Fr. Claudio Granzotto, beatificatonel 1994 da Giovanni Paolo II. Glialtri 40 anni, dal 1969 in poi, li ha trascorsia Trieste, Madonna del Mare, con diversi incarichiin Fraternità e in Parrocchia. A tuttioffriva ascolto e accoglienza, per tutti avevaun consiglio e il perdono, la consolazionee la gioia. Il suo ministero di confessore edirettore spirituale fu apprezzato e ricercatoper parecchi anni anche dai seminaristi dellaDiocesi di Trieste. Ha dato testimonianza divita francescana, edificando continuamente isuoi frati e la sua gente. È morto nel ConventoSacro Cuore di Saccolongo all’età di anni96, di vita francescana 81 e di sacerdozio 72.* 18 marzo <strong>2010</strong>: Krouwels Fr. Ansfried,Willibrordus, nato ad Haarlem, della Prov.Ss. Matryrum Gorcomiensium, Olanda. Halavorato nella pastorale parrocchiale in varieParrocchie. È morto ad Alverna all’etàdi anni 86, di vita francescana 64 e di sacerdozio57.* 23 marzo <strong>2010</strong>: Schranz Fr. Gwann, Anthony,nato a Sliema, della Prov. S. Pauli


192 AN. CXXIX – IANUARII-APRILIS <strong>2010</strong> – N. 1Apostoli, Malta. È stato missionario per 17anni in El Salvador, Guatemala ed Honduras.È morto presso l’Ospedale ZammitClapp a St. Julians all’età di anni 88, di vitafrancescana 69 e di sacerdozio 60.* 24 marzo <strong>2010</strong>: Moreno Rambla Fr. Corneli,Josep, nato a Montgat, della Prov. CatalauniæS. Salvatoris ab Horta, Spagna.Uomo pratico, ha servito la Provincia comeortolano, questuante, cuoco, sarto, calzolaio,infermiere. Assiduo lettore di operemistiche, appuntava in un quaderno le frasiche le potevano servire per la meditazione.È morto nel Convento di Sant Antoni dePádua, Barcellona, all’età di anni 87 e divita francescana 61.* 25 marzo <strong>2010</strong>: Karolus Fr. Thomas,Franz, nato a Pratsch, della Prov. S. Leopoldi,Austria. Ha svolto il servizio militareed è stato in prigione in Egitto, dove hafondato una scuola di teologia. Dopo essereentrato nella Provincia tirolese, è statoordinato sacerdote. Si è dedicato soprattuttoall’educazione, prima a Steyr e, poi,per 30 anni nel Convitto per apprendisti St.Josef a Lienz, dove è stato anche professoredi Religione in un ginnasio. Per 20 anniè stato Parroco in varie Parrocchie dellaDiocesi di Gurk-Klagen. Gli ultimi tre annidella sua vita, li ha vissuti nel conventoKarolusheim in Wien. È morto a Wienall’età di anni 89, di vita francescana 59 edi sacerdozio 57.* 25 marzo <strong>2010</strong>: Mons. Peteiro Freire JoséAntonio, nato a Mezonzo-Vilasantar, dellaProv. S. Iacobi de Compostela, Spagna. Èmorto a Noia all’età di anni 73, di vita francescana54, di sacerdozio 47 e di episcopato26.* 5 aprile <strong>2010</strong>: Warne Fr. Nicholas, Charles,nato in Barnes, della Prov. Sancti Spiritus,Australia. È morto a Camberwellall’età di anni 89, di vita francescana 71 edi sacerdozio 65.* 6 aprile <strong>2010</strong>: Cassese Fr. John-Marie, natoa Boston, della Prov. Immaculatæ ConceptionisBMV, USA. È morto presso laMary Manning Walsh Home, Manhattan,all’età di anni 83, di vita francescana 66 edi sacerdozio 60.* 7 aprile <strong>2010</strong>: Grenon Fr. Roland, natoa Montréal, della Prov. S. Ioseph SponsiBMV, Canada. Uomo affabile e molto semplice,fu Fratello Laico per più di 30 annied ha servito le nostre Fraternità come questuante,portinaio e collaboratore nella pastoralevocazionale. Ordinato sacerdote nel1976, è stato Guardiano in varie Fraternità,cappellano in una Casa per anziani. È mortonell’Infermeria provinciale di Montréalall’età di anni 88, di vita francescana 67 edi sacerdozio 33.* 10 aprile <strong>2010</strong>: Ruiz Marroquí Fr. Antonio,nato a Santa Cruz, della Prov. Carthaginensis,Spagna. È morto ad Orihuelaall’età di anni 88 e di vita francescana 69.* 15 aprile <strong>2010</strong>: Cardoza Quuada Fr. Rufino,Carlos Clemente, nato a San Francisco Morazán,della Prov. Dominæ Nostræ de Guadalupe,America Centrale e Panama. È mortoall’età di anni 81e di vita francescana 61.* 19 aprile <strong>2010</strong>: Pisoni Fr. Olivo, nato a Calavino,della Prov. Tridentinæ S. Vigilii, Italia.Terminati gli studi di teologia e ordinatosacerdote è stato inviato nel collegio di Villazzanocome assistente. Nel 1976 ha chiestoe ottenuto di partire per la Terra Santa: subitoera stato destinato ai conventi del Libano,a volte come responsabile del prenoviziato,a volte come superiore, o vicario, delle casedi Harissa e di Beirut. Brevi periodi li hatrascorsi a Nazareth, Nicosia e Rodi fino alrientro in Provincia nel 1993. Ma dopo unbreve periodo nei conventi del Trentino èritornato nuovamente a servire le missionidove si determinava un bisogno: Libano,Isole Mauritius, Marocco, Burundi, Togo.Di carattere timido e schivo, insieme zelantee preciso, ha donato il suo contributo nellemissioni desiderando servire in silenzio e trai più bisognosi. La morte è giunta improvvisamentre era nel pieno dell’impegno perla catechesi e suo malgrado anche per lestrutture della missione. È morto a NadjundiDapaong, Togo, all’età di anni 63, di vitafrancescana 46 e di sacerdozio 37.* 20 aprile <strong>2010</strong>: Tuxbury Fr. James, nato aLynn, MA, della Prov. Immaculatæ BMV,USA. È morto presso il Columbia MemorialHospital, Hudson, all’età di anni 78, divita francescana 18 e di sacerdozio 47.


SOLARES CRISTÓBALLa antropologia de Martín Buber.Implicaciones psicologicas y educativas.Ed. PUNTOPACE, Taranto 2009, pp. 235.El libro del profesor Cristóbal Solares es un importante estudio muy cuidadoso eilustrador del pensamiento del filósofo judío. En nueve capítulos se hace el recorridodel itinerario intelectual y existencial de Buber...No dudo de que esto libro puede seruna buena guía para entrar y para la comprensión de la profundidad del ser humanodesde las categorías intelectuales y existenciales de Martín Buber (José AntonioMerino, Presentación).ORLANDO LUIGILa prima lettera di Pietro.Tradizioni inniche, liturgiche, midrashiche.Ecumenica Editrice, Bari 2009, pp. 207.La pubblicazione di Luigi Orlando, ofm, ha uno «stile lucido, pacato, attento altesto e al contesto dello scritto apostolico, alle problematiche che esso affronta e allerisposte che dà in dialogo con comunità cristiane giovani ma sofferenti, impegnatea rendere ragione della speranza che è in loro.... Sotto il profilo teologico, sono daapprezzare la ricchezza della ecclesiologia che elabora o la solida cristologia cheformula da rilevanti passi della lettera. Sotto il profilo ecumenico, questo tipo diesegesi aiuta il mondo cristiano, tuttora diviso su questioni nate in epoche posteriori,a cercare il nucleo vitale originario e fondante del nostro cristianesimo e a trovare alivello cristologico ed ecclesiologico, motivi molto più di consenso che di dissenso»(Presentazione).NOBILE MARCOSaggi su Ezechiele.Ed. Antonianum, Roma 2009, pp. 216.«Pur con la sua complessità e le sue incoerenze, il libro di Ezechiele mi è sempresembrato un’opera autoriale sostanzialmente unitaria. Esso mi è parso come undocumento significativo e di ampie proporzioni, costruito a tavolino da un intellettualedi professione sacerdotale che ha rimescolato il materiale a lui preesistente, nel quadrodi uno schema antropologico-letterario e teologico che ho definito “schema cultualedi fondazione”. Il riscontro di questa ipotesi di lavoro mi era stato suggerito ai tempidella dissertazione dottorale dallo studio dell’antropologia religiosa e della storiadelle religioni, che avevo affiancato all’analisi esegetica dei testi di Ezechiele (il librodi Ezechiele è un testo religioso!). Alla luce di queste premesse, è evidente che un filorosso continuo lega la serie dei contributi qui presentati, i quali si snodano nel tempoa partire dal 1983 e giungono fino ad oggi» (dalla Premessa dell’Autore).

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