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Acta Ordinis 2010 N.1 - OFM

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EX ACTIS SUMMI PONTIFICIS 7l’analfabetismo, la non equa distribuzione deibeni.L’impegno per l’unità dei cristiani non ècompito solo di alcuni, né attività accessoriaper la vita della Chiesa. Ciascuno è chiamatoa dare il suo apporto per compiere quei passiche portino verso la comunione piena tra tutti idiscepoli di Cristo, senza mai dimenticare cheessa è innanzitutto dono di Dio da invocarecostantemente. Infatti, la forza che promuovel’unità e la missione sgorga dall’incontrofecondo e appassionante col Risorto, comeavvenne per San Paolo sulla via di Damascoe per gli Undici e gli altri discepoli riuniti aGerusalemme. La Vergine Maria, Madre dellaChiesa, faccia sì che quanto prima possa realizzarsiil desiderio del Suo Figlio: «Che tuttisiano una sola cosa perché il mondo creda»(Gv 17,21).Benedetto XVI[L’Osservatore Romano, 27 gennaio <strong>2010</strong>, p. 7]3. Discorso all’Udienza Generale del mercoledìCittà del Vaticano, Aula Paolo VI, 27.01.<strong>2010</strong>IL VERO FRANCESCO STORICOÈ IL FRANCESCO DELLA CHIESACari fratelli e sorelle,in una recente catechesi, ho già illustratoil ruolo provvidenziale che l’Ordine dei FratiMinori e l’Ordine dei Frati Predicatori, fondatirispettivamente da san Francesco d’Assisi eda san Domenico da Guzman, ebbero nel rinnovamentodella Chiesa del loro tempo. Oggivorrei presentarvi la figura di Francesco, unautentico “gigante” della santità, che continuaad affascinare moltissime persone di ogni età edi ogni religione.«Nacque al mondo un sole». Con queste parole,nella Divina Commedia (Paradiso, CantoXI), il sommo poeta italiano Dante Alighieriallude alla nascita di Francesco, avvenuta allafine del 1181 o agli inizi del 1182, ad Assisi.Appartenente a una ricca famiglia – il padreera commerciante di stoffe –, Francesco trascorseun’adolescenza e una giovinezza spensierate,coltivando gli ideali cavallereschi deltempo. A vent’anni prese parte ad una campagnamilitare, e fu fatto prigioniero. Si ammalòe fu liberato. Dopo il ritorno ad Assisi,cominciò in lui un lento processo di conversionespirituale, che lo portò ad abbandonaregradualmente lo stile di vita mondano, cheaveva praticato fino allora. Risalgono a questoperiodo i celebri episodi dell’incontro conil lebbroso, a cui Francesco, sceso da cavallo,donò il bacio della pace, e del messaggiodel Crocifisso nella chiesetta di San Damiano.Per tre volte il Cristo in croce si animò, e glidisse: «Va’, Francesco, e ripara la mia Chiesain rovina». Questo semplice avvenimento dellaparola del Signore udita nella chiesa di S.Damiano nasconde un simbolismo profondo.Immediatamente san Francesco è chiamato ariparare questa chiesetta, ma lo stato rovinosodi questo edificio è simbolo della situazionedrammatica e inquietante della Chiesa stessain quel tempo, con una fede superficiale chenon forma e non trasforma la vita, con un cleropoco zelante, con il raffreddarsi dell’amore;una distruzione interiore della Chiesa checomporta anche una decomposizione dell’unità,con la nascita di movimenti ereticali. Tuttavia,in questa Chiesa in rovina sta nel centroil Crocifisso e parla: chiama al rinnovamento,chiama Francesco ad un lavoro manuale perriparare concretamente la chiesetta di san Damiano,simbolo della chiamata più profonda arinnovare la Chiesa stessa di Cristo, con la suaradicalità di fede e con il suo entusiasmo diamore per Cristo. Questo avvenimento, accadutoprobabilmente nel 1205, fa pensare ad unaltro avvenimento simile verificatosi nel 1207:il sogno del Papa Innocenzo III. Questi vede insogno che la Basilica di San Giovanni in Laterano,la chiesa madre di tutte le chiese, stacrollando e un religioso piccolo e insignificantepuntella con le sue spalle la chiesa affinchénon cada. È interessante notare, da una parte,che non è il Papa che dà l’aiuto affinché lachiesa non crolli, ma un piccolo e insignificantereligioso, che il Papa riconosce in Francescoche Gli fa visita. Innocenzo III era un Papa potente,di grande cultura teologica, come puredi grande potere politico, tuttavia non è lui arinnovare la Chiesa, ma il piccolo e insignificantereligioso: è san Francesco, chiamato daDio. Dall’altra parte, però, è importante notareche san Francesco non rinnova la Chiesa senzao contro il Papa, ma solo in comunione conlui. Le due realtà vanno insieme: il Successoredi Pietro, i Vescovi, la Chiesa fondata sulla

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