Occhi azzurri ed iceberg di montagna

i Entomologia a grandi lineelineeUn lavoro interessante in quattro mosse?Primo: trovarsi un’attività inconsueta;secondo: uso di una tecnica complicata;terzo: l’attività deve essere ad alto valore scientifico;quarto: il lavoro deve risultare poco appettibile, perevitare troppo concorrenza.Fotografare ragni nel loro habitat rispettaminuziosamente tutti i punti sovraesposti ed Osvaldosi aggiudica senza rivali l’appalto messo a disposizioneda un’università tedesca per la parteiconografica sugli aracnidi stanziali delle ‘südlichenAlpen’. Il disciplinare di lavoro è complesso perché iragni, seppur descritti minuziosamente nelle loro caratteristichee differenze, a me appaiono fondamentalmentetutti uguali. Anche la dicitura: ‘Alpi meridionali’mi risulta un po’ generica, ma Osvaldo sembrasapere il fatto suo e in men che non si dica miritrovo bardato come un albero di natale con una decinadi bottigliette appese all’imbrago sulla cresta chedal Passo San Marco porta in cima al MonteVerrobbio. Naturalmente Osvaldo mi aspetta al lagodel passo essendo meglio attaccare su due fronti, datoche i ragni di montagna sono furbi e poco inclini afarsi notare. Visto dall’alto il suo percorso mi sembradecisamente più facile, ma può darsi sia un erroredi prospettiva, e poi il panorama da qui è bellissimo:lo sguardo spazia dalla Presolana al Disgrazia efa capolino anche il gruppo del Bernina sui punti piùalti della cresta. Di ragni però manco l’ombra. Insettidi ogni tipo, soprattutto infaticabili formiche chetrasportano cibarie e kit di montaggio per la loro tana.Come faranno a sopravvivere qui d’inverno? Con laricetrasmittente redarguisco Osvaldo dei miei scarsirisultati, mentre lui mi avvisa di essere impegnato aricatturare Odoacre, il nostro rospo ‘cercaragni’ cheappena ha fiutato il lago di Verrobbio si è giustamentedato alla fuga, del tutto indifferente alle nostreproblematiche scientifiche. Mi sta prendendo lo sconforto,sono tre giorni che facciamo su e giù da picchi