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scarp de' tenis Il mensile della strada - Caritas Torino

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Viaggio di Scarpnell’Emilia e nellaLombardia feritedal terremoto.Centri diaccoglienza,cooperativesociali, realtàdel terzo settore:anche il non profitrisente deglieffetti del sisma.Ma i suoi attorinon mollanoCi sono due fantasmi in questa storia. <strong>Il</strong> primo, si mormora, ogni tantofa capolino a Villa Chierici, la dimora settecentesca che ospita il Centro Emmanuel,a Carpi. È il fantasma <strong>della</strong> nobile signora che abitò la villa e che, si dice, non l’abbiamai lasciata... <strong>Il</strong> secondo fantasma, invece, è un incubo. Un incubo segnato dalle migliaiadi scosse che hanno mosso la terra di queste parti e che hanno ferito, e continuaa ferire, la “vita normale” di tante persone, quella vissuta nella proprie case, sulposto di lavoro, con i propri affetti.Ecco. Questa “vita normale”, il fantasma del terremoto l’ha spazzata via una priilreportagereportagedi Stefano Lamperticoe Ettore SuttiAttendati, ma indomitiIn alto, la tenda donata da <strong>Caritas</strong>Ambrosiana nel parcheggio davantiagli edifici <strong>della</strong> cooperativa<strong>Il</strong> Nazareno. Molte attività realizzatecon i ragazzi disabili (qui sopra,il teatro) sono state trasferitein capannoni sicuri o tendema volta il 20 maggio. E poi ancora dopopochi giorni. E poi ancora. E ancora. Aqualunque ora del giorno e <strong>della</strong> notte.Sotto il campanile pericolante«Abbiamo paura. E anche se le nostrecase sono ancora lì in piedi e sembranovolerci restare, noi abbiamo paura. Edormiamo in tenda». Chiara Bellardi,nerupsichiatra, responsabile <strong>della</strong> comunicazione<strong>della</strong> cooperativa socialeNazareno di Carpi. È la prima personache incontriamo in questo nostro viaggionel terremoto dell’Emilia. Un percorsodifferente dal solito. Le nostre tappenon sono i centri storici dei paesi distrutti,che altri hanno già raccontato eillustrato. Ma sono i centri <strong>della</strong> solidarietà,le strutture <strong>della</strong> cooperazione sociale,le comunità di accoglienza per disabilie persone vulnerabili. Per vedere,capire e raccontare come il terremoto hasegnato anche queste realtà. E per raccontareanche la straordinaria voglia dirialzarsi, di ricominciare.Chiara è la prima persona che incontriamo.Lavora a Carpi, al Nazareno,il network di cooperative sociali nato nel1989 dall’incontro tra Sergio Zini, attualepresidente, Marco Viola, attuale vicepresidentee direttore, e don Ivo Silingardi,sacerdote attivo da decenni nelcampo del disagio sociale. Lei di formazioneè neuropsichiatra, ma si occupaanche di comunicare le attività del Nazareno.E non solo.Nel cortile, di fronte alla villa cheospita il Centro Emmanuel, serviziodiurno per 25 malati psichici, c’è la grandetenda pneumatica che <strong>Caritas</strong> Ambrosianaha prestato, affinchè alcune attivitàdi sostegno dei disabili gravi possanoessere svolte in sicurezza. «Alcunedelle nostre strutture – spiega Chiara –sono state segnate dal terremoto e sonoancora inagibili. E così abbiamo dovutorisistemare le nostre attività in spazi diversi,trasformandone alcuni». Peresempio nei capannoni antisismici, cheospitano alcune attività <strong>della</strong> cooperativa,sono ammonticchiati divani e armadi.Sono delle famiglie di alcuni ospiti delNazareno che hanno la casa inagibile.Qualche famiglia è addirittura ospitataqui. Provvisoriamente. Fino a quando?«Anche gli uffici di Carpi, dove hannosede il servizio di formazione e inse-luglio - agosto 2012 <strong>scarp</strong> de’ <strong>tenis</strong>.13

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