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scarp de' tenis Il mensile della strada - Caritas Torino

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lo scaffaleLe dritte diYamadaSeduto in quel caffé, io non pensavo a teGuardavo il mondo che, girava intorno a me......e a una madeleine, che avevo appena preso da un sottilepiattino bianco, vicino a una tazza di thé.Un dolcino dorato e perfetto, una magicherìa che –speravo tanto – mi avrebbe portato da qualche parte,al primo morso. Addento: la morbidezza mi vince,l’“intorno” comincia a girare e il suo spettro coloratoproduce una risultante bianca e luminosa chem’avvolge. Sono dentro una canzone, dentro la primacanzone che ricordo: Hey Jude dei Beatles.Di Hey Jude ho proprio stampato nella memoria l’effettoipnotico che mi aveva assestato la sua meravigliosa“coda” di quattro minuti, spalancandomi il cuore. Zoomandoil cuore spalancato, noteremmo la circolazionevenosa e quella arteriosa irrorare un paesaggio surrealeesondante girasoli, stelle, draghi, ombrelli, e la facciagreve e iconica di un sole a glassare il tutto: insommaun piccolo pianeta nato dai “semi dell’amore” e abitatodai Tears for Fears, che sbucano dalla famosissimacopertina di The Seeds of Love, “targato” 1989.L’inno sonico di questo piccolo astro è Advice for theYoung at Heart. Una notte di tanti anni fa, alla radio,avevo sentito che questa canzone non avrebbe certosfigurato nel Voyager Golden Record insieme a una selezionedi altre musiche (Bach, Chuck Berry – ! –, Mozart,Beethoven, Stravinsky) e suoni del mondo, allo scopo diraccontare ad altre forme di vita extraterrestri la nostraterrestre civiltà. E allora, io quasi quasi prendo un foglio,disegno un razzo di quelli con gli oblò e vi carico su tutti(stavolta <strong>della</strong> cagnetta Laika ci portiamo solo la foto, cuiindirizzare baci, se ci mancherà).Partiamo con un’enorme scia di fuoco e, un metro alsecondo, saliamo nel cielo trapunto di stelle. Nel blunerointerplanetario vediamo fluttuare lunghi fili scuriche acchiappano il nostro razzo: sono tentacoli cheemanano suoni e s’infiltrano dalle pareti porose <strong>della</strong>Spazzatura,cioè uominicome tuttiMatteo Donatiè responsabiledel centrod’ascolto <strong>della</strong><strong>Caritas</strong> diocesanadi Pesaro.Attraverso la suaesperienza dioperatore sociale,ha raccontato leviscere <strong>della</strong> suacittà con l’intentodi mostrarnela basùra. Ossiala spazzatura:persone che peri più disparatimotivi si ritrovanoa vivere per <strong>strada</strong>,chiedendol’elemosinaall’uscita dalsupermercato,o ritrovandosiprigionieri di drogae alcol. Arrivandoa toccare laspazzatura deinostri cuori.Matteo DonatiCronache dabasùra.Emi editoreeuro 9navicella. Tentacoli che suonano, tendo l’orecchio: ma sì! È LoveSong dei Cure.L’avrete capito che siamo finiti tra i capelli neri e a fontana di Robert Smith, e lì c’incagliamo.<strong>Il</strong> nostro razzo di carta si squaglia, e calandoci coi capelli da fiaba del leaderdei Cure, alluniamo sul suo viso-pianeta, pieno di crateri neri e rossi.Fissiamo un suo occhio da cui, bizzarramente, cola e s’arricciola il pesante eyeliner,nel mezzo. Non pago, il nero del trucco scivola verso l’angolo esterno dell’occhio, trasformandolonella copertina di una canzone che conosco, Eye in the Sky, di AlanParsons Project. Mi ha sempre rasserenato questo pezzo, e lo fa anche stavolta,radunando ricordi e speranze che, stanotte, mi aspettano su un balconcino, nell’estate.Aspettano voi e me, con una ringhiera a cui appoggiarsi, un pensiero cuiaggrapparsi, un saluto da mandare lontano, un angelo da scomodare, una birra freddada sorseggiare, un sorriso da sbrigliare e una lacrima da rintuzzare. Ci arriva il suono diun sax, lontano e stentato: è Sergio Caputo, in pigiama, che insegue le chimere del jazzin Ho l’hobby del sassofono. Sorridiamo nel buio, c’è tempo per un ultimo pezzo: C’est levent, Betty, dalla colonna sonora di Betty Blue. Stiamo sul balconcino ancora un po’, pervedere l’alba che arriva... cosa dite? Compilation per l’estate 2012Milanobruciadi mafieMilano brucia.Brucia nel fuoco<strong>della</strong> malavitaorganizzata. Bruciaassieme a quellapalestra divoratadalle fiamme.Brucia come i piedidel santo scalzoche dal tettourla la follia <strong>della</strong>gente. Bruciacome i negozi chesi sono negati.Come i voltideformi di coloroche sanno, etacciono. Dopol'Alveare, GiuseppeCatozzella riprendeil discorso sullamalavitaorganizzata aMilano, sempremeno manifesta,sempre piùinvasiva e feroce.GiuseppeCatozzellaFuegoFeltrinelli Editoredimensioni file:2002 KB – formatokindle euro 0,99Mika & C.,più forti delterremotoMika è unaformica di sei anniche vive aFormicopoli.Una notte la terrasi muove e tuttele formicherestano senzatetto, le case ela città distruttedal terremoto.Una favola per direai bambini che dalterremoto si puòrinascere. Maper farlo è meglioessere insieme,fare comunità.I diritti d'autore dellibro e il ricavato<strong>della</strong> venditasono devolutial progetto“Per l'Abruzzo,biblioteche eludoteche perbambini e ragazzi”.Carlo ScatagliniLe formichesono più fortidel terremotoEdizioni Ericksonpagine 92euro 7

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