Flying Teapot: pronti, via... ops, dietrofront
Flying Teapot: pronti, via... ops, dietrofront
Flying Teapot: pronti, via... ops, dietrofront
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egate/atlantic rally for cruisers<br />
Eccoli gli emuli di<br />
Colombo che hanno<br />
fatto il grande salto<br />
in oceano. Dalle<br />
Canarie a Santa Lucia<br />
per un’idea che si<br />
realizza (finalmente)<br />
di MICHELE TOGNOZZI<br />
e VANNI GALGANII<br />
Il sogno dell’oceano. Il mito del<br />
<strong>via</strong>ggio. Ulisse. L’Atlantico. Per<br />
seguir virtute e canoscenza...<br />
Diciamolo, suv<strong>via</strong>. Non siamo<br />
nati in Bretagna o in Cornovaglia,<br />
per noi mediterranei le Colonne<br />
d’Ercole sono una porta che<br />
prima o poi bisogna aprire. Per<br />
inseguire un sogno di bambini<br />
che ci porta a navigare come il<br />
capitano genovese di cui sin dai<br />
tempi della scuola vorremmo<br />
prendere il posto. Excelentìsimo<br />
Don capitàn Colòn, aquì hay sòlo<br />
mar...C’è solo mare. Enorme.<br />
Infinito. Ed è lì che vogliamo<br />
andare. Per navigare, noi e la no -<br />
stra barca, fino alle lontane<br />
Americhe. Verso il caldo del<br />
Caribe. Lasciamo agli altri i record<br />
intorno al mondo: a noi basta<br />
l’Aliseo, quello buono, che ci<br />
porta verso il sole, che per due-tre<br />
settimane si corica davanti alla<br />
nostra prua. Per farlo il modo<br />
migliore è proprio l’Atlantic Rally<br />
for Cruisers, l’Arc. Una vera<br />
Barcolana dell’oceano, in cui, nell’edizione<br />
2007, ben 236 yacht (è<br />
il record) si sono riuniti per attraversarlo<br />
davvero l’oceano. Per la<br />
maggior parte dei velisti coinvolti,<br />
era la prima esperienza. Il sogno<br />
che si realizza e, in alcuni casi, la<br />
prima tappa di un progetto ancor<br />
più grande: girare il mondo in<br />
barca. Per saperne di più, Fare Vela<br />
è andata in forze a Gran Canaria.<br />
Il nostro Vanni Galgani si è imbarcato<br />
con il Comet 62 <strong>Flying</strong><br />
CLUB<br />
<strong>Teapot</strong>... Ecco, quindi, tutte le<br />
informazioni che vi aiuteranno a CRUISING<br />
realizzare quell’idea un po’ stra-<br />
WORLD<br />
na... il prossimo anno tocca a te. FOTO<br />
86 FARE VELA FEBBRAIO 08<br />
EUTIKIA, SUPERMARAMU 2000 (VENEZIA)<br />
CALYPSO MUSIC, OVNI 435 (UDINE)<br />
MOMIX, SUN ODYSSEY 49 (BRINDISI)<br />
AKOYA, BALTIC 58 (MILANO)<br />
FOTO TOGNOZZI
sono 45 gli italiani che hanno realizzato il sogno<br />
FALABRACH, HALLBERG-RASSY 48 (TORINO)<br />
SBIRRA, MARIVAR 41 (MODENA)<br />
FLYING TEAPOT, COMET 62 (ROMA)<br />
BERENICE, SWAN 62 (MILANO)<br />
Gli ARConauti
FOTO GALGANI<br />
regate/atlantic rally for cruisers<br />
I venti di Colombo<br />
Arrivare ai Caraibi è facile: basta scendere fino<br />
ad agganciare l’Aliseo (14-16 nodi la media statistica<br />
di novembre) e puntare poi a ovest. Ciò<br />
significa che la flotta dell’Arc, o quella di chiunque<br />
attraversi l’Atlantico, si dispone in una zona<br />
compresa tra la rotta diretta (ortodromica) Las<br />
Palmas-Saint Lucia di 2.690 miglia e quella che<br />
scende fino a Capo Verde per poi attraversare di<br />
2.900 miglia. A nord c’è l’anticiclone delle<br />
Azzorre, che occorrerà lasciare a dritta nella<br />
rotta di ritorno, per cui si tratta di trovare<br />
l’Aliseo giusto per dirigere a ovest quanto<br />
prima. Transitando tra le isole Canarie occorre<br />
fare attenzione alle zone d’accelerazione (Gran<br />
Canaria Est, canale Gran Canaria/Tenerife, canale<br />
Tenerife/Gomera) con raffiche e venti catabatici.<br />
Le zone d’ombra dietro le isole si spingono<br />
fino a 50 miglia. Attenzione ai colpi di sole e alla<br />
disidratazione, ai groppi e rovesci di pioggia,<br />
alle calme e alle onde da Est. I groppi con rovesci<br />
(squalls) sono più frequenti quanto più si<br />
procede a ovest e possono muoversi con una<br />
direzione diversa da quella del<br />
vento di superficie. Una pioggia<br />
intensa porta con sé sempre del<br />
vento forte (che arriva subito).<br />
Più alta è la nuvola del cumulo<br />
(foto a destra) più forte sarà il<br />
vento. Prendere i terzaroli sempre<br />
con anticipo. Eventuali<br />
Tropical Storms, primo passo<br />
verso la formazione di un uragano,<br />
sono rare in novembre e<br />
comunque sono annunciate per<br />
tempo dai servizi meteo.<br />
Conosciamoli, quindi, i 45 italiani che hanno attraversato<br />
prima Gibilterra e poi l’Atlantico.<br />
Curiosiamo sulle loro barche. Raccontiamone le<br />
emozioni, alla vigilia del grande balzo atlantico. Il<br />
Muelle deportivo di Las Palmas de Gran Canaria è il<br />
luogo ideale per farlo. La temperatura è sui 25 gradi.<br />
Sempre. “In gennaio al massimo scendiamo a 20”, ci<br />
spiega Domingo Manrique, campione olimpico e<br />
velista di Coppa America per la Spagna, che incontriamo<br />
in banchina, anche lui venuto a curiosare la<br />
mattina del 25 novembre, giorno della grande partenza.<br />
“Qui si va in barca tutto l’anno, con 25 gradi<br />
e 20 nodi di vento, cosa vuoi di più? Oltre a me<br />
anche Luis Doreste e Fernando Leòn (campionissimi<br />
della vela spagnola; Ndr) sono di qui, canarios. Se<br />
ti guardi attorno capisci perché”. In effetti, mentre<br />
236 equipaggi in calzoncini e maglietta lasciano gli Un equipaggio familiare alla parten-<br />
ormeggi, ragazzini in Optimist o Laser 4.7 bordegza. Tra i 236 dell’Arc c’erano anche<br />
giano allegramente per la baia. Fuori dalla diga fora- due coppie in <strong>via</strong>ggio di nozze.<br />
nea, l’Aliseo spinge e l’ondona inizia a srotolarsi A sinistra: il seminario meteo.<br />
lungo le prime delle 2.800 miglia che separano Gran A destra: le esercitazioni con la zatte-<br />
Canaria da Saint Lucia, isola d’arrivo dell’Arc e dei ra e i fuochi a mano. Sotto: i murales<br />
sogni delle 1.160 persone che vi partecipano. Che al Muelle Deportivo, tradizione degli<br />
qualcuno stia già pensando al mal di mare? Può yacht che attraversano l’Atlantico<br />
darsi. Le palme si agitano e c’è chi prende terzaroli<br />
in porto. Le rumorose bande di Las Palmas percorrono le banchine, un tenore saluta ogni<br />
barca che esce dalle dighe tra schiamazzi di sirene. Una grande festa, proprio come a<br />
Trieste per la Barcolana. Solo che qui al posto di Miramare c’è l’oceano e la prossima boa<br />
è quella d’ormeggio al Rodney Bay Marina di Saint Lucia. La babele di lingue e bandiere<br />
percorre in fila indiana l’uscita dal bacino. Inglesi in maggioranza, ma anche tanti tedeschi,<br />
americani e norvegesi, più altre 21 nazioni. Gli equipaggi italiani sono otto, tutti con<br />
gli occhi che brillano, quelli del “non vedo l’ora” e del “sto facendo quello che veramente<br />
sognavo di fare sin da bambino”. Per Monica Gasparotto e Danilo Costa, torinesi, è la<br />
prima traversata atlantica. Il loro splendido Hallberg Rassy 48 del 2006, Falabrach (“furfantello”<br />
in piemontese), ha già navigato per tutto l’anno in Grecia per<br />
prepararsi al grande salto, la prima tappa di un <strong>via</strong>ggio che neanche<br />
loro sanno quanto durerà. Con loro ci sono altri due torinesi, Patrizio<br />
Abrate e Alberto Vi<strong>via</strong>n, e due liguri di Finale, Pietro Massaferro e<br />
Stefano Scrivanti. “L’equipaggio non ha esperienze transoceaniche”, ci<br />
racconterà poi la Gasparotto, “ma la voglia di provare questa lunga navigazione<br />
si legge in viso a ciascuno di noi. Vento a 20-25 nodi e onde<br />
di 3 metri fanno da corollario a una partenza tirata. Ci presentiamo<br />
sulla linea del “<strong>pronti</strong>, <strong>via</strong>!”, mure a dritta, urlando acqua ad almeno 50<br />
barche che si trovano mure a sinistra ma che ov<strong>via</strong>mente non strambano<br />
(vai a protestarli poi) e quindi siamo costretti a strambare noi. 250<br />
barche lanciate a 8-10 nodi che fanno a sportellate in una partenza di<br />
una regata di circa 2.800 miglia che durerà almeno 13-14 giorni... è<br />
pazzesco, ma allo stesso modo fantastico”. Ma com’è il primo approc-
I seminari<br />
Il World Cruising Club orga-<br />
nizza un nutrito programma<br />
di corsi di preparazione<br />
all’Arc tenuti a Cowes, sull’isola di Wight. A Las Palmas si svolgono invece i seminari<br />
su vari argomenti, riguardanti sicurezza, meteo, rotta di ritorno, elettronica, comunicazioni<br />
radio Ssb, medicina, rigging, energia, gestione equipaggio, gestione bambini<br />
(ve ne erano ben 32 nella flotta). Abbiamo assistito personalmente a quelli sul<br />
recupero da elicottero, sull’apertura e gestione zattera, sull’utilizzo fuochi di segnalazione<br />
e sulla meteorologia e la rotta in Atlantico, tenuti dall’esperto meteo Chriss<br />
Tibbs. Enorme la partecipazione con tutti gli skipper e buona parte degli equipaggi<br />
a riempire il salone dell’Hotel Santa Catalina e le banchine del Muelle Deportivo.<br />
Come si apre una zattera, come ci si imbarca, come la si raddrizza, cosa c’è veramente<br />
nelle dotazioni d’emergenza, come si usano davvero e di che tipo sono i fuochi a<br />
mano e le boette fumogene in dotazione? Sono nozioni davvero utili, così come la<br />
gestione delle emergenze mediche, che con tali numeri non mancano mai all’Arc.<br />
FOTO TOGNOZZI<br />
COME SI FA<br />
L’Arc parte ogni anno (22 edizioni) alla fine di novembre da Las<br />
Palmas (nel 2008 sarà il 23). Viene organizzata dal World<br />
Cruising Club di Cowes (Isola di Wight, Inghilterra),<br />
associazione leader mondiale nel settore delle crociere in<br />
flotta. www.worldcruising.com/arc Visto il gran numero di<br />
richieste conviene prenotarsi in anticipo riempendo i formulari<br />
on line. Per il 2008 il numero massimo è fissato in 225 yacht.<br />
Nel 2007 c’erano 236 barche da 30 nazioni (108 dall’Inghilterra,<br />
21 tedesche, 15 norvegesi, 12 americane, 9 dall’Olanda, l’Italia<br />
ne aveva 8). Divertenti le feste a tema prima della partenza.<br />
QUANTO COSTA? Tra le 500 e le 1500 sterline a seconda della<br />
lunghezza della barca, più 60 sterline per ogni membro<br />
dell’equipaggio. Ov<strong>via</strong>mente vanno aggiunte le spese di<br />
trasferimento a Las Palmas e quelle di modifica alla barca , la<br />
cambusa, carburanti. Una settimana prima della partenza e due<br />
giorni dopo l’arrivo gli ormeggi, rispettivamente al Muelle<br />
Deportivo di Las Palmas e al Rodney Bay Marina di Saint Lucia,<br />
sono compresi nella tassa d’iscrizione.<br />
INFO UTILI A LAS PALMAS Sailors Bar Punto di ritrovo dei velisti<br />
internazionali che si apprestano ad attraversare l’Atlantico.<br />
Gestito da un italiano. Internet Point Wi-Fi Free (password al<br />
banco). Bacheca annunci di richiesta imbarchi (foto piccola).<br />
Biblioteca tecnica. Gli skipper sono soliti lasciarvi un cappellino<br />
(foto sotto) di bordo.<br />
Supermercati El Corte Inglès nelle vicinanze (1,5 km subito dopo<br />
il Real Club Nautico), convenzionato con l’Arc, consegna della<br />
spesa a bordo (foto sopra) per importi superiori ai 100 euro.<br />
Ship Chandler Ben forniti, Nautica Salitre (Tel. 0034 677 893596)<br />
e Rolnautic (Tel. 0034 928 243685), entrambi al Muelle<br />
Deportivo.<br />
Carburante Texaco di<br />
Pedro Perez Abrante<br />
(orario 08-20, 09-13 la<br />
domenica). Utile per<br />
risolvere piccoli problemi.<br />
Muelle Deportivo Tel.<br />
0034 928 244101<br />
Ristoranti e bar Al centro<br />
Sotavento, molo sud<br />
FOTO GALGANI
egate/atlantic rally for cruisers<br />
cio con l’Atlantico? “Dopo poche<br />
miglia”, prosegue, “a causa dell’onda<br />
si manifesta subito un po’<br />
di malessere generale che durerà<br />
più del previsto e che ci debilita<br />
per qualche giorno. Già il secondo,<br />
rice<strong>via</strong>mo la telefonata al<br />
satellitare che più ci stupisce: la<br />
Falabrach è terza di classe.<br />
Posizione che difenderà con i<br />
denti fino alla fine. Dopo un paio<br />
di notti da cavalleria rusticana, Da destra: Alessandro Sporeni, da<br />
con onde sopra i 3 metri e vento Udine, è lo skipper dell’Ovni 435<br />
teso sui 25 nodi, finalmente una Calypso Music; Danilo Costa e Monica<br />
fase più calma. Dopo tre, final- Gasparotto, torinesi, di Falabrach;<br />
mente, il primo pasto caldo e Berenice, già sotto spi, stacca tutti<br />
questo ci rimette in sesto, dopo i allo start. A lato: il folkboat inglese<br />
primi giorni previsti di adatta- Ariel, con 7,64 m barca più piccola<br />
mento alle onde... è proprio vero, della flotta. A bordo tre ragazzoni<br />
ora il nostro stare in mare ci sem- sui 100 chili e una ragazza<br />
bra naturale. Ora che stiamo tutti<br />
bene, ci organiziamo in tre turni da quattro ore, quindi in pozzetto<br />
sempre in due e, per i cambi di vela, si chiama il resto dell’equipaggio.<br />
Caliamo in acqua la lenza e nel giro di poco è fatta, prima un barracuda<br />
e poi un tonno da 6 chili. Sulla Falabrach scoppia l’applauso, la<br />
cena è superba”. Sarà anche un rally, quindi, ma l’agonismo esce fuori,<br />
almeno per far meglio del vicino di banchina o dell’amico imbarcato<br />
altrove. Sullo Swan 62 Berenice, bellissimo e agile in partenza con lo<br />
spinnaker issato esattamente allo sparo sulla linea (facile, quando al<br />
timone e alla tattica ci sono Marco Rodolfi e Marco Di Natale, campioni<br />
di Soling e Farr 40, e a prua Matteo Auguadro, ex di Mascalzone)<br />
regatano per far bene e ci riescono, conludendo al sesto posto overall<br />
in reale. Anche i simpaticissimi brindisini del Momix ci tenevano, con<br />
il loro Sun Odyssey 49 supermodificato per fare l’Arc, il sogno di mare<br />
di tutti e sei i ragazzi di bordo: lo skipper Luigi de Bernardo, Elio<br />
Meghelli con il figlio Stefano, Amilcare Limongelli, Mauro De Giorgio<br />
e Mario Gazzabin, l’unico leccese. “Abbiamo spirito crocierista e<br />
animo corsaiolo”, precisa lo skipper, un ottico brindisino, “partecipiamo<br />
sempre alle regate in Puglia, soprattutto alla Brindisi-Corfù ma ora<br />
era il momento di affronatare l’Atlantico e l’Arc, con la sua flotta, era il<br />
miglior modo per farlo. Per noi è stata un’impresa dal punto di vista<br />
organizzativo. Corsi a Cowes in preparazione. Alla veleria Montefusco<br />
una randa più piccola con due mani di terzaroli molto grandi, con la<br />
seconda che fa da randa di cappa, strallo di trinchetta, generatore,<br />
Aerogen, due computer...”. Momix tornerà in Mediterraneo probabilmente<br />
<strong>via</strong> nave. Ai Caraibi, invece, resterà Calypso Music, perchè con<br />
L’incidente: un morto<br />
L’Arc 2007 è stata funestata da un grave incidente, che ha causato<br />
la morte del velista nordirlandese John Thompson, skipper<br />
dell’Oyster 41 Avocet. La causa un’inattesa straorzata che ha fatto<br />
perdere l’equilibrio al velista, che si trovava in pozzetto e che ha<br />
sbattuto la testa contro un winch subendo gravi traumi. Sbarcato<br />
l’8 dicembre su una nave della Costa Crociere 980 miglia a est di<br />
St. Lucia e ricoverato a Barbados, è poi deceduto il 13 dicembre.<br />
90 FARE VELA FEBBRAIO 08<br />
questo Ovni 435 un gruppo di friulani guidati da Alessandro Sporeni<br />
ha intenzioni serie, due anni in giro del mondo con prua a ovest dopo<br />
aver passato Panama. Dal suo porto di armamento di San Giorgio a<br />
Nogaro, Calypso ha navigato in tutto il Mediterraneo fino a Istanbul<br />
per poi uscire da Gibilterra e puntare su Las Palmas. Di Udine, oltre a<br />
Sporeni, sono Mario Leoncini, Bruno Coianiz, Gilberto Collinassi,<br />
Federico Savoia. Manuela Rinaldi è trevigiana e Fulvio Caputo veneziano.<br />
Un bel gruppo di amici che pratica una sorta di “boat-share”, chi<br />
è libero dal lavoro si imbarca. Ogni tanto qualche ospite a pagamento,<br />
“Ma solo quando c’è posto libero”. “Un sogno di ragazzi che si realizza”,<br />
ci spiega Sporeni, “se non si fosse stati in gruppo, nessuno di noi<br />
se lo sarebbe potuto permettere”. Per l’Arc solo lodi: “Una Barcolana<br />
dell’oceano, si vede come si preparano gli altri, i vicini, tutti che caricano<br />
pere, cipolle, banane come noi. Impariamo dalle esperienze<br />
comuni”. Per i propri programmi tante idee: “Il <strong>via</strong>ggio in senso antico,<br />
andare in giro lentamente per vedere come va il mondo, e per questo<br />
non c’è niente di meglio di una barca a vela”. Arc di puro divertimento<br />
è quella degli emiliani della Sbirra, un Marivar 41 un po’ vecchiotto<br />
ma con lo spirito giusto di cinque amici modenesi davvero alle<br />
prese con “l’avventura della vita”. Alberto e Dario Montardi, due fratelli,<br />
Andrea Venturi, lo skipper, Claudio Berselli e Alessandro De Bassa.<br />
Gli ultimi tre hanno preso la patente insieme fino al fatidico “Perché<br />
non facciamo l’Atlantico?”. Detto fatto, ma c’è anche di più: “L’Arc è<br />
la prima tappa dell’idea di fare il giro del mondo a tappe fino al 2009”.<br />
Da emiliani doc non gli mancano le buone bottiglie, le migliori sono<br />
stivate per festeggiare i 20 e i 30 gradi di longitudine Ovest... “Dopo<br />
35 anni di Mediterraneo è d’obbligo l’idea di fare l’Atlantico almeno<br />
una volta”, dice Giovanni Testa, veneziano, skipper del Supermaramu<br />
2000 Eutikia che porta orgogliosa il leone di San Marco sul paterazzo.<br />
Il programma è presto fatto: “Alle British Virgin Island in febbraiomarzo,<br />
poi Venezuela e due anni ai Caraibi”. Con lui ci sono Marina<br />
Spadari, un altro veneziano, Antonio Dalbon, un padovano Gianpiero<br />
Cordioli e una simpatica libanese tutta riccioli e sorrisi, Zeina<br />
Majzoub, erede di quei marinai fenici (è di Tripoli) che colonizzarono<br />
il Mediterraneo. “L’Arc è utile”, spiega Testa, “per l’organizzazione,<br />
l’equipe che ci lavora e le informazioni che continuamente rice<strong>via</strong>mo
Gran Canaria<br />
Il Muelle Deportivo di Las<br />
Palmas è il porto ideale per<br />
preparare la barca prima della<br />
traversata atlantica. La costante<br />
presenza di barche con le<br />
stesse esigenze permette di<br />
scambiarsi esperienze e risolvere<br />
problemi che, comunque, i<br />
funzionali servizi di Las Palmas<br />
(grande città di 400.000 abitanti,<br />
da non perdere la Casa di Colombo nel Casco<br />
Antiguo, foto sopra) consentono di affrontare<br />
con tranquillità. Gran Canaria, però, è anche<br />
un’ottima meta turistica, servita da una rete di<br />
sicuri porti turistici: Pasito Blanco nei pressi della<br />
zona turistica di Maspalomas (sotto),<br />
Arguneguin, Puerto Rico, Puerto Mogàn (a lato),<br />
tutti con tariffe assai convenienti. Gran Canaria, il<br />
cui interno è davvero spettacolare, è la base di<br />
crociere a Tenerife, La Palma (detta la isla bonita),<br />
Gomera e Hierro. www.grancanaria.com<br />
su tutti gli aspetti della traversata. È bello vivere il porto a fondo, condividendo<br />
le esperienze degli altri. Ottima anche l’assistenza del cantiere<br />
Amel, presente in forze. Il nostro obiettivo è quello di fare una traversata<br />
tranquilla e, perchè no, di battere gli altri Amel”. Un altro italiano,<br />
Sergio Locatelli, era imbarcato sull’X 482 francese Tiger Lily. Più<br />
grande (e infatti farà bene in tempo reale) è il Baltic 58 Akoya del milanese<br />
Dario Segre, affidato allo skipper di Caorle Felice Gusso, uno che<br />
l’Atlantico lo conosce visto che ha già 8 traversate e un giro del mondo<br />
BRAVE LE ITALIANE<br />
La nostra vela ha conquistato un importante risultato all’Arc<br />
2007 con il Baltic 58 Akoya, vincitore in tempo compensato<br />
nella divisione cruising, la più numerosa della flotta. Allo yacht<br />
di Segre sono andati l'ambito Yachting World Trophy e il<br />
successo nella classe E. Premio anche per lo Swan 62 Berenice di<br />
Marco Rodolfi che ha ottenuto la vittoria nella classe VI<br />
Invitation Division. Sempre Berenice aveva concluso con un<br />
ottimo sesto posto overall in tempo reale (passaggio in 13<br />
giorni e 4 ore). Bene anche l'Hallberg Rassy 48 Falabrach e il<br />
Sun Odyssey 49 Momix, rispettivamente 16esimo e 17esimo<br />
nella cruising overall, terzo e quarto nella classe D. Italia in alto<br />
anche con la cantieristica, grazie al Southern Wind 80 Fd<br />
inglese Matelot che ha vinto in reale il Rally in 12 giorni 15<br />
minuti e 40 secondi. Così le altre italiane: 43.Calypso Music;<br />
86.Eutikia; 102.Sbirra. Il record dell’Arc resta a Capricorno.<br />
Come tornare a casa<br />
Una volta partiti dalle Canarie si pone il proble-<br />
ma della rotta di ritorno, nel senso che vento e<br />
onda rendono ardua una rotta diretta verso<br />
Nord Est, una volta lasciate le isole. In caso di<br />
avaria, come è successo al nostro in<strong>via</strong>to su<br />
<strong>Flying</strong> <strong>Teapot</strong>, nelle prime 48 ore si potrà dirigere<br />
su Tenerife, La Palma o la Gomera (l’ultimo<br />
scalo di Colombo prima dello storico <strong>via</strong>ggio del<br />
1492) a prezzo di una dura bolina. Alcuni preferiscono<br />
riparare a Capo Verde. Una volta ai<br />
Caraibi, le alternative per il ritorno sono la nave<br />
(tra gli 8 e i 12.000 euro, www.sevenstar.nl), la<br />
classica rotta primaverile (la seconda metà di<br />
maggio è il momento statisticamente migliore,<br />
dopo la metà di luglio è tardi) di risalita dei<br />
Caraibi fino ad Antigua per poi salire in latitudine<br />
verso Bermuda e aggirare l’anticiclone delle<br />
Azzorre da dritta, consapevoli che la maggior<br />
parte della traversata sarà di bolina tra numerosi<br />
groppi. Su questa rotta il World Cruising<br />
Club organizza ogni anno l’Arc Europe, <strong>via</strong><br />
Bermuda-Azzorre (P onta Delgada)-Lagos<br />
(Portogallo), con partenza all’inizio di maggio.<br />
nel curriculum. Con lui la compagna Paola Benatelli, il veneziano<br />
Antonio Favrin, il velaio comasco Marco Pomi e Chiara Mazurana, da<br />
Milano. Una barca conosciuta in Tigullio (vi lavorò anche Francesco<br />
Rapetti, vincitore su Alinghi della Coppa America). Akoya è l’unica<br />
barca italiana che parteciperà anche alla World Arc, due anni di giro per<br />
il mondo in flotta. Il 23 gennaio Akoya ha attraversato Panama per puntare<br />
a ovest. Questi erano gli italiani in oceano... scommettiamo che un<br />
po’ di voglia è venuta anche a voi?<br />
FEBBRAIO 08 FARE VELA 91
egate/atlantic rally for cruisers<br />
Fervono i preparativi...<br />
... nel nostro caso, purtroppo a vuoto: è durata un giorno<br />
di VANNI GALGANII<br />
Ogni anno, verso la fine di novembre, il marina di Las Palmas dà vita a uno dei più<br />
affascinanti spettacoli che il mondo della vela possa offrire: i preparativi delle<br />
oltre duecento barche che, di lì a poco, affronteranno, molte per la prima volta,<br />
le irresistibili vastità dell’oceano. In banchina e sulle barche si vede veramente di tutto: chi<br />
fa lavori tecnici e sull’attrezzatura, chi carica enormi quantità di provviste, chi smonta e<br />
lava tender di ogni tipo, chi passeggia incuriosito alla ricerca di soluzioni da copiare, chi<br />
dipinge sui muri strane e colorate figure. Il tutto, però, rilassati, senza stress, con quella<br />
tipica atmosfera che i 25 gradi di temperatura e la cultura spagnola ispirano. A Las Palmas<br />
di solito le barche arrivano già pronte, ma ci sono sempre ultimi lavori da fare, comprese<br />
eventuali riparazioni dovute alla traversata fin là, accorgimenti da adottare in vista dell’oceano<br />
e, soprattutto, le provviste per 15-20 giorni.<br />
In base alla nostra esperienza su <strong>Flying</strong> <strong>Teapot</strong>,<br />
eccovi alcune pillole sulle fasi più importanti.<br />
L’attrezzatura. Oltre a tutti i normali controlli, abbiamo<br />
verificato soprattutto gli eventuali sfregamenti o<br />
abrasioni che potessero coinvolgere cime e vele. In<br />
particolare abbiamo protetto le crocette con materiale<br />
morbido e arrotondato (possono andar bene il<br />
neoprene, una manichetta tagliata o degli speciali<br />
angolari in schiuma). Particolare cura si deve porre<br />
nel posizionamento e nel fissaggio delle lifeline: se<br />
usate legature, meglio bloccarle con del nastro adesivo<br />
a tenuta d’acqua. Se vi manca qualcosa, in porto<br />
ci sono due ship chandler veramente ben forniti. In ogni caso, le verifiche più importanti<br />
vanno fatte soprattutto in navigazione: gli organizzatori raccomandano almeno 10-15<br />
minuti al giorno da dedicare all’attrezzatura, comprese visite sull’albero. L’elettronica. Una<br />
sola nota su quest’argomento: cercate di limitarla. Numerose barche lamentavano, prima<br />
della partenza, uno o più apparati che non funzionavano bene, con skipper ed equipaggio<br />
che si sono persi il meglio della festa per cercare di porvi rimedio. Questo può anche<br />
Piiiiiiiiiiii, sono circa le cinque del mattino e il suono dell’allarme sentina<br />
ci fa sobbalzare. Le spie, intelligentemente suddivise per zone,<br />
ci indicano con chiarezza che abbiamo acqua nel comparto di<br />
poppa. Ispezione immediata (si fa per dire, perché prima dobbiamo<br />
rimuovere il contenuto dell’enorme gavone), c’è una <strong>via</strong> d’acqua da<br />
entrambi i timoni. Rapida consultazione: siamo alla prima notte, con<br />
circa 3.000 miglia davanti... Sarebbe stupido proseguire, in fondo<br />
con poche ore siamo a Tenerife.<br />
Poche ore, sì, ma un vero supplizio:<br />
quelle belle onde e quel<br />
vento teso che prima ci spingevano<br />
a velocità notevoli (abbiamo<br />
fatto planate fino a 19 nodi) ora<br />
ci rigettano indietro, ci inclinano<br />
e ci fanno saltare come canguri:<br />
altro che “dolci Alisei”. La barca è<br />
stata alata a Los Cristianos, sud di<br />
92 FARE VELA FEBBRAIO 08<br />
<strong>Flying</strong> <strong>Teapot</strong>: <strong>pronti</strong>, <strong>via</strong>... <strong>ops</strong>, <strong>dietrofront</strong><br />
Dall’alto: si prepara la frutta per la cambusa; due diversi<br />
modi di interpretare l’andatura di poppa nei trade winds<br />
con le trinchette gemelle o in parasailor (diffuso tra i cat).<br />
Pagina a lato: il quadrato di <strong>Flying</strong> <strong>Teapot</strong> con la cambusa<br />
da stivare; l’eolico Aerogen, il pc e lo stivaggio in quadrato<br />
del Momix; cintura a portata di mano su Calypso Music; zattera<br />
a poppa; casco di banane verdi per la traversata<br />
Tenerife, dove in un un porticciolo inospitale abbiamo trovato un travel<br />
lift da ben 100 tonnellate. Un’avaria comune ma non banale che<br />
ha richiesto svariati giorni di lavoro. Normale amministrazione su un<br />
prototipo, un vero disastro per noi che, da mesi, ci preparavamo,<br />
anche psicologicamente, al grande salto. Da questa esperienza<br />
abbiamo tratto alcuni utili insegnamenti. Il primo è: non abbiate fretta<br />
di traversare. Se la barca è nuova (la nostra era andata in acqua<br />
quattro mesi prima), specie se è un prototipo, datele il tempo di tirar<br />
fuori le tipiche magagne giovanili; in Mediterraneo ci vuole un po’,<br />
in oceano basta una notte. E questo porta al secondo consiglio: al<br />
momento di partire, siate ben sicuri del vostro mezzo, perché l’oceano<br />
è tendenzialmente a senso unico, indietro non si torna. Infine ci<br />
sarebbero tanti dettagli sull’attrezzatura, ma uno su tutti: non partite<br />
senza teli antirollio. Anche in poppa, col rollio è un inferno dormire<br />
in due su un letto matrimoniale, figuratevi di bolina. In quanto a<br />
noi, ci siamo comunque divertiti, abbiamo formato un bel gruppo e<br />
siamo <strong>pronti</strong> per l’anno prossimo.
voler dire che magari lui, l’apparecchio, va benissimo<br />
ma è maledettamente complicato e voi non riuscite<br />
a farlo funzionare. Quindi, in fase di acquisto, non<br />
fatevi tentare da promesse miracolose ma cercate di<br />
montare solo ciò che vi servirà veramente e, soprattutto,<br />
che siete in grado di capire e far funzionare<br />
fino in fondo. Cambusa. Una degli aspetti più<br />
importanti e, francamente, anche più divertenti. Fare<br />
più di 1.000 Euro di spesa ha un suo fascino perverso.<br />
Indispensabile un breefing preventivo in cui<br />
ognuno dichiara preferenze e ipotizza quantità personali<br />
(specie per le bevande); meglio ancora se si<br />
riescono a organizzare menù settimanali dai quali<br />
desumere ingredienti e quantità.<br />
La spesa vera e propria si dividerà in due o tre mandate;<br />
avendo una macchina in affitto, noi siamo<br />
andati al Carrefour, un po’ più lontano del Corte<br />
Inglès ma, a detta di molti, meno caro e più fornito<br />
(entrambi consegnano a domicilio). Prima comprerete<br />
le cose che non si deteriorano e i liquidi; in ultimo<br />
il fresco. Altro aspetto fondamentale è lo stivaggio:<br />
si può fare per argomenti ma bisogna avere tanti<br />
Saint Lucia<br />
Il primo abbraccio<br />
caraibico di chi partecipa<br />
all’Arc lo dà l’isola<br />
di Saint Lucia, con<br />
la linea d’arrivo della<br />
regata posizionata<br />
davanti al ridossato<br />
marina di Rodney<br />
Bay. Posta tra le isole di Martinica (a nord) e St.<br />
Vincent, la porta delle Grenadine, Saint Lucia<br />
offre esperienze indimenticabili per alcune caratteristiche<br />
che la rendono unica. C’è già qualche<br />
accenno di tipica spiaggia caraibica, candida e<br />
orlata di palme, ma quello che colpisce di più è la<br />
vegetazione lussureggiante unita a un’orografia<br />
vani per non sovrapporre cose di famiglie diverse;<br />
altrimenti si può provare a organizzare la cambusa a<br />
strati eterogenei, cioè ciò che si consuma in un certo<br />
periodo messo tutto allo stesso livello. Ultima raccomandazione:<br />
per evitare animaletti indesiderati non<br />
imbarcate gli scatoloni dei supermercati; inoltre<br />
lavate e asciugate frutta e verdura. Questo per quanto<br />
riguarda i principali aspetti pratici: ma la partenza<br />
dell’Arc è ben altro. Vi sono i seminari, le feste<br />
(fantastico il Jungle-party in maschera con workshop<br />
pomeridiano per vestire i bambini), le dimostrazioni<br />
pratiche, il tutto con spirito partecipativo e<br />
particolari accorgimenti per coinvolgere i più piccoli,<br />
che apprendono cose importantissime divertendosi.<br />
Il giorno del <strong>via</strong> l’emozione è inevitabile:<br />
duecentoquaranta barche che escono tutte insieme<br />
accompagnate da banda, tenore spagnolo e centinaia<br />
di spettatori non possono lasciare indifferenti. Poi<br />
il botto dello start (“big maroon” come lo chiamano<br />
loro), le ondone, il primo groppo con relative<br />
planate a 17 nodi, l’oceano blu scuro, il tramonto in<br />
faccia... Siamo partiti!<br />
quasi montana (la cima più alta, Morne Gimie, arriva<br />
a 3.117 metri). Inconfondibili a questo proposito<br />
sono i Pitons (nella foto), due coni perfetti che<br />
scendono a picco sul mare con relativi fondali tipo<br />
acquario. Da non perdere anche la doppia rada di<br />
Marigot Bay dove tra l’altro potrete sorseggiare<br />
ottimi cocktail al Doolittle’s. www.stlucia.org<br />
FEBBRAIO 08 FARE VELA 93