anno I, n. 5 - Dipartimento della Protezione Civile
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Periodico bimestrale a cura <strong>della</strong> Presidenza del Consiglio dei Ministri-<strong>Dipartimento</strong> <strong>della</strong> <strong>Protezione</strong> <strong>Civile</strong><strong>anno</strong> 1 n. 52PRIMO PIANOCalabria 2011:esercitazione nazionaledi <strong>Protezione</strong> <strong>Civile</strong>2FOCUSI dieci anni delMeccanismo Europeodi <strong>Protezione</strong> <strong>Civile</strong>2STORIEIrpinia 1980,una riflessione a 31anni dal terremotoDAL TERRITORIO: SCIAME SISMICO POLLINO, LE INIZIATIVE DEL DIPARTIMENTO • DAL DIPARTIMENTO: IX GIORNATA NAZIONALE DELLA SICUREZZA NELLE SCUOLE
L’editorialeLa resilienza di un territorio è frutto di una comunità consapevole.Un cittadino informato, partecipe, e soggetto attivo <strong>della</strong>prevenzione è l’elemento fondante di un efficace Sistema diprotezione civile. Il tema dell’auto-protezione – come consapevolezza deirischi e conoscenza dei comportamenti virtuosi da adottare in emergenza– è al centro di questo numero che dedica il suo Primo Pianoall’esercitazione nazionale di <strong>Protezione</strong> <strong>Civile</strong> “Calabria 2011”.L’iniziativa, che rientra in un più ampio progetto di definizione delle lineestrategiche di intervento in emergenza, guarda con attenzione al mondo<strong>della</strong> scuola e rivolge ai più giovani una serie di attività formative,informative e di diffusione <strong>della</strong> cultura di protezione civile. Sempre legatoall’attualità, un approfondimento sull’emergenza maltempo che, dal Nordal Sud – e in particolare in Liguria, Piemonte, alta Toscana, Isola d’Elba,Basilicata, Campania, Puglia e Sicilia – ha duramente colpito il nostroPaese in questi ultimi mesi. Il Focus di questo numero è invece dedicatoa un comple<strong>anno</strong>: nasceva dieci anni fa il Meccanismo Europeo di<strong>Protezione</strong> <strong>Civile</strong>, lo strumento dell’Unione Europea concepito perrispondere alle emergenze su un territorio interno o esterno all’Unione,attraverso la condivisione delle risorse degli Stati membri. E di un’altraricorrenza, più dura da raccontare, parla invece la sezione Storie. Il 23novembre di 31 anni fa, il Sud Italia viveva una delle tragedie più pesantisubite dal nostro Paese: il terremoto dell’Irpinia, di cui torniamo adiscutere oggi non solo per ricordare una pagina dolorosa <strong>della</strong> memoriaitaliana, ma anche e soprattutto per ricostruire l’evoluzione <strong>della</strong>macchina dei soccorsi fino alla definizione dell’attuale Sistema diprotezione civile. L’ultimo numero dell’<strong>anno</strong> si chiude con le consueterubriche Dal Territorio e Dal <strong>Dipartimento</strong>. Una carrellata di informazioniutili, a cui potete contribuire segnalandoci le vostre iniziative sulla caselladi posta magazine@protezionecivile.it o sulla pagina facebook <strong>della</strong> rivistache nel corso dei mesi – grazie soprattutto alla vostra presenza –è diventata sempre più uno spazio di confronto e di condivisione.PROTEZIONE CIVILEMAGAZINE UFFICIALE DEL DIPARTIMENTO DELLA PROTEZIONE CIVILEAnno 1 n. 5novembre/dicembre 2011Pubblicazione bimestraleiscritta al Registrodegli Operatori<strong>della</strong> Comunicazioneal n. 20383 del 6.12.2010EditorePresidenza del Consigliodei Ministri-<strong>Dipartimento</strong><strong>della</strong> <strong>Protezione</strong> <strong>Civile</strong>Direttore responsabileMariacristina GiovanniniRedazioneVincenzo ArenaValeria BernabeiFrancesca DottarelliClaudia Di LorenzoAlessandra EspositoRossella GentileMariacristina GiovanniniElena LombardoSilvia MannaFrancesca PattiMarianna SchiavonCristina SpatolaArt DirectorMaurilio SilvestriImpaginazioneSilvia AlessandriniFotografiRomeo FrisinaMatteo ValenteGino VianiContattiServizio C omunicazionee relazioni con il pubblico00189 - Roma Via Vitorchiano, 2www.protezionecivile.gov.itmagazine@protezionecivile.itStampa Del Gallo EditoriPer info sui temi trattati nel magazine scrivi al Contact Center. Compila il form in home page www.protezionecivile.gov.it
Periodico bimestrale a cura <strong>della</strong> Presidenza del Consiglio dei Ministri-<strong>Dipartimento</strong> <strong>della</strong> <strong>Protezione</strong> <strong>Civile</strong><strong>anno</strong> 1 n. 52PRIMO PIANOCalabria 2011:esercitazione nazionaledi <strong>Protezione</strong> <strong>Civile</strong>2FOCUS2STORIEI dieci anni del Irpinia 1980,Meccanismo Europeo una riflessione a 31di <strong>Protezione</strong> <strong>Civile</strong> anni dal terremoto2 In questo numeroEditorialePrimo PianoEsercitazione“Calabria 2011”FocusAlluvioni: la rispostae i limiti del SistemaDieci annidel Meccanismo Europeodi <strong>Protezione</strong> <strong>Civile</strong>141418StorieIl terremoto in IrpiniaDal TerritorioCrisis Camp Italy,la nuova comunicazionein emergenzaProvincia di Milano: i 35anni <strong>della</strong> <strong>Protezione</strong> <strong>Civile</strong><strong>Protezione</strong> <strong>Civile</strong> Veneto:online il nuovo sitoVeneto e Friuli:modelli di protezione civileda esportare2026262727Informazione telefonicain emergenza:nuovo servizio al cittadinodel Comune di LuccaA scuola di protezionecivile: un percorsodidattico per l’<strong>anno</strong>accademico 2011-2012Sciame sismiconel Pollino:le iniziativedel <strong>Dipartimento</strong>A Modena un corsoper aspirantivolontari under 18272828292
Bari, Gabriellial Congresso nazionaledi Legambiente29Definito il “Piano neve2011-2012”di Viabilità Italia31Alluvione Liguria:Medaglia d’oro alvolontario Sandro Usai33Esercitazione“Airsubsarex n.01 2011”Dal<strong>Dipartimento</strong>IX giornata nazionale<strong>della</strong> sicurezzanelle scuoleGiornata Internazionaledel Volontariato:a Roma l’evento “Capacidi intendere e valere”293030Progetto DRHOUSE:in Campania il quarto corsoper tecnici di rilevazionedel d<strong>anno</strong> e agibilitàGiornata di studio“Risorgimentoe geologia italiana”Scuola multimediale:al via la quarta edizioneLucca, “La protezionecivile nelle istituzioni”31323232Diritto internazionalee disastri: i primi risultati<strong>della</strong> ricercaContributi alleOrganizzazioni divolontariato di protezionecivile per il 2011cuNormativapag. 34Letterapag. 403333
2 Primo PianoEsercitazioneCalabria 2011L’iniziativa rientra nelleattività di pianificazionedi emergenzaSi è svolta dal 25 al 27 novembre l’esercitazionenazionale di protezione civile“Calabria 2011”. L’esercitazione,organizzata prevalentemente per posti di comando,ha previsto la simulazione di un severoterremoto sul territorio calabrese. I lavorih<strong>anno</strong> preso il via il 25 novembre, con unagiornata interamente dedicata a iniziativenelle scuole. Il 26 novembre è stato dedicatoalla fase esercitativa vera e propria e il 27novembre si è svolto il debriefing conclusivo.L’esercitazione è stata organizzata dal <strong>Dipartimento</strong><strong>della</strong> <strong>Protezione</strong> <strong>Civile</strong>, d’intesacon la Regione Calabria, con il coinvolgimentodelle Province e Prefetture Utg calabresi– Catanzaro, Cosenza, Crotone, ViboValentia e Reggio Calabria – e dei Comuni.L’idea di un’esercitazione nazionale in Calabrianasce dall’esigenza di testare i primi risultati<strong>della</strong> pianificazione di emergenza peril rischio sismico in questa Regione. La Calabriaè tra le Regioni a maggior rischio sismicoe presenta, anche, una quantità rilevantedi rischi indotti da eventi sismici, comefrane e tsunami. Inoltre il territorio è caratterizzatoda un’alta vulnerabilità delle infrastrutturedi accesso: reti viaria e ferroviaria,porti e aeroporti. L’esercitazione rientra, dunque,in un più ampio programma di lavoro.4
Un momento dell’attivitàesercitativa nello scenariooperativo di Scilla5
2 Primo PianoU ObiettiviL’esercitazione si è svolta per posti di comando,con l’obiettivo di testare l’efficienza dellecomunicazioni e le procedure di attivazionedel coordinamento in emergenza dal livelloperiferico al livello centrale. Sono state organizzateanche azioni sul territorio per testare la capacitàdi risposta locale all’evento calamitoso e,in particolare, momenti di verifica dei piani dievacuazione degli istituti scolastici e attività didiffusione delle conoscenze di protezione civileper il 25 novembre, Giornata nazionaleper la sicurezza nelle scuole.Grazie a “Calabria 2011” sono state testateanche le procedure di attivazione delle componentie delle strutture operative di protezionecivile e in particolare:• la risposta operativa <strong>della</strong> catenadi soccorso;• la tempistica e le modalità di attivazione deiCoc - Centri operativi comunali, dei Com - Centrioperativi misti e dei cinque Ccs - Centri dicoordinamento dei soccorsi;• l’attivazione coordinata dei modelli di interventodi enti e strutture partecipanti e delflusso delle comunicazioni in emergenza;• le procedure di attivazione delle struttureoperative per gli interventi tecnici urgenti;• le attivazioni per il soccorso e l’assistenzasanitaria;• le procedure di evacuazione medica conmezzo aereo AeroMedEvac;• l’operatività del volontariato;• le telecomunicazioni d’emergenza;• la verifica degli entry point terrestri, aereie marittimi; l’analisi delle procedure di attivazionee instradamento dei soccorsi sulterritorio e <strong>della</strong> movimentazione del materialeutile alla gestione dell’emergenza;6• l’efficacia e i tempi di applicazione delleprocedure per la verifica speditiva dell’idoneitàdei manufatti stradali al transitodei mezzi di soccorso;• l’informazione alla popolazione scolastica;• la simulazione dello scenario di d<strong>anno</strong>.U Lo scenarioL’evento storico di riferimento di “Calabria2011” è il terremoto del 28 marzo 1783 delleore 18.55, con un’intensità massima delX-XI <strong>della</strong> Scala Mercalli. Questa scossa faparte di un periodo sismico iniziato il 5 febbraio1783 e durato oltre tre anni.La scossa del 28 marzo è stata avvertita intutta l’Italia meridionale, dalla Sicilia, a Na-
7poli, alla Puglia meridionale. L’area maggiormentecolpita è a sud di Catanzaro erappresenta la localizzazione più settentrionaletra le aree più danneggiate dell’interoperiodo sismico. La scossa ha avuto effetticatastrofici in 12 località. Altre 25 h<strong>anno</strong>subito effetti distruttivi e si sono registratigravi danni in 71 paesi. In seguito alla scossadel 5 febbraio 1783 e a quelle immediatamentesuccessive molte persone h<strong>anno</strong>abbandonato le loro case, costruito ripariprovvisori e vissuto per alcune settimanefuori dai centri abitati. La scossa catastroficadel 28 marzo 1783 ha provocato quindiun moderato numero di vittime in rapportoall’intensità dell’evento sismico.In questa paginae nella successivaalcuni scenarioperativi <strong>della</strong>fase esercitativaLe scosse h<strong>anno</strong> provocato imponenti effettisul suolo e in particolare frane, fenomenidi liquefazione e apertura di fratture. Ilmargine settentrionale dell’Aspromonte e laPiana di Gioia Tauro h<strong>anno</strong> subito gli effettipiù importanti: movimenti franosi di scivolamentoe distacco che in alcuni casi h<strong>anno</strong>trascinato interi centri abitati e ostruitocorsi d’acqua, determinando la formazionedi centinaia di laghi.U Le attività divulgativeNell’ambito <strong>della</strong> esercitazione nazionale diprotezione civile “Calabria 2011”, la giornatadel 25 è stata interamente dedicata al tema<strong>della</strong> sicurezza nelle scuole, con iniziativedi sensibilizzazione e attività divulgativerivolte ai più giovani per la diffusione <strong>della</strong>cultura di protezione civile.La scuola, luogo simbolo di ogni collettività,è sede privilegiata per la diffusione di buonepratiche in materia di prevenzione dei rischinaturali che insistono sul nostro territorio.L’appuntamento con le scuole calabresi èstato organizzato a valle del protocollo d’intesa“prevenzione e sicurezza a scuola” firmatoil 28 luglio 2011 dalla Regione Calabriae dall’Ufficio scolastico regionale. Il protocollomira alla realizzazione di una correttapianificazione degli interventi emergenzialida attivare sul territorio in caso di calamitàe alla programmazione di iniziative rivolteai docenti e agli studenti, e aperte ancheal contributo di enti e associazioni.In questo quadro, il <strong>Dipartimento</strong> <strong>della</strong> <strong>Protezione</strong><strong>Civile</strong> ha avviato una serie di progettididattici sul territorio regionale.Il 15, 17 e 18 novembre sono stati organizzatiseminari provinciali rivolti a dirigenti sco-
2 Primo Pianolastici e responsabili <strong>della</strong> sicurezza. Questiincontri, introdotti dai referenti dell’Ufficioscolastico regionale, sono stati occasione perapprofondire alcuni temi tra cui la conoscenzadel Servizio Nazionale <strong>della</strong> <strong>Protezione</strong><strong>Civile</strong>, <strong>della</strong> sismicità e pericolosità sismicain Calabria, <strong>della</strong> sicurezza nelle scuole,<strong>della</strong> pianificazione sul rischio sismico inCalabria. Ai seminari h<strong>anno</strong> partecipato rappresentantidel <strong>Dipartimento</strong> <strong>della</strong> <strong>Protezione</strong><strong>Civile</strong>, dell’Ingv - Istituto nazionale di geofisicae vulcanologia, del Settore protezionecivile <strong>della</strong> Regione Calabria e <strong>della</strong> Direzioneregionale dei Vigili del Fuoco. Al dibattitosono intervenuti anche prefetti, sindaci e rappresentanti<strong>della</strong> protezione civile provincialie comunali. Nella stessa settimana ha presoil via in Calabria anche il progetto “Scuolamultimediale di protezione civile”. Il progettoha l’obiettivo di diffondere la conoscenza deidiversi rischi cui è esposto il nostro Paese emira a favorire il rispetto del territorio e l’acquisizionedi norme di comportamento daadottare in caso di emergenza.Per la fase esercitativa del 25 novembre il<strong>Dipartimento</strong> <strong>della</strong> <strong>Protezione</strong> <strong>Civile</strong> ha proposto,in accordo con la Regione e l’Ufficio scolasticoregionale, anche una prova di evacuazionedei plessi scolastici calabresi, perun totale di circa 600 istituti. In alcune scuolegli alunni h<strong>anno</strong> completato la prova dievacuazione nelle aree di attesa individuatedal piano di emergenza comunale. Tra le attivitàdi diffusione delle conoscenze di protezionecivile intraprese il 25 novembre, inconcomitanza con la Giornata nazionale del-
9la sicurezza nelle scuole, anche la distribuzionedi materiale didattico e divulgativo.Questa attività è stata svolta in raccordo conCittadinanzattiva – che a Lamezia Terme il25 novembre ha presentato con il <strong>Dipartimento</strong>anche il rapporto annuale “Impararesicuri”– e con i volontari Anpas, già formatidal <strong>Dipartimento</strong> per la campagna “Terremoto- Io non rischio”, e ha visto il contributodi numerose organizzazioni di volontariatolocale di protezione civile.Nel corso dell'<strong>anno</strong> scolastico 2011-2012sar<strong>anno</strong> avviate in Calabria altre attività diformazione e informazione che prevedono ilcoinvolgimento degli studenti. Tra queste, il<strong>Dipartimento</strong> <strong>della</strong> <strong>Protezione</strong> <strong>Civile</strong>, la Regionee l’Ufficio scolastico regionale h<strong>anno</strong> propostoanche un concorso che permetterà agli studentidi cimentarsi con elaborati, progettigrafici e multimediali dedicati al tema sicurezzae protezione civile.U Prima giornata: le scuoleIl Capo <strong>Dipartimento</strong> Franco Gabrielli ha decisodi trascorrere la prima giornata di “Calabria2011” insieme agli studenti <strong>della</strong> regione.L’esercitazione nazionale di protezione civileha, infatti, aperto i lavori con una giornatainteramente dedicata alle scuole.Prime tappe, il Comune di Martirano Lombardoe Vibo Valentia. Qui il Capo <strong>Dipartimento</strong>ha incontrato i ragazzi di alcuni istitutiscolastici impegnati nella prova di evacuazionee ha ricordato loro l’importanza delleesercitazioni per testare la capacità di rispostadel territorio in una situazione di emergenza.Il Capo <strong>Dipartimento</strong> ha spiegato aglistudenti che auto-protezione significa soprattuttoessere consapevoli dei rischi cheinsistono sul territorio e conoscere i comportamentivirtuosi e le misure da adottarein emergenza. Per questo ogni giovane deveprepararsi, essere informato ed essere soggettoattivo nella diffusione di una cultura<strong>della</strong> prevenzione.Nella giornata nazionale per la sicurezza nellescuole, “Calabria 2011” ha invitato gli istitutidi ogni ordine e grado a coinvolgere i ragazziin una prova di evacuazione. Per gli studentidi alcune scuole il momento esercitativoè stato completato nelle aree di accoglienzaindividuate dal piano comunale.Direttori didattici e insegnanti sono stati preparatia questa giornata attraverso il ciclo diincontri informativi che si è svolto nelle cinqueprovince calabresi dal 15 al 18 novembre.A supporto delle attività previste per questagiornata, il <strong>Dipartimento</strong> ha distribuito agliinsegnanti materiale didattico e divulgativosul rischio sismico del progetto Edurisk dell’Ingve, a tutti i ragazzi, il vademecum “<strong>Protezione</strong>civile in famiglia”, con le norme diauto-protezione da adottare in caso di emergenza.Come ha sottolineato il Capo <strong>Dipartimento</strong>l’esercitazione “Calabria 2011” partedal mondo <strong>della</strong> scuola per ribadire l’importanza<strong>della</strong> prevenzione e la necessità di unamaggiore consapevolezza che porti al radicamentodi una cultura di protezione civile.Il mondo <strong>della</strong> scuola in Calabria – ha evidenziatoFranco Gabrielli – ha risposto in materiapartecipata all’esercitazione, a dimostrazionedi una giusta sensibilità in materiadi prevenzione: un cammino complesso chenon solo la Calabria deve intraprendere.A conclusione <strong>della</strong> prima giornata di lavori,nella sede consiliare del Comune di LameziaTerme, il Capo <strong>Dipartimento</strong> è intervenuto
2 Primo Pianoalla presentazione del rapporto nazionale“Impararesicuri”: progetto rivolto alle scuoleavviato dal <strong>Dipartimento</strong> e da Cittadinanzattivacon l’obiettivo di monitorare la percezionedel rischio sismico in Italia e alimentarela diffusione di buone pratiche.Nel corso dell’incontro, Franco Gabrielli ha sottolineatoche è il comportamento dei singolia fare la differenza e che proprio per questoè importante parlare di “cittadinanza attiva”.Un cittadino consapevole è infatti ingrado di informarsi e di essere attore, in primapersona, <strong>della</strong> propria sicurezza.U Seconda giornata: la fase esercitativaLa fase esercitativa di “Calabria 2011” si è svoltail 26 novembre con l’obiettivo di testare lacapacità di risposta del territorio calabresein caso di terremoto. In particolare, l’esercitazioneha messo alla prova l’efficienza dellecomunicazioni e le procedure di attivazionedel coordinamento in emergenza dal livelloperiferico al livello centrale.Sono stati organizzati anche scenari operativinelle cinque province per testare la capacitàdi risposta locale all’evento calamitoso. Il Capo<strong>Dipartimento</strong> Franco Gabrielli ne ha seguitoda vicino alcuni. La giornata si è aperta aScilla, in provincia di Reggio Calabria, doveè stato simulato uno scenario d’interventoper verificare la tempestività e la capacita dicoordinamento interforze dei vari attori coinvolti– in raccordo con il Centro di coordinamentodei soccorsi – nell’attività di verificadi un viadotto, che si ipotizza soggetto a distacchidi materiale. Il Capo <strong>Dipartimento</strong> siè poi diretto a Germaneto, presso la Sala operativa<strong>della</strong> Regione Calabria, dove è stataattivata la Dicomac - Direzione di comando10e controllo, e si è collegato via satellite con lasede operativa del <strong>Dipartimento</strong> <strong>della</strong> <strong>Protezione</strong><strong>Civile</strong>, dove è stato convocato il Comitatooperativo. L’esercitazione è stata dunqueanche occasione per testare l’efficienzadei sistemi di comunicazione. A Germanetoil Capo <strong>Dipartimento</strong> ha seguito anche le attivitàaddestrative dei volontari, impegnatinelle attività di montaggio tende per l’allestimentodi un’area di accoglienza.La giornata è proseguita con il sopralluogonella località di Marano Marchesato dove è stataallestita un’area di accoglienza. In questocentro, nell’ambito dell’esercitazione, h<strong>anno</strong>completato la prova di evacuazione gli
11ospiti di un centro per disabili,coinvolti anche in un testper il censimento delle personefragili o con disabilità inCrotone, attivitàesercitativa nelloscenario operativodell’aeroportoun’area di accoglienza. In particolare, gli ospitih<strong>anno</strong> compilato con gli operatori sanitarila “Scheda di classificazione <strong>della</strong> funzionalità,<strong>della</strong> disabilità e <strong>della</strong> salute <strong>della</strong> personaper l’allocazione abitativa transitoria inemergenza”. Nell’ambito dello scenario sonostati testati anche due progetti per il censimentoinformatico <strong>della</strong> popolazione e dei materiali.Il Capo <strong>Dipartimento</strong>, prima di rientrarea Roma per il Comitato Operativo, haraggiunto lo scenario operativo di Crotone incui ha osservato le attività di un posto medicoaeroportuale e di una zona di ammassamentoin area Pip - Piano per gli insediamentiproduttivi. Contemporaneamente allosvolgimento delle attività sul territorio, a livellocentrale, nella sede del <strong>Dipartimento</strong><strong>della</strong> <strong>Protezione</strong> <strong>Civile</strong>, si è riunito in sedutapermanente il Comitato Operativo, per definirele strategie di intervento e garantire l’impiegocoordinato delle risorse nazionali.Durante la mattinata i rappresentanti dellecomponenti e strutture operative nazionalih<strong>anno</strong> lavorato per pianificare gli interventi dipropria competenza, operando in stretto raccordoe coordinamento secondo quanto previstodalla direttiva del 3 dicembre 2008 “Indirizzioperativi per la gestione delle emergenze”.La simulazione di imprevisti e di scenaricomplessi ha consentito di verificareprocedure e meccanismi di attivazione, cheh<strong>anno</strong> richiesto, nella maggior parte dei casi,l’azione congiunta di più soggetti.Nel pomeriggio il Capo <strong>Dipartimento</strong> <strong>della</strong><strong>Protezione</strong> <strong>Civile</strong> ha presieduto la riunioneconclusiva del Comitato Operativo per un’analisidelle attività svolte, sia sul territorio, sia alivello nazionale. Franco Gabrielli ha evidenziatola forte motivazione e l’impegno ditutte le componenti e strutture operative attivateper l’esercitazione, un’importante occasioneper condividere le buone pratichee, soprattutto, per individuare i principaliaspetti da migliorare che costituir<strong>anno</strong> la basedi lavoro dei prossimi mesi.U Terza giornata: il debriefingL’esercitazione “Calabria 2011” si è chiusa conun debriefing a cui h<strong>anno</strong> preso parte tuttigli attori coinvolti nelle attività esercitative, le
2 Primo PianoUn momentodel Comitato nellasede operativadel <strong>Dipartimento</strong>istituzioni locali, e il <strong>Dipartimento</strong> <strong>della</strong> <strong>Protezione</strong><strong>Civile</strong>. La riunione tecnica – che si èsvolta nella sede <strong>della</strong> <strong>Protezione</strong> <strong>Civile</strong> <strong>della</strong>Regione Calabria a Germaneto – è statasoprattutto occasione per fare un punto acaldo degli elementi di forza e delle criticitàemerse nel corso delle attività.Un bilancio necessario per il completamentodel Piano di emergenza nazionale per la RegioneCalabria, a cui si lavora da alcuni mesi.Tra gli aspetti rilevati, nonostante alcunecriticità sul territorio, i risultati del test di verifica<strong>della</strong> rete di comunicazione alternativaregionale in caso di blackout.Su questo versante, è emersa anche la necessitàdi un linguaggio unicoe condiviso, per consentireinterventi di soccorso interforzecoordinati e tempestivi.Gli scenari operativi sono stati approfonditianche da un punto di vista sanitario. Inparticolare, sotto questo profilo, sono statipresidiati tutti i centri operativi, è stato adottatoun piano unificato per le maxi-emergenzeed è stata testata una scheda di rilevamentodedicata alle persone disabili, elaborata dal <strong>Dipartimento</strong><strong>della</strong> <strong>Protezione</strong> <strong>Civile</strong>.Il debriefing conclusivo ha permesso inoltredi integrare i punti di situazione organizzati alivello provinciale nella giornata di ieri in12
13CHE COS’È UN’ESERCITAZIONE DI PROTEZIONE CIVILE?L’esercitazione di protezione civile è unimportante strumento di prevenzione e di verificadei piani di emergenza, con l’obiettivo di testareil modello di intervento, di aggiornare leconoscenze del territorio e l’adeguatezza dellerisorse. Ha inoltre lo scopo di preparare i soggettiinteressati alla gestione delle emergenza e lapopolazione ai corretti comportamenti daadottare. Esistono due diverse tipologie diesercitazioni: l’esercitazione per posti di comandoo table-top prevede l’attivazione dei centrioperativi e <strong>della</strong> rete delle telecomunicazioni.L’esercitazione a scala reale o full-scale prevedeinvece azioni sul territorio e un possibilecoinvolgimento <strong>della</strong> popolazione.Le esercitazioni possono svolgersi a livellonazionale, regionale, provinciale o comunale.Per le esercitazioni nazionali, la programmazionee l’organizzazione spetta al <strong>Dipartimento</strong> <strong>della</strong><strong>Protezione</strong> <strong>Civile</strong> in accordo con le Regioni o leProvince Autonome in cui si svolgono.Quelle classificate come regionali o locali,invece, sono promosse dalle Regioni o ProvinceAutonome, dalle Prefetture Uffici territoriali digoverno, dagli Enti locali o da qualunque altraamministrazione del Servizio Nazionale <strong>della</strong><strong>Protezione</strong> <strong>Civile</strong>, per i piani di competenza.Gli elementi fondamentali utili allaprogrammazione di un’esercitazione sonocontenuti nel “documento di impiantodell’esercitazione” – condiviso con tutte leamministrazioni partecipanti – che individua,tra l’altro, l’ambito territoriale e lo scenario dirischio di riferimento, il sistema dicoordinamento, la strategia di intervento e lemodalità di coinvolgimento <strong>della</strong> popolazione.A livello internazionale, nell’ambito delMeccanismo Comunitario, la CommissioneEuropea dispone un’attività formativa cheprevede anche esercitazioni. Il <strong>Dipartimento</strong>ne ha organizzate diverse sul territorio italiano,insieme alle Regioni di volta in volta coinvolte.un’analisi complessiva dell’attività svolta daiCcs - Centri di coordinamento dei soccorsi,in raccordo con i Centri operativi misti e iCentri operativi comunali attivati. È stato inoltrefatto un resoconto delle attività seguitedal Comitato operativo convocato nella sededel <strong>Dipartimento</strong> <strong>della</strong> <strong>Protezione</strong> <strong>Civile</strong> a Roma,in coordinamento con il territorio.L’attività di questi mesi, convogliata nella esercitazione“Calabria 2011”, ha contribuito asensibilizzare le autorità locali di protezione civilerispetto al loro ruolo nell’ambito del ServizioNazionale <strong>della</strong> <strong>Protezione</strong> <strong>Civile</strong>.In questo senso, è stata ribadita la necessitàdi valorizzare il livello comunale per garantirel’efficacia e l’efficienza dell’intero Sistema.Il percorso intrapreso dal <strong>Dipartimento</strong> <strong>della</strong><strong>Protezione</strong> <strong>Civile</strong> insieme con la Regione Calabriaha attivato dunque un circuito virtuosoper il consolidamento di un Sistema partecipatodi salvaguardia <strong>della</strong> vita umana e tuteladei beni e degli insediamenti.L’esercitazione “Calabria 2011”, che di questopercorso è parte integrante, ha fornitodunque nuovi input al tavolo permanenteche si occupa delle attività di pianificazioneper il rischio sismico in questa Regione, inuna necessaria fase di test che consentiràdi consolidare gli ambiti di eccellenza e lavorarealla risoluzione delle criticità emerse. 2
2 FocusAlluvioni:la rispostae i limitidel SistemaL’audizionedel Capo <strong>Dipartimento</strong>in Commissione Ambientealla CameraMercoledì 9 novembre il Capo <strong>Dipartimento</strong><strong>della</strong> <strong>Protezione</strong> <strong>Civile</strong>riferisce alla Commissione VIII Ambiente,territorio e lavori pubblici <strong>della</strong> Cameradei Deputati sulle alluvioni in Liguriadi Levante e alta Toscana, in Piemonte e aGenova e sulle successive piogge in Campania,Basilicata, Puglia e Isola d’Elba. Eventiche h<strong>anno</strong> provocato vittime, dispersi e feriti,ingenti danni alle abitazioni, alle infrastruttureviarie, ai servizi essenziali e alle telecomunicazioni.L’audizione di Gabrielli sisvolge a pochi giorni dalle precipitazioni chein Sicilia, a fine novembre, sferzano il messinese.Tanti i temi affrontati: l’eccezionalitàdelle precipitazioni che st<strong>anno</strong> colpendo ilPaese, la risposta del Servizio Nazionale <strong>della</strong><strong>Protezione</strong> <strong>Civile</strong> all’emergenza maltempo,il sistema di allertamento per il rischioidrogeologico, l’importanza <strong>della</strong> prevenzionee dei piani di protezione civile.14U Piogge eccezionali ma ricorrentiLa Liguria, la Toscana, il Piemonte e qualchegiorno dopo la Sicilia subiscono rovesci diingenti quantitativi di pioggia in un tempo relativametebreve. Fino a 500ml di pioggiavengono giù in tempi ristretti, su territori spessoimpreparati ad affrontare questi fenomeni.Fenomeni eccezionali eppure sempre piùricorrenti. Il Capo <strong>Dipartimento</strong> ribadisce inCommissione: “Il problema è che le frequenzedi questi episodi st<strong>anno</strong> esponenzialmenteaumentando”. Cosa fare? Prevenire e garantireuna risposta coordinata e responsabiledel Sistema di protezione civile.U La risposta del Sistemadi protezione civileDa subito, il Sistema di protezione civile – alivello locale, regionale e centrale – s’attivaper fornire soccorso e assistenza alla popolazionecolpita dalle alluvioni e per presidia-
15re il territorio. Il <strong>Dipartimento</strong> <strong>della</strong> <strong>Protezione</strong><strong>Civile</strong> segue l’evolversi degli eventi, attraversorapporti costanti con le sale operativenazionali e regionali; continui aggiornamentidel Comitato Operativo, riunito in sedutapermanente; sopralluoghi nelle zone colpiteda parte di team di esperti.U Il Sistema di allertamentoIn Commissione sono illustrati l’architetturae il funzionamento del Sistema di allertamentonazionale per il rischio idrogeologicoe idraulico ai fini di protezione civile, disciplinatodalla direttiva del Presidente del Consigliodei Ministri del 27 febbraio 2004, e dai successiviatti di modifica e integrazione. In particolare,il Capo <strong>Dipartimento</strong> descrive il ruolodei Centri funzionali e quello del <strong>Dipartimento</strong>,che garantisce – attraverso il Centro FunzionaleCentrale – il coordinamento delle previsionimeteorologiche. Il <strong>Dipartimento</strong> emette quotidianamenteun bollettino di vigilanza meteorologicanazionale o, in caso di previsionedi eventi di scala sovra regionale, avvisi nazionalidi condizioni meteorologiche avverse,costituiti dalla integrazione degli avvisimeteo regionali. La direttiva chiarisce le responsabilitàdefinendo i protocolli operativie i rapporti con le autorità di protezione civile.Le Regioni devono stabilire in modo univocole azioni di protezione civile da attivarea livello locale, ufficializzarle in delibere diGiunta e informarne il <strong>Dipartimento</strong>.Gabrielli spiega come i bollettini di vigilanzameteo non siano l’equivalente delle tradizionaliprevisioni meteo, ma rappresentino previsioniche attengono a scenari di protezionecivile. Il <strong>Dipartimento</strong> segnala le piogge e lenevicate solo se h<strong>anno</strong> una potenziale ricadutasull’incolumità dei cittadini. Il bollettinoè frutto del concorso dell’attività del Centrofunzionale centrale <strong>della</strong> <strong>Protezione</strong> <strong>Civile</strong>,del servizio meteorologico dell’AeronauticaMilitare e dei Centri funzionali regionalidel Piemonte e dell’Emilia-Romagna,individuati come centri di eccellenza fra lerealtà regionali. Una volta emesso dal <strong>Dipartimento</strong>l’avviso meteo, i singoli centri funzionaliregionali, se sussistono situazioni di criticitàidrogeologica, emettono propri avvisidi criticità: lo f<strong>anno</strong> in autonomia se i centrifunzionali regionali sono autonomi o tramiteil <strong>Dipartimento</strong> se non lo sono. Le regioni nonautonome in questo senso sono il Friuli, ilLazio, la Puglia, la Sicilia, la Sardegna, la Calabriae l’Abruzzo. Il <strong>Dipartimento</strong>, per le Regioninon autonome, emette avvisi di criticitàsecondo una tripartizione di pericolosità:criticità ordinaria, criticità moderata e criticitàelevata. Tutte le Regioni devono dira-
2 Focusmare sul territorio gli avvisi, prescrivendo perogni tipo di criticità un tipo di attenzione o diallerta specifica.U Allerta: proceduree comunicazione non uniformiGabrielli sottolinea come esista un problemadi uniformità delle procedure e delle forme dicomunicazione. “Ci sono Regioni che riferisconoalla criticità elevata l’allerta 2, altre l’allerta3, altre il preallerta”. Una complessitànella comunicazione delle allerta che non rendefluido il flusso informativo nel Sistema. E unodei primi compiti del Comtato Paritetico previstodalla legge 401/2001 che il <strong>Dipartimento</strong><strong>della</strong> <strong>Protezione</strong> <strong>Civile</strong> s’accinge a riattivare,conclude Gabrielli, sarà proprio cercare diuniformare procedure e comunicazione.16U Prevenzione strutturaleCentrale nella relazione il tema <strong>della</strong> prevenzione.“Esiste – sostiene Gabrielli – una prevenzionestrutturale. Se ci si soffermasse aparlare delle condizioni delle scuole, degli ufficistrategici e delle abitazioni, si vedrebbeche esiste un problema di interventi preventiviper mettere in sicurezza gli edifici e ilterritorio”. Questa attività di prevenzione nonè in carico alla <strong>Protezione</strong> <strong>Civile</strong>. Piuttosto alleRegioni e agli Enti locali che devono provvederead un’attenta e lungimirante progettazioneurbanistica dei centri urbani, ad attivitàdi indagine e consolidamento strutturaledi strutture di propria pertinenza. Molto spesso,tuttavia, la mancanza di risorse fa sì checerti interventi restino incompiuti. Manca unavisione d’insieme, un piano di interventi sistematicia medio e lungo termine. Uno statusquo che non può essere superato con interventispot, con singole e isolate iniziative.Eticamente, ribadisce il Capo <strong>Dipartimento</strong>, èimpensabile non dotare gli enti locali di risorseper intervenire: “i morti di questi giornici impongano interventi immediati”. Maogni intervento, ogni stanziamento di risorseè sterile se non si comprende che previsionee prevenzione sono presupposti di un Sistemadi protezione civile che gira bene solo conil concorso di ciascuno: istituzioni, componentie cittadini.U Il rischio accettabilePoiché la cementificazione e il dissesto sonoun dato di fatto decennale e gli interventi suldissesto h<strong>anno</strong> tempi lunghi, Gabrielli insistesulla sottoscrizione di un patto sociale fra cittadinie istituzioni basato sul concetto di “rischioaccettabile”. Certe emergenze non determinerebberoi danni che invece provocano, segli Enti locali diffondessero la cultura dell’auto-protezionee se il cittadino la facesse propria.Di contro cittadini, media e stakeholdernon possono “crocifiggere” quegli amministratoriche responsabilmente e coraggiosamente– a volte anche rischiando, ma nell’interessegenerale – prendono decisioni anche impopolariin emergenza ma quantomeno non si nascondonodietro un pavido immobilismo.U L’auto-protezioneRicorrente il tema dell’auto-protezione. “Qualcunoha ironizzato – dice Gabrielli – quandoho sottolineato l’aspetto dell’auto-protezione,contrabbandandola come se significasse‘ognuno faccia come meglio crede o si arrangi’,al contrario l’auto-protezione è uno deiconcetti basilari di un Sistema di protezionecivile. Dispone l’interruzione di tutte le attivi-
17tà in alveo e la messa in sicurezza dei mezzie macchinari, assicura una reperibilità finalizzata,in via prioritaria, alla ricezione di ulterioriaggiornamenti, assicura la sorveglianza attraversoil presidio territoriale delle zone a elevatapredisposizione al dissesto idrogeologicoe ad alta pericolosità idraulica”. Le zone sonoindividuate nella cartografia delle criticitàa uso <strong>della</strong> <strong>Protezione</strong> <strong>Civile</strong> e nelle sue eventualiintegrazioni di dettaglio a cura dei Comuni.Sia in caso di allerta 1 sia di allerta 2,i Comuni s’avvalgono del supporto del volontariato,dei corpi dello Stato, di enti pubblicie privati preposti alla bonifica, alla difesa delsuolo e del territorio, alla gestione <strong>della</strong> viabilitàstradale e ferroviaria e anche dell’energia.Non ci possono essere confusione e sovrapposizionidi ruoli e prerogative nella gestionedelle emergenze. “La catena di comando è bendefinita – sostiene Gabrielli – le azioni chedevono essere eseguite sono scritte”. Ciò cheserve è insistere sull’auto-protezione.U I piani di protezione civile e l’informazionealla popolazioneI piani di protezione civile devono essere predispostie resi pubblici da Comuni e Province.Su questo fronte Gabrielli è perentorio. “Quandosi afferma che il <strong>Dipartimento</strong> emana gliavvisi e poi sono i Comuni che li devono attuare,non è uno ‘scaricabarile’, non è un metterela croce addosso all’ultimo anello <strong>della</strong>catena”. Il Sistema di protezione civile funzionanel nostro Paese in senso sussidiario.È il Sindaco la prima autorità di protezione civilee, sussidiariamente, nella gestione delleemergenze i comuni possono essere affiancatidalle autorità sovraordinate. La stessa RegioneLiguria con delibera n. 746 del 9 luglio del2007, parlando dei tipi di allerta idrogeologicae delle azioni da intraprendere, prevedeche “il Sindaco, in qualità di autorità comunaledi protezione civile, attiva la struttura comunaledi protezione civile, comunica in tempo utilealla popolazione tramite le strutture comunalia disposizione, ivi compreso il volontariato,la necessità di mettere in atto misure di autoprotezione”.Ogni Comune dovrebbe aver predispostoun piano di protezione civile. Se poiquesti piani non sono conosciuti dalla genteè come se non esistessero. Ecco che emergeil tema dell’informazione alla popolazione: ilcombinato disposto tra l’articolo 15 <strong>della</strong> leggen. 225 del 1992 e l’articolo 12 <strong>della</strong> leggen. 265 del 1999 pone in capo al sindaco lecomunicazioni alla popolazione. Informare lacollettività è prerogativa del Sindaco – ricordaGabrielli – “non per una perversione, ma peruna semplice ed elementare considerazione:chi meglio di colui che sta sul territorio ne conoscele condizioni?”.U Proposte e conclusioniGabrielli pone infine l’accento sulla necessitàdi rifinanziare il Fondo nazionale e regionaledi protezione civile: le risorse limitate potrebberodeterminare una riduzione <strong>della</strong> capacitàoperativa del sistema di protezione civile;sulla necessità di modificare le recentidisposizioni normative, come la legge n. 10 del26 febbraio 2011, che incidono sul reperimentodelle risorse da destinare alle emergenze;sull’esigenza di introdurre forme diassicurazione obbligatoria rispetto ai rischinaturali, come avviene in altri Paesi europeie non europei; sul bisogno per il Sistema di protezionecivile di rafforzare le attività di prevenzionenon strutturale 2
2 FocusDieci anni del MeccanismoEuropeo di <strong>Protezione</strong> <strong>Civile</strong>Una conferenza internazionale dedicata al tema<strong>della</strong> cooperazione per la gestione delle emergenze internazionaliPer il 10° anniversariodel Meccanismo Europeodi <strong>Protezione</strong> <strong>Civile</strong>,il 10 e 11 novembre si èsvolta alla Biblioteca NazionaleCentrale di Roma la conferenzainternazionale “Civilprotection and humanitarianaid facing disasters and crisestogether”.Il Meccanismo Europeo di <strong>Protezione</strong><strong>Civile</strong> è uno strumentodell’Unione Europea nato18crescente collaborazione tra i30 Stati membri del Meccanismo,lo strumento <strong>della</strong> Commissionecapofila negli interventiin territorio interno edesterno all’Unione Europea.Le due giornate di lavori h<strong>anno</strong>rilanciato il dialogo e il confrontotra tutti gli attori internazionaliche intervengono inambito emergenziale, in particolarel’Onu - Organizzazionedelle Nazioni Unite, e riperfacilitare la cooperazionenegli interventi di assistenzadi protezione civile nel caso siverifichino delle emergenzeche richiedono azioni di rispostarapida.La conferenza, organizzata dal<strong>Dipartimento</strong> <strong>della</strong> <strong>Protezione</strong><strong>Civile</strong> e dal Ministero degliAffari Esteri, è dedicata al tema<strong>della</strong> cooperazione per lagestione delle emergenze internazionalie mette in luce la
19ri che partecipano alla gestionedi un’emergenza internazionale.È questo il caso <strong>della</strong>convivenza dell’elemento civilecon quello militare, unoscenario delineatosi con l’impiegosempre più frequentedelle forze militari in caso didisastri, ma disciplinato da uncriterio molto rigido, chiamatodel last resort ovvero di ricorsoal mezzo militare solo inmancanza di mezzo civile simile.L’uso delle risorse militaria sostegno delle operazionidi protezione civile condotteal di fuori dell’UnioneEuropea, si basano su normededicate: le linee guida di Oslodel 1994, riviste nel 2003, perl’utilizzo dei mezzi di difesamilitari e civili in risposta allecalamità naturali e le linee guidadell’Onu del 2003.Dal militare al civile, la capacitàdi risposta a un evento èrappresentata anche dal MovimentoInternazionale di CroceRossa e Mezza Luna Rossa,dalle Organizzazioni nongovernative, dalle strutture nazionalidi protezione civile, dall’UnioneEuropea e dalle Agenziedelle Nazioni Unite.Si delinea così un contesto articolatoin cui la guida dell’Onuè essenziale per raggiungerela piena efficacia <strong>della</strong> rispostaai disastri, e favorire la si-flettono la recente tendenzache vede il Meccanismo operarein settori e ambiti tradizionalmentedi competenzadell’aiuto umanitario, comenel caso del maremoto nel SudEst Asiatico nel 2004, il terremotodel 2010 ad Haiti, e larecente emergenza umanitariaper l’afflusso di cittadini dalNord Africa. Il quadro degli interventinecessita di un approcciodi risposta agli eventiconcordato e condiviso dalleparti, un’evoluzione importantegià annunciata nella Comunicazione<strong>della</strong> CommissioneEuropea del 26 ottobre2010 “Potenziare la reazioneeuropea alle catastrofi: il ruolo<strong>della</strong> protezione civile e dell’assistenzaumanitaria”. Il documentodà il via all’iter peruna nuova strategia di gestionedelle catastrofi da parte dell’UnioneEuropea e, secondol’art. 196 del Trattato di Lisbona,incoraggia la cooperazionetra gli Stati membri perrafforzare l’efficacia dei sistemidi prevenzione e di protezionedalle calamità naturalio antropiche e “favorire la coerenzatra le azioni intraprese alivello internazionale in materiadi protezione civile”. Nelcorso <strong>della</strong> conferenza è stataribadita anche l’importanzadi coordinare i diversi attonergiatra le attività di protezionecivile e gli aiuti umanitari.Un passo verso la proposta<strong>della</strong> Commissione per la riformalegislativa del Meccanismoe il potenziamento dellecapacità di risposta ai disastri.Un cambiamento che riconoscepassaggi importantiquali la conoscenza <strong>della</strong> disponibilitàdi risorse su basevolontaria da parte degli Stati,il rafforzamento di una politicadi prevenzione all’interodel sistema del Meccanismo,procedure più semplici, e larealizzazione dell’EmergencyResponse Centre nell’ambito<strong>della</strong> DG-ECHO, Direzione Generaleper gli Aiuti Umanitarie la <strong>Protezione</strong> <strong>Civile</strong>.Un potenziamento dell’attualeMonitoring and InformationCentre con il compito di guardaresia alle emergenze di carattereumanitario che a quellepiù strettamente vicine allaprotezione civile. Il <strong>Dipartimento</strong>in questi dieci anni hasvolto – come sottolineato anchedalla commissaria europeaKristalina Georgieva – unruolo da protagonista, non solonel mettere a disposizione risorse,ma anche nel determinarepolitiche e strategie comuninell’interesse europeo eportare assistenza in ambitointernazionale. 2
2 StorieUna sezione dedicataagli eventi che h<strong>anno</strong> segnatola storia italiana e che,al contempo, h<strong>anno</strong> contribuitoalla nascita e all’evoluzionedi una cultura condivisadi protezione civile.Uno sguardo al passato cheè anche occasione di riflessionesui temi di previsionee prevenzione dei rischi e sullacapacità del Sistema diprotezione civile di rispondereefficacemente alle emergenze.Il terremotoin IrpiniaUn sisma di magnitudo 6.9 colpisceuna vasta area di Campania, Basilicatae marginalmente <strong>della</strong> Puglia“Qui non c’entra la politica, qui c’entra la solidarietà umana, tutti gliitaliani e le italiane devono sentirsi mobilitati per andare in aiuto diquesti fratelli colpiti da questa sciagura. Perché credetemi il modo”migliore per ricordare i morti è quello di pensare ai vivi. 1Un boato tremendo, come lo scoppio di una bomba, e poi una scossa,interminabile e distruttiva. Alle 19.35 del 23 novembre 1980, ilSud Italia è devastato da una tra le più pesanti tragedie <strong>della</strong> storiadel nostro Paese: un terremoto di magnitudo 6.9 colpisce una vasta area <strong>della</strong> Campania,<strong>della</strong> Basilicata e parte <strong>della</strong> Puglia.Nell’area colpita – a cavallo tra Irpinia, Basilicata e Cilento – sono gravemente danneggiati337 comuni che perdono gran parte del patrimonio abitativo. In Provincia di Avellino,Laviano, S. Angelo dei Lombardi e Lioni sono completamente distrutti e Caposele,S. Michele di Serino, Senerchia e Teora subiscono danni gravissimi. Tutte le sedi istituzionalidi riferimento vengono meno, spazzate via dal terremoto.Le scosse sismiche innescano anche numerose frane, alcune molto gravi, come le franedi Calitri, di Caposele, di Calabritto e di Senerchia che arrecano ulteriore d<strong>anno</strong> al territorio.Le conseguenze del sisma sono pesantissime: 2.734 vittime e 8.848 feriti. Metterein salvo se stessi e cercare i propri cari sono le prime istintive reazioni <strong>della</strong> popolazionecolpita. Poi scatta la risposta solidale e partecipata dei sopravvissuti al terremoto20
21e, successivamente, il sostegno degli emigranti, rientrati in Italia per aiutare le famigliedi origine. La visita del Presidente <strong>della</strong> Repubblica Sandro Pertini nelle zone colpite dalterremoto, il 25 novembre, dà un impulso all’organizzazione dei soccorsi, partiti in ritardoe senza i mezzi necessari.Le linee elettriche e telefoniche sono interrotte a causa del terremoto ed è dunque impossibileogni comunicazione tra le zone terremotate e il centro. La circolazione ferroviariaè completamente bloccata e la penisola è tagliata in due.La situazione è ulteriormente aggravata dalla popolazione che, in preda al panico, cercadi fuggire bloccando le principali arterie stradali. L’esercito gioca un ruolo importantenelle operazioni di soccorso e assistenza alla popolazione.Si stabilisce così un forte legametra militari e terremotati. Le zone colpite vengono raggiunte da generi di necessitàdi ogni tipo: viveri, tende, coperte, abiti e tutto quanto viene raccolto in modo spontaneo.Anche il volontariato, sebbene non organizzato, costituisce una risorsa fondamentale.Si tratta dell’ennesima prova di solidarietà di un Paese dal grande potenziale umano, comela storia testimonia già a partire dall’alluvione di Firenze del 1966.La popolazione colpita del terremoto ha bisogno di non sentirsi abbandonata e, al contempo,di avere punti di riferimento. Il senso di appartenenza a un luogo così bruscamenteviolato dal terremoto porta gran parte delle famiglie a non lasciare la propria terra, anchese non h<strong>anno</strong> più una casa, anche se non h<strong>anno</strong> più nulla. Le abitazioni distrutte ofortemente danneggiate sono circa 350mila, 500mila quelle danneggiate.Le persone sfollate oltre 400mila. Solo l’arrivo di un lunghissimo inverno convinceràuna parte <strong>della</strong> popolazione a lasciare l’area terremotata e a cercare ospitalità in altrecittà d’Italia o all’estero.U 1980-2011, A 31 ANNI DAL SISMA IN IRPINIA“L’Irpinia è una terra in cui abbiamo sofferto e combattuto, per risollevarla dalla tragediache l’aveva colpita. Ho provato una grande emozione nel ritornarvi. Laddove avevolasciato montagne di rovine ho ritrovato paesi meravigliosi. 2 ”Il 23 novembre è una data che l’Italia non dimentica e, ogni <strong>anno</strong>, è occasione per tornarea parlare del terremoto in Irpinia attraverso iniziative in ricordo delle vittime, deiferiti e delle persone rimaste senza casa, ma anche per raccontare l’impegno solidale diquanti, da ogni parte del Paese, sono accorsi per prestare i primi soccorsi, affiancando icorpi dello Stato. Al contempo, il 23 novembre è un momento di riflessione per le Istituzionie per la comunità scientifica sui rischi che caratterizzano il territorio italiano e suifondamentali temi <strong>della</strong> previsione e <strong>della</strong> prevenzione.Non un evento celebrativo, ma un momento di analisi sulla protezione civile è anche(1) Dal discorso del Presidente <strong>della</strong> Repubblica italiana Sandro Pertini(2) Dall’intervento al convegno del Presidente dell’Ispro - Istituto studi e ricerche sulla <strong>Protezione</strong> <strong>Civile</strong> e Difesa <strong>Civile</strong> Giuseppe Zamberletti
2 StorieIn questa paginae nella successiva,immagini delterremoto in Irpinia22il convegno organizzato per i giorni 22-23-24 novembre 2011 dal Comunedi Ariano Irpino, Ufficio <strong>Protezione</strong> <strong>Civile</strong> in collaborazione con i giovani volontaridel Servizio <strong>Civile</strong> nazionale. A distanza di 31 anni dal sisma che ha devastato unavasta area <strong>della</strong> Campania, <strong>della</strong> Basilicata e parte <strong>della</strong> Puglia, il convegno intende ricostruirele vicende umane del terremoto attraverso una serie di testimonianze e a discuteredi protezione civile, focalizzando l’attenzione sulle attività di previsione, prevenzione soccorsoe superamento delle emergenze così come definite nell’ambito del Sistema Nazionale.Nell’ambito del convegno è intervenuto anche il padre <strong>della</strong> protezione civile italianaGiuseppe Zamberletti, Presidente dell’Ispro, Istituto studi e ricerche sulla <strong>Protezione</strong> <strong>Civile</strong>e Difesa <strong>Civile</strong>.Zamberletti ha raccontato la sua esperienza di coordinamento dei soccorsi quale Commissariostraordinario di Governo per il terremoto del 1980, soffermandosi su quegli aspettiche h<strong>anno</strong> portato alla definizione <strong>della</strong> protezione civile come sistema e valorizzandoil ruolo del volontariato che, da risorsa spontanea e non organizzata, è diventato fondamentalecomponente e struttura operativa del Servizio Nazionale.Una occasione per ribadire l’idea alla base del Servizio Nazionale <strong>della</strong> <strong>Protezione</strong> <strong>Civile</strong>quale sistema flessibile, articolato, veloce e fondato sul principio di sussidiarietà, sullacollaborazione tra civili e militari e tra le amministrazioni ai vari livelli.
23U IL FRIULI E L’IRPINIA: LA NASCITA DELLA PROTEZIONE CIVILE“Sorvolando la zona terremotata, quello che mi colpì in modo angoscioso fu constatareche in molti paesi non si vedeva nessuno impegnato a prestare soccorso. Apparve chiaro quantocostasse la mancanza di una organizzazione permanente di protezione civile. 3 ”I terremoti del 1976 in Friuli e del 1980 in Campania, che provocano rispettivamente976 e 2.734 vittime, cambiano definitivamente rispetto agli eventi del passato le modalitàdi gestione dell’emergenza.In Friuli Venezia Giulia vengono coinvolti da subito il governo regionale e i sindaci deicomuni colpiti, che lavorano in stretto contatto con il Commissario straordinario GiuseppeZamberletti nominato dall’inizio dell’emergenza. Per la prima volta vengono istituiti i “centrioperativi”, con l’obiettivo di creare in ciascun comune <strong>della</strong> zona colpita un organismodirettivo composto dai rappresentanti delle amministrazioni pubbliche e private, sotto la presidenzadel Sindaco, con il potere di decidere sulle operazioni di soccorso, conoscendo le caratteristichedel territorio e le sue risorse. Anche nella fase <strong>della</strong> ricostruzione verrà dato poteredecisionale ai Sindaci per favorire un controllo diretto sul territorio e al tempo stesso(3) Il Presidente dell’Ispro - Istituto studi e ricerche sulla <strong>Protezione</strong> <strong>Civile</strong> e Difesa <strong>Civile</strong> Giuseppe Zamberletti ricorda il terremoto dell’Irpiniain Se la terra trema, Edizioni Sole 24 ore
2 StorieIn questa pagina,un momentodelle operazionidi soccorso24far sentire le istituzioni vicine ai cittadini. La popolazione partecipa attivamentealla ricostruzione del tessuto sociale e urbano secondo quello che diventerà il“modello Friuli” – “com’era, dov’era” – completata in poco più di 15 anni. La gestione delterremoto dell’Irpinia risulta invece fallimentare, sia nella fase dell’emergenza, sia nella successivafase <strong>della</strong> ricostruzione. I primi soccorsi sono caratterizzati dalla totale mancanza dicoordinamento: volontari, strutture regionali e autonomie locali si mobilitano spontaneamentesenza aver avuto indicazioni e precisi obiettivi operativi dal Ministero dell’Interno. Dopo ilcaos dei primi tre giorni, il governo interviene nominando il Commissario straordinario GiuseppeZamberletti, che riesce a riorganizzare i soccorsi e a dialogare con i Sindaci.Di fronte a queste catastrofi, il sistema dei soccorsi mostra dunque tutti i suoi limiti: siapre un dibattito civile e culturale con l’obiettivo di superare il vecchio assetto operativo.Comincia a farsi strada l’idea che i disastri vadano affrontati dopo averli, prima, “immaginati,descritti e vissuti” e che occorra dimensionare le strutture di intervento tenendo contodi scenari già elaborati e di misure di prevenzione già messe in atto. Si comincia a parlaredi protezione civile non solo come soccorso, ma anche come previsione e prevenzione.I tempi sono maturi per un cambiamento radicale. Nel 1981 il regolamento d’esecuzione <strong>della</strong>Legge n. 996 del 1970 (norme sul soccorso e l’assistenza alle popolazioni colpite da calamità- <strong>Protezione</strong> <strong>Civile</strong>), individua per la prima volta gli organi di protezione civile or-
25dinari – Ministro dell’Interno, Prefetto, Commissario di Governo nella Regione, Sindaco –e straordinari – Commissario straordinario – e ne disciplina le rispettive competenze. La protezionecivile è definita compito primario dello Stato. Si comincia a parlare di prevenzionedegli eventi calamitosi, attraverso l’individuazione e lo studio delle loro cause.Sono gli organi statali, Prefetto e Commissario di Governo, a svolgere il ruolo più importantenella gestione dell’emergenza. Nel 1982, con la legge n. 938 del 1982, viene formalizzatala figura del Ministro per il Coordinamento <strong>della</strong> <strong>Protezione</strong> <strong>Civile</strong>, una sorta di“commissario permanente” pronto ad intervenire in caso di emergenza. Il Ministro per il Coordinamento<strong>della</strong> <strong>Protezione</strong> <strong>Civile</strong> si avvale del <strong>Dipartimento</strong> <strong>della</strong> <strong>Protezione</strong> <strong>Civile</strong>, istituitosempre nel 1982, nell’ambito <strong>della</strong> Presidenza del Consiglio dei Ministri con Ordinedi Servizio del 29 aprile. La svolta definitiva arriva con la Legge n. 225 del 1992 e la nascitadel Servizio Nazionale <strong>della</strong> <strong>Protezione</strong> <strong>Civile</strong>, che ha il compito di “tutelare l’integrità<strong>della</strong> vita, i beni, gli insediamenti e l’ambiente dai danni o dal pericolo di danni derivantida calamità naturali, da catastrofi e altri eventi calamitosi”.La legge individua le attività di protezione civile: previsione e prevenzione, soccorso e superamentodell’emergenza. Il sistema si occupa dunque di individuare le cause delle calamitànaturali, i rischi sul territorio e le azioni necessarie a evitare o ridurre la possibilità chegli eventi calamitosi provochino danni.La struttura di protezione civile viene riorganizzata profondamente come un sistema coordinatodi competenze al quale concorrono le amministrazioni dello Stato, le Regioni, le Province,i Comuni e gli altri enti locali, gli enti pubblici, la comunità scientifica, il volontariato,gli ordini e i collegi professionali e ogni altra istituzione anche privata. La Legge n. 225/92inserisce il volontariato tra le componenti e le strutture operative del Servizio Nazionale estabilisce che deve essere assicurata la più ampia partecipazione dei cittadini e delle organizzazionidi volontariato di protezione civile nelle attività di previsione, prevenzione e soccorso,in vista o in occasione di calamità naturali o catastrofi. Nell’evoluzione <strong>della</strong> <strong>Protezione</strong><strong>Civile</strong> italiana, storicamente la Legge n. 225/92 rappresenta il momento di passaggiotra la fase accentrata e decentrata di gestione del Sistema: le competenze operative rimangonoin capo all’amministrazione centrale e periferica dello Stato, ma per la prima voltaaumenta notevolmente il peso delle Regioni, delle Province e dei Comuni, soprattutto perquanto riguarda la previsione e la prevenzione dei rischi.FONTI• La memoria per rinascere, <strong>Dipartimento</strong> <strong>della</strong> <strong>Protezione</strong> <strong>Civile</strong>, 2003• Italiani con gli stivali, Erasmo d’Angelis, Legambiente, 2009• Se la terra trema, Alma Pizzi, Sole 24 ore, 2006• I sepolti e i salvati, La Storia siamo noi, Rai Educational• «La Stampa», archivio storico• «Repubblica», archivio storico
2 Dal TerritorioCrisis Camp Italy,la nuova comunicazione in emergenzaResilienza, collaborazione e condivisione sono le parole chiave del primo Crisis Camp italiano, ospitato dallacittà di Bologna il 19 novembre. Singoli cittadini, Organizzazioni di volontariato, amministratori pubblici,giornalisti e scienziati si sono confrontati sui possibili sviluppi <strong>della</strong> comunicazione in emergenza.Tra gli argomenti affrontati, il crowdmapping e la piattaforma Ushahidi, il principio citizens as sensor, l’utilizzodegli open data da parte delle amministrazioni pubbliche e la gestione delle previsioni meteo.Le recenti alluvioni in Liguria e Toscana h<strong>anno</strong> messo in evidenza l’importanza di informare e comunicare tramitel’uso delle nuove tecnologie e dei social network, coinvolgendo attivamente gli attori presenti sul territorio,per migliorare le attività di gestione e superamento dell’emergenza. Grande rilievo è stato dato alle applicazioniopen source e alla diffusione degli open data, che rappresentano un ottimo esempio di partecipazione condivisaper la creazione e la trasparenza dell’informazione. Un progetto che coniuga l’Open Source e gli Open Dataè OpenStreetMap, definito come la “wikipedia delle mappe e dei dati geografici”. Tra le criticità emerge lamancanza di coordinamento e di validazione delle informazioni provenienti dai cittadini e la conseguente difficoltàdi gestire la comunicazione da parte delle istituzioni. La formazione di volontari in grado di raccoglierele informazioni dal web, la fruibilità dei piani comunali di protezione civile in open data e la creazione di unosservatorio permanente sulle nuove pratiche di comunicazione in emergenza, sono state alcune delle propostesu cui i partecipanti h<strong>anno</strong> deciso di lavorare da qui al prossimo Crisis Camp.3 INFOcrisiscampitaly.wordpress.comTwitter: #crisiscampitProvincia di Milano:i 35 anni <strong>della</strong> <strong>Protezione</strong> <strong>Civile</strong>Domenica 20 novembre laProvincia di Milano hacelebrato il trentacinquesimoanniversario <strong>della</strong> <strong>Protezione</strong><strong>Civile</strong> e i dieci anni di vita delComitato di coordinamento delleorganizzazioni di volontariato,l’organismo che riunisce tutte leorganizzazioni di volontariato diprotezione civile operanti sulterritorio <strong>della</strong> Provincia di Milanoe iscritte alla sezione provincialedell’albo regionale delvolontariato di protezione civile.La celebrazione, che si è svolta aMilano presso il Teatro Dal Verme,26è stata l’occasione perripercorrere insieme la storia<strong>della</strong> <strong>Protezione</strong> <strong>Civile</strong> <strong>della</strong>Provincia di Milano dal 1976 aoggi, ma anche un’opportunitàper delineare i punti cardine delleresponsabilità delle istituzioni daun lato e del volontariatodall’altro, anche in vista dellenumerose sfide future, prima fratutte l’Expo del 2015.L’evento si è aperto con i salutidell’assessore provinciale alla<strong>Protezione</strong> <strong>Civile</strong> StefanoBolognini. Alla giornatacommemorativa h<strong>anno</strong>partecipato anche l’assessoreNovo Umberto Maerna e il Capo<strong>Dipartimento</strong> <strong>della</strong> <strong>Protezione</strong><strong>Civile</strong> Nazionale, Franco Gabrielli.Al trentacinquesimo anniversario<strong>della</strong> <strong>Protezione</strong> <strong>Civile</strong> di Milanosono intervenuti al Teatro DalVerme anche numerosirappresentanti delle diversestrutture operative. Il volontariatomilanese ha partecipato conentusiasmo a questa giornata difesta, per tutti occasione diincontro e di riflessione.3 INFOwww.provincia.milano.itwww.ccv-mi.org
27<strong>Protezione</strong> <strong>Civile</strong> Veneto:online il nuovo sitoÈstato presentato il 17 novembredall’assessore regionale alla-<strong>Protezione</strong> <strong>Civile</strong> Daniele Stival e daldirigente di settore Roberto Tonellatoil nuovo sito internet <strong>della</strong> <strong>Protezione</strong><strong>Civile</strong> regionale del Veneto.“Questo strumento – ha detto Stival– contribuirà ad accrescere l’efficienzadelle attività e la tempestività<strong>della</strong> circolazione delle informazioni,ma svolgerà anche altreimportanti funzioni rivolte al cittadino”.Tra le sezioni del portale –raggiungibile all’indirizzo www.protezionecivileveneto.it– una è interamentededicata all’approfondimentometeo, con bollettini giornalieriforniti dal Centro meteorologicodi Teolo - <strong>Dipartimento</strong> per la sicurezzadel territorio. In rilievo anchele sezioni dedicate al volontariato,ai corsi di formazione per operatorie tecnici del settore e alla campagnaadesioni, rivolta soprattutto aigiovani che vogliono offrire il propriocontributo nella diffusione <strong>della</strong> culturadi protezione civile.Il sito fornisce anche notizie relativeal centro funzionale decentrato <strong>della</strong>Regione, alla legislazione di settoree l’elenco delle associazioni diprotezione civile iscritte all’albo regionale.Il portale sarà gestito daitecnici che operano nella sede centraledi Marghera.3 INFOwww.protezionecivileveneto.itprotezione.civile@regione.veneto.itVeneto e Friuli: modelli diprotezione civile da esportareUn 3 dicembre ricco d’impegniper Franco Gabrielli. Triesteospita, in piazza Unità d’Italia, laquattordicesima Giornata delvolontario di <strong>Protezione</strong> <strong>Civile</strong>,promossa dalla Regione Friuli. APordenone apre la nuova salamultimediale di protezione civiledel Comando provinciale dei Vigilidel Fuoco. A Treviso si tiene ildodicesimo meeting <strong>della</strong><strong>Protezione</strong> <strong>Civile</strong> veneta con 1.500volontari in rappresentanza deigruppi comunali. Il Capo<strong>Dipartimento</strong> partecipa alle tremanifestazioni ed esprime ilproprio apprezzamento perl’organizzazione dei sistemifriulano e veneto e per le lorocapacità di gestire le emergenze.Gabrielli propone che le Regionivirtuose supportino le realtà piùindietro in materia di protezionecivile e ribadisce la necessità diridurre la dispersione delle saleoperative che non comunicano asufficienza. Due esempi aconfronto: in Liguria, nelle fasiiniziali dell’alluvione, si registraun black out <strong>della</strong> comunicazionefra componenti; in Friuli VeneziaGiulia Gabrielli, invece, riscontrauna e costante interazione traPrefetture e Regione.3 INFOwww.protezionecivile.fvg.itprotezione.civile@regione.veneto.itInformazione telefonica in emergenza:nuovo servizio al cittadino del Comune di LuccaCittadini allertati in tempo reale durante le emergenze che siverificano nel territorio. Il Comune di Lucca, in raccordo con la<strong>Protezione</strong> <strong>Civile</strong> locale, da più di un <strong>anno</strong> ha attivato il “Sistema diinformazione telefonica in emergenza”, un servizio automatico diallertamento telefonico rivolto alla popolazione.Dopo la fase di sperimentazione, il sistema – rivolto alla popolazionedelle 72 frazioni comunali – si arricchisce di nuovi strumenti e prevedela possibilità di aggiungere anche i telefoni cellulari.È sufficiente compilare il modulo presente nella sezione “protezionecivile” del sito del comune, inserendo un contatto telefonico (di retefissa o mobile) o l’indirizzo di posta elettronica, per iscriversigratuitamente al servizio. In caso di emergenza, i cittadini che sitrovano nelle zone interessate, ricevono una telefonata di avviso. Ilservizio è rivolto anche ai non residenti nel Comune di Lucca.3 INFOwww.comune.lucca.itufficiostampa@comunedilucca.it
2 Dal TerritorioA scuola di protezione civile: un percorsodidattico per l’<strong>anno</strong> accademico 2011-2012Èstato presentato dal gruppo diprotezione civile del comune diBallabio, in provincia di Lecco, unprogetto sperimentale di sensibilizzazionescolastica finalizzato allaconoscenza dei principali rischi cheinteressano il territorio italiano.La proposta, dopo l’approvazione daparte del Comune, è stata inserita nelpiano di diritto allo studio per l’<strong>anno</strong>accademico 2011-2012 e prevedeil coinvolgimento – nella prima fasedi test – delle sole classi secondee quinte <strong>della</strong> scuola primaria divia Confalonieri.Due i rischi su cui si sono focalizzatii promotori dell’iniziativa. Il progetto“Rischio idrogeologico”, rivol-Sciame sismico nel Pollino:le iniziative del <strong>Dipartimento</strong>28to alle classi quinte, spiegherà laclassificazione dei rischi naturali eantropici e conterrà l’approfondimentosulle tipologie di dissesto idrogeologicopiù comuni in Italia e su quelleche interessano, nello specifico,il territorio comunale.Alla parte teorica verrà poi affiancataquella pratica: gli alunni, accompagnatida insegnanti e volontari,esplorer<strong>anno</strong> alcune zone diBallabio per osservare i punti soggettia potenziale rischio idrogeologico ele tecniche di prevenzione e mitigazioneadottate dall’uomo.Ai bambini delle classi seconde verràinvece spiegato il modulo “RischiDomestici”. Dopo la definizione delrischio e un elenco dei pericoli domesticipiù comuni (fughe di gas,incendi, ecc.), sar<strong>anno</strong> mostrate lebuone norme di comportamento perprevenire gli incidenti in casa e ascuola. Anche in questo caso, il percorsoformativo prevede una seriedi attività pratiche da svolgersi inpiccoli gruppi nella palestra scolastica.La finalità del progetto è quelladi diffondere una corretta culturadi protezione civile tra le nuovegenerazioni, sensibilizzando i piùpiccoli sui temi di sicurezza e partecipazioneattiva nella tutela delterritorio.3 INFOwww.comune.ballabio.lc.itinfo@comune.ballabio.lc.itAnovembre il <strong>Dipartimento</strong> <strong>della</strong> <strong>Protezione</strong> <strong>Civile</strong> riceve, da cittadini preoccupati che vivono tra Calabriae Basilicata, richieste di informazioni su scosse sismiche nella zona del Pollino. Il <strong>Dipartimento</strong> divulgasul proprio sito www.protezionecivile.gov.it approfondimenti con dati dell’Istituto nazionale di geofisica evulcanologia e del proprio Ufficio Rischio sismico e vulcanico. Al confine tra le province di Cosenza ePotenza è in atto una sequenza sismica, ma non si verifica un terremoto con repliche di minore intensità.Avvengono scosse di simile energia, distribuite casualmente nel tempo. La sequenza sismica ècaratterizzata da eventi di bassa magnitudo. Il <strong>Dipartimento</strong> <strong>della</strong> <strong>Protezione</strong> <strong>Civile</strong>, la Direzione regionale<strong>della</strong> <strong>Protezione</strong> <strong>Civile</strong> <strong>della</strong> Basilicata, l’Università <strong>della</strong> Basilicata, la Prefettura di Potenza e l’Istitutonazionale di geofisica e vulcanologia decidono di potenziare il programma ordinario di attività diinformazione alla popolazione, di verifica degli edifici pubblici e dei piani comunali di protezione civile. Ilprogramma delle attività prevede iniziative dal 25 novembre al 18 dicembre: assemblee dei Sindaci <strong>della</strong>zona e delle associazioni di volontariato, task force tecniche a cura di ricercatori ed esperti, attività diverifica sul campo dei piani di protezione civile dei vari comuni, incontri informativi nelle scuole,formazione dei volontari da parte di personale del <strong>Dipartimento</strong>.3 INFOwww.protezionecivile.gov.itwww.protezionecivilebasilicata.it
29A Modena un corsoper aspiranti volontari under 18Under 18 è il nome del progettopromosso del Gruppo comunaledi <strong>Protezione</strong> <strong>Civile</strong> del Comunedi Modena, cui h<strong>anno</strong> partecipato15 ragazzi di età compresa fra i 16e i 18 anni. Tra ottobre e novembregli aspiranti volontari, affiancati daesperti, h<strong>anno</strong> imparato a usare leattrezzature a disposizione <strong>della</strong> protezionecivile, dalle motopompe aisacchi di sabbia, alle tende impiegateper allestire i campi di accoglienza.Il corso si è concluso il 19 e20 novembre con un’esercitazionefinale, durante la quale i ragazzih<strong>anno</strong> affrontato la gestione simulatadi un’emergenza idraulica aPonte Alto e Campogalliano. Tra le provesostenute, l’allestimento e la gestionedi una struttura temporanead’accoglienza all’interno del poloambientale di Marzaglia, l’organizzazionee gestione di una sala dormitorioe di una mensa. Sabato 26novembre al Cup - Centro unificatoprovinciale di Marzaglia si è svoltala cerimonia di consegna degli attestatidel corso base per volontari.In un primo tempo i ragazzi potr<strong>anno</strong>solo partecipare agli interventimeno impegnativi del gruppo, sottola supervisione di tutor e capisquadra,fino al raggiungimento <strong>della</strong>completa autonomia operativa.3 INFOwww.moproc.cominfo@moproc.comBari, Gabrielli al Congresso nazionaledi LegambienteBari ospita dal 2 al 4 dicembre il IX Congresso nazionale di Legambiente.Un appuntamento in cui si definiscono gli obiettivi e le priorità dell’associazione,dedicato quest’<strong>anno</strong> a Mario Di Carlo e Angelo Vassallo. Partecipaal Congresso anche il Capo <strong>Dipartimento</strong> <strong>della</strong> <strong>Protezione</strong> <strong>Civile</strong>Franco Gabrielli. Cuore del suo intervento: la consapevolezza del rischioda parte dei cittadini e l’importanza del volontariato nella diffusione <strong>della</strong>cultura di protezione civile. Gabrielli sostiene la proposta di Legambiented’istituire un servizio civile volontario per la prevenzione del rischioidrogeologico e rivolge un appello per salvare il servizio civile, lacui sopravvivenza è minacciata da un costante depauperamento di risorse.Il Capo <strong>Dipartimento</strong> sottolinea poi l’importanza del ruolo del volontariatonel diffondere cultura di protezione civile e consapevolezza deirischi. Solo un cittadino che conosce i rischi è capace di auto-proteggersi.Il ruolo del volontariato, quindi, è fondamentale per la diffusione del3 INFOwww.legambiente.itlegambiente@legambiente.itconcetto di auto-protezione come fondamentodi un maturo Sistema di protezione civile.Esercitazione“Airsubsarex n.01 2011”San Benedetto del Tronto siprepara ad affrontare unanotte impegnativa, ma è solo unasimulazione.Il 16 novembre, infatti, si svolge“Airsubsarex n.01 2011”,un’esercitazione notturna lungo illitorale di competenza <strong>della</strong>Capitaneria di porto <strong>della</strong>cittadina marchigiana.Lo scenario ipotizzato prevedel’ammaraggio forzato di unvelivolo decollato dall’aeroporto diFalconara con 40 passeggeri abordo. Alle 20.45, ora di iniziodell’esercitazione, si muover<strong>anno</strong>sette unità navali, di cui cinque<strong>della</strong> Guardia Costiera, una <strong>della</strong>Guardia di Finanza e una deiCarabinieri.Oltre 200 gli operatori coinvolti.Tra questi, 120 volontari <strong>della</strong>protezione civile e 60 <strong>della</strong>Guardia Costiera, tra personaleimpegnato in banchina, sui mezzinavali e nelle sale operative. Ilcoordinamento delle operazioni èaffidato alla Sala operativa <strong>della</strong>Capitaneria di Porto di Ancona(Settimo centro secondario disoccorso marittimo).L’esercitazione ha l’obiettivo ditestare il piano di soccorso delleCapitanerie marchigiane per leemergenze in mare.3 INFOwww.guardiacostiera.itsanbenedettodeltronto@guardiacostiera.it
2 Dal <strong>Dipartimento</strong>IX giornata nazionale<strong>della</strong> sicurezza nelle scuoleIl 25 novembre si è svolta in oltre 4mila scuole in tutta Italia la IX giornata nazionale <strong>della</strong> sicurezza nelle scuole,appuntamento annuale per promuovere la cultura <strong>della</strong> sicurezza attraverso prove di evacuazione, eventie momenti di discussione. L’iniziativa rientra nell’ambito <strong>della</strong> campagna “Impararesicuri”, promossa da Cittadinanzattivain collaborazione con il <strong>Dipartimento</strong> <strong>della</strong> <strong>Protezione</strong> <strong>Civile</strong> per educare a una gestione consapevoledei rischi del proprio territorio, con particolare riferimento al rischio sismico.A Lamezia Terme, in provincia di Cosenza, sono stati presentati i risultati <strong>della</strong> terza indagine “Conoscenza epercezione del rischio sismico”, realizzata in 17 Regioni e 50 Province attraverso questionari compilati da1.211 studenti <strong>della</strong> scuola primaria, 1.160 delle scuole secondarie di primo e secondo grado e da 1.477 genitori.L’indagine presenta dati nazionali e focus su sei Regioni: Piemonte, Lombardia, Toscana, Umbria, Calabriae Campania. A fare paura è soprattutto il possibile crollo <strong>della</strong> casa, indicato come il pericolo più frequentein caso di terremoto dal 57% degli studenti delle scuole superiori, dal 46% di quelli delle elementarie dal 64% dei genitori. Il timore di un crollo nasce dalla memoria degli ultimi terremoti e dalla scarsa fiduciache soprattutto gli adulti h<strong>anno</strong> <strong>della</strong> sicurezza <strong>della</strong> propria abitazione (solo il 45% degli intervistati). Glistudenti, da parte loro, non si sentono affatto certi <strong>della</strong> sicurezza <strong>della</strong> scuola che frequentano: solo il 29%di quelli più grandi e il 41% dei piccoli non h<strong>anno</strong> alcun dubbio a proposito. Infine, oltre il 70% ignora a qualezona sismica appartenga il proprio Comune e se abbia un Piano di emergenza.3 INFOwww.protezionecivile.gov.itwww.cittadinanzattiva.itGiornata Internazionale del Volontariato:a Roma l’evento “Capaci di intendere e valere”In occasione <strong>della</strong> GiornataInternazionale del Volontariato,il 5 dicembre scorso, centinaia divolontari provenienti da tuttaItalia h<strong>anno</strong> partecipato a“Capaci di intendere e di valere”,evento organizzato pressol’Auditorium Conciliazione diRoma. Il momento di confronto èstato promosso da Forum TerzoSettore, Consulta del Volontariatopresso il Forum, ConVol -Conferenza permanente delleassociazioni, federazionie reti di volontariato e CSVnet -Coordinamento nazionale dei centri30di servizio per il volontariato.L’incontro si è tenuto allapresenza del Presidente <strong>della</strong>Repubblica Giorgio Napolitano.Tra gli invitati anche il Capo<strong>Dipartimento</strong> <strong>della</strong> <strong>Protezione</strong><strong>Civile</strong> Franco Gabrielli. In Italiasono oltre 3milioni e 300mila ivolontari che prestano il loroservizio e oltre 40mila leorganizzazioni nateprevalentemente dopo il 1980.La Giornata Internazionale delVolontariato quest’<strong>anno</strong> haassunto particolare significatovista la concomitanza con altrecelebrazioni: i 20 anni <strong>della</strong> leggequadro sul volontariato, la n. 266del 1991, la chiusura dell’Annoeuropeo del volontariato e il 150°anniversario dell’Unità d’Italia.Rappresentato anche ilvolontariato di protezione civile,descritto durante l’incontro nellavideo intervista al Responsabiledell’Ufficio Volontariato,Formazione e Comunicazione del<strong>Dipartimento</strong> <strong>della</strong> <strong>Protezione</strong><strong>Civile</strong>, Titti Postiglione, e dacoinvolgenti testimonianze.3 INFOwww.lavoro.gov.itwww.forumterzosettore.it
31Definito il “Piano neve 2011-2012”di Viabilità ItaliaPer prevenire disagi alla circolazionein autostrada determinatida precipitazioni nevose ViabilitàItalia ha redatto il “Piano neve2011-2012”. Il documento è statoelaborato in collaborazione con glienti e le amministrazioni che f<strong>anno</strong>parte di Viabilità Italia, tra cui il <strong>Dipartimento</strong><strong>della</strong> <strong>Protezione</strong> <strong>Civile</strong>.L’organismo garantisce il coordinamentodegli interventi rapidi ed efficaci− anche di carattere preventivo− in caso di criticità alla viabilitàcausate da avversità atmosfericheo grandi esodi.Tra i punti fondamentali del documento:la tempestività degli interventidelle strutture in relazione al-Progetto DRHOUSE: in Campania il quarto corsoper tecnici di rilevazione del d<strong>anno</strong> e agibilitàSi è svolto in Campania dal 9 all’11 novembre l’ultimo dei quattro corsi organizzati dal <strong>Dipartimento</strong><strong>della</strong> <strong>Protezione</strong> <strong>Civile</strong> nell’ambito del progetto DRHOUSE - Development of Rapid Highly-specializedOperative Units for Structural Evaluation, con l’obiettivo di preparare 100 tecnici italiani esperti nellavalutazione del d<strong>anno</strong> e dell’agibilità. I tre corsi precedenti, realizzati da dicembre 2010, sono statiorganizzati ad Ancona e Tolentino nelle Marche, a Foligno e Marsciano in Umbria e a Palermo e SantaVenerina in Sicilia, in collaborazione con le Regioni e i Comuni.Il progetto, di cui il <strong>Dipartimento</strong> <strong>della</strong> <strong>Protezione</strong> <strong>Civile</strong> è beneficiario coordinatore, è finanziato dallaCommissione Europea e prevede la preparazione e l’eventuale dispiego fino a 15mila km di distanza di unmacromodulo di <strong>Protezione</strong> civile europea per la valutazione del d<strong>anno</strong> e dell’agibilità degli edificidanneggiati da un terremoto in Paesi esteri e per la messa in sicurezza degli stessi. Il corso in Campaniaha previsto due giornate formative a Benevento e un’esercitazione a Baselice.La formazione ha riguardato le metodologie di valutazione dell’agibilità e del d<strong>anno</strong> in uso nei Paesi esteri,il Meccanismo comunitario di protezione civile, le emergenze internazionali, la logistica, il primo soccorso,la sicurezza e i contatti con la stampa. Durante l’esercitazione sono stati utilizzati palmari per l’ispezione3 INFOwww.protezionecivile.gov.itufficio.siv@protezionecivile.itle previsioni atmosferiche e in presenzadi criticità; l’individuazionedi tratte e aree, interne o esternealle autostrade, per l’accumulo deimezzi pesanti e garantire assistenzain caso di fermo temporaneo deimezzi; l’affinamento delle proceduredi raccordo dei Comitati operativiper la viabilità - Cov delle Prefetturecon Viabilità Italia e sul territoriocon gli enti locali, le Forze diPolizia e i Cov limitrofi in caso dicriticità estese; il perfezionamentodei flussi informativi e <strong>della</strong> comunicazioneall’utenza.Il Piano prevede misure come la mappaturaaggiornata delle aree e deinodi autostradali più esposti a even-ti nevosi e le azioni integrate di tuttii soggetti competenti: i Comitati Operativiper la Viabilità delle Prefetture,la Polizia Stradale, i Carabinieri,la Concessionarie autostradali,l’Anas, i Vigili del Fuoco, il ServizioNazionale di <strong>Protezione</strong> <strong>Civile</strong>, l’Ispettoratodi Vigilanza delle ConcessioniAutostradali, l’Unione Provinced’Italia e l’Associazione NazionaleComuni Italiani.A integrazione del documento, laPrefettura di Potenza in raccordocon le Prefetture di Salerno, Cosenzae Matera e Anas ha predisposto ilpiano per l’A/3.3 INFOwww.protezionecivile.gov.itwww.poliziadistato.itdi edifici realmente danneggiati, videocamere fissate a caschi di protezioneindividuale e sistemi di comunicazione satellitare.
2 Dal <strong>Dipartimento</strong>Giornata di studio“Risorgimento e geologia italiana”Scuola multimediale:al via la quarta edizione32Lorenzo Nicolò Pareto, GiuseppeMeneghini e Quintino Sella, percitarne alcuni. Forse non tutti s<strong>anno</strong>che nella storia, questi e altri studiosidi Scienze <strong>della</strong> Terra h<strong>anno</strong>contribuito attivamente al Risorgimentoe all’Unità d’Italia e alla fondazionedelle principali Istituzionigeologiche nazionali. È per ricordarliche il 25 novembre scorso è stataorganizzata a Firenze una giornatadi studi, a cui h<strong>anno</strong> aderito le principaliIstituzioni, Associazioni e Organizzazioniprofessionali delle ScienzeGeologiche. Tra queste, anche il <strong>Dipartimento</strong><strong>della</strong> <strong>Protezione</strong> <strong>Civile</strong>che ha partecipato all’iniziativa coninterventi sul Volontariato e la Storia<strong>della</strong> <strong>Protezione</strong> <strong>Civile</strong> dall’Unitàd’Italia a oggi. Al centro <strong>della</strong> discussioneavviata con la tavola rotonda,la figura del geologo e il suofuturo, fondamentale per le energiealternative, le risorse idriche, la difesadel suolo, la protezione dai rischigeologici e la sicurezza ambientale.A difesa di questa professione,i partecipanti h<strong>anno</strong> rivoltoun appello alle Istituzioni <strong>della</strong> Repubblicaper rafforzare le materiegeologiche a Scuola e nelle Università,armonizzare la legislazione sulGoverno del territorio e rilanciare ilServizio Geologico d’Italia.3 INFOwww.geo.unifi.itwww.isprambiente.gov.it3 INFOwww.protezionecivile.gov.itscuolamultimediale@protezionecivile.itHa preso il via il progetto “Scuola multimediale di protezione civile”,alla sua quarta edizione per l’<strong>anno</strong> scolastico 2011-2012. Le scuole interessatedall’iniziativa sono 33 in Abruzzo, Marche, Calabria e nella Provinciadel Medio Campidano. Gli alunni coinvolti sono circa 2.700 delleclassi terze, quarte e quinte <strong>della</strong> scuola primaria, e delle classi prime e seconde<strong>della</strong> scuola secondaria di primo grado. Il progetto mira a diffonderela conoscenza dei rischi e delle norme di autoprotezione. Un percorso didatticovirtuale porta i ragazzi ad avventurarsi nel “mare dei rischi”. Le “isole”sono il rischio sismico, vulcanico, idrogeologico, incendi boschivi, industrialee ambientale. Sulla “terraferma” si trovano le componenti delSistema di protezione civile. Scuola multimediale prevede una fase di e-learning da ottobre a marzo, durante la quale i ragazzi possono navigaresulla piattaforma didattica e sviluppare le unità previste. Il progetto sichiude con una esercitazione per gli studenti a conclusione dell’<strong>anno</strong> scolastico,organizzata con le strutture operativelocali del Servizio Nazionale.Lucca, “La protezionecivile nelle istituzioni”Il <strong>Dipartimento</strong> <strong>della</strong> <strong>Protezione</strong><strong>Civile</strong>, la Regione Toscana, laPrefettura e la Provincia di Luccapromuovono a Lucca – 30novembre e 1, 6 e 7 dicembre – ilseminario “La protezione civilenelle istituzioni” e un corso diformazione rivolto a Sindaci epersonale specializzato dellestrutture operative locali. Ilseminario del 30 novembreinsiste sui livelli di responsabilitànel Sistema di protezione civile,con particolare riferimento alruolo del Sindaco.Le sessioni di formazione delprimo, del 6 e del 7 dicembre –rivolte a dirigenti, funzionari,responsabili di funzione dicomuni e centri intercomunali etenute da personale del<strong>Dipartimento</strong> – affrontano il tema<strong>della</strong> pianificazionedell’emergenza, <strong>della</strong> suagestione e <strong>della</strong> comunicazione dicrisi. L’iniziativa rientranell’ambito <strong>della</strong> promozione del“Programma di indirizzoformativo per i livelli territorialicompetenti” del <strong>Dipartimento</strong><strong>della</strong> <strong>Protezione</strong> <strong>Civile</strong> e mira apotenziare la capacità operativae le conoscenze dei vari soggettiche compongono il Sistemaprovinciale di protezione civile.3 INFOprotezione.civile@provincia.lucca.itsalaop@comune.lucca.it
33Alluvione Liguria: Medaglia d’oroal volontario Sandro UsaiIl 21 novembre il Presidente <strong>della</strong> Repubblica, GiorgioNapolitano, ha consegnato la Medaglia d’oro alvalore civile alla moglie di Sandro Usai. Il volontariodi protezione civile ha perso la vita a Monterosso mentrepartecipava ai soccorsi durante l’alluvione del 25ottobre scorso. La Medaglia d’oro al valore civile vieneconferita per premiare gli atti di eccezionale coraggioe indicare gli autori come meritevoli di onore pubblico.Presente alla consegna <strong>della</strong> Medaglia, al Quirinale,anche il Capo <strong>Dipartimento</strong> <strong>della</strong> <strong>Protezione</strong><strong>Civile</strong> Franco Gabrielli. Il Capo del <strong>Dipartimento</strong>, conla sua presenza, ha rinnovato la stima e l’ammirazioneper tutti coloro che quotidianamente offrono il loroimpegno con l’attività di volontariato, contribuendoalla tutela del territorio e alla salvaguardia di viteumane anche a rischio <strong>della</strong> propria.3 INFOwww.protezionecivile.gov.itwww.quirinale.itDiritto internazionale e disastri:i primi risultati <strong>della</strong> ricercaNell’ambito del convegno “Diritto Internazionalee Disastri” del 7 e 8 novembre, il<strong>Dipartimento</strong> <strong>della</strong> <strong>Protezione</strong> <strong>Civile</strong> rinnoval’impegno per la condivisione di standard perl’assistenza alle popolazioni colpite da disastri.All’evento organizzato dalla Scuola SuperioreSant’Anna, l’Università degli Studi di Milano,l’Università degli Studi di Modena e Reggio Emiliae ospitato dal <strong>Dipartimento</strong>, partecipano studiosi didiritto internazionale e operatori del settoreumanitario. L’obiettivo è raccogliere in unapubblicazione, prevista per il 2012, i risultati <strong>della</strong>ricerca a cura di università italiane ed estere sulcontributo del diritto europeo e internazionale inmateria di prevenzione, preparazione e risposta aidisastri naturali e antropici.3 INFOwww.protezionecivile.gov.itwww.sssup.itContributi alle Organizzazionidi volontariato di protezione civile per il 2011Il 7 novembre scorso il <strong>Dipartimento</strong> <strong>della</strong> <strong>Protezione</strong> <strong>Civile</strong> ha trasmesso alle strutture delle protezionicivili regionali e alle Organizzazioni nazionali di volontariato di protezione civile una lettera con leindicazioni sui contributi per il finanziamento dei progetti di potenziamento delle attrezzature e ilmiglioramento <strong>della</strong> preparazione tecnica e la formazione del volontariato, relative al 2011. Entro il 31dicembre è possibile presentare domanda. Il <strong>Dipartimento</strong> può concedere contributi alle organizzazioni divolontariato iscritte nell’Elenco nazionale, in base agli stanziamenti previsti. I criteri per la concessione,approvati dalla Conferenza Unificata dell’8 luglio 2010, sono quelli validi per il triennio 2010-2012, giàpubblicati sul sito www.protezionecivile.gov.it. Per la valutazione dei progetti relativi al 2011 la ConferenzaUnificata ha stabilito la costituzione di una Commissione composta da rappresentati del ServizioVolontariato del <strong>Dipartimento</strong> e da due persone indicate dalla Conferenza. Nella lettera sono sintetizzati icasi in cui la Commissione riterrà non ammissibile la richiesta di contributo. Sono inoltre precisati imassimali finanziabili per il 2011 e sono fornite indicazioni sulle tipologie progettuali che sar<strong>anno</strong>valutate con priorità. Nella lettera si precisa infine che i progetti presentati possano prevedere ancheinterventi di manutenzione nell’ambito <strong>della</strong> misura “acquisizione mezzi e attrezzature” e che tengano in3 INFOwww.protezionecivile.gov.itvolontariato@protezionecivile.itconsiderazione i fabbisogni formativi in materia di sicurezza nell’ambito <strong>della</strong>misura “miglioramento <strong>della</strong> preparazione tecnica e per la formazione”.
2NormativaPubblichiamo in questa sezione alcuni esempi di sintesi di provvedimenti,uno dei nuovi servizi del sito internet del <strong>Dipartimento</strong> <strong>della</strong> <strong>Protezione</strong><strong>Civile</strong>. Le sintesi sono strutturate per punti e h<strong>anno</strong> l’obiettivodi spiegare in modo semplice e chiaro il contenuto di decreti, ordinanzee altri atti. Sono consultabili, insieme ai testi in versione in-[tegrale, nella sezione “Provvedimenti” su www.protezionecivile.gov.itU Opcm n. 3973 del 5 novembre 2011:primi interventi urgenti per le eccezionaliavversità atmosferiche di ottobre2011 nella provincia di La SpeziaCommissario delegato e Piano interventi.Il Presidente <strong>della</strong> Regione Liguria è nominatoCommissario delegato per superarel’emergenza per le eccezionali avversità atmosfericheche si sono verificate nella Provinciadi La Spezia a ottobre 2011. Entrosette giorni dal 10 novembre, data di pubblicazionedi quest’ordinanza in Gazzettaufficiale, il Commissario delegato individuai comuni danneggiati, quantifica i danni eadotta tutte le iniziative per rimuovere le situazionidi rischio, assicurare l’assistenzaalle popolazioni, avviare la messa in sicurezzadelle aree colpite e gli interventi urgentidi prevenzione. Il Commissario puònominare dei Soggetti attuatori e si può avvaleredi una struttura composta al massimoda cinque unità di personale.Entro 45 giorni dal 10 novembre, data di34cpubblicazione di quest’ordinanza in Gazzettaufficiale, il Commissario delegato deveavviare un piano degli interventi per il superamentodell’emergenza. (art. 1)Conferenza di servizi. Per realizzare gli interventiurgenti il Commissario delegato puòaffidare la progettazione e/o gli studi di fattibilitàe servizi a liberi professionisti. Il Commissarioapprova i progetti ricorrendo, se necessario,alla Conferenza di servizi. (art. 2)Contributi per case danneggiate o distrutte.Per le case danneggiate o parzialmenteinagibili è previsto un contributo:• fino al 75% e nel limite massimo di100mila euro per le abitazioni principali• fino al 75% e nel limite massimo di30mila euro per le altre abitazioni.Per la ricostruzione di abitazioni principalidistrutte o totalmente inagibili o per il lorospostamento da aree a rischio idrogeologicoelevato o molto elevato è previsto uncontributo fino al 100% del valore.
35Le modalità per l’erogazione del contributosar<strong>anno</strong> definite dal Commissario delegatocon successivi provvedimenti. (art. 3)Contributo di autonoma sistemazione. Peri nuclei familiari con abitazione principale distrutta,in tutto o in parte, o sgomberata èprevisto un contributo per l’autonoma sistemazionefino ad un massimo di 400 euro almese, e nel limite di 100 euro per ogni componente.Se il nucleo familiare è compostoda una sola persona, il contributo massimoè di 200 euro. Se sono presenti personecon più di 65 anni, portatori di handicap odisabili con una invalidità superiore al 67%,è concesso un contributo aggiuntivo fino adun massimo di 100 euro al mese perognuna di queste persone.Il contributo di autonoma sistemazione èconcesso dalla data di sgombero fino alrientro in casa o alla sistemazione in unanuova abitazione, e comunque non oltre 12mesi dal provvedimento di sgombero. IlCommissario delegato è autorizzato a reperireun alloggio alternativo per i nuclei familiariper cui non sia stata possibile l’autonomasistemazione. (art. 3)Trasloco e deposito. Per chi abita in localisgomberati è previsto un contributo finoall’80% delle spese per il trasloco e depositofino ad un massimo di 5mila euro. Per ottenereil contributo, gli interessati devono presentarei documenti giustificativi. (art. 3)Beni mobili. Per i beni mobili necessari alrecupero delle normali condizioni di vita,esclusi i beni di lusso, è previsto un contributofino al 75% del d<strong>anno</strong>, nel limite massimodi 30mila euro, anche in anticipazione.Il contributo è concesso per i danni sui benimobili registrati o per i beni rottamati, per unimporto non inferiore a 500 euro. (art. 3)Cumulabilità dei contributi. I contributi edeventuali indennizzi assicurativi possono esserecumulati, non oltre l’importo del costoper riparare o riacquistare i beni danneggiati.Il contributo per abitazioni danneggiatenon può essere cumulato con quelloper abitazioni distrutte. (art. 3)Contributi per le attività produttive. Il Commissariodelegato può destinare una partedelle somme stabilite da quest’ordinanzaper favorire l’immediata ripresa delle attivitàproduttive danneggiate a causa dell’alluvione.Il contributo può essere:a) fino al 75% del d<strong>anno</strong> subito da impianti,strutture, macchinari e attrezzature, in basealla spesa effettivamente sostenuta;b) fino al 30% del prezzo di acquisto dellescorte di materie prime, semilavorati e prodottifiniti, danneggiati o distrutti a causa deglieventi alluvionali e non più utilizzabili;c) legato alla durata <strong>della</strong> sospensione dell’attività– almeno di sei giorni lavorativi – equantificato in 365esimi sulla base dei redditiprodotti, dall'ultima dichiarazione annualedei redditi. Per attività avviate nel2011, la domanda di contributo deve essereaccompagnata da perizia asseverata.d) fino al 75% del d<strong>anno</strong>, nel limite di30mila euro, per beni mobili registrati danneggiatio rottamati. La domanda va presentataentro 20 giorni dal 10 novembre,data di pubblicazione di questa ordinanza inGazzetta ufficiale. (art. 4)
2NormativaAttestazione dei danni alle attività produttive.Per importi fino a 30mila euro, i dannipossono essere attestati con dichiarazionisostitutive di atto di notorietà. Danni superioria 30mila euro devono essere attestaticon perizia asseverata fatta da professionistiabilitati o da pubblici dipendenti, iscrittiai rispettivi ordini o collegi. Il Commissariodelegato, su richiesta degli interessati, puòanticipare fino al 50% del contributo, calcolatoin base alla relazione tecnica degli interventida realizzare e dei costi stimati.È ammessa la cumulabilità fra contributipubblici ed eventuali indennizzi assicurativi,non oltre l’importo del costo necessario perla riparazione o la nuova acquisizione deibeni danneggiati. (art. 4)Assegnazione dei contributi. Il Commissariodelegato stabilisce le norme per l’assegnazione,l’erogazione dei contributi, le anticipazionie la rendicontazione delle spese. (art. 5)Deroghe. L’ordinanza stabilisce le deroghedi cui può avvalersi il Commissario delegato.(art.6)Aree di stoccaggio. Il Commissario delegatopuò decidere l’apertura di aree di stoccaggioprovvisorio dei materiali litoidi e vegetaliin esubero, accumulati lungo i corsid’acqua o spiaggiati. (art. 7)Sospensione dei mutui. È possibile richiederela sospensione per otto mesi delle ratedei mutui per edifici distrutti o inagibili, ancheparzialmente. La stessa sospensionepuò essere richiesta per i mutui legati alle attivitàcommerciali ed economiche svolte in36edifici distrutti o inagibili, anche parzialmente.Entro 30 giorni dall’entrata in vigoredi questa ordinanza, gli istituti di credito ebancari informano i clienti interessati sullapossibilità di chiedere la sospensione dellerate, indicando costi e tempi di rimborsodei pagamenti sospesi, e il termine per richiederela sospensione, che non può essereinferiore a 30 giorni.Se manca la comunicazione <strong>della</strong> banca odell’istituto di credito, le rate sono sospesefino al 30 giugno 2012, e senza spese aggiuntive.(art.8)Donazioni. L’ordinanza autorizza il <strong>Dipartimento</strong><strong>della</strong> <strong>Protezione</strong> <strong>Civile</strong> a ricevere risorseattraverso la raccolta di fondi privati el’invio di messaggi Sms - Short MessageService dalle reti di telefonia fissa e mobile,da destinare alle iniziative necessarie perfronteggiare l’emergenza. I fondi sar<strong>anno</strong>versati al Fondo per la protezione civile e sar<strong>anno</strong>messi a disposizione del Commissariodelegato. Viene anche istituito un Comitatodi garanti, formato da tre membri, pervigilare sull’utilizzo delle risorse. (art.8)Fondi. L’ordinanza stabilisce che lo stanziamentoper gli interventi è di 49,5 milionidi euro. Oltre a questa somma, il Commissariopuò utilizzare anche eventuali risorsefinanziarie disponibili sul bilancio regionale.Il Commissario delegato è autorizzato aprireuna contabilità speciale per l’utilizzo delle risorsenecessarie per gli interventi. (art. 9)Rimborsi per i volontari. I rimborsi per il volontariatosar<strong>anno</strong> a carico delle risorse previsteper far fonte all’emergenza. (art. 10)
37U Opcm 3974 del 5 novembre 2011:primi interventi urgenti per le eccezionaliavversità atmosferiche di ottobre2011 nella provincia di Massa CarraraCommissario delegato e piano interventi.Il Presidente <strong>della</strong> Regione Toscana è nominatoCommissario delegato per superarel'emergenza dovuta alle eccezionali avversitàatmosferiche che si sono verificate nellaProvincia di Massa Carrara a ottobre 2011.Entro sette giorni dal 10 novembre, data dipubblicazione di quest’ordinanza in Gazzettaufficiale, il Commissario delegato individuai Comuni danneggiati, quantifica idanni e adotta tutte le iniziative necessariee urgenti per rimuovere le situazioni di rischio,assicurare l’assistenza alle popolazioni,avviare la messa in sicurezza dellearee colpite e gli interventi urgenti di prevenzione.Per queste azioni il Commissariopuò nominare dei Soggetti attuatori e si puòavvalere di una struttura composta al massimoda cinque unità di personale.Entro 45 giorni dal 10 novembre, data dipubblicazione di quest’ordinanza in Gazzettaufficiale, il Commissario delegato deveavviare un piano degli interventi per il superamentodell'emergenza (art. 1)Conferenza di servizi. Per realizzare gli interventiurgenti il Commissario delegato puòaffidare la progettazione e/o gli studi di fattibilitàe servizi a liberi professionisti. Il Commissarioapprova i progetti ricorrendo, senecessario, alla Conferenza di servizi. (art. 2)Contributi per case danneggiate o distrutte.Per favorire il rientro nelle case danneggiateo parzialmente inagibili è previstoun contributo:• fino al 75% e nel limite massimo di100mila euro per le abitazioni principali• fino al 75% e nel limite massimo di30mila euro per le altre abitazioni.Per la ricostruzione di abitazioni principalidistrutte o totalmente inagibili o per il lorospostamento da aree a rischio idrogeologicoelevato o molto elevato è previsto uncontributo fino al 100% del valore.Modalità e procedure per l’erogazione delcontributo sar<strong>anno</strong> definite dal Commissariodelegato con successivi provvedimenti. Ilcontributo per abitazioni danneggiate nonpuò essere cumulato con quello per abitazionidistrutte. (art. 3)Contributo di autonoma sistemazione. Peri nuclei familiari con abitazione principale distruttain tutto o in parte, o sgomberata èprevisto un contributo per l’autonoma sistemazionefino ad un massimo di 400 euro almese, e nel limite di 100 euro per ogni componente.Se il nucleo familiare è compostoda una sola persona, il contributo massimoè di 200 euro. Se sono presenti personecon più di 65 anni, portatori di handicap odisabili con una invalidità superiore al 67%,è concesso un contributo aggiuntivo fino adun massimo di 100 euro al mese perognuna di queste persone.Il contributo di autonoma sistemazione èconcesso dalla data di sgombero fino alrientro in casa o alla sistemazione in unanuova abitazione, e comunque non oltre 12mesi dal provvedimento di sgombero.Il Commissario delegato è autorizzato a reperireun alloggio alternativo per i nuclei fa-
2Normativamiliare per cui non sia stata possibile l’autonomasistemazione. (art. 3)Trasloco e deposito. Per chi abita in localisgomberati è previsto un contributo finoall’80% delle spese sostenute per il traslocoe deposito fino ad un massimo di 5milaeuro. Per ottenere il contributo, gli interessatidevono presentare la documentazionegiustificativa. (art. 3)Beni mobili. Per i beni mobili necessari alrecupero delle normali condizioni di vita,esclusi i beni di lusso, è previsto un contributofino al 75% del d<strong>anno</strong>, nel limite massimodi 30mila euro, anche in anticipazione.Il contributo è concesso per i danni sui benimobili registrati o per i beni rottamati per unimporto non inferiore a 500 euro. (art. 3)Cumulabilità dei contributi. I contributi edeventuali indennizzi assicurativi possono essereaccumulati, non oltre l’importo del costoper la riparazione o il riacquisto dei benidanneggiati. Il contributo per abitazioni danneggiatenon può essere cumulato conquello per abitazioni distrutte. (art. 3)Contributi per le attività produttive. Il Commissariodelegato può destinare una partedelle somme stabilite da quest’ordinanza perfavorire l’immediata ripresa delle attività produttivedanneggiate a causa dell’alluvione.Le risorse possono essere distribuite ai soggettiinteressati, anche attraverso i sindacidei comuni colpiti. Il contributo può essere:a) fino al 75% del d<strong>anno</strong> subito da impianti,strutture, macchinari e attrezzature, in basealla spesa effettivamente sostenuta;38b) fino al 30% del prezzo di acquisto dellescorte di materie prime, semilavorati e prodottifiniti, danneggiati o distrutti a causa deglieventi alluvionali e non più utilizzabili;c) legato alla durata <strong>della</strong> sospensione dell’attività– almeno di sei giorni lavorativi – equantificato in 365esimi sulla base dei redditiprodotti, che risultano dall’ultima dichiarazioneannuale dei redditi. La sospensionedell’attività deve essere almeno di seigiorni lavorativi. In caso di attività avviate nel2011, la domanda di contributo deve essereaccompagnata da perizia asseverata compilatada un professionista autorizzato allacertificazione tributaria, cioè un revisorecontabile iscritto negli albi dei commercialisti,dei ragionieri e periti commerciali e deiconsulenti del lavoro che h<strong>anno</strong> esercitato laprofessione per almeno cinque anni.d) fino al 75% del d<strong>anno</strong>, nel limite di 30milaeuro, per beni mobili registrati o danneggiati,sulla base <strong>della</strong> fattura relativa alla riparazioneo, in caso di rottamazione, sullabase del valore complessivo dei beni ricavatodai listini correnti per un importo non inferiorea 500 euro. La domanda va presentatadomanda entro il 31 gennaio 2012. (art. 4)Attestazione dei danni. Per importi fino a30mila euro, i danni possono essere attestaticon dichiarazioni sostitutive di atto di notorietà.I controlli, a campione, sulle attestazioniverr<strong>anno</strong> svolti dal Commissario delegatoanche attraverso i Soggetti attuatori.Danni superiori a 30mila euro devono essereattestati con perizia asseverata fatta daprofessionisti abilitati o da pubblici dipendenti,iscritti ai rispettivi ordini o collegi.Il Commissario delegato, su richiesta degli
39interessati, può anticipare fino al 50% delcontributo, che è calcolato sulla base <strong>della</strong>relazione tecnica degli interventi da realizzaree dei costi stimati.È ammessa la cumulabilità fra contributipubblici ed eventuali indennizzi assicurativi,non oltre l’importo del costo necessario perla riparazione o la nuova acquisizione deibeni danneggiati. (art. 4)Assegnazione dei contributi. Il Commissariodelegato stabilisce le norme per l’assegnazione,l’erogazione dei contributi, le anticipazionie la rendicontazione delle spese. (art. 5)Deroghe. L’ordinanza stabilisce le deroghedi cui può avvalersi il Commissario delegato.(art.6)Aree di stoccaggio. Il Commissario delegatopuò decidere l’apertura di aree di stoccaggioprovvisorio dei materiali litoidi e vegetaliin esubero, accumulati lungo i corsid'acqua o spiaggiati.Nel piano del Commissario delegato possonoessere inseriti anche altri interventi finanziatidalla Comunità europea, dalle amministrazionistatali, dalle Regioni, dagli Entilocali e da enti o società erogatori di servizipubblici finalizzati alla rimozione del pericoloo alla prevenzione del rischio. (art. 7)Sospensione dei mutui. È possibile richiederela sospensione per otto mesi delle ratedei mutui per edifici distrutti o inagibili, ancheparzialmente. La stessa sospensionepuò essere richiesta per i mutui legati alle attivitàcommerciali ed economiche svolte inedifici distrutti o inagibili, anche parzial-mente. Entro 30 giorni dall'entrata in vigoredi questa ordinanza, gli istituti di credito ebancari informano i clienti interessati sullapossibilità di chiedere la sospensione dellerate, indicando costi e tempi di rimborso deipagamenti sospesi, e il termine per richiederela sospensione, che non può essere inferiorea 30 giorni.Se manca la comunicazione<strong>della</strong> banca o dell’istituto di credito, lerate sono sospese fino al 30 giugno 2012, esenza spese aggiuntive. (art.8)Donazioni. L’ordinanza autorizza il <strong>Dipartimento</strong><strong>della</strong> <strong>Protezione</strong> <strong>Civile</strong> a ricevere risorseattraverso la raccolta di fondi privati el’invio di messaggi Sms - Short MessageService dalle reti di telefonia fissa e mobile,da destinare all'attuazione di iniziative necessarieper fronteggiare l'emergenza.I fondi sar<strong>anno</strong> versati al Fondo per la protezionecivile e sar<strong>anno</strong> messi a disposizionedel Commissario delegato. Viene anche istituitoun Comitato di garanti, di tre membri,per vigilare sull’uso delle risorse. (art.8)Fondi. L’ordinanza stabilisce anche lasomma stanziata per gli interventi che ammontaa 85 milioni di euro. Oltre a questasomma, il Commissario può utilizzare anchealtre eventuali risorse finanziarie disponibilisul bilancio regionale. Il Commissario delegatoè autorizzato aprire una contabilità specialeper l’utilizzo delle risorse necessarieper gli interventi. (art. 9)Rimborsi per i volontari. I rimborsi per il volontariatosar<strong>anno</strong> a carico delle risorse previsteper far fonte all’emergenza indicatenell’art. 9. (art. 10 )
2 LetteraIl volontariato di <strong>Protezione</strong> <strong>Civile</strong>Come diventare volontari“Mi piacerebbe molto dare un contributo concreto in Liguria dopo i disastri che sono capitati di recenteoperando come volontaria attraverso Voi. Come posso fare? Grazie molte dell’attenzione che vorrete riservarmi.”Flavia“Siamo un gruppo di amici che vorrebbe andare a Genova e dintorni per aiutare fisicamente le persone colpitedal disastro di questi giorni. Purtroppo potremmo solo alcuni week end. Come possiamo fare ad organizzarci?Contattiamo voi perché possiate darci direttive più utili. Grazie e buon lavoro.” IleniaNel nostro Paese i volontari di protezione civilesono una vivace risorsa con oltre 800mila associatisu tutto il territorio e più di 4mila organizzazioniiscritte all’Elenco nazionale del <strong>Dipartimento</strong> <strong>della</strong><strong>Protezione</strong> <strong>Civile</strong>.Il volontariato di protezione civile è componente delServizio Nazionale di <strong>Protezione</strong> <strong>Civile</strong>. Per potersvolgere attività di protezione civile comevolontario a supporto delle istituzioni checoordinano gli interventi durante emergenze comele alluvioni che h<strong>anno</strong> colpito la Liguria nellescorse settimane, è necessario essere iscritti aduna delle organizzazioni di volontariato diprotezione civile inserite negli Elenchi regionale enazionale. Chi desidera diventare volontario diprotezione civile può, al momento dell’iscrizionepresso un’Organizzazione di volontariato diprotezione civile, valutare una serie di elementi:ambito territoriale di evento: nazionale, regionale,comunale; ambito dimensionale dell’evento;eventuale specializzazione operativadell’organizzazione: sub, cinofili, antincendi,eccetera; disponibilità richiesta; vicinanza <strong>della</strong>sede alla propria abitazione. I volontari cheaderiscono alle associazioni o ai gruppi comunali eintercomunali devono assicurare la propriadisponibilità all’attuazione delle attivitàprogrammate e partecipare ai corsi di formazione edi addestramento. Sono tutelati per ilmantenimento del posto di lavoro, per ilmantenimento del trattamento economico, per lacopertura assicurativa. Gli Elenchi regionale onazionale sono consultabili rispettivamente pressola Regione nella quale si intende svolgere – inprevalenza – l’attività di protezione civile e pressoil Servizio volontariato del <strong>Dipartimento</strong> <strong>della</strong><strong>Protezione</strong> <strong>Civile</strong>. Molte delle sedi delleorganizzazioni di protezione civile sono indicateanche sul sito www.protezionecivile.gov.it allapagina “Organizzazioni di volontariato”.Il magazine “<strong>Protezione</strong> <strong>Civile</strong>” è anche su facebook. Se appartienia un’associazione di volontariato iscritta all’Elenco Nazionaleo al Registro Regionale e desideri inviare contenuti multimedialio segnalare un evento scrivi a magazine@protezionecivile.it.La redazione selezionerà i contributi e li pubblicherà nelle appositesezioni <strong>della</strong> pagina.Per inviare contributi, segnalazioni, testimonianze o riflessioni scrivete a magazine@protezionecivile.it40
IL CONTACT CENTER DEL DIPARTIMENTOÈ APERTO PER FERIE.Da luglio c’è un nuovo servizio per chi desidera saperne di più sui rischi del nostroPaese e sui comportamenti che aiutano a prevenirli e mitigarli, o fare segnalazionial <strong>Dipartimento</strong> <strong>della</strong> <strong>Protezione</strong> <strong>Civile</strong>. Il numero verde risponde dal lunedìal venerdì, dalle 9.00 alle 18.00 e quando necessario sarà esteso fino ad h24 tuttii giorni <strong>della</strong> settimana. Per le domande online e per consultare lo stato di lavorazionedelle richieste è sempre disponibile il sito internet del <strong>Dipartimento</strong>.Telefona all’800 840 840o scrivici su protezionecivile.gov.itprotezionecivile.gov.it