Una concezione dinamica <strong><strong>del</strong>la</strong> simmetria, dunque, di cui la stele <strong>del</strong> re Get è squisita e sapientetestimonianza: si osservi nell‟immagine sottostante come la mediana <strong><strong>del</strong>la</strong> stele scandisca il ritmo<strong>del</strong>le colonne secondo un ritmo armonico d‟ottava,o1:2. In realtà il modulo che informa la stele nonè aureo, ma deriva da un processo chiamato dinamizzazione <strong>del</strong> quadrato: proiettando la suadiagonale si ottiene un rettangolo il cui lato maggiore è pari alla diagonale <strong>del</strong> quadrato originario.Questo processo, che può essere ripetuto ottenendo rettangoli in radice di 2, 3, 4, è tipico de<strong>gli</strong>avori tardo romani, dei fregi bizantini e <strong>del</strong>le composizioni medievali. La stele di Get ci offredunque un precedente storico di rilevante interesse. Si tratta di una composizione i cui rapportivengono tutti stabiliti mediante archi di cerchio e proiezioni dei loro raggi. Tuttavia anche laproporzione aurea vi svolge un ruolo non secondario: sia nell‟assetto di Horus che nel rettangolo <strong>del</strong>Palazzo; il rettangolo in cui ondeggia il serpente è in rapporto aureo col quadrato costituito dalpalazzo: il re è la parte „aurea‟ <strong><strong>del</strong>la</strong> terra regale; a<strong>gli</strong> Egizi non sfuggivano le proprietà correlatealla Sezione Aurea: fattore costante e armonico di crescita.Ciò significa dunque che l‟arte egizia già padroneggiacon eleganza sistemi compositivi piuttosto articolati,capaci di armonizzare le proporzioni dinamiche con leauree e con le armoniche. Cosa tutt‟altro che semplice sesi considera che le proporzioni auree e dinamiche sonoirrazionali, governate cioè da numeri infinitesimali,mentre le armoniche sono razionali, basate invece sunumeri interi.Tra <strong>gli</strong> aspetti peculiari <strong><strong>del</strong>la</strong> stelel‟equilibrio dinamico, ottenuto attraverso il sapientespostamento <strong>del</strong>l‟asse <strong><strong>del</strong>la</strong> composizione; il rapporto tramicro e macrocosmo, tra cielo e terra, sottolineatodall‟uso di rettangoli di medesime proporzioni per lastele e il palazzo <strong>del</strong> re; la sorprendente derivazione <strong>del</strong>rettangolo che circoscrive il Palazzo e il Re da dueintersezioni apparentemente secondarie, che nondimenodobbiamo considerare come «emanazioni» di Horus;infine l‟uso <strong><strong>del</strong>la</strong> «tavola tripartita», ancor oggi gioiello<strong>del</strong> Maestro nella massoneria simbolica: segnoinequivocabile che per millenni è stato uno dei segreti<strong>del</strong> mestiere. Quando ancora il mestiere era mysterium.L‟anonimo scultore egizio che scolpì la stele <strong>del</strong> Re Get è partito, come è frequente nei secolisuccessivi, da un quadrato. I modi di costruzione regolare <strong>del</strong> quadrato utilizzati sono in genere due:la sua inscrizione in un cerchio, o il suo sviluppo a partire da un lato. In questo caso è probabile chele dimensioni <strong><strong>del</strong>la</strong> stele abbiano indotto a costruirlo dal lato CD. Proiettati due archi di cerchio conraggio pari a CD, e due verticali da C e D, si determinano i punti A e B. Il formato <strong><strong>del</strong>la</strong> stele risultada una dinamizzazione di questo quadrato originario ABCD: puntando il compasso in C e D conraggio CA e DB si determinano i punti F ed E di un rettangolo in radice di 2 (d‟ora in poi V2): seassumiamo che il quadrato abbia misura 1, la sua diagonale, per il teorema di Pitagora, sarà pari aV2 . Poiché il rettangolo EFCD ha come lato minore quello <strong>del</strong> quadrato, e come maggiore laproiezione <strong><strong>del</strong>la</strong> diagonale, è detto rettangolo V2.Dal rettangolo EFCD lo scultore ha proiettato le diagonali CE e DF, ottenendo l‟intersezione G chefissa l‟altezza <strong><strong>del</strong>la</strong> stele. È molto probabile che lo scultore si sia avvalso anche <strong><strong>del</strong>la</strong> sezione aurea.In questo caso, puntato il compasso sulle mediane M ed N <strong>del</strong> quadrato ABCD con raggio NA eMB, ha ottenuto i punti H e I. Si noterà che l‟intersezione de<strong>gli</strong> archi AI e BH, il punto L, è statoproiettato su IC ottenendo il punto S, che funge da base per l‟arco di chiusura <strong><strong>del</strong>la</strong> stele. L‟arco AIdetermina l‟altezza di Horus, e la diagonale CA l‟estremo per la coda. Sull‟asse LS è impostato il
suo vigile occhio. Le zampe si stringono tra la mediana GP e la sezione aurea QR. Per determinarequesta misura lo scultore, dal rettangolo aureo HICD, puntato il compasso con raggio HA, haottenuto il punto Q e quindi il quadrato aureo HQRA (è «aureo» perché è in proporzioni auree con ilquadrato maggiore ABCD).Sorprendente è il sistema d‟individuazione <strong>del</strong>rettangolo, su cui poggia Horus, con il Palazzo Reale e ilserpente. Dall‟intersezione <strong>del</strong>l‟arco BE con la diagonaleDF <strong>del</strong> rettangolo V2, lo scultore ha tratto il punto H, e ilpunto I dalla intersezione <strong>del</strong>l‟altra diagonale CE con illato AB <strong>del</strong> quadrato di base. H e I, proiettati su CD,determinano i punti M ed N dai quali lo scultore haricavato il quadrato STMN. Questo quadrato è statodinamizzato col medesimo sistema: puntando su M ed Ncon raggio MS ed NT, ha ottenuto il rettangolo V2UVMN. Quindi con le diagonali MU ed NV hadeterminato il rettangolo XYMN V3 che circoscrivePalazzo e Re. Sull‟asse UV <strong>del</strong> rettangolo V2 è statoimpostato il serpente. L‟analogia non è casuale: sia il<strong>gli</strong>fo <strong>del</strong> re Get, rappresentato dal serpente, sia Horus,suo omologo celeste, sono impostati sul rettangolo V2.La corrispondenza tra cielo e terra non potrebbe esserepiù netta. Lo scultore utilizza anche la «tavolatripartita», ovvero il sistema di divisione tripartito deilati d‟un quadrato che genera una scacchiera di novecaselle.Il quadrato minore ABCD, diviso dalle due diagonali CA e DB, viene scandito dalle oblique checongiungono l‟angolo con la mediana <strong>del</strong> lato opposto, come per esempio BE ed EC. L‟intersezionedi queste oblique con le due diagonali consente di individuare quattro punti che possono essereattraversati da due coppie di segmenti paralleli. In questo caso ci siamo limitati a segnare le dueparallele verticali e l‟orizzontale superiore. Su questa s‟arrestano <strong>gli</strong> sgusci <strong>del</strong>le colonne, mentre ledue verticali vengono usate per scandire il ritmo <strong>del</strong>le tre colonne. L‟ampiezza <strong><strong>del</strong>la</strong> maggiore è parial terzo centrale <strong>del</strong> quadrato ABCD.I GREC<strong>II</strong> Greci apprezzavano il rettangolo aureo per le sue proporzioni perfette e caratteri magici in quantoriproducibile geometricamente un' infinità di volte (illuminante esempio di questa proprietà <strong>del</strong>rapporto aureo è la stella a cinque punte che ebbe grande successo tra i Pitagorici). Questo principiomatematico di bellezza, riflette appieno la genialità <strong>del</strong>lo spirito greco che caratterizza gran parte<strong>del</strong>le opere scultoree <strong>del</strong> periodo classico.