La Voce dei Berici - Festival Biblico
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VICENZA - VERONA - BASSANO DEL GRAPPA - NOVE - VALDAGNO - SCHIO - BROGLIANO - LONIGO - ARZIGNANO - CHIAMPO - MONTECCHIO MAGG. - DUEVILLE - MAROLA - PIAZZOLA SUL BRENTASupplemento allegato a “<strong>La</strong> <strong>Voce</strong> <strong>dei</strong> <strong>Berici</strong>” - n. 20 del 20 maggio 2012<strong>La</strong> parola ai protagonistiinterviste e approfondimenti
edizione 2012 - Perché avete paura? <strong>La</strong> speranza dalle ScrittureUna pubblicazione per approfondire un tema sempre attualeRaccontare le paure e le speranzedelle donne e degli uomini di oggiIl pensierosi favita quotidianaDa oltre 40 anni Avvenire condivide con i lettori valori e idee.E un pensiero alto che trova forza e coerenza anche nella vitadi ogni giorno. Con i giovani, con la famiglia, con i grandi valoridel paese, Avvenire è davvero il pensiero che si fa vita quotidiana.Insieme. Ogni giorno.<strong>La</strong> ricchezza e la drammaticitàdell’umanità (quella di ieri comequella di oggi) possono esserecolte e lette attraverso le pauree le speranze che abitano igiorni di ogni persona.Si tratta di un intreccioinestricabile in cui un elementorimanda all’altro e viceversa.Si può addirittura immaginarela storia personale come unacontinua lotta tra queste duecondizioni il cui esito dipende,fondamentalmente, dalle radiciche sorreggono la speranza inciascuno.<strong>La</strong> domanda profonda che vaal cuore stesso della vicendaIndiceumana e dell’intera comunitàè infatti quanto solida e fondatasia la propria speranza, il suofondamento è tale da poteraffrontare ogni tipo di paura?L’edizione 2012 del <strong>Festival</strong><strong>Biblico</strong> indica la Speranzadalle scritture come la rispostacapace di dare a ogni donna euomo una reale prospettiva difuturo non intaccabile da alcunapaura. Ieri, oggi e domani.Questa pubblicazione halo scopo di aiutare il lettorea cogliere le ricchezze e leprofondità che il filone tematicodell’ottava edizione offre.È il segno concreto di comeil nostro settimanale hascelto, anche quest’anno,di proseguire la partnershipcon il <strong>Festival</strong> <strong>Biblico</strong> nellaconvinzione che essorappresenti uno spazioprivilegiato, un’agoràmoderna per parlare con ledonne e gli uomini di oggie condividere così speranzee inquietudini. L’approcciocomplessivo ha l’ambizione dimettere a disposizione degliapprofondimenti la cui validitàe utilità va oltre la singolaedizione del festival.<strong>La</strong>uro Paoletto P. Ermes Ronchi, Perché avete paura? pag. 7 Duccio Demetrio, Le parole della speranza pag. 9 Antonella Anghinoni, <strong>La</strong> voce di Dio ci parla pag. 13 P. Francesco Rossi De Gasperis, Il futuro della Nuova Alleanza pag. 15 Antonella Anghinoni, Riscoprire il potere della narrazione pag. 19 Zygmunt Bauman, Una condizione di interregno pag. 21 Andrea Riccardi, No al linguaggio violento pag. 23 P. Bartolomeo Sorge, Vigilia di una stagione di speranza cristiana pag. 25 D. Antonio Sciortino, Rinnovare l’apertura al mondo pag. 29 Ernesto Olivero, Solo chi riconosce il proprio limite diventa grande pag. 31 Abdulah Sidran, Pluralismo e diritti universali pag. 35 Sr. Rita Giaretta, <strong>La</strong> donna non è solo corpo pag. 39 D. Sergio Sala, Scampia e il desiderio possibile pag. 41 P. Stefano De Luca, Magdala ovvero il libro della storia pag. 45 Roberto Vecchioni, Riconoscere i colori del buio pag. 47 Luca Bassanese, Storie di umane paure e inaffondabili speranze pag. 49Supplemento a <strong>La</strong> <strong>Voce</strong> <strong>dei</strong> <strong>Berici</strong> n. 20 del 20 maggio 2012 - Dir. Resp.: <strong>La</strong>uro Paoletto - Stampa: Mediagraf Spa (Noventa Pad.)
<strong>La</strong> Fondazione Cariverona, personagiuridica privata senza fine di lucro,persegue scopi di utilità sociale e dipromozione dello sviluppo economicoassicurando l'equilibrata destinazionedelle risorse con preferenza ai settori amaggior rilevanza sociale scelti ognitriennio dal Consiglio Generale.<strong>La</strong> Fondazione eroga contributiad enti e organismi non profit attivinei settori della ricerca scientifica,dell'istruzione e formazione, dell'arte,della conservazione e valorizzazione<strong>dei</strong> beni culturali e ambientali,della salute pubblica e dell'assistenzaalle categorie sociali deboli.www.fondazionecariverona.orgedizione 2012 - Perché avete paura? <strong>La</strong> speranza dalle Scritture«Non temere» è il buongiorno del Padre alle nostre giornatePerché avete paura? Dio all’operanegli interstizi della storiadi Ermes Ronchi*A scorrere il Vangelo siresta sorpresi dal fatto chenon ricorre mai la parola‘speranza’. Non ricorre laparola, perché c’è la realtà;non c’è la corda tesa verso ilfuturo perché il futuro è giàpresente: è Gesù, raccontodella speranza fatta carne esangue e sogno.Secondo una bella definizionedi Tommaso d’Aquino “lasperanza è il presente delfuturo”. Così è Gesù, anticipodel volto ultimo dell’uomo,collaudo della pienezzasognata.‘Non temere! Non avere paura’.Sulla bocca di Dio, di Gesù,di profeti, di donne, di re, dimendicanti per centinaia divolte nella Bibbia (qualcunodice per 365 volte, una perogni giorno dell’anno) questaparola ci raggiunge, quasi fosseil ‘buongiorno’ di Dio.Ad ogni nostro risveglio, adogni inizio di giornata, comenostro pane quotidiano.Perché avete paura? Sono millei motivi, e validi. Ma il primoperché della paura risale algiardino dell’Eden: Adamo edEva udirono il rumore <strong>dei</strong> passidel Signore e si nascosero inmezzo agli alberi. Ma il Signorechiamò l’uomo: Adamo, dovesei? Rispose: Ho udito la tuavoce, ho avuto paura, perchésono nudo e mi sono nascosto(Gen 3, 8-10).<strong>La</strong> paura entra nel mondo enon lo lascerà più. Entra noncome figlia della nudità, comevorrebbe Adamo, ma di un’altramadre. Adamo si nascondeperché è spaventato.E chi lo spaventa è Dio.<strong>La</strong> paura di Dio è la pauradelle paure. <strong>La</strong> peggiore ditutte, quella da cui tutte le altrediscendono.Ed è causata da un peccatodi fede, da una mancanza difiducia. Nella sua radice, ilpeccato originale non raccontala semplice trasgressione a undivieto, ma lo stravolgimentodel volto di Dio indotto dalserpente: vi ha dato millealberi, è vero, ma vi ha negatoil meglio; ha paura di voi, ègeloso, vi ha proibito la cosapiù importante. Non fidatevi.Sbagliarci su Dio è il peggioche ci possa capitare, perchépoi ci sbagliamo su tutto, sullastoria, sull’uomo, su noi stessi,sul bene e sul male, sulla vita...Dal volto temibile di Diodiscende il cuore impaurito diAdamo: entrambi Gesùè venuto a riempire di sole.E ha insegnato di nuovo asperare, come fiducia spera.<strong>La</strong> speranza nella Bibbia.Sperare in ebraico si diceqiwwah; speranza è un termineconnesso con qaw, che indicala corda <strong>dei</strong> muratori, <strong>dei</strong>costruttori di case e di città.Sperare evoca, nel backgroundbiblico, una corda tesa verso,il tendere a..., l’a-tenderequalcosa o qualcuno.<strong>La</strong> speranza è come una cordatesa tra due abissi, il miopresente che tende adun futuro.7
edizione 2012 - Perché avete paura? <strong>La</strong> speranza dalle Scrittureedizione 2012 - Perché avete paura? <strong>La</strong> speranza dalle ScrittureNel libro di Giosuè, qaw indicainoltre la corda di filo scarlattoappesa alla finestra di Rahab,la prostituta di Gerico che hasalvato gli esploratori ebrei,e quella corda salverà lei e lasua famiglia nel giorno dellosterminio.<strong>La</strong> speranza è una cordicella difilo scarlatto, appesa al balconedella mia vita, alla quale miaggrappo, perché so che ilcapo del filo rosso della storia èsaldamente nelle mani di Dio. EDio salva, questo è il suo nome.Speranza è coltivare nel presenteun buon futuro. Coltivare tutte lecondizioni di fecondità delle vitee degli spiriti.Nella Bibbia la speranza è virtùumile e drammatica. Sorge alcuore del peggio, intervienecon piccole cose e occhiprofondi.Come nella vicenda di Elia,quando nel deserto si arrendee vuole morire (1Re 19,3-8),ma una carezza lo sveglia: è unangelo con un orcio d’acqua eun pane. Quasi niente, eppurepane acqua e una mano chenutre e che scuote, bastano arestituire il futuro. Ed Elia vaper quaranta giorni, sulle suegambe, non sulle ali di miracoli,si tende la sua corda fino almonte di Dio.Come ad Agar scacciata neldeserto: sta per morire di setecon il suo bambino, si allontanadietro un cespuglio per nonassistere allo strazio dell’agoniadel bimbo ed ecco: Dio leaprì gli occhi ed ella vide unpozzo d’acqua. Dio non creaqualcosa, apre gli occhi, eragià lì l’acqua e lei non riuscivaa vederla.Quando tutto sembra finitoe che non ci sia più niente dasperare, lì, al cuore del dramma,qualcosa si apre: Dio nonpermette che ci arrendiamo,che gettiamo la spugna.<strong>La</strong> speranza sono i cinqueciottoli di torrente che Davideprepara per la sua fionda;è Giuditta che entra nel campo<strong>dei</strong> nemici armata solo di unvelo di bellezza, agnellino inmezzo ai lupi (M. Marcolini).Dio è all’opera negli interstizidella storia.A scorrere il Vangelo si restasorpresi dal fatto che nonricorre mai la parola ‘speranza’.Non ricorre la parola, perchéc’è la realtà; non c’è la cordatesa verso il futuro perché ilfuturo è già presente: è Gesù,racconto della speranza fattacarne e sangue e sogno.Secondo una bella definizionedi Tommaso d’Aquino “lasperanza è il presente delfuturo”. Così è Gesù, anticipodel volto ultimo dell’uomo,collaudo della pienezzasognata.Conclusioni<strong>La</strong> speranza è la testarda fiduciache la vita ha senso, il suosenso è positivo, questo sensoè per sempre; è la testardafiducia che io e tu, nonostantetutte le smentite, stiamopercorrendo un camminodi salvezza. Che alla fine“tutto sarà bene” (Giuliana diNorwich).Questo mondo porta un altromondo nel ventre. Se io locredo, non è per i segni cheriesco a scorgere nella cronacaspesso sanguinosa <strong>dei</strong> giorni,non per una analisi dellasituazione, ma perché Dio siè impegnato e il capo dellacordicella rossa della storia èsaldo nelle sue mani.Nei cataloghi delle virtù dellacultura pagana la speranza nonè mai compresa nell’elenco.Si tratta di un indizio rivelatore:la speranza è una virtùprettamente teologale, il suofondamento è in Dio.<strong>La</strong> speranza si costruisce conla perseverante fiducia: fiduciain Dio, negli altri, in me stesso,nel mondo. E seguendo le treregole dell’umano educare:non avere paura, non farepaura, liberare dalla paura.Perché ogni singola esistenzasia noviziato della comunesperanza:“Basta che un solo uomo sogni,perché un’intera stirpe puzzidi farfalle!Basta che solo uno sussurrid’aver visto l’arcobalenodi notteperché perfino il fango abbiagli occhi rilucenti!”(Manuel Scorza).*Ermes Ronchi è frate Servo di Maria.Friulano, si è formato negli studi teologicia Roma e a Parigi. Vive a Milano dovedirige il Centro culturale fondato daDavid Turoldo, Corsia <strong>dei</strong> Servi. Autoredi numerosi testi di spiritualità scrive pergiornali e riviste, commenta il Vangelosettimanalmente su Rai1 nella rubrica ASua immagine.Tra quotidianità e ricerca di sensoLe parole della speranzache abitano le nostre esistenzedi Duccio Demetrio*Le speranze umane oscillanotra grandi valori e meschinitàquotidiane; tra sogni di vitafino all’ultimo, od oltre, el’anelito disperato a porvi fine.<strong>La</strong> speranza è un contenitoredi altre parole: fiducia,attesa, desiderio, aspettativa,illusione, progetto, possibilità,promessa. C’è una differenzatra attendere e sperare:quando attendiamo dobbiamomunirci di pazienza, mentrequando speriamo navighiamonell’incertezza, in un’oscuritàdentro la quale però una luceinsiste a non spegnersi.<strong>La</strong> speranza si attua nelfare il passo successivoKarl Barth<strong>La</strong> speranza abita le nostrevite, anche quando sembraaverci abbandonato. Nellatensione vitale che sa generaree riaccendere in noi, il desideriodel giorno che ancora nonsi è palesato ci aspetta. Conla speranza, chi sa aspettarenon conta i minuti perduti.Li accoglie come un donoinatteso. Ci vengono incontro,poi, le grandi speranze dellafede. Una salda fede lo è.Frequentiamo i difficili sentieridella speranza affinchéun mondo meno afflittoe devastato dalla guerra,dall’ingiustizia, dalla violenza,dalla fame, dalla tirannia possaun giorno non più tramontare.Ci offriamo e abbandoniamoalla speranza perché nonriusciamo a convincerci che lamorte, nostra e degli altri, ce neprivi per sempre. <strong>La</strong> speranza èuna lotta giusta, e non solo unantidoto, contro l’abbandonoall’angoscia, all’effimero, alsuperfluo. È trovare l’amoredove sembrava ormai ingoiato eabbruttito dal male. È - laddovela fede ci manchi - un invito adincontrarla a mezza strada.È ricerca della verità, senzapretendere che questa vengaa trovarci una volta per tutte; èbellezza invisibile e gratitudineverso la meraviglia di esistere.È difesa della bellezzaoltraggiata, della terra, delleforme create dagli uomini.Sperare è credere chel’educazione non sia finita.È assistere al nascere diquanto nasce mai uguale aprima. Sperare è accogliere ilcambiamento fecondo dentrodi noi che la speranza alimenta.È scoprire che, nel venir menodi ogni speranza un altro uomo,un’altra donna, spereranno alnostro posto.Un termine denso e sfuggente<strong>La</strong> parola speranza, come moltealtre, possiede senz’altro unasua particolare e interessante“densità”. Sia quando sipresenti ambivalente, ambigua,relativa; sia quando ce neavvaliamo sostituendola, e nonsempre in modo appropriato,con parole ad essa affini.Ciascuno, poi, se ne servea seconda dell’educazionericevuta, della sua esperienza,<strong>dei</strong> significati personali o piùgenerali che le attribuisce.Ad esempio, di solito, laimpieghiamo attribuendolesignificati positivi. Tuttavia, nonè sempre questo il suo solosenso. Dipende da come ce neavvaliamo, in ragione di specificiscopi e circostanze. Va dunquesempre contestualizzata. Infatti,per un verso, l’utilizziamo conl’auspicio che qualcosa dibuono, di utile o vantaggiosoci accada o si adempia, seintenzionalmente perseguito, inun prossimo futuro. Per l’altro,ci auguriamo invece di poterevitare una disgrazia, di essererisparmiati da una malattia o dinon soffrire.89
Ente ACLIIstruzione ProfessionaleAgenzia Servizi Formatividella provincia di VicenzaCORSI DI CUCINAENOGASTRONOMIA■ Cucina di base 32 ore■ Cucina avanzato 32 ore■ Cucina di pesce 15 ore■ Pane e pizza12 ore■ Pizzaiolo di base 40 ore■ Enologia40 ore■ Degustazione vini 15 ore■ Barman tecniche di base 30 ore■ Enogastronomia 32 ore■ Pasticceria di base 15 ore■ Pasticceria avanzato 24 ore■ Pasticceria da forno 12 ore■ Dessert al piatto 12 ore■ Dolci al cucchiaio 12 oreCorso per il rilascio e il rinnovodel libretto sanitario 3 oreSede <strong>dei</strong> corSi e iScrizioni:VICENZA - Via Napoli, 11Tel. 0444 541905 - Fax 0444 545233 - vicenza@enaip.veneto.itBASSANO DEL GRAPPA - Via C. Colombo, 94Tel. 0424 227030 - Fax 0424 228338 - bassano@enaip.veneto.itCORSI DI QUALIFICAA RICONOSCIMENTO600 ore (300 ore aula/lab. - 300 ore stage)■ Aiuto Cuoco - Cuoco■ Addetto alla panificazione e alla pizzeria■ Addetto alla contabilità ealla ammistrazione del personale■ Addetto alla contabilità gestionale■ Disegnatore CADCORSI DI SICUREZZA■ Addetto al primo soccorso■ Addetto alla prevenzione incendirischio basso, medio, alto■ Addetto e responsabile<strong>dei</strong> servizi di prevenzionee protezione <strong>dei</strong> lavoratori - 28 ore■ Rilascio e rinnovo libretto formativoper addetti produzione evendita sostanze alimentariinForMAzioni deTTAGLiATe SUi corSi:www.enaip.veneto.itinfo@enaip.veneto.itnumero Verde da tel. fisso: 800409409edizione 2012 - Perché avete paura? <strong>La</strong> speranza dalle Scritture<strong>La</strong> forza della Parola secondo la pastora evangelica Lidia Maggi<strong>La</strong> voce di Dio ci parlaattraverso le storie delle personeSperanza è, tra i tanti rumoridi oggi, poter ascoltare lavoce di Dio, che non ci parladall’alto aprendo i cieli, maattraverso le storie che cisono state consegnate nellaScrittura da generazionidi persone che Lo hannoinvocato e hanno parlatoe discusso con Lui.Lidia Maggi, nella scorsa edizione del <strong>Festival</strong> <strong>Biblico</strong>oggi ancheSTAMPA DIGITALEMonterotondo (ROMA)Noventa Padovana (PADOVA)STAMPA OFFSET - ROTO OFFSET<strong>La</strong> Bibbia ci parla della paura?«Sì. <strong>La</strong> Bibbia parla di tuttociò che riguarda la vita veradell’essere umano, il quale, trai vari stati d’animo, prova anchepaura. E la Scrittura la descrivecon un linguaggio che laaffronta al cento per cento».<strong>La</strong> pastora evangelica LidiaMaggi parla di una Scritturache è dentro le vicende umane.Cita il Salmo 22 (di cui Gesùcrocifisso gridò l’incipit: “Diomio, Dio mio, perché mihai abbandonato?”) perchécontiene espressioni chedescrivono quasi “un’anatomia”della paura: “Il cuore mi siscioglie nelle viscere… Sonocome acqua che si sparge…Le mie ossa sono slogate…Sono come di cera…”.«È interessante notare cheil salmista non chiede a Diodi liberarlo dalle cause chegenerano la paura, ma dinon abbandonarlo – spiga lapastora -. Nella paura, nellamalattia, nel dolore… abbiamobisogno di essere confortati,di sapere di non essere lasciatisoli, ma di avere qualcunovicino. Nel Salmo, questoqualcuno è Dio».<strong>La</strong> Scrittura racconta tipidifferenti di paura?«Narra soprattutto la paura <strong>dei</strong>deboli di essere lasciati solie che il loro grido non vengaaccolto. <strong>La</strong> Scrittura è anchela storia <strong>dei</strong> perdenti, i qualipensano che la loro vita nonvenga presa in considerazione.In effetti, questo accade nellastoria normale, ma nella storiadi Dio no. <strong>La</strong> Sua è la storiadelle vittime».E poi?«Poi c’è la paura <strong>dei</strong> potenti,ai quali è data la responsabilitàdi ascoltare il grido delpiù debole. È interessantenotare che nella Scritturaessi si condannano da soli,non hanno bisogno che lofaccia Dio. Sono condottiall’auto-giudizio attraverso unlinguaggio parabolico. Si pensial comportamento di Davidecon Uria. Il profeta Natangli racconta la storia dellapecorella sottratta all’uomopovero dal ricco che la uccideper far festa con l’ospite dipassaggio. Alla fine Davidereagisce dicendo: “Chi ha fattoquesto, deve pagare”. E ilprofeta gli dice: “Quell’uomosei tu”. A quel punto Davide sirende conto di ciò che ha fatto,ma si è auto-giudicato.w w w .medi a g r afs pa.it13
edizione 2012 - Perché avete paura? <strong>La</strong> speranza dalle Scrittureedizione 2012 - Perché avete paura? <strong>La</strong> speranza dalle ScrittureDio mette il profetismocome controcanto al potere.Il profetismo nasce nellamonarchia. È il movimento che,quando c’è il potere, hail compito di vigilare affinchéquel potere non diventi abuso».E c’è anche il timore di Dio.«È una paura “sana”,raccontata in vari modi. Peresempio, attraverso il cinismodell’Ecclesiaste: “Le tue parolesiano caute perché Dio è incielo e tu sei sulla terra”.Qui, il timor di Dio è unrichiamo a fare i conti con ladistanza tra l’uomo e Dio: lapaura di guardare Dio in volto,perché nel vederlo si rischia difarsene una raffigurazione e didiventare un idolatra; la pauradi nominarne il nome, perchénel farlo lo si vuole possedere.Il timore di Dio è laconsapevolezza che quandoEgli agisce in noi e ci chiama, èesigente, per cui nasce il sensodi inadeguatezza. Questo è untema che riguarda tutti i grandichiamati da Dio. Da Mosè(“Chi sono io per andarecontro il faraone”) a Maria(“Ma come possono accaderequeste cose in me?”)».<strong>La</strong> speranza può essere unarisposta positiva alla paura?«Certo. Però dipende daquale punto di vista si guardala storia. Lo schiavo a cui èipotizzata la libertà, si apre allasperanza di vedere cambiata lapropria situazione.Invece il benestante, cioè chi èin una situazione di tranquillitàe di pace, vive la speranzacome desiderio che la suacondizione continui e non muti.Sono due aspetti dellasperanza in tensione tra loro.Da una parta, la speranzadel cambiamento, delrovesciamento, dall’altraquella dell’immutabilità.Così è pure nella nostra vita.Ci sono momenti in cuisperiamo di uscire dalla crisi,altri in cui vorremmo che lacondizione di tranquillità,serenità e benessere non civenisse sottratta».È possibile passare dalleparole di speranza allasperanza della Parola?«Oggi usiamo le parolesuperficiali e per otteneredefinizioni ricorriamoa Google o Wikipedia.Invece la Parola di Dio èprofonda come una spada,perché non si limita a descrivereuna realtà, ma pretendedi cambiarla. <strong>La</strong> Parola ènarrazione e si dispiega sutempi lunghi, mentre noivorremmo tutto e subito.Di qui il rischio di pensare chele storie raccontate nella Bibbiale abbiamo già percorse e leconosciamo già, perché pernoi tutto ciò che è ripetizione ègià stato. Inoltre, non abbiamopiù voglia di stare in una Parolacosì complessa, ma vorremmosemplificare tutto.Uno <strong>dei</strong> maggiori problemiè proprio il fatto di doverlavorare con categorie comei tempi lunghi, la disciplina, lacomplessità… Noi vorremmoridurre in pillole la sapienza diuna Parola di Dio che invece èpoliedrica e complessa.Allora la speranza della Paroladi Dio è una speranza chenascedal renderci conto che tuttiquesti aspetti che ci rendonopiù difficile l’approccio allaScrittura, in realtà sono la suaforza, perché impedisconodi farne un’idolo, di poterladefinire e coglierla in unafrase, di poterla ridurre a unoslogan…Allora la speranza è, tra i tantirumori di oggi, poter ascoltarela voce di Dio, che non ci parladall’alto aprendo i cieli, maattraverso le storie che ci sonostate consegnate nella Scritturada generazioni di persone chehanno parlato e discusso con Lui». Luca de MarziRossi De Gasperis: «Se c’è una storia Santa, c’è una geografia della Terra Santa»Il futuro della Nuova Alleanzaè l’apertura all’accoglienzaRiscoprendo il vero sensodella Nuova Alleanza, oggiIsraele dovrebbe essereterra di pace. Il gesuitapadre Francesco Rossi DeGasperis non si stanca diindicare questa via di salvezzamaturata alla luce di anni distudi biblici. Un messaggio chediffonde anche attraverso unnuovo orientamento dato aipellegrinaggi in Terra Santa.C’è una speranza per laTerra Santa. È questo ilmessaggio che padreFrancesco Rossi De Gasperisripete instancabilmente allaluce <strong>dei</strong> suoi oltre 35 anni difrequentazione di Israele.In questo tempo, oltre a tantealtre cose, si è impegnatoper favorire una riscopertadella lettura della Terra che sia“parallela” alla lettura del Libro.«Per vent’anni – spiega ilgesuita –, con la dottoressaAntonella Carfagna abbiamoguidato in pellegrinaggio oltreduemila persone, proponendoesercizi spirituali di letturadella Bibbia attraverso la Terra,perché ogni storia presupponeuna geografia. E se c’è unaStoria Santa, c’è anche unageografia santa, una geografiadella Terra Santa».Un nuovo modo di esserepellegrini?«Mi ha sempre colpito il fattoche i cristiani in visita alla TerraSanta facciano le loro liturgienei luoghi santi e ricordinola storia biblica, che moltisi addentrino addirittura inriflessioni di archeologia (senzadubbio molto interessanti daun punto di vista, appunto,archeologico), ma cheomettano completamente dichiedersi se questa Terra è santaanche oggi o no. Riduconotutto a una considerazionesul rispetto <strong>dei</strong> diritti umani esul ruolo delle Nazioni Unite.Cosa importantissima, perchéla situazione <strong>dei</strong> palestinesi èveramente grave e tragica…».Ma…?«Ma – mi sono chiesto – èpossibile che non ci sia undiscorso teologico e cristianosulla Terra Santa di oggi, conla sua situazione di oggi? Estudiando per diversi anniquesto problema sulla Bibbia,ho trovato una risposta».Quale?«Che la Nuova Alleanzacomincia già nell’AnticoTestamento, con Geremia econ l’esilio. Qui c’è una svoltaper la storia di Israele, perchéil frutto della Nuova Alleanzaè l’apertura all’accoglienza.Però la situazione odierna, la1415
edizione 2012 - Perché avete paura? <strong>La</strong> speranza dalle Scritturesituazione politica di Israele,è quella di una chiusura. Israeleerige muri entro cui chiudersi:ciò non mi sembra coerentecon la Nuova Alleanza».Perciò, secondo lei, oggiIsraele vive l’infedeltàalla Nuova Alleanza. Maper noi cristiani, la NuovaAlleanza non si manifesta conGesù, quindi con il NuovoTestamento?«Gesù non ha aperto laNuova Alleanza, ma, nella suapersona, l’ha portata al primocompimento.Quando, nell’ultima cena, parladi “nuova ed eterna alleanza”,la Nuova Alleanza esiste giàdai tempi di Geremia. Istituendol’Eucaristia, Gesù è come sedicesse: “Io porto a compimentooggi quello che voi vivete già dacinque secoli e mezzo”.In questomodo sottolinea l’importanzadell’apertura di Israele allenazioni. Il Signore, infatti, haseminato il suo popolo in mezzoalle nazioni per far conoscereil suo nome. E, in effetti, ladiaspora degli ebrei nel mondoantico è stata la preparazioneinconscia di tutto il percorsoche poi troviamo descrittonegli Atti degli Apostoli. Neisuoi viaggi, Paolo andava disinagoga in sinagoga».Se Gesù porta a primocompimento la NuovaAlleanza…«… Il secondo compimento siavrà con la Parusia (il ritornodi Gesù sulla terra alla fine<strong>dei</strong> tempi n.d.r.), che ancoraattendiamo».Torniamo alla speranza per laTerra Santa di oggi.«<strong>La</strong> speranza passa attraversol’apertura di Israele alla NuovaAlleanza, che non è il ricostituirsicome Stato, perché Israelenon è uno Stato come gli altri:è popolo di Dio. È come laChiesa, che non è una nazione,ma la continuazione dell’Israele.E come la Chiesa è seminatain mezzo alle nazioni, cosìIsraele non deve avere pauradi perdere la propria identitàsantificando il nome delSignore in mezzo alle nazioni.Anzi, è così che diviene séstessa Oggi, tutti abbiamobisogno dell’Israele biblico (el’Israele biblico ha bisogno ditutti). Questa è la speranza.<strong>La</strong> Terra Santa abitata solo dacristiani e musulmani, ma senzaebrei, non avrebbe senso».In questo cammino diconsapevolezza, di che cosadobbiamo avere paura?«Oggi dobbiamo temere inazionalismi. Pensiamo allerecenti derive in Francia o alrifiuto manifestato nei mesiscorsi da tanti italiani verso chifuggiva dal Nord Africa.Il nazionalismo fa paura proprioperché combatte l’unitàdel genere umano attornoal progetto di Dio. Perciò,attenzione: nessuna complicitàcon la passione per la nazioneo per la colonizzazione! Gesùnon ha inviato a conquistarenessuno! Come cristiani, inparticolare, dobbiamo favoriretutto ciò che è accoglienza ecomunione. <strong>La</strong> Chiesa non èmovimento politico, ma puòcontribuire con una culturadell’accoglienza, della carità,della fede, dell’unità del genereumano. L’amore del cristianonon può che essere destinato atutti, perché è Gesù stesso cheè venuto per tutti». Luca de Marzi16
edizione 2012 - Perché avete paura? <strong>La</strong> speranza dalle ScrittureAntonella Anghinoni: «I giovani devono poter coltivare i propri sogni»Riscoprire il potere e la forzadella narrazione della BibbiaOccorre riscoprire il potere ela forza della narrazione, delraccontare la Bibbia.<strong>La</strong> narrazione è un’esperienzadell’esistenza che stimolal’immaginazione trovandodelle soluzioni.<strong>La</strong> Bibbia è una storia non uncompendio di teologia, checi aiuta a mettere in relazionepassato - presente - futuro.<strong>La</strong> narrazione, in questosenso, é costruzione del sé eaiuta a dare forma al disordinedelle esperienze. Per questoè così importante per i giovani«Per trasformare la paura insperanza è necessario fareun percorso. Innanzituttooccorre scoprire il poteredella narrazione, quindiricordare i propri sogni e infinetrasformare la paura in speranzaattraverso il dono di sé».È questo il suggerimento che labiblista Antonella Anghinoni cipropone quando le chiediamocome la Parola aiuta a vivere lasperanza e in particolare cosaquesto significa per i giovani.«<strong>La</strong> paura più grande <strong>dei</strong>giovani d’oggi - spiega - èquella del futuro, il timore dinon avere delle possibilitàspecie per quanto concerne ilmondo del lavoro.I giovani vivono la disillusione<strong>dei</strong> propri sogni e questoper una situazione reale didifficoltà, ma anche a causadi un bombardamentooperato dai media che, il piùdelle volte, propongono unacomunicazione di paura.L’altra paura che le giovanigenerazioni vivono è quelladella solitudine.Come si affronta la paura?«Occorre riscoprire il poteree la forza della narrazione,del raccontare la Bibbia. Conquesta operazione facciamomemoria delle nostre radici,ricordiamo come Dio salva.<strong>La</strong> narrazione è un’esperienzadell’esistenza che stimolal’immaginazione trovando dellesoluzioni. Possiamo renderciconto che la paura è da sempree non solo di questo tempo.<strong>La</strong> narrazione della Bibbia ciaiuta a sapere come ha reagitodi fronte a queste paure Israele.<strong>La</strong> Bibbia è una storia non uncompendio di teologia, checi aiuta a mettere in relazionepassato - presente - futuro.<strong>La</strong> narrazione, in questo senso,é costruzione del sé e, comediceva Umberto Eco, aiuta adare forma al disordine delleesperienze. Per questo è cosìimportante per i giovani».Di fronte alla paura, lo statod’animo è spesso quellodell’inerme. Il rischio è laparalisi. Come si reagisce?«È fondamentale rendersi contoche questa è un’esperienzacomune a tutti i tempi. AncheIsraele, in più occasioni si èsentito piccolo. Abbiamo poiesempi come quelli di Davidecontro Golia che ci indica cheè normale sentirsi piccoli difronte alle grandi paure ma, allostesso tempo, che queste sonopaure superabili. In tal sensoricordare quello che è già stato19
edizione 2012 - Perché avete paura? <strong>La</strong> speranza dalle Scrittureedizione 2012 - Perché avete paura? <strong>La</strong> speranza dalle Scritturefatto è molto importante: ciindica che altri si sono affidati».<strong>La</strong> Parola è dunque più fortedella paura. Come farlo capireai giovani?«<strong>La</strong> Parola crea situazione,narra la possibilità e offre unosguardo di fiducia rispetto altempo in cui si vive. <strong>La</strong> miaesperienza mi dice che questanarrazione funziona. I week enddi spiritualità per giovani, peresempio, ai quali ho potutopartecipare, sono un esempiodi come i giovani, quandosentono un testimone credibile,colgono che in lui non ci sonosolo parole, ma che c’è vitavera, vissuta, che indica unastrada. In tale prospettiva c’èbisogno di dare cittadinanzaalle loro domande e in questomodo i giovani ti narreranno laloro vita.<strong>La</strong> responsabilità che abbiamoin questo tempo, come adulti,è quella di rinarrare la Bibbiaperché questa sia percepitacome vita. In questo compito,certo non aiuta una situazionedi analfabetismo biblicoche riscontriamo tanto neigiovani quanto negli adulti.È una situazione comuneche notiamo anche in chi sidice credente e frequentastabilmente la Chiesa. I giovanihanno inoltre bisogno disentire accolti i loro sogni».È il secondo passaggio alquale si riferiva all’inizio. Cosaintende?«Una delle cose più gravi chestanno avvenendo è di crearenei giovani la disillusionerispetto ai propri sogni. Ènecessario fare il contrarioinvece: far sentire loro che èfondamentale per il propriofuturo coltivarli. I grandipersonaggi sono divenuti taliperché hanno dato vita al lorosogno. Gli adulti non possonoe non devono spegnere questisogni perché vuol dire tarparele ali ai giovani. <strong>La</strong> narrazione ciaiuta anche in questa direzione:dobbiamo raccontare di sogniche sono stati realizzati da chisi è fidato di Dio. Questo creaentusiasmo, rafforza la fiduciain Dio: la Bibbia narra propriosogni realizzati. I giovani nesono capaci, sta a noi adultipermettere loro di farli cresceree di esprimerli».Ma ci si può educareal sogno?«Senza dubbio. Il confronto conla Parola fa sognare, ti trasformae ti abilita al sogno grande perte stesso».Qual è stato il sogno di Gesù?«Il suo è stato quello didare a ogni persona un’altrapossibilità di vita e così salvarel’umanità. Con la sua vitaGesù ha mostrato questanuova possibilità e come lavita donata abbia bisogno diessere ridonata».È l’ultimo passaggio.«Dopo il percorso di narrazione,di speranza e di ascolto deltuo sogno, la tua vita donataha bisogno di essere ridonata:conquesto affidamento allorala paura sparisce. Con Gesù lapaura se ne va».Cosa c’entra l’esperienza dellacomunità con la paura?«<strong>La</strong> paura è una tentazione enon può essere superata dasoli. <strong>La</strong> Bibbia dice: “ricalca igradini del saggio”. Ci invitaa frequentare persone saggeche arricchiscono, così come labuona compagnia. <strong>La</strong> comunitàcristiana dovrebbe essere labuona compagnia. A volte ciriesce, a volte no. L’invidia, lagelosia e il voler primeggiarenon creano comunità. I discepolidi Emmaus erano insieme,litigavano ma camminavanoinsieme. A tale riguardooccorre educare al senso dellecomunità, un grande lavoroda fare che riguarda tutti: laici,presbiteri, religiosi». <strong>La</strong>uro PaolettoCome decodificare la società liquida nell’analisi del sociologo Zygmunt BaumanUna condizione di interregnodi cui non sappiamo la direzioneQuesta è l’entità veramentesolida e forse immortalenell’altrimenti liquida, fragilee inaffidabile condizioneumana. Ed è giusto così.Accanto al coraggio e alladeterminazione, la speranzaè la condizione necessariaper influenzare la forma dellecose che devono accadere.Dobbiamo ricordare che lastoria che ci modella è unprocesso di cui noi diamoforma alla direzione e allagamma delle opzioni che apre.L’epoca contemporanea èuna sorta di interregno in cuidomina l’incertezza. È questala lettura che il sociologopolacco Zygmunt Baumanpropone in questa intervistain cui indica la speranza come“l’entità veramente solida eforse immortale nell’altrimentiliquida, fragile e inaffidabilecondizione umana”.Viviamo in un tempocomplesso. Come è possibiledecodificarlo e capire ladirezione corretta da tenere?«Io sto seguendo unsuggerimento di un secolo fadi Antonio Gramsci, il grandefilosofo italiano scritto dalla suaprigione fascista: la difficoltà di“decodificare” la natura dellasocietà attuale deriva dallasua condizione di interregno:sappiamo da dove ci stiamomuovendo, ma non conosciamoverso dove ci stiamo dirigendo…Impariamo ogni giorno chei modi esistenti, familiari ecollaudati di comportarsi nonfunzionano più, ma quelli nuovi,capaci di sostituirli, non sonostati ancora creati o trovati –figuriamoci se sottoposti a provae considerati efficaci.Nella condizione di interregno,può accadere qualsiasi cosa oquasi nulla può essere fatto concertezza di successo.Stiamo attraversando unacrisi acuta di rappresentanza:il principale dubbio che ciaccompagna non è tanto “cosadeve essere fatto”, ma “chi losta facendo”.Il potere (la possibilità di averele cose fatte) e la politica (lapossibilità di decidere qualicose devono essere fatte) unavolta unite nello stato - nazione,si trovano ora in una condizionedi separazione che le staconducendo al divorzio. Invecedi cooperare, sono divisi trapoteri (globali, sovranazionali)liberi dal controllo politico eIl sociologo polacco Zygmunt Baumanpolitica (locale, nazionale) insofferenza per deficit di potere.Uno <strong>dei</strong> risultati di questodivorzio è lo stato dipermanente incertezza.L’incertezza, a sua volta, è unaserra di ansia e paura, cheparalizza la nostra capacità diagire, e soprattutto la nostracapacità e il nostro voleredi andare oltre la gestionedelle crisi per costruire unaforma alternativa di solidarietàumana, migliore dell’attualeperché tutelata dai capriccidel destino. È come seviaggiassimo su un aereo senzapilota con il pilota automaticodotato di un software vecchioe non più efficace».2021
edizione 2012 - Perché avete paura? <strong>La</strong> speranza dalle Scrittureedizione 2012 - Perché avete paura? <strong>La</strong> speranza dalle ScrittureCome possiamo aiutare legiovani generazioni a vivereun’epoca presente non facileda capire?«Questa è la preoccupazionemaggiore. I giovani non sonostati preparati, dalle lezionedi chi è più vecchio, al mondoin cui entrano. Sono cresciutiattendendosi un mondo incui il livello raggiunto dai lorogenitori dovrebbe essere soloil punto di partenza per i lorosforzi finalizzati a superare ea lasciarsi dietro gli standarddi vita già raggiunti; hannobisogno di affrontare una realtàche li costringe a difendere ericreare il benessere che i lorogenitori hanno raggiunto – uncompito che loro consideranoschiacciante ed eventualmente,fuori dalla loro portata.I lavori redditizi e la sicurezzadella navigazione attraversola vita, promesse a quantiacquisiscono le giustecredenziali educativesono in una disponibilitàscandalosamente bassa.Hanno lavorato duramente perottenere quelle credenziali –ma per non servirsene.Loro si confrontano con unmondo inospitale, noto peril fatto di ritirare le propriepromessee perminacciarliinvece con un futuro che nonpossono prevedere e tantomeno controllare».<strong>La</strong> paura è molto presentespecie in Occidente,nel mondo liquidocontemporaneo. Quali sonoi nomi della paura oggi?C’è qualche spazio per lasperanza nella nostra società?«Ci sono molte ragioni peressere oggi impauriti – e pertemere il futuro, invece dianticipare la realizzazione delleambizioni e il premio peril duro lavoro.In ogni caso l’ostacolo,rappresentato dal fatto chenon è facile individuare lecause delle ambizioni comesono state tratteggiate e glisforzi che non sono riuscitiad avere il giusto premio, èsolo ciò che ci si dovrebbeattendere in una condizionedi interregno. Le paure sonoperciò fluttuanti, alla ricerca,invano, di dove ancorarsima, per questa ragione, nonmeno disperate. <strong>La</strong> probabilitàche siano situate in un postosbagliato è dunque alta –mentre la probabilità chesaranno affrontate di punto inbianco è bassa. Questo è il piùspaventoso <strong>dei</strong> pericoli con ilquale dobbiamo confrontarci.<strong>La</strong> speranza? Questa è l’entitàveramente solida e forseimmortale nell’altrimentiliquida, fragile e inaffidabilecondizione umana. Ed è giustocosì. Accanto al coraggio e alladeterminazione, la speranzaè la condizione necessariaper influenzare la forma dellecose che devono accadere.Dobbiamo ricordare che lastoria che ci modella – le nostrecapacità e le nostre aspettative– è un processo in cui noidiamo forma alla direzionee alla gamma delle opzioniche apre. Volenti o nolenti,consapevoli o meno,di proposito o per sbaglio». <strong>La</strong>uro Paoletto«Pensare agli immigrati è pensare agli italiani»: parola del ministro RiccardiNo al linguaggio violentoLe parole possono essere armi«“Non abbiate paura”: unmessaggio fortissimo, unabussola per l’uomo moderno,spaesato, in crisi. GiovanniPaolo II predicava la speranza,che gli veniva dal grandeamore per il Vangelo. Avevacolto la complessa posizione<strong>dei</strong> cristiani: una grandeapertura fondata su convinzioniche non si scuotono. Identità edialogo, in risposta alla pauradell’ignoto».Partiamo da qui con ilministro per la Cooperazioneinternazionale e l’integrazione,Andrea Riccardi, per parlare dellepaure dell’uomo moderno edella speranza che lo sorregge.<strong>La</strong> paura dell’immigrato.È davvero ancora così sentitadalla gente, o è un po’ ancheuna strumentalizzazionepolitica?«<strong>La</strong> politica ha la granderesponsabilità di garantiresicurezza per tutti, cittadiniitaliani e cittadini immigrati.Mentre non può cavalcarepaure spesso ingiustificate ecomunque non così diffuse.Siamo in una fase di passaggiocruciale, dall’emergenzaall’integrazione. Gli italiani lohanno capito, vedendo crescerei loro bambini nelle scuole diquartiere insieme ai figli degliimmigrati e contando sull’aiutodi badanti straniere per i loroanziani. Pensare agli immigrati èin qualche modo pensare ancheagli italiani. È pensare a uominie donne che stanno già dandoun contributo alla ripresa di unPaese in crisi. <strong>La</strong> politica devefare tesoro di queste esperienzeconcrete, i media dovrebberosottolinearne l’importanza.Invece, purtroppo, è propriodall’informazione che a volteviene lo spaesamento. Quasiche nell’identificazione di unaminaccia esterna e indistinta -l’immigrazione come concettoastratto e slegato dalla realtà -si cercasse la soluzione a tutti inostri problemi. Le parole sonopotenti. Possono far male. Nonè indifferente il modo con cuilanciamo i nostri messaggi,né la direzione verso cui liindirizziamo. A tutti è richiesto ilripudio non solo della violenza,ma anche di un linguaggioviolento contro altri gruppi etnicio religiosi. Perché le parolepossono essere armi».L’altra grande paura di oggi,ovviamente è la crisi. Si puòcominciare a pensarla comeuna speranza di sobrietà, dicambiamento di stile di vita?E gli 81 milioni di euro da voistanziati per bambini e anzianisono un segno di speranza?«I momenti di crisi possonorappresentare un’opportunità,perché ci costringono arivedere stili di vita dati perscontati, gerarchie e privilegianacronistici. Si apre lo spaziodella solidarietà, che non è unaforma di elemosina da partedi chi è più fortunato, ma ècondivisione partecipe. Il nostrointervento va nella direzione diriconoscere l’importanza dellafamiglia, il ruolo che svolge, ele difficoltà che vive. Perché èinutile continuare a parlare dirimodellamento del welfaresenza riconoscere la famigliacome una delle grandi risorsedel welfare. Abbiamo preferitotagliare le spese, il superfluoe la rappresentanza. Abbiamovoluto evitare le logiche <strong>dei</strong>finanziamenti a pioggia,vincolando gli 81 milioni aprogetti specifici sugli asili nidoe sull’assistenza domiciliareagli anziani. Questi fondi nonsono moltissimi, ma sono lagran parte del budget delDipartimento famiglia».Per la cooperazione,le difficoltà sono concrete, acominciare dalle scarse risorse2223
edizione 2012 - Perché avete paura? <strong>La</strong> speranza dalle Scritturegrado di produrre distruzionee morte? Anche la scienza ela tecnica, come le ideologie,dopo aver generato fiducia,finiscono col fare paura.Questa fragilità contribuisce acondurre l’uomo alla riscopertadella fede in Dio, la sola ingrado di fargli ritrovare séstesso e di far rinascere lafiducia sia nei rapporti sociali,sianell’uso responsabile dellenuove tecnologie».In tale contesto l’Italia vivel’inverno demografico. Cherelazione c’è con il clima dipaura che viviamo?«L’inverno demografico è, nellostesso tempo, effetto e causadella paura. «Effetto», perchéil sentimento di paura frena lanatalità e impedisce alla famigliadi crescere e di svilupparsinormalmente. «Causa», perché– a sua volta – la diminuzionedi natalità priva la società dienergie nuove, spegne lesperanze di cambiamento e dirinnovamento, fa aumentarela sfiducia nel futuro. In unaparola: la paura alimenta la crisidemografica, la quale, a suavolta, alimenta la paura».Anche la Chiesa sembrasperimentare in alcuni frangentila stessa paura. Perché?«<strong>La</strong> Chiesa cammina conil mondo e ne condivide lesperanze e le angosce.Non deve stupire, perciò, sealla generale crisi di fiduciadel nostro tempo corrispondeuna crisi di fede nei credenti.Anche nella comunità cristianaserpeggia un senso dismarrimento e di paura. Delresto, non è la prima volta.Già gliapostoli mancarono di fiducia edebbero paura, quando un giornosi trovarono in balìa delle onde.Gesù, da un lato, li rincuora:«Coraggio, sono io, non abbiatepaura»; ma, dall’altro, nonmanca di rimproverare Pietroper la sua paura: «Uomo di pocafede, perché hai dubitato?».Perciò, più che farsi prendere dalpanico, atteggiarsi a vittima echiudersi sulla difensiva, oggi ènecessario che la Chiesa si apraa una rinnovata speranza. Daun lato, riconosca umilmente lapropria fragilità e i propri errori,impegnandosi nella necessariapurificazione; dall’altro, rinnovi lafede in Cristo presente e affronticon coraggio le sfide e le prove.Come insegna la storia, ognivolta che la Chiesa diventaricca e potente, appesantitada onori e da privilegi, siaffievolisce la fede, si raffredda latestimonianza e cresce la paura.Allora lo Spirito Santo, che guidala Chiesa, interviene, la purifica ela rinnova. È quanto è avvenutoai nostri giorni con il ConcilioVaticano II. Ritroviamo dunque lafiducia nel Concilio se vogliamovincere le paure che tuttorarallentano il rinnovamentodella Chiesa. È il messaggio disperanza che viene anche dallamia conversazione con AldoMaria Valli, «Oltre le mura delTempio» (ed. Paoline)».In conclusione: in questasituazione qual è lo spazioper il cristiano?«Il cristiano è l’uomo <strong>dei</strong> tempidifficili. Gesù ha detto:«Voi siete la luce del mondo».Ora, la luce risplende nellatenebra. Il cristiano, quindi, èfatto soprattutto per i tempi bui.E anche se la nostra luce èflebile o siamo pochi, nondobbiamo temere, perché nonè mai accaduto che il buio abbiamai spento un solo, per quantopiccolo, raggio di luce».E padre Sorge di cosaha paura?«Se guardo a me, ho unapaura terribile e i problemipiù semplici mi appaionomontagne invalicabili. Seinvece guardo il Signore, e midimentico di me, sperimentola verità di quanto Lui ha detto:se avrete fede, anche piccolacome un granello di senapa, lemontagne si sposteranno!». <strong>La</strong>uro PaolettoNuoviVeneti_90x98_giovane_<strong>La</strong>yout 1 23/04/12 10.33 Pagina 1CONDIVIDIAMO SOGNIPER TRASFORMARLIIN PROGETTI.`SOLO COSI COSTRUIAMOUN NUOVO FUTURO.NUOVI VENETI. Il mensile che dà voce a una società in movimento.C’è un volto della nostra società che fino ad oggi non ha fatto notizia.NUOVI VENETI è la voce del dialogo, dell’innovazionee dell’accoglienza, che finalmente ha uno spazio per farsi sentire.OGNI PRIMA DOMENICA DEL MESE, IN OMAGGIO CON IL CORRIERE DEL VENETO.26
edizione 2012 - Perché avete paura? <strong>La</strong> speranza dalle ScrittureIl programma di eventi a VicenzaAIM dà Energia ai valoriAIM: da oltre 100 anni al servizio della ComunitàSABATO 19 MAGGIO1 - Conversazione ore 9-12:30 - 15:30-18 ISSR S. Maria Monte BericoPassi che trasformano,pellegrinare oltre la notte verso l’AlbaGiornata di studio sui pellegrinaggipartecipano: Francesco Asti, Pontificia Facoltàteologica Italia MeridionaleGiorgio Cracco, Università di TorinoGiorgio Otranto, Università di BariSabino Chialà, monaco di Bosepresiede: Giovanni Perrellamodera: Giovanni Battista Sandonà2 - Conversazione ore 9:00-13:00 Ridotto Teatro Comunale di VicenzaDal Vangelo di MarcoGiornata dell’Essere EducatorePartecipa: Andrea Porcarelli, Univ. di Padova3 - meditazione ore 16:00 Chiesa di San GiulianoPaura e speranza: scene dal Nuovo TestamentoPregare, meditare, cantare per e con gli ospiti delleresidenze Ipab. coordinatore <strong>dei</strong> figuranti volontari:Ilario Dal Brun; direttore del Coro S.A.L.V.I.: CamilloLivio NeresiniDOMENICA 20 MAGGIO4 - Conversazione ore 10:30 Palazzo delle Opere SocialiTra paure e Speranza: la scommessa del dialogoReligioni in dialogo. Partecipano:da Israele: Helen Gottstein, israeliana; Hanan AbuDalu, palestinese; Seren Ghattas, sirianadagli Stati Uniti: Russel G. Pearce, ebreo;Amy Uelmen, cattolica; Mikal Saahir, Imam Nur-AllahIslamic Center Indianapolis (testimonianza videoregistrata)modera: Roberto Catalano, Movimento <strong>dei</strong> Focolari5 - Conversazione ore 15:00-18:00 Chiesa di Santa CaterinaAl tirà (non temere)<strong>La</strong> grande assemblea di Sichem: giovani e scelte di vitarelatori: Raimondo Sinibaldi, Nico Dal Molin,Simone Zonato, Carlo Presotto, AndreaGuglielmi, Andrea Peruffo6 - spettacoli ore 16:00 Chiesa di San GiulianoIn spe contra spem<strong>La</strong> speranza e il conforto nella musica di HandelConcerto: Coro Andrea Palladio & Orchestrabarocca Archicembalo Ensamble diretti dalMaestro Enrico Zanovello, con la partecipazione e icommenti di Bepi De Marzi, musicista7 - Conversazione ore 16:00 Palazzo delle Opere Sociali<strong>La</strong> paura delle folle da parte <strong>dei</strong> sommisacerdoti e anziani (Mt 21,23-46)dal racconto biblico alla realtà di Scampia: quali semi disperanza? Intervengono: Annalisa Guida, teologaSergio Sala sj, gesuita Centro “Hurtado” Scampia (NA)8 - spettacoli ore 18:00 Oratorio del GonfaloneIl mondo canta per ScampiaCanti del mondo con il Gruppo coraleCantamilmondo diretto da Catherine Robincon la partecipazione straordinariadi Piccolo Mondo coro di bambini della scuola Pertini9 - spettacoli ore 21:00 Teatro ComunaleLiberi di volare Un recital per raccontare la missionecon il Gruppo Teatrale Giovani Saveriani, SalernoMARTEDÌ 22 MAGGIO10 - Conversazione ore 20:45 Sala Chiostri di S. CoronaSono forse io il custode di mio fratello? (Gen 4,9)<strong>La</strong> paura delle diversità e il racconto delle speranzepartecipano: Vincenzo Balestra, psichiatraBepi De Marzi, compositore e poetaIlvo Diamanti, sociologomodera: Francesco D’Angella, Studio APS MIlanoMERCOLEDÌ 23 MAGGIO11 - arti visive ore 18:30 Museo DiocesanoEsegesi e arte: la crocifissionenel Vangelo di Giovanniconferenza nell’ambito della mostra di Paolino Rangonirelatori: Francesco Gasparini, Dir. Museo DiocesanoAlberto Vela, biblistail programma degli eventi a Vicenza informazioni complete su www.festivalbiblico.itI
edizione 2012 - Perché avete paura? <strong>La</strong> speranza dalle Scrittureedizione 2012 - Perché avete paura? <strong>La</strong> speranza dalle Scritture12 - Conversazione ore 20:45 Palazzo Cordellina della Biblioteca BertolianaIl Gioiello di Vicenza e la funzione propiziatoriadegli ex votoPresentazione del libro di Piero Pazzi “Gli ex voto dellaMadonna dello Scarpello nelle Bocche di Cattaro” -partecipano: Piero Pazzi, studiosoRomano Concato, vincitore conc. “Il Gioiello di Vicenza”Davide Fiore, studioso13 - Conversazione ore 21:00 Chiesa di San Giorgio MartirePerché avete paura?L’Aids e i 20 anni di Casa SperanzaIncontro di meditazione e riflessionepartecipa: Leonardo Lenzi, teologointerventi musicali: Quartetto d’archi “San <strong>La</strong>zzaroinvisibili”14 - Conversazione ore 21:00 Istituto Saveriano Missioni EsterePaura, resilience e martirio in San Guido M.ConfortiVita e pensiero del fondatore <strong>dei</strong> Missionari Saverianirelatore: Angelo Manfredi, vicario gen.Diocesi di LodiGIOVEDÌ 24 MAGGIO15 - animazioni ore 9:30 Istituto Palazzolo in Santa Chiara<strong>La</strong> culla della vita. Storie di speranzapercorso visivo con laboratorio didattico per ragazzi (6-11anni), animatori, educatori, insegnanti e genitori inizio: 9:30, 14:30, 17:00 prenotazione al nr. 338 633535016 - Conversazione ore 16:00 Ist. Culturale scienze sociali “Nicolò Rezzara”Quale speranza per la democrazia in Italia?tavola rotonda con: Francesco Crivellaro, docenteGiuseppe Dal Ferro, direttore Ist. “Rezzara”Alessandra Moretti, vice Sindaco di Vicenza17 - Lectio Magistralis ore 17:00 Palazzo delle Opere SocialiIl Santo SepolcroProspettiva storica e archeologica. <strong>La</strong> Basilica attraversoil tempo. Introduce: Mordechay Lewy, ambasciatoredello stato di Israele presso la Santa Sederelatore: Dan Bahat, archeologo18 - meditazione ore 18:00 Conservatorio “A. Pedrollo”L’attesa del futuroDrammatizzazione della Parola. Seminario di studiProduzione e ricerca <strong>dei</strong> testi: Angiolina Pasini,Gabriella Ionizzato, Anna Rombini, allieve delMaster “Antropologia e Bibbia”, Univ. di VeronaVoci recitanti: Eleonora Masini, Cesare CreazzaEsecuzione e improvvisazione <strong>dei</strong> brani docenti del Conservatorio:Cristina Mantese (canto artistico),Patrizia Boniolo (arpa), Giovanni M.Cecchin (violoncello),Steno Boesso (fagotto), Guido Facchin (percussioni)Docenti e allievi del Dipartimento di Musica indiana:Nuria Sala Grau (danza indiana contemporanea)Marco Colle (Kol)19 - Lectio Magistralis ore 21:00 Chiesa Cattedrale<strong>La</strong> speranza dalle Scritture: magistero di Parolae di testimonianza di Carlo Maria MartiniSerata inaugurale dell’ottava edizione con:Enzo Bianchi, monaco e priore della Comunità di BoseFerruccio De Bortoli, direttore del Corriere della Seraletture brani: Franca Grimaldiinterventi musicali: Quartetto QuartiniVENERDÌ 25 MAGGIO20 - meditazione ore 9:00 Chiesa di Santo StefanoDonne: dalla paura alla fedepreghiera del mattino - animazione:Comunità monastica Piccola Famiglia dellarisurrezione, Marango (VE)21 - animazioni ore 9:30 Istituto Palazzolo in Santa Chiara<strong>La</strong> culla della vita. Storie di speranzapercorso visivo con laboratorio didattico per ragazzi(6-11 anni), animatori, educatori, insegnanti e genitori inizio: 9:30, 14:30, 17:00 su prenotazione al nr 338 633535022 - arti visive ore 8:30-13:00 Oratorio Congregazione S. Filippo NeriGalleria di ritrovamentie scoperte nelle terre biblicheCittà, opere, monumenti emersi nell’ultimo anno di ricerchee studi archeologici, storici, geografici, epigrafici, topograficirelatori: Barbara Liussi, Stefano De Luca, MarioFales, Francesco Rossi de Gasperis, introduce ilavori: Raimondo Sinibaldi, Uff. Dioc. Pellegrinaggi23 - arti visive ore 10:00 Gallerie d’Italia Palazzo Leoni MontanariPaura e speranza nelle iconedi Gallerie d’Italia - Palazzo Leoni Montanarivisita guidata alla collezione di icone con particolareriferimento al tema del <strong>Festival</strong>24 - arti visive ore 10:00 Aula Magna Liceo Scientifico “G.B. Quadri”Dead Man Walking - The journey continueincontro con studenti scuole superioripartecipa: sister Helen Prejean,religiosa, autrice del libro “Dead Man Walking”25 - Conversazione ore 11:00 Chiesa Evangelica MetodistaIl primo libro di SamueleMinicorso per conoscere la Bibbia (3 incontri)1 a lezione: conoscere il testo del Primo Libro di Samuelerelatore: William Jourdan, chiesa metodista di Vicenza26 - arti visive ore 11:00 Gallerie d’Italia Palazzo Leoni MontanariVoglio adesso, su un vassoio,la testa di Giovanni il Battista (Mc 6,25)Oltre la paura, una testimonianza di veritàlettura teologica dell’icona di San Giovanni Battistaangelo del deserto con sei scene della vitaLidia Maggi, biblista (commento biblico)Dario Vivian, teologo (lettura teologica dell’icona)27 - APERITIVO BIBLICO ore 12:30 Spazio Incontri Piazza BiadeStorie di violenza e di paura:il sacrificio sospeso (Gen 22)racconto biblico con aperitivo finalea cura di: Lidia Maggi, pastora battistainterventi musicali: Allievi del corso di fiati delConservatorio Musicale “A. Pedrollo”, Vicenza28 - Conversazione ore 15:00-19:00 Oratorio Congregazione S. Filippo NeriIl Gesù storico e il tema del <strong>Festival</strong> <strong>Biblico</strong>Ricerche, aggiornamenti e connessioni sulla figura storicadi Gesù di Nazaretrelatori: Romano Penna, Silvio Barbaglia,introduce e modera i lavori: Raimondo Sinibaldi,direttore Ufficio Diocesano Pellegrinaggi29 - Conversazione ore 15:30 Sala Stucchi di Palazzo TrissinoRifugiati: dalla paura alla speranzadal racconto biblico alla lettura della realtàcon: Jürgen Humburg, Funzionario Sezione ProtezioneUNHCR (Alto Commiss. Nazioni Unite per i Rifugiati)Cristina Simonelli, teologa30 - Conversazione ore 16:30 Palazzo delle Opere Sociali<strong>La</strong> fede a caro prezzo<strong>La</strong> presenza <strong>dei</strong> cristiani in Pakistan tra paura e speranzatestimonianze di:Felix Qaiser, giornalista pakistano cattolico rifugiatoin ItaliaBernardo Cervellera, direttore Asia Newsmodera: Giorgio Bernardelli, Mondo e Missione31 - Conversazione ore 16:30 Spazio Incontri Piazza BiadeLe paure che ci abitanoIncontro con l’autore Angelo Casati, sacerdoteIntroduce: Andrea Peruffo, psicologo32 - Lectio Magistralis ore 17:00 Chiesa di San Gaetano<strong>La</strong> paura e la speranza nei Libri Sapienzialirelatore: Luca Mazzinghi, biblista33 - Conversazione ore 18:00 Gallerie d’Italia Palazzo Leoni MontanariPoesia, paura e speranzaa 20 anni dall’assedio di Sarajevoincontro con l’autore Abdulah Sidran, poeta bosniacomodera: Piero Del Giudice, giornalista34 - Conversazione ore 18:00 Spazio Incontri Piazza BiadeDonne e fede, fra paura e speranzaTre voci a confrontoEugenia Bonetti, suora missionaria della ConsolataMarina Corradi, giornalistaArmando Matteo, teologo e scrittoremodera: Roberto Righetto, capored. cultura Avvenire35 - arti visive ore 18:30 Museo DiocesanoEsegesi e arte: la Risurrezioneconferenza nell’ambito della mostra di Paolino Rangonirelatori: Francesco Gasparini, direttore del MuseoDiocesano, Alberto Vela, biblistaIIil programma degli eventi a Vicenza informazioni complete su www.festivalbiblico.itil programma degli eventi a Vicenza informazioni complete su www.festivalbiblico.itIII
edizione 2012 - Perché avete paura? <strong>La</strong> speranza dalle Scrittureedizione 2012 - Perché avete paura? <strong>La</strong> speranza dalle Scritture36 - Lectio Magistralis ore 18:30 Palazzo delle Opere Sociali<strong>La</strong> paura e la speranza:pensieri e percorsi per l’uomo d’oggidialogo-intervista con Gian Carlo Maria Bregantini,vescovo di Campobasso-Bojanomodera: Paolo <strong>La</strong>mbruschi, giornalista di Avvenire37 - arti visive ore 20:30 Palazzo delle Opere SocialiDead Man Walking - The journey continueincontro dibattito con proiezione del filmpartecipa: sister Helen Prejean,religiosa e autrice del libro “Dead Man Walking”38 - Conversazione ore 20:30 Spazio Incontri Piazza BiadeA mani nude. <strong>La</strong> vita e la morte di don Pino PuglisiPresentazione del libro con l’autoreVincenzo Ceruso, scrittoreintroduce: Simone Zonato, sociologo39 - Lectio Magistralis ore 21:00 Chiesa di San Gaetano<strong>La</strong> tentazione della paurarelatore Silvano Petrosino, filosofo Univ. Catt. Milanointroduce: Paolo Vidali, filosofo40 - spettacoli ore 21:00 Cortile delle Suore Orsoline scm<strong>La</strong> ragazza olandese Recital su Hetty Hillesumcon gli attori Paola Rossi, Anna Novello, LuciaFerraro, Valentina Rocco, regia di Carlo PresottoSABATO 26 MAGGIO41 - ARTI VISIVE ore 8:30-13:00 Oratorio Congregazione S. Filippo NeriSimposio sulle terre bibliche<strong>La</strong> parola agli esperti. Esperienze, progetti, percorsi, libri,solidarietà. Intervengono:Massimo Pazzini, Martino Signoretto, RiccardoLufrani, Paolo Giulietti, Frédéric Manns, RomanoPenna, Giuseppe Caffulli, Nandino Capovilla,Giuseppe Bellia, Luigi Dal <strong>La</strong>go, Giacomo VialiModera: Raimondo Sinibaldi, Uff. Dioc. Pellegrinaggi42 - MEDITAZIONE ore 9:00 Chiesa di Santo StefanoDonne: dalla paura alla fedepreghiera del mattino, animazione: Comunità monasticaPiccola Famiglia della risurrezione, Marango (VE)43 - ANIMAZIONI ore 9:30 Istituto Palazzolo in Santa Chiara<strong>La</strong> culla della vita. Storie di speranzapercorso visivo con laboratorio didattico per ragazzi(6-11 anni), animatori, educatori, insegnanti e genitori inizio: 9:30, 14:30, 17:00 su prenotazione al nr. 338 633535044 - FESTA per bambini e famiglie dalle 10:00 alle 19:00 Parco Querini<strong>La</strong> grande speranza del piccolo DavideSpettacoli, laboratori didattici, stand espositivi e...concerto finaleAttività di pittura con scatoloni e palloncini<strong>La</strong>boratori didattici animati da Anita Liotto,Elena Marconato e Federica Pilastro45 - ARTI visive ore 10:00 Gallerie d’Italia Palazzo Leoni MontanariPaura e speranza nelle iconedi Gallerie d’Italia - Palazzo Leoni Montanarivisita guidata alla collezione di icone con particolareriferimento al tema del <strong>Festival</strong>46 - Lectio Magistralis ore 10:30 Palazzo delle Opere SocialiDecodificare il mondo in cui viviamointerviene Zygmunt Bauman, sociologointervistato da Riccardo Mazzeo, Centro St. Erickson47 - Conversazione ore 11:00 Chiesa Evangelica MetodistaIl primo libro di SamueleMinicorso per conoscere la Bibbia (3 incontri)2 a lezione: presentazione figure bibliche di Davide e Goliarelatore: Antonella Anghinoni, biblista48 - arti visive ore 11:00 Gallerie d’Italia Palazzo Leoni MontanariDisse Gesù: Togliete la pietra! (Gv 11,39)Oltre la morte una testimonianza di vitalettura teologica dell’icona della Resurrezione di <strong>La</strong>zzaroLidia Maggi, biblista, commento biblicoDario Vivian, teologo, lettura teologica dell’icona49 - spettacoli ore 11:00 Parco QueriniThe Frozen BoyNarrazione-spettacolo con interpretiGuido Sgardoli, narratore e autore del libro omonimoPino Costalunga, attore50 - Conversazione ore 11:00 Spazio Incontri Piazza BiadeIncontrarsi alla fineEsercizi di dialogo sulle “realtà ultime”partecipano: Francesco Brancato, teologoDuccio Demetrio, filosofomodera: Aldo Maria Valli, giornalista51 - APERITIVO BIBLICO ore 12:30 Spazio Incontri Piazza BiadeStorie di violenza e di paura:una pagina di terrore (Gdc, 19)racconto biblico con aperitivo finalea cura di: Lidia Maggi, pastora battistainterventi musicali: Allievi del corso di fiatiConservatorio Musicale “A. Pedrollo”, Vicenza52 - animazioni ore 13:15 Sala Opere Parrocchiali San <strong>La</strong>zzaroAvanzi di galeraDio sopravvive nei dettagli: il cibo e la parola in unluogo difficile. Meditazione esperienziale con pranzoorganizzato dai detenuti del Carcere San Pio X per chi“sta fuori”. Ospite d’onore: la Bibbiaintroduzione biblica: Matteo Menini53 - Conversazione ore 15:00 Oratorio Congregazione San Filippo NeriIl Santo Sepolcro<strong>La</strong> prospettiva teologica e biblica. Cristo morto e risorto,la speranza non delude (Rm e 1Pt)relatore Giuseppe Bellia, biblista54 - spettacoli ore 15:00 Parco QueriniPuzza di lupospettacolo per attore e burattiniinterpreti Massimo Sappia e Franca Periniregia Franca Perini, armon. musicale Francesco Lo Giudice55 - INCONTRO CON L’AUTORE ore 15:30 Spazio Incontri Piazza BiadeBeatitudini per tuttiUna collana di libri in dialogo all’insegna della speranzacon: Duccio Demetrio, filosofoEzio Quarantelli, direttore editoriale Edizioni Lindau56 - animazioni ore 15:30 Piazza <strong>dei</strong> SignoriTimori e speranze di ieri, oggi e domani<strong>La</strong>boratorio di danze ebraiche a cura di: Terra di danza evento a pagamento57 - animazioni ore 15:30 Chiesa di San VincenzoDalla paura, verso la speranzaBiblioteca vivente: dove i libri da leggere sono personein carne ed ossa58 - spettacoli ore 16:00 Chiesa <strong>dei</strong> SS Felice e FortunatoRequiem et magnificatconcerto con Coro e orchestra del ConservatorioMusicale “A. Pedrollo”di Vicenza diretti dal M° Claudio Martignon59 - spettacoli ore 16:00 Ridotto del Teatro Comunale di VicenzaDal silenzio... alla musica!Finale del Concorso musicale promosso da“FuoriClasse” ed ENAIP Veneto con presentazione delCD della Noi Vicenza “Parliamo di NOI”Ospite musicale: Giovanna Lubjan60 - Lectio Magistralis ore 17:00 Chiesa di San Gaetano<strong>La</strong> paura nella preghiera <strong>dei</strong> Salmirelatore Bruna Costacurta, biblista61 - Conversazione ore 17:00 Spazio Incontri Piazza Biade<strong>La</strong> scelta del dialogoBreviario filosofico per comunicare megliopartecipano Adriano Fabris, Università di PisaAntonio Da Re, Università di Padovamodera: Ugo Sartorio, dir. Messaggero di S. Antonio62 - spettacoli ore 18:00 Albergo CittadinoIl fungo magicoRappresentazione itinerante tra i luoghi senza dimora acura degli ospiti dell’Albergo Cittadino di Vicenza63 - spettacoli ore 18:00 Parco QueriniQualcosa accadràConcerto del Coro “Verdi Note” Antoniano Bolognadiretto dal M° Stefano Nanni64 - Conversazione ore 18:30 Palazzo delle Opere SocialiCristiani tra obbedienza e profeziaIncontro con l’autoreBartolomeo Sorge sj, teologo gesuitaconversa con Aldo Maria Valli, vaticanista del TG1IVil programma degli eventi a Vicenza informazioni complete su www.festivalbiblico.itil programma degli eventi a Vicenza informazioni complete su www.festivalbiblico.itV
edizione 2012 - Perché avete paura? <strong>La</strong> speranza dalle Scrittureedizione 2012 - Perché avete paura? <strong>La</strong> speranza dalle Scritture65 - Lectio Magistralis ore 21:00 Chiesa di San Filippo NeriPaura e speranza nell’ApocalisseUn messaggio per gli uomini di oggicon Ugo Vanni sj, teologo gesuita66 - Conversazione ore 21:00 Palazzo delle Opere Sociali<strong>La</strong> paura e la speranzanel cinema e nella televisioneLezione multimediale conAlessandro Zaccuri, giornalista e saggista67 - Spettacoli ore 21:30 Piazza <strong>dei</strong> SignoriI colori del buio - tour 2012Roberto Vecchioni in concerto ingresso libero posti solo in piedi68 - meditazione ore 22:00 Chiesa di San GaetanoUna luce nella nottemeditazione notturna per i giovanianimazione a cura delle Sentinelle del MattinoDOMENICA 27 MAGGIO69 - meditazione ore 1:00 Chiesa di San GaetanoPassò la notte in preghieraNotte di adorazione. Conducono:Giuseppe Berardi, Società San PaoloMatteo Lucietto, Seminario Diocesano Vicenza70 - meditazione ore 9:00 Chiesa di Santo StefanoDonne: dalla paura alla fedepreghiera del mattinoanimazione: Pie Discepole del Divin Maestro, Thiene71 - animazioni ore 9:30 Istituto Palazzolo in Santa Chiara<strong>La</strong> culla della vita. Storie di speranzapercorso visivo con laboratorio didattico per ragazzi(6-11 anni), animatori, educatori, insegnanti e genitori inizio: 9:30, 14:30, 17:00 su prenotazione al nr. 338 633535072 - arti visive ore 10:00 Gallerie d’Italia Palazzo Leoni MontanariPaura e speranza nelle iconedi Gallerie d’Italia - Palazzo Leoni Montanarivisita guidata alla collezione di icone con particolareriferimento al tema del <strong>Festival</strong>73 - Conversazione ore 10:30 Palazzo delle Opere SocialiMondo arabo, la primaveradi un cambiamento epocaleintervengono: Riccardo Moro, economistaAlberto Negri, giornalista Il Sole 24 Ore74 - Conversazione ore 11:00 Chiesa di San GiulianoVivere la vecchiaia con paura o speranza?confronto fra l’esperienza filosofica, medica e teologicanell’affrontare la parte finale della vitapartecipano: Umberto Curi, filosofo Univ. di PadovaGilberto Corbellini, storico della medicina e bioeticaalla Università Sapienza di Romaintroduce e coordina: Arnaldo Pangrazzi, docente diPastorale Sanitaria presso il Camillianum di Roma75 - Conversazione ore 11:00 Chiesa Evangelica MetodistaIl primo libro di SamueleMinicorso per conoscere la Bibbia (3 incontri)3 a lezione: la Giudea e la Filistea, storia e geografiarelatore: Raimondo Sinibaldi, Uff. Pellegr. Vicenza76 - spettacoli ore 11:00 Cortile di Palazzo TrissinoMimì e la felicitàSpettacolo teatrale per bambinicon Ketti Grunchi, attrice e autrice teatrale77 - arti visive ore 11:00 Gallerie d’Italia Palazzo Leoni MontanariI sepolcri si aprirono e molti,che erano morti, risuscitarono (Mt 27,52)Oltre le tenebre, una testimonianza di lucelettura teologica dell’icona della Resurrezione - Discesaagli inferi con Lidia Maggi, commento biblicoDario Vivian, lettura teologica dell’icona78 - Conversazione ore 11:00 Oratorio del GonfaloneTergere lacrime amareDonne oltre la paura della violenzarelatore Elizabeth Green, teologa e pastora battistainterventi musicali Luca Bassanese, cantautore79 - Conversazione ore 11:00 Spazio Incontri Piazza BiadeDopo il miracoloPresentazione del libro con l’autoreAlessandro Zaccuri, giornalista e scrittore80 - APERITIVO BIBLICO ore 12:30 Spazio Incontri Piazza BiadeStorie di violenza e di paura:stupro famigliare (2Sam 13)racconto biblico con aperitivo finalea cura di: Lidia Maggi, pastora battistainterventi musicali: Allievi del corso di fiatiConservatorio Musicale “A. Pedrollo”, Vicenza81 - Lectio Magistralis ore 15:00 Chiesa di Santo StefanoEro straniero e mi avete accolto.Le paure e le speranze <strong>dei</strong> nuovi italianipartecipano: Andrea Riccardi, Ministro per laCooperazione Internazionale e l’integrazioneAntonio Sciortino, direttore di Famiglia Cristiana82 - spettacoli ore 15:00 Cortile di Palazzo TrissinoPulcinella contadinoSpettacolo di burattini di e conCarmine Colella, maestro burattinaio83 - Conversazione ore 15:00 Spazio Incontri Piazza BiadePaura e speranza: le corde del cuoreil vivere quotidiano tra Bibbia e psicologiadialogo con Antonella Anghinoni, biblistaSarah Viola, psichiatra e psicoterapeuta84 - animazioni ore 16:00 Centro Presenza Donna<strong>La</strong> danza nella liturgiatra paure e speranze di lodare Dio con tutto il corpoConferenza ed esperienza di gestualità liturgicaconduce Clara Sinibaldi, animatrice di danza liturgica85 - Conversazione ore 16:00 Oratorio del GonfaloneVeri testimoni: i primi cristiani non avevano pauraEsempi di vita di Cristiani del Nuovo Testamentoe <strong>dei</strong> martiri <strong>dei</strong> primi secolirelatore: Earl <strong>La</strong>vender, Lipscomb University (USA)86 - Conversazione ore 16:30 Spazio Incontri Piazza BiadeSul doloreParole che non ti aspettiPresentazione del libro con l’autorePaolo Curtaz, scrittore87 - animazioni ore 17:00 Cortile di Palazzo TrissinoColtiviamo un’altra economialaboratorio per bambini dai 3 anni in su e famiglie88 - Conversazione ore 17:00 Gallerie d’Italia Palazzo Leoni MontanariPer voce di donnaLe donne che hanno conosciuto Gesù.Un libro scritto con occhi e cuore di donnapartecipano: Marina Marcolini, scrittriceErmes Ronchi, teologolettura <strong>dei</strong> testi: Romina Chemello89 - Conversazione ore 17:00 Palazzo delle Opere Sociali<strong>La</strong> fede a caro prezzo<strong>La</strong> presenza <strong>dei</strong> cristiani in Cinatestimonianza di: Card. Joseph Zen Ze-kiun, vescovoemerito di Hong Kongmodera Gerolamo Fazzini, dir. Mondo e Missione90 - spettacoli ore 17:00 Teatro San MarcoMosè e il grande viaggiomusical fatto da bambini per i bambinitratto dal testo omonimo di Maria Teresa Zattoni,Gilberto Gillini e con le musiche di Francesco Buttazzo91 - spettacoli ore 18:30 Piazza <strong>dei</strong> SignoriHa sovrabbondato la GraziaCONCERTO CONCLUSIVO DEL FESTIVAL BIBLICOCoro e orchestra sinfonica Ars Cantusdiretti dal M° Giovanni Tenti92 - spettacoli ore 21:00 Chiesa di Santo StefanoIl papa, la carezza e la lunaA cinquant’anni dal Concilio Vaticano II (1962-2012)narrazione teatrale a conclusione del <strong>Festival</strong>per tornare a casa con un messaggio di speranzaThomas Sinigaglia, fisarmonicaCristina Ribul Moro, voce e chitarraRoberto Alberti (detto Baba), percussioniregia di Marco CampedelliVIil programma degli eventi a Vicenza informazioni complete su www.festivalbiblico.itil programma degli eventi a Vicenza informazioni complete su www.festivalbiblico.itVII
edizione 2012 - Perché avete paura? <strong>La</strong> speranza dalle Scrittureedizione 2012 - Perché avete paura? <strong>La</strong> speranza dalle ScrittureGli eventi anteprimaI due appuntamenti che hanno preparato l’ottava edizione del <strong>Festival</strong> <strong>Biblico</strong>Mercoledì 21 marzo 2012, ore 20:30Santuario di Monte Berico<strong>La</strong> preoccupazione di don Antonio Sciortino per la crisi eticaRinnovare l’apertura al mondoin dialogo e collaborazione con tuttiVIII“Perché avete paura?”(Mc 4,40)<strong>La</strong> speranza dalle ScrittureSerata di presentazioneVIII edizione del <strong>Festival</strong> <strong>Biblico</strong>a cura del Comitato promotoreMeditazionePadre Ermes RonchiMarina MarcoliniReading poetico e musicaleAnna Zago, Gigliola ZoronilettureNuovi Trovadori(Casa della carità e Conservatorio G. Verdi di Milano)interventi musicaliMercoledì 2 maggio 2012, ore 21:00Concerto al Teatro Olimpico di VicenzaIl Dramma in Musica per esprimeregli affetti della paura e speranzaClaudio Monteverdi (1567-1643)Il Combattimento di Tancredi e ClorindaGiacomo Carissimi (1605 – 1674)Historia JonaeEnsemble vocale e strumentaleIl Teatro ArmonicoMargherita Dalla Vecchia concertazione e cembaloPiergiorgio Piccoli regiasoprani Desiree Brueckheimer, Xi Chen, Monica Prada,Sara Pretto, Annalia Rigoni, Luisa Kurtzalti Valeria Girardello, Luciana Pansa, Matteo Pigato,Alessandro Simonato, Ting Yang, Xin Xutenori Marco Cisco, Matteo Costacurta, Stefano Dal Cortivo,Ernane Dias, Raffaele Giordani, Etcheverry Santi Rebellatobassi Luca Azzolin, Matteo Bellotto, Cristiano De Palma,Matteo Donazzan, Fabio Fittolani, Guilherme Pires Rosa,Stefano Rigon, Domenico Ruzzeneviolini Massimiliano Tieppo, Alessia Turri,viola Massimiliano Simonettovioloncello Daniele Bovo, violone Federico Mistètiorba Michele Pasotti, organo Luigi Fontanail programma degli eventi a Vicenza informazioni complete su www.festivalbiblico.it«<strong>La</strong> speranza nasce da unforte richiamo ai valorietici e dalla testimonianzadi apertura, dialogo esolidarietà che i cristianisono chiamati a dare con piùintensità, vivacità e coerenza.A cinquant’anni dall’iniziodel Concilio Vaticano IIoccorre rinnovare l’aperturaal mondo, in dialogo ecollaborazione con tutti,in vista del bene comune».Essere e operare da cristianiper don Antonio Sciortino,direttore di “Famiglia Cristiana”,significa fondare la speranzasu valori etici, per vincere larassegnazione di fronte aitimori, grazie a una rinnovatapresenza <strong>dei</strong> cristiani nellaChiesa e nella società. Significaadoperarsi per il bene comunenella nostra Italia “arcobaleno”,dove le esperienze positive diintegrazione vanno raccontate.Da sempre, paure e speranze,concrete e ideali, si intreccianodentro ogni uomo e ognicomunità. In che rapportostanno, oggi, e perché?«A prevalere, oggi, sembranoessere i timori sulle speranze.Siamo in una grave crisieconomica, che sta incidendopesantemente sulla vita degliindividui e delle famiglie.I giovani guardano al futuro conseria preoccupazione. Uno su treè senza lavoro, non può pensarea mettere su casa e famiglia.Due milioni di giovani, daiquindici ai ventisei anni néstudiano né lavorano. Sono“fantasmi” per la società.Nessuno se ne occupa o se nepreoccupa. Il guaio peggioreè che sta prevalendo in lorola rassegnazione. Il lavoro nonlo cercano più. Ma più dellagrave crisi economica, i timoridovrebbero volgersi alla crisietica e di valori che caratterizzal’attuale società. Con un’assenzadi ideali e un degrado etico maivisti in passato. GiustamenteBenedetto XVI ci mette inguardia dal relativismo morale,che si allarga a macchia d’olio.In una società sempre piùindividualista e ripiegata susé stessa, a difesa del propriobenessere, che non vuolecondividere con altri. A maggiorragione se provengono danazioni, culture e religionidifferenti dalle nostre. In unasocietà così “liquida” la speranzanasce da un forte richiamo aivalori etici e dalla testimonianzaAntonio Sciortinodi apertura, dialogo e solidarietàche i cristiani sono chiamati adare con più intensità, vivacitàe coerenza. A cinquant’annidall’inizio del Concilio VaticanoII occorre rinnovare l’aperturaal mondo, in dialogo ecollaborazione con tutti, invista del bene comune e dellacostruzione della città terrena.Quindi, a costruire ponti dicondivisione e accoglienza, piùche alzare muri, che ci tengonoisolati e prigionieri del nostroegoismo».Guardando al panorama <strong>dei</strong>cristiani impegnati nella Chiesae nel mondo, oggi, quali sonole paure più sentite?«<strong>La</strong> società persegue modelli estili di vita antitetici al Vangelo29
edizione 2012 - Perché avete paura? <strong>La</strong> speranza dalle Scrittureedizione 2012 - Perché avete paura? <strong>La</strong> speranza dalle Scritturee alla Dottrina sociale dellaChiesa. Gli “ideali” che stiamoinstillando ai giovani miranoal successo, l’apparire, il farei soldi subito e con qualsiasimezzo (non importa se occorrevendersi il corpo e la dignità).Nessuno più educa all’impegnoe a una seria formazione checomporta fatica, sacrificio emerito. Tutti percorrono lescorciatoie. O la facile viadelle raccomandazioni. C’èuna diffusa rassegnazioneall’illegalità. Corruzione edevasione sono tranquillamentetollerate. Siamo il Paese<strong>dei</strong> furbi e non degli onesti.Valori come il matrimonio, ilsesso, la fedeltà, gli impegniduraturi, la stessa famigliasono irrisi e sbeffeggiati. Conla complicità <strong>dei</strong> mass mediache accrescono lo smarrimentoetico, soprattutto delle nuovegenerazioni. L’educazione è lavera “emergenza” oggi, comehanno denunciato i vescoviitaliani. Un’emergenza datrasformare in una sfida vitaleper il futuro, in una societàche mira solo al benessereeconomico, indifferentee spesso impermeabile almessaggio cristiano».Quali le speranze?«Le speranze nascono da unarinnovata presenza <strong>dei</strong> cristianinella Chiesa e nella società.Dopo anni di insignificanza,apatia e scarsa incisività, ètempo di risvegliarsi. Pertornare a essere sale che dàsapore, senso e speranza allavita individuale e collettiva.O luce che illumina il camminodegli uomini, in ogni settoredella vita quotidiana.Soprattutto nell’impegnodi una vera politica, quella“alta”, che sia di servizio invista del bene comune. Non lasquallida rappresentazione cuiassistiamo ogni giorno, tesasolo alla spartizione di interessie affari. Se non vero e propriomalaffare. Dai giovani, dalla loroformazione a un cristianesimopiù adulto e maturo, che sappiadare ragione della propriafede e speranza, arriverannosegni di rinnovamento e unanuova presenza nella società.Come ricordava il cardinaleTettamanzi al convegnoecclesiale di Verona: “Basta coldirci continuamente cristiani.Cominciamo a operare daveri cristiani”. Oggi circolanotanti maestri e cattivi maestri.Mancano, però, i veri testimonidi speranza, capaci di attrarregrandi folle di giovani, comeGiovanni Paolo II. Intervistatosul suo ultimo film Il villaggiodi cartone il regista ErmannoOlmi ha lanciato una forteprovocazione ai credenti:“Bisognerebbe che i cattolicisi ricordassero, ogni tanto, diessere anche cristiani”. E didire qualcosa di cristiano nellavita del Paese. Con coraggio eprofezia. Quando sono in ballovalori fondamentali come ladignità e l’uguaglianza di tuttigli esseri umani, la Chiesa nonpuò tacere né rifugiarsi nelladiplomazia. Verrebbe meno allasua missione di stare dalla parte<strong>dei</strong> poveri e degli ultimi».Giornali e televisioni,spesso, fanno notizia con lepaure della gente. Hannouna responsabilità i medianell’annuncio della speranza?«Sulla paura non si costruiscemai nulla di buono. Tantomeno il futuro di un Paese.È quanto, invece, sta accadendooggi in Italia con la presenzadegli stranieri. Gli immigratisono considerati solo unproblema. Ma se ben accolti eintegrati, possono trasformarsiin una grande risorsa, di cuinon possiamo più fare ameno. Risorsa economica e,soprattutto, demografica, perun Paese vecchio, con il piùbasso tasso di natalità al mondo.Purtroppo, i mass media nonfanno opera di verità. Anzi,alimentano paure e pregiudiziverso lo straniero. Presentanosempre un quadro problematicoe negativo dell’immigrazione.Mai raccontano esperienzepositive di accoglienzae integrazione, che puresistono nel Paese. Chiprogramma il futuro nonpotrà farlo a prescindere maa partire dagli stranieri inItalia. <strong>La</strong> societàprossima sarà“arcobaleno”, e ci sorprenderà,ma in positivo. Una corretta everitiera informazione facilita unapiù civile convivenza nel Paeseche, con sei milioni di stranieri,è già di fatto multiculturale,multietnica e multireligiosa». Margherita ScarelloPer Ernesto Olivero è necessario chiedersi il senso della vitaSolo chi riconosce il proprio limitediventa grande<strong>La</strong> speranza, per noi cristiani,passa attraverso la via delservizio. Possiamo guardare ilmondo con gli stessi occhi diGesù o dire cose importantiperché illuminati dallo SpiritoSanto. Però noi non dobbiamomai diventare importanti, maservire, servire, servire.Quindi, un ragazzo chediventa sacerdote devesperare di diventare papa ocardinale o un grande teologo,ma per servire.«Siamo in un momentoimportantissimo. Se comecristiani ci impegniamo aconvertirci e a rientrare nelVangelo, la Chiesa diventeràdavvero l’anticamera delRegno di Dio». <strong>La</strong> speranza inErnesto Olivero, fondatore delSermig di Torino, non è maiun’esortazione vuota, ma uninvito all’impegno quotidianoper trasformare il Vangelo inamore concreto per l’umanitàdel nostro tempo.Dottor Olivero, di che cosa hapaura l’uomo d’oggi?«Il problema più grave è cheoggi l’uomo ha la presunzionenon avere più paure néErnesto Oliveroincertezze, quindi si intrappolasempre più. Non capisce chesolo chi riconosce il propriolimite diventa grande, perchéesprime il bisogno dell’altro.Penso che oggi l’uomo nonsi sia allontanato da Dio, madal proprio simile. Comesi fa a non preoccuparsiquotidianamente per il fattoche ogni giorno muoiono difame 100mila persone?L’uomo dovrebbe fermarsi echiedersi qual è il senso dellasua vita. Invece viviamo unmomento in cui le persone nonsi fanno più domande, e chi nonsi fa domande non può trovarerisposte e non può neppurecapire che ha paura».Come vincere questoatteggiamento di disinteresse?«Ogni giorno al Sermig diTorino accogliamo la visita ditanti giovani; sono decine edecine di migliaia all’anno.Li amo veramente, perciòdico loro: “Voi siete come unabottiglia vuota e volete capirese avete un futuro. Ma se ognigiorno in questa bottigliamettete le ore che buttate inFacebook, sms, cellulari… sietegià finiti, non avete futuro.Se in questa bottiglia mettetela possibilità di farvi unospinello ogni tanto, oppure diubriacarvi il sabato sera, sietegià spacciati, perché questosignifica uscire dalla vostra vita”.Per dire queste cose riuscendoa toccare il loro cuore bisognaessere credibili. I giovani,quando incontrano una personacredibile, se la “mangiano”:sono affamati di testimoni, nondi “parolai”».Oggi i testimoni credibiliscarseggiano?«In questo noi cristiani abbiamola responsabilità maggiore.Abbiamo un Dio che ci insegnaa essere persone di unacredibilità assoluta. Non soloGesù ci dice che possiamofare le cose che fa Lui, ma che3031
edizione 2012 - Perché avete paura? <strong>La</strong> speranza dalle Scrittureaddirittura ne possiamo faredi più grandi. Ciò significa chepossiamo convertire il mondo,possiamo incantarlo… non contrucchi o prediche, ma con latestimonianza che annuncia unDio disposto ad abitare con noiper farci vedere le cose con isuoi occhi».Davvero potremmo fare cosepiù grandi di Gesù?«Sì. Dio ci ama da vero padre.E un vero padre vorrebbe chei propri figli riuscissero a farecose almeno mille volte piùgrandi di quelle che ha fatto lui.Ne sarebbe felice».Perciò tutto dipende da noi.«Lo spiego con un esempiocalcistico. Se un ragazzinodi Vicenza volesse diventarecalciatore e imitare il suocampione, la famiglialo asseconderebbeaccompagnandolo agliallenamenti e alle partitesempre, con qualsiasi tempo,in estate o inverno, sotto lapioggia o con il sole… Quindi,per una palla noi siamo dispostia fare qualsiasi sacrificio…Ma per Dio, per Gesù, perla nostra religione… quantotempo dedichiamo ai ragazziper offrire loro testimonianzedavvero appassionate ecredibili?Credo che in questo periodomolto difficile e duro dobbiamorientrare nel Vangelo».E come si fa?«Un sacerdote, allievo di donMazzolari, diceva: “<strong>La</strong> Chiesanon è una struttura che si deveaggiornare, ma una presenzaa cui convertirsi, la presenza diGesù”.Perciò, quando guardiamo,possiamo guardare con glistessi occhi di Gesù e quandoparliamo possiamo interpellareinteriormente lo Spirito Santoperché ci illumini, e diremoparole importanti. Ma noinon dobbiamo mai diventareimportanti, dobbiamo servire,servire, servire.Quando Gesù dice: “Chi vuoleessere il primo tra voi…”, vuoleche diventiamo <strong>dei</strong> “numeriuno”, ma facendoci servi di tutti.Quindi, un ragazzo che diventaavvocato, medico, sacerdote,può sperare di diventare ungrande ricercatore o un grandeteologo, ma per servire. Questoè rientrare in sé stessi e uncristiano che rientra in sé stesso,rientra nel Vangelo.In giro c’è una grande fame diDio che bussa alla porta di noicristiani, ma si trova di fronteuna Chiesa chiusa o con leporte strette. Non dobbiamoaver paura di fare un’autocriticasevera per rinascere».<strong>La</strong> speranza: perché tendiamoa identificarla con i giovani?«Chi punta solo sui giovanisenza mettere in discussione ilsistema che noi adulti ci siamodati, sbaglia. I giovani sono ilfrutto di questo mondo di adultiche non è stato capace di direche la droga è sbagliata, cherubare è sbagliato, che passaresul cadavere di un altro per farecarriera è sbagliato… Quindiabbiamo una generazione <strong>dei</strong>giovani che, negli anni a venire,rischia di essere peggiore degliadulti di oggi. A meno chequesti facciano autocritica echiedano scusa. Allora i giovaniavranno ancora la voglia dirimettersi in gioco.Io dico loro: “Entrate nel partitoche volete, ma portate la vostraetica e i vostri sogni… Nonabbandonate i sogni”.Ma oggi i giovani non sognanopiù, e sono gli adulti che lihanno rovinati. Dunque èquesta riconciliazione chedobbiamo operare.L’Arsenale della pace ha messoi giovani al primo posto.Al Sermig essi non sono unafotografia o un evento, mapersone e vita quotidiana.Però hanno bisogno di capirese l’Olivero di turno è credibileo no». Luca de Marzivoce_voce 07/05/12 15.12 Pagina 1Tutta la bontà e il benessere delle verdure avvolti da una sfoglia sottile.32
BUC_collanaWEB_155x110_<strong>Voce</strong><strong>Berici</strong>.indd 1 19/04/12 11.46e il naufragar m’e’ dolcein questo vinoedizione 2012 - Perché avete paura? <strong>La</strong> speranza dalle ScrittureNei versi del poeta Sidran l’interpretazione della realtàPluralismo e diritti universali<strong>La</strong> resistenza della BosniaFAMIGLIA CRISTIANA ED EDIZIONI SAN PAOLOPRESENTANO:Cantina B. Bartolomeo da BreganzeVia Roma 100Breganze (VI)Tel. 0445 873112info@cantinabreganze.itwww.cantinabreganze.itBUC nasce per riempire l’assenza di spiritualità che la società di oggirespira. Un progetto importante che raccoglie la selezione <strong>dei</strong> grandiautori cristiani e delle loro opere più signifi cative. Una collanaeconomica, universale e tascabile che va a costruire un patrimonioculturale per chi vuole approfondire il pensiero cristiano.Scopri e prenotala collezione sul sitowww.famigliacristiana.it/bucUna briciola di Giustizia/E ungranello di Verità/Trovate!/ASrebrenica restituite! Voidite: guardate al futuro! Manoi nessun futuro in nessunluogo riusciamo a vedere... névediamo che lui guardi noi eche di noi si preoccupi.In questa poesia dal titoloLe lacrime delle madri, ilpoeta dà voce alle madridelle vittime dell’olocaustomusulmano e chiede aipotenti giustizia e verità.Abdulah Sidran, nato alleporte di Sarajevo (Hadžići) nel1944, dove vive e lavora, è ilpiù grande poeta e scrittorebosniaco. <strong>La</strong> sua poesia è statatradotta in italiano, tedesco,francese, spagnolo. “Figlioe nipote di partigiani” - ilpadre, leader della repubblicadi Bosnia Erzegovina, neldopoguerra della Jugoslavialiberata, viene detenuto nellager politico di Goli Otok edue zii perdono la vita durantela resistenza -, si è semprebattuto per la liberazione dellasua terra durante l’occupazioneserba. Ha assistito alla cadutadella Sarajevo pluralistanel lungo assedio, chesegnò anche la fine dellaFederazione jugoslava, ene ha dato testimonianza.È anche drammaturgo esceneggiatore <strong>dei</strong> celebrifilm, Ti ricordi di Dolly Bell?e Papà è in viaggio d’affari,che fruttarono al regista EmirKusturica il Leone d’oro nel1981 e la Palma d’oro nel1985: assieme, sceneggiatoree regista hanno avuto unruolo decisivo nel cinemaslavo. Titoli principali:Sahbasa (1970), L’osso e lapolpa (1976), <strong>La</strong> raccolta diSarajevo (1979), <strong>La</strong> malattiadell’anima (1988), <strong>La</strong> baradi Sarajevo (1993). Tutte lesue sceneggiature-cinemae l’unica pièce teatraleHo lasciato il mio cuore aZvornik, sono raccolti nel libroRomanzo balcanico, curatoe progettato da Piero DelGiudice. Questa intervista èper me un privilegio; ringrazioSenka Ahmetović per ilprezioso lavoro di traduzione.Nell’ex Jugoslavia la gentevoleva l’indipendenza non ladisgregazione totale. Cosa èsuccesso in realtà?«Per dieci anni, dalla mortedi Tito in poi, la televisione enon solo quella nazionale, hadi continuo prospettato unfuturo di splendide sortia “regime” abbattuto.<strong>La</strong> Jugoslavia era un Paesemoderatamente felice,avevamo il passaporto pertutto il mondo - a partegli Stati Uniti -, una forteemigrazione qualificata cheinviava rimesse in patria,un’istruzione fondatasulle lingue - a cominciaredall’inglese - una sanitàavanzata, un’industria turisticaall’avanguardia… È successoche quelli che avevamocacciato nella resistenza dellaSeconda guerra mondiale,sono tornati. È tornato ilcapitalismo…».Vent’anni fa iniziava l’assediodi Sarajevo. Perché cosìlungo e così brutale?«È uscito in italiano, in questigiorni, Sarajevo il librodell’assedio (ADV edizioni),con prose e poesie di scrittorisarajevesi nell’assedio.In quel libro ci sono molterisposte. I nazionalisti serbiche ci assediavano potevanoentrare in città “in qualsiasimomento”? Non credo.Si è combattuto casa percasa per quattro anni, sisarebbe combattuto allora“stanza per stanza”. Brutalecome tutti gli assedi - si35
edizione 2012 - Perché avete paura? <strong>La</strong> speranza dalle Scrittureedizione 2012 - Perché avete paura? <strong>La</strong> speranza dalle Scritturepensi a Stalingrado - quellodi Sarajevo aveva lo scopodi costringere gli assediatiad accordi territoriali su base“monoetnica”. In qualchemisura ci sono riusciti.Ma la dottrina del“monoetnismo” non èpassata del tutto. Lo spiritolaico e repubblicano è ancoravivo nella capitale».Si è parlato di “urbicidio”,sono stati distruttimonumenti e libri.L’annientamento dellacultura è uno <strong>dei</strong> passaggicruciali di certi momentistorici…«“Urbicidio” è la sintesi delconflitto definita nel librocosì intitolato dell’architettobelgradese Bogdanović,morto in esilio. Coloro cheassediavano Sarajevo -armati e organizzati, almenoall’inizio, dai resti dell’Armafederale - sono montanaridella Romània (l’altipianocentrale bosniaco), dellaPodrinje (la regionemontagnosa lungo la Drina),predoni, assassini comeArkan e le sue “Tigri”... ec’è anche, nel revival delnazionalismo serbo, una sortadi rivolta alla globalizzazione,all’europeizzazione…».Un fenomeno complesso…«Certo. Che si identificanell’iperbole ideologica diun Paese prevalentementecontadino. Sto pensandoal Memorandum degliintellettuali dell’Accademiadi Belgrado uscito nel 2006,in cui si canta il destinosuperiore del popolo serbo,il “popolo celeste”».Oggi qual è l’atteggiamento<strong>dei</strong> media rispetto aiBalcani?«I media del mondo, a partela ricorrenza del ventennale,non si occupano di noi. Ilmigliore film sull’assedio diSarajevo è Lo sguardo diUlisse, di Thèo Angellopoulos.Io ho scritto la sceneggiaturadel film di Ademir Kenović,Il cerchio perfetto. È un filmper ragazzi, sui “ragazzinell’assedio” (un must delsocialismo l’attenzione airagazzi). È un film non moltoriuscito, anche se - uscitoqualche mese dopo la finedell’assedio, a metà del 1996- ha avuto un certo successo,anche in Italia».Che cos’è oggi lo Stato diBosnia Erzegovina? E checos’è Sarajevo?«<strong>La</strong> Bosnia Erzegovina èun macroterritorio divisoin due “entità”, quelladetta “repubblica serba” equella “croato-musulmana”.Formalmente uno Stato unicocon turnazione “etnica” allapresidenza. L’unica città chedà qualche bagliore pluralistaè Sarajevo. Ma bisogna essereprudenti: decine e decinedi Ambasciate, la presenzadi eserciti internazionali,incursioni periodiche diintellettuali e giornalisti, eassociazioni, producono perforza una messa in scenapluralista. Noi siamo ciòche rimane di una propostaoriginale e cosmopolita,sconfitta dalla guerra edall’assedio. Dei reduci,insomma. Ma le ragioni difondo della nostra resistenza- pluralismo e diritti universali- sono quelle dell’interaumanità delle societàcomplesse, oggi in crisi e inmovimento».Si dice che durante ilperiodo titino prevalesserol’istruzione e la cultura; oggia prevalere è la religione. Èquesto uno <strong>dei</strong> mali?«Nella terza fase della“satrapìa” titina (dalla finedegli anni Sessanta) - contutto il rispetto per ungrande statista e con tuttala consapevolezza <strong>dei</strong> suoierrori, con tutta la nostalgiaper quella “età dell’oro” etutto l’orrore per quel regimedi polizia - c’era ampia libertàreligiosa. Nel disinteressepressoché generale. Poi iltempo della religione. Quasitutto il vecchio apparato dipartito - parlo del partitocomunista jugoslavo - siè riciclato indossando lemaschere delle varie religionie chiese. Milošević e la suaadesione al nazionalismoserbo hanno fatto scuola.Ma le pare una cosa seria?Chi spinge in questadirezione? I Signori dellaTerra. <strong>La</strong> Cia organizza, pagae arma gli studenti dellemadrase in Pakistan control’occupante sovietico inAfghanistan, Israele favoriscela nascita di Hamas e cercadi controllarne le dinamicheper sbriciolare ciò che rimane<strong>dei</strong> Territori. L’ultima risorsaper dividere i subordinati egli oppressi è quella “etnica”e “religiosa”. Sono gli StatiUniti a permettere in Bosnial’inserimento nel conflittobalcanico <strong>dei</strong> “mujaheddindel popolo”, cari alla “viaall’indipendenza” di AlijaIzetbegović, la cui visionepolitica era molto ridotta».<strong>La</strong> Slovenia è nell’Unioneeuropea, la Croazia staentrando, la Serbia ècandidata. E la Bosnia?«Entrare nell’Unione europeaè cadenza politica, noneconomica.<strong>La</strong> Bosnia Erzegovina vuoleentrare nell’UE, nella speranzasia possibile diluire le tensionietniche in un’area più vasta esprovincializzare una situazioneinchiodata alle rendite diposizione che i signori dellaguerra balcanica hannoguadagnato con il conflitto eoccupato. Tuttavia, il problemaè un altro. Quando arriveremonoi - se arriveremo - ci saràancora un’Europa unita, se maiè unita questa Europa?». Romina Gobbo3637
edizione 2012 - Perché avete paura? <strong>La</strong> speranza dalle ScrittureSuor Rita Giaretta, anima e forza di Casa Rut<strong>La</strong> donna non è solo corpo.Rifletti, uomo!GemmoFB12 155x71.pdf 9-05-2012 10:29:00uniti,più fortiPatrizia PeruffoIl cuore di Vicenza risplendegrazie a Gemmo che ha donato alla cittàil sistema di illuminazionedi piazza <strong>dei</strong> Signori e delle piazze attigue.Gemmo S.p.a.Via dell’Industria n. 2 - 36057 Arcugnano (VI)www.gemmo.comSportelloRetid’ImpresaConfindustria Vicenza ha creato lo Sportello Reti d’Impresa, unnuovo servizio che facilita la costituzione di forme di collaborazionetra imprese in grado di coniugare l’autonomia dell’impresa conl’esigenza di unire le forze.sportelloreti@assind.vi.itCon il contributo di«Le pressioni ci sono,ma è più forte la nostradeterminazione.Bisogna sapere quandodire di no per evitarestrumentalizzazioni e ricatti»«Tu, maschio, rifletti su testesso? Sulla tua identità?Ti metti in discussione? Vuoi,o no, capirti in profondità? Ilviaggio più difficile che nessunovuole fare, è quello dentro séstessi, di avvicinamento allanostra identità, dove ritrovoil mio corpo, a partire dallesensazioni, me le guardo, mele sento, lascio che emergano.Maschio, fai questo viaggio.Non temere le tue paure, letue debolezze, recupera ladimensione della bellezza.Quel rispetto che chiedi a testesso, lo avrai anche per glialtri, anche per la donna, chepotrai vedere finalmente inmaniera diversa, non solo comeun corpo!»Il grido di suor Rita Giaretta nonpuò lasciare indifferenti. È comeuno scossone, mi prende dentroe mi riesce difficile abbassarelo sguardo per continuare ascrivere. L’intensità <strong>dei</strong> suoiocchi mi ipnotizza, mentre lei,mingherlina, ma di una forza edi una determinazione senzapari, mi dà la miglior lezionedi vita, quella che viene dallastrada, da quella strada allaquale ha strappato molteragazze, per dire loro cheun’altra vita è possibile.Dal 1997, suor Rita è forza eanima di Casa Rut, la casa diaccoglienza aperta a Casertadalle suore Orsoline di Breganze.«Vedevamo tutte questeragazze sulle strade e ci siamochieste, ma a loro chi pensa?Ci siamo sentite provocatedal vangelo della vita. Siamoandate sulla strada. In unamano un fiore, nell’altra, lacroce. Superato il timoreiniziale, sono nati legami diamicizia e la richiesta di tornare.Siamo tornate. Le abbiamoascoltate. Ci raccontavanostorie di sfruttamento, di unaviolenza inaudita: viaggi neldeserto private della dignità,stupri, amiche ammazzate, equanto di più aberrante si possaimmaginare. Si facevano forzaa vicenda dicendosi che in Italiaavrebbero trovato un paradiso,qualcosa di sano, invecesono ripiombate nell’inferno.Abbiamo visto i segni delletorture, le cicatrici <strong>dei</strong> mozziconidi sigaretta spenti sulle braccia.E mai possibile che questoSuor Rita Giarettaaccada nella nostra bella Italia?Di nuovo ragazze ridotte inschiavitù. Guardata in facciaquesta dura realtà, non è statopiù possibile non mettersi ingioco».Il risultato è più di 350 ragazzeimmigrate aiutate, per lopiù nigeriane, ma anchesudamericane e dall’Est Europa,e 50 bambini nati.Ecco perché è possibile parlaredi speranza anche in una realtàcome Caserta, dove il disastroambientale, l’illegalità diffusae la mentalità camorristica, lafanno da padroni. «Abbiamoscelto di amare un territorio cosìfragile, così piegato, ma con39<strong>Voce</strong> BERICI fest. biblico 2012.indd 1 17-04-2012 13:00:45
edizione 2012 - Perché avete paura? <strong>La</strong> speranza dalle Scrittureedizione 2012 - Perché avete paura? <strong>La</strong> speranza dalle Scritturegrosse potenzialità di rinascita,anche per quanto riguarda laquestione femminile - spiegasuor Rita -. Accogliamo donneviolate, abusate, annullatecome esseri umani. Partiamoda qui per poi combattereuna mentalità clientelare,che è diventata stile di vita,che ingabbia le persone etoglie spazi di autonomia edi pensiero. Siamo una forzalibera, dettata dalla passioneper questo territorio, che ormaici è entrato dentro».Mai subito pressioni?«Certo, continuamente,ma è più forte la nostradeterminazione. Siamo sempreall’erta anche quando cipromettono denaro pubblico,sappiamo quando e a chi direno. I finanziamenti sono la linfavitale per i nostri progetti, ma,se accettarli significa perderela nostra libertà, allora bisognadire no. È capitato di recentecon la Regione: abbiamorifiutato fondi perché non c’eratrasparenza. Ma non abbiamorinunciato senza dire unaparola, abbiamo reso pubblicoil motivo della nostra rinuncia.<strong>La</strong> denuncia è necessaria,ma dev’essere costruttiva,serve a cercar di trovare nelleistituzioni, quel po’ di positivoche c’è. Questo è un territoriodove devi osare la speranzaquotidianamente (Osare lasperanza è il titolo dell’ultimolibro di suor Giaretta, scrittocon Sergio Tanzarella, ndr),sennò si resta schiacciati,dalla crisi, dai malanni dellasocietà. Ma è lì che dobbiamotestimoniare, a partire dalvangelo. Ma non possiamofarlo da sole; la nostra forza èfare rete con la società civile.Oggi la profezia non può veniredalle istituzioni, da nessunpalazzo, ma deve nascere dallabase, dai più semplici, da chivive la realtà, la patisce dentroe per amore alla vita, tenta diinventare altre strade. Siamoscomode, ma questo non cideve frenare. Il tempo nostroè il tempo della resistenza, mapensato come esistenza, perpensare nuovi modi di vita».All’inizio centro di accoglienza,poi casa.«Perché nella casa si riprendevita, fiato, calore, ci si sentepersona. Ma anche il territoriodev’essere casa. Le istituzionidevono fare la loro parte:abbiamo coinvolto l’Asl perla parte medico-sanitaria epoi la questura e il Tribunale<strong>dei</strong> minori, per accelerare lepratiche di regolarizzazione:queste ragazze devono avereun percorso privilegiato peruscire dalla clandestinità,perché sono vittime. Seliberiamo le persone cadutenella rete della criminalità,facciamo un grande lavoro infavore della sicurezza. E vorreiche anche la Chiesa fosse casa.Vorrei una Chiesa più vicinaagli aspetti umani, perché unaspiritualità disincarnata dalledivisioni umane, crea ancoraspaccature».Poi c’è la questionedell’inserimento lavorativo.«È la parte più difficile, ma è lìil grande salto di qualità. Oggi,con la crisi, è davvero dura.Perciò, abbiamo avviato unlaboratorio di sartoria etnica, conl’obiettivo di far emergere la loroparte migliore, per far crescere inloro l’autostima, sennò rischiamoche si sentano sempre in colpa.Vendere il proprio corpo tifa sentire negativa, sporca,brutta, non portatrice di dignità.<strong>La</strong>vorano le loro stoffe, quelleafricane portatrici di colori.Creando, tirano fuori il bello chec’è in loro. Questo laboratorio,nel 2004 si è trasformato nellacooperativa sociale “neWhope”(nuova speranza), che dà lavoroa quattro ragazze, formate concorsi di sartoria. Così capisconoche si può guadagnare denaroin maniera positiva, pulita,imparano che ci sono degliorari che vanno rispettati,sentono l’importanza di essereparte di una piccola catena dimontaggio. I nostri prodottinon si comprano per scopoumanitario, ma perché sonobelli, di qualità. <strong>La</strong> cooperativa èun’impresa a tutti gli effetti, cheha puntato sulla legalità: quattrostipendi regolari, un affitto dapagare, le spese per il materialeda comprare...Per dire che c’è un’altra logica,che non esiste solo il profitto,ma c’è una legge del mercatoche permette di lavorare insolidarietà e condivisione.Oggi è questa la sfida». Romina Gobbo<strong>La</strong> testimonianza del gesuita vicentino don Sergio SalaScampia e il desiderio possibiledi cambiare le coseScampia, nella periferia diNapoli, non è solo “Gomorra”:è anche l’impegno e lasperanza di tante persone chehanno voglia di cambiare lecose. Perchè è la paura chegenera atti criminosi. E la pauraè quanto di più anti-evangelicopossa esistere. Il vicentinoSergio Sala, gesuita, attivonella pastorale della Diocesi enella società civile attraverso ilcentro “Harrupe”, ci raccontaquesta parte di Scampia. Cheha molto da insegnare.Nato a Vicenza 44 anni fa,gesuita dal 1997 e sacerdotedal 2006, Sergio Sala, vive aNapoli da sei anni, gli ultimitre trascorsi nel quartiere diScampia, noto alla maggiorparte degli italiani (e del mondo)per le drammatiche vicenderaccontate nel famoso libroGomorra di Roberto Saviano.E proprio da questa “periferiadella periferia” Sergio Salaporterà al <strong>Festival</strong> <strong>Biblico</strong> 2012l’esperienza di quei segnali disperanza che molto hanno dainsegnare all’Italia di oggi.Padre Sergio, di cosa sioccupa?«A Scampia la comunità <strong>dei</strong>gesuiti segue il centro culturale“Alberto Hurtado” che ospitauna cooperativa sociale, unabiblioteca, un’aula informatica,un’aula multimediale e che offreservizi di rinforzo scolasticoe avviamento al lavoro. Poi,personalmente, insegnoSacra Scrittura per il progettodi formazione dell’Ufficiodiocesano per la formazionedegli operatori pastorali e sonoassistente del gruppo scoutAgesci Napoli 14».<strong>La</strong> realtà di Scampia è stataraccontata dal libro Gomorracome una realtà disperata,degradata e infestata dallacriminalità organizzata.Insomma, un posto dove èlecito aver paura...«Quella di Gomorra è solo unaparte della storia. A Scampiavivono 80mila persone, lastragrande maggioranzadi loro è “normale”. Moltefamiglie sono giovani e visono molti bambini che hannovoglia di crescere e giocare,come tutti i bambini di questomondo. Quella legata allamalavita e alla camorra, èuna piccola percentualedi persone che fa un granrumore. Il grande lavoro diaccoglienza che svolgiamo4041
edizione 2012 - Perché avete paura? <strong>La</strong> speranza dalle ScrittureIl gesuita vicentino don Sergio Salaal centro “Hurtado” ci stapermettendo di conoscere etrasmettere un’idea di Scampiapiù aderente alla realtà. Dettoquesto, però, i problemi cisono, tra tutti quello dellatossicodipendenza».Tra le iniziative che proponeteal centro “Hurtado”, cen’è qualcuna di cui sieteparticolarmente orgogliosi?«Sicuramente il progetto“Musica libera tutti” è unadi queste. L’abbiamo avviatoper avvicinare i ragazzi allamusica classica, organizzandoconcerti didattici, lezionidi studio degli strumentie corsi di propedeuticamusicale. L’obiettivo è formareun’orchestra giovanile. Sarannoproprio alcuni di questi ragazziche, a Vicenza, terranno unconcerto in occasione del<strong>Festival</strong> <strong>Biblico</strong>».Al <strong>Festival</strong>, lei proporrà unariflessione sul capitolo 21del Vangelo di Matteo, inparticolare la parabola <strong>dei</strong>vignaioli omicidi. Cosa puòdirci questo brano in meritoalla paura e alla speranza?42«Il brano si inserisce nelladisputa tra Gesù e i farisei,che di lui hanno paura edè una paura ancora presentenella nostra società».Di cosa ha paura la nostrasocietà?«<strong>La</strong> nostra società, come quelladi Gesù, ha paura del nuovo.<strong>La</strong> paura <strong>dei</strong> vignaioli omicidiè la stessa che provocava Gesùtra i leader del tempo e cheha portato alla sua condanna amorte. È la paura di qualcosa didiverso dalla tradizione, il sensodi pericolo per lo status quo.È un po’ ciò che succede anchea Scampia: è la paura che facompiere atti criminosi. Non c’ènulla di più antievangelico dellapaura. Di fronte a una “buonanotizia” la paura dovrebbevenire spazzata via, ci togliedallo stantio. Eppure preferiamorimanere nel sicuro, opprimentema conosciuto. Il conosciutoè opprimente, il nuovo èliberante».Eppure non è facile non averepaura, anche del nuovo.«Tutti hanno paura, lo stessoGesù l’ha avuta. Dobbiamosempre tenerlo presente.Noi siamo chiamati a direagli altri “non abbiate paura,denunciate, parlate, nonfatevi fermare dalle minacce”.Dobbiamo dire questo madobbiamo anche capire che ilcoraggio non ce l’hanno tutti».Quali sono i segnali disperanza a Scampia?«I segni di speranza a Scampiasono la realtà ecclesiale viva,l’associazionismo attivo e i moltiplessi scolastici. Purtroppo,sono carenti le istituzioni eil tasso di disoccupazione èmolto alto. Però non mancanopersone impegnate nellasocietà civile, e sta crescendola consapevolezza che a Napolinon può continuare così. Ilcammino è lungo ma è iniziato».Cosa insegna questa periferiaal resto dell’Italia e allaChiesa?«Insegna l’approccio ai poveri,intendo per “povero” colui acui mancano le opportunità.Da noi vengono molti pretiin formazione, la periferiaeduca quanto il seminario, siconoscono le vecchie e nuoveforme di povertà. Il poveroda un lato riceve e dall’altroinsegna. Lo stesso vale per ilaici. Accogliamo settimane ecampi di formazione che dannorisultati interessanti.I più portano a casa una riflessioneinaspettata: siamo venutiper fare e torniamo a casapensando. <strong>La</strong> strada insegna». Andrea Frison8.671 km separano queste persone.Noi li abbiamo azzerati.GALVANIN_FB12_155x71.pdf 7-05-2012 4:20:44Oltre 35 anni di storia, strettamente legata alla parola futuro.115 tecnologie studiate, realizzate, ottimizzate. 2000 aziendesoddisfatte. 4000 mq di tecnologia concentrata nella nostra sede.5 filiali. 2 sedi estere. 103 persone di altissima professionalitàpronte, ogni giorno, a realizzare la migliore soluzione per ogniCliente. 1 concetto chiave che da sempre guida il nostro lavoro:costruire soluzioni innovative che si traducono in velocità,intelligenza, semplicità, mettendo in comunicazione il mondo ecancellando tutte le distanze. In Saiv preferiamo parlare di numeri,non di concetti.www.saiv.itNella speranza, umilmente, contribuiamo a costruire il futuroGALVANIN LUIGINO S.p.A.Via Longare, 82 - 36040 Torri di Quartesolo (Vi), ItalyTel. +39 0444 380375, Fax +39 0444 380115info@galvaninspa.com, www.galvaninspa.cominfo@saiv.it
edizione 2012 - Perché avete paura? <strong>La</strong> speranza dalle ScrittureAbbigliamentoProfumeriaCalzatureOreficeriaArticoli sportivi Giocattolisede ad Alte di Montecchio Maggiorein viale Trieste, 45 ‐ 36075 Vicenza (VI)tel. 0444 491777 ‐ fax 0444 490454VENETO: Alte (VI), Schiavon (VI), Santangelo di Piove (PD)Bussolengo (VR), Cerea (VR), San Donà (VE)Treviso (TV), Villorba (TV), Onè (TV), Belluno (BL)per i nostri clienti futuri!Padre Stefano De Luca e le prove del Gesù storicoMagdala, ovvero il libro della storiascolpito nelle pietreIl “profumo della Maddalena”coperto dai profumi più prosaicidi un centro commerciale.Siamo a Magdala, che dette inatali a Maria, prima testimonedel Risorto, nonché una dellecittà più importanti del MedioOriente. Fra Stefano De Luca,archeologo dello StudiumBiblicum Franciscanum diGerusalemme, direttore delprogetto “Magdala Project”,con i suoi lavori di scavo eriqualificazione, si riproponeanche di poter conservarequest’area archeologica dellaGalilea, dai progetti ediliziprevisti nella zona da un pianoregolatore discutibile.L’ambizioso obiettivo finaleè rendere visitabile un sito diimportanza straordinaria perla comprensione del contestovitale del Gesù storico.Insomma, Magdala come“terzo cateto” del triangoloevangelico, con Cafarnao eBetsaida.A dare man forte alla Custodiadi Terra Santa per renderevisitabile questo luogo digrande interesse biblicoarcheologico,sarà l’Ufficiodiocesano pellegrinaggi diVicenza, così il progetto inizialeè diventato “Magdala ProjectOpen”.Una grande soddisfazione, maanche una responsabilità per ladiocesi vicentina, perché per laprima volta la Custodia “appaltaall’esterno” la gestione di unsito, complice anche la forteriduzione del numero <strong>dei</strong> frati,passati, negli ultimi anni, da 400a 230. Il lavoro da fare è moltoe i tempi stringono, visto chel’apertura al pubblico è previstaper la prossima primavera, inoccasione dell’Anno della fede,indetto da papa BenedettoXVI. C’è da pulire, sistemare,allestire, posizionare i cartelli,le passerelle... E, allora, benvengano i volontari! Dopol’estate, si comincia.«I centri benessere non sonoun’invenzione della nostraepoca - dice padre StefanoDe Luca -. Gli scavi effettuatinel 2008, a Magdala, hannorivelato l’esistenza di unimportante complesso termale,dove sono stati trovati oggettidi lusso destinati alla cura delcorpo femminile: vasellamein ceramica che contenevagioielli e strumenti per il trucco,oggetti lignei, agri crinali peri capelli, spilloni. Si tratta diuno <strong>dei</strong> pochi casi di terme inambiente cittadino; le altre chesi conoscono, erano private.Le vasche rivelano due fasid’uso, la prima di fondazione,di epoca romana antica, ela seconda, di restauro eampliamento, situabile in epocaromana tardiva. È in corso ildibattito se il loro utilizzo come45
edizione 2012 - Perché avete paura? <strong>La</strong> speranza dalle Scrittureedizione 2012 - Perché avete paura? <strong>La</strong> speranza dalle Scritturevasche per la purificazione incontesto termale, avesse potutoassolvere anche a funzionireligiose. Successivamente,sono state riportate alla luce lafontana monumentale, con isuoi canali coperti in muraturaper l’approvvigionamento elo scarico dell’acqua corrente,nonché l’impianto delcalidarium».Questo territorio fu fulcro discambi commerciali e culturali.«Stiamo via via scoprendo lacittà di Magdala. Che fosseun’importante struttura urbana,lo sapevamo, ma non avevamoidea delle dimensioni. Quelloche abbiamo scavato fino aoggi di una città che, secondole fonti, contava fino a 40milaabitanti, è forse l’1 per cento.Di sicuro, qui, duemila anni fa,saremmo stati nel bel mezzo diun grande via vai di uomini emerci. Ciò che si sta delineandoè il quadro di una polis ricca -emergono via via ville, palazzi,quartieri residenziali, sinagoghe,mosaici, strade romaneperfettamente conservate, ilcomplesso termale -, e conintense relazioni commerciali(sono state rinvenute moltemonete), certamente favoritedal porto, Tarichea. Al tempoin cui questo molo era in uso,cioè nel I secolo (epoca in cuila città raggiunse la massimaestensione e la massimaimportanza), Magdala contavaVocazione dell’Ufficio Pellegrinaggi è proporre di partire con lo spiritodel pellegrino per leggere la Parola di Dio sulla terra e riceverenuove ragioni di speranza per la propria vita e la propria fede.LE NOSTRE INIZIATIVE DI FORMAZIONE E INFORMAZIONE SUL MONDO BIBLICO:• Gli incontri LuMe su questioni specifiche del mondo biblico• Gli incontri Verso Santiago con informazioni e suggerimenti per chivuol fare l’esperienza del Cammino a Santiago de Compostela• Gli incontri Radice Santa per conoscere le radici ebraiche dellafede cristiana• <strong>La</strong> collana di libri Bibbia e Terra Santa• Articoli e inserti speciali all’interno della <strong>Voce</strong> <strong>dei</strong> <strong>Berici</strong>• Gli appuntamenti di Linfadell’Ulivo, focus sulle terre biblicheall’interno del <strong>Festival</strong> <strong>Biblico</strong>almeno 230 imbarcazioni (lodicono gli attracchi). Era ilprincipale mercato idrico ditutto il lago. È il più grandecomplesso portuale di epocaromana a oggi individuatosulle coste del lago di Galilea.Permette di conoscere il livellodelle acque nel periodo diGesù, quando il lago era almassimo storico, almenosei metri più alto. <strong>La</strong> floridaeconomia di Magdala siinterrompe nel IV secolocon il terremoto del 363,che ne segna il declino e iltrasferimento del baricentrocommerciale, e probabilmentedella redditizia attività di pesca,nella vicina Cafarnao». Romina GobboUfficio Diocesano Pellegrinaggi VicenzaDal lunedì al venerdì 8.30 - 12.30Contrà Vescovado, 3 - 36100 Vicenza Tel. 0444.327146 - Fax: 0444.230896e-mail: pellegrinaggi@diocesi.vicenza.itcol patrocinio di:SBF - STUDIUM BIBLICUM FRANCISCANUMFacoltà di scienze bibliche e archeologiaCOMMISSIONE EPISCOPALE PER I PELLEGRINAGGI CRISTIANI DI GERUSALEMMEsponsor:in collaborazione con:PER CONOSCERE LE PROPOSTE E I PROGRAMMI DEI PELLEGRINAGGIPER IL 2013 VI INVITIAMO A:PELLEGRINANDO PER VIA - 29 SETTEMBRE 2012Abbazia di Sant’Agostino, VicenzaRoberto Vecchioni e il suo rapporto con le parole, la musica, la fedeRiconoscere i colori del buioper guardare al futuro con fiduciaNon è sempre stato un uomodi fede, ma il bello della vita,come lui stesso afferma, èche le cose cambiano. PerRoberto Vecchioni riconoscerei colori del buio significa averesperanza, anche laddovesembra non esserci niente eviene da avere paura. Perchéchi ha fede può permettersi almassimo qualche incertezza,scivolone o timore. Ma mai diavere paura.Roberto Vecchioni, brianzolo,classe 1943, considerarlo“padre” della musica italianaforse è un po’ troppo.Molto meglio chiamarlo“professore”, se non altro peril fatto che prima della carrieraartistica è arrivata quella diinsegnante, tuttora in corso.In questi mesi Vecchioni halanciato una nuova raccoltadi successi, I colori del buio,e avviato un tour la cui primaparte si concluderà a Vicenzain occasione del <strong>Festival</strong><strong>Biblico</strong> 2012.Professore, come sta andandoquesto nuovo tour?«Fantastico, meraviglioso,abbiamo trovato una formulache funziona a meraviglia: tantimusicisti bravi sul palco, unasezione d’archi, un’antologia dipezzi della mia “antichità” e piùrecenti, battute... ingredientiche si mescolano beneinsieme».Perché ha scelto il titoloI colori del buio per la suanuova raccolta?«Perché questa raccolta parladi ricordi. Il buio lo crediamosenza colori è qualcosa che citurba, che ci fa paura. In realtàanche il buio possiede i suoicolori, basta saper guardare.E questo atteggiamentoconfina con la fede».Un atteggiamento disperanza...«Sono un ottimista. Pensoche una persona di fedepossa avere qualche timore,incertezza, scivolone, ma nonpaura. Non credo che quandomoriremo non vedremo piùniente. Il mondo è causale, noncasuale, c’è una mente cheorganizza tutto».Lei è sulla scena musicaleitaliana da molto: si consideradi più un “grande vecchio”o un maestro?«Mi sento un maestro di unastrada che però ho seguitosolo io. Non sono un grandemusicista, ma sono innamoratodelle parole. Ho grande rispettoper tutti i cantautori, ma credodi aver intrapreso una stradasolitaria. Nelle mie canzoniparto dal mito, dalla storia.Parto dal passato per rivedereil presente. Canto la doppiezza,il mistero e il bisogno d’amoreche portiamo sempre con noi».Lei è innamorato delle parole:tra i giovani va molto lamusica hip-hop, fatta anchedi lunghi monologhi.Cosa ne pensa?«Queste musiche, ma nonsolo l’hip hop o il rap, sonolo specchio di quello che è ilragazzo oggi, la protesta verso47
edizione 2012 - Perché avete paura? <strong>La</strong> speranza dalle Scrittureedizione 2012 - Perché avete paura? <strong>La</strong> speranza dalle Scrittureciò che c’è intorno e che tienei giovani in disparte. C’è unatendenza all’ironia e alla lotta,sia di gruppo che singola, moltolaica, ma anche di fede, perchéno?»Lei si dice ottimista, ma comevede la gente che le staattorno?«Gli italiani sono i piùintelligenti e più sensibili di tutti,pretendono tantissimo e hannopaura che li freghino. Vedomolta gente incazzata, che nonvuole fare sacrifici o che ne hagià fatti abbastanza, e magari èvero. Il fatto è che ci sentiamoitaliani ma non siamo ancoracompattissimi come nazione.Dobbiamo acquisire sensocivico e di apertura all’altro».Ha dedicato diverse canzonialle sue figlie, una di queste,Un lungo addio, è contenutanella nuova raccolta. Come havissuto, da padre, i sentimentidella paura e della speranza?«Sono parole che ho vissutoentrambe con le mie due figlie.Per un padre, la figlia è sempredebole, incerta, in mezzo allatempesta. Fortunatamente hodue figlie intelligenti, in gamba,mi fanno provare più speranzache paura».Che rapporto ha con laBibbia?«Leggo soprattutto i quattrovangeli, trovo interessanti anchequelli apocrifi, soprattuttoquello di Giacomo, e le letteredegli apostoli. Insomma, tuttoil Nuovo testamento. Ci sonotante cose interessanti che peròvanno lette bene, spiegateda chi sa, fuor di metafora.Pur avendo studiato tanto, siha sempre bisogno di essereaccompagnati nella lettura dellaBibbia. Nell’Antico Testamentoc’è anche molta storia, è la vitadi fede di un popolo.Il Vangelo invece è più unmessaggio universale, è la storiadello Spirito».È sempre stato un uomodi fede?«No. <strong>La</strong> bellezza è che nellavita cambiano tante cose.Oggi faccio <strong>dei</strong> grandidialoghi con Dio.Le inspiegabili situazioni incui mi mette hanno spesso unsenso. Un giorno lo capirò».E magari ci scriverà unacanzone«Magari! Ne ho scritte tante dicanzoni su Dio: Le rose blu, <strong>La</strong>stazione di Zimà, Ma che razzadi Dio c’è nel cielo, Tommy,Blumun...».È più divertente scriverecanzoni su Dio o sugli uomini?«Con Dio più che divertirmi mitolgo <strong>dei</strong> sassolini, altre volte michiarisco, comprendo meglio,sto più vicino. Scrivere canzonisu Dio è più difficile, si rischia laretorica. Parlando degli uominisi ha a disposizione un campopiù vasto». Andrea Frison<strong>La</strong> musica e l’impegno civile di Luca BassaneseStorie di umane paure, dissensie inaffondabili speranze«<strong>La</strong> musica è speranza,una possibilità legataall’esperienza, un’esperienzastraordinaria come l’artein genere. Arrivi così ainterpretare i sentimentipiù profondi, a conoscerela differenza che passa traun accordo maggiore eduno in minore, tra la gioiaed il pianto, senza giustoo sbagliato, senza bene omale, considerando le umanesensazioni come uno spaziosacro e divino da rispettare,contemplare e conoscere»Menestrello, saltimbanco,cantautore, narratore epensatore, Luca Bassaneseè un artista che si staglianel panorama musicalevicentino e si distingue, oltreche per la sua musica, per ilsuo impegno civile. Le suecanzoni mostrano una fiduciaincrollabile nell’essere umano,che custodisce la bellezza ed èchiamato sposare la speranzaalla responsabilità.Il suo ultimo libro s’intitolaOggi ho imparato a volare.Katalin, la protagonista, ècolei che a partire dalle feritespicca il volo, che in qualchemodo impara a sperare.Qual è il suo messaggio?«Nel libro racconto di unagiovane ragazza che, arrivatain Italia dall’Ungheria, cadenel circuito della prostituzione.<strong>La</strong> sua è una vita di abusi,solitudine, marginalità maKatalin ha sempre speratoportando con sé il coraggio eil desiderio della conquista. Ilsuo viaggio non finisce ma iniziaper lei una nuova vita perchénon c’è mai fine alla ricercadell’amore, in relazione con sestessi e con il mondo. Perché ilsenso del viaggio è viaggiare».Nelle sue canzoni raccontauomini e donne, personaggi efigure di speranza. Quali sonole loro caratteristiche? Perchéha scelto di cantarli?«Nelle mie canzoni vi sonomolti personaggi perché mipiace raccontare storie, perchéogni uomo, ogni donna, ognibambino e bambina è un luogo,un’isola da esplorare. Nonè facile rapire racconti dallepersone che la vita ti porta adincontrare, ma a volte bastauno sguardo e poi il resto vieneda sé. Ed è l’incontro con ilmare che mi affascina su tutto,quando abbandonate le difesel’essere umano ti dona la suabellezza interiore fatta di gioia,dolore, meraviglia e stupore.Luca Bassanese durante un concertoCi sono personaggi comeMarta, l’amore ideale,oppure l’anziana Nina cadutanell’indifferenza al quinto pianodi una palazzina di periferia,Anna alla ricerca di una nuovavita in una nuova terra, e tramolti altri personaggi ancheanimali di dubbia provenienzacome il Pesce Petrolio.A proposito de “<strong>La</strong> leggendadel pesce petrolio” (un branoa sostegno della campagnadell’associazione Seashepherd, per la salvaguardiadelle specie marine in viad’estinzione), nelle suecanzoni dà molto rilievo anchealla denuncia. Come si passadal gridare ciò che non va al4849
credere che nella notte si puòaspettare una nuova speranza,come “Gino”?«Ognuno di noi si affida aqualcosa che sente dentrocome una necessità, per poitrasformare il tutto in desiderio.Tanto più siamo desiderosi disperimentare la vita, tanto piùci accorgiamo di ciò che mancaper essere felici. Indignarsi edesprimere il proprio dissensoè fondamentale, ma prima èbene aver riflettuto molto, aver“mangiato” l’idea, come dicevaGiorgio Gaber, o per lo menocontemplare nella mente e nelcuore una proposta alternativae soprattutto costruttiva.Altrimenti resta soltanto un urlogenerazionale e c’è semprechi è pronto a placare senzadifficoltà l’istante di questovolo. Costruendo forti ali epreparandosi alla caduta siriesce non solo a resistere maanche a realizzare un sogno».Non manca, nei suoi testi,il racconto delle pauredell’uomo, <strong>dei</strong> limiti, delletragedie, della morte.“Guernica”, per esempio,scandita dal coro del“Morimur quotidie morimur”,o “Via la morte”. Puòqualcosa l’arte sulla paura?<strong>La</strong> si può esorcizzare,affrontare con le canzoni?«<strong>La</strong> paura spesso è larappresentazione di ciò chenon conosciamo. <strong>La</strong> pauradel mistero, come la morte,alla quale non riusciamo darespiegazione. L’arte ti permetteedizione 2012 - Perché avete paura? <strong>La</strong> speranza dalle Scritturedi compiere un viaggio,un’esperienza di conoscenzaattraverso il corpo, la mente el’anima, ti permette di sondareil mistero, ed è con meravigliae stupore che ti ritrovi a cantareper esorcizzare la paura.Nel caso della canzone“Guernica” la morte è vistacome strage dell’umanitàprogettata e calcolata dalla folliadell’uomo. Basti considerare chela tragedia di Guernica fu unesperimento di Göring che conl’appoggio entusiasta di AdolfHitler decise di radere al suolola cittadina Basca di Guernica,colpendo e distruggendol’inerme popolazione civile.Il coro di voci sul finale prendespunto da “Nascendo quotidiemorimur” di Seneca,reinterpretato e cantato nelmorire quotidiano di tutte legiovani vite che da sempre inogni conflitto sono le primevittime innocenti. Nell’altrobrano, “Via la morte”, il cantodiviene danza contro il buio chea volte offusca la mente e ciporta a vivere nel vuoto di unastanza interiore dove i pensieridivengono pietre, ed è cosìche usciti dal buio ci si ritrovanel vortice di una danza, inbraccio alla vita, alla luce, chese bastasse a volte danzareper uscire dall’oscuritàsarebbe un miracolo! Ma l’arteha in sé infinite possibilità.Come la vita».In una canzone di qualcheanno fa, “Nord Est Sacrifice”,recitava, alla fine, «Cercosolo un riparo e una nuovasperanza». Com’è cambiata,nel nostro territorio, la ricercadi speranza?«<strong>La</strong> speranza sembra nonesserci più, ed è così secontinuiamo a considerare talesperanza come qualcosa al difuori della nostra responsabilità.Ogni speranza deve essereprotetta e coltivata comela rosa di un giardino, a noinon resta che essere bravigiardinieri, custodi delle nostresperanze e consapevoli cheesse devono essere condiviseper divenire importanti, perritrovare in loro il senso dellabellezza».Che relazione c’è, se c’è,tra la musica e la speranza?«Sto lavorando in questi giorniassieme a Stefano Florio allaregistrazione del mio nuovoalbum e il tutto nasce da unforte sentimento di speranza.Arrivi così a interpretare isentimenti più profondi, aconoscere la differenza chepassa tra un accordo maggioreed uno in minore, tra la gioiaed il pianto, senza giustoo sbagliato, senza bene omale, considerando le umanesensazioni come uno spaziosacro e divino da rispettare,contemplare e conoscere».Dove vede speranza oggi?«Nell’essere umano che in séconserva ancora lo splendoredella bellezza, al di fuori d’ogniideologia». Margherita Scarello© carlostoppa.com - Ecofocus<strong>La</strong> scarpa piena di vitawww.itersan.comCALZATURE COMFORT DONNA UOMO BAMBINO - PREDISPOSTE PROFESSIONALI POST-OPERATORIEPRESSO SANITARIE, ORTOPEDIE, FARMACIE E PUNTI VENDITA QUALIFICATISpaccio Aziendale: via Meucci, 62 - Z.I. S. Agostino - 36057 - Arcugnano (VI) tel. 0444 288673IL QUOTIDIANOCHE TI SEGUESEMPREOvunque tu siaIl Giornale di Vicenza è con te.Ogni giorno, dalle 6.30 del mattino, leggi il tuo quotidiano su iPad senza perdereil piacere di sfogliarlo. Un’esperienza innovativa e coinvolgente con tanti serviziaggiuntivi come l’archivio dell’ultima settimana, la ricerca delle notizie per parolechiave e molto altro ancora. Scarica Il Giornale di Vicenza da iTunes o da APP Store.
edizione 2012 - Perché avete paura? <strong>La</strong> speranza dalle Scrittureazioni concrete per costruire speranzawww.cislvicenza.itDa noi, di generazione in generazione,trova posto l’arte e la cultura.C’è posto anche per te!Stamperia d’Arte Busato - Contrà Porta Santa Lucia, 38 - Vicenza0444.513525 - gcbusato@libero.it - www.stamperiadartebusato.itLe Mostre del <strong>Festival</strong><strong>La</strong> paura e la speranza. I colori delle emozionimostra di illustrazioni per l’infanziadal 15 aprile al 20 maggioCentro Culturale San Paolo, Viale Ferrarin, 30 – Vicenzada martedì a domenica: 9:00-12:00/15:30-19:00 (chiuso il lunedì) al mattino solo per gruppi e scolaresche su prenotazioneschede <strong>dei</strong> laboratori didattici sul sitodal 24 maggio al 10 giugnoPalazzo Cordellina, Biblioteca Bertoliana, Contrà Riale 12 -Vicenzada martedì a domenica 10:00-18:00 (chiuso il lunedì)Sabastiya. I frutti della storiae la memoria di Giovanni BattistaUn progetto di archeologia, conservazione e comunità localein Palestinamostra fotografico-documentale curata da Carla BenelliLoggia del Capitaniato, Piazza <strong>dei</strong> Signori – Vicenzadal 18 al 27 maggio 2012 inaugurazione: sabato 19 maggio - ore 17:00organizzazione: Ufficio Diocesano Pellegrinaggi, VicenzaDi chi avrò timore? (Sal 27,1)Dare volto alle paure, per plasmare speranza.Esposizione di opere di artisti contemporanei della ceramicaViArt – Palazzo del Monte di Pietà, Contrà del Monte, 13 - Vicenzadal 18 maggio al 10 giugno 2012martedì, giovedì, sabato e domenica 10:00-12:30/15:00-19:00mercoledì e venerdì 15:00-19:00 (chiuso il lunedì) inaugurazione: venerdì 18 maggio 2012organizzazione: Museo Civico della Ceramica di Nove, Comune di Nove,in collaborazione con: Vi.Art; con il sostegno: Credito ValtellineseDal buio alla luce 2011-2012Esposizione manufatti ideati nel laboratorio espressivo a cura della sezionedidattica delle Gallerie d’Italia - Palazzo Leoni MontanariGallerie d’Italia - Palazzo Leoni Montanari, Ctr. S. Corona, 25 – Vicenzadal 24 al 27 maggio 2012, tutti i giorni 10:00-18:00 in collaborazione con: Gallerie d’Italia - Palazzo Leoni MontanariSede museale di Intesa Sanpaolo a Vicenza<strong>La</strong> Terra santa: deserto, giardino e città<strong>La</strong> bellezza insperabile di una terra assetata di paceMostra fotograficaPalazzo delle Opere Sociali, Piazza Duomo, 2 - Vicenzadal 24 al 27 maggio, 9:00-12:30/15:00-18:30 organizzazione: Associazione “Il deserto fiorirà”, VeronaCodex VitaeInstallazione-esposizione dell’artista Anna Moro Lin, pittricePalazzo delle Opere Sociali, Piazza Duomo, 2 - Vicenzadall’11 maggio al 2 giugno 2012, 9:00-12:30/15:00-18:30 in collaborazione con: Patriarcato di VeneziaCaron Vetrate Artistiche di Piero e Mattia Modolo, Creazzo (VI)(progetto di ricerca per la conservazione)<strong>La</strong> via Crucis: via del dolore che si aprealla luce della Resurrezione.Paolino Rangoni - Mistero Pasqualemostra pittoricaMuseo Diocesano, Piazza Duomo, 12 – Vicenzadall’8 maggio al 14 giugno 2012da martedì a domenica: 10:00-13:00/14:00-18:00 inaugurazione: martedì 8 maggio 2012 - ore 18:00Le grandi acque non possono spegnere l’amorené i fiumi travolgerlo (C.Cantici 8,7)mostra di opere di pittura sacra di Giustina De ToniComplesso Monumentale di San Silvestro, Contrà S. Silvestro - Vicenzadal 18 al 27 maggio 2012da lunedì a sabato 16:00-19:00; domenica 10:00-19:00 inaugurazione: venerdì 18 maggio alle ore 18:30con il patrocinio di: Comune di Vicenza, Provincia di Vicenza, RegioneVeneto, AXA Associazione di artisti per l’arte sacra, UCAI<strong>La</strong> culla della vita. Storie di speranzada Mosè alla “culla per la vita”percorso visivo con laboratorio didattico per ragazzi (6-11 anni),animatori, educatori, insegnanti e genitoriIstituto Palazzolo in Santa Chiara, Contrà Burci, 14 – Vicenzadal 24 al 27 maggio 2012, 9:00-12:00/15:00-18:00 visita e laboratorio didatticosu prenotazione al nr 338 6335350 (max 30 partecipanti)dal 24 al 27 maggio: orario di inizio: 9:30, 14:30, 17:00In collaborazione con: Movimento Per la Vita di Vicenza, IstitutoPalazzolo in Santa Chiara, Vicenza, con il sostegno di:CSV Centro Servizi per il Volontariato, VicenzaMadri. All’origine del coraggiomostra opere pittoriche ispirate alle donne dell’Antico Testamentoespone: Lorella CecchiniOratorio del Gonfalone, Contrà Canneti - Vicenzadal 24 al 27 maggio 2012, 10:00-13:00/15:00-18:00 Durante i giorni della mostra l’artista sarà disponibile peraccompagnare il pubblico alla visione delle opere.Non abbiate paura. Dal buio alla lucerassegna d’arte di pittura e scultura di artisti aderenti all’U.C.A.I. (UnioneCattolica Artisti Italiani) Vicenza “Fra’ Claudio Granzotto”Chiesa di Araceli - Coro delle Monache, Piazza Araceli, 1 - Vicenzadal 18 al 27 maggio 2012ven. 18, sab. 19, ven. 25 e sab. 26 maggio: 10:00-12:00/15:00-19:00dom. 20 e dom. 27 maggio: 15:00-18:30 organizz.: Gisa Cola, Maria Teresa Bollin, Franco Mastrovita, Franco VianelloDai libri al Libromostra sui codici biblici conservati nella Biblioteca CapitolareBiblioteca Capitolare, Piazza Duomo, 19 – Veronadal 18 al 20 maggio 2012ven. 18: 17:00-19:00; sab. 19: 8:30-13:00/15:00-20:00; dom. 20: 8:30-12:30 inaugurazione: venerdì 18 maggio - ore 17:00in collaborazione con: Diocesi di VeronaMaria, speranza per l’umanitàesposizione iconografica a cura della Scuola iconografica Solov’ev diPadova e maestri iconografi del VenetoOratorio P. Frassati - Parrocchia S. Croce, Via Don D. Mantiero - Bassano d.G.Dal 18 al 20 maggio 2012venerdì 18 maggio: 15:00-19:00sabato 19 e domenica 20 maggio: 09:00-12:00/15:00-19:00 visite guidate su prenotazione al nr. 0424 567149sabato 19 maggio 2012 - ore 10:00 e ore 16:00 (durata 2h circa)Gocce di speranza in un mondo di paureesposizione <strong>dei</strong> lavori realizzati dai ragazzi del Vicariato dalla5 a elementare alla 2 a media per il concorso sul tema del <strong>Festival</strong>Pieve di Chiampo, Via Pieve, 170 – Chiampodal 24 maggio al 27 maggio 2012da giov. a sab. 16:00-18:00, dom. 8:00-12:00/16:00-18:00 premiazione del concorso: domenica 27 maggio 2012, ore 16:00il programma degli eventi a Vicenza informazioni complete su www.festivalbiblico.it 53
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