Storia di un alpino con un cuore grande così! - Sezione Vicenza
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Notiziario della sezione <strong>di</strong> <strong>Vicenza</strong>ANNO 2008 - NUMERO 1 - MARZO - Poste Italiane S.p.A. - Spe<strong>di</strong>z in Abb. Post. - D.L. 353/2003 (<strong>con</strong>v. in L. 27/02/2004 n.46) - Art. 1 comma 2, DCB <strong>Vicenza</strong>IN CASO DI MANCATO RECAPITO RINVIARE ALL’UFFICIO DI VICENZA FERROVIA, PER LA RESTITUZIONE AL MITTENTE, CHE SI IMPEGNA A CORRISPONDERE L’IMPORTO DOVUTO.<strong>Storia</strong> <strong>di</strong> <strong>un</strong> <strong>alpino</strong><strong>con</strong> <strong>un</strong> <strong>cuore</strong> <strong>grande</strong> così!
2 - La feritoia del TorrioneSiamo seri, per favore!(prima parte)Nella società o<strong>di</strong>erna, alibi ed indulgenze mortificano le tra<strong>di</strong>zioniculturali e accres<strong>con</strong>o l’egoismo.Dal lontano 1963, anno della mia iscrizione, ho <strong>con</strong><strong>di</strong>viso lo spiritoe gli obblighi dello Statuto Associativo in quanto “regola” <strong>un</strong>ica,forse non perfetta ma completa, integralmente accettata <strong>con</strong> la liberadecisione <strong>di</strong> aderire all’Associazione d’Arma che ritenevo idealeper rappresentarmi: l’A.N.A.Il forte collante interno della com<strong>un</strong>ione <strong>di</strong> ideali, il <strong>con</strong>corso al<strong>con</strong>seguimento <strong>di</strong> finalità <strong>con</strong>osciute ma in evoluzione <strong>con</strong> i tempie la perfetta sincronia <strong>con</strong> lo spirito dei fondatori, sono gli elementipiù caratterizzanti della maturazione associativa e, senza falsa modestia,anche della mia.Ciò si <strong>con</strong>ferma essere, ancor oggi, la solida base su cui poggia ilcomplesso mondo dell’A.N.A. <strong>con</strong> tutte le sue attività caratteristiche,<strong>di</strong> eccellenza o minori, quando minori significhimigliorabili fino all’eccellenza.Non è questo, però, ciò <strong>di</strong> cui voglio parlare mal’introduzione è utile a sottolineare i capisal<strong>di</strong> dellanostra origine e del nostro pensiero che sono:- <strong>un</strong> giuramento <strong>di</strong> fedeltà alla Patria ed alle sueleggi;- l’incorporazione e l’impiego in <strong>un</strong> reparto incui l’arma era <strong>un</strong> elemento se<strong>con</strong>darioall’obbiettivo formativo, perseguitoattraverso gerarchia, <strong>di</strong>sciplina, obbe<strong>di</strong>enzae mutualità interpersonale;- il presi<strong>di</strong>o <strong>di</strong> <strong>un</strong> ambiente ostile, anchese fruibile e coltivabile da genti autoctone;- la <strong>con</strong>servazione delle identità culturalie dell’integrità e<strong>con</strong>omica ed ambientaledei territori presi<strong>di</strong>ati;- la <strong>di</strong>fesa delle primitive popolazioniinse<strong>di</strong>ate, sopravvissute al progresso e<strong>di</strong>ntenzionate a perpetuare in quei luoghi laloro esistenza;- la <strong>di</strong>sponibilità a rendersi utili, prima da coscrittie poi da volontari, in ambiti che abbisognano <strong>di</strong>rispetto e <strong>di</strong> comprensione ma mai <strong>di</strong> violenza.Solo alla fine del <strong>con</strong>tratto temporaneo <strong>con</strong> lo Stato, tutto ciò sitrasferisce alla nuova <strong>di</strong>mensione associativa cui si accede per domanda,cioè liberamente accettando tutti gli obblighi insiti nellaqualifica <strong>di</strong> Socio e <strong>di</strong>sponendosi volontariamente ad adoperarsi se<strong>con</strong>dole in<strong>di</strong>cazioni del paragrafo precedente <strong>con</strong> la sola esclusionedell’uso, accessorio, dell’arma.La ri<strong>con</strong>quista dello “status” <strong>di</strong> citta<strong>di</strong>no non ci libera dagli obblighiass<strong>un</strong>ti <strong>con</strong> il “giuramento” davanti alla Ban<strong>di</strong>era, obblighi dellacui vali<strong>di</strong>tà ed efficacia ness<strong>un</strong>o può liberarci se non <strong>con</strong> la per<strong>di</strong>ta,temporanea o perenne, dei <strong>di</strong>ritti civili o della vita.Una troppo facile autoindulgenza, il relativismo accomodante <strong>un</strong>itoad <strong>un</strong> moralismo <strong>di</strong> facciata, bastano a tranquillizzarci quando,avvertiti i nostri limiti, ci rifugiamo nel cosiddetto pensiero laicoper risolvere gli equivoci del nostro smarrimento in<strong>di</strong>viduale,sociale e associativo. Ed allora, Responsabilità, Morale, Cultura,Diritti, Doveri, Rispetto del prossimo, Tolleranza, Senso del dovere,Disponibilità, Fratellanza, Valori, Tra<strong>di</strong>zione e Umanità, vocaboliscritti non a caso <strong>con</strong> la iniziale maiuscola in quanto elementi altamentequalificanti la vita e l’azione dell’Uomo, anche questo <strong>con</strong> laU maiuscola, sono, purtroppo, declassati da <strong>un</strong>a iniziale minuscolaper effetto del laicismo, suggerito o imposto, assurto a simbolo <strong>di</strong>ogni umana riven<strong>di</strong>cazione, a strumento <strong>di</strong> sod<strong>di</strong>sfazione <strong>di</strong> ognibisogno e <strong>di</strong> perfezionamento <strong>di</strong> ideali, ultimo e fragile limite allibertinaggio più deprecabile nelle scorribande demolitrici dell’intelligenza.Ogni ambito <strong>di</strong> azione dell’Uomo ha <strong>un</strong>a sua caratteristica precisa,che non può e non deve interferire <strong>con</strong> quelle degli altri ambiti maè proprio all’Uomo cui spetta il compito <strong>di</strong> organizzarli ed armonizzarliesercitando la f<strong>un</strong>zione <strong>di</strong> equilibratore, ritornando centrodella società ora occupato dalle utopie ideologiche.Quin<strong>di</strong>, anche quando si entri nel campo strettamente associativo,<strong>un</strong>a lettura letterale dello Statuto <strong>con</strong>sentirà <strong>di</strong> trarrele ispirazioni necessarie a legittimare ognif<strong>un</strong>zione <strong>di</strong>rettiva, darà l’autorevolezzae la competenza per <strong>di</strong>rimere le interpretazionivolutamente <strong>con</strong>fuse delleorigini, per <strong>con</strong>fermare il valore delletra<strong>di</strong>zioni e <strong>con</strong>validare i sentimenti <strong>di</strong>cui ci sentiamo portatori.Con pari autorevolezza e determinazionedeve essere assistita la compagine socialee, attraverso la capacità <strong>di</strong> analisidelle aspettative e <strong>di</strong> sintesi progettuale,assicurarle la migliore organizzazione, latrasparenza <strong>di</strong> gestione, la flessibilità programmatica,in proporzione alle risorse<strong>di</strong>sponibili ed al variare della <strong>con</strong>sistenzanumerica.È ovvio che tutto ciò non deve essere <strong>un</strong>aprerogativa degli organismi collegialidel più alto rango associativo ma deve<strong>di</strong>ventare la costante <strong>di</strong> ogni livello <strong>di</strong>rettivo,fino a quello del più piccolo Grupponella più piccola com<strong>un</strong>ità.La <strong>con</strong>oscenza della <strong>di</strong>mensione del sodalizioe della sua capacità operativa, la comparazione <strong>con</strong> lacitta<strong>di</strong>nanza <strong>di</strong> riferimento e <strong>con</strong> l’altro associazionismo presente,l’apprezzamento ottenuto per le iniziative sociali ed associativelocalmente svolte sono già elementi positivi <strong>di</strong> valutazione ed accres<strong>con</strong>oil tributo <strong>di</strong> ri<strong>con</strong>oscenza rivolto a chi svolge la f<strong>un</strong>zione<strong>di</strong>rettiva.Questo soggetto, nella veste <strong>di</strong> “primus inter pares”, ha <strong>un</strong>a propriamodesta autonomia che non si <strong>di</strong>sgi<strong>un</strong>ge, però, dalla collegialitàche regola la vita quoti<strong>di</strong>ana <strong>di</strong> ogni “Gruppo” attivo nella più ampiacollegialità della società civile.Poiché i valori ispiratori sono i medesimi, più precisamente quelligià en<strong>un</strong>ciati in precedenza <strong>con</strong> l’iniziale maiuscola, e non vi è <strong>di</strong>fferenza<strong>di</strong> effetto sugli attori che interpretano lo stesso canovaccio,quando ci ri<strong>con</strong>oscessimo in quei valori e volessimo essere coerenti<strong>con</strong> la nostra scelta, noi non dovremmo mai pretendere ri<strong>con</strong>oscimentima trovare la nostra <strong>un</strong>ica sod<strong>di</strong>sfazione interpretando correttamentel’in<strong>di</strong>rizzo statutario <strong>di</strong> “…. <strong>con</strong>servare la montagna e lesue tra<strong>di</strong>zioni, celebrare i Fondatori ed i valori associativi, onorarei morti aiutando i vivi….”Roberto Pavan
3NOTIZIARIO DELLA SEZIONE DI VICENZAANNO 2008 - NUMERO 1 - MARZO - Poste Italiane S.p.A. - Spe<strong>di</strong>z in Abb. Post. - D.L. 353/2003 (<strong>con</strong>v. in L. 27/02/2004 n.46) - Art. 1 comma 2, DCB <strong>Vicenza</strong>IN CASO DI MANCATO RECAPITO RINVIARE ALL’UFFICIO DI VICENZA FERROVIA, PER LA RESTITUZIONE AL MITTENTE, CHE SI IMPEGNA A CORRISPONDERE L’IMPORTO DOVUTO.<strong>Storia</strong> <strong>di</strong> <strong>un</strong> <strong>alpino</strong><strong>con</strong> <strong>un</strong> <strong>cuore</strong> <strong>grande</strong> così!SOMMARIOPag.• La “feritoia” del torrione 2• Nello zaino 4• Cori e <strong>di</strong>ntorni 9• Protezione civile 10• La vita dei Gruppi 11• Calendario manifestazioni 2008 16• Nello zaino dei giovani 20• Rinnovo <strong>di</strong>rrettivi 20• Collezionismo 22• Gli alpini e lo Sport 22• In<strong>con</strong>tri 24• App<strong>un</strong>tamenti 25• Recensioni 25• Lettere in redazione 26• Famiglie alpine 27• Alpini che si fanno onore 27• Notizie familiari 28• “…<strong>un</strong> nostro amico hai chiesto alla montagna…” 29Anno 2008 - n. 1 - MarzoSpe<strong>di</strong>z. in abbonamento postaleAut. Tr. <strong>Vicenza</strong> 26-4-53 n. 67Gratis ai sociAbbonamento annuo Euro 13Tiratura 21.000 copieDirezione redazione:Torrione degli Alpini36100 <strong>Vicenza</strong> - Viale B. D’Alviano, 6Tel. 0444.926988 - Fax 0444.927353Web Site: www.anavicenza.itE-mail: vicenza@ana.itC.C.P. 13008362Direttore responsabile:Dino BiesuzComitato redazione:Presidente: Galvanin GiuseppeDirettore: Biesuz Dino - 347 4145567Caporedattore:Periz Gianni - 348 2469163 - Uff. 0445 362206Redattori:Murzio Federico - 3407624323Adrogna Silvio - 3404817667 - Ab. 0444 921198Beltramello Luigi - 333 5807866 - 0444 560881Brazzale Marco - 328 8183998 - 0445 314409Gollin G. Pietro - 349 4436050 - 0444 585902Pieropan Alberto - 329 2254773Zanon Giuseppe Ottavio - 0444543382Impaginazione e stampa:Tipografia RUMOR s.r.l.36100 <strong>Vicenza</strong> - ItalyVia dell’E<strong>con</strong>omia, 127Tel. 0444.961566 - Fax 0444.963311Nella prima <strong>di</strong> copertina: Albania 1940: l’<strong>alpino</strong> GuerrinoSelva del 3° Art. Mont. ritratto <strong>con</strong> quattro amici della buffa(foto dr. Leonardo Salviati)Nella quarta <strong>di</strong> copertina: 1927: esercitazioni del GruppoConegliano nella zona del Pasubio (foto dell’allora sottotenenteScabar<strong>di</strong>)Alpini e politicaCari alpini,approfitto delle imminenti scadenze elettorali per chiarire <strong>un</strong>a questioneche già da tempo si trascina all’interno della nostra sezione: il rapportotra Ana e politica. Anzi, appurato che lo statuto nazionale sancisce chel’Associazione è apartitica e non apolitica, meglio sarebbe <strong>di</strong>re il rapportotra Ana e partiti politici.L’Ana cerca <strong>di</strong> mantenere relazioni amichevoli <strong>con</strong> tutte le amministrazioni<strong>con</strong> cui ha a che fare, in<strong>di</strong>pendentemente dal colore politico, giacchésolo così si può garantire la massima collaborazione e la massimaefficacia nel lavoro. Però, cari amici, questo principio non significa l’asservimentodei gruppi alpini alla volontà ballerina delle amministrazionilocali. Che gli alpini si rendano utili alla collettività è sacrosanto maciò deve avvenire <strong>con</strong> quel minimo <strong>di</strong> ragionevolezza, <strong>di</strong> buon senso e<strong>di</strong>gnità che il cappello c’impone. Davanti a <strong>di</strong>scutibili proposte <strong>di</strong> collaborazione,gli alpini devono avere il coraggio <strong>di</strong> <strong>di</strong>re “no grazie”. Tantopiù che le attività dei gruppi sono vincolate allo statuto nazionale e alregolamento sezionale.Certe scene, poi, non vorremo più vederle. Sappiamo, ad esempio, chein occasione delle ultime elezioni provinciali, alpini sono stati vistinelle se<strong>di</strong> <strong>con</strong> “santini” <strong>di</strong> Caio piuttosto <strong>di</strong> Sempronio. Sappiamo, adesempio, che sempre alle ultime elezioni provinciali, <strong>un</strong> can<strong>di</strong>dato nelproprio volantino elettorale si è fatto ritrarre col cappello. Sappiamo,ad esempio, che in ri<strong>un</strong>ioni <strong>di</strong> zona sono stati invitati amministratoripubblici, non solo senza motivo ma senza che né il capozona né glialtri membri fossero avvertiti. Fermo restando che nulla impe<strong>di</strong>sce aisoci ana d’impegnarsi nell’amministrazione della res publica, che gliinteressati sappiano almeno tenere le due cose ben <strong>di</strong>stinte. In caso <strong>con</strong>trario,il rischio è quello <strong>di</strong> <strong>un</strong>a spaccatura anche all’interno degli stessigruppi alpini. Lusso questo che non ci possiamo permettere.In questo <strong>con</strong>testo, sottolineo che l’Ana non è <strong>un</strong> trampolino <strong>di</strong> lancioper carriere politiche. Sappiamo che questo è già successo in passato,e nulla toglie che possa accadere in futuro. Lasciatemi <strong>di</strong>re, però, checiò non solo è <strong>un</strong> comportamento meschino ma è <strong>di</strong>sonesto verso tuttiquelli che partecipano alla vita associativa dell’Ana per puro spirito <strong>di</strong>servizio. Chi pensa <strong>di</strong> utilizzare l’Associazione per formarsi <strong>un</strong> propriobacino elettorale in vista <strong>di</strong> <strong>un</strong>’altra carriera o per aiutare “gli amicidegli amici”, è meglio se ne vada subito.Vi scrivo così perché l’Ana fin dalla sua nascita è stata al <strong>di</strong> sopra dellebeghe politico-amministrative. Fatto salvo che, se tirati per la giacchetta,l’Associazione ha tutti i mezzi per salvaguardare la propria<strong>di</strong>gnità e, per quanto mi <strong>con</strong>sta, non esiterà ad usarli sia all’internosia all’esterno.Giuseppe Galvanin
4 - Nello zainoHanno deciso che l’Ecomostro resta lì dov’èManca la volontà politica <strong>di</strong> abbatterloL’articolo pubblicato sul numero <strong>di</strong> ottobre <strong>di</strong> Alpin fa Gradoin merito all’Ecomostro <strong>di</strong> Bocchetta Campiglia, ha suscitato<strong>di</strong>verse reazioni. Molti soci e non, hanno apprezzato l’intervento;altri, invece, sostengono che il ruolo del perio<strong>di</strong>cosezionale dovrebbe limitarsi ad informare il resto dei soci <strong>di</strong>quanto siano bravi gli alpini a fare solidarietà, organizzare lecelebrazioni e far da mangiare.In altre parole, Alpin Fa Grado dovrebbe essere la voce non<strong>di</strong> <strong>un</strong>’associazione che vive all’interno <strong>di</strong> <strong>un</strong>a società che hai suoi bei problemi e i suoi guai, ma dovrebbe limitarsi ad incensaresolamente il microcosmo Ana. Oltre che <strong>con</strong>troproducente,a noi questo sembra anche <strong>un</strong> atteggiamento stupido,che è frutto (è sempre spiacevole <strong>di</strong>rlo) <strong>di</strong> <strong>un</strong>a malintesainterpretazione dell’ormai logoro motto tasi e tira.Tutto in regolaLa critica maggiore che ci è stata mossa dopo la pubblicazionedel nostro articolo è stata quella <strong>di</strong> aver insinuato ilsospetto che il progetto sia stato realizzato senza <strong>con</strong>sensopopolare e senza che fossero stati rispettati gli iter burocraticie i vincoli paesaggistici e ambientali. Niente <strong>di</strong> più falso.Sappiamo bene, perché abbiamo visionato parte della documentazione,che l’iniziativa realizzata ha compiuto tutti i passaggilegislativi che le norme impongono. In effetti, bisognadare atto che in ogni fase del progetto, chi <strong>di</strong> dovere ha coinvoltotutti gli attori interessati; da quelli che dovevano esprimere<strong>un</strong> parere vincolante (ad esempio la Sovrintendenzaai Beni Culturali) a tutte le associazioni (CAI in primis). Aquesto proposito ricor<strong>di</strong>amo che interpellato a nome della<strong>Sezione</strong>, il presidente Galvanin ha sottolineato fin da subitoche così come era il progetto non andava bene. Il suo parerenon era però vincolante e, come <strong>di</strong>re, cosa fatta capo ha.Il monumentoLe riserve che Alpin Fa Grado ha espresso sono <strong>di</strong> naturaestetica. Opinioni quin<strong>di</strong> perfettamente legittime e non priveNemmeno la neve copre tutto<strong>un</strong>o scorcio dell’impatto visivo dell’ecomostro<strong>di</strong> fondamento, visto che ancor oggi chi sostiene l’Ecomostroammette che l’impatto visivo dell’opera è oggettivamentealto. A nostro avviso, <strong>con</strong>vinti dell’opport<strong>un</strong>ità <strong>di</strong> <strong>con</strong>servaree valorizzare in luoghi storici e <strong>di</strong> montagna, l’equivoco <strong>di</strong>fondo nasce dalla <strong>con</strong>cezione del monumento <strong>di</strong> per sé. Unmonumento è <strong>un</strong>’opera artistica e come tale va <strong>con</strong>siderata.Può piacere o non piacere, e a noi non piace.In <strong>un</strong> in<strong>con</strong>tro informale sollecitato da Pietro Collareda, presidentedella com<strong>un</strong>ità Val Leogra Timonchio, e a cui presenziavaanche <strong>un</strong> avvocato, è emerso che nei progetti iniziali ilmuro <strong>di</strong> cemento sarebbe dovuto essere alto 5 metri. Oggi,<strong>di</strong>ce il presidente, è merito suo se, scusateci il gioco <strong>di</strong> parole,l’impatto è meno impattante, e se il muro è più corto delprogetto iniziale. Sappiamo anche che l’Ecomostro è statoiniziato e portato avanti da <strong>un</strong>’amministrazione <strong>di</strong>versa daquella attuale. A noi, però, questo poco importa; tanto piùche nelle beghe politico-amministrative piuttosto <strong>di</strong>ffuse inquelle zone, non ci vogliamo entrare.E ora?Per quanto riguarda gli alpini, il <strong>con</strong>siglio <strong>di</strong>rettivo sezionaleha approvato <strong>un</strong>a lettera che sarà spe<strong>di</strong>ta agli organi politiciamministrativi<strong>di</strong> competenza. Nella missiva è specificatoche, preso atto della mancanza dei presupposti giuri<strong>di</strong>ci edella mancanza della volontà politica <strong>di</strong> abbattere il monumento,la <strong>Sezione</strong> Ana suggerisce piccole cose per renderel’impatto visivo meno pron<strong>un</strong>ciato. Salvo restando la legittimitàdella decisione del <strong>con</strong>siglio <strong>di</strong>rettivo a cui ci atteniamoper regolamento statutario, le nostre perplessità su tutta lavicenda permangono.In altre parole, l’Ecomostro resterà ancora lì dov’è, nonostantetutto. Ma, visti i numerosi interventi che ancora si susseguonosu altra stampa, il caso sembra tutt’altro che chiuso.Gianni Periz, Federico Murzio
Nello zaino - 5Il sottopasso <strong>di</strong> NikolajewkaDopo 65 anni rivive a Thiene il ricordo della battaglia in terra <strong>di</strong> RussiaEstate 2007, il sottopasso <strong>di</strong> Nikolajewka oggi?Alc<strong>un</strong>i lo vedono come il saldo <strong>di</strong> <strong>un</strong> debito che Thiene aveva<strong>con</strong> la propria storia, altri come <strong>un</strong> ricordo che a <strong>di</strong>stanza<strong>di</strong> sessantacinque anni, pur attenuandosi, non si è ancoraspento. Fatto è che sabato prossimo, l’intitolazione del sottopassaggioferroviario alla battaglia Nikolajewka, non è <strong>un</strong>acerimonia tra le tante.Il luogo, innanzitutto, e le sue analogie col passato. Parliamo<strong>di</strong> località Ponte <strong>di</strong> Ferro, laddove la ferrovia collega la città<strong>con</strong> Schio, ed entrambe <strong>con</strong> <strong>Vicenza</strong>. Poi, il sottopassaggio,all’ingresso della città, utilizzato ancora, e oggi più sicurograzie al mirato, essenziale restauro compiuto <strong>con</strong> nuove misurearchitettoniche. Un paesaggio, quello che imbocca la<strong>di</strong>scesa verso Thiene, che ricorda il terrapieno russo, anchequello sottopasso <strong>di</strong> <strong>un</strong>a strada ferrata, teatro il 26 gennaio1943 della battaglia <strong>di</strong> Nikolajewka, alle porte della città <strong>di</strong>Livenka, Russia.In realtà, quel luogo e quella data, che in<strong>di</strong>cano com<strong>un</strong>ementetutti i morti e i <strong>di</strong>spersi dell’Armir, hanno ass<strong>un</strong>to nel tempoe nell’immaginario <strong>di</strong> chi quegli eventi li visse, li <strong>con</strong>oscee ne custo<strong>di</strong>sce la memoria, sinonimi <strong>di</strong> libertà, sofferenzae sacrificio. Molta letteratura è de<strong>di</strong>cata all’argomento. Masu quella storia vale soffermarsi ancora oggi, e stupirsi dellaforza morale <strong>di</strong> quei soldati, ventenni o poco più, abbruttitidalla guerra, pressoché <strong>di</strong>sarmati e certo stanchi, combatteree riuscire a rompere l’accerchiamento delle truppesovietiche. Perché dei 91.159 tra morti e <strong>di</strong>spersi italiani interra russa, 2.518 erano vicentini, e solo nella battaglia <strong>di</strong>Nikolajewka, quella che ha permesso a tanti altri <strong>di</strong> riabbracciarei loro affetti, 58 erano nati e risiedevano a Thiene e 5,pur nati in paesi limitrofi, vivevano in città. Ricor<strong>di</strong>amo soloGuido Miotto, medaglia d’oro al valor militare, ma come lui,sono stati in molti ad essersi <strong>di</strong>stinti in quei giorni. Tanto piùche, è opport<strong>un</strong>o sottolinearlo, quello che accadde in queglianni segnò profondamente la vita delle genti della nostra terraanche a miglia <strong>di</strong> chilometri <strong>di</strong> <strong>di</strong>stanza.Ciò che avverrà sabato 26 gennaio 2008, d<strong>un</strong>que, è più <strong>di</strong><strong>un</strong> giusto tributo a quei soldati. Così come Nikolajewka harappresentato per i soldati italiani la fine della brutalità inRussia, così, oggi, l’intitolazione <strong>di</strong> quella che è <strong>un</strong>a delleentrate in città ci piacerebbe interpretarla soprattutto come<strong>un</strong> ringraziamento; <strong>un</strong> gesto che sancisca la definitiva ri<strong>con</strong>ciliazionetra il nostro presente e la loro memoria: sacrificatatroppo spesso, in <strong>un</strong> recente passato, nel mercato delle ideologie.Anche per questo la presenza delle scolaresche allacerimonia assume nella sua semplicità <strong>un</strong> significato nuovo.Perché <strong>con</strong>oscere e ricordare quegli eventi, e gli uomini chene furono protagonisti, non solo non può essere relegato inpochi paragrafi dei sussi<strong>di</strong>ari <strong>di</strong> <strong>Storia</strong>, ma potrà solo accrescereil legame tra i futuri citta<strong>di</strong>ni e il passato collettivo delnostro Paese.Gianni PerizI reduci Capozzo, Tizian, Caneva e ZoccauColonna alle porte <strong>di</strong> Nikolajewka
6 - Nello zainoGiobatta Danda, la Russia <strong>di</strong> allorae l’Italia <strong>di</strong> oggi“In guerra si pregava come bambini per salvare la pelle”Quando Gianni Periz ed io arriviamo a casa <strong>di</strong> GiobattaDanda il nostro intento non è quello <strong>di</strong> cercare nuove informazioniper recensire <strong>un</strong> libro alla sua se<strong>con</strong>da e<strong>di</strong>zione.Piuttosto l’obiettivo è quello <strong>di</strong> <strong>con</strong>oscere meglio l’autore:carpire da chi il volume l’ha scritto quello che le pagine non<strong>di</strong><strong>con</strong>o. Perché è indubbio che in Vistù, Danda parla della‘sua’ campagna <strong>di</strong> Russia.Quello che appare chiaro fin da subito, invece, è che non sapremonulla <strong>di</strong> più <strong>di</strong> quello che Giobatta Danda vorrà <strong>di</strong>rci.“C’è scritto tutto nel libro, tutto”, ripete. E se gli si chiedeil perché <strong>di</strong> <strong>un</strong>a nuova e<strong>di</strong>zione, lui risponde che “L’età faemergere cose, dettagli, episo<strong>di</strong> che magari avevi <strong>di</strong>menticatopur non avendoli mai completamenti rimossi dall’anima”.Vuoi per la mentalità tipica degli ingegneri, che misurano ogniparola come fosse <strong>un</strong>a cifra o <strong>un</strong> dato d’importanza capitale,vuoi per <strong>un</strong>a tempra caratteriale antica, <strong>di</strong>screta forse, ma nondebole, le parole del nostro interlocutore sono poche ed incisive.Infatti, Giobatta Danda è il superstite <strong>di</strong> <strong>un</strong>a generazioneche pur avendo dato tutto al Paese non se ne da vanto, maquando c’è da <strong>di</strong>re qualcosa lo <strong>di</strong>ce <strong>con</strong> schiettezza.Ecco quin<strong>di</strong> il perché del libro: che nella prosa rispecchia l’essenzialitàdell’autore e nei <strong>con</strong>tenuti induce nelle emozioni quelche basta per umanizzare la storia vissuta in prima persona.Predestinazione“Sono vivo soltanto perché non era ancora arrivata la miaora” ci <strong>di</strong>ce allargando le braccia. A Nikolajewka dopo dueore <strong>di</strong> combattimento, dei quarantacinque uomini del plotoneerano rimasti in <strong>un</strong><strong>di</strong>ci, <strong>di</strong> cui più <strong>di</strong> <strong>un</strong>o era ferito. “Vedete– spiega Giobatta Danda – in guerra si pregava per rimanerevivi come lo fanno i bambini. Non c’era altro da fare.E prima dell’attacco si <strong>di</strong>ceva: Signore, se è arrivata la miaora pren<strong>di</strong>mi, ma se non lo è fammi stare qua <strong>un</strong> altro po’..e così via”. “Sopravvissuti ad <strong>un</strong> po’ <strong>di</strong> battaglie – <strong>con</strong>tinuaDanda – si capiva che le cose erano già state scritte. Perché <strong>di</strong>fronte alle bombe, alle mitragliatrici, ai razzi russi (superioriin tutto ai nostri mezzi), era quella l’<strong>un</strong>ica spiegazione che cisi poteva dare al fatto <strong>di</strong> essere ancora vivi”.Tutto questo e l’istinto<strong>di</strong> <strong>con</strong>servazione hanno<strong>con</strong>sentito all’autore<strong>di</strong> non adagiarsi sullaneve ed addormentarsiper sempre sfinitodalla stanchezza, dallafame e dal freddo.Cosa restaLa scuola militare alpina,la campagna <strong>di</strong>Russia, il ritorno, l’8settembre 1943, laguerra partigiana sonole esperienze raccoltenel volume <strong>di</strong> GiobattaDanda: ricor<strong>di</strong> documentati, certo, ma anche brevi riflessioni.Quando si nota che la se<strong>con</strong>da guerra mon<strong>di</strong>ale, e gli eventirussi, sono liquidati in pochi paragrafi nelle pagine dei libriscolastici (magari <strong>con</strong> macroscopici errori) non ci si stupiscepiù. “È naturale – <strong>di</strong>ce Danda – come è naturale che permolti anni <strong>di</strong> quegli eventi se ne sia parlato poco o nulla. Permolto tempo, nei cosiddetti ambienti culturali ed accademici,soprattutto nelle scuole, c’è stata <strong>un</strong>a mentalità ideologicainquinata che, dai e dai, ha reso la memoria flebile, e i valorie il senso della vita che l’esperienza tragica della guerra hainsite nel proprio essere sono andate <strong>di</strong>menticate”.Di più, nell’ostracismo <strong>di</strong>ffuso verso tutto quello che riguardavale forze armate i così detti “migliori” hanno presto <strong>di</strong>menticatoche in Russia i soldati hanno combattuto prima <strong>di</strong> tuttoper salvare la pelle, e che <strong>un</strong>a volta tornati casa molti <strong>di</strong> loro sisono dati alla resistenza per porre fine ad <strong>un</strong>a guerra che aveva<strong>di</strong>viso e lacerato gli animi prima ancora che il Paese.Oggi, in ItaliaÈ chiaro che <strong>un</strong> libro come quello <strong>di</strong> Danda invita <strong>di</strong> per séalla riflessione. La descrizione precisa della storia è però solo<strong>un</strong>o dei meriti dell’opera. L’altro pregio è l’impietosa <strong>con</strong>statazioneche i danni dell’oblio <strong>di</strong> <strong>un</strong> Paese che sembra aver<strong>di</strong>menticato da dove viene senza sapere dove sta andando,sono prima <strong>di</strong> tutto morali. Tanto che oggi, a sentir parlare <strong>di</strong>senso del dovere, <strong>di</strong> senso dello Stato e <strong>di</strong> responsabilità politichee amministrative vien voglia <strong>di</strong> ridere. Qui, nel Paesedei Pulcinella e degli Arlecchino, dove ogni persona che fa ilproprio dovere è <strong>con</strong>siderato eroe, si scopre quoti<strong>di</strong>anamenteche gli eroi sono molto più numerosi <strong>di</strong> quello che com<strong>un</strong>ementesi pensa, ma molto meno <strong>di</strong> quello che <strong>un</strong> paese civilerichiederebbe per essere tale.F. M.
Nello zaino - 7Assemblea dei delegati 2008La <strong>con</strong>ferma <strong>di</strong> <strong>un</strong>a <strong>grande</strong> vitalitàGli oratoriL’assembleaDomenica 24 febbraio, nel teatro del Patronato Leone XIII,si è svolta l’annuale assemblea dei delegati. L’in<strong>con</strong>tro havisto presenti la quasi totalità dei rappresentanti dei 136gruppi che formano la sezione. Dopo la designazione <strong>di</strong>Giovanni Dalla Vecchia, già presidente sezionale, a presiederel’assemblea, Giuseppe Galvanin ha relazionato idelegati <strong>con</strong> <strong>un</strong> reso<strong>con</strong>to dettagliato sulle numerose attivitàche l’associazione ha portato a compimento nel 2007.Successivamente è intervenuto Silvano Spiller che, portandoil saluto del presidente nazionale, ha sottolineato l’importanzadei comportamenti corretti da usarsi durante lead<strong>un</strong>ate nazionali: essi stessi forma e sostanza del “modo<strong>di</strong> essere” alpini.Alessandro Antuzzi, invece, ha esposto il corposo bilanciosezionale, approvato infine a maggioranza dai delegati.Alla fine dei lavori, l’assessore provinciale Nereo Galvanina nome <strong>di</strong> tutta la gi<strong>un</strong>ta e del <strong>con</strong>siglio provinciale, ha salutatoi delegati esprimendo loro i più sinceri auguri, sottolineandocosì il prezioso ruolo dell’Ana all’interno deltessuto sociale e culturale del territorio.Avviso ai lettoriAlpin Fa Grado informa gli alpini della sezione, in particolare i capogruppo e i capozona, che il materiale da inviare alla redazionedeve essere esclusivamente sottoforma <strong>di</strong> Cd, chiavetta Usb o <strong>di</strong>schetto.Inoltre, allo scopo <strong>di</strong> dare il medesimo spazio a tutti, si <strong>con</strong>siglia gli scriventi che i testi devono avere <strong>un</strong>a l<strong>un</strong>ghezza ragionevole;da sempre la maggior efficacia è data dalla brevità. I redattori si riservano il <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> accorciare a loro <strong>di</strong>screzione i testi giu<strong>di</strong>catieccessivamente prolissi.RettificaLa RedazioneNel numero n°5 <strong>di</strong> Alpin Fa Grado è stata erroneamente pubblicata nella rubrica Vita dei Gruppi <strong>un</strong>a fotografia inerente al gruppo<strong>di</strong> Gran<strong>con</strong>a che, invece, riguarda il gruppo Monte Berico. Ce ne scusiamo <strong>con</strong> gli interessati.La Redazione
8 - Nello zaino dei giovaniL’abbraccio dei reduciA Brescia le testimonianze dei veci e il calore dei giovaniSabato 26 gennaio 2007 si parte<strong>di</strong> buon mattino da Schio. PadreMartino classe 1922 “reduce <strong>di</strong>guerra”, che svolge il suo serviziopastorale al Convento deiCappuccini (ma meglio <strong>con</strong>osciuto<strong>con</strong> il nome Padre Edelweiss: perchè sfila alle ad<strong>un</strong>ateNazionali <strong>con</strong> delle stelle alpine al altezza d’uomo) che svolgeservizio al Convento dei Cappuccini, Broccardo Franco“amico <strong>di</strong> Padre Martino” (scultore del legno ed autore <strong>di</strong><strong>un</strong>a scultura sull’<strong>alpino</strong> caduto in Russia): tale scultura è giàin esposizione a Brescia da <strong>un</strong>a settimana, Ruaro Angelino(da Monte Magrè): ideatore e costruttore del QUADRO DEICADUTI IN RUSSIA, Bortoloso Giuseppe e Nicola Stoppa<strong>di</strong> Schio.Alle 10,00 siamo già a destinazione. Saremo ospitati pressoil gruppo alpini <strong>di</strong> Concesio della sezione <strong>di</strong> Brescia. PadreMartino che aveva l’invito ufficiale, in quanto reduce per poterdormire in <strong>un</strong> hotel a 4 stelle, rifiuta e preferisce dormire<strong>con</strong> tutti noi in branda presso la sede del gruppo che ci ospita.Ancora <strong>un</strong>a volta <strong>di</strong>mostra la sua alpinità, ma soprattuttola sua umiltà <strong>con</strong> queste parole: “io in hotel? no piuttostodormo in <strong>un</strong> prato, sotto <strong>un</strong> albero.......sono qui per testimoniarequei ragazzi che non ci sono più e che dormivano copertidalla neve......”.Scaricate le brande e i relativi sacchi a pelo nella sede,ci si sposta per la cerimonia ufficiale alla SCUOLANIKOLAJEWKA. La cerimonia ha inizio alla presenza delpresidente nazionale, Corrado Perona, al Comandante delleTruppe Alpine Gen. <strong>di</strong> Corpo d’Armata Armando Novelli eal Comandante del Centro Addestramento Alpino <strong>di</strong> Aosta,Generale <strong>di</strong> Divisione Br<strong>un</strong>o Petti, e <strong>un</strong>a nutrita presenzadella Federazione Russa. Ci sono infatti il <strong>con</strong>sole Generale aMilano A. Nurizade, l’addetto militare ed aeronautico Col S.Kolivatov e l’addetto navale Capitano <strong>di</strong> vascello E. Shitov.Ci sono presenti <strong>di</strong>versi reduci <strong>di</strong> Russia (circa <strong>un</strong>a ventina),tra cui il leggendario Nelson Cenci (decorato <strong>con</strong> M.Argentoal valor militare) e il vicentino Col. DANDA (anch’egli decorato<strong>con</strong> medaglia d’argento al V.M.).Io scorto il vessillo della <strong>Sezione</strong> insieme <strong>con</strong> Padre Martino.Inizia la cerimonia <strong>con</strong> l’inno nazionale Russo, poi quelloitaliano. - Poi l’onore ai caduti. Il <strong>di</strong>scorso commemorativolo tiene Cenci e le sue toccanti parole fanno lacrimare tutti ipresenti: “siamo qui per ricordare tutti quei giovani che nonsono tornati, alpini e non alpini, che in terra <strong>di</strong> Russia hannoreso onore all’Italia”. - “noi siamo la loro voce, e finchè cisaremo, anche se sempre in numero ogni anno più esiguo,renderemo testimonianza del loro sacrificio”.Poi ci si sposta in centro a Brescia per rendere onore alle 3ban<strong>di</strong>ere <strong>di</strong> guerra che tra poco faranno il loro ingresso ufficialealla cerimonia: sono le ban<strong>di</strong>ere alpine del 5^ dell’8^e del 1^ Artiglieria da Montagna, in rappresentanza delle <strong>di</strong>visioniTridentina, Julia e C<strong>un</strong>eense che parteciparono allacampagna <strong>di</strong> Russia. L’atmosfera che si respira nell’aria èa <strong>di</strong>r poco surreale.Partecipo ormai daquasi 20 anni allecerimonie nazionalidell’ANA e maiavevo partecipato ad<strong>un</strong>a cerimonia allapresenza <strong>di</strong> tre ban<strong>di</strong>ere<strong>di</strong> guerra.Il loroarrivo, il loro passaggio<strong>un</strong>a dopo l’altra, scortate da ufficiali e sottufficiali visibilmentecommossi, ha reso la cerimonia molto toccante. Sipartecipa poi tutti assieme alla S. Messa in duomo celebratadal Vescovo S.E. Mons. Monari.Il giorno dopo, <strong>di</strong> buon mattino la cerimonia ha inizio, edopo il passaggio delle ban<strong>di</strong>ere <strong>di</strong> guerra, passano il LabaroNazionale e il Labaro dell’UNIRR e subito dopo PadreMartino (scortato dal sottoscritto e dall’<strong>alpino</strong> Broccardofranco) che apre la sfilata dei reduci: ecco sfilare il QUADRODEI CADUTI IN RUSSIA, portato <strong>con</strong> orgoglio da 12 alpinidel gruppo Val Leogra <strong>di</strong> Schio (precisamente da MonteMagrè).La cerimonia si <strong>con</strong>clude in piazza, <strong>con</strong> l’intervento dellemassime autorità e <strong>con</strong> <strong>un</strong> forte intervento <strong>di</strong> Perona. Tuttiringraziano per la bellissima cerimonia, soprattutto quelliche hanno portato il quadro, sono commossi <strong>di</strong> poter esserestati presenti. Anche noi partiamo per ritornare a casa, maprima è doveroso ringraziare Capo Gruppo <strong>di</strong> Concesio perl’ospitalità ricevuta, e ci <strong>di</strong>amo app<strong>un</strong>tamento per Bassano.Nicola Stoppa
Protezione civile - 9La squadra protezione civile A.N.A.“Basso vicentino”I ragazzi della Protezione civile del Basso VicentinoEra il lontano 27 Agosto 1993, presso la sede del GruppoANA <strong>di</strong> Noventa Vicentina si sono ri<strong>un</strong>iti vari alpini dellezone Riviera Berica, Bassa Val Liona, Alta Val Liona edUmbero Masotto e venne così fondata la “Squadra ProtezioneCivile A.N.A. Basso Vicentino”.Passarono solo due settimane ed esattamente il 12 Settembredello stesso anno, la squadra ed i volontari fecero la loroprima comparsa ufficiale in occasione del 40° Anno <strong>di</strong>Fondazione del Gruppo Umberto Masotto <strong>di</strong> NoventaVicentina. Contestualmente, in quell’occasione avvenivaanche l’inaugurazione della nuova sede del Gruppo <strong>di</strong>Noventa che, da allora, ospita anche la sede della Squadra <strong>di</strong>Protezione Civile ANA del Basso Vicentino.L’allora Presidente Sezionale Giovanni Dalla Vecchia ebbequin<strong>di</strong> modo <strong>di</strong> vedere i primi passi dei volontari <strong>con</strong> <strong>un</strong>a<strong>di</strong>visa ancora “nuova e linda” ma che ben presto si sarebbemacchiata <strong>di</strong> “sudore e fango”.Quelle <strong>di</strong>vise, che allora erano <strong>di</strong> color arancione, furono acquistate<strong>con</strong> il <strong>con</strong>tributo <strong>di</strong> vari Gruppi Alpini e degli stessivolontari.Durante la sfilata del 12 Settembre 1993 si poteva scorgerenegli occhi dei volontari l’orgoglio per aver fondato questasquadra, la <strong>con</strong>sapevolezza delle responsabilità che si eranopresi ma, in particolar modo, si scorgeva la buona volontàe la generosità che da allora li ha sempre accompagnati e<strong>con</strong>trad<strong>di</strong>stinti.Attualmente la squadra è formata da ventinove volontari, venti<strong>di</strong> loro sono iscritti sin dalla fondazione della squadra a cui,nel tempo, si sono aggi<strong>un</strong>te nuove forze tra cui tre donne chesi sono ben integrate ed affiatate <strong>con</strong> il resto dei volontari.Con il passar degli anni, grazie al <strong>con</strong>tributo <strong>di</strong> vari GruppiAlpini, <strong>con</strong> il <strong>con</strong>tributo <strong>di</strong> alc<strong>un</strong>e Amministrazioni Com<strong>un</strong>ali<strong>con</strong> cui si sono sottoscritte delle <strong>con</strong>venzioni e <strong>con</strong> il <strong>con</strong>tributodegli stessi volontari, la squadra e riuscita a dotarsi <strong>di</strong>vari materiali che permettono <strong>di</strong> poter intervenire in completaautonomia a fronte <strong>di</strong> eventuali calamità e richieste <strong>di</strong>intervento.Tra i materiali più significativi citiamo:Furgone Fiat Ducato, sei moto-pompe, due moto-seghe, duedecespugliatori, due gruppi elettrogeni <strong>con</strong> fari per illuminazione,<strong>un</strong>a motosega per cemento armato, due tende <strong>con</strong>brande ed attrezzi da cucina, ra<strong>di</strong>o ricetrasmittenti, estintori,attrezzi generici (carriole, ba<strong>di</strong>li, pic<strong>con</strong>i etc) ed ogni volontarioe m<strong>un</strong>ito delle nuove <strong>di</strong>vise omologate e complete <strong>di</strong>scarponi antinfort<strong>un</strong>istici.Nei quin<strong>di</strong>ci anni <strong>di</strong> attività i volontari della Squadra <strong>di</strong>Protezione Civile ANA del Basso Vicentino hanno effettuatonumerosi interventi a seguito <strong>di</strong> situazioni calamitose tracui ricor<strong>di</strong>amo: l’alluvione <strong>di</strong> Alessandria, l’alluvionie inVersilia, l’alluvione in Val d’Aosta, l’alluvione a Sarno, ilterremoto in Umbria e la Missione Arcobaleno in Albania.La squadra è inoltre intervenutà in varie occasioni anchea livello locale tra cui citiamo gli allagamenti a BarbaranoVicentino, a Orgiano, a Noventa Vicentina ed a San Germano,tempeste e nubifragi a Noventa Vicentina, fuga <strong>di</strong> bestiame<strong>con</strong> blocco della viabilità a Poiana Maggiore ed a Noventa
10 - Protezione civileVicentina, emergenza acquedotto a Noventa Vicentina, inquinamentoambientale a Castegnero e la sorveglianza degliargini per pericolo <strong>di</strong> allagamenti in vari com<strong>un</strong>i del BassoVicentino.La squadra inoltre collabora regolarmente <strong>con</strong> le Istituzionie le Associazioni Locali nel corso <strong>di</strong> varie manifestazioni pergarantire, dove è richiesto, il suo intervento e, <strong>con</strong>testualmente,ha modo <strong>di</strong> farsi <strong>con</strong>oscere presso la popolazione locale.Da segnalare poi che nel 2007 l’impegno, la professionalitàed in particolar modo la <strong>di</strong>sponibilità dei volontari sono statimessi a dura prova in occasione della sistemazione del nuovomagazzino. Il Com<strong>un</strong>e <strong>di</strong> Noventa Vicentina ha infatti messoa <strong>di</strong>sposizione della squadra <strong>un</strong> locale che però necessitava<strong>di</strong> vari interventi per poter <strong>di</strong>ventare agibile ed operativo alfine <strong>di</strong> essere utilizzato come deposito <strong>di</strong> mezzi, materiali edattrezzature. A questo p<strong>un</strong>to i volontari si sono rimboccati lemaniche ed hanno trascorso tanti sabati e domeniche lavorando,chi come muratore, chi come carpentiere, chi come manovale,chi come fabbro, chi come imbianchino o chi comeelettricista, tutti però accum<strong>un</strong>ati da <strong>un</strong> <strong>grande</strong> entusiasmoche ha visto poi il <strong>con</strong>cretizzarsi <strong>di</strong> <strong>un</strong> ottimo risultato. Orainfatti la squadra <strong>di</strong>spone <strong>di</strong> <strong>un</strong> ampio magazzino ben curatoed organizzato in cui tutte le attrezzature sono <strong>di</strong>sposte inmodo preciso ed or<strong>di</strong>nato.Molta attenzione viene rivolta alla formazione in<strong>di</strong>vidualeed i volontari partecipano ai vai corsi <strong>di</strong> formazione organizzatidalla <strong>Sezione</strong> ANA <strong>di</strong> <strong>Vicenza</strong>, dalla Provincia <strong>di</strong><strong>Vicenza</strong> e dalla Regione Veneto nonché alle varie esercitazioniSezionali, Provinciali e Trivenete.Si tengono poi delle ri<strong>un</strong>ioni mensili ed inoltre, <strong>con</strong> cadenzaUn po’ <strong>di</strong> materialeperio<strong>di</strong>ca, ci si ritrova <strong>di</strong> domenica mattina presso il magazzinoper effettuare la verifica della f<strong>un</strong>zionalità <strong>di</strong> tutte leattrezzature affinché, in caso <strong>di</strong> bisogno, siano sempre prontee f<strong>un</strong>zionanti.In questi quin<strong>di</strong>ci anni <strong>di</strong> cammino, il caratteristico “spirito<strong>alpino</strong>” che valorizza più il “fare” che “l’apparire”, ha fattosì che la generosità e la <strong>di</strong>sponibilità dei volontari si sianocementate attraverso <strong>un</strong>a profonda e sincera amicizia che sirespira all’interno della squadra.Questo “modo <strong>di</strong> essere” ed il costante impegno <strong>di</strong> tutti ivolontari ‘alpini’ ed ‘amici degli alpini’ della Squadra <strong>di</strong>Protezione Civile ANA del Basso Vicentino e <strong>di</strong> tutte le altreSquadre della <strong>Sezione</strong> <strong>di</strong> <strong>Vicenza</strong>, sono e sempre saranno,motivo <strong>di</strong> orgoglio per l’ANA e per il territorio del BassoVicentino!Fanfara storicaCalendario delle esibizioni dellaFanfara Storica Sezionale 2008La fanfara a Villa Ghellini13 aprile - Domenica mattina - <strong>Vicenza</strong> Gruppo SanLazzaro20 aprile - Domenica - Gruppo <strong>di</strong> Cmpedello in mattinata -Gruppo <strong>di</strong> Montegalda nel pomeriggio9 maggio - Vener<strong>di</strong> - Gruppo <strong>di</strong> Cittadella alle 15 a Bassanoalle 1911 maggio - Domenica pomeriggio - Bassano Ad<strong>un</strong>ataNazionale1 giugno - Domenica - Gruppo <strong>di</strong> Grisignano <strong>di</strong> Zocco6 luglio - Domenica pomeriggio - Gruppo <strong>di</strong> Fimon21 settembre - Domenica - Gruppo <strong>di</strong> Arsero Ad<strong>un</strong>ataSezionale28 settembre - Domenica mattina - Gruppo <strong>di</strong> Grumolo delleAbbadesse5 ottobre - Domenica - pomeriggio Gruppo <strong>di</strong> Monte <strong>di</strong>Malo2 novembre - Domenica mattina - Gruppo <strong>di</strong> Orgiano9 novembre - Domenica - Trento Ad<strong>un</strong>ata Triveneto
La vita dei Gruppi - 11Le attività dei GruppiArcugnanoIl Natale <strong>con</strong> gli alpiniNei giorni 15 e 16 <strong>di</strong>cembre scorsi, il nostro gruppo“Renato Casarotto” ha rinnovato <strong>un</strong> app<strong>un</strong>tamento ormaistorico: da 27 anni ormai le penne nere <strong>di</strong> Arcugnano fannoil “Babbo Natale” ai bambini della locale scuola materna.Nel teatro citta<strong>di</strong>no, Silvano Moretto, capogruppo, ha salutatoe ringraziato tutti i genitori e nonni presenti. Un salutoe <strong>un</strong> ringraziamento speciale è stato rivolto alle maestre edai 133 bambini, che hanno allietato la giornata <strong>con</strong> recitenatalizie. Alla fine è arrivato “Babbo Natale” carico <strong>di</strong> doniper i bambini.Zona Alta Val LionaLo sport <strong>alpino</strong> che <strong>un</strong>isceLa zona Alta Val Liona è composta da sette Gruppi <strong>con</strong> <strong>un</strong>totale <strong>di</strong> circa cinquecento iscritti all’ANA. I Capi Gruppo,anche nell’anno 2007, hanno proposto varie iniziative sottoil segno dell’“amicizia”.Sono stati proposti vari tornei per coinvolgere le generazioni“giovani e vecchie”, attraverso proposte che suscitasseroil loro interesse e partecipazione.Lo scopo dei Tornei, è stato quello <strong>di</strong> aver gareggiato nonper s<strong>con</strong>figgere gli altri ma per portare alla luce le propriecapacità <strong>di</strong> gioco e <strong>di</strong> <strong>con</strong>seguenza migliorare costantementei traguar<strong>di</strong> <strong>di</strong> ogni Gruppo.I vari Tornei sono stati giocati <strong>con</strong> molta sportività in <strong>un</strong>clima <strong>di</strong> assoluta amicizia e <strong>con</strong> <strong>un</strong>a forte carica <strong>di</strong> entusiasmodagli Alpini e dagli Amici degli Alpini.La prima iniziativa è stato il Torneo <strong>di</strong> calcio a “7”, al qualehanno partecipato giovani alpini e amici degli alpini iscrittinei rispettivi gruppi della zona. Dopo le cinque serate <strong>di</strong>intense partite è risultato vincitore il Gruppo <strong>di</strong> Villa delFerro.Altra iniziativa è stato il Torneo <strong>di</strong> “cavabalin” a coppie.Questo gioco, ormai scomparso, ha tuttavia suscitato entusiasmoe coinvolgimento da parte <strong>di</strong> tutti gli alpini deiGruppi. Al termine delle emozionanti gare è risultato vincitoreil gruppo <strong>di</strong> San Giovanni in Monte.Il Torneo <strong>di</strong> bocce alla “sbrodegona”, sport dal <strong>cuore</strong> antico,è <strong>un</strong> gioco paesano suggestivo, durante il quale vengonousate espressioni <strong>di</strong>alettali tipiche e tra<strong>di</strong>zionali. Vincitoredel torneo è stato il gruppo <strong>di</strong> Gran<strong>con</strong>a.Per ultimo, il torneo <strong>di</strong> “tresette” si è snodato in due serate<strong>con</strong> <strong>un</strong>a numerosa partecipazione <strong>di</strong> alpini “non più giovani”.La classifica finale ha visto vincitore il gruppo <strong>di</strong>Zovencedo/San Gottardo.Come da Regolamento, è stata stilata <strong>un</strong>a classifica generalein base ai piazzamenti ottenuti dai Gruppi nelle quattrospecialità. Vincitore assoluto del Torneo è stato il Gruppo<strong>di</strong> Gran<strong>con</strong>a seguito da: Villa del Ferro, Zovencedo/SanGottardo, San Giovanni in Monte, San Germano dei Berici,Pozzolo, e Perarolo.Le premiazioni ufficiali dei Gruppi si sono svolte sabato26 gennaio ’08 al termine <strong>di</strong> <strong>un</strong>a piacevole serata <strong>con</strong>vivialepresso la sede del gruppo <strong>di</strong> Gran<strong>con</strong>a <strong>con</strong> le gra<strong>di</strong>tepresenze del Consigliere Nazionale Silvano Spiller e delPresidente Sezionale Giuseppe Galvanin. Un ringraziamentoagli alpini e alle “alpine” del gruppo <strong>di</strong> Gran<strong>con</strong>aper l’ottima e raffinata cena.Il ringraziamento più sincero va rivolto a quanti, in qualsiasimodo, hanno fornito la loro collaborazione per la buonariuscita della stagione sportiva 2007.Si auspica <strong>di</strong> ritrovarci nel 2008 sempre più numerosi ma<strong>con</strong> lo stesso immutato spirito <strong>alpino</strong>.Mirco BisogninCarrèL’aquila ha preso il voloGli alpini davanti al cippoOramai da sette anni vegliavi l’ingresso del Piazzale delSantuario, da quando erano finiti i nostri lavori <strong>di</strong> restauro.In quella occasione la bene<strong>di</strong>zione dei rinnovati luoghiaveva raggi<strong>un</strong>to anche le tue ali <strong>di</strong>stese in simbolico voloaugurale.Hai visto passare davanti a te tanta umanità: religiosi, fedeli,pellegrini, Alpini, famiglie <strong>con</strong> tanti bambini festanti,turisti e tanta altra gente tutti richiamati dalla Madonnadella Fratta <strong>di</strong> Carrè alla quale si rivolgevano <strong>con</strong> fede edevozione.Ora finite le festività più care dell’anno, qualc<strong>un</strong>o ha volutotrapparti a viva forza dalla sommità <strong>di</strong> quel masso, che ci
12 - La vita dei Gruppirichiama le nostre vicine montagne, lasciandoci sgomenti.Da queste pagine ospitali noi ci permettiamo <strong>di</strong> addentrarciin valutazioni più sanguigne in questo inqualificabileatto vandalico. Abbiamo scelto invece <strong>di</strong> accompagnartinel tuo nuovo viaggio riflettendo e ricordandoti il tuo eternoruolo.Per questo vorremmo che tutti provassimo ad immaginareil numero delle centinaia <strong>di</strong> migliaia <strong>di</strong> cappelli Alpinifabbricati ed indossati, dalla remota nascita delle truppe <strong>di</strong>montagna, non si <strong>con</strong>tano, non c’è numero. Di moltissiminess<strong>un</strong>o <strong>con</strong>osce la fine.Però nelle nostre ad<strong>un</strong>ate risp<strong>un</strong>tano come per incanto, testimoniandoa migliaia anche la presenza <strong>di</strong> quelli sepolti inospitali terre lontane. E quel che più <strong>con</strong>ta, cara Aquila dellaFratta, è che tutti, in<strong>di</strong>stintamente tutti, avevano ed hannoben in vista la tua superba immagine. E ti pare poco?E allora <strong>con</strong>tinua il tuo volo altero e <strong>di</strong>steso.Tu sei per tua natura, abituata a vedere le cose dall’alto,vicino a Chi ci guida e ci protegge. Sai anche <strong>di</strong> chi e la vilemano che ti ha portata via e, per <strong>di</strong> più, da <strong>un</strong> luogo <strong>di</strong> preghiera.Ora come ora non possiamo parlare <strong>di</strong> perdono perquesta mano profanatrice, che ci fa solo tanta pietà. Forsenon la ri<strong>con</strong>osceremo mai, forse a Natale avrà anche il coraggio<strong>di</strong> all<strong>un</strong>garsi per accettare il nostro vin brulè, poi,forse <strong>con</strong> rimorso vorrà accarezzarti, ma, sappi, mai <strong>con</strong> ilrispetto e l’orgoglio degli Alpini <strong>di</strong> Carrè.CostabissaraIl gruppo alpini ha la “carta sessanta”Importante doppia ricorrenza festeggiata in maniera “maiuscola”dall’attivissimo Gruppo Alpini <strong>di</strong> Costabissara,guidato da Giampietro Pace: 60° anno <strong>di</strong> fondazione e 10°Un momento della cerimoniaanniversario dell’inaugurazione della Sede del Gruppo, inVia Monte Grappa.Numerose e importanti le autorità intervenute alle cerimonie:dal Presidente della <strong>Sezione</strong> <strong>di</strong> <strong>Vicenza</strong>, GiuseppeGalvanin, che ha scortato il vessillo sezionale, affiancatodal Gen. Domenico Innecco, al Sindaco <strong>di</strong> Costabissara,Dott. Giovanni Maria Forte, che ha scortato il gonfalone delCom<strong>un</strong>e <strong>con</strong> la Gi<strong>un</strong>ta Com<strong>un</strong>ale quasi al completo, ai rappresentantidei numerosi gruppi <strong>con</strong> oltre trenta gagliardettied ai labari <strong>di</strong> altre Associazioni.Le manifestazioni hanno avuto inizio sabato, alle ore 18:00,<strong>con</strong> l’apertura dell’interessantissima mostra fotografica alpina,<strong>di</strong> cui ha proceduto al taglio del nastro inaugurale,l’Assessore alla cultura, Prof. Maria Cristina Franco, che havisto esposte meravigliose foto de<strong>di</strong>cate alla flora, alla fa<strong>un</strong>aed ai panorami alpini, prodotte da Fer<strong>di</strong>nando Barbato,creatore tra l’altro del famoso “Giar<strong>di</strong>no Botanico <strong>alpino</strong>San Marco” del Pasubio e Presidente dell’AssociazioneAmici Salvaguar<strong>di</strong>a Natura Alpina, nonché <strong>un</strong>a serie <strong>di</strong>foto dell’archivio Cortiana, riguardanti la vita del Gruppoattraverso gli anni.Nella stessa Palestra <strong>di</strong> Via Monte Grappa, gentilmentemessa a <strong>di</strong>sposizione dal Com<strong>un</strong>e, l’Alpino Br<strong>un</strong>oSgarbossa, <strong>di</strong> Monticello Conte Otto, ha ac<strong>con</strong>sentito adesporre <strong>un</strong>a parte della Sua interessantissima collezione <strong>di</strong>cimeli storici.Alle 20:30, nella Chiesa Parrocchiale <strong>di</strong> San Giorgio, applau<strong>di</strong>tissimaserata <strong>di</strong> cante alpine, magistralmente eseguitedal “Coro Alpino <strong>di</strong> Lumignano” e dal coro “La vose delTesena” <strong>di</strong> Sandrigo.Domenica pomeriggio, ammassamento nel piazzale dellaChiesa, deposizione corone <strong>di</strong> alloro al monumento aiCaduti in guerra e al monumento alle vittime <strong>di</strong> guerra civili;sfilata aperta dal Corpo Ban<strong>di</strong>stico <strong>di</strong> Vivaro – Dueville,seguito dal Gonfalone del Com<strong>un</strong>e ospitante e via, via gonfaloni,vessilli, labari <strong>di</strong> varie Associazioni, fino al vessillodella <strong>Sezione</strong> <strong>di</strong> <strong>Vicenza</strong> e tutti i gagliardetti <strong>di</strong> Gruppo,seguiti da tutti gli Alpini che hanno completato la l<strong>un</strong>gasfilata.Raggi<strong>un</strong>to il Piazzale <strong>di</strong> Via Monte Grappa, schieramento<strong>di</strong> fronte alla Sede del Gruppo, dove era stato allestito<strong>un</strong> altare all’aperto; alzaban<strong>di</strong>era sulle note dell’inno nazionale,suonato dal Corpo Ban<strong>di</strong>stico <strong>di</strong> Vivaro e SantaMessa celebrata dal Parroco <strong>di</strong> Costabissara, Mons. AngeloLancerin.Il Capo Gruppo Pace ha poi ringraziato tutti, rivolgendo<strong>un</strong> particolare pensiero anzitutto al Primo Capogruppo,Socio Fondatore nel 1947, ora ultra novantenne PieroZocche e a tutti gli altri Capigruppo che hanno ben operatoper la crescita dell’Associazione e che si sono susseguitinegli anni.È poi intervenuto il Sindaco, Dott. Giovanni Maria Forte,che ha sottolineato la <strong>con</strong>tinua attività <strong>di</strong> volontariato delGruppo, a vantaggio della Com<strong>un</strong>ità Bissarese.Giorgio Can<strong>di</strong>ago
14 - La vita dei GruppiMontegaldaMossanoRitrovato cimelio <strong>di</strong> Guerrino VialeDopo oltre sessant’anni, <strong>con</strong> l’occasione delle celebrazionidel 4 novembre, è stata <strong>con</strong>segnata ai nipoti del MontegaldeseVIALE GUERRINO classe 1915 la sua tessera <strong>di</strong> identità <strong>di</strong>quando, durante la se<strong>con</strong>da guerra mon<strong>di</strong>ale, era prigionieroin Africa in <strong>un</strong> campo <strong>di</strong> internamento inglese od americano.Il cimelio è casualmente pervenuto al capogruppo <strong>di</strong> Rotzoche ha gentilmente provveduto ad inviarlo al nostro gruppo.Da <strong>con</strong>seguenti ricerche all’anagrafe e seguendo le traccedei suoi spostamenti, abbiamo rintracciato i nipoti che sonointervenuti <strong>con</strong> <strong>grande</strong> entusiasmo alla cerimonia. Per loro,specialmente per la nipote, il momento è stato particolarmenteemozionante, anche perché lei aveva personalmente<strong>con</strong>osciuto lo zio.Guerrino Viale nato a Montegalda nel 1915, all’età <strong>di</strong> circa18 anni è partito per cercare fort<strong>un</strong>a. È stato arruolato neiCarabinieri a Torino e trasferito in Africa come attendente<strong>di</strong> <strong>un</strong> colonnello. Là, <strong>con</strong> l’avvento della guerra, è stato fattoprigioniero. Successivamente è rimasto in Africa, a Gibuti,dove ha costruito la sua vita <strong>con</strong> <strong>di</strong>screta fort<strong>un</strong>a. Ivi è decedutoil 5 ottobre 1984.È rientrato in Italia in sole tre occasioni: nel 1948, ‘54 e ‘60.Francesco GriselinIn ricordo <strong>di</strong> NikolajewkaUn momento della cerimoniaAnche quest’anno si è rinnovato l’app<strong>un</strong>tamento <strong>con</strong> la storiaper ricordare la battaglia <strong>di</strong> Nikolajewka.Il Gruppo Alpini <strong>di</strong> Mossano ha organizzato la commemorazionenella mattinata <strong>di</strong> domenica 27 gennaio, invitandotutti i Gruppi della Riviera Berica. La cerimonia ha avutoinizio nel piazzale davanti al M<strong>un</strong>icipio <strong>con</strong> l’alza ban<strong>di</strong>era,accompagnata dalle note della tromba, alla presenza delCapozona Silvano Turato e del sindaco Giancarlo Ceruffi.Numerosi gli Alpini presenti <strong>con</strong> i loro gagliardetti che hannopoi sfilato per la via del paese raggi<strong>un</strong>gendo la chiesa SanPietro Apostolo per la Santa Messa animata dal Coro Alpino“Amici miei” <strong>di</strong> Montegalda. Al termine della celebrazioneil Capogruppo <strong>di</strong> Mossano Antonio Martini ha letto la“Preghiera dell’Alpino”e le autorità presenti hanno ricordatoquei tragici eventi e l’enorme prezzo pagato dagli Alpini chesenza <strong>di</strong>stinzione <strong>di</strong> grado e <strong>di</strong> origine <strong>di</strong>edero esempio <strong>di</strong> <strong>un</strong>alto senso del dovere.Il momento commemorativo è proseguito poi <strong>con</strong> <strong>un</strong> brevema significante <strong>con</strong>certo del Coro Alpini <strong>di</strong> Montegalda. Lamanifestazione si è <strong>con</strong>clusa nella vicina baita degli Alpini<strong>con</strong> <strong>un</strong> ricco rinfresco e <strong>con</strong> i saluti finali.Noventa VicentinaUn anno proficuoFoto ricordo della <strong>con</strong>segna: in primo piano i due nipoti, nelle mani deiquali, la tessera ri<strong>con</strong>segnata dopo altre sessant’anni ed <strong>un</strong>a copia dell’atto<strong>di</strong> nascitaLa sede del gruppo alpini U. Masotto <strong>di</strong> Noventa Vicentinaviene sempre più usata come luogo <strong>di</strong> in<strong>con</strong>tro. Bella, accogliente,ampia, <strong>con</strong> <strong>un</strong> parco tenuto in maniera impeccabile e<strong>con</strong>osciuta per la varietà <strong>di</strong> attività proposte. Un parere lusinghieroche si percepisce anche dalle parole del capogruppoCipriano Lazzarin quando elenca le attività portate a terminenel 2006. “Un anno da ricordare – commenta – non solo perle gite e le feste in baita ma anche perché siamo riusciti a
La vita dei Gruppi - 15completare il parco della nostra sede, ottenendo due residuatibellici che sono ora in bella mostra e che abbiamo collocatoproprio durante la festa del 2 giugno a Noventa, festa peraltroben riuscita”.Significativi anche gli in<strong>con</strong>tri culturali, in collaborazione<strong>con</strong> gli amici Alpini <strong>di</strong> Alte, <strong>con</strong> i ragazzi delle scuole me<strong>di</strong>ee superiori <strong>di</strong> Noventa, sulla 1° e 2° Guerra mon<strong>di</strong>ale.Capita spesso che ci sia lo scambio <strong>con</strong> gruppi alpini <strong>di</strong> altresezioni, per affiatare l’amicizia e la voglia <strong>di</strong> aggregazione.Un esempio anche la gita in montagna sull’Adamello,la cui accoglienza è stata data dal gruppo alpini locale cheha messo a <strong>di</strong>sposizione la sede. “Diciamo che ci teniamomolto ad in<strong>con</strong>trare e mantenere vivo il rapporto <strong>con</strong> gli altrigruppi. Si è anche creata <strong>un</strong>a bella amicizia <strong>con</strong> <strong>un</strong> colonnellocomandante del II reggimento artiglieria da montagnaSalvatore Renda e <strong>con</strong> i vari subalterni”.E sulla linea dei precedenti è iniziato anche questo 2007<strong>con</strong> <strong>un</strong>a serie <strong>di</strong> proposte variegate. Il primo app<strong>un</strong>tamento<strong>con</strong> <strong>un</strong>a serata culturale che è stata presentata dal colonnelloEdoardo Maggian, vicentino, che ha parlato delle truppealpine rac<strong>con</strong>tando la propria esperienza <strong>di</strong> missione inAfghanistan. Come <strong>di</strong> <strong>con</strong>sueto ci sono poi le date fisse per ipellegrinaggi sull’Ortigara e Pasubio e quelle per le ad<strong>un</strong>atesezionali e del Triveneto. L’app<strong>un</strong>tamento principale rimanecom<strong>un</strong>que l’ad<strong>un</strong>ata nazionale a C<strong>un</strong>eo. “Ci stiamo preparandoe abbiamo organizzato due giorni <strong>con</strong> partenza al sabatoin corriera. Un gruppo <strong>di</strong> alpini allestirà il campo base,per cui si avrà la possibilità <strong>di</strong> dormire in tenda per meglioassaporare il vero spirito dell’ad<strong>un</strong>ata”.ReolonUn Natale specialeDi gruppo creolo nel periodo aut<strong>un</strong>nale ed in prossimità dellefeste natalizie ha promosso alc<strong>un</strong>e iniziative atte a <strong>con</strong>solidarela presenza del volontariato <strong>alpino</strong> nella realtà socialedel quartiere.La gestione della marronata effettuata presso il supermercatoA & O <strong>di</strong> via ingiuriato e l’offerta del vin brulé e cioccolatacalda del 22 <strong>di</strong>cembre 2007 hanno permesso la raccolta <strong>di</strong>offerte spontanee in <strong>con</strong>siderevole misura da destinare, tramitela San Vincenzo parrocchiale, a favore <strong>di</strong> situazioni <strong>di</strong>particolare <strong>di</strong>sagio e<strong>con</strong>omico e sociale del quartiere.L’8 <strong>di</strong>cembre 2007, in occasione del <strong>con</strong>certo <strong>di</strong> Natale organizzatodalla circoscrizione tre presso la chiesa <strong>di</strong> San PioX, il gruppo si è fatto carico della <strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong> vin brulée cioccolata calda agli intervenuti, riscuotendo notevole gra<strong>di</strong>mento.Nella mattinata <strong>di</strong> domenica 23 <strong>di</strong>cembre 2007 <strong>un</strong>a dozzina<strong>di</strong> soci hanno visitato circa 80 anziani del quartiere, gran partesoli malati e non autosufficienti, portando loro l’augurio<strong>di</strong> <strong>un</strong>a tale <strong>un</strong> po’ più sereno e il dono, assai gra<strong>di</strong>to seppursimbolico <strong>di</strong> <strong>un</strong>a stella <strong>di</strong> Natale.Per sabato 2 febbraio 2008 il gruppo ha organizzato <strong>un</strong>acena <strong>di</strong> solidarietà, ormai tra<strong>di</strong>zionale, in onore degli ospitidella com<strong>un</strong>ità terapeutica “La Villetta” <strong>di</strong> via Volpato: Ungesto significativo per offrire <strong>un</strong> paio d’ore <strong>di</strong>verse ha dellepersone ritenute abbastanza scomode nel nostro <strong>con</strong>testosociale.Inoltre, visto che in questi ultimi tempi è stata fatta <strong>un</strong>a buonacampagna <strong>di</strong> sensibilizzazione e si sono iscritti al grupponumerosi nuovi soci, è stata indetta per il giorno 12 febbraio2008 l’assemblea Generale dei soci al fine <strong>di</strong> <strong>un</strong>a più ampia<strong>con</strong>oscenza e <strong>di</strong> <strong>un</strong>a presentazione dell’attività in prospettivadel gruppo.SandrigoIn ricordo <strong>di</strong> Marileno AndrighettoMercoledì 28 novembre ilgruppo alpini <strong>di</strong> sandrigo haorganizzato <strong>un</strong>a serata pressola sala Ruffini del Patronatoin onore dell’<strong>alpino</strong> MarilenoAndrighetto, dopo il recenteritrovamento della sua gavetta,caduto nella campagna <strong>di</strong>Russia nell’inverno’42-43’, aRossosch dove proprio l’Anaha costruito l’asilo.Relatore della serata era LinoBasso, capogruppo <strong>di</strong> Sandrigo, Marileno Andrighettoche <strong>con</strong>osceva personalmenteLeno del quale ha ancora vivo il ricordo <strong>di</strong> particolari vissutiin gioventù, essendo vicini <strong>di</strong> casa fin dalla giovane età.La serata è stata commentata da Gianni Periz che ha raccoltomolte testimonianze ed è artefice del ritrovamento dellagavetta grazie alla sua amicizia <strong>con</strong> il giovane itralo-russoDimitri Ozzino <strong>di</strong> Biella.Alla serata hanno partecipato molti alpini della zona Astico-Brenta.La serata è stata supportata dal coro “La voce del Tesena”;mentre il sindaco Barbara Trento ha tenuto <strong>un</strong> intervento cheha riscosso molto favore.Era usuale che il soldato scrivesse il proprio nome incidendola gavetta <strong>di</strong> alluminio, è stato così facile rintracciarela famiglia Andrighetto e la sorella Caterina che risiedea Sandrigo. La signora Caterina ha appreso <strong>con</strong> la dovutacommozione il ritrovamento e ha potuto rac<strong>con</strong>tare quell’ultimoad<strong>di</strong>o al fratello in partenza per la campagna <strong>di</strong> Russia.La gavetta si aggi<strong>un</strong>ge ai pochi ricor<strong>di</strong> che Caterina <strong>con</strong>servadel fratello: due foto, in cui proprio Leno è ritratto <strong>con</strong> lagavetta in mano.La serata è stata organizzata dagli alpini <strong>di</strong> Sandrigo non soloper ricordare Andrighetto e i commilitoni che non sono tornatia casa, ma anche a quelli che a casa ci sono invece tornati.Erano presenti infatti, tre reduci: Giovanni Pigato, MarinoLovo e Mario Gianello.
16 - La vita dei GruppiSetteca’La visita del Vescovoavversari, in <strong>un</strong>a <strong>grande</strong> sala il Direttore del Museo, moltogentile e <strong>di</strong>sponibile, avvalendosi <strong>di</strong> <strong>un</strong> <strong>grande</strong> plastico, haillustrato le varie fasi della battaglia che ha determinato la<strong>di</strong>sor<strong>di</strong>nata ritirata della nostra II° Armata e il <strong>con</strong>seguenteripiegamento, prima al Tagliamento e quin<strong>di</strong> al Piave, del nostroesercito. E ci ha in<strong>di</strong>cato il p<strong>un</strong>to in cui il giovane Ten.Rewin Rimmel, <strong>con</strong> pochi ma scelti suoi soldati, ci inc<strong>un</strong>eònelle enormi linee, riuscendo, in <strong>un</strong> sol giorno, (25 ottobre),far prigionieri più <strong>di</strong> 3.000 nostri soldati.Quanti ricor<strong>di</strong> ripercorrendo i sacrifici dei nostri “VECI”: c’èstato <strong>di</strong> che pensare, e a l<strong>un</strong>go, durante il ritorno a Thiene.VillaganzerlaIn attesa del 50esimo anniversarioSua Eccellenza Mons. Vescovo Cesare Nosiglia, giovedì 10gennaio, ha ricevuto alc<strong>un</strong>i rappresentanti dei volontari chehanno collaborato alla “Colletta Alimentare” <strong>di</strong> sabato 24novembre 2007. Mons. Vescovo ha voluto <strong>con</strong>oscere <strong>di</strong>rettamentedal responsabile, Sig. Zen Mauro, l’attività dell’associazione,come f<strong>un</strong>ziona e dalla voce <strong>di</strong> alc<strong>un</strong>i presenti, anchealc<strong>un</strong>e testimonianze ed esperienze. È stata per tutti <strong>un</strong>abella esperienza, anche perché Mons. Vescovo ha apprezzatomolto quanto fatto.Tiziano ZiggiottoThieneIl Vescovo tra gli alpiniGli alpini thienesi a CaporettoQuest’anno, in settembre 2007, in <strong>con</strong>siderazione del 90°della fine della prima guerra mon<strong>di</strong>ale, la gita sociale delGruppo Alpini <strong>di</strong> Thiene, ha avuto come meta gli storiciluoghi della battaglia <strong>di</strong> Caporetto, per <strong>con</strong>oscere sul posto,quanto avvenne nella se<strong>con</strong>da metà d’ottobre del 1917.Prima però <strong>di</strong> risalire, da Gorizia, la vallata dell’Alto Isonzo,ancor più dalle acque verde-azzurro, c’è stata <strong>un</strong>a doverosasosta a Re<strong>di</strong>puglia: qui prima <strong>di</strong> iniziare la religiosa visita, èstata deposta <strong>un</strong>a corona <strong>di</strong> alloro in memoria dei 100.000caduti che lì noti o ignoti riposano.Il silenzio, fatto del tutto particolare, è stato suonato, non<strong>con</strong> la tromba (non c’è <strong>un</strong> trombettiere fra tutti gli Apini <strong>di</strong>Thiene!!), ma <strong>con</strong> <strong>un</strong>’armonica a bocca…. e le sue mestenote si sono sparse nel silenzio quasi inusuale che cir<strong>con</strong>dae avvolge l’immenso sacrario. Dopo essere passati perTolmino e visto da lontano Plezzo, ecco a Caporetto, sovrastatodal leggendario Monte nero: quanti ricor<strong>di</strong> pensando alTenente Picco, ai nostri reparti, ai nostri tanti eroici Alpinicaduti nella sua <strong>con</strong>quista!.Subito dopo il pranzo, visita all’interessantissimo museo storicosituato proprio nel centro <strong>di</strong> Caporetto. Dopo aver osservato,<strong>con</strong> attenzione, armi e materiali usati, dei due esercitiL’annuale app<strong>un</strong>tamento <strong>con</strong> i soci per il tesseramento e ilpranzo sociale si è tenuto domenica 20 gennaio presso la salaf<strong>un</strong>zionale della palestra <strong>di</strong> Villagnzerla. Circa cinquanta soci<strong>con</strong> le loro famiglie hanno preso parte alla manifestazione.Ospiti gra<strong>di</strong>ti, sono intervenuti i co-parroci don Giuseppee don Diego, nonché i sindaci <strong>di</strong> Nanto e Castegnero, eLeonar<strong>di</strong> Mario in rappresentanza della sezione. La bellagiornata si è <strong>con</strong>clusa <strong>con</strong> <strong>un</strong>a sostanziosa lotteria <strong>con</strong> premiofferti da alc<strong>un</strong>e <strong>di</strong>tte locali e l’augurio <strong>di</strong> ritrovarsi numerosi,l’anno prossimo in occasione del 50° anniversario dellafondazione del gruppo.Zovencedo/San Gottardo:Il 35° Anniversario è partito!Il Gruppo Alpini <strong>di</strong> Zovencedo/San Gottardo sarà in festa peril suo “compleanno”.Infatti il Gruppo è in fase operativa e si sta attivando perospitare nel migliore dei mo<strong>di</strong> l’Ad<strong>un</strong>ata Interzonale Alpinaprogrammata nei giorni 13-14-15-16 giugno ’08 che si svolgerànell’osservanza del Cerimoniale ANA.Vogliamo celebrare questa ricorrenza cercando <strong>di</strong> non tralasciarenulla. Ora ci stiamo <strong>con</strong>centrando sull’obiettivo finalee più ambizioso: la realizzazione del Monumento de<strong>di</strong>cato al“VALORE ALPINO”.Gli alpini del Gruppo, animati da forte tenacia, capaci <strong>di</strong> <strong>un</strong>irei ricor<strong>di</strong> del passato a <strong>un</strong> solidale impegno per il presenteed il futuro, vogliono lasciare, <strong>con</strong> questa opera simbolica, <strong>un</strong>segno dello loro costante presenza nella Com<strong>un</strong>ità Civile.Mirco Bisognin
Le nostre storie - 17Dal Gruppo <strong>di</strong> Malo:Parlando <strong>con</strong> i nostri “veci”…Parlar <strong>con</strong> loro è come leggere <strong>un</strong> testo <strong>di</strong> storia o assistere ad<strong>un</strong> documentario. Con loro non scorri le pagine e non guar<strong>di</strong>.Ascolti; e la loro voce è <strong>un</strong>a reliquia. Una reliquia che nonpuò essere collocata in <strong>un</strong>a teca ma può solo imprimersi nellamemoria e nel <strong>cuore</strong> <strong>di</strong> chi li sente ricordare.È la voce dei reduci, <strong>di</strong> quelli che portano ancora nella carnee nella mente, i segni <strong>di</strong> <strong>un</strong>a stagione eroica, <strong>di</strong>sperata e<strong>di</strong>gnitosa insieme. Li abbiamo recentemente onorati a Malo:Luigi Dalla Riva e Alberto Vallarsa, due dei sopravissuti allatrage<strong>di</strong>a russa. Ricevendo l’onorificenza, le loro parole <strong>di</strong> ringraziamentoerano tremule per l’emozione e gli occhi stanchi,luccicavano guardando nel vuoto. Forse evocando voltied immagini ormai lontani nel tempo ma serbate <strong>con</strong> pudorenei loro cuori e nella loro testa. Cari Luigi ed Alberto, siamonoi che dobbiamo ringraziare voi per tanti motivi: molti più<strong>di</strong> quelli che immaginate e che immaginiamo.Igino Boscar<strong>di</strong>n, classe 1925, arruolato a Marzo del ’43 <strong>con</strong>Le nostre storieAncora i due amici insiemeLuigi Dalla Riva e Alberto Vallarsadestinazione Caporetto, 8° Alpini. L’otto Settembre dellostesso anno, lo coglie a Tolmino l’ann<strong>un</strong>cio dell’armistizio.È il caos; gli ufficiali non sanno cosa fare ed i più si <strong>di</strong>leguano.Qualc<strong>un</strong>o rimasto, or<strong>di</strong>na <strong>di</strong> scavare delle trincee nelcortile della caserma: Gli alleati <strong>di</strong> ieri sono improvvisamenteil nemico. I nuovi alleati non si sa chi siano. Non c’è piùrancio: bisogna arrangiarsi. Igino trova qualcosa da metteresotto i denti. Tutti fuggono senza sapere dove ed arraffanoquello che capita: Prima <strong>di</strong> abbandonare la caserma, Igino,senza saper bene che farsene, si riempie lo zaino <strong>di</strong> saponetteed il mattino del 10, via <strong>di</strong> corsa in <strong>di</strong>rezione <strong>di</strong> Cividale. Ilfiato gli manca, lo zaino <strong>di</strong>venta sempre più pesante.Un compagno, mosso da compassione, gli permette <strong>di</strong> caricarlosul dorso del suo mulo. A Cividale, le frotte <strong>di</strong> sbandativengono ammassate nel campo sportivo ma nella notte sisparge la voce che sono in arrivo i tedeschi ed è meglio nonfarsi trovare e allora via alla <strong>di</strong>sperata.Trovo il sergente Bepi Bosa da Molina – rac<strong>con</strong>ta Igino – ecamminando sentiamo parlare il nostro <strong>di</strong>aletto da altri. Sonoanche loro vicentini. Formiamo <strong>un</strong> gruppetto <strong>di</strong> cinque o seie via ancora senza sapere dove: Troviamo <strong>un</strong>a casa <strong>di</strong> <strong>con</strong>-
18 - Le nostre storieta<strong>di</strong>ni e qualcosa da mangiare. Il buon uomo che ci ospitaci <strong>con</strong>siglia: “Evitate i paesi e seguite sempre la linea dellemontagne. Vi troverete a Bassano e quin<strong>di</strong> ormai a casa vostrama state sempre attenti ai tedeschi”.Dieci giorni dopo, Igino arriva a Breganze, dove va da <strong>un</strong>azia che lo rifocilla e lo riveste alla meglio. In giornata rivedefinalmente casa sua, a Molina <strong>di</strong> Malo. – Linaaaa, xequa Gino! – urla suo padre quando lo vede. Il 20 Settembre,prima ancora <strong>di</strong> aver avuto il tempo per riambientarsi, arrivadalla Repubblica <strong>di</strong> Salò <strong>un</strong>a se<strong>con</strong>da chiamata alle armi.Igino si ribella e si da alla macchia. Per <strong>un</strong>a serie <strong>di</strong> fortuitecircostanze, finisce a Lusiana a lavorare per la “Tot”, per fareil suo mestiere <strong>di</strong> sempre: il ciabattino, senza però attrezzi,spago e cuoio. Il 25 Aprile torna finalmente a casa. – Perstrada mi supera <strong>un</strong>a pattuglia tedesca – <strong>con</strong>clude Igino – esorridendo nel vedermi spaventato, <strong>un</strong> militare mi lancia duepacchetti <strong>di</strong> sigarette. Allora ho pensato: la guerra è propriofinita! – Purtroppo però, o<strong>di</strong>i fratrici<strong>di</strong> si scatenarono ed altrilutti ferirono ed umiliarono le nostre <strong>con</strong>trade.Il 7 Dicembre scorso, in occasione della festa alpina a Molina,dopo oltre sessant’anni, Igino ri<strong>con</strong>osce ed abbraccia <strong>un</strong> compagno<strong>di</strong> quel gruppo <strong>di</strong> vicentini fuggiaschi da Cividale, inquel lontano Settembre del ’43: è Antonio Osele.Un’esperienza simile è capitata a Piero Balar<strong>di</strong>n che l’estatescorsa trova a Tonezza il suo compagno Arturo Canale. Tuttie due Alpini del 6° Reggimento, 42^ compagnia fucilieri, aVipiteno nel 1947. La prima o la se<strong>con</strong>da leva, subito dopofinita la guerra. Una paga <strong>di</strong> 45 lire al giorno; – <strong>un</strong> litro <strong>di</strong>vino ne costava cento –, ricorda Piero.Forza cari nostri “veci”. Speriamo <strong>di</strong> <strong>con</strong>tinuare ad esserefieri e soprattutto degni <strong>di</strong> voi.Luigi Girar<strong>di</strong>El Vecio ContaL’amico Pierfranco Manzardo <strong>di</strong> Lugo <strong>di</strong> <strong>Vicenza</strong>, ci ha spe<strong>di</strong>tola storia <strong>di</strong> Guerrino Selva (cl.1915, artigliere <strong>alpino</strong>sul fronte greco albanese, appartenente al 3Rgt Art. Mont,Gruppo Conegliano). La foto è stata scattata in Grecia dalfamoso tenente me<strong>di</strong>co Leonardo salviati, <strong>di</strong> <strong>Vicenza</strong>, in seguitoPrimario dell’Ospedale Civile). Ci sarebbe piaciutoapprofon<strong>di</strong>re <strong>con</strong> lui le sue esperienze dandone pubblicazionesul nostro giornale. Purtroppo … è recentemente andatoavanti. Questa pagina è de<strong>di</strong>cata a lui.La RedazioneÈ storia vera.Settembre 1943, forse il 10 o l’11, certamente in <strong>un</strong> giorno <strong>di</strong>quella se<strong>con</strong>da decade ancora da incassare… Guerrino nonricordava esattamente quando mi rac<strong>con</strong>tò il fatto, <strong>con</strong> paroleche cadevano dall’alto: perché G. era almeno sui due metri,perciò era stato in artiglieria, artiglieria alpina.Al Forte <strong>di</strong> Osoppo erano ormai rimasti in pochi e ancoraGuerrino non si decideva a lasciare la naja così, scappando,dopo tanta Albania e Grecia, poiché alla fine, <strong>di</strong> scappare sitrattava, e davanti ai tedeschi poi… ma anche gli ufficiali dellabatteria avevano <strong>con</strong>sigliato: ad<strong>di</strong>o, veci, i tedeschi sono aU<strong>di</strong>ne, Gemona, gli or<strong>di</strong>ni non sono chiari….E così finalmente Guerrino prese lo zaino, lo riempì colmo,moschetto in spalla, <strong>un</strong>a bomba a mano per tasca e via versocasa; che non era poi lontana, sempre in Friuli, a <strong>un</strong>a cinquantina<strong>di</strong> chilometri.Passava attraverso i campi, all<strong>un</strong>gando sì la strada, ma assicurandosela.Con <strong>un</strong> groppo in gola così duro che neanchescolandosi tutto l’anice della boraccia si sarebbe liberato.A Sequals, il paese <strong>di</strong> Carnera, rifiutò cortesemente ringraziando,l’abito borghese che <strong>un</strong>a donna gli aveva offerto.Passò la notte in <strong>un</strong> fienile, senza riuscire a dormire, ché legambe erano stanche, ma la testa batteva <strong>di</strong> pensieri.All’alba riprese la marcia, ormai mancano pochi chilometri.Aveva sete <strong>di</strong> fresco, perciò entrò in <strong>un</strong> paese, e alla primaosteria or<strong>di</strong>nò <strong>un</strong>a birra. L’oste lo guardò <strong>un</strong> po’ stupito manon <strong>di</strong>sse nulla, e gli versò <strong>un</strong> calice spumante. Guerrino restòdavanti al banco, in pie<strong>di</strong>, lo zaino in spalla.E accadde.Dapprima si sentì il rumore <strong>di</strong> <strong>un</strong> automezzo che si fermavafuori. Poi tre tedeschi ben armati entrarono. Li vide compariresullo specchio <strong>di</strong>etro il banco, che era abbastanza l<strong>un</strong>go:perciò lui si trovò ad <strong>un</strong> estremo e quelli all’altro (come neicine <strong>di</strong> “arrivano i nostri”, mi soggi<strong>un</strong>se).Rimase fermo, soltanto mise le mani in tasca, a sentire lebombe, e le impugnò. D’improvviso gli si era spinta la stanchezzadel cammino, non provava più l’ansia della fuga, tuttoteso a sorvegliare le mosse dei tedeschi, teso e deciso. Conla coda dell’occhio spiava i soldati e cercava l’oste, che nonc’era più: chissà dove era andato…Così vide i tedeschi attendere qualche interminabile momento,guardare verso la sua parte, <strong>di</strong>rsi due parole sottovoce…e uscire.Aspettò ancora, sempre <strong>con</strong> le mani armate in tasca, finché
Le nostre storie - 19dopo <strong>un</strong>’eternità udì l’auto avviarsi ed allontanarsi del tutto.L’oste riapparve. Guerrino si riscosse e chiese quanto doveva,ma l’uomo, pallido, <strong>di</strong>sse no <strong>con</strong> la testa e <strong>di</strong> scatto glistrinse la mano e lo guardò: <strong>di</strong> sotto in su, essendo piuttostobasso, e Guerrino apparendo ora a lui certamente più alto,altissimo.Quando riprese la strada, sentendo odore <strong>di</strong> casa, provò forteil desiderio <strong>di</strong> vedere sua madre ed all<strong>un</strong>gò il passo, sempreattraverso i campi, ancora talvolta mettendo in tasca le mani,a <strong>con</strong>trollare.E gi<strong>un</strong>se infine alla vecchia porta, si affacciò ansioso allafinestra piano terra, vide la cara figura chinata a mescolare lapolenta, e la chiamò; ma lei cogliendo quella presenza allaspalle si era già chinata ed era corsa fuori.Abbracciandola Guerrino fu trafitto da <strong>un</strong>a gioia così violentache ogni pena gli sparve e <strong>di</strong>menticò tutto, anche quei duegrumi <strong>di</strong> ferro nelle tasche.Una medaglia <strong>di</strong> ri<strong>con</strong>oscimentoagli internati militari italiani:I.M.I.Nel numero 3 Luglio nel nostro perio<strong>di</strong>co, veniva ricordatala scomparsa dell’<strong>alpino</strong> Onorio Cengarle, parlamentare,reduce <strong>di</strong> guerra e <strong>di</strong>rigente della sezione vicentinadell’associazione militari italiani internati. Vale la pena ricordareche, dopo l’8 settembre ’43, alla caduta del regimefascista ed allo sbarco in Sicilia delle truppe americane,l’Italia fu la prima dell’asse Roma-Berlina-Tokio a cederele armi ed a capitolare. Ma questo non determinò la finedella guerra perché l’Italia <strong>con</strong>tinuò a combattere fino allafine dell’aprile 1945, e cioè per ben altri 20 mesi, ad esserecoinvolta in <strong>un</strong>o stato <strong>di</strong> guerra vero e proprio tra esercitistranieri ma anche <strong>di</strong> guerra civile tra italiani dei <strong>di</strong>fferenti“credo politici”.È da ricordare come, a questo proposito, alc<strong>un</strong>i storici sostengonoche la resa italiana non fu siglata <strong>con</strong> gli angloamericaniil giorno 8 settembre, bensì il giorno 3 a Cassibile,in Sicilia. Il giorno 8 sarebbe la data del giorno ufficiale daparte del generale Eisernhower, che l’Italia aveva chiesto eottenuto l’armistizio.A parte questo, quello che più importa è la situazione chesi venne a creare nei <strong>con</strong>fronti delle truppe italiani esistenti,operanti dentro e fuori dall’Italia, che la Germania automaticamente<strong>con</strong>siderò non più alleato, ma truppe nemiche equin<strong>di</strong> da combattere e rendere inoffensive, ma soprattuttoda catturare e segregare in appositi “lager”.Non eravamo più in guerra come alleati dei tedeschi e quin<strong>di</strong>non potevamo più essere <strong>con</strong>siderati prigionieri <strong>di</strong> guerra,ma nemici del Terzo Reich e quin<strong>di</strong> <strong>con</strong>siderati internati militariitaliani.Anche lo Stato italiano in effetti, si comportò alla stessastregua e, a guerra finita, compì la stessa <strong>di</strong>stinzione. Tuttiquesti ex prigionieri non furono <strong>con</strong>siderati “prigionieri <strong>di</strong>guerra” e quin<strong>di</strong> <strong>con</strong> <strong>di</strong>ritto a pensione. Una schiera <strong>di</strong> oltre800mila militari deportati dai tedeschi dopo l’infausto8 settembre. Costoro non avranno <strong>di</strong>ritto ad alc<strong>un</strong>a pensione.Il bravo Onorio Cengherle (e qui mi pioace ricordarloanche per la schietta amicizia che ci legava) intraprese <strong>un</strong>adura battaglia <strong>con</strong>tro i competenti organi statali ed in sedeparlamentare per ottenere che tutti questi reduci, chiamatiinternati militari italiani (IMI) fossero <strong>con</strong>siderati giustamentealla stessa stregua <strong>di</strong> quelli fatti prigionieri primadell’8 settembre 1943, e quin<strong>di</strong> <strong>con</strong> <strong>di</strong>ritto e trattamentopensionistico. Tutti i suoi sforzi risulteranno vani, purtroppo,e se ne è andato nel Para<strong>di</strong>so <strong>di</strong> Cantore, solo col suocappello <strong>con</strong> la Penna.Dopo ben 62 anni lo Stato Italiano forse pensando che ormaii superstiti si erano ridotti al minimo ha avuto la brillanteidea <strong>di</strong> quel ri<strong>con</strong>oscimento <strong>di</strong> quei due anni trascorsi inprigionia in Polonia e in Germania: <strong>un</strong>a medaglia d’onore aquesto titolo (da ottenere tra l’altro <strong>con</strong> <strong>un</strong> sacco <strong>di</strong> formalitàburocratiche <strong>di</strong>sarmante!).Il commento è superfluo. Noi italiani siamo fatti così. Non civergognamo, forse perché siamo fatti così.Silvio Androgna
20 - Titolo argomentoGloria e trage<strong>di</strong>a degli Alpini del Btg. <strong>Vicenza</strong>Erano tre fratelli, <strong>di</strong> MaloTre Alpini che non tornarono dalla Grande GuerraAltipiano dei Fiorentini.In alta valle delle Lanze, il monte Coston <strong>di</strong> Lastebasse, dovepassava l’antico <strong>con</strong>fine.Nell’estate del 1915 e nella primavera del 1916 luogo <strong>di</strong>aspre battaglie del btg. <strong>Vicenza</strong>.Tre Alpini <strong>di</strong> Malo, i fratelli Destro, sono morti nella tragicaprimavera del 1916 sotto l’urto della “Strafexpe<strong>di</strong>tion”.Al centro della foto, in pie<strong>di</strong> c’è il più giovane, Sante, classe‘94, solo ventidue anni; sulla sinistra, Giulio, del ‘92.A destra, il più vecchio, Ermenegildo, trent’anni, sergente,aveva promesso alla madre Lucia che li avrebbe protetti, nevide morire <strong>un</strong>o.L’altro, quello stesso giorno, lo seppe ferito e <strong>di</strong>sperso.Lui stesso, poco dopo, caduto nei posti avanzati sul tragicoCorno <strong>di</strong> Vallarsa (Corno Battisti).Il btg.. <strong>Vicenza</strong>, dopo la trionfale avanzata dei primi giorni<strong>di</strong> Guerra, presi facilmente il Carega, lo Zugna e il Pasubioche il nemico aveva abbandonati per ritirarsi a <strong>di</strong>fesa <strong>di</strong>Rovereto, fu inviato sul monte Maggio e nell’Altipiano deiFiorentini per cooperare alla <strong>con</strong>quista della linea dei Forti(Costa d’Agra, Plaut e Durer).Il nemico <strong>con</strong>servò le posizioni e, nella primavera successiva,proprio da quei monti scatenò l’offensiva: la“Strafexpe<strong>di</strong>tion”.All’alba del 15 Maggio 1916, il btg. <strong>Vicenza</strong>, in linea <strong>di</strong>fensivatra monte Coston e osteria Fiorentini, riceve in pieno ilcannoneggiamento nemico, poi l’assalto delle migliori truppeImperiali, gli Essen del 14° <strong>di</strong> Linz, i Rainer del 59° <strong>di</strong>Salisburgo.Vani i <strong>con</strong>trattacchi. La superiorità numerica del nemico, leforti per<strong>di</strong>te, l’assenza <strong>di</strong> rinforzi, dopo tre giorni <strong>di</strong> battaglia,costringe all’arretramento: sul campo rimangono i feritie i caduti.I rac<strong>con</strong>ti dei commilitoni tramandati dai famigliari, le informazioniregistrate nei fogli matricolari e le informazionireperite nella storiografia esistente, permettono <strong>di</strong> ricostruirela tragica storia dei fratelli Destro.Il giorno 16 Giulio, col mulo al fianco, nei pressi <strong>di</strong> bocchettaValbona, sparì nel vortice <strong>di</strong> <strong>un</strong>a cannonata mentre trasportavapane e cartucce ai commilitoni, Il fratello sergente, avvisato,accorse. Trovò solo brandelli <strong>di</strong> carne, uomo e mulonello stesso sangue. Pietosamente raccolse in <strong>un</strong>a cassettache seppellì sul luogo.Il giorno dopo, il 17, lì vicino, a destra del monte Coston,ai baiti M<strong>un</strong>ari, cannoneggiamento, sparatoria; il <strong>Vicenza</strong> ècostretto a ripiegare verso il passo della Vena abbandonandoi caduti e i feriti.Ermenegildo cerca il fratello giovane, Sante non c’è, cosa glisarà successo?
Titolo argomento - 21Monte SpillSelletta BattistiMonte CornoSi ricomincia <strong>con</strong> gli assalti.Dal 2 luglio il btg. <strong>Vicenza</strong>, <strong>con</strong> altre truppe <strong>di</strong> fanteria sischiera sul monte Trappola, sotto i roccioni del Corno.LineaAustriacaMonte Corno <strong>di</strong> Vallarsa.Situazione dal 2 al 9 luglioBattaglione <strong>Vicenza</strong>Negli ultimi giorni <strong>di</strong> maggio, il battaglione viene ritiratodal combattimento e inviato al piano per “ricostituirsi”. Unasosta <strong>di</strong> riposo <strong>di</strong> tre giorni presso Fara.Sicuramente Ermenegildo avrà avuto modo <strong>di</strong> andare a Maloa trovare la famiglia.Dove sono i tuoi fratelli?Il dovere però non è ancora tutto compiuto, Ermenegildo ritornacol battaglione per la via <strong>di</strong> Valdagno, Recoaro. In giugno,su per il Carega, su per lo Zugna, giù in Vallarsa, su perle pen<strong>di</strong>ci del Pasubio all’inseguimento del nemico.Sul Corno <strong>di</strong> Vallarsa il nemico si ferma e si rafforza.Dal <strong>di</strong>ario del tenente Luigi Suppi <strong>di</strong> Schio:“… il 2 luglio saliamo verso la bocchetta sinistra <strong>di</strong> monteCorno. Si vedono molti feriti e qualche morto.Rimangono feriti 5 o 6 soldati durante il percorso.“…Arrivato, trovo che il plotone è sotto <strong>un</strong>a rientranza dellaroccia profonda 2 metri, alta 1 e ½ e l<strong>un</strong>ga 6 o 7: sotto lì visono anche due soldati morti. Fuori dalla grotta vi sono altrimorti: gli austriaci sono sopra le rocce a 10-15 metri.“… ci buttano giù bombe e basta sporgersi <strong>un</strong> po’ fuori peressere fatti segno a colpi <strong>di</strong> fucile.“… la sera dopo (Giorno 3 luglio) esco per avvicinarmi allaselletta ma trovo che non è troppo semplice, non si riesce anulla e si hanno invece delle per<strong>di</strong>te.“… <strong>un</strong>’altra sera (Giorno 4 luglio), nei posti avanzati abbiamo<strong>un</strong> altro morto e <strong>un</strong> ferito. Si vocifera <strong>di</strong> <strong>un</strong>a prossimaazione ….La notte tra il 9 e il 10, il battaglione assalta e <strong>con</strong>quista ilMonte Corno. Tutti ne sanno la storia e il monte cambierànome; <strong>di</strong>verrà Corno Battisti.Ma il giorno 4 luglio, nei posti avanzati è caduto l’ultimo deifratelli Destro: Ermenegildo, sicuramente è il caduto citatodal tenete Suppi.Che rispondere alla madre?Che i suoi figli sono ancora sulla montagna, essi stessi <strong>di</strong>venutimontagna.E che gli Alpini, anche quelli <strong>di</strong> oggi, non <strong>di</strong>menticano queimonti.Mariano de PeronFamiglie alpineMeledoEcco <strong>un</strong>a bella famiglia alpina. In occasione del 50° anniversario<strong>di</strong> matrimonio dell’<strong>alpino</strong> Angelo Pellizzari<strong>con</strong> la moglie Antonia Pastorello, si sono ritrovati a festeggiareanche il genero della coppia, Marino Salgarolloe il figlio Antonio Pellizzari, entrambi alpini.Angelo Pelizzari, classe 1926 ha servito nella 92°Compagnia del 6°Rgt Alp. <strong>di</strong> stanza a Vipiteno. Ilgenero Marino Salgarollo, classe 1952, è stato invece<strong>alpino</strong> a Pieve <strong>di</strong> Cadore, nella 68° Compagnia “LaManera”. Il figlio Antonio Polizzari, classe 1963, è <strong>un</strong>sottotenente dell’artiglieria da montagna del GruppoBergamo della Brigata Orobica. Dalla Redazione <strong>di</strong>Alpin Fa Grado le più vive <strong>con</strong>gratulazioni.
22 - Lettere in redazioneLo scempio del TempioFin dai primi giorni <strong>di</strong> guerra le truppe italiane presi<strong>di</strong>avanoil Pasubio. Nella tarda primavera del 1916, il Monte <strong>di</strong>venne<strong>un</strong>o dei più importanti capisal<strong>di</strong> nel <strong>con</strong>trastare i tentativiaustriaci <strong>di</strong> sfondamento. Il 19 maggio, percorrendola strada degli Scarrubi le truppe <strong>di</strong> Pecori Giral<strong>di</strong> gi<strong>un</strong>seroalle Porte del Pasubio per rafforzare le preesistenti posizioni.Gli austriaci avanzavano sulla <strong>di</strong>rettrice del Passo dellaBorcola.Guerra <strong>di</strong> mina, guerra <strong>di</strong> trincea, guerra <strong>di</strong> artiglieria, ilPasubio le vide veramente tutte. I Coman<strong>di</strong> provvidero a dotareil Monte <strong>di</strong> tutto quanto fosse necessario alla logistica.Pompe elettrica a Ponte Verde spingevano l’acqua sin sulPalon e sul Dente italiano, teleferiche <strong>di</strong> ogni <strong>di</strong>mensioneper trasporti <strong>di</strong> materiali, <strong>di</strong> soldati e per il recupero <strong>di</strong> feritie caduti. Solo in Val Canale ne f<strong>un</strong>zionavano cinque. Sisentiva il bisogno anche <strong>di</strong> <strong>un</strong>a viabilità maggiore. Bisognaricordare che la strada che saliva da Pian delle Fugazze arrivavafino alla Galleria d’Havet, circa 7Km <strong>di</strong> rotabile militare.Il se<strong>con</strong>do pezzo, quello che <strong>con</strong>osciamo come strada deglieroi era inizialmente <strong>un</strong>a mulattiera trasformata in stradagrazie ai lavori del genio negli anni 1937-1938 per ottenere<strong>un</strong> collegamento <strong>con</strong> la strada degli Scarubbi. L’importanzastrategica suggerì che <strong>un</strong>a strada nascosta all’occhio del nemicoera più che necessaria.Nel febbraio del 1917 ideata dal capitano Moatti, progettatadall’ing. Zappa, ufficiale della 33°Cp. Minatori del 5° Genio,fu iniziata la costruzione <strong>di</strong> quelle che oggi <strong>con</strong>osciamo comestrada delle gallerie. Vi parteciparono circa 600 uomini, <strong>di</strong>visein centurie al comando del capitano Corrado Pi<strong>con</strong>e. Inagosto il tratto centrale era già ultimato. E in <strong>di</strong>cembre lastrada era alle porte del Pasubio. Tempi uguali a quelli chehanno i lavori stradali in Italia…L’opera, <strong>un</strong>a delle più significative dell’arco <strong>alpino</strong>, misuracirca 6300 metri <strong>di</strong> cui 2300 in galleria. La galleria 47 raggi<strong>un</strong>geil p<strong>un</strong>to più alto toccando i 2000 metri, la galleria 19misura 370 metri e ha molte finestre, la galleria 52 ci scodellaalle porte del Pasubio.Tutto bello, tutto fantastico, <strong>un</strong> percorso storicamente interessante,<strong>un</strong>a passeggiata montana che ha visto la presenza intempo <strong>di</strong> pace <strong>di</strong> centinaia <strong>di</strong> migliaia <strong>di</strong> persone, e che tuttivogliono fare perché il bello è <strong>di</strong> tutti, è per tutti.Giorgio GallaLe verità rovesciateL’ultima scritta non ancora cancellata1918 soldati in <strong>un</strong> momento <strong>di</strong> riposo sulla strada delle 52 galleriaIl sentiero che sale al Pasubio, com<strong>un</strong>emente <strong>con</strong>osciuto comeStrada delle Gallerie è storicamente ininfluente. Costruito acasaccio sul fianco della montagna lo deturpa orribilmentee non <strong>con</strong>sente che rare visioni del panorama a est. Proprio<strong>un</strong>a brutta strada che moltissima gente che non ha niente <strong>di</strong>meglio da fare percorre a migliaia ogni anno.Pensate che durante il percorso si corre anche il rischio d’imbattersiin quei terribili sgorbi <strong>di</strong> natura che sono i camosci.Inoltre qualche rapace può sporcarvi <strong>con</strong> deizioni tutt’altroche nobili. Vi sono dei manufatti poco or<strong>di</strong>nati e grezzi chedanno l’impressione <strong>di</strong> <strong>un</strong> inesorabile ce<strong>di</strong>mento.Che fare allora per cercare <strong>di</strong> nobilitare il tutto? L’idea genialenon ci appartiene e ciò ci mortifica non poco.
Lettere in redazione - 23Cementassimo armato, artisticamente <strong>di</strong>pinto <strong>di</strong> <strong>un</strong> rosso vomitostupendo, muri altissimi per celare il brutto panoramae gli alberi intorno, <strong>con</strong>vergenti come in <strong>un</strong>o sta<strong>di</strong>o blindato,onde evitare che l’escursionista scemo non perda la via,poi <strong>un</strong>a deliziosa casetta piena <strong>di</strong> macchinari <strong>con</strong> annessolaghetto ove galleggiano vezzose cartine, lattine vuote e altricarinissimi ammennicoli che più i più educati graziosamentevi gettano.Queste opere danno qualità e rendono Bocchetta Campiglialuogo ameno e degno <strong>di</strong> visita. Meravigliosi sono poi tuttii cartelli regolamentatori della sosta, quelli <strong>di</strong> foggia variain<strong>di</strong>canti i vari sentieri e le malghe che offrono specialità delposto. Una vera opera, questa sì storica, che allieta la vista eche ci riarmonizza <strong>con</strong> la montagna, cancellando lo scempiodella Strada delle Gallerie.Giorgio GallaNon tutto fila liscio…Riceviamo la lettera <strong>di</strong> Angelo Gottar<strong>di</strong> <strong>con</strong> la seguente premessa:Prego pubblicare integralmente l’<strong>un</strong>ito testo. Se ciònon fosse possibile, non ritengo valevole <strong>un</strong>a sua parzialeriproduzione. Ringrazio e saluto. Gottar<strong>di</strong>. Di fronte a tantobon ton non possiamo che esau<strong>di</strong>re il desiderio dell’amicoGottar<strong>di</strong> lasciando ogni giu<strong>di</strong>zio ai lettori.La RedazioneArmonizzata in <strong>un</strong> <strong>con</strong>testo <strong>di</strong> devota spiritualità, <strong>di</strong> elettapoesia, <strong>di</strong> ispiranti musiche, è stato splen<strong>di</strong>damente commemoratoil 65°anniversario della battaglia <strong>di</strong> Nikolajewka.Concluso il rito religioso <strong>di</strong> suffragio, si è inteso ricordare lostorico evento declamando alc<strong>un</strong>e poesie <strong>di</strong> Nelson Cenci,accompagnate e intercalate da appropriati brani musicali.Hanno onorato la cerimonia il gonfalone e il sindaco <strong>di</strong>Orgiano, i sindaci <strong>di</strong> Sossano e Poiana Maggiore, il vicepresidentesezionale Barollo, i presidenti delle Associazionid’arma locali. Lodevole la presenza dei gruppi della zonae vicini; la <strong>di</strong>sponibilità e l’appoggio dell’amministrazionecom<strong>un</strong>ale; l’impegno pro<strong>di</strong>go del <strong>con</strong>siglio <strong>di</strong>rettivo.Riprovevole la limitata presenza degli alpini e dei famigliaridei caduti e <strong>di</strong>spersi in Russia <strong>di</strong> Orgiano; biasimevole lascarsa sensibilità delle autorità com<strong>un</strong>ali <strong>con</strong>termini invitatee l’assenza <strong>di</strong> rappresentanza dell’autorità militare locale.Le parole sono merce facilmente spen<strong>di</strong>bile, costano niente,spesso tracimano. Ma se non ci sono, i sentimenti non sipossono spendere.Angelo Gottar<strong>di</strong>Grazie <strong>alpino</strong> MenaldoAlla fine dello scorso anno il nostro gruppo <strong>di</strong> PioveneRocchette ha rinnovato gli organi <strong>di</strong>rettivi. GiancarloMenaldo, dopo <strong>di</strong>versi anni trascorsi da capogruppo, ha passatoil testimone a Mirko Gasparini.Da amico sento il dovere <strong>di</strong> rivolgere a Giancarlo il mio personaleringraziamento per quanto ha dato. So che gioie, fatichee nervosismi sono stati compagni inseparabili durantela sua l<strong>un</strong>ga e intensa attività, posta forse al <strong>di</strong> sopra <strong>di</strong> ognialtro interesse personale o familiare.Da <strong>alpino</strong> ad <strong>alpino</strong>, caro Menaldo, ora fai parte del trio “inpensione” dei capi gruppo piovenesi. Ritengo sinceramenteche ogn<strong>un</strong>o <strong>di</strong> noi tre – tu, Toni Cervellin ed io – abbia <strong>con</strong>tribuitoalla crescita e visibilità del gruppo.Penso <strong>di</strong> ben interpretare il desiderio <strong>di</strong> noi, capogruppo a riposoma per sempre alpini nel <strong>cuore</strong>, nell’esprimere a Mirkoauguri <strong>di</strong> proficuo e intenso lavoro, affinché il gruppo <strong>di</strong>Piovene possa accrescersi ed esprimersi al meglio nell’amiciziae fratellanza alpina.Ciro TosiFamiglie alpineDa Valli del Pasubio,i ricor<strong>di</strong> <strong>di</strong> PenzoL’amico Stefano Penzo del gruppo Valli delPasubio, vuole ricordare il nonno Domenico dellaJulia e il padre Arduino del 6° Rgt Alp, GruppoAgordo, Un ottimo esempio <strong>di</strong> sensibilità e <strong>di</strong> legameai valori alpini.
24 - Rinnovo <strong>di</strong>rettiviGruppo Lonigo: nuovo <strong>di</strong>rettivoDalle votazioni del 12/13 Gennaio scorso il nuovo <strong>di</strong>rettivorisulta così composto:Capogruppo: Portinari Sergio. ViceCapogruppo: Bolla LucaSegretario e Tesoriere: Nicolatto Mario. Consiglieri: FaccioAlessandro, Astrini Giuseppe, Vigolo Clau<strong>di</strong>o, Caletti Loris,Ferraro Giuseppe, C<strong>un</strong>egatti Antonio, Faedo Fabio, Ferran<strong>di</strong>Stafano, Palla<strong>di</strong>n Federico. Revisori dei Conti: MeneghiniPaolo, Tisato Antonio, Antoniazzi Denis.Gruppo Piovene RocchetteCapogruppo: Gasparini Mirco. Consiglieri: Masero Erminio,Augeri Filippo, Boriero Br<strong>un</strong>o, Crestanello Silvano, TonioloSilvano, Boriero Remigio, Panozzo Pietro Rino, Dal SantoRuggero, De Rossi Renato, Girar<strong>di</strong>n Angelo, GregariRuggero, Pattanaro Giovanni, Dal Bosco Mario, BraciolaPiergianni, Dal Maso Pierantonio, Dal Bosco Gaetano, DePretto Giuseppe, Gregari Sergio, Castiglioni Stefano, DeMuri Giorgio, Pretto Gianni, De Pretto Clau<strong>di</strong>o.Gruppo S. Bortolo-<strong>Vicenza</strong>Capogruppo: Simonelli Enzo Paolo. Consiglieri: CedrazziMassimo, Giongo Mauro, De Pretto Pietro, Serra Alberto,Silvestri Moreno, Gaspari Andrea, Arduin Aldo, Carta Pietro,Gianni Marzari, Silvano Chiese, Lorenzino Trentin, GiorgioBiolo, Gardelin Ferruccio.Gruppo MeledoCapogruppo: Giovanni Calearo. Consiglieri: BisogninRemigio, Bruzzo Pierantonio, Camposilvan Sergio, FiorasoMassimiliano, Gennaro Guido, Massignan Lino, MazzoccoMario, Meneghini Dario, Menti Giuseppe, Orlan<strong>di</strong> Luigi,Paiusco Nicola, Pettena Massimo, Salgarollo Marino, TrentinBr<strong>un</strong>oL’auspicio del nuovo capogruppo Portinari Sergio è cheVecchi e Nuovi iscritti <strong>con</strong>soli<strong>di</strong>no il sentiero che si è percorsoin tanti anni <strong>di</strong> lavoro grazie al vecchio <strong>con</strong>siglio eall’instancabile capogruppo uscente Crivellari Giuliano.Un particolare plauso e <strong>un</strong> sincero ringraziamento al signorCrivellari è stato rivolto dal nuovo <strong>con</strong>siglio <strong>di</strong>rettivo ri<strong>un</strong>itosiil 28 Gennaio scorso; dove <strong>con</strong> l’occasione si è provvedutoad invitare molti dei vecchi <strong>con</strong>siglieri a partecipare alle attivitàdel nuovo <strong>di</strong>rettivo, <strong>con</strong> <strong>grande</strong> senso <strong>di</strong> responsabilitàcostoro hanno risposto: “SEMPRE PRESENTE”.La prima inizativa al quale in nuovo neo eletto <strong>di</strong>rettivo èintervenuto nei giorni scorsi è stata la serata storico rievogativa,30 Gennaio scorso, curata dal signor Br<strong>un</strong>o Cosaro, tenutasiin BAITA ALPINA in ricordo della medaglia d’oro al valormilitare, soldato paracadutista della Folgore: GIUSEPPECAPPELLETTO (El Alamein 23 / 25 Ottobre 1942).Argomento della serata è stata la proiezione <strong>di</strong> <strong>un</strong> documentoine<strong>di</strong>to sulle attività miltiari italiane in africa settentrionale,culminate <strong>con</strong> la battaglia <strong>di</strong> El Alamein. Gra<strong>di</strong>tissimi ospitidella serata, intervenuti <strong>con</strong> <strong>grande</strong> entusiasmo, il presidentedella sezione <strong>di</strong> <strong>Vicenza</strong> Cav. Giuseppe Galvanin e ilresponsabile commisione giovani A.N.A. del Veneto NicolaStoppa.Gruppo AlmisanoCapogruppo: Gino Casella. Consiglieri: Vecchiato Br<strong>un</strong>o,Ivano Garbin, Mauro Bressan, Silvano Ziggiotto, LucianoMartelletto, Renato Belluzzo.Gruppo Montebello VicentinoCapogruppo: Giovanni Andreolli. Consiglieri: Paolo Ghiotto,Mario Lovato, Nicola Rovizzi, Luca Framarin, GiuseppeMontagna, Vittorio Vencato, Rossin Danilo, Gianni Bonin,Mirko Framarin, Marino Ghiotto.Gruppo Grisignano <strong>di</strong> ZoccoCapogruppo: Tristano Paggin. Consiglieri: Lorenzo Danese,Luigino Calandra, Carlo Penello, Vittorio Maschio, FrancoGhiotto, Giovanni Quipotti, Silvano pizzetto, Br<strong>un</strong>o Vellere,Virginio Maistrello, Guido Pozzan.Gruppo VillaganzerlaCapogruppo: Giovanni Carollo. Consiglieri: SilvanoCaldano, Luca Artuso, Adriano Bigarella, giancarloFacchin, Domenico Lazzari, Gianpietro Martinello, RobertoMartinello, Tarcisio Nalesso, Bonaventura Ottogalli, AndreaScarmin, Marcello Finello.
Rinnovo <strong>di</strong>rettivi - 25Gruppo Vincenzo Periz – Setteca’-Bertesina-BertesinellaVenerdì 14 <strong>di</strong>cembre presso la sede del gruppo VincenzoPeriz, si sono svolte le elezioni per rinnovare il <strong>di</strong>rettivo.Il capogruppo uscente, Rizzetto Gianni, nella sua allocuzione,ha posto l’accento sull’iniziativa, già ben avviata, <strong>di</strong>ri<strong>un</strong>ire anche i paesi <strong>di</strong> Bertesina e Bertesinella in <strong>un</strong> <strong>un</strong>icogruppo: Gruppo alpini Vincenzo Periz <strong>di</strong> settecà, Bertesinae Bertesinella.Il Presidente dell’assemblea e capo zona, Diego Marini, haspiegato il proce<strong>di</strong>mento da seguire per le votazioni che hannoavuto subito inizio.I risultati sono stati:Capogruppo: Rizzetto Giovanneo Battista (ri<strong>con</strong>fermato).Vice: Cerantola Giovanni. Segretario: Ziggiotto Tiziano.Casiere: Galvan Br<strong>un</strong>o. Consiglieri: Santagiuliana Gino,Adamo Maurizio, Santagiuliana Lorenzo, Zocca Ottorino,Guzzo Antonio, Pinton Gianni, Carollo Gianfrancesco,Prospero Antonio, Be<strong>di</strong>n Li<strong>di</strong>o, Tombolan Andrea, Bal<strong>di</strong>nazzoLuigino, Dani Ernesto, Anzolin Br<strong>un</strong>o, Be<strong>di</strong>n Giuseppe,Guzzo Michele, Dalla Silvestra Raffaele, Menegato Mirko,Ziggiotto Dario.App<strong>un</strong>tamentiPellegrinaggiodella <strong>Sezione</strong>a RossoschLa sezione Ana <strong>di</strong> <strong>Vicenza</strong> organizza <strong>un</strong>pellegrinaggio a Rossoschs, Ucraina, suiluoghi della ritirata <strong>di</strong> Russia. Si svolgeràdal 9 al 16 agosto 2008 e nell’occasioneverrà inaugurato il cippo ossario al quadrivio<strong>di</strong> Selenj Jar, realizzato dalla sezione.Il programma dettagliato verrà illustratonel prossimo numero <strong>di</strong> Alpin fa grado; siaccettano già da ora le iscrizioni in sedeal Torrione. Il numero massimo <strong>di</strong> partecipantiè fissato a 52, l’importo dell’interoviaggio è <strong>di</strong> 1250 euro (salvo variazioni),all’atto dell’iscrizione bisogna versare <strong>un</strong>acaparra <strong>di</strong> 500 euro.
Concorso - 27Il regolamento completo del <strong>con</strong>corso “Uno Zaino <strong>di</strong> Valori” lo si può trovare presso la segreteria dell’Area Education <strong>di</strong> Confindustria <strong>Vicenza</strong> o sul sito webdella sezione alpini <strong>di</strong> <strong>Vicenza</strong> o telefonando presso la stessa seziona Ana
28 - <strong>Storia</strong> dei repartiBattaglione Alpini “Bell<strong>un</strong>o”Il Battaglione Alpini “Bell<strong>un</strong>o” viene costituito il 1° ottobre1910 a Bell<strong>un</strong>o nell’ambito del 7° reggimento alpini, siarticola inizialmente nelle compagnie 77ª e 78ª alle quali siaggi<strong>un</strong>gerà nel 1915 la 79ª; nel 1914 è mobilitato per l’iniziodella Prima Guerra Mon<strong>di</strong>ale e per quest’esigenza l’organicoviene completato <strong>con</strong> la 106ª compagnia della milizia mobile.Nel corso del 1915 il battaglione viene destinato alle operazionisulle Tofane, alta Val Cordevole, Sasso <strong>di</strong> Mezzodì, Col<strong>di</strong> Lana, nel 1916 in Val Costerna, zona Tofane, Castelletto,nel 1917 in Val Costeana, Monte Rosso, Monte Stol, Boscodel Cansiglio e partecipa alla battaglia della Bainsizza. (attacco<strong>di</strong> Mesniak), alla <strong>di</strong>fesa del monte Stol e del Bosco delCansiglio, dove viene cir<strong>con</strong>dato e travolto dalle preponderantiforze austro-tedesche.Durante la guerra il “Bell<strong>un</strong>o” da vita ai battaglioni alpini“Val Cordevole” (compagnie 206ª, 266ª e 276ª) e “MontePelmo” (compagnie 146ª e 147ª, oltre alla ceduta 106^).Viene sciolto il 9 <strong>di</strong>cembre 1917 per essere poi ricostituitonel marzo del 1919 a seguito del cambio <strong>di</strong> denominazionedel battaglione alpini “Val Cordevole”.Nel febbraio 1936 passa alle <strong>di</strong>pendenze del 12° reggimentoalpini <strong>di</strong> nuova costituzione per la campagna in AfricaOrientale. Nell’aprile del 1937 rientra nell’organico del 7°Rgt. Alpini.Inquadrato nella Divisione Alpina “Pusteria” partecipa alla 2ªGuerra Mon<strong>di</strong>ale operando dapprima sul fronte Occidentale;successivamente viene destinato al fronte Greco-Albaneseove, appena gi<strong>un</strong>to, opera <strong>con</strong> il 1° Gruppo Valle in ValZagarias, rientrando successivamente nei ranghi <strong>di</strong>visionali.Partecipa poi alle operazioni sul fronte Jugoslavo e dal luglio1941 in Montenegro.Il “Bell<strong>un</strong>o” nel 1942 rientra in patria dove il coraggio e ilsacrificio sono premiati <strong>con</strong> la decorazione della medagliad’argento al valor militare.Due mesi dopo riparte per la Francia, viene <strong>di</strong>slocato inProvenza e nei primi mesi del 1943 riceve <strong>un</strong>a compagniaarmi accompagnamento.Nel settembre 1943 inizia <strong>un</strong> or<strong>di</strong>nato movimento <strong>di</strong> rimpatrio,fino in Piemonte, dove il 7° reggimento viene sciolto,purtroppo molti alpini sono catturati e deportati inGermania.Nel 1926 nella storica caserma “Salsa” viene inaugurato ilmonumento ai caduti. Tranne che per il periodo dal febbraio1936 all’aprile 1937, in cui il “Bell<strong>un</strong>o” è stato incorporatoall’interno del 12° Reggimento, il Battaglione Bell<strong>un</strong>o hasempre fatto parte del 7° Reggimento ed è stato accasermatonella Caserma “Salsa” <strong>di</strong> Bell<strong>un</strong>o.Il 1 luglio 1953, a seguito <strong>di</strong> <strong>un</strong>a petizione popolare, il 7°Reggimento Alpini viene ricostituito, <strong>con</strong>temporaneamentealla creazione della Brigata Alpina “Cadore”. Il Battaglione“Bell<strong>un</strong>o” viene ricostituito l’1-9-1953 e comprende la solacompagnia 77ª detta “la Valanga”.Il 18 ottobre 1953 ilBattaglione “Pieve <strong>di</strong>Cadore” ingloba temporaneamentela 77ª compagniae viene inviatosul <strong>con</strong>fine per l’esigenza“T9” (Trieste) ove é<strong>di</strong>slocato nella zona <strong>di</strong>Cividale del Friuli.Il Battaglione “Bell<strong>un</strong>o”dopo pochi giorni ricevela nuova composizione, inglobando le compagnie 78ª “iLupi” e 79ª “la Belva” e la 116ª compagnia mortai.Il Battaglione “Bell<strong>un</strong>o” nel 1956 assume l’assetto definitivo:fanno parte dell’organico le tre compagnie <strong>di</strong> fanteriaalpina 77ª, 78ª, 79ª e la compagnia <strong>di</strong> mortai 116ªNel 1963 nuova riorganizzazione: la 78ª compagnia passaalle <strong>di</strong>pendenze del btg. “Feltre” ed è ri<strong>di</strong>slocata nellaCaserma De Gol <strong>di</strong> Strigno, assumendo la denominazione<strong>di</strong> 65ª compagnia alpini. A sua volta la 65ª compagnia alpinidel “Feltre” si trasferisce da Agordo a Bell<strong>un</strong>o, prendendodenominazione e posto della 78ª compagnia.Nel 1963 c’è il <strong>grande</strong> <strong>di</strong>sastro del Vajont. La notte del 9ottobre 1963 <strong>un</strong> frammento staccatosi dal monte Toc, cadevanel bacino idroelettrico del Vajont provocando <strong>un</strong>’ondad’acqua e fango in<strong>con</strong>trollabile che <strong>di</strong>strugge l’intero paese<strong>di</strong> Longarone, causando circa duemila vittime. Il Battaglione“Bell<strong>un</strong>o”, preceduto solo dal “Pieve <strong>di</strong> Cadore”, raggi<strong>un</strong>geil luogo del <strong>di</strong>sastro alle ore due del 10 ottobre e inizia senzasosta l’opera <strong>di</strong> soccorso e <strong>con</strong>forto della popolazione colpita.Partecipa per due mesi all’opera <strong>di</strong> recupero delle salmee collabora alla ricostruzione. Il 2 giugno 1964, insiemeagli altri reparti impegnati nell’opera, in piazza dei Martiri aBell<strong>un</strong>o, viene <strong>con</strong>segnata la medaglia d’oro al valor civileche è app<strong>un</strong>tata sulla ban<strong>di</strong>era del 7° Reggimento Alpini.Nel novembre 1966 il “Bell<strong>un</strong>o” è <strong>di</strong> nuovo impegnato in<strong>un</strong>’altra calamità naturale. L’alluvione che colpisce la provincia<strong>di</strong> Bell<strong>un</strong>o causando vittime e danni <strong>con</strong>sistenti. Anche inquesta occasione è forte la gratitu<strong>di</strong>ne della popolazione edelle amministrazioni locali.L’anno dopo, durante la festa delle Forze Armate (4 <strong>di</strong> novembre),all’interno della Caserma Salsa, si inaugura la piccolachiesa de<strong>di</strong>cata ai caduti del 7° Reggimento Alpini.Tra il 1961 e il 1970, i vari reparti del 7° Alpini si alternanonel servizio <strong>di</strong> vigilanza delle strutture pubbliche in TrentinoAlto A<strong>di</strong>ge.L’11 novembre 1975, alla Caserma Salsa, il 7° Reggimentoviene sciolto. I reparti <strong>di</strong>pendenti passano alle <strong>di</strong>rette <strong>di</strong>pendenzedella Brigata Alpina “Cadore”.Il “Bell<strong>un</strong>o” assume subito compiti d’addestramento e inquadramentodelle reclute <strong>di</strong>ventando B.A.R. (BattaglioneAddestramento Reclute).Il 19 settembre 1991 nell’ambito del rior<strong>di</strong>namento dellaForza Armata viene costituito in fase sperimentale ilReggimento Alpini “Bell<strong>un</strong>o” la cui formazione viene san-
<strong>Storia</strong> dei reparti - 29cita in data 7 settembre 1992 <strong>con</strong> il nome <strong>di</strong> 16° Reggimento“Bell<strong>un</strong>o”.Con la trasformazione in Reggimento, la 116ª compagniamortai viene sciolta e la 77ª compagnia neutralizzata (esistentesulla carta ma in pratica senza organico e senza comandante).Il battaglione seguirà le sorti del 16° reggimento.Nel 1997 anche la Brigata Alpina Cadore viene sciolta e il“Bell<strong>un</strong>o” passa alle <strong>di</strong>pendenze della Brigata Alpina Julia.Nel 1998 <strong>di</strong>venta Centro incorporazione leva alle <strong>di</strong>pendenzedel Comando Truppe Alpine e dal 2002 il reparto si occupaanche della vestizione <strong>di</strong> aliquote <strong>di</strong> VFA e richiamatianche <strong>di</strong> specialità <strong>di</strong>verse dagli alpini. L’organizzazione delbattaglione a causa della <strong>di</strong>minuzione del personale <strong>di</strong> leva èridotto a <strong>un</strong>a sola compagnia (la CCS).Il giorno 30 novembre 2004 il 16° reggimento “Bell<strong>un</strong>o” e ilbattaglione “Bell<strong>un</strong>o” vengono sciolti.La chiusura del 16°, l’ultima <strong>un</strong>ità addestrativa <strong>di</strong> leva rimasta,avviene a breve <strong>di</strong>stanza dallo scioglimento dell’Edolo erientra nel progetto <strong>di</strong> aggiornamento dei reparti alpini dopola sospensione (soppressione) della leva medesima.motto:” S<strong>un</strong>t rupes virtutis iter” (le rupi sono strade <strong>di</strong> valore)Ricompense alla ban<strong>di</strong>era– Medaglia d’argento al valor militare, Shes i Mali – ValZagarias – Bregiant – Golico fronte greco albanese 27 novembre1940 – 23 aprile 1941– Medaglia d’oro al valor civile per il soccorso alle popolazionidel Vajont nel’ottobre 1963– Medaglia <strong>di</strong> benemerenza per il soccorso alle popolazionif<strong>un</strong>estate dal terremoto calabro-siculo del 28 <strong>di</strong>cembre1908Medaglie d’oro in<strong>di</strong>viduali:– Caporal Maggiore Paolin Emi<strong>di</strong>o, Monte Golico, frontegreco, 17 febbraio1941Festa: 23 aprile - anniversario della <strong>con</strong>clusione dei combattimentisul fronte greco (1941)a cura <strong>di</strong> Alberto PieropanSolidarietà alpinaSolidarietà internazionaleL’oleificio <strong>di</strong> Ikondo è <strong>un</strong>a realtàIl fabbricato destinato alla produzione dell’olio dal seme <strong>di</strong>girasole nel piccolo villaggio tanzaniano <strong>di</strong> Ikondo è finalmente<strong>un</strong>a tangibile realtà.I lavori <strong>di</strong> costruzione eseguiti da manodopera locale sottola guida <strong>di</strong> Giorgio Bellamolli, <strong>alpino</strong> verace <strong>di</strong> Grezzana,sono stati ultimati nello scorso mese <strong>di</strong> settembre e sono statemontate le macchine donate dall’Associazione <strong>di</strong> volontariatoZattera Blu <strong>di</strong> Schio.Il primo ottobre, come documenta la foto, è stata fatta la primaspremitura del seme e ottenuto l’olio tanto necessario allapopolazione locale.Le spese per la costruzione del fabbricato sono ammontatea complessivi 10.500 euro (tutti documentati) e, come previsto,sono state totalmente coperte dal <strong>con</strong>tributo della nostra<strong>Sezione</strong>.Infatti ai primi 6.000 euro già versati dai Gruppi della Zona<strong>Vicenza</strong> Città, quale provento della e<strong>di</strong>zione 2006 della“festa del bacalà”, si sono aggi<strong>un</strong>ti i 4.500 euro provenientidall’iniziativa della “giornata della stella alpina” chesono stati <strong>con</strong>segnati in occasione dell’Assemblea dei CapiGruppo dello scorso 2 <strong>di</strong>cembre all’Associazione FrontiereNuove <strong>di</strong> Santorso che da anni coopera <strong>con</strong> il CEFA <strong>di</strong>Bologna nelle <strong>di</strong>verse e impegnative iniziative <strong>di</strong> solidarietàsociale in Tanzania.Ora finalmente, anche grazie al nostro aiuto, la popolazione<strong>di</strong> Ikondo potrà incrementare la coltivazione del girasolee produrre in casa <strong>un</strong> elemento <strong>di</strong> basilare importanza perl’alimentazione.Due immagini dell’oleificioSiamo orgogliosi che la targa dell’A.N.A. campeggi sulmuro <strong>di</strong> questo lontano fabbricato a testimonianza del detto“ALPINI = FATTI CONCRETI”.Alberto Pieropan
30 - Alpini che si fanno onoreProvinciaalpina!Oltre ad essere la provincia<strong>con</strong> il maggior numero<strong>di</strong> alpini, <strong>Vicenza</strong> è anchela provincia <strong>con</strong> <strong>un</strong> presidente<strong>alpino</strong>. Attilio Sneck,da qualche mese presidentedella provincia, già sindaco<strong>di</strong> Thiene è stato reclutatonell’ormai lontano 1973. Larecluta Sneck ha svolto ilC.A.R alla Caserma Fantuzzial Comando della BrigataAlpina Cadore. Lì è rimastoper i successivi cinque mesiin servizio al reparto GenioPionieri. Alla fine <strong>di</strong> questoperiodo, Sneck, ormai <strong>alpino</strong>a tutti gli effetti, è stato trasferito all’ufficio reclutamento delDistretto Militare <strong>di</strong> <strong>Vicenza</strong> per gli ultimi quattor<strong>di</strong>ci mesidel suo servizio militare. Sneck ci ha rac<strong>con</strong>tato <strong>di</strong> aver <strong>con</strong>servato<strong>un</strong> buon ricordo <strong>di</strong> questa sua esperienza: numerosi glianeddoti, le battute e l’allegria che il presidente della provinciaama ancora rac<strong>con</strong>tare.A ricordo del Ex capo gruppoAlpini <strong>di</strong> Zovencedo S. GottardoIl 13 gennaio scorso si èspento L’<strong>alpino</strong> MaranGuglielmo, il nostro Mariocome tutti lo <strong>con</strong>oscevano aZovencedo. La notizia è arrivata<strong>un</strong>a domenica mattinalasciandoci sgomenti.Da qualche tempo Mario soffriva<strong>di</strong> qualche acciacco inpiù, ma nel nostro <strong>cuore</strong> pensiamoche certe persone dopoaver dato tanto alla com<strong>un</strong>itàMaran Guglielmonon possano lasciarla senza illoro aiuto. Con la scomparsa del nostro caro Mario, è venuto amancare <strong>un</strong>o dei personaggi più rappresentativi ed emblematicidell’impegno Alpino della la nostra com<strong>un</strong>ità.So che tu Mario sei stato tra i pochi che fondarono nostrogruppo, quello che ha raccolto la responsabilità <strong>di</strong> <strong>con</strong>durlodopo il grave lutto che ci ha tolto in <strong>un</strong> incidente il capogruppoAlessandro Gobbo: lui stava tornando <strong>con</strong> l’auto dall’aiuto aiterremotati del Friuli quando <strong>un</strong> incidente ce lo portò via.Da allora sempre attivo sia da capogruppo che da <strong>con</strong>siglieresei sempre stato per noi <strong>un</strong> esempio da seguire <strong>con</strong> il sorrisotra le lebbra e <strong>un</strong>a gran forza d’animo, e via senza tanto pensarciMi piace ricordarti Mario durante i lavori fatti insiemeall’amministrazione pubblica <strong>di</strong> Zovencedo.Ricordo che il nostro com<strong>un</strong>e è stato <strong>un</strong>o degli esempi <strong>di</strong> collaborazionetra gli Alpini e l’Amministrazione Com<strong>un</strong>ale,come la costruzione dell’allora centro sociale, della cappellaCimiteriale <strong>di</strong> S. Gottardo, la ristrutturazione prima e il rifacimentopoi delle scalinate della Chiesa, del tuo impegno per lapulizia delle strade com<strong>un</strong>ali e per la costruzione dei campi dabocce presso il centro sportivo, sempre pronto ad <strong>un</strong>a parola<strong>con</strong> il sorriso tra le labbra <strong>con</strong> tutti.Ricordo anche che la tua nappina rossa sul cappello era semprepresente agli app<strong>un</strong>tamenti dell’associazione e per ogni altraevenienza. Il tuo grembiule da cuoco sempre presente alle feste.Uomo generoso, sempre pronto alla collaborazione: ricordo letue parole ad <strong>un</strong> nostro in<strong>con</strong>tro “le robe che <strong>con</strong>ta le se fa pargnente e le se assa a chi vien dopo de ti” (le cose che <strong>con</strong>tanosi fanno senza compensi e si lasciano a chi viene dopo <strong>di</strong> te)Gli alpini della nostra zona <strong>con</strong>oscevano il tuo valore e nel giornodel tuo estremo saluto hanno voluto presenziare numerosissimida tutte le zone limitrofe per ringraziarti <strong>di</strong> quello che avevidato in tanti anni <strong>di</strong> de<strong>di</strong>zione al gruppo e alla com<strong>un</strong>ità.Ti sei meritato <strong>un</strong> posto nella storia della nostra com<strong>un</strong>ità: ilgruppo alpini e e l’amministrazione com<strong>un</strong>ale <strong>di</strong> Zovencedo<strong>con</strong> orgoglio, trasmettono il tuo messaggio come esempio peri giovani.Grazie MarioIl sindaco <strong>di</strong> Zovencedo Vicesindaco <strong>di</strong> ZovencedoFelice D’AnielloAlpino Maran GiorgioTen.col A.M***Il fotografofotografatoMaurizio Mattiello il fotografoufficiale della <strong>Sezione</strong><strong>di</strong> <strong>Vicenza</strong>: sempre presente<strong>con</strong> la sua macchina dalavoro.***Appren<strong>di</strong>amo <strong>con</strong> piacerela notizia che GiustianianoMancini, <strong>alpino</strong> e presidentedell’Unuci <strong>Vicenza</strong>, è statonominato commendatoredella Repubblica Italiana.Dalla Redazione e da tuttii soci della <strong>Sezione</strong> gli porgiamole più sentite <strong>con</strong>gratulazioni.
Notizie familiari - 31Nozze d’oroGruppo <strong>di</strong> GambellaraNegro Silvano e Tirapelle EldaGruppo Monticello Conte OttoBrazzale Giuseppe e Baron Maria PiaGruppo Monticello Conte OttoNoaro Florindo e Micheletto AdeleGruppo <strong>di</strong> Marano VicentinoTotti Luigi e Rizzato MariaGruppo <strong>di</strong> SandrigoVolpato Angelo e Bal<strong>di</strong>sseri AngelaGruppo <strong>di</strong> SovizzoLovato Egi<strong>di</strong>o e Grifante BertillaGruppo <strong>di</strong> TorrebelvicinoMon<strong>di</strong>n Antonio e Marcante Anna MariaGruppo <strong>di</strong> TorrebelvicinoScapin Vali<strong>di</strong>o e Nardon EmiliaGruppo Villa Del ferroPasqualotto Luigino e Corazza CaterinaGruppo <strong>di</strong> ZanèNicoletti Guido e Crollo MariaGruppo <strong>di</strong> ZovencedoBellin Rosimbo e Mattiello Olimpia
32 - Notizie familiariNozze <strong>di</strong> <strong>di</strong>amanteNozzeGruppo Bastia/CervareseZuin Rodolfo <strong>con</strong> Baretta MichelGruppo <strong>di</strong> LaghiLanaro Michele <strong>con</strong> Cogo MartaGruppo Monte <strong>di</strong> MaloZaupa Giacomo <strong>con</strong> Buffon LuciaGruppo <strong>di</strong> Montecchio MaggioreSchiavo Ottavio e Spinato RitaGruppo <strong>di</strong> ZovencedoCrivellaro Angelo e Pavan PasquaGruppo <strong>di</strong> MeledoPajusco Valter <strong>con</strong> Br<strong>un</strong> MaraTregnaghi Ivano <strong>con</strong> GonzagueUwimbabaziCongratulazioni ed Auguri vivissimi per <strong>un</strong> avvenireancora più ricco <strong>di</strong> serenità e letiziaa tutte le coppie che hanno festeggiato gli ambiti traguar<strong>di</strong>.Gruppo <strong>di</strong> Velo D’AsticoToniolo Marco <strong>con</strong> Cavalieri CristinaGruppo Molino <strong>di</strong> AltissimoMonchelato Mauro e Celestinaann<strong>un</strong>ciano la nascita <strong>di</strong> GabrieleNatiGruppo <strong>di</strong> LaghiComparin Stefano e Clau<strong>di</strong>aann<strong>un</strong>ciano la nascita <strong>di</strong> SamueleGruppo <strong>di</strong> MossanoTrevisan Enzo e Lorellaann<strong>un</strong>ciano la nascita <strong>di</strong> FabioGruppo <strong>di</strong> CamisanoSella Franco e Robertaann<strong>un</strong>ciano la nascita <strong>di</strong> FedericoGruppo <strong>di</strong> ChiampoBauce Nicola e Nar<strong>di</strong> Luisaann<strong>un</strong>ciano la nascita <strong>di</strong> LindaMastrotto Stefano e Rominaann<strong>un</strong>ciano la nascita <strong>di</strong> ValentinaPerazzolo Alessandro e Sabrinaann<strong>un</strong>ciano la nascita <strong>di</strong> MarcoGruppo <strong>di</strong> Fara VicentinoCarollo Attilio e Katiaann<strong>un</strong>ciano la nascita <strong>di</strong> SamueleManzardo Enrico e Chiaraann<strong>un</strong>ciano la nascita <strong>di</strong> EmmaGruppo <strong>di</strong> Gran<strong>con</strong>aCasalin Christian e Gessicaann<strong>un</strong>ciano la nascita <strong>di</strong> EdoardoBaldovin Paolo e Soniaann<strong>un</strong>ciano la nascita <strong>di</strong> LauraFerron Giuseppe e Sandraann<strong>un</strong>ciano la nascita <strong>di</strong> AlessioGruppo <strong>di</strong> MaloManea Clau<strong>di</strong>o e Sanson Mirkaann<strong>un</strong>ciano la nascita <strong>di</strong> TobiaGruppo <strong>di</strong> MeledoConte Damiano e Na<strong>di</strong>aann<strong>un</strong>ciano la nascita <strong>di</strong> ThomasFaedo Roberto e Fabiolaann<strong>un</strong>ciano la nascita <strong>di</strong> LisaGran<strong>di</strong> Diego e Monicaann<strong>un</strong>ciano la nascita <strong>di</strong> DavidePajusco Valter e Maraann<strong>un</strong>ciano la nascita <strong>di</strong> ChristianPettina Massimo e Maraann<strong>un</strong>ciano la nascita <strong>di</strong> AlessandroGruppo <strong>di</strong> Monte BericoDocimo e Silvia Cabinatoann<strong>un</strong>ciano la nascita <strong>di</strong> FrancescoGruppo <strong>di</strong> Monte <strong>di</strong> MaloChiumento Massimo e Martini Sabrinaann<strong>un</strong>ciano la nascita <strong>di</strong> EnricoRiva Fabio e Maule Soniaann<strong>un</strong>ciano la nascita <strong>di</strong> MarcoGruppo Motta <strong>di</strong> CostabissaraBertoldo Crisman e Michelaann<strong>un</strong>ciano la nascita <strong>di</strong> GiorgiaGruppo <strong>di</strong> PovolaroDe Stefani Paolo e Silviaann<strong>un</strong>ciano la nascita <strong>di</strong> MarialenaGruppo Torri/LerinoCasarotto Marco e Deboraann<strong>un</strong>ciano la nascita <strong>di</strong> IreneGruppo <strong>di</strong> ZovencedoCasarotto Luciano e Polde Laraann<strong>un</strong>ciano la nascita <strong>di</strong> EmmaGobbo Nicola e Rossettini Federicaann<strong>un</strong>ciano la nascita <strong>di</strong> Sofia.Gruppo <strong>di</strong> San Pietro MussolinoMauro Antoniazzi e Anna .Rancanann<strong>un</strong>ciano la nascita <strong>di</strong> GioeleStefano Ferrari e Sara Antoniazziann<strong>un</strong>ciano la nascita <strong>di</strong> Viola
“…<strong>un</strong> nostro amico hai chiesto alla montagna…” - 33Il vessillo sezionale è listato a lutto per la recente scomparsa <strong>di</strong>numerosi amici alpini. Alla loro memoria vada il nostro pensierori<strong>con</strong>oscente per la de<strong>di</strong>zione associativa <strong>di</strong>mostrata. Ai <strong>con</strong>gi<strong>un</strong>tidei soci scomparsi gi<strong>un</strong>gano, nel momento del dolore, le piùsentite <strong>con</strong>doglianze ed i sensi della solidarietà fraterna delle“penne nere” vicentine.ArcugnanoArzignanoBarbaranoCamisanoCarrèAlpino Rizzo Dinocl 1938Btg. Bell<strong>un</strong>oAlpino Castagna Luigicl 19447° Rgt. Alp. Btg. FeltreAlpino Polo FernandoAlpino Riello CarloBrig. CadoreAlpino Perucchi Giulianocl 1941ArcugnanoArzignanoBastia/CervareseCampedelloCarrèAlpino Tronca Giovannicl. 1925Btg. BolzanoCap. MaggioreFacci Antoniocl 19346°Rgt. Art. MontagnaAlpino Sturaro Francocl 1940Alpino Fantin Robertocl 19617° AlpiniAlpinoChiementin Francescocl 19487° Rgt AlpiniArcugnanoBarbaranoCamisanoCreazzoCarrèAlpinoGhirardello Beniaminocl 1939Gruppo LanzoAlpino Maistrello Grazianocl 1936Alpino Canella Primocl 1931Alpino Brodesco Paolo8° Regg. AlpiniBtg. TolmezzoAlpino Valle Pietrocl 19223° Rgt. Alpini
34 - “…<strong>un</strong> nostro amico hai chiesto alla montagna…”GambellaraLisieraMaloMeledoPioveneRocchetteAlpino Fort<strong>un</strong>a Mariocl 1962Btg. FeltrateAlpino Valentini Ginocl 1926Btg. Bell<strong>un</strong>oAlpino Fontana MaurizioGr. Bell<strong>un</strong>oAlpino Covolo LuigiBtg. FeltreAlpino Tomiello Giorgiocl 1935Brig. Cadore Btg. FeltreGambellaraLugo Di <strong>Vicenza</strong>MaloMeledoPioveneRocchetteAlpino Scarsi Natalinocl 1936Btg. Bell<strong>un</strong>oArt. AlpinoCrosara Gianfrancocl 1941Gr. ConeglianoAlpino Leali Danilo8° Rgt. AlpiniAlpino Pellizzaro Carlocl 1925Btg. FeltreCaporale Eberle Mariocl 1920 - Genio AlpiniCampagne <strong>di</strong> GuerraCroazia Croce al meritoGambellaraLumignanoMaloMontevialePoiana MaggioreAlpino Zanin Dr. Mariocl 19225 Rgt. AlpiniAlpinoGiorgio Augusto Lotticl 1939Btg. Bell<strong>un</strong>oAlpino Meda Br<strong>un</strong>oAlpino Grigolato Severino6° Rgt. AlpiniAlpino Pozza Antoniocl 1915Gran<strong>con</strong>aLumignanoMaloMossonCogollo del CengioPoiana MaggioreAlpino Zerbato Luigicl 1938Alpino Ivano Maruzzocl 1935Alpino Migliorin GuidoAlpinoRemon<strong>di</strong>no Lorenzocl 1929Alpino Conte Italocl 1933Gran<strong>con</strong>aMaloMarano VicentinoorgianoPoianellaAlpino Gobbo Dinocl 1948AlpinoDe Bortoli DomenicoGr. SusaAlpinoDalla Fina Giuseppecl 19413° Rgt MontagnaAlpino Trevisan Igino9° Rgt. alpini,Reduce della campagna<strong>di</strong> Greciae <strong>di</strong> prigioniaAlpino Milan Pietrocl 1937Btg. Bassano
35PoleggeSan Bortolo<strong>Vicenza</strong>Valleogra SchioThieneTorrebelvicinoAlpino Bassan Giuseppecl 19313° Art. Mont Gr. Conegliano“Julia” Campagne <strong>di</strong> GuerraGrecia e RussiaAlpinoZigliotto Angelo Francocl 19447° Rgt.Art. MontagnaFaccin Fulviocl 19386° art. MontagnaAlpino Tagliapietre Alvisecl 19357° Rgt. Alpini Btg. FeltreAlpino Dal Molin Mariocl 1936Brig. CadorePosinaSarcedoValleogra SchioTorrebelvicinoTorrebelvicinoArt. Alpino Vigna Renatocl 1948Gr. Bell<strong>un</strong>oQuinto VicentinoAlpino Carraro Imercl 1958SantorsoMaresciallo degli AlpiniPiazza Giovannicl 1916 - Due croci <strong>di</strong> guerraFronte Greco AlbaneseValleogra SchioAlpino Bellotto Ivonecl 1934 Brig. CadoreTorrebelvicinoAlpino De Facci Riccardocl 1920 “Julia”Campagna <strong>di</strong> RussiaVelo D’AsticoCap. Massarotto Francoex Capo GruppoCaporaleTomiello Lucianocl 1926Art. MontagnaRossato Rinocl 19403° Rgt. Art. MontagnaAlpino Corà Luigicl 1932Brig. CadoreAlpino Bonato Ettorecl 1934Brig. Cadore“Salviati” <strong>Vicenza</strong>Valleogra SchioValleogra SchioTorrebelvicinoVelo D’AsticoAlpinoCal<strong>di</strong>eraro FerruccioArt. Mont. Gr. AgordoAlpino Dal Molin Giovannicl 1921 “Julia”Btg. <strong>Vicenza</strong> Reduce<strong>di</strong> Russia MutilatoAlpino Ciscato Valentinocl 1925Btg. BolzanoAlpino Corona Silviocl 1932Brig. CadoreAlpinoMarchiondo Giuseppecl 19199° Regg. AlpiniSan Bortolo<strong>Vicenza</strong>Valleogra SchioValleogra SchioTorrebelvicinoZovencedoCaporal MaggioreCola Br<strong>un</strong>ocl 19327° ReggimentoAlpino Danzo Narcisocl 19306° Rgt. Alpini Btg. EdoloAlpino Lanaro Dariocl 1923Btg. Bell<strong>un</strong>oAlpino Cortiana Grazianocl 1957Brig. CadoreAlpino Maran Guglielmo